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IN QUESTO NUMERO I numeri del Microcredito Il modello ENM 22 2018 Anno VI Trimestrale ISSN 2282-099X Speciale Servizi Ausiliari

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IN quESto NuMEro

I numeri del MicrocreditoIl modello ENM

22 2018 AnnoVI Trimestrale ISSN 2282-099X

SpecialeServiziAusiliari

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1Microfinanza • 2018 • n. 22

La via italiana al microcredito è un sistema complesso che favorisce l’attività d’impresa rimettendo al centro lapersona. Il valore aggiunto e imprescindibile di questo meccanismo è il rapporto di valutazione che avviene pearto pear tra il tutor incaricato dal sistema bancario e il beneficiario. La valutazione, l’accompagnamento. iltutoraggio che supportano l’attività d’impresa sono il fulcro della via italiana alla microfinanza elaborata dall’EnteNazionale per il Microcredito. L’articolo 111 del Testo Unico Bancario ribadisce l’unicità e la sostanzialità deiservizi di accompagnamento che diventano il vero ago della bilancia per la costituzione di imprese vitali eprolifere. I dati, riscontrati da un’indagine ENM, relativi alla creazione d’impresa e al default pari quasi a zeronegli ultimi anni, sono la testimonianza esemplare di una buona progettualità operativa. La presentazione di unmodello, che attualmente rende possibile la lotta all’esclusione finanziaria e sociale, attraverso l’attività di impresa,non è solo un vanto per l’Ente, ma è soprattutto una eredità importante per tutta l’attività economicariconducibile alla economia sociale e di mercato che formula quotidianamente nuove best practice utili allosviluppo degli indirizzi comunitari nel settore dell’inclusione. Il modello italiano è una vera e propria risorsa perquella finanza etica che stabilisce come e dove allocare le risorse in base anche a valutazioni etiche o morali,indipendenti cioè dall’analisi prettamente finanziaria e che vede realizzata nella figura del tutor o esperto di servizifinanziari di accompagnamento la sua massima espressione di indipendenza e concretezza. L’Europa nelle suelinee guida sostiene con fondi e finanziamenti la necessità di sviluppare l’impresa attraverso microfinanziamenti epunta sui giovani come target primario per l’accoglimento dei fondi destinati all’avvio di imprese. I programmiche l’Ente Nazionale per il Microcredito supporta in tal senso, al di là delle attività sviluppate con la rete bancariatradizionale, ottimizzano, nel quadro della educazione finanziaria come primaria attività di approccio all’impresa,le possibilità di sviluppo ed accesso al credito per i giovani entro i 30 anni offrendo più opportunità. Ilmicrocredito diviene quindi strategico per l’ampliamento del ventaglio di opportunità per coloro che approccianoall’attività d’impresa senza garanzie reali. I dati a supporto di questa tesi sono stati elaborati dall’ENM e vedonoin un anno di attività un incremento delle richieste del 260 per cento. Sintomo di un fervore produttivo e di uninteresse reale del Paese nei confronti della microfinanza e dei suoi strumenti per lo sviluppo economico.

EditorialE

le personeal centro

Emma EvangElistaDirettore Microfinanza

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EDITORIALELe persone al centro 1EmmA EVAngELIsTA

Educazione Finanziaria: Il modello del microcreditodell’Enm si attesta come best practice 4mARIO BAccInI

spEcIALEATTI DEL cOnVEgnO sUI sERVIZI nOn FInAnZIARIAUsILIARI DI AssIsTEnZA E mOnITORAggIO pER ILmIcROcREDITOIntroduzione 7gIOVAnnI nIcOLA pEs

InTERVEnTI DEI RELATORImARIO BAccInI 8LUcA ZELOnI 11RIccARDO mARIA gRAZIAnO 15

politiche pubbliche di supportoai piccoli operatori economici - misecAmILLO ODIO 19

servizi ausiliari e formazione di nuove figure professionalimARIO LA TORRE 21

Linee guida, regolamento e codice deontologicomARcO pAOLUZI 25

TAVOLA ROTOnDA 1:Introduce e moderagIOVAnnI nIcOLA pEs 30

InterventiRAFFAELE RInALDI 32cLAUDIA BEnEDETTI 34EDOARDO EsERcIZIO 36ROssAnA cAssETTA 40

222018 anno VI

rivista trimestraleautorizzazione del Tribunale di roman. 46/2013 del 18 febbraio 2013

iSSn 2282-099X

Editore:Ente nazionale per il MicrocreditoVia Vittoria colonna 1 - 00193 romawww.rivista.microcredito.gov.itwww.microcredito.gov.it

Direttore responsabile:Emma [email protected]

Stampa:cierre e Grafica roma

IN QUESTO NUMERO

I numeri del MicrocreditoIl modello ENM

22 2018 AnnoVI Trimestrale ISSN 2282­099X

SpecialeServiziAusiliari

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Hanno collaborato a questo numero:

Emma Evangelista, Mario Baccini,Giovanni Nicola Pes, Luca Zeloni,Riccardo Maria Graziano, Camillo Odio,Mario La Torre, Marco Paoluzi, Raffaele Rinaldi, Claudia Benedetti,Edoardo Esercizio, Rossana Cassetta,Paolo Rita, Prof. Massimiliano Padula,Prof. Raffaele Lomonaco

Seguici su Twitter:@microfinanza1@Enm italy

InTERVEnTI 2gIOVAnnI nIcOLA pEs 43RAFFAELE RInALDI 44cLAUDIA BEnEDETTI 45EDOARDO EsERcIZIO 48ROssAnA cAssETTA 49RIccARDO mARIA gRAZIAnO 51mARIO LA TORRE 53mARcO pAOLUZI 56pAOLO RITA 58

cOncLUsIOnI TAVOLA ROTOnDAInterventimARIO LA TORRE 60RAFFAELE RInALDI 61RIccARDO mARIA gRAZIAnO 61

pREsEnTAZIOnE cORsOpOnTIFIcIA UnIVERsITà LATERAnEnsEInterventiprof. mAssImILIAnO pADULA 62prof. RAFFAELE LOmOnAcO 62

ATTI DEL cOnVEgnO sUI sERVIZI nOn FInAnZIARIAUsILIARI DI AssIsTEnZA E mOnITORAggIO pER ILmIcROcREDITO (sEcOnDA gIORnATA)Interventi 65conclusioni 72

IL mIcROcREDITO In cIFREIl microcredito imprenditoriale in Italia assistito dallagaranzia mcc - Dati e statistiche al giugno 2018 76

IL mODELLO DELL'EnTE nAZIOnALE pER IL mIcROcREDITO 81

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Nel mese dedicato all’educazione finanziaria (1-31 ottobre 2018) non si possono ovviare alcune considerazioni suquanto il microcredito, ed in particolare l’Ente Nazionale per il Microcredito, abbiano realizzato in favore siadella consapevolezza all’uso degli strumenti microfinanziari che per la realizzazione di imprese attive. Secondo leriflessioni di Marisa Lusardi, direttore del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività dieducazione finanziaria – cui partecipa il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e pubblicata suln.21 della Rivista Microfinanza, nel settore dei servizi è la micro impresa a dominare in maniera crescente ilpanorama delle attività del sistema economico italiano e le imprese con meno di 5 dipendenti rappresentano circal’88% del tessuto produttivo (Fonte: ISTAT). Nostre evidenze (Banca d’Italia ndr) documentano un livellorelativamente basso di cultura finanziaria di imprenditori e manager delle imprese italiane, per lo più a conduzionefamiliare (Indagine sui bilanci delle famiglie italiane, 2008). Evidenze indirette sono desumibili dall’usoinefficiente degli strumenti finanziari da parte delle imprese più piccole con strutture finanziarie sbilanciate,documentato dall’ampio ricorso a derivati di copertura del rischio di tasso di interesse. L’Istat documenta unelevato tasso di mortalità delle imprese proprio per la difficoltà a pianificare le proprie finanze e a gestirecorrettamente l’indebitamento. In controtendenza l’Ente Nazionale per il Microcredito nell'ultimo anno registraun incremento esponenziale delle attività di impresa di neo imprenditori tra i 30 e i 50 anni. Un aumento che sideve all’azione svolta dai ‘tutor’ che si occupano di offrire i servizi ausiliari di accompagnamento, tutoraggio e mo-nitoraggio dell’impresa: dalla idea alla sua gestazione fino al monitaraggio ad un anno dalla creazione con unaistruzione del soggetto che viene guidato alla realizzazione dell’impresa per garantire un default pari allo 0,73(dati ENM rapporto gennaio 2015- giugno 2018). Il nostro contributo al sistema di educazione finanziaria esupporto allo sviluppo del Sistema Paese attraverso una finanza inclusiva ed etica - spiega Mario Baccini,presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito - è quello di aver creato e applicato un modello finanziario cheincide sulla debolezza e sulla carenza strutturale dei soggetti beneficiari inserendo una figura di supplenza edindirizzo competente per la realizzazione di impresa. Educare significa condurre l’individuo su un percorsosconosciuto mettendogli a disposizione degli strumenti o che lo rendano in grado di superare quell’ultimo miglioche separa il bisogno dalla sua soddisfazione: l’idea dall’impresa, superando la burocrazia e il sistema bancario.Siamo fieri di questo modello che oggi ci regala molte soddisfazioni. Ricordando, poi, che con la figura dei tutorprofessionali, di cui l’ENM, detiene il registro nazionale, si creano nuove figure che operano nel mondo della mi-crofinanza e dell’economia in genere. Istruire per educare e realizzare microimprese, questo il nostro obiettivo chenegli ultimi tre anni ha portato alla realizzazione di oltre tremila imprese con un potenziale stimato di richieste diaccesso al credito del 260 per cento fino a fine anno. Sicuramente un risultato notevole che può essere migliorato

Microfinanza • 2018 • n. 224

EditorialE

Educazione finanziaria:il modello di microcredito

dell’Enm si attestacome best practice

mario BacciniPresidente ENM

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ma che si attesta di diritto ed esempio come bestpractice nel mese della educazione finanziaria fortementevoluto dal MIUR e dal Comitato per le attività pre-sieduto dalla professoressa Marisa Lusardi che ringrazioper l’impegno profuso per questa attività fondamentaleall’economia del Paese.Il modello italiano applicato da ENM è l’unico che fanascere imprese da situazioni di disagio perché applicai servizi ausiliari necessari al beneficiario, svolgendouna reale attività di educazione finanziaria, con laconseguenza di azzerare la mortalità delle aziende neiprimi due anni dalla nascita e abbatte il defaultcreando nuovi posti di lavoro”.I dati parlano chiaro: Il trend di crescita delle richiestedi microcredito pervenute ad Istituti Finanziari con-venzionati con l’Ente registrato dal 2016 al 2017(crescita delle richieste pari al 249%) viene ulteriormenterafforzato dall’aumento di domande del primo semestre2018, che lasciano ipotizzare per il solo anno 2018oltre 3 mila richieste di microcredito, con unaprevisione di crescita del 260% su base annua. I fi-nanziamenti concessi sono stati 1368 per un ammontaredi oltre 31 Milioni di Euro.Con riferimento alle Operazioni dichiarate dal Fondodi Garanzia si evince che una pratica su sei (16,50%)e stata erogata e viene assistita nel tutoraggio e moni-toraggio da soggetti convenzionati con l’Ente. Evidentemente il sistema messo a punto dall’ENMfunziona. Le banche che non fanno rete con l’Ente e nonerogano gli stessi servizi ausiliari hanno un default al-tissimo mentre grazie alle nostre 27 convenzioni e iquasi duemila sportelli sul territorio nazionale che siavvalgono dei servizi di accompagnamento, tutoraggio,guida e supervisione offerti dagli operatori nonfinanziari formati dall’ENM registrano eccezionalisuccessi da come si evince dai dati ormai consolidati.La garanzia dell’80% concessa dal Fondo Centraledello stato non può essere gestita senza il rispetto deiprincipi e della volontà del legislatore nel senso piùampio e favorevole al cittadino in una vera ottica difinanza inclusiva. Nella relazione che presenteremoper legge nei prossimi giorni alle Camere evidenzieremole leggerezze con le quali si usano le garanzie delloStato, dimostrando anche che con impegno, correttezzae serietà nell’applicare le norme i risultati ottenutisono sorprendenti.

5Microfinanza • 2018 • n. 22

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atti del convegno sui servizi nonfinanziari ausiliari di assistenza emonitoraggio per il microcredito

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“I servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio per il mi-crocredito” è stato il tema al centro delle giornate dilavoro organizzate il 2 e 3 luglio scorsi dall’Ente Nazionaleper il Microcredito, presso la prestigiosa sede dell’UniversitàLateranense a Roma, che hanno visto la partecipazionedi rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico,del settore bancario, oltre che dei principali stakeholdersinteressati al comparto del microcredito. Accuratamentepreparato dall’Ente per l’importanza e l’attualità deitemi trattati, l’evento ha rappresentato una preziosa oc-casione di networking e di approfondimento sullo statoattuativo del sistema di erogazione dei servizi obbligatoridi assistenza e monitoraggio per il microcredito, chedevono essere prestati da operatori iscritti in un appositoelenco tenuto dall’Ente stesso.L’erogazione di adeguati servizi di assistenza, monitoraggioe tutoraggio rappresenta, infatti, uno degli aspetti deter-minanti per il successo del microcredito, anzi si puòaffermare che sia proprio questo l’elemento che distingueil microcredito da un’ordinaria operazione di finanzia-mento, anche di piccolo importo: l’attenzione allapersona, l’ascolto attento delle sue aspirazioni, l’affian-camento e l’assistenza personalizzata per la definizionedella sua idea di business e la redazione di un correttobusiness plan, l’accompagnamento in banca e, infine ilcostante monitoraggio dell’operazione per tutta la duratadel prestito. Si tratta di aspetti sui quali l’Ente hainvestito e sta investendo molto, in coerenza alla suamission istituzionale e in continuità con il dettato nor-mativo nazionale e comunitario: basti pensare alle normed’indirizzo della Commissione Europea su questo tema,al Codice Europeo di buona condotta per il microcreditoe, non da ultimo, all’attenzione che il FEI rivolge al po-tenziamento delle attività di assistenza tecnica delle isti-tuzioni di microfinanza.Come detto, l’importanza dei servizi in questione risultaparticolarmente evidente nel nostro Paese, dove il TestoUnico Bancario, all’art. 111, ne ha sancito l’obbligatorietàe la legge 225 del 2016, all’art. 13, comma 1-bis, ha di-sposto l’istituzione presso l’Ente, che ne cura la tenuta e

l’aggiornamento, dell’ “Elenco degli operatori in servizinon finanziari di assistenza e monitoraggio per il micro-credito”, ovvero dei cosiddetti “Tutor” del microcredito:professionisti che prestano i loro servizi nel rispetto dispecifiche disposizioni di carattere tecnico e deontologicoe che devono essere in possesso di determinati requisitiminimi stabiliti dall’Ente sulla base delle linee guidastabilite dall’Ente stesso sentito il parere della Bancad’Italia. Nei confronti dei tutor, l’Ente svolge unacontinua attività di formazione e di aggiornamento pro-fessionale: ad oggi, sono stati formati e contrattualizzatidall’Ente circa 320 tutor che coprono operativamentetutte le regioni italiane.Dopo gli interventi istituzionali del Presidente dell’EnteMario Baccini, del Capo del Servizio Supervisione In-termediari Finanziari della Banca D’Italia Luca Zeloni,del Dirigente del Mise Camillo Odio, i lavori sonoentrati nel vivo con l’illustrazione di tre documenti pre-disposti dall’Ente, vale a dire le Linee guida per l’iscrizionedei Tutor nell’elenco nazionale obbligatorio, il Codicedeontologico per i Tutor ed il Regolamento disciplinaredell’ENM relativo ai Tutor. Nel corso della prima giornataè stata anche presentata la “Consultazione sul microcredito”che si è poi svolta nella mattinata del 3 luglio con ilcoinvolgimento dei Tutor presenti, dai quali sonopervenuti utili spunti e suggerimenti rispetto allostrumento del microcredito e, in particolare, per il per-fezionamento del sistema di erogazione dei servizi ausiliari.Inoltre, alla fine della prima giornata dei lavori, è statopresentato il corso sulla formazione nel Microcredito,organizzato dalla Pontificia Università Lateranense, daUnitelma Sapienza e dall’Ente Nazionale per il Micro-credito.I numerosi spunti di riflessione e le proposte emerse daquesto incontro sono oggetto di approfondimento daparte dell’Ente, che intende impegnarsi per una sempremaggiore valorizzazione dei servizi ausiliari obbligatoriper il microcredito, al fine di elevare il livello di inclusionefinanziaria dei beneficiari attraverso il sostegno a scelteeconomiche oculate e sostenibili.

7Microfinanza • 2018 • n. 22

atti del convegnointroduzionegiovanni nicola pes

Vice Segretario Generale ENM

spEcialE

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Buongiorno a tutti, prima di iniziare, un cenno disaluto a questa giornata di lavoro sui servizi non fi-nanziari e ausiliari di assistenza e monitoraggio per ilmicrocredito. Volevo cogliere l’occasione per salutareil rappresentante di Banca d’Italia e il rappresentantedel Ministero dello Sviluppo Economico.

Volevo quindi cogliere l’occasione per dire al Dott.Zeloni e al Dott. Odio, che l’Ente Nazionale per ilMicrocredito è molto impegnato per stabilire le“regole del gioco”, nel senso che la legge primaria cidà la possibilità di normare e regolamentare tutta laquestione relativa al microcredito secondo gli obbiettiviche il Parlamento e il Governo si sono dati in questamateria.

Volevo far presente che noi stiamo lavorando in unambito molto particolare che è quello dell’economiasociale di mercato, è un ambito sul quale il microcreditogioca un ruolo abbastanza importante per l’accessoal credito. Perché ho voluto stabilire questo settoredi campo? Perché da una parte c’è l’automatismo delmercato dove l’unica finalità di questo mondo è ilprofitto. Dall’altra c’è l’economia sociale, che hacome obbiettivo principale la soddisfazione dei bisognidella persona.

Ecco, noi stiamo da questa parte e l’indirizzo cheviene dato dai Governi e dai Parlamenti che si sonosucceduti è stato proprio quello di portare al creditotutte quelle persone che non avevano la possibilità dioffrire garanzie al sistema bancario. Una cosa talmentesemplice che per farla è stato difficile!

In Italia siamo riusciti a costruire un Ente Pubblicoche veicoli le attività di microfinanza. Questo graziealla risposta del il nostro Paese all’appello delleNazioni Unite che proclamarono il 2005 quale annointernazionale per il Microcredito con l’allora SegretarioKofi Annan.

In Italia le casse rurali, i banchi di pegno e una seriedi organizzazioni particolari avevano in qualche modoiniziato prima di tutti in Europa ….. Gli italianihanno studiato come poter fare credito sociale ecredito cooperativo per dare la possibilità a tutti diaccedere al credito. Ma l’istituzionalizzazione dalpunto di vista formale e legislativo nasce proprio aseguito di questo appello delle Nazioni Unite nellontano 2005 e fu proprio l’Italia tra i primi Paesi almondo ad accogliere questo appello creando un Co-mitato Provvisorio dove tutte le istituzioni più sensibilisi ritrovarono per costituire presso il Ministero degliAffari Esteri il primo nucleo operativo.

Successivamente, visto che l’obiettivo del Comitatosecondo l’indirizzo delle Nazioni Unite era quello dipromuovere il microcredito come uno degli strumentipiù efficaci nella lotta alla povertà, il ParlamentoItaliano rese permanente questo Comitato che in se-guito acquisì una personalità giuridica e successivamenteun’attività legislativa. Questo Comitato divenne l’EnteNazionale per il Microcredito con una vocazione in-ternazionale tale da renderlo uno strumento tecnicodel Ministero degli Affari Esteri in grado di lavorare,come attualmente, sia in Europa che a livello inter-nazionale ovviamente su indicazioni del Ministeroattraverso attività di promozione e consulenza tecnicaper attività di cooperazione internazionale basatasempre su quella parola magica “economia sociale”di mercato senza la quale non possono farsi passiavanti.

L’Economia Sociale di Mercato anima le nostre scelte,le nostre azioni e quindi insieme al Parlamentoabbiamo trovato delle soluzioni per essere sempre alpasso con i tempi, perché noi definiamo tutta l’altraparte del mondo che sono i non bancabili.

Da una parte ci sono i “bancabili” e dall’altra ci sonoi “non bancabili”, i primi sono gestiti molto bene dalsistema bancario, noi invece ci rivolgiamo a tutto

Microfinanza • 2018 • n. 228

atti del convegnointervento

mario BacciniPresidente Ente Nazionale per il Microcredito

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quel mondo “non bancabile” e in particolare a quellepersone che in assenza di garanzie non possonoaccedere al credito e quindi non sono interessantiper le banche. Lo diventano grazie al microcredito,agli accordi che abbiamo anche con l’ABI, e quindigrazie all’intervento della mano pubblica diventanobancabili.

Una persona sulla soglia di povertà che non haaccesso al credito, che può essere iscritta ai servizisociali che rappresenta un costo per lo Stato, può di-ventare un problema per la sicurezza pubblica equindi un costo sociale e economico, perché l’im-possibilità di accedere al credito rende una personaesclusa socialmente non solo finanziariamente e perquesto che l’intervento della “mano pubblica” sirende necessario.

Lo Stato si è chiesto come poter dare una rispostapolitica a tutte queste persone non bancabili e quindiescluse dal sistema bancario. La soluzione non è statasolo una scelta di politica nazionale, non è stata solouna scelta strategica ma anche una scelta che potremodefinire “egoistica”, scomodando una categoria morale,perché aiutando queste persone a reintrodursi nel si-stema creditizio, non ingrosseranno le fila dei sistemiassistenziali dello Stato.

Il legislatore ha voluto “aprire una finestra” nel Fondodi Garanzia per le piccole e medie imprese, quest’ultimonon era accessibile alle attività di microcredito, eresosi conto che l’accesso al credito non erano solooperazioni sopra i 50, i 60 o i 100 mila euro, maanche di 8mila, 10mila fino a 25mila euro, il legislatoreha voluto costituire una sezione speciale del Fondodedicata al microcredito.

La possibilità di accedere alla garanzia del Fondo èstata la chiave per migliaia e migliaia di persone finoa ieri escluse dal sistema bancario per accedere alcredito. Una operazione questa, normata nel 2016che ci ha permesso di entrare nella fase operativa,una fase che permette attraverso la garanzia delloStato di poter accedere al credito bancario a tutticoloro che ne erano stati esclusi.

In questa sede parliamo di microcredito all’impresa,che ha consentito di togliere molte persone dalla

fascia di povertà, di rendere quello che rappresentavaun costo per lo Stato una utilità, creando nuovi con-sumatori, nuovi imprenditori e comunque dellepersone che pagano le tasse.

Da questo sistema nascono i tutor, la norma prevedeche la persona che necessita di accedere al creditopuò accedere alla garanzia del Fondo ma per farequesto devono essere prestati una serie di serviziausiliari, di accompagnamento senza i quali l’istituzionebancaria non può intervenire.

E qui apro una parentesi per far capire bene il ruolodei tutor, dobbiamo capire che questa operazione delmicrocredito non era riservata alle banche, perché lalegge primaria prevedeva che l’operazione fosseriservata esclusivamente alle 111 (previste appuntodall’art.111 del Testo Unico Bancario).

Inizialmente le 111 non coprivano l’operatività sututto il territorio nazionale, inoltre rispetto allerichieste di microcredito non riuscivano, per l’esiguonumero accreditato, a dare risposte sufficienti. Se aquesto si aggiungono gli alti costi del circuito virtuosodel microcredito, le 111 si sono trovate in grandedifficoltà. Per poter ovviare a questi impedimenti edare vita a un sistema strutturato che potesse dar vitaal microcredito e rispondere a tutte le reali esigenze èsubentrato il sistema bancario all’interno del modellooperativo.

Grazie all’intervento dell’ABI e del Ministero delloSviluppo Economico è stato trovato un accordo conle finanziarie e gli istituti di credito per garantirel’operatività del sistema. L’Ente Nazionale per il Mi-crocredito si è fatto esso stesso promotore di conven-zioni con Banche e Istituti di credito sul territorioper garantire migliori condizioni per i beneficiari efavorire su tutto il territorio nazionale l’attività dimicroimpresa.

All’inizio il microcredito è stato visto con grandescetticismo, poi il sistema bancario ha capito chepoteva trattarsi di un business. Per ciò che riguardal’erogazione, il rischio è pari quasi allo zero, c’è la ga-ranzia dello Stato e i servizi di accompagnamento ecomplementari diventano essenziali per evitare il de-fault.

9Microfinanza • 2018 • n. 22

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I Servizi ausiliari devono essere di qualità e perpoterlo essere è stato istituito l’elenco nazionale cheattraverso una serie di norme forma un codice deon-tologico che insieme a Banca d’Italia stiamo definendoper garantire un servizio migliore che eviti la mortalitàdell’azienda dopo i primi due anni dalla sua nascita eche possa evitare, cosa più importante il default.

Nasce quindi una nuova figura professionale che èquella del tutor, che come dicevamo ha bisogno diuna serie di regolamentazioni che insieme a Bancad’Italia siamo qui a presentarle in una pubblica assi-se.

