IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO,...

12
In caso di mancato recapito inviare all’ufficio CMP Roserio - Milano per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Anno XXXVIII n.1 2016 Poste Italiane Spa spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB MIlano CAMPI CONTRO IL BRACCONAGGIO IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei soci LAC

Transcript of IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO,...

Page 1: IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 . Assemblea dei soci LAC. I. l TAR Marche ha disposto la sospensione

In c

aso

di m

anca

to r

ecap

ito in

viar

e al

l’uff

icio

CM

P R

oser

io -

Mila

no p

er la

res

titu

zion

e al

mit

tent

e pr

evio

pag

amen

to r

esi.

Ann

o XX

XVIII

n.1

201

6 P

oste

Ital

iane

Spa

spe

dizi

one

in a

bbon

amen

to p

osta

le D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46)

art

. 1, c

omm

a 2,

DC

B M

Ilano

CAMPI CONTRO IL BRACCONAGGIO IN SARDEGNA E A BRESCIA

MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei soci LAC

Page 2: IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 . Assemblea dei soci LAC. I. l TAR Marche ha disposto la sospensione

I l TAR Marche ha disposto la sospensione del prelievo in deroga dello Storno e ha sospeso la caccia alla Moretta, accogliendo

parzialmente il ricorso presentato dalle associazioni ambientali-ste LAC e WWF, ritenendolo fondato e quindi ha disposto la chiusura alla caccia alle due specie, in quanto sussistono condizioni di estrema gravità e urgenza. In attesa della trattazione in giudizio fissata nel mese di marzo 2017, il TAR ha quindi ritenuto di accogliere la richiesta avanzata da LAC e WWF, per impedire il verificarsi di effetti irreversibili sulle due specie. "Un risultato al di sotto delle nostre aspettative, afferma Danilo Baldini, delegato LAC per le Marche, soprattutto alla luce del recente pronunciamento del TAR Abruzzo, che aveva invece accolto il punto del ricorso del WWF che riguardava le specie SPEC, sospendendo anche per questo il calendario vena-torio abruzzese. Infatti, la stessa richiesta di sospensiva era presente anche nel nostro ricorso presentato per il ca-lendario venatorio marchigiano, per cui non si comprende il perché i giudici del TAR Marche, sul medesimo argomento, l’abbiano inve-ce rigettata. Si tratta comunque di una clamorosa “bocciatura” per i nostri amministratori regionali, soprattutto per l’assessore alla caccia Pieroni e per i funzionari dell’Ufficio caccia in Regione, perché come LAC e WWF lo scorso mese di luglio, in audizione nella II Commissio-ne, avevamo presentato ben 15 proposte di modifica del calendario venatorio regionale, che in gran parte poi sono state riprese ed inse-rite nel nostro ricorso al TAR. La Regione, quindi, aveva tutto il tempo

Numero 2/2016 2

per analizzare, valutare ed, eventualmente, accogliere tutte o parte delle nostre proposte, peraltro suffragate da importanti pronuncia-menti e sentenze da parte del TAR e del Consiglio di Stato e quindi di evitare il nostro ricorso. Invece, come sempre accaduto anche in

passato, i nostri politici non hanno preso in considerazione nessuna delle nostre indicazioni, di cui molte peraltro

avrebbero sanato delle palesi violazioni della legge nazionale, ed hanno invece preferito assecondare

tutte le richieste avanzate dal mondo venatorio. Ricordiamo alla Giunta Ceriscioli che il dovere di un pubblico amministratore è quello di occuparsi della tutela e della gestione della fauna selvati-ca nell’interesse di tutti e non soltanto a favore

di una esigua minoranza rappresentata dai cac-ciatori, perché la fauna selvatica è un patrimonio

collettivo e non soltanto un passatempo per pochi!” Adesso LAC e WWF esigono che la Regione Marche e

gli ATC mettano in atto tutte le azioni necessarie al fine di informare i cacciatori della situazione determinatasi a seguito della decisione del TAR. Spetta infatti proprio a Regione e ATC impedire, così come stabilito dal giudice amministrativo, l'esercizio della caccia allo Storno e alla Moretta in tutte le Marche. Mentre al Corpo Fore-stale, alle Polizie Provinciali ed alle guardie ambientaliste volontarie chiederemo di vigilare affinché venga rispettato ovunque nelle Mar-che il divieto di caccia allo Storno e alla Moretta, ed il rispetto quindi della legalità. nDanilo Baldini, Delegato LAC per le Marche

ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI LAC

I l 19 marzo 2017 a Milano, in Via Solari 40 si terrà l’assemblea generale degli ade-

renti alla Lega per l’Abolizione della Caccia.L’assemblea è convocata (in seconda con-vocazione) alle ore 11 - prima convocazio-ne alle 9 - con il seguente ordine del giorno:

1) Relazione del presidente2) Relazione del segretario3) Relazione del tesoriere4) Relazione dei revisori dei conti5) Approvazione bilancio consuntivo 2016

6) Elezione del consiglio direttivo per il biennio 2015-20167) Nomina dei revisori dei conti8) Modifiche di statuto9) Programma di attività

Il governo Renzi è stato il peggior Esecu-tivo dall’avvento della Repubblica per le politiche animali e ambientali: ha preteso lo scioglimento del Corpo Forestale del-lo Stato che da 200 anni era impegnato a perseguire i reati ambientali, e sono state

soppresse le polizie provinciali che aveva-no compiti di vigilanza venatoria. Stiamo vivendo un periodo veramente difficile e occorre parlare di come affrontarlo.

La sede dell’assemblea è raggiungibile con la metropolitana M2 (fermata S. Agostino) dalla stazione Centrale di Milano, e poi a piedi lungo via Solari o con il tram n. 14 per 3 fermate. n

ACCOLTO PARZIALMENTE IL RICORSO DI LAC E WWF: IL TAR SOSPENDE LA CACCIA A STORNO E MORETTA!Si tratta, comunque, del fallimento della politica della Regione sulla caccia in deroga.

ABRUZZO -20.2BASILICATA -10.8CALABRIA 15.4CAMPANIA 21.1EMILIA ROMAGNA -27.3FRIULI -21.9LAZIO -23.1LIGURIA -27.9LOMBARDIA -19.8MARCHE -28.7

Calo in percentuale del numero dei tesserini venatori nelle regioni italiane: differenza fra il 2007 e il 2015. Un interessante articolo appar-so su La Stampa alla fine di ottobre presenta un’indagine sul numero dei tesserini venatori rilasciati negli ultimi 7 anni da ciascuna regio-ne italiana. L’intenzione era scoprire in quanti escono di fatto a caccia, a prescindere dalle li-cenze venatorie rilasciate dal Ministero dell’In-terno. Il dato emerso è veramente interessante: negli ultimi otto anni quasi un cacciatore su quattro ha smesso di cacciare (-23%). Il calo è generalizzato e riguarda tutte le regioni.

MOLISE -14.8PIEMONTE -24.1PUGLIA -22,8SARDEGNA -29,2SICILIA -30,5TOSCANA -22,5TRENTINO ALTO ADIGE -12,8UMBRIA -32,7VALLE D’AOSTA -1,4VENETO -11,7

CALO DEI TESSERINI VENATORI NELLE REGIONI ITALIANE

MARCHE

Page 3: IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 . Assemblea dei soci LAC. I. l TAR Marche ha disposto la sospensione

S u ricorso del WWF Italia, il Presidente del TAR Abruzzo ha disposto l’annullamen-

to della delibera n. 515 del 02/08/16 della Giunta regionale che approvava il calendario venatorio del 2016-2017, sospendendo l’effi-cacia del calendario venatorio impugnato e di conseguenza l’attività venatoria in Abruz-zo, quantomeno con riferimento al capo A)

C lamoroso via libera del Governo Renzi, poco prima del Referendum: i cacciatori

di Trento e Bolzano potranno uccidere qual-siasi specie animale, anche quelle protette e all’interno dei parchi. Le associazioni anima-liste e ambientaliste criticano duramente l’in-tesa fra Stato e Province autonome di Tren-to e Bolzano, che consente a queste ultime ampi spazi di manovra in ambito venatorio, compresa l’estensione delle specie cacciabili.

