IMPRESA PROFESSIONI FAMIGLIA · il CCNL Assotrasporti UGL ... Disdetta del Protocollo d’Intesa...

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IMPRESA PROFESSIONI FAMIGLIA IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, NO/CUNEO - SUPPLEMENTO N.1 AL NUMERO 3-2015 ANNO XVII DI TN TRASPORTONOTIZIE - IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CMP/CPO CUNEO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI.

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IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

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1NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITOREDEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

N.3 | MAGGIO - GIUGNO 2015

SOMMARIO

Tutti i diritti riservati, è vietata la pubblicazione, anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Edi-tore. Nell’eventualità che testi e illustrazioni di terze persone siano riprodotti in questa pubbli-cazione, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non citati. L’editore porrà inoltre rimedio, a seguito di segnalazione, ad eventuali non vo-lute omissioni e/o errori nei relativi riferimenti. In assenza di specifico accordo scritto tra le par-ti, i collaboratori della testata forniscono a titolo gratuito il materiale per la pubblicazione, che di-venta proprietà dell’Editore anche per usi futuri.

Garanzia di riservatezza per gli abbonati.L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: “DG Consulting s.c.” - Responsabile dati - Corso Soleri 3, 12100 Cuneo (CN). Le informazioni custodite nell’archivio elet-tronico dell’editore saranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata e gli allegati, anche pubblicitari, di interesse pub-blico (legge 675/96).

Questo numero è stato chiuso in redazione il 30/06/2015

genteinmovimento

@genteinmov

gente in movimento

SEGUICI SU

EDITORIALE PAG. 02

ATTUALITÀ PAG. 04

IMPRESA PAG 06

PROFESSIONI PAG. 12

INNOVAZIONE PAG 20

EUROPA PAG. 21

POLITICA PAG. 23

ECONOMIA E LAVORO PAG 27

PREVIDENZA PAG. 34

COSTUME E SOCIETÀ PAG. 35

CONSUMATORE PAG. 43

SICUREZZA PAG. 44

MOTORI PAG. 45

DESIGN PAG. 49

VIAGGI PAG. 51

SPORT PAG. 54

FOOD & WINE PAG. 55

BENESSERE E BELLEZZA PAG. 58

MODA PAG. 61

FOTOGRAFIA PAG. 62

EVENTI E SPETTACOLI PAG. 64

CINEMA E LIBRI PAG. 69

COMICS & GAMES PAG. 70

MUSICA PAG. 71

2 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

EDITORIALE IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Cari lettori,permettetemi di esordire con un ringraziamento rivolto a tutti i nostri lettori, che ci leggono e seguono con interesse, e ai nostri collaboratori, da quelli presenti dal primo e storico numero fino ad arrivare alle neo firme. Questa rivista è creata da professionisti ed esperti di molti setto-ri, tutti accomunati da un unico comun denominatore: la passio-ne per il proprio lavoro e la conseguente volontà di condividere le proprie esperienze con gli altri.Su questo numero spicca lo Speciale Festival del Lavoro, svoltosi a Palermo lo scorso giugno. Un evento, organizzato dal Consiglio Nazionale e dalla Fonda-zione Studi dei Consulenti del Lavoro, dall’importanza fonda-mentale per la ripresa del Paese, a cui anche noi di Gente in Mo-vimento abbiamo partecipato. All’interno della rivista troverete infatti sei pagine di approfon-dimento, con un resoconto dettagliato dei principali convegni e tavole rotonde che si sono susseguite durante la tre giorni paler-mitana, con un commento sul festival rilasciatoci in esclusiva dal Sottosegretario del Ministero del Lavoro Luigi Bobba.Gente in Movimento - oramai lo sapete - è il magazine dove po-trete far vagare la vostra “mente in movimento”! Un viaggio nel segno della mobilità sostenibile, e questo numero ne è l’emblema. Spazio infatti a moltissimi contenuti sulle nuove forme di mobi-lità, dalla chiacchierata sentenza Uber-Pop all’innovativa scelta della Provincia di Reggio Calabria per dare un’alternativa effi-ciente al TPL, passando per moltissimi eventi sul tema.Seguiteci su tutti i nostri canali e condividete con noi la lettura di questo numero, anche in questi mesi più caldi! Gente in Movimento è perfetta da leggere anche sotto l’ombrellone: mandateci la vostra foto mentre sfogliate la rivista con l’hashtag #invacanzaconGMScriveteci a [email protected] per restare in con-tatto, “Sharing is caring”. Buona lettura!

GENTE IN MOVIMENTOIscrizione al 3/14 del RegistroStampa del Tribunale di Aostain data 29/09/2014

ADERENTE A:Unione Stampa Periodica Italiana

PROPRIETARIDGConsulting s.c., Roberto Gianusso

EDITORE: DGConsulting s.c. Iscrizione al ROC n. 24934 Azienda Certificata ISO 9001:2008

COEDITORE Alpina Edizioni s.c.

DIRETTORE RESPONSABILESecondo Sandiano

IN REDAZIONEElisa Galvagno, Francesca Vinai, Fabrizio Civallero, Gabriella Tomasi

AMMINISTRAZIONEIlaria Ponzo, Marcella Farina

COLLABORATORIVedi pagina 72

SEDE REDAZIONEDGConsulting s.c.Corso Soleri 3, 12100 CuneoTel. [email protected]

WEBwww.genteinmovimento.com

PUBBLICITÀTel. [email protected]

STAMPATipografia Tipolitoeuropa di Cuneo

EDITORIALE

Direttore responsabile Secondo Sandiano

VUOI CONTRIBUIRE AL PROSSIMO NUMERO? SCRIVICI A [email protected]

3NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

NotizieTNTNtrasportonotizie TNtrasportonotizie

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TRASPORTONOTIZIE

Limiti di

velocità, ecco

come vanno

segnalati

pagina 10

Prove tecni-

che di veicoli,

la nuova

rubrica TN

pagina 21

On. Cata-

lano: sì al

dispositivo

unico a bordo

pagina 12

“Zombie”

Sistri:

campagna

per lo stop al

sistema

pagina 18

Dal territorio.

Focus

Piemonte,

Liguria,

Toscana

pagina 35

Copertura

RCA e tutela

legale: cosa

c’è da sapere

pagina 27

Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale - 70% aut. DCB/CUNEO N. 1772 - Nr. 3 Anno XVI - contiene I.P.

In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO Cuneo per la restituzione al mittente previo pagamento resi

ACIT: le prime proposte ai tavoli

e le nuove convenzioni per

beni e servizi

IN PRIMO PIANO

www.trasportonotizie.comTRASPORTONOTIZIE

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Concorrenza sleale:

l’Italia si muove,

l’Europa approva

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www.trasportonotizie.comTRASPORTONOTIZIE

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ALBO AUTOTRASPORTO,

LA STRADA È SCIVOLOSA

Francia,

“adieu” al

riposo sul

camion

pagina 4

“Zombie”

Sistri:

bersaglio

colpito

pagina 22

Albo, la

nomina

del vice

presidente

pagina 8

Dispositivo

unico,

il dibattito è

aperto

pagina 11

Dal territorio.

Focus

Piemonte,

Liguria,

Lazio

pagina 35

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Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale - 70% aut. DCB/CUNEO N. 1772 - Nr. 4 Anno XVI - contiene I.P.

In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO Cuneo per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Ferie e

permessi :

Cossa dice

il CCNL

Assotrasporti

UGL

IN PRIMO PIANO

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TRASPORTONOTIZIE

A n n o X V I - N u m e r o 4 /2 0 1 4

ALBO AUTOTRASPORTO, LA STRADA È SCIVOLOSA

Francia, “adieu” al riposo sul camion

pagina 4

“Zombie” Sistri: bersaglio colpito

pagina 22

Albo, la nomina del vice presidente

pagina 8

Dispositivo unico, il dibattito è aperto

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Dal territorio.FocusPiemonte, Liguria,Lazio

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Ferie e permessi : Cossa dice il CCNL Assotrasporti UGL

Costi minimi,

bocciatura

dalla Corte di

giustizia UE

pagina 4

Trasporto

multimodale

protagonista

al Move.App

Expo 2014

pagina 25

“Sblocca

Italia”: au-

totrasporto

escluso

pagina 13

Finalmente

un Disegno di

Legge contro

il cabotaggio

abusivo

pagina 18

Dal territorio.

Focus

Piemonte,

Liguria,

Toscana

pagina 50

Disdetta del

Protocollo

d’Intesa

Governo-

Associazioni

pagina 36

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Edizione extralarge

Edizione extralarge

Edizione extralarge

Autotrasporto in fermento

L’Europa avanza... e l’Italia arranca

Costi minimi, bocciatura dalla Corte di giustizia UE

pagina 4

Trasporto multimodale protagonista al Move.App Expo 2014

pagina 25

“Sblocca Italia”: au-totrasporto escluso

pagina 13

Finalmente un Disegno di Legge contro il cabotaggio abusivo

pagina 18

Dal territorio.FocusPiemonte, Liguria,Toscana

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Disdetta del Protocollo d’Intesa Governo-Associazioni

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Autotrasporto in fermento L’Europa avanza... e l’Italia arranca

Quote Albo

2015,

nuove

modalità di

pagamento

pagina 4

Integrazione

gomma-

ferro nel tra-

sporto merci,

le proposte

pagina 15

Sblocca

Italia,

importanti

novità per i

trasporti

pagina 5

Stabilità 2015,

le proposte

per il rilancio

dell’autotra-

sporto

pagina 10

Dal territorio.

Focus

Piemonte,

Liguria,

Sicilia

pagina 37

Sistri,

nessuna

sanzione

da gennaio

pagina 28

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A n n o X V I - N u m e r o 6 /2 0 1 4

“Salviamo i trasporti e il Paese!”

È l’appello degli operatori del trasporto alla politica

Quote Albo 2015, nuove modalità di pagamento

pagina 4

Integrazione gomma-ferro nel tra-sporto merci, le proposte

pagina 15

Sblocca Italia, importanti novità per i trasporti

pagina 5

Stabilità 2015, le proposte per il rilancio dell’autotra-sporto

pagina 10

Dal territorio.Focus Piemonte, Liguria, Sicilia

pagina 37

Sistri,nessuna sanzione da gennaio

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TRASPORTONOTIZIE

A n n o X V I - N u m e r o 6 /2 0 1 4

“Salviamo i trasporti e il Paese!”È l’appello degli operatori del trasporto alla politica

Divieti di circolazione,più ore di guida nel 2015

pagina 8

Germania, obbligo di salario minimo per gli stranieri

pagina 14

Sistri, da aprile multe per chi non si iscrive

pagina 9

Patenti superiori, esami al computer da marzo

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Dal territorio.FocusPiemonte,Liguria,Lombardia

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Trasporto merci pericolose,novità ADR 2015

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TRASPORTONOTIZIE

A n n o X V I I - N u m e r o 1 /2 0 1 5

Autotrasporto riformato, tutte le novità 2015.Ma è vera rivoluzione?

Divieti di

circolazione,

più ore di

guida nel 2015

pagina 8

Germania,

obbligo di

salario

minimo per

gli stranieri

pagina 14

Sistri, da

aprile

multe per

chi non si

iscrive

pagina 9

Patenti

superiori,

esami al

computer da

marzo

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Dal territorio.

Focus

Piemonte,

Liguria,

Lombardia

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Trasporto

merci

pericolose,

novità ADR

2015

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A n n o X V I I - N u m e r o 1 /2 0 1 5

Autotrasporto riformato,

tutte le novità 2015.

Ma è vera rivoluzione?

il giornale e il quotidiano online

dei trasportatorie di chi viaggia

tutta l’attualità sul mondo dei trasporti a portata di mano e di click

4 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

ATTUALITÀ IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

La scuola diventa più buona

Sta per essere approvato (ndr: al momento di scrivere) in via definitiva alla Camera dei Deputati il DDL di riforma della Scuola. La Buona Scuola mette al centro l’autonomia, con un or-ganico potenziato per coprire le cattedre vacanti. Maggiori poteri anche per i dirigenti scolastici, che diven-tano leader educativi: meno burocrazia e più attenzione all’organizzazione della vita scolastica. Tra le altre introduzioni, l’alternanza scuola-lavoro, che di-venta strutturale, una carta elettronica per l’aggiornamen-to degli insegnanti e l’introduzione dello school bonus, per donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione e la promozione di progetti.

Giovani, la diagnosi è sul web

La maggior parte dei giovani italiani cerca informazioni sulla propria salute su internet. Sono questi i dati della ricerca condotta da Family Smile.Le informazioni più ricercate riguardano la forma fisica (27%) e l’alimentazione (26%). Seguono tra le ricerche la sessualità e le malattie sessualmente trasmissibili, insie-me all’alcol e le droghe. Circa il 10% dei giovani ricerca notizie su medicinali e farmaci.Nel cercare di dare una risposta all’incremento di questo fenomeno, il 92% dei giovani intervistati è propenso a cercare informazioni sul web in quanto disponibili 24/7, mentre solo il 45% dichiara di sentire il bisogno di con-frontarsi con i genitori sulle ricerche effettuate.

Difendersidall’internet delle cose

L’ultimo lustro ha visto il boom dell’internet delle cose, ovvero quegli oggetti che acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter dialogare con altri dispositivi. Si passa da orologi in grado di trasferire chiamate a sveglie che suona-no prima in caso di traffico, senza citare tutti i dispositivi o elettrodomestici collegati agli smartphone.Come difenderci da questi strumenti? È la domanda che si è posto il Garante per la privacy, che ha deciso di avviare una consultazione pubblica per valutare il fenomeno e tu-telare gli utenti e i loro dati personali. L’utilizzo di questi dati implica la raccolta di moltissime informazioni, il tutto all’oscuro dell’utente. Il rischio di violazione della privacy infatti, spiega il garante, non è da sottovalutare.

Tariffe telefoniche, addio roaming

A chi non è mai capitato di vedersi arrivare a casa una bol-letta del telefono salatissima dopo un viaggio all’estero? La situazione è destinata a cambiare: il roaming, ovvero la possibilità dei cellulari di connettersi a reti differenti da quella del proprio operatore, sparirà (quasi) del tutto.I vertici di Bruxelles hanno infatti deciso che, per evitare la concorrenza fra compagnie nei diversi Paesi membri, è prevista una clausola per un uso equo del roaming, ovve-ro reintroducendo un costo extra sulla chiamata solo se l’uso della scheda è per periodi lunghi. Per chi è all’estero, i prezzi da maggio 2016 si ridurranno ad un sovrapprezzo massimo di cinque centesimi al mi-nuto per le chiamate, cinque centesimi a megabyte per i dati, due centesimi per gli sms.

5NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

ATTUALITÀIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Formaggio senza latte? Ora (purtroppo) si può

Sembra un paradosso, eppure è tutto vero. In Italia il for-maggio potrebbe non contenere più latte, ma ciò che colpi-sce di più è che la richiesta arriva direttamente dall’Europa. L’UE ritiene infatti troppo stringenti le leggi italiane in materia e richiede che l’Italia tolga il divieto di utilizzo di latte in polvere concentrato e ricostituito per la fabbrica-zione del formaggio. La proibizione dell’uso di surrogati viene dunque con-siderata come un ostacolo alla libera circolazione delle merci, dato che nel resto dell’UE l’uso di latticini senza latte è prassi.Se la richiesta fosse accolta, il Made in Italy accuserebbe un duro colpo.

Netflix, rivoluzione alle porte

Ottobre 2015. È questa la data prevista per l’arrivo di Netflix, il servizio streaming che fornirà film, telefilm e documentari ad alta definizione su qualsiasi schermo connesso ad Internet. La vasta gamma di pellicole a di-sposizione saranno visibili sia in lingua originale sia dop-piata.Il servizio è in abbonamento a partire da 7,99 euro per qualità SD, 8,99 per 2 schermi HD e 11,99 euro per 4 schermi.Per schermi s’intende il numero di connessioni contempo-ranee massime da dispositivi differenti, in questo modo, un singolo abbonamento sarà condivisibile da più dispositivi.Netflix ha già conquistato tutti, con 40 milioni di abbonati solo negli USA, per un totale di quasi 60 milioni se si con-siderano anche gli altri Paesi nei quali è attivo.

AAA cercasi campeggio

Le vacanze per molti italiani sono ancora un bene irrinun-ciabile, magari in versione low cost. Qui entra in gioco la nuova applicazione Campeggi.com, che ricerca campeggi e villaggi in Italia, Francia e Croazia.L’app permette di scegliere e visionare la scheda perso-nale delle 2.500 strutture convenzionate, dando la pos-sibilità di prenotare direttamente con lo smartphone e pianificare il percorso per arrivare a destinazione.La prenotazione delle vacanze è infatti anno dopo anno sempre più digital. Secondo un’indagine di Nextplora, il 69% degli italiani prenota le proprie vacanze online.

Caro smartphone, quanta acqua mi costi!

Per costruire uno smartphone, una t-shirt o un paio di sti-vali serve più acqua di quanto immaginiamo. È quanto emerge da un’indagine promossa da “Friends of the Earth”, una rete di organizzazioni ambientali presente in 74 Paesi, che studia il grave impatto ecologico di una serie di articoli di larga diffusione.Secondo lo studio “Mind Your Step”, occorrono infatti 13 tonnellate d’acqua per produrre uno smartphone, mentre per un paio di stivali servono almeno 14,5 tonnellate d’ac-qua e 50 metri quadrati di suolo. La T-shirt è più eco-friendly rispetto ai precedenti, con uno spreco di “solo” quattro tonnellate. L’invito dunque per l’in-dustria è di prestare attenzione non solo all’impronta di car-bonio dei loro prodotti, ma agli altri elementi di consumo.

6 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

IMPRESA IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Quando avevo 6 anni spes-so sentivo mio nonno materno Michele, nato nel 1898, chiedere aiuto

a mia madre Laura per usare il tele-comando della televisione, ovvero “quel diabolico elettrodomestico con emissione di immagini e suoni”. Al compimento del mio 16esimo compleanno ricordo ancora mio fra-tello seduto accanto a mio padre, im-pegnato ad insegnargli cosa fosse un pc (per farsene acquistare uno!).Stamattina mia figlia di 13 anni, pri-ma di andare a scuola, mi ha tenuto una fondamentale lezione su What-sApp, in particolare sulla pubblica-zione di foto acquisite dalla galleria della fotocamera.In ambito familiare non è una novità che, soprattutto con l’avvento del-

la tecnologia nella vita quotidiana, nipoti e figli insegnino agli adulti ad accendere, spegnere e usare elettro-domestici ed elettronica di vario tipo.Perché allora non trasferire queste buone abitudini familiari anche in azienda?Niente di nuovo sotto il sole tran-soceanico: in America lo hanno già codificato da alcuni anni nelle più grandi aziende e lo chiamano rever-se mentoring: sono programmi di af-fiancamento, tutoring e formazione in azienda in cui manager, soprattut-to top level, trascorrono alcune ore della propria giornata lavorativa con giovani e giovanissimi colleghi, che insegnano loro a navigare in internet, usare i social, costruire profili e repu-tation sul web. Un sistema piuttosto diffuso tra ma-

Reverse mentoring:i giovani fanno scuola

Quando le nuove

generazioni insegnano

ai top manager: il

lavoro per i giovani

italiani passa anche

dal reverse mentoring.

a cura di Marina Verderajme

7NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

IMPRESAIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

nager americani del settore tech e advertising come General Electric oppure Ogilvy e Mather. I “nativi digitali” hanno l’innato dono del trasferimento delle loro compe-tenze digitali senza bisogno di fre-quentare corsi e i nostri giovani e giovanissimi italiani non sono certo secondi ai coetanei americani o au-straliani. Con internet si è livellata la cono-scenza e la condivisione di canali e sistemi digitali di socializzazione e di scambio, e la velocità di appren-dimenti di questi strumenti non ha confini geografici.Il mercato del lavoro italiano di certo non gode della flessibilità e del tasso di occupazione giovanile americano, dunque non tutte le aziende hanno tra le proprie risorse giovani nativi digitali da affiancare ai più adulti.Segnalo un’esperienza in corso pro-prio in tal senso, tra le prime in Italia realizzata da Actl, che sta proponen-do alle aziende di accogliere giovani che stanno frequentando un intensi-vo corso in “Digital Marketing” pro-prio con l’obiettivo del reverse men-toring. I vantaggi sono per tutti e su più fron-ti: il personale delle aziende viene formato a costo zero ed è pronto per adeguamenti e cambiamenti tec-nologici, le aziende si avvalgono di risorse aggiornate e nuove compe-tenze per migliorare performance e obiettivi aziendali, i giovani hanno la

possibilità di trascorrere un periodo in azienda arricchendo il proprio cv. Non ci sono costi per le aziende e Actl si occupa di tutta la gestione ammi-

nistrativa.Facciamo spazio dunque ai nostri giovani verso il futuro digitale delle nostre imprese!

I “nativi digitali”

hanno l’innato dono del trasferimento

delle loro competenze digitali senza

bisogno di frequentare corsi.

