INCONTRO - Istituto Toniolo · Un sondaggio, rea-lizzato in occasione dei 150 anni dal-l’unità...

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INCONTRO LA RIVISTA DEGLI AMICI DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA Anno XXIII – n. 3-4 / 2010 – Milano – Pubblicazione bimestrale Sped. in abbonamento postale art. 1, comma 1, del DL n. 353/2003 convertito in L. n. 46/2004, DCB di Milano. In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa. Contiene I.P. F r a t e l l i d I t a l i a Concorso per le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado e per gli aderenti alle associazioni promotrici

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I.P.

Fratelli d’ItaliaConcorso

per le scuole

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di primo e secondo

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e per gli aderenti

alle associazioni

promotrici

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IN QUESTO NUMERO:

Pagina 2PER VIVERE INSIEME

Ernesto Preziosi

Pagina 3VIA AL CONCORSO...

Renata Lollo

Pagina 6SUONANO L’INNO IN TV

Racconto di Beatrice Masini

ConcorsoFRATELLI D’ITALIA150 ANNI DALL’UNITÀ

Pagina 12DICIAMOLO IN MUSICA

Silvia Bonzi

Pagina 14DIETRO L’ANGOLO

Elena Pasetti

Quando gioca la nazionale di calcio, e soprattutto quando vince, la cittàsi riempie di tricolori e tutti, proprio tutti, al di là delle età, ci sentiamopiù italiani. Va benissimo, “ci sta”, come si dice oggi, ma dovremmo

provare a soffermarci con maggiore attenzione su cosa significhi per ciascunodi noi far parte di un Paese. Nel 2011 si festeggiano i 150 anni dell’unità nazionale. È una festa cui voglia-mo davvero partecipare? Il fatto che i media ne parleranno, che un po’ di iniziative attireranno l’atten-zione sull’anniversario, speriamo possa rendere l’evento un’utile occasione persentirci di più italiani. A ben vedere ci sono due sensibilità che apparentemente ci portano lontani daquesta meta: il radicamento al territorio, l’attaccamento alla realtà locale e, al-l’opposto, il sentirsi sempre più, nella società globalizzata, per così dire “citta-dini del mondo”.Ma è proprio la riscoperta della nostra identità nazionale, di quel particolarelegame di solidarietà tra quanti abitano nelle numerose regioni che dal sud alnord formano l’Italia, che ci permette di superare questi due atteggiamenti ri-schiosi, se estremizzati, e di aprirci verso le prospettive del vivere comune.Nella stagione del Risorgimento, quando l’unificazione nazionale veniva vis-suta come un’epopea, qualcuno aveva già capito che l’unità solo geograficanon poteva essere sufficiente. Era necessario, fatta l’Italia, “fare gli italiani”. È una frase vecchia 150 anni, manon li dimostra, dato che non è così difficile mettere in crisi l’idea condivisadell’Unità nazionale come valore.Eppure sono proprio gli italiani che in tutti questi anni hanno scritto paginememorabili della nostra storia, anche recente, incarnando valori che denotanoprofonda umanità, sensibilità e generosità. Del resto creatività, acume, gusto estetico, capacità di leggere e interpretare lacomplessità, indulgenza ed empatia sono punti di forza della nostra culturatanto varia e così ricca. L’identità nazionale è in fondo il collante che tiene unite, come in un mosaico,le tessere variopinte delle diverse realtà regionali che costituiscono la nostraPenisola. Solo non dimenticando le radici, il locale, è davvero possibile aprir-ci al mondo, al globale che oggi è prospettiva imprescindibile.Il concorso di quest’anno invita le giovani generazioni, dagli otto ai diciot-t’anni, a narrare i nostri valori attraverso la storia degli uomini e delle donneche meglio li hanno incarnati, a cantarli in un inno, o a rappresentarli in formapittorica, o infine a tradurli in un video: è una sfida importante da vivere nonin termini celebrativi, ma allo scopo di favorire la presa di coscienza della enor-me ricchezza del nostro patrimonio nazionale. Quest’anniversario – come ha detto il Presidente dei Vescovi italiani, card. An-gelo Bagnasco – può “trasformarsi in una felice occasione per un nuovo inna-moramento del nostro essere italiani, dentro l’Europa unita e in un mondo piùequilibratamente globale”.La scuola, come ha sempre fatto, deve continuare ad essere uno dei luoghi pri-vilegiati per ricostruire questa memoria condivisa, da cui trarre forza per di-segnare nuovi orizzonti.E anche le associazioni, quelle del mondo cattolico in particolare, con la lorovocazione formativa, possono dare un prezioso contributo. Storicamente sonoinfatti riuscite nell’obiettivo di far sentire “unite”, affratellate, persone di re-gioni diverse che, vivendo pienamente il senso di cittadinanza, amano e sen-tono casa comune il proprio Paese. Solo così è possibile anche coltivare unaapertura internazionale che valorizzi la multiculturalità.

Ernesto Preziosi

LA RIVISTA DEGLI AMICI DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA

INCONTRO

DIRETTORE RESPONSABILEErnesto Preziosi

SEGRETERIA DI REDAZIONELucia Felici, Silvia Piaggi, Jean Pierre Poluzzi

REDAZIONESilvia Bonzi, Edoardo Clapis, Anna Maria D’Alessandro,

Emanuela Gazzotti (Ufficio Stampa U.C.), Maria Malacrida,Valentino Marcon, Vito Pongolini, Maria Grazia Santoro

SEDE REDAZIONALEIstituto Toniolo Pubbliche Relazioni, Largo Gemelli 1 – 20123 MilanoTel. (02) 7234.2816 – Fax (02) 7234.2827 - e-mail [email protected]

www.istitutotoniolo.it

GRAFICAstudio BacciocchiBianchettiComunicazione - Bergamo

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La quota associativa è pari a 9 Euro, di cui solamente ai fini postali1 Euro per quota abbonamento alla rivista

I contributi destinati a sostenere l’attività dell’Entepossono essere versati sul c.c.p. n. 713206 intestato a

Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori – INCONTRO

INCONTROLa Rivista degli Amici dell’Università Cattolica

Anno XXIII– 3-4/2010

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Per vivere insieme

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In occasione dei 150 anni dall’unità d’Italia

Vorrei cominciare dalle cose ditutti i giorni, dalle vostre enostre esperienze di vita vis-

suta insieme… Non mi è facile, maper avviare il nostro scambio provoa gettare un’occhiata sul calcio. Ve-dete come quando c’è una partita in-ternazionale, i nostri calciatori si fan-no seri e si stringono l’un l’altro men-tre cantano l’inno nazionale di Gof-fredo Mameli... Partecipiamo anchenoi spettatori. Però… a un certo pun-to li sentiamo pronunciare non “strin-giamci a coorte” (cioè teniamoci uni-ti e disposti come una coorte milita-re romana, ossia: siamo soldati veri)ma stringiamoci a corte cioè una fra-se che non c’entra, dal suono un po’festaiolo, senza contatto né riguardoverso la baldanza giovanile che pro-mette la vita alla propria patria. In-fatti, i soldati veri dicono: siam pron-ti alla morte /L’Italia chiamò.