Numero 2/2016 3

BLOCCATA LA STAGIONE DI CACCIA IN ABRUZZO, IL TAR ACCOGLIE IL RICORSO DEL WWF

CLAMOROSO VIA LIBERA DEL GOVERNO RENZI, POCO PRIMA DEL REFERENDUM:

LIGURIA

IL TAR LIGURIA ANNULLA DEFINITIVAMENTE L’ILLEGITTIMA CACCIA IN DEROGA ALLO STORNO REGIONE LIGURIA CONDANNATA A PAGARE LE SPESE ALLE ASSOCIAZIONI LAC, LAV ED ENPA

C on sentenza breve n. 1065, depositata il 28 ottobre, la 2° sezione del TAR della

Liguria ha definitivamente annullato la De-libera della Giunta Regionale n. 567 del 17 giugno scorso, con cui si apriva la caccia in deroga allo storno per il periodo dal 25 set-tembre al 15 dicembre (la specie non è cac-ciabile, in base alla Direttiva UE del 1979 in materia di avifauna). Prima dell’annullamen-to definitivo, i provvedimenti della Regione Liguria in materia erano comunque già stati sospesi dal TAR in via cautelare lo scorso 3 ottobre. Di particolare interesse il fatto che la Regione Liguria, in ragione della sua osti-nazione a riapprovare provvedimenti foto-copia di altri già annullati negli anni scorsi, sia stata anche condannata a pagare alle associazioni ambientaliste e animaliste ri-correnti (LAC, LAV ed Enpa) 3.000 euro, oltre alle spese per il deposito del ricorso stesso. Una condanna a pagare 5.000 euro di spese legali alle stesse associazioni era stata com-minata alla Regione anche lo scorso dicem-bre 2015 per un provvedimento di caccia agli storni analogamente annullato. Le as-sociazioni ricorrenti erano patrocinate dallo

studio dell'Avv. Claudio Linzola di Milano. Sconfitte dunque la Regione Liguria, oltre a tre associazioni venatorie (Federcaccia, ANUU, Libera Caccia) costituitesi in giudizio. Nell'acquisire la documentazione relativa a tutta la pratica, le Associazioni per la tutela della fauna avevano appreso delle forti pres-sioni del mondo venatorio per ampliare, con la deroga per questa specie protetta a livello nazionale e comunitario, l'elenco del-le specie cacciabili;

E’ stato in particolare contestato il pretesto fasullo della tutela delle produzioni olivicole col previsto abbattimento di 11.000 esem-plari (da parte di alcune centinaia di cac-ciatori autorizzati), includendo a tale scopo vastissimi territori dell’entroterra, in decine di comuni, non classificati come comuni olivicoli e/o privi di oliveti. Il TAR ha rilevato che la Regione abbia anche eluso il parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che raccomandava di limitare tale caccia in deroga solo nel raggio di 100 metri da oliveti.“ La Regione conti-nua a distogliere risorse economiche ed energie di funzionari e dirigenti per foto-copiare e riapprovare senza vergogna de-liberazioni che sono da anni oggetto delle motivate censure dei giudici amministrativi; il tutto solo per accontentare i piccoli ca-pricci di una frangia minoritaria del mondo venatorio (il numero dei cacciatori liguri, peraltro, è precipitato a 16.000 nel 2016); sa-rebbe ora di finirla e di occuparsi di cose più serie ed urgenti”, dichiarano i rappresentanti delle tre associazioni ricorrenti. n

ABRUZZO

TRENTINO ALTO ADIGE

Il Presidente della Repubblica Mattarella ha purtroppo sottoscritto le modifiche volute dalla province autonome e dal governo, che consegnano nelle mani dei cacciatori delle province di Trento e Bolzano, tutte le specie di animali selvatici presenti sul territorio, an-che all’interno dei parchi, trasformati anche questi in terreno di conquista dei cacciatori.I limiti imposti dalla legge nazionale sono così annullati in forza di un inaccettabile e

incostituzionale accordo concordato con il Ministero dell’Ambiente. Tale decisione, quindi, è gravemente lesiva della Costituzio-ne, delle norme nazionali internazionali ed europee poste a tutela della fauna selvatica e del diritto alla vita delle marmotte e di tut-te le specie protette. “E’ inaccettabile che il governo, forse per la spasmodica ricerca di consenso politico, abbia utilizzato gli animali selvatici come fossero moneta di scambio elettorale: un atto contrario al più elementare principio di rispetto degli equilibri ambientali, che legittimerà l’uccisione di animali protetti in tutto il resto del nostro Paese e d’Europa”, concludono le Associazioni. n

I cacciatori di Trento e Bolzano potranno uccidere qualsiasi specie animale, anche quelle protette e all’interno dei parchi.

del Calendario venatorio, nella parte in cui consente la caccia alle specie SPEC sia terre-stri che acquatiche (Beccaccino, Pavoncella, Moriglione, Marzaiola, Frullino, Codone, Me-stolone, Canapiglia, Combattente, Beccac-cia, Tortora, Allodola e Quaglia e l’apertura della caccia prima del primo ottobre, con pregiudizio per le specie Cornacchia grigia,

Gazza, Ghiandaia, Merlo, Quaglia, Fagiano, Lepre comune e Volpe e la chiusura in viola-zione delle indicazioni dell’ISPRA per Torbo bottaccio, Tordo sassello, Cesena, Colom-baccio. Il recente provvedimento del Con-siglio di Stato ha poi di fatto ha confermato la statuizione del Tar Abruzzo sulla chiusura della caccia alla beccaccia al 31 dicembre anziché al 19 gennaio, ed ha prolungato il periodo di caccia per il tordo bottaccio, sas-sello e cesena solo fino al 10 gennaio e non al 19 come richiesto dalle associazioni ve-natorie e come già previsto dal calendario venatorio abruzzese. n

CALO DEI TESSERINI VENATORI NELLE REGIONI ITALIANE

Page 4: IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 . Assemblea dei soci LAC. I. l TAR Marche ha disposto la sospensione

Numero 2/2016 4

BATTUTA DI CACCIA…ALLE TRAPPOLE E AI BRACCONIERI NEL CAGLIARITANO!

UCCISIONE IBIS EREMITA

U na dozzina di volontari della Lega per l’Abolizione della Caccia - LAC prove-

nienti da Lazio, Piemonte e Lombardia, con il sostegno del Gruppo d’Intervento Giuri-dico onlus, ha condotto la ventesima cam-pagna anti-bracconaggio nel Cagliaritano che ha portato alla neutralizzazione di oltre 1.200 trappole per avifauna (latziteddus, esattamente 410 lacci in nylon e crine po-sizionati sugli alberi, centinaia di “armature metalliche” predisposte per il posiziona-mento dei lacci da albero, 890 trappole a scatto posizionate a terra) e ben 66 trappole per ungulati (sos cropos, cavi d’acciaio per la cattura di cervi e cinghiali). La campagna, svoltasi in costante contatto con il Corpo forestale e di vigilanza am-bientale, ha visto, come di consueto, la partecipazione di tenaci volontari locali e giunti da varie parti d’Italia con l’obiettivo di bonificare quanti più boschi e zone di mac-chia mediterranea dalle micidiali trappole posizionate dai bracconieri, per aiutare la costante attività nel settore del Corpo fore-stale e di vigilanza ambientale e delle altre Forze di polizia. Numerose le aree battute, decine di sentieri, nei boschi e nelle macchie mediterranee di Capoterra, Uta, Assemini,

C i risiamo, un altro esemplare di fauna selvatica partico-larmente protetta abbattuto da un cacciatore (pallini usati

nell’attività venatoria sono stati rinvenuti nel corpo dell’animale), un atto compiuto con piena consapevolezza dato che è pratica-mente impossibile per chi ha conoscenza degli uccelli confondere un Ibis eremita con una specie cacciabile. Un delinquente della peggiore specie, con il più totale disprezzo nei confronti di un pa-trimonio di tutti e del duro lavoro svolto da chi la natura la rispetta e la protegge. Già in precedenza un altro esemplare, appartenente allo stesso stormo, era stato abbattuto da un cacciatore-bracconiere in Toscana, ora la sorte è toccata a un esemplare che aveva scelto il

Santadi, Sarroch, Sinnai, in particolare nelle zone di Gutturu Mannu, Monti Mannu, S’Ar-cu de su Schisorgiu, Is Litteras, Poggio dei Pini, Rio S. Girolamo, Santa Barbara, Monte Arcosu, San Gregorio. Tutti i mezzi vietati per l’attività venatoria e gli esemplari di fau-na morta recuperati dai volontari della L.A.C. sono stati consegnati al Corpo forestale e di vigilanza ambientale presso il comando Stazione di Capoterra quali corpi di reato. A differenza di altre occasioni, non sono stati trovati sul posto bracconieri ed è stata av-vertita minore intensità della predisposizio-ne di andalas, i sentieri con le trappole già attive, molto probabilmente visto il clima ancora mite che causa un passo tuttora mo-desto dei Tordi. Negli stessi giorni sono state svolte e si svolgono tuttora “visite” presso i mercati cagliaritani di San Benedetto e di Via Quirra, per verificare la presenza di vendita abusiva di avifauna proveniente da attività illecite, fortunatamente senza alcun esito.Il bracconaggio è un’attività illegale e di-struttiva del patrimonio ambientale (si stimano un centinaio di bracconieri “fissi” + circa duecento “occasionali” nella sola Capoterra). Il giro di affari è di sensibili di-

