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Inchiesta -M agnano. riisti di un business L COLPO DI RE-NI CHE L'ITALIA ha ot- vedrà investimenti diara di mifbrdi nei tenuto dalle fonti rinnovabili, ormai a un passo dal raggiungimento de- I gli obiettivi europei fissati per il 2020, ha spinto il governo, a corto di entrate, a riniodulare gli incentivi con un colpo :. 1 d'accetta, per gli imprenditori, nella mag- ,Añtonio Spampinato gioranza dei casi, è una stangata, anche perché il taglio, in particolare sul solare, sarà pure retroattivo. Fine degli affari nel settore delle rinnovabili? No,a dispetto di queste condizioni difficili, s'intravede un nuovo flusso di denaro che potrebbe ri- dare slancio c utili interessanti al compar- to. Il business delle rinnovabili, insomma, sembra solo all'inizio, e buone sembrano le prospettive peri signori italiani del sole, del vento, dell'idroelettrico. Una fetta (non ancora quantificata) del pacchetto di investimenti da 300 miliardi promosso dal presidente della Cornrnis-- ;wWrlr , l Ine . no#abili sembrava Ma le -imprese più- sione europea Jean-Claude Juncker per spingere la cresciti e l'asfittico tasso d'oc- cupazione nella Ue andrà proprio al set- tore delle energie rinnovabili.A confortare le imprese impegnate nelle rinnovabili c'è anche la stima di 7.700 miliardi di dollari che verranno investiti nel mondo nei pros- sinni 15 areni per generare corrente elettrica, e due terzi saranno convogliati in impianti di fonti rinnovabili. Il costo della tecnolo- gia necessaria a produrre questo tipo di elettricità è crollato grazie agli incentivi erogati in Italia come nel resto d'Europa (Germania sopra tutti) e negli Stati Uniti. Il bello è che entro il 2020 sarà l'economia di mercato e non più i sussidi a rendere interessante l'investimento, per esempio, in energia solare. Tanto che, secondo gli esperti, entro il 2030 la quota di energia prodotta globalmente da combustibili fos- sili si ridurrà al 46% dal 64 di oggi. Che l'energia rinnovabile sia un bu- siness con roseo futuro si deduce anche dalla decisione degli eredi ciel petroliere John Davison Rockefeller , fondatore della leggendaria Standard Oil, di con- vertire 860 milioni di dollari di investi- menti dalle fonti fossili all'energia verde. In Italia, un'altra riprova è la decisione a fine febbraio del fondo infrastrutturale F2i, guidato da Renato Ravanelli, di rilevare dalla tedesca Eon sette impianti fotovoltaici per complessivi 50 megawvatt: con 150 Mw installati, la controllata Hfv Holding Fotovoltaica diventa il secondo operatore dopo Enel Green Power (la so- cietà più importante che ha registrato nel 2013 un utile netto in crescita del 36,4% a 527 milioni). «Sulle rinnovabili, il nostro paese ha fatto uno sforzo straordinario», dice a Ca- pita! Davide Tabarellï , presidente della Le u ltime pagelle tf IiYIeStF"eáli eroenL ueararecHCMr0 mEr I ii f ïiar> Íti4=.áJ,myitllpii ìo, Ì a t , -ái.! .' 9 Francia 0 Sud-Africa

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Inchiesta

-Magnano.riisti di un business

L COLPO DI RE-NI CHE L'ITALIA ha ot-

vedrà investimentidiara di mifbrdi nei

tenuto dalle fonti rinnovabili, ormaia un passo dal raggiungimento de-I

gli obiettivi europei fissati per il 2020,ha spinto il governo, a corto di entrate,a riniodulare gli incentivi con un colpo

:.