Non basta parlare di servizi di accompagnamento senon parliamo della qualità che essi devono avere.Tali servizi possono essere resi on-line o non on-line,ma dalle verifiche che noi abbiamo fatto ci risultache le banche che erogano questo tipo di servizisenza i tutor specializzati dell’Ente Nazionale per ilMicrocredito e secondo gli indirizzi di quest’ultimohanno un tasso di default molto alto.

Noi stiamo facendo una indagine e nella nostra rela-zione spiegheremo questa cosa, perché pensiamo chela percentuale di default non deve superare lo 0,5%arrivando fino a un massimo dell’1% . Tutte leattività che sono promosse e coordinate dall’Entenon hanno un default che supera lo 0,5 0,6 o 0,7% equesto perché gli diciamo “no” prima, non perchésiamo più bravi, ma quando il tutor si accorge dopola formazione fatta con il nostro Ente che l’aziendanon è sostenibile e che rischia di saltare dopo solidue anni o dopo un anno, e intuisce che l’aziendanon è all’altezza del business plan, gli dice che non èpossibile accedere al credito e in sinergia con la bancal’operazione non viene fatta.

La formazione del tutor è importante perché la cre-dibilità dei tutor si basa sul default, la credibilità deitutor nei confronti dell’Ente erogatore e quindi dellaBanca o della 111 si basa sulla credibilità stessa deltutor e sulla storicità delle sue attività operative.

Se un tutor ha una storicità dove su 10 pratiche pre-sentate, 8 sono saltate o stanno in default, quello èun tutor con una segnalazione in rosso quando entra

in banca. L’Elenco Nazionale presuppone dunqueuna attenta attività da parte dell’Ente anche sullaformazione e sulla qualità.

Insieme al sistema bancario e alle 111 dobbiamotrovare quei meccanismi che ci consentano di avereuna erogazione più celere di quanto oggi non riusciamoad offrire. Abbiamo ancora dei problemi con il Fondodi Garanzia perché l’accesso alla garanzia è ancoratroppo lungo, passa quasi un mese e per questo deveessere più veloce.

Volevo dare dunque questo cenno di saluto e ringraziareBanca d’Italia che ci sta dando le giuste indicazioniper non uscire dal “seminato” … chiamiamolo così!Perché la nostra voglia di fare molte volte va anche aldi là dei giusti canoni burocratici che dobbiamoseguire, appunto però ho fatto la premessa che siamonella fase dell’azione dell’economia sociale che pre-suppone un intervento nel territorio. Stiamo percor-rendo l’ultimo miglio che è quel territorio che inItalia mai nessuno ha voluto percorrere è ciò chedivide il bisogno dalla sua soddisfazione, e in quelterritorio dobbiamo agire in fretta, perché se unapratica sta ferma più di un mese rischiamo che il be-neficiario non riesca più a muoversi.

Voglio cogliere l’occasione secondo anche gli indirizzidel Ministero dello Sviluppo Economico che ci vienedato dal punto di vista politico che i risultati sonostraordinari, come sappiamo in Italia ogni buonaazione non rimarrà impunita, però noi vogliamodirlo ugualmente che abbiamo oltre 3000 nuoveaziende nate in questo periodo, con un effetto levadi 2,43 posti di lavoro con default allo 0,47% fatequindi voi i conti di questa iniziativa.

Nel nostro Paese mettiamo in cassa integrazionemolte persone quando basterebbe fare un po’ di mi-crocredito in più e investire di più su questo settoreperché è l’unico settore che dà risposte immediate eoperative e che è riuscito a mettere insieme il Ministerodello Sviluppo Economico, Banca d’Italia, Ente Na-zionale, Banche, Operatori 111 e beneficiari, tuttiinsieme per un unico obiettivo. Grazie.

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Buongiorno a tutti porto i saluti del governatore dellaBanca d’Italia e ringrazio il Presidente Baccini dell’EnteNazionale per il Microcredito per l’invito.Il microcredito come diceva il Presidente anche sul-l’impulso delle istituzioni internazionali europee eitaliane è diventato uno dei principali strumenti dipolitica economica attraverso il quale realizzare l’in-clusione finanziaria delle categorie più deboli dellapopolazione, promuovendo al contempo la coesionesociale e lo sviluppo dell’occupazione e dell’impren-ditoria e dell’autoimpiego.Per il raggiungimento di questi obiettivi l’esperienzae anche numerosi studi dimostrano che il solo accessoal finanziamento non è sufficiente, le iniziative eco-nomiche di piccole e micro imprese come pure il re-cupero della sostenibilità dei bilanci familiari hannomaggiori probabilità di successo se al finanziamentosi affianca un percorso di accompagnamento del neoimprenditore o del beneficiario, accompagnamentofatto proprio dagli operatori che si occupano deiservizi ausiliari. Questi servizi non finanziari e ausiliarisono quindi un requisito imprescindibile dell’attivitàdi microcredito, in quanto tali non vanno interpretatiin chiave riduttiva ovvero come strumento utile soloa ridurre il rischio di default dell’imprenditore, macome un vero valore aggiunto del microcredito ingrado di contrastare nel concreto a livello locale lapovertà, le disuguaglianze sociali e la disoccupazione.L’importanza dei servizi ausiliari è riconosciuta for-malmente anche dalla legge bancaria, esse sono con-dizione necessaria affinché un finanziamento possaessere qualificato come microcredito. La legge e idecreti successivi anche alla legge istitutiva hannoavuto l’obiettivo di garantire un adeguata qualità deiservizi ausiliari, e consentire anche la verifica qualitativa

e quantitativa dei servizi effettivamente prestati, aquesto fine come diceva il Presidente presso l’EnteNazionale per il Microcredito verrà istituito l’elencoNazionale obbligatorio degli operatori dei servizi nonfinanziari e ausiliari. I così detti “tutor” i qualidovranno essere in possesso di requisiti minimi stabilitidall’Ente sulla base di linee guida redatte dopo aversentito il parere della Banca d’Italia. La legge haprevisto anche al stipula di un protocollo d’intesa trala Banca d’Italia e l’Ente, il protocollo è stato siglatonei mesi scorsi e questo protocollo prevede anche lacreazione di un Comitato Tecnico congiunto che siriunirà a breve. Adesso vorrei parlare di due aspetti: -Il primo aspetto “la struttura del mercato”, noi comeBanca d’Italia ci basiamo sui dati soprattutto, e poi ilsecondo aspetto, specificatamente sulla materia deiservizi ausiliari. Vediamo adesso le caratteristiche deglioperatori 111. Come sapete la Banca d’Italia è re-sponsabile per la tenuta dell’elenco di questi operatoried è anche responsabile del controllo sugli operatori111, attualmente gli iscritti non sono un grandenumero, sono solamente 11 tutti hanno comunqueavviato l’operatività nel settore del microcredito maalcuni di questi solamente di recente. Recentementesono state presentate due nuove domande di iscrizionenell’elenco, vediamo se queste avranno i requisiti perpassare e quindi aumentare auspicabilmente il numerodegli operatori 111. La maggior parte di questioperatori proveniva dal vecchio elenco generale previstodalla legge bancaria e quindi già operavano nel campodei finanziamenti. Ora questi sono finanziamenti chenon rispondono in tutto ai requisiti previsti dallalegge per il Microcredito quindi questi operatoristanno piano piano dismettendo la vecchia operativitàper focalizzarsi su quella nuova, altri operatori 111

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Luca ZeloniCapo Servizio Supervisione Intermediari Finanziari Banca d’Italia

intervento istituzionale aBi

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sono ex novo, quindi sono entrati per la prima voltain questo elenco di operatori 111. Operatori 111 chesono presenti su tutto il territorio Nazionale ma so-prattutto nel centro nord e sono delle realtà moltoeterogenee, si differenziano molto tra di loro negliaspetti organizzativi sul modello di business e anchesul tessuto economico su cui fanno riferimento. Ab-biamo ricevuto le prime segnalazioni “di vigilanza” daquesti operatori, il 30 giugno dell’anno scorso e suc-cessivamente al 31/12/2017, sono dunque segnalazionisemestrali. Naturalmente bisogna fare delle riservesulla piena affidabilità di queste segnalazioni perchési tratta comunque di segnalazioni che vengono effet-tuate per la prima volta da soggetti che non sonoabituati a questo tipo di approccio con le autorità ecomunque hanno bisogno di tempo per calibrare leloro procedure. Comunque si possono già fare delleprime valutazioni di ordine quantitativo, più difficilequelle di ordine qualitativo. Allora per quanto riguardail volume del credito, formalmente è etichettato comemicrocredito che corrisponde quindi ai requisitiprevisti dalla legge. Quindi al 31/12/2017 questo vo-lume è pari a 5,6 milioni di euro, gran parte 4,8milioni di euro viene qualificato come produttivo e larimanete parte 800 mila euro come sociali. I contrattisono poco più di 500/600, 350 per il microcreditoproduttivo e 250 per il microcredito sociale. Cometipologia di finanziamento prevale quello per l’acquistodi beni e servizi oltre il 90%. L’8% è riferito alla retri-buzione di nuovi lavoratori quindi all’incrementodella forza lavoro e il 2% alla formazione. Tra i desti-natari le donne sono circa il 40 %, solo però il 20%ha meno di 30anni, infatti uno degli obiettivi del mi-crocredito è anche quello di favorire la nuova l’im-prenditorialità, il restante 13% sono immigrati. Sonovolumi in forte aumento al 31/12/2017 rispetto allaprecedente segnalazione, siamo a circa il 50% di in-cremento, volumi ancora comunque ridotti. Anche lebanche dovranno segnalare le operazioni che vannoetichettate come microcredito, le banche hannoricevuto quest’obbligo recentemente con l’introduzionedi specifiche voci sulla matrice dei conti, le banchedevono essere sollecitate di più da parte nostra e lo fa-remo a breve, anzi lo stiamo già facendo così dacurare questo tipo di segnalazioni e inviare dei datiche riflettono la loro operatività nel comparto del mi-crocredito. Una volta che avremo le nuove segnalazionisia da parte dei 111 sia da parte della banche sarà pos-

sibile avere un quadro più completo della situazione. Per quanto riguarda la raccolta (il fading) dei finan-ziamenti erogati dai 111 questo avviene prevalentementecon mezzi propri, solo tre operatori hanno stipulatoaccordi con le banche che hanno concesso degliappositi plafond. Aumenta comunque la disponibilitàdi fondi pubblici o comunque di terzi a garanzia deimicrocrediti concessi, mentre la garanzia di ultimaistanza del fondo per le piccole e medie imprese at-tualmente copre circa il 50 % dell’insieme dei micro-crediti produttivi. Quindi l’altro 50 % non è garantitodal fondo e quindi ha un livello di rischiosità sicura-mente più elevato. Per quanto riguarda il reddito, idati mostrano la debolezza reddituale di questioperatori, soltanto 3 chiudono il bilancio 2017 inutile, 5 registrano una perdita superiore al 10 % delcapitale. Quindi ci sono sicuramente delle difficoltàper gli operatori 111, difficoltà previste, alcune dovuteanche dalla fase di start up dell’attività. Ci sono giàdelle rettifiche sui crediti per le perdite, rettifiche cheriguardano anche la precedente attività svolta dagli exintermediari finanziari che si sono riconvertiti al mi-crocredito, in linea generale sono volumi molto con-tenuti, la limitatezza di questi volumi è anche motivodi lamentela da parte degli operatori 111 che trovanoi vincoli regolamentari (in particolare la necessità diassicurare la prevalenza del microcredito produttivo)troppo stringenti. Per quanto riguarda la rischiosità èprematuro ancora fare delle valutazioni complessive,quello che abbiamo notato però è che alcuni operatori111 tendono a considerare la rischiosità qualcosa dicui non preoccuparsi troppo, fanno riferimento a ga-ranzie generali, alla valutazione soggettiva sulla pro-babilità di recupero, e confidano molto sul rapportodi fiducia che hanno instaurato con i beneficiari deifinanziamenti. Questa è un ottima cosa, però poi vaverificata nei fatti che queste valutazioni ottimistichetrovino effettivamente conferma (ex poss) e che nonabbiano in realtà un effetto sul reddito con le perditee quindi sul patrimonio. Per quanto riguarda le pre-stazioni dei servizi ausiliari gli operatori 111 si sonoorganizzati no tramite tutor ma attraverso fornituradiretta dei servizi ausiliari, in alcuni casi hannostipulato accordi con altri soggetti come associazionidi volontari e cooperative dove i servizi forniti sonol’80% riferiti a due di quelli previsti dalle norme e ri-guardano il supporto alla definizione delle strategie disviluppo del progetto finanziato e alle diagnosi di

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criticità delle operazioni finanziate. In generale quindiil modello dell’operatore 111 ha ancora delle difficoltàdi affermazione ai limiti operativi previsti dalle norme,per altro giustificate dalla scelta del legislatore diescludere gli operatori 111 dalla vigilanza bancariaequivalente, non facendo noi una vigilanza potenzialesu questi operatori. Queste scelte e questi limitioperativi sono accompagnati anche da incertezze daparte del legislatore nella scelta degli strumenti dipolitica economica da privilegiare, a volte ci sonodegli interventi un po’ a pioggia senza strategiapubblica e unitaria, interventi anche che possonoessere in concorrenza con il microcredito o anchenon incentivanti per utilizzare lo strumento del mi-crocredito. Anche la riforma del Fondo Centrale di Garanzia perle piccole e medie imprese potrà portare ad un rischiodi spiazzamento del microcredito, perché il fondocentrale potrà garantire i finanziamenti di qualsiasiimporto. Quindi i soggetti come intermediari e banchesi rivolgono al Fondo Centrale senza passare per icanali ufficiali del microcredito.Il nostro ruolo è quello di seguire i nostri compiti, lofacciamo con cura con i limiti previsti dalle norme enella consapevolezza che c’è una esigenza di propor-zionalità e quindi di non avere una mano forte di vi-gilanza su questo comparto dove gli investimenti instrutture e risorse interne rappresentano ancora unasfida molto impegnativa per gli operatori 111. Noifacciamo dei richiami rispetto a dei limiti regolamentari,gli obblighi di comunicazione e la tempistica delle in-formazioni che ci devono inviare, e devo dire che glioperatori 111 hanno bisogno di essere accompagnatianche nel rapporto con le autorità di vigilanza.Passiamo al secondo punto i “servizi ausiliari”. Nel-l’elenco obbligatorio dei tutor potranno iscriversitutor ovvero soggetti con requisiti minimi stabilitidall’Ente e noi come Banca d’Italia dovremo esprimereil nostro parere. La legge non qualifica ulteriormentecosa si intende per requisiti, però le prassi utilizzateper l’accesso alle diverse professioni del comparto fi-nanziario, rimandano a due categorie principali di re-quisiti: quelle di integrità e onorabilità e quelle diprofessionalità ed esperienza. Noi pensiamo che illimite alla libertà di iniziativa economica posta dai re-quisiti impone di fissare i criteri di selezione chesiano al contempo sorretti dal principio di proporzio-nalità, rispettosi del principio di uguaglianza e di non

discriminazione. In sostanza i requisiti devono esseredefiniti in maniera chiara e puntuale e devono avereinsieme alle modalità d’accesso l’obiettivo di essereselettivi al fine di evitare un livellamento verso ilbasso dei tutor, ma al tempo stesso proporzionati alruolo e alla funzione dei tutor che sono sicuramentedei ruoli dedicati in funzione dell’obiettivo politicoche hanno di assistere la clientela ma sono comunquedei compiti no assimilabili sotto il profilo del rischioa quelli posti da altre categorie di reti. Penso adesempio ai consulenti finanziari, lì il rischio è piùforte rispetto a coloro che operano nel campo deiservizi ausiliari. La legge prevede che l’Ente invii allaBanca d’Italia un rapporto semestrale contenente leinformazioni sia di tipo quantitativo che qualitativosui servizi prestati dai tutor in modo da avere anchedei confronti tra un periodo e l’altro. Le informazionidevono essere coerenti e ben documentate perché poinoi dobbiamo prendere in considerazione delle valu-tazioni che fa l’Ente anche per la nostra attività istitu-zionale di vigilanza. Prima di chiudere vorrei fare tre brevi considerazionisui servizi ausiliari e sull’approccio di vigilanza neiconfronti dei tutor.La prima considerazione riguarda il (costo) che è si-curamente un elemento centrale per l’affermazionedel microcredito che lo rende più gravoso di altreforme di finanziamento, quindi incide sul tasso com-plessivo di finanziamento soprattutto quando è erogatoil microcredito dagli operatori 111. Invece in altricasi il credito dei servizi ausiliari può essere per cosìdire spalmato su un numero di operazioni più elevatoe su una gamma di prodotti molto ampia. Diverso èil caso dei servizi prestati gratuitamente da parte deivolontari, qui però bisogna stare attenti perché deveessere fornito comunque un livello di qualità delle at-tività dei volontari. Ed è un bene che questo rapporto tra gli operatori111 e i tutor sia un rapporto diretto e non mediatoda altri. È essenziale che si crei un rapporto di fiduciacosì da poter diventare un occasione di sviluppo ope-rativo successivo. Il costo comunque è un elementonon indifferente e per ridurre gli oneri potrebberoessere studiate forme di incentivazione, l’uso anche difondi pubblici se ritenuto opportuno può in qualchemodo contenere i costi dei servizi ausiliari. Il secondo punto riguarda la qualità di questi servizi(la performance). Quindi sarà importante misurare

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l’efficienza e l’efficacia dei tutor attraverso un sistemavalido di monitoraggio della qualità, relativo ai contrattistipulati e all’andamento dei finanziamenti assistiti.Come diceva il Presidente, accertarsi che poi l’attivitàdi tutor si trasformi in un minor livello di rischiositàe incentivi lo sviluppo del microcredito. Il terzo punto riguarda l’approccio di vigilanza e ilruolo dell’Ente, non c’è una unanimità di vedute sucome dovrebbero essere erogati i servizi ausiliari, ineffetti la legge non dice nulla si limita a fare unasemplice elencazione. Il nostro punto di vista è cheulteriori interventi normativi che disciplinano inmaniera dettagliata e rigida i servizi ausiliari, seppureeffettuati con le migliori intenzioni, possano alla finerisultare controproducenti. Potendo disincentivare laconcessione del microcredito anche per l’ulteriore au-mento del costo di finanziamento che si potrebbe de-terminare e le conseguenti perdite di concorrenzialitàdello strumento.Viceversa mi permetto di osservare che l’Ente ancorché

privo di un potere regolamentare potrà svolgere unruolo di guida e di orientamento nel settore dei serviziausiliari sia attraverso un confronto con l’industria ele altre istituzioni a vario titolo coinvolte nel compartocon iniziative come quella di Erna; ci auspichiamoche l’Ente possa costituire la sede nella quale vengonocoinvolte e convogliate le best practice (le miglioripratiche) lavorate anche in sede internazionale inmateria di prestazioni di servizi ausiliari e non finanziari.Quindi da proporre come standard di riferimento peri tutor. Potrebbe in ultima analisi prendere formaquella che possiamo chiamare una forma di “soft re-gulations” applicabile con flessibilità e proporzioneagli interessati, evitando la rigidità delle norme inde-rogabili che possano ridurre l’efficacia dello strumento.Quindi l’Ente può sicuramente svolgere un ruolopropulsivo e di supporto nonché di facilitatore neiconfronti dei tutor più che di controllore, nell’interesseovviamente dello sviluppo del mercato del microcre-dito.

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Devo dire che ho apprezzato particolarmente quantoè stato appena detto e in generale anche il livello dipresenza istituzionale che oggi vediamo qui rappre-sentato.Rammento che quando ancora l’Ente non era costituito,l’Italia si era dotata di un osservatorio per il microcredito,ma un Ente pubblico ancora non era stato costituito,era per così dire semi sconosciuto, ancorché storicamenteil microcredito è stato proprio inventato dal sistemaItaliano nel XV secolo. Però avevamo dei numeri ina-deguati alla nostra realtà, parlavamo di 8, 10 ,15milioni di euro nel 2004/2003 di finanziamentierogati, nel 2019 dovremmo riuscire ad avvicinarciad un tendenziale dato di circa 300 milioni. Parliamodi microcredito erogato sia dal sistema bancario chedagli intermediari finanziari in misura minore però,perché le 111 non solo sono poche, ma cercheremodi aiutarle con una politica di approvvigionamentofinanziario o con risorse che gli consenta di svolgerepiù di 5 o 6 milioni previsti nell’anno prossimo…Sono ancora volumi che dobbiamo aiutare a migliorare.Ma nel suo complesso avremmo un tendenziale di300 milioni di euro di cui ( e questa è una piccolanota di nostro orgoglio), quasi la metà del microcreditoche verrà erogato nel 2019 sarà convenzionato dall’EntePubblico per il Microcredito. Questo è un dato di cuisiamo orgogliosi, abbiamo attualmente 26 bancheconvenzionate, a tendenza arriveremo a una 30ina. L’Ente pubblico con la mano pubblica sta aiutando losviluppo di questo settore, calcolate che là dove arri-veremo come mi auguro a questo dato dei 300 milionitendenziali, parliamo di 1.500 finanziamenti con unfattore di 2.4 di autoimpiego, parliamo di 3.600/4.000nuovi posti di lavoro creati grazie a questo strumentoeconomico, e quindi chiaramente ne siamo partico-

larmente orgogliosi.Detto questo il microcredito va fatto bene, sia il mi-crocredito imprenditoriale che quello sociale hannobisogno di un attività di accompagnamento qualificataprofessionale e svolta da soggetti che sappiano farebene questo mestiere. È indubitabile la stretta corre-lazione fra il successo del finanziamento e qualità deiservizi di accompagnamento, servizi obbligatori perchésono quelli che davvero qualificano il microcreditoprestato.Ora il legislatore si è posto il problema di tutelare lafede pubblica istituendo un elenco, una sorta di alboprofessionale. È un elenco pubblico a cui devonoiscriversi i soggetti che vogliono fare questo mestiere,perché la fede pubblica va tutelata, bisogna assicuraresia ai consumatori ma anche ai stessi soggetti chesiano banche o operatori 111 o comunque intermediarifinanziari, la possibilità di attingere ad un elencopubblico con soggetti verificati, formati e soprattuttomonitorati nell’efficacia dell’attività svolta. I dati che esaminiamo con gli amici del fondo PMIsono molto specifici in questo, sia per quanto riguardal’accesso al fondo sia per quanto riguarda il default, iltutto è estremamente correlato all’efficacia e allaqualità di questi servizi.Noi riteniamo che, come Ente pubblico, un micro-credito degno di tale nome e ben fatto debba quotareun default inferiore alla metà di un prestito ordinario.Noi siamo sotto l’1% ma cercheremo di assicurareche anche il microcredito non promosso dall’Enteresti comunque sotto il 2% perché un microcreditoben fatto deve avere delle regole che siano anche veri-ficabili.Prima sentivo sottolineare il problema del costo deiservizi, ora i servizi ausiliari sono un’attività professionale

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Riccardo maria grazianoSegretario Generale Ente Nazionale per il Microcredito

presentazione accordoEnte nazionale per il microcreditoBanca d’italia

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e in quanto tale hanno necessariamente un costo,salvo ovviamente l’attività svolta a titolo di volontariato.Il costo deve essere sicuramente calmierato, non deveappesantire il costo del finanziamento, e c’è da direche nei microcrediti convenzionati dal nostro Entesiamo a un taeg complessivo sotto il 6%, intornoquindi al 5.8 - 5.6%. Quindi in realtà abbiamonumeri molto competitivi, un chirografo concesso asoggetti che non hanno le garanzie idonee (a parteche non glielo darebbe il sistema bancario perché leregole non glielo consentono o glielo consentirebberoa dei costi eccessivi) ma al di là di questo comunque,un microcredito corretto non ha un costo eccessivoanzi direi il contrario.Banca d’Italia ci sta aiutando e per questo La ringraziodell’opportunità. Noi insieme al Ministero dello Svi-

luppo Economico stiamo facendo un lavoro importante,con il Dott. Odio ci siamo incontrati recentementepresso i Suoi uffici e rifaremo degli incontri a breveperché questo è il momento di svolta ai fini dell’ap-plicazione del protocollo che il 20 febbraio è statosottoscritto tra Banca d’Italia e l’Ente per il Microcre-dito.Vi leggo giusto l’art. 2 (l’ambito di applicazione) : Ilpresente accordo disciplina nell’ambito delle rispettivecompetenze e attribuzioni istituzionali le modalità incui l’Ente Nazionale per il Microcredito e la Bancad’Italia danno attuazione alle disposizioni all’art. 13comma 1 bis e 1 ter del Decreto Fiscale ai fini di ga-rantire una adeguata tenuta dell’elenco da partedell’Ente ed una adeguata valutazione della qualitàdei servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio per il

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microcredito prestati dai tutor. Quindi il punto principale di questi nostri due giornidi lavoro sarà incentrata su questa attività correlatacon le linee guida che l’Ente ha predisposto e cheadesso sono in comunicazione con Banca d’Italia, cheentro 60 giorni darà il suo contributo e il suo parere,previsto dall’art.4 dell’accordo stesso. Le linee guidasono pubblicate sul sito istituzionale dell’Ente esaranno domani oggetto di approfondimento.Sulle modalità di erogazione dei servizi ausiliari, l’Enteha redatto delle linee guida che naturalmente non so-stituiscono la normativa primaria, tuttavia indicanoquelli che sono i requisiti previsti dal Decreto Fiscale,e quali siano le attività di tutoraggio che secondol’Ente i tutor devono necessariamente svolgere ai finidi erogare un corretto servizio.

