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Quotidiano on line - Registrato al Tribunale di Campobasso Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo VimarFa ediZioni sede legale via Garibaldi, 21 86100 campobasso redazione tel: 0865.915466 email: [email protected] www.gazzettamolisana.com E-mail: [email protected] anno ii - n° 0 martedi’ 24 ottobre 2017 La stracciata molisana proclamata il migliore formaggio italiano. Il prestigioso conferimento nel corso della cerimonia finale dell’Italian Cheese Awards di Bergamo, nelle mani del ti- tolare dell’azienda di Agnone, Franco Di Nucci: “Un premio dedicato agli allevatori, a tutto lo staff dell’azienda casearia, a tutti gli estimatori dei nostri formaggi, a tutti coloro che ogni giorno ci accompagnano in questa avventura”. IL NOSTRO TAPIRO Il Tapiro del giorno lo diamo ad Antonio Battista. In qualità di pre- sidente della Provincia di Campo- basso, al cospetto del sottosegretario espressione del suo stesso partito, ha sottolineato come l’ente di soldi non ne ha. E, allora, cosa rappresenta più? Ma niente dimissioni. Antonio Battista Grande Guerra, per non dimenticare L’Ardire di Giuseppe Saluppo L a mia generazione è forse l’ultima ad avere ascoltato dai nonni i loro racconti sulla vita al fronte nella Grande Guerra. Rispetto ad alcune ricostruzioni che oggi vengono divulgate, so- prattutto nel mondo dello spetta- colo, quei racconti sembravano arrivare da un altro pianeta; era offuscata la memoria dei nonni oppure oggi si preferisce lavo- rare di fantasia per fare cassetta, per ideologia o addirittura per ignoranza? La Grande Guerra ha realmente amalgamato, seppur tragicamente, italiani del nord e italiani del sud e li ha fatti sen- tire consorti, uniti, parte di uno stesso destino e di una stessa pa- tria. Certo, leggere gli eventi della Prima Guerra Mondiale rappresentano una chiave inevi- tabilmente contraddittoria. Da un verso la Guerra fu vissuta come una maledizione, un ob- bligo crudele, che spezzava le vite e le famiglie costringendo artigiani, contadini e gente che non si era mai mossa di casa a combattere per una causa che spesso sentivano lontana, se non estranea. Dall’altra generava coesione, spirito di solidarietà, acutizzava il senso vivo del- l’umanità, e in taluni accendeva lo spirito d’italianità, il patriot- tismo… La Grande Guerra fu l’una e l’altra cosa. Bisogna di- stinguere tra il sacrificio di mi- lioni di soldati, l’eroismo di alcune minoranze ardite, il mar- tirio di popoli e di ignari fanti, che meritano rispetto, onore, ri- cordo e appassionata ricono- scenza, dall’effetto che produsse la Guerra. Onorare i combattenti non vuol dire amare la guerra. Non farlo, oltremodo, ferisce la memoria storica, la verità degli eventi e l’amor patrio. IL NOSTRO OSCAR Seguici anche Su Facebook e twitter www.gazzettamolisana.com Famiglia Di Nucci Servizio a pagina 3 In Consiglio regionale approda la proposta di legge per il collegio unico Ma è già rivolta nei partiti Si allungheranno i tempi?

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Quotidiano on line - Registrato al Tribunale di Campobasso Direttore Responsabile: giuseppe SaluppoVimarFa ediZioni sede legale via Garibaldi, 21 86100 campobassoredazione tel: 0865.915466email: [email protected]

www.gazzettamolisana.com

E-mail: [email protected]

anno ii - n° 0 martedi’ 24 ottobre 2017

La stracciata molisana proclamata il miglioreformaggio italiano. Il prestigioso conferimentonel corso della cerimonia finale dell’ItalianCheese Awards di Bergamo, nelle mani del ti-tolare dell’azienda di Agnone, Franco Di Nucci:“Un premio dedicato agli allevatori, a tutto lostaff dell’azienda casearia, a tutti gli estimatoridei nostri formaggi, a tutti coloro che ognigiorno ci accompagnano in questa avventura”.

