In Consiglio regionale approda la proposta di legge per il ... · gione non sa guardare lontano e...
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anno ii - n° 0 martedi’ 24 ottobre 2017
La stracciata molisana proclamata il miglioreformaggio italiano. Il prestigioso conferimentonel corso della cerimonia finale dell’ItalianCheese Awards di Bergamo, nelle mani del ti-tolare dell’azienda di Agnone, Franco Di Nucci:“Un premio dedicato agli allevatori, a tutto lostaff dell’azienda casearia, a tutti gli estimatoridei nostri formaggi, a tutti coloro che ognigiorno ci accompagnano in questa avventura”.
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Il Tapiro del giorno lo diamo adAntonio Battista. In qualità di pre-sidente della Provincia di Campo-basso, al cospetto delsottosegretario espressione del suostesso partito, ha sottolineatocome l’ente di soldi non ne ha. E,allora, cosa rappresenta più? Maniente dimissioni.
Antonio Battista
Grande Guerra,
per non dimenticare
L’Ardire
di Giuseppe Saluppo
La mia generazione èforse l’ultima ad avereascoltato dai nonni iloro racconti sulla vita
al fronte nella Grande Guerra.Rispetto ad alcune ricostruzioniche oggi vengono divulgate, so-prattutto nel mondo dello spetta-colo, quei racconti sembravanoarrivare da un altro pianeta; eraoffuscata la memoria dei nonnioppure oggi si preferisce lavo-rare di fantasia per fare cassetta,per ideologia o addirittura perignoranza? La Grande Guerra harealmente amalgamato, seppurtragicamente, italiani del nord eitaliani del sud e li ha fatti sen-tire consorti, uniti, parte di unostesso destino e di una stessa pa-tria. Certo, leggere gli eventidella Prima Guerra Mondialerappresentano una chiave inevi-tabilmente contraddittoria. Daun verso la Guerra fu vissutacome una maledizione, un ob-bligo crudele, che spezzava levite e le famiglie costringendoartigiani, contadini e gente chenon si era mai mossa di casa acombattere per una causa chespesso sentivano lontana, se nonestranea. Dall’altra generavacoesione, spirito di solidarietà,acutizzava il senso vivo del-l’umanità, e in taluni accendevalo spirito d’italianità, il patriot-tismo… La Grande Guerra ful’una e l’altra cosa. Bisogna di-stinguere tra il sacrificio di mi-lioni di soldati, l’eroismo dialcune minoranze ardite, il mar-tirio di popoli e di ignari fanti,che meritano rispetto, onore, ri-cordo e appassionata ricono-scenza, dall’effetto che produssela Guerra. Onorare i combattentinon vuol dire amare la guerra.Non farlo, oltremodo, ferisce lamemoria storica, la verità deglieventi e l’amor patrio.
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Famiglia Di Nucci
Servizio a pagina 3
In Consiglio regionale approdala proposta di legge per il collegio unico
Ma è già rivolta nei partitiSi allungheranno i tempi?
224 ottobre 2017
TAagliolto
Cinque anni di governo di
centrosinistra nato sulle ro-
vine elettorali del centrode-
stra e, in chiave personale,
di Michele Iorio fatto og-
getto di una campagna deni-
gratoria senza precedenti e
di inattese e inopinate fuo-
riuscite dalla coalizione con
cui aveva governato ( una
per tutte, quella di Vincenzo
Niro), si vanno conclu-
dendo all’insegna di un
altro fallimento. Anzi, di
un’altra rinuncia: l’Auto-
strada del Molise. La Re-
gione non sa guardare
lontano e non ha il coraggio
di realizzare opere al di
fuori del piccolo cabotaggio
progettuale, in cui ritrova la
modestia di se stessa e dei
suoi mentori. Fa eccezione
la metropolitana leggera, il
cui retroterra annovera inte-
ressi specifici di alcuni am-
ministratori di oggi già
coinvolti in passato in veste
professionale. La vicenda
andrebbe aperta e raccon-
tata negli intrecci e nella
tempistica, ma chi potrebbe
farlo non lo fa. Né un arti-
colo di giornale pare riesca
a rimuovere l’apatia gene-
rale. Certamente potrebbe
farlo Michele Iorio, ma la
polemica politica ed eletto-
rale che lo vede in questo
ultimo scorcio di legislatura
vivace protagonista nei con-
fronti del governatore in ca-
rica, Frattura, ha preso
tutt’altra piega. Quella di
una contrapposizione ver-
bale carica di risentimenti
personali peraltro puntual-
mente controbattuti, priva
di contenuti. Ma, come si
dice, l’eccezione conferma
la regola. Il Molise non sa
guardare lontano. Nel 2003,
quando l’idea e il progetto
dell’autostrada hanno preso
inizio, la classe politica mo-
lisana professava ottimi-
smo. A distanza di 14 anni,
dopo alti e bassi, avanti e in-
dietro, dentro e fuori, la vi-
cenda si chiude con la
rinuncia all’arteria che
avrebbe collegato il ver-
sante tirrenico a quello
adriatico, passando da Ve-
nafro fino a Termoli. Il si-
gillo alla rinuncia non
poteva che metterlo il go-
verno regionale di centrosi-
nistra, rattrappito nella
propria inadeguatezza poli-
tica e amministrativa, ma
presuntuosamente e prete-
stuosamente velleitario, al
quale vanno addebitati
anche il sigillo di chiusura
posto allo zuccherificio di
Guglionesi, il sigillo alla
Gam di Boiano, il sigillo
alla Ittierre di Pettoranello.