II primo incontro del tutor con il microimprenditoreè relativo allo spiegare quale sia l’attività imprenditorialeprogettata, per poi studiare un business plan insiemee verificarlo. Secondo noi è importante questo incontroe non può essere fatto solo con E-learning, piuttostoche con una formazione fatta tramite web.La “soft regulation” di cui parlava il Dott. Zeloni inrealtà sarà questa, indirizziamo a quelle che sono lebest practices le linee che l’Ente ritiene essere lemigliori possibili. Anche queste linee le trovate pub-blicate sul sito istituzionale dell’Ente. Ovviamentesiamo ben aperti a consigli, suggerimenti e quant’altro,soprattutto nel fine di attuare queste linee guida edare inizio all’operatività dell’elenco obbligatorio cheentro l’anno vogliamo attuare. Grazie

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Grazie e buongiorno a tutti. Ringrazio il Vice segretarioPes, che mi ha risparmiato la nomenclatura legislativa.Ringrazio il Presidente Baccini e il segretario Grazianoper questo invito a questo evento che si pone in uncontesto particolarmente importante e se vogliamoanche strategico all’interno dell’ottica del microcredito. In particolare sia il Presidente Baccini che il Dott.Zeloni hanno delineato un possibile orizzonte deglieventi, che si basa su evidenze di contesto ma anchemi sembra su una chiara visione della politica econo-mica che si orienta principalmente all’interventopubblico che ha varie eccezioni. Sicuramente quellopiù evidente è quello del Fondo di Garanzia, infattiio avrei portato qualche numero per facilitare i ra-gionamenti. L’Ente Nazionale per il Microcredito è sicuramenteuna realtà importante che ha promosso e sta pro-muovendo l’evoluzione di questo importante stru-mento, che come giustamente il Presidente Bacciniha individuato, si tratta di uno strumento economicoe sociale di mercato.E quindi dicevamo, un’evoluzione che può avvenireattraverso vari percorsi, che possono essere indotti dachi come l’Ente, il Ministero e la Banca d’Italia ha lacapacità di inserirsi in un contesto che è tipicamenteorientato alla libertà di mercato e alla autodetermi-nazione. Quindi forse il tema centrale di questa ini-ziativa è il tema della “Governance” che ho avutomodo di approfondire anche con accenni di articolie approfondimenti scientifici che sono stati fatti. Sipuò dunque declinare con particolare attenzione sualcuni riferimenti che possono essere flussi informativi,cioè la capacità di valutare e verificare quello che èl’andamento di questo strumento finanziario, qui si-curamente l’Ente Nazionale per il Microcredito ha

un ruolo centrale importante e di riferimento.Il secondo pilastro è quello della formazione e delladivulgazione. Stiamo parlando di tutor che comunquesi inseriscono in un contesto di riferimento alla Go-vernance e quindi alla gestione del meccanismo del-l’intervento pubblico, e questo evento si pone anchecome iniziativa di promozione di un evento formati-vo.Abbiamo parlato dei servizi ausiliari a cui nonaggiungo nulla se non al discorso correlato ai costi,perché la questione dei costi e dei servizi ausiliari èun concetto che può essere associato al rapporto chec’è tra il Fondo di Garanzia e le Banche all’internodel microcredito là dove è anche facilitato dall’inter-vento pubblico, sia in termini finanziari dal Fondodi Garanzia sia poi in termini di carattere generale.Come dicevamo, attraverso l’analisi di informazionedei dati, il supporto alle iniziative, l’individuazionedella figura del tutor di un elenco pubblico che necertifichi anche la qualità, ecco la distinzione chepassa tra efficacia ed efficienza che è un po’ alla basedell’intervento pubblico attuale.È ovvio che l’efficienza così come la stiamo rappre-sentando la possiamo dare come un dato evidente,non dico acquisito ma in continuo consolidamento,l’efficacia la dobbiamo ancora valutare.Io mi occupo in particolare di accesso al credito al-l’interno della direzione generale degli incentivi alleimprese, in particolare del Fondo di Garanzia. L’in-tervento del Fondo di Garanzia sul microcredito in-terviene dal 25 maggio 2015 in poi. I dati sono inco-raggianti se andiamo a vedere i trend, dal 2015abbiamo approvato 864 operazioni, mentre già nel2016 ne abbiamo approvate più di 3.000 arrivandonel 2017 quasi a 4.000 operazioni, questi sono solo

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camillo OdioDirigente Ministero dello Sviluppo Economico

politiche pubbliche di supporto ai piccoli operatori economici - mise

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numeri però per darvi una dimensione… Ad ogginoi abbiamo un importo massimo garantito originarioattraverso il fondo pubblico che garantisce l’80%della quota effettivamente finanziata, che si avvicinaoltre i 160 milioni di euro. Capite quindi che l’inter-vento pubblico ha favorito il consolidamento e il mi-glioramento e quindi anche l’efficacia di quello chepoteva essere uno strumento finanziario orientato aduna economia di carattere sociale. Questo perché il Fondo di Garanzia ha due requisitipositivi: il primo è che non avviene un’ulteriore va-lutazione economica rispetto alle operazioni presentate,perché acquisisce la valutazione elaborata dall’inter-mediario che può essere ad esempio una banca, e poiperché non applica commissioni, quindi da un latola rapidità dei tempi a cui si accennava prima edall’altra il termine dei costi che non vengono ulte-riormente gravati.Parlavamo di trend, che fra il 2015 e il 2016 ha vistoil numero di operazioni crescere di circa il 250%, in-teressante invece la crescita che passa tra il 2016 e il2017. Il numero di operazioni cresce del 26% mentrel’importo finanziato è del 27% e qui già c’è unprimo elemento che può suscitare qualche riflessionedi carattere analitico, cioè ad una determinata crescitadi operazioni si allinea una crescita leggermente su-periore rispetto a quella che può essere il finanziato.Ancora di più è evidente il garantito nonostante cisiano dei limiti superiori prefissati (l’80%). In realtàil 28% tra il 2016 e il 2017 è il delta di crescita per

l’importo massimo garantito. Questa è a grandinumeri quella che è stata l’evoluzione dell’interventopubblico sullo strumento del microcredito.Nel 2018 abbiamo già effettuato 1.391 operazioni,poco meno del 60% di queste operazioni sono con-centrate al centro sud, un 21% al centro e un 19% alnord. Quindi questo è uno strumento che promuovee si inserisce in un contesto di difficoltà e vieneassorbito favorevolmente. Questo per me deve essereun momento di riflessione per il futuro, cercando dicapire quali siano le forme di integrazione con altristrumenti finanziari o di promozione o di indirizzosu quello che può essere l’attività del tutor e la conte-stualizzazione di questo nuovo protocollo che si poneanche per quanto riguarda il Ministero dello SviluppoEconomico nel favorire il più possibile una circolaritàinformativa, dicevamo quindi flussi informativi ossiala capacità di leggere e programmare le attività.Infine un ultimo riferimento di carattere statistico.La maggior parte delle operazioni che stiamo attivandonel 2018 sono principalmente all’interno del settoredel commercio che copre quasi il 60% rispetto poi aquelli dell’industria e a quello dei servizi con un resi-duale 2% per quanto riguarda l’agricoltura. La proporzione che vi riferisco e che può essere sicu-ramente uno stimolo di approfondimento, è chel’88% di queste operazioni vengono proposte daistituti bancari e soltanto un 7,8% da un operatoredel microcredito…Prima si accennava più o menoalle figure e alla caratterizzazione degli intermediarifinanziari, di questi, una fettina molto stretta che siaggira intorno al 3,5/4% viene presentata dai confidi,principalmente quelli che poi applicano la lettera(R) mi sembra di ricordare regioni come l’Abbruzzole Marche e la Toscana.A fronte di questi sintetici e schematici riferimentinumerici è evidente che questo strumento per varimotivi che sono stati rappresentati meglio di comeposso fare io, motivi di carattere finanziario legati allaparticolare congiuntura che è in superamento del-l’economia italiana..comunque sono in forte crescitae quindi meritano un’attenzione a un coordinamentotra istituzioni che ne favoriscano l’applicazione coerente.Vi riporto dunque al ragionamento che si facevaprima, quello che oggi abbiamo consolidato, l’efficienzadello strumento rispetto a quella che potrà essere peril futuro utilizzata come indicatore principale, ossia ilritorno sull’utente e l’interessato finale.

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Grazie e grazie anche al Dott. Pes per avermi dato laparola, io anticipo e mi scuso perché farò anchequalche deviazione dal tema formazione, anche se iltema della formazione rimane centrale. È un po’ ba-ricentrico rispetto a tutti gli altri argomenti che sonostati trattati, in verità avevo preparato uno schema diintervento, ma sono così interessanti gli spunti chesono emersi dagli interventi precedenti che provo acambiare. Parto da una considerazione del Dott.Zeloni che mi sembra interessante, ossia quello della“soft regulations” per i tutor. È sicuramente un at-teggiamento molto apprezzabile da parte di Bancad’Italia che è stata chiamata in qualche modo ad as-sumere un ruolo su un tema abbastanza specifico,perché credo a mio avviso e a memoria, che nel testounico della legislazione bancaria, forse è la primavolta che il legislatore mette insieme elementi concomponenti strettamente finanziarie e componentinon finanziarie. I servizi ausiliari di monitoraggio edi assistenza sono effettivamente una novità rispettoalla legislazione bancaria e finanziaria. Da qui unaserie di considerazioni, ritorno poi sul tema piùspecifico della vigilanza, ma una serie di considerazioniche fanno riferimento a modelli di business in primoluogo, cioè per la prima volta l’intermediario finanziarioche sia una banca o che sia un operatore 111 ècostretto a pensare un modello di business che possaportare un equilibrio tra il classico prodotto finanziario,in questo caso il microcredito, e dei servizi non fi-nanziari di assistenza ai clienti. Ora a mio avviso daquesto punto di vista, oggi emergono alcune certezzee qualche punto interrogativo. Le certezze sono chein linea di massima poi salvo dovute eccezioni, gliintermediari bancari e finanziari tradizionali abilitatiall’esercizio del credito, difficilmente internalizzeranno

questo servizio, ci sono poi delle forme intelligentidi semi internalizzazione, faccio un esempio in rife-rimento alla bella esperienza del gruppo Intesa cheha questa associazione di ex dipendenti che quindihanno un espertis specifico ma che sono di fattotutto sommato autonomi, se non rispetto ad un con-cetto di brendizzazione che riporta al gruppo bancarioma di fatto è una associazione autonoma. Quindi èuna forma ibrida, è una sorta di internalizazzione dibrand ma di fatto una esternalizzazione dell’attività.Mi sembra che questa sia una prima certezza, laseconda semi certezza è che là dove dovessero andaread aumentare i volumi, anche gli operatori 111 amio avviso dovranno pensare a una forma ibrida diintervento da questo punto di vista, certamente quitorna molto utile il lavoro che l’Ente sta svolgendo,cioè quello di andare a creare al di là dell’aspettoformale dell’elenco, un network di operatori profes-sionali specializzati e anche quello di andare a cercaredi coprire parte di quel costo che giustamente è statorichiamato ad essere nella prospettiva economica unelemento disturbante rispetto a quella che è la tradi-zionale declinazione dell’erogazione dei crediti, ovveroil costo del servizio stesso. Quindi io credo che unruolo importante che l’Ente possa avere da questopunto di vista sia proprio quello di andare a trovareinsieme ad altri partners e interlocutori… noi abbiamoanche più volte sollecitato Cassa Depositi e Prestitida questo punto di vista rispetto a quelli che sono ilpiano Junker, cioè mettere a disposizione deglioperatori 111 un fading che possa andare a calmierareil costo dei servizi non finanziari. È evidente che ab-biamo trovato una certa disponibilità, si crea qualcheempasse di tipo normativo riferito al tema disturbidella concorrenza perché è evidente che va preso in

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mario La TorreConsigliere di amministrazione Ente Nazionale per il Microcredito

servizi ausiliari e formazione di nuove figure professionali

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considerazione anche in una cornice un po’ piùampia di questo aspetto però credo che si a unpassaggio obbligato fare una riflessione e trovare unasoluzione concreta da questo punto di vista, come ri-cordava il Dott. Pes le 111 hanno già un tema im-portante che riguarda il fading, e dovremmo cercaredi evitare che abbiano anche un problema di sosteni-bilità legato ai costi dei servizi non finanziari. Vadosull’aspetto dei requisiti soggettivi e poi quello dellavigilanza che invece hanno un po’ più a che fare conil tema formazione direttamente o indirettamente.Ora il Dott. Zeloni ricordava che è giusto parlare di“soft regulations” questo è interessante da un puntodi vista di Banca d’Italia che ha dimostrato una gran-dissima lucidità nel non andare ad applicare un ap-proccio classico della vigilanza su un settore moltoparticolare che deve crescere e che non ha al momentouna rilevanza sistemica, c’è però da fare qualche ri-flessione anche contestualizzata al mercato. Non èfacile trovare questo equilibrio tra esigenze di profes-sionalizzazione di queste figure e non eccessiva rigiditàdi quelli che possono essere i requisiti, da un latosoggettivi ma anche poi i controlli sui soggetti, e suiprocessi di erogazione di questi servizi finanziari. Èvero che gli operatori in servizi ausiliari non inglobanoil rischio di un consulente finanziario e direi nemmenoquello di un mediatore creditizio, però forse su certeforme, modalità e canalizzazioni del microcreditouna riflessione più approfondita andrebbe fatta, unesempio per tutti, tutto quel microcredito che vienecanalizzato attraverso le piattaforme di Social Learningallora lì c’è un elemento di attrazione del risparmioquindi di sollecitazione del risparmio che è moltosimile poi a quello che di fatto è la pratica e l’attivitàdi un consulente finanziario.Bisogna monitorare il mercato. Bisogna capire quantodi quelle componenti passino su certi canali e quantosu altri, pur nel contesto di una non rilevanza sistemicaattuale di questo mercato. Certamente poi è stato ri-cavato il concetto di monitoraggio e quindi di ratingdell’operatore, questo è fortemente legato e chiaramenteè una riflessione che l’Ente sta facendo ed è una diquelle riflessioni che vengono messe sul piatto diqueste giornate di discussione. È strettamente legatoal tema formazione e lì la nostra percezione iniziale ela nostra attitudine in questa fase è quella di andare aconcepire in termini in progress quindi anche intermini di crediti formativi che questi operatori

devono avere. Non c’è soltanto un requisito dipartenza ma c’è anche così come accade per gli altrielenchi, un requisito di aggiornamento costante. Lodico e mi riferisco anche alla considerazione precedente,perché viviamo in un contesto in cui di fatto dopo ladirettiva sulla risoluzione delle crisi bancarie è stres-satissimo il concetto di internalizzazione delle perdite,allora se questo concetto d’internalizzazione delleperdite è stressatissimo, chiaramente va applicato inmodo proporzionale, però bisogna capire se poi iltema d’internalizzazione delle perdite o meno c’èanche in altri contesti. È un tema questo che si legafortemente anche al Fondo di Garanzia che sta svol-gendo un ruolo importantissimo, perché ha facilitatoe facilita moltissimo le banche in questa fase e credoa venire anche gli operatori 111 di più di quantonon si stia facendo adesso, ma certamente non pertematiche di un Fondo di Garanzia ma chiaramenteper uno sviluppo fisiologico del mercato. Però anchelì c’è un tema di internalizzazione o meno, cioè ilruolo che i tutor svolgono è un ruolo che poi acascata va a impattare sul Fondo Centrale, l’Avv.Graziano ricordava appunto che dei servizi ausiliaridi monitoraggio erogati in un certo modo fanno ladifferenza sui default, noi su questo dobbiamo prestareattenzione. Alla fine le perdite che si dovessero averesui microcrediti andranno inevitabilmente ad impattaresul fondo centrale di garanzia, non avranno unimpatto sistemico, però di fatto è una forma di ester-nalizzazione delle perdite. Allora non possiamo avereun legislatore contraddittorio che da un lato  sulsistema bancario anche se con tutta la rivisitazionedel caso con tutte le riflessioni che si stanno sviluppandoin queste ultime settimane, ma di fatto ribadisce unconcetto di internalizzazione delle perdite e dall’altropoi anche se su prodotti che non hanno rilevanza si-stemica perché hanno una natura totalmente differente,andiamo in una direzione opposta. Da questo puntodi vista io provo a sollecitare il Fondo Centrale di ga-ranzia alcuni elementi della riforma, poi sarannooggetto di dibattito anche nel pomeriggio, cioè la re-cente riforma del Fondo Centrale ha di fatto equiparatole operazioni bancarie tradizionali entro i 25 milaeuro al microcredito, quindi facilitando un canale diaccesso alle banche con un istruttoria molto soft, difatto equiparando il processo del credito a consumoal microcredito, ecco questo secondo me è un temaimportante proprio da un punto di vista segnaletico.

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Prima di tutto perché noi abbiamo escluso con il le-gislatore precedente il microcredito sociale proprioperché è in qualche modo equiparato a necessità eurgenze di consumi primari, quindi assimilabile difatto a un credito al consumo, dall’altra parte con unintervento successivo è stato inserito un credito alconsumo con la stessa istruttoria del microcreditoma tirando fuori il microcredito sociale, là dovel’idea di quell’istruttoria semplificata era fortementegiustificata dalla combinazione servizi finanziariattività di tutoraggio, perché l’attività di tutoraggio èquella che deve ribadire quel concetto di maggioresostenibilità in termini di tassi di default. E chiudocon una considerazione che si lega a questo ultimoaspetto. Noi stiamo parlando di dati di un anno didue anni, e c’è un tema fondamentale su cui bisogneràlavorare con Banca d’Italia. Ricordavo prima al Dott.Zeloni “off records” ma lo dico adesso pubblicamente...Io non ho visto nell’ultima relazione di Banca d’Italianessun dato sul micrcocredito, noi avevamo fortementesollecitato in tempi non sospetti un’attenzione allaraccolta dei flussi informativi proprio per evitare chei dati sul microcredito soprattutto quelli che in questafase canalizzata attraverso il sistema bancario si di-sperdessero in relazione a quella che era l’attualestruttura della matrice dei conti, cioè dei flussi infor-mativi andata e ritorno tra banca centrale e banche.

Lo dico perché io ho vissuto un’esperienza come ri-cercatore abbastanza simile, abbastanza frustante suun altro tipo di credito, era il credito all’industriaaudiovisiva, lì a parte BNL che aveva quella strutturadella sezione speciale di credito cinematografico, eoltre le banche non avevano alcuna informazione diflussi informativi specifici su quel settore. Dobbiamoevitare che questo accada per il microcredito dobbiamolavorare in questo senso in maniera costruttiva perchénoi dobbiamo cominciare a strutturare una seriestorica di dati, ad esempio sulla probabilità di defaultche ci consenta di lavorare su serie storiche significativee non soltanto sul rischio percepito, noi in veritàoggi stiamo parlando di rischio percepito, perché unanno o due anni di dati storici per altro nemmenocosì omogenei e strutturati non ci consente di direrealmente quale sia il vero rischio di credito incorporatonel microcredito, quindi dobbiamo a mio avvisoguardare con grande serietà questo aspetto e lo dob-biamo fare da subito per evitare di perdere dall’inizioquesto treno che parte adesso e quindi di cominciaregià con dei buchi di flussi informativi, che sono poila condizione principale anche per andare a tararemeglio e rivisitare eventualmente quelli che sono ipiani di formazione dei tutor stessi se è vero che daitutor passa gran parte della capacità di un microcreditodi non andare in default. Vi ringrazio.

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Un bel momento rivedervi tutti insieme, noi ci siamoincontrati durante i corsi di formazione ci sono tra divoi anche istituti finanziari convenzionati con l’Entecon cui abbiamo quotidianamente rapporti, è unabella riunione di famiglia forse la prima che l’Ente haorganizzato certamente non l’ultima dove poterci fi-nalmente confrontare, dove poter parlare insieme edove poter verificare quali sono i percorsi che stiamoconducendo e quali saranno poi i percorsi futuri.Infatti proprio nella giornata di domani avremo mododi confrontarci su questo genere di tematiche, a me ilcompito e l’onore di illustrarvi quello che sarà poi ilframework del vostro futuro elenco professionale dioperatori in servizi ausiliari per il microcredito e cioèl’elenco Nazionale dei tutor. Finalmente questa pro-fessione su cui avete tanto investito e so quanto ècostato in termini di tempo, in termini economici, intermini di pazienza, in termini di sforzo, sta avendopoi però un bel coronamento, sta vedendo una collo-cazione all’interno di un quadro normativo che viconsentirà di continuare a svolgere questa attività inmaniera sempre più profittevole e sempre più caricadi soddisfazioni. Un piccolo ringraziamento chiaramentea tutto lo staff dell’Ente che ha fortemente collaboratoper la stesura di questi testi e vi assicuro che ci sonostate decine di bozze che abbiamo scambiato tra dinoi nel corso del tempo e quindi chiaramente unapiccolo margine di gratitudine va rivolto anche a loroche hanno lavorato con passione. Allora io dovrò illu-strarvi l’elenco obbligatorio che sarà in sostanza unalettura perché benché in estrema sintesi abbiamovoluto comunque mostrarvi quelli che saranno icapisaldi ancorché in bozza del vostro futuro elencoprofessionale. La normativa è stata già declamata dachi mi ha preceduto, abbiamo l’articolo 13 e il comma

1-bis del decreto legge 193 del 2016, il decreto fiscaleche ha istituito presso l’Ente Nazionale per il Micro-credito l’elenco Nazionale obbligatorio degli operatoriin servizi non finanziari ausiliari di assistenza e moni-toraggio per il Microcredito (in sintesi l’elencoNazionale dei tutor). La Costituzione dell’elenco si èresa necessaria al fine di garantire un’adeguata qualitàdei servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio delmicrocredito favorendo tra l’altro l’accesso all’appositasezione del Fondo di Garanzia per le piccole e medieimprese nonché al fine di garantire la verifica qualitativae quantitativa dei servizi effettivamente prestati.Peraltro al Fondo di Garanzia per le PMI si è recente-mente aggiunto finalmente, lo presenteremo a breve,anche il supporto del fondo di Ismea. Quindi avremoanche per quanto riguarda l’agricoltura, il primario,l’allevamento, e la pesca, diciamo il fondo speculareal fondo per le PMI che ci consente anche di finanziarequella parte che fino adesso era rimasta scoperta daifinanziamenti di microcredito. Come previsto dal de-creto fiscale il 20 febbraio del 2018 è stato siglato tral’ENM e la Banca d’Italia e il protocollo d’Intesa fi-nalizzato alla realizzazione dell’elenco, in questo pro-tocollo d’Intesa si attribuisce all’Ente il compito digarantire la verifica qualitativa e quantitativa deiservizi ausiliari e trasmettere semestralmente unrapporto a Banca d’Italia anche come supporto al-ll’attività di vigilanza, tale rapporto conterrà informazioniqualitative e quantitative sull’erogazione di servizi au-siliari con particolare riferimento ai contratti stipulati,alle relative controparti, nonché alla tipologia dellemodalità di prestazione di servizi ausiliari oltre allavalutazione condotta dall’ENM sulle attività di tutoriscritti nell’elenco. L’elenco Nazionale obbligatorio sicomporrà di tre contenitori regolamentari: il primo

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marco paoluziResponsabile area credito Ente Nazionale per il Microcredito

linee guida, regolamento e codice deontologico

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quello forse più importante dal punto di vista dellagestione dell’elenco stesso, le linee guida per l’iscrizioneinsieme al codice deontologico e al regolamento di-sciplinare.Le linee guida per l’iscrizione si sono suddivisi a lorovolta in due settori il titolo “Primo” è dedicato proprioservizi ausiliari di assistenza e monitoraggio per il mi-crocredito, ripercorre un po’ quelle che sono le lineedi indirizzo sui servizi ausiliari che abbiamo emanatogià nel 2016, e il titolo “Secondo” invece proprio laregolamentazione dell’elenco obbligatorio e ovviamentetutte le modalità per le iscrizioni e l’individuazionedei requisiti minimi per l’iscrizione all’elenco. Breve-mente sui servizi ausiliari di assistenza e monitoraggioperché nessuno più di voi li conosce visto che liesercitate quotidianamente nel vostro lavoro con il si-stema bancario. Servono, lo sappiamo tutti a garantirela sostenibilità di progetti di microimpresa e di lavoroautonomo e accrescere l’educazione finanziaria, lecompetenze imprenditoriali dei beneficiari e valorizzarel’aspetto relazionale del microcredito. A tal fine iservizi ausiliari devono essere erogati da parte di tutorappositamente formati che sappiano integrare le com-petenze tecnico-specialistiche con competenze trasversalidi tipo relazionale proprio della sfera personale e dellecaratteristiche individuali del singolo soggetto richie-dente. I servizi ausiliari ai fini di una loro piena valo-rizzazione devono essere erogati attraverso un rapportodiretto e personalizzato con il soggetto finanziato evi-tando il ricorso alle modalità di erogazione a distanzale quali possono sicuramente svolgere una funzione

collaterale ma non sostitutiva a rapporto tra tutor ebeneficiario.Come abbiamo più volte detto tra noi, l’elemento fi-duciario è l’elemento cardine del microcredito, chia-ramente un rapporto non fisico non personale con ilcliente questo rapporto fiduciario non puoi incardinarloin nessun modo e quindi verrebbe meno quella cheforse è la pietra angolare del microcredito. A riguardol’ENM invita tutti i soggetti a diverso titolo coinvoltinell’attività micro creditizia a superare ogni interpre-tazione restrittiva o meramente formale del dettatonormativo in materia di servizi ausiliari considerandoun’offerta, più che un’offerta più ampia personalizzatae quanto più esaustiva di tali servizi e condizioni in-dispensabili per il miglior esito delle iniziative dimicro imprese e di lavoratore autonomo oltre che peruno sviluppo sostenibile del mercato creditizio.Abbiamo visto i risultati, ci stanno decisamente con-fortando verso questa direzione, è vero che abbiamoun orizzonte temporale limitato di 24 mesi di osser-vazione statistica dell’esito dei nostri microcrediti maè ancor vero che in questi 24 mesi lo 0,47 di defaultrappresenta diciamo un risultato quasi inaspettato,migliore del previsto e questo dimostra sempre di piùche la qualità dei servizi offerti hanno riverbero im-mediato sull’impatto della tenuta del credito.Possiamo sorvolare credo la specifica sui servizi ausiliari,quest’aula rappresenta la nostra famiglia allargataquindi nessuno più di voi li conosce, ma in sostanzain fase istruttoria aiutare il cliente a definire la suaidea imprenditoriale, e a valutare la sostenibilità è

