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INDICAZIONI OPERATIVE PER L’ATTIVITA’ ODONTOIATRICA DURANTE LA FASE 2 DELLA PANDEMIA COVID-19 INDICE Capitolo 1. Introduzione……………………………………………….….pag.5 Capitolo 2. Definizione di Caso e Triage…………………………….…...pag.12 Capitolo 3. I Dispositivi di Protezione Individuale…………………..…..pag.18 Capitolo 4. Protocolli Operativi…………………………………….…….pag.30 Capitolo 5. Gestione della sala d’attesa e area amministrativa………...pag.49 Esemplificazioni grafiche e allegati: Allegato 1…………………………………………………………………..pag.53 Allegato 2…………………………………………………………………..pag.55 Allegato 3…………………………………………………………………..pag.58 Allegato 4…………………………………………………………………..pag.62 Allegato 5…………………………………………………………………..pag.67

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INDICAZIONI OPERATIVE PER L’ATTIVITA’ ODONTOIATRICA DURANTE LA FASE 2 DELLA PANDEMIA COVID-19

INDICE

Capitolo 1. Introduzione……………………………………………….….pag.5

Capitolo 2. Definizione di Caso e Triage…………………………….…...pag.12

Capitolo 3. I Dispositivi di Protezione Individuale…………………..…..pag.18

Capitolo 4. Protocolli Operativi…………………………………….…….pag.30

Capitolo 5. Gestione della sala d’attesa e area amministrativa………...pag.49

Esemplificazioni grafiche e allegati:

Allegato 1…………………………………………………………………..pag.53

Allegato 2…………………………………………………………………..pag.55

Allegato 3…………………………………………………………………..pag.58

Allegato 4…………………………………………………………………..pag.62

Allegato 5…………………………………………………………………..pag.67

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Presentazione

Il documento seguente riguarda il ripristino dell’attività odontoiatrica durante la fase due della

pandemia covid 19 che si è diffusa alla fine di Dicembre 2019 nel territorio di Wuhan in Cina ed è

giunta in Europa con i primi focolai in Italia: il primo caso si è rilevato a Codogno in Lombardia il

21 febbraio 2020.

L’11 marzo 2020 l’OMS ha dichiarato che il focolaio internazionale di infezione da nuovo

coronavirus SARS-CoV-2 è una pandemia.

Il 14 marzo 2020 è stato sottoscritto il “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il

contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid 19 negli ambienti di lavoro” recante

indicazioni sulle misure di sicurezza da adottare per lo svolgimento delle attività negli ambienti di

lavoro, a tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori e per la prevenzione da contagio.

A fronte della diffusione del virus, il Governo Italiano, con DPCM del 10 aprile 2020, ha esteso le

misure di contenimento dell’epidemia di coronavirus adottate fino al 3 maggio 2020, confermando

tutte le restrizioni già in vigore per gli spostamenti delle persone, la sospensione delle attività

didattiche in presenza (scolastiche e universitarie), delle cerimonie, degli spettacoli e delle

competizioni sportive, nonché la chiusura delle attività produttive non indispensabili.

Dal 4 maggio 2020 si è riaperta la fase due dell’emergenza con la graduale riapertura degli esercizi

commerciali e delle attività produttive.

L’odontoiatria italiana che per il 93% risulta privata e per il 7% pubblica, in realtà non ha mai cessato

la propria attività, limitandola però nella fase uno alla gestione delle urgenze e di quelle prestazioni

giudicate indifferibili dal sanitario e dal paziente.

Questo è stato dovuto ad uno spirito di protezione verso operatori e pazienti nella fase acuta della

pandemia, pur generando parecchi problemi per tutta una serie di patologie che, essendo state per

forza trascurate, hanno rischiato e rischiano di generare gravi compromissioni alla salute del paziente

non solo a livello orale ma anche sistemico.

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In questo senso il tavolo tecnico di odontoiatria, insediatosi su proposta del Viceministro Sen.

Pierpaolo Sileri con incarico derivante dalla segreteria del Capo di Gabinetto del Ministro in data 10

Aprile 2020, inviato ai componenti nominati e precisamente Prof. Enrico Gherlone, Prof.ssa

Antonella Polimeni, dott. Fausto Fiorile, dott. Raffaele Iandolo, dott. Carlo Ghirlanda ed avendo

individuato come da richiesta dello stesso Capo di Gabinetto un referente indicato dagli stessi nella

persona del Prof. Enrico Gherlone, ha emanato queste indicazioni operative per la ripartenza in

sicurezza durante la fase 2 dell’attività odontoiatrica.

In data 30 aprile 2020 il documento prodotto è stato recapitato al Capo della Segreteria del

Viceministro Sen. Sileri, che ha provveduto a trasmetterlo in data 1 maggio alla Segreteria del Capo

di Gabinetto del Ministro e al Prof. Agostino Miozzo, coordinatore del Cts nazionale. Il documento

è stato validato dal Cts in data 13 maggio 2020 e sono state inserite alcune piccole modifiche riportate

nel testo.

Quelle descritte, sono indicazioni cliniche procedurali di riferimento riguardanti gli standard minimi

di sicurezza che gli studi odontoiatrici dovranno adottare al fine di ridurre al minimo il rischio di

trasmissione di infezione in ambito odontoiatrico, poiché ogni paziente va considerato come

potenzialmente contagioso.

L’importante è che non si scenda al di sotto del livello indicato poiché in questo caso non sarà

garantita la sicurezza del paziente e degli operatori.

Naturalmente, conoscendo poco di questo virus, progressivamente la ricerca porterà nuovi contributi

e questi standard potranno essere modificati ed implementati.

Tutto ciò che è stato da noi prodotto deriva da basi scientifiche consultabili bibliograficamente e nulla

è lasciato a considerazioni personali.

Prof. Enrico Gherlone - Referente del tavolo tecnico, Rettore Università Vita-Salute San Raffaele,

Milano, Past-President del Collegio dei Docenti Universitari di Discipline Odontostomatologiche,

Direttore Dipartimento di Odontoiatria, Ospedale San Raffale, Milano

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Prof. Antonella Polimeni - Preside Facoltà di Medicina e Odontoiatria, Università “La Sapienza”

di Roma, Past-President del Collegio dei Docenti Universitari di Discipline Odontostomatologiche

Dott. Fausto Fiorile - Presidente nazionale Associazione Italiana Odontoiatri (AIO)

Dott. Carlo Ghirlanda - Presidente nazionale Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI)

Dott. Raffaele Iandolo - Presidente nazionale Commissione Albo Odontoiatri (CAO)

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Capitolo 1 - INTRODUZIONE

Un nuovo Coronavirus, settimo membro della famiglia dei Coronaviridae, identificato con il nome

SARS-CoV-2 si è diffuso alla fine di dicembre 2019 nel territorio di Wuhan in Cina (Zhu N et al.,

2020; Wang C et al., 2020); il virus genera una sindrome parainfluenzale trasmissibile da uomo a

uomo, caratterizzata da sintomi lievi come tosse, raffreddore, mal di testa, febbre, sino a polmonite

con gravi quadri respiratori talvolta associati a sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) (Liu

T et al., 2020; Huang C et al., 2020). L’11 marzo 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità

(OMS) ha dichiarato che il focolaio internazionale di infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2

è una pandemia.

Il Sars-CoV2 può essere trasmesso direttamente da persona a persona tramite goccioline respiratorie,

contatto diretto e materiale contaminato (To K et al., 2020; Rodriguez-Morales AJ et al., 2020).

Inoltre, il periodo di incubazione asintomatica per gli individui infettati con 2019-nCov è da 1 a 14

giorni, e sono stati segnalati individui che hanno mostrato sintomi solo dopo 24 giorni dall’infezione,

ed è stato inoltre confermato che i pazienti asintomatici positivi possono diffondere il virus (Huang

C et al., 2020; Guan WJ et al., 2020; Backer Ja et al., 2020). To et al. hanno dimostrato, mediante

Real Time PCR, che virus vitali erano presenti nella saliva degli individui infetti (To K et al., 2020;

Lescure FX et al., 2020). Inoltre, è noto che 2019-nCov penetra nelle cellule analogamente al

coronavirus della SARS, cioè attraverso il recettore ACE2 (De wit et al., 2016). Tale aspetto può

favorire la trasmissione da uomo a uomo (De wit et al., 2016). Infatti le cellule ACE2+ (che

presentano appunto tale recettore) sono abbondantemente presenti in tutto il tratto respiratorio e

nell'epitelio del dotto delle ghiandole salivari (Belouzard S et al., 2012).

Secondo le evidenze scientifiche attualmente disponibili in letteratura, i bambini rappresentano circa

l'1%-5% dei casi di COVID-19 diagnosticati (Tezer H et al., 2020). La COVID-19 è meno grave nei

bambini rispetto agli adulti: circa il 90% dei pazienti pediatrici è asintomatico, o presenta sintomi

lievi o moderati (Dong Y et al., 2020). Tuttavia, fino al 6,7% dei casi pediatrici presenta dei quadri

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respiratori gravi (Tezer H et al., 2020), in particolare in pazienti di età inferiore ad 1 anno e in pazienti

che presentano patologie sistemiche (Tezer H et al., 2020).

Ogni paziente in età pediatrica, come già riferito per il paziente adulto, va considerato come

potenzialmente infetto, a maggior ragione poiché il sistema immunitario dei bambini è in continua

evoluzione, quindi può rispondere in maniera diversa rispetto all’adulto (Dong et al., 2020); tuttavia

non vi sono attualmente in evidenze scientifiche riguardo all’immunità sviluppata verso il Sars-CoV-

2 (Dong et al., 2020).

Attualmente in letteratura non vi sono inoltre evidenze scientifiche riguardo alla disponibilità di test

rapidi sierologici che siano validati ed efficaci ai fini della diagnosi di positività o presenza di

immunoglobuline per SARS-CoV-2.