E potremmo continuare an-
cora per molto. Non pago
dei disastri compiuti, quello
stesso governo di centrosi-
nistra si appresta a chiedere
agli elettori molisani di es-
sere novellato a Palazzo Vi-
tale. Staremo a vedere cosa
deciderà il corpo elettorale
al quale certamente ver-
ranno occultate le malefatte
e ciò che gli verrà proposto
di valutare non sarà privo di
demagogia. Vivremo di fa-
zioni e di faziosità. Vi-
vremo di una classe politica
sempre più scadente, senza
tensione morale, senza co-
raggio nell’intraprendere in-
vestimenti, e
nell’assecondare le attività
economiche e produttive .
In questo contesto di immi-
serimento, l’Autostrada del
Molise, per carenza di pro-
spettiva e di fiducia nel do-
mani, viene cancellata
dall’elenco delle occasioni
speciali e dei progetti di va-
lenza nazionale che avreb-
bero potuto incidere sulla
crescita economica e sullo
sviluppo sociale. Quel col-
legamento non a caso aveva
trovato l’avallo del Governo
nazionale e un cospicuo fi-
nanziamento pubblico da
aggiungere ai capitali pri-
vati in joint venture. Avallo
governativo e partecipa-
zione del capitale privato
non sono bastati però a con-
tenere il nichilismo e lo
strumentalismo politico che
fanno capo al centrosinistra,
nel suo insieme, e al gover-
natore, nella sua specificità.
Entrambe le entità politiche
e amministrative non si
sono vergognate né si ver-
gognano di non considerare
l’Autostrada del Molise
un’opera strategica per il
Molise! A differenza della
metropolitana leggera che,
avendo un’ascendenza di
cointeressenze (professio-
nali e progettuali) con al-
cune componenti politiche
in auge, sarebbe invece
strategica e risolutiva della
mobilità interna, collegando
Matrice a Boiano, passando
per Campobasso! Queste
due decisioni in contrasto
tra loro, come altre deci-
sioni che hanno mutilato il
Molise nella sanità, nell’in-
dustria, nella produzione,
nella cultura (il sigillo della
Regione è stato posto anche
alla storica Biblioteca “Al-
bino”) sono scivolate via sul
corpo sociale, sugli ordini
professionali, sulle organiz-
zazioni sindacali come
acqua sul vetro. Il vero
nodo gordiano, diciamolo, è
proprio l’assenza di reatti-
vità e partecipazione popo-
lare alle vicende pubbliche.
