IN QUESTO NUMERO€¦ · l’armonia monocromatica del rosso in tutte le sue sfumature. Urbino è...

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Editoriale Virna Lisi: la signora del cinema italiano Urbino: La città ideale Umbria musicale sconosciuta Dante Ferretti: un marchigiano a Hollywood La nostra voce: lettere al Professore Le eccellenze marchigiane Omaggio al genio di Luca Signorelli Il "Sor Clemente": ricordo di A.Talegalli Salute e bellezza: Ma le gambe... Periodico semestrale dell’Associazione Marchigiani e Umbri di Milano e Lombardia - Anno 9° Numero 1 - Maggio 2012 - Sped. abb. postale - Diffusione gratuita Sede Legale: C.so Buenos Aires, 52 - 20124 Milano. • Redazione: Via Stendhal,19 - 20144 Milano • Aut. Trib. Milano n°613 del 28.09.1999 Con il patrocinio delle Regioni Marche e Umbria DI MILANO E LOMBARDIA IN QUESTO NUMERO

Transcript of IN QUESTO NUMERO€¦ · l’armonia monocromatica del rosso in tutte le sue sfumature. Urbino è...

  • • Editoriale

    • Virna Lisi: la signora del cinema italiano

    • Urbino: La città ideale

    • Umbria musicale sconosciuta

    • Dante Ferretti: un marchigiano a Hollywood

    • La nostra voce: lettere al Professore

    • Le eccellenze marchigiane

    • Omaggio al genio di Luca Signorelli

    • Il "Sor Clemente": ricordo di A.Talegalli

    • Salute e bellezza: Ma le gambe...

    Periodico semestrale dell’Associazione Marchigiani e Umbri di Milano e Lombardia - Anno 9° Numero 1 - Maggio 2012 - Sped. abb. postale - Diffusione gratuita

    Sede Legale: C.so Buenos Aires, 52 - 20124 Milano. • Redazione: Via Stendhal,19 - 20144 Milano • Aut. Trib. Milano n°613 del 28.09.1999

    Con il patrocinio delle Regioni Marche e Umbria

    DI MILANO E LOMBARDIA

    IN QUESTO NUMERO

  • di Vanny Terenzi

    Ci eravamo lasciati con gli auguridi Natale: in un attimo siamoquasi in estate e, come sempre,prima delle vacanze, vogliamoraggiungervi con il numero dimaggio del nostro giornale, chequesta volta dedichiamo in granparte ad illustrare e segnalare lemostre, gli eventi, le opportunitàturistiche che ci permettono di co-noscere sempre meglio e in ma-niera più approfondita le nostreregioni di origine. Nelle principalicittà delle Marche e dell'Umbriae in tanti paesini medievali, chene costituiscono il naturale e sug-gestivo scenario, si svolgono du-rante l'estate interessanti eventiculturali, mostre e rievocazioni sto-riche che vale la pena di cono-scere e, se possibile, di visitare. Inparticolare vogliamo segnalarvile due Mostre di grandissimo va-lore culturale allestite nelle Mar-che e in Umbria: "La città ideale"che si terrà ad Urbino e quelladedicata a "Luca Signorelli", chesi svolge in contemporanea a Pe-rugia, Orvieto e Città di Castello.Ci piace inoltre ricordare , come"preziose" manifestazioni minori,il Festival di Preggio e di Cor-ciano, paesi umbri di grande fa-scino, che offrono nel mese di

    la nostra voce

    Editoriale

    agosto una bella occasione pergli amanti della musica. Insomma,vogliamo evidenziare tutte le ec-cellenze delle due regioni, dallacultura all'enogastronomia al turi-smo, per invogliare i nostri lettoria riscoprire i tanti tesori nascostidi queste terre che, nella loro sem-plicità ed autenticità, hanno sa-puto mantenere inalterati i valoridella tradizione, che sempre piùspesso e sapientemente oggi siintrecciano e si coniugano con si-tuazioni di estrema avanguardiain campo economico e tecnolo-gico, frutto della innata capacitàdi lavoro e di sacrificio degli abi-tanti. Non a caso, per la copertina diquesto numero, abbiamo sceltoVirna Lisi, di origini jesine, un per-sonaggio che racchiude a nostroavviso tutte le caratteristiche po-sitive degli abitanti di questa terra:abbiamo voluto raccontare la vitai successi e la storia di un'attriceche, nella sua bellezza e sempli-cità, nel realismo e nella volontàdi portare avanti i suoi progetti diartista coniugati con una visionedella vita autentica e sincera, ri-specchia in pieno le caratteristi-che positive di questa terra.

    DIRETTORE RESPONSABILE: Vanny [email protected]

    REDAZIONE : Luciano Aguzzi, Edda Bartolucci, Anna Maria Broggi, Maria

    Dicorato, Mimma Esposito, Antonello Madau Diaz, Fiorella Morici

    PROPRIETA’: Associazione Marchigiani e Umbri di Milano e Lombardia

    HANNO COLLABORATO: Restituta Castellaccio; Anna Polverari e Pietro Ciacci (foto della neve).

    COMPOSIZIONE e STAMPA: Grafic Art snc 20077 Melegnano (Mi) - [email protected]

    Tutte le collaborazioni sono gratuite Pubblicità non superiore al 45%

    Aut. Trib. di Milano n. 613 del 28/09/1999Sede legale: C.so Buenos Aires,52 – 20124 Milano

    Redazione: Via Stendhal, 19 – 20144 Milano

    Per la pubblicità: 335/[email protected] - [email protected]

    Sito: www.marchigianieumbri.info

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    UNA NEVICATA STORICAEcco alcune foto inviate da nostri soci e lettoriI più anziani raccontano che l'ultima nevicata paragonabile a questadei primi dieci giorni di febbraio fu nel 1956: ma in molti casi il 2012ha superato tutti i record! Pietro Ciacci, nostro socio nonché autoredi due recenti libri di memorie ("La mia storia" , e " Sulle ali dei ricordi"che abbiamo anche recensito) ci ha

    inviato alcune fotodi Urbania, chepubblichiamo di se-guito e ci ha scritto"nessuno degli in-tervistati ricordauna coltre di nevecosì spessa...."Anche da AnnaPolverari, di Arce-

    via, ci sono arrivatefoto straordinarie chepotete ammirare inquesta pagina, cheraccontano come laneve abbia, in certipunti, superato ab-bondantemente i duemetri.Terrazzi e balconisono stati invasi davere dune bianchissime, sui tetti e sui fili elettrici una miriade di sta-lattiti hanno formato fantastici ricami, come da molto tempo non ac-cadeva! "Era da quando avevo 13 anni", scrive la ProfessoressaPolverari, "che non vedevo Piazza Garibaldi con camminamenti così

    angusti, tra duemuri di neve piùalti di una per-sona!

    Purtroppo però, aggiungiamo noi, la copiosa nevicata ha provo-cato - secondo le stime della Regione - ben 770 milioni di euro didanni.

    Urbania

    Urbania

    Arcevia

    P.zza Garibaldi

    Arcevia

    Via G. Marconi

  • 3la nostra voce

    Caro prof. Aguzzi,

    ho letto in una guida turistica cheGubbio, prima che venisse aggre-gata alla provincia di Perugia, fa-

    ceva parte delle Marche. Potrebbecon qualche dettaglio maggiore

    raccontarci quando e come il co-mune di Gubbio è passato all'Um-bria?

    Cordiali salutiS.B.

    Inizia da questo numero la collaborazione con il Prof. Luciano Aguzzi che risponderà allecuriosità di carattere storico e culturale che ci vengono sottoposte dai nostri lettori

    La nostra Associazione da parecchi anni svolge la sua funzione di aggregazione, di promozione e di scambio,

    favorendo la crescita di amicizia e di simpatia tra Marchigiani-Umbri e non.

    Numerose sono le iniziative agevolate alla quali potrai partecipare iscrivendoti e dando il tuo contributo personale;inoltre riceverai regolarmente il nostro nuovo “magazine”.Potrai versare la quota associativa di 50 € direttamente a

    mezzo bonifico bancario sul c/c intestato a:

    Associazione Marchigiani e Umbri di Milano e

    Lombardia

    c/c n° 4495811 presso UnicreditBanca ag. 31IBAN: IT05G0200801631000004495811

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    LETTERE AL PROFESSORE

    Gubbio fra Marche e Umbria

    In senso stretto Gubbio non hamai fatto parte della RegioneMarche, perché il termine di«regione» si cominciò a usaresolo dal 1860 come circoscri-zione territoriale, e dal 1948come ente autonomo previstodall'art. 131 della nuova Costi-tuzione.E’ però vero che Gubbio e il suocontado fecero parte del Du-cato di Urbino dal 1384 al1631, e in seguito, dopo la de-voluzione del Ducato allo StatoPontificio, fecero parte della De-legazione apostolica di Pesaroe Urbino fino al 1860. Salvouna breve parentesi nel 1798

    con la giacobina Repubblica Ro-mana che assegnò Gubbio alDipartimento del Trasimeno.Con la conquista delle Marcheda parte del Regno Sardo,prima ancora della proclama-zione del Regno d'Italia (17marzo 1861) e poco dopo il ple-biscito di annessione delle Mar-che e dell'Umbria (4 novembre1860), con decreto Regio del

    22 dicembre 1860 n. 4495venne istituita la Provincia di Pe-saro e Urbino che però per-dette, rispetto alla consistenzaterritoriale della precedenteDelegazione pontificia, i territoridi Gubbio, Costacciaro, Scheg-gia e Pascelupo che vennero as-segnati alla Provincia di Perugia(che allora comprendeva l'interaUmbria e la Sabina perché solo

    nel 1927 vennero costituite leProvince di Terni e di Rieti, que-st'ultima aggregata al Lazio), e iterritori di Senigallia e del suocontado che vennero assegnatialla Provincia di Ancona, accre-scendo l'importanza di Anconache oltre essere capoluogo dellaprovincia diventò anche capo-luogo della «Circoscrizione ter-ritoriale delle Marche».

    IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVODELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE

    Si sono svolte domenica 4 marzo 2012 le elezioni del nuovoConsiglio Direttivo dell'Associazione che risulta ora così

    composto:

    VANNY TERENZI Presidente

    CARLA STIPA Vice Presidente Marche

    ANTONELLO MADAU DIAZ Vice Presidente Umbria

    ALBERTO MORELLI Segretario

    LINA BURATO Tesoriere

    FIORELLA CIABOCO Consigliere

    MARIA DICORATO Consigliere

    GIANLUCA GIOVINETTI Consigliere

    BIANCA MANDOZZI Consigliere

    FIORELLA MORICI Consigliere

    a tutti un caloroso augurio di buon lavoro!

    Foto da “Gubbio nei luoghi di Don Matteo”

  • Regina del Montefeltro, Urbinosorge su due colli a 485 metrid’altezza sulle valli del Metauro edel Foglia.“Urbino ventosa” la definì il Pa-scoli e al visitatore che vi giunge,la città appare austera, severa,splendida, racchiusa tra le suemura, articolate da una serie dibastioni.Su tutta Urbino domina il PalazzoDucale che sembra inglobare l'in-tera città, tanto da giustificare ladenominazione di ”CITTA’ PA-LAZZO”, che costituisce l’arche-tipo della dimora principescarinascimentale non fortificata. Ilpalazzo èsede del museo Ar-cheologico delle Marche e dellaGalleria Nazionale.La città è divisa dalla conca dipiazza della Repubblica: a Sud-Est sorgono il Duomo e PalazzoDucale, a Nord-Ovest si aprepiazza Roma. Qui il tempo sem-bra essersi fermato al Rinasci-mento: la maggior parte degliedifici risalgono al ‘400 e al ‘500e, sebbene il passar dei secoliabbia lasciato le sue tracce neimonumenti e negli edifici, l’impo-stazione urbanistica si è mante-nuta strettamente rinascimentale.Anche lo sviluppo della cittadinain tempi più moderni ha rispettatoi gusti architettonici originali el’armonia monocromatica delrosso in tutte le sue sfumature.Urbino è uno dei centri urbanisticirinascimentali più significativisotto il profilo storico e artistico:sebbene sia stata abitata findalla preistoria e sia stata muni-cipio nel periodo romano, benpoco è rimasto come testimo-nianza archeologica di quel pe-riodo.

    Urbino attraverso i secoli

    Urbino fu gotica e poi carolingia.Nel 1155 fu assegnate da Fede-rico Barbarossa ai Conti di Mon-tefeltro fino al 1508. Fu FedericoII di Montefeltro a renderla comeoggi la troviamo, invitando acorte uno stuolo di artisti tra i piùimportanti del ‘500: Leon BattistaAlberti, Pisanello, Piero della Fran-

    arte e cultura

    URBINO: LA CITTA’ IDEALE, TRA ARTE E STORIA

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    di Mimma Esposito Dugo

    cesca, Melozzo da Forlì, Paolo Uc-cello e tanti altri ancora. Feceriedificare Palazzo Ducale che di-venne uno dei capolavori del Ri-nascimento Italiano.Il figlio, Guidobaldo, sposò unaGonzaga e mantenne inalterate

    le tradizioni di mecenatismo dellafamiglia. Nasceva ad Urbino Raf-faello e, poco lontano, il Bra-mante. A Guidobaldo successe ilnipote ,Francesco della Rovere, ilquale non tradì le nobili consuetu-dini familiari; nel 1626, però, fuceduta al Papa, da cui fu spogliatadi tutti i suoi tesori artistici.Dopo l’unità d’Italia la città si ri-prese. L’Università, fondata nel1506 si trasferì nel 1882 nel Pa-lazzo Ducale che occupa ancora.

    La Mostra

    Dal 6 Aprile all’8 luglio proprio alPalazzo Ducale di Urbino, monu-mento simbolo del Rinascimento

    italiano, ha luogo la mostra: " UR-BINO, la città ideale, l'utopia delRinascimento a Urbino tra Pierodella Francesca e Raffaello".Questa straordinaria mostra coin-cide con il centenario della Gal-leria Nazionale ( il Museo più

    importante delle Marche), unamostra ambiziosa e piena di ar-monia, dove "contenuto e conteni-tore" si sposano magicamente.Con il dipinto si ripropone il piùgrande mistero del Rinascimento:la meravigliosa tavola di cui ,ancor oggi, rimangono ignoti gliautori, anche se gli architetti cheinventarono il linguaggio rinasci-mentale quali Leon Battista Alberti,Luciano Laurana e Francesco diGiorgio Martini vengono ritenuti ipossibili autori del dipinto urbi-nate da alcuni storici dell’arte,mentre da altri viene confutataquesta tesi. Si tratta di una delleopere più famose al mondo per-

    Da aprile a luglio la Mostra "Urbino la città ideale, l'utopia del Rinascimento a Urbino tra Piero della Francesca eRaffaello", simbolo degli eventi culturali delle Marche sarà ospitata a Palazzo Ducale

    ché racchiude in sé arte, scienzadella prospettiva, Città Ideale,teorie filosofiche,ardite innova-zioni prospettiche ed urbanisti-che."Il proposito dell'evento -hanno spiegato le curatrici Lo-renza Mochi Onori e Vittoria Ga-ribaldi - é dimostrare come latavola dipinta, conosciuta comeCittà Ideale, rappresenti, insiemecon i dipinti gemelli di Berlino eBaltimora, il compendio della ci-viltà rinascimentale fiorita ad Ur-bino e nel Montefeltro, nellaseconda metà del Quattrocento.Il dipinto, nella perfezione dellaveduta prospettica che vi si rap-presenta, é certamente il risultatodi ricerche e speculazioni a tuttocampo, sia sotto il profilo specifi-camente architettonico e ingegne-ristico sia nel campo filosofico,nonché matematico,tanto da farguadagnare alla civiltà urbinatequattrocentesca l'efficace titolo di"capitale del rinascimento mate-matico". La straordinarietà della mostra, édoveroso sottolinearlo, sta anchenella corrispondenza perfetta tralo spazio espositivo e le opere,dove a dominare il percorso ésempre "l'armonia".Accanto all'opera, e alla sua ana-loga impostazione di "cittàideale"conservata nella WaltersAry Gallery di Baltimora, sarannoesposte circa 80 opere fra dipinti,sculture, tarsie lignee, disegni, me-daglie, modelli lignei dei codici mi-niati, che illustrano a tutto campoil felice momento rinascimentalevissuto dalla piccola capitale,stretta tra i monti e le colline delMontefeltro, cerniera fra le terredi Toscana, Umbria, Marche e Ro-magna.

    ITINERARI: Si consiglia unapasseggiata fuori le mura , ungiro del quartiere di San Gio-vanni, che rappresenta il nu-cleo più antico e pittorescodella città medioevale e, natu-ralmente, la visita di tutti i mo-numenti, le Chiese e i palazzipiù importanti.

  • arte e cultura

    I LIBRI DI GIACOMO...

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    Il 29 giugno 2012 verrà inaugurata a Recanati la mostra «Giacomo dei libri. La BibliotecaLeopardi come spazio delle idee», che sarà allestita nell'ex frantoio di Palazzo Leopardi.L'iniziativa sarà il pezzo forte delle celebrazioni del Bicentenario (1812-2012) dell'aperturaal pubblico della biblioteca di Monaldo Leopardi, padre di Giacomo.Monaldo Leopardi (Recanati, 16 agosto 1776 - 30 aprile 1847) è un intellettuale di no-tevole spessore e, ai suoi tempi, conosciuto a livello nazionale. Considerato scrittore rea-zionario perché difensore delle tradizioni e delle dottrine cattoliche, polemizzò contro leidee illuministe e liberali con scritti satirici, brillanti e divertenti, ancora oggi utilmente leg-gibili. Oltre che scrittore e apologista cattolico, Monaldo fu un uomo che oggi diremmo«socialmente impegnato», attivo nella vita pubblica di Recanati di cui fu per diversi annigonfaloniere. Si occupò della costruzione di opere pubbliche (strade, ospedali, illuminazionenotturna), dell'aiuto ai più poveri, dell'introduzione nello Stato della Chiesa della vaccina-zione contro il vaiolo, della promozione dell'istruzione pubblica e delle attività culturali.Proprio in questo contesto egli concepì e attuò il disegno generoso di aprire al pubblicola sua biblioteca privata, ricca di oltre 17.000 volumi (oggi la Biblioteca Leopardi contacirca 22.000 volumi), affinché fosse utile agli studiosi e alle persone colte della cittadinamarchigiana e ai forestieri di passaggio. In quella biblioteca - come è noto - studiò permolti anni anche il giovane Giacomo Leopardi.

    di Luciano Aguzzi

    Dal 29 giugno a Recanati la mostra "Giacomo dei libri. La Biblioteca Leopardi come spazio delle idee"

