In alto a destra: la prima pagina del diario di Toni Secchi. A … · tempo sembra buono, speriamo...

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In alto a destra: la prima pagina del diario di Toni Secchi. A sinistra e in basso: Immagini tratte dal sito internet: http:/ /www.fiammeverdibrescia.it/gli-eventi-bellici/

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In alto a destra: la prima pagina del diario di Toni Secchi.A sinistra e in basso: Immagini tratte dal sito internet: http://www.fiammeverdibrescia.it/gli-eventi-bellici/

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22. Seconda battaglia del Mortirolo

La seconda battaglia del Mortirolo è ben descritta anche nel diario del giovanepartigiano Toni Secchi, nel periodo che va dal 22 marzo al 21 aprile 1945, giorno in cuil’autore viene ferito al collo e ad una caviglia dallo scoppio di una bomba da mortaio.

Giovedì 22 marzoNon posso più rimanere a Ponte,1 la mia situazione si fa sempre più critica; vivo

sempre con l’impressione che mi debbano venire a prendere da un momento all’altro.Da parecchio tempo non dormo più al Centrale, vado un po’ da tutte le parti come undisgraziato. Il mio lavoro lo terminerà Ob; questa volta con una recluta (Da) prendodefinitivamente il largo per raggiungere il comando in Mortirolo. Tutto è preparato. Alle23 sarò dietro le Canossiane. Zaino, mitra, pistole, bombe a mano, sono carico come unmulo. Dopo aver salutato C. e compagnia, passo a prendere la roba da R. che miaccompagna per 5 minuti, mi dà “in bocca al lupo” e rientra. Alle 23 e 5 siamo già inmarcia sulla via di Villa, andiamo veloci per passare col buio sopra Vezza. In poco piùdi un’ora siamo sopra Vione. Tiriamo dritto e passiamo benissimo sopra Vezza,sbocchiamo in Val Grande e la risaliamo fino in fondo. Sono le due. La luna si è spentae c’è un buio pesto. Abbandoniamo la via normale per raggiungere una baita fuorimano dove passare il resto della notte. Sfondato il tetto ed aperta la porta, acceso un belfuoco, bevuto un buon tè, mi caccio nel sacco a pelo e mi sveglio verso le 6.

Venerdì 23 marzoSi riparte, la strada è buona, la neve diminuita moltissimo. Verso le 8 siamo ai

piedi del Pianaccio; se la neve sarà buona alle 10 al più tardi saremo al comando. Laneve è bestiale, crostosa e marcia, si sprofonda in buchi fino alla cintola, bisognaprocedere a carponi, bagnati come pulcini. Più di 3 ore e mezza; finalmente

1 A Pontedilegno, dove «i tedeschi,che stavano costruendo le fortifica-zioni in Tonale, avevano bisognodella strada libera perché mandava-no su e giù i mezzi», lo incaricano,tramite l’Anas, di «andare su e giùcon gli sci tutte le mattine presto,partire dal Tonale e fare tutta la stra-da con gli sci fino a Pontedilegno condue bandiere, una verde e una rossa,se la strada era sgombra, mettevo labandiera verde in fondo, quelli risali-vano su e cominciavano a muoversicoi mezzi, se invece mettevo quellarossa, vuol dire che bisognava man-dare i mezzi a scavare e pulire, per-ché c’era slavina, e così sono andatoavanti un po’ di tempo... Nello stes-so tempo, copiavo per le FiammeVerdi le postazioni in costruzionedei tedeschi. Avevamo una grandecarta che teneva l’Ottorino Bricchettiincollata sotto il tavolo da pranzo...Quando dovevamo vedere la carta,rovesciavamo il tavolo da pranzo...E lì segnavo: una postazione qui, unapostazione là [...]. È andata avanti unpo’ così. Solo che un giorno io, creti-no, invece di fare tutta la strada congli sci, che era un po’ noiosa, ho salta-to il pezzo dove adesso c’è l’interme-dia e son passato sotto. Arrivato aPontedilegno ho messo la bandieraverde, e invece c’era stata una slavinameravigliosa, che aveva bloccati tuttie due i tornanti... E non mi hanno piùvisto... I tedeschi mi cercavano...»,intervista a cura di Vladimir Clemen-ti, Pontedilegno, 9 dicembre 2006.

«... All’apparire delle prime gemme e del verdetenero nei prati del fondovalle, lassù sulle montagne

del Mortirolo ha inizio la seconda epica battaglia,denominata “Azione Mughetto”...».

Eugenio Fontana, Giacomo Mazzoli

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arriviamo. Subito a colloquio con Gabrielli2 per le notizie e le novità di P. e quattrochiacchiere coi vecchi amici. Alla sera rivedo Peppino e parliamo dei tempi passati.Il morale è altissimo, tutti sono allegri e tranquilli (nemico ferito). Purtroppo unabrutta notizia che mi viene comunicata con molta tristezza da Gallo: 2 giorni fa, in unosfortunato quanto banale incidente, è morto il maresciallo Tosetti, colui che avevasfidato fra i primi i colpi delle mitraglie fasciste, che in piedi presso i suoi uomini si eraprodigato instancabile e coraggioso, è morto rientrando da una spedizione all’Aprica,a 200 metri dal Comando per lo scoppio di un sipex3 che teneva nello zaino. Cadutosquartato pronunciava il nome del figlio e spirava: ora riposa presso la chiesettavicino ad un compagno morto di malattia.

Messaggio speciale: lancio imminente. Gli uomini sono tutti ai fuochi; alle 20,30il rumore degli apparecchi si fa sentire, in un attimo i fuochi mandano vividi bagliori.Purtroppo la nebbia e le nubi bassissime impediscono lo sgancio. Sarà per domani.Me ne vado a dormire; io dormo per il momento in una cameretta della dependan-ce dell’Albergo alto con Pastasciutta e Mistrilli.4

Sabato 24 marzoNessuna novità, la mattinata passa con qualche partita a stop. Nel pomeriggio,

Gabrielli mi affida una squadra con relativo mulo e carretto per procurare legna peri fuochi dei lanci. Scendo fino alla caserma e faccio demolire un po’ di pavimento:mentre il carico rientra, passo dalla tomba di Tosetti a rendergli gli onori militari. Iltempo sembra buono, speriamo nel lancio notturno; dovrebbero arrivare i mortai chesaranno affidati a me.5 Rientra Tiù con 3 uomini: hanno recuperato 4 colli di viveri diconforto del lancio precedente. Distribuzione di “Chesterfield” e cioccolato squisito.Rumore di aerei; i fuochi brillano simultaneamente, ma ancora la pessima visibilità cifrega. A nanna dopo aver bevuto un buon tè con Peppino e Dido.

Domenica 25 marzoParto ancora con una squadra per procurare altra legna; il carro per il carico

ritarda e passo quasi tutta la mattinata presso un bel fuoco nella cucina dell’Albergobasso ora completamente vuoto e crivellato di colpi fascisti. Sono con me Trompia eSaati. Nel rientrare, il carro troppo carico si sfascia e la roba rimane a metà strada.Nel pomeriggio verso l’una si decide di fare un bridge; giochiamo io, il maggioreinglese della missione, il capitano pure inglese e Buttafuoco. Giochiamo senzainterruzione fino alle sette. Frattanto il carico di legna è arrivato. Alla radio niente

2 Nolfo Di Carpegna, commissariopolitico nella zona dell’Alta Valca-monica.3 Bomba a mano inglese.4 Giovanni Salghetti, capoconducentedel Distaccamento C12.5 Si veda il commento di Tiù a pagina83 de La montagna non dorme (edanche qui, al capitolo “Figli d’arte eun po’ guasconi? Ce ne fossero”).