1 d'accetta, per gli imprenditori, nella mag-

,Añtonio Spampinato

gioranza dei casi, è una stangata, ancheperché il taglio, in particolare sul solare,sarà pure retroattivo. Fine degli affari nelsettore delle rinnovabili? No,a dispetto diqueste condizioni difficili, s'intravede unnuovo flusso di denaro che potrebbe ri-dare slancio c utili interessanti al compar-to. Il business delle rinnovabili, insomma,sembra solo all'inizio, e buone sembranole prospettive peri signori italiani del sole,del vento, dell'idroelettrico.

Una fetta (non ancora quantificata) delpacchetto di investimenti da 300 miliardipromosso dal presidente della Cornrnis--

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Ine.

no#abili sembravaMa le -imprese più-

sione europea Jean-Claude Juncker perspingere la cresciti e l'asfittico tasso d'oc-cupazione nella Ue andrà proprio al set-tore delle energie rinnovabili.A confortarele imprese impegnate nelle rinnovabili c'èanche la stima di 7.700 miliardi di dollariche verranno investiti nel mondo nei pros-sinni 15 areni per generare corrente elettrica,e due terzi saranno convogliati in impiantidi fonti rinnovabili. Il costo della tecnolo-gia necessaria a produrre questo tipo dielettricità è crollato grazie agli incentivierogati in Italia come nel resto d'Europa(Germania sopra tutti) e negli Stati Uniti.Il bello è che entro il 2020 sarà l'economiadi mercato e non più i sussidi a rendereinteressante l'investimento, per esempio,in energia solare. Tanto che, secondo gliesperti, entro il 2030 la quota di energiaprodotta globalmente da combustibili fos-sili si ridurrà al 46% dal 64 di oggi.

Che l'energia rinnovabile sia un bu-siness con roseo futuro si deduce anchedalla decisione degli eredi ciel petroliereJohn Davison Rockefeller, fondatoredella leggendaria Standard Oil, di con-vertire 860 milioni di dollari di investi-menti dalle fonti fossili all'energia verde.In Italia, un'altra riprova è la decisione afine febbraio del fondo infrastrutturaleF2i, guidato da Renato Ravanelli, dirilevare dalla tedesca Eon sette impiantifotovoltaici per complessivi 50 megawvatt:con 150 Mw installati, la controllata HfvHolding Fotovoltaica diventa il secondooperatore dopo Enel Green Power (la so-cietà più importante che ha registrato nel2013 un utile netto in crescita del 36,4%a 527 milioni).

«Sulle rinnovabili, il nostro paese hafatto uno sforzo straordinario», dice a Ca-pita! Davide Tabarellï , presidente della

Le u ltime pagelle tf IiYIeStF"eáli eroenL ueararecHCMr0 mEr I

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società di ricerche Nornisma energia, «Ilsolare è il settore che ha beneficiato più dialtri degli incentivi pubblici e quindi, piùdi altri, ne sentici la nnancainza.Va cottoli-

' neato che il costo dei pannelli è crollato(e buona parte della produzione si è spo-stata in Cina, culi). Il sistema degli incentivinon può durare in eterno. E l'elimina-zione graduale e pianificata degli aiuti distato è l'urica strada», continua Tabarelli.«Ma certo il metodo utilizzato, di colpo datroppi incentivi a troppo pochi, è dolete-rio. E necessario tiovare un compromesso,anche perché, raggiunti gli obiettivi Ucdel 2020, ce ne saranno altri ancora piùambiziosi. Oltre a dover risolvere il pro-

; bleina burocrazia, dobbiamo pure interri--g<uci sulle priorità. Per esempio st Il'eolico:dobbiamo pensare più allimpatto esteticodelle pale o al vantaggio di energia pro--

i dotta senza emissioni nocive e di C02?».In Italia, oltre, ai colossi e ai grandi in-

vestitori che hanno aperto da amai, ancheI se non sempre con successo, aziende de-

dicate alla produzione di energia pulita,sono tantissi ne 1e piccole e medie societàche sono riuscite a scavarsi una profittevo-le nicchia di mercato. Per molte il tagliodegli incentivi sarà Citale, per quelle piùstrutturate può diventare un'occasione perfare shopping e consolidare il proprio suc-cesso.Tornare indietro non si può: le cen-trali rinnovabili sono ormai al 45% del-la produzione energetica netta nazionale.Fare soldi con la green energy, inson-ma, non solo è ancora possibile, nna è piùche probabile. E alcuni imprenditori in-dividuati da Capital sono ún pole position.

