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1 In questo materiale si riportano le principali normative che in questi ultimi 10 anni hanno modificato le richieste e modalità valutative negli istituti scolastici. In particolare la legge che Riforma gli esami di Stato (1997) e introduce alcuni nuovi formati valutativi per la valutazione pluridisciplinare, la diffusione di prove nazionali (INVALSI), il ritorno al voto e la valutazione delle competenze (assi culturali e cittadinanza) e del comportamento. Normative relative alla Valutazione Scolastica Legge 10 dicembre 1997, n. 425 (Riforma esami di Stato) ................................................................. 2 Decreto Ministeriale del 20 Novembre 2000, n. 429 (Caratteristiche terza prova scritta) ................. 8 Decreto Legislativo 19 novembre 2004, n. 286 (Istituzione del Servizio Nazionale di Valutazione) ............................................................................................................................................................ 12 DECRETO n. 139 del 22 Agosto 2007 (Obbligo istruzione) ............................................................ 20 DOCUMENTO TECNICO (Decreto 139/2007) ............................................................................... 26 Allegato 1 - GLI ASSI CULTURALI (Decreto 139/2007) ............................................................... 29 Allegato 2 - Competenze chiave di cittadinanza (Decreto 139/2007) ............................................... 53 Decreto Ministeriale 3 ottobre 2007, n. 80 (attività finalizzate al recupero dei debiti formativi) ..... 55 MPI Direttiva n. 16 del 25 gennaio 2008 ("Esame di Stato primo ciclo - Prova a carattere nazionale") ......................................................................................................................................... 59 Legge 30 ottobre 2008, n. 169 (acquisizione delle conoscenze e della competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», di valutazione del comportamento e degli apprendimenti degli alunni) ................................................................................................................................................ 62 Decreto Ministeriale 16 gennaio 2009, n. 5 (Valutazione del comportamento) ................................ 68 D.P.R. n. 122 del 22 giugno 2009 (Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni) .................................................................................................................... 72

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1

In questo materiale si riportano le principali normative

che in questi ultimi 10 anni hanno modificato le richieste

e modalit valutative negli istituti scolastici. In

particolare la legge che Riforma gli esami di Stato

(1997) e introduce alcuni nuovi formati valutativi per la

valutazione pluridisciplinare, la diffusione di prove

nazionali (INVALSI), il ritorno al voto e la valutazione

delle competenze (assi culturali e cittadinanza) e del

comportamento.

Normative relative alla Valutazione Scolastica

Legge 10 dicembre 1997, n. 425 (Riforma esami di Stato) ................................................................. 2

Decreto Ministeriale del 20 Novembre 2000, n. 429 (Caratteristiche terza prova scritta) ................. 8

Decreto Legislativo 19 novembre 2004, n. 286 (Istituzione del Servizio Nazionale di Valutazione)

............................................................................................................................................................ 12

DECRETO n. 139 del 22 Agosto 2007 (Obbligo istruzione) ............................................................ 20

DOCUMENTO TECNICO (Decreto 139/2007) ............................................................................... 26

Allegato 1 - GLI ASSI CULTURALI (Decreto 139/2007) ............................................................... 29

Allegato 2 - Competenze chiave di cittadinanza (Decreto 139/2007) ............................................... 53

Decreto Ministeriale 3 ottobre 2007, n. 80 (attivit finalizzate al recupero dei debiti formativi) ..... 55

MPI Direttiva n. 16 del 25 gennaio 2008 ("Esame di Stato primo ciclo - Prova a carattere

nazionale") ......................................................................................................................................... 59

Legge 30 ottobre 2008, n. 169 (acquisizione delle conoscenze e della competenze relative a

Cittadinanza e Costituzione, di valutazione del comportamento e degli apprendimenti degli

alunni) ................................................................................................................................................ 62

Decreto Ministeriale 16 gennaio 2009, n. 5 (Valutazione del comportamento) ................................ 68

D.P.R. n. 122 del 22 giugno 2009 (Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la

valutazione degli alunni) .................................................................................................................... 72

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Legge 10 dicembre 1997, n. 425 (Riforma esami di Stato)

"Disposizioni per la riforma degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di

istruzione secondaria superiore"

pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 289 del 12 dicembre 1997

Art. 1.

(Finalit e disciplina degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria

superiore)

1. Gli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore hanno come

fine l'analisi e la verifica della preparazione di ciascun candidato in relazione agli obiettivi generali

e specifici propri di ciascun indirizzo di studi; essi si sostengono al termine del corso di studi della

scuola secondaria superiore e, per gli istituti professionali e per gli istituti d'arte, al termine dei corsi

integrativi.

2. Il Governo autorizzato a disciplinare gli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di

istruzione secondaria superiore e le materie ad essi connesse con regolamento da adottare ai sensi

dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, nel rispetto delle norme generali di

cui agli articoli da 2 a 6 della presente legge.

3. Il regolamento di cui al comma 2 entra in vigore con l'inizio dell'anno successivo a quello in

corso alla data della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale; esso detta anche le disposizioni

transitorie:

a) per l'applicazione graduale della nuova disciplina degli esami di Stato nei primi due anni

scolastici, anche con riferimento al valore abilitante dei titoli di studio;

b) per la predisposizione e l'invio alle scuole, da parte del Ministero della pubblica istruzione, delle

istruzioni relative alle caratteristiche della terza prova scritta e delle modalit relative alla sua

predisposizione.

Art. 2.

(Ammissione)

1. All'esame di Stato sono ammessi:

a) gli alunni delle scuole statali che abbiano frequentato l'ultimo anno di corso;

b) gli alunni delle scuole statali che siano stati ammessi all'abbreviazione di cui ai commi 4 e 5;

3

c) gli alunni delle scuole pareggiate o legalmente riconosciute che abbiano frequentato l'ultima

classe di un corso di studi nel quale siano funzionanti almeno tre classi del quinquennio oppure che

risulti in via di esaurimento;

d) gli alunni delle scuole pareggiate o legalmente riconosciute che, avendo frequentato la penultima

classe di un corso di studi avente le caratteristiche di cui alla lettera c), siano stati ammessi

all'abbreviazione di cui ai commi 4 e 5.

2. I requisiti di ammissione dei candidati esterni sono ridefiniti avendo riguardo: all'et dei

candidati; al possesso di altro titolo di studio di istruzione secondaria superiore; agli studi seguiti

nell'ambito dell'Unione europea; ad obblighi internazionali.

3. Fermo restando quanto disposto dall'articolo 7, l'ammissione dei candidati esterni che non siano

in possesso di promozione all'ultima classe subordinata al superamento di un esame preliminare

inteso ad accertare la loro preparazione sulle materie previste dal piano di studi dell'anno o degli

anni per i quali non siano in possesso della promozione o dell'idoneit alla classe successiva. Si

tiene conto anche di crediti formativi eventualmente acquisiti. Il superamento dell'esame

preliminare, anche in caso di mancato superamento dell'esame di Stato, vale come idoneit

all'ultima classe. L'esame preliminare sostenuto davanti al consiglio della classe dell'istituto

statale collegata alla Commissione alla quale il candidato stato assegnato; il candidato ammesso

all'esame di Stato se consegue un punteggio minimo di sei decimi in ciascuna delle prove cui

sottoposto.

4. Pu essere prevista l'abbreviazione di un anno del corso di studi di scuola secondaria superiore

per l'assolvimento dell'obbligo di leva.

5. Possono sostenere, nella sessione dello stesso anno, il corrispondente esame di maturit o, a

seconda del corso di studi, di qualifica, di licenza di maestro d'arte e di abilitazione

all'insegnamento nelle scuole materne, gli alunni dei ginnasi-licei classici, dei licei scientifici, dei

licei artistici, degli istituti magistrali, degli istituti tecnici e professionali, nonch degli istituti d'arte

e delle scuole magistrali, che, nello scrutinio finale, per la promozione all'ultima classe, abbiano

riportato non meno di otto decimi in ciascuna materia, ferma restando la particolare disciplina

concernente la valutazione dell'insegnamento di educazione fisica.

Art. 3.

(Contenuto ed esito dell'esame)

1. L'esame di Stato comprende tre prove scritte ed un colloquio. La prima prova scritta intesa ad

accertare la padronanza della lingua italiana o della lingua nella quale si svolge l'insegnamento,

nonch le capacit espressive, logico-linguistiche e critiche del candidato, consentendo la libera

espressione della personale creativit; la seconda ha per oggetto una delle materie caratterizzanti il

corso di studio per le quali l'ordinamento vigente prevede verifiche scritte; la terza, a carattere

pluridisciplinare, verte sulle materie dell'ultimo anno di corso e consiste nella trattazione sintetica di

argomenti, nella risposta a quesiti singoli o multipli ovvero nella soluzione di problemi o di casi

pratici e professionali o nello sviluppo di progetti; tale ultima prova strutturata in modo da

consentire, di norma, anche l'accertamento della conoscenza di una lingua straniera.

2. I testi relativi alla prima e alla seconda prova scritta sono inviati dal Ministero della pubblica

istruzione; il testo della terza prova scritta predisposto dalla Commissione d'esame con modalit

predefinite. Le materie oggetto della seconda prova scritta sono individuate dal Ministro della

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pubblica istruzione nella prima decade del mese di aprile di ciascun anno. Il Ministro disciplina

altres le caratteristiche della terza prova scritta, nonch le modalit con le quali la Commissione

d'esame provvede alla elaborazione delle prime due prove d'esame in caso di mancato tempestivo

ricevimento delle medesime.

3. Il colloquio si svolge su argomenti di interesse multidisciplinare attinenti ai programmi e al

lavoro didattico dell'ultimo anno di corso.