DIMMI COSA TI RENDE FELICE

Edenred presenta i risultati del barometro Ipsos sul benessere dei lavoratori: ecco il decalogo di cosa rende felice un di-pendente. Dalla ricerca è emerso il desiderio di una nuova organizzazione del lavoro e di una nuova cultura manageriale fondata su tre pilastri: maggiore delega, lavoro di squadra e propensione al rischio. Se si considera il fattore welfare, nella top ten dei benefit troviamo la richiesta di maggior investimenti in formazione (scuole manageriali, università e centri di formazione), la salvaguardia della salute e del benessere psicofisico.Gradito è anche un pacchetto di benefit su misura (personalizzati cioè per ne-omamme, senior, divorziati); anche la presenza di buoni pasto e le spese per il trasferimento casa-lavoro sono ritenuti un plus.L’aiuto alla sfera familiare è anch’esso tra i primi posti delle agevolazioni più ap-prezzate. Ad esempio, la disponibilità di un asilo nido all’interno delle strutture lavorative o attraverso voucher dedicati per retribuire le baby-sitter.

8 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

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La Confederazione Europea del-le Piccole Imprese si è espressa in queste settimane su alcu-ne delle questioni cruciali che

hanno impattato il mondo che Cepi-U-ci rappresenta.Come è noto, i giudici della Consulta hanno stabilito che quella parte della legge Fornero che bloccava l’indicizza-zione delle pensioni era incostituzio-nale. Questa decisione ha conseguenze sul-la vita dei cittadini pensionati e sulle casse dello Stato. Il Governo ha scelto di applicare la sentenza con un Decre-to Legge.Così Rolando Marciano, Presidente Cepi-Uci, ha commentato il provvedi-mento governativo. “Il Governo sem-plicemente non poteva non tenere conto della sentenza della Corte Co-stituzionale. Il rimborso è ineludibile. Può però calibrare modi e tempi, an-che in considerazione dei vincoli euro-pei cui il nostro Paese è soggetto”. “Bene ha fatto Renzi a cominciare dai redditi più bassi, venendo incontro a più che comprensibili esigenze sociali - aggiunge Marciano - sia chiaro però che questo non dovrà incidere in alcun modo sul carico fiscale delle imprese e

delle famiglie. Non siamo disposti a pa-gare un solo centesimo di tasse in più a causa di un errore commesso dallo Stato”.Dati parzialmente incoraggianti sono invece giunti dall’ISTAT sulla disoccu-pazione e dal Cerved (il più grande In-formation Provider in Italia e una delle principali agenzie di rating in Europa) sulla diminuzione dei fallimenti.“I dati resi pubblici dall’Istat sulla di-soccupazione, insieme a quelli diffusi dal Cerved sulla diminuzione dei falli-menti in Italia, sembrano far vedere un barlume di luce in fondo al tunnel. Cer-to è che particolarmente significative sono le diminuzioni dei fallimenti per quel che riguarda le piccole e microim-prese, in particolar modo le imprese individuali”. Così Rolando Marciano, Presidente della Confederazione Europea Picco-le Imprese, commenta i dati diffusi da Istat e Cerved. “Questo conferma - prosegue Marciano - che è necessario puntare su una fisca-lità differente per le microimprese. Se non vogliamo perdere, come rischia-mo di fare, il treno della ripresa dob-biamo mirare ad un diverso approccio nei confronti di quelle che da sempre sono la spina dorsale della nostra eco-nomia: le piccole e le microimprese”.“Da queste può venire una risposta forte anche sul piano occupazionale. Le microimprese e le imprese indivi-duali non possono essere lasciate sullo stesso livello fiscale e burocratico dei loro competitori più grandi. Spesso la fiscalità, insieme alla burocrazia, sono i principali avversari di questa straor-dinaria forza produttiva del nostro Pa-ese”. “Dobbiamo intervenire - conclude Marciano - altrimenti continueremo ad avere, negli anni, tassi di crescita decimali alternati a tassi di decrescita purtroppo molto più sostanziosi”.

Fiscalità diversa per le microimprese

Per non perdere il

treno della ripresa

serve un diverso

approccio per la spina

dorsale della nostra

economia: le piccole e

microimprese.

a cura di L.P.Ufficio Stampa Cepi-Uci

9NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

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Cepi-Uci, Confederazione Europea Piccole Imprese, è una realtà in forte espan-sione che racchiude dif-

ferenti ambiti della piccola e media imprenditoria italiana. Una delle ultime arrivate tra le fede-razioni è la FIAM, la Federazione Ita-liana Arti e Mestieri. L’intento è quello di valorizzare il pa-trimonio e le eccellenze Italiane in chiave sostenibile, con particolare attenzione allo sviluppo di percorsi naturalistici e storici. È quanto esposto dal Presidente Carlo Angiolo Veronesi, dal Vice pre-sidente Giuseppe D’Urso e dalla re-sponsabile della Segreteria Alessia Del Treste ai vertici Cepi-Uci.La Federazione si impegna nella pro-mozione delle eccellenze artigiane, gastronomiche, del turismo nazio-nale e dell’imprenditoria artigianale, oltre che alla divulgazione delle tra-dizioni peculiari di ogni singola regio-ne, con un impegno pluridisciplinare e filantropico.Uno degli obiettivi è quello di costru-ire un distretto turistico sostenibile, diffondendo e promuovendo pra-tiche di turismo responsabile “se-condo i principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture, favo-rendo la positiva interazione tra in-dustria del turismo, comunità locali e viaggiatori”. Queste direttive sono sancite dai principi della CETS, ovve-ro la Carta Europea Turismo Sosteni-bile.La FIAM coniuga lo sport con il turi-smo, anche attraverso le ippovie e altre discipline sportive e pratiche outdoor (nello specifico, l’equitazio-ne, le monte da lavoro e l’ippotera-pia, la riscoperta dei valori equestri della cultura, dell’arte e del folklore), consentendo così a chi fa turismo di conoscere la natura, rispettandola e tutelandola, nella specificità territo-riale.Così facendo, si ripercorre la storia

del nostro Paese attraverso antichi sentieri ed importanti vie di comuni-cazione.Le attività sono incentrate sul re-cupero della storia, le tradizioni e naturalmente il territorio, fondato sull’integrazione efficace tra le ri-sorse paesaggistiche e culturali e il sistema economico-sociale già pre-sente o da creare ad hoc, attraverso una rete di aziende ed associazioni virtuose impegnate nella diffusione dell’arte, dello sport e del patrimo-nio ambientale.“La Fiam sarà sicuramente uno dei punti di forza della nostra confede-razione, in particolar modo la loro capacità di contaminare diverse di-scipline con i territori e la cultura del nostro Paese sarà preziosa non solo per CEPI ma anche per i territori stes-si.” Così Marciano, Presidente Cepi-Uci, ha commentato la nascita della FIAM.

Benvenuta FIAMNasce la Federazione

Italiana Arti e Mestieri

per promuovere

l’imprenditoria

artigianale e il turismo

nazionale.

a cura di L.P.Ufficio Stampa Cepi-Uci

10 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

IMPRESA IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Sempre più imprenditori negli ultimi decenni sono divenuti vittime del capitalismo e del-le banche.

Quante le storie di esseri umani che sono finiti nel baratro perdendo l’a-zienda, i risparmi di una vita, la casa, sino ad arrivare a compiere l’ultimo gesto estremo, “togliersi la vita”. Troppi i suicidi! È ora di dire basta!La disavventura degli imprenditori italiani ha quasi sempre un minimo comune denominatore: l’istituto di credito comunica che il fido conces-so è troppo alto, che i crediti non rientrano abbastanza velocemente. Quindi, la banca intima il rientro im-mediato o il ripianamento del debito, facendo contrarre agli imprenditori un mutuo così - a suo dire - si “aiuta

l’azienda”, ma non a salvarsi, bensì a sprofondare in una palude di debiti dalla quale difficilmente potrà uscire.L’indebitamento aumenta, il costo del denaro lievita perché il cliente non sa che continua a pagare molto spesso interessi su interessi e costi occulti nelle operazioni finanziarie proposte. Fortunatamente qualcosa sta cam-biando, molti imprenditori hanno smesso di avere paura ed hanno ini-ziato a comprendere, grazie all’ausi-lio di consulenti specializzati, che ci si può difendere dalle banche ed che il maltolto può trasformarsi in un pic-colo tesoretto nei bilanci aziendali.Il primo passo è quello di far analiz-zare i conti correnti, gli anticipi fattu-re, i leasing ed i mutui attraverso una perizia econometria, in modo da farsi

Difendersi dalle banche, istruzioni per l’uso

Le aziende vittime

di usura bancaria

possono dire “basta”

grazie al supporto

di professionisti

qualificati.

a cura di Anna Lisa Cuppone

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un’idea di quale sia la reale situazio-ne finanziaria dell’azienda al netto di eventuali interessi usurai. Molto spesso, anzi, direi il più delle volte per esperienza consolidata, i conti correnti affidati da un po’ di anni si ritrovano, dopo un’atten-ta analisi, a trasformarsi da conti correnti con saldo negativo a conti correnti con saldi attivi a favore del correntista, per effetto delle indebite competenze, degli interessi anatoci-stici e degli effetti dei cosiddetti gior-ni valuta sugli interessi applicati, ed infine degli interessi usurai per effet-to del superamento del Tasso Soglia.Il reato di usura nella nostra legisla-zione è ancora un reato grave e la lobby bancaria continua a fare pres-sione per derubricarlo, come di fatto stava accadendo quando il Governo ha tentato di rendere legittimo il cal-colo degli interessi sugli interessi, il cosiddetto “anatocismo”, vietato dal Codice Civile sin dal lontano 1942.Chi decide di agire contro le banche è sottoposto ad una serie di minacce da parte delle stesse, circa possibili segnalazioni incentrate su rischi e re-voche immediate dei fidi. Tutto ciò non deve scoraggiare gli imprenditori che, anzi, dovrebbero essere decisi e sicuri nelle azioni che intendono perseguire, perché le ban-che sanno di essere in torto e molto

spesso optano per una transazione o mediazione stragiudiziale, al fine di evitare i contenziosi che farebbero emergere anche ulteriori posizioni ag-gravanti per gli istituti stessi, come la nullità dei contratti, danni morali e da lucro cessante e danni esistenziali.Ma attenzione ai “finti salvatori”: guar-darsi bene da chi sta facendo di questo problema sociale un mezzo per fare mercato, come i procacciatori, vendi-tori di perizie, profeti dell’antiusura, che fanno firmare contratti capestro, promettendo mari e monti, facendo anche sottoscrivere delle polizze “sod-disfatti o rimborsati” in caso di esito negativo del giudizio.È importante rivolgersi solo a pro-fessionisti del settore, a Consulenti tecnici specializzati e ad Avvocati che trattano specificatamente la materia bancaria, iscritti in appositi albi pro-fessionali, ed allontanare i “loschi” che adocchiano le possibili vittime di usura bancaria, per divenire poi loro vittime. In questo modo si può stare tranquilli che le banche si guarderan-no bene dal fare passi sbagliati. È utile documentarsi su internet e sul-le riviste specializzate per verificare chi sono i professionisti e le associa-zioni a cui chiedere aiuto: sono le sen-tenze che parlano, non le chiacchiere dei millantatori.La giurisprudenza cammina fortuna-

tamente a grandi passi, le ultime sen-tenze favorevoli alle vittime costringo-no gli istituti di credito a risarcimenti che arrivano a sfiorare milioni di euro. Nel campo della contrattualistica poi, quando si chiedono alle banche i con-tratti di apertura di conto, si trovano spesso cose assurde: contratti stipu-lati con normative vecchie di oltre trent’anni, con nullità di tutti gli inte-ressi pagati, clausole vessatorie, tassi non indicati, polizze non sottoscrivibili per scarsa propensione al rischio del sottoscrittore. Insomma, spesso la clausola interessi è nulla già per irregolarità contrattua-le. Interessantissima poi la sentenza n° 350 del gennaio 2013, che rende nulla la clausola interessi su mutui e leasing qualora la somma del tasso di mora sia superiore al tasso soglia. Uno strumento importante per le fami-glie, che possono chiedere sul mutuo l’annullamento degli interessi pagati e di quelli futuri, sempre con la dovuta prudenza e con una preventiva analisi del caso trattato.Attraverso una continua campagna di sensibilizzazione, rivolgendosi a pro-fessionisti seri ed onesti, si potranno aiutare tante famiglie ed imprendito-ri ad uscire da questa crisi, e fare in modo che siano sempre meno le vit-time di usura bancaria.

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Consulenti del Lavoro in pri-ma linea lo scorso 25-27 giugno a Palermo, riuniti insieme per la 6° edizione

del Festival del Lavoro. L’evento, organizzato dal Consiglio Nazionale e dalla Fondazione Studi, ha coinvolto non solo chi si occupa di diritto del lavoro, ma chiunque sia interessato a fornire il proprio contri-

buto per la ripresa di cui necessita il Paese. Quello allestito in piazza Verdi a Pa-lermo è un vero e proprio Villaggio del Lavoro, ricco di stand e gazebi, dal quale è stato possibile accedere a nu-merose tavole rotonde, il tutto nella splendida cornice del Teatro Massi-mo, del Teatro al Massimo e del Cine-ma Rouge et Noir.

Filo conduttore di questa edizione è “L’ora del capitale umano”, caratteriz-zata da numerose riflessioni sullo svi-luppo del Paese e sulla valorizzazio-ne e formazione delle risorse umane per rappresentare, ancora una volta, un’importante occasione di crescita e confronto tra colleghi, oltre che un’op-portunità per ampliare le proprie co-noscenze e le relazioni personali.Il Teatro Massimo ha ospitato perso-naggi di grande rilievo per discutere di crisi di lavoro e di nuove frontiere del welfare, delle criticità legate all’Eu-ropa e al problema immigrazione, di professioni, fisco, imprese così come degli incentivi all’occupazione, non sempre sufficienti a garantire una re-ale ripresa dell’occupazione. Tanti i temi previsti anche nelle altre tre sessioni: “La riforma del lavoro live”, con gli esperti della Fondazione Studi che hanno commentato i decre-ti attuativi del Jobs Act, “La fabbrica delle idee” con le proposte per miglio-rare l’attività professionale, e “Lavoro 2.0” per un professionista al passo con l’innovazione digitale. Nelle prossime pagine un focus sui principali workshop e convegni.

Speciale Festival del Lavoro

a cura di Rosario De Luca

Grande successo

per la manifestazione

palermitana che esalta

l’importanza della

formazione e del

capitale umano.

SI ALZA IL SIPARIO

La cerimonia di apertura della 6° edizione del Festival del Lavoro ha visto la lettura del messaggio di buon lavoro inviato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella: “Il lavoro costituisce l’elemento fondante della democrazia italia-na ed è componente essenziale del processo produttivo. Approfondire i problemi del mercato del lavoro e i nodi strutturali dell’econo-mia italiana offre un contributo alla riflessione sulle condizioni di benessere del Paese”. Ad aprire le danze della tre giorni di festival al Teatro Massimo di Palermo, i saluti di Marina Calderone, Presidente del Consiglio nazionale dei Consu-lenti del Lavoro, Rosario Del Luca, Presidente Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Luciano Fontana, Direttore Corriere della Sera, Leoluca Orlan-do, Sindaco del Comune di Palermo, Roberto Lagalla, Rettore Università di Palermo e Vincenzo Barbaro, Presidente Consiglio Provinciale di Palermo. A presentare la cerimonia d’apertura Ignazio Marino, il Responsabile della comunicazione del Festival.

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Gli sgravi contributivi previ-sti dall’ultima legge di Sta-bilità e in particolare il Jobs Act riusciranno ad invertire

la rotta e dare quindi una nuova oppor-tunità agli italiani che un lavoro non ce l’hanno ancora o l’hanno perso? È la base da cui è partito il dibattito sull’e-mergenza occupazionale.Ad intervenire con un video messaggio il Ministro del lavoro Giuliano Poletti, il quale ha ribadito come il nostro Paese abbia tutte le potenzialità per conti-nuare ad essere protagonista delle sce-ne economiche e sociali mondiali.Successivamente il Ministro ha anche chiesto ai Consulenti del Lavoro di instaurare una larga collaborazione per costruire un grande futuro per l’I-talia, esprimendo apprezzamento per il confronto e la discussione apertasi all’evento di queste tre giornate, “fon-damentali per il Ministero del Lavoro”.Poletti si è successivamente sofferma-to sulle differenti tipologie contrattua-li, sugli ammortizzatori sociali e sulle

politiche attive che dovranno cambia-re per permettere alla nostra economia di competere nella dimensione globa-le: “Siamo consapevoli che essere in-tervenuti in maniera così consistente su tutta la materia del diritto del lavoro può proporci nel tempo la possibilità di riconsiderare alcune scelte e tornare su alcuni argomenti - ha affermato il Mini-stro - ma credo che questa scelta possa essere considerata fondamentalmente in termini definiti a partire da un obiet-tivo, quello di portare la regolazione del lavoro del nostro Paese in linea con la regolazione e la gestione europea”.Secondo il Ministro del Lavoro, negli ultimi 20 anni sono state giustamen-te introdotte tipologie contrattuali e flessibilizzati i rapporti di lavoro, “ma il guaio è stato combinare questo dato con un dato di costo e di regole che hanno reso questi contratti più flessi-bili e meno costosi”.In tema di assunzioni infatti, l’impor-tante per il Ministero è che il contratto a tempo indeterminato torni ad essere

il modo normale di assunzione nel no-stro Paese. “Lo abbiamo fatto - ha con-tinuato il Ministro - affrontando una discussione difficile nel merito della ri-forma del contratto, intervenendo sul-la sua struttura e regolamentazione, lo abbiamo fatto sul fattore economico con la Legge di Stabilità, attraverso la decontribuzione e togliendo dalla base imponibile per l’Irap il costo del lavoro dei contratti a tempo indeterminato. I numeri ci stanno dando ragione, per-ché da 4 mesi i contratti a tempo in-terminato aumentano e, quindi, c’è un passaggio da forme più precarie a for-me più stabili e credo che questo sarà il segno di quest’anno”.Anche il Presidente al Parlamento eu-ropeo Schulz ha voluto lasciare il suo messaggio, enfatizzando come, in un contesto fragile in cui l’economia è in fase di recupero e la creazione di nuovi posti di lavoro è ancora lenta, l’oppor-tunità che il Festival del Lavoro conce-de è ciò di cui l’Italia e l’Europa hanno bisogno.

Emergenza occupazione

L’arte del comunicare

“Come sfondare su internet” è il titolo del workshop svoltosi al Teatro al Massimo, all’interno del concept “La Fabbrica delle Idee”.

Sono intervenuti il Presidente della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro nonché giornalista Rosario De Luca, Nino Amatore del Sole 24 Ore, Fa-brizio Bontempo dell’Associazione na-zionale Giovani CDL, Francesco Piccini di fanpage.it e Pino Maniaci, direttore Telejato.In tale occasione è stata presentata ufficialmente la nuova App dei Consu-lenti del Lavoro, da oggi presente per i dispositivi Android e Ios. L’Ordine dei Consulenti del Lavoro è il primo in Italia ad aver creato una mo-bile app per inviare news, comunicati e aggiornamenti a tutti i propri iscritti,

che, però, non sarà limitata alle sole notizie provenienti dal Consiglio Na-zionale ma includerà anche quelle di tutti gli Ordini Provinciali che aderiran-no. L’applicazione rappresenterà quindi una vera e propria banca dati delle

notizie e delle info dei Consulenti del Lavoro. Un nuovo ed unico punto di accesso per tutte le informazioni pubblicate dal Consiglio Nazionale, dalla Cassa di previdenza, dalle Fondazioni Studi e Lavoro e dagli ordini provinciali.

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Grandi personalità riunite al tavolo di discussione sul tema del welfare. La cri-si economica infatti, con

il parallelo ridursi dei redditi e delle prestazioni pubbliche, sta portando tanti gruppi industriali a riscoprire le pratiche di assistenza un tempo molto diffuse. Questi dati sono confermati dal fat-to che un italiano su due dichiara di essersi informato su quali misure in-tegrative sono previste dal proprio contratto e che il 70% desidera che nel proprio contratto di lavoro vengano previste coperture per le prestazioni sanitarie, per l’assistenza di figli pic-coli o di genitori/parenti malati. La contrattazione di secondo livello è un mezzo importante che bisogna svilup-pare proprio perché, nell’epoca dello “Stato in spending review”, le azioni dirette tra datore di lavoro e lavora-tore divengono fondamentali sia per

incrementare la produzione (datore di lavoro) che per garantire prestazioni di assistenza e tutela (lavoratori).Alla discussione, moderata dalla gior-nalista Simona D’Alessio, sono inter-venuti Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Came-ra dei Deputati, l’On. Giorgia Meloni, il Direttore INPS Regione Lombardia Antonio Pone, il Segretario Confedera-le UIL Gugliemo Loy e Stefano Sassara del Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro.Anche Tito Boeri, Presidente INPS, ha lasciato il suo contributo al workshop con un messaggio video dedicato. Per Boeri la ricetta per un welfare effi-ciente si basa sulla formazione dei di-pendenti e sul recupero di risorse della lotta all’evasione contributiva, chie-dendo altresì ai Consulenti del Lavoro supporto e collaborazione stretta per il Durc on line, al fine di semplificare la procedura.

Welfare, nuove frontiere

“Entro l’estate il Jobs Act conclu-derà il suo iter e tutti i decreti saranno operativi”. Sono que-ste le parole di Bruno Busacca,

Responsabile segreteria tecnica del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che conferma che a breve ar-riveranno gli ultimi quattro decreti at-tuativi della riforma del lavoro, ovvero:• semplificazione dell’attività ispetti-

va in materia di lavoro e legislazione sociale;

• riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro;

• riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive;

• razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimen-ti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rap-porto di lavoro e pari opportunità.

