Incontro Cattolici impegnati in Politica

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 8 aprile 2012 amore è per sua natura diffusivo di sé, tende all’altro, non può restare chiuso nel nostro cuore, rischierebbe di corrompersi e trasformarsi in egoismo, sciuperebbe la vita. Va donato, ognuno ha bisogno dell’amore dell’altro per guardare con serenità il suo presente ed il suo futuro. C’è sempre qualcuno che lo aspetta da noi e non possiamo mai privare nessuno di quell’affetto che gli serve per vivere. Serve alla singola persona, serve all’umanità. Il matrimonio è il Sacramento che ci aiuta a valorizzare questo dono. È l’amore che diventa sacro, cioè il più possibile vicino a quello di Dio. L IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di monsignor Ezio Morosi U U n n b b e e l l c c e e r r c c h h i i o o d d i i p p o o l l i i t t i i c c i i : : s s o o r r p p r r e e s s a a p p a a s s q q u u a a l l e e ! ! DI NICOLA SANGIACOMO a meditazione spirituale giova al clima politico cittadino: è la bella sorpresa pasquale che emerge dal ritiro di fine Quaresima al quale anche quest’anno il Vescovo ha invitato i cattolici impegnati in politica. Una mattinata di preghiera, meditazione e proposta nella quale si è creato un clima davvero costruttivo anche tra persone che solitamente in consiglio comunale siedono su fronti contrapposti. Una bella sorpresa per chi, soprattutto negli ultimi tempi, è abituato a vivere in un clima di litigiosità permanente. L’immagine anche plastica del clima dell’incontro è data dal grande cerchio che si è formato nella sala Piccioni dove tutti potevano guardarsi in faccia e nessuno si poteva sentire in seconda fila. La mattinata è cominciata con la celebrazione della Messa nella cappella del Vescovado durante la quale monsignor Giusti ha invitato i presenti a superare il materialismo spirituale che caratterizza la nostra epoca e a prendersi cura dei più poveri della nostra società a partire dai bambini e gli anziani. “Sono proprio loro – ha sottolineato - che soffrono maggiormente le politiche contro la famiglia, quello che rimane il valore dei valori nonostante i cambiamenti che l’hanno interessata negli ultimi anni”. La meditazione è proseguita con la relazione del filosofo tedesco Ottman che ha trattato il tema della dottrina cristiana della storia evidenziando come da questa scaturisca il pragmatismo politico dei cristiani che sanno essere tolleranti e pacati perché si rendono conto che non si possono attendere la salvezza dalla politica dove tutto è provvisorio e limitato. Dal dibattito che è scaturito L sono emerse diverse riflessioni significative che hanno preparato il terreno alle proposte finali del Vescovo, sintetizzabili in tre punti: l’opportunità di pensare ad un’azione comune dei cattolici presenti in Consiglio Comunale per favorire un nuovo welfare “amico della famiglia”; la prospettiva di riflettere su una nuova forma di manifestazione del consenso nei matrimoni civili e la convergenza dell’impegno di tanti per sollecitare nuove iniziative che tendano a creare lavoro e ricchezza per il territorio livornese. Sulla prima proposta, che riguardava direttamente i dieci consiglieri comunali presenti, c’è stato un impegno unanime che si è manifestato nella risposta quasi corale “tutti” alla domanda su chi voleva partecipare al gruppo di lavoro da costituire. Sulla seconda monsignor Giusti ha invitato i presenti a partecipare al prossimo convegno giuridico che il Progetto Culturale diocesano promuoverà nel mese di maggio sulla questione del matrimonio civile. Sulla terza ha chiesto uno sforzo comune per rilanciare il lavoro e l’occupazione in città: a questo riguardo ha presentato il contributo sul tema che sta pensando la diocesi con la progettazione di una scuola di arti e mestieri nel nuovo centro Caritas di via Donnini. Tutte queste proposte monsignor Giusti le ha inserite nel quadro della realizzazione della lobby per i poveri che ha lanciato ufficialmente prima di Natale e che ha cominciato a muovere già in questi mesi passi molto concreti. A questo proposito è stato particolarmente significativo e preoccupante l’intervento dell’assessore al Bilancio del Comune Nebbiai che ha evidenziato come il taglio alle risorse del Comune da parte del Governo già nel 2012 ammonti a 24 milioni di euro tra minori trasferimenti (18milioni) e riduzione del gettito ex Ici, oggi Imu (6 milioni). Per il 2013 si prevedono ulteriori tagli per 9 milioni. In base a queste cifre l’assessore ha detto che per il 2012 l’amministrazione pensa di mantenere con grande fatica tutte le risorse destinate ai servizi sociali, ma per il 2013 questo deve essere già considerato impossibile. Ha aggiunto quindi di contare molto sulla collaborazione della istituzioni cattoliche, Caritas in testa, per far fronte a questa situazione di grave emergenza sociale che si prospetta per i prossimi anni. Il vescovo Giusti ha concluso la mattinata di riflessione sottolineando il clima costruttivo che si è realizzato e confidando che, in questo senso, Livorno si pone all’avanguardia come ha potuto capire dagli apprezzamenti che ha avuto sulla questione dai confratelli Vescovi. a santa celebrazione della notte di Pasqua inizia alle porte di una chiesa buia, senza alcuna luce, quasi a voler imitare le donne di cui parla il Vangelo. Esse di buon mattino, quand’era ancora buio, andarono verso il sepolcro di Gesù. Fu l’affetto che le legava a quel maestro