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Il nuovo c ttadino TRIMESTRALE di informazione politico-sociale N. 1-2013 Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - 70% Commerciale Business Ancona n. 73/2009 I n “La sfida. Far politica al tempo della crisi” (2012, Rub- bettino) l’On.Rocco Buttiglione propone una lettura sul- la genesi della crisi economica che ha investito l’intero sistema del mondo occidentale. Un’analisi dettata dalla necessità di comprendere i processi su cui si é poggiato un programma di sviluppo che oggi mostra tutte le sue contraddizioni. > segue a pag. 5 LA SFIDA DI ROCCO BUTTIGLIONE: Mostrare che una nuova realtà politica è realizzabile Scriveteci a: [email protected] Direttore: Giovanni Fermani Comitato editoriale: Umberto Spalletti, Alessandra De Lucia Lumeno, Antonella Fornaro, Marco Caldarelli, Paolo Ciccarelli Segreteria: Pamela Vigiani Grafica: Studio Messa Tipografia: Tecnostampa di Alessandra De Lucia Lumeno Editoriale on. Luca Marconi Elezioni politiche Astensione peccato mortale Quattro tappe verso il voto Anno 2013 N. 1 N elle pagine N elle pagine 1ª tappa La Nuova Evangelizzazione. Ci vuole fede Non siamo più in società com- piute, ricche di antiche saggezze e forti certezze. Siamo nel tempo del pensiero debole, della confusione, della mistificazione. Per questo ci vuole fede perché anche l’attività po- litica diventa un luogo di evangeliz- zazione. In realtà lo è sempre stato, ma oggi più di prima perché man- chiamo dei fondamentali riferimen- ti umani prima ancora che cristiani. C’è da riaffermare la verità sull’uo- mo, sulla sua esistenza, sulla bontà delle relazioni. Tutto è minato alla radice: la vita vale solo a determina- te condizioni, ci si parla via internet e si crede a ciò che si vuole senza al- cuna seria ricerca della verità. > segue a pag. 4 Rinnovamento, questa è la parola d’ordine! on. Rocco Buttiglione R innovamento, rinnovamento, rin- novamento. È la parola d’ordine di questa tornata elettorale. Una parola che conosciamo bene, e che in politi- ca io ripeto da molto tempo. Ma col giusto significato. Non rottamazione, bensì rinnovamento. Come è tipico del cristianesimo che sempre rinno- va, e sempre chiede di rinnovare se stessi, a partire dalla propria coscien- za. Ma per innestarsi sempre più sal- damente in un tronco fruttifero e vi- tale dalle solide radici. Non certo per abbattere l’albero. In politica rivendi- chiamo con forza la coerenza di que- sto percorso, e anche le iniziative pre- se per avviarlo. Il cammino continua. La tappa delle prossime elezioni è un passaggio fondamentale, ma voglio sottolineare che non si tratta di un mo- mento avulso dagli altri, capitato al- l’improvviso. No, è un momento che fa parte di un sentiero che abbiamo voluto, aperto, percorso. Un cammi- no di cui voglio sottolineare alcuni aspetti per far ben comprendere il con- testo in cui si inseriscono le prossime scelte politiche. Rivendichiamo il cammino del mondo cattolico verso un rinnovato impegno in politica. Il Papa e la CEI hanno più volte sottolineato in questi anni l’esigenza di una nuova genera- zione di cattolici impegnati in politi- ca. Per il bene dell’Italia. > segue a pag. 2 1 1 Editoriale on. Luca Marconi Rinnovamento, questa è la parola d’ordine! on. Rocco Buttiglione La sfida di Rocco Buttiglione: Mostrare che una nuova realtà politica è realizzabile Alessandra De Lucia Lumeno 2 2 Banche sostenibili per l’economia reale La ricchezza reale delle famiglie 3 3 La buona notizia La vera speranza per l’anno 2013 Giovanni Fermani La ricchezza reale delle famiglie Regno Unito: una nuova primavera per la cooperazione 4 4 Estero Il ruolo della Cina nello sviluppo economico dell’Africa Alessandra De Lucia Lumeno 5 5 Famiglie italiane alla prova della grande recessione La salute degli italiani 6 6 I fatti del governo Monti a cura di Paolo Ciccarelli Dalle chiacchiere e i litigi del Bipolarismo populista al governo del fare, quello vero Crescita, solo crescita Simone Marconi 7 7 I fatti del governo Monti continuo 8 8 I fatti del governo Monti continuo Nascite e fecondità in Italia Francesco Garofolo

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Il nuovo c ttadinoTRIMESTRALE di informazione politico-sociale N. 1-2013 Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - 70% Commerciale Business Ancona n. 73/2009

In “La sfida. Far politica al tempo della crisi” (2012, Rub-bettino) l’On.Rocco Buttiglione propone una lettura sul-

la genesi della crisi economica che ha investito l’intero sistemadel mondo occidentale. Un’analisi dettata dalla necessità dicomprendere i processi su cui si é poggiato un programmadi sviluppo che oggi mostra tutte le sue contraddizioni.

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LA SFIDA DIROCCO BUTTIGLIONE:Mostrare che una nuova realtà politica è realizzabile

Scriveteci a: [email protected]: Giovanni Fermani

Comitato editoriale: Umberto Spalletti, Alessandra De Lucia Lumeno, Antonella Fornaro,

Marco Caldarelli, Paolo CiccarelliSegreteria: Pamela Vigiani

Grafica: Studio Messa Tipografia: Tecnostampa

di Alessandra De Lucia Lumeno

Editoriale on. Luca Marconi

Elezioni politicheAstensione peccato mortaleQuattro tappe verso il voto

Anno 2013 N. 1Nelle pagineNelle pagine

1ª tappa

La Nuova Evangelizzazione. Ci vuole fede

Non siamo più in società com-piute, ricche di antiche saggezze eforti certezze. Siamo nel tempo delpensiero debole, della confusione,della mistificazione. Per questo civuole fede perché anche l’attività po-litica diventa un luogo di evangeliz-zazione. In realtà lo è sempre stato,ma oggi più di prima perché man-chiamo dei fondamentali riferimen-ti umani prima ancora che cristiani.C’è da riaffermare la verità sull’uo-mo, sulla sua esistenza, sulla bontàdelle relazioni. Tutto è minato allaradice: la vita vale solo a determina-te condizioni, ci si parla via internete si crede a ciò che si vuole senza al-cuna seria ricerca della verità.

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Rinnovamento,questa è la parola d’ordine!on. Rocco Buttiglione

R innovamento, rinnovamento, rin-novamento. È la parola d’ordine di

questa tornata elettorale. Una parolache conosciamo bene, e che in politi-ca io ripeto da molto tempo. Ma colgiusto significato. Non rottamazione,bensì rinnovamento. Come è tipicodel cristianesimo che sempre rinno-va, e sempre chiede di rinnovare sestessi, a partire dalla propria coscien-za. Ma per innestarsi sempre più sal-damente in un tronco fruttifero e vi-

tale dalle solide radici. Non certo perabbattere l’albero. In politica rivendi-chiamo con forza la coerenza di que-sto percorso, e anche le iniziative pre-se per avviarlo. Il cammino continua.La tappa delle prossime elezioni è unpassaggio fondamentale, ma vogliosottolineare che non si tratta di un mo-mento avulso dagli altri, capitato al-l’improvviso. No, è un momento chefa parte di un sentiero che abbiamovoluto, aperto, percorso. Un cammi-

no di cui voglio sottolineare alcuniaspetti per far ben comprendere il con-testo in cui si inseriscono le prossimescelte politiche.

Rivendichiamo il cammino delmondo cattolico verso un rinnovatoimpegno in politica. Il Papa e la CEIhanno più volte sottolineato in questianni l’esigenza di una nuova genera-zione di cattolici impegnati in politi-ca. Per il bene dell’Italia.

