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087 endurista MAR/APR 2014 086 endurista MAR/APR 2014 Provati per Voi - Avventure da endurista - Rally Stage, in Tunisia con Oscar Polli Segue >> Testo: Stefano Chiussi Foto: Stefano Chiussi e Oscar Polli Grafica: Rodolfo Maraldi AVVENTURE DA ENDURISTA :: Correvano gli anni Novanta e poi i primi del Duemila, anni d’oro per la Dakar, quella vera, in Africa, con speciali da 900 km e nessuno, dico nessuno, a darti una mano al primo accen- no di problema. Erano gare da duri veri: come dimenticare eroi del calibro di Meoni, Sainct, ma anche Peterhansel, Auriol, Orioli, Picco, De Petri e tanti altri ancora? Ma quelle Dakar erano anche le gare dei “privatoni”, dei “non ufficiali”, capaci però di animare gara e classifica con imprese leggendarie… È così che inizio a conoscere uno di questi temerari, Oscar Polli, capace di diventare Campione del mondo Rally classe “Open” nel 2008 e poi di vincere l’Africa Eco Race nel 2012, dopo più di cento e passa rally nei deserti di tutto il mondo. Marzo 2013, Tunisia, passo del Jebel Tebaga, stage 5 del Tuareg Rallye. Stiamo risalendo una mulatteria pazzesca, pen- denza da trial, pietroni infernali e strapiombo di decine di metri a fil di ruota e… siamo in speciale! Poco avanti a me un K 690 sbuffa e scalcia, è Oscar, che sta lot- tando per la vittoria, quando un concorrente fra di noi precipi- ta letteralmente nello strapiombo. Senza pensare alla classifica Oscar spegne la moto e scende a valle per agganciare con funi e cavi il malcapitato, aiutandoli a risalire, lui e moto, sul sentiero. Ecco, in quel momento ho capito di avere a che fare con un campione davvero speciale, con cui faccio subito amicizia, incro- ciandolo più volte in gara e al bivacco serale. Ed immaginate lo stupore quando Oscar in estate mi chiama e mi invita al suo famoso stage in Tunisia per iniziare alle delizie della navigazione desertica sia principianti che esperti: perché un conto è navigare con roadbook tra colline e boschi, un altro è usare sia roadbook che GPS, oltre a specifiche tecniche di guida, negli spazi infiniti dei nostri sogni desertico-dakariani. E Oscar laggiù è un maestro indiscusso. Freeracing è il nome della squadra di Oscar, che non solo orga- nizza questi stage, ma che dà anche supporto ai giovani rallysti sotto l’egida FIM, introducendoli a gare internazionali come il Tuareg, il Pharaons Rally, l’Abu Dhabi Desert Challenge o il Ral- lye du Maroc, nella speranza di far crescere in Italia il campione rally del futuro. E con Freeracing iniziamo questa nuova fantasti- ca avventura; con un veloce volo Milano-Tunisi-Tozeur arriviamo velocemente nel deserto tunisino, dove ci accoglie un freddo “becco” che davvero a fine novembre non ci aspettavamo e che ci obbligherà a saltare la “notte in tenda” prevista per metà settimana. in Tunisia con Oscar Polli

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Provati per Voi - Avventure da endurista - Rally Stage, in Tunisia con Oscar Polli Segue >>

Testo: Stefano ChiussiFoto: Stefano Chiussi e Oscar Polli

Grafica: Rodolfo Maraldi

AVVENTUREDA

ENDURISTA

:: Correvano gli anni Novanta e poi i primi del Duemila, anni d’oro per la Dakar, quella vera, in Africa, con speciali da 900 km e nessuno, dico nessuno, a darti una mano al primo accen-no di problema. Erano gare da duri veri: come dimenticare eroi del calibro di Meoni, Sainct, ma anche Peterhansel, Auriol, Orioli, Picco, De Petri e tanti altri ancora? Ma quelle Dakar erano anche le gare dei “privatoni”, dei “non ufficiali”, capaci però di animare gara e classifica con imprese leggendarie… È così che inizio a conoscere uno di questi temerari, Oscar Polli, capace di diventare Campione del mondo Rally classe “Open” nel 2008 e poi di vincere l’Africa Eco Race nel 2012, dopo più di cento e passa rally nei deserti di tutto il mondo.