L’opinione del Presidente dell’Ordine Marina Calderone in merito è più che positiva ed evidenzia come un’ulterio-re scommessa del mercato del lavoro debba essere la riforma dell’articolo 117 della Costituzione, riportando, quindi, ad una competenza nazionale le 20 legislazioni regionali. La Calderone, che presiede anche il CUP, riporta l’attenzione anche sull’im-portanza di arrivare ad un unico sog-getto rappresentativo per rafforzare le professioni.

Jobs Act

QUALE LAVORO SENZA INFRASTRUTTURE (SICURE)?

Non si può discutere di lavoro, di welfare, di soluzioni per risollevare le sorti del Belpaese senza passare per le infrastrutture, arterie - spesso malridotte - della nostra penisola.Dalle scuole agli asili nido, dalle strade provinciali alle grandi vie di comuni-cazione, sono quasi 700 le opere attualmente incompiute in Italia, per le quali sono stati già spesi oltre 3 miliardi di euro e, per il cui completamento, occorre ancora sborsare 1,5 miliardi di euro.Di tutto ciò hanno discusso, presso il Teatro Massimo della capoluogo sici-liano, il Vicedirettore di Rai3 Luca Mazzà e Riccardo Nencini, Viceministro del Ministero Infrastrutture e Trasporti. Tra gli altri presenti alla tavola rotonda, anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, rappresentante di una regione che, per ragioni geografiche, subisce a pieno queste criticità.

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Permessi, burocrazia, regole incerte e credito con il con-tagocce. L’Italia non può certo dirsi la

patria degli aspiranti imprenditori. Ultimamente qualcosa, però, sta cambiando: dalle start up innovative al Microcredito passando per i fondi europei. Se ne è parlato in un convegno dedi-cato al Festival del lavoro.In particolare, il sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali Luigi Bobba commenta la sua partecipazione alla tavola rotonda dal titolo “L’Impresa di fare impresa”. “È stata una chiacchierata sui temi del mercato del lavoro, dell’occu-pazione, della legalità, tutti aspetti strettamente collegati alla valoriz-zazione e allo sviluppo del capitale umano - filone conduttore del Festi-val del Lavoro di questo anno - temi che coinvolgono in larga misura le giovani generazioni. I giovani rappre-sentano il fulcro del futuro sviluppo economico e sociale del Paese: oc-corrono quindi maggiori opportuni-tà nell’istruzione e nel mercato del lavoro, occorre metterli nella condi-zione di avere un ruolo attivo e par-tecipativo nella società. È necessario creare le condizioni per fare impresa e promuovere start-up giovanili, pre-vedendo non solo misure di soste-gno, ma anche alleggerendo il peso

degli adempimenti e delle norme. In questa direzione è orientato uno dei decreti attuativi del Jobs Act, va-rato dal Governo e ora all’esame del Parlamento, che riguarda la raziona-lizzazione e la semplificazione degli adempimenti a carico di cittadini e imprese per l’instaurazione dei rap-porti di lavoro”. Prosegue il sottosegretario: “Abbia-mo poi il Programma sulla Garanzia Giovani, sul quale il Governo ha pun-tato molto per contrastare la disoc-cupazione giovanile, in particolare, di coloro che non sono inseriti in un percorso di studi scolastico o forma-

tivo e non sono impegnati in attività lavorative. Uno dei punti di forza del Programma è il coinvolgimento del mondo imprenditoriale, che è un obiettivo prioritario per incrementa-re le opportunità di lavoro e di forma-zione per i giovani”. “I numeri – conclude Bobba - ci con-fermano la fiducia dei giovani nei riguardi del piano: più di 640.000 si sono registrati e a molti di loro (ol-tre 119.000) è stata proposta almeno una misura tra quelle previste dal Programma, compreso il sostegno all’autoimpiego e all’auto imprendi-torialità”.

L’ora del capitale umano

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Uno dei temi più rimbalzati di questo ultimo periodo è sicu-ramente l’immigrazione, che vede l’Italia una delle princi-

pali mete dei flussi migratori. A Teatro Massimo si è discusso con esperti del settore della necessità di un’azione più incisiva per controllare un fenomeno in crescita e della convinzione che sia da porre in essere una politica d’integra-

zione per quei nuovi cittadini italiani che sempre più spesso fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare. Un dibattito acceso, da cui sono emer-se posizioni contrapposte: il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha proposto l’abolizione del permesso di soggior-no, identificando la migrazione non come sofferenza, ma come diritto alla mobilità mondiale mentre Matteo Sal-

vini, Segretario Generale Lega Nord, in collegamento video, ha invece soste-nuto la necessità di regole certe per non cadere nell’anarchia. Per il leader del carroccio occorre far rispettare le regole: chi scappa dalla guerra va certamente accolto, mentre i clandestini vanno rimpatriati.Anche il Ministro dell’Interno Angelino Alfano ha mandato un contributo vi-deo, dichiarandosi parzialmente sod-disfatto dell’apertura dell’Europa nella distribuzione dei migranti, che di fatto apre una seppur piccola breccia negli accordi di Dublino. Il Ministro ritiene doveroso accogliere i profughi men-tre chi non ha diritto a restare in Italia deve essere rimpatriato.

Immigrazione, rigore o accoglienza?

Cifre da record per la 6° edi-zione del Festival del Lavo-ro.Consulenti del lavoro,

esperti in materia ed esponenti mi-nisteriali hanno stilato le basi per la ripresa del settore.Marina Calderone, nel chiudere i lavori, ha affermato che il compito del Festival del Lavoro è quello di mettere in relazione i territori e va-lorizzarne le positività, affrontando i problemi lì dove sono più pressanti, e di riunire le riflessioni tecniche con quella sensibilità sociale che caratte-rizza i Consulenti del Lavoro. Nella corsa della manifestazione sono stati presentati numerosi docu-menti operativi: dall’Asseco al micro-credito, dal ricollocamento alla me-diazione, un vademecum sulla tutela professionale, una guida sul welfare e sulla busta paga, una guida per aiutare i giovani a cercare lavoro, una ricerca sul lavoro che c’è ed un sondaggio sui primi quattro mesi di Jobs Act. Tutti i documenti sono disponibili sul sito www.consulentidellavoro.it.

Un successo meritato

FESTIVAL IN CIFRE

13.500 accreditati in tre giorni

4.500 presenze al giorno200 relatori

40 tavole rotonde

30 ore di diretta

10 documenti operativi presentati

17NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

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Internet e la tecnologia che lo cir-conda sono senza dubbio una del-le più importanti rivoluzioni del nostro tempo.

Una rivoluzione che ha profondamen-te modificato molte delle nostre abi-tudini, cambiando (in alcuni casi, stra-volgendo) le relazioni interpersonali, il modo di concepire il nostro tempo libero e quello lavorativo, portandoci a riorganizzare il nostro modo di pensare e di agire.Basti considerare il senso di smarri-mento che colpisce ciascuno di noi quando, con profondo disappunto, ci accorgiamo di aver dimenticato lo smartphone oppure il tablet, iniben-do la possibilità di controllare (spesso compulsivamente) la posta elettro-nica, i messaggi WhatsApp, il sito del meteo e quant’altre “App” abbiamo scaricato e messo a portata di un click.

Questi straordinari mezzi di comuni-cazione rendono possibile condividere con chiunque (sempre che si tratti di un soggetto “tecnologicamente ag-giornato” della nostra community) una quantità infinita di informazioni, im-magini, video e canzoni. In una parola: la nostra vita e le nostre emozioni.Il web sovente si presenta (o meglio, viene percepito) come un luogo senza confini, collocato in uno spazio indefi-nito. Dietro lo schermo sembra aprirsi un mondo sottratto alle tradizionali co-ordinate spazio-temporali che regola-no la nostra quotidianità: i concetti di “tempo” e “luogo” vengono sostituiti con l’immaterialità di un mondo irre-ale, assoggettato soltanto alla nostra volontà di mantenere attiva la connes-sione.

A fianco all’utilità del

web esistono diverse

forme di manifestazione

del crimine:

il carattere “virtuale” di

un mondo reale.

a cura di Maurizio Riverditi

Internet e il cybercrime

18 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

PROFESSIONI IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Questa percezione del web induce ta-lora a pensare che tutto ciò che accade “nella rete” sia destinato a rimanere “virtuale”, privo di consistenza e di conseguenze. Ma dietro lo “schermo” del web si cela un mondo tutt’altro che “virtuale”, sal-damente ancorato alla realtà di chi lo governa e di chi ne fa uso. E come ogni comunità, anche questa particolare forma di community ha le sue regole, i suoi aspetti positivi, le sue contraddizioni ed i suoi pericoli.A fianco degli indiscutibili elementi di forza e di utilità di Internet, si colloca-no, infatti, anche le più disparate forme di manifestazione del crimine, che, per semplicità, possono essere schemati-camente distinte nelle seguenti cate-gorie: ingiurie e diffamazioni; molestie e stalking; pedofilia e pedopornogra-fia; sfruttamento della prostituzione; violazione della privacy; violazione del diritto d’autore e della normativa in tema di marchi e brevetti.Per ciascuna di queste tipologie di re-ato, i repertori della giurisprudenza penale sono ormai ricchi di esempi e consentono di affermare che anche il diritto e la sua interpretazione ed ap-plicazione nelle aule di giustizia si è ormai “adattato” alle nuove modalità (solo apparentemente) “virtuali” di aggressione al patrimonio giuridico e morale altrui.Basti pensare, per citare solo alcuni

degli esempi più eclatanti e di comune esperienza, all’impatto dirompente, per chi ne sia vittima, di una diffama-zione a mezzo Internet, oppure alla frequenza con cui apprendiamo dalle cronache di truffe realizzate nei modi più disparati. Purtroppo, sempre più frequenti sono ormai anche fatti assai più gravi, talo-ra culminati con il suicidio di giovani rimasti vittime del c.d. cyberbullismo.Un aspetto sovente dimenticato, ma che, in molti casi, raggiunge la stes-sa ragion d’essere della (apparente) gratuità di gran parte del mondo di Internet è la “profilazione” degli uten-ti, funzionale a conoscerne abitudini e preferenze commerciali, modalità d’impiego del tempo libero, criteri di scelta delle vacanze, ecc. Tutte informazioni che consentono di alimentare il mercato pubblicitario che, immancabilmente ed inevitabil-mente, ci assale ogni volta che “navi-ghiamo”.Senza dimenticare che la memoria della rete è molto più longeva di quan-to si possa immaginare: un messaggio lanciato dalla nostra tastiera non solo è in grado di raggiungere una platea immensa di destinatari, ma ben diffi-cilmente rimarrà sotto il nostro esclu-sivo controllo, come ben sanno tutti coloro che, con fatica e spesso senza riuscire pienamente nel loro intento, hanno chiesto la cancellazione dai mo-

tori di ricerca di frasi, immagini o video che, nonostante fossero stati rimossi dal “luogo” in cui erano stati pubbli-cati, continuano a “vivere” nei risultati dei motori di ricerca.Tutti elementi, questi, che consentono la c.d. profilazione del cibernauta e la possibilità di esaminarne la reputazio-ne goduta nel web, tanto che tutti i più noti e recenti procedimenti penali de-dicano non poca (e forse troppa) atten-zione al “profilo internet” dell’imputa-to, per carpirne le abitudini e gli stili di vita (in ambito sessuale e non), quasi che in questo modo si potesse saggiare (il che non è!) la bontà delle tesi dell’ac-cusa e della difesaDi fronte a questi semplici e comuni dati esperienziali, il carattere “virtuale” ed immateriale di Internet (lo stesso di-scorso vale, a maggior ragione, anche per i c.d. social media quali Facebook, Twitter, ecc) perde necessariamente consistenza: dimenticare che la rete è fatta e gestita da persone significa dimenticare che l’uso di Internet deve necessariamente rispettare le comuni regole cui deve ispirarsi il nostro agire nella quotidianità “reale”.Ma soprattutto, questa consapevolez-za deve indurci ad abbandonare l’idea che la “navigazione” sulla rete sia pro-tetta dallo schermo del nostro compu-ter o del nostro smartphone: si tratta di uno schermo, questo sì virtuale, che se non è in grado di proteggerci dalle aggressioni altrui, nemmeno è in grado di nascondere chi se ne renda respon-sabile.Anche il mondo di Internet ha le sue regole e coloro che vi accedono hanno diritti ed obblighi precisi, che dovreb-bero conoscere ed approfondire prima di lasciarsi allucinare dall’idea che sul web tutto è possibile e niente è reale. E, probabilmente, il primo dovere d’in-formazione spetta ai genitori, che deb-bono sapere non solo i rischi cui sono esposti i loro figli, ma anche i diritti che possono vantare nei confronti dei vari gestori dei servizi offerti in rete, oltre che i diritti/doveri nei confronti dei figli per quanto concerne la regolamenta-zione dell’utilizzo del web.Insomma: chi vuole Internet è un mon-do virtuale solo quando a frequentarlo sono gli altri.

19NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

PROFESSIONIIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Professione valutatore

a cura di Aurelio Prisco

Il mestiere di auditor

rappresenta una

partnership strategica

per il sistema

industriale.

Dopo 13 anni di attività come auditor-certificatore-valuta-tore si possono tirare delle conclusioni su questo stra-

tegico mestiere. Formalmente, l’obiet-tivo di un auditor è attestare il rispetto dei requisiti di un norma volontaria (ISO 9001, 14.001, 22.000, ecc.) all’in-terno di un’organizzazione attraverso gli Enti di certificazione da cui dipende.Con gli anni ho compreso il significato latino di “audire”, cioè la capacità di sapere ascoltare. Perché non tutte le organizzazioni sono uguali, anche nel-lo stesso settore, non tutti gli imprendi-tori applicano i punti della norma allo stesso modo. Questa caratteristica di sapersi imme-desimare è fondamentale nell’attuale contesto economico: se qualche lustro fa l’ispettore era visto come un control-lore rigido e severo, ora è necessario capire le aziende, ascoltare le loro pro-blematiche e, astenendosi dal ruolo di consulente, dare un valore aggiunto attraverso l’applicazione della norma-tiva di riferimento. Sempre più le aziende richiedono una preparazione sul settore di apparte-nenza e spiccate doti comunicative da parte dell’auditor. Come in tutti i mestieri bisogna ren-dere “artistico” quello che si svolge. Raccogliere evidenze oggettive in tutti i processi aziendali, attraverso le in-terviste ai vari responsabili/operatori, deve permettere di costruire uno sche-ma complessivo che indichi all’azienda il percorso per il miglioramento conti-nuo. Se da una parte l’auditor deve accer-tare il rispetto dei requisiti alla norma, dall’altra deve fornire attraverso “co-struttive” non conformità il gap che l’organizzazione deve colmare per di-venire sempre più competitiva in un mercato sempre più esigente. In tale modo, il processo di certificazione è una partnership strategica per il siste-ma industriale. Raccontato così sarebbe un mestiere di cui andare orgogliosi, ma siamo in

Italia, dove può accadere di tutto. E allora è giusto raccontare il malessere che si vive nell’osservare quello che avviene: alcuni Enti di certificazione si affidano ad auditor con poca o nul-la precedente esperienza lavorativa in azienda. Verificatori full time pagati sempre meno, “spremuti come limoni” perché la politica di riduzione dei costi la fa da padrona. Di questa situazione gli Enti seri soffro-no di una concorrenza sleale che sta portando il sistema ad un pericoloso avvitamento, con un peggioramento della percezione di valore aggiunto da parte delle aziende.Un quadro alquanto complesso, che a breve dovrà confrontarsi con la nuova norma ISO 9001:2015 che prevede l’in-troduzione di termini come risk-based, business environment, organizational knowledge e risk management. Le organizzazioni dovranno quindi va-lutare i cambiamenti di elementi costi-tutivi del contesto esterno per gestire i rischi e le opportunità, una vera e pro-pria rivoluzione non solo concettuale! L’auditor, come l’azienda, dovrà impe-gnarsi duramente per comprendere appieno i nuovi requisiti della norma. Occorre identificarsi nell’organizzazio-ne che la deve applicare ed acquisire infine quell’abilità che gli consentirà di valutarne efficacemente l’applicazio-ne. Auguro un buon lavoro a tutti.

20 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

INNOVAZIONE IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Google si lancia in un nuovo ambizioso progetto con lo scopo di “migliorare la vita in città”.

Si chiama Sidewalks Labs e dovrebbe rendere migliore la vita a quei 3,5 mi-liardi di persone che vivono nelle città. Non stiamo parlando soltanto di smart city, le città intelligenti a misura d’uo-mo che tutto il mondo occidentale sta cercando di riprodurre. L’imponente progetto è di giocare un ruolo importante nello sviluppo tec-nologico e nella risoluzione dei pro-blemi cittadini, attraverso una serie di prodotti, piattaforme e infrastrutture avanzate.Questa novità di casa Google avrà il compito di aiutare ad affrontare al-cune problematiche tipiche delle me-tropoli, come quelle di congestiona-mento, passando per i trasporti e l’uso dell’energia.Come fa intuire il nome, Sidewalks Labs, ovvero laboratori da marciapie-de, parla dunque di tecnologia urbana.Connettività diffusa ed internet delle cose saranno solo alcuni degli elemen-ti utilizzati per rendere più efficienti i trasporti, ridurre il costo della vita e l’uso dell’energia e anche aiutare le amministrazioni a lavorare in modo più efficace.In un periodo storico di nuova tra-sformazione delle città, in cui salute e ambiente sono tra i principali fattori di preoccupazione, Sidewalks Labs dà vita a questo progetto con l’obiettivo di

rendere i centri cittadini più efficienti e flessibili.Il sistema sarà formato sostanzial-mente da una rete di incubatori, che accoglieranno le nuove tecnologie per l’ottimizzazione della vivibilità; il pri-mo “laboratorio da marciapiede” do-vrebbe nascere a New York, sede, tra l’altro, degli uffici dedicati alla nuova startup.Google ha affidato il ruolo di numero uno della Sidewalks Labs a Dan Doc-toroff, 57 anni, ex responsabile dello sviluppo economico per la città di New York negli anni dell’amministra-zione di Michael Bloomberg, nonché ex Presidente e Amministratore Dele-gato di Bloomberg LP, una delle più grandi multinazionali dei mass media al mondo.L’amicizia con l’ex sindaco di New York e l’incredibile esperienza di gestione cittadina hanno reso Dan Doctoroff il candidato ideale per la nuova sfida proposta da Google.Doctoroff non ha lasciato passare inosservato, nelle sue interviste, l’im-patto che la nuova startup potrebbe avere sullo sviluppo cittadino, citando un esempio tra tutti: la disponibilità dei trasporti ha un impatto sulla scel-ta della località in cui vivere e quindi un effetto sui prezzi delle case e sulla qualità della vita.La cifra dell’investimento iniziale non è ancora stata resa nota ma pare che sia “relativamente modesta”, nono-stante Sidewalks Labs sia già stato pa-ragonato ad altre innovative startup di Google, come Calico e Google X.Certo, il campo della tecnologia ur-bana non è molto pertinente con le attività classiche di Google, che però si dice pronta ad affrontare questa scommessa ricca di opportunità.Riusciranno Google e Doctoroff ad interfacciarsi con le macchinose bu-rocrazie delle amministrazioni, a col-laborare nel dare vita a nuove città intelligenti, aiutando a risolvere i pro-blemi che i cittadini affrontano ogni giorno?

Google (r)innova le città

a cura di Anna Pellegrino

Sidewalks Labs: una

start-up innovativa

che migliora la

vita degli abitanti

delle città caotiche.

21NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

EUROPAIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Tra le sfide che si è posta l’U-nione Europea fin dalla sua costituzione vi è anche l’unio-ne economica e monetaria,

ovvero la costituzione di un mercato senza confini geografici per permette-re a persone, merci e capitali di circola-re liberamente. A questo passaggio si è affiancato un rapido sviluppo tecnologico che in pa-rallelo ha istituito a sua volta un mer-cato digitale. A che cosa ci stiamo riferendo? A un mercato che si è liberato dei limiti territoriali permettendo l’acquisto di beni e servizi tramite l’accesso a inter-net. Le migliori performance virtuali sono state realizzate da Google, E-bay, Paypall, ecc. Attualmente ad ogni innovazione tec-nologica si accompagna una disciplina normativa al fine di tutelare il più pos-sibile gli attori e incentivare l’accesso di nuovi in questo ormai consolidato mercato digitale. La Commissione eu-ropea, constatando la difficoltà che le varie imprese affrontavano nell’acce-dere a queste pratiche commerciali, si è occupata di questo nuovo merca-to ed ha proposto di istituire il Diritto comune europeo delle vendite (“Com-mon european sales law”), conosciuto anche come CESL.