mensioni: basti pensare che una sola griva (spiedo di 8 tordi, de pillonis de tàccula) costa al mercato illegale un centinaio di euro al dettaglio. Tuttavia fra i principali “fruitori” finali del bracconaggio sembra-no proprio essere alcuni noti ristoranti del Cagliaritano, come già riscontrato nei mesi scorsi, nei confronti dei quali appaiono ne-cessarie ispezioni senza preavviso da parte delle Forze dell’ordine. Da non tralasciare il controllo, nel periodo delle festività natalizie, dei mercati pubblici. Dai riscontri anche diretti, tuttavia, il feno-meno del bracconaggio appare in sensibile diminuzione, grazie anche alla complessi-va azione di contrasto da parte delle For-ze dell’ordine, sostenuta dalle associazioni ecologiste. Follìa, poi, è anche solo l’ipote-si di una legalizzazione del bracconaggio, dell’uccellagione in particolare, recente-mente nuovamente avanzata da cacciatori e amministratori locali di Capoterra e dura-mente contrastata da parte ecologista. La caccia di frodo è, infatti, un reato contravvenzionale punito dalla legge n. 157/1992 e s.m.i. con sanzioni penali (art. 30) e con sanzioni amministrative (art. 31), nonché dalla legge regionale Sardegna n. 23/1998 e s.m.i. (art. 74).I partecipanti alla campagna anti-bracco-naggio della L.A.C., in proposito hanno di-chiarato: “anche quest’anno siamo parti-colarmente soddisfatti dell’aiuto fornito a Corpo forestale e Carabinieri che  com-battono il bracconaggio ogni giorno, ma siamo convinti della necessità di un impegno molto più incisivo nei confron-ti degli acquirenti e un deciso rafforza-mento delle sanzioni: sequestri dei mezzi utilizzati per il bracconaggio, auto com-prese, ispezioni in ristoranti e mercati. Il bracconaggio è un vero e proprio danno al patrimonio ambientale, è un vero e proprio furto ai danni di tutti noi”. n 

vicentino per fermarsi a riposare prima di riprendere la migrazione.Il Gruppo d'Intervento Giuridico onlus e la L.A.C hanno fatto una denuncia alle amministrazioni pubbliche e alla Procura della Repub-blica competenti con la richiesta di procedere penalmente nei con-fronti dei responsabili. Ci auguriamo che il seminatore di morte che ha abbattuto questo splendido e rarissimo animale venga presto identificato e punito in modo fermo e deciso per il gesto compiuto, per aver privato la collettività di un bene prezioso e per il disprezzo dimostrato nei confronti della legge. nL.A.C. Sezione di VicenzaGr.I.G Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus, Sede regionale Veneto

Page 5: IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 . Assemblea dei soci LAC. I. l TAR Marche ha disposto la sospensione

Numero 2/2016 5

V enticinque anni di

battaglie legali e di contrasto sul campo dell’ille-galità bastereb-bero probabil-mente ovunque a ripristinare la

legalità e la decenza. Non nel Bresciano, che ha visto la conclusione dell’ennesimo cam-po antibracconaggio congiunto della Lega Abolizione Caccia (LAC) - e del Comitato contro la distruzione dell’avifauna (CABS) con risultati importanti. Troppo importanti.Sono state infatti quasi 80 le persone denun-ciate in meno di un mese dalla missione in trasferta del Nucleo Antibracconaggio del CFS , grazie anche alle segnalazioni dei vo-lontari; il bilancio è di centinaia le trappole e le reti da uccellagione rimosse e migliaia gli esemplari di avifauna protetta vivi e morti (soprattutto morti) sequestrati. Tutto ciò è avvenuto all’ombra di un con-testo politico-amministrativo locale pre-occupante, con associazioni venatorie per nulla propense a sradicare una illega-lità congenita, rappresentata in moltissimi casi da sparatori e trasvolatori recidivi ( per nulla impressionati da sanzioni inadegua-te), sebbene molto impegnate a rilanciare vecchie e deprimenti battaglie in prima per-sona o per conto terzi: come le continue pressioni per la riapertura dei “roccoli" per la distribuzione dei richiami vivi, l’insop-portabile ritornello della richiesta di caccia in deroga a specie protette (di fatto co-munque illecitamente poste in essere col sistematico abbattimento di migliaia di frin-gillidi ed uccelli insettivori) e la comparteci-pazione al piagnisteo dei ristoratori rimasti orfani -finalmente per legge- degli uccelli migratori selvatici necessari a confezionare lo spiedo bresciano. Niente di nuovo sotto il sole, insomma; a parte la sforbiciata violenta data dal go-

verno Renzi alle già scarse risorse impiega-te nella vigilanza ambientale: assorbimen-to di gran parte del CFS nei Carabinieri e tagli lineari a risorse e personale delle polizie provinciali. La Regione Lombardia si è fat-ta carico della sopravvivenza di parte della vigilanza pubblica provinciale, ma nel Bre-sciano era già stata attuata una cura dima-grante paurosa, con l’inspiegabile concen-trazione nella sola Valcamonica di quasi la metà degli effettivi rimasti, lasciando in gran parte “scoperte" le altre due valli (Valsabbia e Valtrompia), maggiormente interessate dall’uccellagione, e il resto del territorio. In questo quadro, oltre a contrastare sul campo - con segnalazioni dettagliate agli

organi preposti tramite i propri volontari - l’azione dei cacciatori di frodo, la LAC sta lavorando intensamente sul piano legale, rilanciando la campagna per lo smantella-mento delle centinaia di capanni di caccia illegali sul piano urbanistico e delle norme venatorie, riuscendo presso il TAR a ridurre le quote di capi abbattibili volute dalla Re-gione per una specie ad alto rischio come l’Allodola, vincendo sostanzialmente la bat-taglia per lo spostamento a distanze legali (anche se sempre inaccettabili) del muro di appostamenti a lago dai quali si massacra

l’avifauna che trova rifugio nella riserva na-turale delle Torbiere del Sebino.A fronte di una situazione così fuori con-trollo, del numero di animali protetti ab-battuti e feriti , incluso ’ennesimo Ibis Ere-mita in Valcamonica, la LAC ha chiesto alla Regione Lombardia la sospensione della caccia nel bresciano; ma per l’assessore re-gionale Giovanni Fava il primato italiano del bracconaggio a Brescia è un’allucinazione collettiva definita “fenomeno modesto nei numeri”. D’altronde la Regione sulla correla-zione conclamata tra bracconaggio e licen-ze di caccia (i reati venatori sono compiuti per quasi 80% da cacciatori) ha sempre na-scosto la testa sotto la sabbia.

Per ultimo, invitiamo l’assessore regionale a rileggersi la legge nazionale per la protezio-ne della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio: la caccia giuridicamen-te non è un “diritto” bensì una “concessione” a sfruttare ed appropriarsi secondo modi e tempi ben precisi di parte del "patrimonio indisponibile dello Stato” . "L'attività venatoria si svolge per una con-cessione che lo Stato rilascia ai cittadini che la richiedano e che posseggano i re-quisiti previsti dalla presente legge" (art. 19 L.157/92). n

CONCLUSO L’ENNESIMOCAMPO ANTIBRACCONAGGIO

IN PROVINCIA DI BRESCIA

Page 6: IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 . Assemblea dei soci LAC. I. l TAR Marche ha disposto la sospensione

6Numero 2/2016

S abato 22 ottobre 2016 si è svolto a Ro-vereto, presso la sala conferenze della

Fondazione CARITRO, Via Antonio Rosmini 5, dalle ore 10,30 alle ore 18,00 il convegno “Camminando con l’orso. La convivenza possibile e necessaria” organizzato dalle associazioni “FederTrek Escursionismo e Ambiente” e “LAC Lega per l’Abolizione della Caccia onlus”.In seguito al progetto “Life Ursus” sono stati rilasciati in Trentino solo dieci orsi. Sarebbe stato certamente preferibile cre-are dei corridoi naturalistici, o almeno dei passaggi protetti, per lasciarli spostare au-tonomamente, come è nelle loro natura, ma il territorio, pesantemente antropizzato, specie a valle, non lo ha consentito. Alcuni animali riescono a superare le barriere co-struite dagli umani come i lupi, altri hanno bisogno dell’intervento umano per torna-re a colonizzare i territori da cui sono stati spazzati via non da eventi naturali ma con la violenza e la perdita di habitat, in Trentino l’ambiente naturale consentiva, e consente tuttora, la loro esistenza. Gli ambientalisti non hanno voluto l’orso, gli orsi ci stavano già, da prima di noi tutti, non si erano estin-ti per cause naturali, erano protetti fin dal 1939, ma, malgrado ciò, erano stati quasi sterminati e favorendone il ripopolamento si è realizzato una sorta di risarcimento alla biodiversità. Daniel Bazzucchi di “FederTrek Escursioni-smo e Ambiente” ha salutato i partecipan-ti e ha efficacemente svolto le funzioni di moderatore per l’intera giornata. La convi-venza con gli orsi è non solo possibile ma auspicabile e necessaria poiché la presen-za sul territorio dei plantigradi ne indica la condizione di prezioso rifugio della biodi-versità. Sono intervenuti:Caterina Rosa Marino membro del Con-siglio Direttivo della LAC nazionale e de-

legata LAC sezio-ne Trentino Alto Adige/Südtirol da molti anni segna-la che l’opera d’in-formazione e for-mazione avrebbe dovuto essere la prima, la più im-ponente e la più finanziata delle iniziative della provincia per gli orsi. In tanti anni molto lavoro di formazione e in-