    LA "TRANSAVANGUARDIA ITALIANA"

    di Luciano Aguzzi

    Fra i cinque protagonisti l'artista marchigiano Enzo Cucchi In mostra a Roma in Piazza San Pietro

    La mostra su «La transavanguar-dia italiana» che si é tenuta -con grande successo - a Pa-lazzo Reale di Milano dal 24novembre 2011 al 22 aprile2012, a cura di Achille BonitoOliva, ha proposto un com-plesso di 81 opere fra dipinti,sculture e disegni dei cinque ar-tisti Sandro Chia, FrancescoClemente, Enzo Cucchi, NicolaDe Maria e Mimmo Paladino.L'avvenimento e il ricco cata-logo (editore Skira) sono, in so-stanza, il riconoscimentodefinitivo, direi quasi istituziona-lizzato e monumentalizzato, diun percorso creativo che, dal1979 a oggi, si è affermato a li-vello internazionale.Fra i cinque, il marchigiano EnzoCucchi si distingue per la ridu-zione all'essenziale della figurae del colore. Cucchi, noto ancheper i suoi atteggiamenti di arti-sta autodidatta e trasgressivo,poeta e scrittore dalla biografiairregolare, che affronta il lavorocreativo come avventura, è natoil 14 novembre 1949 a Morrod'Alba, paese contadino dellaprovincia di Ancona. Nella se-

    conda metà degli anni Settantasoggiorna spesso a Roma, co-mincia a esporre e si dedica al-l'arte come sua attivitàprincipale. Nel 1979 AchilleBonito Oliva lo include nellanuova tendenza artistica lan-ciata a livello internazionalecon il nome di «transavanguar-dia». Negli anni seguenti l'arti-sta marchigiano si affermasempre più in Italia e all'estero,con numerose mostre, diven-tando uno dei più noti esponentidell'arte italiana degli ultimotrent'anni.

    MERAVIGLIE DELLE MARCHE

    Sarà aperta dal 3 maggio al10 giugno la mostra "Mera-viglie delle Marche", allestitanel prestigioso Braccio diCarlo Magno in Piazza SanPietro a Roma. Una straordi-naria rassegna composta daun significativo ed importantenucleo di capolavori dell'arteprovenienti dai Musei dellaRegione Marche: opere diRaffaello, Crivelli, Lotto, Se-bastiano del Piombo, GuidoReni, Guercino, Rubens, Ti-ziano e tanti altri ancora. Ilprogetto nasce dalla volontàdella Regione Marche edella Direzione della Pinaco-teca Comunale di Ancona dioffrire, nel tempo della chiu-sura della pinacoteca anco-netana per importanti lavoridi ristrutturazione, una conti-nuità di fruizione al pubblico,nazionale e internazionale,del patrimonio artistico dellacittà di Ancona e della Re-gione Marche. "Questa mo-stra - ha detto il presidenteSpacca all'inaugurazione - éun'occasione straordinaria

    per far conoscere la RegioneMarche, i suoi beni culturali e lasua tradizione pittorica. Ab-biamo voluto offrire straordinaricapolavori dell'arte alla cono-scenza del pubblico nazionale einternazionale, essendo interna-zionale il luogo che li ospita el'estensione del progetto. Dopoil Vaticano la mostra farà infattitappa a Buenos Aires (5 luglio -30 settembre 2012) e in altrelocalità del Sud America: vo-gliamo far conoscere al mondole straordinarie bellezze culturalidelle Marche anche attraversoquesta mostra"

  • strumenti che l’Università aveva deciso di rinnovare e di

    permettere a tre allievi di studiare l’opera sotto la guida

    degli insegnanti e di venire in Italia per completare la

    loro esperienza.

    Don Francesco, saputa la proposta, fu preso da un tale

    entusiasmo che decise di dirigere lui stesso l’opera e co-

    minciò a studiarla profondamente. L’opera ha riscosso, in

    ogni sua replica, un grande successo. Nei primi giorni di

    agosto 2012 andrà in scena La Boheme di G. Puccini.

    Il Festival di CorcianoL'Umbria é una regione dove le attività culturali impe-

    gnano diverse città per molti periodi dell'anno: ad esem-

    pio - per citare soltanto le più importanti - Spoleto, Todi,

    Assisi, Terni e la stessa Perugia, ma poche persone cono-

    scono quante attività culturali, spesso anche molto impor-

    tanti, vengono programmate e realizzate nelle tante e

    bellissime cittadine medievali che conservano ancora in-

    tatte le loro strutture architettoniche, ambientali e storiche.

    A circa 20 km da Preggio esiste un paese che è divenuto

    molto noto negli ambienti culturali perché da molti anni

    vi si svolge un interessante festival chiamato “Agosto cor-

    cianese”.

    Il sindaco, Nadia Ginetti, persona molto attiva, ha assistito

    ad una rappresentazione della Tosca, e ha proposto una

    collaborazione con il Festival di Preggio per realizzare

    un’opera nel rinnovato Teatro della Filarmonica di Cor-

    ciano. Quale migliore occasione per ripresentare Tosca?

    Gli accordi preliminari sono stati presi e nell’agosto 2012

    verrà eseguita quest’opera che inaugurerà i progetti ope-

    ristici di questo teatro.

    Corciano, con il suo Festival, ha acquistato fama interna-

    zionale: dalla prima edizione del 1950 la manifestazione

    si è progressivamente sviluppata ed offre anche esposi-

    zioni e premi di pittura e scultura, spettacoli teatrali, con-

    certi di musica classica, e tanto altro ancora. Nelle serate

    dedicate ai festeggiamenti, è possibile assaporare pie-

    tanze ispirate al Medioevo ed al Rinascimento, rielabo-

    rate opportunamente da famosi cuochi italiani per il

    Corciano Festival.

    UMBRIA "MUSICALE" SCONOSCIUTA

    6attualità e cultura

    Don Francesco Bastianoni, ap-

    passionato di musica e valente

    organista, è il parroco di Preggio,

    una frazione del comune di Um-

    bertide in provincia di Perugia, un

    borgo di pochissime anime, alle

    pendici del Monte Murlo (613 mt

    s.l.m.) vicino al confine del territo-

    rio del comune di Passignano sul

    Trasimeno. Poco a nord del paese

    si trovano ancora resti di mura,

    etrusche del IV secolo a.C. La lo-

    calità viene indicata con il nome

    di Bellora. Situato in una zona

    ricca di boschi di castagni e di

    querce, il paese è stato sempre

    meta di turisti provenienti da

    ogni parte d’Europa per i quali,

    dal 1994, Don Francesco orga-

    nizzava concerti di musica sacra

    e profana, con noti artisti italiani

    e stranieri. L' evento, che viene

    proposto in estate, con molto suc-

    cesso è giunto alla XVIII edizione.

    Dai concerti all'opera liricaDal 2005 oltre ai concerti di mu-

    sica sacra e da camera, che si

    svolgono presso la chiesa di San

    Francesco di Preggio, in agosto,

    vengono messe in scena anche

    opere liriche, sapientemente in-

    terpretate da cantanti non solo

    italiani, ma provenienti da tutto il

    mondo. Ogni anno é stato un cre-

    scendo di pubblico e di successi,

    grazie anche al "naturale" palco-

    scenico rappresentato dagli

    splendidi scorci proposti dal giar-

    dino parrocchiale.

    Nei primi quattro anni il Festival

    ha proposto alcune delle opere

    più popolari di W. A. Mozart

    (Così fan tutte, Le nozze di Figaro,

    Don Giovanni) e di Verdi, ese-

    guite da bravi cantanti,con un ot-

    timo equilibrio scenico e

    soprattutto musicale, nonché con

    l’accompagnamento di un piano-

    forte e di un clavicembalo. Ebbi

    l’occasione di conoscere Don

    Francesco Bastianoni e di assi-

    stere a qualche spettacolo del Fe-

    stival: ne rimasi ammirato e

    di A. Madau DiazAnche quest'anno, in agosto, si svolgeranno nello scenario incantevole dei

    due paesini medievali, i Festival di Preggio e di Corciano

    quando Don Francesco mi propose di dare

    qualche idea per migliorare la qualità delle

    opere, avendo letto della grande espe-

    rienza nei più importanti teatri del mondo,

    mi sono sentito in dovere, essendo anche

    Umbro, di dare una collaborazione fattiva,

    anche solo per amicizia, e mettere in scena

    un’ opera in termini più professionali. L’opera

    scelta è stata il Don Pasquale di G. Donizetti,

    che si prestava più di altre ad essere rap-

    presentata nel piccolo palcoscenico, alla

    quale seguì, nel 2010, Tosca di G. Puccini.

    La grande "innovazione"Per Tosca la mancanza di un'orchestra,

    anche se ridotta, era problematica, perciò fu

    sostituita da un nuovissimo strumento elettro-

    nico della Società Musicale Yamaha, che po-

    teva riprodurre tutte le sezioni di un'orchestra

    diretta da un maestro.

    In occasione di un mio viaggio in Giappone

    illustrai al Presidente di una importante Uni-

    versità di Tokyo, con la quale avevo collabo-

    rato per molti anni e che aveva istituito una

    scuola per l'insegnamento di questi strumenti,

    l’dea di eseguire l’opera proprio con questi

    stessi strumenti.