I pazienti e i professionisti del settore odontoiatrico sono quotidianamente esposti a microrganismi

patogeni, compresi virus e batteri, che infettano la cavità orale e le vie respiratorie (Harrel SK et al.,

2004). Le procedure odontoiatriche comportano il rischio di infezione da Sars-CoV-2 a causa della

specificità delle procedure stesse (Peng X et al., 2020). Si parla infatti di trasmissione diretta per

quanto riguarda la distanza tra operatore e paziente, l’esposizione a saliva, sangue e altri fluidi

corporei, l’utilizzo di strumenti appuntiti e di strumenti rotanti generanti “droplet”, il contatto con la

mucosa congiuntivale (Belser JA et al., 2013; Lu CW et al., 2020; Rothe et al., 2020), ed infine il

contatto con goccioline prodotte da tosse e secrezione nasale di un individuo infetto senza mascherina

a breve distanza, che aumenta significativamente il rischio biologico per l’operatore (Cleveland JL et

al., 2016; Harrel SK et al., 2004; Liu L et al., 2011). I microrganismi patogeni possono essere

trasmessi inoltre in ambito odontoiatrico attraverso l'inalazione degli stessi quando trasportati

dall'aerosol (Kampf G et al., 2020).

Quando gli strumenti rotanti, infatti, sono azionati nel cavo orale si genera una grande quantità di

aeresol contenente saliva e a volte sangue del paziente, particelle molto piccole che rimangono

sospese per un periodo prolungato (Cleveland JL et al., 2016).

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I coronavirus umani, inoltre, come la SARS-CoV, il MERS-CoV (il coronavirus della sindrome

respiratoria del Medio Oriente) o i virus endemici (HCoV) possono persistere su superfici come

metallo, vetro o plastica per un periodo di 48 ore (Otter Ja et al., 2016; Kampf G et al., 2020), e,

secondo quanto riportato da un recente studio del New England Journal of Medicine, il SARS-Cov-

2 può persistere sulle superfici fino a 72h (Van Doremalen N et al., 2020).

L’ultima esperienza con il coronavirus della SARS ha mostrato un gran numero di infezioni acquisite

da operatori sanitari in ambito ospedaliero (Seto WH et al., 2003).

Secondo un modello matematico di calcolo di rischio per l’esposizione biologica l’ambiente sanitario

odontoiatrico è stato definito uno scenario con livello medio-alto di rischio in base al tipo di

lavoratore, l’ambiente in cui lavora, le procedure che svolge e con quanta frequenza svolge quelle

stesse procedure (Decreto Legislativo 81/2008).

Pertanto si riconoscono diversi livelli di protezione per permettere all’operatore sanitario di lavorare

in una condizione di sicurezza per sé e per il paziente stesso. Alla luce della pandemia legata al Sars-

CoV-2, pur in assenza di chiare evidenze scientifiche in letteratura, è necessario identificare le

protezioni che riguardano abbigliamento, protocolli operativi, disinfezione degli ambienti e gestione

delle sale d’attesa e dei front-office (Peng X et al., 2020).

Durante la fase di emergenza, in accordo con quanto comunicato dalla Federazione Nazionale degli

Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, le strutture sanitarie odontoiatriche hanno garantito

la tutela della salute pubblica del cittadino eseguendo attività riguardo alle urgenze e alle prestazioni

indifferibili. Durante la fase 2 di post-lockdown è necessario, per gli odontoiatri, dare priorità a quelle

patologie che sono state trascurate durante la fase emergenziale, poiché, se non trattate, potrebbero

portare a potenziali danni biologici per la salute orale e sistemica dei pazienti.

Le conoscenze del virus e della malattia sono in continua evoluzione.

Pertanto anche le misure di contrasto e i protocolli sono in continua evoluzione

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Scopo del documento

Lo scopo di questo documento è di fornire indicazioni per l’operatività degli odontoiatri in epoca di

pandemia da SARS-CoV-2, che:

1. abbia caratteristiche di sicurezza;

2. si possa attuare a breve termine. La sospensione delle ordinarie attività di prevenzione e cura

in odontoiatria non può protrarsi a tempo indefinito senza determinare un prevedibile danno

alla salute orale dei cittadini;

3. sia sostenibile e praticabile. L’attuazione delle procedure di disinfezione/sanificazione e

l’utilizzo dei dispositivi di protezione devono essere razionalizzati ed ottimizzati, non

traducendosi però in una riduzione della possibilità di accesso alle cure da parte dei cittadini.

Ambito di applicazione

Le presenti indicazioni sono suscettibili di successive revisioni a causa delle evidenze scientifiche

al momento disponibili sulla Covid-19 in generale e sul correlato rischio di contagio in ambito

odontoiatrico.

Salvo quanto previsto dal presente documento e indirizzato a contenere il possibile contagio da

Sars-Cov2, rimangono valide le procedure standard per i requisiti organizzativi, strumentali e

di rapporto con il paziente già normalmente adottate negli studi odontoiatrici (es.

sterilizzazione, privacy, cartella clinica, ecc.)

Ulteriormente queste indicazioni devono essere calibrate e rivalutate per ogni specifico caso.

Per specifico caso si intende :

1. specifico paziente che può presentare patologie pre-esistenti in grado di aumentare la

suscettibilità alla Covid-19. Il rischio biologico per ogni paziente deve comunque essere

opportunamente valutato dall’odontoiatra nel porre l’indicazione alle cure.

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2. specifico operatore. Esistono delle condizioni patologiche o fisiologiche (gravidanza, ad

esempio) degli operatori che possono influire sulla suscettibilità alla Covid-19 o rendere

problematico l’utilizzo dei DPI.

3. specifica struttura. Le caratteristiche strutturali possono richiedere la modifica di alcune

procedure tese alla riduzione del rischio biologico da SARS-CoV-2 ovvero renderle

parzialmente inattuabili con necessità di rivedere l’organizzazione dell’attività nel suo

complesso.

Bibliografia Capitolo 1:

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surfaces and its inactivation with biocidal agents. J. Hosp. Infect.

https://doi.org/10.1016/j.jhin.2020.01.022 (2020);

• Lescure FX, Bouadma L, Nguyen D et al. Clinical and virological data of the first cases of

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3099(20)30200-0. doi: 10.1016/S1473-3099(20)30200-0. [Epub ahead of print (2020);

• Liu L et al. Epithelial cells lining salivary gland ducts are early target cells of severe acute

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• Liu T et al. Transmission dynamics of 2019 novel coronavirus (2019-nCoV). The Lancet.

Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3526307 (2020);

• Lu CW, Liu XF, Jia ZF. 2019-nCoV transmission through the ocular surface must not be

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healthcare settings: the possible role of dry surface contamination. J. Hosp. Infect. 92, 235–

250 (2016);

• Peng X, Xu X, Li Y, Cheng L, Zhou X, Ren B. Transmission routes of 2019-nCoV and

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9 (2020);

• Rodriguez-Morales AJ, MacGregor K, Kanagarajah S, Patel D & Schlagenhauf, P. Going

global - Travel and the 2019 novel coronavirus. Travel. Med. Infect. Dis. 101578,

https://doi.org/10.1016/j.tmaid.2020.101578 (2020);

• Rothe C, Schunk M, Sothmann P et al. Transmission of 2019-nCoV Infection from an

Asymptomatic Contact in Germany. N Engl J Med. 2020 Mar 5;382(10):970-971. doi:

10.1056/NEJMc2001468. Epub 2020 Jan 30;

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Diseases https://doi.org/10.1093/cid/ciaa149 (2020);

• Van Doremalen N, Bushmaker T, Morris DH et al. Aerosol and Surface Stability of SARS-CoV-2 as

Compared with SARS-CoV-1. N Engl J Med. 2020 Mar 17. doi: 10.1056/NEJMc2004973, (2020);

• Wang C, Horby PW, Hayden FG & Gao GF. A novel coronavirus outbreak of global health

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• Zhu N et al. A novel coronavirus from patients with pneumonia in China, 2019. N. Engl. J.

Med. https://doi.org/10.1056/NEJMoa2001017 (2020).

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Capitolo 2 – Definizione di Caso e TRIAGE

In Italia la Circolare del Ministero della Salute n. 1997 del 22 gennaio 2020, ha stabilito l’attivazione

del sistema di sorveglianza dei casi sospetti di infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2.

La definizione di caso (sospetto, probabile e confermato) si basa sulle informazioni attualmente

disponibili e può essere rivista in base all’evoluzione della situazione epidemiologica e delle

conoscenze scientifiche disponibili.

La circolare del Ministero della Salute del 27 gennaio 2020 ha fornito le prime definizioni di caso,

evidenziando come il criterio clinico deve essere sempre accompagnato da quello epidemiologico.

Tali definizioni sono state aggiornate con il modificarsi del quadro epidemiologico. La più recente è

quella pubblicata con la circolare del 9 marzo 2020.

In fondo al presente capitolo verranno riportate tutte le fonti bibliografiche relative a quanto riferito

sulla “definizione di caso” (Ministero della Salute 2020; Istituto Superiore di Sanità 2020; Zou L et

al. 2020; Wang C et al., 2020)

Definizione di caso

Caso sospetto

• Una persona con insorgenza improvvisa di almeno uno dei seguenti sintomi: febbre, tosse, dispnea e

senza un’altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione del quadro clinico;

• Storia di viaggi o residenza in un Paese/area in cui è segnalata trasmissione locale (facendo riferimento

ai rapporti quotidiani dell’OMS e ai bollettini della situazione epidemiologica italiana) durante i 14

giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi;

• Una persona con uno dei precedenti sintomi che è stata a stretto contatto con un caso probabile o

confermato di COVID-19 nei 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi;

• Una persona con infezione respiratoria acuta grave (febbre e almeno un segno/sintomo di malattia

respiratoria, per esempio tosse, difficoltà respiratoria)

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La definizione di caso è molto stringente e deve rispettare i criteri stabiliti dal Ministero della

Salute. Di fronte a un sospetto di infezione da SARS-CoV-2 l’esame dirimente è la Real Time

PCR. A oggi non ci sono terapie dirette contro il nuovo coronavirus né vaccini, quindi il

trattamento è solo sintomatico e di supporto.

Definizione di contatto stretto

La definizione di contatto stretto recepita dal Ministero della Salute è la seguente:

• operatore sanitario o altra persona impiegata nell’assistenza di un caso sospetto o confermato

di COVID-19, o personale di laboratorio addetto al trattamento di campioni di SARS-CoV-2;

• essere stato a stretto contatto (faccia a faccia) o nello stesso ambiente chiuso con un caso

sospetto o confermato di COVID-19; o vivere nella stessa casa di un caso sospetto o

confermato di COVID-19;

• avere viaggiato insieme a un paziente con SARS-CoV-2 in qualsiasi mezzo di trasporto;

Caso probabile

• Un caso sospetto il cui risultato del test per SARS-CoV-2 è dubbio utilizzando protocolli specifici di

Real Time PCR per SARS-CoV-2 presso i Laboratori di Riferimento Regionali individuati o è positivo

utilizzando un test pan-coronavirus;

Caso confermato

• Un caso con una conferma di laboratorio per infezione da SARS-CoV-2 effettuata presso il

Laboratorio di Riferimento Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) o da Laboratori Regionali

di Riferimento, indipendentemente dai segni e dai sintomi clinici.

