In cammino per la Salvezza M - TIM e Telecom in un unico ... · satana. Ascoltiamo queste stesse...

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Anno XIX- N. 170 Marzo 2014 Periodico mensile del gruppo «Donna Vestita di Sole» di Bientina (PI) Aderenti al Rinnovamento nello Spirito Santo scaricabile dal sito www.donnavestitadisole.it - Stampato in proprio - Distribuzione gratuita. M ercoledì 5 Marzo prossimo saranno “le Ceneri”. Se andiamo a Messa, sarà capitato a molti, è il giorno in cui il sacerdote accoglie ciascun fedele e, cospargendogli il capo con un po’ di cenere, gli dice: “Cenere eri e cene- re tornerai” o qualcosa di simile. Una volta il sacerdote diceva: “Ricordati che devi morire”. Non era a tutti gradito. Si sa, le nostre orecchie sono diven- tate molto sensibili a cose di questo tipo. Sembra quasi che la morte non esi- sta più. E’ un tabù! Per cui è più opportuno pensare a come non invecchiare, a come poter togliere le rughe inci- pienti, a come poter allungare la vita indefinitivamente. Parola d’ordine: vivere come se non si dovesse morire mai!. E se un poveretto è chiaramente vicino ad esalare l’ultimo respiro, è doveroso far di tutto perché lui non se ne accorga. Potrebbe impressionarsi! Mai e poi mai chiamare un sacerdote per una “estrema unzione”, tante volte cominciasse, il moribondo, a sospettare qualcosa. Anzi, per non sapere né leggere né scrivere, intanto, chiamiamo questa unzione non “estrema”, vocabolo troppo evocativo, ma “degli infermi”, i quali, poi, chiaramente, si rimette- ranno presto! Quanto siamo lontani da quella sana e santa raccomanda- zione cristiana: “Vivi ed opera come dovesse essere il tuo ultimo giorno di vita”, sapendo di dover rendere conto a Qualcuno che non puoi elu- dere e che non puoi ingannare. Egli ci giudicherà con misericordia, ma anche con giustizia. Rimetterà sicuramente i peccati che il sacerdote ha rimesso, e magari anche tutti gli altri peccati, se il mo- ribondo, per ventura, per grazia in- sindacabile e non comprensibile, con cuore contrito, all’ultimo momento, pentendosi perfettamente, ha chie- sto in cuor suo quel perdono che il Padre vuole sempre dare . Ma certamente è opportuno, di tan- to in tanto, dedicare un certo tempo alla meditazione sulla nostra vita, nella verità e nel rendimento di gra- zie. Pensare al male fatto, e magari pen- sare anche al bene che potevamo fare e invece non abbiamo fatto. Non vivere sempre a cuor leggero e spensieratamente. Ecco, la Chiesa individua questo tempo di meditazione nel periodo di Quaresima e questo “di tanto in tan- to” ha cadenza annuale. “Convertiti e credi al vangelo” usa dire, in maniera più soft, il sacerdo- te, a ciascun fedele che va all’altare in questo giorno, “Le Ceneri”, ap- punto, di cui abbiamo cominciato a parlare e che segna l’inizio della Quaresima. È posto, questo giorno, circa qua- ranta giorni prima del giorno più importante per noi cristiani: la Pa- squa, giorno della resurrezione di Cristo, nostro Signore, che è morto per riscattare ciascuno di noi, che ha pagato con il suo sangue per i nostri peccati, che ci ha strappato dal po- tere delle tenebre e dalle mani di satana. Ascoltiamo queste stesse cose dette con Parole di Dio: “Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passa- te, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto pec- cato, Dio lo trattò da peccato in no- stro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: “Al momento favore- vole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso.” Ecco ora il momento favorevole, ec- co ora il giorno della salvezza! (2Cor 5,17-6,2) Queste parole ci predispongono ad affrontare questo tempo liturgico forte con lo spirito giusto: col desi- derio intenso di ringraziare Dio per la nostra chiamata, approfondire la Sua conoscenza e di migliorare il nostro rapporto con Lui. Aurelio In cammino per la Salvezza In cammino per la Salvezza

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Anno XIX- N. 170 Marzo 2014 Periodico mensile del gruppo «Donna Vestita di Sole» di Bientina (PI)

Aderenti al Rinnovamento nello Spirito Santo

scaricabile dal sito www.donnavestitadisole.it - Stampato in proprio - Distribuzione gratuita.