IdroelettricoC'è una nicchia nell'universo dell'idroe-lettrico che ultinianiente ha conosciutouno sviluppo esponenziale: il mini e nni--croidrico, con piccole turbine che fiun-zionano con salti d'acqua di pochi metri,abbondanti nel Nord Italia, Frcndy Ener-gr5, società fondata e guidata da RinaldoDenti, ha puntato tutto su l'innovazionee sul diretto coinvolgimento della rete divalore nel suo core business: dalla produ-zione alla costruzione degli impianti, allamanutenzione. Quotata sul rmercatoAiiiidi Piazza Affari, Frendy Energy ha chiusoil primo semestre del 2014 con una cre-scita a tre cifre su tutti gli indicatori eco-nonuici: valore della produzione +256%

a 2 n ilioni, Ebitda +564% a 1,468 mi-

lioni, utile netto +313% a 314mila euro.

«Trovo sia miope usare gli incentivi per

accaparrarsi terreni e concessioni al solo

fine di guadagnare nel produrre energia.Alla chiusura dei rubinetti pubblici molteaziende si troveranno nei guai», sottoli-nea Denti. «Noi abbiamo scommesso sullatecnologia. Abbiamo brevettato turbinecapaci di generare energia con minimispostamenti dell'acqua. Gli impianti cheabbiamo realizzato e che gestiamo diret-tamente sono i nostri biglietti da visita pervendere pacchetti completi agli olandesicorno ai sudafi°icani, agli ungheresi comeai cileni. Oggi i nostri risultati derivanodalla produzione diretta di energia da 17impianti, ma vedo un futuro molto piùroseo grazie alla vendita dei macchinarinel inondo, E la tecnologia, dalla turbinaai quadri elettrici, il nostro punto di forza».

EolicoUn'azienda che è riuscita nell'eolico adaccaparrarsi vent'anni di tranquillità sul-la produzione di 23,4 GWlvanno è PltEnergia, holding di partecipazioni indu-striali operante nel settore delle rinnova-bili, anch'essa quotata a Milano sul listinoAiin.Azionista di riferimento e ammiìni-stratore delegato è Pierluigi Tortora.Aottobre la società ha acquisito dal gruppospagnolo Ecoener le autorizzazioni e latariffa incentivante per la costruzione diun impianto eolico di 10 Msv che sor-gerà a Langricello, nel comune di Torredi Ruggiero (Cz). Un investimento da15 milioni di euro che porterà nelle cas-se di Plt, a regione, ricavi annui ulterioriper oltre 2,4 milioni, con un incrementodell'Ebitda di circa 1,9 milioni. Il punito diforza della società sta nel presidiare, attra-verso aziende dedicate, la progettazione elo sviluppo degli impiarnti,la gestionne,m>ai-nutenzione e vendita di energia. «L'unicosettore delle rinnovabili che può permet-tersi di non ricevere contributi pubblici èil solare, Per gli altri, eolico in testa, la fasedi start-up non può ancora dirsi conclu-sa», sostiene Tortora. «La nostra società siè strutturata verticalmente, forniamo dallaprogettazione alla gestione degli impiantie questo ci consentirà di crescere ancora».