Paziente che dopo essere stato sintomatico può essere considerato guarito da COVID-19

• Si definisce clinicamente guarito un paziente che, dopo aver presentato manifestazioni cliniche

(febbre, rinite, tosse, mal di gola, eventualmente dispnea e, nei casi più gravi, polmonite con

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insufficienza respiratoria) associate all’infezione documentata da SARS-CoV-2, diventa asintomatico

per risoluzione della sintomatologia clinica presentata. Il soggetto clinicamente guarito può risultare

ancora positivo al test per la ricerca di SARS-CoV-2. Il paziente guarito è colui il quale risolve i

sintomi dell’infezione da COVID-19 e che risulta negativo in due test consecutivi, effettuati a distanza

di 24 ore uno dall’altro, per la ricerca di SARS-CoV-2. Pur non esistendo chiare evidenze a supporto,

si ritiene opportuno suggerire di risottoporre al test il paziente risultato positivo, una volta avvenuta la

risoluzione dei sintomi clinici e, in caso di persistenza della sintomatologia, non prima di 7 giorni dal

riscontro della prima positività.

La classificazione del paziente si effettua attraverso il Triage, quindi una prima valutazione compresa

una sintesi della storia di viaggi, clinica, epidemiologica e della presentazione clinica del paziente

stesso per valutare la probabilità di una infezione da SARS-CoV-2.

TRIAGE (Ather A et al., 2020; CDC 2020)

Il triage (ALLEGATO 4) ha dei vantaggi fondamentali:

- si prefigge lo scopo di riconoscere precocemente i pazienti potenzialmente portatori di

infezione da SARS-CoV-2 prima di accedere alle cure.

- Si propone lo scopo di minimizzare il rischio operativo tramite l’allocazione del paziente in

una categoria specifica

a. soggetti affetti da COVID-19 o ad alto rischio (ad esempio conviventi di pazienti

positivi)

b. soggetti guariti da COVID-19 o a rischio sconosciuto, soggetto asintomatico o non

sospetto. Tutti questi soggetti devono essere trattati come potenzialmente infetti.

- Applica in due momenti specifici, differenti nel tempo, un set di domande e procedure che

possano pertanto costituire “un doppio controllo” sullo stato di salute del paziente.

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15

- Supporta la sanità pubblica e privata nel riconoscimento precoce di pazienti potenzialmente

COVID-19

Il paziente deve presentarsi con mascherina, lavare le mani con acqua e sapone o con gel disponibile

in sala d’attesa, rispettare le distanze di sicurezza (vedi capitolo 5) e viene rilevata la temperatura con

termoscanner o termometro contactless (Meng L., 2020; WHO 2020)

Fasi operative dell’accettazione (Meng L et al., 2020; WHO 2020; Yang Y et al., 2020; CDC 2020)

1. Rilevamento della temperatura con termoscanner o termometro contactless.

2. All’arrivo nello studio il paziente viene accolto da personale protetto e invitato a depositare

tutti i suoi effetti personali prima di entrare nelle sale operative.

3. Il paziente verrà invitato quindi a lavarsi le mani, o alla disinfezione delle stesse con soluzione

idroalcolica in gel o liquida. Utile pertanto predisporre un cartello sul corretto

lavaggio/disinfezione delle mani. In caso di lavaggio in bagno, sarà presente (un dispenser di

salviette in carta o un asciugature ad aria calda).

4. Il paziente deve indossare la mascherina fino all’inizio della fase operativa

5. Compilazione e sottoscrizione questionario COVID.

E’ necessario sottoporre un adeguato percorso di INFORMAZIONE e CONSENSO al paziente ove

lo si rende edotto in merito ai protocolli utilizzati in modo specifico per la pandemia (Coulthard P,

2020).

L’indicazione al trattamento deve essere posta dall’Odontoiatra previa accurata anamnesi e diagnosi

circa l’affezione orale che caratterizza il paziente, secondo un bilanciamento dei rischi con i benefici

(Ministero della Salute, 2017).

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In allegato 5 si fornisce un fac-simile per informare ed ottenere il consenso da un paziente in

relazione all’esposizione a rischio Covid-19 che può rappresentare una “base” per aggiornare le

informative normalmente erogate dalla struttura/professionista al paziente relativamente agli specifici

trattamenti odontoiatrici.

Nell’informazione si raccomanda di segnalare eventuali aggravamenti del rischio/aumento della

suscettibilità alle forme severe della Covid-19 per lo specifico paziente, ad esempio causa pre-

esistenti patologie. (ALLEGATO 5)

Bibliografia Capitolo 2:

• Ather A, Patel B, Ruparel NB, Diogenes A, Hargreaves KM. Coronavirus Disease 19

(COVID-19): Implications for Clinical Dental Care. J Endod. 2020 Apr 6. pii: S0099-

2399(20)30159-X. doi: 10.1016/j.joen.2020.03.008 (2020);

• Center for Disease and Control of Infection (CDC), USA, 2020

https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/hcp/dental-settings.html consultato in data 12

Aprile 2020;

• Coulthard P. Urgent dental care for patients during COVID-19 pandemic. The lancet.

PublishedOnline April 3, 2020 https://doi.org/10.1016/ S01406736(20)308060

• Istituto Superiore di Sanità. Gruppo di lavoro ISS Prevenzione e controllo delle Infezioni.

Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da SARS-COV-

2 nelle attività sanitarie e sociosanitarie (assistenza a soggetti affetti da covid-19) nell’attuale

scenario emergenziale SARS-COV-2. Versione del 28 marzo 2020. Roma: Istituto Superiore

di Sanità; 2020 (Rapporto ISS COVID-19, n.2/2020 Rev.)

• Meng L, Hua F, Bian Z. Coronavirus Disease 2019 (COVID-19): Emerging and Future

Challenges for Dental and Oral Medicine. First Published March 12, J Dent Res. 2020 Mar:

[Epub ahead of print];

• Ministero della Salute, Raccomandazioni Cliniche in Odontostomatologia, 2017

• Ministero della Salute: Circolare 22 febbraio 2020, n. 5443 “COVID-2019. Nuove indicazioni

e chiarimenti” .

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17

• Ministero della Salute: Circolare 9 marzo 2020, n. 7922 “COVID-2019. Aggiornamento della

definizione di caso”

• Wang C, Horby PW, Hayden FG, Gao GF. A novel coronavirus outbreak of global concern.

The Lancet, DOI:10.1016/S0140-6736(20)30185-9, (2020);

• Zou L, Ruan F, Huang M. et al. SARS-CoV-2 Viral Load in Upper Respiratory Specimens of

Infected Patients. N Engl J Med, DOI: 10.1056/NEJMc2001737, (2020);

• WHO, Rational use of personal protective equipment for coronavirus disease 2019 (COVID-

19) and considerations during severe shortages Interim Guidance 6 April (2020);

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Capitolo 3 – I dispositivi di protezione individuale

La probabilità di esposizione risulta essere in funzione del luogo dove vengono svolte le attività

lavorative; pertanto la classificazione del rischio è data da variabili che vengono considerate e messe

in relazione tra di loro; variabili che sono l’intesità di esposizione ad agenti biologici, tipologia e

frequenza delle manovre operative, non per ultimo l’informazione e la formazione del personale in

relazione al rischio biologico e alle procedure di contenimento. Dall’analisi matematica delle variabili

si definiscono diversi scenari: (Chan JF et al., 2020).

• bassa probabilità di diffusione del contagio

• media probabilità di diffusione del contagio

• elevata probabilità di diffusione del contagio.

Secondo il calcolo matematico delle variabili le manovre odontoiatriche hanno un’elevata probabilità

rischio di contagio, ipoteticamente ascrivibile a zone nelle quali siano presenti conclamati casi di

contrazione della malattia o a tutti gli altri casi in cui si ritenga di definire “elevata” la probabilità di

diffusione (Covello V et al., 1992; Sandman P., 1999; Sjoberg L., 1999; CDC Atlanta; Lambert et

al., 2003; Leiss W et al., 1989; Slovic P et al., 1987; ISS 2020 ):

Fig.1. Calcolo della probabilità di acquisizione di una infezione (tratta da: Center of Disease Control

(CDC) di Atlanta, dall’Organization for Safety and Asepsis Procedures (OSAP).

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Nel “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da

SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione” elaborato dall’INAIL (INAIL, 2020),

Il rischio da contagio da SARS-CoV-2, in occasione di lavoro, viene classificato secondo queste

variabili:

• Esposizione: la probabilità di venire in contatto con fonti di contagio nello svolgimento delle

specifiche attività lavorative (es. settore sanitario, gestione dei rifiuti speciali, laboratori di

ricerca, ecc.); Da 0 a 4, l’operatore sanitario è a probabilità alta: 4

• Prossimità: le caratteristiche intrinseche di svolgimento del lavoro che non permettono un

sufficiente distanziamento sociale (es. specifici compiti in catene di montaggio) per parte del

tempo di lavoro o per la quasi totalità; Da 0 a 4 , lo studio dentistico è a rischio 4 ovvero:

lavoro effettuato in stretta prossimità con altri per la maggior parte del tempo.

• Aggregazione: la tipologia di lavoro che prevede il contatto con altri soggetti oltre ai

lavoratori dell’azienda: 1.30 (+30%) = aggregazioni controllabili con procedure (es. sanità,

scuole, carceri, forze armate, trasporti pubblici). Secondo questi calcoli, lo studio dentistico

viene confermato ad alto rischio

Del resto, come dimostrato da alcuni studi, l’Odontoiatra ha un’alterazione della flora batterica nasale

del 50% maggiore rispetto al resto della popolazione, e contrae mediamente più infezioni respiratorie

degli altri medici (Cristina ML et al., 2007; Clark A et al., 1974; Davies KJ et al., 1994).