formazione avrebbe potuto essere svolto sia per i residenti sia per i turisti; sia per gli adulti sia per gli studenti grandi e piccoli. Invece ben poco è stato fatto lasciando che il patrimonio iniziale di simpatia per l’orso andasse disperso. L’errore della PAT (Provin-cia Autonoma di Trento) è stato aver strap-pato dalle mani del Parco Adamello Brenta la gestione degli orsi, vanificando il lavoro dei professionisti competenti che tanto vi avevano investito, ma anche non aver cre-ato un vivaio di studiosi in grado di dialo-gare alla pari con altri esperti nel mondo e di far esprimere al progetto e alla presenza di un animale totemico come l’orso, tutte le sue molteplici potenzialità. E’ mancato l’ap-proccio culturale e ha prevalso la reazione viscerale, cieca e impulsiva.Clara Tattoni ricercatrice del “Laboratorio di ecologia del dipartimento di ingegneria civile ambientale e meccanica dell’Uni-versità degli Studi di Trento”. La Provincia di Trento promuove e sostiene il settore cinematografico e degli audiovisivi, ai fini della promozione del territorio provinciale e della crescita delle risorse professionali, tecniche ed artistiche locali, anche attraver-so la costituzione di un fondo dedicato e il sostegno di una apposita Film Commission, chiamata TFC (Trentino Film Commission), nominata dalla Giunta provinciale. Gli orsi offrono pressoché gratuitamente la loro partecipazione alla favorevole promozione turistica del territorio. Dati ormai conferma-ti ci rivelano che ogni passaggio di notizia sugli orsi sui mezzi di comunicazione pro-duce un ritorno pubblicitario esponenziale e una ricaduta utile in termini di soggiorni turistici. Proprio a questo turismo eco-con-sapevole un territorio come il Trentino Alto Adige/Südtirol sarebbe vocato. Alessandra Di Lucca avvocata di fiducia delle sezioni OIPA. La definizione di orso

problematico offre molti spunti di discus-sione e non poche perplessità sul fonda-mento giuridico nazionale e anche comu-nitario delle varie ordinanze di rimozione degli orsi considerati problematici. L’orso delle Alpi come anche l’orso marsicano sono patrimonio indisponibile dei cittadini italiani in qualunque regione vivano.Daniele Valfrè dell’associazione “Salviamo l’Orso” da molti anni impegnata per la pro-tezione dell’orso marsicano la cui sopravvi-venza sembra pesantemente compromes-sa anche da avvelenamenti e abbattimenti indiscriminati oltre che dalla perdita e fram-mentazione di habitat. Ha illustrato alcune loro iniziative per la tutela dell’orso marsica-no e sottolineato le inefficienze della pub-blica amministrazione che, anche in Abruz-zo, non mancano. Davide Celli dell’associazione “Legio Ursa” ha proposto la sua visione della uccisione dell’orsa Daniza e della gestione orsi da par-te della PAT.Roberto Marchesini, zooantropologo, fon-datore di “SILIA - Scuola Interazione Uo-mo-Animale" ha proposto considerazioni fortemente critiche sulla progettazione, re-alizzazione e attuale gestione di “Life Ursus” e degli orsi nella provincia di Trento.Francesco Mongioì membro del Consi-glio Direttivo della LAC nazionale e coor-dinatore del “Comitato per l’Orso Tren-tino Alto Adige/Südtirol” ha affrontato uno scottante argomento: come inoltrarsi adottando adeguate misure di sicurezza nei territori abitati dall’orso prevenendo gli incontri. Sono necessari, per l’assunzione di comportamenti avveduti, l’informazione e l’addestramento per residenti e turisti; os-servazioni e suggerimenti dall’esperienza dei parchi del Nord America e dalle compe-tenze nella valutazione e gestione dei rischi. Ha anche annunciato il “Premio Daniza”: per ricondurre la gestione della popolazio-ne ursina trentina nell’alveo della riflessio-ne scientifica e assicurarsi collaborazione nella divulgazione rigorosa, sarà assegna-to un premio a una tesi di laurea o ricerca scientifica sugli orsi e una borsa di studio a studenti che desiderino specializzarsi nello studio degli orsi. A breve sarà pubblicato il regolamento e resi noti i tempi e i termini di partecipazione.Nel corso della giornata è stato mostrato il film documentario “JUMBO WILD” del-la Sweetgrass Production. Ormai da de-cenni rappresentanti delle Prime Nazio-ni, ambientalisti, sciatori e snowboarder backcountry si oppongono al progetto per

CAMMINANDO CON L’ORSO LA CONVIVENZA POSSIBILE E NECESSARIA

Page 7: IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 . Assemblea dei soci LAC. I. l TAR Marche ha disposto la sospensione

7Numero 2/2016

I n seguito al progetto “Life Ursus” sono stati rilasciati in Trentino dieci orsi in

tutto. Oggi gli eredi di quegli orsi sono una cinquantina. In questo tipo di progetti l’alfa-betizzazione della popolazione dev’essere tra le prime voci di spesa, perché è fon-damentale per l’accettazione sociale. Non è bastato aprire dei siti web con le notizie sull’orso, le informazioni avrebbero dovuto essere proposte e insegnate anche a chi non se ne interessava: chiunque avrebbe dovuto trovarle sotto forma di dépliant; cartelli; libretti esplicativi; documentari at-tendibili; filmati brevi come videoclip op-pure più articolati; corsi tradizionali; escur-sioni; bear watching; esercitazioni pratiche; informazioni per tutti i gusti, per tutti gli idiomi, per tutte le età e capacità. E’ stata sprecata, finora, una grande oppor-tunità. La salvezza degli orsi doveva essere occasione di crescita culturale per il Tren-tino e oggi avremmo una generazione di

giovani, e di conseguenza le loro famiglie, già formate e sensibilizzate alla tutela at-tiva di ambiente e animali e perfettamen-te attrezzata dal punto di vista culturale a respingere argomentazioni di nessun peso scientifico. Così non è stato purtroppo.E’ vero che la Provincia Autonoma di Trento ha svolto opera di informazione presso al-cune valli e rivolta ad alcune categorie pro-fessionali specifiche ma tale opera di infor-mazione/formazione doveva avere una più vasta platea; iniziare ben prima dell’inizio di “Life Ursus” per preparare la popolazione, e soprattutto essere massiccia, sfaccettata, rivolta a vari settori di popolazione e dura-re nel tempo. Perché non abbiamo almeno un opuscolo informativo sugli orsi in ogni famiglia del Trentino? Perché presso le APT non viene diffuso anche un opuscolo sull’orso e gli altri animali selvatici? Perché sono troppo poche le segnalazioni, presso le aree naturalistiche, sulla possibilità di in-contri con gli animali selvatici e sui corretti comportamenti da tenere? Perché una formazione naturalistica de-dicata non è stata rivolta ai bambini delle nostre scuole? Invece dell’educazione al rispetto de-gli ambienti naturali e alla protezione di salute, animali e ambiente, l’avvedu-ta didattica targata PAT ha sfornato lo splendido, ottimo, illuminante volume “Il

cacciatore in favola” che illustra ai bam-bini sotto forma di favola quanto sia bel-lo, giusto, buono, ragionevole … braccare e squartare animali. Dal quotidiano L’Adi-ge: “La versione italiana, oggi viene letta ai bimbi nelle scuole dell'infanzia ed elemen-tare in tutto il Trentino e Alto Adige, perché sia la Regione che la Provincia Autonoma di Trento hanno patrocinato il volume as-sieme alla Sezione Cacciatori Trentini.” L'educazione di Jack lo squartatore spon-sorizzato PAT? Un magnifico esempio di pedagogia provinciale trentina? Una pro-mozione territoriale e culturale illustrativa e chiarificatrice dello “Stile Trentino”? Non metto in dubbio le certamente note-voli qualità letterarie del testo e le capacità creative degli autori ma ritengo l’argomen-to decisamente discutibile, e con me la maggior parte della popolazione italiana. La caccia ormai è una residua attività ar-caica degna di un museo di antropologia culturale e non ha futuro data l’elevata età media dei suoi praticanti, la contrarietà e il viscerale disgusto che questa attività su-scita in qualunque persona civile. È uno scandalo etico, psicologico e pedagogico che una così “favolosamente” ripugnante pubblicazione sia diffusa presso le scuole pubbliche e spudoratamente raccontata ai bambini. Una decisione indegna, inop-portuna sotto ogni punto di vista. n

“IL CACCIATORE IN FAVOLA”

VAL DI NON, MORTO UN ALTRO ORSO

di Caterina Rosa Marino

la realizzazione di un vasto comprenso-rio sciistico nei Monti Purcell della British Columbia. Dopo 24 anni di proteste, che cos'altro occorre per conservare definitiva-mente intatta e selvaggia l'area del Jumbo? L'assemblea dell'Organizzazione delle Na-zioni Unite (ONU) ha approvato l'adozione