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Il Tapiro del giorno lo diamo adAntonio Battista. In qualità di pre-sidente della Provincia di Campo-basso, al cospetto delsottosegretario espressione del suostesso partito, ha sottolineatocome l’ente di soldi non ne ha. E,allora, cosa rappresenta più? Maniente dimissioni.

Antonio Battista

Grande Guerra,

per non dimenticare

L’Ardire

di Giuseppe Saluppo

La mia generazione èforse l’ultima ad avereascoltato dai nonni iloro racconti sulla vita

al fronte nella Grande Guerra.Rispetto ad alcune ricostruzioniche oggi vengono divulgate, so-prattutto nel mondo dello spetta-colo, quei racconti sembravanoarrivare da un altro pianeta; eraoffuscata la memoria dei nonnioppure oggi si preferisce lavo-rare di fantasia per fare cassetta,per ideologia o addirittura perignoranza? La Grande Guerra harealmente amalgamato, seppurtragicamente, italiani del nord eitaliani del sud e li ha fatti sen-tire consorti, uniti, parte di unostesso destino e di una stessa pa-tria. Certo, leggere gli eventidella Prima Guerra Mondialerappresentano una chiave inevi-tabilmente contraddittoria. Daun verso la Guerra fu vissutacome una maledizione, un ob-bligo crudele, che spezzava levite e le famiglie costringendoartigiani, contadini e gente chenon si era mai mossa di casa acombattere per una causa chespesso sentivano lontana, se nonestranea. Dall’altra generavacoesione, spirito di solidarietà,acutizzava il senso vivo del-l’umanità, e in taluni accendevalo spirito d’italianità, il patriot-tismo… La Grande Guerra ful’una e l’altra cosa. Bisogna di-stinguere tra il sacrificio di mi-lioni di soldati, l’eroismo dialcune minoranze ardite, il mar-tirio di popoli e di ignari fanti,che meritano rispetto, onore, ri-cordo e appassionata ricono-scenza, dall’effetto che produssela Guerra. Onorare i combattentinon vuol dire amare la guerra.Non farlo, oltremodo, ferisce lamemoria storica, la verità deglieventi e l’amor patrio.

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Famiglia Di Nucci

Servizio a pagina 3

In Consiglio regionale approdala proposta di legge per il collegio unico

Ma è già rivolta nei partitiSi allungheranno i tempi?

224 ottobre 2017

TAagliolto

Cinque anni di governo di

centrosinistra nato sulle ro-

vine elettorali del centrode-

stra e, in chiave personale,

di Michele Iorio fatto og-

getto di una campagna deni-

gratoria senza precedenti e

di inattese e inopinate fuo-

riuscite dalla coalizione con

cui aveva governato ( una

per tutte, quella di Vincenzo

Niro), si vanno conclu-

dendo all’insegna di un

altro fallimento. Anzi, di

un’altra rinuncia: l’Auto-

strada del Molise. La Re-

gione non sa guardare

lontano e non ha il coraggio

di realizzare opere al di

fuori del piccolo cabotaggio

progettuale, in cui ritrova la

modestia di se stessa e dei

suoi mentori. Fa eccezione

la metropolitana leggera, il

cui retroterra annovera inte-

ressi specifici di alcuni am-

ministratori di oggi già

coinvolti in passato in veste

professionale. La vicenda

andrebbe aperta e raccon-

tata negli intrecci e nella

tempistica, ma chi potrebbe

farlo non lo fa. Né un arti-

colo di giornale pare riesca

a rimuovere l’apatia gene-

rale. Certamente potrebbe

farlo Michele Iorio, ma la

polemica politica ed eletto-

rale che lo vede in questo

ultimo scorcio di legislatura

vivace protagonista nei con-

fronti del governatore in ca-

rica, Frattura, ha preso

tutt’altra piega. Quella di

una contrapposizione ver-

bale carica di risentimenti

personali peraltro puntual-

mente controbattuti, priva

di contenuti. Ma, come si

dice, l’eccezione conferma

la regola. Il Molise non sa

guardare lontano. Nel 2003,

quando l’idea e il progetto

dell’autostrada hanno preso

inizio, la classe politica mo-

lisana professava ottimi-

smo. A distanza di 14 anni,

dopo alti e bassi, avanti e in-

dietro, dentro e fuori, la vi-

cenda si chiude con la

rinuncia all’arteria che

avrebbe collegato il ver-

sante tirrenico a quello

adriatico, passando da Ve-

nafro fino a Termoli. Il si-

gillo alla rinuncia non

poteva che metterlo il go-

verno regionale di centrosi-

nistra, rattrappito nella

propria inadeguatezza poli-

tica e amministrativa, ma

presuntuosamente e prete-

stuosamente velleitario, al

quale vanno addebitati

anche il sigillo di chiusura

posto allo zuccherificio di

Guglionesi, il sigillo alla

Gam di Boiano, il sigillo

alla Ittierre di Pettoranello.