Alla luce delle conoscenze scientifiche attualmente disponibili e delle principali modalità di

trasmissione di questa malattia (contatto e droplets), le mascherine chirurgiche (dispositivi medici

opportunamente certificati e preferibilmente del tipo IIR o equivalente), sono in grado di proteggere

l’operatore che le indossa e rappresentano una protezione sufficiente nei casi successivamente

indicati. Tuttavia, a massima tutela della salute degli operatori sanitari esposti a condizioni di rischio

aumentato, si raccomanda di garantire sempre un adeguato livello di protezione respiratoria.

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In particolare, nelle procedure che non generano aerosol, recenti studi (Bartosko JJ et al., 2020; Ma

QX et al., 2020; Leung NH et al., 2020) in accordo con quanto previsto dall’OMS (WHO 2020),

dimostrano che non vi sono differenze significative tra la mascherina chirurgica e la mascherina

ffp2/N95.

Oltre a utilizzare i DPI adeguati, è necessario effettuare sempre prima e dopo le procedure l'igiene

delle mani:

lavaggio mani con soluzione alcolica o con acqua e sapone (WHO 2009; Larson EL et

al., 2000) (ALLEGATO 1)

Con la soluzione alcolica:

1. versa nel palmo della mano una quantità di soluzione sufficiente per coprire tutta la superficie

delle mani

2. friziona le mani palmo contro palmo

3. friziona il palmo sinistro sopra il dorso destro intrecciando le dita tra loro e viceversa

4. friziona bene palmo contro palmo

5. friziona bene i dorsi delle mani con le dita

6. friziona il pollice destro mantenendolo stretto nel palmo della mano sinistra e viceversa

7. friziona ruotando avanti e indietro le dita della mano destra strette tra loro nel palmo della

mano sinistra

e viceversa

8. friziona il polso ruotando avanti e indietro le dita della mano destra strette tra loro sul polso

sinistro e

ripeti per il polso destro

9. una volta asciutte le tue mani sono pulite.

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Con acqua e sapone:

1. bagna bene le mani con l'acqua

2. applica una quantità di sapone sufficiente per coprire tutta la superficie delle mani

3. friziona bene le mani palmo contro palmo

4. friziona il palmo sinistro sopra il dorso destro intrecciando le dita tra loro e viceversa

5. friziona il dorso delle dita contro il palmo opposto tenendo le dita strette tra loro

6. friziona le mani palmo contro palmo avanti e indietro intrecciando le dita della mano destra

incrociate

con quelle della sinistra

7. friziona il pollice destro mantenendolo stretto nel palmo della mano sinistra e viceversa

8. friziona ruotando avanti e indietro le dita della mano destra strette tra loro nel palmo della

mano sinistra

e viceversa

9. sciacqua accuratamente le mani con l'acqua

10. asciuga accuratamente le mani con una salvietta monouso

11. usa la salvietta monouso per chiudere il rubinetto.

(WHO 2009; Larson EL et al., 2000)

Selezione dei DPI

Si intende per dispositivo di protezione individuale (“DPI”) qualsiasi attrezzatura destinata ad essere

indossata dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi per la sicurezza o la salute

durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo (art. 74, comma 1

D.lgs 81/08).

È calcolato che il rischio aumenta quando:

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• il contatto è ravvicinato (< 1 metro) e prolungato (> 15 minuti) o il contatto è di tipo ripetuto

o continuativo, tale da aumentare il tempo complessivo di esposizione (Istituto Superiore di

Sanità, 2020; WHO 6 april 2020);

• si eseguono manovre e procedure a rischio di produrre aerosol (Istituto Superiore di Sanità,

2020; Del Rio C et al., 2020).

Dispositivi

Mascherine

si suddividono in tre classi di protezione: FFP1, FFP2 e FFP3. la loro funzione protettiva è normata

a livello europeo secondo EN 149. Queste sono denominate "semimaschere filtranti contro particelle

o maschere per polveri sottili". La sigla FFP sta per "filtering face piece", ovvero maschera filtrante.

Le maschere respiratorie della classe di protezione FFP1 filtrano almeno l'80% delle particelle che si

trovano nell'aria fino a dimensioni di 0,6 μm. Le maschere respiratorie della classe di protezione

FFP2 filtrano almeno il 94% delle particelle che si trovano nell'aria fino a dimensioni di 0,6 μm. Le

maschere respiratorie della classe di protezione FFP3 offrono la massima protezione possibile

dall'inquinamento dell'aria respirabile, con una perdita totale del 5% massimo, e una protezione pari

almeno al 99% dalle particelle con dimensioni fino a 0,6 μm (ISS 2020).

Le mascherine chirurgiche sono invece disponibili nei seguenti tipi: I, II e IIR, con protezione

crescente a seconda degli strati filtranti e della conseguente filtrazione batterica, che arriva al 98%

per il tipo IIR (UNI EN 14683). Proteggono da aereosol e da particelle visibili di secrezioni

respiratorie e nasali, ma avendo una trama più larga non proteggono da particelle inferiori ai 0,7

micron, quindi dal virus e inoltre andrebbero comunque sostituite ogni 2-3 ore perché inumidendosi

perdono efficacia. E’ raccomandato il lavaggio delle mani prima di indossarle e dopo averle rimosse

quando indossate bisogna assicurarsi che coprano naso e bocca, facendo attenzione all’aderenza al

livello nasale (WHO 6 april 2020).

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Le mascherine chirurgiche sono raccomandate (Bartoszko JJ et al., 2020; Ma QX et al., 2020; Leung

NH et al., 2020; Peng X et al., 2019; Meng L. et al., 2020) nelle seguenti fasi:

o ricevimento in sala di attesa;

o nel disbrigo delle pratiche amministrative con il paziente;

o durante tutte le fasi di sanitizzazione ambientale;

o durante le fasi di decontaminazione, lavaggio e sterilizzazione dei dispositivi

riutilizzabili;

o gestione dei rifiuti sanitari;

o tra operatori quando non è possibile mantenere la distanza di almeno un metro;

L’OMS indica il ricorso a mascherine FFP2 in caso di pazienti con sintomi respiratori

conclamati o con sospetto di patologia COVID (anche se non da loro denunciata) e in caso di

procedura che genera droplets o aereosol (WHO 6 april 2020). Inoltre le mascherine filtranti

possono essere utilizzate sino alle sei ore, a meno che non ci sia situazione di usura e

contaminazione (WHO 6 april 2020). E’ raccomandabile utilizzare mascherine filtranti

monouso senza valvola: pur essendo disponibili mascherine che dopo reprocessing possono

essere riutilizzate, attualmente non vi è evidenza scientifica poichè tali metodi di reprocessing

non sono stati ancora validati (WHO 6 april 2020).

Nell’utilizzo dei Filtranti Facciali P2 senza valvola, che richiedono specifica informazione e

formazione, dei quali andrà altresì valutata la compliance dell'operatore sanitario anche in

considerazione del suo stato di salute mediante la collaborazione, in caso della presenza di lavoratori

(ai sensi dell'art. 2 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.), del medico competente, ove previsto.

Schermi facciali e occhiali protettivi

I dpi per gli occhi sono:

1. occhiali a stanghette e a maschera (DPI II categoria)

2. schermi facciali; visiera (DPI III categoria)

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1. Si utilizzano durante le visite su pazienti non sospetti/probabili/confermati; durante le manovre di

pulizia ambientale o durante le fasi di lavaggio e disinfezione delle attrezzature di lavoro o dei

dispositivi riutilizzabili; durante la fasi amministrative quanto non è possibile mantenere la distanza

di un metro tra gli operatori.

2. Gli schermi facciali ogni qualvolta sia prevedibile la produzione di aerosol proteggono (DPI III

categoria) tutto il volto rappresentando in tal modo un valido ausilio per aumentare la protezione

dell’operatore. La visiera inoltre previene contatti involontari delle mani dell’operatore sul volto (per

aggiustarsi occhiali da vista o mascherina durante le sedute, ad esempio), che determinano un

aumento del rischio di contagio per l’operatore (Peng X et al., 2020; Meng L et al., 2020; WHO 6

April 2020; Yang Y et al., 2020).

Per i DPI degli occhi è raccomandabile la disinfezione al termine dell'attività prestata ad ogni paziente

(ECDC, 2020).

Camici monouso

Il camice idrorepellente è un dispositivo monouso che va associato a cuffia/cappello monouso. Le

calzature devono essere lavabili e sottoposte a disinfezione alla fine della sessione/giornata di lavoro.

Laddove siano disponibili calzature non lavabili si raccomanda l'uso dei calzari.

La tuta completa copre completamente l’operatore, poiché si completa con cappuccio e di calzari e

protegge da schizzi e spruzzi tutti i distretti.

Si deve verificare che il TNT con cui spesso sono realizzati camici e tute monouso siano prodotti con

caratteristiche in grado di assicurare filtraggio e idrorepellenza adeguati.

In alternativa si raccomanda di utilizzare camici e tute certificati come DPI di terza categoria secondo

la norma UNI EN 14126. (Peng X et al., 2020; Meng L et al., 2020; WHO 6 April 2020; Yang Y et

al., 2020).

I camici e tute in TTR consentono il riutilizzo fino ad un massimo di 80 volte dopo sterilizzazione in

autoclave preferibilmente a 121 °C (UNI EN 13795).

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Il Dispositivo (Tuta/Camice) dovrà essere sostituito al termine di ogni attività con ogni singolo

paziente. Si raccomanda di cambiarlo ad ogni paziente che comporti una procedura (art. 74, comma

1 lettera a D.lgs 81/08).

E’ consigliabile l’utilizzo di manicotti monouso preformati in TNT con polsino, poichè, garantendo

una maggiore protezione, consentono di diminuire la frequenza di turnover del camice. In questo

contesto, per l’uso di manicotti devono essere considerate anche le altre parti del corpo che possono

venire in contatto con il paziente, associandoli quindi alla protezione di altre superfici corporee

attraverso camici o grembiuli monouso.

Guanti

I guanti devono essere indossati in ogni procedura operativa.

Meglio se si applica anche un disinfettante sui guanti stessi. Si raccomanda di toglierli e lavarsi le

mani ad ogni fine procedura. A discrezione dell’operatore a seconda della procedura è possibile

utilizzare guanti sterili.

(Peng X et al., 2020; Meng L et al., 2020; WHO 6 April 2020; Yang Y et al., 2020).