U n altro orso è stato trovato morto a Lover, in val di Non, nella stessa zona dove erano stati avvelenati altri due plantigra-

di. La Procura ha aperto un fascicolo. Il dubbio che si tratti di un altro caso di avvelenamento è sorto a tutti. Nella stessa zona al-tri due esemplari erano stati trovati morti, a distanza di un anno, sempre per avvelenamento. Una coincidenza quantomeno so-spetta. Ci potrebbe essere la mano dell’uomo dietro alla morte dell’orso adulto trovato mercoledì pomeriggio nei boschi della val di Non. La carcassa, in stato di decomposizione, è stata tro-vata dagli agenti del corpo forestale, allertati da alcuni abitanti, nel comune catastale di Lover. Al momento, da un primo esame preliminare, non si è in grado di stabilire se si tratta di un esem-plare maschio o femmina e neppure la causa della morte che potrà essere accertata solo attraverso le analisi necroscopiche che saranno effettuate nei prossimi giorni. Il plantigrado è stato trasportato all’Istituto Zooprofilattico delle Tre Venezie di Trento dove verranno effettuati gli accertamenti. "Per capire la causa del-

del 2017 come “Anno Internazionale del Turismo Sostenibile”. L’unica speranza che gli orsi e gli altri animali selvatici hanno di sopravvivere in questa Europa sovrappo-polata e cementificata sta nell’accettazione sociale e nella possibilità di vivere con noi, tra noi, evitandoci il più possibile. Ed è fatti-

bile, anzi già accade. Uno slogan della PAT recita: “Ha condiviso le grotte con i nostri avi, le montagne con i nostri padri, e le cul-le con i nostri figli. L’orso: parte della nostra storia.” Speriamo tanto che non si intenda una storia finita per sempre. n

la morte - spiega Claudio Groff, del Servizio Foreste e Fauna della Provincia, responsabile del “Progetto orso” - si dovranno atten-dere i risultati degli esami, ci vorranno almeno un paio di setti-mane. Qualche sospetto sul fatto che la morte possa essere stata causata dalla mano dell’uomo c’è, ma per ora è prematuro fare ipotesi". La Provincia ha subito segnalato il ritrovamento alla Pro-cura, come da prassi. La pm di turno Maria Colpani ha aperto un fascicolo d’indagine a modello 45, quindi senza indagati e ipotesi di reato. Per ora la magistratura attende gli esiti dei primi esami, poi deciderà come muoversi, ma se dovesse essere confermato l’avvelenamento si apre un altro problema. Identificare l’autore è infatti tutt’altro che facile e spesso le inchieste rischiano di fini-re comunque in archivio, come è accaduto per l’indagine aperta sulla morte dell’orso trovato, sempre in val di Non, il 28 marzo 2015. Anche per il secondo ritrovamento, quello del 21 marzo scorso, la Procura ha aperto un’inchiesta e le analisi tossicologi-che, anche in questo caso, hanno confermato l’avvelenamento.

Corriere del Trentino, 14/10/2016

Page 8: IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 . Assemblea dei soci LAC. I. l TAR Marche ha disposto la sospensione

8Numero 2/2016

PIEMONTE

IL CONSIGLIO REGIONALE PIEMONTESE HA CONDANNATO A MORTE IL GALLO FORCELLO E LA COTURNICE

DIVIETO DI CACCIA PER 13 SPECIE SELVATICHE

di Roberto Piana

I l gallo forcello o fagiano di monte è diffuso in parte del territorio europeo,

soprattutto nelle zone boschive della Si-beria e della Scandinavia. Risulta invece estinto in Spagna e Grecia. In Italia si trova esclusivamente sull’arco alpino, di norma nella fascia arbustiva che si colloca al li-mite superiore della vegetazione arborea. In Piemonte si stima la presenza di un numero di coppie nidificanti oscillante tra 2.000 e 4.000. Le popolazioni presentano tuttavia un generale decremento. Le cause responsabili del declino della specie vanno ricercate soprattutto nella perdita, fram-mentazione e trasformazione degli habi-tat, nella realizzazione di infrastrutture (ad esempio impianti di risalita), nel prelievo venatorio e nel disturbo arrecato durante le fasi di svernamento e nidificazione.La coturnice si trova soprattutto in am-bienti rocciosi e scoperti e il suo areale di distribuzione è attualmente limitato ad alcune aree dell’Italia e della penisola bal-canica. Nel nostro Paese vive soprattutto in ambito alpino, ma alcune popolazio-

ni sono presenti anche nell’Appennino settentrionale e centrale e, con una sot-tospecie a parte, in Sicilia. In Piemonte si stima una presenza di 2.000-4.000 copie nidificanti. La specie evidenzia marcati de-crementi numerici accompagnati da estin-zioni locali. Le cause della rarefazione della specie sono le stesse già citate a proposito del gallo forcello, con l’aggiunta dell’inqui-namento genetico dovuto ad immissioni di ceppi alloctoni o ibridazioni con altre specie. Le quattro specie della piccola fau-na alpina che la legge nazionale considera cacciabili gallo forcello, coturnice, pernice bianca e lepre variabile rappresentano un elemento fondamentale dell’ecosistema alpino. Mentre pernice bianca e lepre variabile sono attualmente tutelate dal-la normativa regionale, gallo forcello e coturnice restano esposte al fuoco del-le doppiette. Il 5 luglio 2016 per iniziativa di alcuni Consiglieri regionali sensibili alle tematiche ambientali furono presentati in Consiglio regionale due emendamenti al DDL n. 210, riguardante il riordino del-

le Province, tendenti a vietare la caccia a queste due specie. Il primo emendamento dei gruppi di mag-gioranza era stato sottoscritto dai consi-glieri Barazzotto, Ottria, Valle, Conticelli, Allemano (PD), Grimaldi (SEL), Chiapello (Moderati), Monaco (Scelta Civica), Giacco-ne (Lista Chiamparino). Il secondo emen-damento era stato presentato dal Gruppo del Movimento 5 Stelle. Il primo emenda-mento fu presto ritirato di fronte alle prote-ste del mondo venatorio rappresentate in primis da Vignale (Forza Italia). L’emenda-mento del Movimento 5 Stelle è stato vo-tato il 27 luglio 2016, ma non ha raggiunto la maggioranza consiglieri presenti e non è stato approvato. Solo 6 sono stati i voti contrari, favorevoli tutti gli 8 consiglieri del Movimento 5 Stelle, i 2 di SEL e solo Vittorio Barazzotto del PD. La massiccia astensione o non partecipazione al voto dei consiglieri del più numeroso gruppo di maggioranza (PD) ha condannato a morte, e probabilmente all’estinzione, il gallo for-cello e la coturnice. n

N ella serata del 20 dicembre il Con-siglio Regionale del Piemonte ha

approvato il disegno di legge n. 219 che prevede il regime di tutela per 13 specie di uccelli, quasi tutte cacciabili nella corren-te stagione venatoria.Le Associazioni Pro Natura Piemonte, LAC e LIPU esprimono la loro soddisfazione per la decisione del Consiglio regionale. In dettaglio si tratta di fischione (Anas pe-nelope), canapiglia (Anas strepera), me-stolone (Anas clypeata), codone (Anas

acuta), marzaiola (Anas querquedula), folaga (Fulica atra), porciglione (Rallus aquaticus), frullino (Lymnocryptes mi-nimum), pavoncella (Vanellus vanellus), moretta (Aythya fuligula), moriglione (Aythya ferina), combattente (Philoma-cus pugnax) e merlo (Turdus merula). Si tratta di specie generalmente poco dif-fuse nella nostra Regione, di scarso inte-resse venatorio ed in alcuni casi a rischio di estinzione.Il provvedimento della Regione ha ripristi-

nato l’elenco delle specie cacciabili pree-sistente prima dell’abrogazione della leg-ge regionale n. 70/96, effettuata nel 2012 al solo scopo di impedire il referendum regionale contro la caccia. “La Regione ha sanato una situazione del tutto anomala - afferma il Segretario di Pro Natura Piemonte Piero Belletti - che deriva dall’accoglimento da parte del TAR Piemonte di un allucinante ricorso da parte dei cacciatori. Questi, infatti, frustra-ti dall’analogo divieto sancito lo scorso

Page 9: IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 . Assemblea dei soci LAC. I. l TAR Marche ha disposto la sospensione

9Numero 2/2016

NO A UN NUOVO ZOO A TORINO di Roberto Piana

anno per allodola, lepre variabile e per-nice bianca, non hanno trovato di meglio che accanirsi in modo isterico e strumen-tale contro ogni decisione della Regione in materia di caccia”. C’è tuttavia anche il rovescio della medaglia. “Durante la di-scussione in Consiglio Regionale – affer-ma Roberto Piana, Vicepresidente della LAC – è stato presentato dal Movimento 5 Stelle un emendamento, che avrebbe

P rima di congedarsi, la Giunta Fassino a Torino ha dato il via libera al pro-

getto della Società Zoom per la realizza-zione, su area pubblica del Parco Miche-lotti, di un nuovo zoo.Lo zoo a Torino venne chiuso 30 anni fa.Speravamo che l'arrivo di Chiara Appen-dino a sindaco di Torino determinasse l'abbandono del progetto, invece in com-missione l'Assessore all'Ambiente ha co-municato l'intenzione di procedere alla firma del contratto. Motivo della scelta: timore di pagare penali.Gli avvocati Fenoglio e Gallegari hanno diffidato formalmente il Comune dal pro-cedere evidenziando le illegittimità della delibera di Fassino.Ci siamo battuti 30 anni fa per fare chiu-dere lo zoo di Torino e ci ritroviamo oggi a vederlo risorgere proprio con l’impri-matur del Movimento 5 Stelle!

