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SPECIALE Giovedì 22 Novembre 2007 www.ilsole24ore.com INDUSTRIA 2015 Alla Campionaria dialogo con le imprese P rima o poi si sarebbero in- contrati. Il Programma "Industria 2015" sarà pre- sentato il 24 novembre alla "Campionaria delle qualità ita- liane", in programma dal 22 al 25 novembre nel polo fieristico di Rho Pero. Una cornice quasi obbligata, considerato che la manifestazione messa in piedi da Fondazione Symbola, Fiera Milano ed Expocts nasce con l’obiettivo di raccontare la qua- lità italiana in tutte le sue decli- nazioni: dalle produzioni mani- fatturiere, artigianali e indu- striali di punta a ricerca, marke- ting territoriale, architettura, design, turismo. Ma anche ec- cellenze enologiche e agroali- mentari, moda. «È la prima vol- ta di fronte al grande pubblico – spiega Fabio Renzi, 48 anni, segretario generale della Fon- dazione Symbola –. «È un pri- mo momento di confronto, con la presentazione delle singole strategie da parte di alcuni Project manager». Sempre in occasione del convegno "Indu- stria 2015" il segretario genera- le di Confartigianato, Cesare Fumagalli, presenterà il proget- to "L’Ottagono dei valori identi- tari del nuovo artigianato". Sa- ranno presentati i risultati di un’indagine su "Fare innovazio- ne senza ricerca", da cui emer- ge che anche gli artigiani e le piccole imprese sono impegna- ti in un’attività di sperimenta- zione interna, con il 72% delle innovazioni che si traduce in un vantaggio competitivo per le aziende. Non solo Industria 2015. La Fiera della Soft Economy (al- tro nome con cui si identifica la Campionaria delle qualità ita- liane) prevede altri incontri con i rappresentanti delle istitu- zioni. Ad esempio, nel pomerig- gio del 22 si terrà "Per un Paese di qualità", un convegno con il ministro per i Beni e le attività culturali, Francesco Rutelli: «Sarà presentato il Consiglio nazionale del design. Potrem- mo conoscere la linea politica che il Governo intende mette- re in campo a tutela di uno dei fiori all’occhiello del made in Italy. Non dobbiamo dimenti- care che nel 2008 Torino sarà capitale mondiale del design». Dal design a un altro campio- ne della tradizione italiana, l’agroalimentare. "Voglia d'Ita- lia", il titolo del convegno che si terrà la mattina del 23 novem- bre, dice molto sui temi che sa- ranno oggetto di analisi. Anco- ra più eloquente il sottotitolo dell’incontro: "Il made in Italy agroalimentare e la sfida della qualità". Partecipa Paolo De Ca- stro, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali. «È una sorta di Stati generali dell’agricoltura italiana - spie- ga Renzi -. L’Italia, che in que- sto settore è una vera e propria superpotenza, è oggi chiamata a tutelare i propri prodotti, sem- pre più minacciati dalla concor- renza sleale di alcune econo- mie emergenti». Occorre che passi un messaggio: è possibile offrire prodotti di qualità, a prezzi sostenibili, anche nel lar- go consumo: «Tutto il sistema deve mettersi in linea con il pa- radigma della qualità: non solo quello rappresentato dalle pro- duzioni di nicchia o certifica- te». Ancora: «È necessario che l’Italia continui a essere perce- pita come un Paese che fa pro- dotti di qualità. Ad esempio – conclude il segretario generale di Symbola – una catena della tracciabilità seria consolida e fortifica il rapporto con il con- sumatore. E fornisce uno stru- mento di tutela contro le imita- zioni». È proprio lì che si chiu- de il cerchio. An.C. Come cambia il ministero . Tre nuovi dipartimenti in Via Veneto u pagina 22 di Giuseppe Caravita «S iamo un Paese indu- striale. E lo resteremo nel futuro. Ma nell’in- dustria del futuro la sfida è sulla tecnologia. Dobbiamo quindi cambiare priorità: mettere in se- condo piano la burocrazia, le leggi e i contributi e trovare un sistema efficace per spostare sulle frontiere l’intero sistema delle imprese italiane, grandi e soprattutto piccole. Fino a gene- rare risultati». Questa è la motivazione di fondo di "Industria 2015", se- condo Pier Luigi Bersani, mi- nistro per lo sviluppo Econo- mico. «Da più di un anno lavo- riamo su un approccio diver- so dal passato. Prima abbiamo raccolto idee, le abbiamo mes- se in rete, indotto le piccole e medie imprese a connettersi tra loro e a mettersi d’accordo su progetti di innovazione che arrivino fino al prototipo. Ora, da gennaio, partiamo con i bandi, stilati dai project ma- nager sulla base dei risultati delle fasi esplorative». E dove sta la novità, Mi- nistro? «In un ribaltamento eviden- te. Pieghiamo le norme ai pro- getti e non viceversa. Prima definiamo i contenuti delle in- novazioni possibili, i network che possono svilupparle, i tempi e i business plan e poi definiamo quali misure di so- stegno e di incentivo, caso per caso, è meglio applicare». Una volta realizzati i pro- totipi innovativi, per esem- pio di sistemi o macchine ad alta efficienza energetica, tutto finirà lì? «Assolutamente no. Noi sia- mo intenzionati, come da tem- po sostiene anche Pasquale Pi- storio, ad alzare il pavimento per tutti. Ovvero a definire progressivamente anche nuo- vi standard per il sistema, in grado di elevarne l’efficienza con un beneficio condiviso. La politica industriale è an- che questo». Le filiere innovative sono composte, per un singolo pro- totipo, spesso di decine o cen- tinaia di componenti e di tec- nologie. E non tutte italiane... «Abbiamo aperto dei tavoli di discussione anche con i colle- ghi tedeschi e francesi. Che han- no avviato, per esempio sull’energia e l’efficienza, azio- ni non molto diverse dalla no- stra. Vogliamo definire un qua- dro internazionale di collabora- zione reciproca che ci consenta di aprire i progetti e le filiere a livello europeo». Chi si occuperà della valu- tazione e del follow-on dei progetti. Solo gli staff del Ministero? «Quello che stiamo co- struendo è un impianto di poli- tica industriale che, almeno nella mia visione, dovrà dura- re nel tempo. Oggi partiamo con cinque frontiere, ma poi questo sistema permanente ne aggiungerà di nuove. Per questo stiamo completando l’avvio di un’Agenzia dell’In- novazione, con sede a Milano, che sarà responsabile indipen- dente, anche dal Ministero, per la valutazione dei proget- ti, con comitati formati da esperti riconosciuti, anche di provenienza internazionale. Non vogliamo fare solo un pa- io di bandi, ma un sistema. Un sistema capace di incide- re e promuovere anche pro- getti di frontiera, su temi non solo a a 3-5 anni ma magari a dieci o a quindici? Parliamo di cattura e confinamento dell’anidride carbonica, di eo- lico di alta quota, di geotermia avanzata, di fotovoltaico na- notecnologico, solo per fare qualche esempio.... «Se uno fa un buon progetto, che ha basi tecnologiche solide e un reale potenziale di merca- to, anche se non entra diretta- mente nei primi bandi, non per- de tempo. Innanzitutto è già atti- vo un coordinamento con il mi- nistero della Università e della Ricerca per lo sviluppo, per quanto possibile, dei temi di frontiera più promettenti. Se so- no buoni progetti, alla fine, i sol- di si trovano. Magari stimolan- do anche grandi imprese, come Enel o Eni, a investire». DOPPIO INTERVENTO La sfida è dire addio ai contributi a pioggia con strumenti automatici di tipo fiscale e il sostegno a progetti selezionati Fino a domenica alla Fiera di Milano Politica economica. A gennaio prenderanno il via le prime gare per finanziare i progetti innovativi nelle 5 aree strategiche Incentivi, arrivano i bandi Presentate 1.500 domande nei settori dell’efficienza energetica e della mobilità Made in Italy . Piantoni: «Mettiamo in rete i distretti» u pagina 20 INTERVISTA Pier Luigi Bersani «Siamo e resteremo un Paese industriale ma la nuova sfida è quella della tecnologia» IMAGOECONOMICA L’APPUNTAMENTO RODOLFO VIGANÒ Perluigi Bersani U na politica industriale duale, a due facce: da un lato un carnet di incenti- vi fiscali automatici (in partico- lare per la ricerca e innovazio- ne). E dall’altro un sistema mira- to, e gestito, di progetti innovati- vi selezionati su aree strategi- che per l’industria e il Paese. Questa, a grandi linee, la svolta nella politica industria- le che il ministero per lo Svilup- po Economico sta mettendo in moto da più di un anno, e che dovrebbe entrare nel vivo con il 2008. Con il completamento della griglia degli incentivi fi- scali e, al contempo, con il de- collo di "Industria 2015", lo schema per i progetti innovati- vi mirati che lancerà i suoi pri- mi due bandi (efficienza ener- getica e mobilità sostenibile) entro poche settimane. L’obbiettivo è quello di la- sciarsi alle spalle la jungla di leggi e leggine del passato. Cre- diti agevolati, contributi, fondi speciali che poi si traducevano in finanziamenti a pioggia e di non buona memoria. Meglio, da un lato, la certezza automati- ca di minori tasse e contributi sugli investimenti virtuosi. E dall’altro la partecipazione strutturata a progetti innovati- vi, consortili e a network, con tanto di business plan e di pro- totipo entro 3-5 anni. La faccia automatica, decolla- ta già con la finanziaria 2007, ora conterà nuovi strumenti. Alla ri- duzione del cuneo fiscale, al cre- dito di imposta sugli investimen- ti nel Mezzogiorno e sul 15% dei costi di ricerca oggi, nella Finan- ziaria 2008, si aggiunge l’innalza- mento al 40% della quota detas- sata per le spese in ricerca e in collaborazioni con le università (fino a 50 milioni di euro). Valgono inoltre due nuovi in- centivi alla creazione di start-up innovative: le buste paga dei lo- ro ricercatori saranno esentate per otto anni dagli oneri sociali e per tre anni per tutto il resto del personale. Il versante strategico, quello dei progetti di innovazione indu- striale, ha già percorso, almeno su due frontiere, il suo cammino preparatorio. Pasquale Pistorio, fondatore dell’St-Microelectro- nics, e Giancarlo Michellone, per anni alla guida del Centro ri- cerche Fiat, hanno raccolto, nel- le loro specifiche "chiamate per idee", circa 1500 progetti poten- ziali da parte di imprese o di network aziendali. Una cifra piuttosto eloquente (e mai ri- scontrata in passato) sulla vo- glia di innovazione latente nelle imprese italiane, e non solo sull’energia e la mobilità del prossimo futuro. Ora si tratta di passare ai fat- ti. Ovvero ai bandi. Con un per- corso preciso, dal loro via sulla Gazzetta Ufficiale. 4-5 mesi di tempo per le imprese (organiz- zate in consorzi, o meglio per fi- liere) per la presentazione dei progetti, valutazione (in ballo è la costituenda Agenzia per l’In- novazione con sede a Milano), selezione, approvazione e infi- ne definizione su misura del mix di finanziamenti che il mi- nistero dello Sviluppo Econo- mico ha definito come "regime ommnibus", ovvero l’accorpa- mento di tutti gli strumenti legi- slativi esistenti (dalla legge 46 per la ricerca industriale alla 488 per gli investimenti...) in un solo sistema di leve. L’importante è che il proget- to sia tecnologicamente inno- vativo, abbia un preciso busi- ness plan, impatto sinergico su un network di imprese (componentisti, servizi a mon- te e a valle) e punti, entro 3-5 anni, a uno o più prototipi di rilievo internazionale. Questo varrà sia per i sistemi anergetici avanzati che per le so- luzioni di efficienza (motori elet- trici, elettrodomenstici ottimiz- zati...) dell’area Pistorio. Che per la nautica del futuro, le auto e i mezzi di trasporto, la logistica e le infrastrutture (porti, ferro- vie...) dell’area Michellone. A cui dovrebbe seguire il bando per il made in Italy (su cui sta la- vorando Alberto Piantoni, am- ministratore delegato della Bia- letti) e poi sui beni culturali (An- drea Granelli) e le Scienze della vita. Cinque aree che però non esauriscono il disegno comples- sivo di «Industria 2015». Che chiama anche in causa, con un apposito tavolo, sia le Regioni (per le infrastrutture e siti pilo- ta) che il ministero della Ricerca (tecnologie di frontiera). E anco- ra il fondo per la finanza di im- presa (per incentivare l’offerta di capitale di garanzia e di ri- schio alle Pmi) che sta comple- tando l’iter amministrativo. Inol- tre è all’esame del Senato il prov- vedimento sulle nuove reti di im- presa che ha l’ambizione di offri- re al sistema delle Pmi uno stru- mento in più per acquisire com- petitività sui mercati. E, infine, un complesso di azioni sugli standard (per esempio di rispar- mio energetico, una volta pronti i prodotti avanzati). Una griglia, insomma, ancora da completare ma che sicuramente darà nuovo impulso all’intero sistema indu- striale italiano. G. Ca. [email protected] «Meno burocrazia, sarà premiato chi sa innovare» Alla Campionaria delle qualità (Fiera di Milano) Sabato 24 novembre alla Sala Sagittarius (ore 10.00-13.00) presenteranno la strategia di Industria 2015: Gian Carlo Michellone (progetto Mobilità Sostenibile), Alberto Piantoni (Nuove Tecnologie per il Made in Italy),Pasquale Pistorio (progetto Efficienza Energetica) e Andrea Granelli (Beni culturali). Ne discuteranno tra gli altri: Roberto Formigoni (presidente Regione Lombardia), Cesare Fumagalli ( Confartigianato), , Maria Rita Lorenzetti presidente Regione Umbria, Roberto Nicastro, (viceamministratore delegato Unicredit Banca), Ermete Realacci (presidente Fondazione Symbola), Luca Tacconi (consiglio direttivo Confindustria) Conclude: Pierluigi Bersani, ministro dello Sviluppo Economico TUTTO SUGLI ADEMPIMENTI DI FINE ANNO ACCONTI DIMPOSTA ADEMPIMENTIIVA SECONDA RATA ICI TRASPARENZA IRES TUTTO SUGLI ADEMPIMENTI DI FINE ANNO in un’unica Guida! www.ilsole24ore.com * Offerta valida in Italia dal 2/11/2007 al 5/12/2007 Chiedi in edicola la nuova ‘Guida alle Novità Fiscali’ CON IL SOLE 24 OREASOLI 6,00 IN PIÙ *