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11 • Editoriale on. Luca Marconi

• Rinnovamento, questa è la parola d’ordine!on. Rocco Buttiglione

• La sfida di Rocco Buttiglione: Mostrare che unanuova realtà politica è realizzabileAlessandra De Lucia Lumeno

22 • Banche sostenibili per l’economia reale

• La ricchezza reale delle famiglie

33 • La buona notizia La vera speranza per l’anno 2013Giovanni Fermani

• La ricchezza reale delle famiglie• Regno Unito: una nuova primavera

per la cooperazione

44 • Estero Il ruolo della Cina nello sviluppo economicodell’AfricaAlessandra De Lucia Lumeno

55 • Famiglie italiane alla prova della grande recessione

• La salute degli italiani

66 • I fatti del governo Monti a cura di Paolo Ciccarelli

• Dalle chiacchiere e i litigi del Bipolarismopopulista al governo del fare, quello vero

• Crescita, solo crescitaSimone Marconi

77 • I fatti del governo Monti continuo

88 • I fatti del governo Monti continuo

• Nascite e fecondità in ItaliaFrancesco Garofolo

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2Anno 2013 - N. 1

Questo appello è stato il nostro riferimento in tutti questianni. Alla risposta a questo appello, sotto la nostra libera re-sponsabilità di laici, abbiamo orientato il nostro agire politi-co in questi anni. Dalla convocazione delle cinquanta realtàecclesiali a Loreto, alle continue consultazioni col mondocattolico, dall’attenzione attiva al Forum di Todi, alle nume-rose tavole rotonde che abbiamo organizzato quando moltialtri ritenevano follia difendere i valori fondamentali del cri-stianesimo. Ma noi credevamo all’autonoma capacità di ini-ziativa anche politica dei cittadini cattolici, mai da soli, e con-tinuiamo a crederlo. Le prossime elezioni non saranno né l’i-nizio né la fine di questo processo, ma sono comunque un im-portante banco di prova. I sondaggi dicono che proprio tra icattolici la tentazione dell’astensionismo è più diffusa che al-trove: ma il disimpegno non è una soluzione. L’Italia sta an-dando in malora, i cattolici sentono la responsabilità di sal-vare un Paese che si sta sfasciando? Noi questa domanda l’ab-biamo fatta e ce la siamo fatta a Loreto già qualche anno pri-ma di Todi. E continuiamo a sollevare il problema.

Ogni cattolico risponderà nel modo che vuole e che puòa questo interrogativo e a questo appello, ma la nostra rispostapassa attraverso un rinnovamento della politica, non certoattraverso l’antipolitica. E possiamo serenamente rivendicareil nostro impegno in questa direzione come UDC. È alme-no dal 2006 che solitari diciamo che la forma di bipolarismodegli ultimi anni, feroce e fazioso, rappresentava la rovinadell’Italia. Che bisognava ritrovarsi intorno a contenuti enon dividerci tra pro e contro Berlusconi. Che bisognavamettere insieme le forze migliori del Paese, collaborare difronte alle sfide epocali poste dalla globalizzazione e dallacrisi economica, portare in politica persone competenti edenergie morali fresche. Coerentemente abbiamo lavorato suquesto percorso, abbiamo promosso riforme in Parlamentoche altri hanno bocciato (esempi su tutti l’abolizione delleprovince, la riduzione del numero dei parlamentari), e spes-so in solitario ci siamo opposti ad errori imposti con la for-za dei numeri e del politicamente corretto, come ad esem-pio la forma fallimentare di federalismo dalla Lega e il trat-tato berlusconiano con la Libia appena prima del crollo diGheddafi. Siamo stati all’opposizione di Prodi e di Berlu-sconi, abbiamo rinunciato a molte poltrone ma mai a direla verità, pagando, lo sapete, anche dei prezzi personali. Perprimi abbiamo detto che bisognava mettere da parte i per-sonalismi e unire le forze per il bene comune. Noi abbiamoaperto la strada al Governo Monti, e con esso al rinnovamentodella politica. E siamo contenti dei successi ottenuti: trop-po facilmente si dimentica quali fossero le situazioni in Ita-lia del 2010, e del 2009… Abbiamo anche combattuto lenostre battaglie determinanti e spesso vincenti per costrui-re maggioranze trasversali quando entravano in gioco i va-lori non negoziabili che altri troppo spesso si limitano astrumentalizzare. Di questo nostro impegno ci sarà bisognoanche nella prossima legislatura. Anche perché l’alleanzache abbiamo costruito ha la priorità di affrontare la gravis-sima situazione economica dell’Italia, ma a questo noi co-me partito aggiungiamo la rivendicazione della coerenzasui temi etici.

Insomma, serve rinnovamento. Soprattutto morale. E noinon siamo gli ultimi di ieri, ma i primi di domani.

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Rinnovamento, questa è la parola d’ordine!on. Rocco Buttiglione

Dall’inizio della crisi si assiste ad un dibattito sulle prospettive dei sistemi banca-ri e finanziari internazionali ed è ancora difficile comprendere le distinzioni ed

i ruoli che i essi hanno avuto nel corso dell’attuale recessione, nonostante l’eviden-za dei fatti tenda a confermare che non tutte le banche sono uguali, ed è naturale chetali considerazioni emergono nelle fasi più negative del ciclo economico. Assumonoun’operatività del tutto diversa dagli istituti che hanno provocato l’attuale crisi, an-che per ragioni storiche, le banche del territorio, che – per loro vocazione – sonosempre rimaste prossime alle realtà di cui sono espressione, sostenendo i costi di unarete commerciale sempre vicina alla clientela. Vale la pena, al riguardo, citare un re-cente studio pubblicato dalla Global Alliance For Banking On Values (GABV), unarete indipendente che riunisce 20 tra le principali Banche Sostenibili che operano intutto il mondo, dove vengono messi a confronto i risultati economici di alcune del-le principali banche sistemiche.

Dal rapporto emerge che per le Banche Sostenibili oltre il 70% dell’attivo sia de-stinato al finanziamento dell’economia reale, 30 punti percentuali in più rispetto al-le banche sistemiche. Analoghi risultati si ottengono anche dai dati delle Banche Po-polari del nostro Paese, infatti, nel periodo 2007-2011 gli istituti del Credito Popo-lare registrano un livello dei finanziamenti e della raccolta del risparmio pari, ri-spettivamente al 72% ed al 68,5% del totale attivo. Ciò dimostra che il modo di ope-rare delle Banche Popolari non è mutevole nel tempo poiché tali rapporti sono rima-sti pressoché stabili nell’ultimo decennio, assumendo valori per gli impieghi e per laprovvista pari al 69,6% e al 70,8%. Il rapporto si sofferma anche sul trend di cresci-ta dei principali aggregati patrimoniali, mettendo in evidenza un aumento degli im-pieghi e della raccolta, nel periodo 2007-2011, pari al 15,6% e al 16,3%, a fronte didati pari rispettivamente al 4,3% e al 7,8% per le banche sistemiche. Non è casualela scelta di citare questo periodo, proprio perché permette di comprendere come le“banche sostenibili” non abbiano smesso di finanziare l’economia nelle fasi più cri-tiche della crisi economica. Analoghi risultati sono riscontrabili per le Banche Popolariche, nello stesso periodo, hanno visto incrementi dei prestiti e della raccolta di risparmiopari al 13,5% e al 27,3%; sintomo della fiducia dei soci-clienti che hanno deciso unrapporto stabile e solido con gli istituti della Categoria, nei quali hanno trovato unvalido sostegno nelle fasi più difficili. Per queste ragioni, in linea con quanto emer-so dallo studio esaminato si può ragionevolmente sostenere che le Banche Popolari,nel nostro Paese, rientrino in pieno nella definizione di banche sostenibili, avendodimostrato ancora una volta di averne tutti i requisiti.

* Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Banche sostenibili per l’economiareale di Giuseppe De Lucia Lumeno*

LA RICCHEZZA REALE DELLE FAMIGLIE

CIFRE IN MILIARDI DI EURO

Ricchezza reale 5.977,862,8 %

Abitazioni 5.026

Fabbricati non residenziali 341,5

Terreni 247,1

Impianti, macchine, scorte 237,0

Oggetti di valore 125,4

Attività finanziarie delle famiglie 3.541,337,2 %

Contante e depositi, banca e posta 1.091

Bond pubblici e privati 704,9

Azioni e partecipazioni 698,1

Riserve tecniche e assicurazioni 679,9

Fondi comuni e altro 100,3

Crediti commerciali 100,3

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La buona speranza è lavirtù che rinnova la vo-

lontà e rafforza il desideriodi felicità nella vita eterna.Diversa dalle piccole speran-ze in beni immediati e dalleastratte utopie, non consen-te facili ottimismi o amaripessimismi, non coincide congli eroici stoicismi. Essa tro-va solido fondamento in Cri-sto, morto e risorto: «CristoGesù, nostra speranza»(1Tim 1, 1). L’attuale crisieconomica però non aiuta arafforzare il desiderio di vitaeterna, c’è sicuramente un ca-lo di attenzione sui temi re-ligiosi che fanno capo allasperanza, alla solidarietàumana, alla pratica del buonvivere. Chi ha perso il lavo-ro e con esso a volte la fami-glia,la casa, il benessere, ten-de a dimenticare il riscattoche trova un fondamento inGesù. Molti allora adottanoun sistema che vuole esserel’antitesi della speranza a lun-go termine, proposta dal Van-gelo, e si creano spazi dovepurtroppo prospera il male.

Su tutti il gioco d’azzardo,speranza fallace e illusoria,astratta utopia di un prontoriscatto. Sono molti purtrop-po quelli che affidano la lorosorte ai “gratta e vinci”, si-stemi di gioco aberrante chemoltiplicano le illusioni divincita creando una dipen-denza, che portano l’uomoche vi si dedica al completofallimento delle finanze per-sonali e dei rapporti perso-nali, perdendo di fatto ognimisura ragionevole del gio-co. E’ lo spazio che si ritagliail male nel contesto della cri-si, uno spazio che attacca lafede e tutto ciò che essa pro-pone. Dio diventa non il ri-solutore delle nostre diffi-coltà, ma il fautore, il colpe-vole, di tutto ciò che di ma-levole accade a l’uomo, com-prese le vincite che non arri-vano. Tutto ciò è favorito dal-la totale indifferenza di chidovrebbe vigilare e dalla ine-sorabile crescita di case dagioco e macchinette mangia-soldi che alimentano un mer-cato ambiguo. Ma c’è sempre

una speranza. Dio. La crisi ledifficoltà possono essere su-perate. Crisi non significa fi-ne di ogni rapporto con lapropria moglie, la propria fa-miglia, i figli, anzi sono mo-menti questi che richiedonouna nuova stagione di com-prensione e solidarietà. Ciòche non si ha è disponibilenell’altro e nell’atro deve es-sere riposta la speranza. Quic’è il messaggio evangelico,la parola di Dio, che ci soc-corre e, nelle difficoltà delmomento, ci ricorda i prin-cipi dell’essere cristiano e cichiama al mutuo soccorso.Gesù non esalta la ricchezzaterrena, ma la povertà “La-scia tutto e seguimi” (Marco:10,17-22.17) perché se nonhai ricchezza interiore nonpuoi avere speranze di nes-sun genere e la vera utopiaresta proprio la speranza. Re-stiamo poveri se la povertà ciarriva, affidiamoci all’amoredi chi abbiamo vicino per co-minciare il riscatto, e Dio nonsarà semplice spettatore maVia, Verità e Vita.

3Anno 2013 - N. 1

LA RICCHEZZA REALE DELLE FAMIGLIE

CIFRE IN MILIARDI DI EURO

Passività finanziarie 899,7

Mutui casa 382,0

Credito al consumo 122,1

Altri prestiti 177,9

Riserve tecniche di assicurazione 35,4

Debiti commerciali 90,3

Altri conti passivi 91,9

Riepilogo Ricchezza lorda 9.519,1 miliardi

Indebitamento 899,7 miliardi

Ricchezza totale netta 8.619,3 miliardi

Media per famiglia € 352.340,00

La buona notizia

La vera speranza per l’anno 2013di Giovanni Fermani

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In questo periodo molto sta cambiando in Inghilterra ri-guardo al terzo settore: dopo l’approvazione di impor-

tanti provvedimenti legislativi come il Localism Act 2011e il Public Service Act 2012, volti a favorire lo sviluppo del-la cosiddetta Big Society, l’esecutivo ha disposto nuove mi-sure volte a sostenere economicamente il mondo del non-profit. È sufficiente dar riferimento all’istituzione dell’In-vestment and Contract Readiness Fund necessario a soste-nere le organizzazioni del Terzo settore inglese, un fondoalimentato da finanziamenti provenienti da numerose realtàpubbliche e private che operano nel social financing. L’o-biettivo di tale provvedimento è quello di finanziare, attra-verso l’erogazione di prestiti di importo compreso tra le 50mila e le 150 mila sterline, le organizzazioni non profit cheintendano ampliare il proprio capitale sociale ad almeno500 mila sterline o vogliano partecipare a gare di appaltoche abbiano un valore superiore al milione di sterline. Èpieno convincimento dei soggetti promotori del fondo dipoter sostenere la crescita delle organizzazioni non profit– attraverso queste misure – in quegli ambiti, come il set-tore dei servizi pubblici, in cui spesso non hanno la possi-bilità di concorrere alla pari con le imprese private.

La legge, oltre a dettare disposizioni dirette a delineare innuovi termini la governance degli enti locali, assegna alle co-munità territoriali un ruolo di primo piano per la gestionedei servizi pubblici locali, agevolando la partecipazione deigruppi e delle formazioni sociali che ne sono espressione,siano esse organizzazioni di volontariato o imprese sociali,alle gare concernenti l’affidamento in gestione di servizi pre-cedentemente qualificati d’interesse per le comunità mede-sime (community value assets). L’importanza attribuita dallegislatore inglese alle comunità locali nei processi decisio-nali che le riguardano è rilevante e senza precedenti in par-ticolare se confrontata al resto dell’Europa.

Tra le altre disposizioni della legge vale la pena sottoli-neare quelle che abilitano gli enti locali a determinare, inesercizio delle loro competenze e nei rispettivi ambiti ter-ritoriali, riduzioni di oneri finanziari al fine di attrarre in-sediamenti produttivi ed incentivare la creazione di postidi lavoro, nonché quelle dirette ad introdurre criteri di fles-sibilità nel settore dell’edilizia sociale (social housing) at-traverso la previsione di più brevi limiti di durata dei con-tratti di locazione sottoscritti in tale ambito e la verifica del-l’effettiva sussistenza dei requisiti dei soggetti che si av-valgono delle relative agevolazioni.

L’esperienza inglese deve far riflettere e andrebbe pre-sa come esempio; nel nostro Paese dove, nonostante vi siauna grande tradizione nello sviluppo e nella valorizzazionedel modello cooperativo, non assistiamo tuttavia ad un’a-naloga attenzione verso le esperienze della cooperazionee del Terzo Settore. Infatti, le imprese appartenenti a ta-le comparto, continuano ad operare, come hanno fatto an-che nel corso della crisi, senza un adeguato supporto delquadro legislativo, che impedisce loro di dispiegare tut-te le potenzialità di sviluppo.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Regno Unito: una nuova primaveraper la cooperazionedi G. D. L. L.

