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1 Francesca Salvador VITTORIA incontrare l'anima gemella attraverso gli Archetipi

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Francesca Salvador

VITTORIA incontrare l'anima gemella

attraverso gli Archetipi

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Titolo | Vittoria, incontrare l'anima gemella attraverso gli archetipi Autore | Francesca Salvador © Tutti i diritti riservati all’Autore Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore.

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per me

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Regala

una copia di Vittoria

alla tua anima gemella

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Presentazione Sono Francesca Salvador, sono nata a Codognè (TV). Sono in-segnante e scrittrice. Mi occupo di consulenze alla persona. La ricerca che ha sempre caratterizzato la mia vita è: la presa di coscienza di se stessi e della realtà. Viene chiamato anche cammino interiore. Ciò che affermo oggi di me è la risultante di un'osservazione, quasi continua, di ciò che sono e dei miei movimenti. È più forte di me, ogni situazione in cui mi inoltro e che vivo, viene costantemente monitorata da una parte di me. Forse questo non va proprio bene, certamente ha dato dei risultati, ovvero i miei libri e ciò che oggi sono. Probabil-mente questo fa parte di ciò che io chiamo “il programma” ovvero del file, dell'ologramma che ci diamo quando decidia-mo di venire in questo mondo. Sono tutte supposizioni, modi di spiegarsi le cose, forse domani si cambia. Non lo so. Dicia-mo che non sono certa di nulla. Invece, sono solita affermare che: - Mi piace vivere. - Sono la risultante di questo percorso di consapevolezza e di autrice. - Dalla vita ho avuto tutto. Ho fatto di tutto. E che, ciò che sto vivendo ora, è il godermi tutto. In questa presentazione voglio innanzitutto pensare ai miei genitori, avverto la loro presenza nella mia vita e in ciò che faccio. Li riconosco e li ringrazio. Sono stati il canale per la mia esistenza. La mia stessa vita affettiva, il matrimonio e i figli, le esperienze, la prosperità, ciò che sta nei miei orizzonti e che da gioia; il nuovo pezzo di strada in cui mi sto inoltrando. Vo-glio bene a tutta la mia famiglia, innanzitutto alle mie sorelle e a ciò che le circonda. Insieme, voglio ricordare le nostre grandi famiglie d'origine. Tutti loro ci hanno insegnato a cre-scere correttamente, con onestà e coerenza verso noi stesse

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e il mondo, con gioia, con il gusto del gioco, del ritrovarsi in-sieme, di fare i figli e vederli incamminarsi nella vita. Mettere a fuoco i nostri sogni, le nostre aspettative più alte; non per-dere il senso di realtà, la vicinanza e il valore degli altri.

Se sono diventata un’insegnante cui i ragazzi fanno riferimen-to anche dopo aver superato la maturità; se nel mio curricu-lum ci sono tredici libri pubblicati; se sono una consulente di consultorio familiare che riesce sufficientemente a dare un aiuto alle persone affinché, al di là delle tante problematiche, possano ritrovare se stesse e la gioia di vivere, molto lo devo a tutti coloro che hanno fatto parte della mia vita. Mio marito e i miei figli in primis, per la grande pazienza con cui hanno saputo sopportare e comprendere una persona come me, sempre in movimento, in cambiamento, che non ha mai mes-so da parte i propri sogni e interessi.

Ho viaggiato, studiato e lavorato fuori dal mio territorio di origine, il Veneto, ma vi ritorno sempre volentieri, ho ancora amici dell'infanzia con i quali ci troviamo. Ho abitato molti anni in Calabria, sul Tirreno, nutro per questa terra affetto, ammirazione e una riconoscenza grandissima. Devo al sole, ai cieli, al mare della Calabria i miei libri. Solo quel mare e quei verd-azzurri potevano rendere il cuore e la mente capaci di comunicare e scrivere. E le persone che là conosco. In Cala-bria sono nati i miei figli, abbiamo giocato tanto, goduto mol-to il mare e i viaggi. Sono tre: Sofia, Irene e Giuseppe Gerardo. Oggi sono grandi e seguono le loro strade.

Oggi abito e insegno a Brescia. Mi occupo soprattutto di dare un contributo alla formazione permanente dei ragazzi nella Scuola Superiore in cui lavoro.

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Organizzo e seguo seminari sui mandala e sugli archetipi inte-si, nella mia ricerca e nei miei scritti, come la via essenziale, diretta e coerente per rendersi conto di chi si è e di dove si va. Questo libro si chiama Vittoria, e raccoglie una serie di pezzi del mio blog e sette delle numerose mail che io inviavo ai miei lettori. È nato improvvisamente questo libro, quando pensavo che non avrei più scritto. La mia vita è molto cambiata, senza il mare e le sue distese, come posso sentire le emozioni, tro-vare l'espansione di pensiero per scrivere? Invece, è bastata una domanda:

- Qual è il centro del tuo messaggio?

- Dalla vita ho avuto tutto. Ho tutto. Della vita mi godo tutto.

E il libro è partito senza interruzioni né dubbi né difficoltà.

Poi il titolo, lanciato a razzo dentro la mia testa. Altre volte ho intitolato così i miei scritti, e mi sono resa conto che spesso attraverso Piazza Vittoria a Brescia. Una vittoria è, certo. Su cosa? Non si guarda indietro, come affermo più avanti, non c'è né prima né dopo ma l'istante in cui tutto si congiunge. Il libro s'è preso il mio tempo, anche il mio pensiero perché mi rendo conto che non sono più ciò che sono stata. Vivo negli interstizi dei tempi del mondo, ma so-no, sono, tempi divini, accesi, unici. Sempre nuovi. Niente schemi, né doveri né i criteri dei più. Tutto dissolto e riavvolto in una scia di novità, aperture sulla vita. Irresistibili. Lasciati amici, web, non vedo più gli impegni. Viva, vivi, di una libertà semplice, da bambini.

L'unica cosa che continua è il mio parlare e agire per archeti-pi. Ecco perché i due grandi system, essere vincenti e anima gemella, si sono incrociati, avvinti, e hanno cominciato a scor-rere insieme e danzare, come filamenti di DNA.

È nato Vittoria, questo libro.

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Vittoria, serve a percepire quando siamo nella mente. Chiude-re il rubinetto dell'energia a mente vecchia. Così che le grandi Parti di noi che creano la nostra realtà, possano emergere e lavorare per la bellezza e la gioia. Innanzitutto Mente, nuova e sintonizzata al terrestre. All'umano.

Certo, lavorare con gli archetipi primari, ossia con le lettere degli alfabeti, è un cammino. Non è una conoscenza astratta, né solo intellettiva. È soprattutto un'esperienza concreta, di vita, di confronto con se stessi. Il Sé più profondo che siamo, l'inconscio, la nostra storia sia personale che del collettivo umano cui apparteniamo. È, ancora, un mettere a fuoco la propria personalità e il sogno. L'orientamento della vita, l'e-quilibrio, le inquietudini, i nodi emozionali, le spinte; gli insi-ght, gli incontri, gli affetti, le storie, le gioie e le difficoltà. Tut-to procede, si snoda, si scioglie, si decanta, prede il volo. Tut-to avanza e noi, attenti a noi stessi e nello stesso tempo affi-dati alla nostra anima, procediamo, fino a che un giorno, o una notte… ecco, abbiamo preso la strada diretta del nostro sogno. E ci inoltriamo. Accadono gli incontri giusti, le indica-zioni di percorso, le pause, le soste e le riprese. I cambiamen-ti, la comprensione del progetto insieme alla capacità di affi-darsi, di essere lanciati al centro della propria storia.

Qui, facciamo la scelta perfetta ossia le svolte decisive, quelle senza ripensamenti, siamo nell'istante in cui non c'è più né prima né dopo, e tutto è.

Questo è “il percorso per archetipi”. Ciò che mi sento decisa-mente di indicare. Certo, a chi è affine, a chi risuona, perché tante, e tutte efficaci e funzionali, sono le strade per arrivare all'Uno, all'Aleph. Questa è una. Può essere che qualcuno la incroci con me. Per questo m'impegno, giocando, a presenta-re la strada degli archetipi.

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Anni fa, andai a trovare il Prof. Mario Pincherle, archeologo, nella sua casa di Bientina (Pisa) per presentargli un mio lavo-ro. Avevo preparato, allora, un libretto degli alunni della scuo-la che nelle mie classi avevano seguito un percorso per alfa-beti. Avevo pubblicato le poesie degli alunni perché era sor-prendente l'apertura, la visione che i bambini avevano saputo comunicare nei loro scritti dopo tale esperienza. Il Professor Pincherle mi disse: “Questa è la strada” e io ho continuato, con passione. Perché per me questa è stata ed è un'autentica passione. Per come gli archetipi si sono presentati, mi hanno indicato la strada e soprattutto per come si sono fatti sentire nella mia psiche, nella vita e negli accadimenti. Ho cominciato a usare queste chiavi, e con esse, a fare un'altra lettura di me stessa e del mondo. Ad avere un approccio ben diverso, lo chiamerei vitale, naturale, con la vita e le persone. Gli archetipi, quando li accogli e li fai giocare in te, fanno tutto da soli. Ti portano fuori dalle secche della memoria avvizzita e della storia. Oltre, nella vita nuova e appagante.

Questo mi sento di condividere. E, insieme, per chi s'inoltra e si appassiona a tale ricerca, indicare, proporre le strade, le strategie che queste chiavi mi hanno insegnato e che ho spe-rimentato innanzitutto su di me e sulla mia vita. Esperienze che, giocando e raccontando, stanno raccolte nei miei libri.

La seconda parte del libro contiene il Laboratorio per archeti-pi. Alla fine di ogni capitolo c'è la proposta per un agire con-creto: come mettere in scena segni, simboli e movimenti per radicarci sempre più nella concretezza.

Ogni capitolo del libro ha un suo titolo, anticipato da un ver-bo. Perché i capitoli sono nominati con verbi. Questi verbi sono l'espressione dei 22 archetipi primari, ossia le lettere degli al-fabeti dell'area del Mediterraneo, i 22 segni e simboli. Il verbo

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è la funzione, ciò che l'archetipo fa nella nostra psiche e nella realtà esterna, ossia in ciò che proiettiamo fuori. Il mio per-corso di sperimentazione mi ha portato dai segni ai verbi. Procedendo nella lettura di Vittoria si trovano i passaggi di questo andare verso una sempre più diffusa e intensa dinami-cità del libro e quindi dell'esistenza. Il fatto che i capitoli fos-sero 22, come le lettere dell'alfabeto e quindi come i 22 verbi, l'ho visto dopo quando, finito di scrivere, ho dato il nome dei verbi e contato i capitoli. Erano effettivamente 22.

Francesca Salvador Brescia, 2 giugno 2016

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Introduzione A cosa serve un secondo libro sugli archetipi? Gli archetipi primari, ossia le lettere degli alfabeti del Medi-terraneo, siamo in ambito occidentale ma la stessa cosa pos-siamo dire per gli ideogrammi orientali, sono segni e simboli che stanno nella nostra memoria cellulare. Nel DNA. Sono se-gni che conducono una vibrazione, un'energia perché sono stati scelti ed usati quando la psiche era soprattutto concreta, terrestre, funzionale ad organizzare la vita e la sopravvivenza sulla Terra. Quindi: la mente, negli archetipi primari, è pulita, sobria, senza ridondanze di concetti, sovrapposizioni e confu-sioni. Soprattutto, ogni archetipo è nato quando l'uomo con-cepiva e viveva nell'Uno, non nella dualità.

Per questo, uno dei primi traguardi del lavoro con gli archetipi primari è contribuire a darci la percezione dell'Uno che siamo.

Per la mia esperienza, il percorso per archetipi ha la sua più grande utilità nel portarci a vedere matrix. Poiché i segni e simboli degli alfabeti hanno costruito:

il pensiero

le forme pensiero

i sistemi di pensiero

le egregore di pensiero

le culture

le visioni dell'uomo e del mondo

tutte le realtà che da esse sono derivate e si sono sus-seguite nella storia e nelle civiltà,

ecco che

ripercorrere segni e simboli "mattoni della memoria e della tradizione" ci innesta nella struttura dell'universo che, con tali segni e simboli, abbiamo creato.

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Entriamo in un insight dopo l'altro. Quasi un'illuminazione continua, e soprattutto concreta. Accade quello che lo stesso Tzolkin maya si prefiggeva: vedere oltre l'apparente realtà. Oltre il velo.

Così accade.

La nostra personale matrix cade. Fa un tonfo.

Il secondo passo del processo, quello di diventare i creatori della propria realtà, avviene subito dopo. Nel momento che in me un tassello di matrix è visto e consapevolizzato, ecco che oltre c'è un vuoto libero, pieno di energia. Energia che viene da i 22 movimenti della forza, le funzioni, le 22 dinamiche del-la forza espressa dai verbi che dicono i 22 segni e simboli.

I 22 segni e simboli, da un certo momento in poi, ciascuno si rende conto da solo di accostarli non più concettualmente ma dinamicamente nel loro essere flusso. I 22 verbi, ossia i 22 movimenti espressione dei segni, lavorano direttamente nella nostra psiche - perché la nostra stessa psiche è impostata su queste 22 dinamiche.

Ecco la corrispondenza tra dentro e fuori della Tavola di Sme-raldo. I 22 movimenti attivano Psiche, e tutte le altre parti di noi che costituiscono lo strumento col quale creiamo la nostra realtà, la dinamizzano e creano l'equilibrio tra le parti di noi, i 22 mo-vimenti del pensiero e dell'universo e i nostri intenti. Così che i nostri progetti nascono puliti dalle interferenze di matrix vecchia, impostati sui 22 movimenti perciò dall'Uno, proget-tati per il terrestre.

Mente, che fino ad oggi era impostata non sul terrestre ma sull'astrale, su forme pensiero non concrete, non funzionali all'uomo che vive questa dimensione “terra”, viene disinstal-lata e re-impostata sulla frequenza terrestre. Mente, ancella dell'esistenza terrestre.

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Mente ora, impostata dal terrestre, convoglia energie, in-tento sui progetti del terrestre. Così come deve essere.

Insieme a Mente, nell'ultimo capitolo del libro, viene ri-formulato e re-installato tutto lo strumento di creazione, ora centrato sul terrestre.

Il gancio, per condurre il lettore è: come incontrare l'anima gemella attraverso gli archetipi. Chiamarla “anima gemella” è stata la strada per far convergere in me stessa e nell’altro tutte le dimensioni che siamo, integrandole. Ma siamo Corpo, e non gemelli. Siamo distanti e diversi uno dall’altro, per que-sto ci cerchiamo ed è gioia incontrarci, riconoscerci e goderci. Così ci manifestiamo e interagiamo sulla Terra. Corpi consa-pevoli, integrati, pieni di un potenziale che li fa andare oltre ogni riduttività, oltre la morte.

Come dico più avanti in Ri-creiamo lo strumento di creazione: “Sono Osservatore, scelgo di osservare flussi. Scelgo di osser-vare sentendo. Di mettere in scena flussi. Scelgo di portare nel qui e ora la donna e l’uomo terrestri, integrati, sazi del loro benessere. Terrestri immersi nel loro pianeta verd-azzurro, dimensione in cui le vibrazioni della natura e degli uomini in-terfacciano e danzano. Sono consapevole che la realtà fuori è corrispondente a ciò che sono e che divento”.

Chiaro che se per te, caro lettore, lavorare per archetipi è la strada, se davvero Anima gemella, Cuore affine a te vuoi, ti fai il percorso per archetipi.

l'autrice

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Primi passi tra archetipi e anima gemella

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Unisco Polpettone

Sì, caro Lettore, perché se sei arrivato qui, in qualche modo sei mio lettore, qui tu trovi l'“anima gemella”, ma innanzitut-to, sicuro, troverai te stesso e, se lo desideri, sarai trovato dal tuo “Cuore gemello”. È molto diverso. Mentre scrivevo questo libro, ed ero quasi alla fine, Anima s'è presentata in scena e ha detto di sé, più tardi ha fatto la sua comparsa, quasi silenziosa, Cuore. Trove-rai queste parti all'ultimo capitolo. Così, una volta che queste parti importanti si sono definite, ecco che la definizione e la pseudo-realtà “anima gemella” s'è vista in tutta la sua insidia. Anima, la vera Anima, è ben contenta che finalmente la to-gliamo da un ruolo che non le appartiene. Evidentemente en-trando in scena ci ha comunicato questo e così le altre grandi Parti di noi stessi. Pian piano l'orientamento s'è spostato da fuori, dall'astratto, concettuale, mentale, astrale, a dentro. Al corpo, al terrestre. Ed ecco la definizione “Cuore gemello”. Ciò che serve a noi terrestri, per godere la situazione bella e amorevole non è anima, lei resta se stessa, ci ama e fa la sua parte. Ma la nostra storia d'amore è Cuore.

“Non penso che tu abbia qualcosa da rivendicare. Penso che tu mostri un linguaggio ancestrale.

Ciascuno ha i suoi, sono come sono, e van bene così. Per me sono scritti nel sistema limbico. Quello della sopravvivenza, per cui. D'altronde quelli sono gli unici veri, autentici. Se io - parlo di me - affermo che non c'è velo tra me e l'incon-scio, è così. Per cui io sto sempre a fluttuare e viaggiare aven-do sotto gli occhi e tra le mani i movimenti e i linguaggi

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dell'inconscio, ossia della realtà. Chissà se c'è una realtà, e i suoi movimenti. Nell'inconscio non ci sono persone cose eventi. Nell'inconscio ci sono movimenti, flussi, linguaggi, chiavi psichiche, ecc… Queste cose contengono, ossia sono costituite da tutti quelli che - nella realtà separata della materia - sono chiamati regni: minerale vegetale animale… uomo, relazioni, interazioni. Nell'inconscio non c'è aut aut, ma et et. Si tratta solo di cogliere, di movimenti e linguaggi, l'impronta ancestrale. Ciò per cui essi sono archetipi. Il fatto è che gli ar-chetipi non sono mummie concettuali, sono vivi, cicciottelli, mobili, fluttuanti, virulenti, seduttivi, ecc ecc. Altro non si dà e non si vive sotto il sole. Sapendo pure che - sole - fuori - non c'è. Da qui il mio motto:

Dalla vita ho avuto tutto.

Ho tutto.

Della vita mi godo tutto.

E così ho trovato ciò che - finalmente - fa la sintesi. Sintesi che porta oltre, ne verrà fuori un altro giro di spirale, sicuro.

Perché è la prima volta che, mentre conosco una situazione, uno spazio e un tempo di comunicazione vitale e piacevole, non continuo a cercare. Per cui questo sentirmi in un punto stabile, per me (parlo sempre e solo di me) m'ha fatto percepi-re il Tutto di cui sempre parlavo, ma rincorrevo. L'Aleph.

Mi sento piena. Abbondante e sazia.

E finalmente, ciò che dice “chi sono” è uscito. Questa probabilmente è anche la ragione per cui mi sono ri-trovata nella nuova esperienza con i ragazzi. A osservare cosa ci sta sotto. Che cosa muove certe vite e scelte. Perché è chia-ro che - ciò che muove a livello arcaico ancestrale archetipico -

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ha un senso. Indipendentemente da ciò che sembra nel mondo di fuori. Quello che sta sotto è ciò che regge il mondo”.

Questo lo scambio con un mio amico.

Troverete spesso nel mio raccontare pezzi della mia vita o di comunicazioni con gli amici. Piace molto a me giocare ai mas-simi sistemi anche nelle interazioni di tutti i giorni. Mi basta un input, un accadimento, un qualcosa che si muove e rumo-reggia dentro al mio mare emozionale, e subito, mentre da una parte sono lanciata a razzo dentro a pensieri, emozioni che si ricorrono sui pensieri, attimi di sospensione che posso-no essere panico o autentica gioia e leggerezza, anche si apre l'altra parte, l'occhio interiore. L'osservatore. Ossia, mentre in me tutto accade, anche, in un'altra parte di me, tutto si so-spende, si azzittisce e si mette ad osservare che cosa e come scorre il mondo dentro me.

Perché scrivo e pubblico questi pezzi? Ogni volta c'è il passag-gio al senso, questo è ciò che mi interessa comunicare con le persone. Viene anche detto livello ontologico dell'esistenza e della comprensione. Molti gli input. Già affermazioni del ti-po… Altro non si dà e non si vive sotto il sole. Sapendo pure che - sole - fuori - non c'è… dicono come la penso, o meglio la percepisco. Personalmente non sono sicura che ci sia un mondo là fuori. A questo sono arrivata dopo anni di osserva-zione e astensione dal dire. Sì, scrivo molto, anche comunico, ma quante volte non partecipo ad una discussione o ad una spiegazione dei fatti, di quanto accade nel mondo. Oppure non mi preoccupo di spiegare il mio essere o il mio agire non sempre compreso. Non importa.

Perché, nel tempo, ho capito molto bene che tutto dipende da come - io - costruisco i miei pensieri e che cosa essi con-tengono. Sappiamo bene che la realtà è la risultante del

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proiettare all'esterno, dare forma e materia, al nostro pensie-ro.

Quando vediamo questo, all'inizio siamo presi da grande en-tusiasmo perché riteniamo che sia possibile e facile modifica-re i nostri pensieri. Tutta la new age, la PNL, la legge di attra-zione, la psicosintesi, ecc. ci dicono questo e ci hanno stimola-to a lavorare su pensieri e frasi per poter così modificare la nostra vita, certo in meglio. Poi pian piano l'entusiasmo è sce-so perché, di fatto, grandi cambiamenti non c'erano. Quelle svolte, quelle situazioni che tanto sognavamo, non si presen-tavano; la nostra autostima era minacciata, insieme alle no-stre certezze.

Perché ancor più a monte c'è un ulteriore scelta che, senza rendercene conto facciamo, e che fa la differenza su quanto pensiamo e su come creiamo la nostra realtà.

Il punto sono quei pensieri trasparenti. Lo dico nei miei libri. Non facile arrivare ad individuarli. Ma possibile. Prendere co-scienza dei pensieri trasparenti significa arrivare agli impianti, non ancora definitivi ed ultimi, ma già qui smantelliamo e ri-sintonizziamo quei livelli della psiche che corrispondono alle grandi forze e alle grandi dimensioni che siamo, ciò che gli an-tichi hanno definito e raccontato nei miti, in dei e dee, ciò che io asserisco essere le parti del nostro Sistema Nervoso Centra-le - SNC - proiettate nella fantasia o nel mondo.

Ad un certo punto dopo aver sperimentato e scandagliato in-conscio e memoria e quant'altro stava in me, sono arrivata, non so come, al limite. A quel punto è scattato un altro mo-vimento. Non mi sono sentita più in una particolare tappa di questo risveglio, o del mio tentativo di migliorare la mia esi-stenza. Mi sono, di colpo, ritrovata ben oltre la meta.

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In effetti qualcosa era successo. E quando era accaduto, senza sapere il perché, mi ero ritrovata a dirmi: - È accaduto. lo dicevo, ma non sapevo che cosa fosse accaduto. Ovvero i fatti esteriori erano piuttosto problematici, non pareva pro-prio quell'evento determinante che ti fa dire: - È accaduto. Invece. Così era. E s'è compreso un po' di tempo dopo. Im-provvisamente avevo oltrepassato la meta. Avevo detto: - Voglio scalare l'Annapurna, l'Ampato e l'Aconcagua. Per dire che ancora ne avevo da arrampicare nella vita. Im-provvisamente stavo sulla vetta, non di un monte, ma di tre. Contemporaneamente. Avvertivo pure che era finita la ricerca, gli anni dei tentativi, le sperimentazioni. Fine. Arrivata. Anzi, mi ero già incamminata in altro da un bel po'.

- Ho tutto. Ho fatto tutto.

- Mi sto godendo tutto.

Ora che osservo con un po' di distacco, vedo che cosa ho in-nestato di nuovo: la scelta perfetta. Che cos'è? La scelta per-fetta accade quando finalmente ci si rende conto che a monte di tutto ciò che pensiamo e progettiamo, quindi di come poi creiamo la nostra realtà, c'è un ulteriore, primo movimento che noi scegliamo ed è l'orientamento verso la positività, la progettualità. È la scelta fondante non solo sull'impianto si-stematico del pensiero ma anche su... quali emozioni scelgo di sperimentare. Cosa scelgo di sentire. Quale atteggiamento mi do. Scelgo di pensare e sperimentare bellezza e gioia, appaga-mento. Così imposto l'impianto dei miei files. Del come vi-vermi e godermi. Alla fine l'affermazione è: - Così mi sento. Così mi vedo.

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- Mi regalo vastità e regalità. - Abbondanza. Questo il primo atteggiamento, che caratterizza, dà l'impron-ta di fondo a tutti i progetti e le scelte che faccio. E conse-guentemente agli eventi, le persone, la quotidianità che - noi - ciascuno per se stesso - ci creiamo. Parliamo perciò di auto-stima, del sentire la regalità.

Ma di fatto, che cosa avevo fatto per arrivare qui?

Niente, e in questo niente c'era il togliere togliere togliere tut-to ciò che per anni avevo pensato capito studiato scritto af-fermato. Tutto resettato. Come si fa? Si fermano i pensieri, le memorie, i ragionamenti. Tutti. Si fermano, sì. Non si da più energia al mentale. È possi-bile non pensare. Da qui, i fatti mi avevano poi portato ad in-contrare una persona. Qualcosa non andava, non ci si capiva. Ma non avevo parlato. Oltretutto non mi era permesso parla-re. Non mi lamentavo, non rettificavo, non tentavo di dare il mio punto di vista. Accettavo tempi, movimenti, non tempi, non movimenti. E basta. Accettavo, perché, dato che sempre io creo la mia realtà, io mi ero creata quel silenzio. Quella a-comunicazione. Io lo chiamo “stare nell'apofatico”. Accettata, ecco che spuntano gli essenziali. C'erano due cose fondamen-tali da sistemare: i due archetipi primari maschile e femmini-le. Certo in me, parlo sempre e solo di me. Li ho applicati. Così, semplicemente. Pensavo alle lettere thet e kaf, femminile e maschile, ne visualizzavo la forma, le ripe-tevo in me e basta. Niente di più. Sì, ogni tanto ci tornavo, li richiamavo. L'unica mossa che avevo fatto era stato scriverli in un cartoncino colorato e attaccarli al mio inconscio appeso in camera. Ovvero in camera, davanti a dove dormo c'è, at-taccato alla parete un pannello di stoffa (veramente è un sari) sul quale di volta in volta in base a ciò che sto sperimentando, attacco i miei appunti, le lettere, gli alfabeti. Dipende da che

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cosa sto attraversando. Li lascio là per un po' di tempo, poi viene il giorno che li stacco. Non servono più davanti a me perché li ho ritrovati dentro. Ecco. Solo aver fatto questo ha equilibrato la situazione. La mia, di situazione, quella interiore, quella del mio essere thet e kaf. Femminile e maschile integrati. In più c'erano res - per-fezione dell'umano e Hé - ciò che è vitale. Quattro archetipi primari che dicono l'armonia e l'equilibrio della persona. Ma la scelta degli archè può anche cadere su altri, ciascuno sente i suoi.

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Contengo

Perché gli archetipi primari - come ho usato gli ar-chetipi Mi rendo conto che, negli anni, la strategia che non ho più abbandonato è proprio quella di applicare gli archetipi primari ad ogni problema o situazione che incontro. Nel tempo ho conosciuto e sperimentato varie tecniche, posso parlare di PNL, Legge d'attrazione, Psicosintesi, Costellazioni, tutte stra-tegie che ho sperimentato su di me e con chi concordava di provare queste possibilità nella propria situazione da osserva-re o risolvere. Personalmente ho sempre nutrito grandi sogni e visioni esigenti sull'esistere, per cui ogni nuova tecnica che venivo a conoscere la sperimentavo. Ho sempre avuto questa voglia di andare oltre, di essere altro ancora. Ad ogni nuova strategia si impara, si allarga la visuale. Prima ci si concentra ad applicare la tecnica, la si segue nel suo impianto sistemati-co e nella sua modalità. Si verifica cosa accade in se stessi e nella quotidianità. Sì, perché la verifica finale la fa la vita. La concretezza. Il qui e ora. Per fortuna, così dico di me, qualcosa... un richiamo? mi ha sempre ricondotta a verificare ciò che stavo sperimentando con il qui e ora dei fatti concreti.

Sono un corpo.

Sì, sono anche anima, spirito, pensiero, progetto, sogno, ecc... ma queste definizioni e parti di me rischiano di spostarmi nell'astratto, nel mondo del pensiero e della parola staccati dal mondo della materia. In fondo, dal mio corpo. Invece io voglio vivere il mio corpo. Qui, sento. E a me piace... sentire.

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Il rischio è che facciamo tanti bei discorsi, tanti progetti ma essi, e noi, aleggiamo in un qualcosa di fluttuante, vasto sì ma impermanente, immateriale. Alla fine qualcosa per cui vivia-mo molto nella testa ma non nel corpo. Ci allarghiamo molto. I libri, il sapere, il web poi è un complice sottile ed insidioso di questo rischio di perdere il radicamento della concretezza. Diamo la nostra energia a mille informazio-ni. Pare che sia necessario essere informati e competenti su tutto o quasi. Guai a non essere aggiornati sui fatti e sui tra-guardi culturali. Oppure, siamo nella concretezza ma non accediamo a livelli più sottili del nostro esistere. Eppure anche questi sono del corpo. Di un corpo quando si vive dall'integrazione delle tante parti di sé. Il corpo è intelligente di suo, spesso più di noi. E chiama. Insi-ste. Crea uno spazio in noi in cui le esperienze e ciò che ne ri-caviamo si confrontano con la verità, la coerenza del nostro essere al mondo. Del nostro essere terrestri. Non solo anima, non solo mente, ma soprattutto terra. Nel cammino questo si fa strada e si fa chiaro. Probabilmente è una tappa di ciò che viene chiamato "il risveglio".

- Oggi sono qui. Ho scelto di essere una terrestre. Questo è il mio programma ora. Questo va vissuto pienamente. Voglio godermi la Terra, e tutto quanto le appartiene e le corrispon-de.

Presa di coscienza che si fa imperiosa, vera. Inconfutabile. Tappa fondamentale. Se risveglio è, è del mio essere terra. Materia. Qui e ora del corpo e tutto, perfino il pensiero, il sentire, la psiche ruotano attorno al corpo. Un mandala. Un mandala con al centro Il CORPO. Io TERRESTRE.

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Ecco, posso affermare che questa coerenza con la terra che siamo, quindi con la concretezza, la danno o la favoriscono o la ripristinano gli archetipi.

Quando a scuola disegno e spiego i segni, le più antiche rap-presentazioni grafiche dei suoni: le vocali e le consonanti, spiego perché gli antichi hanno fatto quel preciso segno, per-ché hanno scelto quel particolare oggetto per esprimere quel-la particolare esperienza dell'esistenza che viene espressa dal segno e dal suo simbolo. E spiego perché poi, questi segni e simboli si sono radicati nel-la nostra psiche, nel collettivo. Dico che i nostri avi erano mol-to concreti. Non potevano certo permettersi di stare sul ban-co a poltrire, avevano ben altro di più urgente e necessario di cui occuparsi e che questo permetteva loro di essere ben piantati, con i piedi per terra e le mani in pasta. Questo dava loro una grande concretezza. Dava il radicamento. A terra. Ec-co che la scelta degli oggetti che dovevano diventare segni che rinviavano ad un simbolo, ad un significato, la scelta era concreta, dettata dall'esperienza degli oggetti e delle situa-zioni. Oggetti scelti e segni corrispondenti erano perciò presi dalla vita di tutti i giorni, ed erano oggetti scelti perché erano funzionali... servivano a fare un qualcosa di concreto rispetto a quella che era una reale necessità, spesso legata alla so-pravvivenza. O in ogni caso a ciò che era necessario, indispen-sabile, utile, funzionale alla vita. Al corpo, alla comunità, al territorio.

Ecco che segni e simboli così incisivi nella vita, determinanti, finivano velocemente nella psiche, nell'inconscio. Possiamo pensare che, il suono che esprimeva un segno, collegato a qualcosa di essenziale, fosse di una vibrazione tale che s'im-primeva nella testa e nella memoria. E nel tempo, nel DNA.

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Un evento o un simbolo, o una persona, ecc, viene da noi sen-tito quanto più provoca il sentire. Quanto più ci attraversa come emozione. Detto ancor meglio, tanto più forte è la sca-rica di adrenalina che ci attraversa. È la vibrazione nella sua intensità che incide e imprime la psiche. Sinapsi che vibrano. Che s'attivano e s'accendono. Quando la corrispondenza tra ciò che siamo e ciò che sperimentiamo ci dà una vibrazione alta ecco che quell'evento s'imprime dentro di noi. Le emo-zioni ci segnano, è importante ciò che sentiamo. È importante essere consapevoli della polarità delle emozioni. A volte spie-go ai ragazzi a scuola la trasmissione orale della tradizione, ossia delle consegne fondamentali da una generazione all'al-tra così come avveniva nel passato. Spiego che in alcune tribù dell'Africa c'era un filo tirato tra due alberi con appesi degli oggetti: conchiglia, rametto, sasso, osso, guscio, seme... e spiego che ad ogni oggetto veniva associato un significato, e che i significati erano le regole fondamentali della tribù. All'anziano bastava indicare uno degli oggetti e i bambini su-bito sapevano a quale legge ci si riferiva. Bene, detto questo non aggiungo molto altro e mi sono resa conto che i ragazzi, autonomamente, associano gli oggetti ai valori umani. È come se qualcosa fosse scritto in noi, e basta fare questo gioco della scuola antica che la nostra psiche si allinea subito ai contenuti fondamentali. Ecco dove si pone o s'è posta la scelta che ha orientato ciò che abbiamo creato qui sulla Terra. Cosa abbia-mo scelto di sperimentare e di vivere? La storia, dove storia è semplicemente una categoria della mente, ci dice cha aveva-mo scelto atteggiamenti di valore. Oggi scegliamo gioia e leg-gerezza. Benessere, condivisione, collaborazione... Questa la scelta di fondo, che si fa su cose concrete, naturali, essenziali. La realtà è essenziale. Sta in questi segni e simboli, in questi movimenti unici, insopprimibili, non interscambiabili con al-tro, non mutuabili. I segni e simboli vitali che conducono quel-

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le vibrazioni alte, altre, perché legate ai movimenti fonda-mentali necessari alla vita. Funzionali alla vita.

Facciamo degli esempi con gli archetipi.

Alef - unità - 1. La realtà è Una. La realtà si muove, respira all'unisono. Ascoltiamo un po': non è vero che per ritrovare noi stessi dopo un evento, un agire, un comunicare, facciamo ricorso a questa unità interiore, questo uno che sta in fondo a noi stessi, dove ci ri-centriamo, ci ritroviamo, facciamo la sin-tesi delle nostre esperienze? Processo necessario per fare il punto, centrarsi, definirsi, non disperdersi. Solo così possiamo andare oltre, in altra esperienza senza perdere parti di noi o la nostra forza. E siamo solo a alef - unire - 1. In questo capitolo siamo in bet - contenere - 2.

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Metto in movimento

Usare gli archetipi La concretezza è un linguaggio, più ancora è un modo di esse-re. Il fatto è che, anche stando nelle cose pratiche e terrestri, possiamo andare in esperienze e usare linguaggi che si diver-sificano da quelli che conosciamo e che applichiamo al nostro "fare". Mi muovo esprimendomi con determinati linguaggi, quelli che già ho sperimentato e che conosco. Anche quando incontro una situazione nuova, senza volerlo, tendo ad applicare un certo modo di fare e di interpretare. Innanzitutto tendo ad essere io a impostare la situazione. "Mi deve corrispondere" e, il più delle volte, riteniamo che la corrispondenza con noi stessi sia il mettere in atto una serie di comportamenti e di criteri che già abbiamo. Ossia rimettiamo in scena sempre lo stesso copione. Tempi, spazi, modalità delle interazioni, deb-bono corrispondere a schemi che già abbiamo dentro, rite-niamo che così debba essere. Così sia giusto e ci piaccia. Per cui: se non funziona secondo i nostri schemi confliggiamo o lasciamo ma, se funziona, ci annoiamo. E la ricerca e l'attesa continuano. Vale per qualsiasi situazione della vita: il compa-gno, la compagna, il lavoro, la casa, ecc. Finché, un giorno, ci fermiamo. La ricerca all'esterno finisce. Ci rivolgiamo dentro di noi e ora sappiamo che: solo dentro di me stanno le situazioni giuste, mie, corrispondenti. Solo da dentro posso manifestarle e renderle fruibili fuori.

"Solo in me stesso stanno cieli e terra nuova".

Come stanno in noi? Criptati, in nuce. Siglati in un sigma, un segno che, dato che sta nel mio corpo, solo segno astratto non è, ma è ben concreto poiché contiene emozioni siglate là.

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Sono i semi di possibilità di vita che ho messo nel mio baga-glio quando ho deciso di venire qui, sulla Terra. Li ho criptati, innestati nell'ologramma. Come fare a riconoscerli? Attivarli? Così che mi attirino le situazioni corrispondenti al mio pro-gramma, quindi a me?

Ecco il campo morfogenetico degli archetipi. Il campo in cui stanno quei semi, criptati in simboli, innestati in me. Si tratta di richiamarli. Lavorare tra dentro e fuori. Tra situazione esterna, in cui trovo gli input, i richiami, gli indizi e l'interno, dove stanno iscritte in vibrazioni, in emozioni che sono segno e simbolo, ciò che desidero e che so buono, funzionale per me. Anche chi incontro sul mio cammino è segno e simbolo. C'è corrispondenza tra la vibrazione, l'emozione e il simbolo. Questa corrispondenza mi permette di risalire dal simbolo alla vibrazione, così che posso sciogliere eventuali nodi emoziona-li, energetici che altrimenti continuano a rientrare in scena, o posso individuare il mio orientamento, da che parte va il mio programma.

Se stiamo uscendo dall'irretimento dei secoli e delle tradizioni bloccate si è sempre in cammino, in ricerca. E proprio questo non sostare, provare, selezionare, precisare, un giorno ci met-te davanti a qualcosa o qualcuno. Funziona quella che io chiamo la serendipity, ossia la capacità di ricerca che è saga-cia, magia, in cui proprio la spinta a trovare ciò che è nostro ci fa camminare, studiare, insistere, imparare, così diventiamo talmente esperti di una situazione che ecco! Appena la situa-zione giusta si presenta sappiamo riconoscerla. Abbiamo den-tro i ganci corrispondenti. Abbiamo attivato delle chiavi. Quelle della nostra psiche, e sono esse che ci portano davanti alle situazioni giuste. Che cosa abbiamo risvegliato? Semplicemente dei segni, ma che sono portatori di significato, di più ancora sono trasmetti-tori di un'energia, di una vibrazione che quando noi la atti-

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viamo si dà da fare per organizzarci ciò che abbiamo chiesto - a noi stessi. Io parlo per alfabeti, anzi me ne basta uno, giusto per indicare il segno ma soprattutto per rinviare all'energia che il segno conduce. Per cui ho 22 segni e suoni - vibrazioni corrispondenti per at-tivare in me e creare all'esterno, tutto il mondo. Sì, me ne ba-stano 22. 22 sono i movimenti della forza nell'universo. Questi i fondamentali, per questo i segni che li rappresentano si chiamano archetipi primari. Qui ciascuno può attirare, e attivare, il suo mondo.

Ogni segno ha mille e uno significati. Le sovrapposizioni dei secoli e delle civiltà hanno arricchito i segni di significati e funzioni. Ma, possiamo risalire anche qui a 22 significati es-senziali, e usare questi.

Ecco perché io definisco la strada degli archetipi... l'ultima spiaggia. Perché qui approda chi ha già tentato tutte le altre, s'è già preso le piccole o grandi soddisfazioni, ma ancora non ha davanti tutto ciò che ritiene giusto avere per essere gioio-so, sereno, per godere della bellezza della vita su questa Ter-ra. Qui si pongono gli archetipi primari e il loro utilizzo. Sto parlando molto praticamente: utilizzo.

Funzionalità.

Qui non si danno, né si chiedono, atteggiamenti di fiducia, di fede, di sacralità e religiosità. Qui si dà solo la concretezza del-lo sperimentare una via, una tecnica che solo tecnica non è, ma si fa cammino, sperimentazione, mettersi in gioco, assun-zione di responsabilità verso se stessi. Qui non c'è da credere... c'è da sperimentare. Provare.

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Come si sperimenta? In modo semplice. Perché più semplice è, meno mente c'è. E qui si tratta, se vogliamo partecipare al fluire della vita e far sì che i segni vibrino in noi, di lasciar fuori la mente. Il suo insistente cicaleccio. Il suo continuo boicotta-re la concretezza per la virtualità, per l'astratto. Ciò che essa è. Non giudichiamo la mente, né la escludiamo dal gioco dell'essere i creatori della nostra realtà. Ma le diamo il suo compito e non oltre. Sappiamo cosa va fatto ora. Rendere conosciuto lo sconosciu-to. Ossia fare cose concrete: persone cose eventi. Portare nel qui e ora ciò che abbiamo sempre cercato e desiderato. To-gliendoci da tutti i se e tutti i ma. Le Tavole degli archetipi sono a vostra disposizione nel mio

libro1

. Le trovate anche nel blog, qui avete i link http://francescasalvador.it/ http://francescasalvador.it/tavole/ Si inizia così. Io ho iniziato così. Con colori, penne, pennelli, creta, legno, ecc. Ho allegato anche la Tavola vuota che pote-te usare, ma so che ciascuno attiva la propria creatività. Si riproducono i segni. Nel libro spiego perché vanno riprodotti. Lo spiegherò anche qui, ve lo dirò a voce. Intanto iniziate: Scaricate le Tavole. Riproducete i segni. Ripeteteli. Parlate con questi segni.