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SPECIALEGiovedì22Novembre2007

www.ilsole24ore.com

INDUSTRIA2015

AllaCampionariadialogocon le impresePrimaopoisisarebberoin-

contrati. Il Programma"Industria 2015" sarà pre-

sentato il 24 novembre alla"Campionariadellequalità ita-liane", in programma dal 22 al25novembrenelpolo fieristicodiRhoPero.Unacornicequasiobbligata, considerato che lamanifestazione messa in piedida Fondazione Symbola, FieraMilano ed Expocts nasce conl’obiettivodiraccontarelaqua-lità italiana in tutte lesuedecli-nazioni:dalleproduzionimani-fatturiere, artigianali e indu-strialidipuntaaricerca,marke-

ting territoriale, architettura,design, turismo. Ma anche ec-cellenze enologiche e agroali-mentari,moda.«Èlaprimavol-ta di fronte al grande pubblico– spiega Fabio Renzi, 48 anni,segretario generale della Fon-dazione Symbola –. «È un pri-momomentodiconfronto,conla presentazione delle singolestrategie da parte di alcuniProject manager». Sempre inoccasionedelconvegno"Indu-stria 2015" il segretario genera-le di Confartigianato, CesareFumagalli,presenteràilproget-to"L’Ottagonodeivaloriidenti-

tari del nuovo artigianato". Sa-ranno presentati i risultati diun’indaginesu"Fareinnovazio-ne senza ricerca", da cui emer-ge che anche gli artigiani e lepiccoleimpresesonoimpegna-ti in un’attività di sperimenta-zione interna, con il 72% delleinnovazioni che si traduce inun vantaggio competitivo perleaziende.

Non solo Industria 2015. LaFiera della Soft Economy (al-tronomeconcuisi identifica laCampionaria delle qualità ita-liane) prevede altri incontriconirappresentantidelleistitu-

zioni.Adesempio,nelpomerig-giodel 22 si terrà "Per unPaesedi qualità", un convegno con ilministro per i Beni e le attivitàculturali, Francesco Rutelli:«Sarà presentato il Consiglionazionale del design. Potrem-mo conoscere la linea politicache il Governo intende mette-re in campo a tutela di uno deifiori all’occhiello del made inItaly. Non dobbiamo dimenti-care che nel 2008 Torino saràcapitalemondialedeldesign».

Daldesignaunaltrocampio-ne della tradizione italiana,l’agroalimentare."Vogliad'Ita-

lia", il titolo del convegno chesiterràlamattinadel23novem-bre, dicemolto sui temiche sa-rannooggettodi analisi. Anco-ra più eloquente il sottotitolodell’incontro: "Il made in Italyagroalimentare e la sfida dellaqualità".PartecipaPaoloDeCa-stro, ministro delle Politicheagricole, alimentari e forestali.«È una sorta di Stati generalidell’agricoltura italiana - spie-ga Renzi -. L’Italia, che in que-sto settore èunaveraepropriasuperpotenza, è oggi chiamataatutelareipropriprodotti,sem-prepiùminacciatidallaconcor-

renza sleale di alcune econo-mie emergenti». Occorre chepassi unmessaggio: è possibileoffrire prodotti di qualità, aprezzisostenibili,anchenellar-go consumo: «Tutto il sistemadevemettersi in lineaconilpa-radigmadella qualità: non soloquellorappresentatodallepro-duzioni di nicchia o certifica-te».Ancora: «È necessario chel’Italia continui a essere perce-pita come un Paese che fa pro-dotti di qualità. Ad esempio –concludeil segretariogeneraledi Symbola – una catena dellatracciabilità seria consolida efortifica il rapporto con il con-sumatore. E fornisce uno stru-mentodi tutelacontro le imita-zioni». È proprio lì che si chiu-de ilcerchio.

An.C.

Come cambia il ministero. Trenuovidipartimenti inVia Veneto u pagina 22

di Giuseppe Caravita

«Siamo un Paese indu-striale. E lo resteremonel futuro. Ma nell’in-

dustriadel futurolasfidaèsullatecnologia. Dobbiamo quindicambiarepriorità:mettereinse-condo piano la burocrazia, leleggi e i contributi e trovare unsistema efficace per spostaresulle frontiere l’intero sistemadelle imprese italiane, grandi esoprattuttopiccole.Finoagene-rarerisultati».