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fondamentale! Così come è fondamentale in fase dirimborso, in fase di ammortamento, verificare le even-tuali criticità del progetto finanziato questo è quelloche vi abbiamo chiesto di fare e il prodotto che ne èderivato l’abbiamo visto da quella analisi statistica.Per quanto riguarda invece il microcredito socialeeffettivamente abbiamo cercato attraverso un mecca-nismo di “moral suasion” del sistema finanziario e disoft regulation come ha detto chi mi ha preceduto, didare un’impronta più ampia ai servizi ausiliari previstiper il microcredito sociale, l’Ente ravvisa pertantol’opportunità che i servizi in questione vengono fornitinon soltanto per l’intera durata del piano di rimborsodel finanziamento così come previsto dalla norma maanche in fase di istruttoria. Questo è abbastanzalogico in quanto il microcredito imprenditoriale èabbastanza speculare al microcredito per la famiglia eal microcredito sociale, perché c’è bisogno di una va-lutazione antecedente di sostenibilità che rappresentain sostanza anche un corso di formazione (diciamosartoriale) riguardo l’esigenza del singolo cliente perpoi continuare a seguirlo ed assisterlo per tutto ilperiodo di rientro del credito, questo certamente daràun contributo importante alla tenuta del credito masoprattutto al beneficio che il cliente potrà perseguiredall’ottenimento di questo genere di finanziamento.Il titolo “Secondo” quello che regola appunto lastruttura dell’elenco nazionale dei tutor di microcreditosarà costituito da tre sezioni: la sezione dedicata allepersone fisiche, quella per le persone giuridiche, e laterza sezione il censimento obbligatorio delle banchee degli altri intermediari vigilati da Banca d’Italiainclusi i relativi dipendenti e collaboratori. Invece labuona notizia per voi è che l’iscrizione nell’elenco av-viene di diritto per i soggetti che prestano servizio au-siliare per i finanziamenti di microcredito già concessiin via di ammortamento fatta salva la successivaverifica del possesso dei requisiti minimi stabiliti dal-l’Ente Nazionale per il Microcredito. Quindi entrategià a far parte a pieno titolo di questo elenco profes-sionale che vi consentirà di continuare a operare cosìcome state facendo ma all’interno di un frameworkmolto più definito.I requisiti per l’iscrizione sia delle persone dellasezione dedicata alle persone fisiche che quella dellepersone giuridiche sono quelli di professionalità eonorabilità. Un corso di orientamento, una rilevanteesperienza di microcredito e un superamento della

prova valutativa. Chiaramente stesso vale per lepersone giuridiche dove chiaramente il soggetto cheparteciperà al corso e sosterrà la prova valutativa saràil legale rappresentante oppure un delegato dellapersona giuridica che verrà espresso dall’aziendastessa. Possono presentare domanda di iscrizione al-l’elenco le persone fisiche titolari di partita IVA o dicodice fiscale e le persone giuridiche il cui oggettosociale sia coerente con le attività di prestazione diservizi ausiliari di cui gli articoli 3 e 5 del DM 176. Irequisiti di professionalità riguardano il diploma dilaurea anche triennale, la comprovata specializzazioneformativo, esperienza professionale maturata nelsettore finanziario, con particolare rilievo nel settoredell’inclusione finanziaria e la comprovata esperienzanella gestione di attività connesse al microcredito ealla microfinanza o alle gestioni aziendali.Requisiti per l’iscrizione che riguardano invece l’ono-rabilità sono quelli convenzionalmente individuati datutte le normative, quindi non bisogna avere avutoproblemi importanti con le autorità giudiziarie, fattosalvo a tutti gli effetti dell’eventuale riabilitazione,quindi penso che su questo possiamo andare piùveloce. L’iter per l’iscrizione che riguarda ovviamentecoloro i quali non hanno già esercitato servizio ausiliariche attualmente sono in fase di ammortamento, sonola partecipazione al corso di orientamento, il supera-mento della prova valutativa, l’invio della domanda,chiaramente in questo processo essendo diciamo unprocedimento amministrativo si applicano tutte leregole della 241 del 90 sulla trasparenza e la verificadel possesso dei requisiti da parte di una commissioneinterna che decreterà appunto l’iscrizione oppure ildiniego dell’iscrizione stessa.La partecipazione al corso di orientamento è finalizzataal conseguimento di idoneità dei livelli di conoscenzateorica e capacità e competenze tecnico operativa e dicomunicazione nelle materie rilevanti l’esercizio del-l’attività di tutor. Il corso di orientamento verrà orga-nizzato dall’Ente o potrà essere organizzato anche dasoggetti terzi conforme agli standard qualitativi indi-viduati dall’Ente. In alternativa all’attestato di parte-cipazione al corso di orientamento è necessario il pos-sesso di esperienze professionali pregresse di particolarevalore afferenti il microcredito. La prova valutativa èfinalizzata all’accertamento da parte dell’Ente del-l’effettiva idoneità a svolgere servizi ausiliari di assistenzae monitoraggio e le informazioni inerenti i tempi e le

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modalità di svolgimento della prova valutativa sarannorese note mediante pubblicazione di un appositobando sul sito dell’Ente.Stiamo parlando di una nuova professione come tuttele nuove professioni ha necessità di un aggiornamentocostante quindi l’iscritto sarà tenuto e questo, inoltresarà tenuto ad acquisire annualmente almeno 10crediti formativi attraverso corsi, seminari, convegni,tavole rotonde e dibattiti organizzati dall’Ente Nazionaleper il Microcredito. I crediti formativi annuali per unmassimo di 5 potranno essere anche acquisiti mediantevideoconferenze o modalità E-learning. La necessariaformazione continuativa che ogni professionista ov-viamente deve sviluppare nel corso della sua attività.Sono previsti anche provvedimenti sanzionatori ecautelari come la sospensione la cancellazione e il ri-chiamo scritto. Il tutor è personalmente responsabileper le condotte a lui ascrivibili nei casi in cui il tutornell’espletamento delle sue attività previste nellepresenti linee guida sia avvalga per il contatto con ilpubblico di dipendenti e collaboratori sarà altresì re-sponsabile in sede civile e penale in via solidale o con-correnziale per le illiceità commesse dai suoi dipendentio collaboratori.In estrema sintesi quello che già avviene con la vostraorganizzazione di tutor di microcredito in convenzionecon l’Ente. La sospensione dell’elenco non potràessere inferiore a 3 mesi e non superiore a 1 anno e simanifesterà in caso di inosservanza degli obblighi dicomunicazione a carico degli iscritti tra cui le infor-mazioni semestrali che dovremmo a nostra volta poitrasmettere a Banca d’Italia secondo alcune indicazioniche verranno fornite alla fine di questo lavoro congiuntocon Banca d’Italia attraverso il comitato tecnico chesi riunirà come diceva il l’esponente di Banca d’Italiaa breve per le prime sessioni di confronto, oppure ilmancato assolvimento dell’obbligo di aggiornamentoprofessionale o la violazione delle disposizioni contenutenel codice deontologico. La cancellazione delle elencoin caso di maggior inottemperanza alle disposizionimaggiormente conclamate come in contrapposizioneal codice deontologico oppure la perdita dei requisitidi onorabilità e professionalità e il mancato eserciziodell’attività di tutor per due anni consecutivi, la ces-sazione dell’attività, la contraffazione della firma deiclienti o potenziali clienti sull’eventuale modulisticacontrattuale, le comunicazioni o trasmissione clientie potenziali clienti all’ENM o la banca di informazioni

e documenti non rispondenti al vero, la violazionedella riservatezza, il continuato mancato assolvimentodell’obbligo di aggiornamento professionale, il com-portamento di natura dolosa che possano fare incorrein una responsabilità penale e l’indebita percezione dicompensi da parte del soggetto finanziato.Il tutor cancellato in ogni caso potrà richiedere unanuova iscrizione purché siano decorsi almeno 3 annidalla pubblicazione della cancellazione e sia tornatoin possesso dei requisiti stabiliti per l’iscrizioneall’elenco. Il richiamo scritto è un richiamo chiaramentedi minore impatto e si manifesta tutte le volte chechiaramente queste disattenzioni saranno rilevate inmaniera meno importante rispetto a quelle preceden-temente nucleate. Abbiamo redatto inoltre un regola-mento disciplinare sempre ai sensi della 241 del 90che posso sintetizzare in questa breve slide. L’avviodel procedimento la presentazione delle controdeduzionie l’eventuale audizione del personale e la conclusionedel procedimento. Verrà indicato un organo disciplinareinterno all’Ente che si occuperà di svolgere questotipo di procedura.Infine il codice deontologico. I principi elencati nelcodice deontologico sono di riferimento per le modalitàdi trattamento di beneficiare e la trasparenza e l’affi-dabilità dei rapporti con le istituzioni che richiamanoper analogia quelli fissati dal Codice Europeo dibuona condotta per l’erogazione di microcrediti pub-blicato dalla Commissione Europea. Il tutor non puòsvolgere attività incompatibili con la permanenzadella propria iscrizione all’elenco con i doveri di indi-pendenza dignità e decoro della sua professione. Iltutor nell’esercizio dell’attività professionale deve di-fendere la propria libertà da pressioni, condizionamentidi ogni genere, anche correlate a interessi riguardantila propria sfera personale e deve astenersi dallo svolgi-mento di servizio ausiliare nel caso in cui tale attivitàpossa determinare un conflitto non superabile con gliinteressi del cliente, o interferire con lo svolgimentodi un altro incarico del tutor anche di natura nonprofessionale. Nel caso in cui inoltre il cliente siaconiuge o il convivente more uxorio i figli o ognialtro parente entro il quarto grado dell’operatore ter-ritoriale in servizio ausiliare di assistenza e monitoraggioper il microcredito. Questo per quanto riguarda lastruttura dell’elenco è tutto, benvenuti in questanuova attività professionale del tutor di microcredito.Grazie

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tavola rotonda iintroducE E modEra

giovanni nicola pesVice Segretario Generale ENM

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Avviamo la tavola rotonda pomeridiana, abbiamo visto stamattina un po’ quello che, io chiamerei“sistema di microcredito” di cui abbiamo dei rappresentanti in questa sala. Da una parte naturalmentel’Ente Nazionale per il Microcredito, il fondo per le PMI o altri fondi di garanzia che vanno a coprireil rischio di credito, naturalmente i tutor, ossia gli operatori per i servizi ausiliari di assistenza emonitoraggio, dall’altra parte naturalmente le banche e gli altri intermediari. Abbiamo insieme a noi aRaffaele Rinaldi il responsabile dell’ufficio crediti di ABI e Claudia Benedetti responsabile dellasegreteria generale di FEDERCASSE, e uno degli 11 operatori 111 iscritto all’elenco di Banca d’Italia,il consigliere di amministrazione di Mikro Kapital, Edoardo Esercizio. La strutturiamo così, facciamoun primo giro di riflessione con i rappresentanti e gli intermediari… e dopo di che lasciamo lo spazioalle domande, alle osservazioni, alle perplessità che possono venire dalla platea.Raffaele vogliamo iniziare con una tua prima riflessione su quanto è stato illustrato stamattina?Vi anticipo che poi comunque un secondo e terzo giro lo farei sul tema del rating così vi risparmiateper dopo e sul tema della specializzazione dei servizi ausiliari cioè come arrivare eventualmente infuturo anche a una sistema di tutoraggio specializzato per servizi, per settori e per target.

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Io comincerei su un dato che ormai credo sia chiaro,che, l’elemento distintivo del microcredito rispettoad altre forme di finanziamento è rappresentato daiservizi di assistenza e monitoraggio. Microcredito diqualità c’è se ci sono servizi di assistenza e monitoraggiodi qualità. Altrimenti diventa difficile, perché intermini di erogazione del credito non ha altri elementidiversi rispetto ad altre forme di finanziamento.La legge individua un gruppo di 7 categorie di servizidi assistenza e monitoraggio all’interno delle quali lebanche possono scegliere la coppia migliore da collegareall’operazione di finanziamento. Allora io direi che laprima riflessione va fatta sul fatto che non esisteun’accoppiata di servizi che per sua natura si miglioree valida in assoluto.L’accoppiata dipende da una serie di elementi che de-vono essere valutati dalle banche, il primo elementoche le banche dovrebbero valutare secondo me èquella di capire la tipologia di clientela che ha difrontee quali sono le peculiari debolezze nell’accesso alcredito. Il secondo elemento che la banca deve tenerein considerazione è la capacità stessa della banca divalorizzare questi servizi ai fini della mitigazione delrischio, e quindi ai fini dell’ampliamento dell’accessoal credito per la clientela.Perché ci possono essere dei servizi che a logicapossono essere migliori per la mitigazione del rischioad esempio si fa spesso riferimento ai servizi chehanno un maggiore contenuto di personalizzazionesul tipo di operazioni, ed è sicuramente vero, in teoriail fatto di poter seguire una persona in maniera moltopersonalizzata dovrebbe consentire di ridurre il rischionella realizzazione dell’attività imprenditoriale, peròè anche necessario che la banca poi al suo internoabbia gli strumenti gli elementi per poter effettivamente

realizzare una valutazione di rischio che tenga contodi questa minore rischiosità determinata dalla esistenzadi questi servizi e questo ha a che fare in particolarecon delle informazioni di carattere statistico sullacapacità di questi servizi di mitigare il rischio e questeinformazioni devono in qualche modo inserirsi in unsistema di “scoring” di “rating” che ormai sono quelliche le banche normalmente utilizzano ai fini della va-lutazione dei rischi.Altro parametro che sicuramente va considerato è ilcosto, il costo del servizio e in che misura questoservizio crea valore aggiunto nella valutazione. Èchiaro che il servizio può essere anche il migliore delmondo però se ha un costo eccessivo probabilmentenon è opportuno utilizzarlo, anche perché la bancadeve mantenersi necessariamente sotto un determinatolivello di soglia, banalmente la soglia dell’usura, e se ilcosto di questi servizi diventa eccessivo potrebbeanche essere non adeguato. Altro elemento ancorache la banca deve considerare è se questi servizipossono essere integrati nell’ambito di quella che èl’organizzazione della banca nell’erogazione del mi-crocredito. Faccio un esempio banale, una banca dilivello nazionale che intende offrire un servizio di mi-crocredito a livello nazionale avrà necessariamente bi-sogno o comunque troverà più facile affidarsi ad unsoggetto che offre i servizi di assistenza e monitoraggioa livello nazionale, sarebbe molto complicato per unabanca realizzare accordi delle singole aree in cui lavorae quindi diciamo la scelta del servizio dipende anchedall’offerta che il mercato propone.Io ritengo che la legge come è stata impostata, è stataimpostata correttamente, nel senso che lascia liberele banche di scegliere il mix migliore di servizi, sia discegliere se questi servizi possono essere offerti e

Responsabile ufficio Crediti ABI

intervento raffaele rinaldi

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prodotti in house sostanzialmente o prodotti affidandosiad una partnership con soggetti che operano sul mer-cato. Finora sul mercato riscontriamo che esistonotutte e due le modalità operative, devo dire cheall’inizio le banche hanno prevalentemente utilizzatouna modalità di produzione di questi servizi in housema questa è stata una scelta diciamo un po’ forzatadalle circostanze di mercato che in realtà non vedevanonegli operatori una grande offerta di servizi di assistenzae monitoraggio. Penso che oggi il mercato si siaassestato su una soluzione un po’ più equilibrata. Iltema, e brevemente chiudo dicendo che, secondo meoggi siamo nella situazione nella quale una voltalanciato il mercato bisogna cercare di farlo evolvere eper farlo evolvere ci sono due condizioni, la prima èsviluppare appunto il mercato dei servizi di assistenzae monitoraggio cioè creare un’offerta di questi servizisufficientemente articolata che consente alle banchedi diversa dimensione, con diverse capacità operative,con diversi obiettivi rispetto alla clientela, di potertrovare un’offerta giusta, e da questo punto di vistapenso che sia un’ottima notizia il fatto dell’Ente Na-zionale del Microcredito abbia come dire sviluppatoun’offerta di questi servizi a livello nazionale e che è

una offerta ormai consolidata e che consente allebanche di avere un partner di riferimento. L’altro ele-mento è quello appunto che è oggetto del convegnodi oggi ed è la costituzione di un elenco di soggettiche si candidano a offrire questi servizi con unaselezione anche in relazione a quelli che sono irequisiti di onorabilità e professionalità. Ecco suquesto penso che l’Ente Nazionale per il Microcreditoha un grande lavoro da fare che è quello di migliorarela professionalità, di favorire la crescita professionaledi questi soggetti. Ecco io riterrei anche di iniziare araccogliere quelle informazioni sulla performance intermini di riduzione del rischio che come dicevo al-l’inizio sono un elemento fondamentale per poi con-sentire alla banca di considerare questi servizi comeelementi di mitigazione del rischio, e capisco che èun lavoro complicato che darà i risultati nel lungoperiodo però se non si comincia non si arriva mai aconclusioni, quindi concludo dicendo, bene l’attivitàdell’Ente Nazionale per il Microcredito per quantoriguarda l’offerta dei servizi di assistenza e monitoraggio,ottima l’iniziativa dell’elenco che sicuramente deter-minerà più competizione e più professionalità anchesu questo mercato.

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Cercando brevemente di non sovrappormi, io pensavoperò di iniziare da una premessa, dall’orizzonte nelquale inseriamo tutto questo ragionamento e l’orizzonteche mi viene in mente è quello suggerito dall’ultimaindagine dell’Istat, che evidenzia un bisogno evidente,il bisogno è descritto da quel 8,3% di popolazione arischio povertà che costituisce un bacino potenzialedi soggetti, però dobbiamo distinguere in effetti comediceva Inaudi i bisogni dalle domande, non è dettoche quel bisogno evidente si concretizzi in unadomanda e forse questo è il primo aspetto della sfidasul quale ci si può interrogare, perché proprio chi èsul territorio e la realtà delle banche di Credito Coo-perativo come sapete è fortemente radicata e fortementepresente nei territori e il ruolo stesso dell’Ente Nazionalea questo può servire. Ora non vi sarà sfuggito chequel 8,3% è triplicato rispetto al dato che c’era nel2006, quindi è un segnale di quello che sta succedendonel nostro Paese ed è un segnale di quello che produt-tivamente si potrebbe operare per cambiare. Questaera la premessa però per fare il secondo passaggio diragionamento che è quello dei punti di attenzioneche l’esperienza di questi anni in qualche modo ciconsegna già, con la cautela che abbiamo ancora unosservatorio limitato nel tempo però significativo.Allora è un dato che emerso già nel precedente inter-vento e già questa mattina, il rischio di spiazzamentodel microcredito e io lo descrivo in due modi questorischio di spiazzamento: il primo deriva dalla sovrap-posizione e dal rischio di fagocitazione del microcreditorispetto al cosiddetto prestito di piccolo importo chesecondo le nuove regole della riforma del Fondo diGaranzia delle PMI avrà il percorso facilitato, nonsarà sottoposto alla procedura di rating e rischiamoquindi esattamente la stessa sovrapposizione di importi,

in più con il rischio che il microcredito in termini ditempi e in termini di costi in qualche modo sia pena-lizzato e questo è un tema che riprenderò poi perchéil terzo step, sul quale volevo ragionare insieme a voied è quello delle proposte.Quindi primo rischio, spiazzamento, e c’è un’altra se-condo me possibile interpretazione dello spiazzamentodel microcredito, che è quello che si verifica in quelleregioni nelle quali l’accesso al Fondo di GaranziaPMI è soltanto in contro-garanzia, quindi quelleregioni nelle quali vige la cosiddetta lettera R dove unrischio di spiazzamento è evidente, perché il presidioe la presenza stessa dei Confidi e l’operatività deiConfidi potrebbe in qualche modo ostacolare e inter-ferire lo sviluppo dell’opportunità del microcredito equesto in qualche modo i dati lo evidenziano già.Per quanto riguarda il ragionamento sui tempi e costiè stato già anche questo accennato. Io credo cheoccorra ragionare in termini di rapporti, non soltantoi costi in assoluto ma i costi rispetto ai benefici.Allora quel track-record che ci consenta di valorizzaredavvero qual’è il vantaggio della prestazione di servizidi accompagnamento sulla riduzione del rischio equello che potrà consentire di ragionare in terminievolutivi di sviluppo del microcredito da qui in avanti.L’evidenza che noi abbiamo come Credito Cooperativoè soprattutto con delle realtà che sono partite pionie-risticamente tipo BCC di Roma, sono assolutamenteincoraggianti, cioè il default in un arco di tempoancora limitato e estremamente contenuto più o menoè intorno al 1%. Diciamo che anche il complessivotasso di default del Credito Cooperativo sul fondo ècontenuto tendenzialmente intorno al 3%, quindi undato decisamente incoraggiante. Se noi potessimomisurare questo vantaggio in un arco temporale si-

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claudia BenedettiResponsabile Servizio Segreteria Generale Federcasse

intervento claudia Benedetti

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gnificativo questo sarebbe l’elemento che ci consentiràdi valutare idoneo il costo. Ci sono poi degli altriproblemi squisitamente operativi, tipo l’interpretazionecorretta delle spese ammissibili.E anche su questo, uno dei temi che questa mattina èstato sollevato è l’opportunità che tutto quello cheinterviene per interpretare la normativa sul microcreditosi muova nelle maglie di una soft regulation e quindiconsenta di tenere lo spettro ampio che oggi è descritto,dando però agli operatori le chiavi giuste d’interpre-tazione per evitare poi in qualche modo problemi expost, quindi la possibilità di un chiarimento di unainterpretazione più corretta. Se questi possono esseredi primo acchito i problemi o le difficoltà operativepiù evidenti che oggi emergono, secondo me necessa-riamente bisogna cogliere l’opportunità per passareall’altro step che è quello delle proposte. Il microcreditodeve pensarsi, dopo la fase nascente di strutturazionein termini evolutivi, quindi deve dall’interno pro-muovere la fase 2.0.E che cosa c’è allora nella fase 2.0? Ci può essere laproposta per superare alcuni vincoli normativi, per

esempio la non applicazione della lettera R sul micro-credito, ma anche la possibilità di valutare per evitarequel rischio di spiazzamento che dicevamo prima, uninnalzamento dell’importo del microcredito, perchénon ragionare non soltanto sulla possibilità di integrarea 35.000, ma magari innalzare ulteriormente l’importo.Una possibilità di evoluzione è una più forte e piùstretta integrazione tra microcredito e microfinanzacon la possibilità di sviluppare uno spettro di offertache integri le opportunità di microleasing e di micro-assicurazione in una logica di maggiore integrazione.Sicuramente la sfida della professionalizzazione dellastrutturazione di operatori sempre più qualificati nonsoltanto in ingresso ma in formazione continua comeè stato sottolineato questa mattina sarà un passaggioimportante e determinante, quindi davvero un buonlavoro a tutti, probabilmente come ben sapete l’ope-ratività di microcredito vive squisitamente di relazione,è un mestiere di prossimità come chiave di successo equindi molto è anche affidato a voi… Quindi davveroun buon lavoro!

