In Camper a Katmandu

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DES PALLIERES. IN CAMPER A KATMANDU. E se andassimo in capo al mondo? Chi non ha mai detto questa frase, - in famiglia o agli amici, almeno una volta nella vita? E cos che un bel giorno, senza pensarci due volte, Christian e Marie-France Des Palli res decidono dipartire in camper, con i loro quattro bambini, per un lunghissimo viaggio fino al paese dei maharaja. . . Con pochi soldi, nessuna amicizia influente, n facilitazioni particolari, I'impresa appare come una pura follia agli occhi di amici e conoscenti. Ma i Des Palli res non ascoltano consigli: ricchi di coraggio e di entusiasmo, si gettano a corpo morto nei preparativi della partenza. E il miracolo si compie: tutte le difficolt che sembravano insormontabili cadono come un castello di carta... e il sogno diventa realt . L'inizio dell'aVVentura. TUTTO COMINCIO' circa due anni or sono, in una giornata grigia. forse ancora pi grigia del solito. Era una domenica e, insiem~ con i nostri quattro figli, uscivamo da un cinema. Quante avventure, e quanto sole, in quel film! Fuori pioveva, e la strada era scura, come scuri erano anche il cielo, i muri delle case, e tutto il resto. Il giorno dopo, un luned come tanti altri, mi sarebbe toccato correre per prendere al volo il treno che da Meudon portava a Parigi, e poi la metropolitana. Avrei trascorso la giornata in un mondo di uomini seri ed efficienti e sarei rincasato, la sera, con la voglia di giocare con i bambini, vederli crescere, sentirli ridere. E invece ci sarebbero stati i compiti da fare e, subito dopo, tutti a nanna, per ricominciare come il solito l'indomani. Ancora abbagliati dalle scene solari del film, ci eravamo incamminati, tenendoci a braccetto, verso la nostra vecchia Renault 16 che ormai partiva solo a spinta. Devo aver buttato l una frase pi o meno come questa: E se si partisse per il giro del mondo?... Marie-France, mia moglie, una donna minuta, dagli occhi grandi come il mare, si era girata verso di me guardandomi con un'incredulit mista a speranza. Dici davvero? Guarda che ti prendo in parola..., Dal tono della voce mi resi conto di averla turbata, sia pure di poco, e in verit quella reazione non me l'aspettavo. In fondo, avevo solo lasciato libero un palloncino colorato per vederlo salire in cielo e poi scoppiare. Ma quello invece non scoppiava. Dovevo prevederlo. La mia straordinaria Marie-France! Avendo afferrato che non scherzavamo, i bambini si erano scatenati Durante il viaggio di ritorno a casa si misero a gridare tutti quanti insieme nell'automobile. Bertrand, dieci anni, adorabile e sensibile, un sognatore che per difficilmente getta la spugna, dotato di un'armomosa voce da soprano, pretendeva che facessimo quel nostro giro del mondo a dorso di cammello. Isabelle, sette anni, se npre pronta a tutte le avventure, cos buffa con quella sua faccina tonda e quelle sue codine ribelli, e con un'innata propensione a combinare pasticci, proponeva un

pallone aerostatico. Marie-France, pi posata, propendeva per il camper. Eravamo tutti sovreccitati, di modo che il viaggio si era concluso con uno di quei cori travolgenti che costituivano la nostra specialit . Appena varcata la soglia di casa, Marie-France si era precipitata al telefono. E fatta cos, lei: gioie e dolori non sa tenerli per s . Deve condividerli per forza con gli altri. Quindi, prima ancora che riuscissi a obiettare alcunch , gi parlava con Nonnina. E cos mi bruciava tutti i ponti alle spalle. Ormai ne andava del mio onore! Mi pare ancora di sentirla, attenta a non rovinare l'effetto-sorpresa: Pronto, mamma? Reggiti forte, ch ho da darti una grande notizia! Non vorrai dirmi che... No, non quello. Ma ti pare... quattro sono gi tanti. Ascolta invece: PARTIAMO PER IL GIRO DEL MONDO! Mi immagino la faccia di Nonnina all'altro capo del filo... Ma no che non scherzol Davvero! Dico sul serio! Non mi credi?... Christian? Be', trover ii modo, chiss ... magari un'aspettativa. La scuola? Be'... si vedr ! Intanto, all'aritmetica ci penser Christian. All'improvviso mi vedo alle prese con migliaia dei soliti problemi rompicapo: treni sferraglianti a novantasette chilometri all'ora e vasche che non la finiscono mai di svuotarsi... povero me! S, s, lo so. A questo punto Marie-France sembra meno sicura di s . Ma Christian intende risparmiare! Dopo quella telefonata, Marie-France ne aveva fatte una decina, Ie reazioni per non erano state all'altezza del suo entusiasmo. In pratica nessuno ci prendeva sul serio, e magari ci sospettavano pure di aver alzato un po' il gomito, quella sera. Bertrand nel frattempo era andato a prendere il suo mappamondo con luce incorporata e adesso ci stringevamo tutti attorno a quel globo come tanti chiromanti chini sulla sfera di cristallo. E i soldi? Lo sapevo che Marie-France se ne sarebbe uscita con quella domanda inopportuna. Indotta da una sua connaturata propensione a occuparsi dei lati pratici della vita, sfondava il tuo tappeto magico per farti ritrovare per terra, dopo un volo senza paracadute. Cosa, i soldi? D'ora in poi staremo attenti. I bambini erano intervenuti a darmi manforte: Tanto, ci basta andare per strada a cantare . Oppure basta vendere i miei disegni! si era offerto Eric, I'artista di casa. Sei anni, un sorriso da Ges Bambino, calmo e riflessivo, sempre misteriosamente assente quando c' da sfaccendare. Steso pancia a terra sul tappeto, mi tormentava l'orecchio destro. Tuttavia, e nonostante le innegabili doti del nostro pittore, quale unico cliente ben disposto non vedevo altri che Nonnina. Caroline, undici anni, due trecce bionde, occhi azzurri, graziosa e giudiziosa, assai brava a maneggiare la penna e la chitarra, era tornata dalla sua camera portando una scatola per scarpe tenuta insieme dallo scotch. Sopra vi aveva scritto in lettere a stampatello di vari colori: CASSA COMUNE DEL VIAGGIO. Gli altri erano subito corsi nelle loro camere per tornare con i loro salvadanai e versare nella scatola ogni loro avere: risparmi e piccole mance... Li abbracciammo stringendoli un po' pi forte del solito e cercando di non lasciar trasparire la nostra commozione. Fu allora, in quel preciso momento, che ebbi la certezza che saremmo partiti. I bambini avrebbero voluto che decidessimo subito, all'istante, e si addormentarono solo dopo aver ottenuto la promessa, ripetuta dieci volte, che non avremmo cambiato idea. Io porter la mia bambola, Coralie, perch lei non ha mai fatto il giro del mondo! aveva concluso Isabelle. Ora che i miei giramondo in erba si erano addormentati, all'improvviso mi rendevo conto di quale immensa montagna di problemi avevo

sollevato con quella frase, pur cos piccola. Proprio vero che con MarieFrance non si pu sognare a voce alta. Gi l'anno prima, all'uscita da un cinema, dopo aver visto un film in cui si narrava di una numerosa famiglia austriaca che aveva formato un coro, avevo pronunciato queste imprudenti parole: Sarebbe bello se riuscissimo a fare un coro anche noi! Fin dalla stessa sera, e dopo che ci eravamo riuniti tutti e sei in salotto come il solito, gi non nutrivo pi alcuna illusione sull'avvenire del nostro coro. Dovevamo assolutamente lasciar perdere, se non volevamo inimicarci i vicini. Solo che non avevo messo in conto la tenacia di Marie-France! Stregati dal film, ci buttammo a corpo morto nel folclore tirolese. Quanto al folclore, nessuno ci batteva. Per ci che riguardava il Tirolo, invece, ci facemmo spedire i costumi di quella terra. I bambini erano deliziosi, Marie-France un incanto, mentre io andavo orgoglioso dei calzoni corti di cuoio con bretelle e dei calzettoni rossi. Eric, invece, non apprezzava granch i suoi calzoncini: ogni volta che doveva andare in bagno, s'imbrogliava con quei grossi bottoni di pelle e finiva sempre che l'operazione si concludeva troppo tardi... La nostra pi entusiasta ammiratrice fu, in un primo tempo, Nonnina. Ma potevamo fidarci della sua imparzialit ? Ogni sera MarieFrance ci aspettava per le prove, e guai agli scansafatiche! Che nessuno Sj azzardasse a tornare da scuola o dall'ufficio senza aver imparato la parte. A sentire la portiera, miglioravamo di giorno in giorno: sembrava che riuscisse ad ascoltarci attraverso il condotto di scarico della spazzatura che fungeva da cassa di risonanza. Ben presto per eravamo giunti alla conclusione che non facevamo abbastanza rumore, e cos decidemmo di armarci di strumenti. Eric rimedi un triangolo e un tamburello; Isabelle uno xilofono, gli altri una chitarra ciascuno. In poco tempo la nostra fama varc i confini del condotto della spazzatura e non ci fu matrimonio, festa parrocchiale, riunione conviviale della terza et che non ci vedesse fra le attrazioni. Insomma, avevamo finito per dar vita a un vero coretto. SPOSTATI, Eric, che rovini tutta la Cina! Le trecce bionde di Caroline galleggiano sul Pacifico Bertrand giunge fino in Iran, ma l si ferma, esitante... E dopo, dove vai? Isabelle pianta un dito grassottello sul Mar Caspio: Passa di qua, no? Tanto c' il mare! A darle retta, I'intero viaggio si ridurrebbe a una scampagnata con secchiello e paletta. Caroline ha trovato una pi alta fonte di ispirazione: la settimana scorsa tornata raggiante dalla biblioteca comunale portando il Milione di Marco Polo. Bertrand l'aveva umiliata: Ma che ti credi? Quella roba vecchia! Fra cataste di volumi aperti, leggo un libro d'avventura mentre Marie-France sembra interessata a una guida turistica. Si potrebbe passare dal Mar Caspio, oppure potremmo attraversare il deserto, pi a sud... Il deserto? Ma dico!... Immagino gi sei scheletri scarni attorno a una borraccia vuota. Al solo pensiero, mi viene sete. Mi alzo e scoppio a ridere. Ecco l, coi sederi per aria e i gomiti piantati sulla carta geografica, la mia serissima famiglia che sta scegliendo un itinerario da deserto della morte. Quella scena si ripete ogni sera, da quel famoso giorno in cui... Ancora non so se fu un'ispirazione geniale, oppure il pi grosso sbaglio della mia vita. Fatti in fretta i compiti alla bell'e meglio, al ! ci ritroviamo tutti e sei a fantasticare. Quel nostro viaggio si va dipanando con una grossa linea rossa attraverso la carta geografica e ormai arriva fino in India. In India!.. . Ci pare una favola.