Questa è la motivazione difondo di "Industria 2015", se-condo Pier Luigi Bersani, mi-nistro per lo sviluppo Econo-mico.«Dapiùdiunanno lavo-riamo su un approccio diver-sodal passato.Prima abbiamoraccolto idee, leabbiamomes-se in rete, indotto le piccole emedie imprese a connettersitra loro e amettersi d’accordosu progetti di innovazioneche arrivino fino al prototipo.Ora, dagennaio, partiamoconi bandi, stilati dai project ma-nager sulla base dei risultatidelle fasi esplorative».E dove sta la novità, Mi-

nistro?«In un ribaltamento eviden-

te.Pieghiamo le norme ai pro-getti e non viceversa. Primadefiniamoi contenutidelle in-novazioni possibili, i networkche possono svilupparle, itempi e i business plan e poidefiniamo quali misure di so-stegno e di incentivo, casoper caso, èmeglio applicare».Una volta realizzati i pro-

totipi innovativi, per esem-pio di sistemi omacchine adalta efficienza energetica,tutto finirà lì?

«Assolutamenteno.Noisia-mointenzionati, comedatem-posostieneanchePasqualePi-storio, ad alzare il pavimentoper tutti. Ovvero a definireprogressivamente anchenuo-vi standard per il sistema, ingrado di elevarne l’efficienzacon un beneficio condiviso.La politica industriale è an-che questo».Le filiere innovative sono

composte,perunsingolopro-totipo, spessodidecineocen-tinaia di componenti e di tec-nologie.Enontutte italiane...

«Abbiamo aperto dei tavolididiscussioneancheconicolle-ghitedeschiefrancesi.Chehan-no avviato, per esempiosull’energia e l’efficienza, azio-ni non molto diverse dalla no-stra.Vogliamodefinire unqua-drointernazionaledicollabora-

zionereciprocacheciconsentadi aprire i progetti e le filiere alivelloeuropeo».Chi si occuperàdella valu-

tazione e del follow-on deiprogetti. Solo gli staff delMinistero?

«Quello che stiamo co-struendoèun impiantodipoli-tica industriale che, almenonellamia visione, dovrà dura-re nel tempo. Oggi partiamocon cinque frontiere, ma poiquesto sistema permanentene aggiungerà di nuove. Perquesto stiamo completandol’avvio di un’Agenzia dell’In-novazione, consedeaMilano,chesaràresponsabile indipen-dente, anche dal Ministero,per la valutazione dei proget-ti, con comitati formati daesperti riconosciuti, anche diprovenienza internazionale.Nonvogliamo fare solounpa-io di bandi,ma un sistema.Unsistemacapacediincide-

re e promuovere anche pro-getti di frontiera, su temi nonsolo a a 3-5 anni ma magari adiecioaquindici?Parliamodicattura e confinamentodell’anidridecarbonica,dieo-licodialtaquota,digeotermiaavanzata, di fotovoltaico na-notecnologico, solo per farequalcheesempio....

«Seuno fa unbuonprogetto,che ha basi tecnologiche solidee un reale potenziale di merca-to, anche se non entra diretta-menteneiprimibandi,nonper-detempo.Innanzituttoègiàatti-vouncoordinamentoconilmi-nistero della Università e dellaRicerca per lo sviluppo, perquanto possibile, dei temi difrontierapiùpromettenti.Seso-nobuoniprogetti,allafine, isol-di si trovano.Magari stimolan-doanchegrandi imprese, comeEneloEni, a investire».

DOPPIOINTERVENTOLasfida è dire addioai contributi a pioggiacon strumenti automaticidi tipo fiscale e il sostegnoa progetti selezionati

Fino a domenica alla Fiera di Milano

Politica economica. A gennaio prenderanno il via le prime gare per finanziare i progetti innovativi nelle 5 aree strategiche

Incentivi, arrivano i bandiPresentate 1.500 domande nei settori dell’efficienza energetica e dellamobilità

Made in Italy. Piantoni:«Mettiamoinrete idistretti» u pagina 20

INTERVISTA PierLuigiBersani

«Siamo e resteremoun Paese industrialema la nuova sfidaè quella della tecnologia»

IMAGOECONOMICA

L’APPUNTAMENTO

RODOLFO VIGANÒ

Perluigi Bersani

Una politica industrialeduale, a due facce: da unlato un carnet di incenti-

vi fiscali automatici (in partico-lare per la ricerca e innovazio-ne).Edall’altrounsistemamira-to,egestito,diprogetti innovati-vi selezionati su aree strategi-cheper l’industriae ilPaese.

Questa, a grandi linee, lasvolta nella politica industria-leche ilministeroper loSvilup-po Economico stamettendo inmoto da più di un anno, e chedovrebbe entrare nel vivo conil 2008. Con il completamentodella griglia degli incentivi fi-scali e, al contempo, con il de-collo di "Industria 2015", loschemaper iprogetti innovati-vimirati che lancerà i suoi pri-mi due bandi (efficienza ener-getica e mobilità sostenibile)entro poche settimane.

L’obbiettivo è quello di la-sciarsi alle spalle la jungla dileggie legginedelpassato.Cre-diti agevolati, contributi, fondispeciali che poi si traducevanoin finanziamenti a pioggia e dinon buona memoria. Meglio,daunlato, lacertezzaautomati-

ca di minori tasse e contributisugli investimenti virtuosi. Edall’altro la partecipazionestrutturata a progetti innovati-vi, consortili e a network, contanto di business plan e di pro-totipo entro 3-5 anni.

Lafacciaautomatica,decolla-tagiàconlafinanziaria2007,oraconterànuovistrumenti.Allari-duzionedelcuneofiscale,alcre-ditodiimpostasugliinvestimen-ti nelMezzogiorno e sul 15% deicostidiricercaoggi,nellaFinan-ziaria2008,siaggiungel’innalza-mento al 40%della quota detas-sata per le spese in ricerca e incollaborazioni con le università(finoa50milionidieuro).

Valgono inoltreduenuovi in-centiviallacreazionedi start-upinnovative: le buste paga dei lo-ro ricercatori saranno esentate

perottoannidaglionerisocialieper tre anni per tutto il resto delpersonale.

Il versante strategico, quellodeiprogettidiinnovazioneindu-striale, ha già percorso, almenosudue frontiere, il suocamminopreparatorio. Pasquale Pistorio,fondatore dell’St-Microelectro-nics, e Giancarlo Michellone,peranniallaguidadelCentrori-cercheFiat, hannoraccolto,nel-le loro specifiche "chiamate peridee", circa 1500 progetti poten-ziali da parte di imprese o dinetwork aziendali. Una cifrapiuttosto eloquente (e mai ri-scontrata in passato) sulla vo-glia di innovazione latente nelleimprese italiane, e non solosull’energia e la mobilità delprossimofuturo.

Ora si tratta di passare ai fat-ti.Ovveroai bandi.Conunper-corso preciso, dal loro via sullaGazzetta Ufficiale. 4-5 mesi ditempoper le imprese (organiz-zateinconsorzi,omeglioperfi-liere) per la presentazione deiprogetti, valutazione (inballoèlacostituendaAgenziaper l’In-novazione con sede a Milano),

selezione, approvazione e infi-ne definizione su misura delmix di finanziamenti che il mi-nistero dello Sviluppo Econo-mico ha definito come "regimeommnibus", ovvero l’accorpa-mentodituttiglistrumenti legi-slativi esistenti (dalla legge 46per la ricerca industriale alla488pergli investimenti...) inunsolo sistemadi leve.

L’importanteèche il proget-to sia tecnologicamente inno-vativo, abbia un preciso busi-ness plan, impatto sinergicosu un network di imprese(componentisti, servizi amon-te e a valle) e punti, entro 3-5anni, a uno o più prototipi dirilievo internazionale.

Questo varrà sia per i sistemianergeticiavanzaticheperleso-luzionidiefficienza(motorielet-trici, elettrodomenstici ottimiz-zati...) dell’area Pistorio. Cheper la nautica del futuro, le autoeimezziditrasporto, la logisticae le infrastrutture (porti, ferro-vie...) dell’area Michellone. Acui dovrebbe seguire il bandoper ilmade in Italy (sucui sta la-vorando Alberto Piantoni, am-

ministratore delegato della Bia-letti)epoisuibeniculturali(An-dreaGranelli) e le Scienze dellavita. Cinque aree che però nonesaurisconoildisegnocomples-sivo di «Industria 2015». Chechiama anche in causa, con unapposito tavolo, sia le Regioni(per le infrastrutture e siti pilo-ta)cheilministerodellaRicerca(tecnologiedifrontiera).Eanco-ra il fondo per la finanza di im-presa (per incentivare l’offertadi capitale di garanzia e di ri-schio alle Pmi) che sta comple-tandol’iteramministrativo.Inol-treèall’esamedelSenatoilprov-vedimentosullenuoveretidiim-presachehal’ambizionedioffri-re al sistemadellePmiuno stru-mento inpiùper acquisirecom-petitività sui mercati. E, infine,un complesso di azioni suglistandard(peresempiodirispar-mioenergetico,unavoltaprontii prodotti avanzati).Unagriglia,insomma,ancoradacompletaremachesicuramentedarànuovoimpulso all’intero sistema indu-striale italiano.

G. [email protected]

«Meno burocrazia,saràpremiatochi sa innovare»

Alla Campionaria delle qualità(FieradiMilano)

Sabato24novembreallaSalaSagittarius(ore10.00-13.00)presenterannolastrategiadiIndustria2015:GianCarloMichellone(progettoMobilitàSostenibile),AlbertoPiantoni(NuoveTecnologieperilMadeinItaly),PasqualePistorio(progettoEfficienzaEnergetica)eAndreaGranelli(Beniculturali).