Tale strumento va a regolare i contratti transfrontalieri conclusi sia tra imprese che tra impresa e consumatore, al fine di presentarsi come un unico diritto che va a disciplinare i rapporti tra i vari attori di questo mercato. Si tratta di uno strumento giuridico opzionale, che dunque non sostituirà i diritti nazionali dei singoli Stati, ma si affiancherà ad essi secondo la volontà espressa dalle parti ad un contratto. Gli aspetti positivi che si attendono da questo nuovo strumento normativo sono innanzitutto una riduzione dei costi di scambio transfrontalieri, in quanto verrà meno l’esigenza di una consulenza legale inerente al diritto da applicare. Altresì viene meno l’esi-genza di conformare i siti web al diritto dei Paesi in cui si intende realizzare tali scambi commerciali. Tutti questi fatto-ri si traducono in un abbassamento dei costi affrontati dalle imprese nel pro-cesso della commercializzazione. Un impatto positivo si avvertirà anche nei confronti dei consumatori, ai quali saranno offerti beni e servizi a prezzi più competitivi e saranno maggior-mente tutelati da un’unica disciplina europea. A beneficiarne ulteriormente saran-no anche le piccole e medie imprese, le quali dunque, sostenendo dei costi

meno onerosi rispetto al valore del contratto concluso, avranno la possibi-lità di essere più competitive nei mer-cato offrendo dunque i loro prodotti a prezzi più vantaggiosi. Ebbene si, ci rendiamo conto che si tratta di uno strumento che porterà una rivoluzione sulle pratiche com-merciali concluse online e speriamo che quest’ultimo possa presentar-si come un incentivo per la crescita dell’economia europea, che da un po’ di anni sta affrontando una dura fase di recessione. Attualmente la proposta istitutiva di tale diritto è in esame presso il Consi-glio dell’UE. Oltre all’istituzione di questo strumen-to, la Commissione ha dichiarato che entro il 2015 intende giungere ad un accordo sulla materia della protezio-ne dei dati personali, soprattutto per le operazioni commerciali online, ag-giornare le norme sui diritti d’autore e disporre l’erogazione di incentivi per la creazione di nuove start-up. Il tutto per completare il sistema nor-mativo che regolerà nei dettagli il mer-cato digitale.Vi invitiamo a consultare il nostro sito www.cherchilaw.eu e la nostra pagina Facebook e Twitter, per rimanere ag-giornati sulle novità in ambito europeo.

Europa più sostenibileLe pratiche

commerciali in Europa

subiranno una vera

rivoluzione grazie

al Common

European Sales Law.

a cura di Angelica Marino

22 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

EUROPA IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

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Lo Studio legale Cherchi & Partners informa che è stato pubblicato il nuovo bando europeo Life 2015, che vede

come beneficiari gli enti pubblici, le organizzazioni private (comprese PMI e grandi imprese) e gli enti priva-ti senza fini di lucro (incluse le ONG).LIFE 2014-2020, che sostituisce il programma Life+ 2007-2013, è il prin-cipale strumento finanziario per la tutela ambientale e lo sviluppo so-stenibile. Il programma è suddiviso in due sot-toprogrammi “Ambiente” e “Azione per il clima”, ciascuno a sua volta ar-ticolato in 3 aree d’azione prioritarie. Il sottoprogramma Ambiente fa rife-rimento al finanziamento di progetti

nei seguenti settori: Ambiente e uso efficiente delle risorse (scadenza 1° ottobre 2015); Natura e biodiversità; Governance ed informazione in ma-teria ambientale (entrambi a scaden-za 7 ottobre 2015). Nel sottoprogramma Azione per il cli-ma potranno essere presentati pro-getti nei settori mitigazione dei cam-biamenti climatici, adattamento ai cambiamenti climatici e Governance ed informazione in materia di clima. Il budget totale stabilito per il 2015 è di 240 milioni di euro.Per avere maggiori informazioni e vi-sionare la modulistica, visitare il sito ufficiale della Commissione europea http://ec.europa.eu/environment/life/funding/life2015/index.htm.

Life, una nuova vita per l’ambiente

a cura della redazione

Pubblicati

nuovi bandi da 240

milioni di euro per

tutelare l’ambiente e lo

sviluppo sostenibile.

23NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

POLITICAIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

In questa estate segnata dal terrori-smo islamico, consiglio di rispolve-rare Claude Lévi-Strauss, antropo-logo e filosofo, che nel 1985 mise

in chiaro la sua visione dell’occidente: “Ho cominciato a riflettere in un’epoca in cui la nostra cultura aggrediva altre culture e a quel tempo mi sono eretto a loro difensore e testimone”. “Oggi ho l’impressione che il movi-mento si sia invertito e che la nostra cultura sia finita sulla difensiva di fron-te a minacce esterne, fra le quali figura probabilmente l’esplosione islamica. E di colpo mi sono ritrovato ad essere un difensore etnologico e fermamente de-ciso della mia stessa cultura”. Molti anni prima un altro antropologo Lev Gumiliev, uno che in Russia è stato più volte incarcerato ai tempi di Stalin, scrisse che le civiltà conoscono fasi precise tanto nella loro ascesa, quanto

nella decadenza. Dopo la massima aggressività, ogni civiltà conosce un periodo di estremo benessere detto “omeostasi”, i nostri anni ottanta e novanta ad esempio, ai quali segue un declino rapidissimo che Gumiliev divide in due momenti. Nel primo, detto “chimera”, le istitu-zioni vanno in crisi, divampando falsi conflitti culturali che oscurano dal vero pericolo, che risiede proprio nella vici-nanza di un’altra civiltà in una fase di aggressività. Noi siamo qui. Se non poniamo rime-dio subito, il passo successivo sarà quello del “relitto”, in cui del mondo che conosciamo non resterà più nulla se non qualche parola galleggiante e svuotata di ogni senso. Oriana Fallaci - a proposito di letture da riprendere in mano - l’aveva capito benissimo.

La nostra cultura è finita

sulla difensiva di fronte

a minacce esterne,

fra le quali figura

l’esplosione islamica.

a cura di Matteo Salvini

Scontro tra civiltà

24 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

POLITICA IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Il Sistri, il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, nasce nel 2009 con l’intento di permettere l’informatizzazione dell’intera fi-

liera dei rifiuti speciali e di contrastare eventuali traffici illeciti degli stessi. Uno strumento volto a rendere più facile la vita alle aziende operanti nel settore ed a garantire maggiore trasparenza in un segmento che da sempre strizza l’occhio alle ecomafie. Modernizzazione, semplificazione, ef-ficienza. Tante parole “al miele”, ma dopo la firma dell’accordo tra il governo Ber-lusconi e la Selex, impresa che si im-pegna a progettare il sistema, arriva-no un filotto di rinvii. Ben nove in quattro anni, fino all’ulti-mo che vuole il Sistri al via da gennaio 2015. In questi sei anni di melina da parte degli esecutivi passati per Palazzo Chigi, il Sistri diventa terreno fertile per un intreccio di subappalti, false fatturazioni, soldi trasferiti in quattro e quattr’otto nei paradisi fiscali che hanno portato a decine di denunce e di arresti. Inoltre, la tecnologia pensata per ren-

dere efficace il sistema di tracciabilità si rivela obsoleta e superata a detta degli stessi esperti del settore. Alla luce di questo quadro torbido, come Movimento 5 Stelle nel mar-zo 2014 abbiamo chiesto al Governo Renzi di rivedere la legittimità del contratto con la Selex e, nell’indire il nuovo bando, di chiedere una formu-lazione di un progetto al passo con i tempi e trasparente non soltanto a parole, ma i nostri appelli sono caduti mestamente nel vuoto. E invece si va avanti con un meccani-smo considerato all’unanimità farra-ginoso e zavorrante, che mette in dif-ficoltà le migliaia di imprese obbligate ad aderire al sistema. Un meccanismo complesso e difficil-mente aggiornabile, che è diventato una vera dannazione per le aziende del settore, le quali dal 2010 hanno “foraggiato” la bellezza di 70 milioni di euro complessivi per avere in cambio un sistema totalmente inefficiente. Il Governo, ad inizio 2015, ha annun-ciato per bocca del Ministro dell’am-biente Gianluca Galletti un nuovo bando per luglio, costringendo però le aziende a presentare la propria

adesione entro aprile al sistema “vec-chio”, con tanto di sanzioni. Come Movimento 5 Stelle, abbiamo presentato un emendamento per pro-lungare fino a fine 2015 il rinvio delle sanzioni per la mancata iscrizione al Sistri, ma il Governo ha fatto in modo che venisse tempestivamente boccia-to. Così, le aziende si sono trovate a do-ver continuare a pagare per un servi-zio inesistente.La presa in giro si è definitivamente consumata lo scorso 10 giugno, quan-do in commissione Ambiente lo stes-so PD ha presentato una risoluzione con all’interno la stessa proposta di sospensione all’adesione al Sistri chiesta da noi a gennaio. Un teatrino dell’assurdo, visto che i termini per iscriversi scadevano ad aprile. Noi pensiamo che sul dramma di mi-gliaia di imprese, di lavoratori e su un sistema di tracciabilità dei rifiuti ne-cessario all’economia e all’ambiente di questo Paese, non si debbano fare questi giochetti. Altro che risoluzione in commissione! Il PD è al Governo: affronti e risolva la vicenda Sistri!

Trasporto rifiuti, telenovela Sistri

a cura di Patrizia Terzoni

70 milioni di euro

complessivi spesi

dai contribuenti,

in cambio di un

servizio inefficiente.

25NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

POLITICAIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Era attesa dall’ambiente e dai cittadini questa legge, defini-tivamente approvata dal Se-nato lo scorso 19 maggio, ov-

vero la riforma della disciplina dei reati ambientali, nota ora come legge n° 68 del 22 maggio 2015 sulle disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente. Una vittoria del MoVimento 5 Stelle at-traverso il cofirmatario Salvatore Micil-lo, il cui nome si lega nel testo unificato a Realacci (Pd) e Pellegrino (Sel). Mi-cillo proviene proprio dalla così detta “Terra dei Fuochi”, ha un consolidato impegno alle spalle su battaglie contro discariche e roghi. Da qui la necessità di presentare una propria proposta di legge per contra-stare e reprimere inquinamenti e disa-stri. Per 21 anni i partiti se ne sono stati a dormire mentre le terre venivano deva-state sopra e nel sottosuolo. Due anni esatti sono stati impiegati, ma alla fine hanno vinto quelli che hanno a cuore l’ambiente, comitati e future genera-zioni. Il provvedimento introduce nuovi delitti a salvaguardia dell’ambien-

te, stabilendo pene più gravi rispetto all’attuale sistema sanzionatorio, che puniva tali illeciti prevalentemente attraverso contravvenzioni e sanzio-ni amministrative previste dal Codice dell’ambiente (D.lgs. n. 152 del 2006). Dal 19 maggio ci sono 5 nuovi “delitti”:• inquinamento ambientale, che pu-nisce con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 100.000 euro chiunque abusivamente cagioni una compromissione o un deterioramen-to significativi e misurabili dello stato preesistente «delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo e del sottosuolo» o «di un ecosi-stema, della biodiversità, anche agra-ria, della flora o della fauna»;• disastro ambientale, che sanziona con la reclusione da 5 a 15 anni in se-guito ad un’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema;• traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, che punisce con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 50.000 euro chiunque abu-sivamente «cede, acquista, riceve, tra-sporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene, trasferisce, abbandona

materiale di alta radioattività ovvero, detenendo tale materiale, lo abbando-na o se ne disfa illegittimamente»;• impedimento del controllo;• omessa bonifica, che punisce con la reclusione da 1 a 4 anni e con la multa da 20.000 a 80.000 euro chiunque, es-sendovi obbligato, non provvede alla bonifica, al ripristino e al recupero del-lo stato dei luoghi. Tra le novità del provvedimento, dimi-nuzioni di pena per l’ipotesi colposa di inquinamento ambientale e di disastro ambientale, nonché per coloro che col-laborano con le autorità ed evitano che i delitti contro l’ambiente siano portati a conseguenze ulteriori. Previsto altresì un aggravamento di pena per i reati associativi connessi ai delitti contro l’ambiente e l’introduzio-ne dell’aggravante ambientale, in base a cui la pena è aumentata quando un fatto-reato sia commesso per la com-missione di un delitto contro l’ambien-te. In ultimo, la legge obbliga il condan-nato al recupero e - ove possibile - al ripristino a proprio carico dello stato dei luoghi.

Ecoreati, giustizia è fatta!

a cura di Salvatore Micillo

Una nuova

legge introduce

nuovi delitti a tutela

dell’ambiente,

un provvedimento

atteso da 21 anni.

26 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

POLITICA IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

L’Italia è Paese di frontiera, dove l’emergenza sbarchi degli im-migrati è sempre più grave, e per questo occorre che il nostro

Governo solleciti con forza l’Europa ad aumentare considerevolmente i fondi destinati alla gestione del flusso migra-torio nel nostro Paese. Proponiamo di trattenere i fondi in-viati dall’Italia in Europa, poiché sia-mo in credito di 6mld di euro l’anno e chiediamo anche di ottenere ciò che la Germania ha ottenuto già dal 2017, e cioè l’aliquota di prelievo ridotta della risorsa IVA, che è dello 0,15% rispetto allo 0,30% degli altri Paesi compresa l’Italia. Dal 2014 al 2020 hanno riotte-nuto questo meccanismo correttivo di nuovo la Germania, Paesi Bassi e Sve-zia. Basta. La cifra che andremmo a ri-sparmiare sarebbe di circa un miliardo di euro, che rimarrebbero nelle tasche

dei cittadini italiani senza finanziare questa Europa che non ci ascolta. È quanto propone il segretario nazio-nale dell’Idv Ignazio Messina.L’Idv ha anche depositato un’interro-gazione alla Camera con Nello Formi-sano e al Senato con Michelino Davico, in cui si chiede al Governo di “avviare un accertamento capillare sulla verifi-ca delle procedure di affidamento e di aggiudicazione dei servizi per l’acco-glienza dei richiedenti asilo”. Nell’atto, Formisano e Davico chie-dono di sapere “se i ministri compe-tenti hanno intenzione di richiedere formalmente, agli Organismi europei competenti, la revisione del sistema di contribuzione dell’Italia in favore dell’Unione Europea, dal momento che il nostro Paese è di fatto isolato nel far fronte ai flussi migratori dei richie-denti asilo e dei rifugiati”.

L’opinione dell’Italia

dei Valori su questo

tema scottante:

“Tratteniamo i fondi

da dare all’Europa”.

a cura di Ignazio Messina

Sos immigrazione

27NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

ECONOMIA E LAVOROIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

È questo il periodo dell’anno durante il quale i ragazzi de-siderano trovare un lavoro che permetta loro di ottene-

re un’entrata economica. Le aziende, però, non sono molto propense a pro-cedere con regolari assunzioni per bre-vi periodi, oltretutto per personale non dotato di alcuna esperienza. Cosa fare? Esiste una soluzione? Senz’altro si.Infatti, a partire dall’inizio del mese di giugno e fino a tutto settembre, gli stu-denti tra i 16 ed i 25 anni regolarmen-te iscritti ad un ciclo di studi possono svolgere attività di lavoro accessorio. Il lavoro accessorio è una particolare modalità di prestazione lavorativa la cui finalità è quella di regolamenta-re quelle prestazioni occasionali, che non sono riconducibili a veri e propri contratti di lavoro in quanto svolte in modo saltuario, e quindi di tutelare si-tuazioni altrimenti non regolamentate che, altrimenti, rischierebbero di rica-dere nel lavoro nero.In buona sostanza, si tratta di quelle prestazioni il cui pagamento avviene attraverso la corresponsione di buoni lavoro, ognuno dei quali ha un valore lordo pari a 10€, comprendente sia la retribuzione del lavoratore che la con-tribuzione previdenziale (ai fini pen-sionistici) ed assicurativa (contro gli infortuni sul lavoro). Al lavoratore (nel

nostro caso, lo studente) rimangono in tasca 7,50€ all’ora. Il tutto esentas-se. Va peraltro precisato che i buoni lavoro non danno diritto a prestazioni di malattia, maternità, disoccupazio-ne ed assegni familiari, e che possono essere utilizzati esclusivamente in caso di prestazioni lavorative svolte diretta-mente a favore dell’utilizzatore finale, essendo escluso che un’impresa possa reclutare e retribuire lavoratori per svolgere prestazioni a favore di terzi, come nel caso dell’appalto o della somministrazione.L’unica limitazione posta dal legi-slatore è di carattere quantitativo: il lavoratore non può guadagnare in un anno più di 5.060€ netti, anche sommando più rapporti lavorativi. Inoltre, se l’attività viene svolta per imprese o studi professionali, ogni singolo committente non può pagare più di 2.020€ all’anno al medesimo lavoratore. Nell’ambito del settore agricolo vige una regolamentazione particolare, che però non è molto dissimile da quella appena descritta.Solitamente ciò che limita l’utiliz-zo dei normali contratti lavorativi è costituito dai vari vincoli burocratici, spesso inutili e ripetitivi, che “fanno scappare la voglia” di regolarizzare questi rapporti di lavoro instaurati per brevi periodi con questi ragazzi. Ebbe-

ne, il bello del sistema dei voucher è proprio quello di aver superato la mag-gior parte delle difficoltà legate alle va-rie comunicazioni obbligatorie. Infatti, per poter lavorare con questo sistema gli studenti non devono affrontare al-cun impegno burocratico.Il committente, da parte sua, per poter far lavorare con il sistema dei voucher, deve adempiere a ben pochi e semplici adempimenti:• innanzitutto, deve acquistare i vou-cher (presso l’Inps, o presso un uffi-cio postale, o in tabaccheria ovvero in banca), in numero sufficiente per poter pagare tutte le ore di lavoro che stima necessarie;• prima dell’inizio dell’attività lavora-tiva, deve “attivare” i voucher acqui-stati, comunicando telematicamente all’Inps i dati anagrafici del lavorato-re, il luogo in cui si svolgerà l’attività lavorativa nonché la sua durata pre-sunta;• al termine, consegnare al lavoratore i voucher in misura (almeno) pari ad uno di essi per ogni ora lavorata.Il nostro ragazzo, dal canto suo, non dovrà fare altro che presentare i buo-ni ricevuti ad un qualsiasi ufficio po-stale, unitamente ad un documento di identità, e convertirli, così, in de-naro sonante. Facile no?

Lavorare durante le vacanze

a cura di Bruno Bravi

Studenti e lavoro

accessorio.

In estate si può,

ecco come.

28 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

ECONOMIA E LAVORO IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

L’ambiente, per noi del Movi-mento 5 Stelle, è un tema fon-damentale, come lo è il tema dell’occupazione.

Per questo motivo mi sono fatta pro-motrice, io nella Commissione Am-biente del Parlamento europeo e poi la mia collega Agea nella Commis-sione Occupazione e Affari sociali, di punti importanti che hanno trovato una larga condivisione fra i gruppi po-litici e hanno determinato l’adozione del testo finale all’unanimità dei voti. Le questioni principali che ho solle-vato a Bruxelles riguardano la fonda-mentale necessità di attuazione ed esecuzione delle vigenti direttive sul-le energie rinnovabili e sull’efficienza energetica, in modo che sia sfruttato appieno il potenziale di creazione di posti di lavoro verdi nell’UE.

Dobbiamo essere consapevoli che, ad oggi, un miglioramento dell’efficienza delle risorse potrebbe generare tra 1,4 e 2,8 milioni di posti di lavoro in Eu-ropa. Analogamente, un passaggio ad un’e-conomia basata sulla durata e la ripa-rabilità dei prodotti potrebbe creare posti di lavoro lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti in vari settori, come quello della manutenzione, delle ripa-razioni, dell’ammodernamento e del riutilizzo. Infine, la prevenzione dei rifiuti, la progettazione ecocompatibile, il riu-tilizzo e misure analoghe potrebbero far risparmiare 600 miliardi di euro netti alle imprese dell’UE.E allora, cosa stiamo aspettando? Dobbiamo, il più rapidamente possi-bile, passare da un’economia lineare

Aspettando la Green Economy Revolution

Sfruttare

le potenzialità

dell’economia verde

per creare fino a

2,8 milioni di posti

di lavoro.

a cura di Eleonora Evi

29NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

ECONOMIA E LAVOROIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

ad un’economia circolare, adottando un approccio olistico che contem-pli l’intero ciclo di vita dei prodot-ti, nell’ottica di consentire la ripresa dell’occupazione in seno all’Unione europea.Le misure fiscali che ho proposto ri-guardano, in primis, l’eliminazione progressiva di tutte le sovvenzioni di-rette e indirette dannose per l’ambien-te - incluse quelle per i carburanti fos-sili - e un’armonizzazione fiscale che sposti la tassazione dal lavoro all’in-quinamento ambientale, nello spirito del “chi inquina paga”.Ho, in secondo luogo, proposto l’intro-duzione di un sistema di sgravi fiscali per le PMI, che sono la spina dorsale dell’Europa, tramite idonei strumenti di defiscalizzazione per le imprese che producono prodotti e servizi ad eleva-to valore aggiunto ambientale.Sempre a favore delle imprese, ho chiesto di utilizzare in modo più effica-ce i Fondi europei e gli strumenti finan-ziari a disposizione, al fine di promuo-vere la transizione verso un’economia più verde. In quest’ottica, ho invitato la Com-missione affinché gli aiuti previsti dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) venissero indirizzati preferibilmente alle micro, piccole e

medie imprese che investono in cicli produttivi o forniture di servizi funzio-nali al sostegno dell’economia verde e circolare.La potenzialità del FEIS, infatti, potreb-be essere importante per agevolare lo sviluppo di attività ad elevato grado di innovazione ambientale e sociale da parte delle micro, piccole e medie im-prese.Ho, in conclusione, inserito il tema del-la riqualificazione in modo da favorire importanti settori come quello della ristrutturazione in ambito edile. Di pari passo, ho promosso proget-ti di “manutenzione” del territorio (combattendo i problemi del dissesto

idrogeologico).Delle misure importanti che, mi augu-ro, determineranno presto una green economy revolution.