IL VENDITOKE fiuta il colpo grosso. Intuisce di avere la preda in mano. Ecco, guardi, signore, provi anche lei! Compie una mossa che mi lascia a bocca aperta: prima che abbia il tempo di raccapezzarmi, il tavolinetto e i sedili del camper scompaiono lasciando il posto a un letto. Mi ci stendo sopra. In quanto a larghezza, si voluto privilegiare l'intimit : dovremo cercare di litigare il meno possibile, Marie-France e io. In quanto a lunghezza, tocco con la testa e con il tallone, ma pu andare. Fortuna che non mi rimangono troppi capelli! Si accomodi anche lei, signora! A questo punto, gi che ci siamo, perch non tiriamo addirittura le tende? Peraltro, in questo preciso momento, la signora impegnata. Sta esaminando l'arredamento con occhio esperto: I'angolo pranzo, sul retro, e il cucinotto lungo una fiancata. I bambini, dal canto loro, vanno ficcanasando per ogni dove: aprono gli armadietti, tirano le tendine e ci urlano tutti insieme ogni loro scoperta: Pap , guarda, c' l'acqua corrente! esclama Caroline. Isabelle aggiunge: Io dormir l, con Bertrand! Eric volge verso di me il suo sguardo timido e mi chiede: Questo, possiamo comprarcelo? Io, che sto ancora lungo disteso sul letto, domando con indifferenza: Quanto viene a costare? La risposta non mi impressiona per nulla... Una quisquilia, suvvia! Se quel poveretto sapesse che non disponiamo di un soldo bucato, ma che quel particolare non ci impedisce di passare le domeniche a visitare decine di quelle magioni ambulanti! Il venditore ha preso il blocchetto degli ordinativi. Semplicissimo: basta una firmetta qui! E chi se ne importa, poi, se dovremo tribolare fino agli anni della pensione e oltre? Guardi quanto gi piace ai suoi figli! Ecco, bravo! Se adesso mi defilo, faccio la figura dell'aguzzino. Arretrando verso il predellino dell'autoveicolo mi faccio scudo, seppure impappinandomi leggermente, del premeditato discorsetto col quale chiedo tempo: per un pi attento esame del prospetto illustrativo, per riflettere meglio prima di decidere e, magari, tornare la settimana successiva... Ad accrescere la mia onta, ecco che Eric si mette a piangere: Perch non torniamo a casa con questo? 412 Allora decido di affrettare al massimo la manovra di ripiegamento. Sbrigatevi, bambini, altrimenti ci toccher andare a letto subito dopo cena. Obiettivo centrato in pieno! La serata familiare sacra per loro! Non vi rinuncerebbero per nulla al mondo, neppure per una tavoletta di cioccolato! Il venditore ci riaccompagna fino alla nostra vecchia Renault sulla quale prende posto, molto dignitosamente, I'intera famiglia. Non appena per quello gira la schiena, di corsa tutti a terra a spingere, tranne me, ovviamente, che rimango comodamente seduto al volante. Da quando l'impugnatura del cambio di velocit finita nel vano portaoggetti, assieme al tergicristallo e a qualche altro pezzo, tutta roba sicuramente superflua, Marie-France non vuole pi saperne. Finalmente l'auto partita. Per tirare su il morale, attacco la nostra canzone tirolese preferita. I viaggi in macchina ci ispirano sempre allegre cantatine. E cos abbiamo dimenticato i camper inavvicinabili e, fra una canzone e l'altra, filiamo a gran velocit sognando colline verdeggianti e fiorite. Meudon? Di gi ! Non ci siamo accorti del tempo che passava. UNA SEKA, tornando a casa, trovo Marie-France seduta al tavolo, in salotto, in mezzo a decine di estratti-conto bancari e di fogli scaraboc-

chiati di cifre. Lancia un'occhiata alla pila di libri che ho appena acquistato e che ora poso, facendo finta di nulla, sul cassettone. Brutto segno: stasera non mi sono meritato le "braccia intorno al collo". Hai visto i conti?... Non li ho visti, ma ho l'impressione che ne sentir molto parlare. Se si continua cos, inutile anche solo pensare al viaggio!... Quel si sta certamente a indicare me! Cerco di guadagnare tempo. Continuare cosa? Be', a comprare libri, ad andare al cinema... Da dodici mesi ci prepariamo, si parte fra un anno, la libreria scoppia, ma ancora non abbiamo un soldo da parte ! I bambini ci guardano sconsolati. Isabelle apre la cassa comune e Bertrand fa i conti, impegnando le dita per i riporti: settecentotrentadue franchi e trenta centesimi. Un po' pochino, in effetti. .. Cerco di giustificarmi: Ma guarda che i libri li ho comprati perch li leggano tutti . Devo riconoscere che da quando s' deciso questo viaggio in Asia non mi sono perso un libro, un film, un articolo o una conferenza su quel continente. Per mia moglie ha ragione. Forse abbiamo imparato tante cose, ma siamo ancora senza soldi e senza camper. M' venuta un'idea! Dobbiamo preparare una bella presentazione del nostro progetto, con l'itinerario, i costi e tutto il resto! Nel libro che sto leggendo, i protagonisti si sono organizzati in questo modo. Hanno spedito il fascicolo a parecchie aziende e hanno trovato degli sponsor per parte dell'equipaggiamento. Ho fatto centro: MarieFrance mi segue con attenzione. Inoltre, potremmo dare dei concerti! Forse che non stato un successo, sabato scorso, quella cena conviviale per la terza et ? S, tu per non sapevi bene la parte ! Ho meno tempo di voi! Non dimenticare che io, oltretutto, devo anche pensare all'ufficio, che mi costringe a uscire di casa alle sette del mattino per tornarvi alle otto di sera! La risposta gi la so, la conosco a memoria: Eh s, perch in casa ce ne stiamo con le mani in mano, vero! Quattro figli da crescere, non significa lavorare! Sbrigare la tua corrispondenza, non significa lavorare! Rammendare i calzini del signore, neanche questo significa lavorare! E tutto uno scherzo! Invece, no... Nulla di tutto questo. Anzi, addirittura mi arrivano in premio le sue "braccia intorno al collo": Ma lo sai, tu, che ti voglio tanto bene? L'adoro, questa mia ragazza, e la bacio. Ormai lei era completamente rassicurata. Ma, con tutto quello che rimaneva da fare, adesso ero io a dubitare se saremmo mai partiti, un giorno. MIA MOGLIE ha gli occhi un po' cerchiati dalla stanchezza. M'intenerisco quando la vedo impegnarsi tanto generosamente in ogni sua impresa. Svolge mille incombenze, scrive centinaia di lettere ai fabbricanti di autoveicoli e di macchine fotografiche, alle ambasciate, alle compagnie petrolifere, alle banche, al ministero della Pubblica Istruzione, al nostro padrone di casa, all'esattore, a Babbo Natale... insomma, quotidianamente, non appena vediamo arrivare il portalettere, gli saltiamo addosso tutti e sei, ficchiamo il naso nella sua borsa, tratteniamo il fiato mentre Marie-France strappa trepidante la busta che reca l'intestazione di un'importante societ e che sicuramente racchiude l'adesione entusiastica di un ricchissimo sponsor... Poi, per , il sorriso tende a raggelarsi sulle sue labbra e allora, senza bisogno che ci legga la lettera, veniamo a sapere che "nonostante l'indubbio interesse del Suo progetto..." bla bla, bla bla... "I'attuale momento di crisi non ci consente..." C' poi stata quella telefonata: un'amica che conosce uno che... se

414 415 IN CAMPER A KATMANDU non le sa lui, queste cose... I paesi dei quali andiamo tanto sognando, ci ha detto, in realt sono posti da incubo. Dietro ogni angolo si nasconde qualcuno pronto a sgozzarti. Per i bambini, poi, troppo pericoloso. Se ci teniamo, possiamo anche giocare con le nostre vite, ma con le loro no, suvvia! Se davvero volete andare, almeno, lasciateli qui. Partire senza i nostri figli? Mi sono sentito salire la mosca al naso: ebbene, s, i rischi ci sono, eccome! E parecchi ne ha dimenticati, la cara amica. Eh gi , rischiamo anche di farci sventrare, stuprare, tagliare a fette! No, non troveremo un medico a ogni svolta di pista! E se i bambini si prendono tutti quanti insieme il colera, e la malaria, o un'appendicite acuta o magari il tifo, ebbene s, ci troveremo nei guai, altroch ! Come se, dopo tanti mesi di preparativi, non li conoscessimo a memoria, questi benedetti rischi! Come se non cercassimo di porvi rimedio! Lo sappiamo perfettamente che non li si pu eliminare tutti! Ma non forse un rischio portarsi dietro i figli a centotrenta all'ora sull'autostrada? E cos i mesi passano. Ma non si muove nulla. A poco a poco i parenti si mettono l'animo in pace: vedrai che non partiranno mai. E poi, un bel giorno, arriv quella lettera, cento volte riletta, di un certo signor Alain, di Meaux, un costruttore di camper: "Il Vostro progetto ci interessa. . . Vogliate prendere contatto con noi al pi presto". Andammo da lui di corsa. Ancora oggi rivedo tutti noi al cospetto del signor Alain. Bisognava risultare convincenti! Per oltre un'ora esponemmo le nostre idee. Segu l'attesa. Sar s oppure no? Fu "s". Quasi lo baciavamo. L'IMPONENTE signora che siede alla nostra sinistra ci avverte: Fra cinque minuti arriviamo a Meaux . L'eccitazione sale al massimo in tutto lo scompartimento. Isabelle sveglia la sua bambola, Coralie, che dormiva nella retina portabagagli. Marie-France raccoglie le cartacce e la bottiglia di acqua minerale. La vicina di posto che, dalla partenza da Parigi, non ha mai smesso di lavorare all'uncinetto trafficando intorno a un qualcosa di rosa-shocking, ripone tutto da una parte per riallacciare la scarpa di Eric mentre io gli rimetto il passamontagna e Caroline gli aggiusta i calzoncini. Isabelle ha pubblicamente rivelato i nostri progetti e ormai tutti sanno che andiamo a prendere il famoso camper che ci porter intorno al mondo. Cos vanno le cose, quando si viaggia in famiglia: impossibile rimanere in incognito! Scendiamo dal vagone fra commoventi addii. Corsa verso l'uscita della stazione. Troviamo ad attenderci il signor Alain. Ci legge nel pensiero. No, sono venuto senza, perch ancora devono ultimare l'installazione delle taniche. Venite, vi ci porto. Ci fermiamo nel vasto piazzale gremito di camper. Quello nostro, piccolino, bianco e pimpante, si distingue da tutti gli altri per la grande mappa dipinta su di una fiancata: il nostro itinerario. La grata di protezione sul muso e le due taniche sul di dietro gli conferiscono un aspetto alquanto "campagnolo". E amore a prima vista. Cerco di apparire calmo, ma avrei voglia di mettermi a saltellare come Isabelle che, per l'eccitazione, non sta pi nella pelle. Il signor Alain studia le nostre reazioni ridendo sotto i baffi. L'ha curato in ogni minimo particolare e si vede benissimo. L'ho attrezzato come se dovesse servire a me. Voi realizzerete il grande sogno della mia vita! mi confida. Restiamo l impalati, ancora incapaci di crederci. Eric mi si avvicina

timidamente: E davvero nostro, questo qui? Il signor Alain apre la porta posteriore. Accomodatevi pure. E tuttovostro! Mentre i bambini partono all'arrembaggio urlando come ossessi, Marie-France e io ci occupiamo degli ultimi particolari. La conversazione assume accenti lirici. Nel gabinetto vi faccio installare il modello 44 oppure il 66? Apprendiamo seduta stante che si tratta del numero delle "visite" e alla fine optiamo per il 66, che dovrebbe consentirci di resistere a un assedio di circa quattro giorni! Si parte. Il signor Alain subisce l'aggressione della mia progenie: viene travolto da una valanga di baci, pieni di entusiasmo e di riconoscenza, e anche un tantino appiccicosi. Io mi limito a stringergli la mano, anche se in cuor mio non sono da meno dei miei figli. Alla fine salgo in cabina. Un'occhiata al retrovisore: seduti sull'estremit del sedile, compunti come nel giorno della prima comunione, i bambini trattengono il respiro. Attimi di ansia e di attesa... Contatto. Il motore risponde con un ronzio meraviglioso. Ingrano la prima. Il signor Alain ci saluta con un gran sorriso. Buon viaggio! Ostentando una serenit solo apparente, tant' che una gamba mi trema leggermente, porto via la mia famiglia, che sembra di pietra, e intanto formulo auspicii affinch riesca a imboccare l'uscita senza andare a cozzare contro tutti questi bei camper, o contro il cancello del piazzale. Ecco, andata. Nessuno pu pi vederci. Iahooooooo! Troppo a lungo ci siamo trattenuti e a questo punto, logicamente, si 417 IN CAMPER A KATMANDU scatena l'inferno. Un assalto di pellirosse, con tanto di rullar di tam-tam ottenuto battendo le mani sul ripiano del tavolo, Diecimila decibel sparati nei tlrnpani; e mentre tutti quanti scoppiamo a ridere fino alle lacnme, mi viene da pensare al mio capo, il principale, e ai miei quarantaquattro anni. No-stro! E tU-tto no-stro! Ah! Sai come ci rimarranno quelli pronti a scommettere che non saremmo mal partij!,,, Come la mettiamo, adesso? La strada ci corre incontro veloce. Nel retro continuano le manifestaziom di entuslasmo Isabelle ha gi sistemato l'immancabile Coralie lass, nel letto a mansarda situato sopra la cabina di guida. Caroline e Bertrand Sl sono assegnati un armadietto ed Eric esplora la cassapanca come uno speleologO Pigio l'acceleratore e tocco i settanta. Vogliamo trovare un nome per il nostro camper S, d i, s! La casa viaggiante. Piccolo nido! Cosetto! Da mezz'ora ormaj ci spremiamo le meningi e ancora nulla: cominciamo a disperare. Nel frattempo, il nostro camper andato riscuotendo un successo enorme. Chiunque lo incrocia, qui sull'autostrada sgrana tanto d~occhi. In effetti assai buffo, con tutte quelle scritte. Buffo, e certamente poco discreto. Tatino! sbotta a dire Isabelle. Bertrand reagisceesasperato: S, buonanotte! Mamma ha detto che nel nome deve figurare la parola "auto" o "bus" . BussolottoNon sarebbe carino? azzarda ancora Isabelle. Ehi, Christian, non correre cos! Ma sapete che lo si guida davvero bene, questo... Nanobus!