1 Francesca Salvador, Archetipi la danza della vita, Youcanprint 2012. francescasalvador.it (blog).

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Stanno in noi, nel nostro DNA. Comunicando con questi segni interagite con il vostro incon-

scio, con la memoria2

. Segni e simboli che, coloro che ci han-no preceduto, hanno conosciuto, usato, parlato, ripetuto... Se i miei avi hanno comunicato con questi segni e simboli, quan-do io li pronuncio, li ripeto, mi innesto in quel canale, in quel-la vibrazione. E la dimensione che i miei avi vivevano si riatti-va in me. A che scopo? È un tornare indietro che fa risalire emozioni, ricordi, che porterà a galla situazioni, memorie. Che finalmente mi mette in contatto che ciò che sta nel mio in-conscio. Mi hanno detto che c'è un velo tra me e l'inconscio. Non c'è velo. Mi hanno detto che l'inconscio contiene paure, eventi tragici, torpore e tormento. Io c'ho creduto, e così è stato, saliva torpore, tormento ansia e drammaticità. Ma da quando, andando per un sentire mio e non più quello degli esperti o della doxa, mi son messa a scandagliare l'in-conscio e la memoria ancestrale con un atteggiamento più ri-spettoso, più positivo e di fiducia, ecco che l'inconscio s'è rive-lato ben altro dalla bestia nera che m'avevano fatto credere. S'è rivelato un prato vasto e soleggiato. Una ricchezza di emo-zioni e sentimenti belli, vitali e gioiosi, e via così in tutto ciò che sto vivendo di me. S'è rivelato contenere ed essere quell'età dell'oro che tanto aspettiamo. Sta qui, dentro di noi. Scegliere di guardare la Terra e la Natura con la lente dell'ab-bondanza, e così la nostra parte interiore, serena, possibile, amorevole. Si tratta di provare.

2 Troverai nella sezione Laboratorio, via web, tra me e le anime

gemelle, le proposte per lavorare con gli archetipi.

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Chi è incanalato in questa energia del risveglio, lo sente, e lo fa. Dopo che avremmo fatto la conoscenza con tutti e 22 gli ar-chè, procederemo nella scelta di quelli che sono più inerenti a noi e alle nostre - personali - esigenze.

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Rendo solido Terre interne inesplorate Il tema che predomina nei miei scritti è: L'Anima Gemella. Come diventare tali che l'anima gemella ti compare davanti.

Nel primo capitolo, come hai letto, mio lettore, riferendomi al compagno o compagna, non lo definisco anima gemella ma Cuore gemello. Sì, è vero, trovo molto più reale e concreto chiamare questa parte di me così importante, intrigante e travolgente “Cuore”, ovvero, ti dirò, spesso prediligo chiamar-lo “Corpo”. Bisogna anche dire che la tradizione ha una gran-de letteratura e ha lanciato mille e mille aspettative sull'ani-ma gemella. Così, credo sia più semplice continuare a chia-marla “anima gemella” sapendo che noi, da terrestri ci muo-viamo, per cui sempre ad un ambito fortemente concreto, di terra, di emozioni e sentimenti, attingiamo. Certamente vo-gliamo darle quell'accezione che più fa la sintesi tra le tante parti che ciascuno di noi, ogni giorno, mette sulla scena, per cui proseguiamo e vediamo quale nome più ci condurrà co-lui/colei che desideriamo accanto.

Torniamo perciò alla domanda: Come diventare tale che Ani-ma gemella mi compaia davanti?

Consapevoli, dalla nostra pregnanza e dalla nostra dedizione di terrestri che: di Cuore e Corpo gemello si tratta. Talmente ne pensi, fai, ne dici ed esperimenti. Talmente ti dai da fare per modificare te stesso, crescere, diventare tale che tiri fuori da te lo specchio che ti ritorni questa comunicazione, quest'amorevolezza, intelligenza, insieme a gioco arrapamen-to piacere complicità gusto del vivere che... può essere dura difficile faticosa quanto vuoi, ma a questo vuoi arrivare. Questo vuoi con tutto te stesso.

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A volte mi chiedo, anzi mi chiedevo perché poi si vede e non si torna indietro, se terrei di più al premio Nobel o all'anima gemella. E so che ho visto bene questa cosa. Prima viene l'a-nima gemella. Prima si vive. Vincere il Nobel e non essere vivi non mi interessa. A questo punto mi vorreste chiedere se ci sono arrivata. Per-ché, se dico che la meta ce l'ho già alle spalle da un po', signi-fica che mi sto gustando il viaggio. Sappiamo anche che funziona il transfert e che, se ci sentiamo realizzati in una parte di noi stessi, significa che lo siamo an-che nelle altre. Ebbene. Sì. Comunque sia, io viaggio tra i mondi. L'ho gustato il traguardo, tanto che ho potuto tirare fuori questo dire: - Ci godiamo la meta e oggi, alleati, proseguiamo il viaggio.

Il bello è che è sempre stato così. Il viaggio.

Ci sono da fare alcune puntualizzazioni:

1 - Quando faccio un pezzo di strada dentro a questo "avere davanti l'anima gemella", prima mi impegno come se io stessi cercando nient'altro che l'anima gemella. Ossia, entro in un'interazione in cui metto forze, energie, attenzione, come se... io avessi davanti l'anima gemella, perché voglio crearla.

Questo “come se” è una strategia. In Emme ya3

, uno dei miei libri, sta descritta in un racconto. Fare come se... significa anche: camminare già oltre la meta. Questo il primo passaggio poi, quando il campo morfogeneti-co è a buon punto, ossia io ho davanti la persona che potreb-be corrispondere all'anima gemella, ecco che, quando la crea-zione è a un buon livello di visibilità e concretezza, vedo sot-to... oltre... e quella cosiddetta anima gemella prende un'altra

3 Francesca Salvador, Emme ya, Youcanprint, Tricase, Le., 2013.

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valenza. La vedo sotto un'altra prospettiva. Di essa, ossia della persona, vedo... lei. Non come è servita a me per fare da cata-lizzatore al mio cammino ma ciò che lei è in se stessa. Così che ho lavorato tanto, mi sono arrampicata, ho lavorato su me stessa e sugli eventi (io parto e torno sempre a me) che, ecco, fatto il pezzo di strada, io sono cambiata, ho esplicitato un'altra parte di me, o di me ho visto un altro nodo che ora ho sciolto. La tensione, l'attenzione, il pathos si allentano, a questo punto le cose funzionano ancor meglio perché, fuori dall'intensità del mio obiettivo, tutto diventa più umano, vivi-bile, condivisibile e io mi trovo davanti una bella persona con cui interagire. Beh, certo, ho fatto il lavoro trasformativo. L'al-tro, il catalizzatore di ciò che da in fondo a me premeva per uscire alla luce, diventa una comunicazione costruttiva e di pregio. È una dinamica alchemica.

2 - Da quest'ultima considerazione il secondo punto:

La prima insostituibile Anima Gemella, sono io a me stessa.

Così dev'essere e così è. Questo sta soprattutto in Eméraude4

, altro libro mio. Eméraude è questo. Per cui molto del lavoro fatto e condiviso in questi anni gira attorno all'anima gemella che ciascuno è a se stesso. La prima insostituibile. L'altra par-te di sé. Se sto bene con me stessa/o tirerò fuori da me un compagno/a che mi fa stare bene. Si tratta sempre di specchi. In fondo, che cos'è stato questo viaggiare dentro me in conti-nuazione per tirare fuori da me stessa l'anima gemella? Forse, la parte più sagace e provvidenziale di me, sapeva che io, co-me la maggior parte delle persone, non mi sarei soffermata più di tanto a imparare a volermi bene e ad occuparmi di me stessa, ed ecco che mi ha creato la metafora, la fantasia, il

4 Francesca Salvador, Eméraude, Maremmi ed. Fi. 2013.

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movente dell'anima gemella fuori di me affinché io mi deci-dessi a voltarmi dentro me. E qui c'è un altro libretto mio che la racconta, ovvero Isshah

Adamah5

, oltre che alla terza parte di Sette settimane con il

mio alchimista interiore6

. Occuparsi di se stessi è la cosa cui si resiste di più. Avere ef-fettivamente cura e premura di sé, per la propria grandezza e integrità, oltre che coltivare pazientemente il proprio sogno. Più facilmente ci occupiamo di darci vestiti, pranzi al ristoran-te, denaro, macchine, compagni, riconoscimenti esterni, ecc.. ma per aprire l'unico canale importante ed indispensabile per avere poi tutto dal mondo, ossia da se stessi, allora... abbiamo sempre altro da fare. Per cui, forse, il centrare l'attenzione sull'anima gemella all'e-sterno, ci permette di creare quella curiosità, complicità, quel gancio che fa sì che ci avviciniamo a noi stessi? È un percorso. So di averlo scandagliato. Stanotte ci pensavo... il dire ai lettori:

- Ti garantisco il raggiungimento di una vita abbondante, sa-zia, piacevole, ecc ecc…

Per me, per il mio messaggio, non corrisponde all'avere tanti soldi, la macchina più grossa, il sesso, ecc. ossia le cose vissu-te solo all'esterno. La mia proposta di abbondanza sazietà leggerezza e gioia, è il fatto che:

3 - io - mi vivo e mi godo l'abbondanza e la sazietà dentro, perché talmente c'ho creduto, ho insistito, mi sono centrata su questo, ho rotto le scatole, che l'ho creata. Ho creato, atti-vato questo movimento in me. Certo ci stava già, alla fine non

5 Francesca Salvador, Isshah Adamah, Youcanprint, Tricase, Le., 2013. 6 Francesca Salvador, Sette settimane con il mio alchimista interiore, Ed.

Io sono, 2014.

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creiamo nulla, solo tiriamo su dall'inconscio, ossia dalla parte in ombra di noi stessi, il bello e il brutto, il tutto. Dipende da che approccio abbiamo con noi stessi e col mondo esterno. Dipende da cosa scegliamo di sperimentare. Anche questa capacità di scelta, ossia di orientamento interno, è consape-volezza che si raggiunge.

4 - Mi chiederete a questo punto:

- Cos'è o chi è per te l'anima gemella?

Beh, qui mi basta tirare fuori i miei scritti. Posso elencare i li-bri, o i capitoli dentro i libri. Quindi, su come spiegare cos'è non manca certo il materiale; qui ne parleremo più volte per dire che cos'è viversi questa interazione. E per tutte e due le accezioni, sia per dire dell'Anima gemella che ciascuno è a se stesso, sia per parlare dell'anima gemella, quella bella e diver-tente, fuori di noi stessi, che ci andiamo a creare per pappar-cela. Ed essere pappati.

5 marzo 2016

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Vivo Archetipi significa situazioni nuove In che modo, riformulando il pensiero, posso mettermi in re-lazione con la mia anima gemella?

Il lavoro sulla riformulazione del pensiero viene a monte dell'anima gemella.

Tavola di Smeraldo: Dentro e fuori corrispondono.

La realtà esterna, che mi sta attorno e che ho davanti, corri-sponde a come - io - sono - e sto - dentro di me. Attraggo ciò che sono. Sì, l'han già detto, in tanti. Questo è il punto che va detto, va pronunciato di se stessi fino a che diventa l'impianto - il mio - quello che ora scelgo e so essere, il vero schermo, la lente, il modo, la vera chiave di approcciare il mondo fuori di me. Fuori di me non c'è nulla. Tutto è dentro di me, e in me tutto accade, si crea, tutto può essere confermato o modificato. Tutto. Fuori non devo dire niente a nessuno, darei il fianco a intera-zioni, quando non conflitti, inutili, che mi sottrarrebbero for-za. Solo a me stessa devo parlare e dire come voglio il mondo fuori - il mio. L'unica comunicazione da mantenere sempre è con la mia parte interiore. Il mio inconscio.

Puntualizzazione sull'inconscio. All'ultimo capitolo di Vittoria troverete dove approdiamo con Inconscio e con le altre gran-di Parti di noi.

Ci hanno detto che l'inconscio è pieno di tormenti, dolori, mostri, fantasmi, negatività che dobbiamo tirare su e vedere. Ebbene fino a che crediamo a questo continueremo in questa ruota senza fine del tirare su nodi e energie dolorose, pesanti,

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tormentose. Che si chiamino Freud, Jung, Hilmann con le loro teorie, ecc. li onoro ma sono figli del loro tempo. Non sto qui a discutere su che razza di.. tempo.. abbiamo condiviso. Ma siamo noi che scegliamo, ancora, questo orientamento, que-sta parte, queste dinamiche della sofferenza. Così vale per tutte le filosofie orientali, karma e quant'altro non mi veda già nella/sulla mia felicità. Un giorno capiamo che: chi ha raccontato che l'inconscio è sofferenza e nodi dolorosi altro non ha fatto che registrare ciò che era scelto allora, da quelle persone. Nell'esperienza di "un tempo","una dimensione" l'umanità, la psiche collettiva, ha privilegiato la separazione, il sacrificio, la sofferenza, la ridut-tività, ma questa altro non è che una scelta, non una inelutta-bilità. L'abbiamo attraversata questa parte oscura, separata in se stessa. C'è una parte che è oscura sì, ma che dà la vita, non la morte. È tutto ciò che ancora non sappiamo di noi stessi, la chiamano materia oscura, se cambiamo l'atteggiamento dell'osservato-re, su noi stessi, non tiriamo su mostri, ma bellezze. È la scelta.

Va sperimentato.

Il passaggio è molto semplice, altrettanto stretto. Ma avvin-cente.

Il primo atto creante è la scelta.

Possiamo portare qui le tante teorie oggi circolanti sui guai dell'umanità, dare ancora la responsabilità a qualcuno o qual-cosa che non siamo noi, ma finché ancora troviamo la causa fuori di noi, ci mancherà sempre la risoluzione finale per ve-dere il tutto e sapere come fare per uscirne. Perché se ne esce. Per il fatto stesso che non c'è niente da cui uscire. Anche questo che sto dicendo io è già... mente. Si può esser-ne fuori. C'è chi sta già così, fuori, e sta bene.

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Non significa confliggere con la mente, va riconosciuta, ma va gestita. Quando, di seguito, continuamente, con attenzione mi dico e mi ridico ad ogni circostanza che m'arriva davanti o in cui mi trovo:

- Mi assumo il 100 per 100 della responsabilità di ciò che ho davanti e di ciò che sto sperimentando.

Ecco, viene il momento che vedo. È l'insight. Da qui riparto. Certo, ci mette un po' questa consapevolezza a stanziarsi den-tro di me e ad agire, a impostare la dinamica di non ritorno, ma siccome questa è la vera modalità del vivere, questa alla fine si installa e lavora. Non il "così è" senza via d'uscita, non esiste il bene e il male, non esiste la dualità. Non sono realtà. Sono solo dinamiche della forza. Ma noi come coscienze siamo a monte delle di-namiche. Le dinamiche vanno usate, non subite. Anche la dinamica della separazione, del sacrificio, della fati-ca, del dolore, del dover essere sono solo modi di pensare la vita, possiamo decidere di vivere su altre modalità. Scelgo. Questo non va più resistito. Inutile che quando leggete que-sto, tornate su voi stessi dicendo... ma la realtà non è così.. ma la scienza non dice così.. ma la religione non dice così.. ma la maggior parte della gente non dice così... Decidetevi a valutare - voi - ciascuno di voi - cosa scegliere. Come volete vedere voi stessi e il mondo in cui volete vivere. Che - voi- create. Invece di resistere a queste parole, lasciatele aleggiare, sosta-re, dentro di voi. Provate no? Provate tante altre cose, prova-te anche questa, che vi costa. Non rimuovete queste parole. Lasciatele. - Perché dovremmo scegliere le tue parole? - direte voi.

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E io: - Abbiamo, avete, date il fianco a tante parole. Provate... una in più... Mica date asilo a me, a Vittoria, eh sì, anche, ma ciò che conta sono queste parole. Qui io non posso nulla. Io sono solo la risultante di un cammi-no che per me funziona, eccome. Per cui posso portare solo me stessa e la mia vibrazione. Posso anche indicare chi conosco, chi so che ha fatto lo stesso percorso e ha compreso la stessa cosa. Sì, certo, si danno an-che molti altri modi di arrivare a questo punto. Ciascuno ha il suo. Infatti non ci sono maestri, lo dico sempre. Io non sono un maestro, solo mi va di dire la mia. Noi abbiamo provato. Ad un certo punto ci siamo ritrovati e ci siam detti che stiamo godendo la nostra grande libertà e la vita. Più lo diciamo più ci troviamo davanti persone che parlano così, che hanno attra-versato la meta, oltre, nell'abbondanza e nella gioia. Hanno fatto questo passaggio, autentico, e ci sono. Oggi si è in viaggio. Non c'è meta. Nessun posto in particolare cui arrivare. Provate a sentirvi così, che vi costa... provate a fare questo pezzo di strada. Si prova, si sperimenta. Accade il cambiamen-to quando ci si scolla dalla finestra, fosse anche quella del web, e ci si butta a sperimentare se stessi. A mettersi in gioco. A mettere le mani in pasta. La valenza e la portata della mia affermazione:

- Scelgo la gioia e guardo solo dove si gioisce.

è senza fine, senza fondo, senza limiti. Ma è anche talmente stretta stretta che non si finisce mai di vederne la correlazione, la conseguenza del causa-effetto. Anch'io ho sperimentato varie tecniche, con a monte le ri-spettive teorie, visioni del mondo e delle cose. Il punto è che

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anche le visioni del mondo e le teorie che ne conseguono vengono costruite ancora da dentro il quadro epistemico e concettuale del: dovere - sacrificio - riduttività - sofferenza - bene e male - così si fa così si usa - ecc. Alla base c'è che ogni teoria ancora è impiantata su una per-cezione e visione separata della realtà. Si esce dalla ruota solo quando si ha la percezione dell'Uno, dell'Alef. Questo lo da Alef. Alef - 1 - Unire - Unisco. Questo non lo possono fare i sistemi di pensiero, ma solo il toglierci dal pensiero, dalla mente. Ci sono vari modi per to-glierci dalla mente. Uno di questi sono gli archetipi. Perché gli archetipi sono prima. Sono le chiavi per costruire qualsiasi realtà, ma ne sono anche oltre, fuori. Stanno in un livello del Pensiero che è Uno. Ecco che gli ar-chetipi ci riconducono alla centratura, all'Uno, e fanno tutto da soli.

- E l'anima gemella? - direte voi.

Dov'è la domanda iniziale e dove la sua risposta? Domanda: - In che modo, riformulando il pensiero, posso mettermi in re-lazione con la mia Anima Gemella?

Si entra in questo: - Io, ora, cosa sto pensando?

Ma davvero pensando. Nel senso che ci rendiamo conto di un certo livello del nostro pensiero, ma di altri no. Per cui spesso, mentre la desideriamo a tutti i costi l'anima gemella, anche, non la pronunciamo, né la benediciamo. Di colui o colei che al momento abbiamo davanti continuiamo a vedere i limiti, le criticità, in che cosa non corrisponde a noi. Alimentiamo così due tipi di pensiero: 1 - ciò che vogliamo

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2 - il dire e congelare in un certo modo di vedere, chi abbiamo davanti. Se ne esce solo prendendo coscienza e modificando il proprio pensiero su chi abbiamo davanti. Qui e ora è l'unica realtà. Qui debbo giocare. Primo passo è accettarlo/a, così com'è. È la mia creazione. Se non l'accetto ma ci confliggo non faccio altro che continuare a mettermela davanti fatta così. Ad essa arriva la mia energia, anche se io la do come resistenza, ed essa, continua ad ali-mentarsi, ad essere qui. Va accettata, e non guardata più. Significa che: se di chi ho davanti non mi piacciono certi atteggiamenti, non devo starci sopra e pensarlo o parlarne, devo fare il silenzio, sia interno che esterno, su questa mia creazione. La sospensione mi fa vedere cosa e come penso - io. Ecco che comincio a vedere e rendermi conto, non di chi sembra ci sia là fuori, ma dei miei pensieri. E vedo... come penso lui/lei. Ora, dato che ho capito che la realtà la creo dai miei pensieri, cosa/chi/che sto pensando/creando? Quello che sta attraversando la mia mente. Bene, ecco perché ce l'ho davanti. Torniamo all'anima gemella. Sono una donna, per cui, per ora, mi soffermerò sulla mia anima gemella al maschile. (Non è detto che sia l'unico gene-re che mi interessa). Cosa sto effettivamente pensando del maschile e del femmi-nile sull'onda del maschile che - credo - di avere davanti? Sto foraggiando ancora pensieri della serie: - I maschi.. il mondo è al maschile.. i maschi non comprendo-no.. i maschi non si prendono responsabilità.. i maschi scap-pano... il mondo è impostato al maschile. La prepotenza, è maschile. La sopraffazione...

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- Le donne.. le donne devono ancora soccombere.. le donne sono schiacciate.. non comprese.. le donne sono brave e intel-ligenti ma la forza maschile prevale... ecc ecc. Questo sto pensando nel mio dialogo continuo sotterraneo inconsapevole insistente? Questo ho davanti. Invece: di chi ho davanti. Sì, di questa persona devo dire, e senza ri-torni e ripensamenti: - Lui/lei pensa come me. Io lo desidero. Lui mi desidera. Io lo penso. Lui mi pensa. Io lo cerco. Lui mi cerca. Io mi prendo cura di lui. Lui si prende cura di me. Ora. Qui e ora Incondizionatamente. Punto. Questo si riesce a fare solo quando s'è fatto un rigiro prece-dente. Quello che ci impianta in noi stessi. Nel nostro qui e ora in cui stiamo bene e nulla ci intacca. Questo: - Io e l'altra parte di me siamo Uno. Io mi penso amorevolmente. Io mi riconosco, in tutto ciò che sono. Mi apprezzo e mi amo. Me stessa riconosce, apprezza e ama me. Io mi desidero. Me stessa desidera me. Io mi penso. Me stessa pensa me. Io mi cerco. Me stessa cerca me. Io mi prendo cura di me stessa. Mi regalo tutto il meglio. Ora. Qui e ora. Incondizionatamente. Vado bene così come sono. Sempre.

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Primo amore fondante. Questo accade solo quando abbiamo ri-equilibrato gli arche-tipi primari - fondamentali.

Maschile - Kaf/Femminile - Thet.

Vita. Persona. Perfezione. Protezione. Vita - Hè - È - 5 - Essere vivi. Persona - Yod - I - 10 - centratura. Perfezione - Res - R - 20 - uomo/donna. Protezione - Het - H - 8 - sono inattaccabile. Sciogliere - Mem - M - 13 - le grandi acque dell'utero - di ogni creazione.

Tutto questo diventa flusso amorevole e fondante tra me e me stessa, Vittoria.

E, a seguire, tutti gli altri archetipi perché questo sta nella psi-che, nell'inconscio. Questi segni vengono riconosciuti. Sono il ponte tra me e l'altra parte di me, l'inconscio. Quante volte abbiamo formulato e pronunciato frasi tipo quelle sopra. Ep-pure poco o niente è cambiato. Come mai? Togliamo tutti i dubbi derivanti da boicottaggi di disistima che... non avevamo fatto abbastanza. Abbiamo fatto sempre tutto. La differenza è che qui c'è un movimento nuovo, perché in ogni affermazione che facciamo inseriamo archetipi. Essi agiscono, mettono in movimento, ri-allineano le vibrazioni dei pensieri, fino a quelli del grande impianto di questo universo. Lavorano dentro la nostra psiche, la svegliano. Noi deliberatamente inseriamo le chiavi e le forze fondamentali. Quelle che fanno il mondo. Quelle alla base di ogni nostra creazione, prima di ogni pen-siero e atto, esse sono. Sono le forze della natura che ri-allinea con coerenza ogni aspetto delle nostre creazioni. Ci sono sempre state, e pure correttamente. Qualcosa ci aveva condotto in una visione parziale e disallineata. Ora siamo noi stessi, liberi e consapevoli.

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Ogni parola che leggiamo e pronunciamo qui è lavoro alche-mico, che riformula e modula sulle giuste frequenze la nostra psiche. Perché ogni parola è composta di questi segni e sim-boli che attraversano i mondi e la storia. L'equilibrio di tutte le parti di noi stessi ci porta fuori dalle secche della mente, del karma, dell'eterno ritorno, del desti-no, della pochezza, verso la vita piena e appagante. Provare. Osservare - osservare - osservare il proprio pensare. E sperimentare.

Questo serve fare, solo questo. Perché, presa coscienza di questo, giunti a questo punto, abbiamo anche la consapevo-lezza del percorso fatto, di come funziona lo strumentino chiamato mente, siamo capaci di distinguere indicare e defini-re tutto l'impianto: psiche, SNC - Sistema Nervoso Centrale - percezione, proiezione, creazione, ri-formulazione, ecc, ab-biamo la coscienza di come utilizzarli.

Archetipi significa situazioni nuove. Nuovo Pensiero

Là dove Sorge,

Increspato d’Azzurro l’Ultimo Pensiero.

Un Seme

vedo nel cuore.

Strappato al Cielo.

Fecondato.

Là dove Sorge

Increspato d’Azzurro il Nuovo Pensiero.

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Credo che svilupperemo questa visione delle cose in molti modi, nei molteplici suoi aspetti. Perché tutto, non solo l'A-nima Gemella, è determinato dal nostro pensiero. Io farò questo, racconterò questa dinamica in tanti di quei modi che ad un certo punto la vedrete in voi. Ci vuole una grande Forza. Tutti, sia chi sta sulla strada degli archetipi, sia chi segue altre strade, ha dentro la grande Forza. 10 marzo 2016

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Aggancio Archetipi si diventa Il metodo che ho sperimentato e che propongo è talmente semplice, da apparire.. idiota. E, siccome la maggior parte di quelli che stanno in un cammino sono abituati a pensare che per essere consapevoli bisogna metterci un certo impegno e fatica, e cultura, bocciano subito questo sistema. Troppo semplice, infantile. Non vale. Certo, quando io dico:

- Riproduci gli archetipi, disegnali, colorali, mettili in scena.

può sembrare tutto semplice, il fatto è che bisogna porsi fuori dalla mente. La mente non va distrutta, criticata, esclusa, ha la sua funzio-ne. Senza la mente non abbiamo creazione, è la mente che struttura razionalmente - lamed - 12 ° archetipo - L - misurare - la misura delle cose - ogni cosa è una matematica. Ma c'è un fatto, una variabile che ti farà camminare e sudare fino a che, certo, talmente hai fatto, riprodotto, covato, fatto l'amore con questi pochi segni che sì, ti puoi anche aspettare che tutto accada subito; talmente ci sei stato sopra per gioco, per passione, per determinazione, che li hai pienamente atti-vati in te. Nel frattempo, mentre ci giochi con colori, materiali, il tuo corpo, la natura, talmente c'hai interagito, comunicato, ti so-no entrati dentro fuori di traverso che hanno lasciato la loro impronta, il loro target, il sigma, ed ecco che tu ragioni come un archè. Funziona sì, ora, sei diventato i 22 movimenti. Ti senti archetipo.

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Sì, l'uomo, la donna sono archetipi, soprattutto Hè - 5 - È - la vita - anche l'Hallel - l'uomo come l'albero, radici a terra e braccia in alto a benedire il suo creatore. Se stesso nella sua più alta accezione di sé.

Il tuo cervello, meglio il tuo intelletto, la tua psiche s'è ri-formulata attorno a 22 dinamiche. Ossia, la tua psiche si è ri-allineata alla modulazione di frequenza, alla sincronicità, alla vibrazione di ciascuno di questi segni, perché ogni segno altro non è che il canale per cui una determinata modulazione di frequenza, una per ciascuno dei 22 modi della Forza, s'è data al mondo, creando il mondo. Il segno, che è molto di più di un semplice segno grafico, o di un oggetto-simbolo, ti ha ri-sintonizzato su una delle vibrazioni della forza.

Alchimia? Fisica quantica? Meccanica? Tutto. Questo è il risveglio. Le dinamiche della forza. I movimenti che stanno sotto ad ogni cosa esistente: dal pensiero all'onda vibrazionale, alla particella, all'atomo, la molecola, l'agglome-rato, ecc ecc. fino al corpo e ritorno, alle stelle e galassie, e ri-torno. Tutto, a tutti i livelli, è dato dall'interazione di questi 22 modi di essere dell'energia, o forza. Più avanti la chiameremo ancora diversamente. A queste 22 dinamiche possiamo ricondurre qualsiasi sistema: inorganico, organico, del pensiero, della mente, del SNC, della materia, delle teorie scientifiche, della matematica, della mu-sica, ecc. Le dinamiche di interazione tra gli esseri viventi, compresi gli uomini e le donne. Le stelle, le galassie, gli uni-versi. Oltre. Il punto centrale è questo: i 22 archetipi - che noi abbiamo la necessità di tradurre in segni e simboli - non sono concetti, sono vibrazioni. Modulazioni di frequenze. Sono energia. Flus-si. La forza dell'universo si da in 22 modalità espresse nelle 22

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lettere degli alfabeti7

. Non vi preoccupate, l'oriente, così altri linguaggi, li esprimono in altro modo, ma queste sono. Il resto delle spiegazioni lo trovate in Archetipi la danza della vita, qui gli archè li usiamo per il nostro obiettivo: l'anima gemella. Vediamo ora di descrivere questo fatto delle dinamiche del pensiero: ogni cosa, visione del mondo, ogni tecnica di soluzione, ogni comunicazione mentale, verbale, ecc è mente. Vibrazione elettromagnetica. Proprio perché è mente, già è qualcosa prodotto da noi, ma staccato da noi. Anche questo che dico io è mente. L'ho già precisato. Non è facile fare il distacco dai pensieri, ci sembra di farlo, ma possiamo avere dei livelli più alti di organizzazione di noi stes-si e del mondo attorno a noi, che ci è difficile lasciare, magari perché da quella visione del mondo viene il nostro impianto, le nostre sicurezze più profonde, il nostro senso del vivere, il sostentamento.

Per esempio, anche nelle situazioni più naturali come l'essere femmina, donna, mamma, colei che fa i figli e si cura della ca-sa. Uomo: maschio, padre, organizzatore della realtà esterio-re. Nel tempo abbiamo caricato queste dimensioni naturali e semplici di significati, interpretazioni, opinioni, scelte, ten-denze, convenienze, schemi, ruoli, che abbiamo quasi perso il senso primo, naturale semplice e puro dell'essere don-na/uomo e viviamo portando in scena non la nostra autentici-tà ma... come le interpretazioni - la mente - ci vedono e ci vo-gliono, fino ai ruoli, alle convenzioni. Non le vediamo, e non ne usciamo.

7 Mario Pincherle, Archetipi, Macroedizioni, pagg. 73 - 147.

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Per esempio: sono insegnante, penserò e dirò che nella vita c'è sempre la necessità del Maestro, ne va del mio sostener-mi, anche del mio darmi un senso, quindi vedrò sempre at-torno a me allievi che hanno bisogno di insegnamenti, ma an-che io stessa andrò sempre alla ricerca di un maestro o di un riferimento, i modi sono tanti per farlo. Perché: questo è il mio pensiero, quindi questo è il livello di realtà che proietto fuori, in cui mi pongo, che mi corrisponde, qui mi ritrovo, per cui ecco, ci sto bene. Questa sono io, que-ste le persone che mi creo davanti. Con la mia stessa convin-zione.

Ma la vita, non è qui. Qui, per il fatto stesso che alimentiamo degli schemi, siamo già spenti e morti dentro.

La vita sta appena più in là, ma fondamentalmente più in là: appena fuori dalla zona di confort. Ora cercherò di definire la correlazione tra pensiero e arche-tipi nelle sue linee portanti. Quando si lavora sul pensiero si fa: sistemica, sintattica, se-mantica, semiotica. La parola sistemica m'ha portato dentro a un senso del lin-guaggio come organismo. Il linguaggio è un organismo, per cui, un vivente. Non vi spaventate, se non riuscirò a far corrispondere queste parole a un qualcosa di concreto del vostro intelletto che po-tete vedere e toccare, individuare, percepire, prendere tra le mani, avrò solo sbattuto l'aria. Mancherei al mio obiettivo. Ma posso dirvi una cosa: io questo obiettivo l'ho centrato. A me accade di percepire, toccare, avere tra le mani e lavorare su quanto vi sto dicendo. Quindi. Proseguo nella mia esistenza con un chiodo fisso in testa:

- Voglio qui davanti a me in carne ed ossa la mia Anima Ge-mella.

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Chiodo fisso che mantengo anche quando l'anima gemella ce l'ho davanti. Aggiungo:

- Grazie, Benedico, Confermo, Ti ri-creo ogni mattina.

Insomma, anche quando me la sto godendo, la mia Anima Gemella, continuo a mantenerla nel mio terzo occhio, qui da-vanti, così alimento, nutro la mia creazione. Mi concentro perché voglio portare sempre più tutte le mie energie in questa creazione. Ora, questa. Poi, per tutte le al-tre cose belle e goderecce che voglio dalla vita applico la stes-sa forza e intensità, funziona il transfert, una volta raggiunta-ne l'efficacia, e tutte le cose della mia vita scorrono che è un piacere. Vi chiederete: - Davvero lei si gode il massimo di tutto?

Sì, ma stiamo attenti che accezione diamo a questo massimo. Per me non significa macchina grossa, amici pieni di soldi, ca-sa super grande, armadi di vestiti... e cose del genere. Non in-tendo dare via la mia forza a bazzecole del genere. Ho tutto quanto mi serve. La zavorra, l'accavallamento di cose non lo voglio, perché mi assorbirebbe energie. A me le energie ser-vono per vivermi ciò che mi da pienezza, che fa la differenza in termini di qualità, di intelligenza, di arrapamento... eheh.. di gusto di stare al mondo. Questo si comprende solo in un percorso interiore. Ciò che viene prima ed è incommensurabile, non interscambiabile, e ciò che può essere mollato. Ciò che è vita e ciò che è solo illu-sione, un file della mente che non conduce realtà, concretez-za, gusto del vivere. Più ci concentriamo sul nostro obiettivo vivo, vitale, più, senza difficoltà, lasceremo di alimentare mondi illusori e vuoti, con-tatti, interessi, relazioni non strettamente congrue e aderenti alla nostra persona.

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Riteniamo sia importante essere presenti a mille cose e con-testi. Essere informati, documentati, culturalmente aggiorna-ti, anche io per decenni ho inseguito questo. Uno dei mondi più risucchianti è il web, e la doxa, ossia il pre-stare il fianco all'opinione dei più. Sono solo assorbimenti del-la nostra energia, chiaro che poi le nostre creazioni non acca-dono, non vengono alla luce. Dove sta l'energia per renderle concrete nel qui e ora? Persa, dispersa in mille cose che non sono "la nostra realtà" ma i mille mondi illusori di altri. Il web è una rapina energetica continua, anche quando ne siamo fuori ma il cellulare o il computer sono attaccati, e la connessione è accesa. Anche quando la connessione è spenta, c'è altro che vorrebbe divorare le nostre energie. Ma atten-zione, anche questo che sto dicendo serve solo per metterci di fronte alla presa d'atto di questo risucchiamento energeti-co. Non entriamo nell'illusione che davvero ci sia un mondo là fuori che ci preda le energie. Tutto ciò che esiste siamo noi, ciascuno di noi sta nel suo-proprio mondo. E punto. Per cui, anche tutto questo dire che il mondo fuori ci depreda l'energia, i soldi, ecc, è una visione della realtà, fa parte di una tappa verso la consapevolezza. La realtà è che: una parte di noi sta risucchiando energia ad un'altra parte di noi stessi.

Osserviamo e decidiamo chi scegliere di continuare ad ali-mentare e foraggiare. Quale parte di voi. Anche io per anni ha assecondato lo scambio delle risorse del mondo e del web. Ancora sono sul web, certo, ma decido io quando aprire e chiudere i rubinetti. E, non apro pagine e contatti che, so a monte, sarebbero per me una perdita della mia attenzione e centratura.

Poi un giorno ho resettato tutto. Decisamente e deliberata-mente.

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Quando ho resettato tutto m'è capitata davanti una persona che aveva il mondo in testa. Bellissimo. Si spaziava da mille parti e, culturalmente lui è un universo, io... non so niente. Due mondi talmente distanti, accattivanti, funzionali tutti e due; abbiamo compreso che i nostri mondi di provenienza erano belli, avvincenti, ma di fronte alla vita erano sostituibili. Molto sostituibili. E siamo andati per gioia e leggerezza. Usiamo ancora per giocare i nostri reciproci mondi, ma sap-piamo che sono relativi. Penserete che sto divagando dal tema: la correlazione. Invece no, vi ho portato dentro al mondo delle connessioni, delle onde, perché nel cervello questo accade. Tutto qua dentro vibra. C'è una rete connettivale che dal cer-vello va a tutte le parti del corpo, attraversa e avvolge ogni particella, ogni molecola, cellula, apparato, organo, scia veno-sa o arteriosa, linfatica, ecc. fino ad avvolgere tutto l'organi-smo. La stessa rete avvolge ogni nostra creazione all'esterno, per cui da chi ho vicino all'umanità intera a tutta la natura, le stelle, le galassie e gli altri universi. La rete gliale. Ci rende UNO. Ecco, questo è il mondo dei movimenti della forza. I movimenti della forza regnano nella glia, e la glia è Una con ogni nostro pensiero e col pensiero di tutti. Questo continuo vibrare e ondulare è caratterizzato da 22 di-namiche: i 22 movimenti della forza. Essi sono l'espressione di 22 modi di essere di noi, centro dell'universo, in ciò che creiamo. Per cui, ecco che la glia respira dicendo:

- Alef - A - 1 - unisco. Bet - B - 2 contengo. Ghimel - G - 3 - gi-ro, metto in movimento, rimescolo...

Dalet - D - 4 - rendo solido, do concretezza. Hé - È - 5 - do vita, innesto nella vita. Uau - U - V - W - 6 - aggancio, sì aggancio, come fa l'enzima, come fa la congiunzione "e"... come fa Cupido tra le anime gemelle...

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Zain - Z - 7 - rendo eterno, do significato fondante, do senso. Het - H - 8 - proteggo - ogni forma vivente va protetta, pen-sateci un attimo, e più è complessa più va protetta. Thet - Th - 9 - accetto accolgo ricevo - il femminile.

e così fino a 22.

Come vedete i verbi qui stanno al presente indicativo prima persona. Le due persone reali dei verbi sono la 1° singolare - io e la prima persona plurale - noi le altre sono persone non reali. É l'io che dice: tu, lui, lei. Ma l'io non è l'altro. L'altro se davve-ro c'è, è un.. io. Questa è concretezza. Così per i tempi dei verbi: l'unico tempo è il presente indicati-vo: sono - siamo. L'archetipo è vivo, sta solo nelle cose vive. Ossia nell'essere. Se vogliamo percepirli dobbiamo essere vivi. D'altra parte gli archetipi, nel caso fossimo mezzi morti, tipo degli zombi ad-dormentati, o alieni alienati, ci riportano in vita. L'archetipo produce un movimento, è il suo modo di essere, è una vibrazione, è vivo l'archetipo. Siccome queste sono le vi-brazioni primordiali, ancestrali, a monte di tutto, ogni forma di esistenza le sente, le riconosce, ne avverte la pregnanza, la forza e la fondatezza e, siccome le cose vere sono fuori, oltre la mente, scelgono immediatamente dove sta la vita, e se-guono la vibrazione. Si sintonizzano. Di sintonizzazione in sintonizzazione si va dal pensiero alla particella, a ogni forma esistente. Ai sistemi di pensiero, ai collettivi, alla storia, al tempo-spazio, la novità, ciò che sta ac-cadendo nel qui e ora, all'anima gemella che... mi sente. E io sento lei. L'intuito, il sentire, che corre sulle tracce della glia, crea l'in-contro. É vero, puoi stare dall'altra parte del mondo, niente

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ferma la vibrazione, né il richiamo dell'archetipo, né la Mia Anima Gemella. Continuerò con gli archetipi e la domanda:

- ... quale vantaggio ne traggo a seguire questo percorso?

Io voglio solo essere trovato/a da... la Mia Anima Gemella! Ci vuole una grande Forza. Chi sta sulla strada degli archetipi, ha dentro la grande Forza.

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Vado all'eterno

Leggo e dico: - Questo mi è molto utile Di fatto ciascuno di noi, nonostante sembra desideri le cento-e-uno-mila-cose che la mente gli mette davanti, di fatto, una sola cosa cerchiamo: stare bene e essere contenti. Tutto il re-sto delle aspettative, dei desideri stratosferici, viene dalla ne-cessità di arginare la paura. La paura, se sono arrivata in cima all'Ampato, l'Aconcagua e l'Annapurna come affermo in un capitolo precedente tanto che sto dritta in piedi contemporaneamente sulle tre vette, la paura m'ha lasciato mentre arrampicavo. Per cui non ne parlo più. Non discetto su ciò che non esiste. Mi scusino i lettori se parlo in prima persona singolare e pare che io parli sempre di me. Sì, anche è vero ma soprattutto parlo di me perché non ho nulla da indicare, niente da inse-gnare, per cui non mi rivolgo a un "tu". Solo dico chi sono e dove mi trovo. Non so gli altri, magari se la cavano meglio di me. A volte mi rivolgo ai lettori con il tu, è la mia spinta a dia-logare, ma ora che sto dicendo cose che vengono dalla mia esperienza, le affermo di me stessa. Tre vette, quindi? Sì, probabilmente sono tre metafore, forse: mente psiche inconscio. Non sono la stessa cosa, sono tre funzioni dinamiche che sono e che ho.