Occorre utilizzare in modo più efficace

i Fondi europei per promuovere

la transizione verso

un’economia più verde.

L’ambiente è un tema importante per te e per

chi ti è intorno?Hai un argomento che

ti sta a cuore?Scrivici a:

[email protected]

30 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

ECONOMIA E LAVORO IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

La storia delle relazioni fra l’Eu-ropa e la regione anatolica è lunga ed affascinante; e oggi si fa pure attuale e indifferibile.

La Turchia contemporanea è però “nata” solo negli anni ‘20, sotto la gui-da di Mustafà Kemal, noto anche come Ataturk o “padre dei turchi”. Dopo l’in-gresso nella NATO (1952) la Turchia scelse di gravitare nell’allora “Bloc-co occidentale”; le relazioni ufficiali con l’Unione europea iniziarono poco dopo, nel 1963, con un embrione di unione doganale (Custom Union o CU) successivamente stipulata nel 1995 fra l’allora Comunità Economica Europea (CEE) e la Turchia. La crescita economica europea e la successiva stabilizzazione della politi-ca e dell’economia turca hanno porta-to negli anni una serie di positivi “divi-

dendi” nelle relazioni fra le due parti.Ben diverse, invece, rimasero le pro-spettive economiche; con la fine degli anni 2000 e l’inizio del successivo de-cennio il PIL della Turchia crebbe ver-tiginosamente, arrivando addirittura a +9% negli anni 2010-2011. Questo trend permise quindi una mag-gior interazione economica fra l’Unio-ne europea e il paese anatolico, con effetti positivi su entrambi i mercati. Per dare qualche dato: secondo sti-me del 2013 fra i principali sei partner dell’export turco ben quattro erano europei, ovvero Germania (9%), Gran Bretagna (5.7%), Italia (4.5%) e Francia (4.2%). Un discorso analogo vale per le importazioni, con Germania e Italia che da sole contribuiscono quasi al 15% dell’import turco.Le relazioni UE-Turchia, quindi, pre-

UE-Turchia, un binomio vincente

Le relazioni

UE-Turchia

ed il rinnovo della

Unione Doganale.

Un’integrazione

economica vincente.

a cura di David Borrelli

31NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

ECONOMIA E LAVOROIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

sentano un solido background e del-le grandi potenzialità. L’Europa, ad esempio, può fornire materiali e tec-nologie avanzate, know-how o moda; la Turchia invece è un forte esportatore di tessili e vestiti, alimenti processa-ti e prodotti metallici, oltre ad essere ormai un hub energetico di primaria importanza, grazie alla sua posizione strategica ed alla vicinanza con paesi esportatori di petrolio e/o gas quali l’I-ran o l’Azerbaijan.Le attuali relazioni economiche UE-Turchia sono basate su un accordo noto come Custom Union Agreement (in italiano “Unione Doganale”) entra-to in vigore nel 1995. Per vent’anni gli scambi commerciali fra i due partner si sono svolti nell’am-bito di questa cornice, creando una success story o, come detto da un re-cente rapporto della Commissione eu-ropea, uno “sforzo pionieristico rima-sto unico”. Dal 1996 ad oggi l’interscambio com-merciale si é quadruplicato, chiaro segnale dell’integrazione delle due economie. Oltre alla mera crescita de-gli scambi, poi, l’Unione Doganale ha permesso alla Turchia di allinearsi agli standard europei, comportando anche dei sensibili miglioramenti per i consu-matori turchi. A vent’anni di distanza, quindi, si può dire che l’accordo del 1995 sia stato un successo ed abbia contribuito concre-tamente al benessere di entrambe le parti, in una logica definibile win-win. Eppure, come recentemente annun-ciato dalla Commissaria europea Ceci-lia Malmstrom e come pure evidenzia-to dai rapporti della Banca Mondiale, è giunto ormai il momento di revisio-nare la Custom Union, aggiornandola e adeguandola all’attuale livello di scambi fra Unione europea e Turchia. Ad esempio l’attuale accordo copre solamente i beni industriali e i prodot-ti agricoli lavorati: queste previsioni, sicuramente in linea con la situazione economica turca ed europea degli anni ‘90, sono oggi superate. La Turchia e l’UE, quindi, hanno quindi un comune interesse a rinegoziare la CU tenendo conto di diverse variabili, ovvero: • allargare i settori di competenza del-

la CU, includendo alcuni nuovi ambiti ormai trainanti per l’economia, quali i beni agricoli non lavorati (ad esempio olio o pomodori), il mercato dei servi-zi, gli investimenti e gli appalti pubblici (public procurement);• risolvere alcune asimmetrie, quali la mancanza di un organismo di consul-tazione e di decisione riguardo alla CU, il ruolo dei vari accordi di libero scambio (Free Trade Agreement o FTA) in vigore in UE ma non in Turchia e la questione delle “quote stradali” o road quotas, per la circolazione di veicoli da trasporto turchi in Unione europea; • il possibile impatto del TTIP (Tran-satlantic Trade and Investment Part-nership) nelle relazioni UE-Stati Uniti e quindi, di conseguenza, UE-Turchia, anche in chiave politica e geopolitica. Il combinato disposto di questi ele-menti, quindi, rende la rinegoziazione della CU fra UE e Turchia un ambito affascinante ma alquanto complesso. Per questo l’Unione europea e le sue istituzioni dal 2014 hanno iniziato ad affrontare i vari step per aggiornare l’Unione Doganale, in un’ottica di avvi-cinamento delle due economie.Per questo l’Unione europea e le sue istituzioni dal 2014 hanno iniziato ad affrontare i vari step per aggiornare l’Unione Doganale, in un’ottica di avvi-cinamento delle due economie.La rinegoziazione della CU, quindi, pre-senta una serie di notevoli potenzialità ma anche qualche elemento dubbio. Vi è però un dato di base: la Turchia è un paese che negli ultimi venti anni è profondamente cambiato, ha un mer-cato interno imponente (oltre 80 milio-ni di consumatori) ed una dinamicità economica ben lontana dalla stasi o dalle crisi che attanagliano diversi sta-ti europei. In un certo senso, quindi, si

può dire che oggi Europa e Turchia si-ano partner più “simmetrici” rispetto allo squilibrio di metà anni ‘90. Questo maggior allineamento potreb-be portare dei frutti molto positivi nei nuovi settori che andrebbero negoziati: secondo stime della Banca Mondiale, infatti, la revisione della CU e l’inclusio-ne dei nuovi ambiti potrebbero gene-rare maggiori ricavi per 1,1 miliardi di dollari. Basti pensare che il settore dei servizi costituisce il 60% dell’economia turca e l’agricoltura un altro 10%, ma oggi entrambi sono fuori dalla custom union. Includerli, quindi, sarebbe un immediato valore aggiunto per le re-lazioni economiche dei due partner, anche se l’integrazione di nuovi settori richiederebbe una certa gradualità: nel campo agricolo, per esempio, l’UE ha delle regole alquanto severe in mate-ria di sicurezza alimentare alle quali la Turchia dovrebbe adeguarsi. In altre parole, le possibili riforme in materie settoriali che oggi sembrano indispensabili, devono essere inserite in un quadro più ampio di rinegoziazio-ne dell’Unione Doganale, e non essere oggetto di accordi separati. Per quanto urgente, accelerare la di-scussione di alcuni capitoli negoziali senza una visione generale rischiereb-be di impattare in modo negativo sulle relazioni d’insieme UE-Turchia. Nel corso dei prossimi mesi questo tipo di analisi e valutazioni saranno oggetto di discussione non solo dei singoli Go-verni, ma anche nel Parlamento euro-peo. E questo è il compito che come Pre-sidente del Gruppo di Monitoraggio UE-Turchia del Parlamento europeo intendo svolgere al fine di contribuire al risultato negoziale più equo ed effi-cace per ambo le parti.

32 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

ECONOMIA E LAVORO IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Il 20 maggio scorso si è tenuto, presso lo spazio Urban Center di Milano, il convegno “Jobs Act e Garanzia Giovani, Incentivi e

opportunità per inserire i giovani in azienda”. Si è trattato di un’importante occa-sione per fare il punto della situazio-ne venutasi a creare in seguito alle ultime novità legislative.Il quadro che ci viene restituito pre-senta luci ed ombre: se da una par-te si registra infatti un aumento del 24% delle assunzioni con contratto a tempo indeterminato (con la nuova formula delle “tutele crescenti”) nel primo trimestre dell’anno, dall’altra va ricordato che la disoccupazione si attesta comunque al 13%, con un trend addirittura in crescita.Gli incentivi per le assunzioni a tem-po indeterminato hanno sortito, al-meno in parte, gli effetti desiderati, ma da soli non bastano: il costo del lavoro rimane ancora troppo alto. Andrebbero inoltre maggiormente coinvolti gli operatori privati nell’ot-

tica della fornitura di un supporto attivo alla ricerca di un impiego per i giovani.Marina Verderajme, presidente di ACTL Sportello Stage, che ha aperto il convegno, ha dichiarato: “Gli oltre 18.000 giovani inseriti nel mercato del lavoro in Lombardia tramite Ga-ranzia Giovani (equivalenti ad un ter-zo degli iscritti totali) sono un primo risultato importante. In qualità di ente accreditato, stiamo proseguendo un lavoro capillare di informazione e assistenza alle im-prese per promuovere le opportunità e agevolazioni previste dal bando e sempre più aziende stanno inseren-do giovani in tirocinio con prospetti-ve di inserimento.”Nel corso della mattinata è interve-nuta anche Valentina Sgambetterra, del Dipartimento mercato del lavoro e formazione della Cisl Milano Metro-poli, che ha commentato gli effetti positivi prodotti dal Jobs Act, nell’ot-tica della creazione di una maggior stabilità nei contratti lavorativi.

Le nuove disposizioni e novità conte-nute in Jobs Act e Garanzia Giovani sono state in seguito approfondite da Gabriele Fava, responsabile dello studio Fava & Associati e da Gianni-cola Rocca di Rocca & Partners.Il convegno, moderato dal giornali-sta Enzo Argante di Sky Reteconomy, si è concluso con la testimonianza di Chiara Pirani, HR manager di Baglio-ni Hotels, azienda che ha utilizzato il bando come strumento per l’inseri-mento in organico di nuove risorse.

Jobs Act, a che punto siamo?

a cura di Simone Pivotto

La nuova riforma

e Garanzia Giovani:

ecco i primi effetti

sul mercato

del lavoro.

Hai quesiti sulla riforma del lavoro?

Fai una domanda ai nostri esperti!

[email protected]

33NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

ECONOMIA E LAVOROIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

La mia idea consiste nel pubbli-care su un elenco ufficiale della Commissione Europea i nomi delle società donatrici di fondi,

peraltro non necessariamente quotate in Borsa. Un simile meccanismo garantirebbe la pubblicità dei donatori, innescando una gara a donare fondi, anche in virtù del prestigio aziendale e di una rinno-vata solidità patrimoniale delle società donatrici agli occhi dei rispettivi azio-nisti. L’uso dei fondi, al fine di evitare effetti di inflazione fine a se stessa e dunque di recessione del Pil reale (potere d’ac-quisto), peraltro con il rischio di per-dita di competitività, dovrebbe essere monitorato da autorità quali la Banca Europea degli Investimenti, la Com-missione Europea, l’Ocse e vari organi-smi autorevoli. Naturalmente i rischi di aggravare la corruzione clientelare nel cosiddetto “Club Med”, per quanto in tal caso essa non ricadrebbe direttamente sui con-tribuenti, sarebbero non indifferenti ed è per questo che occorrerebbe uno stretto monitoraggio, ai fini di evitare

una riduzione della propensione all’in-vestimento produttivo. I casi di autostrade di dubbia utilità, oppure di interminabile costruzione, o di immani costi, o di perdite private a carico - di fatto - del contribuente, o ancora casi di esproprio di agriturismi o aziende o terreni agricoli ai fini di opere pubbliche superflue e spesso corrotte sono del resto tristemente noti in Italia. Occorre appunto una supervisione adeguata ai fini di “impugnare il col-tello dalla parte del manico”, concetto non dissimile a quello sull’uso della moneta e della politica monetaria stes-sa. Paesi quali Venezuela e Argentina, mal-grado stampino continuamente mo-neta, non mi paiono particolarmente progrediti, anzi ultimamente sentiamo parlare di crisi da iperinflazione, oltre al fatto che la democrazia, almeno in Argentina, non pare essere garantita. La moneta ha due facce, dipende da come la usiamo.L’idea di un fondo di volontariato azio-nario europeo ritengo sia urgente: non bastano Banca Etica e progetti di finan-

ziamento solidale fra persone comuni; occorre qualche veicolo che metta in concorrenza pubblicitaria i grandi im-prenditori, che devono essere spinti a donare, facendo così pubblicità alla propria impresa. Non è un concetto dissimile rispetto a quello delle donazioni ai poveri o ai malati, molto in voga nei paesi di cul-tura anglosassone, ma non solo. Fac-ciamo una donazione ad un ente pa-rastatale che controlli come vengono spesi i soldi, possiamo progettare un apparato europeo, qualcosa di effica-ce, che funzioni. Teoricamente, possiamo anche costi-tuire un apparato di cittadini comuni che eleggono imprenditori privati per eseguire le opere, disposti ad autofi-nanziarsi, mettendosi in concorrenza con le procedure “regolari” degli ap-palti pubblici. È possibile lanciare questo progetto e proporre provvedimenti adeguati in sede europea, partendo da un’opera-zione di condivisione popolare prima che politica, così che nessun politico possa arrestare questo processo. È possibile.

Fare volontariato in un fondo azionario

a cura di Vinicio Paselli

Per risolvere

in parte la crisi

nell’Eurozona, arriva

l’idea del fondo

di volontariato

azionario europeo.

34 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

PREVIDENZA IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Per ogni figlio nato o adottato tra il 1° gennaio 2015 ed il 31 dicembre 2017, nell’ambito della Legge di Stabilità 2015,

l’INPS erogherà un assegno annuo di importo pari a 960 euro (erogato men-silmente, 80€ al mese per 12 mesi) fino al terzo anno di vita del bambino, oppure fino al terzo anno dall’ingres-so in famiglia del figlio adottato. L’assegno è previsto per i figli di citta-dini italiani o comunitari, oppure per i figli di cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno UE per sog-giornanti di lungo periodo, residenti in Italia. Al fine di godere di questo beneficio, i cittadini stranieri aventi lo status di rifugiato politico o lo status di prote-zione sussidiaria sono del tutto equi-parati ai cittadini italiani. Gli interessati, per godere del bonus bebè, devono avere residenza in Ita-lia ed il minore deve assolutamente convivere con i genitori (naturali o adottati), e per convivenza l’Istituto di Previdenza Sociale intende quelle persone che coabitano e che hanno dimora abituale nello stesso comune.Come abbiamo detto, potranno usu-fruire del Bonus anche le famiglie degli immigrati e tali misure avran-no, per potere usufruire del sostegno economico, delle regole ben precise:

la condizione essenziale è il possesso di un ISEE, in corso di validità con un valore non superiore a 25.000€ annui. Per i nuclei familiari in possesso di un ISEE non superiore a 7.000 euro annui, l’importo corrisposto è esattamente il doppio, 160 euro al mese, 1.920 euro all’anno, 5.760 euro nel triennio, sem-pre in rate mensili e con le stesse de-correnze e durate. L’attestato ISEE va chiesto con il mo-dello DSU (dichiarazione sostitutiva unica) ovviamente prima della pre-sentazione della richiesta del Bonus Bebè. Nel caso in cui il minore sia affidato a una famiglia occorre tenere conto del reddito ISEE di questa famiglia e non di quella naturale. La richiesta va fatta entro 90 giorni dalla nascita del bambino o dell’in-gresso nella famiglia adottiva. Nel caso in cui si lasci scadere il termi-ne, non si perde il diritto di poter usu-fruire dell’assegno, ma ovviamente il bonus sarà fatto decorrere dal mese in cui è stata presentata la richiesta. Ovviamente si perde il diritto all’ero-gazione per i mesi precedenti.In via del tutto transitoria, per gli eventi che si sono verificati tra il 1° gennaio e il 27 aprile 2015 la scadenza è rinviata al prossimo 28 luglio. La domanda per il riconoscimento

della prestazione deve essere presen-tata all’INPS esclusivamente in via te-lematica, mediante uno dei seguenti canali:• servizi telematici accessibili diret-tamente dal cittadino tramite PIN di-spositivo direttamente con il portale dell’Inps (www.inps.it);• Contact Center Integrato, numero verde 803.164;• patronati, attraverso i servizi offerti dagli stessi.Il pagamento mensile è effettuato di-rettamente al richiedente secondo le indicazioni contenute nella domanda stessa (accredito in conto corrente, ecc.).Con questo sostegno il Governo, at-traverso l’Inps, ha voluto e cerca di mettere un freno al calo demografico che sembra non subire tentennamen-ti negli ultimi anni. Persino il Papa, nel viaggio effettuato di recente a Torino, ha voluto sottoli-neare l’aspetto di scarsa tutela delle famiglie da parte del sistema politico che, con la contingenza economica avversa, si ritrovano ad affrontare i problemi che oramai sembrano esse-re diventati generazionali. La richiesta di sostenere la famiglia, oltre il sistema economico, è diventa-to oramai un problema quasi di emer-genza sociale.

Bonus Bebè

a cura di Giovanni Firera

Uno strumento

di sostegno alle

giovani mamme,

nato per invogliare la

popolazione ad alzare

il tasso di natalità.

35NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

COSTUME E SOCIETÀIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Internet e le tecnologie digitali in-fluenzano sempre più il modo in cui viviamo. Tuttavia, l’Europa non è ancora riuscita a sfruttare appie-

no questa rivoluzione. Lo scorso 6 maggio la Commissione europea ha reso pubblici i piani per l’e-liminazione delle barriere che ostaco-lano le transazioni online. Inizia così un percorso di riforma che ci vedrà impegnati nella realizzazione di un ambizioso obiettivo: la creazione di un mercato unico digitale europeo. Nel 2014, solo il 15% dei consumatori europei ha effettuato acquisti online da un altro Stato membro. Questa è soprattutto la conseguenza di una serie di pratiche discriminato-rie come, ad esempio, il cd “blocco geografico”, che impedisce ad un con-sumatore di accedere ad un sito inter-net sulla base della sua ubicazione o lo reindirizza verso un sito di vendite locale, che pratica prezzi diversi. Si sti-ma che se i nostri cittadini potessero scegliere fra l’intera gamma di beni e servizi offerta nell’Unione europea, ri-sparmierebbero fino a 11,7 miliardi di euro l’anno. Lo scorso anno, solo il 7% delle piccole e medie imprese che operano online ha venduto all’estero. La causa prin-

cipale sono i costi supplementari da sostenere per commerciare la propria produzione negli altri Stati membri. Per adattarsi alle diverse normative nazionali, infatti, le imprese che ope-rano online possono arrivare a pagare fino a 9.000 euro. A tal proposito, si stima che se tutti i Paesi membri applicassero al commer-cio elettronico le stesse regole, il 57% delle imprese comincerebbe o inten-sificherebbe la vendita online in altri paesi dell’Unione. Il nostro obiettivo è eliminare le bar-riere nazionali alle transazioni online. Al momento, stiamo esaminando in Parlamento il testo presentato dalla Commissione. Si tratta di una proposta molto ambiziosa, che mira ad agevola-re il commercio elettronico transfron-taliero, eliminando il blocco geografico ingiustificato, tutelando in maniera più rapida ed omogenea i consumatori, modernizzando la legislazione d’auto-re, riducendo gli oneri amministrativi alle imprese (che derivano dai diversi regimi IVA) e aumentando l’accesso transfrontaliero ai servizi radiotelevisi-vi in Europa. Quello dell’accesso transfrontaliero ai servizi radiotelevisivi in Europa è un tema per il quale mi batto fin dalla

scorsa legislatura. L’inesistenza di un mercato unico digitale europeo non è, infatti, un tema astratto ma, piutto-sto, un fastidio che ogni utente prova quando tenta, ad esempio, di collegar-si dall’estero al sito della Rai e si vede negare l’accesso ai contenuti perché questi sono disponibili unicamente per chi risiede in Italia. Si tratta di una problematica che interessa in parti-colare le realtà di frontiera come, ad esempio, il Sudtirolo, dove la televisio-ne pubblica tedesca non ha il diritto di trasmettere eventi sportivi internazio-nali, come i mondiali di calcio o i Gio-chi Olimpici, perché i diritti per questi eventi sono concessi solo a livello di Stato e non di singole Regioni. Per me-glio rispondere ai bisogni della popola-zione di questi territori, sarebbe quindi opportuno modificare la legislazione vigente in modo tale da allocare i diritti non su base nazionale, ma seguendo i confini linguistici. Nel prossimo anno si decide il futuro digitale dell’Europa. Ci impegneremo per rimuovere le barriere che ostacola-no la libera circolazione dei contenuti digitali, mossi dalla ferma convinzione che ogni cittadino deve poter accedere senza discriminazioni all’intera offerta digitale europea.

L’Europa abbattei confini online

a cura di Herbert Dorfmann

Con l’introduzione del

Mercato Unico Digitale,

l’Unione europea si

prepara a far cadere le

frontiere del web.