4. La lingua d'esame la lingua ufficiale di insegnamento.

5. Nelle scuole della Valle d'Aosta la conoscenza delle lingue italiana e francese, parificate a norma

dell'articolo 38, primo comma, della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4, recante "Statuto

speciale per la Valle d'Aosta", accertata nell'ambito dello svolgimento delle tre prove scritte, di

cui almeno una deve essere svolta in lingua italiana e una in lingua francese a scelta del candidato.

6. A conclusione dell'esame di Stato assegnato a ciascun candidato un voto finale complessivo in

centesimi, che il risultato della somma dei punti attribuiti dalla Commissione d'esame alle prove

scritte e al colloquio e dei punti per il credito scolastico acquisito da ciascun candidato. La

Commissione d'esame dispone di 45 punti per la valutazione delle prove scritte e di 35 per la

valutazione del colloquio. Ciascun candidato pu far valere un credito scolastico massimo di 20

punti. Il punteggio minimo complessivo per superare l'esame di 60/100. L'esito delle prove scritte

pubblicato, per tutti i candidati, nell'albo dell'istituto sede della Commissione d'esame almeno due

giorni prima della data fissata per l'inizio dello svolgimento del colloquio. Fermo restando il

punteggio massimo di 100, la Commissione d'esame pu motivatamente integrare il punteggio fino

a un massimo di 5 punti ove il candidato abbia ottenuto un credito scolastico di almeno 15 punti e

un risultato complessivo nella prova d'esame pari almeno a 70 punti.

7. Gli esami degli alunni con handicap sono disciplinati in coerenza con la legge 5 febbraio 1992, n.

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8. Per gli alunni ammalati o assenti dagli esami per cause specificamente individuate sono previste

una sessione suppletiva d'esame e, in casi eccezionali, particolari modalit di svolgimento degli

stessi.

Art. 4.

(Commissione e sede d'esame)

1. La Commissione d'esame nominata dal Ministero della pubblica istruzione ed composta da

non pi di otto membri, dei quali un 50 per cento interni e il restante 50 per cento esterni all'istituto,

pi il presidente, esterno; le materie affidate ai membri esterni sono scelte annualmente con le

modalit e nei termini stabiliti con decreto del Ministro della pubblica istruzione, adottato a norma

dell'articolo 205 del testo unico approvato con decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297. I compensi

dei commissari e del presidente sono contenuti nei limiti di spesa di cui al comma 5.

2. Ogni due Commissioni d'esame sono nominati un presidente unico e commissari esterni comuni

alle Commissioni stesse, in numero pari a quello dei commissari interni di ciascuna Commissione, e

comunque non superiore a quattro. Il presidente nominato dal Ministero della pubblica istruzione,

sulla base di criteri e modalit predeterminati, tra i capi di istituti di istruzione secondaria superiore

statali, tra i capi di istituto di scuola media statale in possesso di abilitazione all'insegnamento nella

scuola secondaria superiore, tra i professori universitari di prima e seconda fascia anche fuori ruolo,

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tra i ricercatori universitari confermati, tra i capi di istituto e i docenti degli istituti statali di

istruzione secondaria superiore collocati a riposo da meno di cinque anni, tra i docenti della scuola

secondaria superiore. Il presidente tenuto ad essere presente a tutte le operazioni delle

Commissioni. I membri esterni sono nominati dal Ministero della pubblica istruzione tra i docenti

della scuola secondaria superiore. stabilita l'incompatibilit a svolgere la funzione di presidente e

di membro esterno della Commissione d'esame nella propria scuola, in scuole del distretto e in

scuole nelle quali si sia prestato servizio negli ultimi due anni.

3. Le Commissioni d'esame possono provvedere alla correzione delle prove scritte e

all'espletamento del colloquio operando per aree disciplinari; le decisioni finali sono assunte

dall'intera Commissione a maggioranza assoluta.

4. Ad ogni singola Commissione d'esame sono assegnati, di norma, non pi di trentacinque

candidati. Ciascuna Commissione di istituto legalmente riconosciuto o pareggiato abbinata ad una

Commissione di istituto statale. I candidati esterni sono ripartiti tra le diverse Commissioni degli

istituti statali e il loro numero massimo non pu superare il 50 per cento dei candidati interni; nel

caso non vi sia la possibilit di assegnare i candidati esterni alle predette Commissioni, possono

essere costituite Commissioni apposite.

5. La partecipazione dei presidenti e dei commissari compensata, nella misura stabilita con

decreto del Ministro della pubblica istruzione, adottato d'intesa con il Ministro del tesoro, entro il

limite di spesa di cui all'articolo 23, comma 2, della legge 23 dicembre 1994, n. 724, come

interpretato dall'articolo 1, comma 80, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, che, a tal fine,

innalzato di lire 33 miliardi. I compensi sono onnicomprensivi e sostitutivi di qualsiasi altro

emolumento, ivi compreso il trattamento di missione, e sono differenziati in relazione alla funzione

di presidente o di commissario e in relazione ai tempi di percorrenza dalla sede di servizio o di

abituale dimora a quella d'esame. I casi e le modalit di sostituzione dei commissari e dei presidenti

sono specificamente individuati.

6. Sede d'esame per i candidati interni sono gli istituti statali e, limitatamente ai candidati delle

ultime classi di corsi che abbiano i requisiti di cui all'articolo 2, comma 1, gli istituti pareggiati e

legalmente riconosciuti; sede d'esame dei candidati esterni sono gli istituti statali. Gli istituti statali

sede di esame dei candidati esterni, salvo casi limitati e specificamente individuati, sono quelli

esistenti nel comune o nella provincia di residenza; ove il candidato non sia residente in Italia, la

sede deve essere indicata dal provveditore agli studi della provincia ove presentata la domanda di

ammissione agli esami.

Art. 5.

(Credito scolastico)

1. Il consiglio di classe attribuisce ad ogni alunno che ne sia meritevole, nello scrutinio finale di

ciascuno degli ultimi tre anni della scuola secondaria superiore, un credito per l'andamento degli

studi, denominato credito scolastico. Tale credito non pu essere complessivamente superiore a 20

punti. stabilito il credito massimo conseguibile in ciascun anno scolastico e sono individuati

criteri omogenei per la sua attribuzione e per la sua eventuale integrazione, nell'ultimo anno, a

compensazione di situazioni di svantaggio, riscontrate negli anni precedenti in relazione a situazioni

familiari o personali dell'alunno, che possano considerarsi pienamente superate.

2. Il credito scolastico degli alunni per gli anni scolastici antecedenti quello di prima applicazione

della nuova disciplina ricostruito sulla base del curriculum dell'ultimo triennio.

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3. Il credito scolastico, nei casi di abbreviazione del corso di studi per merito ai sensi dell'articolo 2,

comma 5, attribuito, per l'anno non frequentato, nella misura massima prevista per lo stesso; nei

casi di abbreviazione per leva militare ai sensi del medesimo articolo 2, comma 4, attribuito nella

misura ottenuta nell'ultimo anno frequentato.

4. Per i candidati esterni il credito scolastico attribuito dalla Commissione d'esame sulla base della

documentazione del curriculum scolastico, dei crediti formativi e dei risultati delle prove

preliminari. Le esperienze professionali documentabili possono essere valutate quali crediti

formativi.

Art. 6.

(Certificazioni)

1. Il rilascio e il contenuto delle certificazioni di promozione, di idoneit e di superamento

dell'esame di Stato sono ridisciplinati in armonia con le nuove disposizioni, al fine di dare

trasparenza alle competenze, conoscenze e capacit acquisite, secondo il piano di studi seguito,

tenendo conto delle esigenze di circolazione dei titoli di studio nell'ambito dell'Unione europea.

Art. 7.

(Esami di idoneit nelle scuole pareggiate o legalmente riconosciute)

1. In attesa dell'entrata in vigore delle disposizioni di attuazione dell'articolo 33, quarto comma,

della Costituzione, lo svolgimento nelle scuole pareggiate o legalmente riconosciute degli esami di

idoneit alle varie classi dei corsi di studio soggetto alla seguente disciplina: il candidato esterno

pu presentarsi agli esami di idoneit solo per la classe immediatamente superiore a quella

successiva alla classe cui d accesso il titolo di licenza o promozione da lui posseduto, anche se di

diverso ordine o tipo.

Art. 8.

(Disposizioni finali)

1. Sullo schema di regolamento di cui all'articolo 1 acquisito, anche contemporaneamente al

parere del Consiglio di Stato, il parere delle competenti Commissioni parlamentari. Decorsi trenta

giorni dalla richiesta di parere alle Commissioni, il regolamento pu essere comunque emanato.

2. Dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui all'articolo 1 sono abrogati: gli articoli 197,

198, commi 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 10, nonch l'articolo 361, commi 1, 2 e 3, del testo unico approvato

con decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297; l'articolo 23, commi 1 e 2, della legge 23 dicembre

1994, n. 724, con esclusione del limite di spesa di lire 116 miliardi previsto dal comma 2. Dalla

medesima data, nell'articolo 199 del predetto testo unico, si intendono espunti i riferimenti agli

esami di maturit.

3. Sono fatte salve le competenze delle province autonome di Trento e di Bolzano previste,

rispettivamente, dall'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 1988, n. 405,

come modificato dall'articolo 4 del decreto legislativo 24 luglio 1996, n. 433, e dall'articolo 11 del

decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 1983, n. 89, come modificato dall'articolo 6 del

decreto legislativo 24 luglio 1996, n. 434.

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4. Il Governo delegato ad aggiornare e coordinare, entro un anno dalla data di entrata in vigore del

regolamento di cui all'articolo 1, le norme del testo unico approvato con decreto legislativo 16

aprile 1994, n. 297, apportando tutte le conseguenti e necessarie modifiche.

Art. 9.

