incontri . Alberto sordi - Cinematografo...incontri . Alberto sordi 1 l co mico è un u o m o che...

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incontri . Alberto sordi 1 l co mico è un uomo che intuisce la verità e ce la ripropone dietro uno sbe rleffo. una mossa, un tic. Ci sono comi ci (mol ti) che !::ono passati come meteore nella stor ia del cinema: ci sono comici (pochi. da contarsi su ll e dita di una sola mano) che re sist ono alle mode, ag li um oni , alle st ag ioni. Sordi è uno di questi. Da venti anni il " pers o- naggio • Sordi rappresenta lo specchio dell'italiano de ll a classe media. Da venti anni ci fa ridere e anche vergog nare di noi stessi e for se ha fatto quello che non ha saputo fare nessun al tro comico: ci ha accompagnato per mano e ci ha ai utati ad uscire dal nostro provinciali- smo. Un i ncont ro con Alberto Sordi - a Roma un pomer iggio d' inverno in una modesta tr attoria dietro piazza Indipen- denza - diventa quindi l'occas i one per r ipercorrere l'iti nerario dell 'italia no me- dio: dal dopoguerra agli anni '70. Ven- ti e più anni di storia patria vista attraver so le immagi ni dei suoi perso- naggi. Sarò eccentnico ma mo l ti fi lm di Sordi potrebbero beniss imo sostitu-ire nelle scuole (i l giorno che si deciderà di portare il cinema tr a i banchi) tanti libri di costume. - 1936. Mil ano, cinema " Pa- ce E' qui che è iniziato il lungo viaggio di Sordi nel mon- do dello spettacolo ... " Er<:l un pomeri ggio di pr imavera - ricorda Sordi - l'ar ia fred da di Milano e io che contin uavo a sudare. E mi dic e- vo. mannaggia, st <lrsene a Roma al sole , con gli am ici. Poi quel debutto disastro- so (tutti i mi ei debutti sono stati disa- st r os i) e la gente che continuava a sghignazzare. Certe cose non si pos sono di ment icare. Mai - E il cinema? - " Il cinema ce l 'avevo nel sangue. pomeriggi li beri a Roma me ne andavo a Cinecittà e riu sci vo a ros icchi are qual- che partioina in film come la principes- sa Tarakanova, l tre aqui lotti, Signorine e Giarabub. Ma era un i nf erno e mi se m- brava di non poterne uscire. Cambiai r otta e mi d iressi ver so il doppiagg io . Ma anche questo era un modo sbag li ato p er arrivare al oinema. Poi un giorno Palmi eri mi convinse e accetta i di parte- cipare ad alcune trasm iss, io ni r adiofon,i- che. Così nacquero Il buco nel guanto, Vi parla Albe r to Sordi e Il compagnuccio della parrocchietta E proprio dal " Compa- gnuccio dl'lla parrocchiett a, che nasce Sordi-personagflio .. . - " Il f ilm si chiamava Mamma mia che imp ress ione e voleva essere il ri- tratto di un itali ano di là da veni re. Uno di quei giovanotte lli tutto chiesa e casa, ordine e dis cip lina. ma anche con una gran voglia di arr ivare. Fu una vera e propri a catastrof e dall a qu ale mi salvò, definitivamente tre an ni dopo , Federico 542/ Alberto Sor di in una scena di " Nell'anno del Signore La verità con lo sberlello Fellini affi da ndomi, tra la generale dif- fid enza, il ru olo di Albe rto nei s uo i Vi- telloni "- - Qual era la situazione del cinema comico di quegli anni? - " A quel tempo la c omicità era di tipo astr atto; poteva ri peters·i i nfinita- me nte negh i st ess i schemi. Il comico era uno che faceva ri dere con le gag, co n l 'él bbi gli ame nto stravagante, con i·l ric- cio lino s ulla fro nte. lo non ero buffo, avevo una facoia anonima , insomma mi mancavano queJJ,i che all ora erano rit e- nuN i requi s iti de l comico. lo avevo delle idee tutte m ie s ull a comioità . Il neorea- l ismo mi aveva in segnato che quell o che conta è la realt à, la ven ità dell a vita. E • io vo l evo r appresentare un t ipo di ita- liano che cono scevo bene , che si po- te va incontrare al l'angolo di ogni strada e nel quale t utti potevano riconoscersi , . - Così nasce il Nando Mo- ri coni di « Un americano a Roma, ? " Prima ancora nasce Alberto de• i Vitelloni di Feli'ini. A llora l 'America- mito non era ancora arP ivata in provinci a. Broadway non apparteneva neppure all a geogr ania dei sogni e così Ho ll ywood: Roma invece sembra p!C1 probab il e, più vr ioin a. Ma ,jJ provi noiali smo è una di- mensione de ll'animo. Sol tanto uno del gruppo dei " vite lloni "· Moraldo, prende quel benedetto t ren o per Roma, romp e cioè il cerchio c hiuso dell a pr ov,inci a. Gli altri, Alberto , Fausto, Leopoldo e Rlic- cardo, restano e conti nu ano all 'infi nit o la l oro esistenza i ndol ente e ve ll ei ta nia VkVSIyMjRWFzeVJlYWRlckFyY2hpdmlvIyMjYzBkNTNiZWYtMzJhMC00OTkyLWEwYjYtODhkNTVjNzI3M2ZiIyMjMjAyMC0wNi0xMVQxNzoxNDowMSMjI1ZFUg==

