INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO - Direzione Didattica · funzionale delle scuole elaborando...

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ANNO SCOLASTICO 2012/2013 AUTOAGGIORNAMENTO DELLE INSEGNANTI DI SCUOLA DELL’INFANZIA INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO 4 SETTEMBRE 2012 Il presente documento è il risultato di un lavoro di gruppo condotto dalle insegnanti della scuola dell’infanzia in cui si è proceduto alla lettura del nuovo testo Ministeriale. Partendo da un confronto con il documento precedente risalente al 2007 il gruppo, attraverso una discussione e relative riflessioni e considerazioni , ha proceduto a rilevare eventuali novità , contraddizioni e aspetti in continuità.

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ANNO SCOLASTICO 2012/2013

AUTOAGGIORNAMENTO DELLE INSEGNANTI DI SCUOLA

DELL’INFANZIA

INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO 4 SETTEMBRE 2012

Il presente documento è il risultato di un lavoro di gruppo condotto dalle insegnanti della scuola dell’infanzia in cui si è proceduto alla lettura del nuovo testo Ministeriale. Partendo da un confronto con il documento precedente risalente al 2007 il gruppo, attraverso una discussione e relative riflessioni e considerazioni , ha proceduto a rilevare eventuali novità , contraddizioni e aspetti in continuità.

I GRUPPO: AIELLO A.M. – BRUSTENGA C. - CARBONE M. T. – DE ANGELIS M. - DI SANTO M.E. – FRAOPICCINI A. – IAC ONI R. – LOMBARDO M. A.

COMPITO: lettura paragrafi “Cultura scuola persona” e campi di esperienza “il sé e l’altro” e “il corpo e il movimento”

Il gruppo ha realizzato una comparazione tra il vecchio documento, INDICAZIONI PER IL CURRICOLO (2007), e il nuovo (4 settembre 2012) mettendo in evidenza dei punti di riflessione. Questi punti rappresentano delle novità rispetto al vecchio documento, ma nello stesso tempo, delineano alcune contraddizioni che procederemo ad evidenziare. PUNTI DI RIFLESSIONE:

• REGOLE CONDIVISE:

COMPLESSITÀ paesaggio educativo

SCUOLA Funzioni educative meno definite

ADULTI Attenuazione capacità adulta di presidio delle regole e senso del limite.

ALUNNI

Processi di identificazione e differenziazione più faticosi

“SAPER STARE

AL MONDO”

OBIETTIVO: COSTRUZIONE DI UN’INTERAZIONE TRA LE FAMIGLIE E LA SCUOLA DOVE CIASCUNO, CON IL PROPRIO RUOLO, ESPLICITI E CONDIVIDA I COMUNI INTENTI EDUCATIVI.

• NUOVA CITTADINANZA:

INTERCULTURALITÀ

Riconoscimento reciproco e

dell’identità di ciascuno.

ITALIANO: lingua comune di chi nasce e cresce in Italia

• NUOVE TECNOLOGIE:

IL COMPITO CHIAVE E’

1. Guidare nell’organizzazione 2. Metterle in relazione delle conoscenze

3. Essere attenta al metodo

LA SCUOLA NON HA PIÙ IL MONOPOLIO

DELLE INFORMAZIONI E DEI

MODI DI APPRENDERE

DISCIPLINE: accessibili ed esplorate

in mille forme attraverso risorse in continua evoluzione.

-organizzazione della memoria -presenza simultanea di diversi codici -compresenza di procedure logiche e analogiche