Il desiderio di unità

In quel momento storico molti gio-vani italiani ci credevano nell’ItaliaUnita, nel superamento delle diffe-renze di monete, di legislazione, discuola, nell’abolizione dei confini in-terni per avere un popolo solo, contutte le sue specificità dalle Alpi almare. Mameli, che morì a 22 annicombattendo nel 1849 vicino a Ro-ma, non pensava proprio che l’Italiafosse schiava di Roma e diceva in-vece che la vittoria si inchina all’Ita-lia perché fin dai tempi antichi Dio

ha creato la vittoria schiava di Roma.Ora, se l’Italia intera si è svegliata,tocca a lei unificarsi e diventare libe-ra per sempre, cioè grande. Non è ilcaso di prendersela con gli inni se in-vece è la lettura oggi incerta di un te-sto tradizionale a far commettere gaf-fes di vario genere!

A questo punto possiamo dire chedall’Inno abbiamo capito che dob-biamo essere fratelli per essere vivi,forti e avere grandi sogni. Nell’Otto-cento si doveva “fare”, cioè unifica-re l’Italia; oggi dobbiamo rifletteresull’evento ricordando figure alloramitiche come Garibaldi o statisti co-me Cavour o grandi imperi comequello d’Austria finiti nel 1918 o ilpiù recente Regno d’Italia nato dalRisorgimento e finito nel 1946 dopola seconda guerra mondiale. Perché?Perché se riflettiamo un po’ sul no-stro passato qualche aiuto ci vieneofferto per capire il presente.

Educarsi all’integrazione

Nell’Ottocento Cuore di De Amicisha educato i bambini alla Patria; do-po la seconda guerra mondiale lepoesie di Rodari hanno dato una spe-ranza nuova, fatta di confini più va-sti, di apertura al mondo. E oggi ilmondo è qui, con la scienza e la tec-nologia molto sviluppate, i media einternet a farci barcollare tra il trop-po bello e il troppo difficile. La vitanon è mai senza problemi ed è im-portante portarli insieme. Non solo

le persone, ma anche le nazioni sonoautosufficienti: e nessuna nazione eu-ropea oggi potrebbe bastare a se stes-sa, anche se ha conquistato colonie eimperi. Per questo è importante im-parare un nuovo modo di “unirsi”,di conoscersi meglio, di integrarsi nelrispetto reciproco. Non è facile, mala strada va percorsa, cominciandodalle piccole cose. Che cosa possia-mo scambiare con i vicini, i compa-gni, i negozianti che magari ci offro-no cibi diversi o abiti di altri colori…Non è obbligatorio che ci piaccia tut-to. Ma siamo capaci di dirci l’un l’al-tro le nostre preferenze? Siamo ca-paci di dire “non sono d’accordo”senza offendere o ferire l’altro? Cer-to il nostro Patrono S. Francesco d’As-sisi (uomo del passato, secondo lastoria umana, ma uomo di pace uni-versalmente riconosciuto oggi) ci hadato importanti esempi di carità e difermezza, di coraggio e di vicinanzaagli umili, da vero uomo religiosoche conosceva l’amore di Dio che nonesclude nessuno.

In queste prospettive coraggiose,senza lasciarci andare al vivacchiaregiorno per giorno, facciamo i nostripiccoli passi gli uni verso gli altri, gio-cando, studiando, parlando e… ascol-tando molto. Noi siamo un dono perl’altro e gli altri sono per ciascuno dinoi uno scrigno di sorprese. Cerchia-mo di non dimenticarlo. AUGURI!!!

Renata LolloDocente di Letteratura per l’infanzia

Università Cattolica di Milano

Via al Concorso...

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INCONTRO n. 3-4 / 20104

Èuna storia di tempi lontani, difatti successi 150 anni fa, ma èdiventata anche la nostra sto-

ria. Oggi noi viviamo in una paeseunito. Sono italiani gli abitanti del-l’Umbria come quelli della Sicilia odel Veneto. Un tempo invece non eracosì: una serie di frontiere e di postidi blocco rendeva estranei i toscaniagli emiliani, i lombardi ai piemon-tesi, i marchigiani ai pugliesi. Finoal 1861 infatti l’Italia era di-visa in sette stati, spes-so governati da so-vrani stranieri.

Furono uomini edonne che visseronel secolo scorso

ad operare perchél’Italia diventasseun’unica nazione eciò avvenne attra-verso una serie di an-ni in cui guerre, lottee sacrifici, sconfitte evittorie prepararono eattuarono il nostro Ri-sorgimento. Furono eroicome Garibaldi, Mazzi-

ni, Ciro Menotti che risveglia-rono gli italiani agli ideali

di libertà e di unità oscrittori come Alessan-dro Manzoni, Massi-mo D’Azeglio, Ippoli-to Nievo, Edmondo

De Amicis che con leloro opere riuscironoa formare la coscien-za nazionale degliitaliani.

Ma oltre agli uo-mini e alle donnedel Risorgimento,la storia d’Italia è

stata fatta anche daaltri eventi e da altri perso-

naggi che hanno contribuito a crea-re una identità nazionale.

Ma i ragazzi d’oggi quanto cono-scono questa storia? Che cosa ricor-dano delle rivoluzioni liberali, delleguerre d’indipendenza, della spedi-zione dei Mille?

I ragazzi e l’unità d’ItaliaUna sfida per la scuola e la società

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INCONTRO n. 3-4 / 2010

Il parere degli italiani

Un sondaggio, rea-lizzato in occasionedei 150 anni dal-l’unità d’Italia, ha ri-levato come la granparte degli italianinon sa che nel 2011ricorre questo anni-versario. Un dato po-sitivo però evidenziache i giovani tra i 18 e i24 anni sono leggermentepiù informati degli altri. For-se grazie al potere di Internet. Mapochi di loro ritengono che questoanniversario sia ancora attuale.

Non tutto è perduto però e alcunistudenti delle scuole superiori, in-tervistati dal Comitato Italia 150 chesta seguendo l’organizzazione di di-versi eventi legati a questa celebra-zione, hanno espresso consigli e pa-reri positivi.

Alcuni di loro ritengono che que-sto anniversario possa costituire l’oc-

casione per migliorarei rapporti tra Nord eSud Italia o per of-frire all’estero unaimmagine che can-celli i soliti stereoti-pi, o ancora che siail pretesto per favo-rire l’integrazione

degli immigrati, perconoscere meglio la

Costituzione, per aprir-si all’Europa.Un altro dato interessante

è comunque la richiesta da partedei giovani studenti di venire coin-volti maggiormente. Rifiutano con-gressi, mostre, seminari perché ri-tengono noioso riflettere sulla storiae sui personaggi-simbolo. Chiedonopiuttosto di trovare forme diversecapaci di accomunare gli italiani: peresempio attraverso la musica, il tea-tro, il cinema, lo sport.

I ragazzi infatti si dimostrano sen-sibili alla storia solo se questa si tra-

duce in fatti concreti che hanno effettinell’oggi e nella loro realtà. Respin-gono le celebrazioni in quanto tali.