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incontri . Alberto sordi

1 l comico è un uomo che intuisce la verità e ce la ripropone dietro

uno sberleffo. una mossa, un tic. Ci sono comici (mol ti) che !::ono passati come meteore nel la storia de l cinema: ci sono comici (pochi. da contarsi sull e dita d i una so la mano) che resistono alle mode, agli umoni , all e stagioni . Sordi è uno di ques ti. Da venti anni i l " perso­naggio • Sordi rappresen ta lo specch io de ll 'italiano della classe media. Da venti anni ci fa ridere e anche vergognare di noi stessi e forse ha fatto quello che non ha saputo fa re nessun al tro comico: ci ha accompagnato per mano e c i ha aiutati ad usci re dal nostro provi nciali­smo.

Un incontro con Alberto Sordi - a Roma un pomer iggio d ' inverno in una modesta t rattoria dietro piazza Indipen­denza - diventa qu indi l'occasione per ripercorrere l'itinerario dell 'italiano me­dio: dal dopoguerra agli anni '70. Ven­ti e più anni di stori a patria vista attraverso le immagin i dei suoi perso­naggi . Sarò eccentnico ma molti fi lm di Sordi potrebbero ben iss imo sostitu-i re nel le scuole (i l giorno che si dec iderà di portare il ci nema tra i banchi) tanti libri d i costume.

- 1936. Milano, cinema " Pa­ce "· E' qui che è iniziato il lungo viaggio di Sordi nel mon­do dello spettacolo ...

" Er<:l un pomeriggio di primavera -ricorda Sordi - l 'aria fredda di M ilano e io che continuavo a sudare. E mi dice­vo. mannaggia, st<lrsene a Roma al sole , con gli am ici . Poi quel debutto disast ro­so (tutti i miei debutti sono stati disa­strosi) e la gente che continuava a sghignazzare . Certe cose non si possono dimenticare. Mai "·

- E il cinema? - " Il cinema ce l 'avevo nel sangue. pom eriggi liberi a Roma me ne andavo

a Cinecittà e riuscivo a ros icchiare qual­che partioina in fi lm come la principes­sa Tarakanova, l tre aqui lotti, Signorine e Giarabub. Ma era un inferno e mi sem­brava di non poterne usci re. Cambia i rotta e mi d iressi verso il doppiaggio. Ma anche questo era un modo sbagliato per arrivare al oi nema. Poi un giorno Palmieri mi convinse e accetta i di parte­cipare ad alcune trasmiss,ioni radiofon,i­che . Così nacquero Il buco nel guanto, Vi parla Alberto Sordi e Il compagnuccio della parrocchietta " ·

E proprio dal " Compa­gnuccio dl'lla parrocchietta, che nasce Sordi-personagflio ...