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lancio, però notizie ottime delle operazioni militari; grande offensiva sul Reno. Laguerra volge alla fine. Ho cambiato alloggio, ma solo di stanza, dormo con Gabrielli,Oliviero, Pastasciutta, Cantù, Gigi e Stefano, due italiani di Roma venuti colparacadute insieme al capitano con una potente trasmittente.

Lunedì 26 marzoNevica, nevica a tutto andare; bisognerà far spaccare la legna e metterla al

riparo; a mezzogiorno tutto è pronto. Al pomeriggio nevica sempre; si gioca ancoraa bridge fino alle 19. Notizie militari sempre più buone.

Martedì 27 marzoNevica sempre. Con una squadra ancora per legna, questa notte per la cucina.

Ci son già 30 centimetri di neve; il mulo fa una fatica cane, se Dio vuole verso le10.30 sono di ritorno inzuppato fradicio. Pomeriggio solito bridge. Sono arrivatianche 3 ufficiali della missione francese. Notizie militari sempre più buone, sulReno avanzano velocissimi, sono entrati in Baviera. Il generale Clark in unmessaggio per noi ha impartito numerosi ordini. Bisogna continuare a prepararsi, ilmomento buono sta per giungere; nessuna azione verrà fatta senza ordini superio-ri. Vado a nanna. Dalle 2 alle 4 monto di guardia con Genio davanti all’albergo.Nevica sempre; ne è venuta almeno un mezzo metro. Torno a dormire.

Mercoledì 28 marzoNevica ancora e non c’è niente da fare, me ne sto beatamente a letto fino a

mezzogiorno poi scendo a mangiare. Nel pomeriggio il solito bridge, le solitequattro chiacchiere. Verso le 17 visto che non nevica più vado a sparare unaquarantina di colpi di mitra per tenermi in gamba. Siccome ho un forte raffreddorealle 20, dopo avere preso 2 aspirine un caffè e un tè bollente mi caccio a letto, mafin dopo le 23 non posso chiudere occhio. Cantù ha fatto crollare il letto diPastasciutta; lancio di scarpe e gavette ecc... Infine arriva anche il prete, vestitoanche lui da alpino che dirà messa domani alle 8. Dormo.

Giovedì 29 marzoIl tempo è bello e la neve cala velocemente. Edolo e Sonico bombardate. Vado

con Tiù per legna. Nel pomeriggio vado a letto, perché non sto troppo bene.Dormo. Niente lancio, ancora la nebbia durante la notte.

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Venerdì 30 marzoSono stato tutto il giorno in infermeria a giocare a carte. Nessuna novità.

Ottime le notizie radio. Niente lancio, nuvole e burrasca.

Sabato 31 marzoTempo migliore, novità n.n. Alle 10.30 aerei in vista, i fuochi brillano. Dopo due

giri calano i paracadute; io guardo dalla finestra di camera mia e poi mi ficco aletto, perché domani ci sarà da fare.

Domenica 1 aprile. PasquaAlle 6 di mattina si è tutti all’opera per recuperare i lanci: 2 mitragliere pesanti,

7 mitragliatrici leggere, quintali di dinamite, migliaia di munizioni, viveri di confortoe un mortaio. Rancio speciale: pastasciutta e carne. Pomeriggio arriva [...]. Loriconosco come un mio vecchio amico (Ba). Ci abbracciamo felici. Novità radiopiù buone. Un forte gruppo con Gabrielli, Mario ecc... È partito per un importan-te atto di sabotaggio. Torneranno domani notte e sapremo con precisione cosaavranno fatto. Allegria e canti alpini, anche un bicchiere di vino. Ricordiamo i beitempi passati. Messaggio positivo; alle 21 gli aerei sono sopra di noi, lanciano, manon possiamo vedere niente per il buio. A dormine come ghiri.

Lunedì 2 aprileAlle 7 in rastrellamento paracaduti; se ne ritrovano 30. Ancora 10 mitragliatori

Breda, pistole, munizioni, bombe a mano, viveri di conforto, vestiario. Si sgobba comematti. Nel pomeriggio per legna alla caserma. Poi riposo. Arriva Mario e mi diceche [...] contrariamente a ciò che credevo è ancora a Ponte. Quattro chiacchiere epoi a dormire, attendiamo anche stanotte il lancio. Sono ritornati gli uomini dellaspedizione: il tratto di strada del Belvedere e stato fatto saltare in modo irrimediabileper più di 60 m di lunghezza.6 Notizie radio annunciano che fra gli inglesi e i russirimangono solo 3 km di distanza. Quando finirà? Certamente presto.

Martedì 3 aprileCalma assoluta e niente da fare. Mi alzo alle 11.30, aiuto Mario nella relazione

del sabotaggio. Gabrielli è sceso a Ponte. Gli ho dato una lettera per Ma. e unaper Ob. Nel pomeriggio sempre riposo. Faccio alcuni schizzi fotografici delsabotaggio e gioco a carte. Verso il tardi comincia a piovere. É partita anche la

6 «Da un esame della carta topografi-ca, sembra che il punto che meglio sipresta per l’interruzione sia quelloindicato alla lettera b) del capo b) delcitato foglio (nel tratto dopo il Belve-dere, salendo da Tresenda, dove lastrada corre su alcuni archi e doveesistono fornelli predisposti), perché,all’altezza di quel punto, il terreno,sia a monte che a valle della strada,appare fortemente scosceso e, quin-di, inadatto a rapido riattamento».Dal progetto del 18 febbraio 1945per «l’interruzione della strada del-l’Aprica, il sabotaggio delle opere difortificazione e la protezione degliimpianti elettrici», in Marco Fini eFranco Giannantoni, La Resistenzapiù lunga. Lotta partigiana e difesadegli impianti idroelettrici in Valtelli-na, Sugarco Edizioni, pag 142.

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missione francese. Abbiamo avuto la visita del Col. Comandante la divisioneValtellina. A dormire dopo un buon tè.

Mercoledì 4 aprileTempo bello, ma con vento. Nessun lavoro in vista, mi alzo alle 10.30. Qualche

correzione allo schizzo fatto ieri. La radio annuncia che i russi sono a 20 Km daVienna e gli alleati a 70 da Norimberga e avanzano in tutto il fronte. Se procede-ranno di questo passo per fine aprile ci sarà la frittata.

PomeriggioNessuna novità. É ritornato da Ponte Marmellata; in giù nessuna novità, si

parla del brillamento del Belvedere. Sono in vista nuovi colpi probabilmente sullastrada del Tonale. Forse avverrà il lancio, attendiamo il messaggio speciale.Notizie radio: i russi nei sobborghi di Vienna. Gotha occupata dagli alleati.Avanzano come razzi. Messaggio positivo. Alle 21.30 l’aereo è sopra di noi e fa ilsegnale, dopo alcuni giri a fari accesi sgancia stando abbastanza alto. Col materia-le sono arrivati altri italiani della missione con un’altra trasmittente. Vado adormire verso le 22.30, perché domani c’è la sveglia alle 6 e io sono di guardia dalle2 alle 4. Nel pomeriggio è partito il C 7 verso la bassa valle, sua zona d’operazione.Con lui è partito Silvano, Bersaglieri e Giorgio. In bocca al lupo.