Nediscuterannotraglialtri:RobertoFormigoni(presidenteRegioneLombardia),CesareFumagalli(Confartigianato), ,MariaRitaLorenzettipresidenteRegioneUmbria,RobertoNicastro,(viceamministratoredelegatoUnicreditBanca),ErmeteRealacci(presidenteFondazioneSymbola),LucaTacconi(consigliodirettivoConfindustria)

Conclude:PierluigiBersani,ministrodelloSviluppoEconomico

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20 Il Sole-24 Ore Giovedì 22 Novembre 2007

Industria 2015

di Daniele Barzaghi

Pasquale Pistorio, presi-dentediTelecomItaliaevicepresidente di Con-

findustriaconladelegaperin-novazioneericerca,dalla finedella primavera è anche l’uo-mo al quale il ministro per loSviluppoeconomicohaaffida-to il progetto di innovazioneindustrialeEfficienzaenerge-tica, compreso nel ddl Indu-stria2015.Ingegnere, cosa è per leiIndustria2015?

È un’eccellente iniziativadel ministro Bersani, che hafatto sua un’esigenza giàemersainConfindustria:pro-muovere lo sviluppo del Pae-se concentrandosi su alcunisettori tecnologici strategici,da incentivare.Leihaaccettatodicoordi-naregratuitamenteilproget-to Efficienza energetica. Incosaconsiste?

L’obiettivo è assicurare lafornitura di energia, abbassa-re la bolletta di famiglie e im-prese,diminuirel’impattoam-bientale. Per soddisfare leaspettative, il progetto deveraggiungere tre risultati: svi-luppare nuove tecnologie eprodotti per generare ener-gia, progettare macchinaripiù efficienti, ridurre la do-mandadei settori energivori.Cosaavetefatto finora?Nella tarda primavera ab-

biamo coinvolto l’Enea e l’Ipi.L’Agenziaeuropeahadescrit-to le più interessanti tecnolo-gie usate nel mondo, mentrel’Istitutoperlapromozionein-dustriale ha fatto una mappa-turadiquantoesiste in Italia.Come sono state coinvol-te le imprese?

Dal 21 maggio al 21 giugno èstato chiesto alle aziende ita-liane di presentare progettisultema.Gli imprenditoripo-tevanodeciderese farsiavan-

ti da soli oppure in consorzioconaltresocietàoentidiricer-ca.Ognipropostadovevacon-tenere una previsione dei co-sti e dei tempi, oltre che unastima dell’indotto e dei postidi lavorocreati.E le aziende hanno rispo-sto?

In un mese sono arrivate1067ipotesidi iniziative, adi-

mostrazione dell’interesse.Ognunadiquesteèstata ana-lizzataconilcontributodiot-to docenti universitari, e iprogetticonsiderativalidiso-no stati suddivisi in base alpotenziale innovativo e aquello applicativo. Tra i pro-getti più innovativi sono sta-ti selezionati quelli in gradodi produrre un prototipo inmeno di cinque anni, mentrei più facilmente applicabili itempi sono più brevi.Può fare degli esempi diquesteproposte?

Oltre il 21% dei progettiperunapiù variaproduzioneenergetica propone innova-zioni legateal solare fotovol-taico, ma molte idee parlanodi bioenergia, di cogenera-zione e di tecnologiedell’idrogeno. Per quantoconcerne lo sviluppo di pro-dotti più efficienti, invece,l’attenzione si è concentratasu materiali per l’edilizia in-novativiesuelettrodomesti-ci di nuova generazione.Quali fondi sono messi adisposizionedalministero?

Al progetto Efficienzaenergetica saranno dedicati350 milioni di euro dei 1.020previsti per il triennio2007-2009.Altri stanziamen-ti potranno venire dai Fondicomunitari 2007-2013, dalFondo Aree Sottoutilizzateper il Mezzogiorno, dal Fon-doinRicercascientificaetec-nologica e dalle Regioni.Qualisarannoleprossimetappe?

Subito dopo la consegnadel nostro progetto al mini-steropartirannoibandi, ipri-mi già a gennaio. E, poi, la fa-sepiùcritica: laselezionedel-le proposte che si intende so-stenere, in base alle ricaduteeconomiche,allavalenzatec-nologicaeallacapacitàdiatti-vare collaborazioni tra ricer-ca pubblica e imprese.

Efficienza energetica. Per il progetto saranno dedicati 350 milioni in due anni

Pistorio: «Bolletta leggerae rispettodell’ambiente»Inunmese sonoarrivate 1067propostedalle aziende

Il progetto di innovazione in-dustrialededicatoall’efficien-za energetica ha lo scopo di

rendere il settore dell’energia –nel sistema produttivo italiano –piùefficiente,capacecioèdiotte-nere ilmassimorendimento,evi-tando inutili dispersioni, e piùcompetitivo: al passo con la tec-nologia e con le ultime ricerchesulle fonti alternative.

Pasquale Pistorio, presidentediTelecom,èilmanagerchiama-toallaguidadelprogetto. Inesta-tehaapertounaconsultazionein-formale con le imprese del setto-realfinedidefiniremeglioidetta-gli del programma di intervento.La discussione è stata condottaseguendo i tre obiettivi posti dalproject manager: l’immissionesul mercato di nuove tecnologieper la generazione di energia; laconversione di comparti indu-striali già esistenti allo sviluppodi prodotti ad alta sostenibilitàenergetica, con performance im-mutate e minori sprechi; la ridu-zione del consumo di energia neicicliproduttivi.

Sono state 1.067 le propostegiuntedalmondoimprenditoria-le in risposta all’iniziativa, suddi-vise secondo i tre obiettivi guida.Il 47,7% del totale dei suggeri-menti è pervenuto da piccole e

piccolissime imprese, e il44,5% dei partecipanti haespresso la propria disponibili-tà a entrare in partenariato conaltri soggetti per realizzare pro-getti comuni, oltre la metà deiquali ha un costo stimato tra i 5e i 10 milioni di euro.

Relativamente ai nuovi meto-di per produrre energia, le azien-de si sono dimostrate decise a in-vestire su fonti rinnovabili come

il sole e le biomasse: il 21% delleproposteraccolteinquestosetto-refariferimentoinfattiallatecno-logia del solare fotovoltaico, il12,4%allabioenergia.Malaricer-canelleaziendenonsembralimi-tarsi a questi due campi: l’8,4%delle idee progettuali riguarda lacogenerazione e rigenerazionedell’energia, l’8% all’uso di idro-genoecellea combustibile.

Per quanto riguarda inveceuna produttività ad alta sosteni-

bilitàenergetica, leaziendesiso-no dette orientate alla trasfor-mazione sia della struttura chedel contenuto della produzione.Il 15,8% delle proposte suggeri-scedi investire inmaterialiadal-ta efficienza per l’edilizia: mate-riali che non disperdono il calo-re, architetture bioclimatiche. Il10,9% riguarda la creazione diservizi di energy management,dioculatagestione dellerisorse;il 9,5% scommette sulla costru-zione di distretti energetici chepermettano agli operatori delsettore di integrarsi; il 7,7% pro-spetta un rafforzamento dellaproduzione di elettrodomesticiad alta efficienza energetica,che funzionano come gli altripur consumando di meno.

Infine, sulle strategie per limi-tareildispendioenergeticodeici-cli industriali, le imprese hannoproposto di puntare sull’uso ditecnologieavanzateperlaprodu-zione industriale (47,1% delle ri-sposte) – dunque sul rinnova-mento dei processi produttivi –su tecniche per una più efficacedistribuzione dell’energia (10%)e una più efficiente combustione(9%) e su modalità innovative digestionee logistica (6,7%).

Partendo da un’analisi appro-fonditadelsettoreenergeticoita-

liano, e tenuto conto dei suggeri-mentidelle imprese,PasqualePi-storio e il suo team hanno elabo-ratoduearee diazione: al loro in-ternoleaziende,nonpiùchiama-tesolamenteadaresolamenteunparere, potranno proporre pro-getti concreti di intervento, cheverranno cofinanziati dal Mini-stero dello sviluppo economico.Le proposte saranno selezionatein base all’impatto sull’economia–sullosviluppoesullacompetiti-vitàdelsistemaPaese–allavalen-zatecnologica,allacapacitàdiat-tivare collaborazioni tra la ricer-ca pubblica (Università, centri distudiocomel’Enea,Entenaziona-le energia ambiente) e le impre-se,allafattibilitàeallaconvenien-zaeconomica dell’intervento.

La prima area individuata dalproject manager, "ad alto poten-ziale innovativo", comprende isettoridel fotovoltaico,dellabio-energia e dei biocombustibili,dell’idrogeno,dellacogenerazio-ne - già segnalati dalle aziende -inoltre rilancia il solare termodi-namico, l’eolico, laproduzionedienergia dai rifiuti. Nella secondaarea,"adaltopotenzialeapplicati-vo" trovano spazio soluzioni cheincrementano l’efficienza ener-getica delle imprese: elettrodo-mestici, materiali per l’edilizia,macchine e motori ad alta effi-cienza, ma anche tecnologieavanzateper laproduzioneindu-strialee per l’illuminazione.