- " Il f ilm si chiamava Mamma mia che impressione e voleva essere il r i­tratto di un italiano di là da veni re. Uno di quei giovanottelli t utto chiesa e casa, ord ine e discip lina. ma anche con una gran voglia di arrivare . Fu una vera e propria catastrofe dalla quale mi salvò, definitivamente t re anni dopo, Federico

542/

Alberto Sordi in una scena di " Nell'anno del Signore " ·

La verità con lo sberlello

Fellini affidandomi, tra la generale dif­fidenza, il ruolo di Alberto nei suoi Vi­t elloni " -

- Qual era la situazione del cinema comico di quegli anni?

- " A quel tempo la comicità era di tipo astratto; poteva ripeters·i infinita­mente neghi st ess i schemi. Il comico era uno che faceva ridere con le gag, con l 'élbbigliamento stravagante, con i·l ric­cio lino sulla fronte. lo non ero buffo, avevo una facoia anonima, in somma mi mancavano queJJ,i che allora erano rite­nuN i requi siti de l comico. lo avevo delle idee tutte m ie sulla comioità. Il neorea­l ismo mi aveva insegnato che quello che conta è la realt à, la ve nità della vita. E •io volevo rappresentare un t ipo di ita­l iano che conoscevo bene, che si po-

teva incontrare all'angolo di ogn i strada e nel quale tutti potevano riconoscersi , .

- Così nasce il Nando Mo­riconi di « Un americano a Roma,?

" Prima ancora nasce Alberto de•i Vitelloni di Feli'i ni. A llora l 'America-mito non era ancora arPivata in provincia. Broadway non apparteneva neppure all a geogrania dei sogni e così Hollywood: Roma invece sembra p!C1 probabile, più vrioina. Ma ,jJ provinoialismo è una di­mensione dell'animo. Soltanto uno del gruppo dei " vite lloni "· Moraldo, prend e que l benedetto t reno per Roma, rompe cioè i l cerchio chiuso della prov,incia. Gli altri, A lberto, Fausto, Leopoldo e Rlic­cardo, restano e continuano all 'infinito la loro esistenza indolente e vellei tania

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Foto sotto: " Detenuto in attesa di giudizio, di Nanni Loy.

- le serate ai caffè e gli scherzi atroci ai paoifici cittadini - con la certezza. comunque. che niente e nulla potrà cam­biarli. A Roma •invece era g,ià l'epoca - siamo nel 1954 - della foll•ia per tut­to quello che veniva dagli States: Coca­Cola, Harley Davidson. e quelle macchine enormi e luccicanti dai nomi magici: Ca­dillac, Parke r, Pontiac . Noi - parlo del­la mia genera2iione - l'America l'ave­vamo sognata in un modo diverso. era l 'altrove. l'iso la felice. E in più il fascismo vietava tutto ciò che suonava americano, più in noi c'era la voglia di conoscere e di sapere. La conoscemmo l'America. dopo la Liberazione, e la delusione fu gmnde - ogni incontro con la realtà determina cris i. Fu il nicordo di questa delusione a suggerirmi il personaggio di Nando Moriconi. Trovato ridicolo que­sto soimmiottare la più spicciola mitolo­gia amenicana. OuantJi Nando Moriconi mi creda, dopo quel film si sono ridi­rnens•ionati! "·

- Qui si conclude una prima parentesi dell'attività di Sordi. Ora si rivolge alla piccola e media borghesia. C'è materiale umano, tantissimo, per creare una intera galleria di tpi.

" Andrebbero anal,izzati uno per uno quei personaggi. Ma occorrerebbe trop­po tempo. Dico che alla base di questa " ricerca , c'era, da parte mia. 1il tenta­tivo di vedere più da vioino la nostra realtà quot idiana, appunto tramite •i per­sonaggi. E anche di smitizzare tutti i luoghi comuni. Prendiamo un esemp•io.