Diventa importante quindi per leistituzioni, per la scuola, per tutta lasocietà, nell’approssimarsi di questoimportante anniversario, coglierequesta sfida per offrire ai giovani unapossibilità per capire e vivere meglioil loro futuro, riflettendo e confron-tandosi anche con la storia del loroPaese.

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Nella produzione letteraria, cinema-tografica, musicale del nostro Pae-

se, quale titolo rappresenta meglio l’Ita-lia? Quale evento o personaggio sporti-vo ha reso famosi gli italiani all’estero?E ancora: tra i prodotti made in Italy qualè il più significativo? A queste tre do-mande hanno cercato di rispondere lescolaresche in visita allo stand del Co-mitato Italia 150 durante l’ultima edizionedella Fiera del Libro di Torino. Chi pen-sava che i ragazzi fossero appiattiti solosul presente, si è sbagliato. Relativamente alla prima domanda, laDivina Commedia non ha rivali.

Trionfa con un ampio distacco dai Pro-messi Sposi o dalla celebre storia per ra-gazzi di Pinocchio. Ed è anche la lettera-tura a occupare i primi posti. In pochihanno infatti citato qualche titolo di filme tra questi il più ricordato è La vita è bel-la di Benigni.In campo sportivo invece, e siamo allaseconda domanda, i ragazzi ricordanosoprattutto i Mondiali di calcio, con unaccenno in particolare a quelli dell’82, di-ventati famosi ed entrati nel cuore anchedei più giovani. E anche tra i personag-gi i più nominati sono quelli legati almondo del calcio. Un dato che stupisceè che Valentino Rossi totalizza solo tre

punti in più rispetto a Coppi, che ri-mane un eroe anche per le giova-

ni generazioni. Per quanto riguarda il pro-

dotto più rappresentativodell’Italia all’estero, se-condo gli studenti è lapizza, seguita, con unampio distacco di voti,

dalla pastasciutta (in par-ticolare gli spaghetti), dal-

la Ferrari e dalla Nutella.

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INCONTRO n. 3-4 / 20106

onno, cos’è che stanno cantando?- È l’inno nazionale, Paolo. Ma a scuo-la non v’insegnano niente?- Come no. Non ti ricordi che per ilsaggio di fine anno abbiamo canta-to We are the World?- Sì, sicuro. Una bella canzone. In in-glese. Comunque cantano semprel’inno nazionale prima delle partiteai Mondiali.- Sì, lo so. È la stessa roba che canta-no alle Olimpiadi quando uno vin-ce e gli mettono la medaglia attor-no al collo, giusto?- Giusto. Ma non chiamarla “roba”,per favore. Ti ho detto che è l’innonazionale.- Non si capisce niente.- Su questo hai ragione. Ci sono unsacco di parole difficili e comunqueè l’italiano che si parlava tanto tem-po fa. Ma lo sapevi che questa can-zone l’ha scritta un ragazzo di ven-t’anni?- Ah. Tipo i Jonas Brothers?- Temo di non sapere chi sono.- Ma dai, quelli di Camp Rock… l’ab-biamo visto insieme l’altro giorno…ah già, però tu ti sei addormentato.- Ho un vaghissimo ricordo… co-munque no, direi che non assomi-gliava tantissimo ai Jonas Brothers.- Ah.- Però era un tipo interessante.- Guarda che comincia la partita…- Tanto i nostri non combinerannoniente come al solito. Puoi ancheguardare e ascoltare insieme, no?

- Sissì.- Insomma, questo ragazzo eraun tipo forte. Aveva fatto le Cin-que Giornate, lo sai cosa sono,vero? Le hai studiate, no?- Veramente no, siamo arriva-ti ai Romani.- Un po’ indietro. Diciamo cheè successo parecchi secoli do-po. Era una rivolta, era la cit-

tà di Milano che voleva cacciar viagli austriaci…- Perché, davano fastidio?- Be’, comandavano loro.- Come mai comandavano l’Italia?Non gli bastava l’Austria?- Quello dell’Austria era un grandis-simo impero, e comprendeva ancheun pezzo di Italia. E poi veramentel’Italia non esisteva ancora. È que-sto il punto. Un po’ dappertuttoc’erano persone che volevano farla,volevano un’Italia unita, non divisain tanti pezzetti agli ordini di po-tenze diverse. Volevano un governounico, le stesse leggi per tutti…- È complicato.- Eh, sì. E lo era anche allora. Co-munque la persona che ha scrittol’inno – si intitolava Il Canto degli Ita-liani – si chiamava Goffredo Mame-li. Dopo le Cinque Giornate è anda-to a Roma, insieme a Garibaldi… losai chi è Garibaldi, vero?- Quello nascosto sotto le impalca-ture in Piazza Cairoli? La mamma di-ce che portava il poncho.- Quello lì. Anche lui voleva l’Italiaunita, e combatteva con un eserci-to di volontari che si chiamavano Ca-micie Rosse perché per distinguersidai nemici indossavano delle cami-cie rosse, appunto.- Pericoloso. Si notavano un sacco,sul campo di battaglia. Meglio unatuta mimetica.- A pensarci bene hai ragione.- Comunque mi stai dicendo che

c’era la guerra in Italia. - Eh sì. Piccole rivolte e grandi bat-taglie. Infatti Mameli venne ferito auna gamba.- Come Garibaldi. Garibaldi fu feri-to, fu ferito a una gamba… vedi cheso anche le canzoni italiane.- Vedo. Comunque gli dovettero ta-gliare la gamba. - A Garibaldi?- Ma no. A Mameli.- Poverino. Così non poteva più an-dare a combattere.- Lui pensava di sì. “Anche senza unagamba posso sempre salire a caval-lo” si diceva.- E ce l’ha fatta?- Veramente no. Allora non c’eranole medicine che ci sono adesso, nonc’erano gli antibiotici. È morto perun’infezione. Aveva ventidue anni.- Oh. - Però la sua canzone è diventata fa-mosa. Un musicista, Michele Nova-ro, aveva scritto le note. E quella can-zone di un ragazzo ribelle è diven-tata il nostro inno nazionale. La can-zone degli italiani.- Bella storia. - Ma come mai hai spento la tivù?Pensavo che la volessi vedere, la par-tita.- Veramente io la guardavo perchépensavo che la volessi vedere tu.- Ah. Per me fa lo stesso…- Ma adesso me le spieghi, questeparole strane?- Be’, posso provarci. Fratelli d’Italia:fin qui tutto chiaro, no?- Tutto chiaro.- L’Italia s’è desta… vuol dire si è sve-gliata.- Perché, prima dormiva?- Eh, un po’… Anche oggi ogni tantosi addormenta. E invece dobbiamostare svegli, e ricordarci dell’inno. Edel fatto che siamo italiani. E nonsolo quando gioca la Nazionale.

Suonano l’inno in TV...

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Racconto di Beatrice Masini, scrittrice per ragazzi

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Fratelli d’ItaliaConcorso

per le scuole primarie

e secondarie di primo e secondo

grado e per gli aderenti alle associazioni

promotrici

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L’unità d’Italia non è solo una storia da conoscere, una

memoria da tenere viva, ma anche e soprattutto un in-

sieme di valori che descrivono il nostro quotidiano e

che tutti noi possiamo e dobbiamo tenere vivi. La fina-

lità del Concorso è quella di invitare i ragazzi a con-

frontarsi con la storia, con le persone che l’hanno co-

struita, con i valori che definiscono la nostra identità na-

zionale.