a spingerle verso quella tomba. Era ormai passato un intero giorno da quando lo avevano sepolto, e volevano compiere un ultimo gesto di tenerezza e di affetto. Il loro cuore era profondamente triste e il loro animo ormai rassegnato; una pietra pesante, pesante come la morte, stava li, con la sua freddezza e la sua mole, a separarle per sempre da quel maestro, da quell’amico che le aveva capite e le aveva salvate da una vita senza senso. Nessuna di loro lo aveva tradito e abbandonato, come invece avevano fatto i discepoli. Tuttavia anch’esse erano convinte che ormai non c’era più nulla da fare. Pareva che la loro vita accanto a Gesù fosse definitivamente chiusa. E cosa poteva significare la tristezza di quel gruppetto di uomini e donne rimasti più o meno fedeli, di fronte all’indifferenza con cui la morte di Gesù era stata vissuta dalla grande maggioranza degli abitanti di Gerusalemme? Tutto sembrava finito. Per quelle donne restava solo un problema: come togliere la pietra pesante che chiudeva il sepolcro perché potessero onorare il corpo di Gesù con gli oli aromatici che avevano comprato. Gesù, come era vissuto da vivo cosi si comportava anche da morto Forse non sapevano che Gesù, come era vissuto da vivo cosi si comportava anche da morto: “Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (Mt 8, 20). Potremmo dire che neppure da morto pensò a se stesso. La tradizione della Chiesa vuole che nel giorno del Sabato Santo Gesù si situi la discesa agli inferi, al mondo della morte. Si! E’ sceso a chiamare e a liberare tutti coloro che lo avevano preceduto in questo mondo, da Adamo ed Eva sino al Battista, per condurli tutti assieme, con lui, nel suo regno. Anche a loro disse: “Oggi, sarete con me in paradiso”. Ma Gesù continua a scendere anche negli inferni di questo mondo, nei luoghi dimenticati del pianeta, la dove la vita e’ come sotto terra, là dove gli uomini e le donne sono schiacciati dal male, dall’ingiustizia, dalla guerra, dall’oblio, dalla dimenticanza, dalla crudeltà, dalla morte violenta, ingiusta. La risurrezione parte di qui, da una tomba, dalle tante tombe degli uomini, dai tanti luoghi di dolore e di afflizione. Se non sentiamo la preoccupazione — la stessa di quelle donne — di recarci verso questi luoghi di dolore; se non entriamo dentro le ferite che il male procura agli uomini, non potremo comprendere cos’e la resurrezione, e neppure capire l’annuncio di questa notte. Quelle donne, come accade per noi, vedono “un giovane, seduto sulla destra, vestito di una veste bianca, ed ebbero paura”. Era l’angelo del Signore, l’angelo della resurrezione. A loro, piene di paura, egli disse: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E risorto, non e qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto”. E un annuncio breve, semplice, eppure sconvolge letteralmente la terra (nel Vangelo di Matteo si parla di un terremoto che accompagna l’arrivo dell’angelo che fa rotolare la pietra che chiudeva il sepolcro). La parola dell’angelo vince la paura ed invita a una fede, che è vita. Da li tutto può cominciare di nuovo. La storia di Gesù non è finita con la sua morte, come avviene in ogni storia umana E la morte in croce, avvenuta non con un attentato ma con un preciso itinerario legale, voleva allontanare definitivamente anche il solo ricordo di Gesù. Quelle donne videro che la sua tomba era spalancata. Il Signore Iddio aveva sollevato dalla morte il suo Figlio sottraendo il suo corpo alla corruzione. Questa e la Pasqua! E il passaggio di Gesù dal buio della morte alla luce della vita. Un passaggio difficile ove Gesù e il “male” si sono affrontati in un estremo duello: ha vinto l’amore di Dio. Con la speranza che anche nella vostra vita sia sempre il bene a prevalere, via auguro Buona Pasqua! + Simone, Vescovo L PER RIFLETTERE Novità sugli scaffali del supermercato tamani (domenica 1 aprile ndr) sono passato davanti ad un supermercato, effettuava l’apertura festiva. Alla porta c’erano alcune signore con un carrello pieno di qualcosa che offrivano alle persone che entravano ... in questo periodo festivo le associazioni di volontariato fanno a gara per offrire piantine, uova di cioccolata o manufatti per le diverse finalità. Incuriosito guardo meglio il cartello e scopro che i volontari della parrocchia vicina, ma non troppo, offrivano sacchettini con ramoscello di olivo (benedetto?). La scena mi è sembrata paradossale. Mi ha sempre dato un certo fastidio quando vedevo le persone che passavano davanti chiesa e, senza neppure entrare per un momento di preghiera, prendevano l’olivo da chi lo offriva alla porta, magari chiedendo con insistenza: ma è benedetto? Pare che l’olivo benedetto sia un cult di cui non si può fare a meno indipendentemente dalla fede, dalla partecipazione alle celebrazioni ... una sorta di segno universale per una pace di cui c’è tanto bisogno. Ma al supermercato mi pare che sia proprio fuori luogo ... se in parrocchia c’è bisogno di soldi ed i bisogni sono tanti si può sempre mettere in moto la fantasia, ma l’olivo benedetto al supermercato proprio no. Intanto a Varese Nonna Olga, già da giorni va a vendere l’olivo benedetto, certificato dal parroco, per aiutare i gatti randagi. Al ridicolo non c’è mai fine don Luciano Cantini S Progetto culturale diocesano Oltre quella pietra pesante Il messaggio DI PASQUA Famiglia, matrimonio e lavoro le priorità indicate dal Vescovo nell’incontro con i cattolici impegnati in politica