    Il progetto lo interessò moltissimo e, vista la

    buona amicizia, nell’intento di aiutare una ini-

    ziativa così interessante, il Presidente ebbe

    l’dea di aiutarci con una donazione di tre

    Corciano

    Panoramica di Preggio

  • 7attualità e cultura

    UN GRANDIOSO OMAGGIO DELLA REGIONE UMBRIA AL GENIO DEL SIGNORELLI

    Era dal lontano 1953 chel'Umbria non dedicava unamostra monografica a Luca Si-gnorelli (Cortona, 1450 -1523) raffinato cultore dellatradizione classica, frequenta-tore dei più raffinati circoli neo-platinici fiorentini al tempo diLorenzo il Magnifico: con que-sto grande evento che pro-pone oltre 100 opere (di cuiben 66 dell'artista), sicura-mente viene messo nella giu-sta evidenza il genio delmaestro cortonese che siformò ad Arezzo (come riferi-sce il Vasari) alla scuola delgrande Piero della Francesca .

    Il percorso a Perugia, GalleriaNazionale

    Non a caso il percorso espo-sitivo perugino, che inizia nellaGalleria Nazionale , si aprecon la Madonna di Senigallia,il capolavoro della maturitàdel genio di San Sepolcrogentilmente concesso dallaGalleria Nazionale delleMarche e recentemente re-staurato: una testimonianza diquanto l'influenza di Pieroabbia contato nella forma-zione del giovane artista; e asuffragare questa tesi la mo-stra allinea anche le tre fa-mose madonne giovanili (diBoston, di Oxford e Venezia)del Signorelli, mai esposte " incontemporanea". Dopo il1470 é databile l'incontro, aFirenze, con il Verrocchio, lacui arte influenzò molti degliartisti di quel periodo, in primisil Perugino. Ecco allora il ca-polavoro giovanile del Signo-relli, la Pala di Sant'Onofrio,nella quale raggiunge una in-credibile potenza espressiva,sicuramente tra le opere piùconsiderevoli del rinascimento

    di V. Terenzi

    Dal 21 aprile al 26 agosto si terrà nelle sedi di Perugia, Orvieto e Città di Castello un articolato

    progetto espositivo dedicato a Luca Signorelli, un grande maestro del Rinascimento Italiano.

    italiano insieme con la SacraFamiglia Pallavicini e il Tondodi Monaco (tutte presenti nellaGalleria Nazionale di Peru-gia). La rassegna perugina siconclude poi con una sezioneparticolarmente importanteper capire quanto la proget-tazione grafica sia stata fonda-mentale per l'arte delSignorelli: una selezione di di-segni provenienti dai più im-portanti musei europei.

    La mostra evento a Orvieto eCittà di Castello

    Ad Orvieto, nel Duomo, LucaSignorelli lavorò all'incirca trail 1499 e il 1504, affrescandoil ciclo monumentale del Giudi-zio Universale nella Cappelladi San Brizio, con la rappre-sentazione del Finimondo, del-

    l'Inferno e del Paradiso, che rappresentò una formidabile fontedi ispirazione per il grande Michelangelo. Luca aveva portatoa termine il lavoro iniziato cinquant'anni prima dal Beato Ange-lico e aveva raggiunto, in quel frangente, forse il sommo dellasua arte oltre che di quella rinascimentale. Nel Museo del-l'Opera del Duomo, poi, é possibile ammirare la tavola raffigu-rante Santa Maria Maddalena, ed assistere ai lavori sulla Paladi Paciano, opera attribuita a Signorelli e collaboratori, nel can-tiere di restauro aperto ai visitatori .Per il terzo sito della mostra,Città di Castello, i curatori Fabio de Chirico, Vittoria Garibaldi,Tom Henry e Francesco Federico Mancini, hanno scelto di nonspostare i dipinti del maestro di Cortona dalla Pinacoteca Co-munale, ospitata nell'imponente Palazzo Vitelli alla Cannonieraed hanno invece incrementato l'esposizione con altre opere pro-venienti da collezioni di numerosi paesi. Accanto alle operedella Pinacoteca (il Martirio di San Sebastiano, il Gonfalone diSan Giovanni Battista e la Pala di Santa Cecilia) sono espostialtri dieci dipinti come il Tondo della Galleria Comunale di Pratoe una Presentazione al Tempio di collezione privata. In linea ge-nerale tutte opere degli ultimi anni della lunga carriera dell'ar-tista, quando lavoravano con lui parecchi collaboratori nellafamosa bottega, ai quali l'artista lasciava ampi spazi di autono-mia, ma senza mai trascurare gli indirizzi generali e la fornituradi disegni, spunti e idee compositive.

    Gli allestimenti ecologici

    Occorre evidenziare anche una validissima particolarità di que-sta mostra, estremamente innovativa: per la prima volta, infatti,nell'ambito di eventi di questo genere, gli allestimenti sono eco-sostenibili, realizzati con materiali riciclabili, lampade a led eteli fotovoltaici che producono quasi tutta l'energia necessariaalla mostra stessa, allineata così alle politiche economiche dellaRegione, particolarmente sensibile al problema. La mostra, cosìarticolata e complessa, può inoltre essere più facilmente fruibileattraverso nuove applicazioni, compatibili con i sistemi Applee Android, oltre che smartphone e tablet.

  • VIRNA LISI: LA SIGNORA DEL CINEMA ITALIANO

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    "Una donna che ha saputo coniugare stile, eleganza, intelligenza e talento, diventando un modello per tante attrici della nuova generazione, ma anche per tante donne".

    La sua storia cinematografica

    Con questa motivazione il regista Gianni Amelio ha consegnato a Virna Lisi il 30 marzo

    2012, nel corso del BIF&ST Festival di Bari, il premio "Fellini 8 e 1/2" e l'attrice marchi-

    giana ha letteralmente stregato il pubblico del Teatro Petruzzelli con il suo fascino, il

    proverbiale sorriso, la modestia e nel contempo la regalità del suo portamento. Quan-

    d'era giovane é stata, ad unanime giudizio di critica e di pubblico, una delle donne più

    belle mai apparse sullo schermo, Ma anche oggi, a 75 anni, nonna di tre nipoti, l'attrice

    marchigiana, nata ad Ancona l'8 settembre 1936 da famiglia tutta jesina, mantiene

    inalterato il suo fascino, che accompagna un'evoluzione straordinaria in termini di bravura

    e di consapevolezza del suo ruolo di attrice. "Sono sempre stata orgogliosa di essere

    un'artista - ha detto di recente - ma anche una casalinga, una moglie, una madre e ora

    anche una nonna!": e queste parole sembrano racchiudere tutta la filosofia di una vita

    che ha condotto nel rispetto dei valori più tradizionali e sinceri: la famiglia, il lavoro, gli

    affetti, senza trascurare la "carriera", alla quale però non ha mai voluto sacrificare la

    vita privata e i sentimenti più intimi.

    Poteva diventare la "nuova Marilyn" poiché gli americani vedevano in lei la naturale

    erede della sexy bomba hollywoodiana (e Frank Sinatra se ne era innamorato pazza-

    mente ), ma Virna non ci sta a farsi relegare nel ruolo della bionda svampita e rinuncia

    anche a film di grande successo come Barbarella, il cui ruolo di protagonista sarà poi

    assegnato a Jane Fonda e alla parte della Bond-Girl, a fianco di Sean Connery, nel

    film "Agente 007 Dalla Russia con amore". Al ritorno in Italia, dopo la parentesi di lavoro

    in America, rivolge alla famiglia (il marito Franco Pesci sposato il 25 aprile del 1960

    e al figlio Corrado, nato due anni dopo) il suo impegno più attento e ricomincia poi gra-

    dualmente a interpretare ruoli più maturi ed impegnativi rispetto a quelli degli inizi della

    sua carriera: ecco allora alla fine degli anni settanta film d'autore quali “Al di là del

    bene e del male” di Liliana Cavani, “Ernesto” di Salvatore Samperi o ” La cicala” di Al-

    berto Lattuada, fino a quel “Sapore di mare” di Carlo Vanzina campione d'incassi e ca-

    postipite di una certa commedia all'italiana. Insomma, un' attrice in grado di interpretare

    ruoli drammatici e complessi (come ad esempio nel film della Cavani) o commedie brillanti

    e divertenti. "Sono stata riscoperta per tutta la vita - ha detto in più occasioni Virna - ad

    ogni film che facevo mi riscoprivano...". Dopo gli inizi cinematografici negli anni '50 con

    tanti film, anche a fianco di grandi come Totò, interpreta nel 1956 “La donna del giorno”

    di Francesco Maselli, forse la sua prima importante prova di attrice. Ma dobbiamo ar-

    rivare al 1966 per vederla tra i protagonisti di “Signore & Signori” del grande Pietro

    Germi, al fianco di Gastone Moschin, nel personaggio di Milena: forse il film che l'attrice

    ha amato di più tra tutti quelli interpretati. Ma i grandi riconoscimenti e i premi per le

    sue interpretazioni cinematografiche cominceranno ad arrivare tutti da poco prima

    degli anni '80: dal Nastro d'argento vinto nel 1978 come migliore attrice non prota-

    gonista per “Al di là del bene e del male” a quello come migliore attrice protagonista

    per “La cicala” nel 1980. Da allora l'attrice mar-

    chigiana ha vinto, in oltre mezzo secolo di car-

    riera e di successi , sei nastri d'Argento, quattro

    David di Donatello, la Palma d'Oro e il Cèsar in

    Francia, entrambi per "La Regina Margot" e nel

    settembre del 2011 é anche arrivato il prestigioso

    Premio "Pietro Bianchi" del Sindacato nazionale

    giornalisti cinematografici italiani, promosso ogni

    anno a Venezia in collaborazione con la Mostra

    del cinema. Premio prestigiosissimo, consegnato

    ai più grandi maestri del cinema internazionale;

    Virna Lisi é stata la quarta attrice italiana a rice-

    verlo, dopo Sordi, Manfredi e la Loren.