PADOVA. La carovana del circo è mul-ticolore anche nei sentimenti che vive

ed esprime: il divertimento e i sorrisi del pubblico, la fatica e l’allenamento degli arti-sti e, spesso, la grande sofferenza degli ani-mali. Sofferenza certificata da una sentenza del giudice monocratico di Padova, Stefano Canestrari che ha condannato il legale rap-presentante del circo Medrano, Albertino Casartelli, a 8 mesi di carcere, sia pure con la sospensione condizionale della pena, per il reato di maltrattamento degli animali.Reato contestato in seguito a un’ispezione nell’area in cui il circo aveva allestito il ten-done a Padova, fra il 28 novembre e il 10 di-cembre 2012. Secondo l’accusa l’imputato «senza necessità, cagionava lesioni psico-fisiche ad animali anche esotici ricoverati presso lo stesso circo dato che li sottopo-neva a comportamenti incompatibili con le loro caratteristiche etologiche».Nella sentenza, oltre al ristoro delle spese

Si vuole privatizzare per due terzi un’area verde pubblica del Parco Michelotti sot-traendola ai cittadini. La società Zoom realizzerà “lo spazio “outdoor” con una “Children Farm” con animali delle fat-torie di tutto il mondo; lo spazio “in-door” con la “Biosfera” che riprodurrà un ecosistema del Rio delle Amazzoni, ovvero una foresta pluviale con piante, uccelli, rettili, anfibi, pesci e inverte-brati.” Che senso ha realizzare una foresta pluviale amazzonica lungo il Po a Torino? Che senso ha realizzare fattorie di tutto il mondo? Che senso ha realizzare un nuo-vo zoo con animali prigionieri? L’iniziati-va incentiva il vergognoso commercio di fauna esotica, costituisce un messaggio diseducativo per le famiglie e i bambini che lo frequenteranno.“Secondo la proposta progettuale il-lustrata, al Parco sono previste circa

250mila/300mila visite all’anno, con un aumento dell’indotto turistico cittadino di circa € 5 milioni annui (€ 150 milio-ni in 30 anni di gestione), con il 15% di visitatori (circa 40mila persone) costi-tuito da nuove visite in città, principal-mente famiglie con bambini. Il biglietto dovrebbe costare tra i 4 e i 16 euro.”Secondo il documento presentato, si prevedono la creazione di circa 100 po-sti di lavoro, un aumento del 35% del commercio locale e una rivalutazione del patrimonio immobiliare della zona”.Il progetto mira in sostanza a fare business sfruttando gli animali. Torino non merita un altro zoo. La LAC ha impugnato al TAR la delibera insieme alle altre associazioni, ma purtroppo l'ordinanza di rigetto della nostra istanza cautelare è stata depositata e potrebbe essere necessario ricorrere al Consiglio di Stato. n

esteso il divieto di caccia anche a coturni-ce e fagiano di monte. Altre due specie in evidente declino numerico ed a rischio di estinzione. La maggioranza del Consiglio Regionale tuttavia, ancora fortemente as-servita alle richieste del mondo venatorio, non ha avuto il coraggio di approvarlo.”Grande impegno per cercare di impedire l’approvazione della legge e per difende-re le ragioni dell’estremismo venatorio è

stato dimostrato dal gruppo di Forza Italia con in testa Gianluca Vignale. Le Associazioni esprimono comunque la loro intenzione di non fermarsi e di proseguire la loro battaglia a tutela della fauna selvatica. Battaglia di civiltà, contro una minoranza, i cacciatori, arroccata su posizioni anacronistiche e che antepone la difesa di interessi personali a quelli del-la collettività. n

MALTRATTAMENTI SUGLI ANIMALI, CONDANNATO IL CIRCO MEDRANOdi Cristina Genesin

legali sostenute, il giudice ha disposto un risarcimento (4 mila euro) a ciascuna delle tre associazioni animaliste che si sono co-stituite parte civile, Lac (difesa dall’avvoca-to Aldo Benato), Lav (avvocato Annamaria Marin) e Anpana (avvocato Maria Morena Suaria) e la confisca di due animali un ele-fante e un canguro.L’inchiesta era stata coordinata dal pubblico ministero Benedetto Roberti che, al termine della requisitoria in aula, aveva reclamato la condanna di Casartelli a un anno. E che non aveva esitato a denunciare le dramma-tiche condizioni di vita degli animali usati per gli spettacoli circensi e costretti in una disperata cattività a vivere in spazi ridottis-simi come i felini chiusi in gabbie nude, senza zone d’ombra, allestite sull’asfalto; i rettili chiusi in teche di piccole dimensioni senza verde o rami per riprodurre l’habitat naturale; o gli elefanti (20 gradi almeno la temperatura ideale) costretti al gelo e

alle intemperie dell’inverno. Per loro, nes-suna lettiera, materiale assorbente degli escrementi o getto d’acqua. In particolare uno degli elefanti manifestava i cosiddetti comportamenti stereotipati, dondolamenti in avanti e indietro indicatori di uno stress cronico. Stress psicofisico rilevato anche su un canguro. «La condanna conferma l’incompatibilità tra il rispetto delle caratteristiche etologiche degli animali e il loro uso come strumen-ti negli spettacoli» rilevano la Lav e Luca Zampieri, capo nucleo delle Guardie zoofile Lac di Padova, «Le modalità di detenzio-ne degli animali sono inadatte a garantire il rispetto delle caratteristiche delle specie. Perciò ringraziamo la procura di Padova, e in particolare il pm Roberti, per aver seguito con tenacia il caso».degli animali e il loro uso come strumenti negli spettacoli» rile-vano la Lav e Luca Zampieri, capo nucleo delle Guardie zoofile Lac di Padova, «Le modalità di detenzione degli animali sono inadatte a garantire il rispetto delle caratte-ristiche delle specie. Perciò ringraziamo la procura di Padova, e in particolare il pm Roberti, per aver seguito con tenacia il caso». n

Page 10: IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 . Assemblea dei soci LAC. I. l TAR Marche ha disposto la sospensione

10Numero 2/2016

S i è svolto questa mattina presso il tribu-nale di Brescia il processo sullo scanda-

lo Italcarni di Ghedi (BS), la sentenza è stata rinviata, il giudice ha chiesto di acquisire nuovi elementi (tra cui il video).L'inchiesta è nata da una denuncia della veterinaria ATS Erika Vergerio, gravemente ostacolata perchè cercava di applicare le norme sanitarie.Il 7 ottobre 2015, la procura di Brescia chiese ed ottenne il sequestro del macello Italcarni di Ghedi (BS) per i reati di maltrattamento animale, adulterazione di alimenti, frode nell'esercizio del commercio, falso in atto pubblico e smaltimento illecito di rifiuti.Le sei persone indagate: il titolare dell'a-zienda Federico Osio che ha chiesto di patteggiare una pena di 2 anni e 2 mesi, i suoi fedeli collaboratori che hanno avan-zato richiesta di pena inferiore ai 2 anni e i due veterinari Mario Pavesi e Gian Antonio Barbi dell ATS della Bassa Bresciana, che si occupavano del monitoraggio "ufficiale" del buon funzionamento della Italcarni accusa-ti di chiudere gli occhi di fronte alle irrego-larità.Durante l'indagine è stata confermata l'ipo-tesi che molti animali arrivassero ai cancelli dello stabilimento già morti, confermati i

maltrattamenti subiti dai bovini, gli esami effettuati sulle carni rilevarono valori batte-riologici 50 volte superiori al consentito do-vuti alle ferite inferte e poi infettate. I mal-trattamenti sui bovini erano d'abitudine in quel macello: bovini agonizzanti trascinati sul pavimento, agganciati a delle catene, presi a bastonate per farli entrare all'interno del macello, pungolati, addirittura sollevati di peso con i bracci meccanici di muletti, infilzati in un bagno di sangue. Tutto do-cumentato da immagini di telecamere in-stallate dalla procura durante le indagini e poi diffuse su internet da Giulia Innocenzi, giornalista che ha condotto inchieste sui vari allevamenti di animali "da reddito". Immagini rivoltanti e chiare su quello che accadeva nel macello di Ghedi .Ambrogio Cassiani, il PM dell'accusa, ha fino ad ora condotto egregiamente questa inda-gine e processo, dove è emerso che Mario Pavesi, uno dei veterinari che ha omesso le dovute visite ante mortem e post mortem, ha lasciato la piena disponibilità del bollo sanitario al titolare dell'azienda e ha assi-stito e mai impedito i gravi maltrattamenti sugli animali, mentre dall'inchiesta della giornalista Giulia Innocenzi si è saputo che Mario Pavesi non ha avuto nessun provve-

dimento disciplinare dall' ATS ma è stato semplicemente spostato in un altro macel-lo a continuare la sua opera e che la Dire-zione Generale ATS di Brescia, che ha poteri e responsabilità sopra ogni suo dipendente, non ha mai preso o disposto provvedimen-ti seri verso i veterinari coinvolti in questa grave vicenda . La giornalista ha rivelato che il direttore dell'ATS della Bassa Bresciana ha emesso il provvedimento disciplinare per la Dott.ssa Erika Vergerio, la veterinaria che ha denunciato le gravi irregolarità agendo secondo suo dovere, motivando tale prov-vedimento per un presunto danno arrecato all'immagine di ATS. Mario Pavesi era già stato indagato in altre vicende giudiziarie e nonostante tutto, era stato nominato vi-cedirettore del distretto di Leno, dove ha poi operato nei modi sentiti al processo e visti nell'inchiesta di Giulia Innocenzi e per il quale ha affrontato il processo a Brescia. La LAC che si è costituita parte civile, rin-grazia la procura di Brescia per impegno e auspica che ora le autorità preposte chie-dano conto al Direttore Generale dell'ATS, per l' operato fino ad ora svolto. Resta il problema di come vengono trattati gli animali allevati per la loro carne, una vita la loro, fatta di reclusione e sofferenza, che