Giovedì 5 aprileAlla mattina rastrellamento dei colli: 8 mortai, 25 mitra americani, dinamite,

munizioni, apparecchio radio: Purtroppo mancano proprio i due colli dei viveri diconforto. Nel pomeriggio verso le 16 partiamo nuovamente tutti in rastrellamentoper ben 3 ore, ma non si trova niente. Notizie radio: i russi hanno occupatoBratislava e combattono a 5 Km dal centro di Vienna. Gli alleati avanzanoininterrottamente sino a 94 km dal confine cecoslovacco. Alla sera a letto presto,messaggio negativo, quindi niente lancio. Non ho ancora notizie da casa.

Venerdì 6 aprileMi sveglio alle 9, tempo discreto, fino alle 10.30 me ne sto beatamente a letto.

Alle 10.30 lavoro con Mario sulla mappa delle fortificazioni di Darfo. Terminiamoalle 12. Alle 12.05 allarme. Una staffetta porta la notizia che con tutta probabilità irepubblicani di Vezza partono per Edolo. Si parte con armamento verso Monno per

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attaccarli sulla strada. Con i due mortai mi piazzo sotto la chiesa di Monno. Alle14.30 siamo tutti a posto. Vado dal Gasper a rifornirmi di pane, trovo pure del latte efaccio una bella mangiata. Vedo pure le sorelle di Pasquini dalle quali faccio portarea casa mie notizie e dò un appuntamento ai miei per domani pomeriggio in casa diGasper. Stiamo in postazione fino alle 18, ma nessuno passa. Viene l’ordine dirientrare. Io mi fermo a Monno, perché nella notte devo scendere a Incudine conGallo e Tormenta. Mangiamo tre uova al burro per uno e partiamo. Non incontria-mo nessuno nemmeno sullo stradone e entriamo da Radici dove beviamo numerosigrappini; i bicchieri ci sono offerti dal fratello dell’ingegnere Mancinelli, un panino colprosciutto e un buon caffè. Verso mezzanotte esco con Tormenta per passare lanotte in casa di Vittorio. Scavalco il muro, busso, ma nessuno sente, la Cecilia devedormir duro, cerco di salire al terrazzo, ma dopo sforzi devo rinunciare. Ritorniamoda Radici da dove partiamo tutti e tre. Alla casa del Gildo riusciamo a farci aprire edi lì nella casa di Agostino dove passiamo la notte in un buon letto.

Sabato 7 aprileAlle 9.30 partiamo per Monno. Il figlio di Bertoli ci avvisa che sotto Monno

forze repubblicane salgono. Decidiamo di passare in alto. Dopo un giro faticosissi-mo poco prima delle 11 siamo su Monno. Ecco infatti i repubblicani che hannooccupato il paese. Vanno e vengono con carri, non si capisce che cosa facciano.Ci nascondiamo nel bosco per vedere se se ne vanno. Dopo 5 ore di attesasnervante decidiamo di andare verso il Mortirolo tenendoci alti. In cima al boscotroviamo borghesi scappati che ci raccontano come i repubblicani abbiano inten-zione di fermarsi a Monno per parecchi giorni. Proseguiamo per il Mortirolo; sonogià 24 ore che camminiamo, siamo stanchissimi. Ci raggiunge lungo il sentiero untizio ricercato che ci chiede ospitalità. Arriviamo al comando alle 18.30. Ci vienedato subito un salamino e un pane. Più tardi la cena. Notizie radio: offensiva inItalia, avanzata su tutti i fronti. Alla sera a dormire in infermeria, perché il mio lettoè occupato da un paracadutista sceso ieri notte. Domani mi sposto a C19comandato da Tiù, con un mortaio.

Domenica 8 aprileHo dormito in postazione in infermeria. Alle 7 mi chiamano per mettere in

postazione il mortaio del C19. Alle 10 è tutto pronto. A mezzogiorno nuovocambiamento; devo andare col mortaio al C16 comandato dal Nino per battere la

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zona della Valtellina. Sono in vista forti rastrellamenti, Damiano e Cesare sarannocon me al mortaio. Sposto tutta la mia roba, perché devo dormire in cabina proprioal passo del Mortirolo. Tutti siamo in allarme. Domani la sveglia sarà alle 4 e siandrà in postazione. Si parla di 5.000 e più repubblicani con carri armati. C’è moltacalma. Verso le 21 sono in branda. Tutta la notte passa tranquilla. Molte telefonateda Grosotto per farci noto il movimento delle truppe. Alle 2 transitano da Lovero 8camion di repubblicani. Pare siano stati attaccati dalla Giustizia e Libertà. Altretelefonate varie: fuori le guardie vegliano attentissime. Alle 20 c’è stato unbellissimo lancio, era ancora chiaro e il quadrimotore passato a bassissima quotaha potuto centrare perfettamente i fuochi. Si sono visti perfettamente i paracadutefunzionare. Speriamo di poter recuperare tutto prima del rastrellamento che èquasi certo e che ci siano sigarette in quantità. Ho preparato tutta la robacompromettente, i medicinali, le carte dell’unica zona possibile di sganciamento(ghiacciaio Pietra Rossa). Dormo beato.

Lunedì 9 aprileAlle 4 sveglia; un goccio di caffè e su sul costone che guarda la Valtellina per

piazzar il mio mortaio. Alle 5 tutto è pronto; tutti gli uomini sono nelle postazioni. Siattende il nemico. Verso le 9 giunge la notizia che 8 camion di fascisti con un carroarmato hanno attraversato Monno e salgono la costa verso il Mortirolo. Alle dodicinessuna novità, i nostri sono tesi. Il nemico non arriva. Mangiamo 1/2 di scatolettadi carne (1 in 2) finalmente arrivano anche 2 dita di minestra ormai fredda senzapolenta e senza pane. Verso le 14 comincia una sparatoria infernale sopraGrosotto. Mortai, mitraglie da 20, pesanti ecc. fanno un fuoco infernale. Arriva piùtardi una staffetta che ci fa noto come il gruppo di Carlo (60 uomini) ha attaccatoi fascisti che stavano per entrare in Grosotto; ora combatte sopra la chiesa echiede rinforzi. Alle 18.30 partono 3 squadre. Le sparatorie continuano fino alle20. Alle 20 dopo 16 ore e mezzo di postazione scendo alla cabina, bevo un caffè,mangio un po’ di minestra. Arrivano 2 aerei americani: il primo lancia 25 paracadu-te, il secondo 3 paracadutisti. I fascisti ci sono vicinissimi, bisogna dormire nellepostazioni; la notte passa tranquilla, il sonno va e viene per il freddo.