Simone Togni, presidente Anev,As-sociazione nazionale energia del vento,sottolinea corre il settore sia cresciuto Il

Classifica della potenzaverde installata(in gigawatt i migliaia di megawatt)Cina 182,8Stati Uniti 139,5Germania 77,4Spagna 34,9_Giappone 34,2Italia 33,8India

_31,9

Gran Bretagna 18,8Brasile 18,7Francia 14,6Svezia 8,5

Danimarca 6,6

Dove si investe(e dove conviene) di piùDal 2003 il Global cleantech centerdi EY (Ernst & Young) pubblica unrapporto trimestrale su diffusione eprospettive delle energie rinnovabilie fissa una classifica tra i 40 paesi piùattraenti per gli investimenti, con unindice detto Recai*. Nella classificaelaborata per il rapporto di marzol'Italia appare penalizzata, al 16° po-sto (tabella sotto), per le forti restri-zioni agli incentivi decise dal governo.Tuttavia, fra i paesi sviluppati l'Italia èquello che ha già quasi raggiunto gliobiettivi fissati dalla Ue per il 2020.

Posizione(*) Nazione Punti Recai*1 (1) Cina 75,62 (2) Usa 73,33 (3) Germania _ 66,34(4) Giappone 64,55 (6) India 62,16(5) Canada 59,87 (8) Francia 58,98(7) Regno Unito 58,59(9) Brasile 56,7

10 (10) Australia 56,011 (12) Cile 55,312(11) Corea del Sud 55,013 (13) Paesi Bassi 54,014(14) Belgio 53,915 (16) Sud Africa 53,216(15) Italia 51,9

*Renewable energy countryattractiveness index

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D fino ad arrivare a una potenza instal-lata di 9niila Mw, rispetto a un obiettivoUc per l'Italia fissato a 12.680 Mw per ilcomparto dell'eolico nel 2020. «Lo svi-luppo graduale ha favorito la nascita diaziende nazionali specializzate. »L'introdu-zione dell'Imu sui parchi colici, la cosid-detta Robin tax e la riduzione retroattivadegli incentivi hanno tagliato le gambe anuove installazioni, cadute dai 1.200 Mwdel 2012 agli attuali 70 Mw», dice Togni.Eppure, le potenzialità dell'energia dalvento sono ancora enormi: «Basta vederei risparmi che il consumatore finale ot-tiene in relazione al costo degli incentivi:parliamo di un rapporto di dieci a uno».

Così è possibile prevedere un ulterioresviluppo per tutte le eccellenze che lavora-no nella filiera del vento. Qualche nome:la Ivpc, la società campana che per primaba creduto nell'eolico in Italia; Idnamic,guidata da Claudio Monteforte, che svi-luppa i servizi a supporto degli impianti;Inergia, nata da una costola del gruppodi costruzioni di Piero Santarelli; Ce-dect, che si occupa della costruzione in-fiastrutturale dei parchi colici; la quotataTi-ti e Eri ergy Wrrd...

BiagasScarti del mais, prodotti scaduti, refluianimali: per molte aziende agricole e zo-otecniche tutto quel che andava primasmaltito ora viene considerato una pre-ziosa materia prima. I moderni impianti

Che energie useremo% sul consumo mondiale

10.IflROELETTRICO

DÌ - - -- - d1«RILI

1965 2000 2015 2035FONrE BP ENERGY Ot1rL0OK 2335

a biogas utilizzano i rifiuti per produrreenergia; il residuo può essere usato comeconcime. Secondo i dati diffusi dal Con-sorzio italiano biogas (Cib), negli ultimi 5anni il numero di impianti in Italia dal solosettore agricolo è cresciuto del 490% rag-giungendo le 1.200 installazioni. L'energiaelettrica prodotta già nel 2013 ha tocca-to gli 8mila Gwh. Nonostante il tagliodegli incentivi, il settore ha continuato acrescere. Ora la scommessa si sta spostan-do sul biometano, carburante che si puòprodurre con interventi di potenziamentosugli stessi impianti a biogas. La legge hastabilito nuovi incentivi per il prossimodecennio, «Difficilmente nei prossimi an-ni riusciremo a toccare i livelli di crescitavisti nell'ultimo quinquennio per quan--