Marzo 2013, Tunisia, passo del Jebel Tebaga, stage 5 del Tuareg Rallye. Stiamo risalendo una mulatteria pazzesca, pen-denza da trial, pietroni infernali e strapiombo di decine di metri a fil di ruota e… siamo in speciale!Poco avanti a me un K 690 sbuffa e scalcia, è Oscar, che sta lot-tando per la vittoria, quando un concorrente fra di noi precipi-ta letteralmente nello strapiombo. Senza pensare alla classifica Oscar spegne la moto e scende a valle per agganciare con funi e cavi il malcapitato, aiutandoli a risalire, lui e moto, sul sentiero.Ecco, in quel momento ho capito di avere a che fare con un campione davvero speciale, con cui faccio subito amicizia, incro-ciandolo più volte in gara e al bivacco serale.Ed immaginate lo stupore quando Oscar in estate mi chiama e mi invita al suo famoso stage in Tunisia per iniziare alle delizie della navigazione desertica sia principianti che esperti: perché un conto è navigare con roadbook tra colline e boschi, un altro è usare sia roadbook che GPS, oltre a specifiche tecniche di guida, negli spazi infiniti dei nostri sogni desertico-dakariani.E Oscar laggiù è un maestro indiscusso.Freeracing è il nome della squadra di Oscar, che non solo orga-nizza questi stage, ma che dà anche supporto ai giovani rallysti sotto l’egida FIM, introducendoli a gare internazionali come il Tuareg, il Pharaons Rally, l’Abu Dhabi Desert Challenge o il Ral-lye du Maroc, nella speranza di far crescere in Italia il campione rally del futuro. E con Freeracing iniziamo questa nuova fantasti-ca avventura; con un veloce volo Milano-Tunisi-Tozeur arriviamo velocemente nel deserto tunisino, dove ci accoglie un freddo “becco” che davvero a fine novembre non ci aspettavamo e che ci obbligherà a saltare la “notte in tenda” prevista per metà settimana.

in Tunisia con Oscar Polli

sui mezzi per la manutenzione ordinaria: c’è chi si arrangia e chi invece decide di la-sciare la moto nelle sapienti mani di Fabio, meccanico di fiducia di Oscar dalle infini-te Dakar sulle spalle. Forse hanno ragione questi ultimi, dato che l’alternativa ai filtri aria e olio è una sauna ed un bel massag-gio nei lussuosi hotel vicini alla villa.Alla sera il debriefing è veloce e a volte anche acceso: c’è chi decanta le proprie doti velocistiche e chi si impunta sui pro-pri metodi di navigazione e di guida, ma alla fine una bella cena tunisina mette tutti d’accordo fra risate e pacche sulle spalle di un gruppo già bello affiatato.

:: MARTEDì: 120 kM, ORiEnTAMEnTO E TECniCA SAbbiALa mattina fa un freddo boia, ma già sap-piamo che di lì a due ore invece bolliremo fra dune e piste polverose.I roadbook che Oscar ci consegna e com-menta sono un po’ delle reliquie che ci fanno sognare ad occhi aperti: pezzi di speciale della Dakar africana o del Tunisia Optic Rally chiariscono subito come può essere complicato non solo cor-rere navigando, ma anche solo trovare la

giusta rotta con riferimenti che Oscar ci insegna a riconoscere sul terreno, combi-nando sapientemente scaltrezza, dati del roadbook ed informazioni del GPS. Come ad esempio l’utilizzo in modalità racing, ovvero leggendo dati in velocità certi che il GPS si comporti in modo adeguato: an-che le transizioni tra waypoint sono una variabile ed Oscar ci fa notare come settar-lo in modo “intelligente” e leggere diversi waypoint di fila.La sabbia che incrociamo oggi è molto più fine di quella di ieri, Oscar sta facendo sa-lire il grado di difficoltà in modo progressi-vo e le correzioni che apporta all’assetto di ognuno dei partecipanti incrementano velocemente sia il divertimento che la confidenza di tutti. Fin troppo, difatti ecco il primo botto di Luca, unico parte-cipante con un bicilindrico, che, presa la mano su un dritto da sesta piena, si cap-potta con lo sterzo chiuso all’arrivo di un set carognoso di lingue di sabbia.Un bello spavento, naso spelato, ma nulla di rotto, per fortuna.Mentre aspettiamo che tutti ci raggiunga-no ne approfittiamo per fermarci ad uno dei tanti caffè tendati sparsi per il deser-