- Fornire stimoli per scoprire i valori che rendono bel-

lo vivere nel nostro Paese e che non sono scontati in

tutti i paesi del mondo.

- Coltivare nei ragazzi la passione per la storia e la cul-

tura dell’Italia unita.

- Offrire un’occasione per riflettere ed esprimere la pro-

pria identità.

Il Concorso si rivolge agli studenti della scuola primaria

e della secondaria di primo e secondo grado e agli ade-

renti alle associazioni promotrici del Concorso. Sono

previste sei categorie di concorrenti:

Categorie studenti

• scuola primaria, a partire dalla classe terza

• scuola secondaria di primo grado

• scuola secondaria di secondo grado

• aderenti alle associazioni promotrici del Concorso

(fascia di età scuola primaria, a partire dalla classe terza)

• aderenti alle associazioni promotrici del Concorso

(fascia di età scuola secondaria di primo grado)

• aderenti alle associazioni promotrici del Concorso

(fascia di età scuola secondaria di secondo grado)

Sezione Narrativa

- Studenti scuola primaria, a partire dalla classe terza

- Aderenti alle associazioni della stessa fascia d’età

Attraverso la forma espressiva della poesia, scrivi il

tuo inno nazionale per esprimere quali sono i valori

che ritieni più importanti per l’Italia.

- Studenti scuola secondaria di primo e secondo grado

- Aderenti alle associazioni della stessa fascia d’età

Utilizzando il linguaggio giornalistico (articolo di cro-

naca, di opinione, lettera aperta, recensione, intervi-

sta ecc.) narra del tuo incontro immaginario con un

personaggio che ha scritto la storia del nostro Paese.

Finalità del Concorso

Obiettivi

Destinatari

Caratteristiche degli elaborati

Sapete che compleanno si festeggia il prossimo anno,

nel 2011? Il nostro Paese compie 150 anni!Nel 1861 l’Italia, che prima era

divisa in tanti piccoli e piccolissimistati, è infatti diventata un’unica

nazione. In questicentocinquant’anni di storia molti italiani, uomini e donne, hanno speso la propria vita

per difendere i valori della libertà,della pace, dell’uguaglianza di cui

noi oggi beneficiamo. Per festeggiare l’Italia, vi invitiamo

a scrivere una poesia, chepotrebbe rappresentare il testodell’Inno d’Italia. Quello di Mameli

ci vuole tutti fratelli d’Italia, un unico popolo senza più divisioni…

E per voi, quali sono i valori più importanti per la nostra Italia?Oppure immaginate di incontrare

un personaggio che ha contribuitoa scrivere la storia del nostroPaese e chiedetegli quali sono i suoi pensieri, i suoi sogni, i suoi

ricordi. Potete anche disegnare o dipingere gli avvenimenti storicie/o i protagonisti più significativi

per la storia dell’Italia. E, per i ragazzi della scuola

secondaria di secondo grado, c’èla possibilità di realizzare un videoche illustri che cosa significa oggi

vivere il valore dell’identitànazionale.

Buon lavoro a tutti e buon compleanno Italia!

Fratelli d’Italia

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Sezione Iconografica

- Studenti scuola primaria, a partire dalla classe terza

e secondaria di primo grado

- Aderenti alle associazioni della stessa fascia d’età

Realizza un manifesto che rappresenti ciò che ha ca-

ratterizzato la nostra storia nazionale, ha contribui-

to a costruire la nostra identità, ci ha reso orgogliosi

di essere italiani. Il formato previsto è cm 50 x cm 70.

La tecnica di esecuzione è libera.

Sezione Multimediale

- Studenti scuola secondaria di secondo grado

- Aderenti alle associazioni della stessa fascia d’età

“Tra passato e futuro: i giovani e l’Italia”: realizza un

video che illustri che cosa significa per un ragazzo og-

gi vivere il valore dell’identità nazionale. Il video può

essere girato con videocamera o macchina digitale,

preferibilmente in 16:9 in formato mpeg con risolu-

zione minima 720x576. La durata prevista è dai 3 ai 5

minuti. Supporto dvd.

Ogni tipologia di elaborato dovrà essere accompagna-

ta dalla scheda di partecipazione compilata in ogni sua

parte. La scheda di partecipazione dovrà essere salda-

mente fissata all’elaborato cui si riferisce: non saranno

tenuti in considerazione i lavori che non siano attribui-

bili ad un singolo partecipante.

Costituirà parte integrante del presente Bando il Rego-

lamento del Concorso, che integra il dettato del Bando

in ogni suo punto e precisa gli adempimenti di ciascu-

na categoria di concorrenti. Il suddetto Regolamento

apparirà sul sito dell’Associazione Amici dell’Università

Cattolica, www.istitutotoniolo.it a partire dal 1 ottobre

2010. Una copia del Regolamento dovrà essere scarica-

ta dal sito e restituita firmata dall’insegnante di riferi-

mento o dal genitore per chi partecipa come aderente

a una delle associazioni promotrici, insieme alla scheda

di partecipazione al Concorso che accompagnerà la spe-

dizione di ciascun elaborato.

Gli elaborati dovranno pervenire all’Associazione Ra-

gazzi Amici dell’Università Cattolica, Largo Gemelli 1 –

20123 Milano entro il 14 febbraio 2011 (fa fede il tim-

bro postale).

La Giuria, composta da docenti dell’Università Cattoli-

ca, esperti dell’Associazione Amici ed esponenti delle al-

tre realtà promotrici, esaminerà gli elaborati più signi-

Avvertenza

Tempi

Premiazione

Premi

Valutazione degli elaborati

Pubblicazione

Organizzazione

ficativi per ciascuna categoria e attribuirà i premi.

Gli esiti del Concorso e i vincitori di ogni sezione sa-

ranno resi noti mediante pubblicazione sul sito inter-

net www.istitutotoniolo.it il 18 aprile 2011.

La festa conclusiva, nel corso della quale avrà luogo la

premiazione del Concorso, si terrà ad Assisi, città na-

tale del patrono d’Italia, nel pomeriggio del 13 mag-

gio 2011. Sono invitati tutti i partecipanti al Concorso.

I premio

Viaggio e soggiorno di due giorni (13-14 maggio 2011)

ad Assisi e dintorni nei luoghi di San Francesco, patrono

d’Italia, per la classe del primo classificato di ciascuna

categoria e per i ragazzi vincitori in quanto aderenti a

una delle associazioni promotrici del Concorso.

II e III premio

Libri e materiali didattici alle classi cui appartengono gli

studenti vincitori di ciascuna categoria, o ai vincitori

aderenti alle associazioni promotrici.

Altri premi

La Giuria potrà assegnare, a sua discrezione, menzioni

speciali ad elaborati delle diverse sezioni del Concorso

segnalatisi per meriti particolari o abbonamenti gratuiti

ad alcune riviste partner del Concorso.