Ma vedi, non mi viene di suddividermi in: corpo mente spirito anima, e cose del genere. In effetti, a ben pensarci, queste de-finizioni tengono le parti di me separate e statiche mentre in realtà non è così, tanto che io preferisco dire "corpo" e ho detto tutto. Sì, anche le tre dinamiche van viste in sinergia, tutto accade insieme, allo stesso tempo, nello stesso spazio, in mille spazi diversi, nel qui e ora del corpo che sono. Preve-

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do già che anche “anima gemella” evolverà. Di fatto io ho da-vanti un corpo. Questo Corpo che è talmente anima con me che il chiamarlo anima è un modo di sintetizzare il movimen-to. Anima gemella è la persona terrestre con cui più facilmen-te e con minima resistenza condivido spazio tempo e energia. Così facilmente unifico le assi del campo morfogenetico del creare, che esse precipitano nel qui e ora del nostro adesso terrestre.

Vi chiederete perché continuo a precisare parole, a cercarle coerenti con le sostanze che vivo e comunico. Provate a darvi la risposta.

Torno alla parte dinamica e do un po' di attenzione a mente, psiche, inconscio.

Sono tre archetipi. Non del livello dei 22, questi tre sono già strutturazioni, sistemi di archè ma sono alle origini. Li ho crea-ti per crearmi il mondo. Ora, da in cima alle tre vette non guardo più indietro, sì, plano con lo sguardo all'orizzonte, lontano, da quassù c'è una vista, da aquila. Aquila - alef - unisco - A - 1: la lettera ebraica alef è un'aqui-la di profilo. Perché questo alfabeto ha scelto l'aquila per dire "unità"? Perché ai tempi in cui hanno fatto questa scelta, chi era che volava più in alto tanto da poter avere della realtà la visione più ampia e unificata? L'aquila. Ecco la concretezza dei miei padri. Invece tra gli egizi, e da loro poi i fenici, i greci, i latini e il mio alfabeto occidentale, alef è una testa di toro. Perché una testa di toro? Che gli antichi usavano scrivere di fianco, come ruotare la A di 45 gradi. Perché la testa di toro? Che cosa rappresenta alef - l'Uno? Il Tutto. La creazione. Chi crea? per le tradizioni del passato? Dio. E tra gli egizi il toro cos'era? Una divinità. Ecco. Uno - 1 - alef - A - la divinità - il Tutto.

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Lo sentite il cervello fare avanti e indietro? Sistole e diastole mentre leggete queste cose? Esperienza... di una psiche, la vostra, la nostra, viva e dinamica. Su e giù per la storia e i lin-guaggi. E dato che storia non c'è, c'è solo il qui e ora, su e giù per... per quante visioni avete pensato immaginato creato con l’ampiezza e vastità della vostra/nostra psiche. Con gli ar-chetipi è così, in continuazione. Si sente la psiche scorrere, muoversi, rotolarsi, tracimare, sospendersi, esprimersi, fer-marsi e ripartire... Sulla vetta, e da in cima alle vette, torno a me, non guardo più indietro, proseguo. O sto e contemplo.

Sto osservando il mio essere, la mia psiche. Lo spazio-tempo fuori dal tempo lineare che contiene, come in un magma, co-me una materia plasmatica, gli archè. I semi. Le semantiche. Le semiotiche del mio esistere. I semi dei miei linguaggi. Verbi non solo verbali ma materici, vibrazionali, cosmici. Ciascuno di essi, e sono movimenti, sono un "come in alto così in basso", "come dentro così fuori".

L'alto delle mie strutture psichiche, il regno dei noumeni. Il basso della materia, delle mie cellule apparati pensieri che corrispondono ai miei epistème. E mentre rileggo ciò che ho scritto avverto che queste mie strutture si danno presenti, attente, ascoltano il suono delle parole che dico, ne seguono il segno, la traccia e, mentre io scorro parole, qualcosa dentro di me si riallinea, si sincronizza ed equilibra. Questo lo fanno le parole quando sono nude e vive, quasi di fuoco, quando sono archè. I 22 segni e simboli, i 22 archè ci re-insegnano la coerenza. Se frequenti gli archè diventi autentico, sincero, non ti è più pos-sibile la finzione. Né la paura. Se ne vanno gli spettri di ciò che sembra realtà invece è illusione, fantasma della mente.

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Si è liberi. Fuori dalla mente c'è... di tutto. Il tutto reale, quello correlativo a me. C'è una differenza sostanziale tra essere paurosi, arrampicarsi per avere mille cose (il sistema è questo), e la pace interiore dove si gode l'appagamento del mondo. Anzi, dirò di più, ri-flettevo su parole relative a situazioni. Amore per esempio. La parola amore non c'è nelle definizioni fondamentali degli ar-chè in cui si definiscono le dinamiche delle forze. Ci sono pa-role come: accettare (thet), integrare (alef), legare (quof), penetrare (kaf), ecc. Tutte queste in effetti sono modalità, di-namiche all'interno di quella grande parola e situazione che noi definiamo: amore. Ma ascoltate un po' la differenza di concretezza, di senso, di realtà che viene dal definire le situa-zioni con le dinamiche degli archè e l'indefinitezza, anche la vastità certo, della parola "amore".

Punto. Questo è sperimentare che significa stare sulla Terra. Non nella mente, ma sulla Terra. E siccome non c'è né Terra, né nazioni, né alcun che là fuori, ci possiamo davvero vivere il mondo che scegliamo.

Scelgo comprensione e benessere. Questo mi orienta. Così imposto la mia lente, l'Osservatore. Cosa accade nel mondo, che mi arriva dalle notizie, dal web, dai giornali, dalla doxa, dalla cultura non mi attrae, non lo scelgo. É una scelta, un agi-re concreto nella psiche e quindi nella mente. Ignoro. Così come ignoro le mille titubanze, indecisioni, gli spettri della mente che mi farebbe credere a mancanza, separazione, ri-duttività. Cambio lente, deliberatamente. Scelgo io cosa vede-re e gustare. Bisogna provare. I perché che mi vengono dalle mille e una spiegazioni dell'uomo, del mondo, ecc non mi in-teressano. Sono vecchi. Io sto nell'aggiornamento continuo e costante di me stessa. E me stessa ha detto:

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- Gioia appagamento felicità. Scelta perfetta: tutto ciò che anche appena appena mi distur-ba la gioia e la felicità, mi fa scantonare dalla mia centratura, lo ignoro. Chiudo la pagina, il file, la comunicazione con la persona, o il fatto. Fedele a me stessa fino in fondo. Io e basta. Da qui si ricomincia, da qui si riavvoltola il nastro. Non perdo niente e nessuno, se qualcuno perdo non c'era già, quelli me-no arrapati di me verso la vita e la bellezza non fanno parte del mio mondo. Qui, in avanti sto nel nuovo. Ecco, ho fatto tutto un discorso, meglio, mi sono data un orientamento, ne ho tratto un atteggiamento.

- I'm a rotating black hole.

Guardo le cose dall'orizzonte degli eventi, se impasse è, di persone, di relazioni, di numeri e lettere, è perché siamo nel già... il non ancora s'è arrotolato, ristretto, attorcigliato, s'è fatto un tunnel di senso che ho attraversato fino a traghet-tarmi nel: - Ecco sto vivendo ciò che ho creato dal meglio di me. Non c'è tempo non c'è spazio. La mente è sospesa. Quello che volevo. Fuori dalla mente, c'è tutto. Da qui, fuori dai significati, dai perché e dalle risposte, tutte letture del mondo e degli accadimenti, anche i miei, che non intendo più sentire. Sono solo pula, spostata dal vento… Rendermi conto ora che la vastità e profondità della libertà è ben altro dalle piccole scappatoie con le quali spesso rivendi-chiamo pseudo-libertà. 21 - Scin - traghetto - sì, assolutamente spostata su orizzonti nuovi. Scin è anche la corona. Qui ora faccio cadere una pioggia di archetipi. Le uniche so-stanze che legittimamente, possono abitare questo vuoto. Eravamo a thet - femminile - accetto. Sì, accetto.

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Accetto, onoro, riconosco ogni movimento attorno e dentro me, di chi resta, di chi se ne va. Sono io, sempre e solo io, l'au-trice, lo scenografo, la regista, che mette in scena questi atto-ri. Le tante parti di me, che non voglio più allontanare ma in-tegrare, lasciandole essere ciò che sono. Proseguo solo su lettere numeri segni e simboli, soprattutto movimenti. Li metto qui nudi, senza intento né spazio né tempo. Sono nell'inconscio ora, ci entro quando voglio. Yod - I - Y - 10 - concentro. Yod è la spada, la centratura. An-che Dio. Il mio sé divino è yod. Kaf - K - 11 - il maschile - penetro - sono penetrata - da chi? - innanzitutto da me stessa. Kaf è un arco. Kaf, arco, ha senso solo con la freccia. L'intento allora è femminile? Sì. Sembra che il mondo abbia un paradigma al maschile, esternato, estroflesso, verso fuori. Di fatto è tale solo se il femminile lo attrae. Lamed - L - 12 - misuro. Ogni cosa ha la sua matematica, la sua sequenza, anche il suo suono. Le armoniche del cosmo ci danno le effettive distanze, o vicinanze, tra noi e le stelle. Le distanze si misurano sul suono. Mem - M - 13 - sciolgo. La lettera ebraica mem è una tenda: le acque inferiori, il mare e le acque superiori, il cielo. La ten-da è anche utero. Nun - N - 14 - trasformo. Nun è, tra i segni più antichi, un pe-sce. La forma è il rombo. Il pesce ha la capacità di ruotare su se stesso, ha il movimento della trasformazione. Nun è anche la regalità. Samek - S - 15 - presso, concentro, premo. Samek è la pres-sione, il pieno, la pienezza. Allora anche la sazietà. Ecco, sono in samek. Come un utero pieno, compiuto, qualcosa ora acca-de.

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Ayin - O - 16 - corrispondo. Ayin è il terzo occhio. L'osservato-re. "dentro e fuori corrispondono", "così in alto così in basso". Ayin. Anche l'ipofisi. Abbiamo riempito un altro po' il nostro pentolone. Il nostro vuoto si sta riempiendo. Solo di movimenti della forza. In questo momento non considero più il mio inconscio come un contenitore di memorie, se il "prima" non esiste, tutta la me-moria è resettata. Dissolte storie, costellazioni familiari, eredi-tà, karma, corsi e ricorsi. Nel mio inconscio ci sono archè, vi-brazioni che si danno 22 movimenti e poi tanti altri. Mondi che invento una volta messi in atto i 22 fondamentali. 22 orientamenti. Non esiste il "dopo", non ho un intento, non ho un fine né un obiettivo. Non ne sento il bisogno. Allora pure gli intenti sono relativi? Non insostituibili per essere una terrestre? Posso es-sere una terrestre, significa che posso stare bene qui, anche senza darmi un intento? un fine? una mission? Un perché? Questo non toglie nulla al mio essere donna - uomo? Quindi la mission fa parte della mente? Ancora non so.

Per ora mi sento abitata da 22 forze. Di 16 anche ne conosco il suono, l'impronta e il movimento. Sono diventata 16 arche-tipi primari. Sono già anche gli altri sei per arrivare a 22, ma li pronuncerò più in là.

Anche voi che avete letto siete questo. Sentite come lavorano dentro di voi? C'è un movimento di sostanze che attiva la psi-che, la dinamizza, anche la alleggerisce. Il solo fatto di leggere questi pezzi lavora, ci destabilizza i pseudo-archè verso la sin-tonizzazione su ciò che sta sotto: l'archè vivo. In questo lavoro, noi siamo UNO. Una scuola di archetipi. Essi sono giusti. Corretti, veri. Cosa manca al mondo d'oggi? L'equilibrio? il valore, la centratura, il senso, il noumeno, l'epistème, il valore fondante, ecco gli ar-chè sono questo. Li abbiamo creati quando eravamo sani.

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Centrati. Uno. Quando percepivamo il Tutto. L'Uno. Lo siamo, sempre, basta che lo ricordiamo. Soprattutto che lo deside-riamo. A parte il fatto che accade da sé. Ecco perché gli archè possono ricondurci alla verità, alla centratura, al valore, al senso, all'episteme. Come fare a farli funzionare in noi? Beh, gli archè funzionano, anche senza chiederglielo. Piuttosto siamo noi che dovremmo accelerare un po' sull'accettazione e apprezzamento di queste chiavi. Ci vuole una grande Forza. Chi sta sulla strada degli archetipi, ha dentro la grande Forza.

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Proteggo E vivono, sempre, felici e contenti Prossimità è certezza delle cose visualizzate. Corrisponde. Come far corrispondere sempre più strettamente - coerente-mente - il dentro e il fuori? Dentro e fuori. Provo a spiegarlo con ciò che sperimento io. Cosa è accaduto? Viaggiavo quel mattino, piena di rabbia, at-tesa, 'nervoso', stizza. Dov'eri? Che libertà ti eri preso di indu-giare sulle paure? Rabbia. Poi, un attimo, un interstizio di luce: - Sono mie le rabbie, mie le paure. Lo specchio: se lui sta in una paura, è la mia paura.

Torniamo dentro. In me stessa. Quanta forza ci vuole. Dove la trovo? Beh, ho lasciato altri giri del web; è forza ritrovata, la uso qui consapevolmente, deliberatamente. Ieri ho cammina-to tanto, fatto il pieno tra me e il corpo. Forza per il mio anda-re a lavorare dentro me. Soprattutto mi astengo dall'alimen-tare pensieri inutili su ciò che non è direttamente connesso con me. Darei via la mia energia, alimenterei egregore di pen-siero non situazioni concrete. Quanta attenzione ci vuole in

questo!8

Sono alle - mie - paure. Li vedo, li posso nominare i miei modi e atteggiamenti, quelli che ancora insistono, che sono reazione alle paure. Sono ad un punto in cui verbalizzare le mie defaillances lo trovo super-

8 Troverete come lavorare sulla pulizia dei pensieri nel laboratorio 5 del capitolo Taglio.

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fluo. Questi file sono già incasellati dentro me, ossia li ho già portati in luce, visti, non intendo aprirli nuovamente, voglio sollevarmi da queste interpretazioni psicologiche ed esisten-ziali di me. Che ci fanno ancora nel pc che, io, sono? Clicco - evidenzio il file - sposta nel cestino - vado al cestino... eliminata. Posso farlo. Ho la forza per farlo. Infatti: eccomi, ancora respiro. Sono viva anche senza rientrare in un formato di me esisten-ziale e psicologico. Sento che oggi ho la forza per deliberare che cosa può o non può (perché non mi serve più) passare per la mia mente.

Forza: 11 Kaf - 9 Thet. Maschile - femminile.

Insieme:

Het - H - 8 - mi proteggo da pensieri boicottanti e sabotanti.

Nun - N - 14 - trasformo il mio Sistema di pensiero, a tutti i livelli. Alef - A - 1 - il Tutto. Il mio ologramma, quello dell'origine ha le coordinate giuste.

Questo il mio riferimento.

Bene, nel qui e ora non ci sono paure, avverto suoni, parec-chio indistinti. Sono sopra, oltre le interpretazioni mentaliz-zanti di me, oltre il mio essere "Vittoria". Qui sono oltre. Prima del mio nome Vittoria, sono in nuce. Qui è il regno degli archè. Colgo un fatto, pronuncio archè: Thet - Kaf - Hé - Res. Li ho già pronunciati. Femminile - Maschile - Vita - Perfezione. Thet - Kaf tornano spesso, beh d'altronde siamo in ambito di anime gemelle! Ecco, vedo il movimento. Lo vedete? Il vostro movimento? Sì! Lo state cogliendo.

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Gli archè, queste chiavi di creazione che abitano qui, nel mio noumeno e nella carne; in ogni mia particella e molecola, pensiero spinta espirazione inspirazione, di me, di te.

Ciascuno lo pronuncia di se stesso:

- Open your heart. - I open my heart.

Thet - Kaf - Hé - Res.

Poi gli altri, quasi una processione che incede estaticamente abbondante. Thet - Kaf, ogni archetipo ha uno spin e un anti-spin, spinning black hole, avanti indietro nel tempo. Un tempo - Il tempo di questo frammento di luce, di questa espirazione, di questa in-spirazione, di questo frammento di pensiero, di me, di te, dell'Uno. Un attimo, un respiro, un qui e ora. Thet vivo che ruota e mentre ruota in se stesso, anche orbita attorno a que-sta micro nano creazione di te, di me, dell'Uno. Qui dove Thet e Kaf e Hé e Res e... e... e... ruotano e orbita-no, vivono come rotazione e rivoluzione, qui è la verità, l'equi-librio e l'allineamento.

La certezza, l'unica, chiamiamola divina per dire che è l'ultima spiaggia, questa dimensione che è vera, sincera, coerente, corretta.

Che mentre pronuncia se stessa... è. Verbo creante. Qui dove l'archetipo ruota e rivoluziona, spin e anti-spin, qui ritroviamo l'equilibrio e il ri-allineamento dei nostri archetipi, dei principi primi, di noi stessi. Di ciò che siamo. Sentire che è qui, in me, solo dentro me, che le cose, tutte le cose, vanno ritrovate nel-la loro integrità. E vitalità. Da qui, da queste altezze che - io - sono. La storia le ha chiamate: Luogo sacro, Empireo, Olimpo, Cieli, sono in me, da qui tutto si ri-allinea.

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Si chiama, per noi oggi, SNC: Sistema Nervoso Centrale, con le sue parti: telencefalo diencefalo mesencefalo metencefalo mielencefalo.

Da queste parti ci vengono: adrenalina, serotonina, acetilcoli-na, dopamina, melanina... oro, che noi produciamo. Emettia-mo. Mi serve l'oro. Mi nutro del mio oro nelle mie strutture intellettive, psichiche, e da quando le nutro consapevolmen-te, mi rispondono, regalandomi quanto chiedo. Mi hanno aperto innanzitutto un altro atteggiamento, e quin-di un nuovo linguaggio che parte inesorabilmente, sempre, da: bellezza abbondanza. Sazietà. Sono alla meta. Da qui ciò che proietto fuori è sano, equilibrato, coerente a me. Poi il Sistema endocrino: ipotalamo, epifisi, ipofisi, tiroide, surreni, testicoli, ovaie... le parti di noi che stanno tra la mate-ria e la psiche. Sono materia, ma producono psiche.

Ayin - O - 16° archetipo - corrispondenza tra dentro e fuori.

Tra sopra e sotto. Tra te e me. La mia creazione mi corrispon-de. Se ci pensate è la questione fondamentale, per qualsiasi situazione. Dove corrispondere non significa che è fatta come me, che mi si incastra perfettamente, anzi più sembra lonta-na, più mi permette di esplorare altri stati di me che sono criptati e che ora ho la possibilità di conoscere se entro in re-lazione con ciò che da fuori mi si presenta. Ma la corrispon-denza, dopo che un pezzo di strada l'ho fatta, la vedo. Mi ri-conosco nell'altro da me e l'altro vede sé.

Corrispondenza forse ha anche altre valenze, che ora non ve-do, ma le avverto già presenti. Il fatto è che con gli archetipi si entra in una percezione della realtà piena di variabili. Non c'è una valenza, un significato o il suo contrario. Così come non c'è un atteggiamento, un modo di essere del presentarsi delle cose. Ci sono piuttosto sistemi diversi, nuovi, che si avvalgono di altri codici e linguaggi per esplicitarsi.

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Poiché sono linguaggi - altri - si tratta di stare zitti, fare ascol-to dentro e lasciarli comunicare. Ci vuole un tempo, non sap-piamo quanto è "un tempo". Questo è il modo per diventare signori del tempo. Non voler più controllare i tempi esistenti, quelli delle creazioni già pre-senti. Come si fa a produrre... il tempo? Allora il tempo è energia. Proviamo. E come faccio a produrre energia, ossia tempo?

Noi abbiamo sempre tutta la forza che ci serve. Si tratta di imparare a gestirla. Dove indirizzarla. Quale intento, quale pensiero investire della mia forza.

Dove si trova la forza, come la prendo, la catturo, e dove la porto. Dove la indirizzo? Oh, dove ci portano gli archè! Se vogliamo essere i creatori delle nostre realtà in modo con-sapevole, dobbiamo conoscere che cosa avviene. Ma questo significa lasciare che le cose si spieghino da se stesse, che si spieghino a ciascuno di noi, probabilmente le cogliamo in modo diverso uno dall'altro. Oh, fuori dalla doxa! Dalla omo-logazione! Importante che funzioni. Questa è la dinamica, questo è l'unico lavoro. Niente interpre-tazioni, niente applicare teorie, visioni del mondo. Tutto que-sto è mente. L'altro, il nuovo, viene da oltre la mente. Poi cer-to, ci serve la mente, la ritroviamo, è necessaria per creare. Ora però vogliamo renderci conto del processo. Stiamo ve-dendo la dinamicità del nostro essere i creatori della nostra realtà. Ora nella nostra psiche sono tutti vivi e attivi gli archè. Poco fa ero ayin - 16, ora arrivo a 20 - Res. Gli archetipi prima-ri sono 22.

Fé - 17 - F - P - mi espando, ecco la mia spinta a creare vivere sperimentare insistere. Viaggiare per i mondi. Lo Tzolkin ma-

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ya ha il glifo di Viaggiatore dei mondi. Io, ciascuno di noi quando si pronuncia in Fé.

Sadé - S - 18 - taglio. S e p a r a r e . Sadé è rappresentato da un ceppo con l'accetta. Taglio. Zak! Divido. È una dinamica, per cui se ora d - i - v - i - d - o, dopo posso ri-unire. Tagliare, questo archè è diventato "satàn" separare. Da qui bene e male, luce e ombra. Yin yang, due facce dell'Uno. Poi abbiamo proseguito nella separazione, perso il contatto con l'Uno e ci siamo detti che la realtà è separata. Le persone mi vengono davanti e, mentre tento di indicare la via che parte dal già risolto, dall'Uno, mi dicono: - Sì, ma... perché ma.. ma... e mi danno la loro visione parziale. Potrei controbattere ma darei forza alla parzialità, alla sepa-razione, alla visione ridotta del reale e della vita. Sto zitta. Se-paro. Sì, l'altra parte di me, quella che vive l'Uno, sta nel silen-zio e se ne frega delle parzialità e delle riduttività. Non le ve-de, non le vive. È necessario che io mi separi da emozioni sen-timenti reazioni moti dell'anima, così so che esisto per me stessa, nonostante le mie emozioni e pulsioni, nonostante gli altri. Sto: separo, osservo. Sto sulla sponda del fiume che so-no - osservo. Ma la vita è là, nel flusso, e mi re-immergo.

- Tu, doni l'emozione. Mi re-immergo in te, anima gemella.

Ho sperimentato. Ho osservato.

Quof -19 - Q - lego - legare - è il legame duraturo. Mentre uau - 6 - è il legame labile: "Vengo - t'aggancio - ti lego ad una cosa che ti piace e me ne vado", l'enzima, per esempio, o la congiunzione "e". Quof è "Vengo, ti lego, ovvero ti abbraccio e sto con te, ti accompagno" quindi anche "Mi prendo cura di te". Empatia. Responsabilità sulla mia creazione: che sono io a me stessa, che sei tu.

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Res - 20 - sono perfetto - io faccio perfezioni. Il glifo di res è la figura umana. Ci vuole una grande Forza. Chi sta sulla strada degli archetipi, ha dentro la grande Forza.

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Accetto Perfezione "Uscire dallo spazio che su di noi hanno incurvato i secoli è l'atto più bello che si possa compiere" Elémire Zolla

Lo sento, questa bellezza esce da me.

Questo puoi dire di te, caro lettore, quando senti di essere davanti alla tua anima gemella. Tu nell'altro da te vedi il nuo-vo, l'altro ti porta il nuovo di te. Nello stesso tempo, poiché sei in Corpo, così come lui/lei è Corpo, ti accorgi che sei tu che produci questa meravigliosa energia che ti avvolge, ti sovra-sta, riempie e, finalmente, è un'energia bella, bella, pacifica, saziante, integrante, piena. Ciascuno produce la sua energia.

La stai attirando dal fondo di te stesso, da quel pozzo in cui, Alice tutto Alice, sei cascato dentro mentre anche, sempre, te ne stai sull'orlo del bordo del pozzo. Sempre pronto a immer-gerti nella tua magica energia grazie all'anima gemella che te la catalizza. Grazie alla tua anima gemella che, non si sa per-ché ma, insieme a te, crea in continuazione questo fantastico campo morfogenetico. Il vostro. La vostra cifra. Il vostro sig-ma. Dette così sembrano essere faccende astruse, astratte, no, dire cifra e sigma significa dire: il vostro linguaggio, il vo-stro gioco. L'ironia, la canzone e la danza vostri. La diatriba, il battibecco, l'interferenza, tutto che finisce regolarmente a "caldi e morbidi". A giochini, cioccolato, brioches e caffè. A notti. A due corpi accanto che respirano in Uno. Un'energia bella, quasi sonora, vibrante, leggera che vi traghetta in un campo che è il vostro.

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Hé - È - 5 - vivere - essere vivi.

Il quinto archè, in uno dei suoi segni più antichi, esprime l'uomo e la donna. Guardate le Tavole, trovate la E, osservate-la. Maschile e femminile insieme - Hé. Hé è anche, nella tradizio-ne l'Hallèl, l'uomo che ringrazia Dio. L'uomo benedicente. Come l'albero, l'uomo nella sua espressione orante sta con le braccia aperte verso il cielo per ricevere energia, per ringra-ziare, e i piedi piantati a terra. È anche: il terrestre. Ciascuno di noi. Questa la vitalità e la consapevolezza in cui ci innestano gli ar-chè. Anche Res - R - 20 - Perfezione, in questo alfabeto simboleg-gia l'uomo e la donna, guardate la lettera R. Quest'energia che vi solleva.

Ti rendi conto, caro anima gemella di un'anima gemella, che quest'energia non te la dà l'altro, infatti non sei necessitato della sua presenza, non ti manca l'altra parte di te, la sua pre-senza sempre attesa, sempre graditissima, è sovrabbondante un'energia che già ti possiede. Forse l'altro sente questo? E così tu di lei? Quest'energia è il prolungamento di te. Ma allo-ra, per lo specchio, anche l'altro sta estroflettendo la sua energia?

Allora, se oggi i prolungamenti di noi stessi in questa magnifi-ca e strabiliante energia sono queste sensazioni appaganti, gratificanti, allora il cammino interiore nella sua parte tor-mentosa, faticosa, è fatto? Siamo usciti dall'altra parte della caverna? Il percorso di Tamino e Pamina nel Flauto magico è compiuto? Siamo alla meta? Oltre! Sinceramente, la meta è rimasta indietro, e come siamo inol-trati nel nuovo!

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Qui, ogni momento, tutto è trasformativo. Aspettati sempre cambi di scena. Che cosa abbiamo fatto per essere qui e goderci questa me-ravigliosa energia? Beh, non so tu, cara anima gemella, per-ché pare proprio che le strade per arrivarci, tenendo conto di alcuni criteri di fondo che sono comuni, le strade pare che siano tante. Io le altre non le so, non so nemmeno quale stra-da abbia percorso la mia anima gemella, o forse ora un po' lo so, ma certamente quel percorso non ha fatto su me l'effetto che ha avuto su di lei. Importante è che le strade funzionino.

Sì, e direi che due sono gli aspetti di un cammino interiore:

1 - le chiavi, e nel mio caso sono stati gli archetipi, ossia gli al-fabeti. 2 - l'atteggiamento di fondo che vuole coerenza interiore o quella che viene anche detta singolare rettitudine di coscien-za.

Sta a dire che: solo se si è onesti con se stessi e con chi ci è stato messo davanti ad ogni tappa del cammino, sinceri, nudi e coerenti; solo se il nostro personale atteggiamento è di massima... non serietà.. (che l'esperienza interiore è un viversi molto ilare e giocoso) e nemmeno.. fedeltà al mondo di fuori, ma fedeltà a se stessi e a chi sta nel cammino con noi, solo da questo atteggiamento di parità interiore e onestà, il cammino si sviluppa, procede e si compie. La coerenza, la sincerità sono il linguaggio per stare, interagire e uscire dagli specchi.

A questo punto, fatto un breve accenno all'atteggiamento di fondo, torno sugli archetipi e spiego perché ritengo che i se-gni e i simboli degli alfabeti siano le chiavi fondamentali di un percorso di sperimentazione, conoscenza e realizzazione di sé.

1 - perché gli alfabeti

2- perché soprattutto l'alfabeto ebraico

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3 - come applicare gli archetipi.

In questo capitolo spiegherò il primo.

1 - Perché tutte le energie dell'universo sono riconducibili a 22 movimenti. Già questo l'ho spiegato nel brano Archetipi si diventa, il punto centrale è questo: i 22 archetipi - che noi ab-biamo la necessità di tradurre in segni e simboli - non sono concetti, sono vibrazioni. Modulazioni di frequenze. Sono energia. Flussi. La forza dell'universo si da in 22 modalità espresse nelle 22 lettere degli alfabeti. Il fatto è che è energia intelligente. Sempre l'energia è intelligente, se ci pensi un po' comprendi che l'affermazione è vera. Gli alfabeti perciò sono i segni che conducono e attivano in noi, in ogni parte di noi - dal pensiero - alla cellula - agli apparati - alle situazioni in cui ci muoviamo, queste modulazioni dell'energia.

Di per sé, i segni, altro non sono che forme spazio-tempo, immagini capaci di catalizzare la vibrazione che già sta dentro di noi. Ne sono capaci perché i segni e i simboli degli alfabeti sono stati scelti e formulati quando l'umanità era molto con-creta, non ancora schiava di tutte le forme mentalizzanti e tecniche su cui oggi siamo impostati senza che ce ne rendia-mo conto, e che ci tengono lontani da un'autentica esistenza da terrestri. In noi ci sono tutte e 22 le vibrazioni fondamenta-li. A volte attive a volte addormentate. Solo questo il gioco.

Possiamo anche dire che, a livello dei 22 archetipi puri, le 22 vibrazioni sono sempre funzionanti. Ma, nel loro disporsi a costruire le nostre creazioni, li abbiamo spesso criptati, chiusi dentro a pensieri che, al momento erano utili, poi spesso so-no diventati riduttivi, stretti, rispetto a ciò che camminando nella vita e nella storia siamo diventati. Questo significa la fra-se di Elémire Zolla posta all'inizio di questo brano: "Uscire dal-lo spazio che su di noi hanno incurvato i secoli è l'atto più bello che si possa compiere".

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È importante sciogliere i pensieri-impianto riduttivi per poter proseguire.

È importante ascoltare e sciogliere vecchi mondi emozionali9

Quindi, è come se noi avessimo addormentato delle parti di noi, espressioni ed atteggiamenti. Questo è ciò che i segni, le vibrazioni dei 22 archetipi, vanno a risvegliare. Il resto, ossia come ciascuno di noi organizza l'energia, che intento gli dà, ecc. è un fatto personale, del progetto e programma della singola persona.

Questo anche il motivo per cui gli archè ci portano fuori dalla matrix, perché ci sollevano dall'omologazione, dall'essere in-vasi tutti dalle stesse forme pensiero, soprattutto quelle che gli altri hanno tentato di infilarci dentro la testa e che sono le-gate alla paura. Non serve che io stia qui a spiegare tutta la dinamica della manipolazione, chiunque ormai ne è informa-to. Non solo ma, noi, qui, non la dobbiamo nemmeno consi-derare né guardare. Manteniamo la concentrazione sulla nostra energia trasfor-mativa, in progress verso il benessere; sulle creazioni che vo-gliamo noi, non alimentiamo le creazioni fasulle e distorte de-gli altri.

Abbiamo detto: la scelta perfetta. Non guardiamo indietro.

Il passaggio è del singolo, è individuale, originale, unico, per ogni terrestre. Questo dice la dignità del terrestre, la stima che ha di se stes-so. Della sua singolarità e unicità, tutto il resto consegue da questo senso di regalità. Nun - N - 14 - Trasformo.

9 Vedi di Francesca Salvador, Sette settimane con il mio alchimista

interiore, op. cit.

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Nei tratti antichi della Tavola di Trasformo il segno N è un pe-sce. La forma del cambiamento. Questo archè sta a dire anche il re - la regalità. Nei paesi albanesi del sud Italia il papàs, ossia il sacerdote, viene chiamato Zoti nun. Nella tradizione, ossia nel simbolismo antico, che c'è di più trasformativo della po-tenza del sacerdote? Torniamo alle vibrazioni. Esse stanno dentro ogni creazione, dal pensiero, alla particella, molecola, fino alla materia, ai movimenti del nostro animo, alle relazioni. Ecco esse confor-mano, sono la sostanza vitale e dinamica che imposta e im-pronta ciò che noi proiettiamo fuori di noi in questo palco-scenico che è la realtà esterna. Siamo una grande macchina, e che intelligenza ed efficacia! Si tratta solo di riprenderne co-scienza.

Questo lo fanno gli archetipi.

E lo fanno da soli. Lo fanno comunque, è un processo, avvie-ne. A che serve quindi che noi ci applichiamo a fare questo? Mah, alla fine decisamente a niente. Però, è anche vero, e parlo per me, che qualcosa debbo pur fare per passare il tem-po. Per darmi un senso, un gioco. Ecco, mi do da fare giocan-do e ridendo per godermela di più, ecco che faccio. Per que-sto uso gli archè. Tutto diventa sempre più strabiliante e di-vertente. Devi ammettere, caro lettore, che dinamismo e po-sitività li trasmetto, che i miei pezzi comunicano propositività, spinta. C'è ancora il contributo unico che gli archetipi danno: ricentrarci nella natura. Fondamentale perché le cose, le si-tuazioni, tutte, si ricollochino nel loro giusto senso e valore.

La mia amica ha scritto:

- Vittoria, io uso le mani e un pochino di testa.. tu usi il cervel-lo alla grande!! sei profonda, acuta, solare e gioiosa .. tra-smetti serenità.. Baci!!!!

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Ecco, quello che avverti quando leggi e, quello che senti, ne è la verifica. Ciò che poi sperimentare è un'ulteriore verifica, cioè che il percorso funziona. Anzi a questo punto le verifiche fondamentali sono due:

- che funziona - che davvero tu sei il creatore della tua realtà perché grazie agli archè sta accadendo. Perché questi archetipi possono fare quello che il pensiero da solo non fa. Ossia, è il pensiero che fa questo perché gli archè stanno nella psiche, ma vanno lasciati fare, e questo accade solo quando non tratteniamo più il flusso vitale che ci attra-versa. Liberi da schemi, remore, senso del dovere inutile, di-namiche del sacrificio, dinamiche del salvatore, ecc., oltre gli archè regnano sovrani e ci portano tutto. Ora, caro lettore, ti racconto due piccoli episodi che per me sono stati due verifiche. Lavoravo con i ragazzi della scuola media e a scuola non portavo archetipi, al massimo portavo i mandala, che sono lo stesso linguaggio. Per cui, verso le va-canze invernali dico: - Fatemi un disegno in cui mi raccontate il vostro Natale. Un ragazzino mi consegna un foglio in cui al centro c'è lui, at-torno ci sono i regali che desidera, tra le due parti c'è una fa-scia di colore con dei segni geometrici, e mi dice: - Questi in mezzo mi portano le cose che sono fuori e che io voglio. Quindi le chiavi geometriche spazio-tempo, della mente, por-tano le cose. Creano. Detto da un ragazzo che non sapeva di segni e simboli. Un'altra volta ero con dei bambini di 6 anni per fare un lavoro sui mandala, do la consegna: - Fatemi un disegno in cui mi dite che cosa avete appreso dal lavoro con me.

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Il bambino, Dario, 6 anni, porta il compito: la Terra con dise-gnati, a modo suo, i continenti, le case, gli alberi. Fuori del di-segno aveva scritto: - Il mondo ci fa capire che impariamo molte cose con la men-te. Il mondo ci fa capire... la mediazione è la mente. Il bambino aveva colto la correlazione dentro e fuori. Perché come spie-go sempre quando porto i mandala ai seminari o in classe, ora lavoro con i ragazzi delle superiori: - I segni ci allineano con la geometria dell'universo, per cui con la misura e l'ordine di tutte le cose. Lamed - L - 12 - misurare - ogni cosa ha la sua misura. Conosciamo con la parte razionale, logica. Invece i colori che noi scegliamo ci connettono con le emozioni, con la parte analogica di noi stessi, la parte libera, creativa, collegata con tutto ciò che è esistente, che non cade sotto i cinque sensi ma usa ben altri canali che abbiamo. Che va integrata per arrivare a cogliere l'Uno. Attraverso le due parti del mandala - così come grazie alle due parti delle lettere dell'alfabeto, segno e simbolo - le parti di noi sono portate in equilibrio. Perché la radice degli alfabeti e dei mandala sta nella tradi-zione antica. Non guardare al fatto che usiamo soprattutto l'alfabeto ebraico, qui è anche un fatto di funzionalità della comunicazione. E ci inoltriamo nella seconda domanda fatta sopra. Che spostiamo al prossimo capitolo.

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Concentro

Perché gli alfabeti (parte seconda) Disse: - Tu mi hai creato. Risposi: - Tu alimenti questa creazione.

E ci inoltriamo nella seconda domanda fatta sopra.

Perché soprattutto l'alfabeto ebraico.

L'ebraico e il sanscrito, sono i due alfabeti che ancor oggi conducono energia. Non guardiamo a ciò che l'ebraismo è og-gi. Qui non mi dilungo in questioni storiche, politiche e reli-giose, non è il libro questo per farlo. Ma l'ebraismo si innesta nello zohar, e lo zohar va contattato per ciò che è all'origine, nella sua purezza prima di ogni interpretazione e manipola-zione. Ecco, nello zohar, nell'albero delle sefirot, accostato nella sua origine, troviamo la chiave del corretto uso dei se-gni. Questa tradizione assume poi varie forme nella storia del-le civiltà, ma ripeto, non mi interessa più discettere di culture e tradizioni. Per cui qui si sta su "ciò che si sente". Sento, av-verto che questo strumento è vero, mi è utile, davvero com-pie quanto agisce. E mi va di provare, di sperimentare. Questo è l'atteggiamento. E sapete perché, innanzitutto? Perché nel mondo ci sono già scuole gruppi autori che si occupano di sto-ria delle civiltà e di archetipi, molto meglio di me. Per cui, se qualcuno ha ancora voglia di rimescolare e competentemente nel già accaduto, nel già vissuto e conosciuto, trova molti altri autori e riferimenti più in gamba di me. Non mi interessa. So-prattutto, non intendo inoltrarmi in spiegazioni perché non voglio creare altro "mentale". La mente è solo uno degli appa-rati del nostro sistema di pensiero e di creazione, ma in que-

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sta epoca ha preso il sopravvento. Questo è ciò di cui bisogna rendersi conto. Questo fanno gli archetipi, vi puliscono tutti i campi dalla mente eccessiva, vecchia. Statica, manipolatrice. Inoltre, mi rendo conto che in me è automatico, istintivo: quando sto in un impasse io pronuncio archetipi, verbi e mo-vimenti, lettere, ossia nuclei semantici che attraversano i tempi e la storia. Questa è la strategia che mi sorge sponta-nea.

Per cui, nel momento che ho dato alcune indicazioni del per-ché io a questo punto uso solo gli archetipi per ogni creazione che mi interessa, vado oltre, all'operatività. Chi ha la passione della ricerca e dei perché, sul web e sui libri trova tutto. A me interessa solo il passaggio. Da un modo chiuso opprimente inutile, ripetitivo, karmico, fatalistico di stare sulla Terra, ad un modo degno, aperto, in divenire, di stare qui, e avviarmi a darmi alle possibilità qui e in altri mondi. Ho capito che tutta la conoscenza e sapienza del passato è: mente. E, se l'aver as-secondato la mente ci ha portato a questa illusoria prigione nella quale crediamo di essere dentro e che, finché lo credia-mo continua ad imprigionarci, io, per quanto bella, avvincen-te, stimolante, non ne sono interessata.

Io voglio essere viva.

Scin - Sc - 21 - Traghetto

Tau - T - 22 - Muoio e rinasco

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Dialogo diretto con il lettore

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Penetro Tra anime gemelle Tra anime gemelle, seguendo tracce prima mai pensate, che scorrono su interstizi di spazio-tempo occultati alla finta luce.

Caro lettore, sono partita velocemente e con una grande spinta nel creare questo libro, e la spinta dirompente ancora continua. Quasi un big bang, che ancora va a conquistare spa-zio nel vuoto del tempo.