    La "carriera" televisivaNegli anni sessanta, quando la televisione entraprepotentemente nelle case degli italiani con "sce-neggiati" tratti dai grandi romanzi ottocenteschi,seguiti da milioni di persone attratte dal nuovomezzo di comunicazione l'attrice recita in Orgo-glio e pregiudizio, Una tragedia americana, LaContessa di Castiglione, e tanti altri ancora, otte-nendo un successo ed una popolarità eccezionali,tanto che il suo "proverbiale" sorriso fu sfruttatoper anni da una nota casa produttrice di dentifrici

  • VIRNA LISI: LA SIGNORA DEL CINEMA ITALIANO

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    "Una donna che ha saputo coniugare stile, eleganza, intelligenza e talento, diventando un modello per tante attrici della nuova generazione, ma anche per tante donne".

    con la celebre frase" con quella bocca può direciò che vuole!". La sua figura ha sempre con-quistato l'approvazione di uomini e donne, chevedevano in lei non solo l'attrice brava e bel-lissima, ma anche una donna vera e "pulita", unesempio di come si potesse attraversare ilmondo dello spettacolo mantenendo fede aipropri principi. Ancora oggi, anzi soprattuttooggi, la televisione rappresenta la gran partedel suo lavoro di attrice, con fiction (come si de-finiscono oggi...) di ogni genere, in cui interpretaruoli spesso diversissimi, dalla perfida suora di-rettrice di un collegio a fianco di Sabrina Ferilli,

    alla dolce Caterina con le sue numerose figlie, fino alla"Donna che ritorna", nel difficile ruolo di una signora"senza passato e senza identità", l'ultimo suo grande suc-cesso televisivo. "Trovare nel cinema ruoli per una donna della mia etànon é oggi molto facile - ha detto l'attrice in una sua re-cente intervista alla televisione - mentre lo sceneggiatotelevisivo mi offre opportunità diverse e interessanti" e inpiù, aggiungiamo noi, la possibilità di far conoscere an-cora di più al grande pubblico le sue doti di attrice.

    Virna , la famiglia,le sue origini"Lavorerò fin quando potrò trovareruoli in grado di dare grandi soddi-sfazioni, ma se così non fosse possoanche smettere di recitare, dopooltre 55 anni di carriera, senzaalcun rimpianto...ho tanti affetti im-portanti intorno a me..." Certamentesono parole vere queste che l'attrice

    ha pronunciato più volte, che confermano come la famiglia sia stata per lei la cosa piùimportante di tutte nella sua vita. A maggior ragione oggi, che é circondata dall'affettodei suoi tre nipoti (Riccardo, Franco e Federico) per i quali é una nonna attenta e pre-murosa, sempre affettuosissima. Ma quali sono oggi i rapporti dell'attrice con le Marche,la terra delle sue origini, quelle Marche che le hanno dato i natali anche se ha dovutoallontanarsene ancora giovanissima? In una recente intervista della giornalista ChiaraGiacobelli per il magazine "Primapagina" su quale fosse ancora il suo legame con leMarche , l'attrice ha risposto "La mia terra é sempre la mia terra. Mi sento molto legataalle Marche. Io sono nata ad Ancona, mentre tutta la mia famiglia, i Pieralisi, é jesina.Ormai i miei ritorni, tra un impegno e l'altro, si sono ridotti, ma non per questo il mioaffetto per le Marche é diminuito, anzi, le porto sempre nel cuore! Soprattutto le amoper il fatto di essere una terra di gente seria, solida, lavoratrice...insomma é la miaterra!"

    David di Donatello:

    IL Palmarès di Virna Lisi

    Migliore attrice protagonista per "la Cicala" (1980)

    Migliore attrice non protagonista per "Sapore di mare" (1983

    Premio speciale per il prestigio della sua carriera (1996)

    Premio alla carriera (2009)

    Nastri d’argento Miglior attrice non protagonista, per "Al di là del bene e del male" (1978)Miglior attrice non protagonista, per "Sapore di mare" (1983)

    Miglior attrice non protagonista, per "La Regina Margot" (1995

    Miglior attrice protagonista, per "Va' dove ti porta il cuore" (1997)

    Miglior attrice non protagonista, per "Il più bel giorno della mia vita" (2002)

    Palma d'Oro: Miglior attrice per "La Regina Margot" (1994)

    Premio César: Miglior attrice non protagonista, per "La Regina Margot" (1995)

    Premio Bianchi: Alla carriera (2011)

    Premio Fellini 8 e 1/2: Alla carriera (2012)

  • Dante Ferretti ama immensamente anche l'opera lirica e hacollaborato - e collabora, ovviamente - con tutti i maggioriteatri del mondo, a cominciare dal Teatro alla Scala di Mi-lano al Regio di Torino, dall'Opera di Parigi al Royal OperaHouse di Londra fino, ovviamente, al Metropolitan Opera diNew York, considerato che per la maggior parte dell'anno

    vive negli Stati Uniti. Si é cimentato anche nella regia teatrale e lo ha fattoproprio nella sua città natale, Macerata, che vanta il famoso Sferisterio,con l'opera Carmen di Georges Bizet, attualizzata e ambientata nellaSpagna franchista degli anni trenta. Tra le tante sue altre collaborazionié da citare anche la partecipazione, insieme con un pool di architetti, allanuova sistemazione del Museo Egizio di Torino .

    personaggi10

    Non é da tutti vincere tre Oscar, ilprestigioso Academy Award, digran lunga il più ambito e più fa-moso premio cinematografico. Ep-pure Dante Ferretti, scenografomarchigiano, ci é riuscito, comple-tando proprio quest'anno la "ter-zina" vincente, con la conquistadella mitica statuetta per il filmHugo Cabret, regia di Martin Scor-sese. E per uno strano gioco deldestino é stato premiato la nottedel 26 febbraio, vale a dire proprioil giorno del suo sessantanovesimocompleanno. Dante Ferretti é natoinfatti a Macerata il 26 febbraio1943 e fin da ragazzino sognavadi lavorare per il cinema come sce-nografo: desiderio puntualmenterealizzato dopo avere studiato al-l'Accademia di Belle Arti ed essersilaureato in Architettura.

    A Roma cominciò subito a lavorarecon i più grandi registi italiani: a 21anni partecipa alla realizzazionede "Il Vangelo secondo Matteo" diPier Paolo Pasolini, con il qualecontinua a collaborare in "Uccel-lacci e Uccellini", "Edipo Re" e"Medea": con questo film realizzala sua prima scenografia. Colla-bora poi con altri importanti bigdel cinema italiano da Luigi Co-mencini, a Elio Petri ed EttoreScola, da Liliana Cavani, fino algrande Federico Fellini, curando lascenografia per molti dei suoi film,tra cui "La città delle donne" , "Gin-ger e Fred" e "La voce della luna".Proprio sul set de "La città delledonne" conobbe Martin Scorsese,grande estimatore di Fellini, con ilquale cominciò a collaborare cu-rando la scenografia del magnifico

    Emozione e orgoglio nella notte degli Oscar per la vittoria dello scenografo maceratese.

    DANTE FERRETTI: UN MARCHIGIANO A HOLLYWOOD

    Da Fellini a Scorsese: verso l'internazionalità

    film "L'età dell'innocenza", che glivalse la sua terza candidatura al-l'Oscar ; con lui Ferretti ha realiz-zato ben otto film e del suoscenografo preferito Scorsese dice"Ferretti viene da una tradizioneche gli permette di fondere unagrande immaginazione con l'atten-zione per i dettagli d'epoca..e sonoproprio quei dettagli a fare dacommento al tema dei film..." Rico-nosciuto ormai come uno dei piùgrandi, se non il più grande, tra gliscenografi viventi, Ferretti vivequasi stabilmente in America, dovelavora insieme alla moglie France-sca Lo Schiavo per i più grandi re-gisti del cinema internazionale: unsuo cruccio é proprio quello di nonpoter lavorare a Roma, dove laproduzione cinematografica épiuttosto lontana dalle caratteristi-che della sua arte. Ma l'Italia ésempre nel suo cuore, come dimo-strano anche le parole pronunciateda Francesca al momento di rice-vere la prestigiosa statuetta: "This isfor Martin and for Italy" e questadedica all'Italia ha avuto unagrande eco internazionale, contri-buendo a sottolineare le radici ita-liane e marchigiane del grande

    " La tripletta degli Oscar" :

    HUGO CABRET (2012, Martin Scorsese)

    SWEENEY TODD - Il diabolico barbiere di Fleet Street

    (2008, Tim Burton)

    THE AVIATOR (2005, Martin Scorsese)

    L'attività in Teatro

    La "marchigianità" di Ferrettiil Governatore Spacca ha inviato al grande artista un messaggio dicongratulazioni nell'immediatezza della vittoria :" Con lui, sul palco degliAcademy Awards, - ha detto il Presidente- c'erano idealmente l'Italia etutte le Marche, che con fierezza si riconoscono in questo straordinariopersonaggio" il quale, possiamo aggiungere, é un grande testimone delcoraggio,dell'umiltà e della forza della sua terra di origine. Lavorando aHugo Cabret, a questa fantastica storia di un giovanissimo che caricagli orologi della stazione di Parigi, ma soprattutto leggendo il libro dacui il film é tratto, Ferretti ha raccontato di avere rivissuto alcuni episodidella sua infanzia quando, a Macerata, da ragazzino, accompagnavail figlio dell'artigiano che si occupava di caricare l'orologio di piazzadella Libertà su su per delle scalette strette e ripide, fino al punto piùalto dove si trovavano le campane...Ferretti non ha dimenticato le sueradici e pur nella sua fama di artista internazionale, incarna ancoral'esempio della tradizionale , solida ed essenziale laboriosità marchi-giana, che si accompagna alla sua straordinaria tempra di artista.

    scenografo. Comunque, tra i tanti premi ottenuti, spiccanodue importanti onorificenze che gli sono state attribuitedalla Repubblica Italiana: il 3 maggio del 2005 é statoinfatti insignito del titolo di Commendatore Ordine al me-rito della Repubblica Italiana e il 17 maggio, sempre dellostesso anno, gli viene assegnata la Medaglia d'oro ai be-nemeriti della cultura e dell'arte.