(Norma finanziaria)

1. Le spese relative all'indennit ed ai compensi per gli esami, gi imputate sugli stanziamenti

iscritti nei capitoli 2204, 2402, 2408 e 2605 dello stato di previsione del Ministero della pubblica

istruzione, sono unificate in un unico capitolo del medesimo stato di previsione.

2. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, determinato in lire 33 miliardi a decorrere

dal 1998, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del

bilancio triennale 1997-1999, al capitolo 6856 dello stato di previsione del Ministero del tesoro per

l'anno 1997, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero della

pubblica istruzione.

3. Il Ministro del tesoro autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di

bilancio.

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Decreto Ministeriale del 20 Novembre 2000, n. 429 (Caratteristiche terza prova scritta)

Regolamento recante le caratteristiche formali generali della terza prova scritta negli esami di

Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e le istruzioni per lo

svolgimento della prova medesima.

IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

VISTA la legge 10 dicembre 1997, n. 425, recante disposizioni per la riforma degli esami di Stato

conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e, in particolare, l'articolo 3;

VISTI gli articoli 4, 5 e 14 del decreto del Presidente della Repubblica 23 luglio 1998, n.323, con il

quale stato emanato il regolamento che disciplina gli esami di Stato;

VISTI i decreti ministeriali n.357 e n.520 in data, rispettivamente, 18 settembre 1998 e 8 novembre

1999, con i quali, ai sensi dell'art.15, primo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 23

luglio 1998, n.323, per gli anni scolastici 1998/99 e 1999/2000, stato disciplinato, in maniera

transitoria, lo svolgimento della terza prova scritta;

CONSIDERATO che, in attuazione di quanto disposto dall'articolo 5, comma 2, del decreto del

Presidente della Repubblica 23 luglio 1998, n.323 e sulla base dei riscontri effettuati nei primi due

anni di attuazione transitoria del nuovo modello di esame, occorre stabilire in maniera definitiva le

caratteristiche formali generali della terza prova scritta e la relativa articolazione;

VISTO il testo unico delle leggi in materia di istruzione, approvato con decreto legislativo 16 aprile

1994, n. 297 e, in particolare, l'articolo 205, comma 1;

VISTO l'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400;

UDITO il parere del Consiglio di Stato n.161-162/00 espresso nell'adunanza della Sezione

consultiva per gli atti normativi del 9 ottobre 2000;

VISTA la comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, a norma dell'articolo 17, comma

3, della citata legge n. 400/1998 (nota n.9745U/L L. P. 1653 del 2 novembre 2000).

ADOTTA

il seguente regolamento

Art. 1

Finalita'

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1. La terza prova scritta negli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria

superiore, a carattere pluridisciplinare, intesa ad accertare le conoscenze, competenze e capacit

acquisite dal candidato, nonch le capacit di utilizzare e integrare conoscenze e competenze

relative alle materie dell'ultimo anno di corso, anche ai fini di una produzione scritta, grafica o

pratica.

Art. 2

Tipologie e caratteristiche formali generali della prova 1. La prova, predisposta dalle Commissioni a norma dell'articolo 5, comma 2, del decreto del

Presidente della Repubblica 23 luglio 1998, n. 323, per la quale le Commissioni stesse possono

avvalersi dell'archivio nazionale permanente dell'Osservatorio nazionale istituito presso il Centro

europeo dell'educazione di cui all'articolo 14 del medesimo decreto, pu comprendere,

alternativamente o cumulativamente, le seguenti tipologie di svolgimento:

a)trattazione sintetica di argomenti significativi, anche a carattere pluridisciplinare,

contenente l'indicazione della estensione massima consentita (numero delle righe o delle

parole). Tale proposta pu essere presentata al candidato anche mediante un breve testo, in

relazione al quale vengano poste specifiche domande.

b) quesiti a risposta singola, volti ad accertare la conoscenza ed i livelli di competenza

raggiunti dal candidato su argomenti riguardanti una o pi materie, possono essere articolati

in una o pi domande chiaramente esplicitate. Le risposte debbono essere in ogni caso

autonomamente formulate dal candidato e contenute nei limiti della estensione massima

indicata dalla Commissione, analogamente a quanto previsto alla precedente lettera a).

c) quesiti a risposta multipla, per i quali vengono fornite pi risposte, tra cui il candidato

sceglie quella esatta, possono essere presentati anche in forma di risposta chiusa e prevedere

un certo numero di permutazioni di posizione delle domande e delle risposte. Tali quesiti

possono pertanto concretarsi in vere e proprie prove strutturate vertenti su argomenti di tutte

le materie dell'ultimo anno di corso.

d) problemi a soluzione rapida, articolati in relazione allo specifico indirizzo di studio e alle

esercitazioni effettuate dal candidato nel settore disciplinare coinvolto nel corso dell'ultimo

anno.

e) analisi di casi pratici e professionali, correlata ai contenuti dei singoli piani di studio dei

vari indirizzi, alle impostazioni metodologiche seguite dai candidati e alle esperienze

acquisite anche all'interno di una progettazione di Istituto caratterizzata dall'ampliamento

dell'offerta formativa. La trattazione di un caso pratico e professionale, che costituisce una

esercitazione didattica particolarmente diffusa negli Istituti professionali e tecnici, pu

coinvolgere pi materie ed presentata con indicazioni di svolgimento puntuali e tali da

assicurare risposte in forma sintetica.

f) sviluppo di progetti, proposto per quegli indirizzi di studio per i quali tale modalit

rappresenta una pratica didattica largamente adottata. In particolare negli Istituti tecnici e

professionali, in relazione ai singoli piani di studio, pu essere richiesto lo sviluppo di un

progetto che coinvolga diverse discipline o la esposizione di una esperienza di laboratorio o

anche la descrizione di procedure di misura o di collaudo di apparati o impianti che siano

tali da consentire al candidato di dimostrare anche la conoscenza degli strumenti, delle loro

caratteristiche e delle metodologie di impiego.

2. Nei Licei artistici, al fine di accertare in particolare le capacit di integrazione e applicazione dei

linguaggi plastico-visuali ad una problematica architettonica, pu essere richiesto lo sviluppo di un

progetto anche attraverso la lettura, l'analisi e la interpretazione grafica dei caratteri compositivi,

stilistici, costruttivi di un'opera o di un complesso monumentale. La formulazione della proposta

deve prevedere anche la trattazione, in forma sintetica, del contesto culturale, storico e sociale entro

cui l'opera si pone. In relazione alla specificit dei piani di studio la trattazione integrata da quesiti

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attinenti alle discipline dell'ultimo anno, eventualmente non incluse nella traccia assegnata.

3. Negli Istituti d'arte richiesta una produzione, a carattere scritto-grafico, intesa ad accertare le

capacit di argomentare e motivare il processo progettuale seguito nella seconda prova scritta,

anche sotto il profilo storico, culturale, socio-economico, tecnologico e artistico. Il progetto

assegnato integrato da quesiti inerenti le discipline dell'ultimo anno.

Art. 3

Scelta delle tipologie e articolazione della prova 1. La prova concerne una sola delle tipologie di cui all'articolo 2 ad eccezione delle tipologie di cui

alle lettere b) e c), che possono essere utilizzate anche cumulativamente. La scelta della tipologia da

parte delle Commissioni deve tenere conto della specificit dell'indirizzo di studi, delle

impostazioni metodologiche seguite dai candidati, delle esperienze acquisite all'interno della

progettazione dell'Istituto e della pratica didattica adottata, quali risultano dal documento del

Consiglio di classe di cui all'articolo 5, comma 2, del citato decreto del Presidente della Repubblica

23 luglio 1998 n. 323. 2. La prova, che coinvolger non pi di cinque discipline, deve prevedere:

a) non pi di 5 argomenti per la trattazione sintetica;

b) da 10 a 15 quesiti a risposta singola;

c) da 30 a 40 quesiti a risposta multipla;

d) non pi di 2 problemi scientifici a soluzione rapida, tali cio da non richiedere calcoli

complessi;

e) non pi di 2 casi pratici e professionali;

f) 1 progetto.

3. Nel caso in cui le tipologie di cui alle lettere b) e c) siano utilizzate cumulativamente, il numero

dei quesiti a risposta singola e il numero dei quesiti a risposta multipla non pu essere inferiore,

rispettivamente, a 8 e 16.

4. Le Commissioni, in alternativa a quanto indicato nel comma 2, possono predisporre la prova

mediante un testo di riferimento ( in forma di documento scritto e/o iconico e/o grafico) che

consenta di sollecitare prestazioni di valore pluridisciplinare, articolate in una o pi delle modalit

previste dall'articolo 2 e contenute nei limiti di cui al comma 2 del medesimo articolo. A tal fine le

Commissioni possono avvalersi, ai sensi dell'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica

23 luglio 1998, n.323, dei modelli forniti dall'Osservatorio nazionale istituito presso il CEDE.

5. Considerato il carattere pluridisciplinare della terza prova, la correzione viene effettuata

collegialmente dalla commissione.

Art. 4

Accertamento della conoscenza della lingua straniera 1. All'interno della terza prova scritta deve essere previsto, ove la lingua o le lingue straniere sia o

siano comprese tra le discipline dell'ultimo anno di corso, un breve spazio destinato

all'accertamento della conoscenza della lingua o delle lingue straniere comprese nel piano di studi

dell'ultimo anno. La verifica di tale conoscenza pu essere effettuata dalla Commissione secondo

una delle seguenti modalit:

a) breve esposizione in lingua straniera (entro un numero massimo di parole prestabilito) di uno

degli argomenti o di uno dei quesiti, a scelta del candidato, tra quelli proposti dalla Commissione

nell'ambito della trattazione sintetica o del gruppo dei quesiti o anche delle domande che

accompagnano la soluzione di casi pratici o lo sviluppo di progetti. All'interno di tali tipologie pu

anche prevedersi che una richiesta o parte di essa venga presentata al candidato attraverso un testo

in lingua straniera della lunghezza di circa 80 parole, seguito da una o due domande intese ad

accertare la comprensione del brano e la capacit di produzione scritta. In tal caso la Commissione

ha cura di scegliere possibilmente un testo che per contenuto e caratteristiche linguistico-formali

sia, per quanto possibile, congruente con la specificit dell'indirizzo di studio seguito dal candidato.