Martedì 10 aprile (ore 11,30)Alle 6 ci si alza, Damiani scende alla cabina, io e Cesare stiamo mettendo a

posto le coperte. Improvvisamente a 10 metri esplode un colpo di mortaio, siamo

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senza riparo. Ci cacciano a terra. É un inferno 5 o 6 colpi cadono vicinissimibuttando tutto per aria. Aspettiamo il momento di tregua e ci precipitiamo in unatrincea poco più sotto dove c’è un mortaio del C16 con Buttafuoco, Fieno e unaltro. Il bombardamento continua per quasi un’ora. Almeno una settantina di colpiesplodono sulle nostre difese. Sento sparare mi pare a metà del m[onte] Pagano.Damani Cesare e io partiamo per portare la nostra postazione più in alto e più alriparo. In una vecchia casermetta troviamo un buon posto; alziamo 4 muripotentissimi, mascheriamo con piante. Mentre si lavora, altre pillole di mortaiarrivano improvvisamente poi ancora calma, proseguiamo il lavoro. Non abbiamoancora mangiato niente; la fame è una brutta bestia. Mi faccio un tè senzazucchero, meglio che niente. Da notizia imprecisa pare che uno dei nostri sia statoferito a una gamba e che probabilmente debba perderla. Anche Damiani pare siastato ferito ieri sera a una spalla pare da delle schegge di mortaio. Ultime notizienon ufficiali: 2 squadre di fascisti avanzano dal Pianaccio. Sono le 11.30 smetto discrivere. Alle 12 e 1/4 lascio la postazione per andare in cabina a prendere il rancioper noi tre. É giunto solo quello del C14; ne prendo una gamella piena e un po’ dipolenta fredda; quella del C16 lo portiamo in postazione. Il ferito grave è unragazzo di Edolo del 27, Paciò (Piantis).

Mi avvisano che i repubblicani sono vicinissimi all’albergo provenienti da Monno,aspettiamo che si facciano sotto. Riparto verso la postazione mentre incomincia ilcombattimento. Mi affretto a raggiungere il mortaio. La sparatoria diventa intensissi-ma: mortai, mitraglie, armi automatiche, moschetti. Tutto canta, che è un piacere.Verso l’una arriva il rancio. Col cannocchialetto vediamo perfettamente la strada diGuspessa: vedo i fascisti ritirarsi precipitosamente a sbalzi singoli inseguiti dai colpidelle nostre armi. Sotto l’albergo continua il combattimento. Sono le 15, mentre stoscrivendo sparano da tutte le parti, solo nella Valtellina è tranquillo. Non si puòseguire bene l’andamento della battaglia. Pare sparino anche dal Pianaccio. Sonoquasi 3 ore di combattimento e il fuoco è un po’ diminuito. Forza Fiamme Verdi!

Il fuoco continua di nuovo e sempre più forte; i colpi di mitra arrivano vicinissimi,anche bombe incendiarie. Verso le 17 sentiamo alle nostre spalle vicinissimi colpi dimitra (a ore 9). Che abbiano sfondato? Ci ritiriamo nella postazione sottostante delmitragliatore dove troviamo anche un po’ di minestra di mezzogiorno. Nulla di grave.Torniamo in postazione. Sempre sparano come matti; alle 19.30 sparano ancora.Verso le 19.45 arriva John che ci regala del tabacco americano. Verso le 20 arrivano2 americani che ci danno della cioccolata. Alle 20.30 sparano gli ultimi colpi. Viene

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l’ordine di rientrare in cabina. Notizie ottime; fra i nostri 3 feriti, non si sa ancoracome e chi, per i fascisti la solita solfa, sapremo meglio domani. Di certo (inizio delcombattimento 9-12 minuti) si sa che è stato catturato un capitano ferito. Si mangiain qualche maniera al buio perché è saltata la linea e alle 23 sono in branda. Domanisveglia alle 4, probabilmente bisognerà combattere ancora.

Mercoledì 11 aprileAlle 4.15 sveglia. Invece del caffè c’è la minestra, almeno la fame sarà meno

dura fino a mezzogiorno. Alle 5.30 Cesare, Damiani e io lavoriamo a fortificare lapostazione e a mimetizzarla. Poi facciamo il pavimento con pietra piatta, si buttanosopra dei materassi di pino poi le coperte. Si sta da papa. Facciamo il tè. Vengono2 del C19 a prendere 6 colpi da mortaio. 8.30 allarme da Guspessa. Arrivano forzefasciste. Alle 9.12 aprono il fuoco, poco intenso. Calma olimpica tra le FiammeVerdi. Sono le 9.30 smetto di scrivere. Il combattimento continua. Dalla miapostazione vedo un fascista tutto solo avanzare sulla strada di Guspessa. Arrivatoall’altezza del passo si sente la voce dell’alpino (che è alla Breda pesante): «Altolà, chi va là» e poi una raffica. A terra, poi avanza ancora, altra raffica... alla fineritorna indietro come un matto. Venite avanti repubblicani abbiamo le palle di ferro,grida ancora, l’alpino. Sappiamo che dopo una squadra di fascisti deve essere statamessa completamente fuori combattimento e che quel tizio avanzava forse persapere qualcosa. Sparano con mortai. Verso le 11 arrivano due americani di ieriche ci regalano 4 squisite gallette e una scatola di noccioline, poi offrono dafumare. Io faccio il tè. Arriva anche Buttafuoco e due portamunizioni carichi etrafelati, perché fatti segno a raffiche di mitraglia. Gli americani rimangono con noialla postazione. Si chiacchiera e si fuma.

Giovedì 12 aprileAlle 4 sveglia, un goccio di caffè e poi su in postazione. Lavoriamo a mimetizzare

con piante. Alcuni fascisti si avvicinano dalla parte del lago, forse con la speranza ditrovare qualche collo; alle prime raffiche di mitraglia tagliano la corda. Si sentecombattere forte verso Grosotto. Alle 9.30 arrivano gli americani: già che vengonospesso, specifico che uno è un maggiore inglese ex giornalista e gli altri 2 capitaniamericani. Come primo saluto ci regalano una decina di sigarette e un altro pacco ditabacco con dei biscotti, sono sempre molto gentili. Hanno deciso di mettere le loropostazioni di riparo vicinissime alla nostra e lavorano alacremente aiutati da Cesare

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e Damiano mentre io preparo il tè per il maggiore. Verso le 11 faccio una partita ascacchi col maggiore e perdo. Verso le 13 gli americani mangiano, ci offrono ancheun po’ di carne in scatola e caramelle. Verso le 14.30 arriva finalmente dopo tantigiorni un buon rancio caldo: polenta in umido e carne e un pacchetto di “Cherstel-field”. Mangio beato, pare per ora che non abbiano intenzione di bombardare. SuGrosotto continua il combattimento. Rumore di apparecchi. Sono numerosi caccia-bombardieri richiesti dal maggiore americano sulla nostra zona per sganciare suEdolo e paesi vicini. Volano bassissimi. Il capitano repubblicano è morto. Buonanotte! Sono le 16.30 e termino di scrivere sempre sdraiato sulla mia postazione.Continua il bombardamento sempre intenso e snervante. In pieno giorno arriva ilquadrimotore che lancia benissimo. I fascisti sparano come matti contro l’aereo e iparacaduti. Verso le 20 rientriamo: poco da mangiare. Dall’albergo sfollano incabina; c’e’ un po’ di confusione, ma tutti decisi a resistere. Cesare e Damianodormono in postazione. Io in cabina farò guardia dalle 5 alle 6.