GRUPPO 2 : CAPPUCCIO L. CESARI F. - DELLO IACONO M. - GIOVANNINI A. - LORETI M. S. - LOTTI C. - MAGNINI M. L. –MUZI E. – PEZZELLA A. FINALITA' DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA E CAMPO DI ESPERIENZA “LA CONOSCENZA DEL MONDO” La Scuola dell’Infanzia si rivolge a tutti i bambini/e dai tre ai sei anni ed è la risposta al diritto di educazione e cura tenendo presenti i principi di pluralismo culturale e istituzionali presenti nella Costituzione, nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e adolescenza e nei documenti dell’Unione Europea si pone di promuovere nel bambino le seguenti finalità: - Identità - Autonomia -Competenze -Cittadinanza Rispetto all’identità si fa riferimento a valori comuni, si parla di comunità sempre più ampia e plurale , ricca di valori comuni abitudini, linguaggi, riti, ruoli. Nella Competenza viene posta in evidenza l’importanza del gioco Per quanto riguarda la Cittadinanza viene intesa come un primo avvio ad esperienze di cittadinanza I bambini, le famiglie, i docenti, l’ambiente di apprendimento I BAMBINI Si fa riferimento a sezioni primavera Il discorso sul bambino e' stato ampliato e viene presentato con le caratteristiche di persona portatore di speciali e inalienabili diritti. Viene descritto un bambino che: - ha una storia personale; - ha sperimentato relazioni; - ha vissuto emozioni; - si avvia ad una propria autonomia; - proviene da diversi ambienti sia educativi ( presenza di famiglie equilibrate e ricche di proposte educative ed altre fragili e precarie) che antropologici; - esprime bisogni ed emozioni; - pronto a sperimentare nuovi linguaggi; - pone domande impegnative ed inattese; - osserva ed interroga la natura; - elabora prime ipotesi; - fruitore non solo passivo di sistemi simbolici e media La scuola dell'infanzia come ambiente protettivo accoglie le diversità, promuove le potenzialità, risponde ai bisogni dei bambini , … riconosce la pluralità di elementi come possibilità di crescita emotiva e cognitiva per sviluppare le potenzialità di ognuno suscitando fiducia, aiutando i bambini a fidarsi, accompagnandoli nell'avventura della conoscenza anche attraverso: la cura degli ambienti, la predisposizione degli spazi, la conduzione attenta dell'intera giornata. LE FAMIGLIE Viene descritta una famiglia che: - rappresenta un contesto influente per lo sviluppo affettivo e cognitivo; - è portatrice di risorse etiche, religiose, comportamentali e di stili di vita che la scuola deve valorizzare;

- è stimolata a partecipare alla vita della scuola compresi nonni, zii, fratelli e sorelle; - in alcuni casi proveniente da altre nazioni con modelli culturali , educativi e religiosi diversi; - trova un adeguato supporto nei confronti dei bambini con disabilità. I DOCENTI (Paragrafo del tutto nuovo che non era presente nelle precedenti indicazioni del 2007) Viene descritta la figura degli insegnanti come: preparati; - motivati; - attenti alla specificità dei bambino; - fattore di qualità per la costruzione di un ambiente educativo accogliente, sicuro, ben organizzato che suscita la fiducia dei genitori della comunità; - disposti all'ascolto, ad accompagnare all'interazione partecipata , alla mediazione comunicativa, - con continua capacità di osservazione; - attenti osservatori; - sostegno, incoraggiamento all'evoluzione degli apprendimenti verso forme di conoscenza sempre più autonome e consapevoli; - registi di un progetto capace di dare senso ed intenzionalità agli spazi, tempi, routine ed attività; - soggetti la cui professionalità si arricchisce attraverso : il lavoro collaborativo, la formazione continua in servizio, la riflessione sulla pratica didattica. La comunità dei docenti è stimolata e/ o supportata dalla funzione leadership educativa della Dirigenza e dalla presenza di forme di coordinamento pedagogico. L' AMBIENTE DI APPRENDIMENTO Si parla di Curricolo non solo come organizzazione di attività didattiche ma come integrazione di momenti di cura ,di relazione, di apprendimento, dove la routine ( ingresso, pasto, cura del corpo …) regolano i ritmi della giornata e si offrono come “base sicura” per nuove esperienze e sollecitazioni. In questo contesto l’apprendimento avviene attraverso: - l’azione; - l’esplorazione; - il contatto con gli oggetti; - la natura; - l’arte; - il territorio; - la dimensione ludica. Nel gioco i bambini si esprimono, raccontano, rielaborano in maniera creativa le esperienze personali e sociali. Gli insegnanti assumono funzione di mediazione e facilitazione nel fare propria la ricerca dei bambini aiutandoli a : - pensare; - riflettere; - osservare; - descrivere; - narrare; - fare ipotesi; - dare e chiedere spiegazioni. L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica pertanto dovrà essere oggetto di specifica progettazione e verifica. Particolare attenzione va posta nell’organizzazione di:

- SPAZI (accoglienti, caldi, curati, orientati dal gusto estetico,espressione della pedagogia e delle scelte educative di ciascuna scuola); - TEMPI (distesi, per vivere con serenità la giornata). L’OSSERVAZIONE rappresenta lo strumento fondamentale per conoscere ed accompagna il bambino in tutte le sue dimensioni di sviluppo rispettando l'unicità, l’originalità e la potenzialità. LA DOCUMENTAZIONE va intesa come processo che produce tracce, memoria e riflessione , negli adulti e nei bambini. LA VALUTAZIONE ha carattere formativo in quanto riconosce, accompagna, descrive e documenta i processi di crescita, evita di CLASSIFICARE E GIUDICARE LE PRESTAZIONI DEI BAMBINI in quanto è orientata ad esplorare e incoraggiare lo sviluppo di tutte le sue potenzialità. L’AUTOVALUTAZIONE E LA VALUTAZIONE ESTERNA sono da considerare come miglioramento continuo della qualità educativa. OSSERVAZIONI: viene ribadita la centralità del bambino considerato protagonista nel processo di apprendimento. Condividiamo il fatto che l'organizzazione di spazi e tempi siano elemento di qualità pedagogica ma sono condizionati da alcuni fattori quali: - struttura fisica dell'edificio; - in alcune occasioni mancanza di personale; - numerosità dei bambini accolti nelle sezioni.

AGGIORNAMENTO SULLE “Indicazioni Nazionali”

FINALITA’ GENERALI – ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO GRUPPO 4 : BASILE- CARINGI- CASU- GRAVINO- LESEN - LOMBARDI- PARRETTA-PATTUGLIA-PULIMENI – SEMBOLINI- Referenti:ROTINI- MICCIARELLI

FINALITA’ GENERALI

Scuola, Costituzione, Europa È un capitolo nuovo rispetto al documento del 2007 con forti riferimenti ai principi della Costituzione italiana. Vengono citati vari articoli che riguardano le finalità della scuola : l’istruzione obbligatoria ora innalzata a dieci anni, il compito di contribuire a rimuovere “ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”, la collaborazione con la famiglia nel reciproco rispetto dei diversi ruoli educativi, la collaborazione con altre agenzie formative sociali presenti nel territorio, la libertà di insegnamento, l’autonomia funzionale delle scuole elaborando il proprio curricolo secondo norme generali stabilite dallo Stato. Le Indicazioni nazionali fissano gli obiettivi generali, gli obiettivi di apprendimento e i relativi traguardi di sviluppo per lo sviluppo delle competenze. L’orizzonte di riferimento sono le competenze-chiave per l’apprendimento permanente definite dalla Raccomandazione del Parlamento Europeo del dic. 2006; le otto competenze-chiave di cui abbiamo tenuto conto per elaborare il documento prodotto dalle Scuole dell’Infanzia del Circolo di Corciano “CURRICOLO VERTICALE PER COMPETENZE” Criteri, indicatori, griglie d’osservazione e descrizione dei profili di competenza” nell’anno 2010-2011.

E’ stato sottolineato ed apprezzato il commento sulla valorizzazione della scelta dei singoli sistemi scolastici nazionali nel rispetto degli obiettivi generali europei, come punto di forza nella pluralità di contenuti e modi di insegnamento. Anche il riferimento al ruolo preminente assunto dalla scuola dell’infanzia e primaria nella relazione educativa con il bambino come “persona che apprende”.

Profilo dello studente Anche questo capitolo è nuovo rispetto alle Indicazioni per il curricolo del 2007, (si parla per la prima volta di profilo dello studente nel testo della C.M. n. 84 del novembre 2005 che indicava le linee guida per la definizione e l’impiego del portfolio delle competenze) nell’introduzione al Profilo sottolineiamo il richiamo alla storia della scuola italiana che assegna alla scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione un ruolo preminente in relazione al rilievo che tale periodo assume nella vita di ogni alunno. Viene inoltre messo in evidenza come la scuola italiana sia aperta ai numerosi apprendimenti che avvengono al di “fuori delle sue mura” e attraverso i nuovi media. È importante ricordare che il “conseguimento delle competenze delineate nel profilo costituisce l’obiettivo generale del sistema educativo e formativo italiano.

ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO

Si ribadisce che le Indicazioni sono un testo aperto, che la comunità professionale è chiamata ad assumere e a contestualizzare elaborando specifiche scelte relative a contenuti, metodi, organizzazione e valutazione, che siano “coerenti con i traguardi formativi previsti nel documento nazionale”, in modo da elaborare un curricolo di istituto che sia espressione della libertà di insegnamento e della autonomia scolastica, e al tempo stesso espliciti le scelte della comunità scolastica e l’identità dell’istituto (P.O.F.), facendo riferimento al “profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione”, ai traguardi per lo sviluppo delle competenze, agli obiettivi specifici di ogni disciplina. Aree disciplinari e discipline Non c’è, rispetto al testo precedente, il paragrafo riservato ai campi

d’esperienza come luoghi del fare e dell’agire del bambino, orientati dall’azione consapevole degli insegnanti, che introducono ai sistemi simbolico-culturali e che sono articolati dalle scuole per favorire il percorso educativo di ogni bambino,