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4Anno 2013 - N. 1

La Cina ha fame di energiae per sfamarsi investe. Le

materie prime nazionali nonsono sufficienti e allora en-tra in gioco l’Africa per la qua-le, però, almeno per ora, nonsi intravedono vittorie. Dal-la fine degli anni ’90 la pre-senza economica (penetra-zione commerciale, settoredelle fonti energetiche, inve-stimenti e crediti agevolati)della Cina in Africa ha cono-sciuto una crescita esponen-ziale. Oggi la Cina in Africasignifica commercio, grandiopere, materie prime. Tra ledue realtà esiste una sorta dicomplementarietà: Pechinoha la tecnologia, le capacitàmanageriali e i capitali di cuihanno bisogno i Paesi africa-ni che sono, invece, ricchi dirisorse naturali. Peraltro mol-ti governi africani sono favo-revoli a partnership con lecompagnie cinesi che di fat-to creano una sorta di bilan-ciamento rispetto alla situa-zione attuale di dominio oc-cidentale che punta a dete-nere il controllo delle risor-se africane. Un’alleanza, quin-di, per opporsi all’egemoni-smo, all’influenza globaleamericana.

“Assicurarsi l’accesso allematerie prime e al petroliodell’Africa – si legge in un re-cente studio dell’Internatio-nal Institute for Strategic Stu-dies – rappresenta la prioritàfondamentale per Pechino,che ha fatto grandi sforzi persviluppare strette relazionicon i Paesi produttori di pe-trolio quali l’Algeria, l’Ango-la, la Nigeria e il Sudan”. Lagrande questione sulla qua-le ora si dibatte è se questaascesa debba essere interpre-tata come una ricerca legitti-ma di fonti di materie primenecessarie da parte dell’e-mergente potenza cinese o seinvece l’influenza di Pechi-no stia assumendo ancheconnotazioni politiche sem-pre più rilevanti. La tesi chela Cina possa costituire perl’Africa un “modello alterna-

tivo” rispetto a quello pro-mosso dalle istituzioni fi-nanziarie internazionali (IFI)non appare molto convin-cente. Le relazioni economi-che tra i due paesi rimango-no ancorate a uno schemapiuttosto tradizionale, fon-dato sullo scambio tra mate-rie prime e prodotti manifat-turieri, che continua a in-chiodare il continente afri-cano a una dipendenza di ori-gine coloniale dalla produ-zione di materie prime, im-pedendo la diversificazionedelle economie africane. Re-sta, quindi, aperto l’interro-gativo se il modello di coo-perazione proposto da Pe-chino possa davvero contri-buire a uno sviluppo del con-tinente che non riproduca ivecchi squilibri. Molti ele-menti portano a dubitarne ea concludere che la semprepiù intensa relazione con laCina è certamente negli in-teressi dei gruppi dirigenti alpotere, mentre rimane da va-lutare un eventuale impattopositivo per le popolazionidal punto di vista della lottaalla povertà e dell’amplia-mento degli spazi di cittadi-nanza democratica. Da unpunto di vista generale, però,la concessione da parte del-la Cina di prestiti a lungo ter-mine a tassi di interesse spes-so inferiori a quelli solita-mente richiesti dalle orga-nizzazioni internazionali, co-stituirebbero un’opportunitàper gli stati africani che po-trebbe assicurare al paese unacrescita economica sosteni-bile sia nel breve che nel lun-go periodo. Il principale li-mite allo sviluppo economi-co dell’Africa, però, è rap-presentato da una forte in-stabilità interna dovuta allacorruzione della classe diri-gente, alla mancata lungimi-ranza dei governi locali, allaridotta trasparenza nell’uti-lizzo dei finanziamenti rice-vuti, fattori che hanno piùvolte costretto la Cina a ri-negoziare le modalità non-

ché le tempistiche di rim-borso dei prestiti al fine dievitare la definitiva cancella-zione del debito accordato.

Alla luce di quanto dettosi può, quindi, concludereche il forte interesse della Ci-na per l’Africa si tradurrà inbenefici per quest’ultima so-lo se i governi locali sarannoin grado di investire in modooculato le risorse finanziariemesse a disposizione, pro-

muovendo un profondo cam-biamento non solo econo-mico, ma anche politico eculturale. Perché mai comeoggi per il continente nero

sembra valere il celebre afo-risma di Norman Borlaug,premio Nobel per la pace:“The potential is there, butyou can’t eat potential”.

2ª tappa

Il coraggio della verità. Ci vuole un partito.Quale partito? L’abbiamo indicato da sempre: il Partito Popolare Europeo con la sua carica ditradizione democratica e di valori umani di cui si diceva nella tappa precedente. Dall’evan-gelizzazione, che è anche un’azione culturale fondamentale, promana una cultura che, a par-tire da Pentecoste, rinnova la faccia della Terra, solo così si può arrivare alla verità declinatain un programma politico. Ma nessun progetto di verità cammina da solo. Ci vogliono tantegambe, cioè un popolo, un’organizzazione che gestisca la continuità dell’azione nel tempo,la solidarietà per proteggere i più esposti in una lotta che non sarà leggera. E’ quello che com-prese Don Luigi Sturzo nel 1919, è quello che dobbiamo fare noi oggi: un nuovo partito po-polare, con azione democratica e una grande forza morale per contrastare corruzione, privi-legi, lederismi personalistici, rendite di posizione economica e finanziarie, malavita semprepiù invadente nella vita pubblica.

3ª tappa

Ascoltare l’invito della Chiesa. Ci vuole una nuova classe dirigente perle istituzioni democratiche e la Pubblica Amministrazione in genere.Il passaggio successivo al partito è un’azione comune di tutte le realtà ecclesiali e sociali chesi ispirano alla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, dall’Azione Cattolica a CL, dalle Aclial Rinnovamento nello Spirito, dalla Cisl alla Coldiretti passando per tutti i soggetti che si so-no ritrovati a Todi, per dare vita ad un processo formativo solido e duraturo che produca unaclasse dirigente credibile, laica, moderata, capace di novità, saldamente legata alla tradizio-ne cristiana. Benedetto XVI lo aveva intuito con chiara lucidità profetica già dal 2008: è oradi farlo mettendo da parte ogni indugio e ogni riserva mentale; mettiamo fine agli orticellidei singoli “conventini” ecclesiali e apriamoci ad un progetto comune.

4ª tappa

Una grande mobilitazione per il voto. Ci vuole un po’ di umiltà per eli-minare il giudizio su tutto e su tutti.Senza una grande mobilitazione elettorale ogni sforzo, precedentemente indicato, sarà pocacosa. La politica ha bisogno di numeri e di consenso insieme ad un’alta qualità. Ma ci voglionoi voti altrimenti non si entra in Parlamento, non si governa e non si incide. De Gasperi que-sto lo aveva chiaro e per questo produsse una grande mobilitazione elettorale, una gioiosa evincente macchina elettorale che riuscì a sconfiggere l’oscurantismo ateista dei marxisti sta-linisti italiani di Togliatti nel 1948. La storia cambia i soggetti, ma le battaglie restano. E’ oradi fare anche questo contro l’ateismo moderno, il fondamentalismo laicista, la demonizzazionedella politica democratica e popolare, il materialismo pratico e il libertinismo che ci stannodistruggendo l’anima e la mente.

> segue da pag. 1

ELEZIONI POLITICHE. Astensione peccato mortale. Quattro tappe verso il votoon. Luca Marconi

EsteroIl ruolo della Cina nello sviluppo economico dell’AfricaIl colosso orientale alla conquista del continente nero: quali prospettive?di Alessandra De Lucia Lumeno

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5Anno 2013 - N. 1

Dopo che la crisi finanziaria si è trasformata in recessione,coinvolgendo l’economia reale, ci troviamo ancora in

una fase piuttosto difficile sia a livello nazionale che interna-zionale. I soggetti più esposti restano quelli più deboli, ossiafamiglie e imprese, in particolare quelle di dimensioni ridot-te, ed è a tutti noto il peso che queste ultimi hanno all’inter-no dell’economia italiana.