E potremmo continuare an-

cora per molto. Non pago

dei disastri compiuti, quello

stesso governo di centrosi-

nistra si appresta a chiedere

agli elettori molisani di es-

sere novellato a Palazzo Vi-

tale. Staremo a vedere cosa

deciderà il corpo elettorale

al quale certamente ver-

ranno occultate le malefatte

e ciò che gli verrà proposto

di valutare non sarà privo di

demagogia. Vivremo di fa-

zioni e di faziosità. Vi-

vremo di una classe politica

sempre più scadente, senza

tensione morale, senza co-

raggio nell’intraprendere in-

vestimenti, e

nell’assecondare le attività

economiche e produttive .

In questo contesto di immi-

serimento, l’Autostrada del

Molise, per carenza di pro-

spettiva e di fiducia nel do-

mani, viene cancellata

dall’elenco delle occasioni

speciali e dei progetti di va-

lenza nazionale che avreb-

bero potuto incidere sulla

crescita economica e sullo

sviluppo sociale. Quel col-

legamento non a caso aveva

trovato l’avallo del Governo

nazionale e un cospicuo fi-

nanziamento pubblico da

aggiungere ai capitali pri-

vati in joint venture. Avallo

governativo e partecipa-

zione del capitale privato

non sono bastati però a con-

tenere il nichilismo e lo

strumentalismo politico che

fanno capo al centrosinistra,

nel suo insieme, e al gover-

natore, nella sua specificità.

Entrambe le entità politiche

e amministrative non si

sono vergognate né si ver-

gognano di non considerare

l’Autostrada del Molise

un’opera strategica per il

Molise! A differenza della

metropolitana leggera che,

avendo un’ascendenza di

cointeressenze (professio-

nali e progettuali) con al-

cune componenti politiche

in auge, sarebbe invece

strategica e risolutiva della

mobilità interna, collegando

Matrice a Boiano, passando

per Campobasso! Queste

due decisioni in contrasto

tra loro, come altre deci-

sioni che hanno mutilato il

Molise nella sanità, nell’in-

dustria, nella produzione,

nella cultura (il sigillo della

Regione è stato posto anche

alla storica Biblioteca “Al-

bino”) sono scivolate via sul

corpo sociale, sugli ordini

professionali, sulle organiz-

zazioni sindacali come

acqua sul vetro. Il vero

nodo gordiano, diciamolo, è

proprio l’assenza di reatti-

vità e partecipazione popo-

lare alle vicende pubbliche.

Mano libera, pertanto, alla

classe dirigente e alle sue

balzane determinazioni. La

giunta regionale, il 16 otto-

bre 2017, con la delibera-

zione 382, ha deliberato di

prendere atto della delibera-

zione del Consiglio di Am-

ministrazione della società

Autostrada del Molise spa

assunta in data 19 giugno

2017 concernente, tra l’al-

tro, la“… Proposta di messa

in liquidazione della So-

cietà”; di subordinare la

scelta “di messa in liquida-

zione della società parteci-

pata Autostrada del Molise

spa” alle decisioni che il

Consiglio regionale del Mo-

lise, statutariamente compe-

tente nella materia, che

intenderà assumere al ri-

guardo; di indirizzare l’or-

gano amministrativo della

Società a disporre, per acce-

lerare l’avvio della proce-

dura di liquidazione, un

resoconto delle passività e

delle eventuali voci patri-

moniali attive, affinché

l’amministrazione regionale

possa essere informata e do-

cumentata sull’effettiva si-

tuazione economico

finanziaria della società, per

la programmazione degli

opportuni interventi del

caso; di trasmettere la pre-

sente deliberazione al Con-

siglio regionale del Molise

per l’adozione dei provve-

dimenti di competenza; di

notificare l’atto alla società

Autostrada del Molise spa,

e all’Anas spa. Amen.