Bene. Tutto ruota attorno all'anima gemella, come avrai già visto. Sì, riconosco che questo è da molto tempo ciò che ri-cerco, quasi una curiosità come davvero debba essere questa faccenda, insieme lo riconosco ad una grande nostalgia, an-che a struggimento. Questi due ultimi sentimenti non sono stati semplici da gesti-re, da supportare, ma ora li vedo indietro, lontani, e debbo riconoscere che sono stati un bel campo emozionale e quindi di energia. Una forza che mi ha sempre spinta oltre, a cercare il nuovo, altre risposte, a riformulare le domande, cambiare i punti di attacco, di arrivo. Eh sì perché, ogni volta che incontravo una persona che mi risvegliava la domanda... - Sarà la mia anima gemella? mentre, chiaramente, venivo lanciata in un mare di emozioni, sentimenti, pensieri a raffica - perché è chiaro che sono questi gli indizi che ci portano alle domande importanti, e questa sull'anima gemella bisogna dire che lo è, sicuramente - ecco che nostalgia, struggimento, sono stati il terreno, l'humus che ha sempre fatto muovere la mia persona, lavorare la mia te-

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sta, decidere, tentare, rischiare, buttarsi o trattenersi, dipen-de. Ora, da questa isola di riposo piacevole e felice in cui mi sto trovando, guardo attorno: dov'è la mia nostalgia? e il mio struggimento? ora che la gioia, l'ilarità, la determinazione a continuare così e sempre meglio, mi sovrastano?

Perché, oggi così siamo, all'inizio di un cammino che ha inver-tito la rotta e che sa ogni giorno di più di vastità e leggerezza, da qui guardo ciò che sono ed ecco, nostalgia e struggimento sono le prime parole che salgono. Eppure non sono più sen-timenti miei. Ovvero non più sofferti; oggi sorrido dei ganci che mi hanno permesso di camminare o di stare, aspettare, covare ma che certo, a modo loro, mi hanno portato qui. Ri-spondo perciò alla terza domanda del capitolo Accetto: come applicare gli archetipi. Possiamo definirlo un laboratorio an-che questo, ma lo inserisco alla fine di questo capitolo così iniziamo a sperimentare.

Questo accade in un percorso per archetipi, e io questo ho fatto, me ne sono resa conto, ho incastrato il mio desiderio dell'anima gemella con gli archetipi. Detto ancor meglio, ogni passo avanti, indietro, ogni sosta, è stata osservata, o lavora-ta, risolta, vissuta, attraverso gli archetipi che di volta in volta applicavo alle situazioni. Qui sto. Ogni volta l'archetipo mi faceva un regalo: bella o brutta la si-tuazione che stavo vivendo, lui, l'archetipo, me la resettava tutta, o me la relativizzava. Ogni volta si ripartiva dalla nudità nuda e cruda della "realtà" della situazione sapendo, e questo l'archetipo te lo dà, che ogni persona, cosa, evento, è sempre una proiezione di ciò che io sono dentro, altro non è che un campo di vibrazione energetica in cui il mio terzo occhio met-te un intento, un seme, tanto da farlo precipitare come mate-ria, evento, dentro di me o davanti a me.

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L'archetipo ti mette sempre davanti al fatto che tutto è illu-sione, e dice:

- Non ti attaccare a nulla. Ama la tua illusione, tu l'hai creata - così ti dice l'archetipo - ma sempre elabora il distacco. Tu, creatore, sei sempre più, oltre, ciò che ora stai creando. Ma, anche ti dice l'archetipo: - Vivi questo "come se" fosse la tua sola, unica, insostituibile creazione. Metti tutto te stesso.

E dopo aver resettato tutto, l'archetipo mi porta la situazione nuova. Interessante. Coinvolgente.

Sì, so che questo linguaggio lo conoscete. Questo modo di stare al mondo l'avete già fatto vostro. Allora a che serve un percorso per archetipi, dato poi che qui, per archetipi, si in-tendono gli alfabeti? Serve a chi è sintonizzato in questo linguaggio di segni e sim-boli. Serve per velocizzare il percorso. L'archetipo è come se ti spellasse dentro, ti mettesse a nudo continuamente. E tu sai che all'archetipo lo puoi permettere di metterti sottosopra, farti sparire false certezze, stabilità precarie, illusorie piattaforme di relazioni o di lavoro. Perché l'archè è l'ultimo punto fisso, non è tuo, né mio, né di chic-chessia. L'archetipo è solo di se stesso, e se appartiene a tutti noi è perché insieme, noi, ci siamo creati questi meravigliosi punti di impianto di tutta la nostra creazione. E di tutte quelle che ancora tireremo fuori. Queste parole - perché qui, ora, mentre facciamo parole pro-nunciamo archè - vi porteranno a scorrere nei tempi e nelle ere del nostro essere i creatori di ogni realtà; dentro e fuori dal tempo, dai tempi.

Vedete, soggiornando con gli archè, ad un certo punto vi si scrolleranno di dosso le paure. Non si attaccano più su voi, e

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voi vedete voi stessi nella vostra potenza di dei creatori. È co-sì. Io stessa, quando mi metto a scrivere di archè non so cosa sto scrivendo, debbo rileggere per rendermi conto. Oppure vedo un nuce, un epistème qui davanti e lo snocciolo sulla ta-stiera e, mentre le dita vanno, mi rendo conto di dove sto an-dando con le parole. Non le fermo. Non penso e scrivo.

Quindi si avvicendano le ere, tempi e spazi nostri di cui pos-siamo avere la consapevolezza. Non pensate alla consapevo-lezza come ad un file che è strutturato sulla logica, sulla men-te, spesso gli insight che arrivano viaggiano su altri linguaggi. Hanno una consistenza chimica e vibrazionale diversa, che en-tra in contatto con altre porte che noi abbiamo. Ora comin-ciamo a rendercene conto. Per me ormai è così. A questo punto, quando leggo di tragedie del passato, di popoli che ci hanno invaso anche dal cielo, di catastrofi naturali, ecc ecc, comincio a fermare queste interpretazioni della storia. Subito magari non mi vengono spiegazioni alternative, magari non ne sento il bisogno, ma certo ho fermato un pensiero della mente ereditato da qualcuno che - per il momento riduttivo che come umanità abbiamo attraversato - s'è messo ad inter-pretare dati, documenti, eventi, resti archeologici, memorie, dalla pochezza, dalla dinamica della separazione e del conflit-to, della sopraffazione, dell'occupazione, ecc ecc, tutte chiavi di lettura che per secoli abbiamo condiviso. Evaporano, spariscono come bruma al sole.

- Ma perché abbiamo pensato in modo così catastrofico? ma perché ogni segno del tempo l'abbiamo letto dalla separazio-ne?

Domande che ci facciamo. Nemmeno ci soffermiamo a darci delle risposte. Non ce ne importa nulla, fatto sta che ci stiamo guardando dall'Uno, dalla unificazione di tutte le parti di noi. Da ben altra comprensione di noi stessi, amorevolezza, inte-grazione, per cui di come la storia è stata scritta non ci inte-

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ressa un bel nulla. Un film, che possiamo non vedere. Noi stiamo bene nel nostro mondo sereno, godereccio, sensual-mente sano, protetto, profumato, arrapante e quant'altro a ciascuno di noi piace sperimentare. Anzi, questo atteggiamento di non tener più conto di come ce l'hanno raccontata è transitato nel qui e ora, per cui - noi - non seguiamo più le notizie catastrofiche del mondo di fuori. E non accade questo perché ci manca la sensibilità, l'empatia, la solidarietà con il mondo e chi ne fa parte, al contrario, ab-biamo ben presenti nel cuore le condizioni, ma sappiamo an-che che: quello che ci vien detto di guardare è un film, una matrix, per cui oggi riusciamo a fermare la pellicola e dire:

- Alt, qua leggo come io - non penso - ma - sento.

Non come mi dite voi ma come - io - noi - intendiamo sceglie-re che sia la realtà fuori di noi. Ci scolliamo dal vostro fare tragico e catastrofico, pensiamo al meglio tutti e tutto, voi compresi. Sì, anche voi, che nel film fate la parte dei capi estrosi e capricciosi, voi - forse non ve ne rendete conto ma - avete una voglia di umanità che vi sta sovrastando, ancora qualche sequenza e vi troverete dalla stessa parte in cui già molti, felicemente, si trovano. Questo fanno gli archetipi, tolgono la terra sotto i piedi. La terra illusoria. E, mentre sembra che ti lascino scoperto, privo di riferimenti, ecco che dopo un po' t'accorgi che: sì ti hanno portato più in profondità, e quello che credevi necessario, in-sostituibile quanto a certezze sicurezze e punti di forza, non c'è. Eppure ti riscopri ancora vivo. Anzi, anche più vivace e aperto, perché la zavorra che stava rallentando il tuo passo, e che non ti permetteva di vedere la luce del sole, quella inte-riore, se n'è andata. Gli archetipi hanno pulito il tuo campo. Stai ritrovando la dimensione naturale di terrestre. Questo accade.

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Bene, come avessimo fatto un viaggio nel nostro fare la sto-ria. D'altronde ero partita raccontando di sentimenti che "al-bergavano" in me. Nostalgia e struggimento.

Ma pensa a che cosa era attaccata la mia ricerca dell'anima gemella. A risolvere e dare una virata più vivibile a queste due vibrazioni energetiche che si chiamano nostalgia e struggi-mento. Perché questo? Se dico questo significa che io conoscevo una cosa, una situazione che amavo, e che non la stavo vivendo, ma ne avevo dentro la memoria, il reset che chiamava chia-mava e diceva...

- ... encore encore... retour... retour...

Non so perché lo dico in francese, così è.

L'emozione è il precipitarsi nelle sinapsi di una scarica di adrenalina. Che sia bella da vivere cioè piacevole, o che porti dolore, alla psiche non gliene importa granché. Alla psiche gli basta ubriacarsi di energia, ossia di adrenalina accesa arra-pante, al massimo. Però se la risonanza porta sofferenza, a me, non mi sta bene. Che cosa fa sì che - io - interpreti, codifi-chi una scarica di adrenalina, che è neutra quanto a significa-to, in un significato che mi fa sentire dolore? La memoria del-la mente. In me ci sono dei file strutturati, codificati in un cer-to modo. Un po’ come per il DNA. Ecco, è la codifica, la se-quenza del pensiero che è impostata sulla mancanza, ridutti-vità, separazione. Arriva la scarica, attraversa la mia sequen-za, la legge, io vibro e sento: mancanza, dolore, spasimo, ecc ecc.

Cosa va cambiato perciò? La sequenza, i tasselli di pensiero. L'ordine dei segmenti della sequenza vanno spostati, ricom-posti in un procedere che mi legga - non mancanza - ma ab-bondanza, presenza, sazietà.

Come quindi, come applicare gli archetipi?

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Laboratorio.

Sei in una situazione. La tua di adesso. Fermati. Stand by. Os-serva. Senti. Ascolta. Cosa senti? Mentre senti vai ai 22 movimenti, scorrili, quale ti corrisponde di più in questo momento? Pronuncialo scrivilo, riproducilo. Quale senti come suo opposto? L'anti? Il più lontano dal tuo sentire di questo momento? Individualo. Pronuncialo. Ripro-ducilo. Continua. Trovane un altro e il suo opposto. Sempre allinea l'opposto così fai l'Uno delle due parti di ogni tua realtà. Su-peri l'ancestrale separazione della mente. Ora fai un altro passaggio: come definiresti questa situazione, con quale archetipo-movimento la chiameresti? Scegli. Pro-nuncia. Riproduci. E il suo opposto? Ancora: quale terzo archè-movimento può essere il passo avanti? L'oltre di questa situazione di adesso? Scorri tutti i movimenti, sentili risuonare in te. Applica il movimento Espando. Scegli il tuo ascoltandolo fare la sintesi e l'evoluzio-ne di te e del tuo momento. Sceglilo. Pronuncialo. Riproduci-lo. Trova l'opposto. Stai su questi. Ripetili a te stesso e appli-cali ogni volta che senti la necessità di concentrarti sul tuo passo avanti. Più in là, in un laboratorio ti dirò di costruire il tuo Inconscio. Ecco metti, appunta, questi movimenti che hai scelto su In-conscio e lasciali fino a che sentirai che va bene così, che ora il movimento s'è attivato in te.

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Misuro Comunicazione tra anime gemelle Caro lettore, troverai scritto più avanti che la tua anima ge-mella ti apre le porte del suo giardino. Il suo giardino segreto. Mentre tu, lasci lei inoltrarsi nel tuo. Così cominciano ad arri-varti notizie sulla tua gemella e suggerimenti. Non sono file concettuali, mentali, piuttosto senti, sai, avverti movimenti dell'anima e del pensiero. Tu, stai vivendo un momento di grande leggerezza, intensità e pregnanza, senso. Poi a volte, mentre sei, cammini e fai le tue cose, vieni invaso da altro vivere. Ti sembra che sei sereno, gioioso, ma a tratti avverti un torpore, un malessere; a volte è forte, ingombrante nella tua giornata questo disagio. Ti inter-roghi, pareva di star così bene, ora poi... come mai altra de-stabilizzazione? Hai nella testa la tua anima gemella e ti dai una ragione del malessere dicendoti che nella comunicazione alchemica che accade tra anime gemelle, tu stai sentendo il suo disagio.

Chissà perché per prima cosa attribuiamo all'altro un proble-ma, un disagio, una defaillance, l'essere ancora non risolto. Della serie: io so, io so tutto o quasi, io sto bene, sono libero e consapevole, chi ancora ha delle cose da guardarsi è l'altro.

Eh... Tu in progress, bello bravo, e buono. L'altro o l'altra, ancora inguaiato. Proietti sull'altro una situazione di te, per cui ascol-ti e ti dici che, ciò che senti come confusione, conflitto, sta nella mente dell'altro, che la sua psiche sta ancora trattenen-do memorie, sofferenza, mancanza, sospensione. Perché per-ché... Ti sembra di sapere che anche lei, l'altra parte della tua anima, ha vissuto qualcosa di molto difficile. Sai anche che era

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suo, creato da lei. Lo sai perché conosci te stesso, di come so-no andate le cose a te. Ma ancora ritieni che lei sta nel pro-blema, tu ne sei fuori. Ti metti nell'aspettativa. L'altro do-vrebbe modificare qualcosa di sé. Vorresti spiegargli il processo, la dinamica dell'essere creatori e di come sciogliere gli ultimi resistenti difficili nodi. Non sai come fare. Interroghi. Poni la domanda all'universo. Sai anche che, se senti i suoi sentimenti e le sue emozioni, se stai "saggiando" i suoi umori, quelli oscuri e tormentati, sai che li senti perché corrispondono ai tuoi. Forse differenti i contesti, ma gli stessi moti dell'anima.

Continui, sotto sotto, sornionamente, a ritenere che il pro-blema sta nell'altro, non in te.

Sospensione.

Yod - 10 - il respiro di Dio - del Dio che sei.

L'apofatico. Lo Yod è così: è il più piccolo tra i segni dell'alfabeto ebraico, poco più grande di una virgola, messa là sopra, sospesa, quasi in uscita dalla pagina. È piccola, per aria, fatta come un ac-cenno di respiro perché sta a dire che: siccome lo Yod è la di-vinità, Dio, se Dio ci fosse, beh, non ci sarebbe la sua creazio-ne.

Che fa Dio - il creatore - affinché la sua creazione venga alla luce? affinché il suo pensiero caschi nel mondo della concre-tezza, insomma. Se questo mondo è di materia, Dio che è un qualcuno che non si vede, ma che è tutto, deve togliersi. Astenersi dall'essere qui e ora il Tutto affinché le cose, una per una, possano essere, esistere. Questo il pensiero della tradizione antica, ed ecco che Dio si sospende, si astiene, con un'inspirazione si toglie dal mondo e lascia solo una traccia di sé. Lo Yod.

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Noi, nelle Parti di noi in cui siamo età dell'oro, siamo dei, fac-ciamo così. Sospendiamo la nostra parte immensa, che sta nel Tutto, per essere nel qui e ora. Ma sappiamo di averla dentro, e che a queste parti possiamo andare, fare domanda di essere sostenuti nel quotidiano. Abbiamo le potenzialità di dei crea-tori.

Tutto un discorso per dire che: dato che gli dei creatori siamo noi, come ritroviamo, come identifichiamo in noi, questa di-namica del dio creatore? ... Sospensione. Astensione. Quando non dico, né spiego, non preciso, lascio che ciò che dici, pensi, decidi, spieghi, interpreti, deliberi, tu, mia anima gemella, sia.

Tu, altro da me. Affinché tu possa manifestarti. Oh, non perdo nulla, non si da che tu dica e decida e io no, se siamo gemelli uno all'altro, so che anche tu hai lo stesso linguaggio e atteg-giamento con me. Così creo, lasciando lo spazio a te. Per cui, sembra che tu deliberi, decidi, scegli, fai e disfai ma di fatto, le nostre anime contrattano in continuazione e, poiché sono anime gemelle e si vogliono un bene... dell'anima, fanno l'inverso di ciò che fanno le persone estranee a se stesse e all'altro da sé. Le anime gemelle si dicono, via telepatico, via web mentale, via altri canali più avvincenti e arrapanti, si di-cono l'una all'altra: - Prego... prima tu. - Ma, no, prego, prima tu. Detto davvero, dal cuore. E qualcosa accade. Quando accade può ricalcare i linguaggi e i modi del mondo di fuori, ciò che si fa tra un uomo e una don-na nel mondo che conosciamo, ma anche no. Fatto sta che le anime gemelle sanno bene che: - Così si fa. E si dicono, sempre via telepatia, web dell'anima, ecc:

- Come fai tu, è sempre ben fatto.

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Vi ricordate quell'antica fiaba? Questo è ciò che dichiara le anime gemelle, le certifica. Perché dall'altro ti arriva il massimo del riconoscimento di te. Perché non fa altro che riconoscere se stesso. Oh, magari se è un'anima gemella burlona ti dice le cose al contrario, per cui, se vuol farti arrivare la sua ammirazione, il bene che ti vuole, la stima, l'entusiasmo per il fatto che esisti, se è una burlona ti dirà il contrario, che non sei capace, che non sai, che sei un ignorantone, che ti deve insegnare tutto, ecc ecc. E tu, stavol-ta, le cose te le lasci dire, ma quando mai prima. Come ti di-fendevi! e ti pavoneggiavi nelle quattro acche che sapevi! Ti ritrovi a dire: - Oh, io non so le cose? È più bello se le sento da te, se me le spieghi tu. - E poi, ti stai prendendo cura di me. Sei bravissimo a sapere... che cosa mi serve sapere. Ora è così.

Ora sai che è vero che non sai, che non conosci. Ma ti vuoi bene lo stesso. Perché lei/lui te ne vuole certo, ma soprattut-to perché tu ti vuoi bene, un bene profondo, incondizionato che non si lascia intaccare più da nessuno. Nemmeno dalla tua anima gemella. D'altronde per lei è la stessa cosa. Hortus conclusus, te a te stesso.

Non solo ma, non si sa come, ma la tua anima gemella sa di che cosa hai bisogno, che cos'è importante che tu sappia e, a modo suo, ossia, con delicatezza, fantasia, ma anche respon-sabilità, si organizza e ti mette in grado di sapere, conoscere ciò che ti serve. Sì, lei si prende cura di te. Della tua anima, del tuo corpo certo, e anche della tua intelligenza. Perché lei ha imparato a prendersi cura di se stessa, come tu di te stesso. Questo è il fondamento.

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Ora, lei si prende cura di tutto te perché, lei, si prende cura del tuo sogno. Ecco vi siete ritrovati per incamminarvi velo-cemente verso i vostri sogni.

Perché è reciproco. Ricordati sempre che tutto è reciproco. Oh, che specchio! Non solo, già è più che lo specchio. Avete camminato accanto, sperimentato la fiducia incondizionata, reciproca, ora ciascu-no di voi s'è inoltrato nelle profondità del proprio sogno sa-pendo che l'altra parte dello stesso sogno è il "suo" sogno, di lei, dell'anima gemella. La fiducia, l'abbandono uno all'altro è tale che siete lanciati nel vostro sogno, ciascuno la sua parte, e siete radianti. L'ab-biamo detto, siamo alla radianza.

Sì, irradiate, perché vi lanciate oltre voi stessi, certi che non vi perdete, non vi sfracellate da nessuna parte perché... l'altro capo della corda sta in mano alla vostra anima gemella.

Si è radianti quando si manifesta tutto di se stessi, non si trat-tiene nulla, ci si rivolta, ed ecco che quel nuce, quel seme de-posto nell'anima, centrato nella sua potenza creatrice, crea coscienza, situazioni, attenzioni, condizioni di una vita nuova sulla Terra. Il qui e ora è complice gioco. Qualcosa di molto concreto.

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Sciolgo Attirare l'anima gemella - mi ri-creo come anima gemella di me stessa - ed ecco mi sta davanti. Le anime gemelle quando parlano di se stesse non si definiscono "Anime gemelle" ma "Anima". Sentono e sanno di essere Uno e che solo così possono parlare di se stesse.

Come desideriamo viverci così! Vi dirò una cosa, se l'anima gemella fa parte del vostro paradigma di questa vita, smette-rete di cercarla solo quando - lei - e non qualsiasi altro com-pagno o compagna, avrete trovato. La differenza la saprete subito. Per voi due sarà certezza.

Per cui, se il desiderio ci spinge, per prima cosa bisogna attira-la, perciò... archetipi! Abbiamo centrato quelli fondamentali Thet - Kaf - Res - Hé. Ce ne sono altri tre, vengono dalla Tradizione, usiamo anche questi Scin - Alef - Hè. Fanno parte dei 72 nomi di Dio. I 72 nomi di Dio della tradi-zione ebraica altro non sono che: aspetti fondamentali e ca-ratterizzanti della persona umana. Scin Alef Hé - Anima gemella L'ebraico si legge da destra a sinistra.

Scin - Sc - 21 - essere traghettati in altro - oltre - scivolare dentro la barchetta della tua presenza. Il glifo scin è un va-scello, e com'è bello.

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Alef - A - 1 - L'Uno - la Presenza - il Tutto. Tu, anima gemella, sei un regalo dell'Uno che sono, dell'universo che è in me. Hè - È - 5 - Vita. E che vita!

Si parte sempre da se stessi.

Poi, so che: quando io sono anima gemella a me stessa, ecco che davanti ho, fuori di me l'anima gemella. Corrispondere - Ayin - 16° arché - l'occhio - ayin in tutte le tradizioni e gli alfabeti del Mediterraneo è l'occhio - Terzo occhio - ipofisi - l'osservatore. Lo strumentino che è in me per far precipitare ciò che sta nel mio pensiero, nella realtà.

Che bel gioco!

Usare le cose, le situazioni. Non manchiamo di rispetto a niente e nessuno se siamo sulla strada degli archè. Tutto ac-cade al massimo per tutti, siamo sempre salvaguardati. Het - H - 8 - Protezione - ogni essere vivente ha bisogno di essere protetto. Protezione fisica - riparo - protezione mentale psicologica esi-stenziale - Het. Il segno H, anche questo nella maggior parte delle tradizioni, è la paratia - ciò che ci protegge dalla furia degli eventi. Archetipi, strumenti di creazione funzionali a me, al mio be-nessere. Significa volermi bene. Sembra scontato. Ora scorre, sì, acca-de che io mi voglia bene. Per amarsi bisogna sapere come funziona la nostra psiche, rendersi conto di quando siamo nel-la mente e quando siamo nel flusso e scegliere. Sperimentare se stessi - mente Sperimentare se stessi - flusso.

Nel paese dei balocchi10

, altro mio libro, ci aiuta ad entrare, giocando, nelle dinamiche della psiche.

10 Francesca Salvador, Nel paese dei balocchi, Youcanprint, 2012.

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Lo ripeto, qui non si danno visioni del mondo, filosofie o altro. Solo un tecnica. Un metodo. Finalmente mi amo. Che significa semplicemente che non do più la mia forza per sostenere altre idee ma a me stessa, la oriento sulle mie cose e situazioni. Arco e freccia - Kaf - K - 11 - Penetrare - il maschile - penetra-re la realtà delle energie per improntarle sul mio intento. Innanzitutto a me stessa le oriento queste grandi chiavi. Ac-cetto me stessa. Thet - la palma - Th - 9 - il femminile - la ricettività - la terra - la fecondità. Il lavoro alchemico è fatto, è questo. Pochi, sembrano sempli-ci, segni che trasportano grandi forze. La forza mi nutre, mi alimenta, mi abita. Io mi amo. Tanto mi amo che un'altra anima ci può stare benissimo qui, condivido tutta questa mia ricchezza e sazietà interiore. Avevo detto che mi sento appa-gata? Anzi, dato che mi amo, più che cercarla l'anima gemella, pre-ferisco attrarla, scelgo di essere trovata! Uau - 6 - U - V - agganciare - M'ha trovato. Oh, che bella sensazione! Ho attivato la serendipity all'inverso! Quasi una anti-serendipity e ha funzionato! Anti, nel senso che ogni cosa, dal pensiero, alla particella a qualsiasi creazione, ha il suo "anti". Questo bisogna sempre ricordarsi, in ogni creazione com-prendere il suo "anti". Allora sì abbiamo la creazione davanti. La creazione e la sua parte oscura, tutte le energie che non vediamo ma ci sono. Si sentono. La parte oscura di noi stessi non necessariamente è torpore, confusione, tormento, trage-dia; non necessariamente fa paura o è da temere. Questo ac-cade fino a che le nostre memorie, comprese quelle ancestra-li, più antiche, non sono portate in luce, rappacificate e ripuli-te. Dopo di che la parte oscura brilla di luce propria, di ben al-

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tra luce ed è forza, forza a nostra disposizione per le nostre splendide creazioni. Nota, caro mio lettore complice di meravigliosi progetti, ho scritto di me, ho scritto: - M'ha trovato! Perché questo voglio che tu pronunci di te mentre leggi. Desi-dero che tu lo dica per te, ecco, è sempre un: - M'ha trovato!

Come già ho detto, negli archetipi non si parla di "amore", si parla di: comprensione, accettazione, separazione, corrispon-denza. Legare, agganciare... agganciare ehehe, cose da anime gemelle! Si parla di dinamiche. Niente teorie, ma cose concre-te.

Può accadere, caro lettore, nelle avventure da anime gemelle, che un'interazione non rientri nei tuoi canoni, non riesci ad orientarti. Pare che non ti corrisponda. È chiusa. Ti impedisce di attivare i tuoi file e di impostare la faccenda come facevi prima, parlare di amore, appunto, o dei sentimenti che ti at-traversano. Eppure, nonostante tu ti sia fermato nel tuo co-municare e agire, avverti la situazione coerente con te. C'è una corrispondenza, diversa, in altro, ma c'è. Anzi, diresti che ti senti allineato, nonostante non ci siano comunicazioni che tu riesca a riconoscere. Non più di tanto. Ma qualcosa, più sotterraneo, ti rinvia il fatto che:

"Qui ci sto proprio bene".

Ti osservi, e noti gli indizi di questo stare bene: ti senti legge-ro, fai le piroette per la strada, hai voglia di fare, di muoverti. Hai voglia di respirare in questa situazione nuova, nonostante non sappia proprio come muoverti. Uno spazio sospeso, uno spazio vuoto. Ma reale e vero, che attrae, incuriosisce. Di più che alimenta gioia. Serenità, appagamento.

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Cominciano ad attraversare i tuoi pensieri quelle paroline tan-to rincorse nei loro contenuti, sempre in sospeso dentro te: "anime gemelle", ti viene spontaneo pronunciarle. Oh, le in-certezze! Le resistenze! Quasi quasi sei intimorito, non ti pro-nunceresti mai così di fronte a lei/lui.

Ma questa spinta è prorompente. Destabilizza i tuoi timori, le ritrosie. Avanzano i dubbi e subito sono spazzati via da un en-tusiasmo che non pensavi ti appartenesse più:

-Sì, lo volevo innamorarmi ancora. Sì, ma quasi mi ero scorda-to come si fa, che cosa accade. Ma ora c'è, e me lo tengo.

Siccome sei allenato innanzitutto a osservare i tuoi pensieri, oltre che le tue emozioni, ti rendi conto che la virata c'è stata, eccome. Pensi positivo, pensi concreto, e senza più il confron-to col negativo, con l'illusorio svolazzare della mente. Pulizia che fanno gli archetipi! Improvvisamente ti senti fuori dalla confusione, dalle zavorre, dall'accavallarsi accalappiarsi azzuffarsi dei mille inutili file della mente. Sei nel qui e ora. Nell'adesso. Ci sei cascato dentro, come quando Alice casca dentro al pozzo delle sue meraviglie! E tutto quanto è strabiliante. Sì, perché le sincronicità, le coin-cidenze accadono a raffica, pare ci sia una conferma continua da parte dell'universo, da parte delle tante parti di te. Dov'è la conflittualità, la competitività che immediatamente alzavi appena interagivi un po' più intensamente con una per-sona? Non senti più la necessità di rivendicare o difendere ca-tegoricamente te stesso. Oh, ma in effetti, osserva le parole appena scritte, dicono di atteggiamenti della mente, dell'ego. Non ti servono più. Perché qui ti senti al sicuro. Anzi, ora la vedi e la abiti la Terra di mezzo. Sì, già se ne parlava in Nel

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paese dei balocchi11

di questo spazio neutrale, percorso da strategie di mediazione che ora stai imparando ad usare.

Terra di mezzo: quando i linguaggi sono troppo distanti, e le anime invece sanno già tutto. È come quando metti la frase in traduttore di Google, aspetti un po' ed ecco vedi là sullo schermo lo stesso contenuto detto in modo per te più com-prensibile. Così accade, a questo serve la Terra di mezzo. Per cui, prova, tra te e la tua anima gemella c'è un'incomprensio-ne? Un'interferenza nel parlarsi? Sospendi la tua interpreta-zione, trattieni per un attimo la tua risposta virulenta e veleni-fera, e vedrai, t'arriverà il reale significato, ciò che lui/lei in-tendeva dirti, e ti accorgerai che è davvero allineato a te!

Quante cose si imparano e si cambiano di se stessi pur di ve-dersi nell'anima gemella! Ora, come ti vedi? Come ti visualizzi, dato che sai di essere già guarito, già appagato. Già in possesso delle certezze dell'ani-ma. Il giardino. Uno. Due gemelli. Una l'anima. Una la pro-messa. Il programma siglato là nel non ancora, nel non terre-stre, per portarlo nel terrestre. Lontani ignoti soli soli. Soli. Ecco perché soli. Ha ben altra accezione questa parola. La so-litudine non è qualcosa che si soffre, ma qualcosa che ci di-stingue, che ci sposta e riallinea fino a che: non è solitudine, è che si è un campo unico, solo, solo nostro. Ora. Un solo corpo. Che vale una sola anima. Una sola psiche. Una la risonanza del cuore. Ma avete fatto viaggi così diversi, così lontani e stra-nieri che c'è sempre qualcosa di curioso, nuovo, avvincente da giocare insieme.

Tutto accade in una serendipity, conoscenza dell'altro, ritro-vamento, incontro perché tu, la serendipity, la ricerca costan-te, l'hai sempre assecondata, obbedita. Lei, questa sagacia,

11 Francesca Salvador, Nel paese dei balocchi, op. cit.

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ricerca consapevole e deliberata, insistita; questo vagare per re-incontrare l'altra parte di te, del tuo corpo che vale per

ogni parte di te, tu l'hai sempre, fedelmente, perseguita12

.

Questo errare consapevole, annusando l'aria, sospendendo il respiro per ascoltare parole portate da brezze e venti, questo orecchio sempre teso, occhio aperto, l'hai sempre mantenu-to. Hai sempre raccolto gli indizi, conservato le tracce, così sai, sai che puoi e sai, puoi, riconoscerla, la - tua - anima ge-mella. Tu, dove sei? Tu che sai questo. Perché ribadiamo, l'anima gemella te la trovi davanti nel momento che - tu - sei anima gemella a te stesso. Dove sei? Dove sei, "altra parte di me stesso"? Così temuta, o meglio, così pigramente mai cercata? C'era sempre altro che ti attira-va da fuori. Ma vedi, lei, l'altra parte di te, ha sbaragliato tut-to. T'ha creato una solitudine ed un silenzio pieni ed appagan-ti. Stai bene in questo vuoto esteriore, qui è riempito lo spa-zio, e le ore. E sei appagato. Questa energia, quasi palpitante, che avverti. Ecco, qui c'è una forza che vibra, ti avvolge, suona una musica tua. Bene, questa è energia che, siccome non sei spostato verso l'ester-no, verso illusorie aspettative, ecco questa energia è tua, e la possiedi. Nel senso che nessuno può rapirtela, prendertela, usarla e lasciare te impoverito e spento, perso in quello che era prima, ossia un produrre forze e sentirtele portare via.

Oggi la tua energia ti circonda, tu abiti in lei. Questa è la forza in cui ti centri, ti addensi, ti rinchiudi. Forza che t'illumina, ti rende visibile, ascoltabile, non da chiunque ma da lei, l'anima gemella, che da sempre, così come fai tu, così lei sta sulla sua serendipity, in ascolto, in ricerca dell'altra parte di sé.

12 Francesca Salvador, Serendipity, op. cit.

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Avevamo detto due: la mia anima gemella e io. Siamo in quat-tro: io e me stesso, lei e se stessa.

4 - Dalet - D - solidificare - rendere concreto.

5 - Hé - È - vita - forza vitale - eros.

20 - Res - R - perfezione - uomo e donna. 4 x 5: 20.

Lo so che vi chiedete:

- Ma con che criteri Vittoria sceglie gli archetipi? Le lettere, i numeri?

Beh, sono anni e anni che questi segni e simboli mi insegnano chi essi sono. Sono loro che si fanno avanti. Mi hanno aperto l'intuizione e l'ascolto, per questo, quando li metto qui, sono loro che si sono scelti e fatti avanti. Io sono solamente la loro mano e parola. I protagonisti sono gli archè. Ma che vengano! e parlino di se stessi, m'hanno portato l'anima gemella. Ecco che il mio super-pensiero anima gemella si concretizza davanti a me. Gli archè materializzano il pensiero, già affermato. Mi hai trovato. Nasce l'interazione. Mentre mi rendo conto che, non rinunce-rò ai miei silenzi, ai miei spazi vitali di solitudine perché qui scaturisce la mia forza. L'energia che mi illumina così che ogni istante tu, sei attirato qui, come io sono attirata da te, dal tuo centro. Ecco, non solo numeri, ma anche geometrie creiamo. Geometrie funzionali, in cui la forza scorre. Certezze da cui niente e nessuno ci sposta, perché sono in noi. Attirare, essere attratti.

Uau - U - V - aggancio - 6 - qualcosa tra te e me funziona come un enzima e, accade, ti ho davanti a me.

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Ciof - Q - 19 - lego. Eh sì! ora ti lego, ti tengo qua. Certo dal massimo della reciproca autonomia, funziona ciof, non un qualsiasi legame, ricatto, promessa del mondo di fuori, fun-ziona l'archetipo ciof che, per dinamiche sue, sa che cosa ren-dere stabile tra noi due. Cose profonde, archetipiche, ance-strali, dell'età dell'oro, che non ci allontanano dalla nostra personale libertà.

Nun - N - 14 - trasformarsi - la regalità è che posso spostarmi e lasciar spazio a te, non mi perdo. Io e l'altra parte di me, lui e l'altra parte di se stesso, parti che ora sappiamo mettere in scena.

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Laboratorio via web, tra Vittoria e le anime gemelle

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Trasformo 1° mail Eccoci! Felici e contenti di essere nel campo morfogenetico "Anime Gemelle"! Congratulazioni e complimenti per essere dei nostri. Qui c'è un gioco, un'alchimia, che arriva diritta al traguardo: il traguardo è... "caldi e morbidi" ossia abbracci, sguardi, calore, riconoscimento. Soprattutto, con grande soddisfazione e pia-cere, riconoscimento uno dell'altro. Forse non ve lo direte subito, le Anime Gemelle sono persone spesso strane, paiono molto estranee una all'altra. Pare che ci siano mille miglia di distanze; modi di essere, di pensare e di fare diversissimi. Ma... Ma c'è un qualcosa che non tiene conto di alcun dubbio, né delle incertezze, né dei percorsi storici, affettivi, emozionali, familiari dei due. Sì è, e basta.

E tutto inizia a scorrere, piano, velocemente, ciascun incontro hai suoi propri modi ma, v'assicuro, sono modi da anime ge-melle! Per cui, il massimo del gioco, del divertimento e dell'arrapamento. Della complicità mentale, di un serpeggiare e sobillare di emozioni nuove, diverse, strane ma belle belle belle. Emozioni in cui ti senti respirare.

Sarete, siete già attratti in un vortice di senso, di gioia e legge-rezza. La verifica? Sapete guardarvi dritto negli occhi. Attivate il vo-stro spin e anti-spin. Ossia il movimento interno dell'energia vitale, dell'eros, che è molto più di una semplice sessualità: è spinta, cammino, viaggio verso dimensioni nuove che da sempre stanno addormentate dentro di noi. Ora, grazie al no-

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stro essere Anime Gemelle, si svelano e ci fanno sperimentare la Vita. È fatta. Siete Uno con la vostra Anima Gemella. Magari per ora lo sapete solo voi. Ma... anche Lei, l'altro, l'al-tra, sornionamente lo saaaaaaa. Infatti, ci sta!

In ogni caso tu, voi, che state leggendo questa mail, siete qui, e questo è il campo da gioco magico delle Anime Gemelle, per cui qui avete tutto il sostegno, la complicità, per quel pezzetto di strada che alcuni di voi ancora debbono fare da soli.

Qui, ora, faremo proprio questo: ci aiuteremo a capire cosa accade nella nostra vita quando incontriamo l'Anima Gemella. Come si fa a riconoscere se chi ho davanti è la mia - o una del-le mie - Anime Gemelle. Ci sono degli indizi! Li vaglieremo in-sieme e lui, lei.. si svelerà, quasi senza rendersene conto, fino a che sarà Lei, la vostra Anima Gemella (ha un nome, preciso, per questo la metto in maiuscolo) a dirvi a sorpresa:

- Mi pare tanto un avvincente gioco da Anime Gemelle...

- ...!!!

Niente e nessuno può nulla sulle Anime Gemelle.

Questo è il momento delle Anime Gemelle.

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Laboratorio 1 - Trasformo

Ma vedi un po’, i laboratori iniziano al capitolo: Tra-sformo vai ai blog:

http://francescasalvador.it/tavole/

Libero - Community - chebelgioco

http://foto.libero.it/chebelgioco/Archetipi-la-danza-

sul-mondo/

trovi le Tavole da scaricare e colorare o trasformare

come più a te piace mantenendo il segno e il senso

delle lettere.

Prenditi del tempo, uno spazio tuo.

Metti la musica se vuoi. Prendi le Tavole, anche chia-

mati Cartigli, e gioca con la tua fantasia e creatività.

Fatti possedere da segni e simboli.

Sono in te, tu ora li stai risvegliando.

Anima gemella e tu: guardati attorno. C'è. Bene. Vi-

viti lei, la tua anima gemella. Lei si vive te.

Proteggo

Non verbalizzare questa realtà. Babele vuole che tu e

la tua anima gemella portiate all'esterno la vostra in-

tesa. Se porti all'esterno la tua creazione, se la im-

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mergi in Babele, i parassiti interni ed esterni faranno

di tutto per prendersi l'energia; inficiare e confon-

dere il vostro campo così unico. La vostra naturalezza

e semplicità.

Siamo nella terra di mezzo tra il mondo nuovo e il si-

stema da ri-convertire.

Proteggo - het - H - la mia creazione anima ge-mella.

Il gioco è solo mio. Solo nostro.

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Presso 2° mail Cosa succederebbe domani nella tua vita se tu incontrassi l'anima gemella? Quando incontri qualcuno ricorda che è un incontro sacro. Come lo vedi, TI VEDI. Come lo tratti, TI TRATTI Come lo pensi, TI PENSI. Ricorda che attraverso di lui o ti perderai o ti ritroverai. Franco Battiato

Ripeto:

- Cosa succederebbe domani nella tua vita se tu incontrassi l'anima gemella?

Bella domanda.

Domani è oggi. Zain - 7 - rendere eterno - entrare nell'adesso, quello fuori dal tempo circolare della ripetizione dei destini. Fuori - nella vita - nel qui e ora.

Fé - 17 - espandersi - tutto ciò che in me è spasimo perché sta spingendo per farmi assaporare la vita, oltre, altro, an-cora, encore encore...

Tau - 22 - morire rinascere - la fenice.

Alla domanda sopra posso rispondere solo con ciò che io sto vivendo. Come già ho detto: quando si è in un percorso per archetipi, si può solo essere autentici.

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È come se quello che siamo abituati a chiamare velo tra noi e l'inconscio non funzionasse più. Non è più. Non solo non è più tra noi e il nostro inconscio, non è più tra noi e il fuori di noi. Alla fine, tra noi e gli altri. Meglio detto tra me e la mia crea-zione fuori di me. Tra voi e le vostre creazioni. Allora, non c'è mai stato il velo.

Ora lo sappiamo, il velo era la nostra finzione a noi stessi. L'inganno a noi stessi. Sì, ma a questo punto anche il buio in cui deliberatamente siamo voluti entrare per vedere altro, ol-tre, di noi stessi. Quindi, ok, ci siamo creati il velo. Ora sappiamo che, quando lo decidiamo noi, il velo si dissolve. Nel momento in cui la coerenza e la singolare rettitudine di coscienza abitano sta-bilmente in noi ecco, dissolto il velo. Lo stiamo dicendo. Qui. Ora. Per cui per chi passa di qua, velo non si dà. Gli archetipi lavorano in diretta, nel qui e ora. Ogni parola, ogni relazione tra le lettere e le parole, qui è archetipo, e fun-ziona.