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Ho la fortuna di rappresentare una struttura che giàè in attività da più di 10 anni all’estero quindi al difuori dei nostri confini, ma anche al di fuori dell’Eu-ropa, ed è la più grande struttura italiana perché è diun imprenditore italiano che si occupa di microfinanzada oltre 10 anni. Ha regalato più di 50.000 milapiccoli prestiti, il ticket medio è stato intorno ai25.000 dollari e quindi un po’ i dati che ascoltavo dastamani sono assolutamente rafforzati, cioè sono laparte del default rates che è molto al di sotto dei po-tenziali che sentivo stamattina, noi ci attestiamosullo 0,3 x 0,4.Detto questo il fenomeno che penso possa essere in-teressante per noi è capire che la vostra categoria èl’unica che riuscirà a tradurre quelle che sono leesigenze dei piccoli imprenditori, degli artigiani, dichi non ha abitudine a rapportarsi con la finanzaperché sono ovviamente gli esclusi, io ho più di 40anni di banca in Italia, quindi qualcosa ho fattoriguardo a questo argomento e vi devo dire che quelloche noi vedremo è molto diverso da quello che ascol-tiamo in questo momento perché sapete bene cheGoogle, Amazon, hanno chiesto le licenze bancarie,avremo tra poco solamente Amazon che ha circa 30milioni di clienti già nei suoi database.Certamente una banca ci sarà e un conto finale cisarà, ma non sapremo dove sarà e come sarà gestito.Guardate le ultime pubblicità in televisione cheparlano anche di un importante Istituto Nazionaleche inizia a fare una banca completamente digitale suun noto veicolo, il telefonino. Quindi ci sarannograndi cambiamenti, quelli non li possiamo prevedere.La microfinanza è uno strumento che però servirà si-curamente a quelle persone emarginate, quelle personeescluse finanziariamente e nel mondo ce ne sono più

di 2 miliardi, molti anche da questo lato del nostroPaese, quindi c’è un esigenza enorme e voi siete gliunici che sapranno tradurla e potrete sempre esserecapaci di fare quel lavoro proprio di utilizzo ancheper abbassare il rischio.Quello che mi aspetto è che alcuni strumenti cheoggi sono grandi contenitori di patrimonio venganoquanto più avvicinati a queste nuove forme diassistenza, che deve essere remunerata ed è semprepositiva per quanto riguarda l’investimento, altrimenticreano solamente ulteriori confusioni e ulteriori dannia questo Paese.Quindi quello che penso possa essere interessantissimo,sarà come è stato iniziato per i Pir, creare dei veicoliche ci diano la possibilità di accedere direttamente agrandi patrimoni che oggi sono fermi, siamo la quartaricchezza del mondo ma non riusciamo a creare quellagiusta catena di distribuzione, da dove è ferma questaricchezza e quelli che invece ne avrebbero bisogno.Aiuterò sicuramente per quello che posso poi durantel’approfondimento di altre domande o di altri inte-ressanti argomenti. Grazie

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Membro CDA Mikro Kapital SpA

intervento Edoardo Esercizio

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Buonasera a tutti, innanzitutto vi ringrazio per questoinvito, è per noi un momento molto importantecome gestore del Fondo di Garanzia essere quipresenti, crediamo molto nello strumento del micro-credito abbiamo portato qualche numero perché cre-diamo che alcuni numeri siamo sempre importanticome base di partenza. Abbiamo registrato nel 2018partendo dalle startup del 2015, a 9000 richieste digaranzia su operazioni di microcredito. Questo sicu-ramente dimostra che bisogna probabilmente incen-tivare ancora di più l’utilizzo di questo strumentoche viene già comunque utilizzato ed è stato utilizzatoin due anni e mezzo. Importantissime le riflessioni della collega prima delladottoressa Benedetti, le ho trovate assolutamente in-teressanti e questo lo dimostrano i numeri, cioè nelleregioni dove l’accesso al fondo è limitato per tutte letipologie di operazioni tra cui il microcredito alla solacontrogaranzia sicuramente lì si registrano dei tassidel numero di richieste sicuramente inferiore, questova assolutamente detto e i numeri lo dimostrano.Interessante anche la possibilità di incremento consi-derando che alla nostra esperienza la richiesta successivadei € 10.000 che può essere fatta a fronte dello statodi avanzamento del piano di investimento, è unqualcosa che non viene utilizzato e non viene utilizzatoperché impone ai soggetti richiedenti di monitorare ipiani di investimento delle imprese, quindi di verificareuna serie di parametri e questo va ad aggravare ulte-riormente la richiesta, quindi magari prevedere effet-tivamente un aumento, potrebbe essere sicuramenteuno spunto di riflessione importante. La prossima riforma del Fondo tiene in considerazioneovviamente il microcredito, lo esclude dall’applicazionedel modello rating come avviene per le imprese

startup e la differenza sicuramente è che si potrebbecreare quel problema di sovrapposizione con il nuovoimporto ridotto fino a € 25.000, mantenendo peròla sua validità nel momento in cui ragioniamo sullespese ammissibili, su imprese startup.Oggi le imprese che hanno accesso al Fondo con ilmicrocredito sono startup, alcune a volte sono addi-rittura inattive, ossia non hanno bilanci, e all’ordi-narietà e operatività ordinaria del fondo non po-trebbero accedere alle operazioni di liquidità, quindioccorrono operazioni differenti a seconda dell’inve-stimento, questa è la vera forza che abbiamo trovatonelle imprese che hanno chiesto l’accesso al fondoper il microcredito, ossia la possibilità di poter averedelle scorte, di poter avere della liquidità, senza laquale non avrebbero modo di accedere al fondo.Quindi resterà comunque questa differenza, l’importoridotto sarà comunque destinato alle imprese chehanno una certa storicità quantomeno 2 bilanci,mentre con l’operatività di microcredito avremoinvece sempre la possibilità di richiedere anche ope-razioni differenti.È sicuramente importante che questa differenza vadaaccentuata maggiormente, possibilmente per evitarequesta sovrapposizione che è un po’ quello che ci sol-levano tutti i soggetti richiedenti. Per quanto attiene qualche altro numero, diciamoche al momento abbiamo registrato una serie dirichieste ovviamente per imprese che purtroppo nonsono riuscite a far fronte a queste operazioni, quindidi fatto a rimborsare questi finanziamenti con garanziadel fondo, lo vediamo dalle richieste di escussione enon sempre abbiamo trovato nelle nostre verifichepoi in sede di escussione dei servizi ausiliari che ef-fettivamente abbiano accompagnato queste imprese.

Microfinanza • 2018 • n. 2240

Assistenza alla Clientela del Fondo di Garanzia per le PMIArtigiancassa Gruppo BNP Paribas

intervento rossana cassetta

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Questo quindi è un fattore su cui anche noi comeFondo puntiamo e siamo assolutamente d’accordosul fatto che, accompagnare queste imprese possa ef-fettivamente poi avere dei ritorni positivi anche sultasto di escussione delle garanzie, che di fatto poicorrispondono al rischio connesso con quell’operazionedi microcredito, e come fondo riporto questa esperienzanon propriamente positiva, questo perché come giu-stamente si diceva in apertura oggi ci troviamo agestire le escussioni delle operazioni di microcreditoconcesse nel 2015, inizio del 2016, quando questamisura era in fase di startup e quando le bancheancora non avevano una chiara indicazione, banche

intendo anche confidi e operatori, di come dovesseroessere effettivamente svolti questi servizi.Quindi sicuramente un attenzione particolare che vadata e bisogna sicuramente migliorare questo serviziodi chi accompagna le imprese per evitare appuntoche questi imprenditori che credono nella loro attivitàe che investono e rischiano effettivamente poi vedonofinire la loro attività perché non sono stati adeguata-mente seguiti e guidati. Questa è un po’ l’esperienzache riportiamo come Fondo e ovviamente poi sonoassolutamente contenta se ci sono delle domandesull’operatività del Fondo attuali o eventualmentefuture, sulla riforma.

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Microfinanza • 2018 • n. 2242

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Un giro veloce su questi argomenti che adesso illustriamo, giusto per dare un po’ dimateriale in più alla platea di tutor, e anche per, eventualmente determinare delle domandeche potranno arrivare in un secondo momento. Il primo momento di riflessione è sul temadella specializzazione dei servizi ausiliari. Oggi abbiamo dei servizi ausiliari che hanno unottima performance, abbiamo parlato di un 0.47 di default abbiamo visto il lato offertadei servizi ausiliari, dall’altro lato c’è il lato della domanda, cioè un ventaglio di interlocutori,di clienti e beneficiari estremamente ampio. Si va da persone con un basso livello diformazione, per esempio alcune fasce di immigranti, persone uscite dal mondo del lavoro,ma anche a giovani che escono con 110 e lode dal Politecnico e che vogliono avviare dellestartup, dove un seed di microcredito può essere rilevante per l’avvio.Questo significa che, se da una parte il credito è sempre credito, la componente servizioausiliari che è una componente fortemente culturale deve essere necessariamente ritagliatae costruita attorno alle esigenze del beneficiario del target del settore, si pone quindiun’opportunità di valutare anche la possibilità di scegliere nel dettaglio quindi di creareun sistema di tutoraggio specifico e quindi più dettagliato e erogato sulla base dellespecifiche esigenze della persona e del settore, ancor più se parliamo di professionisti dauna parte e dall’altra di impresa, questo appunto è il primo tema su cui chiederei unariflessione veloce.Il secondo è quello dell’efficacia, ne ha parlato prima l’ingegner Odio. L’impatto sociale,che significa naturalmente anche performance dei tutor, performance dell’azionedell’erogazione del servizio ausiliare. Il terzo tema forse non interessa tutta la platea ma èun tema che è stato ripreso più volte sia dalle istituzioni pubbliche che da quelle bancarie,è il tema del costo.Oggi abbiamo questa che secondo me è parte della grande operazione italiana che èsostenibile e abbiamo un sistema di microcredito dove il settore pubblico quindi lo Statogarantisce e dove il settore privato eroga, quindi 111 o le banche.Sul lato dei servizi ausiliari questo sistema di microcredito è caratterizzato dal fatto che loStato attraverso l’Ente definisce i criteri e i principi, ma non solo perché poi c’è anche lanormativa primaria, che monitora e valuta. Dall’altra parte c’è il privato, ovverosostanzialmente i tutor che erogano i servizi, questo sistema è a costo zero, ovvero non habisogno di continue iniezioni di denaro pubblico, bisognerebbe introdurre delle soluzioni,come ad esempio il fondo sociale europeo, attraverso il quale si potrebbe abbassare il costodel denaro. Un sistema che si regge da solo quindi, non so quanto questo poi possa esserein qualche modo auspicabile perlomeno degno di maggiore attenzione. Su questi tre puntivolevo fare un giro veloce di opinioni…

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intervento 2giovanni nicola pesVice Segretario Generale Ente Nazionale per il Microcredito

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Come ho detto prima, sostanzialmente il costo delservizio ausiliario deve essere rapportato a quantoquesto servizio ausiliario riesca a ridurre il rischio perla banca. Per fare questo è necessario avere dei datistatistici che mi dimostrino che questi servizi, anzi lesingole tipologie dei servizi che potrebbero essereofferti, quanto riducono il rischio per la banca. Datistatistici sulla performance dei singoli servizi. Questasecondo me è l’evoluzione a cui bisogna tendere, inmaniera tale che a quel punto diventerà quasi uncalcolo scientifico, nel senso, io prendo una determinatatipologia di servizio, questo servizio a questo costo,che però mi consente di abbattere il prezzo del creditodi un tot, se questo tot è maggiore del costo allora c’èconvenienza a fare questo tipo di operazione. È chiaroche questo è il migliore dei modi possibili, è unqualcosa a cui bisogna tendere, nel frattempo in man-canza di basi statistiche consolidate bisogna avvicinarsiprogressivamente a questa situazione. Credo peraltroche l’Ente Nazionale per il Microcredito abbia unruolo fondamentale nel colmare questo gap di cono-scenza tra oggi e quello che sarebbe il mondo migliore,mi rendo conto che è un compito complicato, perchénon solo bisogna raccogliere informazioni, ma bisognaraccogliere le informazioni secondo quelle che sonole metriche utili alle banche per riuscire a giustificareil fatto che si prende un determinato servizio perridurre il rischio di credito. Questo discorso chiaramenteè connesso al tema della professionalità, è chiaro chemaggiore professionalità si riesce ad inserire in questiservizi maggiore dovrebbe essere l’effetto di riduzionedel rischio per la banca. È chiaro che bisogna considerareche dal punto di vista della banca è evidente chequello che interessa di più è quanto si riduce il rischio,poi ci sono degli altri elementi che pure sono importanti

e che sono più di carattere relazionale con il cliente. Ilcliente si deve sentire confortato, deve avere fiduciaanche nel tutor che lo affianca perché nelle mani diquest’ultimo sta mettendo un pezzo del suo futuro,una sua speranza, un suo progetto, quindi anchequesti sono aspetti importanti che possono andareanche al di là del tema della riduzione del rischio.E anche su questi aspetti più di carattere soft pensoche ci sia un ruolo da giocare da parte dell’Ente Na-zionale per il Microcredito. Da questo punto di vistaè fondamentale sviluppare delle “best practice” che inun qualche modo diano anche un livello di standar-dizzazione e confrontabilità tra i diversi servizi offerti.L’altro tema è l’impatto sociale, ed è un tema che pro-babilmente non deve e non può riguardare direttamentele banche, nel senso che le banche fanno il propriomestiere di erogare credito a persone che hannomerito di credito e quindi hanno la capacità di rim-borsare il finanziamento. Il tema di quanto, questo fi-nanziamento consenta di realizzare investimenti utilianche a fini sociali, sfugge probabilmente dal controllodella banca, è certo che è un tema importante perchéevidentemente ci sono dei soldi pubblici che favorisconotutto il processo ed è necessario che questi soldipubblici, e lo dico come cittadino, siano utilizzati nelmodo migliore possibile, nel modo più efficiente pos-sibile al fine di garantire il raggiungimento degliobiettivi. Da questo punto di vista però il contributoche eventualmente potrebbero dare le banche, è uncontributo di informazione statistica sui crediti erogati,sui livelli di default e via dicendo…. Non penso chepossa essere chiesto alla banca una valutazione specificadi impatto sociale.

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intervento 2raffaele rinaldi

Responsabile Ufficio Crediti ABI

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Se la normativa dice che due sono i servizi da offrire,almeno due, e li vogliamo dipartire in tre macroambiti: servizi di management di organizzazione delbusiness, servizi di marketing per far sì che quelbusiness si sviluppi, servizi di assistenza tecnica e disupporto legale, fiscale, amministrativo e contabile.Ci sono delle fasi nella vita dell’impresa nelle qualiquesti servizi non sono pari in termini di bisogni e intermini di esigenze. Quindi c’è sicuramente la necessitàdi un’organizzazione di processo che sia efficace.Domani o forse già oggi in termini di economicità equindi di sostenibilità, si potrà continuare una logicaper cui il tutor sia chiamato ad offrirne due? Si potràragionare in termini di AB e in termine di specializza-zione per ognuno di questi macroambiti? Ci potrannoessere delle geometrie o delle geografie che con lacrescita delle dimensioni di questo business consenti-ranno anche una maggiore sostenibilità? Io francamentenon lo so! Però sul dato di base dell’importanza di unaffiancamento non solo specializzato in termini qua-litativi ma mirato in termini di necessità, in relazioneal livello di maturazione, penso che sia del tuttoevidente. Un ragionamento sull’impatto o megliodire sull’efficacia. L’efficacia lato banca, l’abbiamo già

detto e ripetuto, ogni banca avrà modo di misurarlain termini di rapporto a rischio, ci può essere peròanche un’altra dimensione dell’efficacia che è quelladell’impatto che il soggetto pubblico ha particolareinteresse a misurare, intanto perché finanzia conl’80% la garanzia del fondo è poi perché oggettivamentepuò ritenere il microcredito una forma più evoluta diwelfare e di intervento, quindi c’è un interesse delsoggetto pubblico a ragionare su questo. Ci potrebbeessere in ragione di questo anche una riflessione sullanettizzazione del costo dei servizi di accompagnamento?Secondo me sì! Così come c’è un interesse a garantire,e quello che conta per le banche lo sapete bene non èsoltanto l’80% di garanzia ma è l’80% di non assor-bimento patrimoniale…Ci potrà essere anche una di-sponibilità di investire con risorse per esempio di de-rivazione Europea per far sì che questo ulterioretassello essenziale nel processo e nel progetto del mi-crocredito diventi un’altra forma di investimentoperché stiamo ragionando di politiche pubbliche diorientamento anche nella gestione del welfare. Il terzotema sulla sostenibilità in qualche modo penso chefosse incluso nelle altre due.

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intervento 2claudia BenedettiResponsabile Servizio Segreteria Generale Federcasse

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Microfinanza • 2018 • n. 2246

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47Microfinanza • 2018 • n. 22

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C’è un aspetto che io noto e proprio perché ho troppianni di questo mestiere l’abitudine è quella di averecome interlocutori le banche, io trovo che questo stiafacendo in questo momento grandi passi avanti o in-dietro come li vogliamo chiamare, ma se voi fate sola-mente un minimo di riflessione sul fatto che il sistemadi pagamento ormai è saltato attraverso PayPal, che iMoney Transfer non sono più conto economico dellebanche ma sono delle agenzie che si trovano perstrada e tutto si passa in un attimo. Le cripto valutesono quelle che sicuramente in un mondo liquidoche stiamo affrontando saranno pezzi di margine dicontribuzione che sono sicuramente tolti per unaserie di fenomeni blockchain e così via… Quindi idiscorsi sono sicuramente corretti, penso che peròl’interlocutore non debba essere centrato sulla bancama deve essere centrato sul servizio che voi erogate,cioè voi siete gli unici interlocutori sul territorio. Ilmicrocredito non è per tutti, questo deve essere chiarosecondo il mio banalissimo modo di vedere, bisognadarlo a chi veramente deve essere affiancato, accom-pagnato e aiutato a capire le regole del gioco, quindinon deve essere un cliente per sempre del tutor o del-l’assistenza… Ma deve essere un percorso che portida persona non bancabile a diventare tracciato e a di-ventare quindi di una dimensione di una sostenibilitàdiversa, sceglierà lui il percorso da fare…E voi secondome, sulla base delle performance dovrete essere retatiperché la vostra capacità di gestire e seguire in manieradiciamo profittevole per chi farà erogazione di questoprodotto sarà la differenza che farete sul mercato, masiete indispensabili, perché i pezzi che si stannoperdendo dei conti economici e dei margini di con-tribuzione dei grandi istituti, vuoi anche per unapolitica di ribaltamento dei costi che nelle grandi

banche italiane dovrà essere rivisto, sarà un’accelerazionemolto forte al sistema. Quindi penso che ho dato duerisposte sullo stesso tema. La parte invece della soste-nibilità è una parte riguardo la capacità di produrreutili, cioè noi non dobbiamo dare i soldi a poco,perché come si diceva ed è giusto, il rischio è elevatoe abbiamo a che fare con interlocutori che non hannostoria, sono startup, e le startup hanno una percentualedi sopravvivenza che conosciamo, quindi anche lì cideve essere una redditività ben qualificata, e solamenteattraverso il vostro portare al meglio le pratiche ad unragionamento concreto da parte dell’interlocutore siriuscirà a dare il giusto prezzo con il giusto ricavo eduna capacità di crescita dell’imprenditore, ma la diffe-renza la faranno non l’erogazione, (perché lì siamotutti bravi voglio dire, possiamo inventarcene 50 dicomitati di crediti, io poi si sentirà sono napoletanoinsomma siamo abbastanza bravi ad inventarci le pra-tiche) la verità poi è il monitoraggio successivo,lì si fa la differenza, lì si incide per avereuna differenziazione su quello che poisarà il vostro lavoro sul territorio, perchéil resto sarà il conto, sarà unconto in una struttura chenon conosceremoal limite saràerogato di-rettamentein una crip-to valuta e avràun obiettivo per unaquotazione in borsa al-l’estero di quella azienda che noiabbiamo sotto casa.

Microfinanza • 2018 • n. 2248

intervento 2Edoardo Esercizio

Membro CDA Mikro Kapital SpA

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Sicuramente per quanto riguarda il tema della soste-nibilità è un tema che va a cascata, nel senso che ilfondo pubblico, interviene in una modalità priva divalutazione come sapete nei confronti dell’impresa,per cui di conseguenza viene diciamo affidata la valu-tazione di queste imprese agli istituti di credito o aiconfidi che a loro volta dovrebbero poter contare susoggetti che possono effettivamente essere vicini aqueste imprese, che in realtà nascono come idee,sono idee non sono imprese, quindi concordo sullanecessità di questo tipo di accompagnamento, un ac-compagnamento che forse dovrebbe essere anchedifferenziato rispetto alla tipologia di impresa, erispetto al tempo che ha l’impresa, perché riportandoun po’ la storia del fondo, quello che registriamooggi, sono servizi di operazioni vecchie, del 2015quando era in fase di startup, le banche organizzavanoquesti servizi in house, anche un po’ in modo appros-simativo diciamo, perché era una fase di startup ederano servizi uguali, il più delle volte indipendenti

quindi rispetto alla tipologiadi impresa e erogati indi-pendente-

mente anche dalla storia che poteva avere quell’impresa,perché ricordiamoci che c’erano anche imprese chemagari avevano un paio d’anni di attività e si andavanoad introdurre in un momento della vita differente ri-spetto ad un’impresa che oggi inizia per la primavolta. Questo si ribalta sul concetto della professionalità,che era l’altro tema. È importante che i servizi venganoerogati in questo modo, ossia differenziati a secondadel tempo e in base alla tipologia di impresa e al mo-mento in cui si colloca l’impresa. Per quanto riguardal’efficacia, come gestori del fondo, il nostro contributoè ovviamente quello di poter fornire, un po’ comepossono fare gli istituti di credito, come diceva ilcollega Rinaldi, una serie di dati ed informazioni suquello che oggi abbiamo registrato. Ad oggi abbiamoun campione di 9.000 richieste, di cui 8.000 ancorain corso, che non hanno avuto problemi e sono stateammesse. Il nostro contributo è appunto consentirequesto, ma soprattutto verificare l’efficacia dei serviziausiliari attraverso il calcolo delle imprese che cel’hanno fatta e quelle che non ce l’hanno fatta, e chequindi oggi si trovano in corso di escussione. Questoanche al fine di valutare il discorso del costo di questiservizi e poter capire quanto possano essere effettiva-

mente efficaci. Possiamo fornire la storia che abbiamosui nostri servizi, servizi ausiliari che sono statierogati alle imprese per le quali ad oggi le banche

ci hanno richiesto l’escussione. Possiamo sicuramentefornire questo tipo di trend, rintracciando quali serviziausiliari gli erano stati erogati, in che modo e in chemodalità per agevolare la valutazione del costo in re-lazione ai benefici. Questa sicuramente è un tipo dianalisi che possiamo fornire al soggetto pubblico efornire per poter indirizzare meglio la strategia deiservizi ausiliari.

intervento 2rossana cassetta

Assistenza alla Clientela del Fondo di Garanzia per le PMIArtigiancassa Gruppo BNP Paribas

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Beh sicuramente abbiamo degli spunti su cui benlavorare, ne cito semplicemente alcuni dei più rilevanti.Abbiamo ascoltato degli spunti di grande interesseanche oggi nel pomeriggio, per volare giusto a volo diuccello molto veloce, il discorso della lettera R ai finidei ruoli dei confidi all’interno di alcune regioni italiane,questo certamente è un dato su cui faremo delleriflessioni assieme al Ministero, al Fondo di Garanzia ea tutti voi per capire sostanzialmente se abbia, comenoi riteniamo, un senso almeno nel microcreditoottenere una deroga su questo fronte, per un problemadi pricing finale. Ora non pretendo che tutto il micro-credito sia erogato con i tag di cui parlavo prima,siamo arrivati sotto al 6% con alcune banche, lì c’è dadire che ci siamo arrivati in 2/3 anni di lavoro, perché?!Perché proprio la riflessione su questi servizi come ele-mento di mitigazione del rischio, hanno portato duebanche di cui ora non faccio il nome, anche perchénon dobbiamo essere autocelebrativi, ma a ritenere sta-tisticamente talmente utile lo strumento da abbassarela rischiosità e quindi il prezzo con cui alla fine sonousciti sul mercato. Un’altra riflessione la farei in materiadel discorso della startup, ossia c’è questo rischio di so-vrapposizione fra la garanzia del fondo PMI rivolte almicrocredito piuttosto che quella diciamo del piccolofinanziamento? Ora la sezione piccoli crediti è sempreesistita nel fondo PMI no?! Qui parliamo di diciamoerogazione in assenza di procedure valutative e quan-t’altro...Ora quello è un tema importante su cuidobbiamo riflettere, perché ovviamente strumenti difacilitazione pubblica non devono certo sovrapporsi.Altri temi importantissimi…Perché non alzare il limitedei famosi € 25.000 perché in realtà sarebbero 35.000col microcredito chiamiamolo esteso, ma di fatto vedoche anche ai fini proprio di una banale che poi

ovviamente banale non è, ma di problemi proprio or-ganizzativi degli intermediari finanziari esistono deiproblemi a dare prima € 25.000 e poi 10.000 dopo seimesi proprio per problemi di gestione della praticaquindi alla fine è una possibilità solo teorica, di fatto cene sono stati pochissimi di estensione di questo. Perquanto riguarda l’Ente quindi certamente ci faremopromotori di alcune proposte di riforma in questosenso e anche di integrazione di sistemi più generali,noi abbiamo un importante programma promosso dalMinistero del Lavoro in cui stiamo erogando microcreditosu fondi regionali sostanzialmente sono fondi poor,che ci consentono di far avere tramite gli amici diInvitalia dei finanziamenti a tasso zero perché alla finec’è una misura agevolativa che paga lei stessa. Quindi èun mondo in via di evoluzione e che ovviamente dob-biamo sforzarci sempre di migliorarlo, ma sono veramentepiù che moderatamente ottimista, ricordiamoci checos’era il microcredito 3/4 anni fa e guardiamo i numeriche sviluppiamo oggi, già solo questo ci dà grande sod-disfazione. Quanto a voi, adesso diciamo il ruolo anchesociale e soprattutto di fede pubblica che dovrete averecome tutor, come prestatori di servizi accessori dinatura non finanziaria obbligatoria è fondamentale,perché al di là del discorso dell’impatto sociale che allabanca in effetti può interessare, ma forse più perdiciamo ragioni etiche che ragioni regolamentari, alcunedelle idee che sono a questo tavolo sono nate nel SocialImpact Finance, un tipo di finanza che deve avere co-munque un impatto sociale positivo, perché se l’impattoè positivo poi si riverbera anche sul fatto che il businessfunziona bene, e le banche hanno indietro il lorodenaro ed è tutto un sistema autoalimentato. C’è dalavorare bene, ma sono confidente che avremo tutti voial nostro fianco. Grazie