L’Autostrada del Molise cancellata dall’elenco delleoccasioni speciali e dei progetti di valenza nazionale

che avrebbero potuto incidere sulla crescita economica e sullo sviluppo sociale del Molise

Troppii disastri

accumulatidal governo

regionale

Proposta la messa in liquidazione della Società partecipata dalla Regione

La decisione, come altre decisioni che hanno mutilato il Molise nella sanità, nell’industria, nella produzione, nella cultura,

è scivolata via sul corpo sociale, sugli ordini professionali, sulle organizzazioni sindacali come acqua sul vetro

Troppafacilità

nell’abbandonodel progetto

stradale

324 ottobre 2017

TAagliolto

Sarà la discussioen sulla

nuova legge elettorale per

le Regionali, il tema caldo

del Consiglio regionale di

domani. Aria tesa, soprat-

tutto, nel Pd dopo la deci-

sione della maggioranza in

Consiglio regionale di

portare avanti la proposta

del collegio unico. Sia a

Isernia che a Termoli,

però, all’interno del par-

tito non poche le polemi-

che. Da isernia, è tornata

di attualità la proposta di

legge con due circoscri-

zioni mentre da Termoli,

addirittura, salirebbero a

tre. Bisognerà, ora, vedere

se la proposta del Collegio

unico così come formulata

dalla giunta regionale e

sottoscritta dai consiglieri

regionali, reggerà fino alla

fine opppure si deciderà di

modificarla. La stessa pro-

posta, prevede, la cancel-

lazione del voto disgiunto,

la sospensione dalla carica

di consigliere per chi farà

l’assessore, lo sbarra-

mento al dieci per cento

per le coalizioni. Su que-

sti punti, c’è un consenso

più ampio anche attra-

verso le forze di opposi-

zione. Mentre la vera

spina nel fianco è rappre-

sentata proprio dai collegi

elettorali. Quello unico,

così come formulato, sem-

bra calare a pochi proprio

per l’ampiezza della ri-

cerca del voto di prefe-

renza. Domani, così, sarà

la prima occasione per

fare il punto della situa-

zione all’interno dell’as-

sise regionale. E’

evidente, però, che si

tratta solo di un primo

passaggio che potrebbe

portare a una ridefinizione

del testo legislativo propo-

sto e alla revisione dello

stesso concetto di collegio

unico per optare sulle due

circoscrizioni: Campo-

basso e Isernia che sembra

raccogliere maggiori con-

sensi. Per questo, però, bi-

sognerà leggere le

schermaglie iniziali del

Consiglio regionale di do-

mani

Quanti collegiper le Regionali?

Parte la discussione sulla proposta di riforma elettorale

di Tecla Boccardo*

Nonostante a settembre

prosegua, in generale, il

calo delle richieste di cassa

integrazione,sono oltre

174.000 i posti di lavoro

protetti dagli ammortizza-

tori sociali, di cui oltre

100.000 dalla Cassa Straor-

dinaria. Il calo è attribui-

bile sia ai timidi segnali di

ripresa sia al forte au-

mento,per le imprese che lo

richiedono, dei costi di ac-

cesso a questo ammortizza-

tore sociale.

Occorre ricordare che con

il Jobs Acts si sono innal-

zati in misura considere-

vole i costi di gestione di

periodi di Cassa Integra-

zione, in particolare di

quella Straordinaria, e sono

invece diminuiti i costi per

i licenziamenti con partico-

lare attenzione a quelli col-

lettivi. Attualmente, il

“ticket licenziamento” in

vigore, in presenza di ac-

cordo sindacale, viene pa-

gato dall’azienda, in

un’unica soluzione, fino ad

un massimo di 3 anni (da

un minimo di 489,95 euro

per un anno fino a un mas-

simo di 1.469,85 euro per

tre anni ) in funzione del-

l’anzianità del lavoratore.

Senza accordo sindacale i

costi sono tre volte più alti:

1.469,85 euro per un anno

fino ad un massimo di

4.409,55 euro per tre anni.

