INCONTRO CLASSI 4^ e 5^ 2^ LEZIONE METODOLOGIE DIDATTICHE: IL COOPERATIVE LEARNING.

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INCONTRO CLASSI 4^ e 5^ 2^ LEZIONE METODOLOGIE DIDATTICHE: IL COOPERATIVE LEARNING

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INCONTRO CLASSI 4^ e 5^

2^ LEZIONE

METODOLOGIE DIDATTICHE:

IL COOPERATIVE LEARNING

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Un insieme di tecniche di conduzione della classe nelle quali gli studenti lavorano a piccoli gruppi e ricevono valutazioni individuali e di gruppo in base ai risultati conseguiti.

È un metodo didattico ed educativo che applica particolari tecniche di cooperazione nell’apprendimento (Veggetti)

METODOLOGIE: IL COOPERATIVE LEARNING

2MARIO FRACCARO

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QUALE CLASSE VOGLIO???

Sostanzialmente i climi che l’insegnante può promuovere con il suo atteggiamento possono essere di tre tipi:

- un clima individualistico rinunciatario;

- un clima competitivo aggressivo;

- un clima democratico cooperativo.

3MARIO FRACCARO

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Un gruppo (e non un insieme di individui) che ha obiettivi comuni e si organizza, cooperando, per raggiungerli; ciò produce interazioni e influenze reciproche sul piano funzionale e relazionale/affettivo, che creano apprendimenti, appartenenze, regole e valori.

Un gruppo sociale in quanto è portatore delle istanze, dei valori, delle finalità, delle aspettative di un determinato contesto sociale (K.Levin). Un sistema che vive e interagisce con altri sistemi, che evolve nel tempo maturando una propria storia che è unica. Un luogo dove si sviluppano una serie di processi che interagiscono fra loro in un sistema di processi.

LA CLASSE È…

4MARIO FRACCARO

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•Non esistono dimensioni ideali per un gruppo di apprendimento cooperativo, poiché esse dipendono dagli obiettivi della lezione, dall’età e dall’esperienza degli studenti nel lavoro di gruppo, dalle materie di studio e dalle attrezzature e dal tempo disponibile.•In genere i gruppi sono composti da 2 – 4 persone, la regola è che più piccoli sono, più è facile identificare le eventuali difficoltà che gli studenti possono incontrare lavorando insieme.•Maggiori sono i gruppi, maggiori sono le capacità e le conoscenze, le abilità dei suoi membri, più complesse diventano le interazioni.

12 interazioni2 interazioni6 interazioni

GRUPPO COMPOSTO DA PIÙ PERSONE

5MARIO FRACCARO

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L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO È…

Mario Comoglio definisce il cooperative learning come un metodo che insegnando educa:

“... un insieme di tecniche per la classe secondo le quali gli studenti lavorano in piccoli gruppi per attività di apprendimento e ricevono valutazione in base a risultati conseguiti dal

gruppo e si differenzia sia da altre tecniche basate sulla

collaborazione tra studenti, sia dal tradizionale lavoro di gruppo per le specifiche caratteristiche identificate nell’interdipendenza positiva,

nell’interazione faccia a faccia, nell’insegnamento diretto e nell’uso delle abilità

sociali, nell’agire in piccoli gruppi, nella revisione del lavoro svolto e nella valutazione individuale e di gruppo”.

6MARIO FRACCARO

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I PRINCIPI DI BASE

Nel gruppo esiste una LEADERSHIP DISTRIBUITARAGGRUPPAMENTO ETEROGENEO INTERDIPENDENZA POSITIVAACQUISIZIONE DI ABILITÀ SOCIALIAUTONOMIA DEL GRUPPO

7MARIO FRACCARO

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E CIOÈ… LEADERSHIP DISTRIBUITA (non esistono studenti leader, non si

assegnano ruoli di leader, né ci si preoccupa che ce ne sia uno in ogni gruppo)

È da preferire sempre un RAGGRUPPAMENTO ETEROGENEO (scelta casuale dei componenti con caratteristiche di non omogeneità);

Motore propulsore dell’impegno dei gruppi è l’ INTERDIPENDENZA POSITIVA (reciproca dipendenza fra i componenti, spingendoli a cooperare anche se ci sono resistenze iniziali);

Durante le attività non ci si deve mai dimenticare di favorire l’ACQUISIZIONE DI ABILITÀ SOCIALI ;

Va sollecitata l’AUTONOMIA DEL GRUPPO (il gruppo è autosufficiente al suo interno, senza ricorrere all’insegnante).