M ercoledì 5 Marzo prossimo

saranno “le Ceneri”. Se andiamo a Messa, sarà

capitato a molti, è il giorno in cui il

sacerdote accoglie ciascun fedele e, cospargendogli il capo con un po’ di

cenere, gli dice: “Cenere eri e cene-re tornerai” o qualcosa di simile. Una volta il sacerdote diceva:

“Ricordati che devi morire”. Non era a tutti gradito. Si sa, le nostre orecchie sono diven-

tate molto sensibili a cose di questo tipo. Sembra quasi che la morte non esi-

sta più. E’ un tabù! Per cui è più opportuno pensare a come non invecchiare, a

come poter togliere le rughe inci-pienti, a come poter allungare la vita indefinitivamente.

Parola d’ordine: vivere come se non si dovesse morire mai!. E se un poveretto è chiaramente

vicino ad esalare l’ultimo respiro, è doveroso far di tutto perché lui non

se ne accorga. Potrebbe impressionarsi! Mai e poi mai chiamare un sacerdote

per una “estrema unzione”, tante volte cominciasse, il moribondo, a sospettare qualcosa.

Anzi, per non sapere né leggere né scrivere, intanto, chiamiamo questa unzione non “estrema”, vocabolo

troppo evocativo, ma “degli infermi”, i quali, poi, chiaramente, si rimette-ranno presto! Quanto siamo lontani

da quella sana e santa raccomanda-zione cristiana: “Vivi ed opera come dovesse essere il tuo ultimo giorno

di vita”, sapendo di dover rendere conto a Qualcuno che non puoi elu-

dere e che non puoi ingannare. Egli ci giudicherà con misericordia, ma anche con giustizia.

Rimetterà sicuramente i peccati che il sacerdote ha rimesso, e magari anche tutti gli altri peccati, se il mo-

ribondo, per ventura, per grazia in-

sindacabile e non comprensibile, con cuore contrito, all’ultimo momento, pentendosi perfettamente, ha chie-

sto in cuor suo quel perdono che il Padre vuole sempre dare .

Ma certamente è opportuno, di tan-to in tanto, dedicare un certo tempo alla meditazione sulla nostra vita,

nella verità e nel rendimento di gra-zie. Pensare al male fatto, e magari pen-

sare anche al bene che potevamo fare e invece non abbiamo fatto. Non vivere sempre a cuor leggero e

spensieratamente. Ecco, la Chiesa individua questo tempo di meditazione nel periodo di

Quaresima e questo “di tanto in tan-to” ha cadenza annuale. “Convertiti e credi al vangelo” usa

dire, in maniera più soft, il sacerdo-te, a ciascun fedele che va all’altare in questo giorno, “Le Ceneri”, ap-

punto, di cui abbiamo cominciato a parlare e che segna l’inizio della

Quaresima. È posto, questo giorno, circa qua-ranta giorni prima del giorno più

importante per noi cristiani: la Pa-squa, giorno della resurrezione di Cristo, nostro Signore, che è morto

per riscattare ciascuno di noi, che ha pagato con il suo sangue per i nostri peccati, che ci ha strappato dal po-

tere delle tenebre e dalle mani di satana. Ascoltiamo queste stesse cose dette

con Parole di Dio: “Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passa-

te, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che

ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.

Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a

noi la parola della riconciliazione.

In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta.

Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.