In particolare nel nostro Paese, le famiglie si trovano in sem-pre maggiori difficoltà ed è ancora più grave osservare che laloro ricchezza si mostra piuttosto sbilanciata; infatti soltantoil 10% di esse detiene quasi la metà della ricchezza naziona-le. Questo dato, insieme ad altri, emerge Rapporto sulla Ric-chezza delle Famiglie Italiane nel 2011 diffuso dalla Bancad’Italia. Negli ultimi anni la ricchezza netta si è ridotta del3,4%, e ancora più grave è stato l’aumento della disugua-glianza nel Paese tra i ricchi e i poveri.

Alla fine del 2011 la ricchezza netta delle famiglie italianeera pari a circa 8.600 miliardi di euro, corrispondenti a circa350 mila euro in media per nucleo familiare, mentre le atti-vità reali da essi detenute ammontavano a 6 mila miliardi dieuro. Come noto nel nostro Paese sono le abitazioni il prin-cipale bene in loro possesso: infatti esse rappresentavano ol-tre l’80% del totale delle attività reali, ma la crisi economicaha avuto anche sotto questo punto di vista un notevole im-patto. Il mercato immobiliare mostra una notevole flessione,ed è questo un chiaro segnale della ripercussione che la crisifinanziaria ha avuto sull’economia reale. Alla fine dello scor-so anno le abitazioni contribuivano al patrimonio detenutodalle famiglie italiane per oltre 5.000 miliardi di euro, corri-spondenti in media a oltre 200mila euro per famiglia: talequota è cresciuta, a prezzi correnti, tra la fine del 2010 e la fi-ne del 2011 dell’1,3%, per un importo pari a 65 miliardi di eu-ro, anche se l’aumento è stato nettamente inferiore al tasso me-dio annuo degli ultimi 15 anni (5,6%), proprio a causa del ral-lentamento del mercato immobiliare.

Alla luce di quanto sta avvenendo, benché la congiun-tura rimanga negativa, le Banche Popolari facendo levasulla loro vocazione localistica di sostegno delle comunità,hanno fatto registrare dati decisamente positivi riguardantil’attività in favore delle famiglie, che rappresentano unafetta considerevole del loro portafoglio crediti, ossia il 27%,pari a 110 miliardi di euro, di cui 90 miliardi di euro di mu-tui ipotecari. Gli istituti della Categoria non hanno maiinterrotto l’erogazione del credito alle famiglie durante ilcorso dell’attuale recessione; infatti, soltanto nei primi 10mesi di quest’anno i nuovi finanziamenti hanno superatoi 5 miliardi di euro. Va sottolineata anche la scelta degliistituti del Credito Popolare sulla politica dei tassi sui pre-stiti; infatti, nello stesso periodo, il tasso medio per questifinanziamenti è stato pari al 3,8%, oltre 30 basis point aldi sotto del dato medio nazionale.

È questa un’ulteriore conferma del diverso modo di ope-rare del Credito Popolare che, fin dalle sue origini, persegue– in via prioritaria – l’obiettivo di mantenere vitale il rappor-to tra Popolari e famiglie, come testimoniano 3 milioni di per-sone affidate.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Famiglie italianealla provadella grande recessione

Un libro che fin da subito parla senza indugi degli obiettivi fondamentali e dei passi ob-bligati da fare per ridisegnare in chiave contemporanea un umanesimo nuovo che ponga losviluppo economico al servizio della persona, delle famiglie e delle imprese per rinnovare la coe-sione, l’equità e la solidarietà. Diceva John Fitzgerald Kennedy: «La parola crisi scritta in ci-nese è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo, l’altro l’opportunità». Si parte,quindi, dalla consapevolezza di una crisi che, se da una parte mostra tutta la sua drammati-cità, dall’altre apre al dibattito, al dialogo e a speranze nuove. Di fronte alla crisi economica,finanziaria, sociale, morale, al vuoto della rappresentanza con il popolo che ormai non si fi-da più di nessuno, alla mancata credibilità democratica, al problema della crescita e del la-voro, delle tasse, dell’istruzione, dell’evasione fiscale la domanda è: che fare? E’ questo il que-sito che ricorre in tutto il libro e che giustamente l’autore, da uomo che ha passato la primametà della vita da professore per capire il mondo e la seconda nel tentativo di cambiarlo, sipone costantemente di fronte ai problemi per agire. E, al di là di ogni possibile soluzione, ilpunto di partenza deve essere la voglia di affrontare la sfida, l’assunzione di responsabilità ela capacità di scegliere il bene comune.

Sembra delinearsi tra le righe, quindi, quello che Buttiglione stesso definisce come «uncontributo al programma di un partito che ancora non c’è: il partito della serietà e del rigo-re, dell’economia sociale di mercato, dell’unità». Ma che forse in questi giorni sta incomin-ciando a mostrarsi con ancora più chiarezza e forza per Buttiglione e per tutti i centristi: unagrande coalizione guidata da Mario Monti. Perchè ora c’è la necessità di un governo credibi-le di responsabilità nazionale per partecipare al processo di una governance mondiale all’al-tezza dei problemi che minacciano il futuro della umanità. Nel libro, dopo aver analizzato letre fasi del governo tecnico, ovvero la manovra di tagli (pochi) e di tasse (tante), seguita daquella con importanti liberalizzazioni e per ultima quella per ora non realizzata costituita datagli alle tasse e alla spesa pubblica, propone i punti di un programma concreto: lotta alla cri-minalità, riforma istituzionale, della politica, dei partiti, del lavoro, dell’istruzione, fiscale, as-sieme alla proposta che definisce “scandalosa” della patrimoniale.

Dopo le idee ora il popolo si aspetta i fatti. È pronto a mettersi in gioco, a pagare e a faresacrifici, ad accettare la sfida, ma vuole vedere i frutti.

> segue da pag. 1

LA SFIDA DI ROCCO BUTTIGLIONE: mostrare che una nuova realtà politica è realizzabiledi Alessandra De Lucia Lumeno

LA SALUTE DEGLI ITALIANILE MORTI

DECESSI 588.438 – Maschi 48,7% – Femmine 51,3%

LE CAUSE Malattie cardiovascolari 38,2% – Tumori 29,7% – Malattie respiratorie 6,8%

IL TABACCO 70.000-83.00 morti all’anno per fumo – 25% tra i 35 ed i 65 anni di età 11,6 milioni di fumatori il 23,3% della popolazione – Uomini 7,1 milioni – Donne 4,5 milioni

IL PESO Adulti il 42% ha problemi di peso: – Obesi 11% – Sovrappeso 32% Bambini: – Obesi 11% – Sovrappeso 22,9%

IL DIABETE 3 milioni di persone colpite, 4,9% della popolazioneOver 65 colpiti: – Nord 4,0% – Centro 5,1% – Sud e Isole 6,0%

ALCOOL, DROGHE E GIOCO 300.000 giovani (11-25 anni) a rischio per il consumo dialcol fuori pasto177.227 pazienti in carico ai Servizi pubblici per le dipendenze– Per eroina 70,1% – Per cocaina 15,2% – Per cannabinoidi 9,2% – 700.000 mila i ludopatici – 300.000 mila patologici

Dati dal Ministero della Salute sullo stato sanitario 2011

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6Anno 2013 - N. 1

Un anno fa, solo un annofa, lo spread volava sopra

i 500 punti, il clima politicoera infiammato e rovente, lacredibilità internazionalepressoché nulla, i CDS (Cre-dit Default Swap: assicura-zione contro il rischio di fal-limento) a livelli mai visti equalche bookmaker comin-ciava a scommettere sul de-fault Italia. Con questo cli-ma, non certo esaltante, esat-tamente il 16 novembre 2011,si insediava in Italia il Go-verno Monti: governo tecni-co con il compito di tra-ghettare l’Italia alle elezionidel 2013 e di improntare unapolitica “lacrime e sangue”finalizzata al contenimentodel debito pubblico, ma pro-pedeutica ad una successivafase di risanamento, crescitae sviluppo.