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

8 aprile 2012

amore è per sua natura diffusivo di sé, tende all’altro, non puòrestare chiuso nel nostro cuore, rischierebbe di corrompersi e

trasformarsi in egoismo, sciuperebbe la vita.

Va donato, ognuno ha bisogno dell’amore dell’altro per guardare conserenità il suo presente ed il suo futuro. C’è sempre qualcuno che loaspetta da noi e non possiamo mai privare nessuno di quell’affettoche gli serve per vivere. Serve alla singola persona, serve all’umanità.

Il matrimonio è il Sacramento che ci aiuta a valorizzare questo dono.È l’amore che diventa sacro, cioè il più possibile vicino a quello diDio.

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IL GRANELLO DI SENAPEper gli sposi

di monsignor Ezio Morosi

UUUUnnnn bbbbeeeellll cccceeeerrrrcccchhhhiiiioooo ddddiiii ppppoooolllliiiittttiiiicccciiii::::ssssoooorrrrpppprrrreeeessssaaaa ppppaaaassssqqqquuuuaaaalllleeee!!!!

DI NICOLA SANGIACOMO

a meditazionespirituale giova al climapolitico cittadino: è labella sorpresa pasquale

che emerge dal ritiro di fineQuaresima al quale anchequest’anno il Vescovo hainvitato i cattolici impegnatiin politica. Una mattinata dipreghiera, meditazione eproposta nella quale si ècreato un clima davverocostruttivo anche tra personeche solitamente in consigliocomunale siedono su fronticontrapposti. Una bellasorpresa per chi, soprattuttonegli ultimi tempi, è abituatoa vivere in un clima dilitigiosità permanente.L’immagine anche plastica delclima dell’incontro è data dalgrande cerchio che si èformato nella sala Piccionidove tutti potevano guardarsiin faccia e nessuno si potevasentire in seconda fila.La mattinata è cominciata conla celebrazione della Messanella cappella del Vescovadodurante la quale monsignorGiusti ha invitato i presenti asuperare il materialismospirituale che caratterizza lanostra epoca e a prendersicura dei più poveri dellanostra società a partire daibambini e gli anziani. “Sonoproprio loro – ha sottolineato- che soffrono maggiormentele politiche contro la famiglia,quello che rimane il valoredei valori nonostante icambiamenti che l’hannointeressata negli ultimi anni”.La meditazione è proseguitacon la relazione del filosofotedesco Ottman che hatrattato il tema della dottrinacristiana della storiaevidenziando come da questascaturisca il pragmatismopolitico dei cristiani chesanno essere tolleranti epacati perché si rendonoconto che non si possonoattendere la salvezza dallapolitica dove tutto èprovvisorio e limitato.Dal dibattito che è scaturito