La UIL- già da tempo, ha

ingaggiato con il Governo,

e in particolare con il Mini-

stero del Lavoro, un con-

fronto serrato sugli effetti

di alcune delle modifiche

strutturali apportate alla le-

gislazione che regola il

mercato del lavoro e in par-

ticolare i sistemi di prote-

zione sociale, compresi i

costi di licenziamento. E’

opportuno, a nostro parere,

che il Governo stesso, at-

traverso la manovra di bi-

lancio 2018,innalzi il

“ticket licenziamenti” con

un duplice obiettivo: creare

un deterrente al non uti-

lizzo della Cassa integra-

zione, recuperare risorse da

destinare all’occupabilità

dei lavoratori colpiti da

crisi aziendale. Anche gra-

zie a queste risorse si po-

trebbe costruire un

percorso, in forma volonta-

ria per i lavoratori che sa-

ranno posti in Cigs, i quali

potranno anticipare i tempi

di attivazione dell’assegno

di ricollocazione e di tutte

le attività, compresa un’ef-

ficace formazione, così da

creare le condizioni per ac-

cedere a una nuova occupa-

zione.

La procedura dovrebbe pre-

vedere, secondo il sinda-

cato, per il lavoratore un

vantaggio sia di carattere

fiscale, quale l’esenzione

dall’Irpef delle eventuali

somme ricevute per incen-

tivazione all’esodo, sia di

carattere economico, deri-

vante dall’erogazione del

50% del residuo di Cassa

integrazione spettante. Il

vantaggio economico, però,

ci sarebbe anche per le

aziende che assumono con

questa nuova modalità un

lavoratore a tempo indeter-

minato, anche grazie al be-

neficio della

decontribuzione del 50%.

Continua, nel frattempo, il

calo delle attivazioni dei

rapporti di lavoro con con-

tratto a tempo indetermi-

nato.

“Questa certificazione che

proviene dai dati Inps è

evidentemente il frutto non

solo di uno status di perdu-

rante insicurezza del si-

stema produttivo, che

indugia ad investire in con-

tratti stabili nel tempo, ma

anche del basso margine di

concorrenzialità nei costi

rispetto ai contratti a ter-

mine. Come UIL- sempre

la Segretaria generale mo-

lisana - proponiamo un au-

mento dei costi dei

contratti a termine, ma rite-

niamo utile che si incida

anche sull’abbassamento

del costo del tempo inde-

terminato. In questo scena-

rio complicato è da

accogliere positivamente la

crescita delle attivazioni

con contratti di apprendi-

stato, che riteniamo essere

lo strumento più idoneo per

l’ingresso dei giovani nel

mercato del lavoro.

Siamo sempre lì: servono

incentivi e opportunità per-

ché i lavoratori siano in-

dotti a formarsi per essere

pronti alle nuove esigenze

di un’economia in evolu-

zione (sapere è potere, di-

remmo)e nel frattempo

occorre sostenere e pro-

muovere l’apprendistato

come opportunità di ap-

prendimento del saper fare.