1 - ogni lettera di una parola, ogni parola, è archetipo e fun-ziona

2 - ogni connessione, relazione tra le parole è archetipo, fun-ziona 3 - tutti gli elementi semantici sintattici semiotici della comu-nicazione sono archetipi e sono funzionanti 4 - la mia glia è accesa e attiva. Funziona

La vedete la... Coerenza?

Torno alla domanda. Ciò che ho davanti, nella persona che ho davanti, è ciò che - io - ho creato. Corrisponde alle mie coordinate. A ciò che ora sono. Questo è tutto.

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Per cui cosa accade? Questo.

Non accade di poter dire:

- Sono davanti alla mia anima gemella.

se chi avete davanti non è anima gemella a voi. Potete stare in una storia che vi prende molto, vi accende, stimola, eccita, vi fa volare dall'ebbrezza ma... ma... Chissà perché, questa affermazione:

- Ho davanti a me la mia anima gemella

non esce. Non la formulate. Si, è anche vero che probabilmente abbiamo più di una anima gemella. Altre volte avete sperimentato l'assonanza, la condi-visione, la complicità, ma quando è veramente la vostra ani-ma gemella avvertite un'altra cosa. Ci sono movimenti dentro la vostra anima che solo ora speri-mentate e conoscete. Siete davanti ad un qualcosa di… ignoto, in-consueto, in-conosciuto che spalanca i mondi. Qualcosa che non è più il vostro - solo - campo. Stavolta, per la prima volta, avvertite che qualcuno vi ha aperto il suo cam-po. Il suo spazio-tempo. La sua casa interiore. E voi all'altro. E magari non vi siete detti nulla! Anche questo è un indizio da anime gemelle. Il fatto è che, da gemelli, avete un campo morfogenetico, un utero che era già condiviso.

Si parla poco. Si è attenti a non parlare. A non aggiungere nul-la che potrebbe accavallare pensieri e riflessioni, spiegazioni. Tutto è nuovo. Non si è qui, in questa esperienza, per riper-correre il già conosciuto, i modi di fare delle storie precedenti, quelle che assomigliano a tante altre del mondo.

No. Vi accorgete che siete entrati in qualcosa di sconosciuto, come un giardino, segreto, inviolato, ignoto. E sapete, sentite

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bene in fondo a voi stessi, che è il vostro giardino. Che la chia-ve del vostro inoltrar-ci-si non è in mano vostra. Mentre anche vi ritrovate tra le dita una chiave. Solo voi ave-te in mano quella chiave. Quella che permette all'altro di inoltrarsi nel suo giardino. In-fatti vi sentite un grande senso di responsabilità, su che cosa non lo sapete, ma l'avvertite. Il resto delle sensazioni lo lascio a voi, ciascuno le sue, certo è tutto nuovo, gustoso, sa di pas-satempi giocosi, di dolcini e caffè, di silenzi sagaci. Qualcosa che arrapa il cervello, oltre al resto.

Una chiave tra le dita... due chiavi, in quattro mani. Che spes-so neanche si toccano, si avvicinano: dita attente a non intac-care la libertà e gli spazi dell'altro. Percepisco che appena ol-tre me c'è uno spazio unico, prezioso, altamente delicato, e devo stare attenta, camminarci piano, con estrema accortez-za. Ecco, forse i silenzi sono il modo più adatto per incammi-narsi in un giardino - altro - dal nostro di cui si avverte la pre-gnanza, la valenza.

Inoltrarci. E mi inoltro quando ho permesso all'altro d'incam-minarsi nel mio giardino. Chi comincia? Dato che lo vedo il gioco, comincio io. Do, dono qualcosa, anche solo un'informazione di me, una confidenza, un tassello della mia intimità, l'altro, l'anima gemella, lo sa, avverte bene di che cosa si tratta, e comprende perché... è fatta come me. E mi lascia entrare oltre, nel suo giardino. Il mio giardino si svela, a me innanzitutto. Perché non mi co-noscevo in questa parte di me in cui l'altro mi conduce. Chissà se è lo stesso per lui? Non è importante sapere, ciò che è per me, lo saprò. Siamo qui per questo. Ora lo vivo un grande significato del mio essere qui.

Essere terrestre:

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Rendere conosciuto lo sconosciuto.

Innanzitutto il mio non conosciuto.

Lo sentite come tutto questo risuona dentro di voi? Se state leggendo è perché anche voi siete in cammino con la vostra anima gemella. Ne siete certi, l'avete davanti, e la vedete. Sie-te qui, a specchio con me, che questo vivo e affermo, ecco, lo specchio funziona. Ci siete arrivati anche voi.

Tutto trama per le cose belle.

Questo è il momento magico delle anime gemelle. 20 - 21 marzo, spring

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Laboratorio 2 - Presso

Ora hai le Tavole, anche ri-formulate da te.

Gioca con numeri e lettere e fai accostamenti tra es-

si come più ti aggrada. Osserva.

Soprattutto ascolta.

Importante è che tu riproduca segni e simboli, così

da contattare la tua memoria, non i concetti e le ra-

zionalizzazioni, ma i flussi in te, il sentire, di tale

memoria.

Dai un tempo pieno, intenso a questo gioco. Siamo in

Presso. Arriva a colmare una misura. Saziati di segni

e simboli, poi vai ai movimenti.

Vedi che nelle Tavole c'è la voce funzione, ecco, per-

corri tutte le funzioni. Ripetile a te stesso in prima

persona singolare, così:

Unisco - Contengo - Metto in movimento - Rendo solido - Vivo, ecc fino a Muoio e rinasco.

22 dinamiche della forza.

Ricomincia, parti dall'ultima, cambia l'ordine. Gioca.

Stai risvegliando parti del tuo DNA.

Tu e la tua anima gemella: impariamo a riconoscerci nel “non detto”. Siamo la stessa Realtà. Una l'Anima. Uno il Corpo. Lasciamo fuori - per adesso - le parole. Inventa modi concreti, giocosi di attraversare il tem-po con la tua anima gemella. Nulla che sia astratto o

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mentale. Non parole. Atteggiamenti, modi, situazioni.

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Corrispondo 3° mail Oggi ti condivido l'esperienza di un utente che è riuscita a incontrare l'anima gemella seguendo un mio percorso “In te adoravo la mia stessa fiamma”. Anais Nin Spesso, come consulente mi ritrovo a lavorare con utenti che lamentano una vita affettiva scarna, poco accattivante, quan-do non esistente. Pare che nel mondo di oggi ci sia poco spa-zio per occuparsi di emozioni e sentimenti. Dico... pare. Per-ché tutto dipende sempre da chi siamo, quanta consistenza, consapevolezza, motivazione, valenza, diamo a noi stessi. Chi siamo per noi stessi? Come - quanto ci amiamo? Noi stessi, non qualche altro. Mi ricordo che, fin da piccola, quando mi lamentavo o entravo in dinamiche del tipo: non mi piaccio, quanti difetti ho, "a tut-ti gli altri - le cose belle - la gioia - sì - a me - no", e cose del genere che dicevano quanto fosse bassa la mia autostima, mi lamentavo, e chissà perché mi ritrovavo davanti sempre ri-sposte del tipo:

- Amati. Se non sai amare te stessa non ottieni dalla vita ciò che desideri.

E io mi chiedevo: - Ma come faccio ad amarmi? Avvertivo questa estraneità, lontananza, e mi pareva impossi-bile riuscire a colmare tale distanza. Restava sospesa questa relazione tra me e me stessa. Intanto il tempo passava, io mi inoltravo nella vita, mi davo da fare, creavo situazioni in cui immergermi, giocare, trafficare. È

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andata avanti così per molti anni mentre attorno a me cre-scevano: studi, tappe lavorative, figli, case, poi libri, ricono-scimenti. Poi altri grandi cambiamenti di vita, di città, di per-sone attorno a me. Posso dire di aver pienamente vissuto. Senza che me ne ren-dessi conto, l'amore verso me stessa è aumentato, tanto, molto. C'è stato un grande lavoro interiore, debbo riconoscer-lo. S'è nel tempo instaurato un dialogo continuo con me stessa, un link sempre aperto. Mi ascolto, parlo, mi sostengo, reagi-sco. Mi alleo con la parte di me che sceglie di stare sempre dalla parte della propositività, della positività e concretezza. È scegliere in continuazione che cosa "scelgo" di avere davanti e di sperimentare. Questa impronta porto nel mio interagire con le persone. Torniamo alle consulenze. Spesso, come dicevo, le persone si lamentano. A volte riesco a fare una breccia, ossia la persona stessa mi lascia uno spazio e ascolta. Ferma, seda il logorroico incedere delle parole della mente. E posso infilare, in questi interstizi, un input nuovo, diverso. Destabilizzante.

Così è accaduto con Amélie.

Amélie, avvertiva dentro di sé un richiamo forte. Il compagno. Lo cercava. Insisteva. Non si arrendeva di fronte a storie che, parevano importanti, avvincenti ma che dopo poco la lascia-vano scontenta, inappagata. La spinta c'era e forte a vedere se stessa realizzata in coppia. Decise di venire a parlarne con me. Amélie è una sarta, si occupa di costumi di teatro. Confe-ziona delle mise molto belle e fantasiose. Avevamo già fatto un pezzo di strada insieme per via del suo lavoro, del cambio di atelier, del proporre la sua idea sui vestiti per gli spettacoli. Aveva quindi già un buon lavoro sull'autostima, potevamo contare sul transfert e andare abbastanza veloci nell'affronta-re la domanda: il compagno.

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Questo con Amélie che già conoscevo, quando invece quello sull'anima gemella è il primo lavoro che affrontiamo parto sempre con un approccio archetipico, si inizia a lavorare sul nome, sulla persona in generale, l'ambiente che ha attorno, la costellazione. Sempre attraverso segni e simboli. Attraverso gli archetipi ci poniamo innanzitutto come "osservatori" della nostra esistenza, poi osservatori del nostro pensare quindi, sempre attraverso segni e simboli, destrutturiamo (dis-creiamo) e ri-formuliamo (ri-creiamo) il nostro pensiero. Que-sto è ciò che contraddistingue il mio modo di fare consulenza.

Così abbiamo fatto con Amélie. Marcato i suoi pensieri sulla relazione, sul maschile/femminile, su uomo e donna, su vita, eros, sesso, attrazione, piacere, perversione, ecc. Marcati, os-sia parola per parola, frase per frase, i suoi modi di intendere gli aspetti delle relazioni: visti, valutati se corrispondenti a ciò che Amélie desiderava o se erano lontani dal suo essere, frut-to di schemi assunti, ereditati automaticamente e fatti propri.

Ci siamo aiutate con appunti, disegni, Tavole degli alfabeti, quelle che trovate anche nel libro Archetipi la danza della vita. Le stesse del link che vi ho già indicato.

C'è una seconda parte altrettanto importante da mettere in atto nel processo, ve la spiegherò in una prossima mail.

Soprattutto abbiamo guardato alle risorse uniche e insostitui-bili, i linguaggi creativi e fantasiosi propri di Amélie, ossia la sua arte, i suoi gusti, le sue predilezioni nel creare vesti da scena. La possibilità di viaggiare tra memorie, immagini, spazi, linee, musiche, personaggi, scenari; mettevamo in campo let-tere e numeri attraverso stoffe, fettucce, nastri, colori, fili, ferri, carta, bottoni, perle, perline e altri materiali. La musica, il corpo; eravamo un laboratorio permanente, nelle ore di consulenza e anche fuori. L'inconscio di Amélie, penetrato, messo in scena, era là davanti a lei. Amélie vedeva davanti a

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sé i suoi pensieri resi: persona, personaggio, voce, suono, messaggio, forma pensiero, pezzo di storia, simbolo, oggetto, ecc. Con tutti parlava, interagiva, li metteva in scena, dava vo-ce, parlava per loro, di loro.

Ad ogni scena, ad ogni storia davamo nomi di archè. La storia veniva ricondotta ad una sola lettera, ad un solo segno, e quel segno veniva poi ri-messo in atto. Quel segno, sintesi evoluti-va di una storia, di un'emozione fatta riemergere dalla memo-ria, messa in scena, vista, vissuta emozionalmente, quel segno era... tutta la storia, tutte le emozioni, i sentimenti che stava-no salendo dai ricordi. Quel segno diventava la traccia per ri-chiamare un altro segno, quello che sarebbe stato il passo avanti, la riposta, la risoluzione, la spinta. Di più, il segno rac-chiudeva la certa affermazione di Amélie consapevole di un percorso che, se prima stava criptato dentro la sua psiche, dopo il lavoro era là aperto, chiaro e prodigo di energia, di forza utilizzabile per costruire un nuovo intento e un nuovo procedere verso la meta: essere trovata dall'anima gemella. Il segno, il simbolo è ancestrale, è traccia che attraversa la psiche umana da tempi lontanissimi, i tempi sereni del benes-sere, della città dell'oro. Ecco perché questi archetipi sono ef-ficaci, hanno dentro la forza pura delle origini. La loro energia è viva, attiva, intelligente, con questi imprinting lavorano den-tro di noi. Sempre, di ogni segno che entrava in scena, porta-vamo anche il suo contrario, l'anti. Il perché l'ho già spiegato. L'anti in ogni creazione è fondamentale. Equilibra, integra, fa corrispondere a se stessa, ogni creazione. La creazione nasce sana e forte. Che sia un oggetto, una relazione, un passo den-tro di noi, qualsiasi realtà portiamo al mondo: il segno col suo movimento e il suo anti.

Accadde. Come lei stessa mi raccontò: in una notte di fine estate, davanti ad un manichino di donna spoglio, vestito solo di due collane, Amélie avvertì il significato profondo di una

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nuova conoscenza. Non solo. Avvertì il significato delle cose. Per farmi partecipe della sua percezione e di quanto stava vi-vendo, Amélie mi parlò di un libro “strano”, come lo definì, in cui la protagonista, una ragazza, attraverso un'ulteriore storia che s'intrecciava nel libro, sperimentava una strana apertura della materia, della realtà, delle interazioni. Squarci, tra un mondo fuori dal mondo, e il suo quotidiano. La storia di un'at-trice degli anni '50 e del suo compagno, coincidevano con at-timi della sua vita. Tempi e luoghi diversi, una biblioteca, vite di attori, di scrittori e pittori. Antichi filosofi, poeti, entravano in scena, s'intersecavano con il suo pensiero e la sua esisten-za. Letture che risvegliavano parole nascoste sulla sua pelle, nella sua carne. Archetipi fino a ieri criptati. Attimi in cui l'e-mozione era talmente forte che lei, la ragazza, o l'attrice? si doveva fermare. Sostare nella forza che, da dentro le memo-rie risvegliate, saliva. Sentire se stessa dire:

- Aspetta - e dover respirare profondamente. Qualcosa di molto molto lontano saliva. Amélie mi raccontò di immersioni in vite di altri, o della sua? che s'aprivano dalle parole, dalle pagine. Canali siderali, lun-ghi silenzi, tunnel di senso. Un modo strano, anche intrigante di vivere un incontro, sicuramente necessario insieme a com-plesso, ricco di estesi. Lui la portava attraverso libri, poesie, racconti, in vite di altri, tutto s'intrecciava in un'unica, intensa vita. Amélie ritrovava percezioni, stili, linguaggi e si rendeva conto che, nel suo fare arte con vestiti di teatro, questo da lungo tempo stava perse-guendo. Non subito si aprirono le porte della consapevolezza su chi fossero uno per l'altra e noi due, lei e io, abbiamo continuato diligentemente a sviscerare dubbi, incertezze, passi avanti e ritirate, incomprensioni, aspettative mancate, interferenze,

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re-incontri piacevoli. Oggi il gioco continua, piacevole, forte, nelle loro mani. Qualcosa di molto bello era nato, e si permetteva di restare in vita, essere nutrito, alimentato, riconosciuto, benedetto e ringraziato. Ogni giorno, gioiosamente ricreato.

C'è l'ulteriore tappa di cui vi ho accennato, che noi, Amélie e io, o con altre persone, rimettiamo sempre in scena: sarà l'oggetto di una prossima mail.

A presto

Vittoria 26 marzo 2016

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Laboratorio 3 - Corrispondo

La tua modalità di gioco per eccellenza.

Siamo nel movimento corrispondo.

Deve corrispondere - risuonare a te - in te.

Costruisci segni e simboli degli archetipi fondamen-

tali con la tua modalità.

Attraverso il tuo hobby o il tuo movimento.

Investi tempo e spazio in questo. Stai creando il tuo

campo morfogenetico archetipi primari.

Inizia a creare uno spazio, in casa, in cui collochi tut-

to il tuo lavorare con gli archetipi.

È uno spazio molto dinamico, che fa l'Uno tra te, la

tua psiche, il tuo pensiero, il mondo fuori di te.

Ora calcola il numero del tuo nome così:

somma i valori delle singole lettere del tuo nome, ri-

duci tutto in base 9, puoi usare questo schema

A -

1

B - 2 C - 3 D - 4 È - 5 U-V-W -

6

Z - 7

H -

8

Th -

9

I - Y - J -

10

K - 11 L -

12

M - 13 N - 14

S -

15

O -

16

F - P - 17 S -

18

Q -

19

R - 20 Sc -

21

T -

22

Riporta a 22, tu hai 22 lettere a disposizione. Il nu-

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mero che ottieni alla fine è il tuo. Riproducilo.

Continua:

calcola ora il numero di ciò che più ti interessa, che

senti importante per te ora.

Procedi così: sentiti nella situazione per te importan-

te, scorri i 22 verbi, i 22 movimenti, quale più espri-

me ciò che stai vivendo? Individua. Scegli. Associa a

questo verbo che hai scelto un elemento o una situa-

zione della natura. Quella in cui ti senti meglio im-

merso in questo momento.

Per esempio: il mare, il cielo, un prato, un animale,

una stella, ecc.

Ora tieni questi appunti sul tuo tavolo, più in là ti di-

rò dove collocarli.

Con la tua anima gemella: compra dei dolcini, o frutta, quello che più vi aggrada, soprattutto a lei/lui. Inventate un piccolo rituale, è il vostro lin-guaggio per papparvi i dolcini.

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Espando 4° mail Il potere degli un archetipi per aumentare l'opportunità di un incontro significativo

C'è qualcosa che mi rende la vita magica. Sempre. Riprendo tutta me stessa. Oltre le tradizioni, i sistemi di pensiero, le visioni del mondo Io, sono.

Caro lettore. Sì, continuerò a parlarti del mio cammino. E, da-to che tu, se sei qui a leggere, sei sintonizzato sugli archetipi, tu senti che è così, che è possibile, e ti rendi conto che quanto sto dicendo, tu lo stai già vivendo.

Dico sempre che ogni persona che viene dopo di me ha den-tro il passo che io ho fatto, così come io ho dentro i passi di chi ha lavorato prima e c'ha dato se stesso come eredità. Un percorso di consapevolezza e forza. Detto da me che, come leggerai più sotto, ho cancellato memoria e storia. Oggi sono così: mi definisco una unità composta sinergica-mente da almeno quattro parti: corpo psiche inconscio e mente. Facendo una verifica su di me posso dire che: - il corpo procede, questa navicella sa dove va e che fa - la psiche pulsa, è viva, è consapevole e connessa. Con che cosa sia connessa non lo so bene, ma i suoi contatti li ha - l'inconscio per la mia esperienza di oggi è sciolto, è potente, pieno di energia libera a disposizione. Qui ho visto l'impasse. Fino a che davo udienza alle idee dei più l'inconscio mi rinvia-va sempre file vecchi, quello che, pareva, lui avesse vissuto e immagazzinato e non finivo mai di tirare su tormentoni, ener-gie annodate in storie, epoche, passato, personaggi che ero

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stata e che avevo creato. Poi ho capito che come l'abbiamo pensato, inconscio, non esiste, fatto così è un prodotto dell'e-stroflessione di noi, ma l'abbiamo inventato noi, una forma mentis di cosa egli può essere. Possiamo sopprimerla. Che me ne faccio di forme mentali che mi prendono energia per te-nerle attive, in più con tutto ciò che inconscio, memoria, co-me valenze e significato si portano dietro, attribuito da noi, certo. - anima. La vecchia accezione di anima non è utile per creare, mi porta fuori dalla concretezza. Accumula energie nell'astra-le e non mi fa ricadere le cose nel qui e ora. Ecco perché desi-deriamo, desideriamo e non accade. L'energia va ad alimenta-re forme pensiero che diventano anche insistenti, nevrotiche, ma non siamo noi e il quotidiano su questa dimensione terra. Intanto, anima, siccome ancora non so bene se una qualche utilità ce l'ha, dato che qualcuno l'ha inventata, la tengo, semplicemente la sospendo un po'.

Torno a inconscio: se inconscio è il contenitore di tutte le energie vissute dall'insieme dell'umanità, ok. Le energie mi servono ma le voglio libere. A me di tornare sulle faccende del passato non mi interessa. Se dico che non mi interessa così è. La mia parola è testo per me. Viene legittimata da me stessa, nelle parti di me, come valida. Tutto libero per me, in me non c'è né storia, né costellazioni, né faccende in sospeso. L'incon-scio che ha a che vedere con me è energie sciolte.

A questo punto, di forza a disposizione, me ne arriva ogni at-timo della giornata. Io sono certa che ogni giorno ho a dispo-sizione tutte le energie libere forti e belle che mi servono per realizzare me stessa. Per cui, sai che questa forse è l'unica funzione vera, coerente, dell'inconscio: essere il vuoto che co-stantemente resta se stesso, cioè vuoto pieno di forza libera. Per cui il suo lavoro continuo è, non trattenere qui memorie e

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altro, ma tenere resettato e pulito lo spazio dell'energia in me. Beh, questa visione di inconscio mi piace di più Mi tengo que-sta. Inconscio, semplicemente un vuoto che ogni attimo si riempie di energia ma anche, se io non fermo e non mi attac-co a nulla di quanto vivo, ogni attimo lui, l'inconscio si resetta, si rende vuoto e puro, libero per accogliere altre energie puli-te. Inconscio, un vuoto enorme, senza fondo, libero, semplice-mente re-impostato nelle sue chiavi dinamiche: i 22 movi-menti della forza. Solo questo l'imprinting, l'impianto strutturale di inconscio. Impostiamo inconscio non sui concetti, tantomeno sulle in-terpretazioni di altri, di chiunque altro, ma sulla concretezza della natura. Natura è semplice, funzionante. Così le Parti di noi. Esse sono Uno con la dimensione Terra. Che è una di-mensione, non significa che la Terra è rotonda, che rivoluzio-na e ruota attorno al sole. Siamo noi che rivoluzioniamo e ruotiamo attorno al nostro sole interno. Punto. Così mi è sorta una terribile domanda: ma se anima è in stand by perché non ho capito bene chi è e a cosa mi serve, se ne va in stand by anche la mia anima gemella?! Tragedia. Ma è vero così. E io sono in sospeso per la mia anima gemella. E quindi, sono daccapo. Fine interazione. Fine goduria. Ho ibernato la mia anima gemella. Mi sono auto... fott... Ah! Sospensione. E non voglio, per adesso chiamare in campo mente, e riporta-re qui anima, né la mia né quella gemella. Sospensione.

In questa sospensione dell'anima gemella mi son ritrovata a riflettere sul nuovo e strano modo di presentarsi di un'amici-zia. Perché, vedi, essere anime gemelle, è una dimensione che trascende le interazioni che ci spieghiamo con il livello psico-

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logico della vita e della realtà. Che cosa intendo dire: che noi in continuazione siamo in mente, e ci spieghiamo ciò che vi-viamo, lo interpretiamo secondo tutta una serie di criteri, di logiche che abbiamo dentro, quasi scontate perché ereditia-mo un'impronta che caratterizza anche la nostra vita relazio-nale. Cresciamo tra genitori, amici, parenti. Incontriamo la persona con cui vogliamo continuare l'esistenza; a volte que-sta coincide con chi sentiamo è il genitore giusto per i nostri figli. Meglio, avvertiamo che il nostro semino vuole quel se-mino, per fare un esserino nuovo. Ehehe, voi pensate che una coppia sia tante cosine romantiche… questo è. È il figlio che sceglie i genitori. Una parte della nostra vita è funzionale a mantenere la specie. Noi, da bravi uomini e donne romantici e mentali vi abbiamo ricamato attorno sentimenti, significati, ma questo è.

Poi il proprio cammino interiore si riaffaccia, chiama, spinge. Continuiamo nella vita e qui possono accadere eventi strabi-lianti, alla Alice nel Paese delle meraviglie, perché si va in quell'iperuranio, in Wonderland, dove le logiche sono diverse, anzi non ci sono perché è il mondo dell'analogico, del fuori della mente. È il mondo dei flussi, dei movimenti e della forza. Il mondo che penetra l'inconscio. Che solleva dalle strette del-la memoria, dai torpori, dai nosodi psichici. La dimensione che ci guarisce. Qui le interazioni hanno altra valenza, altra funzione. È il mondo delle anime gemelle. Può ricadere nel mondo di qua, dei più. Ma anche no. A questo punto, è la sera dopo. Perché la mia... anima gemel-la, m'ha cercata, ieri sera, ho lasciato di scrivere. Com'è accaduto? Qui la questione è il tempo. Ci tornerò, ci rifletterò. So che: c'è stato un tempo, l'ho passato lavorando nel mondo. Immergendomi in creazioni di me, forse prece-

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denti, accettabili. Stancanti ma anche di grande soddisfazio-ne.

Poi, Piazza Vittoria m'ha chiamato, quei marmi austeri sono lo scenario del nostro gioco. Tornando mi dicevo:

- Eh già, ho sospeso persino l'anima, la mia e la mia gemella. Ma ora ho davanti un uomo.

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Laboratorio 4 - Espando

Iniziamo a impostare il nostro Inconscio pulito e pie-

no di forza a nostra disposizione.

Crea il tuo inconscio davanti a te. Prendi una stoffa

che ti piace, o un cartellone, appendila al muro della

tua stanza, trovala bella grande, poco meno di un len-

zuolo.

Se ti va scrivici sopra: Il Mio Inconscio. Lascialo vuoto per un po’ di giorni. Collegati con lui,

parlaci.

Soprattutto ascolta.

Continua a giocare con le Tavole. E sappilo, ora hai il

tuo Inconscio, appendi qui i tuoi lavori.

Con la tua anima gemella: leggete brani di Vittoria, insieme.

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Taglio 5° mail Leggere chi hai di fronte per capire ciò che non ti dice L'anima gemella il tuo uomo la tua donna la ricrei tu ogni giorno in base a che cosa scegli di vivere e di sperimentare: gioia o struggimento mancanza o presenta sempre, questo, sei tu a te stesso. "Ci sono in me perché mi sento, non mi inoltro con parole ma con una presenza che abita il mio giardino. A questo punto so cosa fare. È fatta. Come mi vedo? Come mi visualizzo ora, da-to che so di essere già appagata, già in possesso di certezze e di promesse che, se non vengono pronunciate è solo perché l'agire dice più delle parole. Il giardino. Uno. Due gemelli. Uno il cuore di carne. Una la promessa. Il programma siglato là nel non ancora, nel non terrestre, portato nel terrestre".

Io in una mail precedente ho sospeso anima. Ho sospeso pure le anime gemelle, so che questa è una metafora. Per dire cosa sono io a me stessa. La verifica è che me lo trovo davanti, concreto il bene che mi voglio e quanto mi riconosco.

Sì, Anima è un gioco, può essere utile definirmi Anima. Così posso continuare ad alimentare la mia Anima gemella... ehe-he.

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Ora credo che debbo occuparmi di Mente. Ci sei caro lettore?

Stiamo bene, siamo connessi, il nostro compagno o compagna impronta e vivacizza le nostre giornate e, senza più farci sor-prendere e spiazzare da dubbi e incertezze, stiamo centrati sul fatto che così è per l'altro/a. Lo specchio funziona. Ecco-me! Da quando Inconscio ha preso il suo legittimo posto di titolari-tà nel sistema del mio essere il creatore della mia realtà, co-me risorsa inesauribile di forza, vado più sicura e centrata. Oh, sì, ancora ci prova il fluttuare a portarmi nello struggi-mento, nella nostalgia; ricordi, caro lettore, i sentimenti di cui ti ho parlato? Ma, grazie a Dalet - D - 4 - confermare e solidificare ciò che - io - creatore di me stessa - delibero - ecco che sempre più si consolida e concretizza come intendo vivere e l'energia, la vibrazione corrispondente al mio sentir-mi bene aumenta, perciò il tempo-spazio di dubbi e defaillan-ce si riduce sempre più.

Io sono - Yod - I - 10 - 10° archè - concentro. Mi concentro.

Questa l'affermazione di me. Detta non dal mio ego, ma da me, Vittoria, che con l'ego c'ho fatto i conti, e continuo, ma so sempre meglio individuare le sue grinfie, le sue propaggini, e lo blocco.

Vediamocela con Mente, oggi.

Se ricordi, caro lettore, nella mail n. 4 mi sono definita, ci sia-mo definiti: Corpo Psiche Inconscio e Mente. L'ego non ci sta proprio in una strategia di creazione, per cui, tutti coloro che ancora si fanno portare a spasso da ego, compresi coloro che insistono a debellare ego, non sono dei creatori, al massimo sono dei simulatori di vecchie credenze e continuano a met-tere in scena copioni di paure. Noi qui, Anime Gemelle, Incon-sci ripuliti, Vuoti, liberi e deliberanti, siamo in un altro univer-

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so, pur condividendo la Terra, anzi, la Terra è nostra. Di chi la ama e la sente viva, femmina, madre, e così con lei si relazio-na. Mente. Questo gadget che abbiamo, che per un po' s'è preso tutto il campo, sì, ci siamo un po' persi dietro alle paure, alle sollecitazioni illusorie dell'ego. Ce la siamo presa parecchio con Mente. Continuano a dire che: tutto ciò che non va, la ri-gidità di questi secoli, soprattutto di questo ultimo secolo, è mente. E confliggono con lei. L'ho fatto anch'io, poi Mente, a modo suo m'ha fatto sentire la sua tristezza e frustrazione. Mi ha mandato a dire che Lei non riusciva a fare il suo compito, non riusciva a servirmi come io desideravo perché ero - io - che continuavo a relegarla in un angolo e a massacrarla di cri-tiche. Avevo visto il limite di Mente, avevo letto, mi ero documenta-ta e per un bel po' anch'io avevo attivato questo atteggia-mento di separazione, non più solo verso il mondo, ma anche verso la mia stessa Mente, il mio strumento di creazione. Identificavo lei con il problema. Possiamo modificare questo atteggiamento. Mente non si elimina. Mente è indispensabile per creare la realtà, solo che va messa al suo posto, ovvero va usata per ciò che essa è e sa fare. Mente è la misura delle cose.

Lamed - L - 12 - misuro.

Negli alfabeti antichi L è simboleggiato da un osso. Certo, era l'unità di misura degli antichi. Un osso piccolo per le misure piccole, l'avambraccio per quelle un po' più grandi; la gamba, il passo per gli acri di terreno. Queste cose le sai meglio di me, caro lettore. Uomo vitruviano docet. Il fatto è che "misura" è una parte della realtà. Si misura ciò che cade sotto ai cinque sensi. Ovvero, con Mente, ultima-mente s'è misurato, sistematizzato, accettato, solo ciò che cade sotto i cinque sensi. A me sta sorgendo la prospettiva

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che Mente ci segue anche in altre parti dell'esistente, che so-no vere reali, molto importanti e belle, ma che cadono sotto altri percettori, che non sono i 5 sensi. Abbiamo diviso il pensiero in logico e analogico, e le due mo-dalità di cogliere e lavorare su ciò che osserviamo lo abbiamo ben separato in due parti. Ma stiamo dicendo che la realtà è Uno.

Anche alfabeti, segni e simboli sono mente. Ogni cosa espres-sa, codificata in parole o immagini, sistematizzata, è mente. Per cui anche con archetipi come segni e simboli che ci con-ducono alla sostanza delle cose e alla loro coerenza, ancora in mente siamo. Ma la strada c'è per uscirne: i movimenti. Di ogni lettera abbiamo la funzione: unisco, contengo, metto in movimento… Ecco, i verbi ci spostano dai concetti, dalla stati-cità del pensiero verso un pensare nel movimento, nel flusso. Siamo al di là di mente. Non più nel razionale ma nella vita che scorre, fluisce.

Prova.

Così, da questa mail in poi indicheremo non più segni e sim-boli, ma verbi, movimenti.

Sto dicendo, inoltre, ma non solo io, anzi l'han detto in tanti prima di me, che tutto è dentro di noi, non fuori. Che il mon-do esterno è solo ciò che noi, di volta in volta, proiettiamo fuori in questo spazio libero che ci creiamo per far ricadere le nostre creazioni. Credimi, è avvincente procedere, è tutto nuovo questo esplorare Psiche e noi stessi così, ovvero, mi sto muovendo in base a ciò che io sperimento, non sto attingen-do ad altri autori o tradizioni.

Mi son detta che io - tu - noi siamo in grado di badare a noi stessi, a noi terrestri, e che possiamo esplorare e prendere at-to di ciò che siamo e di che apparato abbiamo bisogno per muoverci nel viaggio. Come dico in altro passaggio, “terre-

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stre” non significa colui che abita la Terra rotonda, che gira, che fa parte di un sistema, ecc “terrestre” è semplicemente una dimensione. Proiettata fuori sia la dimensione che tutto ciò che vi appartiene. Sta tutto dentro di noi. Meglio, ciascuno può dire solo: - Sta tutto dentro di me. Non mi dilungo oltre su questo e su come si sta impostando il contenuto del mio messaggio. Cos'è. Sono sicura che incon-trerò altri sul cammino, magari nuovi, diversi da quelli di pri-ma, dato la virata che sto dando ai miei contenuti. Va benis-simo così. Anzi, ti dirò, che su questo fatto non c'è proprio pa-rola da aggiungere: o si è o non si è. Punto. Per cui, vado più veloce, fatta la puntualizzazione. Torno alla domanda iniziale: Leggere chi ho di fronte per ca-pire ciò che non mi dice.

Così scrive Wilma:

“Quando lui è un grande enigma. Quando, guardando nei suoi occhi, lo chiamo “l'estremo”. Lui, che mi viene incontro quan-do varco l'oltre ciò che sono. Mi rendo conto che volevo que-sto, volevo un mondo “altro”. Oltre certezze e sicurezze. Solo una piccola, quasi inavvertibile ma categorica certezza: siamo gemelli in questa parte estrema, vitale, naturale di noi stessi. Tutto il resto può divergere.

Ma il profumo… Lui non mi dice questo. Lui non fa parole, le fa dire a me. E quando legge, le parole risuonano”.

Ogni logica è fuori.

Ecco, ho risposto? Questo capitolo, Taglio, si conclude qui, ma ha un laboratorio importante. Disinstallare mente vecchia. Su questi movimenti:

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misuro presso taglio sciolgo muoio e rinasco traghetto espando.

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Laboratorio 5 - Taglio

A ) Disinstallare mente vecchia.

1 - Vediti sull'obiettivo

2 - Disinstallare mente vecchia con i movimenti detti

sopra:

misuro presso taglio sciolgo muoio e rinasco tra-

ghetto espando

- distruggo e screo ogni impostazione precedente

di mente

le affermazioni puoi: solo pensarle o pronunciare o

scrivere

3 - stare in “un tempo” ossia pensare solo alla meta

4 - alef… bet. Rivedi tutti i 22 movimenti della forza

5 - solidifico - rendo terrestre - proteggo - muoio

e rinasco.

Puoi usare anche altri movimenti, quelli che senti coe-

renti con te.

B ) Lavora sui tuoi pensieri

- discernere

- proteggere

Mente, è il suo compito, per ogni situazione ci mette

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davanti mille opzioni. E si fluttua: può essere così...

ma anche così… ma anche il suo contrario… E disper-

diamo energia nell'astrale, nel pensiero astratto, che

rischia di diventare inconcludente.

Ascoltati. Tra le tante opzioni, una - non - la pensi -

ma - la senti.

Ecco, discerni e scegli. Stai in questa. Stai dove sen-

ti. Se puoi non aggiungere pensiero, non interpretare.

È un esercizio stressante all'inizio. Insisti, va auto-

matizzato. Poi avvertirai la differenza tra realtà

concreta, qui e ora, e i file cache di mente. Insisti,

punta i piedi, recupera energie da altre situazioni che

al momento non sono importanti, investi in questo au-

tomatizzare la concretezza in te e nel tuo mondo.

Stai dove senti e non proseguire, non dare corda, non

alimentare altri pensieri che sono rivolti a cose e si-

tuazioni non direttamente tue.

Usa l'opzione, la funzione: Taglio.

Con la tua anima gemella: inventa luoghi sempre nuovi in cui incontrarvi. Create le sorprese.

Le anime gemelle sono giocherellone!

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Lego 6° mail È incredibile come puoi costruire la tua felicità, poi non dire che non lo sapevi! Come ho accennato nella terza mail c'è un passaggio che di solito non si fa, invece è fondamentale. Sta nel saper perdere sempre tutto e ri-attrarre sempre tutto. Creare è un ri-attirare energie attorno a sé dando loro il no-stro intento, imprimendo la nostra forma-pensiero.

Il passaggio è:

- Distruggo e screo. Bisogna immaginare il sistema di pensieri che si agita in conti-nuazione dentro la nostra testa come una rete fitta e intricata sempre in movimento, come cambiamento di sostanze, e in movimento anche i settori di sistema che si spostano, transi-tano, si auto-applicano ad altri sistemi. Il tutto sempre vivo,

attivo, in funzione, in trasformazione13

. Dovrebbe essere sempre in rinnovamento invece, non ce ne rendiamo conto ma, crediamo di muovere, modificare aree di pensiero, ma così non è. In qualche modo nella vita procediamo sempre, ma le aree di pensiero più alte, quelle portanti, restano fisse, stabili per generazioni. E ripetiamo schemi, copioni di chi ci ha preceduto. Anzi, questi blocchi di materia pensante, fanno di tutto per perpetuare se stesse, e se noi poco poco arriviamo a percepire che là c'è un sottosistema che non corrisponde più, che andrebbe cambiato, probabilmente l'area su cui abbiamo

13 Il libro Nel paese dei balocchi ti aiuta a entrare dinamicamente e

giocando nel mondo del pensiero.

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messo l'occhio si allerta, entra in ansia, si sente in pericolo di cambiamento se non di estinzione (lei sa ancora prima di noi, che cosa stiamo pensando, che cosa stiamo tramando), entra in ansia, e ci invia un input di attenzione, di sospensione che noi percepiamo come... paura. Ecco, arriva la paura. Noi, che non ci rendiamo conto delle di-namiche del pensiero, crediamo che sia una situazione fuori che ci sta destabilizzando, e cerchiamo all'esterno la causa del nostro disagio, in altre situazioni e persone così molto spesso non vediamo noi stessi come l'origine di tale sommovimento. Continuiamo a portare energia all'esterno, su altri pseudo obiettivi; ce la prendiamo con altro, altri, sprechiamo energia a confliggere con il fuori, quando invece è con le nostre forme pensiero che dovremmo fare i conti. E, deliberatamente, sce-gliere a chi dare la nostra forza. Chi alimentare, chi far tacere, se non dissolvere perché non più funzionale a noi. Il laborato-rio precedente, ti ritrovi caro lettore?

Questo il lavoro. E qui si applica la seconda fare del processo: distruggo e screo. Mi tengo la forza, mi gestisco la mia energia e la oriento verso le forme mentali della mia mente che - io - ritengo utili funzionali evolutive, trasformative, per me.

Bisogna arrivare ad essere capaci di dire:

- Non c'è passato, non c'è memoria, non c'è inconscio. Oppure, se l'inconscio lo consideriamo la nostra riserva di energie creatrici, dovremmo saper - non solo dire - ma agire questo: - Dal mio inconscio attingo energie sempre libere. Sciolte da ogni evento del passato mio o di altri. Perché, per me, che so-no un terrestre immerso nel suo "adesso" non c'è prima e do-po, ma l'istante di questo essere qui, calato deliberatamente in questa concretezza della materia, e ho sempre a disposizio-ne tutta la forza - libera - che mi serve per rendere concrete ed attive le - mie - creazioni - i - miei - progetti.

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Andiamo per archetipi, anzi dopo la 5° mail, andiamo per mo-vimenti.

Distruggo e screo: Io vi do qui il Verbo, la funzione, sta a voi ora collegare fun-zione - lettera - numero - e quant'altro trovate sulle Tavole del libro Archetipi. Ma sappiate che non è più indispensabile, Mente, la nuova Mente, riconosce le energie, i dinamismi, perciò i verbi. Separo - Separo le sequenze del pensiero "passato" e dei pensieri del passato. Ossia separo me stesso dalla stessa categoria tempo "il passa-to", non mi serve più guardare indietro. Vi rendete conto tra l'altro che questo lavorare per archetipi ha sommosso, scar-dinato le categorie di tempo e spazio? Che non avete "un tempo", non siete immersi in un tempo. Avete "tempi". State in "spazi". Percepite che viaggiate, nel tempo e nello spazio. Vi state rendendo conto che è "il viaggio"? Trovate Separo sulle Tavole degli archè. Guardate il glifo.