8MARIO FRACCARO

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CARATTERISTICA DEL C.L. È L’INTERDIPENDENZA POSITIVA TRA I

COMPONENTI DEL GRUPPO

►È la relazione indispensabile tra i membri di un gruppo per conseguire un risultato,

►è il risultato di una struttura di lavoro predisposta dall’insegnante in modo tale da vincolare i membri al raggiungimento di uno scopo,

garantendone la cooperazione reciproca effettiva.

►Il festeggiamento finale del successo è espressione della corresponsabilità di tutti. 9MARIO FRACCARO

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Il gruppo è percepito/vissuto come:

- un campo di esperienza intermedia in cui è possibile ‘sperimentare’ le relazioni in modo protetto,

- ma anche come territorio infìdo in cui ci si muove tra vincoli e possibilità

I PROBLEMI DEL GRUPPO

10MARIO FRACCARO

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allagamenti emotivi che paralizzano il lavoro conflitto riattivazione di dinamiche genitoriali riduzione del lavoro ai suoi aspetti formali

ricerca di rapporti privilegiati e ‘alleanze contro’

• il gioco delle ‘simpatie-antipatie’

• dipendenza, controdipendenza e interdipendenza centratura sui propri bisogni ed interessi

Il gruppo come sistema di cooperazione

tra collaborazione e conflitto

11MARIO FRACCARO

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La pianificazione di una lezione di Cooperative Learning prevede 4 fasi, ciascuno composta da diversi passi:

PRIMA FASE: Identificare la / le lezioni da svolgere.

SECONDA FASE: Stabilire obiettivi e compiti.

TERZA FASE: Prendere decisioni organizzative.

QUARTA FASE: Definire le modalità con le quali avverrà il processo di controllo e di revisione dell’attività svolta in gruppo specificando con esattezza anche” che cosa” dovrà essere migliorato o evitato nell’attività successiva.

12MARIO FRACCARO

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Azione!

Spiega ( ... e discute con la classe)obiettivi compitoprocedure

motiva, crea aspettativa

verifica che gli studenti abbiano capito

consegna il foglio di lavoro ai gruppi

spiega i criteri di valutazione

struttura l’interdipendenza positiva

è consulente , fornisce supporto anziché dare la soluzione

fa il monitoraggio dell’interazione tra i gruppi del percorso di apprendimento

L’insegnante ha la regia:regia:

Durante la lezione

13MARIO FRACCARO

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Raccoglie dati

sulla preparazione

raggiunta dagli studenti

sui processi attivati dal

gruppo

con uso di procedure cooperative

•Feedback sui dati raccolti

•riflessione/discussione su lavoro

svolto

•obiettivi di miglioramento

Dopo la lezione

14MARIO FRACCARO

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Deve essere coerente con la metodologia usata, non può essere solo individuale. 

Occorre fare attenzione a non svilire le individualità, appiattendo la valutazione sull’esito complessivo del gruppo.

E’ quindi utile prevedere una doppia valutazione, una individuale e una di gruppo, applicandola, possibilmente, in diverse fasi del lavoro e a diverse competenze.  

Un buon equilibrio potrebbe essere 30% collettivo e 70% individuale, dove la parte collettiva potrebbe anche risultare dalla media dei voti di tutti i membri. 

Volendo, si potrebbe inserire un “bonus” per la capacità di relazionarsi positivamente; tale capacità può essere monitorata con apposite griglie e va posta come elemento di discussione costante nel gruppo.

In ogni caso, l’interdipendenza fra il voto personale con quello del gruppo mantiene la coesione e stimola la collaborazione reciproca, senza svilire le differenze individuali.

SULLA VALUTAZIONE…

15MARIO FRACCARO

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STUDENTE

Costruttore attivo della propria conoscenza

Apprendista/Insegnante

delle proprie conoscenze

integrazione

Valorizzazionedelle

proprie capacità

Maggiori responsabilità

16MARIO FRACCARO

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A quali obiettivi educativi risponde la didattica fondata sull’Apprendimento

Collaborativo?

A quali obiettivi educativi risponde la didattica fondata sull’Apprendimento

Collaborativo? •Favorire l'esperienza attraverso il processo di costruzione della conoscenza (maggiore responsabilità negli studenti, ruolo di facilitatore per l'insegnante, cfr J. Bruner)

• promuovere esperienze di comprensione e verifica diversificate (risolvere lo stesso problema in diversi modi cfr. H. Gardner)

•inserire l'apprendimento in contesti realistici e rilevanti (osmosi tra scuola e vita reale cfr. L. Vytgosky)

•incoraggiare il processo di apprendimento centrato sullo studente (obiettivi autodefiniti cfr. J. Bruner e D. Ausubel)