Non possiamo prescindere

dalle politiche nazionali -

ne è ben consapevole il sin-

dacato molisano -per rifor-

mare il sistema delle tutele

in costanza di rapporto di

lavoro e quando il lavoro

non c’è. Ma è necessario

che anche da noi tutta que-

sta problematica sia seguita

e presidiata: raccogliere

dati, analizzarli, condivi-

derli e confrontarcisi, stu-

diare e progettare il

modello di sviluppo più

confacente al nostro territo-

rio, puntare sull’aggiorna-

mento delle competenze,

seguire il dibattito nazio-

nale, incalzare Roma. Ah,

se solo avessimo un asses-

sore al lavoro…

*Segretaria regionale Uil

Ah, se solo avessimo

l’assessore regionale al lavoro

424 ottobre 2017

TAagliolto

Visto che il centenario

della Prima Guerra mon-

diale sta passando del

tutto inosservato, in un

Molise che dimentica

tutto e tutti, nella ricor-

renza di Caporetto mi

piace pubblicare la let-

tera alla famiglia del-

l’aspirante ufficiale di

fanteria, Nicola Sabelli

di Agnone. Poche righe

che ricostruiscono in

pieno, da chi aveva

visto, quei drammatici

giorni. “Amatissimo

papà, è terminato il 1917

anno, di dolori, di ama-

rezze. Però la sua fine ha

segnato una delle più

belle pagine della Storia

d’Italia. L’Italia ha sa-

puto dimostrare che

anche durante il dolore,

durante la disgrazia è

forte, è piena di volontà,

di fede. E lo ha dimo-

strato al mondo intero

con la resistenza eroica

in un’ora tragica per

essa... Se si pensa alle

tristi condizioni cui era-

vamo ridotti, che cosa

poteva fare di più il po-

polo italiano, il soldato

italiano? Nulla di più”.

A loro, va il pensiero di

un Paese dimentico e in-

grato.

“Caro papà,cosa potevamofare di più?”

Per non dimenticare i Caduti

Il Generale Luigi Cadorna nel

comunicato del 28 ottobre così

scrive: “ La mancata resi-

stenza di reparti della Seconda

armata,vilmente ritiratisi senza

combattere o ignominiosa-

mente arresisi al nemico, ha

permesso alle forze austroger-

maniche di rompere la nostra

ala sinistra…”, diffondendo

,così, il terribile sentimento di

sconfitta ed insinuando “lo

sciopero” della gran massa dei

nostri fanti. Ma la realtà fu ben

altra. Gli austriaci erano ormai

più stremati dei nostri soldati

e, per questo, nell’autunno del

1917 i generali di Vienna de-

cisero il tutto per tutto, utiliz-

zando però le truppe più

fresche e veloci prestate dalla

Germania: tra queste il 35°

Pionier-Regiment che addirit-

tura si addestrava alla guerra

chimica fin dal 1915. Infatti,

proprio a partire dalle ore due

del 24 ottobre , fece un disin-

volto uso di ben 912 tubi lan-

cia gas e 70 mila granate

cariche a fosgene e cloro. Se

aggiungiamo poi che quella

notte il tempo è orribile, piove

e tutto è sommerso nella neb-

bia si comprende la reale si-

tuazione delle truppe in

campo. Il nemico , intanto, si

muove con 350mila uomini e

ben 2500 cannoni schierati

soltanto lungo 18 chilometri. I

nostri soldati furono svegliati

alle due di notte da un sordo ,

improvviso e intenso bombar-

damento nella conca di Plezzo

, preceduto dai micidiali gas

,con attacchi rapidi e condotti

da piccoli nuclei agguerriti che

con grande facilità sfondano

e passano oltre. C’è ch scappa

e chi resiste ma chi resiste si

trova rapidamente senza i

mezzi per farlo. Tutto ciò ci

fa comprendere i numeri ap-

prossimativi della disfatta:

11 mila morti, 30 mila feriti,

300 mila prigionieri, 350mila

soldati in fuga, un arretra-

mento del fronte di 150 chilo-

metri con la perdita di più di

20mila chilometri quadrati del

territorio nazionale. Tutto nei

pochi giorni che vanno dal 24

ottobre al 9 novembre 1917 ,

finalmente , il nemico viene

fermato e il fronte si stabilizzò

sul Piave. Mancando il colpo

decisivo l ‘Austria si con-

dannò alla sconfitta, Vittorio

Veneto era già nella rivincita

. Ancora oggi ci si chiede di

chi fu la colpa . Certamente il

generale Pietro Badoglio fu il

primo imputato per la disfatta

, anche perché era il coman-

date del XXVIII corpo d’ar-

mata posizionato a sud di

Caporetto con ben 800 can-

noni schierati , uno ogni trenta

metri, proprio dove i tedeschi

dilagarono. Quando verso le

sei e trenta iniziò un bombar-

damento che face a pezzi trin-

cee e ricoveri italiani, con la

distruzione delle linee telefo-

niche, il responsabile dei can-

noni restò in attesa di ordini

che potevano venire solo dal

generale in capo, Badoglio.

Ma lui non è presente per dare

ordini,è chiuso nel suo quartier

generale in località Cosi, a soli

tre chilometri dalla linea del

fuoco. Quando si rese conto

di ciò che stava accadendo era

troppo tardi, ormai le comu-

nicazioni erano interrotte. Fu

cosi che alle quattro del po-

meriggio del 24 ottobre 1917

Caporetto ( che oggi si chiama

Kobarid , e si trova in Slove-

nia) tornò nelle mani dell’im-

pero austroungarico.