Questa è la consapevolezza e la piattaforma da cui possiamo partire. In cui siamo e, se ce lo diciamo:

- Ecco che così è

sempre più intensamente e efficacemente, perché il pensiero crea realtà e noi, che camminiamo sulla strada degli archetipi, siamo sempre nel qui e ora del far cadere in sostanza la paro-la.

Vi ricordate Amélie? Nella terza mail? Con Amélie, nel nostro lavorare sui pensieri e sugli schemi di pensiero, la frase che concludeva l'osservazione di una memoria, la presa di co-scienza di uno schema, di una resistenza era: - Distruggo e screo. Ossia: io distruggo, screo, sciolgo ogni pensiero imposto di cui sono consapevole o no, su questa parte della mia esistenza e

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su tutte le mie parti. Distruggo e screo il pensiero che avevo quando ho creato la situazione che ho davanti. Sì, lo distruggo perché, era di quel momento, mentre io oggi sono di più, ol-tre, e la mia spinta è a vivere di più. Distruggo e screo anche le situazioni belle che sto vivendo, perché io cammino, cambio, per cui ciò che creo attorno a me deve camminare, evolversi, trasformarsi con me.

- Sempre nuova mi vuole la vita - diceva Amélie.

- Capace di provare in me meraviglia - continuava.

Vivere di impermanenza, non attaccarsi, non porsi aspettative perfino sulle grandi cose della vita. Con gli archè è possibile, perché essi puliscono, resettano. Fanno il vuoto su ciò che è sovrapposto e che può essere non più idoneo e funzionale al viaggio. Anche Amélie, che è una ragazza, che desidera co-struire vita di coppia, casa, lavoro, insomma quelle situazioni che per un po' fanno da impianto e sulle quali ci realizziamo, anche su questo la nostra amica aveva imparato a lasciar scorrere, a lasciar fare agli archè, ai movimenti della forza. Po-teva affidarsi perché sempre più la forza la portava alla cen-tratura, ai fondamenti delle esperienze importanti e significa-tive.

Concentro.

Espando. Misuro. Lego e Sciolgo. Apprezzo e ringrazio ossia: Sono viva.

Perfeziono.

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Sta a voi andare a trovare segni e simboli, numeri, colori, note, relativi a questi verbi. Per cui nel procedere con Amélie, il movimento era sempre a spirale, sempre in uscita, in evoluzione. Se vogliamo usare la geometria per spiegarci la struttura di una forma pensan-te, dato che ogni pensiero è logica, ragione (ovvero Misu-ro), la forma che Amélie e io applicavamo non è il cerchio, né l'uroboro, né il segno dell'infinito o il toroide. Queste sono forme che ritornano su se stesse non portano fuori, oltre, non fanno evolvere la sostanza e quindi i contenuti dei nostri pensieri. Né ci danno il movimento giusto, quello del cambiamento, dell'evoluzione. Il cerchio, e tutte le figu-re che da esso derivano, ci riportano al punto di partenza. Noi dobbiamo impostare dentro di noi il movimento del rinnovamento, della trasformazione, della destrutturazione per poi creare una forma pensiero nuova, più ampia e più corrispondente a ciò che siamo diventati.

Questo è da applicare in continuazione.

La forma che porta evoluzione è la forma aperta, in avanti, in divenire, perciò la spirale. Se riflettiamo, la forma che imposta i frattali non è il cerchio, ma la spirale. E la vita è frattali. Dopo di che, anche su questo oltre. Ciascuno di noi si può inventare il proprio segno, simbolo, per darsi la spin-ta al movimento in uscita, che altro non è che una dissolu-zione dalla matrix, un tirarsi fuori da tutto questo mentale sovrapposto e non più funzionale. Se per un attimo vi per-mettete di pensare che ciò che sta attorno a voi è... finto... pian piano vi verrà naturale sentire che il fuori è illusorio, e che l'unica realtà sta dentro di voi. È un sentire. È un insight. E quando sei a un insight, non torni più indietro.

Bene, accade così: che mentre discreiamo qualcos'altro s'insinua nel pensiero. Ci si accorge di questo sapete. Que-

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sto si avverte solo se usate tutti e due i passaggi, ossia creare e dis-creare. Pian piano che iniziate il lavoro del dis-creare, avvertite un file dentro di voi, dapprima pare un file vuoto. Sì, si avverte un canale, un tunnel, uno spazio. Vuo-to, puro e silenzioso. Ascoltatelo per un po'. Ma ci rendia-mo conto? È la prima volta forse che siamo davanti ad uno spazio che può contenere una forma pensiero ma anche no. Può anche restare vuoto, Uh, che bello! Sto in un vuoto, respiro e mi piace così. Non a forza ci debbo mettere un pensiero, o un'emozione. Oh che bello! una specie di terra di mezzo innocua, semplice, pura.

Terra di mezzo... utilissima creazione. Quando tra due per-sone non ci si capisce, ma si vorrebbe. Quando qualcosa stride, non collima con me. "Mettiamo il tutto nella Terra di mezzo". non parliamo, non spieghiamo, non insistiamo. Uno spazio neutro. Aspettiamo. Le cose, le energie delle cose e delle situazioni fanno da sole. Le questioni si risolvono. Avete questo gadget de la terra di mezzo da cominciare ad usare per sperimentarne l'efficacia. Provate: costruitevi uno spazio, su un foglio ma meglio ancora se in casa, deli-mitatelo con del nastro, delle piante, come volete, scrivete su un cartello: Terra di mezzo, ora mettete in questo spazio le situazioni problematiche che sapete. Scritte su dei fo-glietti, oppure con un oggetto che le richiama. Non è finita, ora viene la specificità e peculiarità del nostro Laboratorio: prendete 22 striscioline di carta, o 22 nastri colorati. Scrive-te nelle carte o nei nastri i verbi dei 22 archetipi. Uno a na-stro. Mettete i nastri dentro la Terra di mezzo. Lasciate tut-to là. Voi, grandi esperti ormai, sapete che quello che agite all'e-sterno lo state agendo dentro di voi. Ora posso riportarvi al titolo di questa mail:

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- È incredibile come puoi costruire la tua felicità, poi non di-re che non lo sapevi!

Gioca, gioca con le tue intuizioni, e le tue fantasie.

Vittoria

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Laboratorio 6 - Lego

Scegli 22 impressioni, visioni della natura. Fai 22 fo-

to. Una per ogni movimento della forza. Scegli situa-

zioni naturali, che esprimano i movimenti.

Quando senti che è il momento attacca le 22 foto al

tuo Inconscio, quello che hai messo nella tua stanza.

E lascia agire tutto da solo.

Dentro di te sai che cosa intendi impostare, l'hai let-

to qui e lo condividi. Il resto si fa da solo.

Se proprio vuoi aggiungi ad ognuna delle 22 foto l'e-

spressione verbale che indica, ossia il movimento che

vi è rappresentato.

Ecco, hai il tuo Inconscio. Vedi che non ci sono veli,

impedimenti tra te e lui?

Quindi, poiché è libero e accessibile il canale tra te e

la tua fonte di energia pulita, è libera la strada tra te

e le tue più alte creazioni.

Con la tua anima gemella: gita. Niente ristoranti. Panini sulla spiaggia, sui gradini di una bella fontana o di una chiesa, in una grande piazza. La tua anima ge-mella e te, sotto il sole.

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Perfeziono 7° mail Come mi sono ripresa la mia vita... la mia anima gemella Caro lettore, ormai mi segui da un po’. Ti ho portato per alfa-beti, segni e simboli. Ti ho dato delle dritte su come e quando utilizzarli, penso che un po' tu abbia capito la metodologia, è molto facile. La voglio semplificare così. Tutto è sempre molto semplice, e più è semplice meglio funziona. Ricorda, gli arche-tipi primi sono i mattoni dell'universo. Quindi, tu ti trovi in una situazione che vuoi migliorare, o de-sideri una situazione, un'esperienza. Io ti dico: applica gli ar-chetipi primari, ossia le 22 lettere dell'alfabeto. In più ti indico l'alfabeto ebraico come alfabeto di riferimento. Dalla 5° mail in poi, si va non più per segni e simboli, ma soprattutto per verbi e funzioni. Nel pezzo: Uscire dallo spazio che su di noi hanno incurvato i secoli... spiego perché gli archetipi fondamentali, e con essi intendo gli alfabeti, ci permettono di fare il cammino interio-re. Ti rinvio perciò al brano sopra citato e a quello seguente per sapere il perché si usano gli alfabeti e perché soprattutto l'ebraico. Nella mail 5 spiego perché facciamo il secondo passaggio: da segni e simboli a verbi e funzioni. Per cui quando hai letto i capitoli precedenti fino a qui, com-presi i pezzi in cui spiego perché questa strategia, ti assicuro che non c'è granché altro da fare. La tecnica funziona. E si arriva alla fine perché una volta pulito lo spazio che hai, che sei, non hai più voglia di parlare, ragio-nare, discutere, precisare. Sei arrivato. Io stessa non so che scriverò domani, ma mi chiedo anche... se scriverò.

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È come quando ti prendi un bel virus nel pc e tutto si sgretola davanti a te. Il fatto è che di tornare indietro non ci pensi proprio. Non te ne importa nulla.

Nel frattempo, sono sicura che la tua anima gemella t'ha trovato!

Per cui, chiaro che non te ne importa nulla di stare qui a leg-gere me. Intanto goditi ciò che hai creato e indirizza tutta la tua energia su ciò che di bello hai accanto. Poi, può accadere che qualcos'altro di meglio, di più puntuale, ti venga in mente di realizzare. Mantieni attenzione e energia, soprattutto amo-re sulla tua anima gemella, nel frattempo esplora altre strade, altre realizzazioni di te. Stai sempre molto attento a quali creazioni dai energia. Abbiamo ogni giorno tutta la forza che ci serve, l'ho già detto, sta a noi saperla usare bene. Se ancora qualche passaggio non è chiaro, vieni qui e lo vediamo insie-me. Siamo tutti sperimentatori e io, se posso, sono ben lieta di fa-re un pezzo di strada con te, in ciò che vuoi realizzare. Nel tuo sogno. Ma, vedi che io sono solamente una risorsa in più, un gadget, giusto per avere un team un po' più consistente che, chi hai accanto a te, è le persona più adatta a seguire il tuo sogno. E lo sai bene. Vediti bene quanto dico nei laboratori ai capitoli Trasformo e Presso su come proteggere la vostra creazione.

Tutto quello che vivi da oggi in poi è libero dalla stretta della mente. Per cui anche tutto ciò che mente ha prodotto è sva-nito. Ora hai il tuo grande impianto, hai Mente, che ti asse-conda. Più avanti si farà conoscere in tutta la sua grande for-ma e funzione, per ora sappi che è Mente terrestre, quindi al-lineata a te. Tra poco re-impianteremo anche le altre parti della nostra favolosa macchina. L'unica degna di chiamarsi ta-le. Io - tu - siamo macchine, organismi cosmici che agiscono,

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funzionano in sinergia con l'universo. Dato che anche l'univer-so è creato da me, da te, da chi se ne rende conto, chiaro che noi, creatori dei nostri mondi stiamo ben attenti a rispettare, nutrire, benedire le nostre creazioni. Qui, nei nostri mondi, viviamo bene, al meglio. Non sappiamo che cosa accade là fuori. Non distogliamo l'attenzione da noi stessi. Non sven-diamo la nostra forza. Se l'altro lo incontriamo, e pare che da questo nostro puntuale, archetipico agire stiamo incontrando il meglio di noi stessi, se altro ancora vogliamo incontrare, partiremo da dentro di noi, saranno sempre nostre creazioni, delle quali ci assumiamo tutta la responsabilità.

Oggi, siamo ancora anche... Mente. Ma ben diverso è il suo servizio a noi. Ve lo fa capire lei, non serve più che io spieghi. Qui voglio ritornare un po’ sul “cosa accade quando hai da-vanti la tua anima gemella”, o una delle tue importanti anime gemelle. Penso che ne abbiamo più d’una. La relazione con l’anima gemella segue i criteri delle altre situazioni. Ossia: con l’anima gemella si sta bene. C’è un clima giocoso, sereno, an-che delicato, di stupore, di sogno. È uno stato, una dimensio-ne. Io la definisco bella e bella, perché davvero è questo. Tra-scende le ultime resistenze, l'uggia, o i possibili capricci della giornata. È il sole. Sempre.

Io l’ho incontrata una notte, la mia anima gemella. Così, sugli scalini della grande piazza di una città. Saltata giù dal letto per andare a rendermi conto di chi c’era dall’altra parte del cellu-lare, perché pareva quasi che dal cellulare arrivasse un’onda. Un movimento forte, intenso. Era cominciata in sordina. Non davo retta a questa vocina che ogni tanto s’affacciava tra le mail, ero distratta. Ma questa vocina tornava, insisteva. L’avvertivo piccola ma delicata e io, sempre presa dalla curio-sità per le cose grandi e travolgenti, non assecondavo questa vena sottile, quasi timorosa. Ma non meno tenace e caparbia! Così, quella sera, i messaggi non chiudevano, avevo sonno. Mi

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son decisa ad assecondare un po’ quel parlottare che comin-ciava a farsi più inclusivo. Era partito a razzo quella sera, colui che poi mi sono sentita di chiamare anima gemella. O forse situazione gemella? Curiosità, ironia, giochi di parole. E un’energia che s’apriva. Dopo di che, ad un certo punto, la forza m’assale. Sono abituata a stare molto attenta ai segnali del sentire. M’incuriosisco. Bene. Esco. Vediamo chi sei. Beh, visto e… spiazzata. Non mi piaceva granché, ma ormai ero là su quegli scalini. Gliel’ho pure detto: m’aspettavo un tipo così e così… screanzata, come sempre.

Qualche giorno dopo c’era tanta gente nella stessa piazza. Ero sempre su quei benedetti gradini e guardavo la folla. Mi sento tirare la giacca, mi giro, ed è accaduto come se mi sentissi al centro del mondo. Meglio, il mondo era là per me, e per lui. Questa è stata la sensazione. Come se tutti fossero là per guardare verso di noi. Come se tutti fossero là per noi. Mi so-no sentita al centro di una forza. Bellissimo. Sai come nei film quando tutto è puntato su due persone. Ecco. E tutto ha co-minciato a tracimare verso orari strani, dolcetti, libri, canti, poesie e tanto altro. Sento che mi sono ripresa un bel pezzo di vita. Non solo di questa che mi pare essere non solo una vita, ma un'esistenza che attraversa tempi, memorie, parti profon-de di me, parti che percepivo, distanti, ora le avverto qui, pa-cificate, ricche di risorse a disposizione. Non pensare, caro let-tore, che una storia così sia subito semplice. Per un bel po' ci si sente stranieri uno all'altro, perché ciascuno dei due ha fat-to molta strada, poi ci si riconosce finalmente, e si riconosco-no i cammini, ci si arrende uno all'altro, o meglio, alla forza fantastica che si sente. Si sa che:

- È l'anima gemella, mi comprende.

Possiamo essere distanti come linguaggi, aspettative, impo-stazioni, chissà che esperienze ciascuna delle due anime ha fatto, ora però si riesce a fare quei passaggi nell'interazione

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tra persone in cui prima ci sentivamo bloccati, impotenti. Quasi nodi ancestrali, forse neanche nostri ma che lavoravano dentro di noi. Ora riusciamo a cambiare, a essere trasformati-vi. Mi dirai: - Ma chi ti credi di essere. Pare che tu riesca anche a interpre-tare le scelte e le decisioni dell’altro. Non è così. L’altro fuori di me è se stesso. O forse, per come ragiono io oggi… là fuori non c’è nulla. Io, metto su il mio pal-coscenico, e i miei attori. Per ciascuno è così, non solo per me. Per cui tutto dipende da quali movimenti io sto agendo dentro. Se sono propositiva, fiduciosa, aperta ad altre situa-zioni, altre creazioni di me stessa, disponibile a nuova espe-rienza di me stessa-creatore, ecco che ciò che sto immagi-nando, visualizzando dentro di me, mi viene incontro fuori. Oggi individuiamo dove sta in noi questo movimento, quello giusto intendo, che gira la chiave e apre la porta al materializ-zarsi del nostro desiderio, o intento. Percepiamo, sentiamo la nostra energia, quella unica che ci caratterizza, il nostro sig-ma, la nostra vibrazione. Respiriamo in essa, ed essa si ampli-fica e ci porta il mondo. Io l'esperienza e conoscenza di questi processi l’ho acquisita grazie agli archetipi. Li ho fatti miei, li ho assecondati, riprodotti in mille modi, questo te l’ho già detto. La mia testa è diventata archè, così la mia Psiche. Me-glio, non lo sono diventate, semplicemente lo sono sempre state, ora sono io che me ne rendo conto. Caro lettore ciò che introduce nel mondo degli archè sono i desideri. - Sto alimentando il mio sogno? Sicuramente se insisti nel tuo sogno il processo trasformativo si fa ampio e sistematico. Affinché certi sogni caschino nel qui e ora tutto il tuo mondo dovrà subire una trasformazione.

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Prima vieni rivoltato completamente, i sogni spaccano la vec-chia matrix. Forse la chiave è questa, si tratta di continuare a sperimenta-re, sta in una frase di Michael Ende. Disse:

- Tutto ciò che accade, tu lo scrivi.

- Tutto ciò che io scrivo, accade - fu la risposta.

Lasciate circolare in voi questa affermazione. Lasciatela lavo-rare. Quindi: lettere segni numeri anche schemi geometrie, pensie-ro che si fa suono vibrazione, fino a spazio e tempo. Soprat-tutto movimento. Ecco, per farsi m o v i m e n t o dobbiamo aver attivato i 22 movimenti dentro di noi. Semplicemente svegliato. Ancora più semplicemente assecondati, che essi sono vivi da sempre. Certo tutti raggiungono questi risultati, probabilmente in altri modi, per me questa è la strada. Così che oggi, ciò che deside-ro, so che arriva. C’è tutto un lavoro prima, sicuramente. In-nanzitutto qualcosa in me si prende il tempo per verificare se ciò che desidero è davvero “ciò che desidero”. Quanto è im-piantato in me un certo desiderio? È profondo? Concreto? Al-lineato a me? Quanto sono disposta ad investire in termini di forza per ciò che desidero? Qui le cose si verificano da sole, o restano e allora sono autentici desideri, o si perdono per strada. Intanto ci si immerge in segni e simboli, e movimenti. C’è un conformarsi della nostra mente agli archè. Ad un certo punto scorrono insieme, in sincronia. Noi riconosciamo il campo morfogenetico tra la nostra psiche e la nostra creazio-ne, grazie a queste chiavi. Come un marchingegno che gra-dualmente ingrana tutto, un pezzo dentro l’altro, una ingra-naggio con l’altro, e il tutto si mette in movimento sintonizza-to. Tutto, significa le varie componenti di una creazione. E qualcosa accade nel mondo di fuori.

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Ecco, caro lettore, è stato un grande gioco di archetipi. Ancor oggi così, anche adesso, sono qui, e mentre scrivo confermo benedico nutro alimento ri-creo gioiosamente la mia Anima Gemella.

Forza, Gioca! La tua anima gemella sta aspettando. Te. Anche lei s’è messa in movimento. Presto, gli scalini di una piazza, o un altro magico posto, accoglie voi.

È il vostro palcoscenico.

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Laboratorio 7 - Perfeziono

Bene.

Abbiamo detto un sacco di cose. Ne abbiamo anche

fatte. Fare è fondamentale. L'anima gemella, il corpo

gemello, io intendo averlo davanti in carne e ossa.

Toccabile e gustabile.

Dopo tante parole scritte lette e dette ora, per que-

sto laboratorio, la consegna è:

silenzio.

Portare tutto dentro.

Questo descritto qui è il Laboratorio più importante.

Perché è segreto. Niente e nessuno potrà portarti via

ciò che, con il gioco che ti dico ora, costruirai. Nes-

sun occhio, nessuna intelligenza potrà carpire nulla.

Qui sei nel tuo Cuore e ciò che inserisci in Cuore re-

sta tuo e di chi ami. Grazie al silenzio e al segreto,

resta intatto e pieno della sua forza. Il primo effetto

lo sentirai tu. Ti sentirai pacificato. Se ne andranno

ansie, aspettative mentali, insofferenze. Continuerai

nella tua giornata, nelle tue attività certo che lei, la

tua anima gemella, sta sentendo bene e chiaro il ri-

chiamo, l'impulso. E si sta muovendo verso di te. Per-

ché tutto ciò che nel segreto del tuo Cuore costrui-

sci, resta e, da Cuore, con Amore, è alimentato. Que-

sto è fondamentale per spezzare l'eterno ritorno del

produrre beni ed energia per il terrestre e vederseli

sempre carpire da altre forze mentali, astrali, non so,

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dipende da come tu interpreti i tuoi dinamismi. Certo

è che le energie nostre, devono restare per noi e non

più alimentare forme non terrestri o non concrete.

Questo è l'importante. Da qui, l'assoluto, personale

segreto. L'hortus conclusus te a te stesso che ti por-

terà Anima gemella e che la manterrà al tuo fianco.

1 - Lascia andare qualsiasi frase puoi aver detto o

scritto sulla tua anima gemella. Il fatto che la desi-

deri, chi è, com'è. Abbandona tutto il già conosciuto e

detto.

2 - Se la tua anima gemella l'hai già conosciuta, solo

hai bisogno di riportarla davanti a te o migliorare i

vostri contatti, trova in te un evento che tu e lei vi-

vete o avete vissuto. Lo conosci solo tu e la tua anima

gemella. C'eravate voi due. È un fatto sul quale, sic-

come pareva non importante, non hai mai posto l'at-

tenzione, né l'hai mai detto né a te né ad altri. Né

l'hai scritto, disegnato, o fotografato. All'esterno

non c'è come fatto su cui c'era attenzione. Quasi,

fuori non esiste. Ma, ti rendi conto, è fondamentale

ci sia. È un fatto chiave.

Non dirlo. Non portarlo all'esterno, pensalo, visualiz-

zalo solamente e tienilo per te.

Dagli un nome, ma non pronunciarlo all'esterno, né

scriverlo o altro.

Che ti sia chiaro però. Questo fatto, con questo no-

me, diventa il vostro ID. Il vostro nome sul web-

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telepatico, per te. È l'indirizzo della tua casella web,

dell'entanglement tra te e la tua anima gemella. Non

importa se lei non la sa. Non la saprà mai. Non la deve

sapere. Se la porti all'esterno la infici, gli togli la po-

tenza. Poi le insegnerai a crearsi la sua. Che non dirà.

Che saprà solo lei, e solo dentro di sè.

Non segnartela da nessuna parte. La memorizzi nel

tuo pensiero e basta.

Se ancora non conosci la tua anima gemella visualizza

un posto che conosci dove sogni di incontrarla. Un po-

sto del quale non hai mai parlato come il possibile in-

contro tra te e lei. Lì visualizza l'incontro. Che sia un

fatto e un posto chiave, ossia che per te abbia una

grande valenza.

Non dirlo, non scriverlo, ecc. Dagli un nome. Come so-

pra tutto solo dentro di te. Questo è il tuo ID.

3 - Ora hai il nome della tua casella web-anima gemel-

la. Questo è il tuo archetipo. Ora ti serve la pas-

sword. Così, pronunci, solo nel pensiero, la pass, e ti

colleghi con lei. La pass è una parola, un oggetto, un

fatto accaduto, o che vuoi che accada, tra lei e te.

Vedi che sia ID che pass devono essere “un sentire”

non un concetto. I concetti possono essere captati, il

sentire no, viaggia su altra vibrazione. Non portarlo

all'esterno in nessun modo. Sta e funziona solo den-

tro di te. Poi lei farà la stessa procedura.

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4 - Ecco, ora ogni volta che vuoi, apri il link: ID, pass,

e collegati con la tua anima gemella. Comunica, parla,

ascolta soprattutto, spiegati, mettiti d'accordo con

lei. Qui puoi dire tutte le cose belle che senti. Lei/lui,

saprà. Anche le tue arrabbiature...

5 - Centrati. Segui la procedura con i movimenti della

forza descritta nella mail, in questo brano Perfezio-no.

6 - Verifica, migliora. Quando ti sei dato un ID e la

pass, non cambiarle, vedi bene prima quale scegliere e

poi se puoi non cambiarle.

Il flusso scorre veloce ora.

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Ri-creiamo il nostro strumento di creazione

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Traghetto

Lo specchio - il cristallo

Stiamo creando la nostra anima gemella, ricordi? Oggi, caro lettore, conosci le dinamiche del cristallo, ovvero che mille e mille specchi ruotano ed interagiscono. Se vai per archetipi sicuramente ne stai facendo esperienza. Osserva un attimo in te, sono tutte le tue interazioni. Ora torniamo all'anima gemella. Ti sei reso conto in un attimo che ciò che tu pensi, è ciò che la tua anima gemella pensa. Hai avvertito la corrispondenza. E senti anche, tu lo senti, in te, senti anche che: ciò che senti, è vero. Sai anche ora che, ciò che tu desideri, è ciò che la tua anima gemella desidera. C'è un giro di boa, di pensiero stretto stretto. Un pensiero, un desiderio, e ciò che con tale pensiero e tale desiderio s'incastra perfettamente.

Sai anche che questo non significa pensare la stessa cosa con la stessa modalità, o desiderare la stessa cosa con la stessa modalità. Ciò che s'incastra perfettamente è ad un altro livel-lo di esistenza, ma è ciò che fa la differenza, tanto che la sua ricaduta nel qui e ora anche se assume connotati diversi, è Uno, e voi, anime gemelle, lo sentite bene. E vi riconoscete.

Ecco, ora sai anche che ciò che tu di fatto stai sperimentando, ma può essere anche formulato in altra modalità da come tu l'ascolti e l'esprimi, la tua anima gemella lo sta vivendo. Tu ora sai che ciò che circola nell'altro è in effetti ciò che tu vivi e desideri. Lei sente e pensa, sta portando in sé, nei suoi pen-sieri, ciò che tu proietti, ossia il tuo vissuto e la tua forma pensiero. E viceversa. Ora questa è la consapevolezza di en-trambi, che siete veicoli di esperienza di sé e dell'altro, di pensiero nuovo, entusiasta, appagante, uno all'altro. Eppure non è la simbiosi. Questa era una modalità del vecchio tempo,

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quando eravamo nel bisogno, nella necessità dell'altro per sentirci Uno. Ora, ciascuno è Uno a se stesso, quest'utero co-smico che state condividendo nutre, vitalizza e vivacizza, espande la vostra esperienza sui mondi. La consapevolezza del sentire è ben diversa. Si viaggia insieme perché si ascolta il sentire e i flussi, non più la staticità dei concetti. Corrispondiamo. Che responsabilità, rifletti, com'è importan-te ciò che scegliamo di pensare. Perché l'altro pensa in modo corrispondente. Lo specchio stretto stretto di ciò che siete. Ora, siete. Perché tu sei corrispondente a te stesso, colmata l'ancestrale dicotomia che ti faceva avvertire te stesso e il mondo separati da te. Così per lei. Quando avverti questo, ovvero "senti", ecco: i romanticismi, le pseudo-interazioni, i pseudo-pensieri - le pseudo-emozioni - i pseudo-sentimenti... pseudo.. non reali.. non funzionali alla relazione, li avverti ca-scare, venir meno. Rinasci ad un nuovo senso di realtà e alla certezza del tuo sentire: essere in te, l'altro da te.

Chiamiamola ancora per un po' - anima gemella - ma anche tu stai avvertendo che, una volta svelate le dinamiche, le forme, le condizioni interne all'essere anime gemelle, questa defini-zione non ti è più sufficiente, è diventata quasi piccola, ridut-tiva, obsoleta, rispetto a ciò che tu senti e sai di te e dell'altro da te che ti è a fianco. Ora anima gemella comprende Cuore, Corpo gemello. Continua ad alimentare il tuo sentire e il pensiero di ciò che desideri, stai dando nutrimento e voce in te a ciò che siete, al suo desiderio. Tu ne sei il custode, il sostenitore e promotore. Tu ne sei il complice ehehe.....

Sicuro che l'altro sta facendo altrettanto col tuo pensiero, quello che tu hai esportato, traghettato, da te in lui. Lui lo alimenta e lo nutre così che esca alla luce. E, senza sapere quasi come - ma noi qui iniziamo a sapere le dinamiche così sottili - accade.

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Qual è la sostanziale differenza tra prima e ora nell'alimentare i desideri? Per prima cosa riconosco e confermo il mio sentire. So anche che corrisponde al suo. Non ci boicottiamo più alcun desiderio allineato a noi stessi. Li sentiamo i desideri giusti, sani, costruttivi per noi. Oltretutto ciò che attraversa la mia testolina è ciò che l'altro vuole. Ecco, ne sono il custode. Che responsabilità! Nello stesso tempo questo fa sì che in me non ci sia attaccamento. Poi, che il mio desiderio è al sicuro, lo porta e lo protegge il mio compa-gno/a. L'altro sta nutrendo il mio di desiderio. Se lo nutre l'al-tro da me, lo nutre serenamente, senza aspettativa e con pu-rezza di intenti. Ecco che mi troverò davanti i fatti sempre più puliti e veri. È semplice dirsi le cose, vero? Sì è semplice, bello, pieno, emozionante. Bene. Stiamo su questo, affermiamo dentro noi stessi: - Ora ce lo diciamo. Ora li stiamo vicendevolmente ricono-scendo i grandi desideri che abitano dentro di noi. Alimentiamo il pensiero con la serenità di "esserci", nel pen-siero e nell'evento. Andiamo per archè.. meglio per verbi:

Rendo solido, concreto

Unisco

Vivo

Misuro

Concentro

Trasformo

Separo

Lego

Perfeziono

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Traghetto - Trasporto

Ora pulisci le ultime memorie, rendi sciolto, libero, vuoto, at-tivo solo di energie vive e semplici il tuo Inconscio. Togliamoci da: sistemi solari, Terra a palla, sole appeso lassù, pianeti satelliti e galassie, astronomie e relative astrologie. Questo, che abbiamo sempre considerato il nostro contenito-re astronomico, è semplicemente uno schema in cui siamo stati immessi. E noi a ruotare e ruotare, dentro il cerchio co-me il topo. Machicccelofafffare. Tutte invenzioni. Tutti teatri-ni. Palcoscenici. Anche questo che sto presentando io, certo. Dato che scena è, io scelgo quella che meglio mi rappresenta. Basta separazioni, conflitti, sensi di colpa, prevaricazioni e strafottenze, doveri sacrifici e vittime La mia rappresentazio-ne del - mio - mondo - è magnanima e grande. Solo questa la differenza. Che io scelgo di vedere quello che scelgo - io - di vedere, quindi creare.

Rifletti un attimo, mio caro lettore, e ascolta: dove sta la tua energia? In che cosa tu risuoni? Di ciò che hai letto qui? Quin-di: cosa scegli? Di credere? Di essere?

Fai avanti indietro nel tempo. Vai al primo tuo ricordo, vai a quando qualcuno che tu amavi t'ha detto: - Guarda quelle stelle lassù. - Guarda che luna... Ecco il sole... - e porta un

proteggo

mi proteggo - mi riparo da schemi trasmessi, tramandati. Vai a cercarti l'archetipo, caro il mio lettore, vai alle Tavole del libro Archetipi, la danza della vita, perché io qui parlo solo per verbi e movimenti, non più per lettere e numeri. L'ho spiegato precedentemente il motivo.

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Ecco. Ora. In quel momento del passato, sei protetto, niente e nessuno ti può infilare pseudo-spiegazioni della realtà, nessu-no ti può invadere o ferire.

Proteggo Proteggo.

Le visioni del mondo, gli olimpi14

, i sistemi filosofici religiosi scientifici, ecc sono sistemiche del pensiero.

Sono state create per dare un'impronta e un'impostazione al nostro proiettarci nel qui e ora della concretezza, ma tali do-vevano restare, invece le abbiamo scambiate per realtà da qui la separazione e il conflitto. In fondo separazione e conflitto sono dovute al fatto che: qualcosa non risuona, qualcosa non è sintonizzato. La separazione era una dinamica

separo

andate a trovare a quale segno e simbolo corrisponde, era un messaggio, ne abbiamo fatto una condizione caratterizzante la realtà, tra l'altro illusoria. I segni e i simboli, all'interno di questa manipolazione che noi stessi abbiamo fatto, hanno una funzione: aprire le dimensioni o mantenerle criptate. L'efficacia e la velocità con cui un segno e un simbolo condu-cono e realizzano ciò che in essi è criptato, dipende da "un tempo" il tempo con cui quel simbolo è implementato.

Per stare qui, in questo qui e ora, non abbiamo bisogno di darci un quadro generale, non ora. Ora, importante è ripren-dere tutta la gestione di noi stessi. Ritroviamo la "potenza" di ciò che siamo, poi sicuro che ci muoveremo diversamente an-

14 L'astronomia, l'astrologia, le costellazioni, gli dei, gli oroscopi, ecc.

Tutto questo quando non è più un gioco ma ne facciamo qualcosa di statico, inamovibile, con cui interpretiamo noi stessi, sempre, senza ri-formularci, a questi livelli dell'impianto del sistema dei pensieri su noi stessi.

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che nel cosmo. Tanto, pure il cosmo, quello vero, è dentro, mica fuori.

Ora quella memoria prima dolorosa, affaticata, diventa: Vivo vita gioia e tu la pronunci: Vivo Vivo. Grazie, benedico, riconosco me stesso in tutta la mia creazio-ne di ieri e di oggi. Tutto si riformula si ricongiunge si fa comprendere. Guarisci, guariamo.

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Laboratorio 8 - Traghetto

Qui il laboratorio è essenziale.

Dedica un tempo e uno spazio al tuo sentire Anima

gemella. La tua Anima gemella. Sentila come Anima,

come Cuore e Corpo. Per far questo, chiaro che devi

innanzitutto ascoltare te stesso.

Vai al capitolo Muoio e rinasco, appena dopo questo,

ci sono descritte tutte le parti dello strumento di

creazione - ricreate. Bene, mettiti in contatto, den-

tro di te, con ciascuna di esse.

Non parlare, non dire, né scrivere ecc, ricorda quan-

to abbiamo fatto al laboratorio 7 Perfeziono. Con-

tatto tra te e te stesso, ricordi quanto abbiamo

detto in questo capitolo?

Chiudi tutti I canali esterni ed apri il link interno.

Segui, ascolta tutte le grandi Parti di te. Stai con

loro. Dedica loro tempo, spazio. Dai loro energia. La

tua amorevole energia. Così si fa per creare.

Riconosci e ringrazia le grandi Parti di te.

Tu e la tua anima gemella: nascosti. Sussurra al suo orecchio parole… per lei, per voi. Sussurrale, molto sottovoce, in modo che lei/lui - non - possa decifrarle.

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Muoio e rinasco Le Parti di me

21 maggio 2016 Noi qui, adesso, ci permettiamo di ri-creare il nostro stru-mento di creazione. Eh sì, caro lettore. Possiamo desiderare le migliori situazioni, ma se non ri-mettiamo a punto la nostra macchina, vita nuova e bella, anima gemella, lo star bene qui sulla Terra, resta in sospeso. L'ho già detto, va tolta la zavorra, e impostata la Scelta sul benessere secondo la vibrazione terrestre. Per cui, se mi segui, hai già letto che per noi qui, la macchina, ovvero il mio organismo terrestre-cosmico, consta di quattro Parti: Psiche - Mente - Inconscio - Corpo. A queste quattro Parti noi, qui, abbiamo dato impostazione e funzionalità nuova. Noi possiamo re-impostare tutto. Siamo noi i creatori della nostra realtà. Cominciamo con impostare lo strumento.

Perché so che posso permettermi questo? Di re-impostare lo strumento di “creatore”? Perché so che posso rendere dina-mici o spostare qualsiasi vibrazione, flusso o particella di pen-siero. Pensiero è energia, la sentite circolare dentro di voi l'e-nergia pensante e l'energia senziente? Attraversare corpo, cellule, apparati, sistemi, molecole? Una specie di presenza costante e sempre nuova che vi abita? Abita ogni piccolo an-fratto del vostro corpo e sta in ogni dimensione di voi stessi? Ecco. Pensiero. Amore. Forza. Quanti nomi. Grandi nomi. Siamo questo. Il pensiero è Intelligenza Cosmica. Possiamo poi definirlo pensiero quantico meccanico astronomico ma-

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tematico musicale relazionale transpersonale transazionale ecc ecc fino a.. pensiero del pasticcere, dell'amante, del poe-ta, stella, terra, cellula... Insomma ciascuno parte da un suo punto, da esperienza e sentire per ritrovarsi ri-congiunto al Tutto. Il pensiero circolare ci fa percepire il qui e ora. Il pen-siero lineare ci fa esperire la dualità. Anche il pensiero quanti-co: vibrazione e corpuscolo. Il pensiero gravitazionale le mas-se e la gravità, ecc. Il pensiero vibrazionale conduce il mio corpo a vibrare, e io sento la vita.

Come posso chiamare il Pensiero per dire che questo fluire continuo e gratuito mi permette di conoscermi sia come vi-brazione che come corpuscolo che come Uno che sta oltre ogni dicotomia? Non lo so. Non è importante, è un mentaliz-zare, non mi è necessario. La Natura non ha bisogno di defini-re e quantificare, la Natura è. Ma sapere che possiedo e sono posseduta da tanti tipi di pensiero mi permette di “giocare” con il pensiero. Il gioco mi toglie dalla rigidità, dal “così è - co-sì si fa”, dalla staticità. Posso permettermi qualsiasi tipo di pensiero, per cui pensarmi in qualsiasi situazione. L'unica condizione che, consapevolmente e deliberatamente, ricono-sco è che il mio pensiero sia allineato con la Natura. Con l'a-nima della Terra, fino a che decido di stare qua. Pensiero si muove su 22 direttrici, 22 dimensioni, 22 variabili, 22 movi-menti, strategie e acrobazie. I 22 mattoni dell'universo. E da questi infiniti altri. Sai quanti universi posso inventare?

Iniziamo da Psiche. Psiche Psiche è l'Uno. Ha in sé i 22 movimenti, le 22 chiavi. I 22 Ar-chetipi primari che sono movimenti. Dinamiche della Forza. Psiche corrisponde ai movimenti.

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Psiche è un sistema in cui tutto si muove, si incontra incastra scorre si specchia procede irradia illumina si nasconde si oscu-ra si svela scende giù sale su ha spazio movimento ha spinte ha sostanza senso profondità nome e nomi storia e vuoto nul-la punto allineamento leggerezza passione attenzione cura e tutto ciò che si vuole aggiungere più tutto ciò che inventiamo. In Psiche i tempi non sono ma anche sono. Psiche è la potenza la comprensione l'abbondanza la creatività il gusto di me e dell'altro da me il fuori dai sistemi e ancora e ancora. Psiche è il viaggio il mio essere respiro il mio esistere. Non metto virgole, tutto scorre si interseca plasma amalgama definisce in-definisce cambia ricompone scioglie rinomina ri-nasce risplende oscura tracima travolge avvolge accarezza spinge vince tace asseconda determina fa disfa rifà... Psiche mi comprende ci comprende nel senso che - io - noi - siamo immersi in Psiche. Da questo so che posso inventarmi i mondi che voglio. Sono fuori dalla visione del mondo limitato ridotto ristretto rotondo ruotante agganciato al sole ai pianeti alle stelle e galassie. Non so, non so come è la fuori, ma non è come me l'hanno raccontata. In Psiche posso discreare tutto, sciogliere ogni impianto mentale razionale cosmico filosofico sociale religioso psicologico esistenziale storico economico politico ecc ecc. Ciascuno si fa i suoi conti, su come vuole Psi-che, quanto libera gratuita vasta possibile profonda cosmica aperta misteriosa forte amorevole feconda creativa fantasio-sa passionale. Niente numeri, fine sistemi di numeri fine geometrie regole impianti astronomici matematici linguistici chimici psicologici animici emozionali sentimentali progettuali ecc ecce...

Ma lo senti, caro lettore, come tutto viene meno? Come tutto cade e tracima in ... niente. Si dissolve. Ma tu, io, noi, siamo in Psiche, vivi.