aiutando i bambini ad orientarsi nella molteplicità degli stimoli e delle attività, ma si afferma che “negli anni dell’infanzia la scuola accoglie, promuove e arricchisce l’esperienza vissuta dei bambini in una prospettiva evolutiva”, si fa cenno al contesto educativo “orientato al benessere, alle domande di senso e al graduale sviluppo di competenze riferibili alle diverse età, dai tre ai sei anni.” Viene definita l’ attività didattica come “orientata alla qualità dell’apprendimento di ciascun alunno e non ad una sequenza lineare” di contenuti disciplinari. Viene ritenuta importante “l’acquisizione di efficaci competenze comunicative nella lingua italiana che non è responsabilità del solo insegnante di italiano” ma diventa compito condiviso da tutti gli insegnanti, ciascuno per la propria area o disciplina, per curare una precisa espressione scritta ed orale. La progettazione di un unico curricolo verticale che sembra consentita solo dalla presenza degli istituti comprensivi, si può sempre delineare ponendo particolare attenzione alla continuità del percorso educativo dai tre ai quattordici anni. Per quanto riguarda il paragrafo sui traguardi per lo sviluppo delle competenze si afferma che questi ultimi costituiscono nella scuola del primo ciclo criteri per la valutazione delle competenze attese e nella loro scansione temporale sono prescrittivi. Le scuole hanno la libertà e la responsabilità di organizzarsi e di scegliere l’itinerario più opportuno per consentire agli studenti il miglior conseguimento dei risultati. Valutazione Nel paragrafo, rispetto al testo precedente, sono inseriti riferimenti alle verifiche intermedie e valutazioni periodiche e finali, che sembrano rispondenti alla Scuola primaria e secondaria di primo grado. Oltre a confermare il valore della valutazione formativa e dell’autovalutazione d’istituto, c’e il richiamo ad una informazione tempestiva alle famiglie e agli studenti sui criteri e sui risultati delle valutazioni effettuate nei diversi momenti del percorso scolastico. Anche questa parte del paragrafo sembra riservata alla Scuola primaria e secondaria di primo grado. Si fa riferimento infatti all’Istituto nazionale di valutazione che rileva e misura gli apprendimenti secondo i traguardi e obiettivi previsti

dalle Indicazioni, scoraggiando però qualunque forma di addestramento finalizzata all’esclusivo superamento della prove. Certificazione delle competenze Si ribadisce che solo al termine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado è possibile la certificazione delle competenze, secondo modelli che verranno adottati a livelli nazionale, descrivendo e attestando la padronanza delle competenze progressivamente acquisite, ma sopratutto per sostenere e orientare gli studenti verso la scuola del secondo ciclo. Una scuola di tutti e di ciascuno In questo paragrafo, completamente nuovo rispetto al testo del 2007, si ribadisce il ruolo inclusivo della scuola italiana che considera l’accoglienza della diversità un valore irrinunciabile. La scuola adotta pratiche inclusive nei confronti di bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana, promuovendone la piena integrazione. Riserva particolari cure all’inclusione degli allievi disabili o con bisogni educativi speciali. Si richiamano i documenti da cui derivano tali scelte, che sintetizzano i criteri che devono ispirare il lavoro dei docenti. ( Integrazione degli alunni stranieri - 2007; Linee guida per l’integrazione degli alunni con disabilità – 2009; Linee guida per il diritto allo studio degli alunni con disturbi specifici di apprendimento – 2011). Comunità educativa, comunità professionale, cittadinanza Si da molto rilievo alla comunità professionale dei docenti che al suo interno riconosce le differenti capacità, sensibilità e competenze, e valorizzando la libertà l’iniziativa e la collaborazione di tutti, le fa agire in sinergia, negoziando in modo proficuo le diversità e gli eventuali conflitti, per costruire un progetto di scuola partendo dalle Indicazioni nazionali. Si dichiara determinante il ruolo del dirigente scolastico per la direzione, il coordinamento e la promozione delle professionalità interne e per favorire la collaborazione delle famiglie, degli enti locali, per valorizzare le risorse sociali culturali ed economiche del territorio. La centralità della persona a cui si richiama sia il testo delle Indicazioni del 2007 che quello attuale, intesa come punto di partenza per la definizione delle finalità della scuola, trova il suo pieno significato nella scuola intesa come comunità educativa, aperta anche alla più larga comunità umana e civile, in una prospettiva locale, nazionale, europea e mondiale.

“DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA ALLA SCUOLA

PRIMARIA”

Essendo il nostro gruppo formato da insegnanti che nello scorso anno scolastico hanno redatto il Documento di Passaggio per i bambini in uscita dalla Scuola dell’Infanzia, abbiamo avuto il compito di esaminare quanto scritto in questo paragrafo. Il riferimento ai campi d’esperienza riporta all’unitarietà delle finalità proprie della Scuola dell’Infanzia in termini di Identità, Autonomia, Competenze, Cittadinanza. Leggendo le competenze di base attese alla fine del percorso triennale della scuola dell’infanzia molte sono le conferme con il lavoro svolto in questi anni all’interno della Commissione Continuità; molte descrizioni delle competenze presenti nel testo delle Indicazioni Nazionali per il

curricolo 2012 si ritrovano all’interno del nostro Documento di passaggio in cui la descrizione delle competenze è declinata in tre livelli: iniziale, intermedio, elevato. Nella compilazione negli scorsi anni scolastici si è tenuto conto dei punti di riferimento fissati dalla Commissione Continuità del nostro Circolo che sono:

– “I tre profili sono utili per descrivere il percorso personale di ciascun bambino/a - I livelli di competenza dei bambini/e non necessariamente debbono

appartenere ad un solo profilo - La descrizione delle competenze è la mappa del bambino/a, di ciò

che egli/ella sa fare, delle abilità sviluppate nel percorso alla scuola dell’Infanzia

- La descrizione delle competenze dovrà risultare in positivo proprio perché si descrive un percorso avvenuto.”

Si può concludere l’analisi di questo documento con alcune

domande

aperte e riflessioni a voce alta espresse dalle insegnanti

durante gli

incontri di aggiornamento:

� IL CURRICOLO VERTICALE DEL NOSTRO CIRCOLO già comprende nella stesura :

1. OBIETTIVI GENERALI

2. OBIETTIVI SPECIFICI

3. ORARI E DISCIPLINE (sc. Primaria)

� Il paragrafo sugli obiettivi di apprendimento è del tutto cambiato rispetto al testo precedente: “…sono organizzati in nuclei tematici e definiti in relazione a periodi didattici lunghi…”: l’intero triennio della scuola dell’infanzia, (??) l’intero quinquennio della scuola primaria (per alcune discipline sono indicati anche al termine della terza classe), e l’intero triennio della scuola secondaria di primo grado.

� Individuano campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti indispensabili per raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze. Sono utilizzati dalle scuole e dai docenti nella loro attività di progettazione didattica, ponendo attenzione alle condizioni di contesto, didattiche e organizzative mirando ad un insegnamento ricco ed efficace. (??)

� La presenza di comunità scolastiche impegnate nel proprio compito, fa di ogni scuola un luogo aperto che promuove la riflessione sui contenuti e sui modi dell’apprendimento, sulla funzione adulta e le sfide educative del nostro tempo, “sul posto decisivo della conoscenza per lo sviluppo economico” (??), rafforzando la tenuta etica e la coesione sociale del Paese. (!!!)

� Nel profilo d’uscita elaborato dal nostro Circolo si potrebbero aggiungere alcune frasi che sono presenti nel nuovo testo e sono significative perche esprimono la peculiarità della scuola dell’infanzia:

o MANIFESTA CURIOSITA’ E VOGLIA DI SPERIMENTARE…

o CONDIVIDE ESPERIENZE E GIOCHI, UTILIZZA MATERIALI E RISORSE

COMUNI … o E’ ATTENTO ALLE CONSEGNE, SI APPASSIONA, PORTA A TERMINE IL

LAVORO, DIVENTA CONSAPEVOLE … E LI DOCUMENTA

CAMPI DI ESPERIENZA

NOVITA’ & CONTRADDIZIONI

1. Nell’introduzione ai campi di esperienza si richiede all’insegnante la responsabilità di creare “PISTE” di lavoro per organizzare attività ed esperienze. Nelle precedenti Indicazioni (2007) si parla di “OCCASIONI”. La nostra riflessione è che entrambi i termini, pur avendo una sfaccettatura diversa, sono da ritenersi complementari.