to attorno a Douz: un bel thè alla menta, quattro risate assieme e via di nuovo verso casa, dove arriviamo di nuovo nel buio più pesto, a riprova che le ore in moto sono davvero tante: in 2 giorni siamo già a 15 circa, con fermate ogni 20-30 minuti per commentare terreno, posizione di guida, note del roadbook, segnalazioni del GPS e per condividere anche qualche segreto di navigazione ad alta velocità e sicurezza che Oscar dispensa con maestria in giuste dosi, un po’ alla volta.

:: MERCOlEDì: 140 kM, uTilizzO TEC-niCA DEl CAP, ORiEnTAMEnTO E uTi-lizzO ROADbOOkI km salgono e la stanchezza inizia a farsi sentire: si parte con un lungo trasferimen-to polveroso che ci fa immaginare l’inferno di una Dakar di “rincalzo”, infilati per mi-gliaia di km in tale incubo.Ma lo sforzo vale la pena, perché davanti a noi, a 50 km da Douz, ecco che si stagliano dune maestose, che nessuno immaginava esistessero in quella zona. Ed è libidine pura, col roadbook che, come da copione fra le dune, diventa a note rade e spesso di solo CAP. Bellissimo l’esercizio dove Oscar

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Provati per Voi - Avventure da endurista - Rally Stage, in Tunisia con Oscar Polli Segue >>

Non è una grande perdita, difatti la calda atmosfera che si sviluppa a sera al tavolo-ne della cena con i 12 piloti ed i 4 mem-bri di supporto della squadra convince tutti a tornare sempre entro sera nella villa-base di Oscar a Douz.Che questo sia un corso un po’ diverso dagli altri lo si capisce subito: i tempi sono chiari, non tirati, ma iniziano a dare un’i-dea di come si vive una gara nel deserto. La didattica poi è chiaramente “customiz-zata”, con molte domande volte a capire il grado di “preparazione” dei singoli.

:: lunEDì: 80 kM, TAPPA D’AMbiEn-TAMEnTO E AnAliSi PilOTALe moto sono tutte schierate davanti alla villa e alle 9 iniziamo col briefing della giornata; percorsi, luoghi, attività, lun-ghezza e difficoltà che incontreremo, oltre agli obiettivi didattici, sapientemente divisi fra i due gruppi: piloti col solo GPS e piloti con GPS e roadbook.E si comincia subito col prendere confi-denza col GPS: campi utili da mettere in vista, scelta di rotte, utilizzo in emergenza per tornare sulle proprie tracce. Dopo 45 minuti finalmente si parte: un breve tra-sferimento e finalmente si entra nel deser-to, piste dure, piste su sabbia e le prime dunette. Oscar controlla tutti e già dopo mezz’ora è pronto a dispensare consigli e correzioni di postura e di guida su sabbia per tutti quanti, incluso il sottoscritto, che scopre in 2 ore cose che non aveva capito in decine di rally in giro per il mondo!Il passo dei partecipanti varia fra l’intimori-to per chi vede il deserto per la prima vol-ta e il “crossistico” per chi non aspettava altro che navigare derapando o saltando sulle dune. Oscar tiene il gruppo ben uni-to, con 4 persone di staff a supportarlo, anche in moto: uno che apre, due in mez-zo ed uno che chiude il gruppo. E, da non dimenticare, il veicolo d’appoggio sempre in zona, che verrà raggiunto diverse volte via telefono satellitare durante la settima-na per dare una mano alle diverse moto che si pianteranno via via per problemi meccanici.Le ore corrono veloci e a fine giornata il passo di tutti quanti è già buono e nessu-no rimane indietro, così, rientrati al buio della sera, c’è tempo per metter le mani