  • personaggi11

    IL SOR CLEMENTE

    Avevo 22 anni e studiavo teatroe regia a Firenze quando colpì lamia attenzione un personaggioumbro che usava un dialetto moltoparticolare, non propriamenteumbro ma con cadenza dialettalee con parole che, pur molto vicineal dialetto, risultavano ben com-prensibili a chi umbro non era.Lo sentii alla radio che imperso-nava un simpatico personaggio: ilsor Clemente, raccontando fatti divita quotidiana nei quali ci ricono-scevano un po’ tutti. Mi colpì lasua capacità di comunicazione ela semplicità di linguaggio con laquale affrontava temi importantidella vita quotidiana Era dive-nuto, per me, un appuntamentocostante. Il personaggio in que-stione era Alberto Talegalli chenegli anni '50 e '60 divenne perla sua garbata satira un perso-naggio conteso dalla Rai, dallanascente televisione e dal ci-nema.

    Umorista e PoetaAlberto Talegalli era nato il 2 ot-tobre 1913 a Spoleto, anzi permeglio dire a Pincano, un pae-setto sulle montagne spoletine a705 metri sul livello del mare e ad8 km circa dalla città. Figlio di ar-tigiani, dopo essersi diplomato alliceo scientifico frequentò unascuola di recitazione lavorandoper un certo periodo come im-piegato di banca. Iniziò dunquemolto presto a lavorare, trasfe-

    rendosi frequente-mente a Terni ,anche se la suavera passione erae restava il teatro. Era umorista epoeta, si impose algrande pubblico,grazie a una seriedi sketch comicitrasmessi allaradio, nel pro-gramma " Rosso enero" di Corrado,nel quale interpre-tava, appunto, ilsuo personaggio, ilSor Clemente: uncampagnolo che,arricchitosi graziea un'eredità, va avivere nell'elegante quartiere ro-mano dei Parioli, a contatto conl'alta società. Tiranneggiato dauna moglie gelosa e autoritaria, ilSor Clemente trova complicitànello Zio Angelino (interpretato alcinema dall'attore abruzzese Vir-gilio Riento) con il quale architettastratagemmi per divertirsi di na-scosto delle rispettive mogli: manon sempre , o quasi mai, questivanno a buon fine. La sua bona-ria, ma efficacissima comicità, erabasata su una irresistibile calataspoletina, e su trovate sempre ge-niali e genuine. Il suo umorismo,non grottesco ed impegnato, maumano e semplice, sottile e spon-taneo, rivelava vivacità d’ingegno

    ed una rapida e felice intuizionedelle situazioni, che brillante-mente esaltava nel suo dialogo,nel quale sapeva trasfondere lecaratteristiche genuine dellagente spoletina. Ecco perché lasua verve divertiva sempre.

    Il lavoro nel cinemaAlberto Talegalli esordì al cinemanel 1952 con una parte nel "Pro-cesso di Frine", episodio del film"Altri tempi" diretto da AlessandroBlasetti. Nel 1954 ripropose ilfortunato personaggio del SorClemente in due film diretti daCamillo Mastrocinque, "CaféChantant" e "Le vacanze del SorClemente": il personaggio da lui

    Un affettuoso ricordo dell'attore spoletino Alberto Talegalli

    di Antonello Madau Diaz

    creato, però, si confaceva mag-giormente - a mio parere - almezzo televisivo, attraverso ilquale entrava nelle case degliitaliani quasi come "un amico" difamiglia che diceva, con lucida in-genuità, cose spesso assai pro-fonde. Successivamente preseparte ad altri numerosi film: la suacarriera cinematografica fu infattimolto corposa, anche se quasimai da personaggio protagonista.Vorrei ricordare, tra i tanti titoli,"Chi si ferma é perduto" di SergioCorbucci, "La domenica dellabuona gente" di Anton Giulio Ma-iano (a quel tempo regista anchedi sceneggiati televisivi di grandesuccesso), e parecchi altri ancora,tra cui l'ultimo (nel 1961, annodella morte), per la regia di DinoRisi, intitolato "A porte chiuse".Con la sua satira garbata ebbemodo di dire molte cose e forse lemigliori doveva ancora dirle, maun tragico incidente automobili-stico, nei pressi di Fossato di Vico,fermò definitivamente la sua venaall’età di 48 anni, il 10 luglio 1961. Oggi questo tipo di umorismo stalentamente scomparendo, sosti-tuito da un umorismo spessozeppo di volgarità: ma è bello ri-cordare come eravamo.

    ULTIME NOTIZIE: LA DIRETTISSIMA ANCONA

    PERUGIA

    E' stato recentemente formalizzato l'accordo (firmato da tutti isoggetti interessati) per il completamento del raddoppio dellaStatale 76, la direttissima Ancona-Perugia, che dovrebbe ren-dere molto più agevole il collegamento fra i due capoluoghi diregione. Il cronoprogramma prevede l'apertura al traffico deltratto Serra San Quirico - Albacina entro settembre 2014 e ilcompletamento dei lavori sul tratto Cancelli-Fossato di Vicoentro marzo 2015. Il Presidente Spacca si é fatto portavoceper una immediata accelerazione dei lavori e la Regione haassicurato la facilitazione massima nella concessione delle au-torizzazioni necessarie da parte degli enti locali interessati

    Un importante progetto per avvicinare, daun punto di vista viabilistico, le due Regioni.

    UN FESTIVAL SPECIALE DEDICATO ALLA PORCHETTANel suggestivo borgo umbro di San Terenziano, in provincia di Peru-gia, si terrà dal 18 al 20 maggio "Porchettiamo", il festival delle por-chette d'Italia, uno straordinario momento di valorizzazione econfronto delle diverse produzioni di porchetta a livello nazionale.L'obiettivo é quello di far conoscere soprattutto le porchette del Cen-tro Italia (Abruzzo, Lazio, Toscana, Marche, Umbria), stimolando unariflessione sul valore storico e antropologico della produzione dellaporchetta e della lavorazione del maiale in genere. Un modo inte-ressante e divertente per scoprire o riscoprire il nostro passato,quando attorno al maiale e alla sua macellazione ruotava la vitadei contadini: sarà possibile rivivere. infatti, la suggestiva cotturadella porchetta a fuoco vivo, eseguita dagli abitanti di Grutti (pae-sino a pochi chilometri da San Terenziano) in abiti medievali, unavera e propria rievocazione della storia della porchetta. E, da noncredere, dedicata alla storia del maiale ci sarà anche un'area espo-sitiva, con un richiamo al design "tutto in rosa"!

  • LE ECCELLENZE MARCHIGIANE

    attualità sociale12

    IL "DISTRETTO MARCHIGIANODELLA CALZATURA"

    Il Micam Shoe 2012 di Milano haevidenziato, ancora una volta,l'importanza del distretto marchi-giano della calzatura, quel territo-rio che comprende i paesi diMontegranaro, Monte S. Pietran-geli, Monte Urano, Torre S. Patrizio,S. Elpidio a Mare e Porto S. Elpidio,dove si producono le firme più fa-mose. Ebbene, nel periodo gen-naio - settembre 2011, il distrettoha fatto registrare nelle esporta-zioni aumenti a due cifre rispettoall'anno precedente: +24% laquota relativa ai paesi del Bric(Brasile, Russia, India e Cina) ,+20% quella riferita agli EmiratiArabi Uniti e ancora +24% per ipaesi dell'America centro-meridio-nale. Un risultato così brillante pre-

    mia soprattutto la capacità degliimprenditori marchigiani di inno-vare un prodotto con eccezionalecreatività, soprattutto sulle fascemedio alte e top di gamma e lacapacità di interpretare il mercatoglobale, oltre che scelta accuratadelle materie prime unita alla sa-piente congiunzione tra tecnicheantiche e strategie innovative diestrema originalità e stile.