Sa.D.

di Andrea Carli

L’iniziativa è ancora allebattute iniziali, ma ilquadro complessivo è

già definito. «Di fatto siamopartitiasettembre,adifferenzadegli altri progetti di Industria2015,chehannoallespallealme-nounannodiattività».AlbertoPiantoni,51anni,amministrato-re delegato del gruppo Bialettie dal luglio scorso project ma-nagerdelprogetto"Nuovetec-nologie per il made in Italy",lanciatodalministerodelloSvi-luppo economico, preferisceesserechiaro.L’iniziativa,faca-pire, è quasi tutta in divenire.L’obiettivoèquellodirafforza-relefiliereproduttivedellamo-da, dell’alimentare, dell’arredocasaedellameccanica-automa-zione. Una strategia che con-sentirebbe non solo di innalza-re la qualità delle produzionima anche di creare nuovi pro-dotti, che «andrebbero a inte-grare le produzioni nazionalicon applicazioni tecniche a ca-rattereinnovativo».Inpartico-lare, il progetto made in Italypunta a riqualificare il ruolodellepiccoleimpreseedellasu-bfornitura.

Incontrare le associazioni dicategoria, individuare le lineeguida. Infine, redigere un ban-do. In estrema sintesi, sono letretappedelpercorsodisvilup-po del progetto. «Abbiamo de-ciso di cominciare da chi hauna visione completa delleaziendechevoglionofaresiste-ma» chiarisce il project mana-ger. Dagli incontri con le asso-ciazionidicategoria–dal tessi-lealcommercioallegnoarreda-mento – la sensazione è che sultavolocisianogiàprogetticon-creti. Alcuni incontri hannoavuto per protagonisti singoliimprenditori. Ma l’attività di"screening" è stata a 360 gradi:

«In un paio di occasioni abbia-mo interpellato le Regioni, concui è importante coordinare isingoli interventidipolitica in-dustriale. Non ci sono "orticel-li" da difendere o interessi diparte. Come non è nemmenopensabile una visione di inter-venti a pioggia. Le misure van-nofocalizzatesuprogettispeci-fici».Comedire:ègiuntoilmo-mentodivoltarepagina.

«Il passo successivo saràquello di selezionare trenta oquaranta progetti al massimo,chedovrannomettere in filieraaziende di piccole e medie di-mensioni. Anche se – aggiunge–anchelegrandisonobenvenu-

te». Ed ecco la definizione deirequisiti per "passare il turno"e accedere alla fase finale delcampionato: «I progetti nonpossono essere promossi dauna singola azienda. Vogliamomettere inrete i singoli distret-ti. E creare un sistema di filie-ra». Alla base di questa logica,la convinzione che il made inItaly «è riconosciuto per il suostile,per lacapacitàdi intercet-tare un cliente sempre più esi-gente». Ecco perché bisognacreare delle organizzazioniche «sappiano valorizzare ilruolo di tutti, compreso quellodeglianellipiùavalledellacate-na». Si giustifica così la sceltadi mettere in campo una forteselezione all’ingresso: «I pro-getti non possono e non devo-no essere centinaia – è il moni-to dell’amministratore delega-todelgruppoBialetti–.Èneces-sario che risultino qualificanti,che abbiano una valenza indu-striale». Il che significa, in con-creto, cercare il dialogo tra leparti:«Vogliovederein faccia iproject leader, uno a uno. Sonoconvinto che tra imprenditorici si capisce subito». Quindi,tuttoil resto.Passodopopasso,fase dopo fase: «Il mio obietti-vo è quello di arrivare a defini-re entro il mese di dicembre ifiloni principali di intervento,in modo da uscire con un ban-do già all’inizio dell’anno pros-simo. I progetti saranno quindimessi in rete sul sito del mini-stero dello Sviluppo economi-co.Chivuoleesseredellaparti-tahainquestomodotuttele in-formazioni per agire». Alla fi-ne, le battute finali del proces-so:«Dopoqualchemese,andre-mo a selezionare i progetti. Edaremo vita a una struttura dicontrollo. Il meccanismo è unpo’lostessodelcontrollodige-stione in un’azienda». Che, inquestocaso, sichiamaItalia.

LE IDEE

LE FINALITÁ

di Sara Deganello

«Nuove tecnologieperilmade inItaly»è un progetto di in-

novazioneindustrialepromos-sodalMinistero dello sviluppoeconomico che ha l’obiettivodiincrementarelacompetitivi-tà delle piccole e medie impre-se – la parte preponderantedell’economia italiana – salva-guardandone la presenza suimercati internazionali.

Il piano è partito lo scorsosettembre con l’assunzione diAlbertoPiantoni, amministra-tore delegato di Bialetti Indu-strie, al ruolo di project mana-ger. È articolato in due catego-rie di imprese partecipanti,che ne rappresentano il peri-metrodiriferimento:quelleat-tivenelcampodellaproduzio-ne di beni caratterizzanti delmarchio made in Italy, e quel-le che forniscono alle primetecnologie in grado di innova-re i prodotti e i processi pro-duttivi. Sono dunque coinvol-te nel progetto le aziende delsistema moda: sono loro infat-tiacreareicapid’abbigliamen-toegliaccessorichenell’insie-me vanno a costituire l’incon-fondibile stile italiano, attentoai dettagli estetici, alla qualità,al benessere e alla cura dellapersona.Virientranole impre-sedel"sistemacasa",cheside-dicano a reinventare lo spaziodomestico con arredamenti esoluzioni tecnologiche ideateper migliorare il comfortdell’abitare,quelle delsistemaalimentare, e infine tutte leaziende meccaniche capaci diprodurre macchine e soluzio-ni complesse.

Tra i fornitori di tecnologia,invece, si possono annoverarele impreseattivenell’areadellaricercasui materiali, sui metal-li, sui composti o in campo chi-

mico, e quelle informatiche, ingrado di inventare nuovi siste-mi tecnologici per la gestionediprocessicomplessi:possonooperareneisettoridell’organiz-zazione,dellalogistica,delladi-stribuzione.

Il progetto Made in Italy èpartito da poco e la prima fasedi consultazione è ancora invia di completamento. Nellaprima parte del processo diideazione del bando per gli in-centivi ad azioni di promozio-ne del made in Italy, si è cerca-todicoinvolgereleassociazio-ni che rappresentano le azien-de coinvolte, insieme alle Re-gioni, per trovare il massimoconsenso attorno ad obiettivigenerali,ampiezzadelperime-tro di riferimento, criteri diidentificazionedeiprogetti dacofinanziare all’interno delquadro di indirizzo e selezio-ne dei soggetti proponenti,aree di criticità che necessita-nodi interventidipoliticaeco-nomica, concetti guida qualequello di filiera.

La seconda fase deve parti-reora, alla fine dinovembre, edurerà fino a fine gennaio2008. Attraverso una secondae più ampia tornata di consul-tazioni, definirà in modo piùdettagliato i concept, le varieforme dei progetti che saran-no poi oggetto di gara, indivi-duando anche gli strumentidi incentivazione ad essi piùidonei. È a questo punto delprocesso che sarà messo apunto il modello di coopera-zione con le Regioni, nonchési verranno a delineare qualisaranno le iniziative di politi-ca economica parallele e cor-relate alla realizzazione delpiano. Infine, entro la fine difebbraio il gruppo che affian-cailprojectmanagerdovràes-sere ingrado,dopoavervisio-nato tutto il materiale raccol-

to, di procedere alla stesuradel bando di gara.

Gli aspetti comuni, confor-mi agli obiettivi iniziali dichia-rati, che il piano del made inItaly vuole mettere in eviden-za, pur essendo rivolto a filierediversel’unadall’altra,siposso-nosintetizzareindueparole:in-novazione e competitività. Ilprogetto sostiene infatti unariorganizzazione ragionata deiprocessiproduttivicheconsen-ta l’innovazione del prodotto eallostessotempounacapitaliz-zazione delle conoscenze di-stintive; appoggia un modellodicooperazione che lega verti-calmenteaziendemedie,picco-le e piccolissime, garantendouna corretta ripartizione deivantaggiedeirisultatidimerca-to, e che aggrega orizzontal-

mentepiccoleimprese,metten-dolenellacondizionedilavora-reinrete;valorizzainoltrel’ide-azione e lo sviluppo di soluzio-ni che mantengano la presenzaeanzimigliorinolapenetrazio-ne delle aziende italiane neimercati internazionali, spin-gendoleapuntaresullenicchiediqualitàesumodelli innovati-vi di logistica e di distribuzio-ne. Trasversalmente, infine, ilprogetto promuove l’utilizzodelle nuove tecnologie e di unsistema di servizi avanzati perle imprese a tutti i livelli dellafiliera.L’obiettivo?Ancoraunavolta portare innovazione, an-che nei modelli organizzatividellaproduzione.

«Laprioritàèrafforzarele filiereproduttive»

«Ogni contributoè stato vagliatocon il contributodi otto docenti»

Le domande. Il 21% fa riferimento alla tecnologia del fotovoltaico

«L’obiettivo è innalzarela qualità, ma anchedi riuscire a creareprodotti innovativi»

I tempi. La consultazione è partita due mesi fa

«La fase più criticasarà la selezionee la valutazione dei dossierdi maggiore interesse»

Tecnologia per il Made in Italy. Alberto Piantoni: voglio conoscere uno per uno i promotori

RODOLFO VIGANÒ

RETI DI IMPRENDITORIIl modello di cooperazionelega verticalmente aziendemediee piccole garantendounaripartizionedei risultati di mercato

TEMI AD ALTO POTENZIALELealtre idee riguardanolabioenergia (12,4%),lacogenerazione (8,4%)e l’utilizzo di idrogenoa cellecombustibili (8%)

1.067Sièavutaunaconsiderevolerispostadalmondoimprenditorialeconlaregistrazionedi1.067proposteprogettuali

InnovazioneLariorganizzazionedei

processicheconsentonoinnovazionediprodottoecapitalizzazionedelleconoscenzedistintive

ProduzioneRipensareimodellidi

cooperazioneproduttivacheleganoverticalmenteaziendemedieopiccolegarantendouncorrettaripartizionedeivantaggidelprogettoedeisuoirisultatidimercato

LogisticaLosviluppodisoluzioni

integratepermigliorareilpresidiodeimercatiinternazionalisecondologichedinicchiadiqualità,puntandosumodelliinnovatividilogisticaedidistribuzione.