Modesto, mi lasciO travolgere dagli applausi. Nell'aria si sente, quasi palpabile, l~ammirazione. Imbaldanzito, insisto: Per le sue dimensioni cos contenute, mi sembra s un autobus, ma piccino piccino... Per cui: Nano... Bus, vi pare? Marie-France ironizza Grazie tante, ma s'era capito. E, da adesso in pOI, chi non lo chiama per nome, paga un pegno: venti centesimi! E GIA BUIO. POCO fa ci siamo fermati per abbassare il tavolo e mettere alla prova Pequipaggiamento-notte L'esperimento riesce in pieno: i nostri quattro pellirosse sono caduti in un sonno profondo. Marie-France li osserva con l'attenzione amorosa di una mamma chloccia. Davanti a quel quadretto sento che mi si stringe il cuore. Dice, con voce venata dalla tenerezza: Ricordi, quando, da fidanzati, in quell'automobile vuota, tu ti girasti e te ne uscisti con una battuta: "Bisogner riempirli, quei posti!" Ebbene, sapessi che felicit , ora!... Il viaggio, il camper!... Mamma, paga venti centesimi! Caroline non dormiva. TUTTI E SEI! Ma che meraviglia! E quanto chiedete? Marie-France arrossisce. Io m'impappino. Chi ha mai pensato a quel particolare? Il signor Laurent, il direttore del Centro culturale, ha sentito parlare di noi e dei nostri cori da un amico. Seicento franchi vi sembrerebbero abbastanza? ci propone. Altroch ! Allora metto in programma una festa d'addio per voi. Mi sento tremare dentro. Mi vengono in mente immagini di pomodori marci. Ma non dovrebbe, prima, sentire un po' come ce la caviamo? Una cosa sono le esibizioni familiari, altra e ben altra cosa calcare un palcoscenico! Ma per lui - sar per amore del rischio o per un'illimitata fiducia - l'affare fatto. Ecco qua, bambini, ecco il nostro primo contratto. Canteremo davanti a spettatori veri, spettatori paganti. E il ricavato finir tutto nellacassacomune! Isabelle prende a saltellare. Che bello, diventeremo famosi! S soprattutto se continui a miagolare come al solito! Gi , perch tu, Bertrand, non ti sei mai sentito! Ci divertiamo per un bel pezzo a parlare di impresari, di giornalisti e di interviste. Marie-France per non condivide la generale esaltazione. Non so se ve ne rendete conto, ma ci rimangono appena tre mesi prima della festa d'addio. E vi garantisco che dobbiamo rimboccarci le maniche sul serio! Quindi, finitela con queste pagliacciate e mettiamoci subito al lavoro; altrimenti, sai che disastro! EccocI al giorno della festa d'addio. C' molto nervosismo nell'aria. E se non viene a vederci nessuno? Ma ti pare questo il momento per una simile domanda? bofonchia Marie-France mentre abbottona le bretelline di Eric. C'era stato anche da pensare alle codine di Isabelle e alle trecce di Caroline, mentre Bertrand aveva rimediato uno sculaccione per essersi impataccata la camicia. Attraversiamo Meudon come fulmini e blocco il camper davanti alla 419 sala del Centro culturale. Dal marciapiede un ragazzino ci urla: E che? Andate a un ballo mascherato? In fila indiana, ciascuno imbracciando uno strumento, passiamo dalla porticina laterale. Isabelle si sente molto importante: Visto che bello? Entriamo dall'ingresso degli artisti!

E cos neppure paghiamo! aggiunge Eric, trionfante. Prendo accordi con l'addetto alle luci. Ultimissima prova. Bertrand non tiene il ritmo. Caroline propende a steccare e Isabelle si confonde con i martelletti dello xilofono. Marie-France borbotta, scura in viso. Indubbiamente c' molto nervosismo in giro. Eppure andiamo in scena solo alla fine della seconda parte. Prima di noi si esibiscono cori e orchestre di grande valore. E ci toccher sostenere il confronto! Proprio questo m'intimorisce: non faremo una figura meschina? Le venti e venti. Isabelle infila la testa nel sipario: La sala completamente vuota. Vedo solo Nonnina, laggi in fondo! Eppure lo spettacolo comincia fra dieci minuti appena! Che disastro! Addio, cassa comune. Il signor Laurent, il direttore, arriva di corsa, trafelato: Ditemi voi quando devo aprire le porte. Gi per la strada c' una folla incredibile. Non riusciremo mai a dare un posto a tutti . LE VENTITR . Gli artisti che ci hanno preceduto sono stati tutti bravissimi, e adesso tocca a noi. Ed ecco a voi il numero che tutti aspettate, la straordinaria famiglia Des Palli res che... Va bene, per mi sembra che calchi un po' troppo la mano! Come potremo mostrarci all'altezza di una simile presentazione? Ho il cuore che mi batte forte in petto e mi sforzo di inventare qualche spiritosaggine, tanto per rilassare la compagnia. Un ultimo, grosso abbraccio riunisce la famiglia. Si apre il sipario. Riflettori. Applausi. I primi brani del nostro repertorio europeo li cantiamo alquanto meccanicamente, con le corde vocali ancora rigide. I bassi mi vengono un tantino tremolanti. Sar per l'atmosfera, o per la simpatia che dalla platea sale a noi, ma a poco a poco le nostre voci si fondono pi armoniosamente. Isabelle, allo xilofono, conquista definitivamente il pubblico sbagliando clamorosamente un attacco. Adesso siamo al Guten Abend, l'addio. A un tratto, scena e pubblico spariscono e davanti a me vedo solo amici, e poi la gioia sul viso di Marie-France, i bambini cos bravi, e ancora questa voce di Bertrand, cos limpida e pura. Scoppia l'apIN CAMPER A KATMANDU plauso. L'intera sala ci urla il suo entusiasmo. Il sipario cala, si rialza, ridiscende, si alza di nuovo ed eseguiamo il bis finale. Il sipario si riabbassa per l'ultima volta, le luci in sala si attenuano. E finita. OGNI GIORNO, Marie-France attende il portalettere al varco; lesta, scarta le bollette del gas o la pubblicit . Oggi, si gira verso di noi con due occhi grandi cos e la bocca aperta, come se avesse ingoiato la posta: E. .. la tiv! Hanno sentito parlare di noi . La tiv?!... In effetti le nostre facce cominciavano a piacere. Il nostro coretto era gi stato ospite - un ospite assai emozionato - di alcune trasmissioni radiofoniche. ATTENZIONE, *a poco tocca a noi! Col dorso della mano mi asciugo le gocce di sudore dalla fronte. Ho gli occhi accecati da centomila watt, e lo stomaco sottosopra. Luce rossa: ci siamo. Milioni di sguardi puntati su di me!... MarieFrance, poi, ha avvertito parenti, vicini e la portiera. Ho messo i jeans, per sembrare pi sportivo, ma mi stringono un po'. Devo essere paonazzo e sento il talco colarmi addosso. La truccatrice me ne ha messo un quintale sulla fronte che, troppo sguarnita, poteva luccicare. Oggi abbiamo il piacere di ospitare nei nostri studi la sorprendente

famiglia Des Palli res, che si accinge a vivere una grande avventura.. . Mostrarsi disinvolti. Sorridere. Non pu non sorridere, il capo di una sorprendente famiglia. Il giornalista si gira verso di me. D'altro canto, Marie-France ha deciso di non rispondere: tiene il broncio da quando l'aiuto-regista ha decretato che i bambini non erano autorizzati ad andare in onda. Dunque, Christian Des Palli res, girerete il mondo per ben diciotto mesi... Quei due giovanottoni, lass, mi puntano addosso riflettori mostruosi. Non riuscir a connettere, mi verr un vuoto di memoria. Dove sta il microfono? E le mani? Dove le metto, le mani?... Ma cos' che mi ha chiesto?... Ah, s, il lavoro! Mi rivedo entrare nell'ufflcio del direttore all'IBM, per annunciargli che me ne sarei andato in ferie (non retribuite, ovviamente) per un anno e mezzo... Mi fermo. Ho risposto bene. Non poi cos difficile. E per la scuola? Come vi regolerete? Anche questa volta ho la risposta bell'e pronta. Marie-France e io, trepidanti come scolaretti, eravamo andati a trovare la direttrice della scuola dei bambini. Li iscriveremo a una scuola per corrispondenza. Mia moglie li seguir per le lingue e io per la matematica... E non si dice, d'altra parte, che la scuola migliore il mondo? IN CAMPER A KATMANDU Che parlantina! Sto superando me stesso! Le domande si susseguono a raffica. Ho sempre la risposta pronta. Un'ultima curiosit . Un viaggio del genere viene sicuramente a costare parecchio. Come avete messo insieme tutti questi soldi? Eccomi nei guai. Penso ai parenti, che stanno a guardarmi dall'altra parte delle telecamere. Come posso rivelare che ho venduto il servizio di zia Marcelle, o la piccola console sopravvissuta a tante generazioni, e i regali di nozze, le posate d'argento, i mobili e perfino i letti? Ecco... per cominciare, abbiamo costituito una cassa comune. Da due anni risparmiamo su ogni cosa. L'impegno di tutti, dei bambini in primo luogo, che si sono dimostrati davvero bravi: hanno sacrificato al fondo familiare i regali e i premi ricevuti. Entrano poi nel conto gli incassi derivanti dagli spettacoli dati dal nostro piccolo coro. Inoltre abbiamo dovuto chiedere dei prestiti. Non vanno infine dimenticati i contributi di enti quali il Fondo nazionale per l'avventura, gestito dalla Corporazione europea dell'escursionista... A questo punto, facendo finta di nulla, regalo un po' di pubblicit ai nostri sponsor. E neppure vanno dimenticate, naturalmente, le ditte che ci hanno dato una mano: per il camper, per la cinepresa. . . E gi i nomi. Fila tutto liscio: il giornalista non batte ciglio! Allora, Christian, e Marie-France Des Palli res, ormai non mi rimane che ringraziarvi e augurarvi buon viaggio! Ben inteso, fin d'ora ci promettete di tornare a trovarci al vostro ritorno per raccontarci come andata. La lucetta rossa rimasta accesa sulla telecamera. Mi stampo in faccia un sorriso che non finisce pi. Meudon, 10agosto 1977 No, No! Tutti fuori, altrimenti non capisco pi nulla! Piuttosto, voi passatemi la roba. Eccoci alla partenza. Marie-France ha assunto il comando, e che nessuno osi ribellarsi. Nanobus troneggia in mezzo a un immenso mare di roba sparsa per ogni dove: sulle scale, nell'ingresso e perfino sul prato. Mia suocera guarda con sgomento quella distesa: E vorreste ficcare tutta questa roba l dentro? Eh gi , vorremmo! Per ore e ore avevamo fatto il possibile per giungere a quel risultato. Marie-France era scomparsa nell'automezzo ma si