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Poi re-inventeremo tutto, come ci aggrada, dal massimo delle possibilità. Psiche è la più ampia visione di me, da qui creo la mia realtà. Siamo a specchio, ricorda, caro lettore, cara altra parte di me, stai leggendo questo... che accade. Questo vuoi. Psiche vive archè, gli archè vivono Psiche, posso nominarli tutti. Dico Unisco e ci sono tutti. Vivi e attivi. Non mi serve dire di più di Psiche, scelgo di lasciare Lei libera di esprimersi ogni volta che vuole, che vuole mettere in scena una parte di sé. Importante è che io veda Psiche per ciò che è realmente. Pulita da sovrastrutture, libera. Sempre nuova. Importante è che Psiche e io siamo connesse. Lei mi verrà incontro libera nelle mille e mille espressioni di sé, di me, attraverso gli altri da me. Attraverso gli archè. Resettiamo Ora costruisco le altre parti di me: Inconscio Mente Corpo. Tra poco Mente. Ne ho già parlato in un post, avevo bisogno di ricostruirla, Lei mi era necessaria per definire anche le altre parti. Come dire che, se voglio scrivere "matita", per poter scrivere debbo comunque procurarmi una matita. E io voglio creare ben più che una matita. Io, ogni giorno, creo il mio essere Terrestre e il Terrestre che sta accanto a me. Eh, vi sorprenderete che non lo chiamo "anima gemella". Se vi ricordate in un post precedente avevo detto che, per me, "anima" non è una parte di noi reale. Sì, qui da me anche il reale è, relativamente reale. Ma "anima" e "spirito", intendo dire, sono ancor meno reali, sono due pseudo-parti di noi, so-prattutto forse non sono funzionali. Io lo affermo, ma voi,

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sperimentate. Provate a ripetere un po’ di volte queste due parole mettendovi nel frattempo in connessione con la vostra terrestrità, il vostro stare qui, in un qui e ora che è questa consistenza e questa materia. Vi renderete conto che dire anima e dire spirito vi porta via energia. Ecco, se noi, di noi, ci affermiamo anima o spirito, la nostra energia se ne va da noi e va ad alimentare un qualcosa di non concreto che sta là... per aria... non centrato e non piantato nella dimensione di questa esistenza. Sono due idee a questo punto, più che di-mensioni, che non hanno a che vedere con la realtà del terre-stre. Pur avendo compreso questo non mi tolgo quella parte che fino a ieri identificavo con anima e con spirito, né mi ven-gono meno le caratteristiche e le funzionalità che a queste parti attribuivo. Anzi, ora le sento più mie. Tanto, se accadrà che mi vivrò in un'altra dimensione, o se già la sto sperimen-tando, il fatto che io non le chiami anima e spirito, non mi to-glie da quella dimensione. Ma noi abbiamo compreso che usare un termine o un altro è molto importante. La parola, le lettere, conducono energie, situazioni e dimensioni. Devo sta-re attenta a quello che dico, come uso le parole, quali parole uso. Lettere e parole informano le esperienze di me... di me... ma io, che cosa sono a questo punto? Beh, al momento non mi interessa definirmi. Importante che le parti di me funzioni-no. Il mio dire: - Non esiste niente là fuori non significa che io non segua alcune letture della realtà, al-cune esplorazioni dell'esperienza sulla Terra. Eppure... Terra non c'è. Le seguo, perché ogni scoperta nuova del fuori mi di-ce una dinamica di dentro. Quando avvertiamo la certezza che: fuori non c'è, si apre qualcosa dentro. Innanzitutto ci si rende conto dei radar. Ovvero che abbiamo dei radar e dei sonar per muoverci ed orientarci, nel cosmo dentro di noi.

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Così, appena ho messo in discussione "anima" ecco che anche la definizione "anima gemella" s'è dissolta. Certo, me la sono anche subito ripresa. Eh. Ancora mi piace attraversare il senso di questa parola e sperimentarne la forza, insieme al gioco, con la mia anima gemella. Abbiamo molto da conoscere del nostro essere terrestri, e oltre. Provate, provate e ditemi che cosa vi accade. Andate in fondo alla dimensione e al senso che una parola conduce, e sarete oltre. Si dissolve, eppure non perdete nulla di ciò che siete e avete. Ma ora siete più veri, radicati e centrati. A volte le per-sone mi interpellano, mi chiedono un'indicazione di percorso. A volte, davanti a qualcosa da sperimentare e conoscere ci si ferma, perché chiede di lasciare schemi, di non avere giudizio, di rischiare. Solitamente non do indicazioni dirette. Non tocca a me sapere che cosa una persona deve fare. Se la persona comprende il percorso per archetipi individuiamo insieme gli archetipi su cui lavorare. Dove sta il nodo, lo schema, la resi-stenza. Di solito, il solo lavoro sui movimenti della forza smuove, fa vedere parti o atteggiamenti di se stessi prima na-scosti. Poi, spetta alla persona valutare, vedere i propri pas-saggi, mentre insieme si continua il confronto e si inizia a creare qualcosa di nuovo. Precisato questo torno al mio Terrestre, colui che mi sta ac-canto. Per adesso non trovo nomi migliori e lo chiamo così, potrei dargli un nome, in fondo un nome ce l'ha. Poi vedremo. Oggi l'uomo, la donna, è innanzitutto: il Terrestre. Per me essere Terrestre non significa essere piantati in un pianeta sferico, inserito in un sistema solare, e in una galassia, eccetera ecc. É semplicemente una vibrazione, una dimensio-ne che io, come creatore di me stessa, metto in atto, o in sce-na, così. In questa dimensione ora percepisco delle Parti che vibrano, che si fanno presenti: Psiche Mente Inconscio Corpo.

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Esse mi tornano un qualcosa che riesce a trasformare in un benessere sempre più intenso e profondo ciò che sono. Qui parlo di me, ma so anche che, chiunque vuole, può rico-noscersi in ciò che dico. Mente Torniamo a Mente. Ho fatto questo. Ho definito Mente per-ché mi serve. Detto proprio così: Mente mi serve. Mente è Ancella. Può essere che lei stessa poi mi dica altro di sé. Gra-zie Mente. Ti trovo tra poco. Mente. Mente è qui, attiva, sveglia e pronta a registrare, in-camerare, diventare, fare suo e "fare come se", ossia: fare come se io stessi già vivendo ciò che desidero, qualsiasi af-fermazione di me io le metta davanti. Mente è elastica, flessibile, mobile, adattabile, assorbente, cedevole, remissiva. Nello stesso tempo Mente è forte, stabi-le, resistente; è plasma, laser, cristallo. Mente non è quello che pensavamo, ossia il maschile categorico, chiuso, ecc. Mente è la struttura-non struttura mobile più malleabile che esista. Mente si lascia impregnare dal mio desiderio, dal mio pensiero, dal mio intento. Mente è disponibile a diventare la realtà che io sogno e progetto. Lei vuole solo questo: servire Psiche, servire tutto ciò che - io - come creatore - desidero sperimentare. Mente non ha schemi, non ha sistemi da difen-dere e mantenere. Mente si resetta in continuazione, sempre rinnovantesi, sempre pulita, sempre funzionante, libera da giudizio, schema, condizione. Mente vuole essere la mia an-cella. Io la ringrazio e riconosco in continuazione. Mente è en-tità, Mente sa, è consapevole di se stessa e del suo compito, così come consapevoli sono tutte le parti del mio essere crea-tore di me stessa e della mia realtà. Non mi interessa ciò che

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gli altri, chiunque altro pensa di Mente. Questa è Mente in me. Vi regalo la mia esperienza di Mente. Da quando funziono con la mia visione delle cose la mia vita è molto migliorata, e me la godo molto di più. Mente fa e si conforma a ciò che io penso e dico. Certo prima ho fatto tutto il lavoro di ripulire Mente, in fondo di pulire tutta me stessa. Tutte le parti di me erano oppresse e confuse sotto una mon-tagna di preconcetti, luoghi comuni, opinioni, schemi, ecc. scienze, visioni del mondo, ecc. Oggi, li vedo gli schemi, e me li scrollo di dosso. Sono cambiate, e molto, le persone attorno a me, ovvero molte sono sparite altre sono arrivate. Spesso le persone che mi contattano chiedono come faccio: semplice, solo i movimenti della Forza. Sì, prima sono andata per segni e simboli, così io, almeno. Poi i segni stessi, poiché sono conduttori di energia, di forza, ci traghettano oltre, ai movimenti. E si inizia a vedere cosa c'è sotto l'apparenza della realtà. Ora non parlo più nemmeno per segni e simboli, parlo con i movimenti, ossia il verbo, la funzione che ogni archetipo è. Abbiamo detto che sono chiavi, aprono, sono dinamiche. Par-lerò per verbi, almeno per il tempo che serve a spostarci dai concetti ai movimenti. Forse poi userò ancora segni e simboli

perché in effetti sono più veloci e pratici.15

Ma adesso, pulia-mo tutta Mente e non solo lei, da zavorre inutili. Perché se mente s'è fermata sul razionale, noi possiamo traghettare an-che mente nel dinamismo della nuova visione di noi stessi. In questa concretezza attiva, di senso, e pienamente terrestre. Perché Mente, questa Mente che sta in Corpo, è del terrestre. Sintonizzata sul terrestre e al lui funzionale.

15 Forse questo è accaduto con gli alfabeti.

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Mente, la nostra Mente sana, Una col Tutto, la Mente di Psi-che libera, cosmica, organica vuole questo. Mente è i 22 mo-vimenti della forza. I 22 archetipi primari, essi la in-formano. Mente si interfaccia in continuazione, ma c'è un... in conti-nuazione... fuori dal tempo e dallo spazio? Perché Mente crea tempi e spazi, ma ne è anche sempre oltre. Mente si interfac-cia con i 22 movimenti. Questo è Mente. Per cui, muoversi, o stare fermi, è uguale, Tutto accade lo stesso. Solo che ora ac-cade sempre qualcosa di benevolo, amorevole, tenero, alta-mente terrestre e vivibile.

Mente, la grande Mente nuova vuole lei stessa sperimentare la vita che fluisce, Mente vuole essere nel flusso. Lo può fare solo attraverso di me, di noi. Per questo Mente, ormai consa-pevole di che significa vivere l'istante della creazione, auto-maticamente resetta, dis-crea ogni sua creazione precedente. Mente nuova è così: crea una situazione, un personaggio, un evento e lo lascia andare nel Tutto, se lo vive, lei stessa, attra-verso me/noi, ciascuno di noi. Mente subito dopo cancella, dissolve se stessa in ciò che ha creato, lei lo fa in automatico di sciogliere

sciolgo

taglio espando muoio e rinasco

ciò che ha creato.

Così, io mi godo le situazioni che insieme a lei creo, ma nel frattempo le ri-creo sempre nuove, sempre rinnovate perché mentre le vivo ne colgo la pregnanza ma anche il limite, colgo dove ancora posso godermi di più ciò che esce da me, ed ec-co, vivo sempre il nuovo. Perché io - sono - sempre nuova. Il primo processo del creo - dis-creo è verso le stesse parti di me, tutte. Oggi mi so e mi vedo così, ma domani io sono di

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più, certo. Ecco che Mente mi segue, non si ferma più ad un'immagine di me assunta nel passato, dato che passato non c'è. Mente rinnova in continuazione i dati su di me, sempre in espansione, in bellezza, positività, riconoscimento, amore. E a me, da fuori, ogni attimo di più mi torna il grande amore che ho per me stessa. Ora che tutte le parti sono allineate alla mia essenza più profonda. Tutto questo è scritto qui. Ed è scritto proprio perché le paro-le funzionano, creano realtà. Quanto detto resetta, rinnova ogni momento tutto lo strumento di creazione di me e del mondo che creo che ogni attimo di più fa pace, allineamento, sintonizzazione con me, creatura della Terra e del cosmo. Quanto detto qui vale per ciascuno che lo sente suo. Certo.

Il punto è questo: Mente legge, interpreta, sceglie che ogni cosa, ogni evento è buono.

Mente dei 22 movimenti primari equilibrati.

Questo sperimentiamo. Chissà dove arriveremo! É un viaggio.

Come vedi, caro il mio lettore, sono categorica nel presentare le Parti di me sempre al massimo, perché è questo che voglio. Tutta la scuola della riduttività, della disistima, del boicottag-gio di noi stessi ci ha segnato per secoli e secoli. Abbiamo re-galato la nostra energia di valore, di stima e regalità a chi ave-va capito il gioco, ma non ce l'ha detto, anzi forse ce l'ha in-garbugliato. Non m'importa, non mi interessa rivendicare. In fondo, basta smetterla di guardare fuori, di dare affidamento, energia, ossequio a ciò che viene da fuori e rivolgersi dentro, dare ascolto e priorità a ciò che da dentro emerge. Oggi vedo e, certo, mi pronuncio dal massimo di me perché ho capito il gioco e Mente registra ciò che io dico e penso. Per cui Mente mi mette su creazioni belle, piene, coerenti e sintonizzate con me e con il mio benessere. Voglio il meglio. Da questo piedi-stallo parlo. Non m'importa se si chiama "mente", io mi fido

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di lei. La sua accezione "mente", sono sicura che ha un senso più ampio, quasi intrigante, che forse un giorno saprò.

Per cui, mio lettore, quando hai resettato la vecchia mente e hai impostato la nuova mente, ossia Mente, hai uno strumen-to efficace per muoverti nel mondo e negli affetti. Di Mente ti puoi fidare perché, se sei riuscito ad impostare Mente, signifi-ca che tu questo pezzo di percorso l'hai fatto. Mente non ti...

mente. Perché tu non menti a te stesso16

. Finiti i teatrini con te stesso, le illusioni, le mille parole attorno alle quali ti avvol-gevi, incartavi per non dire di te. La tua verità. Hai verificato che fuori non c'è nulla se tu non proietti te stesso fuori, e hai deciso che tu, al meglio vuoi proiettarti, sia nei tuoi strumenti per viaggiare nel mondo, sia nelle tue relazioni. Perché il me-glio vuoi! Non guardi più a destra, a sinistra, come fanno gli altri, che cosa dicono, esperti e non. Tu sei centrato, tu sai ciò che serve a te. Da qui ti muovi. Ecco, a questo punto, dato che - Mente - non mente - davanti a te hai chi è come te. Se ti fidi di te sai che puoi fidarti di lui, lei. L'hai creato/a tu, da ciò che oggi sei. Hai fatto il percorso con gli archè, continueremo, ma già essi ti hanno allineato, congiunto a te stesso. Tu sei sincero, l'altro è sincero. Magari avete linguaggi diversi, distanti, questo è un gadget non un limite, così è sicuro che non t'annoi. Ma sai bene chi hai davanti, perché l'altro è un altro te stesso. E, nota che, tu hai davanti me, io ho davanti te. Come siamo quindi? Se vuoi, il mio pensiero è a disposizione, fallo tuo. Continuerò a parlarti di Mente come la sto sperimentando io. E, permettimi che mi firmi "Archè". Sì, Archè, questa parte di me sta emergendo e mi sta raccontando un'esistenza geniale

16 Mente, mente - se - io - mento. A me stessa. Vedo lo specchio.

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e vittoriosa, per cui ben volentieri lasciamo che Lei ci porti nel suo mondo. Archè ha la vittoria in tasca! Un po' come Alice, che ci immerge nel Paese delle sue mera-viglie!

Archè Inconscio Come se Inconscio non volesse parlare. Infatti, Inconscio puli-to, resettato non ha linguaggi, ciò che Egli contiene è prima dei linguaggi. I linguaggi sono di Mente. Questo è il - mio - Inconscio. Un contenitore di energie a disposizione. Punto. Voi là, oltre me, potete pensarla diversamente, va be-ne lo stesso. Importante è che - io - sappia cosa e come fare per me. Ma chi è questa... me... che spunta ogni tanto, anzi spesso, e che riesce a pensare sopra Psiche Mente Inconscio Corpo e a re- impostarli? Non lo so. Intanto mi sta bene così. Mi pare che, questa me, mi vuole bene. Punto. Qualcuno direbbe che è ancora mente. Può darsi, non lo so. Importante che funzioni. Io le aspettative le ho alte, eh! Che cosa desidero? Ma guarda, non lo so più, non mi interessa, sto vivendo e sto bene. Punto. Checché ne sia, qualcosa è accaduto. Le coordinate con que-sto mondo di cose, corse; di timore di dire ciò che sono, fac-cio, penso, le ho perse. Me ne rendo conto. E non me ne im-porta. Debbo riconoscere che per certe cose va mooolto meglio. Io continuo di qua, vediamo che altro accade.

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Un'altra cosa che posso affermare è che percepisco molto meglio gli schemi, talmente sottili, scontati, quasi idioti. Av-verto anche, ogni giorno di più, l'inconsistenza di questa real-tà.

Molte altre cose non le so e non le vedo. Però questo lavorare con gli archè e con i movimenti mi dà percezioni profonde, particolari. Mi dà lucidità, anche determinazione. Mi dà legge-rezza e benessere. Per cui, continuo. È una sperimentazione. Un altro fatto è che si può parlare solo di se stessi e per se stessi. Sì, a volte mi rivolgo al lettore, ad un tu, o uso il noi. La spinta alla comunicazione l'ho sempre avuta, non vedo per-ché mi debba tarpare le ali, ma sicuro io faccio la mia strada, non ho la necessità di convincere nessuno, né di informare, tanto meno di indicare percorsi. Per il semplice fatto che quando sei a questo punto è chiaro che ci si può rivolgere, di-re e lavorare solo per se stessi. A volte le persone mi chiedo-no come faccio, io spiego un po' ma, appena sento una resi-stenza, appena avverto un loro schema arrivare, smetto. Sto zitta. Ecchimelofaffare. Mi è abbastanza chiaro che il viaggio è il mio. Altro non c'è. Può essere che qualcuno si riconosca in ciò che dico, può essere, ma anche no. Questa puntualizzazione con i lettori accade qui, in Inconscio. Beh, penso proprio che aver avuto un'idea di inconscio tor-mentato, attivo nel negativo, ecc ecc. abbia condizionato non poco la visione di noi stessi e quanto abbiamo vissuto nelle esperienze. Io non ci sto. Pazienza i grandi dottori professori autori che su Inconscio ne hanno dette di tutti i colori. Tempo passato. Non condivido e non alimento quella visione. Dato che là fuori non c'è niente. Questo lo sostengo io, gli altri non so. Dato che fuori non c'è nulla, tutto ciò che ancora mi viene davanti e vedo è... roba vecchia. Non mi serve. Oppure faccio delle scelte. Questo sì, questo no. Su tutto.

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Inconscio è vuoto di ogni memoria. Non li ha mai avuti i ricor-di, gli schemi, la storia, non è suo compito trattenerli.

Inconscio è il Pieno di energia libera sempre a mia disposizio-ne. Qui, Inconscio è, come le altre Parti di me, grande ricco magnanimo leggero funzionale semplice profondo anche om-broso oscuro ma vivo vitale, intrigante, a disposizione. Libero.

Inconscio ha in sé i 22 movimenti. Inconscio è i 22 movimenti della Forza.

Inconscio è questo:

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lo vedi quello spazio libero e pieno di colori là in fondo? Oltre

il portale17

, oltre il tunnel. Questo disegno vuole un po' rap-presentare il percorso di Tamino e Pamina nel Flauto magico. Il cammino interiore, dove la strada è impostata sugli archeti-pi, questi fondamentali di cui parlo. Attraversato lo spazio-tempo degli archè, che per ciascuno di noi è: - Attraverso ciò che creo nel qui e ora, interpretando e mani-festando la mia quotidianità con i 22 movimenti. Ossia: i 22 movimenti sono il riferimento ultimo di ciò che mi accade e ciò con cui interagisco. La vibrazione di ciò che sto vivendo. In questo percorso entrano anche altre strategie, certo, ma giusto il tempo di far emergere le cose e poi oltre, fino all'ultima spiaggia, i 22 movimenti della Forza. Oltre, c'è l'energia libera, c'è Inconscio custodito, protetto, invaso, im-pregnato, riempito dagli archè stessi. Inconscio, un contenitore di energie libere a mia disposizio-ne. Importante che funzioni! É una tecnica, non è una visione del mondo, né una filosofia o religione, ecc ecc. Da quando Inconscio ha preso il suo legittimo posto di titolari-tà nel sistema del mio essere il creatore della mia realtà, vado più sicura e centrata. Oh, sì, ancora ci prova il fluttuare a por-tarmi nello struggimento, nella nostalgia; ricordi, caro lettore, i sentimenti di cui ti ho parlato? Bisogna arrivare ad essere capaci di dire: - Non c'è passato, non c'è memoria, non c'è inconscio. Oppure, se Inconscio lo consideriamo la nostra riserva di energie creatrici, dovremmo saper - non solo dire - ma agire questo:

17 di Francesca Salvador, Portale.

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- Da Inconscio attingo energie sempre libere. Sciolte da ogni evento del passato mio o di altri. Perché, per me, che sono Terrestre immerso nel mio "adesso" non c'è prima e dopo, ma l'istante di questo essere qui, calato deliberatamente in que-sta concretezza della materia, e ho sempre a disposizione tut-ta la forza - libera - che mi serve per rendere concrete ed atti-ve le - mie - creazioni - i - miei - progetti. Andiamo per archetipi, anzi, andiamo per movimenti. Distruggo e screo: vi do qui il Verbo, la funzione, sta a voi ora collegare funzione - lettera - numero - e quant'altro trovate sulle Tavole del libro Archetipi. Ma sappiate che non è più in-dispensabile, Mente, la nuova Mente, riconosce le energie, i dinamismi, perciò i verbi.

Separo - Separo le sequenze del pensiero "passato" e dei pensieri del passato.

Ora pulisco le ultime memorie, rendo scorrevole, libero, vuo-to, attivo solo di energie vive e semplici Inconscio.

Presso

Contengo

Che movimenti sono? Cercali sulle Tavole. L'abbiamo detto che Inconscio rinnovato è contenitore di energie libere e pulite, quelle che ci servono per rendere con-crete le nostre creazioni, farle ricadere nel qui e ora di questo stare qui. Uno stare qui che iniziamo a sentire non più come una gabbia, ma come una possibilità costante di sperimentare noi stessi. Poi si vedrà, poi se ci serve troveremo e capiremo altro. Intan-to rendiamo vivibile e gioioso il qui e ora. Non abbiamo biso-gno di darci un quadro di riferimento cosmico all'esterno. To-gliamoci da visioni del mondo vecchie, obsolete, arrugginite e gracchianti, funzionali solo a chi ha voluto un'umanità prigio-niera.

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Basta scegliere e siamo terrestri liberi. Inconscio non ha detto molto di sé, Lui è un essere vuoto e li-bero. Ho detto di me, che ho deliberatamente messo in scena que-sto Inconscio. Corpo Mi ritrovo questo corpo che vuole essere vivo e giocare. Roto-larsi, godersi il mondo, fluttuare con la mia anima gemella. Scelgo di scegliere Corpo. Di assecondare i suoi richiami. Cor-po portami tu. Tutto parte da Psiche, certo. Ma è una sincronia. Una cosmici-tà. Organismo cosmico o Universo organico, si chiama. L'Uno fatto Corpo. Corpo è ologramma. Tutto accade dentro poi proiettiamo in ciò che chiamiamo "fuori", un film. Forse sono solo uno spininng black hole - un buco nero ruo-tante - un occhio - un osservatore - che proietta - questa mia presenza e connessione, in mille e mille forme. Forse sono uno sciame di buchi neri ruotanti. Sworm of spininng black holes. Perché fermarsi? Perché farne un mondo chiuso? Wonderland. Alice viaggia. Vittoria viaggia. Così, ecco, mi sono interrogata, meglio, ho chiesto. La parte di me che sa ha risposto.

Ti chiederai, caro lettore,

- Quale domanda avrà fatto Vittoria?

Ho chiesto:

- Come faccio a crearmi un mondo nuovo nel quale io entro, staziono, viaggio, me la godo, anche ne esco, che sia imposta-

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to sul propositivo, sulla meraviglia. Sul positivo, benessere, sa-lute, arrapamento, ossia gioco? Godermi il mio stato di donna terrestre che si gode il suo uo-mo terrestre, questo meraviglioso modo di stare al mondo. Sono curiosa, voglio conoscermi in questa dimensione, ora pienamente vissuta.

The Truman Show. Scelto, stavolta, deliberatamente da me.

Mi ha risposto: - Esci da simboli e alfabeti. Vai ai movimenti.

Così stamattina parlo - non per segni e simboli - non per alfa-beti - ma per movimenti.

Ho fatto un cartellone, un contenitore. Così: un foglio, una forma aperta come contenitore, e dentro ho scritto i 22 mo-vimenti della forza. 22 verbi. Vediamo che accade. Si prova, semplicemente, mettendo in atto ciò che passa per la testa. Per cui vi parlo per archetipi non con segni e simboli, ma per movimenti, per Verbi. Noi. Qui. Lasciamo Babele e siamo nell'Uno. Come ho già detto esiste di fatto, per creare, la prima persona singolare e la prima persona plurale dell'indicativo presente. Come ho già scritto precedentemente non temo di pronuncia-re "io", certi passaggi dell'ego li abbiamo visti e lasciati, qui "io" è il creatore. Io: Unisco - Contengo - Metto in movimento - Rendo solido - Vi-vo - Aggancio - Vado all'eterno - Accetto - Concentro - Pene-tro - Misuro - Sciolgo - Trasformo - Presso - Corrispondo - Espando - Separo - Lego - Perfeziono - Traghetto - Muoio e rinasco.

Li ho scritti nel mio contenitore. Invece che fare segni e sim-boli, vado ai verbi. Meglio ancora, li metterò in scena. Cerche-rò nel mio corpo i movimenti, le posture che esprimono i 22

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verbi. Metto la musica, prendo il tappeto, mi immergo nei verbi e lascio Corpo assumere le posizioni che vuole. Il Corpo sa. Ora, applico questi 22 verbi - movimenti - ad ogni parte della macchina. Che ora comincio a chiamare organismo co-smico immerso nell'universo organico.

Questo, che sta dentro di me. Poi il fuori si vedrà. Questo detto di me, è detto di chiunque. Nell'ologramma il tempo è Uno. Quando una persona arriva ad un punto, ci siamo arrivati tutti. Quel tutti, sempre e solo l'Uno l'ha creato. Corpo ha in sé i 22 movimenti. Corpo corrisponde ai movimenti. Si specchia, si ri-allinea, si interfaccia ai movimenti, alle forze in azione. Al dinamismo, alla libertà del qui e ora. Lasciando segni simboli e alfabeti lasciamo schemi griglie, gabbie babeli impostazioni. Noi siamo movimento, Energia vitale. Corpo. Materia. Vibrazioni. Ad altro livello siamo semplicemente un occhio, una Presenza - Coscienza - che proietta all'esterno se stessa. Crea. Costruisco una sagoma di Corpo, la lascio piuttosto indefinita, può essere che voglia fare dei cambiamenti al “come mi sento e vedo Corpo oggi”. Preparo dei nastri o striscioline di carta per scrivere gli arche-tipi.

Rendo solido - Misuro - Traghetto - Sciolgo - Metto in movi-mento.

Bene, metto questi verbi all'interno della sagoma. So già che un po' alla volta li metterò tutti e 22 i verbi. Per ora questi, la-scio che i tempi vengano da soli. Al momento opportuno sa-prò quando aggiungerne e quali. È un gioco.

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Non dico altro per ora su Corpo. Non mi va di definire, potrei rimettere in scena un corpo vecchio. Lasciamo che gli archè-funzione lavorino. Essi sanno il mio intento: il mio gemello - che avverte l'Uno come me - questa è la corrispondenza - sta aspettando che io arrivi con Corpo. Corpo libero, funzionante, cosmico!

Corpo parla poco, ovvero parla in modo altro. So che Corpo mi parlerà e mi dirà di sé. Intanto io sto dando forma a Corpo. Ecco stasera aggiungo altri movimenti e, dato che con Anima gemella terrestre voglio intensificare la vicinanza sia dei corpi che della psiche, stasera aggiungo:

Unisco - Corrispondo - Vivo - Accetto - Penetro - Presso.

Vediamo che dice stasera (siamo a due sere dopo), Corpo. Quali movimenti di sé mette in scena:

Contengo - Vado all'eterno - Proteggo - Concentro - Perfe-ziono.

Sì, sto concentrando, sto molto concentrando.

"Un giorno anche tu saprai usare la Forza" mi disse anni fa un amico.

Aggancio - Trasformo - Espando - Separo - Lego - Muoio e ri-nasco.

Corpo: 22 movimenti, 22 vibrazioni. E quante altre!

Tutto per godermi il mondo.

Che palcoscenico! Che rappresentazione! Stiamo sempre nel gioco anima gemella, ricordi lettore? È bel-lo ora che c'è cascata davanti, vero? Abbiamo conosciuto un po' gli archetipi, un po' questa scrittrice, siamo qui per con-

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cretezze, per ritorni in termini di vita da vivere gioiosa e ap-pagante. Ci siamo. Scelgo di vedere ciò che io scelgo. L'ho già detto più di una volta nel libro questo atteggiamento. È una scelta, deliberata. So che hai compreso. La piccola men-te vecchia a volte ancora ci prova. Ma siccome lo sappiamo, non le diamo il fianco. Io - tu - lei - stiamo nell'energia, nella vibrazione come se ciò che stiamo costruendo già è. Nota che se tempi e verbi non sono corrispondenti, so quello che scri-vo. So che faccio un uso libero di tempi e modi dei verbi. Vivo l'adesso, non l'astrazione.

Bene. Mentre scrivevo questi pezzi: Psiche Mente Inconscio Corpo e Resettare, si presentavano altre istanze, altre parti di me. Le ho messe subito in parole, loro comunicano con me e io debbo semplicemente tradurre in parole scritte ciò che questo mondo interiore che si va delineando, mi trasmette e mi fa vivere. Sì, perché io sono la risultante di questo mondo. Ogni giorno di più tutto questo si presenta come un palcosce-nico, e sempre nuovi personaggi si mettono in scena. A volte sanno già cosa dire di sé, altre volte preferiscono essere in-tervistati. Uscire a se stessi con delle tracce di domanda. Io assecondo questa grande recita, la messa in scena delle Parti di me re-inventate. Volute, pensate, scelte dalla massima ver-sione della più espansiva e generosa visione di me. Oh, sì, e so inventare molto di più per far ricadere nel mio qui e ora ciò che desidero.

Da due giorni Anima e Spirito hanno voluto essere re-intronizzati. Io li avevo fatti fuori, sospesi, se ricordi. Basta andare al pezzo “Resettiamo” e trovi come e perché avevo messo in stand by Anima.

Sono parti astrali, non prettamente terrestri e io, di tutto ciò che non è dalla mia parte, sospetto.

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In passato queste parti sono state la nostra grande insidia. Noi, terrestri, eravamo spostati dalla centratura, davamo più valore alla parte spirituale, animica, razionale, che a quella concreta di sentimenti, emozioni, corpo, cuore. Così ci aveva-no insegnato, anche ricattato, e ce l'avevano incartata bene la faccenda tanto che addirittura ci sentivamo in colpa quando sceglievamo di stare nel corpo, nella carne, nel terrestre. Beh, pare che cominciamo a renderci conto che la forza sta dalla parte nostra, non dell'astrale, animico, ecc. La forza sta nella dimensione terreste, umana. Noi abbiamo l'energia, basta svenderla. E, quando dico terrestre, sapete bene che non in-tendo la Terra rotonda, che ruota e rivoluziona ecc ecce ma semplicemente una dimensione. Vedi come passo in continuazione tra Anima gemella e Terre-stre per indicare colui che sta accanto a me e che mi piace? Per questo: anima gemella è un target. Ci siamo abituati a in-dicare con questo nome il compagno, la compagna che inten-diamo allineato/a a noi, ma da quando ho visto meglio l'insi-dia di enfatizzare anima e ciò che - non è carne - materia - sto bene attenta a riportare sempre qui, a terra, nel qui e ora ciò che vivo e ciò che ancora desidero. La forza, la mia almeno, deve stare qui.

Perché insisto tanto, ultimamente, col dire non c'è sole fuori, non c'è sistema solare, galassie, centro della galassia, ecc., perché questo è l'impianto che abbiamo dentro e che ci tiene legati. Mantenere l'idea di un sistema fuori serve a mantener-ci legati ad un sistema di potere, di controllo, di risucchiamen-to di energia. Questo è il punto. Qualcuno, probabilmente una stessa parte di noi, ha creato tutto il sistema così da ag-ganciarci la nostra mente. Ripeto, ciò che ci sembra di vedere fuori, nel cosmo, lo vediamo perché questo abbiamo scelto di mettere in luce delle mille possibilità che stanno dentro di noi. D'altronde è una bella invenzione, una bella fantasia. Solo

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che poi l'abbiamo assunta a realtà e verità. Questo vale non solo per l'astronomia ma anche per gli altri aspetti della real-tà, in ogni parte di cui abbiamo rappresentato un sistema a cui facciamo riferimento, là c'è la stretta della gabbia. Vedete, oggi mi rendo conto che scienze e scienziati, che han messo fuori dalla porta religioni e credenze, non le hanno però smontate dal loro sistema di creazione, né di ricezione. Quin-di, scienza e scienziati… “noi crediamo solo a ciò che cade sot-to i cinque sensi”… sono ancor più creduloni dei credenti. È dentro che abbiamo questi ganci della necessità di darci un punto, dei punti di riferimento esterni. Questi poi ci legano, noi ci leghiamo perché diamo loro la nostra attenzione, l'e-nergia, il nostro potere. Lo scenario è vecchio e obsoleto, e la rappresentazione pure. Mi viene in mente il Globe Theatre di Londra. Shakespeare, per capirci, ecco noi dentro abbiamo un impianto così, datato. Bello, certamente avvincente, anche emozionante, dà sommovimenti all'anima assistere ad una rappresentazione shakespeariana nel suo teatro. Ma siamo andati anche avanti. Non mi dire che noi, dentro, quanto a consapevolezza delle nostre strutture di pensiero e di crea-zione, siamo in epoca elisabettiana!

Taglio Sciolgo Trasformo

ci metto tre dinamiche della forza, vediamo di smontare que-sto impianto, che sotto ci siamo noi, autentici. Ritrovare la nostra natura essenziale.

Torno a noi, Anima e Spirito evidentemente una funzione ce l'hanno davvero, e hanno bussato alla porta. Ovvero, si sono imposti! Hanno solo atteso che io portassi in scena Cuore e, approfittando della bontà di Cuore terrestre, hanno trovato come re-infilarsi nel sistema.

Li ho lasciati parlare, sono ammalianti sapete? Specie Anima, è seduttiva. Lei s'è presentata minacciando che: se io non la

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ri-legittimavo nel sistema, lei mi nascondeva Anima gemella. Anima è intrigante. Diciamo che a me questa parte è sempre piaciuta. Anima mi ama. In Anima mi amo. Qui io, Vittoria, so-no prima di tutti e di tutto. In Lei ci amiamo, veniamo prima di tutti e di tutto. In Lei siamo intronizzati. Anima risuona per noi. Tanti altri aspetti li lascio a voi raccontare, come vi vivete Anima. Anima sa come intercettare, beccare, agganciare Anima ge-mella. Per cui, vediamo di non rischiare sulla mia Anima ge-mella Terrestre. Sul mio Cuore Gemello. Ok. Riconosciamo e legittimiamo Anima. Così è andata, e più sotto troverete il modo seduttivo, intri-gante con cui lei s'è posta. Importante che funzioni! E confermi qui la mia Anima gemella! Terrestre Rifletti un attimo, mio caro lettore, e ascolta: dove sta la tua energia? In che cosa tu risuoni? di ciò che hai letto qui? Ecco, velo non si dà. Ma quale velo di maya, dell'illusione. An-che questa è una storiella, e noi a crederci. Sono il creatore

della mia realtà ed ho consapevolezza della mia creazione18

. Forse debbo semplicemente ri-sintonizzarmi su le mie anten-ne; i miei recettori hanno capacità percettive e interpretative a tutti i livelli. Io so decodificare le vibrazioni, le dimensioni, i linguaggi. Mi ascolto, ascolto la mia vibrazione, l'energia, ed essa mi conduce tutta la mia creazione. Innanzitutto il mio Gemello Terrestre.

18 Vedi il laboratorio 6 su Inconscio al capitolo Lego.

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Impossibile? Tutt'altro. Basta che voi accettiate il fatto che potete pensare così, e il pensiero vi accontenta, non ha biso-gno di voi. Il pensiero si imposta, resetta e re-imposta da solo.

Pronuncio troppi... io io io? E chi se ne importa. L'ho fatto il lavoro di ridimensionare "io". Ricordate? abbiamo detto con Michael Ende:

-Tutto ciò che io scrivo, accade.

Per cui:

Là - fuori - non - c'è - nulla.

Se - tu - non - lo - crei - là - fuori - non - c'è - nulla. Il - re - è - nudo - e - pure - la - regina.

Non esiste storia. Non esistono eventi, ere, epoche. Ogni mo-vimento di pensiero è un file usato e usurato che è apparso, meglio appare alla mente, lei... ne ha pensate tante, di tutti i colori, solo che poi ha fatto della sua fantasia la realtà. Le ha credute vere, le ha imposte a se stessa, alle altre parti di noi, le ha coperte con un velo, psiche delle sue credenze. E Psiché ha lasciato fare, regina libera e sicura di se stessa. Mente ha riempito Inconscio di forme dando al tempo e allo spazio con-sistenza. E depositi, depositi di file, cartelle di memoria, even-ti gioiosi e sofferti, separati, hanno ingombrato Inconscio. Ma noi, io, che esisto oltre mente, dov'ero? Perché ho lasciato fa-re? O va bene così? Mente, per quanto con i suoi limiti, non è stupida. Ma ti pare che io - creatore di me stessa e del mio universo - abbia creato degli strumenti di creazione stupidi ed inadeguati? Ma va! Aspettiamo di comprendere bene il tutto. Solo che la comprensione del Tutto è in altre dimensioni di comprensione. Chiede altre categorie per essere intercettata. Soprattutto esige la passione di sperimentare. Anche questo che sto raccontando è solo una metafora. È stata tutta una sincronicità.

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Cammino per le strade e vedo la nostra parte "macchina". Vedo la gente, come tante batterie, dare energia alla macchi-na. A tutto il sistema "macchina" "tecnologia" "metalli". Riflettiamo un attimo sui metalli. La ricerca e l'estrazione dei metalli dalla Terra ha impostato gli stati, le nazioni, i popoli. Non mi dilungo. Perché questa inarrestabile avidità di metal-lo? A che cosa corrisponde in me? Il Metallo? Quale parte di me è ... metallo? Tecnologia? Macchina? Perché, dato che io insisto a dire che là fuori non c'è nulla, chiaro che metalli, tecnologie e macchine le ho create io. For-se è una co-creazione. Non so, questo non lo so ancora. Da dove venivo quando ho pensato che mi serviva tutto que-sto metallo? Questo proiettarmi all'esterno in un “essere macchina”? L'ho compreso che sono “macchina”, io sono nel mio corpo, nelle mie dinamiche interiori, anche nella mia psi-che. Non ho più bisogno di tutti questi scafandri di metallo all'esterno che ingombrano, stordiscono, puzzano, mi tolgono l'aria pulita, le visioni meravigliose dei paesaggi naturali. Mi separano da me stessa, risucchiano la mia energia. Mi tolgono la bellezza, l'estesi. Sono macchina, certo, ma di una potenza che la macchina esteriore non riesce ad esprimere. Anche il mio Cuore è mac-china, ma è molto di più. “Cuore macchina” macina emozioni, sentimenti, amori. Questo voglio vivere! Noi qui, in Vittoria, nel laboratorio del capitolo Taglio abbiamo disinstallato men-te vecchia e impostato Mente nuova, ora qui disinstalliamo “necessità del Metallo”. Torno a quel momento del passato in cui, per una sacrosanta ragione di quel momento ho inventato Macchina fuori di me. - Bene, grazie, ora vai gentile idea e creazione di “macchina”. Grazie del lavoro che hai fatto, mi hai permesso di prendere

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consapevolezza della grande e potente macchina perfetta che sono. Ora mi voglio vivere la mia potenza. La mia macchina è Cuore. Distruggo e screo la macchina all'esterno, la mai colmata ne-cessità dei metalli. I metalli stanno nella natura, da qui li vo-glio incontrare, senza più separarli dalla dimensione terra. Torno a quel momento in cui qualcuno m'ha detto:

- Guarda guarda... la realtà è questo… Macchina.

- Hai la necessità della macchina, della tecnologia.

Metto un archetipo, un movimento della Forza:

Sciolgo. Taglio. Espando.

Proteggo Proteggo.

Espando. Traghetto. Perfeziono.

Non immaginate il Nuovo Mondo come equilibri permanenti.

Né tranquillità. Né sicurezze né certezze. La Terra non è que-sto, ma per questo la Terra attira. E poi sarebbe una noia. La Terra è luogo di cambiamento, di ombre. Novità. Sorprese. Destrutturazione ristrutturazione, stagioni, giorno e notte. Solo, Mente doveva essere ri-allineata ai ritmi naturali.

Misuro

Corrispondo Unisco Vivo

Trova gli archetipi!

Vivo.

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Cuore Anima Spirito

Anima

Cuore - il Tempo - il luogo dell'alchimia

"Cuore: dimmi tu la verità la amo? è vero che la amo? Sì che la amo eccome! Ed è tornata in scena Anima, portandosi appresso Spirito, non ci stanno a starne fuori d'altronde lei la chiamavo - anima gemella - poi ho disattivato Anima e ho messo fuori pure anima gemel-la. Non ci penso proprio, io lei la desidero. Lei, mi porta il mondo. C'è un energia bellissima con Valeria. Punto". Questo mi ha inviato un mio lettore, dicendomi che aveva fat-to come è scritto nel mio blog del sospendere Anima. Il giorno dopo mi ha allegato questo testo che vi aggiungo qui sotto. Mi sono detta: - Ecco uno sperimentatore. Questo volevo. - Allora davvero sto creando la mia realtà!

Così abbiamo iniziato a confrontarci su ciò che lui stava vi-vendo, provando, su come le situazioni cambiavano di mo-mento in momento in base a come lui ri-formulava il suo pen-siero. Lo scritto che trovate qui è la nostra ri-scrittura di que-sta condivisione e del passaggio che ci siamo ritrovati a fare insieme. Il racconto comprende brani di Vasco, così chiamo il mio lettore-sperimentatore, e miei. Perché lo pubblico? Per-

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ché Vasco ha raggiunto un equilibrio con la sua anima gemel-la. Per cui, documentazione in più da iscrivere al nostro labo-ratorio sperimentale di:

Come farsi trovare dall'anima gemella terrestre attraverso gli archetipi.