Il perimetro del Made in ItalyIl«sistemamoda»comprende

tutteleimpresecheproduconoabbigliamentoedaccessorieche,nell’insieme,costruisconolostileitalianochenelsuoperimetroinserisceconcettilegatiall’estetica,allaqualitàsostanziale,albenessere/curadellapersona,

Il«sistemacasa»,checomprendetutteleimpresechestrutturanol’ambientecasa,dall’arredamentoallenuovetecnologiechemiglioranolaqualitàdell’abitare.

Il«sistemaalimentare»,checomprendetutteleimpreseindustrialicheproduconoalimenti.

Il«sistemadellameccanica»,checomprendetutteleimpresecheproduconomacchineosoluzionimeccanichecomplesse.

Cambiodi passonei servizie neimodelli organizzativi

IMAGOECONOMICA

EnergiaRelativamenteaiprodottie

tecnologieperlaproduzionedienergia,lapercentualemaggiorediideeriguardailsolarefotovoltaico(oltre21%),labioenergia(12,4%),lacogenerazioneerigenerazione(8,4%)eletecnologiedell'idrogenoecelleacombustibile(8%).

EfficienzaPer l’efficienzaenergetica

nell’industria le maggioripropostehanno riguardato imaterialiper l’edilizia(15,8%), i servizi dienergymanagement(10,9%), idistrettienergetici (9,5%) eglielettrodomestici adaltacapacitàdi risparmio(7,7%).

ProduzioneSullarevisionedeicicli

produttiviperridurrel’intensitàenergeticadellelavorazioni,leimpresehannopresentatoideeorientateprincipalmentealletecnologieavanzateperlaproduzioneindustriale(47,1%),tecnologieperladistribuzionedienergiapiùefficienti(10%),tecnologiedicombustione(9%)etecnologieinnovativedigestioneelogistica(6,7%).

I criteriLepropostecheverranno

presentatedovrannoassicurareallostessotempolafattibilitàel’economicitàdellasoluzione.

RODOLFO VIGANÒ

Solareedediliziaal top

Pasquale Pistorio

Alberto Piantoni

IMAGOECONOMICA

Page 3: IN D U ST R IA 20 15 - A GRANELLI · w w w .ilsole24 ore.com IN D U ST R IA 20 15 A lla C am pionaria dialogo con le im prese P rim a o p o isisareb b ero in - co n trati. Il P ro

Il Sole-24 Ore Giovedì 22 Novembre 2007 21

Industria 2015

IMAGOECONOMICA

di Andrea Carli

Giancarlo Michellone, 65anni, ha ricoperto la ca-rica di amministratore

delegato e direttore generaledel Centro ricerche Fiat a Or-bassano, in provincia di Tori-no. È stato anche responsabi-le per la ricerca e l’innovazio-

ne del Lingotto. Oggi è il nu-mero uno dell’Area SciencePark di Trieste. E, soprattut-to, da fine maggio ha assuntola guida del progetto di inno-vazione industriale per la mo-bilità sostenibile. Scopo di-chiarato: destinare le risorsedel Fondo per la competitivi-tà, istituito con la Finanziaria2007, a interventi che garanti-scanounamaggioreeco-com-patibilità dei sistemi di tra-sporto di superficie (e annes-si processi produttivi), pro-

muovino una mobilità urbanapiùsostenibilee unadeconge-stione dei trasporti di superfi-cie. Che sarebbero così piùcompetitivi. Il tutto senza la-sciare in secondo piano lasicurezza di persone emerci.E,naturalmen-te, lo sviluppodell’intermodali-tà e delle reti lo-gistiche. Tuttiobiettivi che so-no stati giàespressinelsetti-mo programmaquadro di ricerca,colonna portantedella Strategia di Li-sbona.

Icriterisonoben defini-ti.Tantoper cominciare ipro-getti, di filiera e/o di sistemache siano, devono prevederelacollaborazionedeiprincipa-li soggetti che sono coin-volti nella catena delvalore: dai partner ofornitori a università ecentri di ricerca (pubblicie privati) senza fini di lucro, a– eventuali – utilizzatori fina-li. Quindi, le iniziative vannocoordinate da un’impresa o,almassimo,da ungruppo qua-lificato di aziende. Ancora: ènecessario che ci sia una par-tecipazione significativa daparte delle piccole e medieaziende. Infine, i progetti de-vono da una parte avere una"taglia" adeguata (dai cinqueai cinquanta milioni di euro) euna durata da tre a cinque an-ni, dall’altra prevedere la rea-lizzazione di prototipi dimo-strativi, che siano funzionantie producibili dal punto di vi-sta industriale.

Strategia tanto ambiziosaquanto risolutiva. Ma a chepunto è il processo? «Abbia-mo concluso la fase di consul-tazione – risponde il Projectmanager –. Alle imprese inte-ressate al programma è statorivolto un questionario, fattodi tre sezioni.Laprima riguar-dava la rilevanza dei temi diR&S del settimo Programmaquadro europeo, connessi

con la questione mobilità. Lasecondapartivada unavaluta-zione dei sette temi indicatidal progetto mobilità e si con-cludeva con l’invio di propo-ste progettuali. Infine, una va-lutazione delle caratteristi-chedei futuriprogetti,classifi-cateperripartizionedelleatti-vità e costo complessivo diognisingola iniziativa». Alcu-ne associazioni di categoriahanno deciso di unirsi percoinvolgere i propri iscritti inprogetti di sistema. Qualchevolta il "compromesso" non èstato raggiunto. Ad esempio,«nelcampodei sistemi infote-

lematici le propo-ste sono risultate

numerose,maspar-pagliate».La consultazione,

continua Michellone,«si è conclusa con 497

idee progettuali avanzate da379 impresecapofila, che han-no coinvolto più di 4.500 par-tecipanti.Solo il 15%dellepro-poste – aggiunge l’ingegnere –possono consurre a progettidi filiera o di sistema». Quin-di, «relativamente pochi pro-getti di grandi dimensioni,con molte innovazioni e con-tributi adeguati». Alla base ditutto il percorso, non solo lamobilità intesa come "intera-zione"(tra mezzi di trasporto,infrastrutture e ambiente) maanche quellache appare comeuna differenza di sostanza trai progetti di ricerca e di inno-vazione. «Questi ultimi – tie-ne a precisare il Project mana-ger– implicanoil trasferimen-to di idee nuove sul mercato.E unacrescita importante del-la competitività del sistemaentro tre, cinque anni dallaconclusione dei progetti». Ilpiano è definito. Non restache procedere.

INDUSTRIA2015 SPECIALE

DIRETTORE RESPONSABILE:Ferruccio de BortoliCOORDINAMENTO REDAZIONALE:Luca Benecchi

Ilpatrimonioculturaleitalianorappresentaunagrandeocca-sione di sviluppo economico.

Daquestoassuntoparteilproget-todelMinisterodedicatoalletec-nologie innovative per i beni e leattività culturali, che ha comeobiettivo la valorizzazione deglistessi non solo dal punto di vistaturistico e dei servizi museali,quanto soprattutto da quello tipi-

camenteindustriale.A monte di questa finalità c’è la

consapevolezza che l’Italia è il piùgrande laboratorio naturale mon-diale dove si possono sviluppare esperimentaretecnologie,materiali,prodotti e processi dall’alto poten-zialehi-technelcampodellaconser-vazione, del restauro, della tuteladelpatrimonioartisticoeculturale.Sitrattadicompetenzeedisaperial-tamente innovativi, esportabiliall’estero, e che presentano signifi-cative ricadute su altri settori pro-duttivi come quello chimico, adesempio, o architettonico. Si basa-no infatti sull’applicazione integra-

tadiknowhowdiversi:ricostruzio-nestorica,tecnichedirecuperoedirestauro, informatica, strumenta-zionediagnostica,sviluppodimate-riali capaci di dar vita a costruzioniavveniristiche. Tutto questo con-correaindividuaresoluzioniapro-blemi specifici di tutela dei monu-menti, opere d’arte o immobili, chesuccessivamente possono esserespese in altri ambiti. Ad esempio lostudio sulla conservazione dellefondamenta dei palazzi venezianiimmersinell’acquapuòdarerisulta-tiutiliperrimediareasituazioniana-loghe,magariinzonecolpitedaalla-gamentiealluvioni.

L’eserciziodi gestione, fruizio-ne e salvaguardia del patrimonioculturalestasviluppanounmerca-toanimato soprattutto da piccoleepiccolissimeimprese,cheespri-mono prodotti ad alto contenutotecnologico,incorporandol’inno-vazione all’interno della tradizio-ne culturale e artigianale italiana,spesso con un occhio di riguardoancheversoildesign.Alladimen-sioneridottadelleaziendesidevetuttavia l’elevato grado di disper-sionedacuiècondizionatoilbaga-glionazionalediknowhow:undi-fetto a cui il piano del Ministerovuole rimediare, incentivandoazioni di aggregazione tra impre-se e di collaborazione con centridiricercapubblicieUniversità.Aquesto scopo di recente AndreaGranellièstatonominatorespon-sabiledelprogetto.