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intervento 2riccardo grazianoSegretario Generale Ente Nazionale per il Microcredito

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Vado veloce su tre punti che mi sembraabbiano in qualche modo centrato il di-battito di questo primo pomeriggio. Il primo ha a che fare con il “pricing”, ilsecondo con il “funding” il terzo un po’con l’impatto sociale, ossia il perimetroall’interno del quale si colloca il micro-credito. Allora pricing, metto sul tavolodue questioni che hanno a che fare daun lato con i costi operativi, e dall’altrocon gli oneri finanziari. Rispetto agli oneri finanziari, c’è unpunto che secondo me è passato un po’strisciante già dalla prima fase dellanorma primaria e che poi è stato ripresocon un apparente soluzione nella normasecondaria, che per carità ha una soluzionepraticabile ma che lascia il punto inter-rogativo, ed è appunto il tetto ai tassi diinteresse da un lato, e dall’altro il discorsodel Fondo di Garanzia. Sul tema tetto tasso d’interesse, io rimangoun po’ perplesso così come lo ero all’inizioin fase di norma primaria, su quell’ag-gancio che il legislatore ha fatto trovandoquesta soluzione operativa sostanzialmenterispetto ai tassi della legge antiusura. Peruna serie di motivi ne cito soltanto due,il primo è che evidentemente all’internodella legge antiusura poi l’operatore deveandare a scegliere quella categoria diprestito simile o similare, io non ne vedoalcuna simile al microcredito, è pur vero

intervento 2mario la torre

Consigliere di AmministrazioneEnte Nazionale per il Microcredito

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che il legislatore ha dovuto trovare una soluzioneponte, però questo conferma che a mio avviso noi ab-biamo la necessità di quei flussi informativi che ri-chiamava il dottor Rinaldi, e che io stesso stamattinaapprofittando anche della presenza di Banca d’Italiaavevo risollecitato, facendo notare di non aver vistonella relazione del governatore nessun dato sul micro-credito, ciò mi genera il sospetto che abbiamo persogià un anno rispetto a quello che invece doveva essereun lavoro di archivi sui flussi informativi e che noiavevamo più volte sensibilizzato proprio lato banche.Secondo aspetto, Fondo Centrale di Garanzia, e devodire che mi sono perso nella ricostruzione della dot-toressa Lorenzini, non ho capito se il tema startupnon startup è un tema di una riforma a venire? Milimito soltanto a dire questo, cioè forse più cherivedere le soglie del microcredito secondo me an-drebbero riviste (Raffaele lo sa bene perché ne abbiamoparlato tante volte lui è uno dei massimi esperti nelFondo di Garanzia) le soglie dei crediti lato banche eintermediari finanziari vigilati che possono in qualchemodo usufruire dell’istruttoria facilitata, perché inquesto modo si sovrappone in modo assoluto al mi-crocredito e io mettendomi dal lato di un operatorebancario avrei difficoltà di fronte ad una doppiaopzione, erogo € 25.000 senza avere l’impegno deiservizi ausiliari e pur avendo l’accesso al Fondo diGaranzia in un certo modo… Erogo € 25.000 colmicrocredito però dovendomi anche accollare i serviziausiliari non capisco per quale motivo al di là di untema come dire eventualmente anche residuale d’im-magine e di brand, debba in qualche modo orientarmiverso il microcredito. Mentre invece se non ricordomale la motivazione che aveva ispirato nella riformadel fondo come dire una maggiore apertura e flessibilitàrispetto a certe pratiche di piccolo importo erano piùche altro dovute a uno snellimento di operatività checomunque rimarrebbe invariata per una fascia peròforse fisiologicamente più lontana da quello che è ilmicrocredito che ha una valenza del tutto particolare.Tema del funding, allora è importantissimo noi quistiamo ragionando da tempo, anche stamattina avevoanticipato il tema del dialogo che avevamo avuto conCassa Depositi e Prestiti sui fondi e piano Junker, èrimasto un po’ in stand-by perché c’è stato veramentein una prima fase una forte attenzione agli investimentiinfrastrutturali, ma credo che vada ripreso con forteattenzione. Ora noi abbiamo una struttura come dire

di operatori non finanziari molto diversa, io ricordosempre quando ero nella Task Force G8 sugli investi-menti a impatto sociale, abbiamo avuto la riunionealla Casa Bianca a Washington al tavolo erano sedutitutti i grandi esponenti delle grandi fondazioni ame-ricane, si siedono al tavolo col gabinetto del Presidentee gestiscono One To One i grandi programmi, nonsolo per la politica nazionale domestica, ma ancheper la politica di cooperazione allo sviluppo. Noi ab-biamo una struttura diversa, ma abbiamo comunquele fondazioni bancarie, abbiamo comunque i fondipensione, abbiamo comunque una struttura dei grandidonatori, con le dovute proporzioni, ma che per ilmercato nostro anche immagino per quello che possaessere il mercato della cooperazione allo sviluppoitaliano possono giocare un ruolo. Il problema è chemanca una cabina di regia che riesca in qualche modoa indirizzare e a canalizzare facendo scala su questi in-terventi, che chiaramente contrastano con un’esigenzadi localismo e con una prospettiva localistica di moltidi questi interlocutori, vedi per esempio le fondazionibancarie, che hanno dei vincoli normativi importantiche noi avevamo sollevato nella Task Force G8 nellevarie raccomandazioni, perché chiaramente fondi pen-

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sione e assicurazioni hanno dei vincoli che non con-sentono così liberamente di andare ad investire in de-terminati settori, in determinati prodotti, e questoquindi è un tema su cui occorre lavorare. Ultimopunto, “perimetro” perché appunto Claudia ricordavanon solo microcredito, ma anche microfinanza, io aquesto punto diciamo rilancio e dico ma perché nofinanza di impatto sociale?! Ma non per una questionedi ampliare così da un punto di vista speculativo il di-battito, ma perché la finanza sociale e questo poi è untema che tocca anche la questione della misurazione,interesse e non interesse delle banche, ma perché la fi-nanza sociale ha un risvolto proprio sull’architetturafinanziaria, ci insegna la finanza di impatto socialeche il rendimento dell’investitore è assolutamente ag-ganciato all’impatto sociale, con tutte le sue difficoltàin termini di metrica che si porta dietro, e questo èl’assioma, ma perché questo è l’assioma? La risposta aquesto perché, spesso dimenticata, perché nel rapportopartenariato pubblico – privato, impatto sociale vuoldire anche risparmio di spesa pubblica, quindi non èindifferente che ci sia anche da un punto di vista nonsoltanto etico e non soltanto sociale, ma da un puntodi vista finanziario, questo impatto sociale, perché

vuol dire risparmio di spesa pubblica, e mi sorprendeogni volta che lo dico perché sono po’ ossessivo inquesto, e mi sorprendo perché è un’arma così potenteche negli Stati Uniti viene utilizzata per politiche do-mestiche e di cooperazione allo sviluppo, in UK lastessa cosa, nei Paesi come il Canada che hannosistemi di welfare e che stanno cercando di innovar-si… Mi sorprendo che l’Italia, ma in generale inEuropa continentale, con tutti i problemi legati alFiscal Compact e quindi proprio a un tema di crescitasostenibile, ma di grandi vincoli sul bilancio e sullaspesa pubblica, questo aspetto non venga consideratoa dovere. Ed è un aspetto che dovrebbe interessareanche le banche, io sono più come dire proattivo daquesto punto di vista anche sul lato importanza del-l’impatto sociale delle banche, intanto abbiamo unadirettiva sulle informazioni non finanziarie che co-munque vuoi o non vuoi sta lì. È vero che rischiamoche questa direttiva venga tradotta in maniera un po’come dire mortificata, cioè replicando quello che unavolta che chiamavamo bilancio sociale quello cheadesso che adesso chiamiamo rendiconto e liste codenon so più come si chiama perché diciamo di anno inanno cambia nome ma di fatto è la stessa cosa… Peròè anche vero che quel bilancio sociale o rendiconto distar code porta in sé delle debolezze infinite e storiche.In termini di capacità di tradurre poi quelle misurazioni,diciamo sociali in creazione e distruzione di valore at-traverso metrica economico-finanziaria. Questa è secondo me è un’occasione importante cheva giocata, ma va giocata perché poi si aggancia a deiproblemi effettivi della regolamentazione bancaria.Federcasse è da anni che propone ad esempio Greenbond, Social bond per investimenti Green per inve-stimenti a impatto ambientale per investimenti sociale adesso dopo anni per la prima volta c’è un invitodella commissione e del Parlamento all’Elba per fareuno studio. Allora avere delle informazioni piùspecifiche in bilanci che non siano quelli tradizionali,ma che comunque dialoghino con metrica economi-co-finanziaria su quello che è l’impatto sociale, secondome porterebbe grandi vantaggi, chiaramente nell’otticadi un medio periodo ma anche in termini di assorbi-menti patrimoniali che poi è un tema cruciale per lebanche oggi e lo sarà ancora di più in futuro. Vi rin-grazio.

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Noi abbiamo assistito allo svilupparsi di un prodottomentre lo gestivamo, perché non lo conoscevamofino in fondo dal punto di vista operativo e quindiabbiamo dovuto un po’ confrontarci con il mercatofinanziario e verificare effettivamente fin dove, ilservizio del microcredito fosse un servizio inseribile,utile, come dovesse essere svolto, che cosa mancasseper poter essere incardinato nel sistema finanziariodel Paese. Abbiamo sviluppato in questi due anni dal2016 al 2017 che è l’arco temporale in cui abbiamoavuto modo di monitorare magari anche dal punto divista statistico con attenzione, verificando in manierasoddisfacente abbiamo osservato uno strumento inequilibrio, chiaramente lì dove il servizi ausiliarivenivano posti con la dovuta attenzione, con il dovutorigore, con la dovuta ottica che deve essere comunquemantenuta. Noi siamo un Ente Pubblico, esistiamoper valorizzare gli strumenti della microfinanzaattraverso tutti i sistemi che possiamo mettere incampo, ma la nostra stella polare è senza dubbio ilcliente di microcredito, noi facciamo inclusione socialeattraverso l’inclusione finanziaria. Quindi non dobbiamogovernare un processo a tutela del sistema bancario oa tutela del Fondo di Garanzia per le PMI, che co-munque ha una notevole rilevanza affinché tutto siain equilibrio e possa continuare ad esistere, ma fon-damentalmente la nostra stella polare deve essere ilcliente, cioè quel soggetto che chiede microcreditoperché non avrebbe opportunità di inserimento nelmercato finanziario, e oltre a fornirgli una garanziaattraverso il fondo per le PMI, abbiamo detto trapoco anche attraverso Ismea, dobbiamo comunqueassisterlo nel suo percorso di trasformazione dacittadino a imprenditore e questo sta producendo deirisultati sorprendenti dal punto di vista statistico,

perché in questo arco di 24 mesi ancora pochi effetti-vamente che abbiamo avuto modo di monitorare, al-meno nel campione statistico di cui disponiamo neldettaglio, cioè attraverso le banche convenzionate di-rettamente con l’Ente le 26 banche nel sistema finan-ziario italiano, che sono una piccola parte certamentedel mondo bancario, ma rilevanti dal punto di vistadei numeri, un terzo circa dell’erogazione di micro-credito sono state effettuate tramite il servizio chel’Ente ha posto in essere per il mercato finanziario.. Eil default abbiamo detto che stato bassissimo, sentivopercentuali diverse, abbiamo sviluppato noi questotipo di attività nel biennio 2016-2017 lo 0,47 didefault, che è un dato significativamente interessante,perché ci dà la linea, vuol dire che effettivamente unostrumento che sta producendo ottimi risultati poi seavremo la disponibilità di avere i risultati delle defaulte del resto del sistema finanziario chiaramente incrociarequesti dati sarà molto più semplice e potremmo real-mente determinare se e in quale declinazione i serviziausiliari possono essere messi al servizio per produrrequesto genere di risultato. È questo l’impatto socialedal mio punto di vista che dovremmo osservare, l’im-patto sociale di aver fatto finanziare nella stragrandemaggioranza le imprese che si rivolgono al microcreditosono nascenti, sono al 90% imprese che si costituisconoper avere il finanziamento necessario per poter co-minciare ad operare, quindi il Sit Capital che gli con-sente di iniziare la propria carriera di imprenditore.Se noi dopo il secondo anno li abbiamo fatti sopravviveretutti sicuramente è un grandissimo risultato che do-vremmo portare a patrimonio e cercare di sviluppare,certamente le minacce esistono, le trasformazioni leinnovazioni del Fondo di Garanzia per le PMI po-trebbero portare uno schiacciamento del microcredito,

Microfinanza • 2018 • n. 2256

intervento 2marco paoluzi

Responsabile Area Credito Ente Nazionale per il Microcredito

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offrire uno strumento equivalente al microcredito dalpunto di vista bancario cioè l’ottenimento dellagaranzia al 80% senza valutazione del merito creditizioanche per attività finanziarie non legate al microcredito,porterebbe certamente gli operatori bancari a orientarsiverso quello che è il credo più semplice dal loropunto di vista e cioè il credito senza la valorizzazionedei servizi ausiliari, indipendentemente poi dallatenuta del credito perché fondamentalmente lì, gli sioffre la mancanza di accantonamento al capitale di ri-schio che forse la parte più appetibile della garanziadel fondo. Come potremmo noi interagire nel futuro? Io direi diimplementarlo questo nostro indirizzo, indipenden-temente da chi finanzia o meno i servizi ausiliari. At-tualmente è un sistema auto equilibrato, il sistema fi-nanziario contribuisce quota parte alla remunerazionedi servizi ausiliari stiamo cercando di introdurre ancheuna piccola quota a carico cliente affinché questa cosapossa essere migliore, cioè possa raggiungere un migliorequilibrio, stiamo creando una nuova attività liberoprofessionale del tutor di microcredito che si potràreggere appunto da questo tipo di sovvenzionamento.Poi se ci fossero dei sovvenzionamenti pubblici a co-pertura di queste spese sicuramente potrebbe performaremeglio, ma rischieremmo d’altra parte di non avereuno strumento stabile nel tempo ma legato poi aiflussi della possibilità di accesso a questo genere di at-tività. L’ultimo spunto riguardante l’impatto sociale, è chenoi con il microcredito, il Presidente ha accennato aquesto moltiplicatore occupazionale del 2,43 posti dilavoro per credito erogato, chiaramente nel medioperiodo, anche questo è estremamente rilevante so-prattutto se valutiamo che l’apporto pubblico dello

strumento del microcredito che si concretizza inquesto sistema composito di banche o 111, operatorisui servizi ausiliari, Ente e Fondo di Garanzia,comunque sta producendo dei numeri interessantissimianche dal punto di vista occupazionale, soprattuttose valutiamo che ciascun posto di lavoro è statorealizzato con un prestito non con un dono di €9.000 ciascuno, quindi pensate l’utilità dal punto divista pubblicistico di una inclusione non soltanto fi-nanziaria, non soltanto sociale, ma anche di migliora-mento del sistema di accoglienza del lavoro tramite ilmicrocredito a bassissimo impatto pubblico, a bassissimoimpatto dal punto di vista dei costi pubblici, questocredo che sia un elemento di ulteriore riflessione e davalorizzare nel miglior modo possibile. Grazie

57Microfinanza • 2018 • n. 22

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Ho avuto modo di seguire da vicino e partecipareattivamente alla definizione e allo sviluppo dellediverse problematiche sul microcredito che sonostate alla nostra attenzione in questi ultimi anni,dalla definizione della normativa articolo 111 Tubdecreto 176/2014, alla definizione delle linee guidaper i tutor che sono l’oggetto di questo nostroincontro odierno.Volevo soltanto fare alcune riflessioni su quello cheè stato detto oggi, gli spunti sono stati moltissimi evorrei iniziare con una riflessione di ordine generalequasi filosofica se volete, a me piacerebbe ricordareche la parola microcredito è una parola composta daun aggettivo e da un sostantivo l’aggettivo “micro”piccolo e che potrebbe far pensare a qualcosa dimarginale se non addirittura di insignificante, mache a noi fa pensare a qualcosa di personalizzato c’èun’attenzione particolare alla persona, alle esigenzedel singolo individuo, e la parola è “credito” chederiva dal latino “credere”, che significa che chipresta denaro è fiducioso che questo denaro vengarestituito da chi lo riceve, quindi c’è alla base unrapporto fiduciario Non possiamo parlare di microcredito in un’otticaesclusivamente bancaria, questo è fondamentale, macome di un prodotto di un servizio integrato di unacomponente finanziaria e di una componente di as-sistenza di monitoraggio di tutoraggio che si basa suun aspetto relazionale, dove il rapporto con il singoloindividuo richiedente credito è fondamentale e cherientra nel campo di attività che chiamiamo “finanzaetica” dove il denaro non è visto con fini speculativima è visto proprio come attenzione alla persona,alla promozione della persona umana, proprio perquesto si parla di inclusione finanziaria sociale ed è

curioso come nelle 111 e nel decreto 176 si fa riferi-mento all’inclusione finanziaria e sociale per quantoriguarda il microcredito imprenditoriale e si parla diinclusione finanziaria soltanto per il microcreditosociale, questo dicevo è curioso come se il richiedentedi microcredito imprenditoriale non fosse una personaesclusa dal credito, se fosse già incluso perchédovrebbe ricorrere a un finanziamento bancario

Microfinanza • 2018 • n. 2258

intervento 2paolo rita

Esperto Microcredito Ente Nazionale per il Microcredito

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senza problemi, questo per il mio modo di vedere èuna svista del legislatore, per noi è assolutamente as-sodato che anche il microcredito imprenditoriale èrivolto all’inclusione di persone che sono escluse dalmercato creditizio, sono escluse dall’accesso al credito.Pensiamo ad esempio ad un giovane che magari èlaureato ed è ingegnere uscito da un Politecnico cheha un’idea brillantissima per avviare una startup ma

non ha disponibilità finanziarie e questa è unapersona esclusa e con questo mi ricollego alla spe-cializzazione dei servizi di tutoraggio, facendo rilevarecome il target del microcredito è estremamente va-riegato e diversificato, oggi si va dallo studente checitavo prima, all’immigrato, al creditore che non ot-tiene più credito perché ha subito un evento pregiu-dizievole e allora in questo senso i servizi vanno as-solutamente diversificati, in base non solo alla terri-torialità ma anche in base alla specializzazione e alcampo di attività.Vorrei soltanto concludere facendo un accenno aiservizi della microfinanza che sono stati già citati,vorrei ricordare come l’Ente per il Microcredito giàingegnerizzato per primo in Italia con specifici servizidi microfinanza come la microassicurazione, il mi-croleasing già citato, vorrei citare anche un terzoservizio in microfinanza che è “housing microfinance”ossia un credito specifico per l’abitazione, che poi siè rivolto da un punto di vista sociale a soggetti incondizione di vulnerabilità che necessitano di pagareun canone di affitto, rate di mutuo o di fare interventiurgenti di ristrutturazione e/o di adeguamento ener-getico nella propria abitazione oppure anche in unsenso imprenditoriale da parte di soggetti che voglionodestinare la propria abitazione in locazione ad un’at-tività di tipo microimprenditoriale ad esempio inmicroricettività, ecco questi sono tutti prodotti chenoi abbiamo sviluppato anche in collaborazione conle associazioni di categoria, in questo caso ad esempiodegli architetti, che hanno suscitato dell’interesse eanche in questo caso quindi possono essere previstidei servizi di tutoraggio specifici e personalizzati perquesto tipo di target.

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conclusionitavola rotonda

1° intervento La Torre:Io volevo aggiungere solo la questione dell’impresa sociale, (allora aspettiamo con ansia questa ennesimaversione dei decreti). Io ricordo che le imprese sociali possono erogare microcredito sociale e ricordo anche cheè questa la chiave di lettura che potremmo dare una volta che avremo un assetto definitivo della regolamentazionesecondaria, cioè ricordo che nella norma primaria anche se in maniera un po’ più annacquata perché lì c’erastato un dibattito insomma abbastanza acceso, il legislatore ha comunque lasciato un imput sostanzialmente aglioperatori e anche ai vigilanti, che era quello che consisteva nel forte legame tra microcredito sociale emicrocredito imprenditoriale, questo veniva sostanzialmente dalla prassi più virtuosa del microcredito, cioè unaprima immediata risposta alle esigenze primarie del beneficiario per poi traghettarlo con maggiore calma unavolta che questo avesse in qualche modo risposto alle esigenze primarie, per traghettarlo verso un microcreditoper la microimprenditorialità. Io credo che questa intenzione del legislatore noi dovremmo recuperarla, anche avalere sul ruolo che potranno avere le imprese sociali, cioè bisogna costruire più nei fatti di quanto non sia statocostruito nella legislazione, sia a livello primario che secondario, dove il legislatore secondario è stato più debolerispetto a quello primario, questo legame intimo tra il microcredito sociale e quello per la microimprenditorialitàe credo che questo sia un elemento così forte che noi abbiamo più volte evidenziato anche a Banca d’Italia, chenel progetto di attività che gli operatori 111 presentano per l’autorizzazione, questo elemento avevamo chiestodoveva essere esplicitato in maniera molto forte, il che non vuol dire che poi non debba o non possa essere unelemento virtuoso e caratterizzante della operatività di microcredito delle banche ed intermediari finanziaritradizionali ma appunto delle imprese sociali che chiaramente prendono questo aspetto dall’altra parte, ma checostituiscono a mio avviso un anello importante.

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2° intervento Rinaldi:Io immagino che la motivazione per la quale alcune banche (ma ancora non sono tantissime) hanno aderito alservizio lavoro in partnership con l’Ente Nazionale per il Microcredito è semplicemente perché inizialmente lebanche quando sono uscite le disposizioni relative al Fondo di Garanzia, che è stato il vero volano sul quale poi si ècostruito lo sviluppo del microcredito in Italia, in realtà questo servizio ancora non era stato definito e strutturatoa livello Nazionale, quindi molte banche si sono attrezzate autonomamente con i propri servizi sviluppati in house.Adesso che l’Ente Nazionale per il Microcredito propone un servizio maggiormente strutturato io penso che laquestione potrà evolvere in maniera diversa, è chiaro che, soprattutto grandi banche devono valutare tutta una seriedi aspetti quindi non è immaginabile che siano scelte che vengono fatte in poco tempo, detto questo l’EnteNazionale non necessariamente deve fare un’attività di Monopolio non penso che sia nemmeno questa l’ideasottostante dell’Ente Nazionale, ma è uno dei soggetti che si candida ad offrire questa tipologia di servizipromuovendo lo sviluppo e la qualità di questi servizi. Quindi io sono confidente che la situazione è molto fluidae che già alla fine di quest’anno vedremo una situazione molto differente rispetto a quella di oggi.

3° intervento Avv. Graziano:Il tasso di aumento delle convenzioni è importante come dicevo, siamo arrivati virtualmente sul mondo ICCREARabbiamo tutte le BCC e ora le stiamo sensibilizzando una ad una e lì stiamo facendo un grande lavoro, ma anchediciamo nel mondo intermediari, siamo a 25 istituti calcolando che in 2 anni si sono decuplicate. Ormai il mercatosi sta indirizzando dalla nostra percezione in due fasi: gli intermediari che ritengono di fare i servizi diciamo inhouse e quelli che li affidano a voi, gli iscritti nell’elenco. I secondi stanno aumentando sempre di più perché dopol’iniziale indecisione, stanno capendo che è un costo è un mestiere che dopotutto non è il loro e che dopo tuttoanche un rischio gestorio inutile, c’è un elenco pubblico, perché non utilizzarlo? Quindi, per altri in quel senso sisiamo monopolisti, cioè non siamo certo monopolisti nelle iniziative, anzi aiutiamo chiunque lo voglia fare e confelicità, siamo invece i gestori responsabili di quell’elenco e quindi la fede pubblica che tramite quello tuteliamo,serve anzitutto alle banche per affidarsi a professionisti capaci.

4° intervento Rinaldi:Io penso che il peggior errore che le banche possono fare nel Microcredito è immaginare che questi servizi siano unascocciatura in più, allora deve passare il messaggio che questi sono servizi che servono ad abbassare il rischio, quandoquesto messaggio sarà come dire introitato dalle banche, ma è un lavoro che stiamo facendo insieme all’EnteNazionale per il Microcredito, con voi, ed è evidente che le banche valuteranno secondo quello che dicevamo primase questi servizi effettivamente riducono il rischio oppure no e se si dirigeranno verso quelle reti di tutor che sonoriusciti ad offrire un servizio che meglio di altri riduce il rischio, quindi è quasi un discorso scientifico.