Venerdì13 aprileSono in postazione. Abbiamo più di 50 colpi di mortaio. Alle 6.30 incomincia il

combattimento, terribile nel vero senso della parola. I colpi di cannone e di mortaiopiovono incessanti e le schegge sibilano per aria. Potremmo resistere? In questimomenti ho pensato a Dio e ai miei peccati e ho fatto proponimento di cambiarevita. Verso le 12.20 mi arriva questo biglietto (VP), tento di recapitarlo alcomando, ma non vi riesco. Improvvisamente attaccano gli obici e rimango fermosu un dosso. Tento il rientro, ma invano; ritento con Damiano, ma nemmenoquesta volta riusciamo. Nel pomeriggio il bombardamento è sempre incessante.Noi 3 decidiamo di preparare il sacco perché sarà probabile uno sganciamento.Verso le 20 scendiamo in cabina; poco da mangiare. C’è una riunione deicomandanti, ma non decidono niente: dormiamo tutti in cabina in qualche maniera,c’è una brutta nebbia che non promette niente di buono. Buttafuoco mi svegliaperché vuole che porti giù all’albergo 20 colpi di mortaio per il Reno. Mi addormen-to. Mi sveglia a mezzanotte con lo stesso ordine: «vado e torno...». Alla cabinaTino mi ferma e mi dice di non scendere all’albergo. Torno a dormire.

Sabato 14 aprileAlle 5 partiamo per la postazione e per portare i colpi a Reno: c’è nebbia, in

postazione e i colpi non ci sono più. Allora ci fermiamo; [...] è furioso. Verso le 12

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arriva Oliviero con i colpi per Reno, non ci si capisce più niente. Partiamo io eDamiano; ci vedono e ci sparano, dobbiamo tornare e lasciamo i colpi lì presso.Arriva Buttafuoco; il mio mortaio deve battere le postazioni del lago. Spariamo 11colpi, i fascisti scappano. Scendo al limitare della Pesante e vado alla cabina. Sonole 13.30. Rancio ottimo, cioccolato, pane bianco e razione K. Arriva l’uomo delReno sempre per quei benedetti colpi di mortaio. Mentre scrivo è qui seduto,attende l’oscurità per rientrare. Il combattimento ha una sosta. Sono le 3.30,smetto di scrivere. Da un po’ di tempo non si sente più sparare, solo verso le 16ancora qualche colpo di mortaio e di cannone. Verso le 16.30 arriva un portaordinicon il bollettino delle notizie militari. Gli inglesi sono a 120 Km. da Berlino, i russi a50, Vienna liberata, Hannover pure, Massa superata, gli Inglesi avanzano suSpezia mentre hanno superato il Serchio. Le notizie rialzano molto il morale. Cidice pure che i comandanti sono in cabina per lo spoglio dei documenti trovatiindosso ai repubblicani morti che dalle notizie sembrano numerosi. Facciamo unbuon caffè con biscotti. Verso le 19.30, mentre andiamo a recuperare le bombe dimortaio, c’è ancora qualche scarica di mitraglia. Sono gli ultimi fascisti checercano di ritirarsi con l’aiuto dell’oscurità. Lavoriamo a rinforzare e a metterebene a posto la postazione. Rientro in cabina verso le 21. Alcune pattuglie nostrescendono armate di fucili e mitragliatori all’Albergo basso dove sono rifugiatialcuni fascisti e li mettono in fuga. Ci vengono fatte le felicitazioni per i nostri tiri.Damiano e Cesare lavorano in postazione, io in cabina.

Domenica 15 aprileMi svegliano di colpo alle 5.30. Allarme. I fascisti sono già sotto le postazioni di

Dido, ma per fortuna è un falso allarme. Calma assoluta in tutti i fronti. Verso le 10arriva il portaordini che ci annuncia che dalle carte di un ufficiale morto risulta chei rastrellamenti avranno termine domenica 15. Speriamo sia la verità. I fatti per oralo dimostrano. Si resta però tutti nelle postazioni. Il Reno, Longhi e Dido hannofatto un fuoco e fiamme. I fascisti approfittando della nebbia fitta si erano portati apochi metri dalle postazioni, ma l’improvviso diradarsi della nebbia li ha lasciati alloscoperto. Per il momento si parla di una trentina di morti, ma la notizia non è affattoufficiale. Dalla nostra parte le perdite complessive di questi combattimenti sonoirrisorie (non ufficiali) 2 morti e alcuni feriti già tutti partiti ieri sera per la Svizzera.Si scopre tutto con precisione. Mi mangio la mia razione K, squisita! e riposo alsole caldo. Giù in Valtellina, Carlo combatte sempre; ieri sera i fascisti hanno

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incendiato nove cascine. Stamane lanci diurni in Val [...]. Anche noi attendiamo illancio. Ore 13 termino di scrivere.

C’è una calma discreta, ma che non mi piace per niente, infatti verso le 14arrivano ancora dei colpi di mortaio. Sono scese delle nostre pattuglie per vederese ci sono feriti in giro. Verso le 16 scendo in cabina. Le pattuglie sono tornatecon un prigioniero ferito e parecchie armi, anche un mortaio Brixia. Verso le 17scendo con una marmitta a prendere l’acqua nel canalone. Sto risalendo versol’albergo; arrivato a un centinaio di metri sento il colpo in postazione del mortaio.Mi metto a correre con quel po’ po’ di peso sulle spalle, non riesco ad arrivare alriparo che il colpo esplode vicinissimo, continuo a correre e passo la portamentre esplode il secondo. Incomincia un bombardamento sulla cabina. Tuttidentro, una trentina di rifugiati, i colpi cadono vicinissimi e le schegge volano e inervi sono messi a dura prova. Dopo poco più di una trentina di colpi smettono.Verso il tardi arriva l’aereo che fa un lancio perfetto. Continuano in postazione icolpi di mortaio e verso l’una decidiamo io e Damiano di dormire alla luce dellestelle. Il prigioniero è andato in Svizzera. Si tira cinghia.

Lunedì 16 aprileCi svegliano verso le 9. C’è un bel sole e pare ci sia calma. Però, alle 9.30,

arrivano i soliti colpi di mortaio sulla cabina. Arriva poco dopo anche un bigliettoche avvisa che una bomba è esplosa sull’infermeria facendo fuggire il dottore eButtafuoco, senza però fare vittime. Viene da noi il capitano americano, che èstato in alto per cercare una buona postazione per una potentissima mitraglialanciata ieri sera (portata di tiro utile 7.000 m.). Si ferma da noi e si fanno duechiacchiere. Notizie militari buone. Alle 13.30 scendo in cabina con Cesare perchiedere a Gabrielli se mi lascia scendere qualche giorno a Ponte, ma dati imomenti si rifiuta. Verso le 16 ricominciano a bombardare la cabina; sparanouna quindicina di colpi, poi smettono. In cabina si chiacchiera, mentre altrigiocano a bridge. Alle 17 sentiamo la radio: notizie bellissime. L’offensiva inItalia è sferrata in tutto il fronte ed avanzano sicuri. In Germania poi gli Alleati sisono portati a 12 Km dal confine cecoslovacco e sono sull’Elba, davanti aBerlino. Vienna superata di 60 Km; 87.000 prigionieri fatti sabato, 50.000 ieri.Bisogna tenere duro, perché la guerra è alla fine. Verso le 19 arrivano 3quadrimotori “Liberator” per un lancio in grande stile. I fascisti ricominciano abombardare, un colpo cade proprio sul tetto, ma non fa danni. Il bombardamento

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continua durante tutto il lancio che però viene effettuato in maniera perfetta. Icolli, tutti vicinissimi, vengono trasportati nelle gallerie e in cabina.