    L'ENOGASTRONOMIA

    Forse in pochi sanno che il Verdic-chi, eletto "Vino bianco dell'anno2011" é il terzo vino bianco piùvenduto al mondo e che grande éla varietà di vini prodotti nella re-gione: 15 vini DOC, 5 vini DOCG

    e 1 vino IGT. L'export regionale écresciuto più del doppio rispettoalla media nazionale: con 45,7 mi-lioni di euro in valore, i vini marchi-giani hanno infatti registrato unincremento del 10% sul 2010 (datiColdiretti), contro una media ita-liana di un +4,2% (dati Assoeno-logi). Senza contare i vini dellatradizione contadina delle zone in-terne: dal Vin Cotto, diffuso nel suddella regione, che nasce dalla bol-litura di succo d'uva, al Vino di Vi-sciole, bevanda aromatizzata abase di vino e visciole, prodottocon ciliegia selvatica collinare emontana che viene fatta fermen-tare insieme al vino rosso locale.Un successo secolare, che non sipuò dimenticare, é quello vantatodall'anisetta, che nasce nel 1870ad Ascoli Piceno grazie a Silvio

    Meletti, dopo la messa apunto di un processoproduttivo che ne fa unliquore - ancora oggi -unico nel suo genere eparticolarmente legatoal territorio: infatti lapianta di anice (Pimpi-nella Anisum) da cui de-rivano i semi utilizzatinella distillazione del li-quore viene coltivata inparticolar modo nellecolline marchigiane, perlo più su terreni argillosi.Dopo un lungo procedi-mento che prevede lamiscelazione, l'invecchia-mento in grandi botti di

    acciaio per almeno sei mesi e lafiltrazione "a caduta" l'anisetta é fi-nalmente pronta per essere imbot-tigliata! Sempre dalla distillazionedei semi di anice (il cosiddetto ani-ciato) derivano anche l'Anice ed ilMistrà (da Misithra città bizan-tina), altri famosi liquori tipici mar-chigiani che vengono utilizzatisoprattutto per la "correzione" delcaffè e risalgono ad antiche abi-tudini popolari. I liquori all'anicesono ormai prodotti affermati sulmercato nazionale e internazio-nale.

    I PRODOTTI A "MARCHIO QM"

    Importante é anche sottolineareche la regione Marche certifica la

    qualità dei prodotti della sua agri-coltura con il Marchio QM (Qua-lità Marche), un modo pervalorizzare anche i prodotti dellaterra , con il recupero dei sani va-lori della tradizione e per esaltareanche il duro lavoro degli agricol-tori. Tra i più "preziosi" fra i prodottidel territorio marchigiano é daannoverare senz'altro il miele, co-dificato in tutte le fasi della produ-zione, a partire dalla raccolta finoal confezionamento e alla etichet-tatura: una precisa garanzia peril consumatore finale, di sicuro unsistema efficace che permette re-almente di conoscere la tracciabi-lità del prodotto. Il miele é usatonelle Marche fin dall'antichità,quando veniva "prodotto" nell'ar-nia marchigiana, oggi sostituita daimoderni strumenti d'allevamento.Si deve proprio alle coltivazionipraticate nelle colline marchigiane,con leguminose foraggere, erbamedica e lupinella il fatto che esseforniscono alle api grandi quantitàdi nettare. La produzione varia daiMillefiori (legato alla stagionalità,per cui può cambiare aroma egusto ogni stagione), al miele mo-noflora, in particolare al miele dimelata, ricavato in gran parte damelate di quercia, e ricco di mine-rali e di potassio. Già nell'antichitàsi abbinava il miele marchigiano,riscaldato, al formaggio di fossa equest'uso é oggi di "gran moda"!

    IL BIOLOGICO

    Ma anche nell'ambito della produ-zione biologica le Marche go-dono di un'ottima reputazione ebiologico significa massima curaper la qualità della vita, rispettodell'ambiente e della salute del

    Agenzia di vendita di pitture anticorrosive speciali, per i marchiJOTUN e TI.PI.CI.

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    consumatore. La vocazione biolo-gica marchigiana é legata sia al-l'ambiente, sia al pedoclima, allatradizione ed al costante rispettoper la natura. Non a caso qualitàe tecniche produttive dei prodottitipici sono spesso le stesse di quelledefinite biologiche: un esempio diconnubio tra tipico e biologico érappresentato dalla cicerchia, unlegume da sempre presente nellatradizione della regione che di re-cente é stato oggetto di una verae propria riscoperta, assai ap-prezzato dai consumatori più at-tenti e sensibili. Non dobbiamodimenticare, inoltre, la produzionedi farro ed orzo biologico, con ilquale si ricava una birra artigia-nale di altissima qualità.

  • attualità e cultura13

    TRA STORIA E LEGGENDA....I CELTI NELLE MARCHE Intorno al IV secolo a.C. alcunetribù celtiche, popolazione indo-europea che nel IV secolo siestendeva dalle Isole Britannicheal Danubio, varcarono le Alpi eraggiunsero i territori dell'Italiacentro-settentrionale. Nel 390a.C. una di queste tribù, i GalliSenoni, fondò Sena Gallica, oggiSenigallia, che diventò la capi-tale dell'impero. Le conoscenzearcheologiche sui Galli ci ven-gono attraverso le necropoli diTrivio di Serra S. Quirico, SantoStefano e Montefortino di Arce-via, dove, tra il 1894 e il 1899furono fatti gli scavi, che attesta-rono che la necropoli fu usataper un lungo periodo (IV-II secoloa.C.). Uno degli elementi di mag-gior prestigio della necropoli ècostituito dagli elmi in bronzo e inferro: l'elmo “tipo Montefortino”faceva parte degli apparati di-

    I miti che si intrecciano e si contraddicono sulla Sibilla Marchigiana ele sue Fate hanno reso famosi i Monti Sibillini che da Lei prendono ilnome. Questi, che si ergono in provincia di Ascoli Piceno tra le Marchee l’Umbria, secondo una leggenda popolare accolgono la famosagrotta della Sibilla, la maga condannata a vivere nelle tenebre peressersi ribellata a Dio. Per alcuni fata buona, per altri strega, per altriancora sarebbe la Sibilla Cumana esiliata dalla Campania: secondola leggenda, attirava nel suo antro con la sua bellezza e le sue arti se-duttive i cavalieri erranti. La grotta è stata descritta come un enorme salone quadrato. Molti nehanno tentato l’esplorazione, ma in occasione dell'ennesima spedizione,nel vano tentativo di facilitarne l’accesso allargandolo con l’esplosivo,crollò la volta, sigillando per sempre i misteri della Sibilla Marchigiana.Sulla leggenda della Sibilla appenninica nasce in Germania, alla finedel 1300, un’altra leggenda legata al nome del nobile cavaliere Tannhauser.

    L’uomo incontra laSibilla sul monteomonimo, appel-lato Venusberg(monte di Venere),ne viene amma-liato e trascorre unintero anno tra lesue braccia. Si re-cherà poi a Romaper avere l’assolu-zione dei suoi pec-cati dal PapaUrbano IV, senza

    fensivi dei Celti ed ebbe larghis-sima diffusione nell'area nord ecentro-italica. Esso è anche l'elmod'ordinanza delle fanterie ro-mane e da esso si originano glielmi degli eserciti imperiali ro-mani.Le ricche tombe documentano unvivere evoluto e raffinato: i Celti,infatti, vennero a contatto con laciviltà etrusco-italica con la qualesi assimilarono. Gli oggetti rinve-nuti nelle tombe erano di prove-nienza etrusca e greca e sitrovano nel Museo Archeologicodi Ancona.Nel 295 a.C. presso Sentinum(oggi Sassoferrato) si svolse labattaglia tra Romani e Galli, con-clusasi con la vittoria dell'esercitoromano e Sena Gallica fu laprima colonia transappenninica. Tutto il territorio dei Celti venneannesso alla Repubblica Romana

    di Anna Maria Broggi

    col nome di “Acer Gallicus”.Oltre a Senigallia, altre cittàmarchigiane ricordano il passag-gio di questa popolazione: adesempio Pesaro dove, dopo ilsacco di Roma da parte deiGalli, Camillo li raggiunse e re-cuperò parte del bottino, chevenne pesato (“Pensatum Aurum”,poi “Pensaurum”, poi “Pesaurum”,donde il nome della città).Secondo una leggenda Falco-nara Marittima deve il suo nomead un condottiero dei Galli Se-noni chiamato Falcone. Esanato-glia, nel Maceratese, fonde nelsuo nome due entità divine, unacristiana (Santa Anatolia) ed unapagana (la dea celtica Aesae,poi divenuta Esa).Presso Esanatoglia si trovano lesorgenti dell'Esino sul Monte Ca-faglio (dal celtico “Cafaag” chesignifica “luogo recintato”).Altre

    città fondate dai Galli furonoOstra Antica e Suasa, di cui ri-mangono solo le rovine archeo-logiche.

    ottenerla, per cui ritornerà a consolarsi tra le braccia della bella amata.Wagner, nel suo “TANNHAUSER”, si ispirerà a questa variante tedescadella leggenda in cui è l’Eros chetrionfa.

    Le fate della SibillaErano le ancelle della Sibilla e la

    loro storia appare legata indissolu-

    bilmente al personaggio principale,

    arricchendolo a dismisura. Conside-

    rate " la corte" della Sibilla esse

    abitavano con Lei nell’antro. Si tro-

    vano le loro tracce anche al-

    l’esterno della grotta: “La strada

    delle fate” ," Le fonti delle fate”, “I

    sentieri delle fate”. Dovevano ritor-

    nare nell’antro prima dell’aurora

    per non perdere il diritto a dimo-

    rare nel regno della Maga: sono ri-

    cordate come leggiadre creature

    vestite con i costumi delle monta-

    nare, dalla cui gonna uscivano zampe di capra, le quali permettevano

    loro di avventurarsi sui sentieri di montagna e scendere a valle per in-

    segnare alle giovani donne l’arte della filatura e della tessitura. Le fate

    sibilline, assimilate per questo alle donne-elfo della tradizione tedesca,

    amavano danzare nelle notti di plenilunio e, così facendo, incontravano

    nei boschi uomini che si innamoravano di loro seguendole, poi, nelle

    grotte montane da cui non sarebbero più tornati. La leggenda delle

    fate sibilline si innesta sull’incontro dei culti pagani e della religione cri-

    stiana.

    di Mimma Esposito DugoLA SIBILLA E LE FATE SIBILLINE

    Elmo di Montefortino

    Monti Sibillini - Panorama

  • salute & bellezza14

    MA LE GAMBE…MA LE GAMBE….