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L’università Lateranense ha accolto la richiesta dell’Ente Nazionale per il Microcredito di organizzare questainiziativa, e lo ha fatto anche in relazione ad un progetto in triplice partnership che l’università Lateranensesta ideando, in relazione alla formazione sul microcredito.L’università Lateranense è l’università Pontificia di Roma, è l’università del Vescovo di Roma, quindi l’Universitàdel Papa, nel caso specifico di Papa Francesco. Prima uno dei relatori parlava dell’etimologia del terminecredito “credere” appunto, la chiesa universale anche in relazione a quella che è la dottrina sociale dellachiesa si occupa quotidianamente anche di temi legati al microcredito di solidarietà e sussidiarietà, vogliocitare un progetto che la chiesa cattolica italiana, che la conferenza episcopale italiana, non so se quest’oggiè stato nominato che è il progetto “policoro”, che appunto si occupa nello specifico di microcredito. E aproposito di un’altra istanza evocata in precedenza, che è la formazione, oggi gli interlocutori presenti suquesta cattedra parleranno di questo corso in management del microcredito, che l’Università Lateranense enello specifico il Centro Lateranense agli Studi ovvero il dipartimento che si occupa dei corsi di specializzazionee alta formazione per l’Università, insieme all’Ente Nazionale per il Microcredito e all’Università degli studiUnitelma La Sapienza di Roma è in procinto di organizzare se tutto andrà bene, il corso partirà all’inizio delprossimo anno accademico quindi intorno al mese di ottobre.Per condividere i dettagli relativi al progetto formativo, accanto a me alla mia sinistra c’è il professor RaffaeleLomonaco che è docente stabile di questa Università e Direttore del Centro Lateranensi alti Studi, alla miadestra invece c’è il professor Francesco Avallone che è il Rettore dell’Università degli Studi Unitelma LaSapienza e professore ordinario di psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Al Professor Lomonacochiederei di presentarci in maniera sintetica quelli che sono i dettagli, come dire che gli obiettivi generaliquindi farci un po’ una premessa di orizzonte intorno al progetto formativo di cui stiamo parlano...

Soggetti esclusi dal credito dei canali istituzionali, sono riusciti, attraverso il microcredito, ad avviare formedi auto micro imprenditorialità, creare lavoro e quindi contribuire in parte allo sviluppo economico e allacrescita del nostro Paese. Non dimentichiamo che il tessuto economico italiano è costituito principalmente dipiccole e medie imprese, per le quali la micro finanza è uno strumento particolarmente adatto. E, infatti, illegislatore ha considerato il microcredito talmente meritevole di interesse, da inserirlo nell’elenco del decreto.Ma, in generale,tutti gli Stati Europei si sono creati la propria via al microcredito».Anche in questo caso c’è uno stereotipo da sfatare: che si tratti di uno strumento adatto solo ai Paesi in Via diSviluppo.«Era nato per quei Paesi, ma i soggetti cosiddetti “non bancabili”, ovvero esclusi dal circuito del creditoperché non in grado di fornire garanzie sufficienti, non mancano neppure da noi. In Italia, nel 2004, è statocostituito il “Comitato Nazionale Italiano Permanente per il Microcredito”, quale organo preposto all’organizzazionedegli eventi relativi al “2005-Anno internazionale del Microcredito”, proclamato dall’Assemblea Generaledelle Nazioni Unite; da esso deriva l’“Ente Nazionale per il Microcredito”, Ente pubblico non economico cheesercita importanti funzioni in materia di microcredito e microfinanza, a livello nazionale ed internazionale.Le varie esperienze relative al microcredito sono riconducibili a due grandi categorie, quella del creditoall’impresa e quella del prestito all’economia sociale. Nell’ambito del credito all’impresa rientrano: ilmicrocredito inteso come prestito di una somma di denaro a soggetti esclusi dal credito ordinario, al fine diavviare attività imprenditoriali autonome. Tale tipologia di intervento è realizzata mediante intermediari spe-cializzati o mediante l’intervento di banche convenzionate che concedono prestiti con parziale copertura deifondi di garanzia; i finanziamenti a fondo perduto da parte di pubbliche amministrazioni ed enti privati, per

Microfinanza • 2018 • n. 2262

prEsEntazionE corso pontificiaunivErsità latEranEnsE

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favorire l’occupazione e lo sviluppo economico; i sistemi di garanzia per ridurre irischi delle banche nel concedere il credito. Nell’ambito del prestito all’economiarientrano quelle Istituzioni finanziarie che erogano credito alle organizzazioni no profit digrande valore sociale, quali quelle che svolgono attività nel settore della cooperazione sociale, dellacooperazione internazionale, dell’ambiente, della cultura, del volontariato. In sostanza, si crea sviluppoeconomico, ma si salvaguarda la dignità delle persone». Salvaguardare la dignità delle persone significa entrare nell’ottica di un’economia più etica, di cui oggi moltosi discute a livello teorico, ma poco si rispecchia nella pratica.«È fondamentale che ci sia un’etica nell’economia, a prescindere dalla fede e dal credo religioso. L’economiaè una scienza comportamentale, si fonda sulla fiducia nel comportamento degli attori economici. Se c’è uncomportamento etico da parte degli operatori – dovuto al rispetto degli accordi e dei contratti, alla buonafede, al rispetto di principi e valori condivisi – il sistema economico funziona. Quando crollano i valori, com’èsuccesso negli ultimi anni, il sistema economico non regge e questo porta ad uno sfaldamento, a una crisi difiducia. Chi ha voluto rendere l’economia solo numerica, studiandola e applicandola con strumenti e modellimatematici, ha sottovalutato gli elementi comportamentali. Nell’economia la matematica è d’ausilio. Checosa spiega l’economia? Il comportamento umano. Per me è molto più vicina a sociologia. Non a caso, ilNobel per l’Economia 2018 è stato assegnato allo statunitense Richard Thaler, un economista comportamen-tale».È stata più una crisi economica o di valori quella iniziata nel 2008?«Sia di valori che di mercati che non rispettano l’evoluzione del ciclo economico, non esistono sempre cicliespansivi. Essi hanno fasi di crescita, di stallo, poi di depressione, è connaturato alla scienza economica.Infatti si studia da 200 anni. Ogni qualvolta accade, siamo più preparati perché gli strumenti di politicaeconomica sono molto più conosciuti e sperimentati. All’epoca della grande crisi del 1929, la politica economicanon si conosceva, non si conoscevano gli strumenti per poterne uscire. Poi gradatamente sono stati introdottie la crisi del 2008 è stata attutita dall’utilizzo di questi strumenti, come le massicce iniezioni di liquidità daparte della Banca Centrale Europea». Gli imprenditori tendono però a pensare in maniera negativa, come se la crisi fosse sempre in atto.«L’economista ragiona con il cuore freddo, l’imprenditore con il cuore caldo, vede la situazione propria, non lasituazione macro. L’economista invece guarda al quadro generale; se non facesse così, non ci sarebbe una viad’uscita. Il micro soffre, e il macro cerca di trovare soluzioni che portino beneficio anche al micro».Papa Francesco insiste molto - ma anche il suo predecessore, Benedetto XVI, lo faceva - nella denuncia diun’economia che, se da un lato crea benessere, dall’altro aumenta le disuguaglianze. E, comunque, c’era giàtutto nella Dottrina sociale della Chiesa.

Diciamo che abbiamo deciso di avvalerci della collaborazione prestigiosa dell’Unitelma anche per come diresperimentare l’Università Lateranense insomma non è come dire avvezza a modalità di informazioned’avanguardia quindi a modalità blended appunto legata alla possibilità di sviluppare piattaforme multimediali.Quindi il nostro partners in questa occasione sarà l’Università Unitelma che è un eccellenza per quantoriguarda la formazione a distanza. Al professor Avallone chiederei proprio quale sia il valore aggiunto dellaformazione a distanza in generale e nello specifico in riferimento a questa proposta formativa.Sul sito web www.pul.it uscirà il bando con tutte le informazioni dettagliate, quindi l’invito è a consultare i trecanali istituzionali.

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prof massimiliano paduladocente sociologia e comunicazione PUL prof raffaele lomonacodocente di economia e direttore CLass PUL

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sEconda giornata

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TEsTImOnIAnZE TUTOR

Intervento 1A proposito di questo ambito da me trattato recentemente mi sono trovata a discutere dell’importanza dell’educazione finanziaria nel mondo scolastico, proprio perché è da lì cheparte poi tutto, e ho condiviso questo argomento anche con gli altri. Allora abbiamotratto questo simplo dei tre punti, educazione finanziaria al primo punto, praticamentenoi vorremmo attraverso l’educazione finanziaria che non deve solo trattare il microcreditoma magari anche più ampia e quindi noi calarci in contesti operativi già sfruttati da altriconsulenti che potrebbe essere una strategia nell’ambito scolastico, per varie finalità…Unamaggiore consapevolezza nel ragazzo che sta terminando gli studi su quella che potràessere una strada da intraprendere, quindi creargli una possibilità di accesso all’area finan-ziamenti una volta immessosi nel mondo del lavoro. Prepararli al mondo del lavorovisitando le società, perché no, finanziate dal microcredito, casi concreti quindi. Ed eccoin sequenza: 1.educazione finanziaria, 2.educazione all’autoimprenditorialità, 3.alternanzascuola-lavoro con ponte sul Miur che mi sembra sia una realtà comunque appoggiatadall’Ente, a tal proposito avevo fatto presente proprio per la mia esperienza nell’ambitodella finanza che esistono dei fondi che sono messi a disposizione della Consob che citiene moltissimo all’educazione finanziaria e poi confrontandomi proprio con gli operatoriabbiamo constatato che esiste proprio una cabina di regia molto più ampia, dove ci sonogià dei rapporti aperti. Noi sottolineiamo l’importanza di attingere da questa cabina diregia per far arrivare anche una maggiore sensibilità al mondo scolastico sull’obiettivoeducazione finanziaria, personalmente ho verificato sugli istituti scolastici di Roma perfare un’attività di educazione finanziaria come consulente finanziario di una SIM, mate-rialmente insieme ad altri colleghi abbiamo constatato che non ci sono obiettivisull’economia finanziaria, della serie, stanno educando i direttivi delle scuole con lasperanza che educhino loro gli studenti, questo lo trovo alquanto improbabile, la leva devepartire dal Miur, deve partire dalla cabina di regia, deve partire dall’Ente, che vengainserito come obiettivo scolastico quello dell’educazione finanziaria e tutti gli organiperiferici didattici, con questo abbiamo finito. Grazie

Intervento 2Io ho un vantaggio rispetto a molti che sono qui presenti, lavoro in un gruppo dimediazione creditizia che lavora con questi sistemi “brainstorming” e sistemi organizzativimolto avanzati. Per dire siamo i primi in termini di sviluppo di mercato in Italia e non èun caso. “Fattibilità” è la parola dalla quale partiamo sempre, noi facciamo mutui e finan-ziamenti non a persone non finanziabili, ma a imprese, facciamo mutui nel settore rete achi cerca mutuo e facciamo i muti quando le banche non fanno mutui. Perché? Perchépartiamo dall’idea di “fattibilità”, e poi pagano i mutui perché partiamo da quell’idealì,“fattibilità” e facciamo i conti dopo aver parlato con le persone. Cosa vuol dire? Vuoldire che il nostro metodo consolidato e dimostrato è un “success fee” molto elevato lepratiche si fanno, si finanziano, e si pagano. Questo lo dico con un po’ di orgoglio, può

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essere applicato anche nel microcredito secondome, secondo noi, secondo il nostro gruppo, peròbisogna partire dall’idea di fattibilità, cos’è fattibilità?Fattibilità significa se quel progetto di business èfattibile e significa che è fattibile se abbiamo difronte una persona che o è imprenditore perché neha già le caratteristiche e noi dobbiamo capirlo conun colloquio di un’ora, oppure ha le potenzialitàper diventarlo, quindi diciamo chi conosce le pro-cedure Iso, ha qualche criticità e quella va coperta.Velocemente, “attitudine commerciale tecnica” l’ab-biamo intitolato così, deve avere l’attitudine com-merciale, per cui anche capire che ci deve essere unbusiness. Se devo aprire una gelateria bisogna chesappia se si possono vendere dei gelati in quellazona. Quindi rispondiamo a quei criteri, gli parliamo,lo guardiamo in faccia e capiamo se ha l’attitudinecommerciale e tecnica, quindi anche gestire l’am-ministrazione come il fisco, la finanza…Tutte questecose se non le hanno dobbiamo capire dove sono lecriticità, applicare le procedure Iso e coprire questecriticità. Secondo punto “coaching” non dobbiamofare formazione, su questo abbiamo fatto una di-scussione nel senso che è vero che va fatta formazione,però non siamo noi a dover fare formazione, vafatta dalla scuola da altri sistemi che devono affiancaree formare prima i giovani. Noi facciamo coachinggià sul campo, siamo già lì a fare impresa, siamo giàlì a coprire le eventuali criticità. Terzo concetto“potenzialità” io qui cito un genio assoluto cheguarda caso è il primo imprenditore del mondo eche fa anche beneficenza si chiama Bill Gates e lasua Microsoft aveva coniato uno slogan (yourpotential is our passion) questo è il concetto!Significa riuscire a individuare le potenzialità dellapersona che abbiamo di fronte, al di là del fatto cheha delle competenze e sviluppare queste potenzialitànel più breve tempo possibile, questi tre punti svi-luppati secondo noi sono il nostro lavoro.

Intervento 3Faccio il presidente del consorzio Fidart da un po’di tempo e mi sono sempre occupato di agevolarel’accesso al credito, siamo partiti da una considera-zione, che l’Ente Nazionale per il Microcredito èun organismo che è prevalentemente di tipo politico,fa economia sociale e allo stesso tempo è iscritto al-l’articolo 111 e quindi è anche uno strumento fi-

nanziario. Crediamo che sia importante in unostrumento di successo qual è il microcredito rag-giungere delle tempistiche più adeguate, quindi ab-biamo discusso su quelli che possono essere gliobiettivi da raggiungere. Lo scopo chiaramente qualè? È l’interesse dell’impresa della persona non ilnostro successo come tutor che è secondario oppurequello dell’Ente in via generale, noi dobbiamo farein modo che la persona che poi apre l’impresa, siagratificata, cioè raggiunga l’obiettivo. Abbiamo ri-tenuto che questa gratificazione possa essere ragio-nando anche su tempi che non possono essere infe-riori, quella di arrivare alle erogazioni in 45 giornidal momento della presentazione dell’allegato 2(giusto per entrare pragmaticamente in quella che èla nostra attività). Allora abbiamo analizzato isoggetti che possono essere influenzati positivamenteper il raggiungimento di questo obiettivo, il tutorpresenta l’allegato 2 in questa fase ininfluente, l’EnteNazionale per il Microcredito invece è rilevante, ilFondo di Garanzia abbiamo avuto una testimonianzache chiaramente potrebbe anche essere smentita,ma efficiente ormai ha uno standard che permettein 10-15 giorni dal ricevimento della pratica dipoter dare il parere necessario per la garanzia. Labanca è lenta! A questo punto bisogna migliorarequesto processo, e come? L’Ente Nazionale per ilMicrocredito deve dialogare con le banche in manierapiù efficace, magari anche con il supporto della retedi tutor della quale si è parlato ieri, affinché possaesserci il raggiungimento di questo obiettivo. Questoche c’è scritto tra parentesi (Ente chiede garanziadel fondo questa opportunità rete consorzi fidi mo-difica fondo spacchettamento destinato a Ente Na-zionale per il Microcredito) è diciamo un germoglio,cioè un’idea per poter riformare il processo con unospacchettamento del Fondo di Garanzia che vengadestinato esclusivamente al microcredito, quindicon procedure molto più rapide, in considerazionedello strumento e che possa dare le gratificazioninecessarie, questo è stato il nostro lavoro. Grazie

Intervento 4Io sono il portavoce del gruppo che ha elaboratoqueste idee, e il titolo è: “Non c’è microcreditosenza impatto sociale”. Abbiamo voluto scegliereun titolo un po’ provocatorio ma che fosse ancheriassuntivo di quello che era il sentiment della mag-

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gioranza del gruppo. Sostanzialmente si è discussosull’impatto sociale e finanza etica, perché c’era al-l’inizio un po’ di confusione tra i due termini equindi abbiamo un attimo chiarito quello che erada un lato, le finalità, e parlo della finanza etica,delle attività economiche, le micro attività econo-miche, che grazie al lavoro anche dei tutor presentisi riescono ad attivare e quindi si può legittimamenteimmaginare che ci sia una maggior sensibilità daparte dell’Ente e/o delle banche di capire se è il casodi escludere o privilegiare a seconda se vogliamousare dei criteri escludenti o inclusivi alcune aree diattività economica, si è parlato della pornografiapiuttosto che delle scommesse, spesso capita a moltidi noi di dover decidere se approvare o meno questotipo di attività e chiaramente la legge attualmentelo consente, il fondo centrale di garanzia non dà di-ciamo dei criteri di esclusione particolari sui temidi attività, ma il gruppo di lavoro ritiene che invecequesto sia un tema sul quale discutere. Per quantoriguarda invece proprio l’impatto sociale, ci siamofocalizzati su due aspetti, “l’impatto sociale sui be-neficiari”, quindi quali criteri possiamo adottareper capire se il beneficiario che ha ottenuto il mi-crocredito ha migliorato in qualche modo la suaesistenza, l’esistenza del suo nucleo familiare maanche della comunità! Quindi per certi versi, valutarese poi realmente quella micro attività sul territorioha in qualche modo avuto un’impatto sull’ambitosociale dei rapporti che si sono venuti a creare al-l’interno della società stessa. Abbiamo messo alcentro questa parola di riposizionamento perché ilmicrocredito così come è stato incardinato all’internodel testo unico bancario ha snaturato sostanzialmenteun po’ il suo originario obiettivo. Quindi la nostraopinione è che il microcredito sia uno strumento diinclusione che utilizza il credito per includere isoggetti beneficiari. Attualmente è cosa diversa, èuno strumento finanziario all’interno del TUB contutto quello che ne consegue in termini di regola-mentazione e quindi crediamo che in qualche modouna riflessione su un riposizionamento del micro-credito vada fatta e forse l’introduzione di questiindicatori di impatto sociale potrebbero essere utilianche per questo. Quali indicatori? Prendere spuntodagli indicatori del benessere economico e sociale,il BES. Ci sono almeno cinque aree di questi indi-catori, che sono: ambiente, salute, istruzione, relazioni

sociali e benessere economico, aree dalle quali estra-polare i set di indicatori.

Intervento 5Il portavoce è De Vivo Domenico. Grazie buonaseratutti, abbiamo dato questo titolo al nostro gruppoperché noi ci siamo focalizzati sul monitoraggio,ma l’abbiamo inteso come un qualcosa di moltoampio perché in realtà quello che viene a noirichiesto è un qualcosa di veramente ampio, tuttoquello che riguarda la fase post erogazione delcredito. Le criticità che abbiamo riscontrato sonoessenzialmente le seguenti: non è ben chiaro qualesia l’attività specifica di monitoraggio, sotto qualipunti di vista debba essere fatto questo monitoraggioe come si fa a dire sì ok va bene o no non va bene?

Intervento 6Noi spesso non abbiamo degli strumenti a disposi-zione per capire qual è la verità dietro quello che cidice il beneficiario, non abbiamo gli strumenti chehanno le banche per capire come il beneficiario starestituendo, dobbiamo fidarci un po’ di quello checi dice. In più essendo un’attività spesso moltogrossa in termini proprio di mole di lavoro da fare,noi alla fine ci siamo resi conto che la remunerazioneche ci viene corrisposta durante l’attività di moni-toraggio in realtà spesso non è sufficiente per fareun monitoraggio, che poi abbia dei frutti tangibili.Quindi abbiamo elaborato le seguenti proposte: -Abbiamo pensato ad una procedura standard dimonitoraggio minima, quindi un documento checi dica bene cosa debba essere fatto per monitoraggioun qualcosa di molto sintetico che ci permetta dilavorare nel monitoraggio senza un dispendio diore di lavoro troppo elevato, in modo da riuscire adarlo tranquillamente in modo gratuito, in più vor-remmo porre una domanda anzi più che domandaè una soluzione, ossia quali strumenti possiamoavere noi a disposizione per avere un riscontro suquello che ci dice il beneficiario e per dare poi allabanca la risposta che vuole? Perché spesso la bancavuole sapere se la rata viene pagata o no, ma lo statodi salute dell’impresa è anche altro praticamente,quindi io in questa categoria farei rientrare anche latempistica del monitoraggio, che va un po’ diffe-renziata a seconda della natura dell’attività, unacosa è un’attività commerciale, un’altra è un’attività

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di servizio e altre sono le attività di produzione. C’èstato infatti un ampio dibattito sul deve essere fattoa 3 anni, deve essere fatto 5 anni, alla fine siamo ar-rivati alla conclusione che deve essere un po’ diciamonon dico personalizzata però un po’ più flessibile.Questa è l’ultima proposta che ho avanzato io per-sonalmente e riguarda il problema della remunera-zione, ovvero avevo pensato di chiedere all’Ente seci fosse la possibilità di dare al beneficiario deiservizi di monitoraggio anche se sono compresi nel-l’allegato 4, perché l’allegato 4 è abbastanza generico,cioè tra i servizi ausiliari identifica un po’ tutti gliaspetti della vita aziendale in modo un po’ troppoesteso, quindi noi ci chiedevamo se fosse possibilesviluppare dei servizi anche in modo standardizzato,cioè anche una semplice piattaforma che permettadi fare un po’ di controllo di gestione propriodall’Ente in un modo univoco, che poi possanoessere venduti post erogazione, quindi senza com-promettere la richiesta di finanziamento da € 25.000che non deve essere penalizzata, diciamo un qualcosache viene dato 6 mesi, 7 mesi, 8 mesi dopo l’eroga-zione che magari il beneficiario vuole pagare perchéha fatto dei ricavi e si accorge che gli serve. Questoè tutto. Grazie mille

Intervento 7Io sono consulente d’azienda mi occupo di finanzae marketing, nell’ambito del marketing abbiamoidentificato questi tre punti importanti: 1.coordi-namento, inteso come coordinamento per circoliterritoriali, cioè la Puglia è lunga, siamo tanti equindi possiamo fare delegazioni, scambiarci espe-rienze… e via dicendo…. 2.strumenti della comu-nicazione, l’Ente ci deve in un certo senso permetteredi dare un layout per fare dépliant per fare campagne,social, dipende anche molto dal target e dai concor-renti. 3. punti di forza, il nostro punto di forza è laqualità del lavoro che eroghiamo è la qualità dellapassione con la quale facciamo questo, non lo fac-ciamo per business ma lo facciamo per vocazioneverso economie sociali oppure verso i futuri im-prenditori.

Intervento 8“Diamo una mano all’Ente” che è un po’ provocatoriocome titolo. Primo tema che abbiamo affrontato èquello che viene fuori da quello che ci siamo

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raccontati tra ieri e oggi, dall’esigenza di creare unasquadra coesa di tutor perché attualmente almenonella nostra classe è rappresentato tutto il territorionazionale, quindi noi siamo tutti i tutor e in questocaso rappresentiamo l’Ente, quindi chiediamo all’Entedi darci le regole del gioco, ovvero come possiamomuoverci sul territorio da un punto di vista com-merciale e/o di comunicazione marketing. Quindise l’Ente ci parla di inclusione finanziaria non puòlasciarci completamente liberi di organizzarci unpo’ così come vogliamo sul territorio, questo da unpunto di vista commerciale. Punto 2, è quello legatoalla possibilità sempre sul tema dell’inclusione fi-nanziaria di sensibilizzare, perché abbiamo riscontratoche l’unico gruppo bancario Nazionale che teorica-mente permetterebbe a tutti i tutor di lavorare sulterritorio al momento è la BPER, che però nonlavora bene. Quindi l’alternativa che può aiutare itutor sul territorio sono gli Enti pubblici, quindisensibilizzando gli Enti pubblici locali, dal Comune,alle associazioni datoriali, ossia Enti pubblico-privaticome la Confesercenti o le associazioni che operanosul territorio, sensibilizzarle ad usare il microcreditoanche proprio dall’interno dell’Ente, e quindi inmaniera indiretta garantirebbe al tutor un lavoroaggiuntivo, recuperando in tal modo l’assenza degliistituti di credito sul territorio. Punto 3, è utilizzareil Fondo di Garanzia, quindi la legge 662 del 96che istituisce il Fondo di Garanzia e che permettel’erogazione del microcredito attraverso la garanziapubblica del 80%. Il consiglio è dare la possibilitàai tutor utilizzando le banche che attualmente sonoconvenzionate, di lavorare anche su un importo ri-dotto. Il Fondo di Garanzia eroga finanziamentifino a € 50.000 Euro per tutte quelle attività chehanno minimo 2 anni. Il microcredito dà la possibilitàal tutor di ampliare il portafoglio, poiché oggi noitutti lavoriamo solo su un prodotto, il Fondo diGaranzia è lo stesso è il medesimo ed eroga anchequesto prodotto, la banca genericamente non vuolefare internamente la pratica di richiesta della garanziaal Fondo, quindi lo potremmo fare noi tutor, contutti i vari servizi e ampliando anche la possibilitàdel tutor lavorando così anche sull’importo ridotto.