36 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

COSTUME E SOCIETÀ IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Lo scorso 25 maggio, la Sezione specializzata in materia d’im-presa del Tribunale di Milano si è pronunciata sull’esito di un

giudizio cautelare ante causam instau-rato da diverse associazioni, operatori e consorzi di taxi contro diverse società parte della compagine Uber. Oggetto del contendere, l’applicazione informatica Uber POP, un programma scaricabile ed accessibile da tutti i di-spositivi mobili, collegato ad una piat-taforma telematica. Tale applicazione svolge un servizio d’intermediazione, mettendo in con-tatto la domanda e l’offerta di traspor-to privato. A differenza dell’ordinario servizio Uber, gli autisti non sono però dei pro-fessionisti, ma dei privati. Anche i veicoli, anziché essere le lus-

suose auto scure, caratteristiche del servizio classico, sono spesso comuni utilitarie. Secondo i ricorrenti, il servizio denomi-nato “Uber POP” - consentendo a co-muni cittadini, privi di autorizzazione o licenza, di porre in essere servizi di trasporto a pagamento - costituirebbe una forma di concorrenza sleale nei confronti dei tassisti italiani. Pertanto, essi hanno chiesto al Tribunale di inibi-re in via cautelare ad Uber la prosecu-zione della citata attività.Il Tribunale ha valutato gli specifici requisiti richiesti per l’esercizio dell’a-zione di accertamento dell’illecito con-correnziale. Il primo requisito attiene all’esistenza di un rapporto di concorrenza, e quin-di di interferenza, tra i servizi posti in essere rispettivamente dalle parti ri-

Uber POP, esercizio abusivo?

Il Tribunale di

Milano si pronuncia

in merito al servizio di

trasporto non di linea

Uber POP.

a cura di Gabriele Matteo Fiorentini

37NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

COSTUME E SOCIETÀIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

correnti e resistenti. Il giudice ha rico-nosciuto la sussistenza di tale requisito valorizzando, in particolare, le analo-gie tra la richiesta di trasporto propo-sta mediante l’applicazione Uber POP e quella che passa attraverso i servizi di Radio Taxi, da anni diffuse in tutte le città. Nel prosieguo, il Tribunale si con-centra sulla possibilità di assimilare Uber POP al servizio taxi. Al fine di negare tale natura al servizio da essi offerto, i resistenti hanno so-stenuto che il sistema darebbe vita ad una community chiusa, limitata ai pas-seggeri e ai guidatori aventi installato l’applicazione. Conseguentemente, il relativo traspor-to dovrebbe considerarsi privato. Il Tribunale, nel rigettare tale tesi, ha osservato che il servizio è svolto, a pagamento, nell’interesse di persone diverse dall’intestatario della carta di circolazione, e che la sussistenza di una community non consente, a legi-slazione vigente, di esercitare in forma privata, senza titolo autorizzativo, una tale attività. La successiva questione affrontata dal Tribunale è strettamente legata a quella della qualificazione da dare alla somma ricevuta dall’autista. Le società resistenti sostenevano che tale somma fosse un mero rimborso spese, così da far rientrare il servizio Uber POP all’interno della categoria, di non ancora precisa definizione norma-tiva, del car pooling. Il giudice ha esclu-so espressamente la riconducibilità di Uber POP a tali forme di mobilità con-divisa, in quanto l’autista non ha un interesse proprio a raggiungere il luo-go indicato dall’utente e “in assenza di alcuna richiesta, non darebbe luogo a tale spostamento”.A questo punto della motivazione, il Tribunale ha affrontato una delle que-stioni più complesse del caso. Il fatto che il singolo autista, svolgen-do il servizio senza licenza, ponga in essere una condotta vietata, non com-porta di per sè una responsabilità per concorrenza sleale del fornitore di un servizio di intermediazione. Il Tribunale, tuttavia, ha osservato che le società resistenti sono di fatto responsabili di aver generato il feno-meno, consentendo un incremento

esponenziale del perimetro di attività, della clientela e del numero dei sog-getti privi di licenza svolgenti servizi di trasporto analoghi a quello taxi. In virtù di tali attività, il ruolo di Uber nella vicenda supererebbe ampiamen-te quello di mero intermediario, coin-volgendo invece “aspetti direttamente organizzativi e propulsivi” del servizio. Così ricollegata l’attività delle società resistenti a quella del singolo autista senza licenza, il Tribunale ha ritenuto integrato l’illecito concorrenziale ex art. 2598, comma 3, c.c.. Per queste ragioni, il Tribunale, ac-certata la concorrenza sleale posta in essere dalle parti resistenti, ha inibito alle stesse l’utilizzazione dell’app Uber POP sul territorio italiano e, più in ge-nerale, la prestazione di un servizio, comunque denominato, tale da orga-nizzare e promuovere la prestazione di servizi di trasporto a pagamento, su itinerari e secondo orari di volta in vol-ta stabiliti, da parte di soggetti privi di licenza o autorizzazione. Il Tribunale ha poi previsto una pena-le di Euro 20.000,00 per ogni giorno di ritardo nell’attuazione dell’inibitoria, a partire dal quindicesimo giorno suc-cessivo alla comunicazione dell’Ordi-

nanza. Infine, è stata disposta la pubblicazio-ne del dispositivo, per trenta giorni, sulla home page italiana del sito www.uber.com. Sicuramente, la vicenda non è ancora arrivata alla sua fine. Uber pare intenzionata a procedere nella battaglia legale e, parallelamen-te, in quella politica, mirante alla mo-difica della normativa che regola il set-tore dei servizi di trasporto pubblico non di linea (taxi e NCC). Non vi è dub-bio che quest’ultima mostri crescenti profili di obsolescenza, con norme che non tengono il passo rispetto alle evo-luzioni tecnologiche diffusesi negli ulti-mi vent’anni. Inoltre, manca ancora nell’ordinamen-to una definizione normativa di car pooling, attualmente rimessa agli in-terpreti. Per Uber, risulta probabilmente più opportuno concentrarsi sull’attività di lobbying in sede legislativa, anche al fine di sostenere una maggior liberaliz-zazione del settore. Al contrario, le possibilità di ottenere una vittoria nella sede giurisdizionale di merito risultano, alla luce della legi-slazione vigente, piuttosto esigue.

38 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

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Se l’obiettivo di Uber fosse quello di attuare una multi-modalità del trasporto insie-me ad altri competitor, molto

probabilmente non si sarebbe arriva-to a tutto ciò e il management avreb-be trovato il favore almeno di una parte della politica italiana, ovvero quella dell’intergruppo innovazione.È mia opinione personale, invece, ri-tenere che il management di Uber vo-glia solo trarre un vantaggio mediati-co da tutto ciò che sta accadendo e lo fa con una precisione certosina.Ma quello che è peggio e mi rattrista è l’esaltazione di molti nel definire quest’applicazione il futuro del tra-sporto. Ma andiamo con ordine.In un’ottica di rete, di multimodalità del trasporto e, perché no, nell’au-spicabile Open Transport Data Mani-festo, affermare che questa app da-rebbe vita ad una community chiusa equivale a dire che l’euro può circo-lare solo tra le persone che lo usano,

un’assurdità. Il trasporto è rete. Un city logistics manager, anche me-diocre, riesce a percepire un sistema nel suo complesso con una visione allargata ed interconnessa, i romani lo sapevano bene ed è grazie a que-sto che sono riusciti a costruire un impero. Uber parte da pochi utilizzatori re-clutando al tempo stesso gli autisti, organizzando tutta la parte logistica, superando la mera intermediazione tra domanda ed offerta.Per il futuro si possono aprire due scenari: nel primo caso, se non ci sarà nessun’altro a fargli concor-renza, si andrà verso una situazione di monopolio mentre, nel secondo caso, se ci saranno altri concorrenti, si avrà una frammentazione dei si-stemi di trasporto che genererà inef-ficienza. Capire questo è abbastanza elementare.Uber promette di trovare un driver nelle vicinanze che percorre il tuo

Fenomeno mediatico L’opinione

di un imprenditore

dei trasporti sul caso

Uber, anche alla luce

della sentenza del

Tribunale di Milano.

a cura di Gaetano La Legname

39NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

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stesso itinerario.Non è proprio così, almeno ora. Io l’ho usato diverse volte ed è arrivata un’utilitaria (UberPop) che è parti-ta da un punto abbastanza distante per portarmi a destino, esattamente come il servizio svolto dal radio taxi. Tra l’altro pagando la tariffa di Uber-Black e in questo purtroppo c’è am-biguità.BlaBlaCar, per citare un altro sistema telematico, basa invece la sua effi-cienza su due assunti: “Dimmi dove vai” e “Dimmi quanto spazio hai”. Da questo punto di vista la piattafor-ma potrebbe funzionare anche nei percorsi urbani, dimostrando di esse-re nettamente migliore di UberPop. Ma per poter raggiungere l’ottimo tutti i cittadini dovrebbero poter co-noscere questi dati e far combaciare le loro richieste con le offerte di pas-saggio.Se esiste concorrenza, invece, i dati non potranno mai essere aggregati se non da un soggetto super partes che ha un fine superiore nei confronti della collettività.È molto semplice, tanto che non si ri-esce a capire come sia possibile che un’azienda con disponibilità econo-mica illimitata (o quasi) non abbia queste funzionalità. Quindi dov’è l’innovazione? Dov’è l’ottimizzazione?Inoltre, i dati di Uber sono accessibili alle altre modalità di trasporto? No, ovviamente. Loro non ci tengono a condividere il loro database, per-ché mai dovrebbero farlo se sono i paladini del libero mercato e della competizione?Queste domande le rivolgo a tutti co-loro i quali, per partito preso e senza alcuna competenza nel trasporto di persone o merci, elogiano oltremodo le caratteristiche di Uber. Per creare un trasporto efficace ed ef-ficiente bisogna saper trovare il giu-sto equilibrio tra logica di profitto e logica di servizio, spostare la lancetta da un lato o dall’altro significa creare entropia sociologica nel primo caso ed inefficienza nel secondo.A questi stessi individui vorrei fare un’altra domanda: se, ipoteticamen-te, qualcuno di voi avesse necessità

di un trasporto di merci del tipo pa-nic (in gergo tecnico, è un trasporto con resa immediata per evitare fermi di produzione o mancate forniture) e il vostro interlocutore vi chiedesse un prezzo irragionevole, come reagi-reste? Sicuramente gli direste che sta ap-profittando della situazione, che sta attuando un atto di sciacallaggio.Bene, sappiate che questo è il fun-zionamento dell’algoritmo “surge” dell’app in questione, contestato dal Tribunale di Milano nel caso della re-munerazione degli autisti.Continuando il paragone con l’autotra-sporto di merci su strada, sia Uber sia le borse noli telematiche usano la leva tariffaria generando offerte al ribasso. Mentre Uber lo fa nei confronti di una pluralità di soggetti come i taxi e gli NCC, le borse noli lo fanno solo all’in-terno della stessa categoria, quella degli autotrasportatori.

La tariffa si dovrebbe abbassare an-dando a migliorare l’efficienza del trasporto e non mettendo uno contro l’altro i giocatori.Alla fine, chi ci guadagna è solo chi offre il servizio di mediazione, con l’aggravante che Uber non rispetta la normativa mentre le borse noli sì, in quanto utilizzano professionisti in regola con la normativa.Chi scrive sa bene che la normativa non è più al passo con i tempi ed è d’accordo, in linea di principio, con le osservazioni dell’Autorità di Regola-mentazione dei Trasporti nella parte in cui propone un diverso uso dei taxi e degli NCC, integrandoli con il trasporto pubblico locale e definendo il car po-oling come servizio di cortesia attuato da non professionisti che ricevono dai passeggeri il solo contributo spese. Quindi, attendiamo l’evoluzione di questa vicenda, sono sicuro che avrà risvolti interessanti.

Uber promette di trovare

un driver nelle vicinanze

che percorre il tuo stesso itinerario.

Non è proprio così...

40 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

COSTUME E SOCIETÀ IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

La Provincia di Reggio Calabria è beneficiaria di un finanzia-mento POR Calabria FESR 2007-2013 per la realizzazio-

ne del Progetto Integrato di Sviluppo Locale “Meglio Muoversi”. Il progetto riguarda i Sistemi di Mo-bilità Intercomunale, finalizzati a sostenere la domanda di mobilità a scala intercomunale (studenti, lavo-ratori, etc.) all’interno delle aree ter-ritoriali conurbate e verso i Comuni dove sono localizzati i principali ser-vizi pubblici (scuole, ospedali, uffici, ecc.), nell’ottica della mobilità soste-nibile. L’idea forza di Meglio Muoversi è av-viare un processo di pianificazione, di gestione integrata e monitoraggio e di servizi di mobilità avanzata. Tale processo è volto a modificare i comportamenti di viaggio degli uten-ti, infittire le reti di connessione ma-teriali ed immateriali, favorire l’in-tegrazione tra differenti modalità di trasporto, che sono azioni indispen-sabili per un sistema dei trasporti so-

stenibile a livello sociale, economico e ambientale.Meglio Muoversi fornisce ai cittadi-ni due nuove alternative modali e si articola in due operazioni: CHI-AMA Bus, che offre un servizio a chiama-ta nella forma di NCC (noleggio con conducente) e “C’ENTRO con Car Sharing & Car Pooling”, che offre un servizio di car sharing e promuove il car pooling.Entrambe le operazioni realizza-no servizi di trasporto flessibili nel tempo e nello spazio, innovativi per il contesto provinciale reggino e re-gionale, con una funzione comple-mentare ed integrativa rispetto ai trasporti pubblici esistenti. I servizi erogati consentono di mi-gliorare gli spostamenti verso poli ad alta attrattività, quali le strutture sa-nitarie, i nodi di trasporto, le sedi di studio e di lavoro, ma anche i poli di interesse turistico.La flotta CHI-AMA Bus è composta da auto a 9 posti e autobus, concessi in usufrutto ad operatori economici che

hanno aderito al progetto, attraverso un accordo quadro, con la Provincia di Reggio Calabria. La flotta C’ENTRO è composta da auto a gasolio ed elettriche che pos-sono essere noleggiate in parcheggi dedicati su tutto il territorio provin-ciale.Una centrale di mobilità è preposta all’organizzazione dei servizi. È il motore di intelligenza umana e artificiale del progetto, dovendo as-solvere alla funzione di programma-zione e gestione dei servizi, e di me-diazione tra le richieste dell’utenza e le esigenze operative.Delle pensiline multimediali, installa-te sul territorio, fungono sia da punto di raccolta, sia da sistema di comuni-cazione con la centrale operativa, es-sendo dotate di schermo touch scre-en con connessione internet. Un’app, fruibile da tutti i dispositivi devices, consente l’accesso al sito web dedicato per la registrazione, le prenotazioni e altre funzioni di infor-mazione all’utenza.

La nuova era dellamobilità sostenibile

a cura di D. Catalfamo, G. Chilà e M.R. Trecozzi

CHI-AMA Bus e

C’ENTRO, i servizi

di mobilità avanzata

della Provincia di

Reggio Calabria.

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41NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

“Chi non ha mai posseduto un cane, non può sapere che cosa significhi essere amato”, dis-se Schopenhauer. Purtroppo

non sempre l’uomo contraccambia l’amore incondizionato del proprio cane.La stagione estiva comporta inesora-bilmente il verificarsi di un fenomeno tanto triste quanto, purtroppo, ricor-rente. Ogni estate in Italia vengono abban-donati oltre sessantamila animali da coloro che, al momento di partire per le vacanze, li vedono come un pro-blema a cui rimediare con la soluzio-ne più crudele: l’abbandono.Secondo la Lega Nazionale per la Di-

fesa del Cane, un animale abbando-nato è spaesato, si muove in modo confuso ed insegue i passanti, in cer-ca di acqua, cibo e affetto. Qualora si trovi un cane smarrito, occorre avvicinarlo con cautela e pa-catezza e contattare i Vigili Urbani. Se l’animale è ferito, in ogni caso, va contattato il Servizio Veterinario dell’Asl di competenza territoriale, che ha l’obbligo di prestare assisten-za 24 ore su 24.L’abbandono di animali è un rea-to contravvenzionale disciplinato all’art. 727 del codice penale che pu-nisce con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 € chiunque abbandoni animali dome-

È il tuo migliore amico, perché abbandonarlo?

Con l’estate aumentano

i casi di abbandono

di animali. Un gesto

duramente punito dalla

legge, oltre che dalla

morale comune.

a cura di Elisa Fea

42 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

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stici o che abbiano acquisito abitudi-ni alla cattività.La denuncia per abbandono di ani-mali può essere presentata personal-mente presso qualsiasi ufficio di Poli-zia Giudiziaria, eventualmente con il sostegno di Associazioni animaliste.Ai fini dell’integrazione del reato di abbandono di animali non è necessa-rio il dolo, cioè la volontà del sogget-to agente di infierire deliberatamen-te sull’animale, né che quest’ultimo riporti una lesione all’integrità fisica, potendo la sofferenza consistere in soli patimenti e potendo l’elemento psicologico del reato consistere in una semplice negligenza che confi-guri, pertanto, la colpa.Il reato contravvenzionale di abban-dono di animali, nella versione mo-dificata dalla legge 20 luglio 2004, n. 189, concorre con gli ulteriori reati previsti dalle leggi speciali. Si ricorda, poi, che il distinto reato di maltrattamento di animali discipli-nato all’art. 544-ter del codice penale non configura una contravvenzio-ne, bensì la figura di reato più grave

rappresentata dal delitto e prevede la pena della reclusione da tre a di-ciotto mesi o della multa da 5.000 a 30.000 €.Con una recente e significativa sen-

tenza, il Tribunale di Trento ha con-dannato i padroni di un pastore te-desco per il reato di abbandono di animali per avere tenuto il cane in stato di incuria. Il pastore tedesco vittima della triste vicenda che ha portato alla condan-na dei suoi padroni-carnefici si era ri-petutamente lamentato, abbaiando ed ululando, a causa delle condizioni in cui era costretto a vivere: relegato su un terrazzino, spesso privo di ac-qua e cibo.Il Tribunale di Trento ha, dunque, sottolineato che la nozione di abban-dono di cui all’art. 727 del codice pe-nale postula una condotta ad ampio raggio, che include anche la colpa intesa come indifferenza, trascu-ratezza, disinteresse nei confronti dell’animale.

La denuncia per abbandono

di animali può essere presentata

personalmente presso

qualsiasi ufficio di Polizia Giudiziaria.

FIRMIAMO.IT

Un’importante battaglia per i diritti degli animali ha l’obiettivo di porre finalmente fine al fenomeno dei canili lager. È infatti aperta una petizione sul sito Firmiamo.it per chiedere controlli serrati e pene severe contro i responsabili dei canili degli orrori: azioni necessarie che non possono essere rimandate ulteriormente e che sono state rese ancora più impel-lenti da diversi episodi di cronaca.La richiesta che si legge nella petizione è tanto forte quanto veritiera: “Siamo stanchi di questi assassini, siamo stanchi che questi crimini non vengano puniti con le giuste punizioni. La vita è vita, non importa se di uomo, di cane o di gatto, e in quanto tale va rispettata e difesa: chiediamo che venga fatta giustizia subito e con punizioni severe, nessuno deve più toccare un animale per fargli del male!”.

43NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

CONSUMATOREIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Che cos’è il consumismo? Noi giovani spesso non co-nosciamo il significato di questa parola, eppure sia-

mo classificati come sue vittime, quin-di vediamo di scoprire di cosa siamo “malati”.Il termine consumismo è usato per de-scrivere gli effetti dell’identificazione della felicità personale con l’acquisto, il possesso ed il consumo continuo di beni materiali, generalmente favorito dall’eccessiva pubblicità.Ora che conosciamo la sua definizione, dovremmo porci un’altra domanda: siamo davvero soggetti a questa “ma-lattia”? Sinceramente non credo. Sì, i giovani di oggi stanno dietro alla moda, com-prano i vestiti non solo in base alla loro comodità o resistenza, ma soprattutto in base alle star che li hanno indossati e che li pubblicizzano. Inoltre, tra di loro ritengono “fortuna-to” chi ha tante cose, chi viene accon-tentato dai suoi genitori in ogni sua richiesta, chi, insomma, possiede più degli altri. Tuttavia, non si può generalizzare e non si può identificare la nostra ge-nerazione come un gruppo di ragazzi superficiali che passano le loro giorna-te al cellulare o nei negozi di abbiglia-mento: anche in questa generazione ci sono ragazzi di sani principi, ragazzi

che non sognano di sfondare in tv se-dendosi su un trono, ma che studiano per assicurarsi un futuro basato sul la-voro e sulla famiglia, principi sui quali poggia la nostra Costituzione. Per quanto riguarda la parte di giova-ni vittime del consumismo, c’è da dire che questa è continuamente influenza-ta e spronata dalla pubblicità, non solo televisiva ma propria di qualsiasi mez-zo di comunicazione, che invita i giova-ni a comprare ogni tipo di cosa, magari promettendo loro miracoli ed effetti straordinari e quasi mai ottenuti: così questi ragazzi vestono tutti nello stes-so modo, ascoltano tutti la stessa mu-sica, frequentano tutti gli stessi locali ed hanno tutti gli stessi interessi. Colpa loro? Non sempre e non neces-sariamente. Perché in fondo dicia-mocelo: chi di noi può permettersi di d’identificare la propria felicità con l’acquisto e con il consumo? Forse pochi lo possono fare, e quindi è necessario andare più a fondo per ana-lizzare il fenomeno consumistico tra i giovani d’oggi: tutti sappiamo come a volte alcuni ragazzi vengano emar-ginati perché non facenti parte del “gregge”, ovvero perché non possie-dono abiti all’ultima moda o non sono aggiornati sugli ultimi avvenimenti mondani o, peggio, perché si dedicano troppo allo studio. In questi casi, l’acquistare diventa un

modo per integrarsi, un modo per es-sere considerati una “pecora” come tutte le altre, anche se in realtà è solo l’inizio di una pseudo-malattia: non è certo omologandosi a tutti gli altri che si viene accettati e non è venendo ac-cettati che si è migliori, perché non si è stati accettati per come siamo ma per cosa abbiamo acquistato. D’altra parte, nell’epoca dei computer e dei cellulari, in un periodo dove il ter-rorismo minaccia la stabilità della salu-te mondiale, tutti vorremmo avere del-le certezze e tutti cerchiamo conferme nella società, non importa che questa ci voglia tutti uguali e quale sia il costo di tale sicurezza. Con questo non intendo certamente giustificare il consumismo, ma nean-che biasimare del tutto le sue vittime: in un mondo dove la sicurezza è data dall’essere tutti uguali, chi vorrebbe fare l’originale e vivere nell’instabilità? Sinceramente nessuno. In conclusione, quindi, il consumismo pervade la nostra società dal secon-do dopoguerra e da tempo è dunque espressione della classe borghese do-minante: niente di nuovo influenza la nostra generazione e coloro che con-siderano noi giovani un gruppo di su-perficiali non possono che ammettere che non abbiamo creato il mondo in cui viviamo ma, al massimo, possiamo cercare di migliorarlo.