Mano libera, pertanto, alla
classe dirigente e alle sue
balzane determinazioni. La
giunta regionale, il 16 otto-
bre 2017, con la delibera-
zione 382, ha deliberato di
prendere atto della delibera-
zione del Consiglio di Am-
ministrazione della società
Autostrada del Molise spa
assunta in data 19 giugno
2017 concernente, tra l’al-
tro, la“… Proposta di messa
in liquidazione della So-
cietà”; di subordinare la
scelta “di messa in liquida-
zione della società parteci-
pata Autostrada del Molise
spa” alle decisioni che il
Consiglio regionale del Mo-
lise, statutariamente compe-
tente nella materia, che
intenderà assumere al ri-
guardo; di indirizzare l’or-
gano amministrativo della
Società a disporre, per acce-
lerare l’avvio della proce-
dura di liquidazione, un
resoconto delle passività e
delle eventuali voci patri-
moniali attive, affinché
l’amministrazione regionale
possa essere informata e do-
cumentata sull’effettiva si-
tuazione economico
finanziaria della società, per
la programmazione degli
opportuni interventi del
caso; di trasmettere la pre-
sente deliberazione al Con-
siglio regionale del Molise
per l’adozione dei provve-
dimenti di competenza; di
notificare l’atto alla società
Autostrada del Molise spa,
e all’Anas spa. Amen.
L’Autostrada del Molise cancellata dall’elenco delleoccasioni speciali e dei progetti di valenza nazionale
che avrebbero potuto incidere sulla crescita economica e sullo sviluppo sociale del Molise
Troppii disastri
accumulatidal governo
regionale
Proposta la messa in liquidazione della Società partecipata dalla Regione
La decisione, come altre decisioni che hanno mutilato il Molise nella sanità, nell’industria, nella produzione, nella cultura,
è scivolata via sul corpo sociale, sugli ordini professionali, sulle organizzazioni sindacali come acqua sul vetro
Troppafacilità
nell’abbandonodel progetto
stradale
324 ottobre 2017
TAagliolto
Sarà la discussioen sulla
nuova legge elettorale per
le Regionali, il tema caldo
del Consiglio regionale di
domani. Aria tesa, soprat-
tutto, nel Pd dopo la deci-
sione della maggioranza in
Consiglio regionale di
portare avanti la proposta
del collegio unico. Sia a
Isernia che a Termoli,
però, all’interno del par-
tito non poche le polemi-
che. Da isernia, è tornata
di attualità la proposta di
legge con due circoscri-
zioni mentre da Termoli,
addirittura, salirebbero a
tre. Bisognerà, ora, vedere
se la proposta del Collegio
unico così come formulata
dalla giunta regionale e
sottoscritta dai consiglieri
regionali, reggerà fino alla
fine opppure si deciderà di
modificarla. La stessa pro-
posta, prevede, la cancel-
lazione del voto disgiunto,
la sospensione dalla carica
di consigliere per chi farà
l’assessore, lo sbarra-
mento al dieci per cento
per le coalizioni. Su que-
sti punti, c’è un consenso
più ampio anche attra-
verso le forze di opposi-
zione. Mentre la vera
spina nel fianco è rappre-
sentata proprio dai collegi
elettorali. Quello unico,
così come formulato, sem-
bra calare a pochi proprio
per l’ampiezza della ri-
cerca del voto di prefe-
renza. Domani, così, sarà
la prima occasione per
fare il punto della situa-
zione all’interno dell’as-
sise regionale. E’
evidente, però, che si
tratta solo di un primo
passaggio che potrebbe
portare a una ridefinizione
del testo legislativo propo-
sto e alla revisione dello
stesso concetto di collegio
unico per optare sulle due
circoscrizioni: Campo-
basso e Isernia che sembra
raccogliere maggiori con-
sensi. Per questo, però, bi-
sognerà leggere le
schermaglie iniziali del
Consiglio regionale di do-
mani
Quanti collegiper le Regionali?
Parte la discussione sulla proposta di riforma elettorale
di Tecla Boccardo*
Nonostante a settembre
prosegua, in generale, il
calo delle richieste di cassa
integrazione,sono oltre
174.000 i posti di lavoro
protetti dagli ammortizza-
tori sociali, di cui oltre
100.000 dalla Cassa Straor-
dinaria. Il calo è attribui-
bile sia ai timidi segnali di
ripresa sia al forte au-
mento,per le imprese che lo
richiedono, dei costi di ac-
cesso a questo ammortizza-
tore sociale.
Occorre ricordare che con
il Jobs Acts si sono innal-
zati in misura considere-
vole i costi di gestione di
periodi di Cassa Integra-
zione, in particolare di
quella Straordinaria, e sono
invece diminuiti i costi per
i licenziamenti con partico-
lare attenzione a quelli col-
lettivi. Attualmente, il
“ticket licenziamento” in
vigore, in presenza di ac-
cordo sindacale, viene pa-
gato dall’azienda, in
un’unica soluzione, fino ad
un massimo di 3 anni (da
un minimo di 489,95 euro
per un anno fino a un mas-
simo di 1.469,85 euro per
tre anni ) in funzione del-
l’anzianità del lavoratore.