Anima Anima che dici di te stessa? Chi sei in questo meraviglioso avvincente imprevedibile palco-scenico? Ho chiamato sulla scena Cuore e con Cuore sono arrivati Anima e Spirito. Bene, siete una triade di dinamiche dentro di me? Mi viene in mente il ganglio a tre che dà gli impulsi a Cuore. Voi mi avete portato Anima gemella Valeria. Bene grazie vi amo e vi riconosco. Tu Anima mi hai portato un'energia fantastica anzi più più, è meravigliosa. Anima stanotte tu stai con me e mi parli così domani dico di te chi sei e che fai in questo nuovo palcoscenico della vita nuova. Cuore m'ha detto che lui controlla il tempo. Crea il tempo. Cuore è una deità dentro di me? Pur chiamato, Cuore ancora non entra in scena. Mi rinvia a Anima.

Anima è il radar, ecco perché è lei che mette in scena la mia Anima gemella.

Lei la intercetta. Anima è la mappa del territorio, ecco perché sa intercettare Terrestre; lei è la nostra plancia di comando. In Anima abbiamo la centratura, l'orientamento, le coordinate per viaggiare dentro di noi. Quindi poi anche fuori. Prima bi-

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sogna essere in Anima, allora cade tutto il palcoscenico ester-no, fasullo, del nostro essere piantati qui in una terra rotonda sulla quale ci sentiamo prigionieri, di essere in un sistema con un sole, e la Terra che gli gira gira attorno, i pianeti, i satelliti, uff...

Mantenere l'idea della terra rotonda ci costringe a restare nella ruota. A girare come i topi, o i criceti. Oh, la testa! E tan-ti altri incastri che stanno venendo alla luce.

Mantenere il sistema solare è mantenere la prevalenza del maschile sul femminile. L'idea di un senso del dovere, il preva-lere, la prevaricazione, la necessità di uno forte e uno debole, la necessità di uno che comanda e uno che ubbidisce, della forza intesa come potere. Mantenere lo schema che, per esi-stere nella concretezza della materia, abbiamo bisogno dell'energia che ci viene da fuori di noi stessi. Sono schemi e continuano a tenerci ingabbiati perché confermiamo gli schemi. Li insegniamo, li raccontiamo, imponiamo. Possiamo esserne fuori. Così tutto il sistema e le galassie. Sai le trame perverse, in cui siamo incastrati, che vengono a galla ora che iniziamo a vedere la corrispondenza stretta stretta tra dentro e fuori.

Se vogliamo, pur se qua scardiniamo tutto, le carte dei Taroc-chi che in fondo sono processi che discendono dai 22 archeti-pi primari, ci fanno ulteriore luce su quanto sopra: l'archetipo primario che dice legare è il 19, bene la carta dei Tarocchi 19 è il sole. Allora il sole è un archetipo, una chiave per legare. E noi a cosa siamo legati nel sistema solare? Ora che so scelgo io ciò che mi può legare per un tempo, e ciò che mi lascia libe-ra, posso ri-formulare, re-impostare i miei legami.

Prima va ritrovato tutto dentro. Dentro non ci sono solidi... mondi di materia, dentro ci sono movimenti, vibrazioni, di-namiche, pulsioni, intuizioni, insight, centri energetici, intera-

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zioni di forze che noi abbiamo poi esplicitato fuori come real-tà materiali. La funzione e il significato dei mondi che vedia-mo fuori è quella di portarci alla corrispondenza: noi dentro ci muoviamo, ci relazioniamo con noi stessi, con modalità che sono corrispondenti a ciò che vediamo fuori nei mondi all'e-sterno. Questa la corrispondenza dentro e fuori, alto e basso, della Tavola di smeraldo.

Va vista, colta. Dentro non ci perdiamo, non nascono paure. Le stesse dinamiche che vediamo nei mondi fuori le mettiamo in scena verso noi stessi e nelle relazioni con le persone, che altro non sono che proiezioni e creazioni di noi stessi.

Terribile. Ma è così. Quando entri in Anima sei sicuro. A casa. Sai di te. Se stai in Anima ti centri. Anima ti porta a vivere lo zohar dentro. Viene un momento in cui ciò che per tanti anni hai sperato, inseguito, ecco, nel momento che Anima è ri-centrata e ri-formulata nella sua funzione, ecco, tutto ciò che è stato intravisto, intuito, detto dei corpi sottili e della loro potenza, ecco, si apre. Si rende manifesto e fruibile. E tu, caro lettore, nella tua terrestrità sei davanti al tuo cosmo, quello che sta dentro di te. Alla tua potenza, al tuo potere. Anima perciò è la capacità di orientarci nel cosmo che siamo dentro, essa esplicita la stessa funzione fuori, nella realtà che creiamo all'esterno. Ecco perché Lei sa sempre dove siamo e dove an-diamo. Non solo, lei sa chi abbiamo creato, e dove sta. E ce lo porta. Anima mi porta l'anima gemella, quella terrestre, come piace a me. La intercetta tra mille e mille. Anima apre i link. Ossia apre la comunicazione telepatica. At-tira il mio universo. Alza la mia vibrazione. Lei ha il mio nu-cleo. Sa chi sono e ora me lo rende aperto, percepibile. In Anima io parlo con la mia anima gemella ogni istante. Lei mi sente, in Anima. Non ci fermiamo qui, noi siamo Corpo,

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Cuore, tutto accade perché Anima è pienamente terrestre, ora che tu hai deliberatamente scelto la tua pregnante vita di carne e cuore. Adesso, inventa i tuoi mondi e abitali. Spirito Pur chiamato, Cuore insiste a non entrare in scena. È arrivato Spirito. Spirito è l'energia per Anima. Così come Inconscio è l'energia per Psiche. L'energia di Spirito è molto sottile e pervasiva. Anima si nutre di qualcosa di diffuso, leggero, di vibrazioni più intense e rare-fatte che hanno un'intelligenza bi-locale, multi-locale. Anima è qui e dappertutto, certo anche Psiche, ma mentre Psiche ha una consistenza maggiore, l'avverto come una trama, la tra-ma gliale? Anima è più sottile, intercetta oltre, oltre, messag-gi, input dentro di me che poi Psiche decodifica e fa diventare un linguaggio che Mente può recepire. Come se da lontano lontano nel cosmo - quello dentro me certo - Anima cogliesse gli impulsi di sonar, pulsar, stelle, nodi cosmici, orizzonti degli eventi, stelle... e li portasse qui a me, e io mi sento una col co-smo. Poi tutti questi impulsi si fanno sostanza, materia, prima forma di materia, e sono i neurotrasmettitori. Essi ci danno la percezione del viaggio. Così percepisco. Spirito dà a Anima la forza per fare questo. Spirito è vibrazio-ne maschile per Anima femminile. Spirito nutre Anima e allarga espande fortifica introneggia Anima gemella. Spirito è per Anima un po' quello che Inconscio è per Psiche. La sorgente dell'energia. Forse è ciò che viene chiamato ete-re?

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Vedo la corrispondenza tra Anima e Spirito e tra Psiche e In-conscio. Mentre Anima e Psiche hanno la traccia, l'intento, il progetto, Spirito e Inconscio forniscono l'energia, a livelli diversi di vi-brazione, e quindi di dimensione, per far cadere nel qui e ora della concretezza l'intento. Io, come creatore sono una siner-gia di dimensioni e di dinamiche.

Bene, Spirito è la situazione più concreta che possa esistere. In Spirito faccio le cose, e me le godo.

Sto bene, mi sto vivendo un bel momento di scrittore, di rela-zioni, di amicizie, di avere il mio posto nel mondo, di di di... Sto inventando un sacco di cose e, quando meno me l'aspet-to, ci sono dentro. Tutto concreto, di carne e di materia, sotto il sole, sì, l'abbia-mo tirato giù dal cielo, ma dentro ne abbiamo uno potentis-simo di sole, che pulsa e illumina. Abbiamo un sole dentro ed uno fuori. Certo. Questo è Spirito. Sai che ha fatto Spirito? Dato che è la con-cretezza.

Solidifico

dice l'archetipo, vallo a intercettare, lettore-sperimentatore. Sai che ha fatto Spirito? Ha girato la lente. Da quando Spirito ha deciso di girare la lente io vedo solo cose belle, risolvibili e risolte, in avanti, in positivo. Avverto noia per le persone e le situazioni che si piangono addosso. Quando mi attraversa un'emozione destabilizzante o disturbante dico: - Questa non è mia. Al mittente. E davvero se ne va. Se insiste, insisto pure io, alla fine io mi sento sollevata. Il giorno dopo quel tormentone non ce l'ho più. Quindi, significa che la mia parola ha forza, ha potenza. Ecco, è Spirito che nutre il mio pensiero.

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Certo, prima c'ho fatto un lavoro!!! Ma accade.

Corrispondo.

Ecco il mio sole. Il centro della mia creazione e del mio creare è il mio terzo occhio. La mia ipofisi al massimo del suo essere. Ecco, il centro del mio universo è qui. Qui impianto e introniz-zo il mio sistema solare. Sole: terzo occhio. Poi trovo i miei pianeti ovvero le grandi parti di me che interagiscono sinergi-camente, come una musica delle sfere, con il mio sole. Corrispondo. Cuore

Così Cuore, che era entrato in scena per primo e mi ha porta-to Anima e Spirito, si presenta per ultimo. Che Cuore... Cuore è l'energia tempo. Batte Cuore. Crea Tempo. Tempo, altra deità, certo, se nasce da Cuore. È la possibilità di esistere nelle mie creazioni. Nascono da Cuore, allora son per-fette. Cuore porta la concretezza. Movimento: rendo solido, amo ciò che creo.

Cuore è l'Alchimia. In Cuore tutto si apre si trasforma si fa amorevole benedicente. Lo sguardo di Cuore è pacifico atte-nuante comprensivo dialogante avvolgente e abbracciante. Con Cuore posso andare lontano.

Cuore contiene e conosce l'energia Amore. Non serve dire di più. Qui tutto accade.

- Quello che io scrivo, accade.

Quando è scritto, detto, pensato dal centro di me, da Cuore, accade.

Cuore è il segreto. È il laboratorio 7 di Perfeziono in cui ab-biamo imparato ad essere segreti a noi stessi e soprattutto al

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fuori di noi, dove la nostra creazione ha la gestazione, nutrita dall'amore. Cuore mette in scena Anima e Spirito. È il noc-chiero di Osservatore. Cuore dà l'orientamento e la rotta. Il mio Cuore di carne, di terrestre. Al capitolo Aggancio avevo accennato che avrei chiamato la forza in altro modo. Perso-nalmente quando avverto in me le spinte, gli spasimi o la se-duzione della forza, solo così mi viene di chiamarla F o r z a, perché questa parola dice, in tutta la sua forza, che cos’è il flusso che ci attraversa. Spesso un'amica mi riprendeva:

- Perché la chiami così, quella che tu chiami forza è l'amore.

Uff, però è vero. Se non sei in Cuore non arriva la forza. Pos-siamo chiamarla Amore, ci aprirà a ben altre comprensioni. Amore rimette in scena tutti gli archetipi, li irrobustisce, li ar-roventa, li ri-orienta, li intreccia in una danza che ci coinvolge, e ci porta. Dove, non si sa.

Sappiamo però che se si chiama Amore ci donerà grandi vis-suti.

Oggi so come voglio vivere le mie interazioni, soprattutto le mie storie d'amore. Il mio stato di anima gemella che cammi-na parallela, e danza, con anima gemella. Danza di Corpi ge-melli, in Cuore.

Come la pianta vive respira e cresce. Un bellissimo arbusto, una rigogliosa bouganville che s'espande come liana accesa tra gli alberi. S'affaccia alle finestre del mio Cuore, vi scruta dentro, porta cromature di luce, tremolio di fiori e foglie attraversati dalle brezze. Come una palma cresce alta e rigogliosa, sicura di sé, ben piantata e capace di dondolarsi, flettersi al vento e risali-re. Così, senza sforzo, senza interpretazioni della ragione, senza osservarsi in continuazione. Chiudere occhi orecchie bocca e vivere di flussi. Vivere nel profondo, nel buio che è luce. Vivere silenzi, saggiare la fisici-

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tà, la fragilità, la timidezza, la forza e delicatezza dell'altro e vedermi in essi. Incarnare il suo sentire. Essere fiera di portare a spasso il suo sentire. Riconoscente per avermi dato fiducia, aver scelto me come specchio e ap-prodo di se stesso. Esprimermi con la sua emozione, così che egli senta se stesso risuonare in me. Riconoscermi nelle paro-le dell'altro. Sentirmi non esistere di me stessa ma, respirare in lui. Essere pianta, acqua, roccia, seme, luce, animaletto, anche bestia. Fuoco. Esistere come Terra. Esistere in corpi di terra, di carne, e godersela. Sollevati da ogni pensiero su noi stessi, da ogni spiegazione di ciò che siamo o possiamo essere. Non ci serve, siamo liberi. Non chiamarci per nome, toccarci. Cer-carci con le dita. Gli occhi.

Cuore è esserci.

Fuori dai tempi omologati, imposti. Liberi, negli interstizi del tempo del mondo. Giocare, essere bambini.

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L'Osservatore Coscienza Tempo

L'Osservatore Talmente sono Osservatore che quasi non mi vedo. Sono Uno con la realtà che creo, per cui, mentre sono, non mi necessita dire che: - Ci sono. Sto vivendo. Vivere è un orgasmo perenne. Non si parla per niente in certi momenti. Si sta con i flussi. Ci si sospende, ci si dimentica di sé per l'Io sono. - Io, sono. Ecco, è tutto. Sono Osservatore, scelgo di osservare flussi. Scelgo di osser-vare sentendo. Di mettere in scena flussi. Scelgo di portare nel qui e ora la donna e l'uomo terrestri, integrati, sazi del lo-ro benessere. Terrestri immersi nel loro pianeta verd-azzurro in cui le vibrazioni della natura e degli uomini interfacciano e danzano. Sono consapevole che la realtà fuori è corrispondente a ciò che sono e che divento. Quando il fuori ancora non è in sintonia con me, e io con lui, mi fermo. Adesso mi rendo conto del mio strumento di crea-zione, torno qui, scorro, rileggo queste Parti di me, e so che qui, da qualche parte c’è la risoluzione, il passo avanti, l’uscita dall’impasse. Lo strumento è sempre sintonizzato sul mio programma dell’origine, quello della città dell’oro da cui provengo. Per cui, qui dentro ho la mappa di ciò che sono, di dove mi trovo io e chi fa parte del mio mondo di fuori. Scorro queste pagine, creo il collegamento tra la realtà che mi interpella fuori e questo spazio dentro di me. La soluzione mi

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balza davanti. Che cosa trasformare, che cosa resettare e ri-formulare del mio impianto, del sistema dei miei pensieri. Presto, nel mondo di fuori, ho la risposta alla mia alchimia in-teriore. Coscienza Mi sono creata questo strumento che è Osservatore. Sa be-nissimo prolungarsi nella concretezza così che io mi espanda in mille creazioni. Innumerevoli mondi. Uno. Sono Coscienza terrestre. Sto bene qui, in questa dimensione. Ogni volta che nasce il desiderio di incontrare altri mondi cer-co tra le tante parti di me quella più idonea a portarmi nel viaggio, può essere un personaggio, un luogo, una dimensio-ne. Oggi, da terrestre, voglio ringraziare e salutare Alice, il Cap-pellaio matto, Wonderland, che mi hanno accompagnata in Vittoria. Grazie a loro ho potuto librarmi oltre l'apparente limite della vita sulla Terra e aprire chiavi potenti dentro di me. Ho conosciuto gli archetipi nella loro forza e funzione. Ho pe-netrato la realtà che i terrestri chiamano “oggettiva”. Ho viaggiato nella realtà nella sua interezza, dove non c'è se-parazione, ma tutto ricade nella felicità e pregnanza dell'i-stante che Corpo sa farmi assaporare molto bene, perché Corpo è molto di più di ciò che abbiamo fino a qui sperimen-tato. Corpo, dell'età dell'oro, pur essendo un corpo di carne sa condurci nei mondi che dentro di noi siamo. Oggi, ringrazio il mondo quantico che mi ha pervaso, m'ha aperto le porte di Wonderland, della magia, dell'immaginario, del matto e del mago. Ha riempito Psiche di folletti, fatine, particelle, quasar, bosoni w+, z, w-, per indicare tutte le pos-sibilità che il mondo quantico ci permette di… permetterci.

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Come Coscienza, in questo mio viaggio nel mondo quantico, ho sempre mantenuto la presa a terra. Il contatto con il mon-do della Terra e quanto vi appartiene. Anzi, forse sono andata là, tra le stelle, proprio per trovare una chiave da usare qui, nella materia. La chiave funziona. Oggi come Coscienza terrestre mi vivo la concretezza della carne, dei corpi costantemente irrorati dalla chiaroveggenza e magia. Saluto Alice e la ringrazio, sono stata questo personaggio, ho utilizzato la sua capacità di entrare nel mondo che c'è, ma pa-re non si veda. È da là che, pur scegliendo oggi la Terra come dimensione di appartenenza, continuerò ad attingere forza, amore, intelligenza, fantasia, unicità, da giocare nel mio mon-do fatto di uomini, donne, bambini, cibo, natura, mare, piante e fiori, animali e stelle. Un palcoscenico apparente ma così perfetto e ben congegna-to che vince sulla mia diffidenza, sulla mia ritrosia a fermarmi, a darmi una casa qui, tra i terrestri. A scegliere ed entrare in un pensiero alla volta, per farlo diventare realtà. Lasciare la vastità e libertà delle mille possibilità dell'attimo che il mondo quantico e dell'anima mi permettono per dare tutta me stessa ad un pensiero, che diventa unico, importan-te. Per un tempo, per il tempo di godermi questo mondo di terra e la mia anima gemella per quanto a noi due piacerà. Anche lui, il mio compagno, ha salutato il Cappellaio matto, ha lasciato la vastità di Wonderland, ed è qui accanto a me. Deliberatamente, per adesso, scegliamo Terra.

Oggi mi firmo: Vittoria

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Tempo Se vuoi essere il tempo nuovo non guardarti nel tempo vec-chio. Abbiamo fatto il giro del mondo, ma non siamo tornati al pun-to di partenza. Viaggiamo per frattali. Comprendere la funzio-ne della metafora Alice, Cappellaio matto e Wonderland ci ha permesso di entrare in possesso della chiave e di poterla usa-re. Questi personaggi sono in noi, sono parti di noi che sap-piamo mettere in scena ma anche salutare nel momento che, captato lassù nel nostro iperuranio, nel mondo dei nostri più alti pensieri, il seme che vogliamo far nascere e crescere qui sulla Terra, deliberatamente ri-assorbiamo in noi, come in un'inspirazione, la vastità e potenza del mondo quantico, del mondo del pensiero, e entriamo in un tempo, una misura, che dà la possibilità a questo seme, di radicarsi e fruttificare qui, nel mondo dei terrestri. Con Vittoria, anche tu caro lettore, hai fatto questo viaggio. Sei entrato nei personaggi, hai visto e agito il tuo mondo magico, il mondo degli archè. L'hai fatto tuo, sta in te sempre a tua disposizione. Da lettore attento, motivato dalla tua naturale spinta all'ani-ma gemella, anche tu oggi, abbracci la tua dimensione terra, carne. Ami la Terra e quanto vi appartiene. Ruoti e rivoluzioni con lei attorno al sole interiore che ti alimenta, t'illumina, orienta il tuo viaggio. Oggi l'energia tempo è tua. Hai imparato a governarla. Tu, da terrestre consapevole, lasci il legaccio del tempo fatto dena-ro.

- Il tempo non è denaro. Il tempo è arte19

.

19 Dalla tradizione Maya.

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Eros Eros è Parte di me. Parte di noi. Eros crea nel flusso della vita. La concretezza della mia creazione è portata da Eros. I 22 movimenti della forza danzano, e io in loro. Grazie a te, anima gemella. Io a me stessa. Meravigliosa creazione. Ora tu, compagno di viaggio, che mi sei a fianco, di fronte, dentro, davanti a spec-chio, e mi chiami. Le anime gemelle, i campi morfogenetici dei corpi in sintonia, i filamenti del DNA, le energie della kundalini. Fotoni e anti fo-toni per cui le differenze, le polarità, le distanze, le comple-mentarietà, ciò che di me non so e che m’attira nell’altro da me. Le armoniche del cosmo, la musica delle sfere e quanti altri specchi di noi. Vivere il cosmo è un gioco. Siamo talmen-te immensi che per conoscerci creiamo ogni attimo pensiero, fotoni, particelle, fino ai grandi apparati e, con essi, le situa-zioni in cui vibrare. C’è un velo. Possiamo scegliere se è una prigione o la sfida a diventare ciò che siamo. Creatori. Eros mi nutre, custodisce le mie notti e mi sveglia. Ogni giorno torno in scena.

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Palcoscenico 2 Lavorare sugli archetipi primari maschile - femminile. Anche le situazioni delle costellazioni le abbiamo create noi. Dal momento che fuori nulla c'è, c'è tutto ciò che è creato da me. Le storie che vengono dette "costellazioni", per cui io mi porterei in questa vita le vite di persone della mia famiglia di origine, e per cui io metterei in scena personaggi che - io - non sono - con emozioni e sentimenti che non mi apparten-gono, ma siccome non ne sono cosciente essi si ripresentano dentro di me, io li vivo come se fossero miei e non me ne ren-do conto tanto che addirittura a volte io non vivo la mia vita, ma sono costretta a portare in scena la vita di qualcuno del passato, è vero ma anche no. Nel senso che, io sono io qui, in questo qui e ora, sono io che, nel fare i conti con i miei arche-tipi primari: maschile femminile madre padre figlio figlia rela-zioni salute casa lavoro terrestrità, ecc ecc porto in scena a me stessa - me stessa - con un personaggio, uno scenario, un ruolo, una storia, il tutto costruito in modo tale da rappresen-tarmi ciò che intendo sperimentare per conoscermi. E com-prendere la lezione.

Per cui, fino a che continuo a dire:

- Questo atteggiamento è di mia madre e io lo riporto in me e nel mio modo di essere, è di mio padre, eccetera. Mia nonna ha vissuto questo e questo... le tragedie riguardo ai maschi e alle femmine ai figli… ai morti... della mia grande famiglia di origine sono...

e questo pensare mi fa ri-portare sulla scena emozioni senti-menti vissuti, atteggiamenti, non ne esco.

La ruota continua a girare e io continuo a farla girare. Quante volte mi pareva di aver compreso la lezione? Invece eccola di nuovo in scena! Mi sentirei impotente. Solo che or-

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mai so che una via d'uscita c'è, sempre, per cui aspettiamo un momento, chiediamo al meglio di me stessa, alla mia Psiche? A tutte le Parti di me che mi diano la risposta. Sicuro che la ri-sposta arriva. Quando dico: le Parti di me mi riferisco qui, alle parti fonda-mentali, quelle che costituiscono la mia terrestrità, il mio im-pianto. Lo strumento che mi sono costruita per esistere qui sulla Terra. Mi sono detta: - Inutile tentare di modificare i miei pensieri, di lavorare su emozioni, sentimenti, atteggiamenti, situazioni, se prima non metto in ordine la macchina. Se non do una messa a punto al-lo strumento.

Di per sé, lo strumento funziona, ha sempre funzionato e be-ne, ma c'è da qualche parte un qualcosa da ri-equilibrare, ri-portare in asse, dove per asse si intende che il tutto deve fun-zionare per il - mio - benessere qui, in questa dimensione del-la materia. Probabilmente non è giusta nemmeno la defini-zione di terrestre, perché Terra non si dà... non c'è un piane-ta, né un territorio, c'è probabilmente una dimensione di ma-teria, di vibrazione di un certo tipo tanto che l'impressione è questa, della materia, della terrestrità, ecc. Forse la dimen-sione effettiva in cui esisto è semplicemente quella dell'esse-re un qualcosa o un qualcuno che pensa e che riesce a mette-re nel qui e ora di uno spazio tempo ciò che pensa, e ciò che codifica e organizza dalle spinte che sente dentro.

D'altronde da questa posizione, non mi interessa definirmi. Mi interessa rendermi conto se funziono. Che fare? Ripeto: Niente e nessuno mi conduce a portare in scena personaggi del passato per il semplice fatto che 1 - fuori non c'è nulla 2 - per cui non c'è storia

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3 - in questo qui e ora ci sono io 4 - Inconscio non contiene energia o memorie di eventi passa-ti poiché energia è un qui e ora, energia e le categorie del passato o del futuro non hanno nulla a che fare 5 - passato e futuro sono della mente, per cui un'astrazione, non un fatto concreto. Qui, da me, Inconscio contiene flussi, energia che fluisce, in movimento. È il contenitore di energia libera a disposizione. Per cui, allontaniamoci da visioni del mondo e dell'esistenza ingabbianti e riduttive, certo le ringrazio, se io oggi mi espri-mo così, è perché ho sperimentato i passi precedenti e ne ho recepito il messaggio. Ma siamo ancora al punto di partenza: come fare?

A mettere in scena ciò che io desidero? Ossia la mia anima gemella terrestre? E mantenere in atto la mia creazione!

Dentro ho solo i 22 movimenti della forza, dentro mi ricono-sco questi gangli psichici, questi nuclei energetici che conten-gono dimensioni di me. Per me si attivano, e mi creano le si-tuazioni. Sono io che, ancora non so bene da quale parte di me, attivo questi gangli. Ho messo in scena le parti di me, fondamentali, della macchina che sono, computer organico, biologico, che sono. Le parti di me le ho messe in connessione tra loro. Ossia ho creato degli assi cartesiani in cui ho messo in relazione i 22 movimenti della forza con le mie dimensioni fondamentali, quelle ri-formulate precedentemente: Psiche Mente Incon-scio... ecc, tutto il capitolo "Muoio e rinasco" di questo libro.

Ripeto spesso: io sono la risultante di tutto questo lavorare - giovialmente - su di me.

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Non è stata una passeggiata, ma non ha prezzo ciò che da quassù - quaggiù - si possiede come consapevolezza e poten-za. Quindi: attivate e equilibrate le Parti di me grazie agli assi car-tesiani considerati, ecco che gli archetipi primari emergono. Ora mettiamo in ordine questi. Qui incontro la costellazione. Nel momento in cui vado a portare energia pulita, amorevo-lezza, forza, e applicare i 22 movimenti della forza a ciò che io sono come: maschile femminile padre madre figlia terrestre creatore, donna, uomo, coppia... Come faccio a portare equilibrio benessere entusiasmo, spin-ta in avanti sempre e comunque, propositività qui? Ecco, dato che io mi sono raccontata la novella che: mio pa-dre ha vissuto, mia madre.. mia nonna... la zia. Il bisnonno, mia sorella.. ecc ecce... vado da queste rappresentazioni che ripeto - io e solo io - mi sono costruita, e interagisco con loro. Do loro quell'energia amorevole dato che, nel mio raccon-tarmela, mettendoli in scena, ho dato loro delle parti riduttive sofferte tragiche, mortifere. Delle partacce insomma. Faccio giustizia, ordine, equilibrio tra le mie storie e i miei personag-gi. Lo faccio concretamente e così, messi in ordine dentro di me, anche ciò che creo da oggi in poi ha dentro questi arche-tipi armonizzati e connessi e le creazioni che mi vengono da-vanti corrispondono a questa centratura e amorevolezza. Do-po di che basta. Fuori da queste rappresentazioni della mia storia. Inconscio è pieno di energie libere e a disposizione. Come chiamo ed equilibrio tutti questi personaggi? Io ho co-struito una Tabella di assi e l'ho colorata. Ho messo colore, energia, a tutte le parti di me, ai miei archetipi primari ali-mentandoli dell'energia colorata, che conduce i 22 movimenti della forza. I colori e quindi le vibrazioni, corrispondenti alle 22 dinamiche della forza, ossia agli archetipi, li trovate nel li-bro Archetipi.

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Ho costruito anche una Tavola con i movimenti della forza e le sefirot. Nell'Appendice trovate le Tavole e le spiegazioni.

Detto lucidamente: le persone che sto attirando, dopo questo passaggio, ossia che sto creando, sono tali e quali la mia sere-nità, equilibrio e potenza interiore.

Faccio un'ulteriore precisazione, e per essere ancora più chia-ra, dico di me. Con la tecnica spiegata in Vittoria io lavoro su me stessa. Contatto me stessa. Punto. Quando ho centrato un mio obiettivo, e questo corrisponde a me, al mio paradigma e programma, effettivamente ho la risposta. Precisa. In tempi brevi. Quando ciò che vado a contattare è una situazione che coinvolge me e altri i tempi possono essere diversi. Ma, noi, possiamo essere la spinta.

Il tempo è nostro.

Fino a qui è sempre accaduto ciò che io ho scritto. Da Michael Ende: Disse:

- Tutto ciò che accade tu lo scrivi.

- Tutto ciò che io scrivo, accade.

Fu la risposta.

Aggiungo:

- Ciò che deliberatamente penso, soprattutto nel silenzio e nel segreto, accade.

Sì. Dato che tutto ciò che penso è la risultante di ciò che sento e sono.

Vittoria 14 giugno 2016

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Laboratorio 9 - Muoio e rinasco

Alla fine del libro, dopo l'Indice, trovi due Tavole in

assi cartesiani.

Leggi, osserva. Comprendile.

Come vedi le voci degli assi orizzontali sono aspetti

del terrestre nella sua esistenza. Nella Tavola delle

sefirot sono dimensioni.

Queste sono sintesi, tu puoi aggiungere o togliere,

come credi. Tieni sempre conto del fatto che: ciò che

è davvero tuo, che ti preme costruire in questo mo-

mento, non ti conviene scriverlo. Lo aggiungi col tuo

cuore e il pensiero ma, dato che è ciò che stai crean-

do, proteggilo.

Le assi verticali sono i 22 movimenti della forza.

Quindi queste Tavole vogliono mettere in equilibrio,

attraverso le dinamiche della creazione - e nient'al-

tro - ogni aspetto dell'esistenza.

Puoi stamparle, dopo che le hai integrate con ciò che

ritieni importante per te. O disegnarle. Grandi, picco-

le, come senti. Puoi crearle con i materiali che senti

più tuoi, fili, legni.

Prendi i colori e riempi di mille colori tutti gli spazi di

intersezione.

È il tuo mondo, dinamico, la tua energia.

Divertiti!

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Ora con la tua anima gemella i giochini te li inventi da solo/a, ciascuno sa i suoi.

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Le cose vanno. Sì, bisogna riconoscerlo, siamo qui, e l'energia è leggera gioiosa. Si è equilibrata così. Avverto che bisogna centrare l'energia. Il livello della vibrazione. Questo lo dico spesso. In un pezzo precedente dico che do meno tempo al web, ho lasciato deliberatamente curiosità, vecchie cono-scenze per avere più energia da orientare dove so io. Ovvero a nutrire la mia creazione. Innanzitutto nutro me stessa. Mi prendo il tempo. Tempi de-dicati a me stessa. A fare? anche nulla. Un'energia che faccio scorrere verso me stessa senza riempirla di alcuna cosa. Ener-gia pulita. Semplice, sana. Sono diventata una "auto-gemella terrestre", ossia sto in piedi da sola. Sono autonoma. Insieme alimento la mia creazione. Il mio Terrestre. Vi sto raccontando come io faccio, come vedete è tutto molto semplice e fattibile. Importante che funzioni. Caro lettore, hai cominciato a giocare con i movimenti? Non resta granché da dire ora, ancor meno da indicare. I movi-menti fanno da soli. Io mi vivo la mia anima gemella terrestre, sto bene, questa energia mi appaga e riempie. Per quanto ri-guarda me ora sono occupata a vivere pienamente, certo an-che scrivo ma è un optional. Ora, per continuare io aspetto voi. È sull'input dei vostri commenti e delle vostre mail che io posso spaziare nelle situazioni e trovare elementi da condivi-dere. Nella mia vita di oggi c'è un equilibrio di parole e fatti. Bisogna ripensare la funzione delle lettere e delle parole. Questo si fa dalla concretezza, così era nel passato, mani in pasta. La Terra comunica con altro linguaggio, così il mare, le piante, i corpi. Le anime gemelle sono molto terra. È un esse-re anima in cui anima e spirito sono dimensioni sinergiche e concrete. Forse è su quanto abbiamo qui per terra che va re-impiantato il sistema. Non so, so che il mondo impiantato

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sull'astronomia ci ha ingabbiato. È servito per creare la gab-bia. Con esso le scienze, le matematiche. ecc. Se poi sospendiamo tutto un attimo, e cogliamo il fatto che è tutto un film che ci siamo raccontati, una proiezione nostra, prima la finiamo di parlare e meglio è. È difficile dire di qual-siasi cosa il perché. Ogni cosa c'è e non c'è. Posso assicurarti però che il solo leggere in questa pagina in cui tutto cade e si scioglie fa accelerare anche a te il processo. Così torni daccapo, e ti decidi a usare gli archetipi per crearti l'anima gemella e il mondo che vuoi.

Ti resteranno pochi punti fermi, e non dove pensi. Conviene non guardare troppo indietro, lasciar andare, e passare il tempo a inventare dove immettere altra, nuova, energia tempo.

Che vogliamo fare? che goderci? Stiamo puntati su questo.

Mi rendo conto che quello che si dice, si pensa, si scrive ad un certo livello, accade. Ma cos'è, dov'è questo livello? Poiché è un livello che pratico voglio essere più consapevole del suo stato e della sua fun-zione - perché è qui che ciò che scrivo accade. Sarà il prossimo libro.

Vittoria

da Piazza Vittoria Brescia, 14 giugno 2016

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Appendice

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Tavola 1 - Archetipi primari come movimenti e si-tuazioni In cosa credi? “In questo: che i pesi di tutte le cose devono es-sere nuovamente determinati”. Nietzsche

Caro lettore, in questa sezione trovi i link per scaricare dal sito due Tavole, http://francescasalvador.it/tavole-vittoria-scaricare/ esse vogliono essere un'integrazione al ri-allineamento dello strumento di creazione. Nel mio percorso di ricerca e di sperimentazione del mio “es-sere il creatore della mia realtà" e come fare per ritrovarne tutta la funzionalità ed efficacia, ad un certo punto ho com-preso che bisognava riguardare le parti del sistema "strumen-to" e ridefinirne le funzioni. Io credo che - di fatto - il sistema funzioni e bene. Ma se la realtà che stiamo vivendo non è del tutto gioiosa e, se qui, in questa dimensione che non chiamo più nemmeno terrestre, non so che cos'è ma qualcosa è, qui io sono, io mi sto auto-creando nel qui e ora di questo mo-mento in questa situazione, altrimenti non sarei qui nemme-no a comunicare. Quindi il sistema ha sempre funzionato, da qualche parte del sistema c'è un problema, forse neanche questo, c'è un siste-ma che fa la sua parte e bene, per cui già ci troviamo nel be-nessere e nella potenza creatrice. Tutto ciò che pareva sepa-razione e dolore non lo riconosciamo perché, ecco, siamo pienamente spostati nella percezione dell'UNO, sereni e ap-pagati, mentre anche abbiamo integrato il gioco della polari-tà.

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Le Tavole che trovi qui di seguito hanno semplicemente que-sta funzione: guardando, e se vogliamo giocandoci - qui siamo al massimo della creatività e ciascuno ha dentro il proprio gioco - gli assi riallineano la psiche e le situazioni corrispon-denti. Gli assi hanno, in orizzontale una serie di situazioni e di arche-tipi primari tipo: maschile femminile, terrestre, il corpo, i con-testi di vita sulla Terra (qui tu puoi aggiungere ciò che ritieni più utile per te); in verticale i 22 movimenti della forza o fun-zioni. Gli assi sono stati costruiti dopo che ho considerato la funzionalità, non più dei segni e simboli, ma dei verbi. Questo perché tutto è movimento, tutto è vibrazione e flusso. L'ap-proccio quantico ci permette di sollevarci oltre la rigidità della vecchia mente che tende ad incastrarci nei concetti e darci un'illusione di astrattezza e di separazione da ciò che siamo e da ciò che abbiamo creato attorno a noi. Gli assi fanno da soli, nel senso che l'energia funziona per se stessa. Se proprio ci piace, se ci va di passare il tempo, pos-siamo usare queste Tavole e colorarle, fare delle puntualizza-zioni, tutto è sempre modificabile.

Mettersi davanti alla Tavola con questa domanda:

- Dove mi trovo io, nel mio qui e ora, rispetto alla parte di me maschile e femminile e ai movimenti della forza? - Dove mi avverto nell'incrocio degli assi, rispetto alla situa-zione che sto vivendo? Certo, dove mi avverto oggi, ora, il tutto è sempre in trasfor-mazione. Può essere interessante fare questo gioco. Sempre lasciando che il tutto si muova, si resetti, si riformuli al massimo della libertà. Poi rivederlo tra un po’ di tempo e osservare i cam-biamenti accaduti. Certo, situazioni e archetipi, lavorano dentro di noi, ad un cer-to punto ci sentiamo queste impostazioni dentro. Gli impianti

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del nostro sistema di creazione si mettono in luce, si equili-brano, comunicano con noi, ci parlano, ci sollecitano, danno intuizioni, orientamenti, dritte sul percorso.

Si comincia ad avere una consapevolezza del proprio stru-mento di creazione. Attento, sto dicendo - di creazione - non solo di creatività.

Scaricali e osservali. Utilizzali.

Buon gioco.

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Tavola 2 - Archetipi primari e Sefirot

Anche questa Tavola si scarica dal sito. Archetipi e Sefirot è come gli Archetipi giocano nell’astrale e in Psiche. Questo va ri-formulato per primo. Siamo Terrestri, Psiche orienta la lente della scelta perfetta verso ciò che è terra, concretezza, da Corpo nasce la bellezza, il benessere, la con-sapevolezza di chi ha scelto questa dimensione. L'energia va ad alimentare la dimensione “terra”, che è Una, in tutte le sue componenti e dinamiche, l'abbiamo visto nella Tavola prece-dente. Sefirot quindi sta a dire un'impostazione ancora più profonda ed integrante, di ciò che l'Uomo è. Potete giocare con questa Tavola, come con la precedente. La mia e mail per i contatti [email protected]

[email protected]

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I N D I C E

PRESENTAZIONE Pag. 7 INTRODUZIONE “ 13 PRIMI PASSI TRA ARCHETIPI E ANIMA GEMELLA “ 17 Unisco 19 Contengo 26 Metto in movimento 31 Rendo solido 37 Vivo 42 Aggancio 52 Vado all’eterno 61 Proteggo 69 Accetto 76 Concentro 84 DIALOGO DIRETTO CON IL LETTORE “ 87 Penetro 89 Misuro 96 Sciolgo 101 LABORATORIO VIA WEB TRA VITTORIA E LE ANIME GEMELLE “ 111 Trasformo 113 Presso 117 Corrispondo 125 Espando 133 Taglio 141 Lego 149 Perfeziono 159

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RI-CREIAMO IL NOSTRO STRUMENTO DI CREAZIONE “ 171 Traghetto 173 Muoio e rinasco 181 Le parti di me 181

Psiche 182

Resettiamo 184

Mente 187

Inconscio 192

Corpo 197

Che palcoscenico! Che rappresentazione! 200

Terrestre 204

Cuore Anima Spirito 209

Anima 209

Spirito 213

Cuore 215

L’Osservatore Coscienza Tempo 218

L’Osservatore 218

Coscienza 219

Tempo 221

Eros 222 Palcoscenico 2 223 14 GIUGNO 2016 231 APPENDICE 233 Tavola 1 – archetipi primari e movimenti 235 Tavola 2 – archetipi primari e sefirot 239 INDICE 241 BIBLIOGRAFIA DELL’AUTRICE 243

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BIBLIOGRAFIA DELL'AUTRICE

Francesca Salvador, Matrimonio e sacerdozio, ed. Marco Vale-rio, TO, 2011. Francesca Salvador, La costellazione familiare, e book, ed Sysform, Roma, 2011. Francesca Salvador, Archetipi, la danza della vita, Youcan-print, Tricase (Le), 2012. Francesca Salvador, Nel paese dei balocchi, Coscienza cosmi-ca, Youcanprint, Tricase (Le), 2012. Francesca Salvador, I cavaliér, Youcanprint, Tricase (Le), 2013. Francesca Salvador, Eméraude, Anime gemelle, ed. Firenzeli-bri, 2013. Francesca Salvador, Sette settimane con il mio alchimista inte-riore, eBook,ed. Io Sono, 2013. Francesca Salvador, Isshah Adamah, Youcanprint, Tricase (Le), 2013. Francesca Salvador, Emme ya, Youcanprint, Tricase (Le), 2014. Francesca Salvador, Tre libri: Nel paese dei balocchi, Isshah Adamah, Emme ya, E pub, Youcanprint, Tricase (Le), 2015. Francesca Salvador, Serendipity, eBook, ed. Io Sono, 2015.

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Pio Dal Cin - Francesca Salvador, Codogné cuore veneto, ed. Il Marco Polo, 2014. Pio Dal Cin - Francesca Salvador, Codogné cuore veneto, e pub, Youcanprint, Tricase (Le), 2015.

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