11

b) breve risposta in lingua straniera o anche in lingua italiana ad uno o pi quesiti appositamente

formulati in lingua dalla Commissione.

2. Qualora nel piano di studio dell'ultimo anno siano comprese due o pi lingue straniere, di cui una

gi oggetto della seconda prova scritta, il candidato deve utilizzare per la terza prova una lingua

straniera diversa da quella nella quale ha svolto la seconda prova.

3. Nella scelta delle modalit da seguire per la verifica della conoscenza della lingua straniera, la

Commissione tiene nel debito conto gli spazi orari, l'impostazione metodologica, le esperienze

realizzate, gli obiettivi conseguiti e il livello di conoscenza della lingua raggiunto dai candidati, in

conformit di quanto puntualmente precisato nel documento del Consiglio di classe.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sar inserito nella Raccolta Ufficiale degli atti

normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo

osservare.

Roma, 20 novembre 2000

IL MINISTRO

Tullio De Mauro

12

Decreto Legislativo 19 novembre 2004, n. 286 (Istituzione del Servizio Nazionale di Valutazione)

"Istituzione del Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di

istruzione e di formazione, nonche' riordino dell'omonimo istituto, a norma

degli articoli 1 e 3 della legge 28 marzo 2003, n. 53"

pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 282 del 1 dicembre 2004

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;

Visto l'articolo 1, commi 1, 2 e 3, l'articolo 2 e l'articolo 3, comma 1, lettere b) e c), della legge 28

marzo 2003, n. 53;

Visto l'articolo 3, comma 92, lettera d), della legge 24 dicembre 2003, n. 350;

Visto il decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258;

Visto il decreto del Presidente della Repubblica 21 settembre 2000, n. 313;

Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275;

Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 25 marzo

2004;

Acquisito il parere della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto

1997, n. 281, reso nella seduta del 17 giugno 2004;

Acquisito il parere delle competenti Commissioni permanenti della Camera dei deputati e del

Senato della Repubblica;

Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 28 ottobre 2004;

Sulla proposta del Ministro dell'istruzione, dell'universit e della ricerca, di concerto con il Ministro

dell'economia e delle finanze, con il Ministro per la funzione pubblica e con il Ministro del lavoro e

delle politiche sociali;

E m a n a

il seguente decreto legislativo:

13

Art. 1.

Istituzione del Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione

1. Ai fini del progressivo miglioramento e dell'armonizzazione della qualit del sistema educativo

definito a norma della legge 28 marzo 2003, n. 53, e' istituito il Servizio nazionale di valutazione

del sistema educativo di istruzione e di formazione con l'obiettivo di valutarne l'efficienza e

l'efficacia, inquadrando la valutazione nel contesto internazionale. Per l'istruzione e la formazione

professionale tale valutazione concerne esclusivamente i livelli essenziali di prestazione ed e'

effettuata tenuto conto degli altri soggetti istituzionali che gi operano a livello nazionale nel settore

della valutazione delle politiche nazionali finalizzate allo sviluppo delle risorse umane.

2. Al conseguimento degli obiettivi di cui al comma 1 concorrono l'Istituto nazionale di valutazione

di cui all'articolo 2 e le istituzioni scolastiche e formative, nonche' le regioni, le province ed i

comuni in relazione ai rispettivi ambiti di competenza. L'Istituto nazionale di valutazione di cui

all'articolo 2, le istituzioni scolastiche e formative, le regioni, le province ed i comuni provvedono

al coordinamento delle rispettive attivit e servizi in materia di valutazione dell'offerta formativa

attraverso accordi ed intese volti alla condivisione dei dati e delle conoscenze.

3. Ai fini di cui al comma 2 l'Istituto nazionale di valutazione di cui all'articolo 2, le istituzioni

scolastiche e formative, le regioni, le province ed i comuni attivano le opportune procedure atte a

favorire l'interoperabilit tra i loro sistemi informativi, in modo da poter scambiare con continuit

dati ed informazioni riguardanti i sistemi di istruzione e di istruzione e formazione professionale,

riducendo al tempo stesso duplicazioni e disallineamenti fra i dati stessi, ai sensi del decreto

legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, e successive modificazioni.

4. Ferma restando l'autonomia dell'Istituto nazionale di valutazione di cui all'articolo 2 e dei servizi

di valutazione di competenza regionale, e' istituito, presso il Ministero dell'istruzione, dell'universit

e della ricerca, un Comitato tecnico permanente, cui partecipano i rappresentanti delle

amministrazioni interessate, con il compito di assicurare l'interoperabilit fra le attivit ed i servizi

di valutazione.

Art. 2.

Riordino dell'Istituto nazionale di valutazione del sistema dell'istruzione

1. Per i fini di cui all'articolo 1 l'Istituto nazionale di valutazione del sistema dell'istruzione di cui al

decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258, e' riordinato, secondo le disposizioni del presente decreto

ed assume la denominazione di Istituto Nazionale per la valutazione del sistema educativo di

istruzione e di formazione (INVALSI), di seguito denominato: Istituto.

2. L'Istituto e' ente di ricerca con personalit giuridica di diritto pubblico ed autonomia

amministrativa, contabile, patrimoniale, regolamentare e finanziaria.

3. L'Istituto e' soggetto alla vigilanza del Ministero dell'istruzione, universit e ricerca, di seguito

denominato: Ministero. Il Ministro dell'istruzione, dell'universit e della ricerca, di seguito

denominato Ministro individua, con periodicit almeno triennale, le priorit strategiche delle

quali l'Istituto tiene conto per programmare la propria attivit, fermo restando che la valutazione

delle priorit tecnico-scientifiche e' riservata all'Istituto. A tale fine il Ministro provvede:

a) con propria direttiva, relativamente al sistema dell'istruzione;

b) con apposite linee guida definite d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del

decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, previo concerto con il Ministro del lavoro e delle

politiche sociali, relativamente al sistema dell'istruzione e formazione professionale.

14

4. Il Ministro adotta altres specifiche direttive connesse agli obiettivi generali delle politiche

educative nazionali.

Art. 3.

Compiti dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di

formazione

1. L'Istituto:

a) effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilit degli studenti e sulla

qualit complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione

professionale, anche nel contesto dell'apprendimento permanente. Per la formazione professionale

le verifiche concernono esclusivamente i livelli essenziali di prestazione e sono effettuate tenuto

conto degli altri soggetti istituzionali che gi operano a livello nazionale nel settore della

valutazione delle politiche nazionali finalizzate allo sviluppo delle risorse umane;

b) predispone, nell'ambito delle prove previste per l'esame di Stato conclusivo dei cicli di istruzione,

per la loro scelta da parte del Ministro, le prove a carattere nazionale, sulla base degli obiettivi

specifici di apprendimento del corso ed in relazione alle discipline di insegnamento dell'ultimo anno

di ciascun ciclo, e provvede alla gestione delle prove stesse, secondo le disposizioni emanate in

attuazione dell'articolo 3, comma 1, lettera c), della legge 28 marzo 2003, n. 53;

c) svolge attivit di ricerca, nell'ambito delle sue finalit istituzionali;

d) studia le cause dell'insuccesso e della dispersione scolastica con riferimento al contesto sociale

ed alle tipologie dell'offerta formativa;

e) assume iniziative rivolte ad assicurare la partecipazione italiana a progetti di ricerca europea e

internazionale in campo valutativo;

f) svolge attivit di supporto e assistenza tecnica all'amministrazione scolastica, alle regioni, agli

enti territoriali, e alle singole istituzioni scolastiche e formative per la realizzazione di autonome

iniziative di monitoraggio, valutazione e autovalutazione;

g) svolge attivit di formazione del personale docente e dirigente della scuola, connessa ai processi

di valutazione e di autovalutazione delle istituzioni scolastiche.

2. Gli esiti delle attivit svolte ai sensi del comma 1 sono oggetto di apposite relazioni al Ministro,

che ne d comunicazione alla Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28

agosto 1997, n. 281. Le relazioni riferiscono sui risultati e possono segnalare indicatori ritenuti utili

al miglioramento della qualit complessiva del Sistema. Relativamente al sistema della formazione

professionale tali indicatori sono definiti previa intesa con il Ministero del lavoro e delle politiche

sociali e sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997,

n. 281. Agli esiti di verifica il Ministero, nel rispetto della vigente normativa sulla protezione dei

dati personali, assicura idonee forme di pubblicit e conoscenza.

3. Il Ministro relaziona al Parlamento, con cadenza triennale, sugli esiti della valutazione.

4. L'Istituto pubblica ogni anno un rapporto sull'attivit svolta.

Art. 4.

Organi

1. Gli organi dell'Istituto sono:

a) il Presidente;

b) il Comitato direttivo;

c) il Collegio dei revisori dei conti.

15

Art. 5.

Presidente

1. Il Presidente, scelto tra persone di alta qualificazione scientifica e con adeguate conoscenze dei

sistemi di istruzione e formazione e dei sistemi di valutazione in Italia e all'estero, e' nominato con

decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta

del Ministro. L'incarico ha durata triennale ed e' rinnovabile, con le stesse modalit, per un ulteriore

triennio.