Gli italiani passano a almeno passavano per irresistibili Don Giovanni. Ma che Don Giovanni dico io! Pens i all a fatica di dover assumere i t ratti del latin lover: vestito atti ll ato. capelli impomatati, oc­chio languido, labbro tumido, tono di voce suadente . L'italiano tutto sommato preferisce starsene al b(!r con gli am ici o andare alla partita di calcio piuttosto che corteggiare la strani era di turno. Ma c'è il mito naionale che assi lla, il mito del v:italisrno •i taliano. E inevitabi l­mente le avventure finiscono sempre per sccrnarlo (Il seduttore). Il personaggio non cambia neanche se è sposato perché alla f. ine la moglie-madre gli perdonerà l e marachelle (Il marito, Il vedovo). Se poi va all'estero, mettiamo nel nord Europa - gli hanno raccontato strabi­l•ianti storie di avventu re galanti -sbatte il naso contro la rea ltà; pure al ritorno ha sempre una menzogna pronta per non perdere la facoia con gli amioi (Il diavolo). Poi c'è il rapporto con gli altni nella v:ita pubblica (Un eroe del nostro tempo, Il moralista, Una vita dif­ficile) e il personaggio rivela i ca ratteri della propria indole: arruffone, ·intrigan­te, pressapochista, vigliaccuccio. Se, per caso. è investito di una carica pubblica (Il vigile, Il commissario) rivela po i una doppia personalità: servile con i supenio­ri, tirannico con i subalterni "·

- Si chiudono così· gli anni '50, forse il periodo più fecondo di Sordi. Arriva il « boom ,. eco­nomico, la mania imprenditoria­le, il successo finanziario. La

commedia all'italiana cambia strada. Ora è la volta delle « pecore nere u: politicanti cor­rotti, professionisti intriganti e via di seguit-o. E il personag­gio Sordi?

n Attraversa un momento difficile : la concorrenza diventa massiccia, nasco­no nuovi comici. C'è sempre più diffi­coltà ad andare d'accordo col prossimo. Quasi cento f ilm: " Ma che aspetti A lbé? - mi sono detto. - Vuoi continuare per l'ete rnità a sp iegare ngli altri , ma­ga ri arrabbi andot i, come lo sentiresti tu •il personaggio? Così ho dec iso di fare tutto da solo, bene e male. Così sono nati : Fumo di Londra, Un italiano in Ame­rica, Amore mio aiutami. Non disdegno comunque, di essere diretto da alt ri come nel Medico della mutua, Il dottor Terzilli, etc. » .

- Qual è secondo lei , l'ita­liano-tipo degli anni '70?

n Certamente è diverso dai perso­naggi de i mie i film di dieci anni fa. E' sfuggente, diffii ci le da fissare nell e sue l inee genera li. E' evoluto, smaliZJiato, ha imparato le lingue, viaggia. Ma questi sono aspetti positiv i che non mi inte­ressano, che non devono interessare un comico . M i •interessano invece le debo­lezze, gJ,i scampoH di un prov:inoialtisrno se gli è r imasto ancora addosso. Si è diffi cile. Forse perché .j] vero protago­nista di ogg i non è ]',it al iano di mezza età che io posso !interpretare ma ,jl gJiovane, quello che non posso p iù fare » .

- E allora che genere di film conta di fare nell'imme· diato futuro?

" Un tem po ho fatto f ilm su per­sonaggi; doman i farò film sulle strut­ture " ·

- C'è un personaggio al quare è legato in mod·o parti­colare?

" Forse il prete della Contestazione generale. L'amo moltissimo e non per­ché sono catto~ic o, e lo dico a chiare lettere (anche se oggi pare ci si deb­ba vergognare a confessarlo ), ma per­ché quel prete, come d'altronde quasi tutti 1i personaggi che ho .interpretato, l 'ho conosc iuto pe1·sonalmente e so cosa signif ica fare il prete in un paesino sper­duto " ·

- Lei oggi è arrivato all'api· ce di una carriera che dura ininterrottamente da venti anni. Ha provato a fare un bil'ancio della sua attività di uomo di cinema? Si rimpl"overa qual­cosa?

" Ho sempre cercato di f are film che potessero 1in qualche modo serv•ire ag l i altri per comprendere meglio se stess·i. A l oinema ho dato tutto quello che avevo : anche la mia v ita pnivata "·

Mario Foglietti

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