È passato un anno: moltoresta da fare. La situazioneitaliana permane preoccu-pante, ancora in recessione,ma sicuramente non dram-matica come prima.

A Monti e la sua squadrava comunque dato ATTO diaver FATTO!

Tante misure adottate pos-sono ancora essere discutibi-li ed opinabili: il ceto medioed i lavoratori dipendenti so-no sempre molto penalizzati,ma non è certo facile inter-venire in un paese come l’I-talia in cui le lobby hanno dasempre monopolizzato ed in-dirizzato le scelte politiche.Monti ha sicuramente presoprovvedimenti coraggiosi,dolorosi, difficili, laddove isuoi predecessori propone-vano per mesi per poi ritor-nare sistematicamente al pun-to di partenza.

Che l’inizio fosse di buonauspicio lo si è capito subitoquando, appena diventatopremier, Monti ha dichiara-to di voler rinunciare al pro-prio compenso come Presi-dente del Consiglio e di adot-tare criteri di trasparenza peri patrimoni dei membri delgoverno. A ruota moltepliciprovvedimenti sono stati at-tuati dal governo.

Ne ricordiamo i principali.1. la manovra “Salva Italia”

del dicembre 2011; 2. il decreto sulle liberaliz-

zazioni del gennaio 2012; 3. il decreto sulla revisione

della spesa (“Spending re-view”) del luglio 2012;

4. il decreto stabilità del No-vembre 2012.

Fare un’elencazione ditutti gli interventi di questoGOVERNO è pressoché im-possibile, è doveroso peròanalizzare alcuni dei prov-vedimenti principali.

1 - MANOVRA SALVA ITA-LIA(DL 201/2011): Si trattadella prima manovra conte-nente un complesso pac-chetto di interventi che dan-no il via a una fase di rifor-ma strutturale dell’econo-mia italiana valutate nel-l’ordine di circa 20 miliardidi euro di risparmi per iltriennio 2012-2014.

Diversi gli ambiti di applica-zioni: • pensioni: viene abolito il

sistema delle quote, lega-

te alla somma di età ana-grafica e contributiva;

• tracciabilità: per spese su-periori i 1.000 €;

• ritorno dell’IMU (Impostamunicipale unica) che do-vrà essere versata da tuttii proprietari di immobili;

• rivalutazione delle rendi-te catastali;

• riduzione dell’Irap per leaziende che assumono don-ne e giovani sotto i 35 anni;

• tagli immediati alla politica;• aumento delle entrate me-

diante applicazione l’im-posta di bollo a tutte le co-municazioni relative aiprodotti e agli strumentifinanziari;

• super-prelievo su aerei, eli-cotteri e un super bollo perle automobili di lusso

• misure incisive contro l’e-vasione fiscale ed il prelie-vo una-tantum dell’1,5%sui capitali fatti rientrare inItalia con lo scudo fiscale;

• esclusa la possibilità di ri-correre a condoni.

2 - LIBERALIZZAZIONI(DL 1/2012): Con il ‘‘Decre-to liberalizzazioni’’ si cercadi dare un forte impulso al-l’economia stagnante con unaserie di norme che toccanoquasi tutti i settori economi-ci. Nel nuovo decreto, però ,non ci sono solo misure vol-te alle tanto attese liberaliz-zazioni, ma anche tante di-sposizioni che oltre ad in-trodurre strumenti di svi-luppo economico (si pensialla nuova S.r.l. con capitaledi un euro per i giovani).

Tra le novità si segnalano:F l’abolizione di qualsiasi

norma contraria al liberoesercizio dell’attività d’im-presa (quindi, di tutte lenorme che prevedono au-

torizzazioni, limiti, nullaosta ecc);

F l’istituzione del Tribunaleper le imprese che si occu-perà , tra le altre cose, dellecontroversie societarie;

F la possibilità, per gli under35, di costituire S.r.l. concapitale minimo (addirit-tura, anche di un euro) esenza particolari formali-smi;

F l’abolizione (definitiva)delle tariffe professionali el’obbligo, per i professioni-sti, di comunicare (non ne-cessariamente per iscritto)il preventivo al cliente;

F il potenziamento della re-te delle farmacie con lapossibilità di avere unafarmacia ogni 3.000 abi-tanti;

F l’aumento del numero deinotai (almeno 500 nuoviposti);

F la liberalizzazione della re-te dei distributori di car-burante;

F l’istituzione di una Autorityper i trasporti che ‘‘vigilerà’’sul trasporto pubblico e, inparticolare, sui taxi;

I FATTI DEL GOVERNO MONTI di Paolo Ciccarelli

Dalle chiacchiere e i litigi del Bipolarismopopulista al governo del fare, quello vero

Un Paese può anche non avere il pa-reggio di bilancio con deficit

dell’1/2% e un aumento del PIL supe-riore al deficit: il rapporto migliorereb-be e nessuno parlerebbe di default. Oraè chiaro che un rapporto debito / PIl su-periore al 120% è un problema ma, nonè il problema principale: questo pro-blema è la crescita. Crescita che riavre-mo se, come la Germania, focalizziamol’attenzione sulla produzione delle no-stre aziende. Il rischio che stiamo cor-rendo infatti sta proprio nel fatto chesempre meno aziende restano in Italiaa produrre, a motivo dell’alto costo dellavoro, dell’inefficienza della PubblicaAmministrazione, di norme e leggineche superano l’immaginazione più fer-vida, spesso poco chiare e difficilmen-te interpretabili. Ma mi domando : chi

le fa le leggine? Non i politici ma i bu-rocrati, spesso chi dentro un’aziendaprivata non c’è mai stato. Questo è unproblema grande. E allora bisogna apri-re al dialogo con le aziende e chiederea loro cosa serve per andare meglio, enon ingegnarsi in facilitazioni che ma-gari nessuno ci ha chiesto.

Il rischio più grande che corriamoè questo : “le aziende vanno via dall’I-talia” “meno lavoro” “meno produ-zione” “meno tasse e contributi” “me-no entrate per fisco e INPS e quindi iltracollo dei conti!”

Chiediamoci chi crea ricchezza e chise la mangia. Chi crea va aiutato a crea-re di più, chi distrugge, ma ridimen-sionato o ,se non serve, eliminato.

La questione FIAT. Io non so nientedi scocche e pianali per costruire auto,

ma una cosa è certa e la conosciamo tut-ti. In Italia produce solo la Fiat. Perché?Perché non ci sono aziende di altre mar-che in Italia a produrre? Un motivo cisarà! La Toyota ha stabilimenti in Fran-cia, Polonia, Gran Bretagna e Turchia.E forse li chiuderà tutti. Ma non è pre-sente in Italia. Quante sono le case au-tomobilistiche straniere che produco-no in Italia, anche solo assemblaggio?Nessuna, proprio nessuna. E allora cisarà un motivo? Ripeto io non ci capi-sco niente di produzione di automobi-li, ma qualcuno, magari qualche sinda-calista questo fatto ce lo deve spiegare.

Tanti altri sono i nostri problemi:dall’evasione, al debito pubblico, daipochi lavoratori in relazione a chi nonlavora, al costo eccessivo dei dipen-denti pubblici, dalle tasse troppo elevatealla complicazione del sistema tribu-tario, dal costo per l’energia alla scar-sa competitività, ma il principale pro-blema, a tutti collegato resta il non ave-re una cultura civile basata sulla cre-scita, lo sviluppo e la produzione.