2. Il Presidente ha la rappresentanza legale dell'Istituto. Il Presidente:

a) convoca e presiede le riunioni del Comitato direttivo, stabilendone l'ordine del giorno;

b) formula, nel rispetto delle priorit strategiche individuate dalle direttive e dalle linee-guida di cui

all'articolo 2, comma 3, le proposte al Comitato direttivo ai fini dell'approvazione del programma

annuale dell'Istituto e della determinazione degli indirizzi generali della gestione;

c) sovrintende alle attivit dell'Istituto;

d) formula al Comitato direttivo la proposta per il conferimento dell'incarico di direttore generale

dell'Istituto e adotta il conseguente provvedimento;

e) presenta al Ministro le relazioni di cui all'articolo 3, comma 4;

f) in caso di urgenza adotta provvedimenti di competenza del Comitato direttivo, da sottoporre a

ratifica nella prima riunione successiva del Comitato stesso.

Art. 6.

Comitato direttivo

1. Il Comitato direttivo e' composto dal Presidente e da sei membri, scelti tra esperti nei settori di

competenza dell'Istituto, e nominati dal Ministro, di cui uno designato dal Ministro del lavoro e

delle politiche sociali e due dal Presidente della Conferenza Stato-Regioni di cui al decreto

legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

2. Il Comitato direttivo, su proposta del Presidente:

a) approva, nel rispetto delle direttive del Ministro e delle linee guida di cui all'articolo 2, comma 3,

il programma annuale delle attivit dell'Istituto, fissando altres linee prioritarie e criteri

metodologici, modulabili anche nel tempo, per lo svolgimento delle verifiche di cui all'articolo 3,

comma 1, lettera a);

b) esamina i risultati delle verifiche periodiche e sistematiche svolte dall'area tecnica di cui

all'articolo 9, comma 2, nonche' le relazioni di cui all'articolo 3, comma 4;

c) determina gli indirizzi della gestione;

d) delibera il bilancio di previsione e le relative eventuali variazioni, ed il conto consuntivo;

e) delibera l'affidamento dell'incarico di direttore generale dell'Istituto ed il relativo trattamento

economico;

f) valuta i risultati dell'attivit del direttore generale e la conformit della stessa rispetto agli

indirizzi, adottando le relative determinazioni;

g) delibera i regolamenti dell'Istituto;

h) delibera in ordine ad ogni altra materia attribuitagli dai regolamenti dell'Istituto.

3. Ai fini di cui all'articolo 1, comma 1, lettera d), e dell'articolo 6 del decreto legislativo 30 luglio

1999, n. 286, il Comitato stabilisce le modalit operative del controllo strategico e, in base a tale

controllo, individua le cause dell'eventuale mancata rispondenza dei risultati agli obiettivi e delibera

i necessari interventi correttivi.

16

4. Il Comitato direttivo dura in carica tre anni e pu essere confermato per un altro triennio. In caso

di dimissione o comunque di cessazione dalla carica di uno dei componenti del Comitato, il

componente subentrante resta in carica fino alla scadenza della durata in carica del predetto organo.

Art. 7.

Collegio dei revisori dei conti

1. Il Collegio dei revisori dei conti effettua le verifiche di regolarit amministrativa e contabile a

norma del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286. Il Collegio svolge altres i compiti previsti

dagli articoli 2403 e seguenti del codice civile.

2. Il Collegio si compone di tre membri effettivi e tre supplenti, nominati con decreto del Ministro,

di cui uno effettivo e uno supplente designati dal Ministero dell'economia e delle finanze. I

componenti effettivi designano al loro interno, nella prima riunione del Collegio, il Presidente. Il

Collegio dura in carica quattro anni e pu essere confermato per un altro quadriennio.

Art. 8.

Direttore generale

1. Il direttore generale, nel rispetto degli indirizzi della gestione determinati dal Comitato direttivo,

e' responsabile del funzionamento dell'Istituto, dell'attuazione del programma, dell'esecuzione delle

deliberazioni del Comitato direttivo, dell'attuazione dei provvedimenti del presidente e della

gestione del personale. A tale fine adotta gli atti di gestione, compresi quelli che impegnano

l'Istituto verso l'esterno. Egli partecipa alle riunioni del Comitato direttivo, senza diritto di voto; tale

partecipazione e' esclusa quando il Comitato ne valuta l'attivit.

2. Il direttore generale, tra l'altro, nell'esercizio dei suoi compiti:

a) predispone, in attuazione del programma dell'Istituto, il bilancio di previsione e le relative

eventuali variazioni, nonche' il conto consuntivo;

b) assicura le condizioni per il pi efficace svolgimento delle attivit e per la realizzazione dei

progetti previsti nel programma;

c) adotta gli atti di organizzazione degli uffici e delle articolazioni strutturali dell'Istituto previste

dal regolamento di organizzazione e funzionamento di cui all'articolo 9, comma 1, lettera a),

assegnando il relativo personale;

d) stipula i contratti di prestazione d'opera e di ricerca necessari per la realizzazione dei progetti

previsti dal programma annuale, sulla base dei criteri fissati nel regolamento di cui alla lettera c).

3. Il direttore generale e' scelto tra persone di qualificata e comprovata professionalit ed esperienza

amministrativa e gestionale. Il suo rapporto di lavoro e' regolato con contratto di diritto privato. Il

relativo incarico e' conferito dal Presidente, previa delibera del comitato direttivo, e' di durata non

superiore a un triennio, e' rinnovabile ed in ogni caso cessa, se non rinnovato, decorsi novanta

giorni dalla scadenza dell'incarico del Presidente.

Art. 9.

Regolamenti e principi di organizzazione

1. L'Istituto si dota dei seguenti regolamenti:

a) regolamento di organizzazione e funzionamento;

b) regolamento di amministrazione, contabilit e finanza.

17

2. Il regolamento di cui al comma 1, lettera a), definisce l'organizzazione dell'Istituto sulla base del

principio di separazione tra compiti e responsabilit di indirizzo e programmazione e compiti e

responsabilit di gestione, prevedendo un'area dei servizi amministrativi ed informatici ed un'area

tecnica della valutazione che, in attuazione del programma di attivit approvato dal Comitato

direttivo dell'Istituto e secondo i criteri metodologici definiti, svolge le verifiche periodiche e ne

comunica gli esiti al comitato stesso; lo stesso regolamento provvede in particolare alla ripartizione

dei posti della dotazione organica del personale, di cui alla allegata tabella A, tra le aree, i livelli ed i

profili professionali, a disciplinare il reclutamento del medesimo personale attraverso procedure

concorsuali pubbliche, nel rispetto delle norme in materia di reclutamento del personale delle

pubbliche amministrazioni, nonche' a definire la disciplina relativa alle selezioni per i comandi di

cui all'articolo 11.

3. Il regolamento di cui al comma 1, lettera b), elaborato nel rispetto dei principi contenuti nella

legge 3 aprile 1997, n. 94, e successive modificazioni, disciplina i criteri della gestione, le relative

procedure amministrativo-contabili e finanziarie e le connesse responsabilit, in modo da assicurare

la rapidit e l'efficienza nell'erogazione della spesa ed il rispetto dell'equilibrio finanziario del

bilancio. Il regolamento disciplina altres le procedure contrattuali, le forme di controllo interno

sull'efficienza e sui risultati di gestione complessiva dell'Istituto e l'amministrazione del patrimonio,

nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di contabilit generale dello Stato.

4. Per lo svolgimento dei compiti attribuiti all'area tecnica della valutazione l'Istituto si avvale anche

delle specifiche accertate professionalit del personale ispettivo tecnico dipendente dal Ministero,

assegnato all'Istituto medesimo su richiesta dello stesso e con il trattamento economico a carico del

Ministero, in numero non superiore a venti unit.

5. I regolamenti sono trasmessi, entro quindici giorni dalla loro adozione, al Ministro per

l'approvazione, nei successivi sessanta giorni, previo parere favorevole del Ministro dell'economia e

delle finanze e del Ministro per la funzione pubblica.

Art. 10.

Personale

1. La dotazione organica del personale dell'Istituto e' definita nella tabella A allegata al presente

decreto, da articolare in aree, profili e livelli professionali con il regolamento di cui all'articolo 9,

comma 1, lettera a).

Art. 11.

Personale comandato

1. L'Istituto pu avvalersi, con oneri a proprio carico, nei limiti consentiti dalle proprie disponibilit

di bilancio, e in numero comunque non superiore a dieci unit, di personale amministrativo, tecnico

e di ricerca, in posizione di comando, proveniente dall'amministrazione dell'istruzione,

dell'universit e della ricerca, dalle istituzioni scolastiche o da altre amministrazioni dello Stato,

dalle universit, da enti pubblici compresi nel comparto della ricerca, dalle regioni e dagli enti

locali.

2. I comandi del personale proveniente dalle istituzioni scolastiche non possono protrarsi per pi di

un quinquennio e non sono rinnovabili prima che sia decorso un intervallo di almeno tre anni. Essi

decorrono dall'inizio dell'anno scolastico.

18

3. I comandi sono disposti attraverso apposite selezioni degli aspiranti, secondo la disciplina

definita con il regolamento di cui all'articolo 9, comma 1, lettera a).

4. Il servizio prestato in posizione di comando e' valido a tutti gli effetti come servizio di istituto.

Art. 12.

Incarichi ad esperti

1. Nell'esercizio delle ordinarie attivit istituzionali, l'Istituto pu avvalersi, nei limiti consentiti

dalle disponibilit di bilancio, e in relazione a particolari e motivate esigenze cui non pu far fronte

con il personale in servizio, e in numero comunque non superiore a dieci unit, dell'apporto di

esperti di alta qualificazione, previo conferimento di appositi incarichi.