erano sentiti rumori di ogni genere, non escluse alcune espressioni molto colorite. Noi, anonima manovalanza, avevamo formato una catena che passava le cose, e passava, passava! Verso mezzogiorno Marie-France riappare sulla porta posteriore del camper, scarmigliata, rossa in viso. Prima di lasciarsi cadere sul predellino, allarga le braccia come per arrendersi ed emette un lamento: Impossibile! Non si pu , non ci sta . Dopo pranzo tiriamo fuori tutto per procedere a nuove, dolorose esclusioni. Ma ben presto la discussione si accende. Non penserai mica di portarti dietro due sacchi a pelo a testa! Eh, gi ! perch tu vorresti rimanere diciotto mesi senza lavarli! Io, no davvero. Mentre tu credi veramente di aver bisogno di dodici filtri dell'aria? Lo sai, no, che occupano posto, quegli aggeggi. Meglio premunirsi... Oh accidenti!... Piove! Che bolgia, per quindici giorni! Vendere i mobili, ridipingere la casa per recuperare la caparra, correre da un'ambasciata all'altra, da un ospedale all'altro per sottoporsi alle vaccinazioni prescritte, e un milione di cose da non dimenticare... E di questa, cosa ne faccio? Da un quarto d'ora giro disperatamente come una trottola con in mano la pentola a pressione. E va bene, posala per terra, ai piedi del mio sedile, l davanti: non vedo altra soluzione! Marie-France riesce ancora ad appendere i nostri abiti di scena negli stipetti, a infilare una ruota di scorta dietro al suo sedile, e la borsa degli attrezzi alle mie spalle. Nanobus ha ingoiato tutto. Perfino la chitarra, lo xilofono e la crostata di Nonnina. Strapieno come un fienile dopo la falciatura, la parte posteriore del camper tocca quasi terra e ci toccher penare non poco per ricavarci un posticino l dentro. Isabelle mi rovescia sui piedi un enorme involto di stracci dal quale spuntano due gambette di celluloide. Dico, siamo mica matti? Be', ma... Sono i vestiti di Coralie. Coralie! Eh no, bambini! Credo che non ci siamo capiti. State bene a sentire: vi lascio portare tutti i giocattoli che volete, ma proprio tutti. . . a patto per che stiano qui dentro! Aggiusto alla meno peggio una scatola per le scarpe abbandonata sul prato e la poso delicatamente sul predellino del camper. Qualcuno, sotto sotto, bofonchia. Dite un po', razza di brontoloni! Partirsene per il giro del mondo non forse meglio del pi bello dei giocattoli? Alla fine, come sonnambuli, ci siamo arrampicati ai nostri posti. La partenza avvenuta sul far della sera, nel silenzio pi assoluto, come se non ci sentissimo capaci di sopportare ir peso dell'ora. Fino all'ultimo i 423 bambini sono rimasti a salutare con la mano, ma adesso siamo troppo distanti. E cos, eccoci tutti e sei incapaci di parlare, a nascondere dietro stupide smorfie le ondate di commozione che ci assalgono. Quanti chilometri mancano, ancora? La voce aguzza di Eric, sbucata fra le lacrime represse, ha scatenato un'irrefrenabile risata generale dando la stura a tutti quei pensieri che si affastellavano nelle nostre menti e nei quali si confondevano la stanchezza, la gioia pazza e tanta, tanta tenerezza verso coloro dai quali ci eravamo or ora distaccati. Ci siamo fermati a Chalons-sur-Marne e subito siamo crollati, come massi, sulle cuccette, senza neppure cenare. Pip, i denti, le preghiere, e tutti a nanna. Ma Marie-France aveva ancora la forza di pensare: Sai

quanto ci rimane in cassa? No, ma preferirei riparlarne domani! Ebbene, appena undicimila franchi per diciotto mesi. Non riusciremo a pagare neppure la benzina! Chalons-sur-Marne, 2 agosto MA TI DICO di s, sono proprio loro, quelli visti in tiv! Figurati!... Ma s, con i quattro ragazzini... Riconosco la mappa, sul fianco del camper! Apro un occhio. Si sente l'odore buono dell'erba e della campagna. Mentre al suo interno tutti dormono, Nanobus stato riconosciuto dalle persone all'esterno. Intorno a lui fervono le discussioni. Una voce legge la mappa: Parigi, Monaco, Vienna, Belgrado, Istanbul... Mi piace l'interno di Nanobus al mattino. Attraverso le tendine filtra una luce arancione, calda, solare. Quant' buffo il nostro camper! E tutto in miniatura! Ecco perch , sicuramente, piace tanto ai bambini... Chi li sente, quelli? Ieri sera hanno voluto dormire accatastati come sardine lass, nel letto a mansarda. Vedo spuntare un braccino, penzoloni. Quello di Caroline. Per cominciare ce ne staremo in panciolle e passeggeremo per i campi. Possiamo benissimo perdere una giornata delle tante che abbiamo davanti! In secondo luogo, si pranzer pi tardi del solito, di proposito! E dopo ci concederemo un riposino per rimetterci dalle fatiche della mattinata. In seguito, e soltanto quando saremo ben sazi di ore sprecate, ci metteremo in cammino verso le Indie ! ...Ankara, Teheran, Kabul... L'allegro risveglio della famiglia Des Palli res all'inlerno del camper. Oh ! Vacci piano, amico bello. Bisogna anche arrivarci, sai! Finora ne parlavamo soltanto. Era meno pericoloso. Ma adesso successo un fatto nuovo: da ieri siamo in viaggio! E nonostante tutto mi viene da rabbrividire se penso a quel lunghissimo, cupo elenco di brutte cose che potrebbero capitarci. L'abbiamo imparato a memoria a furia di sentirci ripetere da tutti, con tanta pertinacia, descrizioni di scene orripilanti. Ma, a parole, avevamo sempre una risposta pronta. Anche morti di sete nel mezzo d'un deserto, con la pancia squassata dal colera e dovendo fronteggiare l'assalto di un branco di leoni famelici, ebbene anche allora avremmo saputo come comportarci... ...Benares, Katmandu... E si porta dietro i marmocchi! Per me, quello l uno sfegatato incosciente! Un irresponsabile senza cervello! continua la voce, imperterrita. Sfegatati noi? Guardo Marie-France, o meglio quello che di lei spunta dal sacco dei calzini che le serve da guanciale. Mi ispira sempre tanta tenerezza. Sfegatata, lei? Ma se basta la vista di un ragnetto a metterla in fuga e a strapparle urla di terrore! Io, forse s, un tantino. Di sicuro per abbiamo ben poco da spartire con quei superfusti barbuti, muscolosi, sportivi e via dicendo. Vero , in ogni modo, che ci siamo imbarcati in una di quelle imprese... 424 425 IN CAMPER A KATMANDU G~ro/i~e Trippstadt, Germania, 3agosto _

OGGI PER LA PRIMA volta abbiamo attraversato una frontiera. Mi ha fatto un certo effetto, perch significa che il viaggio cominciato davvero. Il doganiere francese, un omone grande e grosso, nel vederci si stupito cos tanto che ha chiamato non so chi al telefono e gli ha detto ridendo: Senti questa, ho qui davanti a me una graziosa signora, piccolina ma piena di belle speranze! Pensa che col marito e quattro figli vuole arrivare fino a Katmandu! Questa sera siamo giunti al campeggio di Trippstadt e Nanobus ha riscosso un successone; c'era sempre gente intorno a lui. Isabelle s' piazzata davanti alla mappa rimanendoci tutta la sera: rispondeva lei a tutte le domande. Pap le ha promesso che le comprer un berretto da guida turistica. Villach, Austria, 11 e 12 agosto CHE GUAIO! Nanobus sta male! Non sappiamo cos'abbia: in salita non ce la fa pi. Quando pap accelera gli viene il singhiozzo e sputa nuvole di fumo nero da dietro. Pap si dato da fare, ha aperto il cofano, ha armeggiato un po' con i fili, ha soffiato nel motore, ma sta come prima: Nanobus, non pap . Secondo me, non se ne intende molto: pap , non Nanobus. Intanto, anche se solo per una piccola salita, ci mettiamo tutti quanti a spingere con forza in avanti per aiutare il povero Nanobus a raggiungere la cima. E dal nostro arrivo al campeggio di Villach che pap va cercando qualcuno che se ne intenda di motori. Adesso Nanobus circondato da signori che discutono davanti al suo cofano aperto e che di tanto in tanto ci mettono le mani dentro. Nel frattempo, per , con quei suoi sputacchi neri, ha gi lasciato una grossa macchia sul prato. Non s' trovata un'officina per riparare il camper e cos abbiamo deciso di proseguire lo stesso, piano piano, verso la Jugoslavia. OGGI, 12 agosto, abbiamo percorso una lunga tappa e siamo tutti un po' nervosi. Coralie, la bambola di Isabelle, ha causato un'altra baruffa. Bisogna dire che questa bambola rompe abbastanza le scatole a tutti. Gi il posto pochino e se poi ce la dobbiamo sempre ritrovare tra i piedi... Dunque, questo pomeriggio, Isabelle s'era messa a ninnarla a voce alta a suon di "mi-mi" e "ngh -ngh " mentre le dava il biberon. A un certo punto Bertrand non ci ha visto pi e le ha detto chiaro e tondo che faceva la figura da scema a coccolare con tanto sentimento un pezzo di plastica. Isabelle se l' presa e, per dispetto, si messa a cantare a squarciagola, dicendo che voleva far addormentare la sua Coralie, e intanto se la stringeva al petto. Si sono azzuffati e gli oggetti hanno cominciato a volare dappertutto. Isabelle s' presa in testa il salvadanaio di Eric. Pap ha fermato Nanobus, si arrabbiato parecchio e ha fatto pagare a Bertrand una multa di cinque scellini austriaci. Belgrado, Jugoslavia, 14 agosto EccocI arrivati in Jugoslavia, ma non abbiamo trovato nessuno per curare il povero Nanobus, forse perch domenica. Il nostro camper sta diventando molto capriccioso: talvolta non riesce neppure a superare i quaranta ma poi, d'un tratto, si mette a correre come un pazzo. Dice pap che deve trattarsi di un tubo otturato dalla sporcizia. Bertrand e Isabelle, come al solito cane e gatto, hanno litigato cos tanto per mettersi sul sedile davanti, che adesso pap ha stabilito turni

di un'ora ciascuno. Ma ecco che sorge subito un'altra discussione perch secondo Isabelle non si pu tener conto delle attese causate dagli ingorghi. Intorno a noi il paesaggio cambia leggermente: ora si vedono meno campi di granturco e di girasoli e pi ulivi, oltre a bambini con greggi di pecore. Skopje, 16agosto EVVIVA! Nanobus guarito. Nessuno ha capito cos'abbia avuto questo nostro piccolo automezzo, ma quanta apprensione in tutti noi! Adesso affronta le salite da campione e andiamo di nuovo orgogliosi di lui. Stasera ci troviamo a Skopje, una citt simpatica e allegra nelle cui strade abbondano le fontanelle e i venditori di spiedini. . . Salonicco, Grecia, 17agosto ALLA FRONTIERA greca il termometro, all'interno del camper, raggiunge i trentacinque gradi. Si soffoca veramente. Fra un'ora saremo a Salonicco, in riva al mare. Un bagno! Quanto me lo sogno! Intanto, ho deciso: uno di questi giorni scriver alla nonna. IN CAMPER A KATMANDU C`ara Nonnina, siamo arrivati in Grecia e, poco fa, abbiamo raggiunto Alessandropoli. Cerca di immaginarti un cielo tutto azzurro, un mare trasparente e caldo, i pini e gli oleandri, gli ulivi che ti fanno ombra dopo il bagno, il canto delle cicale, e lunghe serate attorno al barbecue, i grilli e i bagni di notte, per non parlare, naturalmente, delle veglie serali durante le quali pap , ogni giorno, inventa una nuova favola storica sulla Grecia. Piano piano la vita si organizza aU'interno di Nanobus, ci stiamo adattando. Il momento pi critico quando ci tocca smontare tutto per preparare i letti. Sapessi che impresa! Bisogna tirare gi dal letto a mansarda lo xilofono per sistemarlo nella cabina di guida assieme a decine di altre cose, non ultima - manco a dirlo - la bambola di Isabelle. Dopo, ripieghiamo il tavolo e, sotto, ci infiliamo l'apparecchio fotografico e la cinepresa. La mattina dopo, immancabilmente, bisogna ricominciare tutto da capo, ma stavolta alla rovescia. Io non ci dormo pi lass, perch Isabelle e Bertrand si accapigliano un po' troppo spesso. Cos, adesso, utilizziamo il lettino aggiuntivo quello di tela, e lo stendiamo sopra il lavello e i piedi di mamma e pap . La sera, per non disturbarci con la luce, appendono con una molletta per il bucato una coperta fra le maniglie degli armadietti. Per le faccende domestiche, ci dividiamo i compiti, e quasi sempre senza tante storie. Io scelgo spesso di lavare i piatti, perch altrimenti i piccolifiniscono per lasciarli dove capita. Se tutto va bene, domani si dovrebbe arnvare a Istanbul. Ma ti rendi conto?. . . Un abbraccio forte forte, Caroline Istanbul, Turchia, 22 agosto IERI SERA siamo arrivati a Istanbul. Del viaggio ho poco da raccontare, a parte il fatto che i turchi sono molto scuri di pelle e hanno baffi stupendi. Gi nel pomeriggio andremo a ritirare la corrispondenza giacente all'American Express. Ci preoccupava un tantino il pensiero di dove sistemarci per la notte con Nanobus: ci siamo sentiti ripetere un sacco di volte che le strade di Istanbul sono pericolose e che di notte potrebbero svaligiarci. Invece siamo arrivati in un grande campeggio,