Senza accordo sindacale i
costi sono tre volte più alti:
1.469,85 euro per un anno
fino ad un massimo di
4.409,55 euro per tre anni.
La UIL- già da tempo, ha
ingaggiato con il Governo,
e in particolare con il Mini-
stero del Lavoro, un con-
fronto serrato sugli effetti
di alcune delle modifiche
strutturali apportate alla le-
gislazione che regola il
mercato del lavoro e in par-
ticolare i sistemi di prote-
zione sociale, compresi i
costi di licenziamento. E’
opportuno, a nostro parere,
che il Governo stesso, at-
traverso la manovra di bi-
lancio 2018,innalzi il
“ticket licenziamenti” con
un duplice obiettivo: creare
un deterrente al non uti-
lizzo della Cassa integra-
zione, recuperare risorse da
destinare all’occupabilità
dei lavoratori colpiti da
crisi aziendale. Anche gra-
zie a queste risorse si po-
trebbe costruire un
percorso, in forma volonta-
ria per i lavoratori che sa-
ranno posti in Cigs, i quali
potranno anticipare i tempi
di attivazione dell’assegno
di ricollocazione e di tutte
le attività, compresa un’ef-
ficace formazione, così da
creare le condizioni per ac-
cedere a una nuova occupa-
zione.
La procedura dovrebbe pre-
vedere, secondo il sinda-
cato, per il lavoratore un
vantaggio sia di carattere
fiscale, quale l’esenzione
dall’Irpef delle eventuali
somme ricevute per incen-
tivazione all’esodo, sia di
carattere economico, deri-
vante dall’erogazione del
50% del residuo di Cassa
integrazione spettante. Il
vantaggio economico, però,
ci sarebbe anche per le
aziende che assumono con
questa nuova modalità un
lavoratore a tempo indeter-
minato, anche grazie al be-
neficio della
decontribuzione del 50%.
Continua, nel frattempo, il
calo delle attivazioni dei
rapporti di lavoro con con-
tratto a tempo indetermi-
nato.
“Questa certificazione che
proviene dai dati Inps è
evidentemente il frutto non
solo di uno status di perdu-
rante insicurezza del si-
stema produttivo, che
indugia ad investire in con-
tratti stabili nel tempo, ma
anche del basso margine di
concorrenzialità nei costi
rispetto ai contratti a ter-
mine. Come UIL- sempre
la Segretaria generale mo-
lisana - proponiamo un au-
mento dei costi dei
contratti a termine, ma rite-
niamo utile che si incida
anche sull’abbassamento
del costo del tempo inde-
terminato. In questo scena-
rio complicato è da
accogliere positivamente la
crescita delle attivazioni
con contratti di apprendi-
stato, che riteniamo essere
lo strumento più idoneo per
l’ingresso dei giovani nel
mercato del lavoro.
Siamo sempre lì: servono
incentivi e opportunità per-
ché i lavoratori siano in-
dotti a formarsi per essere
pronti alle nuove esigenze
di un’economia in evolu-
zione (sapere è potere, di-
remmo)e nel frattempo
occorre sostenere e pro-
muovere l’apprendistato
come opportunità di ap-
prendimento del saper fare.