2. L'Istituto assicura adeguate forme di pubblicizzazione dei contratti che intende stipulare, nonche'

congrui termini per la presentazione delle domande.

Art. 13.

Patrimonio e risorse finanziarie

1. L'Istituto provvede ai propri compiti con:

a) redditi del patrimonio;

b) contributo ordinario dello Stato;

c) eventuali altri contributi, dello Stato, delle Regioni e degli enti locali;

d) eventuali contributi ed assegnazioni, da parte di soggetti o enti pubblici e privati, italiani e

stranieri;

e) eventuali altre entrate, anche derivanti dall'esercizio di attivit negoziali e contrattuali coerenti

con le finalit dell'Istituto.

Art. 14.

Disposizioni particolari per le Regioni a statuto speciale e per le province autonome di Trento e di

Bolzano

1. Le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono alle

valutazioni di loro competenza ai sensi dei rispettivi statuti e delle relative norme di attuazione,

anche con riferimento alle disposizioni del titolo V della parte II della Costituzione e dell'articolo 10

della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.

Art. 15.

Norma finanziaria

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente decreto, pari a 7.306.000 euro per l'anno 2004 ed

a 10.360.000 euro a decorrere dall'anno 2005, si provvede mediante l'utilizzazione di quota parte

dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 92, della legge 24 dicembre 2003, n. 350.

2. Restano confermati, per l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione

e formazione (INVALSI), come ordinato dal presente decreto, i finanziamenti previsti dalla

normativa vigente gi destinati all'Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione, di

cui all'articolo 1 del decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258.

Art. 16.

Disposizioni transitorie e finali

19

1. Il Presidente dell'Istituto ed i componenti degli organi di cui agli articoli 6 e 7, sono nominati

entro il trentesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto.

2. Gli organi dell'Istituto previsti dall'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 21

settembre 2000, n. 313, restano in carica, nell'attuale composizione, fino alla nomina degli organi di

cui al comma 1. Il Comitato direttivo adotta i regolamenti di cui all'articolo 9, entro sessanta giorni

dal suo insediamento.

3. Fino alla data di approvazione del regolamento di amministrazione, contabilit e finanza,

continuano ad applicarsi le norme di amministrazione e contabilit adottate ai sensi del decreto del

Presidente della Repubblica 21 settembre 2000, n. 313. Sono consentite le variazioni di bilancio

eventualmente necessarie nel periodo transitorio.

4. Il personale in posizione di comando o utilizzato alla data di entrata in vigore del presente

decreto, ai sensi degli articoli 10 e 15, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 21

settembre 2000, n. 313, presso l'Istituto nazionale per la valutazione di cui al decreto legislativo 20

luglio 1999, n. 258, e' confermato, a domanda, fino alla copertura dei posti a seguito dei concorsi

per il reclutamento del personale di cui all'articolo 9, comma 2, da indire entro sessanta giorni

successivi alla scadenza del termine di cui al comma 2, secondo periodo del presente articolo.

5. Alla data di insediamento dei nuovi organi e' abrogato l'articolo 1 del decreto legislativo 20 luglio

1999, n. 258 e cessano di applicarsi nei confronti dell'Istituto le restanti disposizioni del predetto

decreto; dalla stessa data e' altres abrogato il decreto del Presidente della Repubblica 21 settembre

2000, n. 313.

6. Il compenso da corrispondere al Presidente ed ai componenti del Comitato direttivo e del

Collegio dei revisori dei conti e' determinato con decreto del Ministro, di concerto con il Ministro

dell'economia e delle finanze.

7. All'Istituto sono trasferiti i rapporti attivi e passivi in capo all'Istituto nazionale di valutazione del

sistema dell'istruzione (INVALSI) di cui al decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258.

Tabella A

(articolo 10, comma 1)

DOTAZIONE ORGANICA DEL PERSONALE DELL'ISTITUTO

a) dirigenti amministrativi: due unit;

b) personale di ricerca: ventiquattro unit;

c) personale dei servizi amministrativi ed informatici: ventidue unit.

20

DECRETO n. 139 del 22 Agosto 2007 (Obbligo istruzione)

Regolamento recante norme in materia di adempimento

dellobbligo di istruzione, ai sensi dellarticolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

Allegati

IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

Visto larticolo 34 della Costituzione;

Visto larticolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400;

Visto il testo unico delle leggi in materia di istruzione approvato con decreto legislativo 16 aprile

1994, n. 297;

Vista la legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, commi 622, 623 e 624;

Visto il decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 76;

Visto il decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, articolo 13, comma 3 e articolo 14, comma 2;

Visto il decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, articolo 12, comma 5;

Visto il decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito, con modificazione, dalla legge 2 aprile

2007, n. 40, articolo 13, comma 1-ter;

Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, recante "Norme in materia di

autonomia delle istituzioni scolastiche";

Visto il decreto del Ministro della pubblica istruzione 13 giugno 2006, n. 47;

Visto laccordo quadro in sede di Conferenza unificata 19 giugno 2003;

Visto laccordo in sede di Conferenza Stato regioni province autonome di Trento e Bolzano 15

gennaio 2004;

Vista la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio 18 dicembre 2006 relativa a

competenze chiave per lapprendimento permanente;

Visto il parere del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, espresso nelladunanza del 26

giugno 2007;

http://dirisp.interfree.it/norme/legge%20296%2027-12-06%20scuola.htm#comma622http://dirisp.interfree.it/norme/dm%20139%2022-8-07.htm#alle#allehttp://dirisp.interfree.it/obbligo/documenti/raccomand_parleuropeo_compet_chiave.pdf

21

Ritenuto necessario ed urgente dare attuazione allobbligo di istruzione di cui allarticolo 1, comma

622, della legge n. 296/2006, a partire dallanno scolastico 2007/2008 con la definizione, in via

sperimentale, dei saperi e delle competenze previsti dai curricoli relativi ai primi due anni degli

istituti di istruzione secondaria superiore e che le relative indicazioni, in prima attuazione, si

applicano negli anni scolastici 2007/2008 e 2008/2009;

Considerato quanto previsto dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 624, le

indicazioni relative a tali saperi e competenze riguardano anche i percorsi sperimentali di istruzione

e formazione professionale di cui allAccordo quadro in sede di Conferenza unificata 19 giugno

2003;

Considerata la necessit di verificare e valutare la sperimentazione dei predetti saperi e competenze

per una loro definitiva applicazione attraverso un organico coinvolgimento delle istituzioni

scolastiche nella loro autonomia;

Udito il parere del Consiglio di Stato espresso nelladunanza della sezione consultiva per gli atti

normativi nella seduta del 23 luglio 2007;

Considerato che il testo del provvedimento tiene conto delle osservazioni formulate nel citato parere

del Consiglio di Stato, ritenendo comunque opportuno richiamare, in modo coordinato, il quadro

normativo derivante dalle innovazioni introdotte dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296, rispetto alla

norme previgenti in materia di diritto/dovere allistruzione ed alla formazione;

Vista la comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, a norma dellarticolo 17, comma 3,

della legge 23 agosto 1988, n. 400, e il relativo nulla osta del Dipartimento per gli Affari giuridici e

legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri reso in data 20 agosto 2007;

Adotta

il seguente regolamento relativo allobbligo di istruzione di cui alla legge 27 dicembre 2006, n. 296,

articolo 1, comma 622:

Art. 1 - Adempimento dellobbligo di istruzione

1. Listruzione obbligatoria impartita per almeno dieci anni e si realizza secondo le disposizioni

indicate allarticolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e, in prima attuazione, per

gli anni scolastici 2007/2008 e 2008/2009 anche con riferimento ai percorsi sperimentali di

istruzione e formazione professionale di cui al comma 624 del richiamato articolo.

2. Ladempimento dellobbligo di istruzione finalizzato al conseguimento di un titolo di studio di

scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il

diciottesimo anno di et, con il conseguimento dei quali si assolve il diritto/dovere di cui al decreto

legislativo 15 aprile 2005, n. 76.

3. Lobbligo di istruzione di cui al presente articolo decorre a partire dallanno scolastico 2007/2008

per coloro che hanno conseguito il titolo di studio conclusivo del primo ciclo nellanno scolastico

2006/2007.

4. Ai fini di cui al comma 1, sono fatte salve le particolari disposizioni previste per la provincia di

Bolzano dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 623.

Art. 2 - Acquisizione di saperi e competenze

http://dirisp.interfree.it/norme/legge%20296%2027-12-06.htmhttp://dirisp.interfree.it/norme/legge%20296%2027-12-06.htm

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1. Ai fini di cui allarticolo 1, comma 1, i saperi e le competenze, articolati in conoscenze e abilit,

con lindicazione degli assi culturali di riferimento, sono descritti nellallegato documento tecnico,

che fa parte integrante del presente regolamento e si applicano secondo le modalit ivi previste.

2. I saperi e le competenze di cui al comma 1 assicurano lequivalenza formativa di tutti i percorsi,

nel rispetto dellidentit dellofferta formativa e degli obiettivi che caratterizzano i curricoli dei

diversi ordini, tipi e indirizzi di studio. Per il loro recepimento nei curricoli dei primi due anni degli

istituti di istruzione secondaria superiore di ordine classico, scientifico, magistrale, tecnico,

professionale e artistico previsti dai vigenti ordinamenti, le istituzioni scolastiche possono avvalersi

degli strumenti di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, con

particolare riferimento allarticolo 4, comma 2, nonch dellutilizzazione della quota di flessibilit

oraria del 20% ai sensi del decreto del Ministro della pubblica istruzione 13 giugno 2006, n. 47.