Frizione bruciata, tiro alla fune assicurato, un gruppo affiatato in questi casi fa la differenza

SPAZI INFINITI EDIVERTIMENTO ASSICURATO

Stefano ha il casco, ma se la ride di gusto

UNA MOTO ROTTA è l'OCCASIONE gIUSTA PER RIDERCI SU

Il DESERTO NON è SOlO NAVIgARE MA ANChE "CAVARSElA" DA SOlI IN qUAlUNqUE MODO

spettacolo incredibile. Sono le dune del parco Jebil, direzione Timbain: rosse, enormi e distese a perdita d’occhio!Una visione celestiale per gli amanti del deserto. Oscar capisce al volo il fremere di tutti quanti e, fornito un punto GPS lonta-no ma ben chiaro, ecco che ci lascia partire a briglia sciolta.Ed è una libidine totale di surfate pazzesche su dune così belle che non avrei mai immaginato di trovare, ben abituato com’ero alle maestose dune cat-tedrale dell’Egitto e alla “sala giochi” di Merzouga, in Marocco. Ma non facciamo che 4-5 km che subito il gruppo si spezza in due.Aspettiamo, valutiamo, fino a che vedia-mo un omino piccolo piccolo sbracciarsi su una duna. In realtà è Orlando, che alla ter-za duna straccia la catena del suo pesante KTM 690 enduro. E non è il solo, anche Andrea, con una moto gemella, rade al suolo la sua frizione e rimane fermo in una valletta poco distante da noi. Fantastico:

3 moto out in 30 km… È chiaro che la giornata è già finita prima di cominciare, solo che siamo davvero in mezzo al nulla e urge recuperare i mezzi.E come sempre accade ecco comparire dal nulla Mahammed, un tunisino nero come il carbone e sorridente come un angelo, che si offre di farci da mangiare.Sì, avete letto bene, da mangiare! E difatti dietro un cordone di dune compare come per magia il suo campo, un gruppetto di capanne di paglia dove lui risiede da solo in ciabatte e t-shirt (di notte va sotto zero) da ormai 17 giorni, in attesa di turisti “fai da te” e del cambio, che non sa quando arriverà. Vabbè, niente dune ma la giorna-ta volge comunque in positivo, vuoi per le ghignate pazzesche del recupero al traino della moto di Andrea (beccato a fingere di tirare con la corda, peccato che fosse slegata dalla moto!), vuoi per il pane fatto sotto la sabbia ed i legumi che Maham-med ci offre sotto la sua tenda.Che dire, no moto ma gran bella espe-

rienza: ci leviamo gli stivali e divoriamo qualunque cosa Mahammed ci porta sul tavolo rasoterra (e vi lascio immaginare la voglia di ripartire quando il pick-up ci rag-giunge di nuovo dopo 4 ore recuperando anche questi due K ormai inservibili).

:: VEnERDì:SCRiVERE il PROPRiO ROADbOOkEd eccoci verso la fine del corso, con una delle parti a mio avviso più intriganti di tutta la settimana: la scrittura del proprio roadbook. Con un lungo briefing Oscar ripercorre tutte le diverse note incontrate durante le altre giornate, le commentiamo assieme e ci rammentiamo a vicenda come interpretare la conformazione del terreno, come segnare i km ed i diversi livelli di pe-ricolo. Debbo dire che questo esercizio mi è piaciuto da morire: ribaltare la visuale ed entrare “nella testa del tracciatore” è un esercizio estremamente complesso ma che affina terribilmente la capacità di let-tura di un roadbook, specie in gara ad alta

ci fa partire uno ad uno su un terreno mi-sto di dune e pezzi di duro, facendoci la-vorare di solo CAP. Un bel casino, perché la linea retta ovviamente è impossibile da seguire in tale contesto, e la lettura del ter-reno a media e lunga distanza risulta esse-re la chiave di lettura per passare veloci, guadagnando minuti preziosi in gara così come avendo ben presente dove ci si trova in caso di semplice passeggiata.Sale la stanchezza e arriva anche l’inci-dente: che mono e bicilindrico vadano guidati in modo diverso è chiaro, quello di cui non ci si rende conto è che viaggian-do vicini ogni moto ha una sua dinamica, che davvero uno non si aspetta dall’altro. Incredibile ma vero ecco che col mio KTM 530 riesco a centrare l’F 800 GS di Luca in mezzo al deserto, che scarta in modo dav-vero imprevedibile rispetto al mio leggero K. Siamo fortunati, solo un bello spavento e una mano quasi tranciata di netto dalla ruota del BMW, ma rischiamo di brutto, imparando a nostre spese che è meglio