Badoglio non diede l’ ordine

di sparare, anzi non fu possi-

bile rintracciarlo per avere or-

dini. Stranamente, però, fu

l’unico a scamparne le conse-

guenze , a differenza dei gene-

rali Cadorna, Capello e altri ,

tutti rimossi dai loro incarichi

ed umiliati davanti ai tribunali

militari . Certamente con Ca-

poretto si insinuò nel cuore

degli italiani un dubbio, una

grande ferita, sanata poi dalla

Vittoria quando tutta l’Italia,

con la classe politica e la bor-

ghesia,si raccolse per scongiu-

rare la catastrofe , capovolgere

l’esito del conflitto e conclu-

dere finalmente il Risorgi-

mento.

Una ferita ,purtroppo, riaper-

tasi , molto grave e mia più ri-

sanata ,l ‘otto settembre del

1943 , quando si dissolse com-

pletamente il tessuto morale

della Nazione.

Mons. Gabriele TETI. – As-

sociazione Nazionale Alpini -

MOLISE-

Caporetto, 100 anni dopo

524 ottobre 2017

TAagliolto

E’ stato il sottosegretario al-l’Economia del Pd PierPaolo Baretta, a Campo-basso, per partecipare a unincontro con il mondo delleimprese e dei sindacati, or-ganizzato dalla deputatamolisana dem Laura Venit-telliIl. Presidente di Con-findustria Molise EnricoColavita è intervenuto sta-mane al meeting organiz-zato dall’Onorevole LauraVenittelli – ospite il Sotto-segretario all’EconomiaPierpaolo Baretta – per par-lare della legge di bilancio.Il sottosegretario al Mini-stero dell'Economia haspiegato che “l'industria 4.0ha consentito un'impennatadell'economia come ancheil bonus energetico, glisgravi fiscali alle imprese egli interventi sugli enti lo-cali, ma ci sono due pro-blemi e cioè che lapercezione delle famiglie edelle piccole imprese chequesta ripresa pare non es-serci e che inoltre si perce-pisce che questa ripresapare non durare, quindi "èimportante - ha detto Be-retta - consolidare la ripresacon crescita, fiducia e so-stenibilità e quindi creareun intreccio tra contributoeconomico e sociale". Inconclusione ha detto chequesta legge di bilancio ènecessario leggerla nell'ot-

tica dei tre anni alla fine deiquali si cercherà di copriree ricucire quelle lacerazioniche sono state sottolineatedurante l'incontro”. Tra gliinterventi, significativoquello del presidente di As-sindustria, Colavita. “Lepriorità per noi sono i nostrigiovani e la riconfermadegli strumenti di Industria4.0. La legge di bilancio vain questa direzione, anchese le misure messe in

campo non sono misureshock ,come quelle che ilnostro sistema industrialeaveva chiesto. Infatti suigiovani Confindustriaaveva spinto per l’azzera-mento del cuneo fiscale edei contributi per tre anniper i neo-assunti. Nellaprossima legge di bilancioc’è invece una misura più“soft” che punta a un di-mezzamento triennale per-manente. Per quanto

riguarda il Piano di agevo-lazioni per la digitalizza-zione delle imprese,Confindustria aveva evi-denziato al Governo la ne-cessità di riconfermare allascadenza gli strumenti diIndustria 4.0, dal superam-mortamento all’iperammor-tamento, perché hanno fattoripartire gli investimenti inItalia”. Colavita, infine, harimarcato il tasto sulla ne-cessità delle opere infra-

strutturali “che potrebberoessere il volano per la rina-scita e la rivalorizzazionedell'intera regione, infatti èstato sottolineato da piùparti che il turismo senzainfrastrutture e senza ser-vizi non decolla”. A chiu-dere, l’onorevole LauraVenittelli. “In Molise dob-biamo fare rete racco-gliendo un appello lanciatopiù volte durante il dibattito– creare un contatto tra po-litica e mondo del lavoro.Era questo l’obiettivo diquesto confronto, da cui vo-levamo trarre degli spuntiper operare poi in manierasinergica ed efficace a li-vello parlamentare con ilGoverno, che ha dato di-sponibilità . Siamo consa-pevoli che la strada è strettae le risorse sono esigue.Proprio adesso che il cam-biamento è in atto ed è ve-loce occorre essere reattivie concreti. Ritengo compitodelle istituzioni coglierequesta disponibilità e ren-dere fattiva una nuova fasedi cogestione responsabiledel cambiamento”.