É arrivata un’altra di quelle potentissime mitragliatrici pesanti calibro 12,7.Trasporto con Damiano fino alla postazione e lascio 30 colpi di mortaio. 40 uominipartono verso mezzanotte per una spedizione contro i fascisti, non so bene se peraiutare i nostri o cosa, si saprà domani. A mezzanotte è pronto anche il rancio C16e una scodella di minestra. Per domani a mezzogiorno una scatola di fagioli e pezzidi salciccia in 3 e mezzo salamino. Scarseggiano i viveri, ma credo che prestoarriveranno, ad ogni modo il rancio di oggi è stato abbondante e vedremo cosadistribuiranno in futuro. Cesare, Damiano ed io portiamo fino alla postazione altauna quarantina di colpi di mortaio. É l’una passata quando ci corichiamo alla lucenon delle stelle, ma di una nebbia fitta, fitta.

Martedì 17 aprileCi svegliamo verso le 9 e un quarto, pare ci sia una gran calma, ma i nervi sono

sempre molto tesi. Infatti arrivano i soliti colpi di mortaio, però appena 3 o 4. Sonole 10 e un quarto, c’è un bel sole, ma tira un vento freddo freddo. Della spedizionedi ieri non sappiamo notizie. Smetto di scrivere. La spedizione è andata male.C’erano in giro forti pattuglie repubblicane ed i nostri hanno dovuto rientrare. Incompenso arriva la notizia che la batteria del 105 è andata via.

Verso le 14 scendo in cabina per sentire un po’ di notizie. C’è tregua fino aquesta notte perché i fascisti vengono a prendere i morti; verso le 15.30 infattiarrivano dei borghesi con i muli e la bandiera bianca che, caricati i morti, si ritirano.La notizia della tregua l’ha portata il prete di Monno. Alle 16.30 ascolto la radio: sututti i fronti prosegue l’offensiva ininterrottamente. Mi fermo in cabina a farequattro chiacchiere con [...] e altri. Il mangiare questa sera è buono ed abbondan-te. Arriva una squadra della C4 di rinforzo. Andiamo a dormire tutti sotto le stelle.

Mercoledì 18 aprileCi svegliamo di colpo prima delle [...]. Bombardano coi soliti mortai verso la

cabina. Anche durante la notte sono state sparate alcune bombe. Passa però iltempo e non succede niente di nuovo. In Valtellina invece è in corso un grancombattimento. Viene da noi il maggiore inglese con il quale scambio le solitequattro chiacchiere. Oggi egli partirà per la Svizzera per rientrare al suo corpo,mi lascia il suo indirizzo, perché possa andare a trovarlo a Londra. Prima però

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bisognerà cavar fuori la pelle di qua. Qualche raffica di mitraglia dalla parte dellago e qualche colpo dei nostri mortai. Dormo fino verso le 15 e poi scendo incabina. Sono arrivati altri 40 uomini di rinforzo, mi domando come fanno i fascistia dire di averci circondato quando dalla Valtellina vanno e vengono i nostricomodamente. Un’altra scoperta fascista. Una trentina dei nostri uomini sonopartiti per attaccare alle spalle quelli che si sono spinti entro la Val [...]. C’ècalma apparente e facciamo una partitina a bridge in attesa delle notizie radio;alle 16.30 ascolto la radio. Gli alleati hanno superato il confine cecoslovacco esono a meno 130 chilometri dai russi.

I russi sferrano l’offensiva in Berlino, ma mantengono il segreto militaresull’avanzata. La Germania è divisa in molte sacche. In Italia l’avanzata per oraè un po’ lenta, ma presto spero diventerà travolgente. Ciò facilita il nostrocompito, perché certamente dovranno spostare verso il fronte delle truppe. Sono14 giorni che si combatte. Siamo sporchi, stanchi, nervosi, ma si spera che prestodebba finire. 320 delle SS italiane pare siano a Vezza. Verso le 18 rientrano inostri. I fascisti hanno preso una forte legnata, anche 2 camion carichi dimunizioni sono bruciati. Mangio e poi con Damiano devo andare fin alla grotta aprendere 4 casse di colpi di mitra. Mi fermo a dormire in cabina, Cesare e Tiùvanno in postazione. Verso mezzanotte arrivano i soliti colpi di mortaio; quandocessano ho molto sonno e mi riaddormento.

Giovedì 19 aprileAlle 5.30 parto per la postazione e lì me ne torno a dormire fino alle 9. Pare ci sia

calma. In Valtellina si sente sparare. Arrivano 5 sigarette e qualche biscotto. Pocoprima delle 10 Damiano e Cesare scendono verso la cabina. Alle 10 (ora in cui stoscrivendo) incomincia un po’ di sparatoria, ma mi sembrano i nostri che sparano coni mortai e il cannone dalla parte del lago. Sono le 10 e 5 e smetto di scrivere. Versole 11 arriva un portaordini con un biglietto per Reno. Non vado molto volentieri fin làperché c’è un’ora di strada quasi tutta allo scoperto, ma devo andare ugualmente.Passo da Pierino e da Tiù e poi ritorno. Con Damiano facciamo un brodo conpolenta in attesa del rancio che giunge più tardi, buono ed abbondante.

Soliti colpi sporadici; verso le 17 attaccano con i mortai; le bombe cadonovicinissime alla postazione per cui cambiamo posto. Io scendo al bunker dovecantiamo e fumiamo. Arrivano notizie di guerra veramente ottime: i russi distanodagli alleati 80 Km; l’ottava armata è a meno di 25 Km da Ferrara. Gli alleati

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occupata Norimberga, marciano su Monaco. Scendo a prendere il rancio verso laValtellina in un baitello adibito al C16. Damiano mi chiama perché brucia la nostrapostazione. Quando arrivo su, trovo con dispiacere che il mio zaino è andatocompletamente distrutto. Salvo la pipa, il pettine, le scarpe e il sacco a pelo. Non hopiù niente da cambiarmi, anche la giacca a vento distrutta. Pazienza! Speriamo chealmeno i rastrellamenti finiscano presto. Dobbiamo arrangiarci in due a dormire inqualche maniera con un vento terribile.