Crescita, solo crescitadi Simone Marconi

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7Anno 2013 - N. 1

3 - REVISIONE DELLA SPE-SA: Il governo di Mario Mon-ti ha deciso di mettere manoalla spesa pubblica attraverso lostrumento della revisione del-la spesa con un impatto stimatoin 26 miliardi: 4,5 miliardi peril 2012; 10,5 nel 2013; 11 peril 2014. Ecco i principali interventi deldecreto:

Nella Pubblica Amministra-zione StataleI Nell’ambito del pubblico

impiego verrà effettuatauna riorganizzazione de-gli uffici e la conseguenteriduzione degli organici,con una riduzione del20% dei dirigenti, e del10% dei dipendenti chenon fanno parte del qua-dro dirigenziale;

I il termine per la riduzio-ne degli organici per ilMinistero dell’Interno e ilMinistero degli Esteri vie-ne spostato al 30 aprile2013, sei mesi in più ri-spetto a quello fissato pertutti al 31 ottobre 2012;

I previsti per i Ministeri ta-gli pari a 1,7 miliardi nel2013 e 1,5 miliardi neidue anni successivi;

I acquisti: Le spese per ac-quisti di beni e servizi do-vranno essere ridotte già apartire dal corrente anno;

I affitti uffici: Il taglio del15% degli affitti per im-mobili in uso alle ammi-nistrazioni è stato riman-dato: avrà luogo a partiredal 2014;

I auto blu: Tutte le ammi-nistrazioni pubbliche do-vranno dimezzare le spe-se per le auto di rappre-sentanza;

I stipendi manager: Gli sti-pendi dei manager e deidipendenti delle societànon quotate partecipatedallo stato, compresa laRai, non potranno supe-rare il tetto di 300milaeuro (bocciato dalla Cor-te Costituzionale).

Nei servizi pubblici – Ospedali: Le Regioni

avranno l’obbligo di ta-gliare entro novembre i po-sti letto in modo da otte-nerne 3,7 ogni 1000 abi-tanti, rispetto ai 4 di oggi.

– Scuole e Università: Infor-matizzazione totale (Arri-va la pagella on line, maanche note e sospensioni)per tutte le scuole a parti-re già dal prossimo annole iscrizioni dovranno es-sere effettuate online; allostesso modo, registri, pa-gelle e comunicazioni peri genitori dovranno esse-re in formato elettronico.

– Libri gratis: 103 milioniper la gratuita dei libri ditesto nella scuola secon-daria di primo grado.

– Per quanto concerne leUniversità, fino al 2016non vi sarà alcun aumen-to delle rette per gli stu-denti in regola con gli esa-mi che hanno un redditofamiliare fino a 40mila eu-ro, ma questa forma di pro-tezione non è estesa allealtre fasce di reddito, chepotrebbero quindi subireaumenti in futuro.

– La specifica condizione de-gli studenti lavoratori saràtenuta in conto.

– Prefetture: Avrà luogo l’ac-corpamento delle Prefet-ture e l’assorbimento de-gli uffici statali oggi pre-senti sul territorio.

– Farmacie: E’ stato ridottodal 3,65% al 2,25% l’au-mento dello sconto sui me-dicinali che le farmacie do-vranno effettuare al serviziosanitario nazionale. Con-fermato anche l’incremen-to della quota che le azien-de farmaceutiche devonopagare alle regioni, che tut-tavia passa dal 6,5% ini-zialmente previsto al 4,1%.

– Farmaci di marca: I mediciavranno l’obbligo di indi-care nella ricetta il princi-pio attivo, in modo da non

vincolare il paziente all’ac-quisto di marche più co-stose di altre. Resta tuttaviala facoltà di indicare le mar-che dei medicinali, un’in-dicazione facoltativa che di-venta vincolante per il far-macista qualora venga in-serita, “corredata di una sin-tetica motivazione, la clau-sola di non sostituibilità”.

– Agenzie fiscali: Sono statistanziati 13,8 milioni dieuro per il rafforzamentodegli organici delle agenziefiscali dopo la riduzionedei dirigenti.

– Servizi pubblici essenziali:Raddoppiate le multe per ilavoratori dei servizi pub-blici essenziali che attuinoproteste in violazione del-la legge sullo sciopero.

– Forze dell’ordine: Non su-biranno tagli né sul nume-ro degli ufficiali né sulle pro-mozioni l’Arma dei Carabi-nieri, la Guardia di finanza,le Capitanerie di porto e laPolizia penitenziaria.

– Consulenze: Divieto di at-tribuire incarichi di studioe consulenza a personalein pensione.

– Pensioni esodati: Altri55.000 esodati, attualmen-te privi di lavoro, potran-no accedere alla pensionecon le vecchie regole.

– Pensioni insegnanti: Lenuove regole pensionisti-che non verranno appli-cate per gli insegnanti cheentro il 31 agosto mature-ranno i requisiti per anda-re in pensione dal primosettembre 2013.

– Indennità professori uni-versitari: Non sarà più con-sentito il trascinamento diindennità per i professoriuniversitari che, dopo unincarico in un ente o inuna istituzione, riprendo-no l’insegnamento.

– Aumento dell’IVA: Rinvia-

to a luglio 2013 l’aumento,inizialmente previsto per ilprossimo ottobre, di unpunto delle due aliquotedell’10% e del 21%. La leg-ge di stabilità indicherànuove misure perchè l’au-mento venga evitato ancheper l’anno prossimo.

Nei Comuni, Province e Regioni– Città metropolitane: Verrà

istituita una Conferenzain ciascuna delle dieci pro-vince trasformate in Cittàmetropolitane per defi-nirne lo statuto.

– Fondi a Comuni e Province:Sono stati destinati 800 mi-lioni ai comuni; 300 milio-ni verranno prelevati da unfondo già dedicato alle am-ministrazioni locali e i re-stanti 500 milioni da un fon-do dell’agenzia delle entra-te che serve anche per i rim-borsi fiscali alle imprese. Dalmedesimo fondo dell’agen-zia fiscale saranno attinti 100milioni per la riduzione deldebito delle province.

– Riordino delle Province: Inquesta fase si è dato corsoad un riordino degli enti.Il riordino delle Provincerinviato di un anno con laprevisione della soppres-sione di circa metà di esse(da 86 a 51).

– Autonomie locali: Le au-tonomie locali dovrannocomunque ridurre la spe-sa almeno del 20%, mal’obbligo di tagliare o ac-corpare enti e agenzie nonè stato confermato. Dai ta-gli verranno escluse le isti-tuzioni che gestiscono ser-vizi socio-assistenziali,educativi e culturali.

– Regioni: Netta sforbiciataai trasferimenti: un tagliodi 700 milioni per il 2012e di un miliardo per i suc-cessivi due anni.

UN ANNO DI GOVERNO MONTI

Novembre 2011 Novembre 2012

Spread BTP 10 anni 499 362

Rendimento BTP 10 anni 6,50% 4,90%

Rendimento BOT 12 mesi 5,45% 1,66%

Rendimento CZT 6% 2,37%

Borsa Milano indice Ftse Mib 15.664,06 15.257

Inflazione (A/A) 3,29% 2,60%

Disoccupazione 9,30% 10,80%

PIL (A/A) -0,51 -2,56

Produzione industriale (A/A) -4,05 -5,07

Debito pubblico miliardi di euro 1,916 1,975

Deficit/PIL -2,50 -2,8

Debito/PIL 120,70% 126,40%

Consumi famiglie (A/A) -1,59 -3,69

Retribuzioni (%A/A) 1,48 1,38

Mutui erogazioni prima casa -31,30% -50%

Prestiti imprese 894 miliardi 875,9 miliardi

Prestiti famiglie 618,49 miliardi 610,2 miliardi

PIÙ HAI FIGLI MENO TROVI LAVORO

SENZA FIGLI Uomini 60,1

Donne 50,6

CON UN FIGLIO Uomini 54,2

Donne 45,5

CON DUE FIGLI Uomini 48,8

Donne 35,9

CON TRE O PIÙ FIGLI Uomini 46,9

Donna 31,3

I FATTI DEL GOVERNO MONTI di Paolo Ciccarelli

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8Anno 2013 - N. 1

– Irpef per le regioni inrosso: Possono anticipa-re al 2013, invece del2014, la maggiorazionedell’addizionale regiona-le sull’irpef, che potrà sa-lire fino all’1,1%, le re-gioni in deficit nella sa-nità, nello specifico: Sici-lia, Calabria, Campania,Puglia, Abruzzo, Molise,Lazio e Piemonte.