una ventina di chilometri prima della citt , zeppo di tedeschi, di inglesi, di olandesi e anche di francesi. Cinque minuti dopo, Isabelle tornata dalle toilette urlando: Mamma, nei bagni delle donne ci sono i turchi! Quanto abbiamo riso! Perch sulle prime abbiamo dawero pensato ai banditi turchi, mentre lei invece intendeva solo che le toilette erano alla turca. Mamma rimasta molto soddisfatta, perch dice che sono pi igieniche. Ci hanno sconsigliato assolutamente di servirci del camper per visitare Istanbul. Nel giro di cinque minuti verremmo derubati di tutto. C~r/~ia~1 Istanbul, 22 agosto CHE CALDO INFERNALE! Il sudore mi scivola lungo la schiena e le scarpe di tela con la suola di corda mi si incollano al catrame del marciapiede. Da una buona mezz'ora aspettiamo l'autobus su questo vialone che puzza di gas di scarico, in mezzo a un bailamme di clacson che ti rimbambisce. Giuro che al prossimo che mi spara nei timpani Il ponte sul fiume Kwai io lo... Bertrand l'ha avvistato per primo, e ora eccolo l, straripante, traballante. Deve trasportare cinquecento passeggeri pi del lecito... Miracolo della compressione! Ho spinto tutti dentro... Lavorando duramente di gomito, riesco a ricavare una sacca d'aria per Eric che, stretto fra tanti deretani, cerca di sopravvivere. Mi aspetto uno svenimento collettivo. La Moschea Azzurra significa anzitutto, per noi, poter scendere dall'autobus. Distendiamo le membra, torniamo a vivere aspirando una gran boccata d'aria. Volere visitare Moschea Azzurra?.. . Ecco fatto! Gi veniamo presi d'assalto da una torma di piccoli venditori ambulanti che ci piazzano sotto il naso carrettate di tesori turistici. .. Branchi di autopullman di gran lusso, squadre di turiste americane: dunque, eccola laggi! Sei minareti s'innalzano verso il cielo come razzi Apollo, un ampio cortile circondato da un chiostro; in fondo a quello, un tizio, barbuto e con uno zuccotto in testa, troneggia in mezzo a ci che sembra la bancarella d'esposizione di un calzolaio. Punta verso le nostre estremit un indice autoritario. La famiglia intera si denuda i piedi! Marie-France allinea con cura le nostre sei paia di scarpe di corda accanto a una catasta di babbucce. Apro una pesante tenda scarlatta: frescura, splendore, uno spettacolo pirotecnico di azzurri e di luce, soffitti stupendi che riproducono l'immensit della volta celeste ! Come se l'uomo avesse voluto darsi un nuovo cielo, pi bello di quello naturale. . . In pieno giorno, il cielo stellato ! La commozione, lo sento, ci travolge fin quasi alle lacrime. 42 429 IN CAMPER A KATMANDU Quanto tempo siamo rimasti l? Mezz'ora?... tre quarti d'ora'? Isabelle mi sussurra in un orecchio: Mi scappa... Appena mettiamo piede fuori, ci casca addosso una cappa di piombo. Ho il cranio che bolle e sento svanire rapidamente ogni ambizione turistica. La chiesa di Santa Sofia, la lasciamo per un'altra volta. .. Marie-France per resiste. Se stasera volete mangiare, bisognerebbe anche pensare alla spesa! La citt un forno, abbagliante di luce, e tutti noi battiamo la fiacca. Marie-France, che non conosce piet , ci carica come ciuchi. Bertrand arranca, schiacciato dal peso di due angurie. A me capitano ancora in

sorte tre pani che scottano. Nel piccolo thermos non rimane pi una sola goccia d'acqua. Questa folla, poi, e questo caldo! Darei non so cosa, pur di liberarmene. Mi sento la testa in fiamme, il cuore in gola e ormai i miei muscoli non rispondono pi. Niente, devo fermarmi! Mi lascio cadere su una panchina di pietra e i bambini mi si stringono intorno. Non devo spaventarli. Ti senti male, Christian? Nulla, non nulla, adesso passa! Grondo sudore. Mia moglie tenta inutilmente di fermare tass sovraccarichi. Senza dare nell'occhio, mi controllo il polso: batte disordinatamente e stavolta mi spavento sul serio. Ecco qua! Prima ti metti a far l'eroe, il grand'uomo che trascina la famiglia a vivere grandi avventure, e poi... DAI FINESTRINI del tass arriva un venticello divino, mentre, con fracasso di pentole, l'autopubblica ci scapicolla lungo una stradina che scende a precipizio. Sobbalziamo tutti insieme al ritmo del fondo stradale sconnesso. I freni saranno andati gi da un bel pezzo, ma non me ne importa nulla. Pi si corre, pi aria mi arriva. . . Mi sento rinascere. All'atterraggio, sul vialone principale, veniamo accolti da una scarica di strombazzate rabbiose e da un gran stridore di gomme grattugiate sull'asfalto... Una virata stretta, su due ruote, e solo per un pelo ci perdiamo un bel bagno nel mar di Marmara. I bambini si divertono da matti, Marie-France, invece, non apprezza per niente quelle spericolate esibizioni. Christian, io scendo! Digli di fermarsi immediatamente!... A gesti invito l'autista a moderare la velocit , ma quello deve aver creduto che lo incitavo a darci dentro... Ed eccoci in gara per la pi sensazionale delle gimcane! Non ci bastano pi le nostre due corsie, ci impadroniamo di prepotenza anche delle altre due, e pure del marciapiede, con non poca sorpresa degli automobilisti che incrociamo e di due nonnette che se ne andavano tranquille a spasso e che ora ci benedicono agitando i pugni. Ma raggiungiamo il sublime quando, lanciato al massimo, il nostro kamikaze si affianca a un altro automobilista e, con estrema naturalezza, scambia con lui una sigaretta contro un fiammifero. I bambini ridono fino alle lacrime mentre Marie-France, raggomitolata sul sedile, si copre gli occhi con le mani e non tenta neppure pi di aprir bocca. Imbaldanzito dal successo, il nostro turco ci sconvolge con un ultimo e folgorante rodeo per poi lasciarci, vuoti di pensiero, senza pi fiato e con l'intestino sottosopra, davanti al nostro campeggio. Accada quel che accada, domani si va a visitare la citt con il camper. 10 settembre Eccoa alla ricerca del "Pudding-Shop", un ristorante di cui abbiamo trovato l'indirizzo su una guida turistica: festeggiamo il compleanno di Caroline. Lo stomaco dell'intera famiglia cominciava a insorgere risolutamente contro le insalate di riso e le patate con cipolle, perci abbiamo deciso per un'abbuffata di pollo e patatine. La frutta che avanzata la mangeremo a bordo di Nanobus. Lo abbiamo solennemente promesso alla nostra amministratrice la quale, nell'occasione, ci ha ricordato che i soldi non bastano neppure per il viaggio di andata. Invece delle dodici candeline, ci siamo fatti portare dodici porzioni di patatine fritte. Il cameriere torna con il men: Un gelato? Con una generosit tutta costruita, chiedo: Bambini, lo volete? Caroline, stoica, e Bertrand, ammirevole, fanno cenno di no lasciando intendere che sono sazi. Solo la risposta di Eric onesta: a lui i gelati non piacciono in ogni caso.

Isabelle? Altroch ! S, s! Patatrac! L'ha combinata grossa, ma fa la faccia della santerellina, tanto che il cameriere la guarda intenerito. E sia! Allora, ci porti cinque gelati! Offre Isabelle, per , che mette a disposizione i suoi risparmi aggiunge, perfidamente, Marie-France. Torniamo in strada con la pancia piena e ben lieti di ritrovare Nanobus indenne. Ci attende un biglietto, infilato sotto il tergicristallo: "Compagna di viaggio cerca passaggio per Goa. Chiedere di Dany al Pudding-Shop~h Lo passo a Marie-France: Che dici, un posticino ce l'abbiamo ancora, no? Il biglietto mi arriva in faccia. MIMMETrO sul viale che porta al litorale. Sotto un sole gi caldo, il mar di Marmara riluccica. Sono rimasto stregato da questa citt piena di fascino. Istanbul non la si pu visitare: bisogna mettersi in sintonia con essa. Cos, abbiamo imparato a vagabondare sulle rive del Bosforo, a confonderci con la folla che sciama sul ponte di Galata, a rimpinzarci di millefoglie salata con ripieno di cipolle, sulla piazza Taksim, o a sostare, per una pausa di riposo all'ora della preghiera, in una delle fresche moschee in collina, nella vecchia Stanbul. L conosciamo Saim, un bel vegliardo turco, che ha studiato il francese sui libri, per diletto. Lo sguardo che brilla nei suoi occhi un misto di furbizia e di bont . Andiamo a trovarlo ogni giorno, nel cortile della moschea, al calar della sera, quando l'aria rinfresca. I bambini, che lo adorano, gli si piazzano intorno e lo bombardano di domande. Con quella sua voce calda, lui allora comincia a narrare, calmo e tranquillo lisciandosi la barba, della Turchia e dell'Islam. Ricordati che dobbiamo passare da piazza Taksim, per la posta! Costeggiamo le mura della citt antica, riattraversiamo il ponte di Galata, ed eccoci nel suk, il mercato arabo. Da principio, ci sentivamo spaesati in quel traffico caotico e tentavamo di confonderci in mezzo a quei fieri discendenti dei cavalieri della steppa che parevano sempre pronti a prendere d'assalto la citt . Poi, per , quando mi sono visto graffiare la fiancata del camper, il mio sangue di normanno ha preso il sopravvento. . . Adesso ai semafori non mi fermo pi: non usa, da queste parti, e verrei giudicato male. Bisogna vederlo, il nostro Nanobus quando si lancia a passo di carica, fra gli applausi e i "dacci dentro pap " dei bambini, e nonostante le rimostranze di Marie-France che a ogni incrocio minaccia di abbandonarci tutti quanti l, e per sempre. Parcheggio il camper in piazza Taksim. All'American Express non hanno nulla per noi. Ci credono tutti in Iran gi da un pezzo. Ho la gola secca... Lo sguardo mi cade sull'lntercontinental. Laggi l'acqua la serviranno bella fresca... Che ne direste di una visita all'albergo? Marie-France fiuta il trabocchetto: Guarda che di acqua ne abbiamo in abbondanza su Nanobus. E poi, lo vedi come siamo ridotti? Non ci lasceranno mai entrare! Fate finta di nulla, come se fossimo clienti. Sfiliamo con gran dignit , uno dietro l'altro, davanti ai baffi giganteschi del portiere, splendido generale da operetta. E andata. Ci spaparanziamo nelle imponenti e comode poltrone dell'atrio. Amici cari, mi fareste l'onore di accettare un drink? Persino Marie-France non oppone resistenza. Una birra! E cinque bibite! IN CAMPER A KATMANDU Torno da un breve sopralluogo alle toilette: Ve le raccomando, sono addirittura sfarzose. E la carta abbonda! Apro discretamente la borsa della macchina fotografica. Ma non ti vergogni, Christian? fa Marie-France.