Non possiamo prescindere
dalle politiche nazionali -
ne è ben consapevole il sin-
dacato molisano -per rifor-
mare il sistema delle tutele
in costanza di rapporto di
lavoro e quando il lavoro
non c’è. Ma è necessario
che anche da noi tutta que-
sta problematica sia seguita
e presidiata: raccogliere
dati, analizzarli, condivi-
derli e confrontarcisi, stu-
diare e progettare il
modello di sviluppo più
confacente al nostro territo-
rio, puntare sull’aggiorna-
mento delle competenze,
seguire il dibattito nazio-
nale, incalzare Roma. Ah,
se solo avessimo un asses-
sore al lavoro…
*Segretaria regionale Uil
Ah, se solo avessimo
l’assessore regionale al lavoro
424 ottobre 2017
TAagliolto
Visto che il centenario
della Prima Guerra mon-
diale sta passando del
tutto inosservato, in un
Molise che dimentica
tutto e tutti, nella ricor-
renza di Caporetto mi
piace pubblicare la let-
tera alla famiglia del-
l’aspirante ufficiale di
fanteria, Nicola Sabelli
di Agnone. Poche righe
che ricostruiscono in
pieno, da chi aveva
visto, quei drammatici
giorni. “Amatissimo
papà, è terminato il 1917
anno, di dolori, di ama-
rezze. Però la sua fine ha
segnato una delle più
belle pagine della Storia
d’Italia. L’Italia ha sa-
puto dimostrare che
anche durante il dolore,
durante la disgrazia è
forte, è piena di volontà,
di fede. E lo ha dimo-
strato al mondo intero
con la resistenza eroica
in un’ora tragica per
essa... Se si pensa alle
tristi condizioni cui era-
vamo ridotti, che cosa
poteva fare di più il po-
polo italiano, il soldato
italiano? Nulla di più”.
A loro, va il pensiero di
un Paese dimentico e in-
grato.
“Caro papà,cosa potevamofare di più?”
Per non dimenticare i Caduti
Il Generale Luigi Cadorna nel
comunicato del 28 ottobre così
scrive: “ La mancata resi-
stenza di reparti della Seconda
armata,vilmente ritiratisi senza
combattere o ignominiosa-
mente arresisi al nemico, ha
permesso alle forze austroger-
maniche di rompere la nostra
ala sinistra…”, diffondendo
,così, il terribile sentimento di
sconfitta ed insinuando “lo
sciopero” della gran massa dei
nostri fanti. Ma la realtà fu ben
altra. Gli austriaci erano ormai
più stremati dei nostri soldati
e, per questo, nell’autunno del
1917 i generali di Vienna de-
cisero il tutto per tutto, utiliz-
zando però le truppe più
fresche e veloci prestate dalla
Germania: tra queste il 35°
Pionier-Regiment che addirit-
tura si addestrava alla guerra
chimica fin dal 1915. Infatti,
proprio a partire dalle ore due
del 24 ottobre , fece un disin-
volto uso di ben 912 tubi lan-
cia gas e 70 mila granate
cariche a fosgene e cloro. Se
aggiungiamo poi che quella
notte il tempo è orribile, piove
e tutto è sommerso nella neb-
bia si comprende la reale si-
tuazione delle truppe in
campo. Il nemico , intanto, si
muove con 350mila uomini e
ben 2500 cannoni schierati
soltanto lungo 18 chilometri. I
nostri soldati furono svegliati
alle due di notte da un sordo ,
improvviso e intenso bombar-
damento nella conca di Plezzo
, preceduto dai micidiali gas
,con attacchi rapidi e condotti
da piccoli nuclei agguerriti che
con grande facilità sfondano
e passano oltre. C’è ch scappa
e chi resiste ma chi resiste si
trova rapidamente senza i
mezzi per farlo. Tutto ciò ci
fa comprendere i numeri ap-
prossimativi della disfatta:
11 mila morti, 30 mila feriti,
300 mila prigionieri, 350mila
soldati in fuga, un arretra-
mento del fronte di 150 chilo-
metri con la perdita di più di
20mila chilometri quadrati del
territorio nazionale. Tutto nei
pochi giorni che vanno dal 24
ottobre al 9 novembre 1917 ,
finalmente , il nemico viene
fermato e il fronte si stabilizzò
sul Piave. Mancando il colpo
decisivo l ‘Austria si con-
dannò alla sconfitta, Vittorio
Veneto era già nella rivincita
. Ancora oggi ci si chiede di
chi fu la colpa . Certamente il
generale Pietro Badoglio fu il
primo imputato per la disfatta
, anche perché era il coman-
date del XXVIII corpo d’ar-
mata posizionato a sud di
Caporetto con ben 800 can-
noni schierati , uno ogni trenta
metri, proprio dove i tedeschi
dilagarono. Quando verso le
sei e trenta iniziò un bombar-
damento che face a pezzi trin-
cee e ricoveri italiani, con la
distruzione delle linee telefo-
niche, il responsabile dei can-
noni restò in attesa di ordini
che potevano venire solo dal
generale in capo, Badoglio.