•inserire l'apprendimento in un'esperienza sociale (cfr. K. Levin, L.Vytgosky, D. Goleman)

17MARIO FRACCARO

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Aiuta il docente a qualificare l'intervento educativo :

• favorire l'interdisciplinarietà;

• valorizzare le diverse capacità;

• formare gruppi di potenziamento, consolidamento;

• recuperare allievi problematici, poco motivati allo studio e con problemi affettivi, motivazionali, sociali e cognitivi di apprendimento;

• integrare allievi disadattati, diversi (handicappati, di diversi gruppi

etnici...);

• valorizzare allievi bravi ;

• educare alla partecipazione democratica e all'accettazione dei diversi;

• assumere responsabilità personali e collegiali;

• gestire e controllare progetti;

• preparare a lavorare in team.18MARIO FRACCARO

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♦ acquisire una positiva immagine di sé

♦ intessere relazioni positive

♦ incrementare l'autostima

♦ riconoscersi come soggetto responsabile e consapevole

♦ soddisfare il proprio bisogno di benessere e felicità

♦ imparare a vivere la "differenza"

♦ riconoscersi capace di raggiungere risultati positivi

♦ sviluppare un'autonoma capacità di scelta

♦ controllare consapevolmente situazioni comunicative-relazionali

♦ soddisfare il bisogno di conoscere in forma attiva e partecipe

♦ sapersi orientare autonomamente nelle scelte   

AIUTA L’ALUNNO A:

19MARIO FRACCARO

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Benefici dell’apprendimento cooperativo1. I più deboli beneficiano dell’aiuto dei

compagni più dotati2. Gli studenti più “bravi” (generalmente

più ostili al gruppo) sono quelli che se ne avvantaggiano maggiormente, in quanto vengono sottoposti alla “prova cognitiva” di imparare insegnando.

20MARIO FRACCARO

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Efficacia dell’apprendimento cooperativo

Singolistudenti

Gruppotradizionale

di apprendimento

Gruppo di apprendimento cooperativo

Efficaciaapprendimento

Livello di apprendimento21MARIO FRACCARO

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Per concludere: la ricerca sul Cooperative Learning ribadisce che

• si ottengono risultati migliori e più duraturi dell'insegnamento tradizionale;

• tanto migliori quanto più vengono usati

i riconoscimenti e le ricompense di gruppo;

gli scambi di suggerimenti e spiegazioni fra gli allievi;

quando al riconoscimento per i risultati del gruppo si abbina l'importanza assegnata alla responsabilità individuale del singolo allievo.

22MARIO FRACCARO

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Tabella 1: Tipologie d’interdipendenza e singole definizioni

1. Scopo I membri di un gruppo lavorano insieme per raggiungere un risultato comune.

1. Ricompensa I membri di un gruppo lavorano insieme per uno scopo per il quale avranno un riconoscimento (un premio, un voto in più, i complimenti, un bonus).

1. Risorse I membri di un gruppo per raggiungere un risultato comune dipendono da competenze ed abilità differenziate (interdipendenza di abilità) o di materiali (interdipendenza di materiali).

1. Compito I membri pur avendo uno scopo unico da raggiungere si suddividono parti del compito da svolgere individualmente ma chiaramente finalizzate allo stesso obiettivo.

1. Ruoli I membri durante lo svolgimento di un compito assumono dei ruoli utili al buon funzionamento del gruppo.

1. Fantasia I membri durante lo svolgimento di un compito si impegnano individualmente nella generazione di idee, soprattutto quando il compito richiede di essere creativi. Le idee poi sono discusse in gruppo.

1. Identità I membri durante lo svolgimento di un compito si sentono parte di uno stesso team, come se facessero parte di una squadra.

1. Contro una forza esterna (di competizione)

I membri durante lo svolgimento di un compito si trovano a competere contro i membri di altri gruppi.

1. Valutazione I membri durante lo svolgimento di un compito ricevono una valutazione ponderata sulla base dei risultati ottenuti da ciascuno.

1. Celebrazione I membri portano a termine un compito e raggiunto uno scopo, un risultato, percepiscono che quanto ottenuto non è solo il risultato di uno sforzo di un solo membro ma anche dell’impegno di tutti gli altri. Da qui scatta il desiderio di celebrare il successo.

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

M. Comoglio, Apprendere ad applicare il Cooperative Learning, LAS,ROMA 1998

H. Gardner, Sapere per comprendere, Feltrinelli, Milano,1999

M.S. Veggetti, L’apprendimento cooperativo, Carocci, Roma, 2004. Nel testo si fa riferimento alle teorie pedagogiche di Levin, Piaget, Vytgosky, Bruner, Gardner, Sternberg,Goleman.

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