Faremergereunanuova filieraeconomico-produttiva specializ-zata nel settore sembra essere unpasso necessario alle aziende perpoter competere anche su altrimercati. La credibilità dell’Italiaall’estero – soprattutto in Oriente– su questi temi è altissima, para-gonabileall’attenzionecheracco-glie il compartodelmade in Italy.A differenza di quest’ultimo, pe-rò, le competenze sulla tutela deibeni culturali non sono diventatimarchidaesportazioneproprioacausadella loroframmentazione:una visione sistematica potrà ov-viare al problema. Il programma

delMinisterohadunquel’obietti-vodiorganizzareinsistemaleim-presedidiversisettori:perquestososterràprogrammidifiliera,cer-cherà di far ripartire la domandapubblica, si opererà in attività diregolazionedelleattivitàprodutti-veedicreazionediinfrastrutture.

Per quanto riguarda l’aspettooperativo, il piano prevede, co-me per gli altri progetti, una fasedi consultazione aperta alle im-prese per definire le macro areedi intervento all'interno dellequali verranno poi presentate leidee progettuali da cofinanziare.Almomentoitemisucuisistara-

gionandosonoilrestauroelapre-servazione,lariqualificazioneur-bana, la valorizzazione del patri-monio culturale, la protezione ela sicurezza dei beni, il design. Isottotemi possono essere molte-plici e intrecciarsi anche con glialtri Pii: l’artigianato artistico, adesempio,èunprodottochespes-so non viene riconosciuto comemarchiomade in Italy,perdendovalore; la riconversione di areecittadine è invece un interventochedevefareiconticonleesigen-zedella mobilità edell’approvvi-gionamentoenergetico.

S.De.

Investireneiservizisanitari,nell’health care, perché èun settore strategico per lo

sviluppo economico italiano,spinge la ricerca, migliora laqualità della vita, genera unafortedomanda:ilprogettodiin-novazione industriale dedica-to alla scienza della vita nascedaquestaesigenza.

Iltemadellasaluteharicadu-teenormisulsistemaeconomi-co e produttivo del Paese. Diconseguenza, l’obiettivo delpiano promosso dal Ministerodello sviluppo economico èquellodivalorizzareesostene-re il sistema sanitario e di ren-derlo competitivo, creandocondizioni favorevoli alla suacrescita in termini di regola-mentazione, di infrastrutture edicultura.

Atestimonianzadell’impor-tanza del settore, si può ricor-darecheneiPaesi industrializ-zati la spesa per la cura dellasalute assorbe dal 5 al 15% delPil ed è destinata a crescere acausa dell'aumento dei costi edel progressivo invecchia-mentodellapopolazione. Inol-tre, vista la grande richiesta dibenie servizi relativi allasalu-te, il comparto sanitario è ca-pacedi innescare unmeccani-smo virtuoso da cui prendonoil via attività economiche cor-relate,siapubblichechepriva-te. Non bisogna dimenticare ilsuo apporto innovativo. Lestrutturemedichecostituisco-no un laboratorio privilegiatoper mettere a frutto le compe-tenze scientifiche presenti sulterritorionazionale:al loroin-ternoiricercatorihannoinfat-ti l'occasionedimettereapun-to e sperimentare nuove solu-zioni e tecnologie.

Lacrescitadelladomandadiservizi sanitari è determinatada vari fattori. Il primo è chenei Paesi industrializzati pro-prio il progresso in campo me-dico ha permesso alla popola-zionedi viverepiùalungo.Co-

sìsonocresciutiipotenzialipa-zientiesoprattuttoè aumenta-to ilnumerodi colorochesonofisicamentepiù deboli epiù bi-sognosidiassistenza. Irisultatiraggiuntinelcampodellamedi-cina hanno inoltre ampliatol’offerta dei servizi, alimentan-do nuove crescenti aspettativenei cittadini, i quali, rispetto alpassato,hannoancheadisposi-zione un numero maggiore diinformazioni sulle opportuni-tàdi cura e di prevenzione del-

le malattie. La crescita del red-dito pro capite ha influito a suavolta, includendo fasce sem-pre più larghe della popolazio-ne nel potenziale bacino diutenza che ha accesso alle pre-stazioni sanitarie. Infine, i pro-cessi di globalizzazione in attohanno accresciuto il volumedegli scambi internazionali dibeni e servizi medici. Ci sonopazientiche,sempredipiù,de-cidono di farsi curare all’este-ro; sono nati metodi di cura adistanza, come la telemedici-na; si è affermato un commer-ciodiapparecchiaturespeciali-stiche e tecnologie legate allasalutecome maiprima d’ora.

Tutto questo ha contribuitoarendereilsettoresanitariounpotente driver di sviluppo, ca-pacedirafforzarsiedimigliora-

re grazie alla ricerca medica eall’interrelazione con discipli-nequali le biotecnologie, la ge-netica, la farmaceutica, lamec-canicabiomedicale. IlMiniste-ro ritiene che per rendere piùcompetitivo il sistema indu-strialeitalianosiaindispensabi-leintervenirenell’areadellasa-nità. Per questo, tramite il pia-nodiinnovazionededicato,stacercandodidesignareunastra-tegiacondivisa datuttigli atto-ri del settore con l’obiettivo ditrasferireleeccellenzepresen-ti nel campo scientificonell’ambitodelsistemaprodut-tivo, per fare in modo che il ba-gaglio di conoscenze accumu-late per la cura della salute di-venti un vantaggio competiti-vosucui investire.

S.De.

Giancarlo Michellone

Leeccellenzeper la saluteLaStoriadiventa industria

«Nel campo dei sistemiinfotelematicii contributi sono statinumerosi ma sparpagliati»

Beni culturali. Andrea Granelli nominato responsabile del progetto Scienza della vita. Il settore dovrebbe diventare un driver per gli investimenti

di Sara Deganello

Mezzi di trasporto eco-logici, traffico menocongestionato, infra-

strutture adeguate, mezzipubblici efficienti, sicurezzadipersone emerci,competiti-vità del settore e dei relativiprocessi produttivi. Sonoquestigliobiettivi del proget-to di innovazione industrialededicato alla mobilità soste-nibile, in linea con quelliespressi dalla Commissioneeuropea (VII programmaquadro Ricerca e sviluppotecnologico).

Giancarlo Michellone, giàpresidente del Consorzioper l’area scientifica e tecno-logica di Trieste, è il projectmanager designato dal Mini-sterodellosviluppoeconomi-co, e ha già rivolto un appelloalle imprese perché esprima-no una valutazione riguardoagli obiettivi proposti. Allostesso tempo, leha interpella-te affinché sviluppino ideeper realizzarli – da sole o in-sieme a più soggetti organiz-zati – indicandone modalità ecaratteristiche.

La consultazione ha avutoluogo dal 27 giugno al 27 lu-glioscorso.Lerisposteall’ini-ziativa sono state quasi 500,con una quota del 15% che si èdetta già pronta a intrapren-dere aggregazioni per realiz-zare gli obiettivi; 400 sono ar-rivate da imprese capofila – il43% dellequali è di piccolissi-ma o piccola dimensione,mentre il 40% sono grandiaziende–conilcoinvolgimen-todialtri4.500partner. I risul-tati del sondaggio informalehanno permesso a Michello-ne e ai suoi collaboratori diorientarela strategiasu«rela-tivamente pochi progetti, digrandidimensioni,caratteriz-zati da molte innovazioni disottosistemi e componenti».

Successivamente alla fasedi consultazione, ha preso ilvia la parte attuativa del pro-getto. Nel quadro dei temi incuisiarticola ilpianodimobi-

lità sostenibile, alle imprese èstato chiesto di presentareprogetti specifici, cheverran-no cofinanziati dal Ministeroe che dovranno avere deter-minati requisiti. Ad esempioil proposito di lavorare in fi-lieraoin sistema,coinvolgen-doaltripartner, fornitori, cen-tri studio, Università, even-tuali utenti finali (con attivitàassegnate fino al 30% all’im-presa capofila, fino al 20% aenti di ricerca, tra il 50 e l’85%ad altri partner industriali ofiliere); la presenza, nel siste-ma,diuna opiù imprese coor-dinatrici qualificate; la parte-cipazione significativadi pic-cole e piccolissime imprese;un valore compreso tra i 5 e i50milioni dieuro; infine la re-alizzazionediprototipidimo-strativi funzionanti.

Gli ambiti in cui i progettipossono essere proposti so-no molteplici: si va dai mezzidi mare a quelli su strada e surotaia. Sistemi navali e siste-mi di bordo concorrenzialisotto il profilo di qualità, co-sti, prestazioni; imbarcazio-ni ad alta sostenibilità ener-getica, ecologiche, dalla faci-le manutenzione, dotate diapparecchiature di naviga-zione e automazione intelli-genti; organizzazione logisti-ca e sicurezza dell’ultimo mi-glio di mare verso la costa edel primo miglio di terra (adogni progetto dovranno par-tecipare anche autorità por-tuali). Sulla terraferma: auto-bus, auto, motociclette, ca-mion ecologici, ergonomici,economici e sicuri; treni pas-seggeri e treni merci; tra-sporto di persone e merci in-tegrato da infrastrutture ade-guate sul territorio, in cittàd’arte, in aree metropolitanee in spostamenti a medio-lungo raggio (per ogni pro-getto devono essere coinvol-te le amministrazioni di al-meno tre città); sistemi diproduzione di mezzi di tra-sporto e infrastrutture che si-ano ecologici, economici, si-curi, efficienti ed economici.