II calo del petrolio non fermerà le rinnovabili• Non c'è vera concorrenza fra il greggio, che viaggia sui 50 dollari, e serve soprattuttoperi carburanti, e le rinnovabili, che producono elettricità. Jonathan Robinson dellasocietà di consulenza Frost & Sullivan ricorda che «il petrolio è utilizzato per produrresolo il 5% dell'elettricità a livello globale, e in molti paesi la quota scende all'1% omeno; non è più considerato un'opzione valida per la produzione di energia elettrica».il solare diventerà, secondo stime dell'Agenzia internazionale, la fonte mondiale piùimportante nel 2050, ma per ora è sull'1%: quindi ha spazio enorme.• Il solare è una tecnologia in rapido sviluppo, l'efficienza riduce i costi d'impianto egestione e non ci sono «materiali di consumo» a rischio d'au meriti. Nello studioAnnualGlobal Powerand Pnergy Outlook, Frost & Sullivan conferma che gli investimenti nelleenergie rinnovabili si manterranno forti.• Soprattutto in Europa, i ribassi dei carburanti non freneranno la crescita, seppure len-ta, dell'auto elettrica, che accelererà in particolare in Cina, dove ci sono gravi problemid'inquinamento. Per di più il prezzo alla pompa non è sceso tanto quanto il greggio.• Il petrolio non resterà tanto a lungo a buon mercato, non più di un anno o due.Goldman Sachs stima che investimenti nell'estrazione per un totale di 1.000 miliardidi dollari perdono senso se il prezzo resta sotto i 70 dollari al barile. Il prezzo dellerinnovabili invece è prevedibile. Gli incentivi stanno diventando meno importanti.

to riguarda la potenza prodotta», prevedePiero G tttoiii ,prvsidente del Cib, «ma seil governo darà prova di credere: ancora nelsettore potremmo puntare ad analoghi tassidi sviluppo sul numero di installazioni».

La partita, per quanto riguarda le sin-gole imprese agricole, si giocheni propriostil biometano. L'Italia è il paese europeoin cui circola il maggior numero di vei-coli che usano questo carburante. E si de-ve considerare il livello d'eccellenza rag-giunto dai produttori di impianti a biogas.Il Gruppo Ab di Orzinuovi è leader eu--ropeo di questo tipo di impianti. Le suemacchine sono capaci di produrre da 63chilowatt a 10 megatvatt di potenza. Dra--sticarnente ridimensionati i contributi e ilnumero di nuove installazioni , la Ab, cheha consolidato la sua leadership in tutto ilinondo e diversificato sui grandi impiantiindustriali di cogerrerazionc, continua anavigare a vele spiegate. Lì società fonda-ta da Angelo Baronchelli fatturava 160milioni nel 2012, è passata a 230 milioninel 2013. «Siamo determinati a prosegui-re in tira percorso di crescita sempre tesoall'innovazione e all'eccellenza», riassumeBaronchelli.

SolareGrazie a 520naila impianti entrati in eser-cizio in poco meno di un decennio, ilfotovoltaico italiano ha toccato una po-tenza installata di 17naila Mw e si stiniapossa raggiungere quota 24nnila nel 2020.Ma non con l'attuale tasso di crescita, solo500-600 Mw aggiuntivi l'anno, poca co-sa rispetto ai 9.400 del 2011. Un ritoccoal contributo pubblico appare agli espertidel settore inevitabile. «ll mercato del fo-tovoltaico si è ridotto dal 2011 a oggi acirca un decimo di quello che era primaper il taglio degli incentivi», ha calcola-to Luca Marcucci, direttore gestione emanutenzione di Enerqos, società di ser-vizi energetici. Marcucci si è riferito allenuove installazioni, però da quelle già at-tive arriva un importante flusso di denaroderivante dal post vendita. II giro d'affarigenerato dalla manutenzione e gestionedegli impianti è di circa 350 milioni dieuro l'anno. Ogni megawatt costa 20milaeuro in manutenzione e rende all'investi -tore 400-600mila euro per ciascun eser-cizio. L'energia rinnovabile resta non soloverde rea anche redditizia.