3. Le modalit di attuazione delle indicazioni relative ai saperi e alle competenze di cui al comma 1

nei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui alla legge 27 dicembre

2006, n. 296, articolo 1, comma 624, sono stabilite nellintesa in sede di Conferenza unificata ivi

prevista, anche ai fini della ripartizione delle risorse statali destinate ai predetti percorsi.

Art. 3 - Interventi a sostegno delladempimento dellobbligo di istruzione

1. Ai fini delladempimento dellobbligo di istruzione da parte degli alunni diversamente abili, si fa

riferimento al piano educativo individualizzato nella progettazione delle attivit didattiche

educative.

2. Per coloro che non hanno conseguito il titolo conclusivo del primo ciclo e che hanno compiuto il

sedicesimo anno di et prevista la possibilit di conseguire tale titolo anche nei centri provinciali

per listruzione degli adulti di cui alla legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 632.

3. Per lanno scolastico 2007/2008 e, comunque sino alla completa attuazione di quanto previsto

dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 632, gli interventi di cui al comma 2

possono essere realizzati presso i Centri territoriali permanenti per leducazione degli adulti.

Art. 4 - Certificazione dellassolvimento dellobbligo di istruzione

1. La certificazione relativa alladempimento dellobbligo di istruzione di cui al presente

regolamento rilasciata a domanda. Per coloro che hanno compiuto il diciottesimo anno di et

rilasciata dufficio.

2. Nelle linee guida di cui allarticolo 5 sono contenute indicazioni in merito ai criteri generali per la

certificazione dei saperi e delle competenze di cui allarticolo 2, comma 1, ai fini dei passaggi a

percorsi di diverso ordine, indirizzo e tipologia nonch per il riconoscimento dei crediti formativi,

anche come strumento per facilitare la permanenza nei percorsi di istruzione e formazione.

3. Con decreto del Ministro della pubblica istruzione, sentita la Conferenza permanente per i

rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, sono adottati modelli di

certificazione dei saperi e delle competenze di cui allarticolo 2, comma 1, acquisite dagli studenti

nellassolvimento dellobbligo di istruzione.

Art. 5 - Linee guida

http://dirisp.interfree.it/obbligo/documenti/doc_tecnico.htmhttp://dirisp.interfree.it/norme/dpr%20275%208-3-99.htmhttp://dirisp.interfree.it/norme/dm%2047%2013-6-06.htm

23

1. Con apposite linee guida, adottate dal Ministro della pubblica istruzione, sono indicate le misure

per lorientamento dei giovani e delle loro famiglie, la formazione dei docenti, il sostegno, il

monitoraggio, la valutazione e la certificazione dei percorsi in relazione allattuazione sperimentale

delle indicazioni di cui allarticolo 2, comma 1.

2. Per la realizzazione delle misure di cui al comma 1, il Ministero della pubblica istruzione si

avvale della assistenza dellAgenzia nazionale per lo sviluppo dellautonomia scolastica e

dellIstituto nazionale per la valutazione dei sistema educativo di istruzione e di formazione e, con

riferimento ai percorsi di cui alla legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 624, anche

dellIstituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori ai sensi del decreto

legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, articolo 28, comma 2.

Art. 6 - Disposizione finale

1. Sono fatte salve le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di

Trento e Bolzano, in conformit ai rispettivi statuti e alle relative norme di attuazione nonch alla

legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sar inserito nella Raccolta ufficiale degli atti

normativi della Repubblica italiana. fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo

osservare.

Roma, 22 agosto 2007

Il Ministro: Fioroni

Allegati - Documento tecnico

- Allegato n. 1

- Allegato n. 2

NOTE

Note al preambolo:

- Si riporta il testo dellart. 34 della Costituzione:

Art. 34. - La scuola aperta a tutti.

Listruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi pi alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono

essere attribuite per concorso.

- Si riporta il testo dellart. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, che reca: disciplina dellattivit di Governo

e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri:

3. Con decreto ministeriale possono essere adottati regolamenti nelle materie di competenza del Ministro o di autorit

sottordinate al Ministro, quando la legge espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per materie di

competenza di pi Ministri, possono essere adottati con decreti interministeriali, ferma restando la necessit di apposita

autorizzazione da parte della legge.

I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati dal

Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente del Consiglio dei Ministri prima della loro emanazione.

- Il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, reca:

Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni

ordine e grado.

- Si riporta il testo dellart. 1, commi 622, 623 e 624, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante:

http://dirisp.interfree.it/obbligo/documenti/doc_tecnico.htmhttp://dirisp.interfree.it/obbligo/documenti/assi_culturali.dochttp://dirisp.interfree.it/obbligo/documenti/competenze_chiave.htm

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disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007):

622. Listruzione impartita per almeno dieci anni obbligatoria ed finalizzata a consentire il conseguimento di un

titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il

diciottesimo anno di et. Let per laccesso al lavoro conseguentemente elevata da quindici a sedici anni. Resta fermo

il regime di gratuit ai sensi degli articoli 28, comma 1, e 30, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo 17

ottobre 2005, n. 226.

Ladempimento dellobbligo di istruzione deve consentire, una volta conseguito il titolo di studio conclusivo del primo

ciclo, lacquisizione dei saperi e delle competenze previste dai curricula relativi ai primi due anni degli istituti di

istruzione secondaria superiore, sulla base di un apposito regolamento adottato dal Ministro della pubblica istruzione ai

sensi dellart. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400. Nel rispetto degli obiettivi di apprendimento generali e

specifici previsti dai predetti curricula, possono essere concordati tra il Ministero della pubblica istruzione e le singole

regioni percorsi e progetti che, fatta salva lautonomia delle istituzioni scolastiche, siano in grado di prevenire e

contrastare la dispersione e di favorire il successo nellassolvimento dellobbligo di istruzione. Le strutture formative

che concorrono alla realizzazione dei predetti percorsi e progetti devono essere inserite in un apposito elenco

predisposto con decreto del Ministro della pubblica istruzione. Il predetto decreto redatto sulla base di criteri

predefiniti con decreto del Ministro della pubblica istruzione, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo

Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Sono fatte salve le competenze delle regioni a statuto

speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, in conformit ai rispettivi statuti e alle relative norme di

attuazione, nonch alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. Linnalzamento dellobbligo di istruzione decorre

dallanno scolastico 2007/2008.

623. Nella provincia autonoma di Bolzano, considerato il suo particolare sistema della formazione professionale,

lultimo anno dellobbligo scolastico di cui ai precedente comma pu essere speso anche nelle scuole professionali

provinciali in abbinamento con adeguate forme di apprendistato.

624. Fino alla messa a regime di quanto previsto dal comma 622, proseguono i percorsi sperimentali di istruzione e

formazione professionale di cui allart. 28 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226. Restano, pertanto, confermati

i finanziamenti destinati dalla normativa vigente alla realizzazione dei predetti percorsi. Dette risorse per una quota non

superiore al 3 per cento sono destinate alle misure nazionali di sistema ivi compreso il monitoraggio e la valutazione. Le

strutture che realizzano tali percorsi sono accreditate dalle regioni sulla base dei criteri generali definiti con decreto

adottato dal Ministro della pubblica istruzione di concerto con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, previa

intesa con la Conferenza unificata di cui allart. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

- Il decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 76, reca:

Definizione delle norme generali sul diritto-dovere allistruzione e alla formazione, a norma dellart. 2, comma 1,

lettera c), della legge 28 marzo 2003, n. 53

- Si riporta il testo dellart. 13, comma 3 e dellart. 14, comma 2, del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59,

recante: definizione delle norme generali relative alla scuola dellinfanzia e al primo ciclo dellistruzione, a norma

dellart. 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53:

Art. 13 (Scuola primaria). - 1.-2. (Omissis).

3. Al fine di armonizzare il passaggio al nuovo ordinamento, lavvio del primo ciclo di istruzione ha carattere di

gradualit. Fino allemanazione del relativo regolamento governativo, si adotta, in via transitoria, lassetto pedagogico,

didattico e organizzativo individuato nellallegato B, facendo riferimento al profilo educativo, culturale e professionale

individuato nellallegato D.

Art. 14 Scuola secondaria di primo grado). - 1.

(Omissis).

2. Fino allemanazione del relativo regolamento governativo, si adotta, in via transitoria, lassetto pedagogico, didattico

e organizzativo individuato nellallegato C, facendo riferimento al profilo educativo culturale e professionale

individuato nellallegato D.

- Si riporta il testo dellart. 12, comma 5, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, recante: norme generali e

livelli essenziali delle prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, a norma

dellart. 2 della legge 28 marzo 2003, n. 53:

5. Con uno o pi regolamenti da adottare a norma dellart. 117, sesto comma della Costituzione e dellart. 17, comma

2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sentite le commissioni parlamentari competenti, nei rispetto dellautonomia delle

istituzioni scolastiche, si provvede alle modifiche delle indicazioni di cui agli allegati C, C/1, C/2, C/3, C/4, C/5, C/6,

C/7, C/8, D, D-bis, E ed F, del presente decreto.

- Si riporta il testo dellart. 13, comma 1-ter, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito, con modificazioni,

dalla legge 2 aprile 2007, n. 40, recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza,

lo sviluppo di attivit economiche e la nascita di nuove imprese:

1-ter. Nel quadro del riordino e del potenziamento di cui al comma 1-bis, con uno o pi regolamenti adottati con

decreto del Ministro della pubblica istruzione ai sensi dellart. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, previo

parere delle competenti commissioni parlamentari da rendere entro il termine di trenta giorni dalla data di trasmissione

dei relativi schemi, decorso il quale i regolamenti possono comunque essere adottati, sono previsti: la riduzione del

numero degli attuali indirizzi e il loro ammodernamento nellambito di ampi settori tecnico-professionali, articolati in

unarea di istruzione generale, comune a tutti i percorsi, e in aree di indirizzo; la scansione temporale dei percorsi e i

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relativi risultati di apprendimento; la previsione di un monte ore annuale delle lezioni sostenibile per gli allievi nei limiti

del monte ore complessivo annuale gi previsto per i licei economico e tecnologico dal decreto legislativo 17 ottobre

2005, n. 226, e del monte ore complessivo annuale da definire ai sensi dellart. 1, comma 605, lettera f), della legge 27

dicembre 2006, n. 296; la conseguente riorganizzazione delle discipline di insegnamento al fine di potenziare le attivit

laboratoriali, di stage e di tirocini; lorientamento agli studi universitari e al sistema dellistruzione e formazione tecnica

superiore..