IL SE’ E L’ALTRO Nei traguardi per lo sviluppo non compare più la competenza di “comprendere chi è fonte di autorità e di responsabilità nei diversi contesti… sa seguire regole di comportamento e assumersi responsabilità” (Ind. per il curricolo 2007) che è stata sostituita da un generico e artificioso “riconoscere i più importanti segni della sua cultura e del territorio, le istituzioni, i servizi pubblici, il funzionamento delle piccole comunità e della città. Questa omissione ci sembra in netta contraddizione con quanto espresso nella premessa dove, come già detto, si evidenzia l’attenuazione della capacità adulta di presidio delle regole e senso del limite che coinvolge le famiglie minando la coerenza del fare scuola. IL CORPO E IL MOVIMENTO -I bambini “portano” a scuola il proprio corpo, ci giocano… (Nuove Indicazioni) I bambini non “portano” il loro corpo, ma sono il proprio corpo e giocano attraverso il corpo. -Viene evidenziato come la corporeità viene vissuta, controllata e gestita nella giornata scolastica. - La “forza del corpo” viene sostituita dall’ “esecuzione del gesto”

AUTOAGGIORNAMENTO SCUOLA DELL’INFANZIAAUTOAGGIORNAMENTO SCUOLA DELL’INFANZIAAUTOAGGIORNAMENTO SCUOLA DELL’INFANZIAAUTOAGGIORNAMENTO SCUOLA DELL’INFANZIA

Compito: lettura Campi di Esperienza “Immagini, suoni, colori” e “I discorsi e le Compito: lettura Campi di Esperienza “Immagini, suoni, colori” e “I discorsi e le Compito: lettura Campi di Esperienza “Immagini, suoni, colori” e “I discorsi e le Compito: lettura Campi di Esperienza “Immagini, suoni, colori” e “I discorsi e le

parole”parole”parole”parole”

III GruppoGruppoGruppoGruppo::::

1) Giannini F.

2) Tribbiani M.

3) Rustici G.

4) Terradura N.

5) Minelli K.

6) Ghirelli A.

7) Basilicata I.

8) Pitrelli M.G.

9) Testi M.

Il nostro gruppo ha lavorato individuando, per ogni campo di esperienza preso in

esame, la “competenza specifica”“competenza specifica”“competenza specifica”“competenza specifica” estrapolandola dalla competenza chiave europea

di riferimento e articolandola successivamente in abilità e conoscenzeabilità e conoscenzeabilità e conoscenzeabilità e conoscenze (sez.

“traguardi per lo sviluppo della competenza”).

Le Indicazioni nazionali del 2012 inquadrano, infatti, i campi di esperienza

all’interno delle 8 competenze chiave europee8 competenze chiave europee8 competenze chiave europee8 competenze chiave europee1111 che rappresentano, come

precisato nella stessa Premessa delle Indicazioni: “la finalità generale

dell’istruzione e dell’educazione”.

Il campo di esperienza “I discorsi e le parole”“I discorsi e le parole”“I discorsi e le parole”“I discorsi e le parole” fa riferimento alle competenze

chiave “Comunicazione nella madrelingua”“Comunicazione nella madrelingua”“Comunicazione nella madrelingua”“Comunicazione nella madrelingua” e “Comunicazione nelle lingue “Comunicazione nelle lingue “Comunicazione nelle lingue “Comunicazione nelle lingue

straniere”straniere”straniere”straniere”....

Il campo di esperienza “Immagini, suoni, colori”“Immagini, suoni, colori”“Immagini, suoni, colori”“Immagini, suoni, colori” rientra invece nella competenza

chiave denominata “Consapevolezza ed espressione culturale”“Consapevolezza ed espressione culturale”“Consapevolezza ed espressione culturale”“Consapevolezza ed espressione culturale” che sostiene

“l’importanza dell’espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni in

un’ampia varietà di mezzi di comunicazione, compresi la musica, le arti dello

spettacolo, la letteratura e le arti visive” .

1 Le competenze chiave sono quelle esplicitate nella Raccomandazione del Parlamento Europeo del 18 dicembre 2006

Abbiamo elencato una serie di buone pratiche di strumenti didattici e

metodologici già in uso nelle nostre scuole dell’Infanzia (sez. “metodologia”),

individuato gli strumenti e le risorse necessarie al raggiungimento dell’obiettivo

proposto (sez. “risorse attivate”), ed infine rilevato le problematiche che di fatto

potrebbero ostacolarne il raggiungimento (sez. “problematiche”).

IMMAGINI, SUONI, COLORI COMPETENZA SPECIFICA: padroneggiare gli strumenti necessari ad un utilizzo dei linguaggi espressivi, artistici, visivi e multimediali.

TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA:

METODOLOGIA:

- Comunicare, raccontare, inventare storie, esprimere emozioni, sentimenti, pensieri, fantasie e la propria visione della realtà attraverso attività grafiche, pittoriche, plastiche e mimico-gestuali - Drammatizzare e ricostruire storie e brevi filmati, - Disegnare, Colorare utilizzando diverse tecniche, Pitturare, Manipolare. - Esplorare, scegliere con cura strumenti e materiali in relazione all’attività da svolgere ed utilizzarli in modo personale. - Esplorare le potenzialità offerte dalle tecnologie per fruire delle diverse forme artistiche, per comunicare e per esprimersi attraverso di esse - Seguire spettacoli teatrali, musicali, visivi e di animazione, ascoltare brani musicali, vedere opere d’arte e beni culturali ed esprimere le proprie valutazioni -Sviluppare l’interesse per la musica e le opere d’arte - Scoprire il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e discriminazione di rumori, suoni dell’ambiente e del corpo; - Sperimentare e combinare elementi musicali di base producendo semplici sequenze sonoro-musicali con la voce, con il corpo, con strumenti poveri e strutturati. - Cantare da solo e in gruppo sviluppando la capacità di ascoltarsi e accordarsi con gli altri. - Muoversi a ritmo di musica - Esplorare i primi alfabeti musicali - Conoscere i più comuni strumenti musicali

- Ricerca/Scoperta - Approccio all’ascolto di vari generi musicali (musica classica, jazz, lirica, canti popolari italiani e locali) disegnandone le evocazioni emotive - Approccio alla “sonorità”

- classificare i suoni - operare corrispondenze tra suoni e le possibili fonti di emissione (macchine, animali, persone, natura…)

- Approccio alla conoscenza dell’alfabeto musicale

- produrre ritmi con il corpo e con la voce - utilizzare la voce per ideare semplici arie musicali per ritmare una rima, una filastrocca…

- Realizzazione di semplici strumenti musicali con materiale di recupero e loro utilizzo per creare semplici sequenze sonore o musicali - Utilizzare semplici strumenti convenzionali (tamburello, triangolo…) - Introduzione all’uso di sussidi multimediali (computer, televisione, macchina fotografica) per favorire un contatto attivo con i media e ricercare le loro possibilità espressive e creative. - Esplorazione visiva di piazze giardini, paesaggi ed opere d’arte: (quadri, musei, architetture paesaggistiche e monumentali…) descrivendo ed esprimendo semplici valutazioni - Riproduzione di opere d’arte

RISORSE ATTIVATE:

PROBLEMATICHE

- Visite guidate a: - paesaggi - musei - gallerie d’arte - teatri - Competenze dei docenti - Esperti (utilizzo di risorse esterne ed

- Carenza di risorse multimediali e degli spazi relativi - Scarsa formazione specifica dei docenti per la multimedialità - Costi elevati del materiale multimediale (manutenzione, …) - Costi elevati per le uscite (trasporto,

interne)

biglietti di ingresso…)

3 GRUPPO: BASILICATA I. – GIANNINI F. – GHIRELLI A. – MINELLI K. – PITRELLI M.G. – TESTI M. – TERRADURA N. - TRIBBIANI M. – RUSTICI G. -

I DISCORSI E LE PAROLE COMPETENZA SPECIFICA: padroneggiare gli strumenti espressivi e lessicali indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale in vari campi d’esperienza. Comprendere testi di vario tipo letti da altri . Riflettere sulla lingua e sulle sue regole di funzionamento. Comprendere testi di vario tipo letti da altri.

TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA:

METODOLOGIA:

Usare la lingua italiana per esprimere frasi brevi e semplici , ma strutturate correttamente. Raccontare esperienze e vissuti in modo comprensibile, collocando correttamente nel tempo i fatti più vicini, avvalendosi anche delle domande orientative dell’insegnante.

Esprimere sentimenti, stati d’animo, bisogni in modo pertinente e corretto; interagire con i compagni nel gioco e nel lavoro scambiando

informazioni, opinioni, prendendo accordi e ideando attività e situazioni.

Ascolta narrazioni o letture dell’insegnante sapendo riferire l’argomento principale e le informazioni esplicite più rilevanti e raccontando per sommi capi la vicenda.

Illustrare un breve racconto in sequenze e drammatizzarlo insieme ai compagni, Ricostruirlo, per sommi capi a partire dalle sequenze.

Inventare semplici rime e filastrocche.

Inventare parole anche a partire da radici di parole note, cercare somiglianze e analogie tra i suoni e i significati.

Familiarizzare con la lingua scritta attraverso la lettura dell'adulto, l'esperienza con i libri.

Sperimentare le prime forme di comunicazione attraverso la scrittura.

Scoprire la presenza di lingue diverse.

Inventare una storia, illustrarla e drammatizzarla.

A partire da un testo letto dall’insegnante, riassumerlo in una serie di sequenze illustrate; riformularlo a partire da queste e drammatizzarlo.