Non vi è evidenza scientifica sull’utilizzo di doppi guanti nella gestione di casi sospetti o confermati

di COVID-19 (WHO 2020; CDC 2020; Veerbeek et al., 2020)

Cuffie

In commercio sono reperibili in TNT o in cotone, quest’ultime sono riutilizzabili. In ambito sanitario

sono ovviamente indicate quelle in TNT monouso. Devono essere indossate durante ogni procedura

odontoiatrica.

(WHO 6 April 2020; Yang Y et al., 2020).

Vestizione e svestizione dell’operatore

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Le procedure di vestizione e svestizione dell’operatore devono essere eseguite con particolare

accuratezza al fine di evitare contaminazioni. Indicazioni operative sono riportate nell’allegato 2

(CDC, 2020).

Come approfondimento è consultabile online sul sito del Ministero della Salute il video “COVID-19:

Vestizione e svestizione con dispositivi di protezione individuale” al link

http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_7_0_1.jsp?lingua=italiano&menu=multimedia&p=vide

o&id=2096

Bibliografia Capitolo 3:

• art. 74, comma 1 lettera a D.lgs 81/08, riferimento a nuove disposizioni ministero;

• Bartoszko JJ, Farooqi MAM, Alhazzani W, Loeb M. Medical Masks vs N95 Respirators for

Preventing COVID-19 in Health Care Workers A Systematic Review and Meta-Analysis of

Randomized Trials. Influenza Other Respir Viruses. 2020 Apr 4. doi: 10.1111/irv.12745 (2020);

• Center of Disease Control (CDC) di Atlanta https://www.cdc.gov, dall’Organization for

Safety and Asepsis Procedures (OSAP).

• Centers for Disease Control and Prevention (2020) recommendations for putting on and removing

personal protective equipment for treating COVID-19 patients. Da https://

www.cdc.gov/hai/pdfs/ppe/ppe-sequence.pdf , 2020

• Centers for Disease Control and Prevention (2020) (https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-

ncov/hcp/respirator-use-faq.html)

• Chan JF, Yuan S, Kok KH et al. A familial cluster of pneumonia associated with the 2019

novel coronavirus indicating person-to-person transmission: a study of a family cluster. Lancet.

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• Clark A. Bacterial colonization of dental units and the nasal flora of dental personnel. Proc R

Soc Med. 1974 Dec;67(12 Pt 1):1269-70. (1974);

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(1992);

• Cristina ML, Spagnolo AM, Sartini M, Dallera M, Ottria G, Lombardi R, Perdelli F.

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31 March 2020

• INAIL. Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del

contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione. 23 Aprile 2020

• Istituto Superiore di Sanità (ISS).

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/img/info/Glossario-1.pdf. (2020);

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Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da SARS-COV-2

nelle attività sanitarie e sociosanitarie (assistenza a soggetti affetti da covid-19) nell’attuale

scenario emergenziale SARS-COV-2. Versione del 28 marzo 2020. Roma: Istituto Superiore di

Sanità; 2020 (Rapporto ISS COVID-19, n.2/2020 Rev.)

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Capitolo 4 Protocolli operativi

I protocolli operativi si basano sulla contaminazione dell’ambiente operativo odontoiatrico descritto

da diversi studi pubblicati in letteratura nel corso degli anni, con particolare riferimento alle procedure

che producono aerosol e spatter (Bentley CD et al., 1994; CDC 2020; Symanska J et al., 2007; Ishiama

K et al., 2008; Al-Eid R et al., 2018; Coulthard P et al., 2020). In particolare si ricorda che è necessario

considerare ogni paziente come potenzialmente portatore di una malattia infettiva trasmissibile,

mantenendo un livello di attenzione costante ed adottando sempre le norme preventive di igiene,

disinfezione e sterilizzazione, ed indossando i mezzi barriera protettivi personali.

La intera equipe odontoiatrica (odontoiatri, assistenti di studio odontoiatrico (ASO), igienisti dentali)

che assiste il paziente deve indossare la stessa tipologia di dispositivi di protezione individuale.

Protezione Operatore

In caso di strutture con lavoratori ex art. 2 D.Lgs. 81/08 (dipendenti, collaboratori, tirocinanti, ecc.),

la potenziale esposizione a SARS-Cov2 determina la necessità di aggiornamento e di stretta

osservanza di quanto previsto dal Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) secondo il D.Lgs.

81/08 e s.m.i.

In particolare, nel DVR si deve tener conto di tutte le informazioni disponibili relative alle

caratteristiche dell’agente biologico e delle modalità lavorative e conseguentemente il datore di

lavoro deve applicare i principi di buona prassi microbiologica, ed adotta, in relazione ai rischi

accertati, le misure protettive e preventive. Inoltre, il datore di lavoro attua misure tecniche,

organizzative e procedurali, per evitare ogni esposizione degli stessi ad agenti biologici, igieniche,

l’informazione e la formazione dei lavoratori e la prevenzione e controllo attraverso la sorveglianza

sanitaria (D.Lgs. 81/08 e s.m.i).

Nel caso di professionisti senza lavoratori è raccomandata la valutazione del rischio correlato da un

lato con il rischio di contagio professionale da Sars-CoV-2 e dall’altro con l’utilizzo di alcune

tipologie di DPI, quali i filtranti facciali (FF) che possono essere poco tollerati da operatori con pre-

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esistenti patologie (patologie respiratorie ostruttiva, patologie cardiache, ad esempio) (D.Lgs. 81/08

e s.m.i).

Protezione delle superfici, delle attrezzature di lavoro e degli ambienti operativi

Per impedire, o quanto meno ridurre, la possibilità di contaminazione dell’ambiente, delle

apparecchiature e delle superfici, è raccomandabile lasciare meno oggetti possibile sulle superfici

(Otter JA et al., 2016; Nejatidanesh F et al., 2013; Farooq I et al., 2020; Meng L et al., 2020). Per

quanto riguarda le tastiere dei computer vanno ricoperte con polietilene poiché la detersione accurata

risulta impossibile (Meng L et al., 2020; Bentley CD et al., 1994; CDC 2020).

Preparazione del campo operatorio e indicazioni durante la seduta operativa (Otter JA et al., 2016;

Nejatidanesh F et al., 2013; Farooq I et al., 2020; Meng L et al., 2020):

o Prima che il paziente entri, possibilmente prima di iniziare la procedura odontoiatrica

predisporre tutto il necessario; Questo per ridurre il rischio di contaminazione delle

superfici, degli ambienti esterni al riunito una volta iniziata la procedura, degli altri

operatori sanitari nonché del paziente successivo; lasciare libere le superfici dei servo-

mobili.

o L’operatore deve preparare la documentazione relativa al paziente prima del suo

ingresso (radiografie, dispositivi medici, modelli etc)

o Lasciare coperti gli strumenti fino all’inizio della prestazione.

o Eseguire il flushing degli strumenti che generano acqua e aria prima delle procedure

odontoiatriche per circa venti secondi; (Ministero della Salute e ISS, 2015; CDC 2003;

CDC 2016).

Fare accomodare il paziente (Meng L et al., 2020; ISPESL 2008):

• Raccomandare al paziente di non toccare nulla, se non collaborante fornigli dei guanti;

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• Posizionare gli oggetti personali in una sacca;

• Posizionare l’apposita mantellina monouso idrorepellente possibilmente senza catenella ma

con i lacci, in modo tale da contaminare il meno possibile.

• Prima di iniziare le procedure odontoiatriche eseguire due sciacqui al paziente:

1. Un primo sciacquo con una soluzione all’1% di Perossido di idrogeno (una parte di acqua

ossigenata a 10 volumi/3% e due parti di acqua) o con Iodo-povidone 0,2% effettuando

gargarismi per 30 sec o con CPC (cetilpiridinio cloruro) allo 0,05-0,1% per un minuto (Li ZY

and Meng L, 2020);

2. un successivo sciacquo con collutorio alla Clorexidina 0.2-0.3% per 1 minuto: la Clorexidina

rispetto agli altri disinfettanti ha un’azione battericida minore, ma è in grado di ridurre la

carica batterica nell’aerosol (Kariwa H et al., 2006; Peng X et al., 2020).

Tali precauzioni non modificano le indicazioni sull’utilizzo dei dpi.

• Usare, nelle prestazioni che lo consentono, la diga di gomma: il suo utilizzo può ridurre

significativamente del 70% le particelle sospese nell’aria di circa 1 metro di diametro del

campo operativo (Samaranayake LP et al., 1989; Meng L et al., 2020).

• Utilizzare manipoli dotati di dispositivi anti-reflusso per evitare di contaminare i cordoni del

riunito con il conseguente rischio di infezioni crociate (Samaranayake LP 2004; Meng L et

al., 2020; Peng X et al., 2020).

• Utilizzare doppio aspiratore o aspiratore chirurgico (Seto WH et al., 2003; Meng L et al.,

2020).

• Usare, quando possibile, manipoli a basso numero di giri (Ather A et al., 2020)

• Usare, quando possibile, procedure manuali (Ather A et al., 2020)

• Nel caso di pazienti minorenni, durante la procedura, è raccomandabile, in rapporto al grado

di collaborazione del paziente, far uscire l’accompagnatore dalla sala operativa.

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Procedure di igiene orale

Gli autori di tali prestazioni (Odontoiatri; Igienisti dentali) devono strettamente attenersi alle

medesime le misure di precauzione e prevenzione della trasmissione degli agenti patogeni cui è

sottoposto tutto il team odontoiatrico, come riportato nel testo, sia nelle operatività aerosol-generanti

che non.

Nelle procedure di igiene orale durante la fase 2, laddove possibile, è raccomandabile prediligere

terapie manuali, l’utilizzo di strumenti rotanti a basso numero di giri al fine di minimizzare la

produzione di aeresol e droplet contaminanti (Peng X et al., 2020, Meng L et al., 2020, Izzetti R et

al., 2020, Ather A et al., 2020) e cercare, almeno in questa fase, di dilazionare nel tempo le terapie

relative all’estetica del paziente. Pur essendo le procedure di igiene orale tra quelle più a rischio nella

pratica odontoiatrica durante la pandemia, è altresì vero che, per la tutela della salute del paziente,

sono poco procrastinabili per la prevenzione e la cura delle:

- patologie orali più frequenti (Ministero della Salute, 2017)

- patologie che possono portare a danno sistemico per l’organismo (Herrera D et al., 2014).