“Un confronto serratoe utile per il Molise”

A Campobasso con le parti sociali, il sottosegretario Pierpaolo Baretta

La Stracciata molisana del Ca-seificio Di Nucci di Agnone è ilFormaggio dell’Anno 2017. IlMolise trionfa all’ItalianCheese Awards, l’Oscar ai mi-gliori formaggi prodotti conlatte 100% italiano, consegnatoalla famiglia Di Nucci a Ber-gamo, durante la finalissimadella manifestazione il 21 otto-bre, dal sindaco della città Gior-gio Gori, dall’autore dellarassegna Alberto Marcomini,dal giornalista del Tg5 Gioc-chino Bonsignore. Formaggio apasta filata tipico, totalmentemolisano - non esiste infatti nelresto d’Italia - la Stracciata ri-specchia la tradizione caseariaregionale, per origini e sapori.Una tradizione che fa partedella storia del Caseificio DiNucci, che può vantare di averutilizzato la tecnica della fila-tura di questo formaggio “fre-sco” fin dalla sua creazione,portandolo per la prima volta adAgnone, dove poi si è diffuso.Ora il premio speciale, un rico-noscimento extra, assegnato al

di fuori delle classiche categoriedell’Italian Cheese Awards, chela famiglia Di Nucci porta conorgoglio nella sua terra, allaquale è dedicato. «Un premiodedicato agli allevatori, a tuttolo staff dell’azienda casearia al-tomolisana, a tutti gli estimatoridei nostri formaggi, a tutti co-loro che ogni giorno ci accom-pagnano in questa avventura. Ealla nostra terra, il Molise, allasua grande storia che affonda leradici nel mondo Sannita, agliantenati che ci guidano in que-sto cammino», ha commentatoFranco Di Nucci, titolare dellostorico caseificio. Lo scorsoanno, il Caciocavallo diAgnone è stato proclamato ilformaggio a pasta filata stagio-nato più buono d’Italia, vin-cendo l’Italian Cheese Awards2016 per la categoria “formaggia pasta filata stagionata”. Que-

st’anno invece, tra i 3 finalistidella categoria c’era il Cacioca-vallo extra-stagionato, selezio-nato ad aprile 2017. Le finalidell’Italian Cheese Awards sisono svolte nell’ambito diForme, manifestazione che havisto dal 20 al 22 ottobre 2017,a Bergamo, tante eccellenze ca-

searie provenienti da tutta Ita-lia. La città bergamasca si can-dida infatti ad essere la capitaleeuropea del formaggio, con 9DOC casearie. Il Caseificio DiNucci ha partecipato con unostand sotto i portici dello sto-rico Palazzo della Ragione traaltri produttori. È stato inoltre

protagonista di LuxuryCheese, evento dedicato aiformaggi più preziosi delmondo esposti nella sala delPalazzo della Ragione, sede

storica dell'amministrazionedella città, dove su sontuosiscranni espositivi sono staticollocati i formaggi, a simbo-leggiare il ritrovato ruolo delleproduzioni casearie nel pano-rama italiano. Il CaciocavalloTavola Osca, presentato perl'occasione, ha meritato unposto tra i 35 formaggi dellarassegna speciale, visitata damigliaia di persone. Un for-maggio ad edizione limitata,realizzato con il latte prove-niente da tre selezionatissimiallevamenti situati tra Agnonee Capracotta, i luoghi in cui futrovata la tavoletta bronzea incui è iscritto l’antico ritualesacro dei Sanniti dedicato aCerere, la dea dell’agricoltura.Il Molise fa scuola grazie alsuo artigianato gastronomicodi qualità, diventando richiamoper visitatori e gourmet.

Il miglior formaggio dell’anno

la stracciata di Di Nucci