Venerdì 20 aprileMi alzo verso le 8. Scendo a prendere con Cesare ed un altro 36 colpi da

mortaio. In cabina trovo Canarino arrivato da Ponte che però non mi porta alcunanotizia. Al bunker facciamo un’abbondante colazione e ci teniamo una razione Kper il mezzogiorno; ora, stando al mio orologio dovrebbero essere le 11. Fino ad orac’è stata calma, ma noi sappiamo che più di 700 SS sono in alta Valle e che laTagliamento vuol vendicare i suoi morti. Si vive con il cuore sospeso e con lamente ai bei giorni passati nella propria casa con la propria famiglia. Se Dio saràtanto buono da farci ritornare in essa, nulla di più bello potrà donarci. Versomezzogiorno mi mandano a chiamare insieme a Mario. C’è da scavare la fossadel repubblicano mandato al creatore. É orribile quel corpo! Lavoriamo fino alle13.30. Sparano con i mortai, stiamo a terra. I fascisti scappano ai colpi delcannone. Gli americani ci salutano e ci regalano una scatola di tabacco. Noilavoriamo a fortificare la postazione. Verso il Pagano il muro ha le dimensioni di1.30 m. e l’altezza uguale per tutti i lati è più di 1,70 m. Verso le 20 un razzo verdeci segnala un nuovo arrivo di fascisti dal Pianaccio. Alle 20.30 ancora sottoallarme. Arriva il quadrimotore americano che dopo alcuni giri effettua un lancioperfetto, tutto sul costone delle fortificazioni come da noi richiesto. Rientriamo allacabina, si mangia minestra e carne, poi scendo con Damiano a prendere all’alber-go munizioni per il mortaio che sono arrivate col lancio delle 20.30 insieme a moltiviveri di conforto. Sappiamo che quel gruppo di fascisti che veniva da Guspessaera convinto di trovare commilitoni al Mortirolo, così pur il capitano fatto prigionie-ro aveva ordine di pernottare all’albergo. Una gabbia di matti!

In cabina viene distribuita una scatola conforto per domani. Ci sono biscotti,cioccolato, carne, sigarette, minestra, chewingum e persino carta igienica. Da-miano dorme nella postazione, io e Cesare in cabina. C’è sempre allarme.Domani sveglia alle 4. Vado a dormire a mezzanotte.

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Sabato 21 aprileVerso mezzogiorno improvvisamente comincia un intenso fuoco di mortai.

Decido di fare un pisolino. Mi sveglia un colpo bestiale, sparano con le artiglierie ei mortai, un fuoco intensissimo non mai sentito l’uguale. Buttati a terra nellapostazione sentiamo i colpi di partenza, 8 secondi e poi udiamo uno scoppioviolentissimo. Tac! Una scheggia mi picchia vicino all’orologio sul polso. Salve di5-6 colpi arrivano sibilando, non è molto divertente. Alle 14 meno un quarto cessail bombardamento. Calma assoluta; ci fanno noto che il capitano fatto prigionieroha detto che il rastrellamento deve durare 2 giorni. Gli americani offrono ilcioccolato e carne in scatola per fortuna, perché il rancio non arriva. Damiano èandato alla postazione del mitragliatore Bren, sento che bestemmia come un turco,temo molto per il rancio. Termino di scrivere. Il rancio non c’è. Decidiamo discendere nella cabina. Ci avvisano che una mitragliatrice nemica batte la costa,facciamo una volata e arriviamo in cabina; grande confusione. Quasi tutti i vetrisono saltati, 2 tralicci dell’alta tensione crollati. Da mangiare niente. Apprendiamoche l’albergo è stato colpito da 2 colpi di obice, danni non gravi. Il “francese” (diEdolo) del C15 è morto. Ritorniamo in postazione. Verso le 17 viene segnalato ilnemico in arrivo dal Pianaccio. Intanto Tiù spara con il cannone contro le suppostepostazioni dei mortai fascisti del Monte Pagano. Salgo in galleria e faccio unriposino mentre portano il morto nella fossa. Vado poi in cabina dove parlo conCanarino per sapere le ultime notizie. Alle 17.45 improvvisamente davanti a noi a5 metri esplode un colpo di mortaio e mi sento percosso alla caviglia destra e alcollo, mi precipito dentro. La ferita non pare grave, attendo il dottore. Più grave dime è Tiù e un altro. Sono le 18.20 attendo il dottore. Forza Fiamme Verdi!7

Il diario di Toni Secchi termina qui. Per le fasi finali della seconda battaglia delMortirolo riprendiamo quindi il testo di Morelli da mercoledì 25 aprile, quando sihanno le prime avvisaglie di un nuovo attacco. «La zona del Pianaccio è copertadalla nebbia ma verso le sette di mattina i nostri sentono, provenienti di là, gli sparidi numerose armi automatiche. Sapranno più tardi che due colonne di SS italianesalite da Vezza per la Val Grande ed accantonatesi sotto Salina, si sono sparatel’una contro l’altra varie raffiche, scambiandosi a vicenda, causa appunto lanebbia, per partigiani. E così lasciano sul terreno i primi morti e feriti.

I nostri, messi in allarme dalla sparatoria, sono pronti ad intervenire. Infatti,quando la nebbia si alza e vengono avvistate le due colonne nemiche in movimento, la 7 Toni Secchi, Memorie d’Aprile, As-

sociazione Fiamme Verdi.

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mitragliatrice del C 19 le prende sotto il suo tiro. I fascisti si disperdono e sinascondono negli anfratti del terreno. Intanto, Buttafuoco spara col cannone controla mitragliatrice nemica di Monte Pagano e sulla zona sotto il lago. Mortai emitragliera nemici rispondono con un intenso tiro contro tutti i capisaldi del nostrosettore A. Poco più tardi, viene avvistata anche un’altra colonna nemica sulla stradamilitare per Guspessa, al di là della curva. I mortai del C 15 prendono a colpirla e ifascisti ripiegano in fretta portandosi fuori dalla gittata delle nostre armi».8

Quasi contemporaneamente giunge in Cabina dalla Valtellina una telefonata concui «ci si avvisa dell’arrivo di altri reparti di SS italiani a Trivigno e Guspessa e dimovimenti d’altri uomini e cannoni da Tirano e da Mazzo verso Sernio e Guspessa. Ilcap. Sandro risponde chiedendo alla Divisione Alpina valtellinese di intervenire quelgiorno e i successivi, con azioni di disturbo sul fianco dei fascisti, dato che tutto fapensare ad un vero nuovo attacco generale. “Infatti – ricorda il cap. Sandro – anchesulla strada di Guspessa si prepara qualcosa di grosso. Sgombrata la neve, in seguitoal lavoro dei cortenesi reclutati con la forza, verso le 14,30 compaiono quattroautocarri carichi di truppa e di materiale, ma si tengono sempre fuori dal tiro dei nostrimortai. Piazzano i loro mortai da 81, due mitragliere da 20 ed altre armi automatichepesanti. Un’ora dopo tutto il nostro settore B è sotto il loro fuoco”. Ai nostri nonrimane, ancora una volta, che cercare di ripararsi ed aspettare. Una bomba dimortaio che cade sull’orlo d’una trincea, ferisce leggermente alcuni uomini del C 15(Battirossi, Pino, Bigiara) che stanno lungo il camminamento scoperto. Più su, c’èun altro camminamento, lungo e coperto, che porta al caposaldo tenuto dal C 11. Daqui, ad un certo momento, vien giù Pantofola: è da un pezzo passato il mezzogiorno,ma neanche parlare di rancio, e lui ha fame. Chiede a Beppe, urlando, se non gli èrimasta almeno una fetta di quella polenta che Attilio, il cuoco del C 15, avevapreparata due giorni avanti. E Beppe, tra una raffica e l’altra, gliene butta una fettagrossa che pare una bomba.