    Chi non ha più vent’anni ( e nean-che trenta!) ricorderà sicuramenteuna canzonetta che esaltava legambe come una delle più “affilate”armi di seduzione femminile: daltrionfo del charleston negli anni suc-cessivi alla prima guerra mondiale ,fino all’accorciarsi vertiginoso degliorli dei vestiti con la minigonna diMary Quant negli anni ’60, legambe hanno rappresentato conrapida progressione un elemento difatale attrazione, su cui si concen-trava tutta l’ammirazione dell’uomo.E la comparsa del primo capillare,per molte donne, è una “tragediaprivata” di insopportabile dimen-sione…

    Occorre sapere che, soprattuttoper le gambe, vale oggi il con-cetto di bellezza come sino-nimo di salute: una gamba lisciae perfetta, dalla pelle ben idra-tata, con un piede ben curato è,

    Quello che dobbiamo conoscereriguardo al nostro "personalemezzo di locomozione"

    Bellezza e salute vannoa braccetto

    infatti, testimone di una buonasituazione angiologica, mentreuna marezzatura di colore blua-stro o capillari superficiali di co-lore scuro sono sicuramente spiedi una circolazione venosa insofferenza, spesso di una insuf-ficienza venosa. Da una recentericerca europea nei paesi piùindustrializzati è emerso che il25% della popolazione, con net-tissima prevalenza femminile,soffre di un’ampia gamma dimalattie vascolari, con altera-zioni che vanno dalle telean-gectasie (piccole ragnatele divasi di ridottissimo diametro)alle varici più vistose. Ecco al-lora che il problema estetico di-venta anche problema di salute,poiché questi sintomi, uniti a pe-santezza, gonfiore, spesso do-lore sono la denuncia di unainsufficienza venosa, di cui sof-frono in modo particolare ledonne, in special modo chi hapassato i 60 anni, quelle chehanno avuto varie gravidanzeo quelle in sovrappeso. Ma qualisono le cause di questo pro-

    Un po’ di storia

    La cura delle varici non è solo moderna: è quasi obbli-gatorio ricordare che i primi tentativi per trovare dellesoluzioni alle varici risalgono addirittura agli egizi. Par-lando di medicina “moderna” sappiamo che già nel1600 si usava la tecnica sclerosante, utilizzando unossicino bucato con alcool da iniettare nella vena perprovocarne la trombosi.

    Per migliorare la circolazione venosa è importante il movimento:una passeggiata giornaliera è l’ideale, così come dormire con uncuscino da posizionare tra la rete e il materasso, in modo che legambe siano sollevate di circa dieci centimetri rispetto al tronco.Avere l’accortezza, ogni volta che si fanno lunghi viaggi in auto,di intervallare con brevi passeggiate. E’ importante indossare calzecompressive per evitare la dilatazione delle vene e curare la cuteche deve essere sempre ben idratata. Consigliabile anche l’assun-zione di farmaci vasoprotettori, utili per rinforzare l’elasticità deivasi e ridurre il gonfiore delle gambe. Ne esistono anche di naturali,oltre a quelli di sintesi. Anche per questo disturbo la prevenzione è , più che mai, vincente!

    Consigli utili

    blema? Chiaramente non si deve generalizzare, ma possiamo an-noverare l’età, gli stili di vita ( la sedentarietà è il nemico numerouno delle varici!), le alterazioni ormonali (ad esempio la gravidanzao le terapie ormonali estro-progestiniche), l’ereditarietà: in questocaso, essendo in un certo senso allertate, le donne debbono pre-stare particolare attenzione ai primi disturbi.

    Esami diagnostici e “rimedi”Oggi esiste un esame particolarmente importante per diagnosti-care una insufficienza vascolare, unitamente ad una accurata visitaangiologica: si tratta dell’ecocolordoppler degli arti inferiori,esame assolutamente non invasivo e sicuramente “illuminante”. Iltrattamento dell’insufficienza venosa degli arti inferiori prevede,in linea di massima, tre tipi di interventi: l’intervento chirurgico (siadi stripping della safena sia di flebectomia, cioè l’asportazionenon della safena ma di tratti di varici), la scleroterapia, sia tradi-zionale sia con soluzione salina, e infine la terapia medica conla somministrazione di farmaci venotropi con effetto antitromboli-tico e antiedematosi. Anche la terapia fisioterapica, intesa comelinfodrenaggio manuale, può essere considerato un rimedio valido.Soprattutto nelle situazioni più compromesse l’intervento chirurgicoè ancora oggi considerato “cardine” per l’insufficienza venosa.

  • salute & bellezza15

    Dottoressa Castellaccio, stiamo constatando una sempre maggioresensibilità e un vivo interesse per l'igiene orale, da parte di giovanie meno giovani. In particolare si va diffondendo, finalmente, l'usoquotidiano dei collutori. Quali sono le ultime novità in proposito?I più efficaci e scientificamente all'avanguardia sono oggi i col-lutori a base di clorexidina, ormai da molto tempo riconosciutacome l'antisettico orale più efficace per il controllo della placcae delle infiammazioni gengivali. Il suo utilizzo é diventato prati-camente indispensabile soprattutto per infezioni, cure parodon-tali o dopo le terapie odontoiatriche più complesse. Tuttavia,oltre a contrastare la formazione della placca e dell'infiamma-zione, spesso il dentista cerca di controllare anche gli aspettilegati ad alcune situazioni cliniche o alle terapie stesse: il tempodi guarigione delle ferite e il dolore avvertito dal paziente.

    Questo é certamente un aspetto molto importante del problema:che cosa é consigliato in questi casi?In questi casi il dentista consiglia normalmente diverse soluzioni,come antinfiammatori, prodotti lenitivi o promotori della guari-gione delle ferite. E' stato recentemente studiato e prodotto uncollutorio Rigenerante alla clore-xidina 0,2% con acido ialuronico,che offre notevoli vantaggi in ter-mini di velocizzazione della gua-rigione delle ferite, senzarinunciare alla massima prote-zione offerta proprio dalla clore-xidina.

    Anche qui l' acido ialuronico tanto"famoso" per l'utilizzo estetico?Sicuro! L'acido ialuronico conte-nuto nel collutorio in dosaggi ot-timali é infatti in grado dipromuovere i processi biologiciche stanno alla base della rige-nerazione delle mucose lesio-nate, riducendo di molto i tempi di guarigione. I vantaggi diquesta associazione, ovviamente dimostrati clinicamente, sononotevoli e per questo risulta particolarmente indicata per casichirurgici complessi, come l'inserimento di impianti dentali o perchirurgia plastica parodontale.

    Spesso il problema di molte persone é legato al dolore, che cosasi può fare in questi casi? Quali aiuti ci possono venire da un col-lutorio?Ovviamente il dentista cerca di limitare il più possibile il dolorepost-operatorio o quello legato alla presenza di lesioni nellemucose, come morsicature, traumi, infezioni o ulcere da protesiincongrue. In questi casi si é rivelata vincente l'associazionedella colorexidina 0,2% con il clorobutanolo (un collutorio Leni-tivo, pertanto) che permette di contrastare efficacemente la pro-liferazione della placca e di lenire la sintomatologia dolorosa

    L'uso di un collutorio lenitivo puòportare qualche altro vantaggio alivello generale?Certamente, l'uso di un collutoriolenitivo porta in primis il grande vantaggio che se il dolore di-minuisce, il paziente può anche ridurre il numero di assunzionidi antidolorifici per bocca, che sono normalmente prescritti mache possono causare fastidiosi effetti collaterali. E non mi sembraun piccolo vantaggio...

    Spesso un problema, per molti, é rappresentato dall'afte. Che cosaci può consigliare in proposito?

    Ci sono oggi in commercio col-lutori innovativi, in forma diemulsioni omogenee pronteall'uso, che permettonoun'azione diffusa in caso diafte e lesioni multiple, infezionibatteriche o fungine, che do-nano rapido sollievo al doloregrazie anche all'assenza di al-cool. Questi collutori sonospesso abbinati al dentifricioche contribuisce così ad alle-viare efficacemente la sinto-matologia dolorosa, proteggei tessuti gengivali e, grazie alla

    sua azione detergente, abbassa la carica batterica salivare, ri-ducendo e rallentando la formazione del biofilm batterico.

    PRENDIAMOCI CURA DELLA NOSTRA BOCCAIntervista alla Dottoressa Restituta Castellaccio, Responsabile Ricerca & SviluppoCuraden Heathcare.

    originata a livello delle mucoseorali. Il clorobutanolo é infatti unlenitivo ad azione locale con pro-prietà antisettiche che riduce ildolore, rendendo molto più sop-portabili le lesioni delle mucose ole aree interessate da interventiodontoiatrici, anche estrattivi.

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