Intervento 9Abbiamo ascoltato tutor che coprivano tutto ilterritorio nazionale. Il nostro titolo è “informazione

e formazione”. Il primo punto è procedura 2.0 e nasce perché cisiamo resi conti che all’interno delle stesse filialinon si parla la stessa lingua anche se abbiamo ache fare con due dipendenti della stessa filiale.Quindi una volta incontro il signor x, un’altravolta il signor y, e non si parla la stessa identicalingua, quindi visto che ci siamo fatti portavoce,chiediamo all’Ente se si può iniziare una procedura2.0, ossia una continuazione di quello che già daoggi, dovrebbe funzionare, e cioè innanzitutto1.inviare a quelle che sono le banche, quindi alleistituzioni, ai nostri partner, un bozza della con-venzione così almeno tutti sono a conoscenza diche cosa stiamo parlando, 2.redigere un manualeoperativo condiviso, nel senso che deve essere in-formato sia il tutor e quindi anche l’addetto ailavori in banca, così parliamo finalmente la stessalingua e basta con un dipendente che dice non horicevuto la circolare, oppure davanti al cliente(figura pessima) quando noi diciamo una cosa einvece gli addetti ai lavori nei comunicano com-pletamente un’altra. All’interno di questa nuovaprocedura, sollecitare quelle che sono le banche inuna definizione di obiettivi e di budget, cosìalmeno sappiamo che la banca è tenuta a pubbli-cizzare il microcredito. Il secondo punto è la “formazione congiunta” ossiabanca – tutor, dobbiamo mettere a conoscenza lavera figura del tutor, tutti lo sanno però effettiva-mente spesso non ci prendono sul serio, ci consi-derano come un soggetto terzo che magari ha altrifini all’interno della pratica e quindi noi chiediamoappunto all’Ente di organizzare dei seminari for-mativi, dei corsi, degli incontri con le filiali persottolineare la figura del tutor; la banca si, devevalutare i numeri però noi dobbiamo valutareun’idea e poi tradurre l’idea i numeri quindi pensoche la nostra figura debba essere sottolineata.Il terzo punto è il monitoraggio sulle sull’iter, ovesia possibile all’interno del gestionale sapere tuttele singole fasi. Per ultimo, nuove convenzioni, sic-come c’erano all’interno del gruppo diversi tutorche hanno manifestato l’assenza di un certo numerodi filiali, l’input è, ricercare nuove convenzioni ecreare soprattutto una concorrenza tra banche.Grazie

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1° intervento:Nel nostro gruppo abbiamo discusso di tre punti:1) crowdfunding, 2) resto al sud e 3) piattaforma e condivisione dei documenti. Per quanto riguarda il “crowdfunding” è una ricerca di un accordo con una società che faccia già crowdfunding

visto che non è possibile che l’Ente ne crei una sua propria, con la quale chi cerca il microcredito abbia lapossibilità di sponsorizzare la sua attività o la sua startup innovativa o anche la sua attività imprenditoriale

classica e con questo ottenere dei fondi extra che derivino dai privati che credono nella attività che sivuole proporre o che insomma si vuole mettere in piedi.

Per quanto riguarda “resto al sud”, chiediamo all’Ente di proporre un quesito chiaro al FondoCentrale di Garanzia per comprendere i meccanismi sulla cumulabilità o meno con appunto ilfondo del resto al sud. Il 3° punto è la “piattaforma di condivisione di documenti”. Allora una cosa che per esperienza personale ma che è emersa anche nel gruppo e la condivisionetra tutor e il cliente e anche con la banca dei documenti è uno dei colli di bottiglia che

potrebbe accorciare i tempi di una pratica, ovvero la presenza certa dentro una piattaformaonline di questi documenti, la condivisione con l’istituto bancario o con il referente diturno e la certezza di questi documenti sicuramente potrebbe accorciare le pratiche.Grazie

2° intervento:La necessità che sul territorio almeno nell’ambito della

Regione Puglia in altre regioni nel mezzogiorno esistonogià degli strumenti e diciamo alternative e anche a

volte più convenienti, per cui si propone alla sensibilitàdell’Ente la possibilità di poter arrivare alla creazionedi un fondo rotativo privato che possa superare la

problematica che spesso affrontiamo quando andiamoin banca, della famosa garanzia del 20% che a molte

banche purtroppo pongono naturalmente al clientecome condizione per poter accedere al microcredito e

molto spesso trattandosi di soggetti che magari sono alleprime armi non hanno una storia non hanno un lavoro non

hanno una busta paga e devono ricorrere naturalmente asoggetti familiari per poter attivare questo percorso. Abbiamo

pensato che questo fondo potrebbe essere alimentato direttamentediciamo con donazioni su basi volontaristiche, magari come avviene in

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conclusioniseconda giornata

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altri casi con contribuzione dei politici, del 5%, di privati, di imprenditori degli stessi interessi magari che labanca prende sulle operazioni di microcredito. Riteniamo che sia un qualcosa diciamo di interessante per poterproprio superare questa criticità questo scoglio che stiamo incontrando sul territorio. Chiaramente questopotrebbe essere a costo zero.Il secondo punto è sempre legato un po’ al primo e è la costituzione di un fondo proprio presso l’Ente, cioè lapossibilità di arrivare ad attivare un percorso che esula rispetto a quello che è il canale bancario, perché se si parlaa volte di agevolazioni inclusione e quant’altro ma poi passiamo per le banche purtroppo riscontriamo delledifficoltà effettivamente a mettere in pratica questa inclusione, quindi la possibilità di attivare presso l’Ente unfondo proprio con delle modalità valutative proprie che sono extra bancarie. Noi abbiamo l’esempio di altristrumenti che vengono valutati con canali extra bancari che prevedono la restituzione senza interessi, che nonprevedono garanzie se non una semplice garanzia morale, sono strumenti operativi che stanno funzionando sulterritorio e mi riferisco in modo particolare alla Regione Puglia che ha finanziato migliaia di domande e stafinanziando migliaia di domande, per cui quando propongo al cliente il microcredito, noto la difficoltà, allorami chiedo: “è agevolato!? Ma è agevolato in che senso? Perché se gli interessi li devo corrispondere, se la garanziala banca me la chiede, se tutta una serie di cose…. Voglio dire…. Ultimo punto è la possibilità di ampliarequesto strumento oltre i € 25.000 per avere la possibilità di avere un budget, una platea di soggetti piùinteressanti. Grazie

3° intervento Vice segretario Pes:Volevo solo ringraziarvi per essere venuti qui anche perché la maggior parte di voi viene da fuori Roma, hosentito accenti veneti, accenti sardi, accenti siciliani e questa è una delle cose insomma più belle, vedere dellepersone che lavorano insieme a noi e che costituiscono un sistema di microcredito insieme a noi e che ognunadelle quali lavora secondo problematiche diverse, il microcredito è uno strumento fortemente culturale quindiconfrontandosi con elementi normativi, con elementi tecnici, e anche con elementi culturali e di educazionefinanziaria, economica, di educazione civica diversi, il mestiere del tutor non è un mestiere solo tecnico èappunto un mestiere che ha molto a che fare con la cultura del territorio e per questo estremamente raffinato.Credo che queste giornate siano state piuttosto proficue, probabilmente perché abbiamo avuto l’opportunità ditrasferirvi degli elementi di conoscenza, per esempio sui nuovi regolamenti sulle nuove linee guida come ha fattoieri il dottor Paoluzi, d’altra parte elementi di conoscenza che vi siete scambiati tra di voi. E poi il network, cheè venuto fuori e che è un elemento tutt’altro che secondario, bisogna essere capaci di confrontarsi con i colleghiriguardo le tematiche che si stanno affrontando, riguardo le problematiche, le opportunità e i metodi che sicolgono dall’interlocuzione con chi poi dovrà lavorare sul territorio. Qui c’è un mondo, è inutile parlarnedovremmo prenderne una per una e cercare di capire e acquisireil più possibile, alcune volte mi rendo conto ci sono delle coseche giustamente avete evidenziato perché vi manca qualcheinput, non perché ce lo siamo tenuto ma perché alcune soluzionisono in fase di formazione, non so se Marco Biagianti ha giàanticipato che presto avrete a disposizione una piattaforma chevi supporterà in tutta una serie di criticità che avete evidenziato,anche dandovi l’opportunità, intanto di avere un contattodiretto con noi, ma poi anche di avere un contatto e unrapporto più strutturato con il sistema degli intermediari cosìda consentirvi diverse forme di scambio. In parte credo che daoggi inizia un nuovo percorso che dovremmo curare anche at-traverso per esempio un’attività di informativa costante, pro-babilmente immagineremo una newsletter informativa setti-manale, due volte al mese, adesso vedremo, anche perché nondobbiamo neanche affogarvi con tutte le news. E poi ci sono

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alcuni temi che sono un mondo, avete parlato di impatto sociale, cosa importantissima, essenziale, ma come diresono temi di cui si può iniziare a parlare adesso, non aveva senso farlo all’inizio del percorso anche perché c’erapoco da misurare, adesso c’è tanto da misurare ci siete voi ci sono gli imprenditori sulle imprese che stannonascendo ma anche qui non sarà semplice perché parlare di impatto sociale non è esattamente un criterio dimisurazione dell’impatto sociale, nello specifico caso del microcredito che deve tenere conto di tutta una serie dielementi che abbiamo detto sono economici, sono finanziari, sono tecnici, in via generale, sono propriamenteculturali, non è esattamente semplice e quale metodo vogliamo utilizzare? Un metodo di processo, un metodo diimpatto, un metodo di monetizzazione, dobbiamo discuterne….. Sul tema della specializzazione che ho postoieri e non so quanto sia stato recepito, ma oggi voi siete dei tutor che vi occupate essenzialmente di imprese, diprofessionisti, un po’ in tutti i settori un po’ in tutti i target, forse potrebbe essere una riflessione da svilupparequella di immaginare delle forme di tutoraggio specifiche delle forme specifiche per settore, specifiche pertarget. Il microcredito è tornato come uno strumento di contrasto alla povertà assoluta, di fatto oggi non è così,tanto un po’ la crisi che ha cambiato come dire la il DNA della società, e un po’ vuoi che lo strumento stesso siè adattato per rispondere a diverse forme di esigenza, oggi lavoriamo con settori totalmente diversi, da quello piùinnovativo all’artigianato al commercio ai professionisti… E poi c’è naturalmente anche il fatto che vi trovatedavanti a persone con un livello di education quindi di formazione completamente diverse tra di loro. Abbiamofirmato qualche giorno fa il più grande progetto di sistema che esiste in Europa sull’immigrazione, compresiimmigranti richiedenti asilo e protezione internazionale…È chiaro che parliamo di persone particolarmente sensibili, dove ci vorranno delle skills particolari, dall’altraparte partiranno dei progetti su giovani che escono dai politecnici magari col massimo dei voti, i quali avrannocomunque necessità di una forma di tutoraggio, ecco quindi forme di tutoraggio diverse probabilmente specia-lizzate.

Il quesito che pongo è: lo stesso tutor è in grado di rispondere in modo efficace a tutte queste necessità? Oppure,è forse il momento di andare anche a definire dei settori specialistici e specializzati di operatori dei servizifinanziari? Dobbiamo parlarne… Resta il fatto che sicuramente dobbiamo lavorare e tener vivo questo processoche oggi è all’inizio, questo anche per esempio attraverso la costruzione di una piattaforma che molto presto visarà presentata. Quindi consentiteci di mantenerci in contatto mettendo quelli che sono i vostri recapiti nel sito.Si è parlato di oltrepassare le banche e per questo sono nati i 111 però hanno un problema di cui il legislatoreforse non si è reso conto, che poteva nascere il fatto che le 111 non facendo raccolta ma solo impiego hanno poila necessità di essere costantemente foraggiati di capitali di rischio, su questo ci stiamo lavorando, dateci qualchemese per andare a illustrarvi delle soluzioni possibili, ne abbiamo parlato con i 111, ne abbiamo parlato con il

sistema bancario, ne abbiamo parlato con alcuni fondi, ne ab-biamo parlato anche con diversi Ministeri, con la CommissioneEuropea…Abbiamo qualche soluzione che pensiamo possaessere efficace, anche perché le soluzioni sono venute propriodal sistema bancario, non dimentichiamo comunque che poile erogazioni dagli intermediari devono essere fatte e quindisono tante cose, tante necessità a cui rispondere e questi sonomondi, e non essendo gli unici argomenti, dobbiamo insiemea voi individuare quelle che sono le principali criticità e andareverso delle soluzioni. Quello che mi resta di oggi personalmente,ma credo che forse sia anche condiviso un po’ da tutti, sonotante cose belle, la vostra propositività, l’interesse dimostratoanche chiedendoci di darvi delle linee guida, delle regole delgioco… Insomma tante difficoltà naturalmente, che però eccocome già detto siamo qui per affrontarle ed analizzarle manmano, per riuscire a superarle… Grazie ancora alla prossima.

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L’Ente Nazionale per il microcredito nelle sue elaborazioni ha prodotto un rapporto sull’andamento delle attivitàdi microcredito legate alla richiesta e all’erogazione e direttamente monitorate nelle attività relative agli istituti dicredito convenzionati che attestano come in soli tre anni questo strumento abbia rivelato tutte le sue potenzialitàper la creazione di impresa, il sistema occupazionale e il supporto alle politiche di welfare. La media dei prestitirichiesti si aggira intorno ai 23 mila euro.Da notare che il maggior numero di richieste arriva da una popolazione maschile, mentre il microcredito nelle sueforme primordiali era lo strumento principale della emancipazione economica femminile. La fascia d’età deibeneficiari è grossomodo compresa tra i 30 e i 50 anni, mentre un 31 per cento dei richiedenti è under trenta, cosìi giovanissimi creano la propria impresa. La percentuale di default delle aziende, grazie al sistema diaccompagnamento e tutoraggio e all’erogazione dei servizi ausiliari, previsti nell’articolo 111 del TUb, èvicinissima allo zero. Per l’esattezza è pari a 0,73. Nella previsione si stima che grazie ai finanziamenti erogati dal2016 al giugno del 2018 saranno generati nel medio periodo oltre 3 mila posti di lavoro, facendo riferimento allaleva generata da ogni finanziamento che vede un’occupazione pari a 2,43 individui assunti per erogazione.Secondo i trend di crescita il microcredito quale forma di finanziamento per l’attività di impresa nell’anno 2018sfiorerà le oltre 3 mila richieste, con una previsione di crescita del 260%. Nel primo semestre 2018 sono statiregistrati quasi gli stessi dati di tutto l’anno 2017 in termini sia di finanziamenti concessi sia di importo erogato.

il microcredito in cifreil microcredito imprenditoriale in italia assistito dalla garanzia mcc

dati e statistiche al giugno 2018

Sintesi - Operatività ENM

• Erogati oltre 31 milioni di euro (16,50% dei Finanziamenti coperti dalFondo di Garanzia per le P.M.I.) da Istituti Bancari convenzionati conENM

• 1.368 richieste soddisfatte (68% delle pratiche presentate), chevengono assistite e monitorate da Tutor contrattualizzati con ENM

• Ogni operazione di Microcredito Produttivo genera in media 2,43 postidi lavoro nel medio periodo

• Grazie ai finanziamenti erogati dal 2016 al giugno 2018 sarannogenerati nel medio periodo oltre 3 mila posti di lavoro

• L’anticipazione di credito per ciascun posto di lavoro creato è di circa9.000 euro

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Microfinanza • 2018 • n. 2276

Operatività ENM

Operatività ENM

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Operatività ENM

Operatività ENM

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Microfinanza • 2018 • n. 2278

Operatività ENM - Tempi di Lavorazione

Operatività ENM - Sintesi

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79Microfinanza • 2018 • n. 22

Operatività ENM - Forma Giuridica

Dati ENM - Focus Liberi Professionisti

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il repentino sviluppo che la disciplina sul microcredito ha avuto nel recente periodo, a seguito dellapubblicazione del DM 176/2014, attuativo dell’art. 111 TUB, e all’emanazione dei due Decreti MiSE del24/12/2014 e del 18/03/2015, che hanno attivato l’intervento del fondo centrale sulle operazione dimicrocredito, ha consentito agli istituti finanziari di guardare con interesse ad un mercato fino a iericonsiderato marginale e ad alto rischio.facilitare la diffusione dello strumento e garantire al contempo le sue caratteristiche distintive, è statasfida raccolta dall’Ente nazionale per il Microcredito che, in supplenza ad un mercato ancora in via di con-solidamento, ha voluto offrire la propria collaborazione agli Enti erogatori attraverso una partnershipfinalizzata all’erogazione dei servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio. oggi con questa progettualitàabbiamo realizzato un modello di accesso al microcredito efficace, sia dal punto di vista qualitativo chequantitativo. Un modello che può rappresentare la chiave di accesso al microcredito per tutti gli istitutifinanziari che guardano ancora a questo strumento con diffidenza.

Microfinanza • 2018 • n. 2280

il modello dell’EnmEnte nazionale del microcredito

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MoniToraGGio aTTiViTÀ Di MicrocrEDiTo2011-2014*

• in 4 anni in italia sono stati erogati oltre 370milioni di euro

• 277 milioni di euro sono stati erogati per finalitàproduttive

• 14.000 persone sono state in grado di avviare osostenere un’attività lavorativa

• ogni beneficiario di microcredito produttivo ge-nera in media 2,43 posti di lavoro (lui compre-so)

• dal 2011 il microcredito produttivo ha creatooltre 34.000 posti di lavoro

• ogni posto di lavoro è stato creato con una anti-cipazione di credito di circa 8.100 € per occupa-to

EVoLUzionE norMaTiVa SUL MicrocrEDiTo• art. 111 T.U.B. introdotto dall’art. 7 D.lgs. 13

agosto 2010; D.lgs.19 settembre 2012, n. 169• Decreto MEf n. 176 del 17/10/2014, pubblicato

in GUri il 1/12/2014• articolo 39, comma 7-bis, DL 6 dicembre 2011,

n. 201• Decreto MiSE del 24/12/2014, pubblicato in GUri

il 3/02/2015• Decreto MiSE del 18/03/2015, pubblicato in GUri

il 11/05/2015• Disposizioni di Banca d’italia per l’iscrizione e la

gestione dell’elenco degli operatori di microcre-dito in attuazione dell’art. 111 del TUB e dell’art.15 del Decreto MEf 176/2014, pubblicate in GUriil 3 giugno 2015

iL MicrocrEDiTo DoPo iL 2015

oPPorTUniTÀ• capienza pressoché illimitata della garanzia• circa 2 mld in garanzia ordinaria e 500 mln in

garanzia diretta• appetibilità della garanzia da parte del sistema

bancario• 0 assorbimento di capitale sulla quota di finan-

ziamento garantita.• 0 rischio sulla quota di finanziamento garantita

(max 80%)• l’intervento del fondo completamente gratuito• sulle operazioni di microcredito non viene effet-

tuata alcuna valutazione di merito di credito daparte del gestore del fondo

Monitoraggio attività di microcredito 2011-2014 Il microcredito prima del 2015

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SChEMa OPEraTIvOammontare erogato in microcrediti in Italia dal 2011 al 2014

GaraNzIa OrdINarIa FONdO CENTraLE

GaraNzIa dIrETTa FONdO CENTraLE

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riScHi• Mancanza di pregressi storici sulla normativa

del microcredito• diffidenza del mercato finanziario• assenza di soggetti specializzati nella prestazione

dei Servizi ausiliari (art. 3 c. 2 DM MEf n.176 del2014).

• Scarsa qualità nell’erogazione dei servizi ausi-liari

• necessità di contenere i costi dei servizi ausiliari

iL rUoLo DELL’EnM PEr i SErVizi aUSiLiariPEr iL MicrocrEDiTo• ciò che caratterizza il microcredito, e lo pone

su un piano differente rispetto al sistema dicredito tradizionale, è l’attenzione che viene ri-volta alla persona.

• i servizi di accompagnamento, di tutoraggio edi monitoraggio, essenziali e complementari ri-spetto ai prestiti erogati, rappresentano il cuoredello strumento.

• Essi consentono di trasformare l’attendibilitàprofessionale dei richiedenti, la validità, la coe-renza tecnica, economica e finanziaria dell’attivitàe/o del progetto per il quale è richiesto il finan-ziamento, in una garanzia affidabile.

• La necessità di indirizzare il mercato verso un

corretto utilizzo dello strumento microcreditoha indotto l’EnM, in funzione di supplenza adun mercato che ancora necessita di consolida-mento, ad offrire la propria collaborazione agliEnti erogatori attraverso una partnership fina-lizzata ad assicurare tramite tutor iscritti all’elencotenuto dall’EnM, una adeguata erogazione diservizi obbligatori “certificati” e verificati.

iL MoDELLo EnM - Banca(Esempio prodotto offerto da Bcc roma)• Mutuo chirografario: a tasso fisso• Durata: minima 24 mesi e massima 60 mesi au-

mentati di 6 in caso di preammortamento (max12 mesi)

• importo max: € 25.000.• Garanzia: pubblica del fondo di Garanzia na-

zionale gestita da Medio credito centrale SPa,la Banca potrà richiedere ulteriori garanzie per-sonali (non reali) solo relativamente alla partenon coperta dalla garanzia pubblica.

• Spese di istruttoria pari a 0,20 su importo ero-gato

• T.a.n. 5,60• T.E.G. 5,94• non sono previste commissioni per i Servizi di

Tutoraggio forniti da Ente nazionale del Micro-credito

BrEVE DEScrizionE DELLa ProcEDUra• il cliente richiede alla filale un finanziamento di

microcredito• L’operatore della filiale effettua i controlli relativi

alla caratteristiche del soggetto richiedente edalle finalità del finanziamento. Effettuate le ve-rifiche sulle pregiudizievoli provvede a inoltrareall’EnM la richiesta di Tutoraggio.(allegato i)

• il Tutor del microcredito entro 5 giorni lavorativicontatta il cliente per definire un primo incontro.Lo stesso Tutor entro 30 giorni o entro un massimodi 120 giorni a secondo delle caratteristiche delsoggetto richiedente e del progetto di investi-mento relativo, porterà a termine l’istruttoria dimicrocredito comunicandone l’esito alla filialeche aveva inserito la richiesta.

Microfinanza • 2018 • n. 2282

Descrizione procedura

IL MOdELLO ENM - BaNCaBreve descrizione della procedura

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• il tutor, nei tempi previsti, assisterà il cliente nelverificare la fattibilità della sua idea imprendi-toriale. in particolare, attraverso una vera epropria intervista, cercherà di acquisire quantepiù informazioni possibili, utili all’elaborazionecondivisa del business plan;

• il documento di business plan si compone deiseguenti prospetti:

• uno illustrativo dei punti di forza e di debolezzadell’idea imprenditoriale e delle strategie che ilrichiedente credito intende adottare per la rea-lizzazione della propria idea imprenditoriale;

• il piano degli investimenti e del prospetto deiricavi attesi;

• il conto economico e dello stato patrimoniale,corredati del prospetto di calcolo del cash flowfinanziario.

• Qualora il Tutor valuta positivamente l’impresa,invia la valutazione dell’attività proposta (allegatoii) con il documento di business plan. La filiale,presa visione della documentazione, sarà tenutaa deliberare – positivamente o negativamente -rispetto all’erogazione del prestito, dandone co-municazione all’EnM. (allegato iii).

• il credito deliberato viene reso disponibile alcliente per il 20% dell’importo richiesto, previafirma di un’autodichiarazione di destinazioned’uso dell’importo, mentre il restante 80% rimanevincolato con «prenotazione dare» sul contocorrente ed i pagamenti effettuati direttamentedalla Banca alla presentazione dei giustificatividi pagamento.

• il Tutor effettua un monitoraggio almeno annualerispetto al finanziamento erogato ed invia unapuntuale reportistica rispetto alla gestione del-l’impresa ed ai servizi erogati, alla filiale (allegato

iV). Su segnalazione della Banca, interviene con-tattando il cliente anche in caso di ritardi neipagamenti del mutuo.

• il rendiconto dell’attività di tutoraggio saràinserito nel portale e potrà essere utilizzato dallafiliale anche per monitorare il rischio di creditoe/o verificare ulteriori esigenze finanziarie e cre-ditizie del cliente.

La SoLUzionE SofTWarE PEr La GESTionEDELLa fiLiEra DEL MicrocrEDiTo• integrazione dei dati: i dati inseriti dai vari

soggetti (EnM, Banca e Tutor) sono fruibili at-traverso un’unica piattaforma

• condivisione: ogni fase del processo di erogazionedel prestito è monitorata, a diversi livelli, daisoggetti coinvolti.

• operatività di un software crM.• potenzialità di un software di Business intelli-

gence.• supporta le varie fasi di valutazione e delibera,

in modo efficace e coerente, al fine di minimizzarela dispersione dei dati e le eventuali incongruenzedel processo.

• consente di massimizzare economie di scalacontenendo i costi per i servizi ausiliari

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Tempistica Schema Funzionale

SChEMa FuNzIONaLEIL MOdELLO ENM - BaNCaTEMPISTICa dELLE aTTIvITà dI MICrOCrEdITO

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