È pressappoco l’ora – le sedici e trenta – che, molto lontano da qui, al pontedi Torgau sull’Elba, truppe americane e sovietiche si incontrano: e la Germaniaviene così tagliata in due».9

Dalle sei del mattino di giovedì 26 aprile Didu e la sua pattuglia sono in azionesulla strada militare all’altezza dei Colli di Guspessa. «Hanno appena finito di metterein posa sei mine anticarro a pressione sulla carreggiata, che subito devono ritirarsiperché sopraggiunge una colonna di 150 fascisti, provenienti da Trivigno, cheavanzano sul sentiero del fortino nel versante della Conca di Guspessa. Didu non

8 Dario Morelli, La montagna nondorme, Morcelliana, pag. 367.9 Ibidem, pagg. 367-68.

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può attaccarli perché è in posizione troppo sfavorevole ed inoltre i militi camminanoin fila, l’uno molto staccato dall’altro. I fascisti passano sulle mine, ma la pressioneche vi esercitano è troppo debole perché esse possano scattare. Didu manda poiCarlo e due uomini in esplorazione ed essi avvistano un mortaio da 81 piazzato versoil km. 24 della strada militare. Nessun altro pezzo risulta dislocato per il momentonella zona. Anche al Mortirolo è passata un’altra notte di veglia; ma l’atteso attaccofascista non si è prodotto. E nemmeno la luce del giorno porta segno alcuno dimovimenti nemici. Cominciano, invece, i mortai di Monte Pagano con un’intensaserie di tiri abbastanza precisi contro tutti i capisaldi dello schieramento partigiano.Durante tutta la giornata i nostri conteranno un’ottantina di colpi. Verso le nove dimattina, poi, cominciano anche i tiri d’un cannone da 37 mm. che i fascisti hannopiazzato nella zona della strada militare per Guspessa. I suoi colpi giungono sullepostazioni del C 15 e del C 11 con molta precisione. Uno colpisce un baitello del C 11,da cui sono appena usciti i due uomini che l’occupavano, e fracassa tutto. Unascheggia di bomba da mortaio ferisce Vasco del C 12; più tardi Renato glielaestrarrà. I nostri controbattono il fuoco nemico con qualche salva di mortai, masoprattutto – come ha ordinato Sandro – stanno vigilanti e si tengono al coperto».10

Attorno al mezzogiorno il capitano Sandro, su in Cabina, sta ascoltando la radiorepubblichina: «Sa che dal 12 aprile gli Alleati si sono messi in moto; che il sabatoscorso 21 aprile sono entrati in Bologna; che il lunedì 23 alcune unità della 5ªArmata americana hanno attraversato il Po, mentre truppe dell’8ª Armata britan-nica hanno occupato Ferrara. Che diranno dunque ora i repubblichini? [...]. “Sisente quasi subito il segnale orario – racconta egli stesso –. Ma diverso da quellosolito, quasi come molti anni prima della guerra. Strano. E poi: Parla la radio diMilano. Un attimo di sosta. La radio di Milano liberata. Un urlo di tutti i presentiaccoglie questo annuncio. Ci si guarda in faccia, pallidi, tremanti. Qualche occhiosi inumidisce. Poi dall’apparecchio escono solenni le note dell’inno di Mameli...Qualcuno si precipita verso le postazioni a portar la notizia. E qualcun altro hal’idea di alzare subito il tricolore sull’unico traliccio della linea elettrica che ancorasia rimasto in piedi proprio lì al Passo. L’alza bandiera viene salutato da una salvadei nostri nove mortai e dalle raffiche di tutte le armi automatiche partigiane. Ilnemico – sorpreso e rabbioso – risponde subito con una tempesta di mortaiate chevorrebbero sradicare il traliccio superstite. Ma non ci riescono”. I fascisti, chesono tenuti intenzionalmente all’oscuro da parte del oro Comando, di quanto staaccadendo nel resto d’Italia, continuano così a battere con il loro fuoco le nostre 10 Dario Morelli, La montagna non

dorme, Morcelliana, pag. 369.

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postazioni. Ma poco dopo le due pomeridiane sale rapida una fitta nebbia che inbreve occulta tutta la zona. I nostri sparano raffiche di sbarramento davanti a tuttele postazioni e si aspettano di venire attaccati. Inutilmente.

Il fuoco nemico si indebolisce e cessa del tutto quando scende la sera. Lapattuglia Didu, invece, dopo aver stabilito il collegamento con i nostri della Val diCorteno – tramite Pagnacco e Savardi – ed aver loro consegnato dell’esplosivoperché tentino un’interruzione della strada militare, e dopo aver inviato Aurelio inMortirolo per trasmettere al Comando le informazioni assunte, nel tardo pomerig-gio attaccava con sette uomini ed il bazooka il presidio fascista di guardia al pontesussidiario di S. Sebastiano, sotto Cortenedolo. I 25 fascisti, però, si difendevanoaccanitamente e, dopo due ore di fuoco, i nostri dovevano ritirarsi e ritornare inlocalità Bagno di Guspessa».11

La stessa sera il capitano Sandro «manda a Villa d’Allegno il Bersagliere delC 19 con una intimazione di resa senza condizioni da recapitare al comandantedella “Tagliamento”. Lo avverte che, secondo gli ordini impartiti dal generaleCadorna, comandante del CVL, ogni repubblichino che non si arrenderà aipartigiani dovrà essere fucilato. Ma gli domanda anche se non crede, lui che è unsoldato, che sia ormai giunto il momento di cessare dallo spargere sangue italianosuscitando così sempre nuovi motivi di odio e di vendetta».12

Sempre verso sera, anche su in Mortirolo si apprende, tramite “Radio Milanolibera”, che anche Brescia è stata occupata dalle forze partigiane sostenute dalpopolo insorto.

Il giorno prima Tiù aveva scritto nel suo diario: «25 aprile. Alle nove di serapartenza dal Castello di Villa diretti alla strada del Tonale. Arrivo sul posto verso leundici: bazooka contro una macchina tedesca. Però due hanno tagliato la corda enon so come abbiano fatto. Comunque dovevano essere ben bene impallinati.Tormenta è rimasto ferito ad un piede. Successivo spostamento a Valbione dovesiamo arrivati verso le tre di mattina». E la stessa mattina del 26 aprile, «dopo unapuntata nel centro di Pontedilegno che metteva in allarme tedeschi e fascisti, lapattuglia Tiù si portava tra Canè e Villa e prendeva contatto con gli uomini delleSAP di Stadolina, Pontedilegno e Precasaglio che, il giorno seguente, si trasferi-ranno tutti a Villa mettendosi a disposizione dei nostri per servizi di guardia, dironda, di staffetta e per il trasferimento di viveri e di prigionieri al Mortirolo»,13

dove intanto, «nella notte sul 27 aprile, Sandro e Gabrielli preparano le disposizioni

11 Dario Morelli, La montagna nondorme, Morcelliana, pagg. 369-70.12 Ibidem, pagg. 370-71.13 Ibidem.

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per la prossima occupazione della Valle, dato che gli avvenimenti potrebberoimprovvisamente precipitare. Viene così definita la futura dislocazione dei nostrireparti, stabilita la costituzione del Nucleo di Polizia Militare, redatti i bandi darivolgere alle popolazioni per l’assunzione dei poteri da parte del Comando ZonaAlta Valcamonica e per tutte le norme relative alla situazione del momento(amministrazione civile, coprifuoco, permessi di circolazione, consegna delle armi,dei prigionieri nazifascisti e dei beni della RSI)».14

14 Dario Morelli, La montagna nondorme, Morcelliana, pagg. 371-72.