• Le raccomandazioni cliniche in odontostomatologia (Ministero della Salute, 2017)

riportano che “Il trattamento meccanico per la rimozione della placca batterica e del

tartaro sopragengivale e sottogengivale con metodiche di detartrasi o scaling e levigatura

radicolare o root planing può essere effettuato con l’utilizzo di strumenti manuali, ad

ultrasuoni e sonici. L’efficacia dei suddetti tipi di strumenti per quanto riguarda la

rimozione dei depositi duri e molli si è dimostrata sovrapponibile. La superficie dentaria

viene, pertanto, resa biologicamente compatibile con la salute dei tessuti parodontali.

(Drisko CH 2001, Van der Weijden FA et al 2011, Yaacob M et al 2014)”

In particolare:

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• Entrambe le terapie (manuale e meccanica) hanno riportato, sia su elementi mono che

pluriradicolati, risultati efficaci e non differenti in modo statisticamente significativo

in termini di (Tunkel J et al., 2002):

o rimozione di biofilm batterico,

o riduzione del PPD (profondità di sondaggio),

o miglioramento del BOP (indice di sanguinamento) e del mCAL-G (livello di

attacco clinico).

• Non vi sono evidenze che la strumentazione manuale, anche se più aggressiva nei

confronti dell’integrità del tessuto dentale, sia più invasiva rispetto alla strumentazione

meccanica, in quanto rende la superficie radicolare più liscia rispetto alla sola

strumentazione meccanica; (Profili F et al., 2019)

• Per la terapia manuale, è necessaria una adeguata curva di apprendimento al fine di

ottenere risultati efficaci (Brayer WK et al., 1989; Zappa U et al., 1991).

• Tuttavia, Krishna and De Stefano, in una revisione, sottolineano che la strumentazione

meccanica riduce i tempi di lavoro, la fatica da parte dell’operatore e il discomfort del

paziente durante la seduta (Krishna R et al., 2016);

Dimissione del paziente (Peng X et al. 2020; Meng L et al., 2020):

• Rimuovere la mantellina monouso non facendo cadere potenziali oggetti contaminati

• Azzerare il rischio di contatto con altri oggetti quando si solleva il paziente e invitarlo a non

toccare nulla;

• Se dopo la procedura, son previsti atti burocratici fornire dei guanti al paziente o fargli lavare

le mani;

• Al termine della procedura odontoiatrica invitare il paziente ad indossare la mascherina.

Una volta dimesso il paziente l’operatore deve sanificare occhiali e le visiere con una soluzione

alcolica al 70%. (Kampf G et al., 2020; Ministero della Salute feb 2020)

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Riordino dopo una prestazione odontoiatrica (Meng L et al., 2020; ISPESL 2008)

In base alla quantità di materiale utilizzato durante la procedura odontoiatrica e all’entità della

contaminazione, considerare un tempo adeguato per il riordino del riunito dopo ogni singola

prestazione; in questa fase vengono cambiati DPI consumati e contaminati. E’ indicato areare

l’ambiente operativo durante la fase di riordino, in quanto è documentata la presenza del virus

nell’aria dopo la formazione di aerosol e droplet ((Wax RS et al., 2020; Holshue ML et al., 2020; Li

RW et al., 2004)

Le fasi di riordino:

• Eliminazione degli strumenti e pungenti e/o staccarli o svitarli dal loro supporto

• Rimuovere frese e strumenti endodontici rotanti dai manipoli.

• Oltre all’operazione di flushing sopra citata i sistemi idrici devono essere dotati di valvola

antiretrazione ((Bentley CD, 1994; Berlutti F et al., 2003);

• Si raccomanda di smaltire i rifiuti chirurgici taglienti nell’apposito box;

• Si raccomanda la gestione e lo smaltimento dei rifiuti sanitari secondo il regolamento

DPR254/03;

• Prima della disinfezione ambientale far scorrere acqua sia nell’apposita sputacchiera che nel

bicchiere riservato allo sciacquo del paziente;

• Procedere con disinfezione di tutte le superfici dalla più pulita alla più sporca e di tutte le

componenti del riunito odontoiatrico;

Secondo quanto stabilito dalla letteratura e dalle indicazioni del Ministero della Salute (Kampf G et

al., 2020; Ministero della salute Febr 2020) i coronavirus della SARS e della MERS sono

efficacemente inattivati da adeguate procedure di sanificazione che includano l’utilizzo dei comuni

disinfettanti di uso ospedaliero, quali ipoclorito di sodio (0.1% -0,5%), etanolo (62-71%) o perossido

di idrogeno (0.5%), per un tempo di contatto adeguato (nell’articolo sopracitato di Kampf il tempo

stimato è di 1 minuto). Non vi sono al momento evidenze scientifiche che facciano supporre una

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maggiore sopravvivenza ambientale o una minore suscettibilità ai disinfettanti sopramenzionati da

parte del SARS 2-CoV.

Disinfezione delle impronte (Chidambaranathan AS et al., 2019)

Tutte le terapie odontoiatriche che prevedono la fabbricazione di dispositivi individuali comportano

la rilevazione di impronte e lo scambio di manufatti e registrazioni delle arcate del paziente tra studio

e laboratorio, con la possibilità di trasmissione crociata dell’infezione per contatto con materiale

infetto.

Da uno studio scientifico è emerso che i materiali siliconici sono più facilmente disinfettabili rispetto

agli idrocolloidi (Kotsiomiti E et al., 2008).

Le impronte devono essere lavate e disinfettate in studio prima dell’imballaggio, per immersione o

tramite spray. Si consiglia di consultare le indicazioni del materiale da impronta riguardanti la

compatibilità con i disinfettanti virucidi. Il virus può essere efficacemente inattivato da disinfezione

di superficie protratta per 1 minuto, con soluzioni contenenti 62-71% di etanolo, 0.5% di perossido

di idrogeno o lo 0.1% di ipoclorito di sodio (Kampf G et al., 2020; Ministero della Salute Febr 2020),

sali di ammonio quaternario e fenossietanolo. Altri agenti biocidi come il cloruro di benzalconio al

0.05-0.2% o la clorexidina digluconato all0 0.02% sono meno efficaci.

Nello studio odontoiatrico gli operatori, prima di inviare il materiale al laboratorio odontotecnico,

devono svolgere le seguenti operazioni:

a) Lavare il manufatto protesico o l’impronta immediatamente dopo la rimozione, i residui organici

se non immediatamente rimossi inibiscono l’azione del disinfettante.

b) Sterilizzare il materiale in grado di sopportare il trattamento in autoclave o disinfezione fisica

(metalli e ceramiche); decontaminare con disinfettante virucida i materiali inadatti a trattamenti fisici

(impronte, cere, resine). Le operazioni di disinfezione devono essere eseguite indossando i dispositivi

di protezione, possibilmente nella zona operativa dove è avvenuto il trattamento.

c) Dopo la disinfezione, con guanti puliti, inserire il materiale in un sacchetto e sigillarlo.

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d) Il modulo di prescrizione va compilato al di fuori della zona operativa e posizionato in una busta

di plastica separata, per evitarne la contaminazione.

e) Segnalare in prescrizione il pericolo di contagio e specificare le operazioni di disinfezione svolte.

È indispensabile concordare con il responsabile del laboratorio le modalità di trattamento del

materiale e delle operazioni di disinfezione e di imballaggio. Si consiglia l’adozione di check-list

scritte per tutti gli operatori coinvolti nella gestione dei manufatti.

f) Protesi dentali, apparecchi e porta impronte in arrivo dal laboratorio devono essere disinfettati con

disinfettanti virucidi come sopra indicato, prima di essere introdotti negli ambienti operativi.

Attenzione deve essere posta alla disinfezione della confezione di imballaggio e al corretto

smaltimento di materiali provenienti dall’esterno.

g) I materiali permeabili (gesso, alginato) potrebbero non essere completamente disinfettabili nei

confronti del COVID-19, se ne consiglia la gestione con guanti e dispositivi di protezione. Evitare il

contatto di manufatti contaminati con modelli in gesso. L’adozione di materiali idrorepellenti

(elastomeri da impronta, materiali plastici per modelli) facilita le procedure di disinfezione.

h) la digitalizzazione di alcune procedure (impronte, stampa dei modelli, moduli di prescrizione)

riduce il rischio di contaminazione crociata.

Gestione dei rifiuti (WHO 2020; CDC 2020; WS 506-2016 China)

Vista la maggiore attenzione richiesta per la pulizia delle mani e per il controllo della dispersione per

via aerea dell’aerosol è raccomandabile controllare e svuotare più volte nell’arco della giornata i

cestini nei bagni e nella sala di attesa. Questo anche in considerazione del fatto che, i fazzoletti, non

devono mai fuoriuscire dal contenitore stesso. I rifiuti indifferenziati devono essere inseriti in almeno

due sacchi e, prima di chiuderli, applicare del disinfettante. E’ indicato lo smaltimento dei camici

monouso nei rifiuti indifferenziati secondo il protocollo sopra descritto. Chiudere sempre il

contenitore dopo aver applicato del disinfettante (WS 506-2016 China). Mentre, tutti prodotti che

sono potenzialmente infetti, vanno inseriti negli appositi contenitori per i “rifiuti sanitari pericolosi a

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rischio infettivo”, in particolare devono essere trattati ed eliminati come materiale infetto categoria B

(UN3291) (Ministero della Salute, feb 2020).

Disinfezione ambientale (WHO 2020; CDC 2020; WS 506-2016 China)

Come dimostrato dalle evidenze scientifiche le particelle di aeresol inferiori a 5 micron sono vettori

di trasmissione patogena, quindi è necessaria la detersione di tutte le zone dello studio dalle meno

alle più critiche. (Bentley CD et al., 1994; CDC 2020; Szymanska J et al., 2007; Ishihama K et al.,

2008; Al-Eid RA et al., 2018; Coulthard P et al. 2020).

Secondo quanto riportato da un recente studio del New England Journal of Medicine, il virus può

persistere sulle superfici fino a 72h (Van Doremalen N et al., 2020) e il Center for Disease and Control

di Atlanta (CDC 2020) raccomanda una disinfezione ambientale sino a 6 piedi (182,88 cm) dal

paziente sintomatico.

Ciò rende indispensabile un’adeguata e accurata disinfezione delle superfici di lavoro.