I lavori più interessanti potranno essere pubblicati sul-

la rivista “Incontro” dell’Associazione Amici dell’Univer-

sità Cattolica e nel sito internet collegato.

Tutti i lavori, anche se non premiati o non pubblicati, non

verranno restituiti. Una selezione degli elaborati icono-

grafici sarà donata alla Pinacoteca dell’età evolutiva

PInAC “Aldo Cibaldi” di Rezzato (BS), ai fini di custodia e

di eventuale esposizione in occasione di mostre.

La partecipazione al Concorso è gratuita per ciascuna

categoria di concorrenti.

È stata inoltrata richiesta di patrocinio al Ministero del-

l’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, alla Regione

Lombardia e alla Regione Umbria.

Per ulteriori informazioni consultate il sito dell’Associa-

zione Amici dell’Università Cattolica: www.istitutotonio-

lo.it oppure telefonate allo 02/72342817, e-mail associa-

[email protected]

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1. Accesso al ConcorsoIl Concorso è gratuito e possono parteci-parvi tutti coloro i quali alla data ultima dipresentazione degli elaborati (14 febbraio2011, fa fede il timbro postale) abbiano ititoli per riconoscersi nelle categorie di de-stinatari sotto specificate al § 2.

2. Destinatari del ConcorsoSono destinatari del Concorso gli studentidella scuola primaria (a partire dalla classeterza) e secondaria di I e II grado e gli ade-renti alle associazioni promotrici (fascia d’età8-18 anni).

3. Categorie di concorrentiIl Concorso si rivolge agli studenti della scuo-la primaria (a partire dalla classe terza) edella secondaria di primo e secondo gra-do e agli aderenti alle associazioni promo-trici (fascia d’età 8-18 anni). Sono previstetre categorie di concorrenti per gli studen-ti e tre per gli aderenti alle associazioni pro-motrici. Eccole in dettaglio:

• ultime tre classi della scuola primaria

• scuola secondaria di primo grado

• scuola secondaria di secondo grado

• aderenti alle associazioni promotrici (fascia di età scuola primaria, a partiredalla classe terza)

• aderenti alle associazioni promotrici (fascia di età scuola secondaria di primogrado)

• aderenti alle associazioni promotrici (fascia di età scuola secondaria di se-condo grado)

4. Caratteristiche degli elaboratiSEZIONE NARRATIVA

- Studenti scuola primaria, a partire dallaclasse terza

- Aderenti alle associazioni promotrici – fascia di età scuola primaria, a partire dal-la classe terzaAttraverso la forma espressiva della poe-sia, scrivi il tuo inno nazionale per espri-mere quali sono i valori che ritieni piùimportanti per l’Italia.

- Studenti scuola secondaria di primo esecondo grado

- Aderenti alle associazioni promotrici – fascia d’età scuola secondaria di primoe secondo gradoUtilizzando il linguaggio giornalistico (ar-ticolo di cronaca, di opinione, lettera aper-ta, recensione, intervista ecc.) narra deltuo incontro immaginario con un perso-naggio che ha scritto la storia del nostroPaese.

SEZIONE ICONOGRAFICA

- Studenti scuola primaria, a partire dallaclasse terza e secondaria di primo grado

- Aderenti alle associazioni promotrici – fascia d’età scuola primaria, a partire dallaclasse terza e secondaria di primo gradoRealizza un manifesto che rappresenticiò che ha caratterizzato la nostra storianazionale, ha contribuito a costruire lanostra identità, ci ha reso orgogliosi diessere italiani. Il formato previsto è cm50 x cm 70. La tecnica di esecuzione èlibera.

SEZIONE MULTIMEDIALE

- Studenti scuola secondaria di secondogrado

- Aderenti alle associazioni promotrici – fascia d’età scuola secondaria di secon-do grado“Tra passato e futuro: i giovani e l’Italia”:realizza un video che illustri che cosa si-gnifica per un ragazzo oggi vivere il va-lore dell’identità nazionale. Il video puòessere girato con videocamera o mac-china digitale, preferibilmente in 16:9 informato mpeg con risoluzione minima720x576. La durata prevista è dai 3 ai 5minuti. Supporto dvd.

NOTA BENEOgni tipologia di elaborato dovrà essere ac-compagnata dalla scheda di partecipazio-ne compilata in ogni sua parte. La schedadi partecipazione dovrà essere saldamen-te fissata all’elaborato cui si riferisce: nonsaranno tenuti in considerazione i lavori chenon siano attribuibili ad un singolo parte-cipante.

5. ScadenzaGli elaborati dovranno pervenire all’Asso-ciazione Ragazzi Amici dell’Università Cat-tolica in Largo Gemelli 1 – 20123 Milanoentro e non oltre il 14 febbraio 2011 (fafede il timbro postale di partenza).

6. Lavoro della Giuria e proclamazione dei vincitori

La Giuria è composta da docenti dell’Uni-versità Cattolica, esperti dell’AssociazioneAmici dell’Università Cattolica ed esponentidelle altre realtà promotrici. Per l’espleta-mento del proprio lavoro di controllo e pre-selezione degli elaborati, la Giuria potrà an-che avvalersi di collaboratori esterni, riser-vandosi il compito di esaminare alla fine glielaborati più significativi per ciascuna cate-goria, e attribuire quindi i premi.

La Giuria si riunirà anche in più sedute dilavoro nella settimana dal 4 aprile 2011

presso la sede dell’Associazione Amici del-l’Università Cattolica – Istituto G. Toniolo diStudi Superiori, Via Santa Valeria, 1 – a Mi-lano e proclamerà i vincitori. Il suo giudizio è insindacabile. Tale procla-mazione sarà seguita dalla pubblicazionedei vincitori sul sito www.istitutotoniolo.it il 18 aprile 2011.

7. Festa conclusiva e PremiazioneLa festa conclusiva, nel corso della qualeavrà luogo la premiazione, si terrà ad As-sisi, città natale del patrono d’Italia, nel po-meriggio del 13 maggio 2011. Ad essa sono invitati tutti i partecipanti alConcorso, previa prenotazione scritta perfax (02.72345494) o per posta elettroni-ca all’Associazione Amici dell’Università Cat-tolica ([email protected]). Ognitipo di spesa (trasporto, vitto, alloggio) sa-rà a loro carico diretto. Sarà invece cura dell’Organizzazioneospitare gratuitamente i vincitori pri-mi classificati, provvedendo sia alle spe-se di viaggio A/R, sia alle spese di vitto ealloggio per il soggiorno dalla cena del 13maggio al pranzo del 14 maggio 2011.

Più nel dettaglio, saranno considerati“ospiti” dell’Organizzazione:

• i singoli vincitori del primo premio per en-trambe le sezioni del Concorso;

• l’intera classe scolastica cui appartengo-no i vincitori del primo premio delle trecategorie di studenti;

• fino a tre insegnanti per ciascuna classe,in qualità di accompagnatori;

• il singolo vincitore del primo premio ade-rente alle associazioni promotrici del Con-corso per entrambe le sezioni del Con-corso accompagnato da un genitore o daun adulto maggiorenne delegato dai ge-nitori.