4 - LEGGE DI STABILITA’:il decreto stabilità 2013con cui viene costituito ilcosiddetto fondo taglia tas-se ossia un fondo per la ri-duzione dell’evasione fisca-le. Ad alimentare il fondointerverranno tutte quelleentrate determinate dallalotta all’evasione, dal calodegli spread e dalla ridu-zione degli sconti fiscali. ÍCon il medesimo decreto

viene inoltre costituitoun fondo da 900 milionidestinato al sociale.

Í Il calo dell’Irpef: questoavrà inizio a partire dal1° gennaio 2013 e ri-guarderà le due aliquotepiù basse: quella del23%, fino a 15mila eurodi reddito, che scenderàa quota 22% e quella del27%, da 15.001 a 28.000euro, che passerà al 26%.Il costo per la riduzionedella prima aliquota Ir-pef è di circa 4 miliardi;a questo devo poi ag-giungersi un altro miliar-do previsto per il secon-do scaglione vale un al-tro miliardo. Come giàpreannunciato, i redditisotto i 7.500 euro, che èdefinita la soglia di notax area, non saranno inalcun modo coinvolti.Allo stesso modo saran-no tutelati anche i reddi-ti fino a 15.000 euro. Su-perata invece tale soglia,scattano i tagli alle age-volazioni fiscali: le detra-zioni avranno adesso iltetto dei 3.000 euro.

ÍPubblico impiego: la leg-ge di stabilità, confermail blocco dei contrattiper gli statali fino al2014. Inoltre per il2013-2014 non sarà ero-gata neanche l’indennitàdi vacanza contrattualeche tornerà nel 2015 cal-colata sulla base dell’in-flazione programmata.

ÍTagli alla sanità: nellalegge di stabilità sonoprevisti tagli per 1,3 mi-liardi di euro al Fondosanitario nazionale, paria una deduzione com-plessiva dell’1,4% dell’in-tero fondo. Ha trovatoquindi conferma quantovociferato prima dell’at-tazione del Consiglio deiMinistri.

ÍTagli alle regioni: è forseuna delle novità più im-portanti. Il Titolo V èstato oggetto di unariforma per riportarecompetenze delle Regio-ni a livello centrale. Inparticolare Vengono au-mentati di 1 miliardo itagli lineari previsti dallaprima spending reviewper le regioni a statutospeciale.

ÍPermessi familiari disa-bili: grosse modificazionianche per i permessi pre-visti dalla legge104/1992 per il disabileo per la cura di parentiaffetti da handicap. Laretribuzione per i giornidi permesso (tre al me-se) scende al 50% a me-

no che i permessi nonsiano fruiti per le patolo-gie del dipendente stessodella Pubblica ammini-strazione o per l’assisten-za ai figli o al coniuge.Sono esclusi dal paga-mento intero quindi ipermessi fruiti per pren-dersi cura dei genitoridisabili.

ÍTrasporti locali: la leggedi stabilità stanzia un mi-liardo e seicento milionidi euro complessivi a par-tire dal 2013 per il tra-sporto pubblico locale.

Í“Cieli bui”: si tratta diun’operazione fine ad ot-tenere un maggiore ri-sparmio energetico e chepermetta di contenere laspesa pubblica. In un de-creto del presidente delConsiglio, su propostadel ministro dell’Am-biente e della tutela delterritorio e del mare,unitamente al ministrodello Sviluppo economi-co e delle Infrastrutture,si legge nella bozza dellalegge, «sono stabilitistandard tecnici di fonti»di illuminazione in am-

biente pubblici e «misu-re di moderazione del lo-ro utilizzo».

ÍAltre misure: non ci saràil ponte sullo Stretto,mentre continueranno ilavori della Tav Torino-Lione e del Mose, il si-stema di dighe mobiliper arginare il fenomenodell’acqua alta a Venezia.Importante anche il capi-tolo intercettazione, do-ve i gestori telefonici sa-ranno soggetti ad un ca-none annuo forfettario.

EFFETTI GOVERNO MONTISicuramente il governo

Monti ha avuto e continuaad avere un impatto benefi-co sul nostro paese. Innan-zitutto l’Italia ha acquisitouna maggiore credibilità estima a livello internazio-nale e molti investitoristranieri cominciano a nu-trire interesse per i nostrimercati. Inoltre lo spread(di fatto l’indicatore dell’af-fidabilità del paese) è scesodi oltre 150 bp tornando adun livello accettabile. Equesto in un contesto dicrisi generalizzata in cui gli

indicatori economici di tut-ti gli altri paesi sono peg-giorati. Ma l’effetto princi-pale, a mio modo di vede-re, Monti lo ha sortito daun punto di vista culturale:c’è una maggiore sensibilitàverso la cosa pubblica. Ciòsi evince nella forte intolle-ranza del popolo versosperperi di denaro pubbli-co indiscriminati, corru-zione, evasione fiscale, in-giustizie sociali.

C’è ancor di più una ri-trosia verso il vecchio mododi far politica in cui ognidecreto era frutto di unacontrattazione e mediazioneinfinita tra mille parti, senzamai giungere ad una solu-zione definitiva. Monti hadimostrato che in politicaoccorre essere operativi econcreti, mettendo in can-tiere in 1 anno tante inizia-tive che i vecchi governinon riuscivano nemmenoin 3 legislature!

,... e nonostante la politi-

ca “Lacrime e Sangue” ilnostro leader risulta sem-pre più stimato ed apprez-zato da buona parte delpaese!

I FATTI DEL GOVERNO MONTI di Paolo Ciccarelli

Si parla continuamente di crescita, dadestra come da sinistra, ma si di-

menticano due dati culturale e demo-grafico: il paese non fa più figli, comela statistica da noi riportata dimostraampiamente, ed è sempre più popola-to da vecchi. Quindi meno figli, menogiovani, meno consumi di alimentari,vestiario, automobili, giocattoli, turi-smo, istruzione, divertimenti, ecc.., per-ché si sa che i vecchi concentrano i loroconsumi su salute e sicurezza (badantie assistenza in genere). Ma c’è ancheun dato culturale. La persona avanti ne-

gli anni non sente alcun stimolo allacrescita, all’innovazione e al rischio; di-venta tendenzialmente conservatrice;

anche per il proprio figlio o nipote cer-ca il “posto”, l’impiego sicuro, non unlavoro magari con un investimento for-mativo all’estero. E poi spesso questofiglio o nipote è l’unico e allora lo sivuole vicino/a a casa; ci si può permet-tere di mantenerlo in casa per anni rin-correndo un impiego che forse nonverrà mai. La vera crescita, la prima èproprio quella demografica, in assen-za di questa ogni altra è più debole e dif-ficile. Forse chi ha voluto la legge 194con i suoi 4 milionii e mezzo di bambi-ni abortiti ha qualche responsabilità inproposito?

Sarà capace di un sincero esame dicoscienza? Ne dubitiamo. Per questo ilPaese va male, perché non riusciamo piùa dire la verità.

Nascite e fecondità in Italiadi Francesco Garofolo

NASCITE E FECONDITÀ IN ITALIA

2008 2009 2010 2011 Nati in totale 576.659 568.857 561.944 546.607

Variazioni sull’anno precedente +12.726 -7.802 -6.863 -15.337

Nati da coppie italiane 480.217 466.717 455.284 440.632

Nati fuori dal matrimonio 112.849 116.273 134.398 133.875

In percentuale 19,6 20,4 23,6 24,5

Tassi di fecondità totali 1,42 1,41 1,40 1,39

Età media del parto 31,1 31,2 31,3 31,4

Tassi di fecondità donne italiane 1,32 1,31 1,32 1,30

Tassi di fecondità donne straniere 2,31 2,23 2,11 2,04

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