La selezione dei progettiverrà fatta in base a criteridi innovazione, ecososteni-bilità, impatto sociale e ca-pacità di influire positiva-mente sui settori produttividi riferimento. Le impreseche vorranno presentare leloro proposte dovranno in-terpretare il tema della mo-bilità come interazione tramezzi di trasporto, infra-strutture e ambiente. Do-vranno inoltre trasferire sulmercato idee nuove che por-tino profitto a tutti glistakeholder coinvolti, e allo

stesso tempo siano struttu-re aperte, in grado di recepi-re ulteriori soluzioni innova-tive. Viene valutata positiva-mente la realizzazione diprototipi "totem" che inglo-bano più aspetti innovativiall’interno di uno stesso pro-dotto complesso, creato uti-lizzando la filiera. Vengonoincoraggiate inoltre le im-prese che innescano un "ef-fetto leva" e sono capaci dipromuovere un intero setto-re partendo da una singolaopera (un laboratorio, un im-pianto dimostrativo), attua-ta anche con il contributo dialtri Ministeri, Regioni, Entipubblici. Infine, un ulterio-re criterio di scelta è datodall’organizzazione dei pro-getti su modelli propri dellapratica industriale.

Andrea Granelli

I requisiti. Necessario coinvolgere università e utenti finali

IMAGOECONOMICA

INTERNAZIONALIZZAZIONEUnafiliera economicaeproduttiva specializzataperpermettere alle aziendedicompetere ancheneimercati esteri

Mobilità sostenibile. Giancarlo Michellone: solo il 15% delle domande sono finalizzate al mercato

«Pochepropostedi sistema»Laprima fase si è conclusa, in campoci sono497progetti

NUOVA PROSPETTIVALe imprese dovrannointerpretare la mobilitàcome interazionetra mezzi di trasporto,infrastrutture e ambiente

INDOTTOIN CRESCITASiè affermato più forteche in passato il businessdiapparecchiaturespecialistichee tecnologielegate alla medicina

RODOLFO VIGANÒ

RODOLFO VIGANÒ

RODOLFO VIGANÒ

L’obiettivoècostruireprototipi funzionanti

LE TRE PRIORITÁLa selezione verrà fattain base a criteridi innovazione,ecosostenibilità,impatto sociale

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22 Il Sole-24 Ore Giovedì 22 Novembre 2007

Industria 2015

di Daniele Barzaghi

Il ministero dello Svilup-po economico si rinnova,in linea con il disegno di

legge Industria 2015. Il prov-vedimento di riorganizzazio-ne, votato dal Consiglio deiministri a fine ottobre, è sta-to firmato dal presidente del-la Repubblica lo scorso 14 no-vembre.

L’obiettivo è dare una di-versa fisionomia aun dicaste-ro che da quando si chiamava"ministero dell’Industria"(poi, "delle Attività produtti-ve") ha perso gran parte dellesue funzioni. Un po’ per il di-minuito peso dello Statosull’economia, un po’ per lecompetenze che ora appar-tengono agli organi centralieuropei, il suo ruolo è andatocol tempo riducendosi.

Adesso però si cambia, edopo una trattativa che si èprotratta a lungo, tra consul-

tazioni sindacali interne eun serrato confronto con lecommissioni parlamentari,il ministero di Pier Luigi Ber-sani razionalizza le proprieforze. Secondo una struttura3x4: tre dipartimenti genera-

li, suddivisi ognuno in quat-tro sezioni.

«Il primo dipartimentopunterà alla competitività»spiega il sottosegretario Al-fonso Gianni, che per contodel ministro si è occupatodella riforma. E avrà quat-tro direzioni dedicate alladefinizione della politica in-

dustriale (e allo sviluppo ge-nerale del sistema produtti-vo), agli incentivi per le atti-vità imprenditoriali, all-’energia e alle risorse mine-rarie, e alle esigenze dellepiccole e medie imprese edegli enti cooperativi.

«Il secondo dipartimentosi occuperà della regolazionedel mercato» dice ancoraGianni. Al suo interno sonopreviste una direzione per laconcorrenza e per la tuteladei consumatori (con riferi-mento anche alle iniziative diclass action), un’altra per ladifesa di marchi e brevetti euna terza per il controllo del-la qualità dei prodotti e deiservizi.Di questodipartimen-to fa parte anche la direzioneper i servizi interni, l’organiz-zazione del Palazzo: un uffi-cio di natura diversa, cheavrebbe potuto costituireuna struttura a sé e che inve-ce è stato inserito qui per ri-

spettare la tripartizione delministero.

«Il terzo dipartimento, in-fine, definirà le politiche disviluppo e di coesione – con-tinua il sottosegretario – e co-stituisce il cuore del coordi-namento dell’indirizzo unita-rio delle politiche attive disviluppo del ministero». E inquesto caso saranno la pro-grammazione finanziaria,l’elaborazione di studi e stati-stiche, l’erogazione dei fon-di strutturali e le intese eco-nomiche di programma adavere ognuna una specificadirezione.

Quattro direzioni per cia-scuno dei tre dipartimenti,dunque, a rispettare la for-mula 3x4.

Le tre strutture principalidel ministero non si muove-ranno però su binari paralleli.I loro vertici, il ministro e isottosegretari prenderannoparte a quella che è definita

"conferenza permanente",un momento di sintesi checonsentirà a tutti di saperecon esattezza a cosa sta lavo-rando ciascun ufficio.«All’inizio della legislaturaabbiamo trovato un ministe-roriccodiqualità,dieccellen-ti professionisti – puntualiz-za Alfonso Gianni – occorre-vamigliorare lacomunicazio-ne interna ed è quello che ab-biamo fatto».

Il nuovo assetto rispondealla legge Finanziaria 2007,che imponeva un’accelera-zione in materia di risparmiper la spesa dei ministeri.La razionalizzazione del-l’apparato amministrativoporterà a una riduzione deiposti dirigenziali. In tuttosaranno soppressi undici in-carichi (due direzioni gene-rali e nove direzioni) con be-neficio per le casse del dica-stero che risparmierannoun milione di euro all’anno.

Il30ottobre2007scorsoilConsigliodeiministrihadatoilvialiberadefinitivoalregolamentodiorganizzazionedelledirezionigeneralidelMinisterodelloSviluppoEconomico.Lanuovastrutturaavràilcompitodiaffrontarelequestionirelativeallacompetitivitàdelsistemaeconomico,allarafforzataazionedipromozionedellaconcorrenzaedituteladelcittadino-consumatore,all’innovazionetecnologica,all’usoefficientedell’energiaedallepolitichedisostegnodelleareesottoutilizzate.Ilmodelloorganizzativoprevedelasuddivisioneperdipartimenti.

Il riassetto

La riorganizzazione. Il ministero dello Sviluppo economico verrà suddiviso in tre dipartimenti generali

ViaVenetocambiavoltoStrutturadecisionalepiù snella e risparmiperunmilionedi euro

LA RIFORMA

Un modelloleggero

Edifici storici.Il palazzo di via Veneto a Roma che ospita gli uffici del ministero dello Sviluppo economico

RIDUZIONEDEI COSTIIl nuovo assetto rispondealla legge Finanziaria 2007che impone un’accelerazionein materia di minorespesa dei dicasteri

ANSA

p Lapromozionedellacompetitività(il relativoDipartimentosaràarticolatoin4Direzionigenerali):comprendentelepoliticheindustriali,quelleper laricercael’innovazionetecnologica,gliinterventidisostegnoall’apparatoproduttivo, idistrettiindustriali; leprocedureper lecrisiaziendali, iprogettistrategicidivalenzainternazionale; lepoliticheenergetiche, lepoliticheperlePmieglienticooperativi;p Le politichedisviluppoecoesione(in4Direzionigenerali):sostanzialmentecoincidenti conleattuali competenzedell’exDipartimentoper losviluppo delministerodell’Economia,conl’eccezionedellefunzioni inerentiilCipe. IlDipartimento, inparticolare,svolge funzioni inmateriadiprogrammazione emonitoraggiodelle iniziative

finanziateconi fondinazionaliecomunitariper lepoliticheregionalidi sviluppo(fondistrutturalicomunitari, fondidicofinanziamentonazionaleeFas).p Laregolazionedelmercato(in4Direzionigenerali):comprendentelapromozionedellaconcorrenzaeil rapportoconl’Antitrust, laregolamentazionedeisettorieconomici inchiavepro-concorrenziale(ancherelativamenteairesiduicompiti inmateriadicommercio,assicurazione,servizi), latuteladeiconsumatori, ilmonitoraggiodeiprezzi, leattivitàdicontrolloedivigilanzadelmercato(sicurezzaprodotti,metrologia legale,organismidicertificazione,etc),lanormazionetecnica, latuteladeibrevettiedellaproprietàindustrialeelagestionedeiserviziinterniedelpersonale.

MINISTRO

Conferenzapermanente dei Capi

dei Dipartimenti

Uffici di direttacollaborazione

Dipartimento per lepolitiche di sviluppo

e di coesione

Dipartimentoper la regolazione

del mercato

Dipartimentoper la competitività

Direzione per lapolitica industriale

Direzione per ilsostegno alle attività

imprenditoriali

Direzione perl’energia e le risorse

minerarie

Direzione per lepmi e gli enticooperativi

Direzioneper la concorrenza

e i consumatori

Direzioneper la proprietà

industriale

Direzione per icontrolli e la

normativa tecnica

Direzione peri servizi interni

Direzione per laprogrammazione

finanziaria

Direzione per studie statistiche

Direzione peri fondi strutturali

Direzione per leintese istituzionali

di programma