In un piccolo paese disteso nel verde e al sole, in un bel giorno di primavera, a Mamma Passera...

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In un piccolo paese disteso nel verde e al sole, in un bel giorno di primavera, a Mamma Passera nacquero tre piccoli passeri. Il più irrequieto era Cipì, che diceva sempre: - Voglio uscire di qui, voglio andare li!

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Cipì vuole crescere in fretta, dimostrando tla curiosità tipica della sua età. È molto vivace e spesso non ascolta i consigli della mamma.

Una volta per poco non finì in bocca ad un bel gattone.

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Un bel giorno Mamma Passera portò i suoi figlioli in giro per la campagna. Cipì vide Nastro d’Argento e vi cadde dentro, provocando le risa di un bel fiore. Era Margherì. Così divennero grandi amici.

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Un giorno Cipì e i suoi amici trovarono una fila di chicchi gialli, che mangiarono avidamente. Ma da lontano spuntò un uomo con un tubo luccicante in mano. Tutti scapparono, tranne Cipì e alcuni passerotti. L’uomo sparò, uccise un passero e ferì Passerì, un’amica di Cipì.

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Cipì si prese cura di Passerì e grazie al suo aiuto la passerotta guarì. Piano piano i due divennero grandi amici, ma proprio grandi amici, a tal punto che Cipì chiese a Passerì di costruire insieme il nido! Insomma i due si innamorarono.

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Così i due costruirono i il loro nido. Insieme vissero tanti pericoli e affrontarono i rigori del generale inverno, la fame, la guerra delle nuvole. Alla fine ai due nacquero tre bei passerotti.

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Ben presto, Cipì e Passerì si accorsero che spesso, durante la notte, scomparivano tanti passerotti, che erano stati attratti da due strane stelle parlanti. Cipì era perplesso.

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Cipì iniziò così ad indagare sulle misteriose sparizioni e scoprì che un certo “signore della notte” attirava, con i suoi occhi luminosi, tanti poveri passerotti.

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Cipì, sospettoso, una sera si mise in agguato. Ad un certo punto due stelle si calarono di fronte ai suoi occhi e incominciarono a parlare invitandolo nel paese della felicità ma Cipì si rifiutò e il “signore della notte”si ritirò.

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Cipì decise di svelare la sua scoperta,ma nessuno gli credette; cercò così delle prove che convincessero tutti gli altri passeri.

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Cipì chiese aiuto alla “regina della notte”, che gli disse di rivolgersi a Palla di fuoco, ma anche lui non potè fornirgli nessuna prova. A questo punto si rivolse al Vento che accettò di aiutarlo.

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Il Vento, come promesso, diede a Cipì la prova schiacciante. Si mise a soffiare così forte finché scoperchiò il tetto della casa del “signore della notte”. Così tutti si accorsero che la casa era piena dei teschi e dei piume dei poveri passeri.

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Il signore della notte, pieno di vergogna, fuggì via lontano. Tutti i passeri festeggiarono intorno a Cipì. Da quel momento Cipì e Passerì insegnarono ai loro figli ad essere laboriosi, ad essere buoni, a saper distinguere il bene dal male e ad essere coraggiosi per difendere la libertà.