In emergenza: Quesito Fare Non Fare

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15/06/22 1 L’ATTIVITA' DI PRIMO INTERVENTO” Dott. Giuliano Pardini

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in ambito della materia di protezione civile cosa è meglio evitare a vantaggio di azioni efficaci al fine della gestione di una emergenza. Lezione alle GAV Versilia tenuta dal Dr. Giuliano Pardini Ottobre 2007

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“L’ATTIVITA' DI PRIMO INTERVENTO”

Dott. Giuliano Pardini

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IDENTIFICAZIONE CERTA DEL SITO COLPITO CHE PRESENTA MAGGIORI

DIFFICOLTA’

• COSA E’ BENE FARE:

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LE FONTI INFORMATIVE

- DIPARTIMENTO NAZ. DI P.C.

- AMMINISTR. REGIONALE COINVOLTA (sist. reg. p.c.)

- AMMINISTR. PROV. COINVOLTA

(ccs o sala operativa)

- SITI INTERNET SPECIALIZZATI

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RISULTATO:

• GUADAGNO TEMPO

(l’importanza del tempo in primo soccorso)

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IDENTIFICAZIONE CERTA DEL SITO COLPITO CHE PRESENTA MAGGIORI

DIFFICOLTA’

• COSA E’ BENE NON FARE:

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• Arrivare nella zona dell’evento anziché sul luogo, rischiando di farsi coinvolgere da necessità locali che potrebbero distogliere dal quadro complessivo del disastro.

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RISULTATO:

• PERDITA DI TEMPO

• Preziosissimo in protezione civile.

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UNA VOLTA SUL LUOGO

• COSA E’ BENE FARE:

- INDIVIDUARE INTERLOCUTORE CERTO (struttura comunale o dip. prot. civile) - METTERSI A DISPOSIZIONE, CON MODESTIA.

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SUL UNA VOLTA LUOGO

• COSA E’ BENE NON FARE:

- sottovalutare il fatto di essere degli estranei, sia alle persone che ai luoghi;

- Usare eccessiva autorità.

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LA PRIMA COSA

• Porsi sempre la questione della sicurezza della gente!!

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SISTEMA 3 PASSI

1 COORDINAMENTO

Chi fa che cosa?

2 COMUNICAZIONE

Interna/esterna e alla popolazione

3 RISORSE

Certe e disponibili

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Cosa è bene fare

• Individuare un area di attesa mediante:- piano di emergenza comunale (se esiste)- contributo di esperti/tecnici del luogo

Tenere conto del fatto che:

1 Alcune ore è l’autonomia di un’area d’attesa;

2 Luce, acqua, coperte e se.ba.ch.

3 Facile accesso e lontano dai rischi.

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Cosa è bene non fare:

• Trascurare l’informazione alle persone

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AREE DI ACCOGLIENZA

• Cosa è bene fare:• Premessa: aver collocato le persone in aree di attesa,

(max 24h) è fondamentale per l’operatore, in quanto, sapere che la gente è al sicuro, gli permette di acquisire la dovuta serenità per l’individuazione di aree di accoglienza.

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AREE DI ACCOGLIENZA

• Individuare un area di accoglienza mediante:

- piano di emergenza comunale (se esiste)

- contributo di esperti/tecnici del luogo e del Dipartimento di Protezione Civile

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AREE DI ACCOGLIENZA

• Le strutture:

• Fino a circa 40 tende, mi attivo mediante la sala operativa provinciale che consulta le associazioni di volontariato;

• Oltre, mediante il C.O.M. e le sue funzioni, individuo un C.A.P.I. vicino.

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AREE DI ACCOGLIENZA

• Cosa è bene non fare:

• Sottovalutare il tempo che la gente vivrà in tendopoli (1-2 mesi secondo stagione), e non organizzare un minimo si vita sociale interna al campo;

• Non rispettare gli usi e i costumi;

• Sottovalutare la logistica!!

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AREE DI ACCOGLIENZA

• Pensare, semplicisticamente, che sia più comodo per la popolazione e più facile per i soccorritori, usare strutture alberghiere in luoghi diversi da quello d’origine (esempio Friuli docet)

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IL CENTRO OPERATIVO

• Cosa è bene fare:

- attivare immediatamente il centro operativo comunale (C.O.C.)

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IL CENTRO OPERATIVO

- attivare il centro operativo misto (C.O.M.) subito dopo il decreto prefettizio che è la conseguenza della dichiarazione stato d’emergenza decretata dal Pr. C.M.

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IL CENTRO OPERATIVO

- attivo le funzioni suddividendo l’emergenza come una torta: ogni fetta corrisponde ad una criticità che avrà un nome e cognome deputato a coordinarla.

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IL CENTRO OPERATIVO

• Cosa è bene non fare:

- credere che basti suddividere i compiti per creare sinergia.

- sottovalutare il tempo speso fuori dall’emergenza. Conoscersi.