8. Composizione dei premi I PREMIOViaggio e soggiorno di due giorni (13-14maggio 2011) ad Assisi e dintorni nei luo-ghi di san Francesco, patrono d’Italia per laclasse del primo classificato e per i ragazzivincitori in quanto aderenti alle associazio-ni promotrici.

NOTA BENEPer ragioni organizzative non è possibile ot-tenere la sostituzione dei premi predefini-ti, né lo spostamento temporale del lorogodimento. Ciononostante, qualora un’intera classe sco-lastica prima classificata intendesse rinun-ciare al soggiorno-premio cui ha diritto, l’or-

Regolamento del Concorso Fra

tellid’Italia

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ganizzazione potrà eventualmente provve-dere alla fornitura di libri.

II E III PREMIOLibri e materiali didattici alle classi cui ap-partengono gli studenti vincitori di ciascu-na categoria o ai vincitori aderenti alle as-sociazioni promotrici.

ALTRI PREMILa Giuria potrà assegnare, a sua discrezio-ne, menzioni speciali ed eventuali altri pre-mi ad elaborati delle diverse sezioni delConcorso segnalatisi per meriti particolario abbonamenti gratuiti ad alcune riviste par-tner del Concorso.

9. Pubblicazione e utilizzo degli elaborati

Le prove risultate vincitrici e quelle ritenu-te più interessanti potranno eventualmen-te essere pubblicate sulla rivista “Incontro”dell’Associazione Amici dell’Università Cat-tolica e nel sito internet ad essa collegato. Gli elaborati di carattere iconografico, pla-stico o narrativo spediti alla Direzione delConcorso non saranno restituiti agli autori,anche se non premiati o non pubblicati.Una selezione degli elaborati iconograficisarà donata alla Pinacoteca dell’età evolu-tiva PInAC “Aldo Cibaldi” di Rezzato (BS),ai fini della loro custodia e per l’eventualeesposizione in occasione di mostre tema-tiche inerenti.

10. OrganizzazionePromotrice del Concorso è l’AssociazioneAmici dell’Università Cattolica – Istituto G.Toniolo di Studi Superiori - Milano. L’elenco dei partner che, condividendo lefinalità del Concorso bene espresse nelbando, sostengono l’iniziativa è pubblicatosul sito www.istitutotoniolo.it. Per ulteriori informazioni: Associazione Ami-ci dell’Università Cattolica, tel. 02/72342817,e-mail [email protected]

2010-2011 Partner dell’iniziativa

Associazione Amici dell’Università Cattolica

Istituto Giuseppe Toniolo di Studi SuperioriEnte fondatore e garante dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Largo Gemelli, 1 - 20123 MilanoTel. 02.7234.2817 - Fax 02.7234.5494 -

www.istitutotoniolo.it - [email protected]

ACRAzione Cattolica dei Ragazzi

Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università

Conferenza Episcopale Italiana

Centro ItalianoCentro ItalianoStudi sulla FamigliaStudi sulla Famiglia

Facoltà di Scienze della formazioneCattedra di Letteratura per l’infanzia

Centro di ricerca “Letteratura e cultura dell’Italia unita”Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Spettacolo

Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea

Associazione professionale cattolicadi insegnanti, dirigenti e formatori

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INCONTRO n. 3-4 / 201012

L’inno di Mameli: simbolo del Risorgimento

Diciamolo in musica

Ènato più di 160 anni fa e an-cora oggi, in diverse occasio-ni, lo sentiamo cantare e suo-

nare: il 2 giugno, durante la festa del-la Repubblica, oppure quando gio-ca l’Italia negli stadi o ancora allapremiazione dei campioni italianinelle gare sportive.

Fratelli d’Italia è il canto simbolo del-la nostra identità come nazione e siispirò allo spirito repub-blicano e democraticoancora prima chel’Italia diventasseuna Repubblica euna democrazia.

Il poeta con lasciabola

Era il 1847 quandoGoffredo Mameli, ungiovane patriota genove-se, che era anche un poeta, ne scris-

se le parole. All’epoca l’Italia non erauna nazione perché era divisa in tan-ti piccoli stati. Però molti pensava-no che doveva diventarlo. Tra gli al-tri anche Mameli che sacrificò la suavita combattendo per difendere laRepubblica Romana, a fianco di Maz-zini e Garibaldi. Morì che aveva so-lo 22 anni.

Mameli chiese di comporre la mu-sica di Fratelli d’Italia a un altro ge-

novese, Michele Novara, giovanis-simo anche lui, di soli 25 anni.

Novaro, come Mameli, era un con-vinto patriota e, suggestionato dalsogno dell’unità nazionale, aveva giàscritto musiche per diverse odi pa-triottiche. Si racconta che un comu-ne amico, il pittore Ulisse Borzino,si incaricò di portare il manoscrittodel testo da Genova a Torino, doverisiedeva a quel tempo Novaro, e loconsegnò al musicista durante unariunione. “Dà un’occhiata – disseBorzino. – Questo te lo manda Gof-fredo”. Fu un colpo di fulmine. No-varo lesse il testo, si mostrò emo-zionato, lo lesse una seconda volta,lo fece vedere agli altri e infine lo de-clamò ad alta voce. Subito il musici-sta si sedette al clavicembalo, ma eratroppo disturbato. Corse allora a ca-sa sua e si rimise all’opera e scrissele note di getto.

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13INCONTRO n. 3-4 / 2010

Diffuso in tutta Italia

Nonostante a quel tempo non cifossero i mezzi di comunicazione cheoggi noi conosciamo, l’inno si diffu-se in pochissimo tempo, stampato sufoglietti volanti. Fu eseguito per laprima volta sulla piazza del santua-rio di Oregina, a Genova, il 10 di-cembre 1847, davanti a un pubblicodi 30.000 patrioti che lo intonaronoentusiasticamente, in occasione delcentenario della cacciata degli au-striaci da Genova. Dopo qualchegiorno tutti conoscevano l’inno e inparticolare i genovesi continuavanoa cantarlo nelle dimostrazioni con-tro gli stranieri che si susseguivanonella città. Divenne l’inno del nostroRisorgimento, facendo da sfondo adiversi avvenimenti storici: dalla pri-ma alla seconda guerra d’indipen-denza, alla spedizione dei Mille. Ri-suonò anche sulle barricate delle Cin-que Giornate di Milano nel ’48. Lagente di strada lo cantava a squar-ciagola, così pure i soldati durantele marce e i bivacchi o sui campi dibattaglia.

Non a caso Giuseppe Verdi, nelsuo Inno delle Nazioni del 1862, affidòproprio a Fratelli d’Italia – e non allaMarcia Reale – il compito di simbo-leggiare la nostra patria, ponendoloaccanto a God Save the Queen e allaMarsigliese.

Verso la fine dell’800, era cono-sciuto persino dai bambini che fre-quentavano la scuola elementare. Nelsegno dell’irredentismo che volevariannettere il Trentino e la VeneziaGiulia, venne rispolverato anche du-rante la prima Guerra Mondiale. So-lo nel periodo della dittatura di Mus-solini, venne sostituito con altri can-ti patriottici che dovevano esaltarela figura del duce. I partigiani che siopponevano alla tirannia fascista, loelessero invece come loro canto. Do-po la fine della seconda Guerra Mon-diale e con l’armistizio dell’8 set-tembre 1943, Fratelli d’Italia ritornòad essere riconosciuto e, già duran-te il governo Badoglio, ci si pose ilproblema di quale potesse essere l’in-no per rappresentare la nostra na-zione.