Lsono emersediverseriflessionisignificativeche hannopreparato ilterreno alleproposte finalidel Vescovo,sintetizzabiliin tre punti:l’opportunità di pensare adun’azione comune deicattolici presenti in ConsiglioComunale per favorire unnuovo welfare “amico dellafamiglia”; la prospettiva diriflettere su una nuova formadi manifestazione delconsenso nei matrimoni civilie la convergenzadell’impegno di tanti persollecitare nuove iniziativeche tendano a creare lavoro ericchezza per il territoriolivornese.Sulla prima proposta, cheriguardava direttamente idieci consiglieri comunalipresenti, c’è stato un impegnounanime che si è manifestatonella risposta quasi corale“tutti” alla domanda su chivoleva partecipare al gruppodi lavoro da costituire.Sulla seconda monsignorGiusti ha invitato i presenti apartecipare al prossimoconvegno giuridico che ilProgetto Culturale diocesanopromuoverà nel mese di

maggio sulla questione delmatrimonio civile.Sulla terza ha chiesto unosforzo comune per rilanciareil lavoro e l’occupazione incittà: a questo riguardo hapresentato il contributo sultema che sta pensando ladiocesi con la progettazionedi una scuola di arti e mestierinel nuovo centro Caritas divia Donnini. Tutte questeproposte monsignor Giusti leha inserite nel quadro dellarealizzazione della lobby per ipoveri che ha lanciatoufficialmente prima di Natalee che ha cominciato amuovere già in questi mesipassi molto concreti.A questo proposito è statoparticolarmente significativo epreoccupante l’interventodell’assessore al Bilancio delComune Nebbiai che haevidenziato come il taglio allerisorse del Comune da partedel Governo già nel 2012ammonti a 24 milioni di eurotra minori trasferimenti

(18milioni) e riduzione delgettito ex Ici, oggi Imu (6milioni). Per il 2013 siprevedono ulteriori tagli per 9milioni. In base a queste cifrel’assessore ha detto che per il2012 l’amministrazionepensa di mantenere congrande fatica tutte le risorsedestinate ai servizi sociali, maper il 2013 questo deve esseregià considerato impossibile.Ha aggiunto quindi di contaremolto sulla collaborazionedella istituzioni cattoliche,Caritas in testa, per far fronte aquesta situazione di graveemergenza sociale che siprospetta per i prossimi anni.Il vescovo Giusti ha conclusola mattinata di riflessionesottolineando il climacostruttivo che si è realizzato econfidando che, in questosenso, Livorno si poneall’avanguardia come hapotuto capire dagliapprezzamenti che ha avutosulla questione dai confratelliVescovi.

a santa celebrazione della notte di Pasqua inizia alle porte diuna chiesa buia, senza alcuna luce, quasi a voler imitare ledonne di cui parla il Vangelo. Esse di buon mattino,quand’era ancora buio, andarono verso il sepolcro di Gesù.

Fu l’affetto che le legava a quel maestro a spingerle verso quellatomba. Era ormai passato un intero giorno da quando lo avevanosepolto, e volevano compiere un ultimo gesto di tenerezza e diaffetto. Il loro cuore era profondamente triste e il loro animoormai rassegnato; una pietra pesante, pesante come la morte,stava li, con la sua freddezza e la sua mole, a separarle per sempreda quel maestro, da quell’amico che le aveva capite e le avevasalvate da una vita senza senso. Nessuna di loro lo aveva tradito eabbandonato, come invece avevano fatto i discepoli. Tuttaviaanch’esse erano convinte che ormai non c’era più nulla da fare.Pareva che la loro vita accanto a Gesù fosse definitivamentechiusa. E cosa poteva significare la tristezza di quel gruppetto di uomini edonne rimasti più o meno fedeli, di fronte all’indifferenza con cuila morte di Gesù era stata vissuta dalla grande maggioranza degliabitanti di Gerusalemme? Tutto sembrava finito. Per quelle donne restava solo un problema: come togliere lapietra pesante che chiudeva il sepolcro perché potessero onorareil corpo di Gesù con gli oli aromatici che avevano comprato.