In letteratura (Ministero della salute 2011; ISPESL 2008) si distinguono tre successivi passaggi che,

applicati isolatamente o sistematicamente in sequenza, a seconda le necessità, garantiscono un

adeguato livello igienico; nel caso si voglia garantire una azione a fondo ogni passaggio successivo

deve seguire il precedente:

• PULIZIA: Rimozione meccanica dello sporco con acqua, con o senza detergente.

• SANIFICAZIONE: metodica che si avvale dell’uso programmato di detergenti, per ridurre il

numero di contaminanti entro livelli di sicurezza.

• SANITIZZAZIONE: metodica che si avvale dell’uso di disinfettanti per mantenere il livello

di sicurezza.

Le superfici (faretra, servomobile, sputacchiera, tavoletta, maniglie, lampade e tutte quelle superfici

contaminabili da particelle biologiche) oltre alla detersione devono subire un processo di

sanitizzazione con idonei detergenti e il personale adibito deve indossare gli appositi DPI (almeno

guanti, cuffietta, occhiali protettivi e mascherina chirurgica) (WHO 6 April 2020).

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Procedura di disinfezione:

1)Disinfettare l’ambiente intorno alla poltrona odontoiatrica soprattutto le attrezzature non

sterilizzabili o le parti di esse che vengono toccate più frequentemente;

2)Detergere le superfici e le maniglie dei mobili;

3)Una volta messa la poltrona in posizione di chiusura disinfettare il riunito;

4) procedere infine alla detersione e disinfezione delle finestre nel lato interno;

Ventilazione

Per gli ambienti lavorativi si raccomanda di attuare la ventilazione naturale delle aree operative per

almeno 10-15 minuti (Pyankov OV et al., 2018) aprendo porte e finestre frequentemente e comunque

fra un appuntamento e l’altro.

In caso di condizionatore si raccomanda la pulizia settimanalmente dei filtri degli impianti secondo

le indicazioni del produttore. Non si devono spruzzare prodotti per la pulizia detergenti/disinfettanti

spray direttamente sul filtro per non inalare sostanze inquinanti (es. COV), durante il funzionamento

(Rapporto ISS COVID-19 • n. 5/2020).

Laddove il sistema centralizzato preveda un ricambio di aria (Ventilazione Meccanica Controllata),

si deve escludere completamente il ricircolo dell'aria ed effettuare periodicamente la manutenzione

dei filtri. (Rapporto ISS COVID-19 • n. 5/2020; Politecnico di Torino, 2020)

In assenza di ventilazione naturale è raccomandabile garantire, in accordo con quanto descritto dalla

norma tecnica UNI 10339, una portata d’aria di 39,6mc/h per persona.

Gestione e disinfezioni degli ausili per l’esecuzione di RX endorali (CDC 2016; ISPESL 2008)

Alcuni Autori (Meng L et al., 2020; Peng X et al., 2020; Ather A et al., 2020) indicano, ove possibile,

di preferire esami radiologici extraorali rispetto a quelli intraorali, al fine di evitare il riflesso della

tosse soprattutto in pazienti a minor compliance. Questo è raccomandabile, nel rispetto di quanto

indicato dal Ministero della Salute (2010, 2017).

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In questa fase il collare o il corpetto protettivo per il paziente deve essere disinfettato con adeguato

disinfettante (vedi sopra), dopo ogni utilizzo. Utilizzare guanti monouso ed utilizzare il disinfettante

su collare e corpetto protettivo mediante carta monouso. Prima di sviluppare i radiogrammi è

necessario disinfettarli con idoneo disinfettante (vedi sopra) da distribuire con carta monouso.

Gestione degli strumenti rotanti

Secondo quanto stabilito dalla letteratura recente relativa alla pandemia COVID-19, è indicato

utilizzare manipoli dotati di dispositivi anti-reflusso per evitare di contaminare i cordoni del riunito

con il conseguente rischio di infezioni crociate (Meng L et al., 2020; Peng X et al., 2020), in quanto

il circuito idrico che alimenta gli strumenti è un punto critico nel controllo del rischio infettivo (Huang

C et al., 2020; To KK et al., 2020; Beierle et al., 1993) dimostrato anche dalla pubblicazione di

Coleman (Coleman DC et al., 2009) che ha riportato una correlazione tra microbioma orale

dell’operatore Odontoiatra e microbioma del circuito idrico.

Sterilizzazione (ISPESL 2008)

Al termine della disinfezione del riunito procedere all’imbustamento degli strumenti e alla

sterilizzazione.

Riorganizzazione dei percorsi operativi

Alla luce della situazione attuale e in vista di una ripresa delle attività lavorative, è fondamentale

tutelare la salute dei pazienti, degli operatori e del personale amministrativo attraverso una

riorganizzazione del mondo del lavoro (INAIL, 2020; Liu et al., 2020).

In particolare, i documenti sopra citati raccomandano ai lavoratori di conseguire qualsiasi azione che

non favorisca la formazione di assembramenti, ad esempio di entrare e uscire ad orari scaglionati

(ECDC 2020).

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L’ambulatorio odontoiatrico si compone di un’area considerata “zona operativa”, di cui abbiamo

precedentemente discusso, e di un’area “amministrativa”: pertanto è fondamentale sottolineare delle

indicazioni di riorganizzazione del flusso di lavoro, secondo calcoli con modelli matematici che

abbassano il rischio di trasmissione (Lee VJ et al., 2009).

Sala d’attesa. L’ECDC ribadisce che, per quanto riguarda i pazienti, oltre alla distanza minima in sala

d’attesa (vedi capitolo 5), è necessario non creare una sovrapposizione di orari tra gli appuntamenti

(ECDC 2020). A tal fine è raccomandabile una adeguata pianificazione, che può prevedere anche una

eventuale dilatazione dei tempi della prestazione, per evitare, come sopra descritto, sovrapposizioni

e per espletare tutti i protocolli necessari a diminuire il rischio di trasmissione. Laddove possibile, è

importante inoltre provvedere ad un luogo di entrata dei pazienti differente rispetto a quello di uscita

(INAIL 2020). Infine si ricorda di lavare spesso le mani con acqua e sapone, indossare idonei DPI

indicati e provvedere ad un informazione esaustiva sia per quanto riguarda il personale, attraverso

adeguata formazione, sia per quanto riguarda i pazienti, attraverso tabelle visive nella zona di entrata

(WHO 2019).

Area spogliatoio e area lunch. il documento dell’ECDC inoltre stabilisce di evitare gli assembramenti

anche durante le pause e nelle mense: qualora sia presente una zona di “lunch time” deve poter

garantire le adeguate distanze di sicurezza, in caso contrario è opportuno predisporre ei turni (ECDC

2020). Le stesse indicazioni sono applicabili anche alle aree spogliatoio.

Servizi igienici. Un altro aspetto importante è legato all’accesso ai servizi igienici, che, nei casi ove

applicabile, dovrebbe essere contingentato: da un recente studio condotto in ambiente ospedaliero è

emerso che i luoghi dove è presente la massima concentrazione di particelle del virus SARS-COV-2

sono le terapie intensive e i servizi igienici (Fong MW et al., 2020).

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Capitolo 5 – Gestione della sala d’attesa e area amministrativa

Si considera, in base al calcolo del rischio biologico effettuato nel capitolo 2, la sala d’attesa e il front-

office come aree a basso-medio rischio di esposizione a contaminazione da agenti biologici (Covello

V et al., 1992; Sandman P., 1999; Sjoberg L., 1999; CDC Atlanta; Lambert et al., 2003; Leiss W et

al., 1989; Slovic P et al., 1987; ISS 2020)

Gestione della sala di attesa (Meng L et al., 2020; WHO 2020; Yang Y et al., 2020; CDC 2020)

• Dopo aver rilevato la temperatura tramite termoscanner o termometro contactless, invitare i

pazienti a lavarsi le mani con soluzioni a base alcolica

• E’ raccomandabile garantire una adeguata ventilazione come descritto nel capitolo 4.

• La distanza minima considerata tra pazienti in sala d’attesa portatori di mascherina chirurgica

è di 1 metro (Istituto Superiore di Sanità, ISS, 2020).

• E’ importante che nella sala di attesa non rimanga nessun accompagnatore: l’eventuale

presenza aumenterebbe il rischio di infezione (Wang Y et al., 2020). Nel caso di pazienti

minorenni, l’accompagnatore deve essere gestito (TRIAGE) analogamente a quanto avviene

il paziente stesso (Mallineni SK, 2020)

• Tutti gli operatori devono, anche in fase di ricevimento in sala di attesa indossare idonei DPI

e comunque mantenere la distanza di sicurezza (WHO 2020).

• Lasciare i cappotti e le borse al di fuori della zona operativa

• Non lasciare riviste e altri oggetti

Gestione della reception / area amministrativa (Meng L et al., 2020; WHO 2020; Yang Y et al., 2020;

CDC 2020)

Anche nell’area amministrativa, è importante che acceda solo una persona, praticare il lavaggio delle

mani e mantenere le distanze di sicurezza. Gli operatori odontoiatri anche se si occupano di aspetti

amministrativi devono indossare gli adeguati DPI.

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Il Ministero (Ministero della Salute 2020) raccomanda di adottare le comuni misure preventive della

diffusione delle malattie trasmesse per via respiratoria e in particolare:

• porre attenzione all’igiene delle superfici;

• evitare i contratti stretti e protratti con persone con sintomi simil influenzali.

• Se nel corso dell’attività lavorativa si viene a contatto con un soggetto che risponde alla

definizione di caso sospetto è necessario provvedere nel rispetto di indicazioni fornite

dall’azienda – a contattare i servizi sanitari segnalando che si tratta di caso sospetto per SARS-

CoV-2.

Nell’attesa dell’arrivo dei sanitari:

• evitare contatti ravvicinati con la persona malata;

• se disponibile, fornirla di una maschera di tipo chirurgico;

• lavarsi accuratamente le mani. Prestare particolare attenzione alle superfici corporee che sono

venute eventualmente in contatto con i fluidi del malato;

• far eliminare in un sacchetto impermeabile, direttamente dal paziente, i fazzoletti di carta

utilizzati.

Bibliografia Capitolo 5:

• Centers for Disease Control and Prevention (CDC). CDC Developing Guidance Regarding

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• Istituto Superiore di Sanità. Gruppo di lavoro ISS Prevenzione e controllo delle Infezioni.