Inno ufficiale

Solo nel 1946, il 14 ottobre, vin-cendo la concorrenza di Va pensieroe della Canzone del Piave, diventò l’in-no ufficiale del nostro Paese, attra-verso un provvedimento governati-vo preso durante i lavori dell’As-semblea Costituente. Ogni tantoqualcuno dice che è brutto e vecchioe propone di creare un nuovo inno.Ma Fratelli d’Italia resiste a tutte le po-lemiche. Lo stesso Presidente Ciam-pi ha affermato che “è un inno che,quando lo ascolti sull’attenti, ti fa vi-brare dentro; è un canto di libertà diun popolo che, unito, risorge doposecoli di divisioni, di umiliazioni”.E quando, all’apertura delle cele-brazioni verdiane e della stagione li-rica, il 7 dicembre 2000, Riccardo Mu-ti ha eseguito l’inno, tutta la plateaha cominciato a cantarlo. Cantava-no anche Ciampi e la moglie e, nelpiù importante tempio della musicalirica, pareva di essere tornati al-l’epoca del Risorgimento.

Silvia Bonzi

Le parole dell’inno

Da Scipione ai Vespri Siciliani...

Sono cinque strofe, scritte con un lin-guaggio che oggi non è sempre fa-

cile capire. Anche perché l’autore facontinuamente riferimento a episodidi storia romana e medievale e, natu-ralmente, a quello che succedeva aisuoi tempi, verso la metà dell’800. Inpochi conoscono tutte le parole, di so-lito ci si limita a cantare la prima stro-fa. Eppure nel testo vengono citati mol-ti episodi di patriottismo di varie epo-che e di diverse regioni: da Scipionel’Africano che sconfigge i Cartagine-si, al capitano rinascimentale fiorenti-no Francesco Ferrucci che difese la re-pubblica di Firenze assediata dall’im-pero tedesco di Carlo V, al giovane pa-triota genovese Giovanni Battista Pe-rasso, soprannominato Balilla che, lan-ciando sassate, fu il simbolo della ri-volta antiaustriaca nel 1746, alla bat-taglia medievale di Legnano contro ilBarbarossa, al movimento d’indipen-denza dei Vespri siciliani nel XIII se-

colo contro la dominazione angioina…Mameli vuole infatti ricordare che, inmolti avvenimenti storici, gli italianihanno saputo resistere alla prepoten-za dei padroni stranieri sentendosi“fratelli”.La prima strofa, quella che di solito sicanta, dice così:

Fratelli d’Italia,l’Italia s’è desta (cioè destata, svegliata);dell’elmo di Scipio (Scipione l’Africano, il generale romano che sconfisse i Cartaginesi nel 200 avanti Cristo)s’è cinta la testa (cioè ha preso l’elmo di Scipione e se l’è messo in testa, perché èpronta a combattere).Dov’è la vittoria?Le porga la chioma (i capelli);(per)ché schiava di RomaIddio la creò (e quindi, visto che Dio ha deciso che Roma, cioè l’Italia, debba sem-pre vincere, sulla testa dell’Italia andrà la corona della vittoria).Stringiamci (stringiamoci) a coorte (era uno schieramento di sodati romani e si-gnificava che tutti i patrioti dovevano riunirsi per combattere in nome dell’Italia)!Siam pronti alla morte;L’Italia (ci) chiamò. Sì!

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14

Sulle tracce dell’arte e della storia

Dietro l’angolo

Credo sia capitato a tutti di in-terrogarsi sul personaggio ol’evento storico cui è dedica-

ta la via in cui si abita o il viale chesi percorre ogni giorno.

La toponomastica delle nostre cit-tà traccia interi quartieri dedicati amovimenti artistici o storici che snoc-ciolano una serie di epigoni di mo-vimenti, correnti o periodi.

Ci sono slarghi, piazze, piazzali,piazzette “abitate” da busti e figureintere di marmo, di bronzo, di pie-tra, di materiali diversi.

Sono le rappresentazioni tridi-mensionali di personaggi in abiti difoggia antica o recente che alludono

alle Arti e alle Lettere, alla Storia oalla Filosofia, alla Poesia o alla Scien-za. A volte sono accompagnati daglistrumenti dell’arte o della discipli-na cui hanno dedicato la vita e il lo-ro ingegno. A volte sono Allegorie oMiti.

A volte sono personaggi che han-no compiuto grandi o eclatanti im-prese, a volte eroi o martiri diun’ideale patria libera da tirannie oservaggi stranieri. A volte sono grup-pi scultorei che rappresentano azio-ni collettive di anonimi protagonistidi eventi storici.

Le immagini della storia

Ci sono chiese e luoghi di culto fre-quentati abitualmente, che sono im-preziositi da tele, pale d’altare, edi-cole, sarcofagi, bassorilievi di cui nonsappiamo nulla, oppure solo i nomidegli artisti se pubblicizzati turisti-camente.

Ci sono edifici e palazzi, dai cen-tri storici alle periferie riqualificate,che dialogano con la vita di tutti igiorni e non vediamo più, di loroignoriamo tutto o pensiamo di sa-pere tutto senza aver mai veramen-te conosciuto nulla.

Ci sono i dettagli che passano inos-servati e che solo un’attenta regiadello sguardo può rivelare: le lapidicommemorative fissate ad uno sta-bile, gli stipiti di porte e finestre, ifregi, gli archi dei portoni, i porticidel centro, le colonne, la pavimen-tazione in mosaico di un sito ar-cheologico vicino alla gelateria piùin voga del momento.

E poi le opere d’arte messe ad ar-redo delle piccole e grandi città: scul-ture allestite dentro gli spazi urbani;chi le ha fatte, cosa raccontano a chile guarda, perché e quando sono sta-te situate proprio lì.

In Piazza Cinque Giornate, pas-sa il tram numero 12. Ma che saràmai successo e quando?

E la statua della Bell’Italia, nel-l’angolo a nord della piazza; chi

era costei?

INCONTRO n. 3-4 / 2010

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per ragazzi

15INCONTRO n. 3-4 / 2010

Un catalogo per le strade

Potremmo continuare ancora alungo, perché l’arte, gli artisti, la sto-ria e la cultura incrociano con la no-stra quotidianità ad ogni piè so-spinto; almeno nel nostro Paese.

Consideriamo l’elencazione ap-pena compiuta come una provoca-zione, un catalogo ricco, un reperto-rio aggiornabile e accessibile agli in-segnanti e agli alunni che accette-ranno la sfida di lavorare, per ren-dere attiva quella regia dello sguar-do cui abbiamo accennato.