COMUNICATO STAMPA | LAC BRESCIA Processo Macello Italcarni Ghedi (BS) | Rinvio

E’ tornata l’Isola delle Anatre nel lago grande della Pellerina!Fino al 1995 esisteva sul Lago Grande del Parco Carrara a To-

rino, più noto come Parco della Pellerina, un’isola galleggiante che consentiva alle anatre di posarsi in sicurezza.Poi le varie alluvioni e l’usura del tempo l’hanno distrutta e fatta arenare a riva per il cedimento dei cavi di ancoraggio. Anche un se-condo atollo, posto nel Lago Piccolo, ebbe vita breve causa la grave alluvione che investì il parco nell’autunno del 2000.Nel 2015 la LAC Piemonte decise di attivarsi per ripristinare “L’isola delle anatre”. Poiché l’Amministrazione comunale si era dichiarata

indisponibile ad intervenire, la LAC si è assunta i costi dell’operazio-ne. Un pontile galleggiante recuperato dal Lago di Avigliana, oppor-tunamente restaurato, giovedì 16 giugno 2016 è stata trasportato al Parco della Pellerina. L'isola, donata dalla LAC alla Città di Torino, è stata ancorata al centro del lago. Consentirà nuovamente alle ana-tre il riposo notturno in sicurezza. Un grazie di cuore ai Vigili del Fuoco di Torino del Nucleo Sommozzatori che con grande impe-gno hanno provveduto alle operazioni di ancoraggio, al personale del Servizio Verde Gestione della Città di Torino e a tutti i nostri volontari e i sostenitori. n Roberto Piana

È TORNATA L’ISOLA DELLE ANATRE NEL LAGO GRANDE DELLA PELLERINA!

Page 11: IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 . Assemblea dei soci LAC. I. l TAR Marche ha disposto la sospensione

11Numero 2/2016

Agostina Barni MI > € 50Sylvia Bell Magrini RM > € 70Marco Bernasconi MI > € 50Cristina Bailo MI > € 80Maria Beatrice Bianchi Cagliesi LT > € 50Cristina Bracelli MI > € 150Lionella Bracelli MI > € 100Marco Brumat MI > € 50Cristina Caimi LC > € 100E. Calcaterra MI > € 50 Pietro Caramella MB > € 50 Giovanna Carcano CO > € 100Liliana Cavalli MI > € 200Ruggero Catarcione Guerra FE > €50Carlo Cesti AN > € 50Enrico Chisari PN > € 60Ines Ciresa > € 50 in ricordo di GuidoMilena Coletto TO > € 220Gianfranca Cusin MI > € 60Francesco Debollario MI > € 200Manuela Emanuelli MI > € 50Luciano Ferrario e Anna Negro MB > € 100Roberta Finà PV > € 50Giovanni Gallazzi PV > € 100Alessandra Galli TO > € 120Carlo Gattoni MI > € 50Ans Gelderman RM > € 100 in ricordo di Filippo e Aldo MaffeyPatrizia Giorgetti MB > € 50Paolo Guidetti RE > € 50Licia Invernizzi MI > € 50Arianna Maccan PN > € 70Federica Maestrin MN > € 50Anna Manca MI > € 200Milena Marinoni MI > € 120Rosalba Mercati MI > € 50Carlo Micheletti MI > € 50Enzo Mulas FI > € 100Rossella Ognibene RE > € 50Valentina Perin TV > € 50Paolo Poli PC > € 200Francesca Saglio TO > € 60Francesca Sanna MI > € 50Giorgio Scalco TV > € 50Domenico Segagni PV > € 80Rondone Pavia > € 50Olga Vacondio MO > € 200Patrizia Verga CO > € 120Giovanni Viassolo SV > € 100Laura Vincenzi FE > € 100Lindsay Willougby MI > € 150Giuseppe Zagami LI > € 50Marco Zagolin CO > € 100Meytal Zeira MI > € 60

Grazie a tutti coloro che sostengono le battaglie della LAC

finisce in un macello che potrebbe essere uguale a quello di Italcarni. Viene da chiedersi quanto siamo disposti a tollerare, quanta sofferenza vogliamo an-

cora infliggere, per nostre scelte egoistiche, dettate da interessi economici e da cosa mettiamo nel piatto. n

I l grave problema del disseccamen-to rapido degli ulivi, che interessa da

almeno 8 anni le campagne del Salento, è imputato, dalla versione istituzionale e scientifica prevalente, al contagio diffuso da parte di alcune specie di cidadellidi, qua-li vettore del batterio xylella. E’ sottovaluta-to, se non trascurato, l’impatto prodotto da squilibri ambientali e climatici sull’ecosiste-ma, all’interno dei quali occorre ricondurre molte fitopatie apparentemente impreve-dibili, dalla difficile eziologia, tra cui il Codi-ro. Tra tali squilibri imputabili alle attività e agli interventi umani, un ruolo non trascu-rabile è addebitabile alla caccia. A causa sua negli ultimi decenni è significativa-mente diminuita l’avifauna e con essa la possibilità di controllo e limitazione degli insetti, prin-cipale alimento degli uccelli. Ognuno mediamente si ciba annualmente anche di molti chili di insetti, quindi di centina-ia di migliaia di insetti, quindi ne limita l’espansione demografica. L’uso massiccio, incontrollato, continuativo di pesticidi, nonché l’attività venatoria stan-no producendo un autolesionistico immi-serimento della biosfera. In particolare, la drastica diminuzione dell’avifauna selvatica non ha certo contribuito a controllare an-che le popolazioni di cicadellidi (ufficial-mente imputate quale primario vettore del contagio) oltre a produrre un generale gra-ve squilibrio ambientale.Sembra assurda pertanto la scelta della Re-gione Puglia di approntare piani di contra-sto dei vettori imputati della trasmissione

del batterio, ricor-rendo a interventi spesso anche per-niciosi (insetticidi), oltre all’abbattimen-to anche di piante sane considerate a rischio di contagio, e non farlo invece attraverso misure preventive, ecoso-stenibili e utili per ripristinare equilibri naturali devastati: fra queste la difesa e il ripopolamento dell’avifauna sel-vatica contenen-

do la caccia, quantomeno a tutela di tali specie, inoltre limitando l’uso di pesticidi ed erbicidi: entrambe misure utili per l’am-biente, per la salute; provvedimenti che favoriscono il riequilibrio di ecosistemi de-vastati, ciò anche, a prescindere dall’effet-tivo ruolo che le cicadellidi svolgono nella diffusione del contagio e nel conseguente disseccamento degli ulivi.Paradossalmente, invece, l’attuale calenda-rio venatorio ha conosciuto una dilatazione cronologica incomprensibile, inopportuna, ingiustificabile, rischiando di accentuare la devastazione ambientale. Oltre ad incre-mentare la distruzione dell’avifauna, delle

altre specie animali che permettono l’equilibrio ambientale, l’estensio-

ne del periodo è un input ulte-riore all’aggressione della na-tura. Senza trascurare i rischi per l’incolumità delle persone, il danno alle attività agricole

(per la libertà di movimento dei cacciatori nei terreni e campi col-

tivati non recintati) strutturali criticità dell’attività venatoria.Infine va sostenuta e incoraggiata, da parte delle istituzioni, la crescente disapprova-zione della caccia, di un’opinione pubblica sempre più sensibile alle tematiche etiche, oltre che ambientali, al rispetto di ogni for-ma di vita, al rifiuto della violenza gratuita inferta alle creature non nocive per l’uomo, minacciate da costante regressione.Per quanto sopra si chiede che la Regione Puglia, in coerenza con i presupposti da essa condivisi, quindi in base alla necessità ufficialmente dichiarata di contrastare i vet-

CACCIA E EQUILIBRIO AMBIENTALEForum Ambiente e Salute Lecce

tori del contagio e il disseccamento degli ulivi, blocchi la caccia agli uccelli, predatori primari degli insetti (all’interno di una dire-zione di limitare se non bloccare tutta l’atti-vità venatoria libera) ,immediatamente, già a partire dalla stagione in corso, per attuarla pienamente nei prossimi anni. n

Page 12: IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 Assemblea dei … · IN SARDEGNA E A BRESCIA MILANO, 19 MARZO 2017 . Assemblea dei soci LAC. I. l TAR Marche ha disposto la sospensione

ALESSANDRIA c/o Stefano Bovone (delegato esponsabile) Via Inviziati 30 • 15121 Alessandria tel. 348/8921389 [email protected]

ASCOLI PICENO c/o Sabrina Simonetti (delegata responsabile) Via Cavour 24 • 63073 Offida AP tel. 328/8880553 [email protected]

ASTI Via Carducci 22 • 14100 Asti info e segnalazioni: Arcangelo Bosco Coord. Nucleo Guardie cell. 3336494690 Claudio Ferraris (delegato responsabile) tel. 347/9727278 [email protected]