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• Ministero della Salute: Circolare 22 febbraio 2020, n. 5443 “COVID-2019. Nuove indicazioni

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ALLEGATO 1

Lavaggio delle mani secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Capitolo 3)

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ALLEGATO 2 – Indicazioni operative su vestizione e svestizione dell’operatore

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ALLEGATO 3 – TABELLE RIASSUNTIVE

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ALLEGATO 4: “ESEMPI OPERATIVI DI TRIAGE”

Il triage in odontoiatria

E’ di cruciale importanza comprendere la tipologia di paziente che si rivolge alle cure odontoiatriche,

rispondendo alle seguenti domande:

- Posso trattare il paziente nel mio studio, o sarebbe auspicabile un intervento ospedaliero

(come nel caso di pazienti COVID-19 positivi, familiari dei COVID-19 positivi, soggetti in

quarantena, ecc.)?

- Se posso trattare il paziente nel mio studio, quali delle misure straordinarie per la protezione

degli operatori e dello staff e tutela delle infezioni crociate dovrò mettere in atto ?

- Quando il paziente si reca presso il nostro studio, lo stato di salute è differente rispetto al

triage telefonico? Sono presenti dei sintomi (es. febbre)? E pertanto posso confermare

l’appuntamento o sarebbe meglio posticipare?

Razionale del triage da remoto (telefonico)

L’utilizzo del triage è stato riportato in letteratura come efficace in altri ambiti, soprattutto nel campo

della medicina d’urgenza e, per ciò che concerne l’epoca COVID-19 riportando l’utilizzo di un

questionario per la valutazione dei sintomi nell’ambito delle cure primarie (British Endodontic

Society Information and Advice on Triage and Management for Primary Dental Care and other

healthcare providers during the COVID-19 Pandemic, released 29.03.2020; Leo Briggs, Dental

practice during a pandemic, BDJ Team. 2020; 7(4): 20–21. Published online 2020 Apr 17; ADA

Interim Guidancefor Management of Emergency and Urgent Dental Care – update 01/04/202).

Il Ministero della Salute già utilizza per il 112/118 un triage telefonico che permette di valutare la

gravità della situazione e definire i metodi di trasporto in ospedale, ed un secondo in presenza al

momento dell’accettazione in Pronto Soccorso per la valutazione del caso.

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Il triage telefonico odontoiatrico

Il triage telefonico permette quindi di valutare:

- La presenza di un’infezione in atto o pregressa

- La presenza di sintomi riconducibili a COVID-19 e la presenza di comportamenti a rischio

che possano aver favorito il contatto del paziente con soggetti infetti. Per questo, sono

investigati i potenziali contatti con persone infette o in quarantena, soprattutto per il fatto che

la trasmissione di SARS-CoV-2 può verificarsi anche da parte di pazienti clinicamente

asintomatici. Se l’esito del triage telefonico è negativo, il paziente potrà quindi accedere alle

cure odontoiatriche.

- La capacità dello studio di gestire i modi e i tempi dell’appuntamento.

L’operatore informa il paziente che in ottemperanza alle raccomandazioni vigenti e per tutelare la sua

salute raccoglierà un breve questionario sul suo stato attuale di salute, rassicurandolo sul fatto che si

tratta di domande “base” che devono essere rivolte a tutti i soggetti che richiedono prestazioni

sanitarie.

Invita il soggetto a presentarsi sempre dopo appuntamento telefonico opportunamente indossando

mascherina all’arrivo già in sala di attesa.

E’ consigliabile eseguire il triage telefonico temporalmente ravvicinato al giorno dell’appuntamento

(possibilmente il giorno precedente). Durante il triage telefonico si deve richiedere al soggetto di non

presentarsi all’appuntamento opportunamente richiamando lo studio laddove si presentino i sintomi

di cui al triage telefonico ovvero il soggetto sia stato a contatto stretto con soggetti con sintomi

riferibili a Covid-19. (vedi questionario triage telefonico da remoto)

Il triage in-office

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Ferma la premessa che il triage in-office deve anzitutto ripetere le stesse domande di cui al

questionario telefonico, è necessario integrare quest’ultimo con rilievi clinici e raccolte anamnestiche

standard.

Il motivo per cui il triage è ripetuto anche in office è da ricondurre a due fattori principali. Il primo,

il tempo di incubazione di COVID-19 varia da 2 a 14 giorni, per cui il paziente potrebbe aver

sviluppato sintomi nel periodo intercorso tra il triage telefonico e l’appuntamento in studio. Il

secondo, la ripetizione del triage permette di escludere eventuali contatti a rischio del paziente e

occorsi nel periodo tra il triage telefonico e l’appuntamento. Anche in questo caso, se il triage in-

office risulta negativo, il paziente potrà accedere alle cure odontoiatriche. (vedi questionario triage in

studio)

QUESTIONARIO triage telefonico da remoto

1. Al momento è affetto, o sospetta di essere affetto da COVID-19

2. E’ stato, che lei sappia, affetto da COVID-19? Se sì, è stato dichiarato guarito

clinicamente o con tampone?

3. Ha avuto contatti stretti con soggetti COVID19 positivi nelle ultime tre

settimane?

4. Ha o ha avuto presente qualcuno di questi sintomi:

- Febbre

- Tosse

- Difficoltà respiratoria

- Congiuntivite

- Diarrea

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- Raffreddore

- Mal di gola

- Alterazione del gusto

- Alterazione dell’olfatto

- Spossatezza

- Cefalea

- Eruzioni cutanee (bambini, adolescenti)

- Dolori muscolari diffusi

5. Ha avuto contatti con pazienti in quarantena, sia autoimposta , che stabilita

dalle autorità sanitarie nelle ultime 4 settimane?

6. Ha avuto contatti stretti con pazienti COVID in ambito professionale?

QUESTIONARIO triage in studio

1. Al momento è affetto, o sospetta di essere affetto da COVID-19

2. E’ stato, che lei sappia, affetto da COVID-19? Se sì, è stato dichiarato guarito

clinicamente o con tampone?

3. Ha avuto contatti stretti con soggetti COVID19 positivi nelle ultime tre

settimane?

4. Ha o ha avuto presente qualcuno di questi sintomi:

- Febbre

- Tosse

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- Difficoltà respiratoria

- Congiuntivite

- Diarrea

- Raffreddore

- Mal di gola

- Alterazione del gusto

- Alterazione dell’olfatto

- Spossatezza

- Cefalea

- Eruzioni cutanee (bambini, adolescenti)

- Dolori muscolari diffusi

7. Ha avuto contatti con pazienti in quarantena, sia autoimposta , che stabilita

dalle autorità sanitarie nelle ultime 4 settimane?

8. Ha avuto contatti stretti con pazienti COVID in ambito professionale?

Data _________________________________ Firma (paziente) ___________________

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ALLEGATO 5:

“ESEMPI OPERATIVI DI INFORMAZIONE e CONSENSO”

INTRODUZIONE

Gentile Paziente, questa informazione è relativa alle cautele necessarie per ridurre al minimo il rischio di contrarre la Covid-19 (malattia da nuovo Coronavirus). A questo fine Le sarà richiesto di attenersi alle specifiche indicazioni che Le saranno fornite dal personale dello studio odontoiatrico circa i nuovi percorsi e procedure messe in atto per minimizzare il rischio di contagio. Le saranno inoltre richieste delle informazioni aggiuntive rispetto alle normali domande riguardanti il Suo stato di salute. Tali informazioni sono tutte raccolte per individuare il migliore percorso di cure per il Suo caso specifico. Tutti i Suoi dati personali saranno trattati nel rispetto delle norme sulla tutela della riservatezza (D.Lgs. 196/2003 e succ. modificazioni)

INFORMAZIONE

La COVID-19 è causata da un nuovo virus che colpisce principalmente le vie aeree ed i polmoni. Si tratta di una malattia solo parzialmente conosciuta, che varia da quadri di pazienti asintomatici fino a gradi di estrema gravità, così come la condizione di positività al virus può essere non nota in alcuni soggetti. La via di trasmissione principale è quella aerea attraverso le goccioline di fluidi, tra cui la saliva, emessi dal soggetto infetto. La sopravvivenza del virus nell’aria è in via di studio, mentre esistono studi attendibili sulla efficacia dei comuni disinfettanti e sistemi di sterilizzazione per eliminare il virus dalle superfici, strumentario e quant’altro utilizzato nelle strutture sanitarie tra cui gli studi odontoiatrici. Le procedure di disinfezione e sterilizzazione dei locali e della strumentazione, l’utilizzazione di sistemi di protezione individuale da parte degli operatori sanitari operanti nella struttura, nonché la sorveglianza sanitaria dei medesimi operatori (personale medico, igienista dentale, assistenti) vengono costantemente adeguati alle raccomandazioni rilasciate dal Ministero della Salute. Il personale afferente a questa struttura si mantiene costantemente aggiornato sull’andamento della pandemia COVID-19 e sulle più efficaci misure per il contenimento del rischio di contagio. Il medico-odontoiatra deve valutare il Suo caso in considerazione della terapia odontoiatrica di cui necessita e delle Sue attuali condizioni di salute generale. E’ pertanto determinante che il paziente riferisca tempestivamente al medico-odontoiatra ogni variazione dello stato di salute, sintomatologia o terapia farmacologica che intervenga prima, durante o dopo il ciclo di terapie o la singola seduta odontoiatrica.Questa informativa non sostituisce né modifica l’informativa resa a fini di consenso per le cure odontoiatriche, ma si riferisce soltanto al rischio di contrarre, tramite micro-goccioline salivari, il virus responsabile della Covid-19. Nel caso in cui il rischio di contagio nel Suo caso richiedesse una modifica del piano di cura già in essere, questo sarà specificato nell’informazione che Le sarà fornita per raccogliere il Suo consenso informato alle cure. Nel Suo caso, Le segnaliamo che vi sono specifiche patologie o terapie farmacologiche che aumentano il rischio di sviluppare forme gravi della Covid-19 Si [ ] No [ ]

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CONSENSO (da modificare in caso di minore)

Il sottoscritto ______________________________________________ confermando di aver

adeguatamente ed attentamente risposto ai questionari che mi sono stati sottoposti, di volermi attenere

alle indicazioni ricevute per l’accesso alle sale operative, impegnandomi a comunicare all’odontoiatra

ogni variazione del mio stato di salute, dichiaro di aver compreso l’informativa sopra riportata in

merito al rischio di contagio della Covid-19.

Data __________________________ Firma __________________________________________