- Il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, reca: Norme in materia di autonomia delle istituzioni

scolastiche ai sensi dellart. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59

Note allart. 1:

- Per il testo dellart. 1, commi 622, 623 e 624, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante Disposizioni per la

formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), si vedano le note al preambolo.

- Il decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 76, reca:

Definizione delle norme generali sul diritto-dovere allistruzione e alla formazione, a norma dellart. 2, comma 1,

lettera c), della legge 28 marzo 2003, n. 53.

Note allart. 2:

- Si riporta il testo dellart. 4, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, recante

Norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dellart. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59.:

2. Nellesercizio dellautonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dellinsegnamento e dello

svolgimento delle singole discipline e attivit nel modo pi adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli

alunni. A tal fine le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilit che ritengono opportune e tra

laltro:

a) larticolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attivit;

b) la definizione di unit di insegnamento non coincidenti con lunita oraria della lezione e lutilizzazione, nellambito

del curricolo obbligatorio di cui allart. 8, degli spazi orari residui;

c) lattivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dellintegrazione degli alunni

nella classe e nel gruppo, anche in relazione agli alunni in situazione di handicap secondo quanto previsto dalla legge 5

febbraio 1992, n. 104;

d) larticolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso;

e) laggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari.

- Per il testo dellart. 1, comma 624, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante Disposizioni per la formazione del

bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), si vedano le note al preambolo.

Nota allart. 3:

- Si riporta il testo dellart. 1, comma 632, della citata legge 27 dicembre 2006, n. 296:

632. Ferme restando le competenze delle regioni e degli enti locali in materia, in relazione agli obiettivi fissati

dallUnione europea, allo scopo di far conseguire pi elevati livelli di istruzione alla popolazione adulta, anche

immigrata con particolare riferimento alla conoscenza della lingua italiana, i centri territoriali permanenti per

leducazione degli adulti e i corsi serali, funzionanti presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, sono

riorganizzati su base provinciale e articolati in reti territoriali e ridenominati Centri provinciali per listruzione degli

adulti. Ad essi attribuita autonomia amministrativa, organizzativa e didattica, con il riconoscimento di un proprio

organico distinto da quello degli ordinari percorsi scolastici, da determinare in sede di contrattazione collettiva

nazionale, nei limiti del numero delle autonomie scolastiche istituite in ciascuna regione e delle attuali disponibilit

complessive di organico. Alla riorganizzazione di cui al presente comma, si provvede con decreto del Ministro della

pubblica istruzione, sentita la Conferenza unificata di cui allart. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, ai

sensi del medesimo decreto legislativo.

Nota allart. 5:

- Per il testo dellart. 1, comma 624, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si vedano le note al preambolo.

- Si riporta il testo dellart. 28, comma 2, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, recante Norme generali e

livelli essenziali delle prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, a norma

dellart. 2 della legge 28 marzo 2003, n. 53:

2. I percorsi sperimentali di cui al comma 1 sono oggetto di valutazione da parte del Servizio nazionale di valutazione

di cui al decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 286, e di monitoraggio da parte dellISFOL.

Nota allart. 6:

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- La legge costituziona1e 18 ottobre 2001, n. 3, reca:

Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione.

DOCUMENTO TECNICO (Decreto 139/2007) allegato al regolamento emanato con decreto del Ministro della pubblica istruzione n. 139 del 22

agosto 2007

Allegati

Il contesto e il metodo

Con la Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio 18 dicembre 2006 relativa alle

competenze chiave per l'apprendimento permanente, lUnione europea ha invitato gli Stati membri

a sviluppare, nell'ambito delle loro politiche educative, strategie per assicurare che:

listruzione e la formazione iniziali offrano a tutti i giovani gli strumenti per sviluppare le

competenze chiave a un livello tale che li preparino alla vita adulta e costituiscano la base

per ulteriori occasioni di apprendimento, come pure per la vita lavorativa;

si tenga debitamente conto di quei giovani che, a causa di svantaggi educativi determinati da

circostanze personali, sociali, culturali o economiche, hanno bisogno di un sostegno

particolare per realizzare le loro potenzialit;

gli adulti siano in grado di sviluppare e aggiornare le loro competenze chiave in tutto il

corso della vita, con unattenzione particolare per i gruppi di destinatari riconosciuti

prioritari nel contesto nazionale, regionale e/o locale.

Le competenze chiave indicate dalla Raccomandazione sono le seguenti: comunicazione nella

madre lingua, comunicazione nelle lingue straniere, competenza matematica, competenze di base in

scienza e tecnologia, competenza digitale, imparare ad imparare, competenze sociali e civiche,

spirito di iniziativa e imprenditorialit, consapevolezza ed espressione culturale.

In questo contesto, larticolo 1, comma 622, della Legge del 27 dicembre 2006, n. 296, stabilisce

che:

listruzione impartita per almeno dieci anni obbligatoria ed finalizzata a consentire il

conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica

professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di et;

ladempimento dellobbligo di istruzione deve consentire, una volta conseguito il titolo di

studio conclusivo del primo ciclo, lacquisizione dei saperi e delle competenze previste dai

curricoli relativi ai primi due anni degli istituti di istruzione secondaria superiore.

Lelevamento dellobbligo di istruzione a dieci anni intende favorire il pieno sviluppo della persona

nella costruzione del s, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione

con la realt naturale e sociale.

Lelevamento dellobbligo di istruzione offre anche strumenti per contrastare il fenomeno della

dispersione scolastica e formativa, che rappresenta uno dei problemi ancora presente

drammaticamente nel nostro Paese, soprattutto per i giovani di 14/18 anni.

http://dirisp.interfree.it/norme/decreto%20139%2022-8-07.htm#ihttp://dirisp.interfree.it/norme/decreto%20139%2022-8-07.htm#ihttp://dirisp.interfree.it/obbligo/documenti/doc_tecnico.htm#alle#allehttp://dirisp.interfree.it/obbligo/documenti/raccomand_parleuropeo_compet_chiave.pdfhttp://dirisp.interfree.it/norme/legge%20296%2027-12-06%20scuola.htm#comma622

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I saperi e le competenze per lassolvimento dellobbligo di istruzione sono riferiti ai quattro assi

culturali (dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale), contenuti nellallegato

1. Essi costituiscono il tessuto per la costruzione di percorsi di apprendimento orientati

allacquisizione delle competenze chiave che preparino i giovani alla vita adulta e che costituiscano

la base per consolidare e accrescere saperi e competenze in un processo di apprendimento

permanente, anche ai fini della futura vita lavorativa.

I saperi sono articolati in abilit/capacit e conoscenze, con riferimento al sistema di descrizione

previsto per ladozione del Quadro europeo dei Titoli e delle Qualifiche (EQF)1. La competenza

digitale, contenuta nellasse dei linguaggi, comune a tutti gli assi, sia per favorire laccesso ai

saperi sia per rafforzare le potenzialit espressive individuali.

Le competenze chiave proposte nellallegato 2, sono il risultato che si pu conseguire - allinterno di

un unico processo di insegnamento /apprendimento - attraverso la reciproca integrazione e

interdipendenza tra i saperi e le competenze contenuti negli assi culturali.

Lintegrazione tra gli assi culturali rappresenta uno strumento per linnovazione metodologica e

didattica; offre la possibilit alle istituzioni scolastiche, anche attraverso la quota di flessibilit del

20%, di progettare percorsi di apprendimento coerenti con le aspirazioni dei giovani e del loro

diritto ad un orientamento consapevole, per una partecipazione efficace e costruttiva alla vita

sociale e professionale.

Lobbligo di istruzione si caratterizza, dunque, per la congruenza dei saperi e delle competenze

acquisite, che assicurano lequivalenza formativa di tutti i percorsi, nel rispetto dellidentit

dellofferta formativa e degli obiettivi che caratterizzano i curricoli dei diversi ordini, tipi e indirizzi

di studio.

Laccesso ai saperi fondamentali reso possibile e facilitato da atteggiamenti positivi verso

lapprendimento. La motivazione, la curiosit, lattitudine alla collaborazione sono gli aspetti

comportamentali che integrano le conoscenze, valorizzano gli stili cognitivi individuali per la piena

realizzazione della persona, facilitano la possibilit di conoscere le proprie attitudini e potenzialit

anche in funzione orientativa. A riguardo, possono offrire contributi molto importanti - con

riferimento a tutti gli assi culturali - metodologie didattiche capaci di valorizzare lattivit di

laboratorio e lapprendimento centrato sullesperienza.

Lobbligo di istruzione si realizza, a partire dallanno scolastico 2007-2008, in una prima fase di

attuazione, che assume carattere di generale sperimentazione. In questo modo pu svilupparsi un

progressivo e condiviso processo di innovazione, che prevede il coinvolgimento attivo delle

istituzioni scolastiche e delle autonomie territoriali.

A questo fine, linnovazione accompagnata da linee guida e dalla predisposizione di un piano

dintervento, sostenuto dallAgenzia Nazionale per lo Sviluppo dellAutonomia Scolastica e

dallIstitut