Ma lui non è presente per dare
ordini,è chiuso nel suo quartier
generale in località Cosi, a soli
tre chilometri dalla linea del
fuoco. Quando si rese conto
di ciò che stava accadendo era
troppo tardi, ormai le comu-
nicazioni erano interrotte. Fu
cosi che alle quattro del po-
meriggio del 24 ottobre 1917
Caporetto ( che oggi si chiama
Kobarid , e si trova in Slove-
nia) tornò nelle mani dell’im-
pero austroungarico.
Badoglio non diede l’ ordine
di sparare, anzi non fu possi-
bile rintracciarlo per avere or-
dini. Stranamente, però, fu
l’unico a scamparne le conse-
guenze , a differenza dei gene-
rali Cadorna, Capello e altri ,
tutti rimossi dai loro incarichi
ed umiliati davanti ai tribunali
militari . Certamente con Ca-
poretto si insinuò nel cuore
degli italiani un dubbio, una
grande ferita, sanata poi dalla
Vittoria quando tutta l’Italia,
con la classe politica e la bor-
ghesia,si raccolse per scongiu-
rare la catastrofe , capovolgere
l’esito del conflitto e conclu-
dere finalmente il Risorgi-
mento.
Una ferita ,purtroppo, riaper-
tasi , molto grave e mia più ri-
sanata ,l ‘otto settembre del
1943 , quando si dissolse com-
pletamente il tessuto morale
della Nazione.
Mons. Gabriele TETI. – As-
sociazione Nazionale Alpini -
MOLISE-
Caporetto, 100 anni dopo
524 ottobre 2017
TAagliolto
E’ stato il sottosegretario al-l’Economia del Pd PierPaolo Baretta, a Campo-basso, per partecipare a unincontro con il mondo delleimprese e dei sindacati, or-ganizzato dalla deputatamolisana dem Laura Venit-telliIl. Presidente di Con-findustria Molise EnricoColavita è intervenuto sta-mane al meeting organiz-zato dall’Onorevole LauraVenittelli – ospite il Sotto-segretario all’EconomiaPierpaolo Baretta – per par-lare della legge di bilancio.Il sottosegretario al Mini-stero dell'Economia haspiegato che “l'industria 4.0ha consentito un'impennatadell'economia come ancheil bonus energetico, glisgravi fiscali alle imprese egli interventi sugli enti lo-cali, ma ci sono due pro-blemi e cioè che lapercezione delle famiglie edelle piccole imprese chequesta ripresa pare non es-serci e che inoltre si perce-pisce che questa ripresapare non durare, quindi "èimportante - ha detto Be-retta - consolidare la ripresacon crescita, fiducia e so-stenibilità e quindi creareun intreccio tra contributoeconomico e sociale". Inconclusione ha detto chequesta legge di bilancio ènecessario leggerla nell'ot-
tica dei tre anni alla fine deiquali si cercherà di copriree ricucire quelle lacerazioniche sono state sottolineatedurante l'incontro”. Tra gliinterventi, significativoquello del presidente di As-sindustria, Colavita. “Lepriorità per noi sono i nostrigiovani e la riconfermadegli strumenti di Industria4.0. La legge di bilancio vain questa direzione, anchese le misure messe in
campo non sono misureshock ,come quelle che ilnostro sistema industrialeaveva chiesto. Infatti suigiovani Confindustriaaveva spinto per l’azzera-mento del cuneo fiscale edei contributi per tre anniper i neo-assunti. Nellaprossima legge di bilancioc’è invece una misura più“soft” che punta a un di-mezzamento triennale per-manente. Per quanto
riguarda il Piano di agevo-lazioni per la digitalizza-zione delle imprese,Confindustria aveva evi-denziato al Governo la ne-cessità di riconfermare allascadenza gli strumenti diIndustria 4.0, dal superam-mortamento all’iperammor-tamento, perché hanno fattoripartire gli investimenti inItalia”. Colavita, infine, harimarcato il tasto sulla ne-cessità delle opere infra-
strutturali “che potrebberoessere il volano per la rina-scita e la rivalorizzazionedell'intera regione, infatti èstato sottolineato da piùparti che il turismo senzainfrastrutture e senza ser-vizi non decolla”. A chiu-dere, l’onorevole LauraVenittelli. “In Molise dob-biamo fare rete racco-gliendo un appello lanciatopiù volte durante il dibattito– creare un contatto tra po-litica e mondo del lavoro.Era questo l’obiettivo diquesto confronto, da cui vo-levamo trarre degli spuntiper operare poi in manierasinergica ed efficace a li-vello parlamentare con ilGoverno, che ha dato di-sponibilità . Siamo consa-pevoli che la strada è strettae le risorse sono esigue.Proprio adesso che il cam-biamento è in atto ed è ve-loce occorre essere reattivie concreti. Ritengo compitodelle istituzioni coglierequesta disponibilità e ren-dere fattiva una nuova fasedi cogestione responsabiledel cambiamento”.