tenere certe distanze, specie fra moto così diverse.Cambiamo un paio di roadbook ed impa-riamo a capire come le note vanno inter-pretate in caso di bassa o alta velocità, con o senza l’ausilio del GPS e come i traccia-tori di rally, di solito, scrivono “il rotolo” al fine di renderlo preciso, ma anche sfidante e talvolta ingannevole, al fine di premiare i più bravi nella complessa arte della navi-gazione.Ma il bello della giornata deve ancora ve-nire: superata un catena di dune ecco che in fondo alla vallata di sabbia si apre un’incredibile oasi di palme, che attor-niano piacevoli sorgenti di acqua calda a 37 °C, dove ci tuffiamo tra l’incredulo ed il divertito, chi sorseggiando una birra e chi fumandosi un meritato sigaro.Dopo un’ora di bagni e relax si riparte, non prima di aver tutti messo alla prova la pro-pria tecnica di guida su dune davanti ad Oscar, pronto a correggere ogni minima sbavatura.

:: GiOVEDì:150 kM, lE GRAnDi DunE DEl SuDLa giornata inizia col solito briefing e con la raccomandazione di non “tirarla per le lunghe” dopo la colazione. E capiamo subito perché: 50 km di asfalto e poi una lunghissima pista gessosa di almeno 30 km, per arrivare alla porta del Jebil Park. Ma il passo scende subito: il KTM 690 Ral-ly di Tommaso inizia a perdere acqua.La rabbocchiamo, ma dopo altri 20 km sia-mo di nuovo fermi. Non c’è niente da fare, per fortuna Oscar estrae il suo provviden-ziale telefono satellitare ed in un’oretta ecco raggiungerci il pick-up Freeracing di supporto che recupera lo sfortunato Tom-maso per riportarlo a Douz, dove riuscirà a farsi saldare il radiatore per tornare col gruppo già il giorno successivo.Ma le disavventure sono solo appena iniziate e ce ne accorgeremo presto.Procediamo per altri 30 km, dove abbiamo l’occasione di affinare la lettura del GPS, fino a quando si apre davanti a noi uno

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Oscar ripara un radiatore bucato

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Incredibile dove un RB può portartiOscar svela i segreti della guida su sabbia

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lA STUPENDA AUlA PER lA lEZIONE MATTUTINA

Al CASTEllO ROMANO DI KSAR ghIlANE

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TAVOlATA FRAlE DUNE

Il DESERTO A 360°:NON SOlO SAbbIA,MA ANChE PISTE E DURO

velocità. Ecco che si parte e, con un rotolo bianco montato nel porta-roadbook, tutti assieme ci fermiamo nei primi 10-15 punti commentandoli assieme ad Oscar e scri-vendoli ognuno nel proprio roadbook.Poi il passo si fa più spedito, ovvero Oscar ci lascia liberi, seguendolo, di fermarci dove vogliamo per segnare qualsivoglia nota e avviso. Poi arriviamo ad un pun-to toccato dal Tuareg Rallye dello scorso marzo e lì Oscar ci delizia con l’analisi del terreno, del punto GPS collegato e delle note del roadbook, evidenziando come moltissimi piloti avevano sbagliato mal interpretando le note improvvisamente serrate in quel punto, tratti ulteriormente in inganno dal punto GPS maliziosamente piazzato un poco a destra apposta per di-strarre la guida dei più irruenti. Che dire, una “dritta” così vale 10 rally di espe-rienza, garantito!Proseguiamo verso le montagne di bir Agares, col terreno che da sabbioso di-venta duro e poi sassoso man mano che ci addentriamo nelle silenziose vallate di Halfaya, e questo ci permette di “prender note” davvero raffinate, selezionando, e di conseguenza imparando, a riconoscere la pietra, il ciuffo d’erba, la traccia nascosta che diventano la “nostra personale nota”. Il rientro, dopo un bel caffè a kebili, è tra infiniti palmeti dove i tunisini raccolgono i datteri famosi in tutto il mondo.Ma è a cena che la giornata rende il me-glio di sé: ognuno riporta il suo roadbook e assieme ripercorriamo tutta la traccia percorsa, analizzando nota per nota di ognuno, verificando cose importanti trala-sciate o altre in apparenza banali ma in re-altà fondamentali per una corretta lettura in gara, dove velocità e sicurezza devono andare di pari passo.