Gesù, come era vissuto da vivo cosi si comportava anche da mortoForse non sapevano che Gesù, come era vissuto da vivo cosi sicomportava anche da morto: “Il Figlio dell’uomo non ha doveposare il capo” (Mt 8, 20). Potremmo dire che neppure da mortopensò a se stesso. La tradizione della Chiesa vuole che nel giornodel Sabato Santo Gesù si situi la discesa agli inferi, al mondo dellamorte. Si! E’ sceso a chiamare e a liberare tutti coloro che loavevano preceduto in questo mondo, da Adamo ed Eva sino alBattista, per condurli tutti assieme, con lui, nel suo regno. Anchea loro disse: “Oggi, sarete con me in paradiso”.

Ma Gesù continua a scendere anche negli inferni di questomondo, nei luoghi dimenticati del pianeta, la dove la vita e’ comesotto terra, là dove gli uomini e le donne sono schiacciati dalmale, dall’ingiustizia, dalla guerra, dall’oblio, dalla dimenticanza,dalla crudeltà, dalla morte violenta, ingiusta. La risurrezione parte di qui, da una tomba, dalle tante tombedegli uomini, dai tanti luoghi di dolore e di afflizione. Se nonsentiamo la preoccupazione — la stessa di quelle donne — direcarci verso questi luoghi di dolore; se non entriamo dentro leferite che il male procura agli uomini, non potremo comprenderecos’e la resurrezione, e neppure capire l’annuncio di questa notte. Quelle donne, come accade per noi, vedono “un giovane, sedutosulla destra, vestito di una veste bianca, ed ebbero paura”. Eral’angelo del Signore, l’angelo della resurrezione. A loro, piene dipaura, egli disse: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno,il crocifisso. E risorto, non e qui. Ecco il luogo dove l’avevanoposto”. E un annuncio breve, semplice, eppure sconvolgeletteralmente la terra (nel Vangelo di Matteo si parla di unterremoto che accompagna l’arrivo dell’angelo che fa rotolare lapietra che chiudeva il sepolcro). La parola dell’angelo vince lapaura ed invita a una fede, che è vita. Da li tutto può cominciaredi nuovo.

La storia di Gesù non è finita con la sua morte, come avviene inogni storia umanaE la morte in croce, avvenuta non con un attentato ma con unpreciso itinerario legale, voleva allontanare definitivamente ancheil solo ricordo di Gesù. Quelle donne videro che la sua tomba eraspalancata. Il Signore Iddio aveva sollevato dalla morte il suoFiglio sottraendo il suo corpo alla corruzione. Questa e laPasqua! E il passaggio di Gesù dal buio della morte alla luce dellavita. Un passaggio difficile ove Gesù e il “male” si sono affrontati in unestremo duello: ha vinto l’amore di Dio.

Con la speranza che anche nella vostra vita sia sempre il bene aprevalere, via auguro Buona Pasqua!

+ Simone, Vescovo

L

PER RIFLETTERE

Novità sugli scaffali del supermercatotamani (domenica 1 aprile ndr) sono passato davanti ad un supermercato, effettuava l’apertura festiva.Alla porta c’erano alcune signore con un carrello pieno di qualcosa che offrivano alle persone che

entravano ... in questo periodo festivo le associazioni di volontariato fanno a gara per offrire piantine, uovadi cioccolata o manufatti per le diverse finalità. Incuriosito guardo meglio il cartello e scopro che i volontaridella parrocchia vicina, ma non troppo, offrivano sacchettini con ramoscello di olivo (benedetto?).La scena mi è sembrata paradossale. Mi ha sempre dato un certo fastidio quando vedevo le persone chepassavano davanti chiesa e, senza neppure entrare per un momento di preghiera, prendevano l’olivo da chilo offriva alla porta, magari chiedendo con insistenza: ma è benedetto?Pare che l’olivo benedetto sia un cult di cui non si può fare a meno indipendentemente dalla fede, dallapartecipazione alle celebrazioni ... una sorta di segno universale per una pace di cui c’è tanto bisogno.Ma al supermercato mi pare che sia proprio fuori luogo ... se in parrocchia c’è bisogno di soldi ed i bisognisono tanti si può sempre mettere in moto la fantasia, ma l’olivo benedetto al supermercato proprio no.Intanto a Varese Nonna Olga, già da giorni va a vendere l’olivo benedetto, certificato dal parroco, peraiutare i gatti randagi. Al ridicolo non c’è mai fine

don Luciano Cantini

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Progettoculturalediocesano

Oltre quella pietra pesante

Il messaggio DI PASQUA

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