AVELLINO c/o Emilio Mauro Merola (delegato responsabile) Via Piave 77 • 83032 Bonito AV tel. 0825/422601 - 3491533079 [email protected]

BERGAMO c/o Giuseppe Mangoni (delegato responsabile) Via Marconi 31 • 24047 Treviglio (BG) tel. 0363/47201 [email protected]

BRESCIA c/o Katia Impellittiere (delegata responsabile) Via Gabriele Rosa 26 • 25121 Brescia tel. 030/2000324 - cell. 335/6697157 [email protected]

CAMPANIA Via Sebastiano Enrico De Martino, 9 80062 Meta NA tel. 347/3768001 con segreteria cell. 339/8531461 Maria Gabriella Vanin (delegata responsabile) Viale Giuseppe Sirtori 69 • 00149 Roma RM tel. 06/55265695 - fax 06/55265695

CUNEO Giovanni Salomone (Presidente) c/o Enrico Bonetto (delegato responsabile) tel. 338/9103890 [email protected]

EMILIA ROMAGNAc/o Dino Vecchi (delegato responsabile) Via Malmusi 128 • 41124 Modena [email protected] tel. 338 4896273

FRIULI VENEZIA GIULIA c/o Alessandro Sperotto (delegato responsabile) Via del Boccolo 18 • 33080 San Quirino PN tel. 347/4913282 [email protected]

FROSINONE e LATINA c/o Roberto Vecchio (delegato responsabile) c.p. 5, Via Arcinazzo 59/A • 03014 Fiuggi FR tel. 06/59084226 - (uff.) 333/2155403 [email protected] • ccp 00000619893

LAZIO Via Angelo Bassini 6 • 00149 Roma Conto corrente su Banca Pros-sima, Filiale di Milano, IBAN: IT84V0335901600100000143435, intestato a: Lega per l'Abolizione della Caccia Sezione del Lazio ONLUS. C.F. 97679600581 Sala delle riunioni: c/o Casa delle associazioni Via Sergio Tofano 90 • 00139 Roma tel. 06/87131267, fax O6/87201680 Delegato responsabile: Roberto Vecchio tel. 06/59084226 - (uff.)333/2155403 [email protected]

LECCO c/o Dolores Romano (delegata responsabile) Viale Montegrappa 28 • 23900 Lecco tel. 335 8132220 [email protected]

LIGURIA Via Martiri della Libertà 23/7 16156 Genova • tel. 02/47711806 [email protected]

LIVORNO c/o Francesca Tomassini delegato responsabile)

Via del Canale 1421 • 7031 Capoliveri (LI)

tel. 3881590146 [email protected]

LOMBARDIA CCP 14803209 Sede: Lega Abolizione Caccia Via Solari 40 • 20144 Milano tel./fax 0247711806 Graziella Zavalloni (delegata responsabile) [email protected]

LUCCA c/o Massimo Baldini (delegato responsabile) Via Padrini 4/E, Frazione Torre del Lago, 55049 Viareggio (LU) tel. 348/0458087 [email protected]

MARCHE c/o Danilo Baldini (delegato responsabile) loc. Pian di Morro II° n. 4 • 60043 Cerreto d’Esi (AN) tel. 0732/677106 - 328/0831502 (spento in orario di ufficio) [email protected]

MODENA c/o Emilio Salemme (delegato responsabile) Via Panni 167 • 41100 Modena tel. 347/4885078 - 059/354892 (e fax) [email protected]

PADOVA c/o Paola Turetta (delegata responsabile) Via Monte Cengio 7/A • 35010 Curtarolo (PD) (c/o Rosin Fiorella) tel. 335 7797 469 • ccp 1595063 IBAN IT38K0760112100000001595063 [email protected]

PAVIA c/o Roberta Casarini (delegata responsabile) Via Vittorio Emanuele 56 • Montalto Pavese PV tel. 328/9439165 [email protected]

PESCARA c/o Marco Corazzini (delegato responsabile) Via Aldo Moro 7 • 65026 Popoli PE tel. 085/989024 [email protected]

PIEMONTE Strada comunale della Varda n. 55 10093 Collegno (TO) tel. 3336494690 (Orario: 15 - 19) [email protected] [email protected] http://piemonte.abolizionecaccia.it CCP: 33346107 • CF: 97542360017 IBAN: IT81T0760101000000033346107 Presidente Marco Lorenzelli Servizio di vigilanza: [email protected]

PINEROLO c/o Barbara Fera (Delegata responsabile) Via Clemente Lequio n. 16 • 10064 Pinerolo (TO) cell. 3298558446 [email protected]

PUGLIA Via Puccini 16 • 70056 Molfetta BA tel.: 346 606 2937 Pasquale Salvemini (delegato responsabile) [email protected]

REGGIO EMILIA Via Pieve 86 • 42044 Gualtieri (RE) Lorena Battista (delegata responsabile) cell. 3382721328 telefax 0522 220650 IBAN: IT27Z0760112800001031695909 [email protected]

SARDEGNA c/o Stefano Deliperi (delegato responsabile) Via Asti 9 • 09126 Cagliari tel. 3331822161 [email protected]

SAVONA c/o Valentina Scasso (delegata responsabile) Via Mazzini 45/3, 17056 Cengio SV tel. 333/2849538 - 346/3121281 [email protected]

SIENA c/o Margherita Vigni (delegata responsabile) Strada di Maggiano loc. La Senese 75 53031 Casole d’Elsa (SI) Tel. 3397421183 [email protected]

TOSCANA c/o Raimondo Silveri (delegato responsabile) Strada Prov.le Aurelia 1 • Loc. Lupo 58023 Giuncarico (GR) cell. 366 5382949 [email protected]

TRENTINO-ALTO ADIGE e TRENTO c/o Katia Marino Via F. Biasi 36, 38010 San Michele all’Adige TN tel. 0461/662134 - 347/3789239 [email protected]

TREVISO c/o Maurizio Gatto (delegato responsabile) Via Stuparich 2 • 31100 Treviso tel. 366/6646426 e-mail [email protected]

TRIESTE c/o Marco Bonin (delegato responsabile) Via Umago 1 • 34145 Trieste tel. 346/1075865 [email protected]

UDINE c/o Alessandro Zuliani (delegato responsabile) Piazza Savonarola 8 • 33010 Tavagnacco (UD) tel. 331/1140010 [email protected]

VALLED’AOSTA c/o Marco Vagliasindi (delegato responsabile)

Strada Gran Ru 2/f, 11013 Courmayeur (AO)

tel. 333/3402647 [email protected]

VENETO Monica Beltrami (delegata responsabile) Piazza Aldo Moro 4 • Zanè (VI) tel. 392 0987097 [email protected] www.lacveneto.it

VENEZIA c/o Maria Caburazzi (delegata responsabile) Via Palazzo 27 • 30174 Venezia Mestre VE tel. 041/950310 - 348/8908586 fax 041/980544 [email protected]

VERBANIA c/o Laura Sommaruga (delegata responsabile) Via Casali Amore 5a • 28822 Cannobio VB tel. 333/7979637 [email protected]

VERCELLI c/o Teodolinda Filippini (delegata responsabile) C.na Molinetto n. 18 13049 Tronzano Vercellese (VC) tel. 366 4416466 [email protected]

VERONA c/o Miranda Bizjak (delegata responsabile) Via Belvedere 169, San Felice Extra, 37131 VR tel. 045/533306 [email protected] www.lacvr.it

VICENZA c/o Enpa Thiene Piazza Aldo Moro 4, 36010 Zanè Delegato responsabile: Manuel Zanella tel. 347/0666060 [email protected] IBAN IT 30 M 07601 11800 001002661021

LAC SEDE NAZIONALE Sede: Via Andrea Solari 40 • 20144 Milano tel/fax 0247711806 [email protected] C.F. 80177010156 • CCP 31776206 CCB su Banca Prossima

IBAN IT21 G033 5901 6001 0000 0119 336

Presidenza: Graziella Zavalloni Via A. Solari 40 • 20144 Milano

Lo StrillozzoPeriodico bimestrale della LAC Lega per l’Abolizione della CacciaRegistrato al tribunale di Milano il 28/1/1995 al n. 37 Iscrizione al ROC n. 2721 - Edizione LAC Abbonamento annuo 20,00 € da versare su CCP 31776206Intestato a: Lega per l’abolizione della Caccia Onlus Finito di stampare > 23 dicembre 2016

Autorizzazione alla riproduzioneL’autorizzazione alla riproduzione dei contenuti è consentita solo a fini divulgativi e citando la fonte.PrivacyIn conformità al D. Lgs. 196/2003 (Codice in materia di dati personali), le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico consistono nell’informare i lettori sulla situazione della caccia e sulle attività dell’associazione, mediante l’invio della presente rivista. L’editore garantisce il rispetto dei diritti dei soggetti interessati previsti dalla suddetta legge.

REDAZIONE: Paola VergantiAmministrazione; Viale Solari n. 4020144 Milano • Tel/Fax: 0247711806DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Riscassi GRAFICA: www.giorgiavezzani.com

MAI PIÙ RICHIAMI VIVI

Anche quest’anno il tuo 5x1000 alla LAC!Codice Fiscale:80177010156