:: SAbATO: GARA Di 20 kM E DiVERTi-

MEnTO SullA GRAnDE DunA

Ormai la settimana è finita e la sveglia è

più tranquilla, anche se oggi si “gareg-

gia”! Venti chilometri di roadbook traccia-

to fra le piste e le dune alle spalle di Douz

mettono alla frusta le capacità acquisite

dai partecipanti; c’è chi la prende sul se-

rio e chi sul ridere, ma al via, chissà come

mai, stracciano tutti il gas come se fossero

al Motocross of Nations. Ovviamente non

c’è un vincitore, ognuno prende il proprio

ritmo e tutti arrivano sorridenti alla grande

duna, dove la settimana finisce fra surfate

da paura con le moto a limitatore e nuvo-

le di sabbia a salutare ancora una volta i

nuovi “malati” di deserto.

Sembra di essere arrivati ieri, invece sono

già sei giorni che scorrazziamo in moto

ed è già ora di rientrare a casa. Le facce

sono stanche, in fondo abbiamo “macina-

to” 900 km, ma felici e già sognanti della

prossima avventura nei deserti africani.

Insomma una gran bella vacanza, adatta

non solo a chi si avvicina al mondo della

navigazione in Africa, ma anche a chi ha

già corso alcune gare, per affinare e cor-

reggere alcuni comportamenti che fanno

la differenza tra un amatore ed un profes-

sionista.

un sincero grazie all’iper-professio-

nale Oscar Polli ed al suo simpaticissimo

e sempre disponibile Freeracing Team:

dalla pilotessa Carla, al manager um-

berto, dal meccanico Fabio al supporto

in moto offerto dal giovane ma ormai “na-

vigato” luca. ||

NON SOlO MOTO:Il PANE FATTO AllA TUNI-SINA Al CAMPO SCOPERTO PER CASO FRA lE DUNE

A volte rompere la moto può essere una fortuna

Roadbook da rallye mondiale!

Sosta tra le montagne di Bir Agares Chi È OSCAR POlli

Oscar Polli ha iniziato la sua attività di pilota da fuoristrada nel 1982 partecipan-

do al Campionato di Motocross Regionale lombardo di 125 cc.

Successivamente è passato al Campionato Italiano di Motocross piazzandosi nei

primi 10 assoluti della classe 125/250. Ha partecipato per tre anni al Campionato

Italiano Cross su sabbia (Supermarecross) piazzandosi sempre nei primi dieci.

Nel 1992 ha partecipato al suo primo rally, il Rally di Sardegna, e partecipa al

Campionato Italiano Motorally, vincendolo nel 1995 con il Team Freeracing.

Sempre nel 1995 partecipa al Campionato Senior Enduro arrivando 4° della clas-

se 500 per poi approdare finalmente alle maratone africane, come il Rally Tunisia,

il Rally dei Faraoni e la Dakar, che lo hanno visto tra i protagonisti negli anni 1998,

1999 e 2006.

Nel 2008 è stato Campione del mondo Cross Country Rallies e nel 2012 vincitore

dell’Africa Eco Race.

Oscar è iscritto all’Albo Tecnici Federali della Federazione Motociclistica Italiana e

all’Albo I.G.M. ed è responsabile del progetto Motorally F.M.I.

Ad oggi Oscar ha disputato oltre 100 gare nel mondo; questo fa di lui uno dei

più esperti piloti internazionali.

Sala giochi, direzione Timbain!