“Un confronto serratoe utile per il Molise”
A Campobasso con le parti sociali, il sottosegretario Pierpaolo Baretta
La Stracciata molisana del Ca-seificio Di Nucci di Agnone è ilFormaggio dell’Anno 2017. IlMolise trionfa all’ItalianCheese Awards, l’Oscar ai mi-gliori formaggi prodotti conlatte 100% italiano, consegnatoalla famiglia Di Nucci a Ber-gamo, durante la finalissimadella manifestazione il 21 otto-bre, dal sindaco della città Gior-gio Gori, dall’autore dellarassegna Alberto Marcomini,dal giornalista del Tg5 Gioc-chino Bonsignore. Formaggio apasta filata tipico, totalmentemolisano - non esiste infatti nelresto d’Italia - la Stracciata ri-specchia la tradizione caseariaregionale, per origini e sapori.Una tradizione che fa partedella storia del Caseificio DiNucci, che può vantare di averutilizzato la tecnica della fila-tura di questo formaggio “fre-sco” fin dalla sua creazione,portandolo per la prima volta adAgnone, dove poi si è diffuso.Ora il premio speciale, un rico-noscimento extra, assegnato al
di fuori delle classiche categoriedell’Italian Cheese Awards, chela famiglia Di Nucci porta conorgoglio nella sua terra, allaquale è dedicato. «Un premiodedicato agli allevatori, a tuttolo staff dell’azienda casearia al-tomolisana, a tutti gli estimatoridei nostri formaggi, a tutti co-loro che ogni giorno ci accom-pagnano in questa avventura. Ealla nostra terra, il Molise, allasua grande storia che affonda leradici nel mondo Sannita, agliantenati che ci guidano in que-sto cammino», ha commentatoFranco Di Nucci, titolare dellostorico caseificio. Lo scorsoanno, il Caciocavallo diAgnone è stato proclamato ilformaggio a pasta filata stagio-nato più buono d’Italia, vin-cendo l’Italian Cheese Awards2016 per la categoria “formaggia pasta filata stagionata”. Que-
st’anno invece, tra i 3 finalistidella categoria c’era il Cacioca-vallo extra-stagionato, selezio-nato ad aprile 2017. Le finalidell’Italian Cheese Awards sisono svolte nell’ambito diForme, manifestazione che havisto dal 20 al 22 ottobre 2017,a Bergamo, tante eccellenze ca-
searie provenienti da tutta Ita-lia. La città bergamasca si can-dida infatti ad essere la capitaleeuropea del formaggio, con 9DOC casearie. Il Caseificio DiNucci ha partecipato con unostand sotto i portici dello sto-rico Palazzo della Ragione traaltri produttori. È stato inoltre
protagonista di LuxuryCheese, evento dedicato aiformaggi più preziosi delmondo esposti nella sala delPalazzo della Ragione, sede
storica dell'amministrazionedella città, dove su sontuosiscranni espositivi sono staticollocati i formaggi, a simbo-leggiare il ritrovato ruolo delleproduzioni casearie nel pano-rama italiano. Il CaciocavalloTavola Osca, presentato perl'occasione, ha meritato unposto tra i 35 formaggi dellarassegna speciale, visitata damigliaia di persone. Un for-maggio ad edizione limitata,realizzato con il latte prove-niente da tre selezionatissimiallevamenti situati tra Agnonee Capracotta, i luoghi in cui futrovata la tavoletta bronzea incui è iscritto l’antico ritualesacro dei Sanniti dedicato aCerere, la dea dell’agricoltura.Il Molise fa scuola grazie alsuo artigianato gastronomicodi qualità, diventando richiamoper visitatori e gourmet.
Il miglior formaggio dell’anno
la stracciata di Di Nucci