In effetti, la carta igienica stava diventando un bene introvabile e le nostre scorte andavano assottigliandosi. Be', senti, visto quanto ci fanno pagare una birra, certamente compresa nel prezzo! Eccoci di nuovo sul ponte di Galata, diretti verso la Moschea Azzurra. Laggi, ad assegnare i parcheggi, c' un omone gesticolante con la faccia da ladrone. Detta legge, in quel luogo, e quel poveretto che non gli riesca simpatico, o non si dimostri sufficientemente generoso, si vede costretto a cercarsi immantinente un posto altrove, dove all'occorrenza verr debitamente svaligiato. Arriviamo in punta di ruote. Attorno alla mappa di Nanobus si radunano tre giovani aitanti. E voi vorreste arrivare fin laggi? ci dicono in francese, ma con accento straniero. Be', l'intenzione ce l'avremmo. Sono spagnoli, ed loro quel grosso camion arancione dotato di pedane per il disinsabbiamento, di taniche di scorta stipate sui predellini e di ruote ancorate sul cofano. "Spedizione Borneo" c' scritto su una fiancata. Due veicoli, dodici ragazzoni, pi due moto da utilizzare in loco. Il gruppo comprende anche un medico, un meccanico, un operatore televisivo, un capo-spedizione e una mezza dozzina di specialisti in viaggi dell'avventura. Questi non scherzano! Certo che, di fronte a loro, noi sembriamo abbastanza sprovveduti. Osservano, con cortese condiscendenza, la parte posteriore di Nanobus: Viaggiate con questo coso? Sento che Marie-France entra in apprensione. Non riuscirete a superare le piste, basso com' ! La prendo come un'offesa. Mi inginocchio, infilo la testa sotto il predellino, poi do un'occhiata a quel loro cassone ambulante. Be', in verit non siamo molto alti. Devo tranquillizzare il mio equipaggio. Si rimedia facilmente. Basta scaricarci ancora un po'. Gi , ma di che cosa? Nanobus aveva gi subto una serie di drastiche eliminazioni. Con l'ultima, se n'erano andati la seconda chitarra, le lenzuola di ricambio e il piccolo ferro da stiro in ghisa e funzionante a carbonella. Mi viene un'idea: I libri di scuola! Ricevo, da dietro, entusiastici consensi. Ma Marie-France obietta preoccupata: E per gli studi, come la mettiamo? IN CAMPER A KATMANDl Cosa proponi, in alternativa? E poi, hai mai visto tu qualcuno marinare la scuola con i libri sottobraccio? Ebbene, perch non ricorriamo al voto? propone quella furbastra di Isabelle. Nella nostra famiglia, la democrazia funziona perfettamente: la sera quell'asinaccio di Nanobus si sbarazza vergognosamente di quindici chili di peso, condannandosi per in tal modo, e per sempre, alle tenebre dell'ignoranza. In riva al Mar Nero, 13 senembre NANOBUS se ne sta con i piedi a mollo, sulla spiaggia di una caletta. Tutti i ragazzi del villaggio gli sono amici. Con loro non serve capirsi per "divertirsi un sacco", come dice Isabelle; fanno interminabili gare con urla e rincorse sulla sabbia; le risate sostituiscono benissimo le parole. Slamo rimasti a Istanbul quasi un mese per fare gli ultimi preparativi in vista del gran balzo verso oriente. Adesso che tutto pronto, i bambini hanno deciso di concederci qualche giorno di dolce far niente sulle rive del Mar Nero. Tramontando all'orizzonte, il sole sparge sul pelo dell'acqua mille macchie dorate. Marie-France ha preso la chitarra. Canta con la voce

leggera e purissima, della felicit . Noi riprendiamo in coro il ritornello. Una giovane turca timidamente si avvicina e, sorridendo e gesticolando c spiega che i suoi amici ci invitano alla loro mensa e ci chiedono di cantare per loro. Hanno acceso un fal , laggi sugli scogli. I giovani, una quindicina, si stringono per farci posto. Nessuno parla francese, ma l'atmosfera allegra e la carne, cotta alla griglia, deliziosa. La notte cala, dolcissima. In un concerto di grilli, dalla terra si alzano gll effluvi della macchia. I nostri canti sono saliti lievi, quasi a esprimere gioia, amicizia e quelle frasi che non sapevamo pronunciare. 14 settembre IN RIVA al Mar Nero, cullata dal canto delle cicale e dallo sciabordio delle piccole onde, la mia famiglia sta godendosi la siesta. .. Una leggera corrente d'aria solleva le tendine e viene ad accarezzarci la pianta dei piedi. Stavolta devo proprio andarci! Il gabbiotto si trova all'ingresso, sulla destra. Per raggiungerlo dalla nostra cuccetta, per , bisogna superare un percorso di guerra, tanto Nanobus stipato. Scavalco mia moglie, la ghiacciaia, lo xilofono, le bacinelle, mi afferro al secchio della spazzatura. Adesso tutto diventa pi facile: basta sgombrare la porta da tutta quella roba. I piatti di ieri da lavare, sulla chitarra; lo stenditoio, sul fornello a gas; la lampada a petrolio, sulla pentola a pressione. Stringendo l'impugnatura della lampada fra i denti, con il naso immerso negli asciugamani, scanso i sacchi-custodia dei vestiti per liberare finalmente il nostro maestoso W.C., chimico e formato famiglia, provvisto di tanto di scarico d'acqua a pedaliera, e scusate se poco! . . . Quel gabbiotto sarebbe comodo almeno quanto un ripostiglio per le scope se non servisse, allo stesso tempo, da guardaroba, da sgabuzzino, da dispensa e da bugigattolo per gli attrezzi. .. E sia! Sbadiglio. Che ore sono? Le due del pomeriggio del luned 14 settembre... Ie due!... A Parigi, sotto un cielo sicuramente griglo da un capo all'altro della citt , migliaia di scolari, piegati sotto il peso della cartella, stanno convergendo rassegnati verso le rispettive fabbriche del sapere dove i grandi li attendono per spremerli sotto le macine della conoscenza. E intanto la mia famiglia si gode la siesta! Che scandalo! Caccio un urlo: Tutti in piedi, voialtri! Oggi ricomincia la scuola! Possiamo fare il bagno? Ma che zucconi! Non sanno dire altro? Fuori, la sabbia calda. Il mare sembrer un brodo. Facciamo una corsa? Isabelle parte di scatto, e le codine le si alzano in orizzontale. Caroline corre con la leggerezza di una ballerina. Arrivo ansimando come una foca. Comincio a faticare per battere Bertrand. Che delizia, l'acqua. Calda e trasparente, proprio come piace a me! Ci coalizziamo contro Marie-France che, con Eric, entra in punta di piedi, avanzando di un millimetro alla volta. Battendo le braccia come pale d'un mulino, le rovesciamo addosso le intere cascate del Niagara. Antipatici! Nuota con un buffo stile, tenendo il naso fuori dall'acqua, per non bagnarsi i capelli. Qualcosa nel suo sguardo mi lascia capire che felice. Mare-~ra~ce Ritorno a Istanbul, 20 settembre P ARTIAMO DOMANI, alle cinque. Ci muoveremo all'alba per avere il tempo di trovare, al termine della tappa, un rifugio pi o meno sicuro prima che cada la notte. Devo dire che non mi sento tranquilla.

Fin qui andato tutto bene, ma ci trovavamo pur sempre in Europa. Da Ankara in poi, invece, quelle comodit che ci sembravano scon435 IN CAMPER A KATMANDU tate, quali l'acqua potabile, la doccia, il latte, un campeggio o una strada in buone condizioni, diventeranno problematiche. Ripenso a quell'amica turca che si era allarmata: Andate verso est? Accipicchia, che coraggio! Viaggiate armati, per lo meno? Al solo pensiero mi era venuto da ridere. Ci siamo procurati una bomboletta di gas "paralizzante", come ci ha garantito il venditore, e niente di pi. Da allora, tutti i turchi con i quali ne abbiamo parlato ci hanno confermato che l'est pericoloso. Si guardano bene, loro, dal metterci piede. A quanto pare, vi prolifera il banditismo. Al campeggio, Christian e Bertrand procedono per l'ultima volta all'inventario dei pezzi di ricambio. Accanto a noi, poco fa, venuta a piazzarsi una coppia di giovani inglesi che viaggiano con un'automobile antiquata, di colore viola. Ho fatto un po' conoscenza. Lui si chiama Brian: un bel giovanottone col viso da bambino, che ride sempre. Mi ha detto che con la sua amica Lesley erano partiti con l'intenzione di compiere solo il giro della Francia; poi per gli era venuta voglia di andare a curiosare un po' pi in l . E cos, spingendosi sempre pi avanti, hanno finito per ritrovarsi qui. Sono attrezzati come per una giornata al mare. Brian mi raccontava tutto ci divertito come un ragazzino che avesse combinato un bello scherzo. Lesley invece sembrava apprezzare molto meno quel gioco. Caroline arriva di corsa. Mamma, ci siamo! Gli italiani si sono svegliati! esclama. Sono arrivati stamani, con la barba lunga, sporchi da far paura, stravolti, e sono letteralmente crollati a terra a una ventina di metri da noi, accanto alla loro jeep piena di ammaccature e di polvere. Da allora non Sl sono pi mossi. Tornano certamente da laggi. Ne approfitter per raccogliere qualche informazione. Un giovanottone scarmigliato sta battendo con la mazza su di un cerchione male in arnese, mentre una bella ragazza bruna, accovacciata davanti a un fornello, sorveglia una pentola fumante. Parla un po' il francese. Tornate dall'est? Com'era? Terribile! C' poco da scegliere: o si prende per il passo del Tahir, e spacchi tutto, oppure per la camionabile militare, e allora ti sparano addosso! Mi mostrano i danni subiti dal loro mezzo. Stavolta mi sento davvero preoccupata. Apro la carta geografica e la poso per terra. E se si passa a sud? Quel percorso non lo conoscono; sembra pi interessante, ma meno frequentato... Quindi il rischio di un'aggressione maggiore. Sei sicuro che non corriamo rischi, Christian? Lui tace per un po', poi sbotta: Senti, per me hanno esagerato. Lo guardo ispezionare un'ultima volta il camper, dare calci alle gomme, accertarsi della tenuta della griglia di protezione e verificare l'altezza delle sospensioni. Ho l'impressione che la prospettiva di dover menare un po' le mani non gli dispiace. Dispensa a Nanobus una pacca amichevole. Sta' tranquilla, far il suo dovere! 21 settembre LE CINQUE di mattina. La notte color dell'inchiostro e l'aria, tiepida. Sar certamente una giornata calda. Torno dalla doccia in punta di piedi. Per quanto, ancora, mi verr concesso questo lusso?