Colui che non aveva conosciuto pec-cato, Dio lo trattò da peccato in no-stro favore, perché noi potessimo

diventare per mezzo di lui giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi

esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: “Al momento favore-

vole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso.” Ecco ora il momento favorevole, ec-

co ora il giorno della salvezza! (2Cor 5,17-6,2) Queste parole ci predispongono ad

affrontare questo tempo liturgico forte con lo spirito giusto: col desi-derio intenso di ringraziare Dio per

la nostra chiamata, approfondire la Sua conoscenza e di migliorare il

nostro rapporto con Lui. Aurelio

In cammino per la Salvezza In cammino per la Salvezza

Marzo 2014 Donna Vestita di Sole 2 pagina

L A GIOIA DEL VANGELO riem-pie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano

con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuo-to interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rina-sce la gioia. In questa esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della chiesa nei pros-simi anni… Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta… Questo è il mo-mento per dire a Gesù Cristo: “Signore, mi sono lasciato ingan-nare, in mille maniere sono fuggi-to dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. Riscattami di nuovo Signo-re, accettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici”. (Evangelii Gaudium 2;3) Ringrazio e benedico il Signore per il dono di questo Pontefice, per il modo semplice con cui parla e questo è già uno stile di nuova evangelizzazione: le sue parole trafiggono il cuore delle persone che ascoltano. Le paro-le che ho riportato sono l’inizio dell’esortazione Evangelii Gau-dium rivolta a tutti i cristiani, e

io la sento in modo particolare per il Rinnovamento e quindi per il nostro gruppo. Il linguag-gio del Santo Padre è il linguag-gio a cui noi siamo abituati da tanti anni; l’esperienza della sal-vezza noi, da adulti, l’abbiamo vissuta pienamente nel semina-rio di vita nuova nello Spirito. Le sue parole riflettono tutto il cammino del Movimento. Il no-stro scopo è evangelizzare e lo possiamo fare nella misura in cui viviamo, ogni giorno, l’espe-rienza della salvezza, non è tem-po di catechesi fatte dall’alto ma da un contagio di gioia. Si trasmette Cristo nella misura in cui noi riusciamo a vivere nella gioia tutte le cose che ci capita-no quotidianamente. Ogni volta che ci troviamo al gruppo ripe-tiamo l’esperienza della salvez-za, ricordiamo le meraviglie che Dio ha fatto nella nostra vita, veniamo liberati dal pessimismo e rinnovati dall’amore, dalla gioia della resurrezione: a que-sto siamo stati chiamati e que-sto è quello che dobbiamo fare. Se le persone che incontriamo rimangono colpite, l’unica cosa che possiamo dire è vieni e ve-di…

Ma noi con quanta consa-pevolezza viviamo queste cose e quanto portiamo fuori dal no-stro incontro di preghiera? La gioia non dipende dal carattere, dalle situazioni economiche, dalle malattie. Perché Gesù ha vissuto sempre nella gioia? per-ché Gesù, poco prima di entrare nei Getsemani, disse ai suoi di-scepoli: “… Vi ho detto queste cosa, affinché la mia gioia dimo-ri in voi e la vostra gioia sia pie-na”. La gioia di Gesù viene dalla consapevolezza di essere amato dal Padre! La consapevolezza di questo gli darà la forza di affrontare tutto, la sua disponi-bilità giunge fino al dono della vita di uomo con la certezza di riprenderla: “Per questo il Padre mi ama: perché offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo”. Papa Francesco ci invita a ricon-ciliarci con Cristo (e quindi con il Padre) perché questo incontro ci rinnova, ci svuota di noi per riempirci di Lui, la certezza di sentirci pecorelle amate portate sulle spalle del Bel Pastore che non smette mai di cercarci e di amarci diventi la condizione del nostro vivere e ci aiuti ad abban-donarci, come ha fatto Gesù, nelle braccia del Padre.