Ricostruire verbalmente le fasi di un gioco; di un’esperienza realizzata (es. semplice esperimento) e illustrarne le sequenze.

Costruire brevi e semplici filastrocche in rima.

A partire da una storia narrata o letta dall’adulto, ricostruire le azioni dei protagonisti e individuare i sentimenti da essi vissuti nelle fasi salienti della storia, mediante una discussione di gruppo.

RISORSE ATTIVATE:

PROBLEMATICHE

- Letture - Racconti - Conversazioni guidate e non - Costruzione di libri con materiale vario - Biblioteca interna (consultazione e

prestito) - Uscite presso biblioteche del territorio - Laboratori con esperti esterni - Laboratorio di L2

- L’elevato numero di bambini all’interno delle sezioni non sempre permette di promuovere in tutti la padronanza della lingua italiana. (Bambini stranieri e con difficoltà linguistiche).

- Coinvolgimento da parte delle famiglie di madrelingua diversa per racconti di storie tradizionali

LA CONOSCENZA DEL MONDO Nella prima parte vengono poste in evidenza le modalità attraverso cui il bambino si avvicina ai percorsi della conoscenza, i seguenti paragrafi sono relativi a: "Oggetti , fenomeni, viventi " e "Numero e spazio". Viene ribadito che il processo conoscitivo parte da attività concrete che il bambino compie: si parla di osservazione, manipolazione, riflessione, descrizione, rappresentazione, riorganizzazione. OGGETTI, FENOMENI, VIVENTI Le attività concrete conducono l'attenzione del bambino sui diversi aspetti della realtà avviandolo a riflettere riguardo ad alcuni fenomeni quali: -caratteristiche della luce delle ombre; -effetti del calore; Osservando il proprio movimento e quello di oggetti sono portati a coglierne concetti quali: - durata; - velocità; … ad organizzarli nello spazio e nel tempo sviluppando una prima idea di contemporaneità. Toccando, smontando, costruendo e ricostruendo affinano i propri gesti e individuano qualità e proprietà di oggetti e materiali. Cercano di capire come sono fatti e come funzionano macchine e meccanismi La curiosità verso il proprio corpo permette ai bambini di avviare le prime interpretazioni sulla sua struttura ed il funzionamento. Osservando gli organismi animali e vegetali nel loro ambiente, ma anche in microambienti artificiali ,il bambino è indotto a comprendere processi elementari e varietà di modi di vivere. L'attenzione ai cambiamenti che avvengono nel suo corpo, negli animali e nelle piante e le trasformazioni dell'ambiente naturale aiutano il bambino a comprendere le continue trasformazioni dell’ambiente naturale. NUMERO E SPAZIO La familiarità con i numeri nasce a partire da quelli usati nella vita quotidiana . Attraverso l’esperienza il bambino si avvia all’acquisizione di concetti quali: -la quantità -la numerosità … costruendo le prime fondamentali competenze sul contare oggetti o eventi e accompagnandole con i gesti dell’indicare, del togliere e dell’aggiungere si avviano alla conoscenza del numero e alla struttura delle prime operazioni ,suddividendo in parti i materiali realizzano le prime attività di misura. Gradualmente avvengono i primi processi di astrazione e i bambini si avviano a rappresentare con simboli i risultati delle loro esperienze . Muovendosi nello spazio , scegliendo i percorsi più idonei per raggiungere una meta i bambini scoprono concetti geometrici come: -direzione -angolo Riconoscono le forme geometriche e ne individuano le proprietà. Possibili attività riguardanti il campo di esperienza: _Il calendario da aggiornare giornalmente:

- contare i bambini presenti,

- gli assenti,

- sono di più i bambini o le bambine?

- possiamo formare delle coppie, quante?

Traguardi per lo sviluppo della competenze Osservazioni

- I traguardi per lo sviluppo delle competenze sostanzialmente non si discostano da quelli del

precedente documento, manca però l’attenzione al linguaggio( “Utilizza un linguaggio

appropriato per descrivere le osservazioni, le esperienze” 2007)e alla modalità con cui il

bambino si avvicina alla conoscenza della realtà ( “ E’ curioso, esplorativo, pone domande,

discute, confronta ipotesi,spiegazioni, soluzioni e azioni” 2007)

- Il bambino, nel suo percorso di apprendimento, attua inconsapevolmente il metodo della ricerca-azione. Compito dell'insegnante è guidarlo in questo processo ponendo le basi verso l’elaborazione di concetti più complessi di tipo: scientifico, matematico, naturalistico, temporale.