Christian mi prende in giro spesso: Dovrai rassegnarti a lavarti come i gatti! Una tazzona di t per me e per lui. A quest'ora non si ha fame. Mentre Christian si affaccenda a sistemare la cabina di guida, preparo il thermos per la colazione dei bambini. Non posso certo costringerli ad alzarsi adesso. Lasciamo il retro di Nanobus nel suo allestimento-notte e cos potranno continuare a riposare durante le prime ore del viaggio. Nanobus sta gi ronzando. Prendo in grembo le carte geografiche. Pronti, si parte! Passato il ponte di Galata, Christian ferma il camper: Guarda! Sta per sorgere il sole . Dietro il velo di brume mattutine, contro lo sfondo del cielo rosa, si stagliano le imponenti cupole delle moschee circondate dalle schiere dei superbi minareti... Addio, Istanbul! Grazie per esserti mostrata all'altezza dei nostri sogni! Il ponte sul Bosforo. Buongiorno a te, Asia! Ber~ra~d Tra Ankara e Malatya, 22 settembre DANKARA s' viaggiato bene, attraverso un deserto molto, ma molto arido dove abbiamo incontrato piccoli pastori, donne con veli bianchi e larghi pantaloni variopinti e case di terra davanti alle quali si ergevano cataste di cocomeri. Ieri, mentre pap parcheggiava Nanobus, abbiamo fatto conoscenza con un cagnetto nero molto carino, che ha una grossa macchia bianca intorno all'occhio. La madre lo aveva abbandonato. Ci siamo presi cura 437 IN CAMPER A KATMANDU di lui, l'abbiamo chiamato Ankara e ci ha seguito ovunque. Pap ha detto che poteva attaccarci un sacco di pulci, poi per chi si grattato tutta la notte stato lui. Era cos carino che volevamo prenderlo con noi. Isabelle ha chiesto a mamma e pap il permesso di tenerlo. Pap , per , ha spiegato che saremmo andati incontro a grosse noie alle frontiere e che poi, di certo, avrebbe fatto pip in ogni angolo di Nanobus. Comunque, ci ha promesso che al ritorno passeremo di qui. Oggi, proprio quando si stava per partire, sorpresa! Chi ti vediamo arrivare?... Gli inglesi, Brian e Lesley, con quella loro buffa auto viola! Strada facendo hanno avuto diverse disavventure, fra cui quella d'imbattersi in un poliziotto che, invece di custodire le loro cose li ha derubati. Stavolta Lesley sembrava proprio scoraggiata. Brian invece rideva e scherzava ancora. Li abbiamo salutati. Quando siamo partiti Ankara corso dietro a Nanobus per un po', con quelle sue zampette corte, e Isabelle per un'ora stata a tirare su con il naso. Mar/ -~ra~ce Malatya, 25 settembre H PAURA... Per la ventesima volta alzo piano piano un angolino della tendina. Da diverso tempo, tre uomini dal fare circospetto se ne stanno da una parte a confabulare e a guardare verso di noi. Cosa vogliono, a quest'ora di notte? Perch non ci siamo fermati in citt ? Qui non Cl sono case, solo una pompa di benzina. Se fossero malintenzionati, ci troveremmo completamente in loro bala, senza la minima speranza di aiuto. Ma ieri sera eravamo cos

stanchi che non ce la siamo sentita di proseguire per cercare altrove. In questo momento un'automobile venuta ad affiancarsi silenziosamente, e a luci spente, a Nanobus. Ne scendono due ombre, che vanno a raggiungere gli altri. Ormai non c' pi dubbio: quelli stanno parlando di noi. Sveglio Christian: Guarda quei tipacci laggi! Mi sembra che ci stiano spiando . Appoggiato su di un gomito, rimane a lungo a guardare in silenzio, pOI Sl alza senza far rumore, a tentoni cerca qualcosa nel suo armadietto. Riconosco la bomboletta, la nasconde sotto il suo cuscino. Figurarsl, per , se quell'affare basta a tranquillizzarmi. Se almeno Nanobus disponesse di una serratura efficiente! Non potrebbero sorprenderci nel sonno. Ora come ora, invece, basta forzare un tantino la maniglia e... Dobbiamo far riparare quella portiera! Christian continua a montare la guardia. Di tanto in tanto accende la luce, fa rumore, perch sappiano che non dormiamo. Sono le due di notte. A forza di spiare le tenebre, vedo ombre muoversi dappertutto. FINALMENTE la luce del giorno. Incollo il naso al vetro: tutti spariti. La vita ha ripreso il suo corso normale e rassicurante. Riempio la bacinella per lavarmi come posso. Christian si sveglia e raggiunge il suo posto di combattimento. Mi confida di aver vegliato fino alle quattro. Alla fine se ne sono andati cos come erano venuti. Penso per che abbiamo fatto bene a lasciar chiaramente intendere loro che qui non si dormiva. Riordiniamo i letti, prepariamo la zona-giorno e passiamo a tavola per la prima colazione che, nei giorni di viaggio, rappresenta il pasto principale. Stamani, la compagnia affamata e si getta con bell'entusiasmo sul nostro men speciale: pane raffermo condito con la polvere, margarina turca che sa di plastica, marmellata di rose comprata a Istanbul, il tutto annaffiato da una bella tazza di latte, ultimo residuo della scorta che avevo fatto ad Ankara. Da quando evitiamo la carne, troppo cara e poco affidabile, devo supplirvi con i derivati del latte. L'altro giorno mi capitata per le mani una caciotta, ma cos piccante e salata che nessuno la mangia volentieri. Io comunque costringo tutti a ingoiarne un pezzetto al giorno, prima di qualsiasi altro cibo. I bambini, che si trovano nell'et della crescita, non possono assolutamente saltare la loro quotidiana razione di proteine. E guai a voi se, come ieri, ne trovo un pezzo sotto i cuscini! I maschi la mandano gi come una pillola, tappandosi il naso. Sbrigate le faccende, gran consiglio attorno al tavolo di Nanobus. Christian intende conferire a quella riunione la solennit richiesta dalle circostanze e si d le arie di un direttore generale attorniato dal suo consiglio di amministrazione. L'altro giorno ci siamo scordati di prendere le pastiglie di chinino contro la malaria esordisce, e, ieri, Eric ha bevuto acqua di fonte. Se cominciamo cos, andremo poco lontano. Elenca tutte le orribili malattie che potremmo prenderci e dipinge un quadro terrificante delle possibili conseguenze, la pi benigna delle quali senz'altro sarebbe la fine della nostra bella avventura e, per forza di cose, il ritorno a scuola. Cos convincente risulta l'argomentazione che, impressionati, Isabelle e Bertrand smettono di contendersi la carta geografica ed Eric alza il naso dal suo sempiterno disegno. Mi piace il modo di fare di Christian con i bambini: li tratta da pari a pari e cerca sempre di indurli a darsi spontaneamente una loro disciplina. 4~9 IN CAMPER A KATMANDU

L'operazione riesce perfettamente: le soluzioni piovono da ogni parte. Viene stilato un regolamento e Caroline lo trascrive su di un grosso foglio bianco, ornato ai lati da fiori variopinti. ARTICOLO UNO: CHININO. Le pastiglie vanno prese ogni mattina, eccetto il luned. Pap assicura una ricompensa di cinquanta centesimi a chi per primo ce lo ricorda al risveglio. ARTICOLO DUE: ACQUA POTABILE. Caroline riempir ogni giorno la tanica e ci sbricioler dentro le pasticche disinfettanti. Un'ora dopo, e soltanto allora, si potr bere. Divieto di bere altrove, anche per lavarsi i denti. ARTICOLO TRE: FRUTTA. O la si sbuccia o la si lascia a mollo per venti minuti nella bacinella gialla con tre gocce di varechina. Mentre Bertrand affigge il foglio con lo scotch al frigorifero Eric muove un'obiezione: Ma se siamo invitati e ci offrono dell'acquai Ebbene, non si dovr rifiutare, per non sembrare maleducati, ma non si dovr neppure bere. Insomma, ognuno si arrangi! Quasi le undici. Sollecito la compagnia. Aiuto Christian a montare gli scuri lungo le fiancate di Nanobus anche se mi rincresce di dover lasciare al buio i miei pargoli. Ma entriamo in quella regione in cui il massimo divertimento dei pastorelli consiste nel tirare sassi contro tutti gli autoveicoli che passano. Diyarbakir, 26 settembre ADESSO basta, per ! Gli tiro una gran gomitata nelle costole e, velocissima, chiudo la portiera. Questo tizio ha superato ogni limite. Dando prova di una faccia tosta notevole, quei bei tomi si erano messi, senza pensarci due volte, a infilare la capoccia in ogni finestra di Nanobus per curiosare all'interno. Mi sento soffocare, con tutta questa gente ammassata intorno a noi! Per comprare i cocomeri, ci siamo fermati cinque minuti in questo mercatino e in un batter d'occhio eccoti questo bell'assembramento. Al prossimo che ci riprova, gli rifilo un paio di schiaffi! Quando Christian torna portando i due cocomeri, scoppio: Filiamo immediatamente via di qui o combino un macello! E quasi notte. Mi sento sporca e appiccicaticcia. La giornata stata di quelle massacranti e speravo ardentemente in un po' di frescura, un po' di riposo. Ma, in questa citt , dove mettersi? Dove trovare un posto decente per trascorrere la notte? Giriamo a casaccio fra le stradine medievali e intasate, e giungiamo in una piazza: la stazione, sembrerebbe. Christian parcheggia il camper, ma appena ci fermiamo ecco che tutto ricomincia da capo: ci assale una moltitudine, formata soprattutto da ragazzini. Salto gi da Nanobus: Via! Andate via subito! urlo. Faresti meglio a calmarti. Se vedono che te la prendi, quelli insistono ancora di pi. Christian non sa trovare nulla di meglio: sa solo farmi la predica, regalare in giro le nostre cartoline, mettersi a sbraitare insieme a quelli I. Per ritrovare un po' di tranquillit , gli sbatto la portiera in faccia, chiudo tutto. Ma in questo modo Nanobus si trasforma improvvisamente in un forno! Mi ha piantata qui in asso, se ne andato al bar ridendo come un matto, assieme a un tizio sbronzo da morire, lasciandomi sola a dover far tutto. E tornato due ore dopo, e ancora rideva, ha svegliato i bambini per raccontar loro cosa aveva detto a quell'altro, ma soprattutto per mandarmi in bestia. Poi s' addormentato come un sasso.

Non riesco a impedirmi di sbirciare attraverso la zanzariera. Buio pesto, ma attorno al camper continuano a gironzolare certi ceffi! Inutile, sento che stavolta mi aspetta una bella notte davvero. CHINIIINOO! Cosa c' ? Mi ritrovo seduta di botto. Nanobus si sveglia di soprassalto. Dal letto a mansarda spunta la faccina di Isabelle che, tra le codine ribelli, mi guarda trionfante. Ma dico, sei impazzita? Be', se ti ricordi, pap ha promesso cinquanta centesimi a chi lo diceva per primo, al mattino! Ma non quando dormono tutti, piccola peste ! Se no Bertrand lo diceva prima di me. Tanto ormai troppo tardi per cercare di riaddormentarsi. < E va bene, allora mi arrendo, distribuiscilo tu a tutti, questo benedettochinino! Ingoiata la pastiglia, si buttano gi a valanga e si mettono a lottare, fra urla e spintoni, per la conquista del posto migliore, quello fra Christian e me. Nanobus si immerge nei suoi cinque minuti di tenerezze: un'affettuosit enorme, di dimensioni familiari, che ci vede pigiati tutti e sei sul lettone, dove il posto basterebbe a malapena per due. Il che ci ricorda come questi nostri giramondo col dito in bocca abbiano ancora parecchio da crescere. 44() 441 IN CAMPER A KATMANDU Tutti in piedi, pelandroni! Io non vedo l'ora di muovermi! Christian e i bambini cercano di mettere insieme una parvenza di prima colazione, ma il pane comprato ieri gi duro come un pezzo di legno e poi non avanzata neppure una goccia di latte. Fermi tutti, vado a prenderlo. Due ore dopo Christian non ancora tornato. Ho dovuto chiedere l'aiuto di un soldato di guardia alla stazione per tenere lontani quei tremendi ragazzini che tentano di aprire le portiere, di strappare le zanzariere... e che, quando il militare li minaccia con un sasso, spariscono come uno stormo di passerotti. E passato da un pezzo mezzogiorno, quando Christian torna, trionfante. Ho trovato un'area per campeggiare. Quanto al latte, pi di tanto non si pu fare aggiunge mostrandomi una bottiglietta di Coca Cola piena per due terzi di un liquido biancastro. Dopo i venti minuti regolamentari di bollitura, ne rimarr s e no un dito! Il posto per campeggiare un'azienda agricola di Stato nelle immediate vicinanze della citt , dove contadini dagli occhi scuri, dalle foltissime sopracciglia e dagli enormi baffi sotto il berretto con la visiera, ci sistemano da una parte in un campo, accanto a un eucalipto. Abbiamo a disposizione anche un po' d'acqua. Non se ne vedeva l'ombra da tre giorni e finalmente potremo lavarci. Anche se questo particolare sembra interessare solo me, stavolta nessuno la scampa. In un battibaleno ripiego il tavolo di lato e piazzo due bacinelle per terra. Avanti, Eric, si comincia da te ! Aspersione sopra la bacinella gialla, e avanti il prossimo; poi insaponamento e risciacquo! E via di corsa sui sedili anteriori ad asciugarsi ! Lavaggio in serie, si ride e si scherza, e l'acqua del risciacquo sembra olio di spurgo di Nanobus. Mi sento davvero bene. Ho ritrovato tutto il mio buon umore. Contiamo di rimanere qui due o tre giorni, fino a trovare un'intesa con questa citt curda cos insofferente verso lo straniero da cingersi di :