Perché anche la nostra GIOIA sia piena Monica

Nell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco, il segreto per riscoprire la gioia

dell’incontro con Gesù e la forza per testimoniare il suo Amore

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Marzo 2014 Donna Vestita di Sole

19 Marzo, memoria di SAN

GIUSEPPE, Patrono della

Chiesa Cattolica

Giuseppe, falegname di Nazaret,

discendente della casa di Davide,

pertanto erede della fede dei Pa-

dri dell’Antico Testamento, atten-

deva il compimento della promes-

sa salvifica di Dio. Essendo lo

sposo di Maria, ricevette il dono

di conoscere in sogno che Maria

si trovava incinta per opera dello

Spirito Santo e, attraverso le pa-

role dell’angelo, gli venne affida-

ta una missione del tutto singola-

re e inattesa.

Quando si destò dal sonno, “fece

come gli aveva ordinato l’angelo

del Signore e prese con sé la sua

sposa” (Mt. 2,24). Ciò che egli

fece è purissima obbedienza della

fede.

Giuseppe, l’uomo silenzioso del

Vangelo, fedelmente eseguì il

comando divino.

Quello che Giuseppe compì fu

unito in modo speciale alla fede

della Madre di Dio, ed insieme

con Maria divenne depositario del

“mistero“ nascosto da secoli nella

mente di Dio.

“San Giuseppe è stato chiamato

da Dio a servire direttamente la

persona e la missione di Gesù,

mediante l’esercizio della sua pa-

ternità:

proprio in

tal modo

egli coo-

pera nella

pienezza

dei tempi

al grande

mistero

della Re-

denzione

ed è veramente “ministro della

salvezza”. La sua paternità si è

espressa concretamente “nell’aver

fatto della sua vita un servizio, un

sacrificio, al mistero dell’incarna-

zione e alla missione redentrice

che vi è congiunta; nell’aver usa-

to dell’autorità legale, che a lui

spettava sulla sacra Famiglia, per

farle dono di sé, della sua vita,

del suo lavoro; nell’avere conver-

tito la sua umana vocazione all’a-

more domestico nella sovrumana

oblazione di sé, del suo cuore e di

ogni capacità nell’amore posto a

servizio del Messia germinato

nella sua casa” (da un insegna-

mento di Paolo VI)

Il suo speciale patrocinio è invo-

cato ed è necessario alla Chiesa

oggi più che mai: invochiamo la

sua sicura protezione per le nostre

famiglie.

Vilma

San Giuseppe

Inizia la Quaresima. Prepariamoci alla confessione e conosciamo i

diversi nomi dati a questo Sacramento di Grazia

La confessione è un dono

molto più importante dell'esorcismo: la confessione

scaccia via il Male dalla nostra anima, l'esorcismo solo dal no-stro corpo. La confessione - in

forza del sangue di Cristo versato per noi sulla croce - cancella i nostri peccati, taglia le radici che

ci legano a Satana, ci santifica e corrobora il nostro spirito.

Si chiama anche:

La Confessione. Più potente di un Esorcismo

1) Sacramento della Conversio-

ne: perché permette al peccato-re pentito di attuare "una con-

versione" ritornando al Padre dal quale si era allontanato in seguito al peccato.

2) Sacramento della Penitenza: perché consente al cristiano

peccatore di "pentirsi", intra-prendendo anche qui un cammi-

no di conversione sia personale che ecclesiale.

3) Sacramento della Confessio-ne: perché alla base del Sacra-

mento c'è "l'accusa" e "la con-fessione" dei propri peccati.

4) Sacramento del Perdono: perché Dio accorda al penitente

il "perdono" e la pace. 5) Sacramento della Riconcilia-

zione: perché Dio consente al peccatore di "riconciliarsi" con Lui, facendogli dono dell'amore

che riconcilia. Concludo proponendovi una ri-

flessione: anche quando ci si va a confessare, non bisogna di-menticare che la conversione

(che si sta per mettere in atto) è anzitutto un'opera della grazia

di Dio! È Dio che instilla nei no-stri cuori il desiderio di tornare a Lui; è Lui che ci richiama a sé

nella sua infinita misericordia. Ed è sempre Lui che fa il primo passo. Non chiudiamoGli le por-

te dell'anima: lasciamoci riconci-liare, e la nostra vita sarà ricol-

ma di bene, di gioia e di Amore! Dalla Pagina Facebook di M. Andrea Gemma Vescovo Esorcista

Marzo 2014 Donna Vestita di Sole 4 pagina

Marzo 2014

Calendario degli incontri del gruppo «Donna Vestita di Sole»

Mar. 04/03

Bientina, Oratorio ore 21,15

Santa Messa per il gruppo .