È una sfida che si attua con unosforzo, educativo e formativo, che ri-sponde a un preciso obiettivo peda-gogico: provare ad accorciare la pro-spettiva dell’arte e della storia - per-cepite come remote, opache - rispet-to al rutilante mondo delle immagi-ni digitali videotrasmesse e precon-fezionate dai media di massa - perconsentire un approccio originale,vitale e condiviso. Come?

Per esempio guardandosi intor-no alla ricerca delle tracce dell’artee della storia. Anche quella risorgi-mentale così lontana e pur così vi-cina.

Giovani investigatori

Il suggerimento è diventare inve-stigatori incuriositi dai dettagli, in-trigati dagli indizi, divertiti dalle pi-ste di scoperta.

Insomma inviati speciali con car-ta e matita, colori e pennelli per sco-vare, segnalare, riproporre ciò che il

quotidiano mostra ma non svela, peraffrancarsi dalla superficialità dellosguardo che guarda e non vede.

Un percorso concreto di allonta-namento dalla cecità indotta dal trop-po vedere.

Elena PasettiDirettrice Pinacoteca Internazionale

dell’età evolutiva Aldo Cibaldi

Fratelli d’Italia 1861: Un’avventura italiana

Paolo d’Altan e Serena PiazzaRizzoli - 18,50 euro

Un libro da leggere e uncd da ascoltare per co-noscere meglio il nostroinno nazionale: come ènato, il significato diquelle parole un po’oscure, una breve bio-grafia dell’autore e delcompositore.

Annalisa Strada, Gianluigi SpiniEdizioni Paoline - 12,00 euro

Iano è figlio di un patriota sicilia-no, Catena è l'unica figlia di unosbirro borbonico. Iano e Catenasono protagonisti di una storiad'amore e d'azione che si svolgementre sulla sfondo si tratteggial'impresa dei Mille. Da Palermo aMilano i due costruiscono la Sto-ria affrontando le sfide del lorotempo.

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Lo straniero o l’unione nella differenza A scuola con i media digitali

Il figlio del desiderio Bullismo Amor di patria

Manzoni e altra letteratura del RisorgimentoGiuseppe LangellaBliu 10 - 20,00 euro

Che cos’hanno in comune un bersaglie-re piemontese e un picciotto siciliano?L’Italia è soltanto un’espressione geo-grafica? O possiamo attribuire agli Italia-ni, con qualche fondamento, un’identitànazionale? E in ogni caso: perché al Ri-sorgimento d’Italia si volle dare una so-luzione unitaria? Non bastavano la libertàe l’indipendenza? E perché si pretese atutti i costi Roma capitale? L’autore diquesto libro ha cercato le risposte di-

rettamente nei testi dei letterati che han-no accompagnato il processo risorgi-mentale fissandone la tavola dei valori,senza disdegnare, all’occorrenza, di as-sumere un ruolo di primo piano sul pal-coscenico della storia, come padri dellaPatria o martiridella sua reden-zione. Il volumeabbraccia un ar-co di tempo cheva dal Foscolodell’Ortis (1802)al De Amicis diCuore (1886).

Tra realtà e rappresentazioneStefano Caneppele – Laura Mezzanot-te – Ernesto U. SavonaVita e Pensiero - 18,00 euro

Di bullismo pur-troppo si parlasempre più spes-so. Ma la sua defi-nizione non è sem-plice. Dire “bulli-smo” significa allu-dere a un universocomplesso: ne fan-no parte la famiglia,la scuola, luogo in cuii comportamenti ac-cadono e si riproducono, e un intrecciodi altri fattori, tra cui la molteplicità di na-zionalità e culture, i pregiudizi, le mode,le nuove tecnologie. Da qui l’importan-za di una lettura a più livelli e punti di vi-sta. Ci sono l’analisi scientifica e la vocedell’opinione pubblica rilevata attraversola lettura dei giornali. E ci sono i prota-gonisti: le vittime e i bulli che racconta-no se stessi, spesso attraverso la rete. Daultimo il bullismo è visto attraverso la len-te di una grande comunità scolastica cam-pione. Completa questo percorso la pre-sentazione delle migliori esperienze at-tuate per contrastare il fenomeno.

Una rivoluzione antropologicaMarcel GauchetVita e Pensiero - 12,00 euro

Se il XX è stato il secolo della scopertadel bambino reale, supportata dalla na-scita contemporanea della pediatria, del-la pedagogia e della psicoanalisi, il XXI èil secolo della sacralizzazione del bam-bino immaginario. La nostra società esal-ta la dimensione infantile fino a mitizzarlae a mistificarla. Il bambino è diventato

un “figlio del de-siderio”: primaera un dono del-la natura, ora è ilrisultato di unavolontà espressa.Su di lui pesanocome macigni leaspettative di ge-nitori e società:deve fare i conticon un immagi-nario sociale chelo ha eletto a pro-

pria utopia, l’ultima speranza di vedererealizzato un mondo diverso. Su questa“rivoluzione antropologica” si incentra lariflessione del filosofo e sociologo fran-cese Gauchet.

Michel de CerteauVita e Pensiero - 18,00 euro

Proposto per la prima volta in traduzione ita-liana, questo testo del gesuita Michel de Cer-teau (1925-1986), fu pubblicato in Francianel ‘69. Di notevole attualità la sua tesi difondo: la crisi delle certezze religiose, la sco-perta sconcertante che all’esperienza delcredente è intrinseco anche un non-sa-pere. E Dio si mostra come uno “stranie-ro” che irrompe destabilizzando la logo-rata ‘domesticità’. In questo processo puòdarsi l’accadimento autentico di esseresorpresi da Dio, nell’inaspettato incontro con la sua pre-senza. «Una verità interiore appare solo con l’irruzione di un altro»,ci dice, «perché si riveli, occorre sempre l’indiscrezione dello stra-niero o l’urto di una sorpresa. Bisogna essere sorpresi per diventa-re veri». Come i discepoli di Emmaus, tutti i cristiani incontrano inmodo nuovo l’alterità degli uomini e attraverso essa fanno espe-rienza dell’alterità di Dio. Accettando di lasciarsi cambiare, ognunopuò diventare più libero e solidale con gli altri, con i quali costruirà,nel messaggio fiducioso dell’autore, «l’unione nella differenza».

Problemi, didattiche, strumentiPier Cesare Rivoltella – Simona Ferrari (a cura di)Vita e Pensiero - 18,00 euro

I media digitali oggi sono parte del-la vita delle persone: più che co-me strumenti, si pongono comeveri e propri ambienti nei quali sicomunica, si scambiano informa-zioni, si svolgono infinite funzioniche riguardano il lavoro, l’apprendimento, il tempo libero. È ne-cessario per la scuola raccogliere la sfida. La dotazione tecnologi-ca è un primo passo nella direzione del cambiamento, insiemealla capacità degli insegnanti di mettersi in gioco e sviluppare nuo-ve competenze. Questo volume intende proporsi come strumentoper tale scopo: lo fa raccogliendo i risultati di una riflessione con-dotta dal CREMIT dell’Università Cattolica del S. Cuore grazie anumerosi progetti sviluppati con le scuole.L’intento è quello di definire significato e metodo di una didatticache si confronti con i media digitali – cosa sono, che specificitàhanno, come possono essere usati in classe – e trova continuitànel DVD allegato.