un'imponente muraglia di basalto nero. Poco fa alcune donne che indossavano vestiti a fiori e che portavano ampi fazzoletti bianchi sul capo sono venute a regalarmi grappoli d'uva. Scende la sera e finalmente l'aria rinfresca. Per cena, Caroline ci prepara, come pu , uova strapazzate con peperoni, mentre due baffuti signori incanutiti iniziano Isabelle e Bertrand, attentissimi, a un gioco che, visto da qui, consiste nel lanciare alcuni sassolini su di una grossa pietra. Al calar della notte, un omone dall'aspetto feroce, di cui si scorgono ~42 solo gli occhi scuri e un paio di baffi a corna di bue sotto il berretto, venuto verso di noi imbracciando un grosso fucile. Niente paura, il nostro angelo custode mi assicura Christian. Tatvan, 30 settembre ERIC, come ti senti? Mi duole la testa, e anche la pancia. Lo vedevo strano gi da ieri sera, tanto che lo avevo messo a dormire nel letto-amaca, quello sospeso sopra i nostri piedi, per poterlo tenere d'occhio. Speravo che una bella dormita lo rimettesse in sesto ma, stamani, ha la fronte calda e gli occhi lucidi. Rimani sdraiato, ti misuriamo la febbre. Solitamente cos allegro, Eric mi sembra adesso come rassegnato. Purch non abbia nulla di grave! Christian, Eric sta male! esclamo angosciata. Ha trentanove e mezzo di febbre! Cosa si fa? Cosa vuoi che si faccia? Proseguiamo. Conviene avvicinarci a una grande citt . Aspetta, Eric! Svelta, Caroline, la bacinella! Ti si stringe il cuore a vedere quel poverino cos scosso dai conati di vomito. Christian, sei proprio sicuro che potr sopportare la pista, con questo caldo? Lo lasciamo in quel lettino, cos viagger sdraiato. Soprattutto, per , bisogna dargli molto da bere. Ho il sospetto che, come me, anche Christian tema la disidratazione. Eric non trattiene nulla. Son gi due volte che risputa il cucchiaio della medicina che gli somministro. Christian affretta la partenza. Caroline, prepara l'acqua da bere e tu, Bertrand, riempi il serbatoio. E sbrighiamoci. Vorrei percorrere quanta pi strada possibile prima dell'arrivo del gran caldo. IL CALDO soffocante. Solleviamo un'enorme colonna di polvere, bianca e fine come il talco, che si insinua ovunque all'interno del nostro camper. Ci procura bruciore agli occhi, fa seccare la gola e si incolla alla pelle madida di sudore. In un po' d'acqua raccolta sul fondo della bacinella intingo una pezzuola che poi passo sulla fronte di Eric. Christian corre troppo, a parer mio. Prendiamo degli scossoni terribili a causa delle buche. Ancora una volta trover tutto sottosopra. Christian, sei impazzito? Nanobus ripiombato al suolo in un fracasso infernale. Stavolta abbiamo sicuramente rotto tutto! Spiacente, mia cara si scusa mio marito, quella fossa cos profonda proprio non l'avevo vista. Christian scende a terra. Per quanto riguarda le parti meccaniche, i danni sono limitati. Ma la roba riposta negli armadietti finita tutta per

terra, alla rinfusa, in mezzo alla polvere. Ho un diavolo per capello: i panni sono da lavare un'altra volta e bisogner ripulire tutto quanto. Ti avevo detto di rallentare ! Ma se andavo appena a trenta all ora. Con questa media non arTiveremo mai e non ho nessuna voglia di ritrovarmi a girare di notte per queste strade. Sar stata colpa della stanchezza? Oppure del caldo? O forse delle preoccupazioni per la salute di Eric? Comunque sia, mi sono messa a piangere come una bambina, nel bel mezzo di tutta quella baraonda sparpagliata per terra. BRUTTA NOTTATA. Christian e io ci siamo dati il cambio all'incirca ogni due ore per vegliare Eric. Mille volte mi sembrato di non sentirlo pi respirare. La notte ha il potere di amplificare tremendamente le nostre paure ! Adesso ha mangiato un po' di riso e la febbre gli calata. Ha perfino ripreso le sue forbici e ricomincia a incollare su Nanobus quei suoi ritagli che, di solito, ci danno sui nervi ma che, stavolta, vengono accolti con una gioia intensa. 3 ottobre QUANDO POCO fa si alzato il sole, ci ha regalato uno spettacolo stupendo. Dapprima ha colorato di rosa le cime delle colline, nude e brulle. Poi, a poco a poco, ne ha incendiato un versante. Adesso, che e pi alto in cielo, e brucia e abbaglia, schiaccia ogni rilievo. Tutt'intorno, fino all'orizzonte, la steppa. Non un albero n un arbusto. Un mare immenso, le cui onde sono costituite da queste dune indorate che corrono a perdita d'occhio. Tenendo gli occhi incollati sulla pista, Christian continua a impegnarsi nell'incessante gimcana fra buche e protuberanze. La barba, non rasata da qualche giorno e bianca di polvere, come anche i capelli, lo fa sembrare un "duro" avanti con gli anni. Il termometro gi segna trentotto gradi. Attento, Christian! IN CAMPER A KATMANDU Ho avvistato un gruppo di ragazzini, fermi sul ciglio della strada. So come regolarmi: se si chinano, significa che raccolgono sassi. Mio marito rallenta e lascia intendere di volersi fermare accanto a loro. Vedo i sassi sparire, scivolare discretamente a terra, e le mani alzarsi per accennare un timido saluto. Passami le cartoline. Christian ne getta due o tre nel mucchio e, mentre quegli angioletti si picchiano per impadronirsene, ce la battiamo zitti zitti, prima che abbiano il tempo di recuperare i loro proiettili. Da queste parti l'automezzo il pericolo pubblico numero uno: quante volte, questi pastorelli, tornati al villaggio, si sono fatti bastonare perch un camionista imprudente, o idiota, aveva travolto una delle pecore a loro affidate... Mezzogiorno: la pista continua ora serpeggiando fra le colline pi elevate. Siamo quasi in montagna. Chi ha fame? Mi risponde un "io" urlato in coro. In effetti, siamo partiti presto stamani, e della prima colazione rimane solo un lontano ricordo. Ma quando si affrontano queste lunghe tappe, fermarsi per mangiare significa compromettere l'arrivo prima del buio. I bambini provano ad arrangiarsi mentre il camper prosegue nella sua corsa. Con le movenze d'un marinaio ubriaco, e in mezzo al disordine che regna sovrano all'interno di Nanobus, Caroline comincia a disporre sul tavolo i vari componenti del festino: il pane raffermo, con tagliere e

coltello, la margarina, ormai ridotta allo stato liquido, e le panciute cipolle. Nel frattempo Bertrand prende la grossa tanica sulle ginocchia e versa un'acqua intiepidita nei bicchieri di plastica. E cercate di non sporcare! Non dimenticate che i vostri sedili, poi, diventano il mio letto! ammonisce Christian. Ho visto troppo tardi il gregge nascosto dietro un pendio. Anche Christian, che frena immediatamente. Mentre le capre, lemme lemme, continuano ad attraversare la pista, guidate dalle bacchettate di un pastorello, mio marito si guarda i piedi, disperato, e caccia un lamento: Oh, no! non pu essere! I pezzi di pane e le cipolle sono rotolati sotto l'acceleratore, la margarina gli sta colando gi per una gamba. Lo vedo prendere fiato per poi scoppiare in un formidabile scatto d'ira nei confronti dei bambim, che dovevano prendersi cura di quelle cose. Ma proprio in quel momento il pastorello, con improvvisa e sfortunata iniziativa, decide di infilare la testa nel finestrino e reclamare una sigaretta. Gli si rovescia addosso un uragano. Si tira immediatamente indietro, sbarrando tanto d'occhi, e scappa come un coniglio seminando 445 IN CAMPER A KATMANDU il panico tra il suo gregge. Una gran risata risuona per tutto Nanobus. Il pasto non stato certo tale da sottoporci a una digestione laboriosa. Christian organizza le attivit del pomeriggio: Osservate attentamente il paesaggio e descrivetelo nei vostri diari . Ma se tutto un deserto! Non c' niente da descrivere! dichiara Isabelle. E quei piccoli villaggi che abbiamo attraversato? E quelle donne cos cariche da sembrare, come ha detto Bertrand, "mucchi di fieno che camminavano da soli", eh? Si pu descrivere anche un deserto. Lo sento felice, questo nostro insegnante di primo pelo. Il sole che ti d un po' alla testa; la selvaggia bellezza del paesaggio; l'agitazione che sempre si accompagna a una certa dose di rischio... Per la prima volta, e nonostante i disagi, comincio a provare anch'io questo piacere che ti viene dalle cose essenziali, da una tranquilla nottata goduta pienamente perch seguita a una giornata pesante, da un bicchier d'acqua che giunge a dissetarti quando la sete dawero tanta, da una vita familiare che segue il ritmo della natura. .. Caro/i~e Maku, Iran, 5 ottobre I PRIMI IRANIANI che incontriamo risultano ben poco simpatici: il benzinaio ci ha fatto pagare pi del dovuto approfittando del fatto che non potevamo vedere i contatori della pompa. Altri, ai quali abbiamo chiesto informazioni, non ci hanno neppure risposto. Le donne portano un velo che le copre dalla testa ai piedi, e sembrano pi gentili. A confronto degli uomini, che fanno tutti brutta impressione, le scambieresti per suorine capitate in mezzo ai briganti. Nanobus si riposa ai piedi di un enorme sperone roccioso e noi aspettiamo, per cenare, che la minestra si cuocia. Invece del pane, abbiamo trovato due nan, deliziose focacce non lievitate piatte e grandi come una tavola. Tra qualche giorno si parte per Teheran. Teheran, 9 ottobre Cl TROVIAMO in una specie di accampamento alla periferia della capitale. Da due giorni ci capitano cose non tanto divertenti.

Dapprima, ci siamo imbattuti in un bivio con un cartello indicatore scritto tutto a ghirigori. Siamo rimasti l, come tanti baccal , senza sapere dove andare. Affidandosi al caso, pap ha preso a destra. E cos. patapunfete! abbiamo percorso cinquanta chilometri in pi: bisognava andare a sinistra, come diceva mamma. Naturalmente c' scappata una litigata coi fiocchi! Poco dopo, abbiamo trovato la strada bloccata da un enorme ammasso di terra. Mamma voleva che lo tirassimo via con la pala. Pap , sostenuto da Bertrand, diceva che Nanobus poteva sicuramente passare, e che in ogni caso lui non intendeva mettersi a riparare tutte le strade fino in India! Cos, ha preso una bella rincorsa, e... opl ! ecco Nanobus a cavallo della montagnola, in equilibrio sulla pancia, mentre dal basso sale uno scricchiolio sordo. Risultato: un'ora per toglierci di l, e una crepa nel serbatoio dell'acqua. Dopo una tappa di dodici ore nel deserto, siamo giunti fino al campeggio di Teheran. Mamma era cos stanca che non se l' sentita di mettere il riso a cuocere. Abbiamo mangiato quel che rimaneva delle focacce e siamo andati subito a letto. Ieri, poi, le cose non sono andate meglio. Volendo lasciarci riposare, pap si offerto di andare da solo a Teheran per rit