Ven. 07/03

Bientina, Oratorio ore 21,15

Preghiera comunitaria carismatica

e insegnamento.

Mar. 11/03

Bientina, Oratorio ore 21,15

Preghiera comunitaria carismatica

e insegnamento.

Gio. 13/03

S. Frediano a Settimo ore 21,00

S. Messa presieduta da S.E. Gio-

vanni Paolo Benotto per la festa

del ringraziamento RnS

Mar. 18/03

Bientina, Oratorio ore 21,15

Preghiera comunitaria carismatica

e insegnamento

Gio. 20/03

Bientina, ore 21,30

Roveto ardente di preghiera

Mar. 25/03

Bientina oratorio ore 21.15

Pastorale e ministero di

intercessione

Ven. 28/03

Bientina 21,30

Santa Messa di intercessione per i

sofferenti.

Buon Compleanno a

1/3 Alberto Bulleri

26/3 Rosalba Di Gianni

27/3 Elsa Pinori

La preghiera di lode nella seconda e terza

settimana verrà spostata al martedì per

chi volesse partecipare alla Via Crucis

nella propria parrocchia.

CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA A SAN GIUSEPPE

G lorioso San Giuseppe, guarda a noi prostrati alla tua presenza, con il cuore

pieno di gioia perché ci annoveriamo, sebbe-ne indegni, nel numero dei tuoi devoti. Desi-deriamo oggi in un modo speciale, mostrarti la gratitudine che riempie le nostre anime per i favori e le grazie così segnalate che conti-nuamente riceviamo da Te. Grazie, amato San Giuseppe, per i così im-mensi benefici che ci hai dispensato e costan-temente ci dispensi. Grazie per tutto il bene ricevuto e per la soddisfazione di questo giorno felice, poiché io sono il padre (o la madre) di questa famiglia che desidera essere consacrata a Te in modo particolare. Occu-pati, o glorioso Patriarca, di tutte le nostre necessità e delle responsabilità della famiglia. Tutto, assolutamente tutto, noi affidiamo a Te. Animati dalle tantissime attenzioni rice-

vute, e pensando a quello che diceva la nostra Madre Santa Teresa di Gesù, che sempre mentre visse le ottenesti la grazia che in que-sto giorno ti supplicava, noi osiamo fiducio-samente pregarti, di trasformare i nostri cuori in vulcani ardenti di vero amore. Che tutto quanto ad essi si avvicina, o con essi in qual-che modo si relaziona, rimanga infiammato da questo rogo immenso che è il Cuore Divi-no di Gesù. Ottienici la grazia immensa di vivere e morire d'amore. Donaci la purezza, l'umiltà del cuore e la castità del corpo. Infine, Tu che conosci meglio di noi stessi le nostre necessità e le nostre responsabilità, occupati di esse e acco-glile sotto il tuo patrocinio. Aumenta il nostro amore e la nostra devozione alla Santissima Vergine e conducici per mezzo di Lei a Gesù, perché così avan-ziamo sicuri per il cammino che ci porta alla felice eternità. Amen

San Antonino, Arcivescovo di Firenze, un giorno si trovò il demonio accan-

to al confessionale. Subito gli chiese: "Che fai qui, brutta bestia?". Il demonio rispose: "Vengo a restituire". "Che cosa?" replicò il Santo. "Vengo a restituire la vergogna ai fedeli che stanno per confessarsi. L'ho loro tolta quando li ho istigati al male, affinché non temendo più il peccato, si decidessero a commetterlo. Adesso la restituisco affinché, arrossendo per quanto hanno fatto, si deci-dano a non confessare le loro colpe".

La furbizia del maligno