I giovani sono vittime?Le nuove generazioni

sono soggette

a questa “malattia”

chiamata consumismo?

a cura di Martina Peruffo

44 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

SICUREZZA IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Rientra nel progetto UE fi-nalizzato al miglioramento progressivo della sicurezza stradale in Europa, con l’in-

tento di salvare 2.500 vite all’anno ed un risparmio economico di 26 miliar-di di Euro. Le statistiche di proiezione dicono che dal 2010 al 2014 il numero del-le vittime nel vecchio continente è diminuito del 18,2% (5.700 vittime all’anno in meno, nel 2009 erano sta-te più di 35.000). Interpretando le statistiche, però, si rileva che nel periodo tra il 2001 ed il 2010 la mortalità per incidenti stra-dali si è sì dimezzata, ma nel 2014 il tasso di diminuzione è stato solo del 1%. In testa il Regno Unito e la Svezia, e

dati confortanti anche per quando riguarda l’Italia, la Grecia ed il Porto-gallo, seguiti da Danimarca, Spagna, Croazia, Slovenia, Cipro, Repubblica Ceca e Malta. Male invece Bulgaria, Lituania, Ro-mania e Lettonia.Il 28 aprile il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza l’ado-zione del dispositivo “eCall”. Entro il 31 marzo 2018 tutte le auto ed i furgoni leggeri circolanti su tut-to il territorio dell’Unione dovranno esserne equipaggiati, tutte le auto di nuova produzione ne saranno do-tate.Come funziona l’eCall? Permetterà di effettuare chiamate di emergenza in caso di sinistri in auto-matico al 112, numero unico europeo

per i soccorsi. Attraverso il dispositivo saranno in-viate le coordinate geografiche re-lative al veicolo incidentato, sarà rilevato il tipo di veicolo così come il numero di passeggeri a bordo dello stesso ed il tipo di carburante pre-sente.I dati rilevati saranno visibili solo ai mezzi di soccorso, ambulanze e vigili del fuoco, e verranno in seguito can-cellati. Si ritiene che, con l’introduzione dell’eCall, il numero dei decessi causati da incidenti stradali pos-sa diminuire di un altro 10%, grazie alla prevista maggiore tempestività nell’arrivo dei soccorsi, con tempi che dovrebbero ridursi del 50% nelle zone rurali e del 40% nelle zone ur-bane.Entro tre anni il Parlamento europeo deciderà se il provvedimento debba essere esteso anche ai mezzi pesanti (Tir, autobus e grandi furgoni).Già nei prossimi mesi la Commissio-ne dovrebbe mettere a punto un nuo-vo piano, ma sembra davvero piutto-sto difficile che entro il 2020 si possa ottenere un miglioramento pari al 31,8%.

Rivoluzione eCallUn numero unico

europeo per il

soccorso stradale,

un salvavita

in caso di incidente.

a cura di Silvia Gironi

45NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

MOTORIIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Auto elettriche, la ricarica si fa speedy

Ad Aosta apre il più

grande Supercharger

Tesla d’Europa,

che ricarica mezzi

in meno di un’ora.

a cura di Anna Pellegrino

A fine maggio Tesla Motors Inc., l’azienda automobili-stica specializzata in veicoli elettrici, ha inaugurato il

quarto Supercharger italiano vicino ad Aosta, presso l’Autoporto Pollein.La “Tesla” nasce nel 2003 a San Carlos in California e prende il nome dall’in-ventore Nikola Tesla, famoso nel mondo per i suoi rivoluzionari studi sull’elettromagnetismo.La novità delle stazioni Tesla, deno-minate Supercharger, è la possibilità di ricaricare le nuove macchine elet-triche in pochi minuti invece che in intere ore. Questi distributori di energia sono posizionati strategicamente lungo le strade più frequentate e nelle città più trafficate: uno dei motivi per cui è stata scelta la zona vicino ad Aosta, infatti, è per agevolare coloro che provengono dalla Francia passando dal tunnel del Monte Bianco e dalla Svizzera attraverso il Gran San Ber-nardo.Il sogno del fondatore della Tesla, Elon Musk, di creare una rete di punti di ricarica si sta avverando con 445 stazioni nel mondo, che attualmente permettono di muoversi liberamente

in Europa, America del Nord e parte dell’Asia. Nelle stazioni Supercharger la versio-ne economica della Tesla, denomina-ta Model S con 380 km di autonomia, è ricaricata al 100% in 75 minuti e all’80% in 40. Le batteria Tesla infatti sono studia-te per essere caricate fino all’80% al massimo della potenza, che soli-tamente permettere di raggiungere la stazione successiva. Il nuovo su-per distributore della Valle d’Aosta, quarto in Italia, potrà ricaricare fino a quattordici auto contemporanea-mente, divenendo così il Superchar-ger più grande di Europa. È importante ricordare che la Regio-ne Valle d’Aosta è da sempre in prima linea nel sensibilizzare ed incentiva-re l’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale: in particolare la Giunta regionale, già nel 2011, ha approvato alcune agevolazioni per la realizza-zione di importanti iniziative volte ad favorire cittadini e privati interessati alla mobilità elettrica. Nel 2014, ad esempio, la città di Ao-sta ha dato vita alla prima giornata cittadina della mobilità elettrica, evento dal duplice obiettivo: divul-

gare le novità sulle azioni intraprese dall’amministrazione e favorire l’ap-proccio ai mezzi elettrici.L’amministrazione cittadina e regio-nale si è detta entusiasta della nuova stazione Supercharger, che assecon-da in toto la volontà della Valle d’A-osta di avere una posizione centrale nella rete europea di distributori elettrici che sta creando Tesla.È stata quindi inaugurata a Pollein, zona autoporto, la nuova stazione che permetterà ai soli modelli Tesla di ricaricarsi, senza doversi collegare alla normale presa elettrica casalin-ga; per i “Model S” da 85 km/h l’ac-cesso sarà libero, mentre per i mo-delli base da 60km/h l’accesso sarà consentito tramite abbonamento.Agli inizi di giugno è stata inaugurata la quinta stazione Supercharger ad Arezzo, con il commento entusiasta della società su Twitter: “Aperto il #Tesla #Supercharger di #Arezzo, il quinto italiano. Il Sud è sempre più vicino.”Il progetto “Tesla” non si ferma qui: nel 2015 pare che saranno attivate al-tre cinque stazione “Supercharger” a Firenze, Roma, Genova, Trieste e nel-le vicinanze del traforo del Brennero.

46 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

MOTORI IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Tra il capoluogo piemontese e i motori è sempre stato amo-re a prima vista. La città è da sempre ricono-

scente alla celebre casa automobili-stica Fiat per il boom economico del dopoguerra, ma in questi anni la città si è emancipata, pur non dimentican-do le proprie radici. Una manifestazione che ha riunito appassionati e non lo scorso 11-14 giugno è stato il Salone dell’auto all’aperto, organizzato tra i viali del famoso Parco del Valentino, lungo il fiume Po.Un evento dedicato alle quattro ruo-te che riporta l’auto alla gente, come affermano gli organizzatori stessi,

un’esposizione di pezzi unici che è culminata con il Gran Premio della domenica, una parata che ha visto protagoniste le automobili più rap-presentative tra le case costruttrici, un omaggio che il Parco Valentino ha reso a Torino Capitale Europea dello Sport 2015. 350 equipaggi hanno sfilato per la cit-tà, partendo dal parco del Valentino fino a giungere al cortile della Reggia di Venaria Reale: protagoniste le auto da competizione del Motorsport, ca-pitanate dalla leggendaria Lancia D50, e le automobili di serie più belle di sempre guidate da collezionisti e da personaggi noti del mondo dello spettacolo, del mondo dello sport e

Auto sotto le stelle, buona la prima!

A Torino chiude

con il botto la prima

edizione del Salone &

Gran Premio al Parco

Valentino, un evento che

riporta l’auto alla gente.

a cura della redazione

47NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

MOTORIIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

dell’imprenditoria. Tanti pezzi unici a rappresentare la bellezza del made in Italy: il meglio del design Pinifarina, il tributo Paga-ni, Ferrari, Lamborghini e Maserati.Passione e coinvolgimento sono sta-ti il filo conduttore delle esposizioni lungo i viali alberati di Torino: a di-mostrazione del fatto che il Salone & Gran Premio è uno degli eventi prin-cipali del 2015 nel campo dell’auto-motive, un parterre di brand di tutto prestigio con Abarth, Alfa Romeo, Audi, Bentley, Bmw, Ferrari, Fiat, Ja-guar, Jeep, Kia, Lamborghini, Lancia, Land Rover, Lexus, Lotus, Maserati, McLaren, Mercedes, Porsche, Paga-ni, Subaru, Suzuki, Tesla, Toyota e Volkswagen.In particolare, tra le case automo-bilistiche che hanno esposto i loro modelli lungo il percorso di Parco Valentino citiamo: Audi R8 e RS6 Avant, BMW con quattro vetture della gamma M, Bentley Continental GTC, Ferrari 488 GTB e California T, Lam-borghini Aventador LP 750-4 Super-veloce e Huracan LP 610-4, McLaren con l’anteprima nazionale 570 S, Por-sche 911 GT3 RS e Cayman GT4, Su-zuki Vitara, Tesla Model S P85D. Una pedana speciale è stata riservata alla vincitrice del prestigioso concor-so Auto dell’Anno, quest’anno con-quistato da Volkswagen Passat.Da citare l’area riservata a Carrozzieri e Centri Stile, con le più importanti firme del design che dettano le re-

gole del car style mondiale. Centro Stile Ferrari, Fioravanti, I.DE.A Insti-tute, IED Torino, Italdesign Giugiaro, Pininfarina, Spada, Studiotorino, Torino Design e UP Design sono solo alcuni nomi da menzionare, mentre l’avanguardia in tema di sviluppo ingegneristico è stata rappresentata dal Politecnico di Torino e da B-Tron.Due anteprime mondiali hanno scel-to Parco Valentino per svelarsi al mondo: Umberto Palermo ha pre-sentato Mole, costruzione artigiana-le in serie modello 001 firmato UP Design per la prima volta in moto in occasione del Gran Premio. Inoltre, una Super Sport con motore a 12 cilindri, 800 cv e telaio in fibra di

carbonio è stata svelata da Roberto Piatti di Torino Design.Una formula vincente, confermata dai grandi numeri: 300.000 spettatori in totale, con oltre 200 testate nazio-nali e internazionali accreditate.Andrea Levy, Presidente del Comi-tato Organizzatore Parco Valentino, spiega, all’indomani dell’inaugura-zione, i segreti di un successo prean-nunciato: “Si è rivelato vincente l’ap-proccio all’esposizione, la medesima per ciascun brand, che si trasforma in un vantaggio per le Case, tenute solo a far arrivare i modelli in pedana. Ciò semplifica l’impegno, in termini di budget e di tempi organizzativi. Quanto illustriamo oggi è il frutto di un intenso lavoro di squadra e colgo l’occasione per ringraziare pubbli-camente il Comitato d’Onore, in cui sono confluite diverse personalità ed imprenditori che hanno dato un importante contributo allo sviluppo dell’automotive e del Made in Italy”.Entusiasmo espresso dallo stesso Sindaco di Torino Piero Fassino nel corso dei pubblici ringraziamenti al Comitato Organizzatore: “Per me è stato un momento molto importan-te, che ho condiviso con coloro che han creduto e aderito con entusia-smo a questa iniziativa. Insieme ci metteremo subito al lavoro per Parco Valentino 2016”. L’appuntamento è infatti per l’anno prossimo con la seconda edizione già, ovviamente, confermata.

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MOTORI IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Siamo alla settima genera-zione e c’è aria di un grande cambiamento. Il reparto engineering di Te-

chart si è messo al lavoro per mettere a punto l’ottimizzazione della Posche 911 Targa 4. Come? Partendo dall’aerodinamica attraver-so una rivisitazione di tutti i compo-nenti (dallo spoiler al diffusore po-steriore), e mettendo in gioco tutto il bagaglio di competenze tecniche ed esperienziali.Si passa infatti al sistema di scarico gas grazie all’introduzione di una val-vola a controllo elettronico per con-sentire e, così facendo, si modifica

il sound tramite un pulsante posto nell’abitacolo, e la successiva disper-sione dei gas combusti tramite quat-tro terminali ovali posti due a sinistra e due a destra.Anche i cerchi vengono personalizza-ti: stiamo parlando di cerchi Formula IV a cinque doppie razze da 20 e da 21” o ancora quelli modello forgiato Formula III da 21”, entrambe le pro-poste realizzabili in vari colori. Infine, il sistema di sollevamento di 45 mm dell’assale anteriore attiva-bile fino a 60 km/h, perfetto per af-frontare rampe o dossi, e che evita il pericoloso contatto spoiler-asfalto, che può sortire effetti negativi sulla carrozzeria dell’auto.

Porsche 911 Targa 4 tuning TechartCerchi personalizzati e

sistema di sollevamento

di 45 mm. Ecco

l’ottimizzazione della

Porsche 911 Targa 4

tuning Techart.

a cura di Silvia Gironi

49NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

DESIGNIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Quando si parla di Feng Shui, in apparenza tutti sanno di cosa si tratta e, proprio a causa di questa conoscenza

superficiale, alcuni credono sia un filo-ne di arredamento d’interni, legato in particolar modo alla salute dell’uomo e alla sua prosperità economica. Altri pensano sia piuttosto una corren-te esoterica collegata a riti magici (dal propiziatorio all’apotropaico) e per ta-luni, è uno stile architettonico. Si tratta, invece, di un’antichissima di-sciplina cinese, vecchia di quattromi-la anni che, se conosciuta e applicata bene, è in grado di suggerire come “vi-vere consapevolmente sulla Terra”. Letteralmente Feng Shui significa “vento” e “acqua”, e il suo scopo con-siste nel cercare di riportare l’equilibrio tra uomo e ambiente, sia all’interno sia all’esterno della casa.

I principi basilari su cui si fonda sono riassunti “nella quiete contrapposta al movimento”, chiaro richiamo alla fondamentale teoria degli opposti (Yin e Yang), caposaldo di molte discipline orientali nell’annosa conquista della concordanza universale.La peculiarità di questa disciplina si esprime nell’applicarne i dettami all’urbanistica, all’architettura e all’ar-redamento, mirando alla formazione di spazi di benessere. Nel Feng Shui lo studio delle relazioni esistenti tra i luoghi e gli uomini fa sì che ne scaturiscano consigli su base esperienziale da adottare per le loca-lizzazioni antropiche: il legame che collega l’uomo all’ambiente è mosso dallo stesso spirito vitruviano riguar-dante la sacralità della struttura edi-lizia, fatta anche di fenomeni mistici e naturali oltre che di disegno, forma,

L’arte del Feng Shui

a cura di Francesca Landriani

Una disciplina che

forma spazi di

benessere in grado di

suggerire come “vivere

consapevolmente

sulla Terra”.

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DESIGN IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

materiali, performance tecniche, colle-gati tra loro all’interno di un equilibrio universale. La conseguenza è costituita da una consapevolezza progettuale composta da indicazioni presenti da sempre nel corretto costruire. Tra questi spiccano la ricerca dell’esposizione migliore, il corretto utilizzo/riutilizzo dei materiali, la riflessiva dislocazione nell’ambiente dei manufatti umani. Ogni epoca e ogni territorio (dal Vitru-vio all’Alberti, passando dal Feng Shui) ha generato ordinamenti al proposito, riportati in auge recentemente dalla bioarchitettura. Lo stretto legame esistente nel Feng Shui tra l’uomo e la natura vira verso la sostenibilità, vista la cospicua catena di variabili esistenti alla base del pro-cesso realizzativo di ogni insediamen-to urbano. Tra queste variabili si possono prima-riamente annoverare l’uomo, il territo-rio e le componenti climatiche. Proprio il ritmo di precedenza e di rapporto tra di loro costituisce lo stru-mento fondamentale per l’attuazione del giusto equilibrio tra insediamenti umani e natura. Solo così si dà vita ad un’architettu-ra intesa non come egemonia umana sulla natura, ma piuttosto come una forma riconoscibile di una compiuta euritmia, sinergicamente celebrata.È evidente a tutti come molta dell’ar-chitettura contemporanea subisca le limitazioni dettate da vincoli e norma-tive, che a volte la aiutano a seguire strade degeneranti in perdita di inne-sto con il contesto a favore di un’au-mentata produttività immediata e

poco duratura. Una buona e sana architettura nasce dall’ampia visione di tutte le compo-nenti presenti ed interagenti nel di-battito progettuale, senza limitare lo sguardo ad un unico punto di vista, compositivo o tecnologico che sia. Far rientrare la conoscenza e la corret-ta applicazione del Feng Shui in questi processi, significa contribuire a resti-tuire all’architettura il suo legame con l’ambiente ospitante.Un aspetto fondamentale del Feng Shui è quello che riguarda il concetto di energia (in cinese Ch’i, energia vita-le). Certo, per noi occidentali è difficile capire queste nozioni, però è possi-bile avvicinarsi ad esse cercando di comprenderne i principi, semplifican-do e rendendo pragmatici i canali di lettura, basando l’interpretazione sul buon senso e sull’esperienza di secoli, cogliendo l’obiettivo finale rappresen-tato dalla formulazione dei giusti con-sigli atti al miglioramento della qualità di vita degli individui. La lettura alternativa parte dall’indivi-duare lucidamente l’insieme di sensa-zioni oggettive che proviamo quando entriamo in un edificio. Se l’impressione è negativa, la nostra prima reazione sarà di scappare via, ma se queste percezioni sono di be-nessere, comfort, energia positiva e felicità la nostra risposta sarà quella di soggiornare a lungo in tale spazio con-finato. Questo catalogo di intuizioni apparen-temente possono sembrare scollegate da qualsiasi ragione o regola evidente, ma in realtà discendono da una “sa-

pienza progettuale” consapevole.Di conseguenza, è possibile codificare scientificamente queste scelte (con la bioarchitettura) o intuitivamente (con il Feng Shui). Fino a non molto tempo fa, anche se in modo altalenante, queste attenzioni compositivo/costruttive sono sempre state tenute nella giusta considerazio-ne. In molte aree dell’Estremo Oriente (Singapore, Malaysia, Hong Kong, Taiwan, Giappone) il ricorso ai consi-gli del Maestro di Feng Shui fa ancora attualmente parte della quotidianità, e lo si interpella prima di effettuare un intervento urbanistico o la costruzione di un edificio. In Italia pare siano i milanesi i più affa-scinati da questa disciplina orientale, tanto che una transazione immobiliare su cinque segue i consigli dell’esper-to di Feng Shui (indagine svolta dalla Camera di Commercio del capoluogo lombardo).Volendo stare con i piedi ben pianta-ti per terra, è comunque abbastanza facile fugare l’alone di mistero che ammanta alcuni dei consigli del Feng Shui, grazie al “buon senso”. Buttato il fumo, è interessante appli-care l’interpretazione scientifica che rimane. Così si capisce il perché del consiglio di non dormire sotto una finestra aperta: un po’ per il Ch’i, ma molto di più per l’esposizione ad umidità e cor-renti d’aria.E s’intuisce il motivo del tener lontano il Fuoco (il calore del forno) dall’Acqua (frigorifero) all’interno di una cucina: per ottenere una migliore efficienza energetica dei due elettrodomestici.La saggezza popolare, ad esempio, faceva dire a mia nonna che “aria ‘d filura, aria ‘d sepoltura”, nel senso che l’aria dello spiffero portava al fu-nerale. Esattamente come indicato dai pre-cetti del Feng Shui, che raccoman-dano di non soggiornare mai tra tre aperture a causa del transito troppo veloce del Ch’i (leggi corrente d’aria) per non correre il rischio di contrarre un semplice raffreddore o addirittura una polmonite, pericolosa fino a po-chi decenni fa.

51NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

VIAGGIIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

I vulcani sornioni. I templi quieti di pietra e paglia. Le pittoresche risa-ie. Le foreste silenziose. L’acqua-rio in un mare. La sabbia dorata,

o sorprendentemente grigia. Gli aspri pendii. Gli specchi d’acqua. La gente che sorride, che prega. Gli dei da allietare. I demoni da placare. Gli eleganti sarong per strada. Gli sgar-gianti batik nelle botteghe.È Bali, Indonesia. È l’isola degli dei, una piccola oasi di pace, in cui perder-si a contemplare silenzi e suggestioni.Per farlo, non ci si può certo fermare alle attrazioni della costa. Perché la vera anima di Bali non si avverte nella caotica Denpasar, capoluogo dell’i-sola, sulle affollate spiagge intorno a Kuta o nei resort di Nusa Dua. Si an-nida fra le montagne, sede degli dei induisti-balinesi. Si irradia fra le cam-pagne a partire da Ubud, centro della vita culturale e artistica dell’isola.È qui che sorgono villaggi in cui si di-pinge, si intaglia, si forgia e si tesse. E

si coltiva il riso, alimento base della cucina balinese. È qui che viviamo la Bali più autentica, durante il nostro viaggio alla scoperta dell’isola. Fra piantagioni di caffè, tè e spezie, sostiamo in un piccolo centro pro-duttivo, dove sorseggiamo caffè al ginseng, tè allo zenzero e alle radici di limone e assaggiamo le tipiche pisang goreng (banane impanate e fritte).Sempre nei dintorni di Ubud, ammi-riamo gli artisti all’opera in una botte-ga artigiana del batik, dove acquistia-mo una delle coloratissime tele.E poi ci intrufoliamo nel bel mezzo dei preparativi di una festa al tempio della Grotta dell’elefante, luogo sacro risalente all’XI secolo. Osserviamo in-curiositi gli uomini, che costruiscono capanni provvisori in canne di bambù, agili come gatti, e le donne, impegna-te a comporre elaborati cestini in fo-glie di palma per le offerte di riso e fio-ri agli dei. È un affaccendarsi operoso e lieto che coinvolge l’intera comunità

Bali, oasi di pace

a cura di Francesca Vinai

La bellezza mistica

dell’isola indonesiana

al di là delle spiagge.

Fra terrazze di riso,

templi scenografici

e tazze di caffè

al ginseng.

52 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

VIAGGI IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

del villaggio.Immancabile il pranzo in un ristoran-tino tipico, dove gustiamo per poche rupie ottimi lumpia (involtini fritti di verdure e carne) e nasi goreng (riso saltato con pollo e verdure), rinfre-scandoci con una birra Bintang. Il tut-to su una terrazza affacciata sul vulca-no Agung e sulle risaie. Le risaie di Bali. Un vero capolavoro di architettura rurale, realizzato nei secoli dai contadini, che ancora oggi svolgono a mano il durissimo lavoro di coltivazione e raccolta del riso. Le floride terrazze d’acqua e riso sono enormi gradini con argini in pietra e argilla, che si inerpicano su per ripidi pendii. È un tripudio di verde, in tutte le gradazioni, accese e riflesse dai luc-cichii dell’acqua.Accanto alle risaie, l’altro segno di-stintivo della bellezza sobria e intensa di Bali sono i pura (templi), che sor-gono a migliaia sull’isola. Nei villaggi, nei cortili di ogni casa, sulle stradine polverose, nelle foreste, abbarbicati su speroni rocciosi a picco sul mare e sulle sponde dei laghi.Ogni tempio, luogo di preghiera e in-contro per uomini e dei, è uno spazio sacro a cielo aperto, cintato da mura e sorvegliato all’ingresso da statue di demoni, incaricati di tener lontani gli

spiriti maligni. All’interno si susseguo-no più cortili, contenenti padiglioni, altari, reliquiari e meru, le celebri pa-gode in legno su basamenti di pietra vulcanica, con più tetti sovrapposti in paglia di riso, che si assottigliano ver-so l’alto.Varcare la soglia di un tempio bali-nese - con sarong in vita a coprire le gambe, tassativo anche per gli uomini - è un’esperienza di autentica disten-sione. I rumori del mondo esterno si spengono e si respira pace e armonia.È ciò che avvertiamo nel Taman Ayun

di Mengwi, delimitato da fossati d’ac-qua in cui riposano ninfee e fiori di loto. O nel Pura Dalem di Alas Keda-ton, uno dei templi immersi nella pe-nombra della foresta balinese e abita-ti da famiglie di (sfrontati) macachi.Un’esperienza meno spirituale ce la regala il celebre Tanah Lot, schiaffeg-giato dalle onde del mare e affollato da un’orda di turisti in trepida attesa del tramonto, quando l’elegante pro-filo nero dei suoi meru ritaglia lo sfon-do dorato del cielo.Il tempio che più ci ha stregati? Il Pura Besakih, il tempio madre. A circa 1000 metri di altitudine, è abbarbicato alle pendici del vulcano Agung, montagna sacra perché Olimpo degli dei baline-si.Il Pura Besakih è un complesso di templi nel tempio, posti su più livelli a terrazza. La scenografia è spettacolare. Una carovana di donne, fasciate nei loro kebaya (camicie leggere) e sarong (panni avvolti intorno alla vita come lunghe gonne) - percorrono in un con-tinuo saliscendi la ripida scalinata centrale del tempio, portando ceste sul capo con le offerte agli dei. Il via vai è incessante, il brulichio ordinato e composto. Gli uomini cantano solen-nemente con il sacerdote, di bianco vestiti, in uno degli spazi sacri adibiti alla preghiera.Nuvole leggere rotolano giù dalla vet-ta dell’Agung. Portano con sé una luce eterea e, forse, il respiro degli dei.

53NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

VIAGGIIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Marco Monacelli ha 47 anni, è sposato con 3 fi-gli. Nel giugno 2015 de-cide di percorrere 150

km a piedi nel Cammino Inglese del cammino di Santiago.9 giorni, 9 tappe, come il numero che portava sulla schiena quando era il centravanti delle giovanili della Ju-ventus. 9 come il giorno in cui ha in-contrato sua moglie, ha firmato il suo primo contratto e nato uno dei suoi figli. 9 come i pensieri raccolti di que-sto viaggio come in una poesia.Torino, Barcellona, La Coruna, Fer-rol, Pontedeume, Betanzos, Sigueiro, Santiago de Compostela, Torino.Lo stereotipo del top manager è quello che scova dentro di sé il suc-cesso, che ha sviluppato leadership e carisma per gestire i giorni passati a negoziare, persuadere, delegare, mo-tivare, controllare. Il Cammino di Santiago è una sfida meravigliosa da percorrere soli. Ti distrugge e ti svuota. E poi ti ricostru-isce. Ti prende tutte le energie e te le restituisce moltiplicate per nove.Un momento di riflessione sulla vita e sulle azioni che hanno segnato giorno per giorno la vita tra CEO e CFO, riunioni, report, risultati, com-promessi e privilegi.Ricordi ed emozioni che, passo dopo passo, si fondono e amplificano at-

traverso la fatica e gli incontri in stra-da. Il tutto alla ricerca di una nuova sin-tesi, l’essenziale per provare a pene-trare nel cuore e la verità delle cose.

Perché il Cammino fa scordare velo-cemente le ragioni per cui si è partiti, ma è la strada che continua ad agire su chi la sta percorrendo. Sempre avanti con la maglia numero 9.

In rotta verso SantiagoRicordi, pensieri e

incontri per costruire

una nuova prospettiva.

Un manager in viaggio

con la maglia numero 9.

a cura di Marco Monacelli

IL 9 LUNGO IL CAMMINO DI SANTIAGO

1. Il sole è caldo, fresca è la brezza, falchi si incrociano in volo nel blu, il colore del cielo e delle libellule che sbattono le ali ome sbattono finestre bianche in un salotto di poltrone rosse. 2. Mi offrono cibo dal Portogallo, io proseguo rapito da una SEAT 600 gial-la. 3. Fragoline di bosco sono miele fresco e inaspettato. 4. Giochi e altalene si alternano a croci, acqua e al caleidoscopio di fiori.5. Qui costruiscono giochi per bambini, vivono e credono nel futuro.6. Notte d’estate, la prima a Santiago, ballano colorati i cuori, illusione, differenza, Portogallo, Spagna e Italia sono una sola bandiera, energie po-sitive e negative si vedono nella notte. Noi siamo dalla parte bella e giusta. 7. L’essenziale è visibile agli occhi. Mi stringe la mano il male ma perde contro la mia forza sorridente. Non c’è proprio partita! “Amargo” non è il liquore di cui ci dissetiamo noi, meglio Hierbas con la quale brindiamo ai nuovi incontri, “mexla” di cammini differenti, il destino sceglie e crede, non esistono incidenti. Chulo! Grazie Josè, Bruno, Antonio, Vanesa, Monica i nostri sorrisi sono veri. “Seguro que non se olvida este camino!”. 8. Non importa se la strada è in salita o in discesa, se lungo la strada ci sono boschi e frutteti, cani, gatti, mucche e maiali, fiumi che scorrono mentre le barche riposano sulla sabbia. Gli stessi fiumi su cui passano ca-daveri dei nemici o se, invece, ci sono amici da aiutare con cui brindare e condividere verità. La sola che conta davvero. 9. Ho raggiunto un bel traguardo, l’ho fatto con il cuore pieno di chi è dav-vero sempre dentro di me e sempre al mio fianco. Grazie amore mio. Buen camino!

54 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

SPORT IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

È calato il sipario sull’appun-tamento conclusivo della stagione NBA, le Finals che hanno visto protagoniste la

vincitrice della costa Est, i Cleveland Cavaliers capitanati da Lebron James contro la squadra dominatrice dell’O-vest, i Golden State Warriors del fresco MVP (Most Valuable Player) di stagione Stephen Curry. La serie ha mantenuto le promesse, regalando delle partite combattute e decise spesso all’ultimo tiro, purtroppo però lo spettacolo è stato funestato dalla cattiva sorte. I Cavaliers dovevano già rinunciare alla star Kevin Love (infortunatosi ai quarti di finale) e al centro titolare Anderson Varejao, ma hanno anche perso il play-maker titolare (anche lui talentuoso all star) prima della fine di gara 1. Riviviamo in breve le emozioni della finale.Gara 1 è giocata in una bolgia. La Ora-cle Arena è elettrizzante, con i tifosi cal-dissimi sulle tribune a spingere i propri beniamini. Cleveland non demorde ed attaccata con un monumentale Lebron James (autore di una prestazione da 44 punti, 8 rimbalzi e 6 assist), che re-sta in scia. Non solo, avrebbe anche la possibilità di vincerla con un tiro allo scadere di Lebron stesso, che rimbalza sul ferro, e anche il successivo tentativo di Shum-pert balla sul ferro e manda la partita ai

supplementari. I Cavs, dalla rotazione obbligata a 8 uomini, staccano la spina e diventa decisiva la panchina di Gol-den State. Finisce 108 a 100 con tanti rimpianti di Cleveland. Gara 2 è sem-pre giocata nella baia di San Francisco. Cleveland deve gioco forza rinunciare a Irving, riducendo ulteriormente la sua rotazione a 7 elementi contati. La serie pare finita ancor prima di co-minciare. Se non fosse che Lebron Ja-mes decide di caricarsi di peso la squa-dra e strappa un’incredibile vittoria al supplementare con un’altra prestazio-ne da applausi: saranno infatti 39 pun-ti, 16 rimbalzi e 11 assist. Gara 3 e gara 4 si spostano in Ohio. La città, che da 54 anni sta aspettando una vittoria, ha fame di sport. I posti sono andati vola-tilizzati in pochi minuti, l’arena è strari-pante. Media e tifosi sono convinti che i Cavs si siano giocati il jolly, Golden State è una squadra troppo superiore per non riuscire a vincere. E invece, sempre lui, Lebron James, ben accompagnato dall’australiano Dellavedova, strappa di forza Gara 3, regalando il vantaggio alla sua franchi-gia. Attualmente, a parte qualche fiam-mata, gli splash brothers dei Warriors stanno deludendo, mentre dall’altra parte Lebron sta trascinando ad un in-sperato vantaggio nella serie. In Ohio l’entusiasmo è palpabile, i tifosi ci cre-dono, la stampa inizia a dubitare.

Solo che quando iniziano ad esserci delle certezze, vengono subito smenti-te. Steve Kerr, ora allenatore dei War-riors ma in passato fido scudiero dei Bulls di sua maestà Michael Jordan, applica dei cambiamenti nelle rotazio-ni e, grazie finalmente ad un decisivo apporto di Curry, riporta le Finals in parità.Due a due e si ritorna nella baia. I Cavs sono usciti distrutti da queste gare. Giocare a questa intensità con gli uo-mini contati prosciuga le energie e l’i-nerzia sembra essersi spostata di nuo-vo dalla parte dei guerrieri della baia. Gara 5 e Gara 6 seguono un identico copione. Partite combattute, che tengono gli spettatori attaccati allo schermo. Poi nell’ultimo quarto Cleveland lascia il passo alla fatica, l’acido lattico rende meno lucide le giocate e i Warriors, che invece possono contare sulla squadra al completo, riescono a portarsi il van-taggio dalla loro e chiudere la serie 4-2. Sono state finali entusiasmanti, no-nostante gli infortuni che hanno con-dizionato le prestazioni, ma va reso omaggio a Lebron James, protagoni-sta indiscusso della serie e all’essere squadra corale di Golden State. L’mvp delle Finals, infatti, per la prima volta nella storia dell’Nba va ad un giocatore che è sempre partito dalla panchina: Andre Igoudala.

And the winner is…Le Finals NBA

hanno scritto il loro

capitolo conclusivo,

a trionfare sono i

Golden State Warriors.

a cura di Federico Rosa

55NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

FOOD & WINEIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Il terrorismo va di moda. Rassicura-tevi, non stiamo parlando dell’IRA irlandese, dei Baschi spagnoli o del tanto temuto ISIS musulmano,

ma, anche se non è un terrorismo gron-dante sangue, misfatti e genocidi, non per questo è un qualcosa di innocuo o peggio di trascurabile. Anzi.Parliamo un po’ di terrorismo alimenta-re, cioè di quel diffusissimo sport - che batte come popolarità a mani basse il calcio nazionale - che interessa molta più gente, molte più persone comuni, molte più vittime di quella sottile e serpeggiante sorta di moderna guerra fredda ideologica che vede come armi usate i grassi, le proteine, il sale e tutti gli altri piccoli e grandi incubi nutrizio-

nali aleggianti sulle nostre teste.Mi scuso per la dicitura “gente comu-ne”, che non mi piace, da un lato per-ché intrinsecamente poco rispettosa verso coloro i quali ne vengono fatti oggetto e, dall’altro, perché presuppo-ne l’esistenza di una categoria di perso-ne superiori, che, in campo alimentare, non pare di vedere più di tanto, oggi come oggi.Eppure, l’ingrediente principale di que-sta grande minestra fatta di disinfor-mazione, creduloneria bonaria, ansia più che legittima per la propria salute, freddo calcolo ed interessi mastodon-tici è proprio rappresentato dalla gen-te comune, da quelli che guardano la TV mentre mangiano cena, da quelli

Food, tra allarmismo e coscienza alimentare

Una puntuale riflessione

sull’alimentazione.

Tra disinformazione

e bombardamenti

mediatici è il caso di

dirlo: attenti al lupo.

a cura di Ferruccio Marello

56 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

FOOD & WINE IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

che vorrebbero dare ai propri figli cose buone e non pericolose da mangiare, ma soprattutto da coloro i quali riten-gono di essere molto acculturati sulle tematiche alimentari, ma non lo sono più di tanto.C’è un modo di dire tecnico, forse un po’ esoterico, rappresentato dalla co-siddetta asimmetria informativa, vale a dire quella particolare situazione per cui non tutte le persone facenti parte di un particolare gruppo hanno la possi-bilità di agire e prendere decisioni par-tendo dalle medesime informazioni di base.Un osservatore molto arguto dei fatti della rete aveva tempo indietro para-gonato Internet ad un rubinetto da cui fuoriesce acqua a tre atmosfere per un assetato nel deserto, individuando a mio avviso molto bene il grandissimo limite che ha un fenomeno epocale come Internet e cioè la profusione d’in-formazioni sempre e dovunque dispo-nibili.Solo l’aggettivo “epocale” forse riesce a definire l’impatto di Internet nella nostra vita quotidiana, ma, se per certi ambiti la dovizia quasi rovinosa delle notizie che qualunque motore di ricer-ca può rovesciarci addosso su qualsi-voglia argomento è un fatto stupendo, perché può veramente aumentare la cultura degli utenti, in altri settori que-sto non è un bene, ma anzi un male molto grande e foriero di pericoli.Purtroppo, la mancanza di controlli sulle notizie diffuse rende frequentis-sima la dispersione di informazioni in-complete, superficiali, sentite dire da chissà chi, mai filtrate da qualcuno che abbia titolo per affossare le bugie, ma

comunque sempre confezionate nel modo migliore per ottenere il risultato finale desiderato, visibilità, visibilità e ancora visibilità.La smania di protagonismo affligge molti guru dell’alimentazione di avan-guardia, dai cuochi che affollano tut-te le reti televisive maltrattando i loro collaboratori e scaraventando le loro creazioni nella spazzatura, ai saggi nu-trizionisti che il lunedì magari additano il sale come peggiore assassino del ge-nere umano ed il martedì sono capaci di elevarlo a prodotto salvavita.Nel mezzo vi è una enorme massa di personal trainer, portatori di filosofie più o meno orientali, vegetariani e ve-gani che bollano di assassinio i man-giatori di carne o mangiatori di sola carne, che sottolineano la strabiliante varietà di fitofarmaci utilizzati per la frutta e la verdura, dietisti, dietologi, macrobiotici, nonché venditori di diete miracolose capaci di far impallidire gli sciroppi panacea universale dell’ico-nografia western.Anche i social network ci mettono del loro, poichè oggi come oggi un sito non è “in” se non ha le icone per segnalare che piace o che non piace, se non viene viralizzato su YouTube o ritwittato su Twitter, nell’immane sforzo di arrampi-carsi sempre più in alto nella classifica dei più piaciuti.Gli antichi romani, quando volevano capire il perché di un qualcosa, erano soliti domandarsi “Cui prodest?”, ovve-ro “A chi giova?”. Se è vero che vi è una vasta fetta di esperti o presunti tali che vogliono conquistarsi un posticino al sole e quindi spargono a piene mani mezze notizie a volte vere a volte no, in altri casi la paura alimentare ha una finalità molto più sottile, inquietante e determinata, laddove entrano in gioco il denaro e gli interessi economici.Dietro il mondo alimentare vi sono in-teressi politici, economici e lavorativi molto grandi ed è giusto che sia così, perché la presenza di questi tre vola-ni ben distinti rappresenta un motore complessivo di grande potenza per tutto il comparto, anche solo partendo dalla banale considerazione che il con-sumatore potrà rinunciare a qualun-que cosa, ma al cibo no.La pubblicità ed il marketing, che han-

no coniato il terrificante termine di “consumatore”, hanno di fatto genera-to una categoria di cittadini che, come dice il termine stesso, consumano e quindi vengono ad assumere un’im-portanza vitale per le imprese proprio perché consumano.Se non lo fanno, intere filiere possono subire dei contraccolpi molto dolorosi, perdere mercati importanti, posti di lavoro, opportunità di crescita, men-tre se lo fanno, si entra nei periodi di vacche grasse, gli introiti crescono sia per la Sig.ra Maria che per la grande multinazionale alimentare ed il futuro è subito più roseo.Il grande caos primordiale dell’infor-mazione, in cui galleggia molto sten-tatamente il consumatore alimentare, peggiora ancora di più quando la Gran-de Distribuzione, ormai diventata cam-po di battaglia di una guerra dei prezzi all’ultimo sangue fra le varie catene, inculca nella testa dei telespettatori dell’ora di cena, con martellante assi-duità, concetti basati su controsensi in termini, come per esempio “Alta quali-tà e prezzo basso”, oppure distorsioni logistiche, come per esempio “Prodot-ti a Km 0”.Il povero consumatore, ormai giunto alla frutta e non solo della sua cena, guarda con occhio preoccupato maga-ri l’ultimo scandalo alimentare ripor-tato dall’efficiente inviata, e poi volge un occhio ancora più preoccupato al contenuto del suo piatto, non potendo non domandarsi che diavolo di frega-tura gli abbiano appena rifilato a sua insaputa.D’altra parte si sa, la legalità non alza l’audience, la correttezza non impenna lo share, l’onestà annoia, così dispera-tamente priva di intrighi, malefatte e furberie.Lo scandalo invece aiuta molto qua-lunque giornale o rete televisiva, il male avvince, la scorrettezza paga, la bontà dell’informazione è un optional, laddove sono gli ascolti a farla da pa-drone e non certo un eventuale tentati-vo di aumentare la conoscenza alimen-tare o di rendere più consapevole chi compera cibo per sé e la sua famiglia.Cultura, conoscenza e consapevolezza sono dei bei concetti, ma un po’ di vec-chia e sana ignoranza non guasta.

57NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

FOOD & WINEIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

320 gr c.a. di riso nero venere2 carote,

2 zucchine, ¼ di cavolo rosso, 3 rape,

1 porro di Cervere, 1 spicchio d’aglio,

6 foglioline di mentuccia romana, 6 foglie di salvia,

1 rametto di rosmarino, curry q.b.,

olio extravergine di oliva.

COME SI PREPARA

Far bollire il riso in acqua salata e tagliare tutte le verdure alla julienneIn una pentola antiaderente versare un giro di olio extravergine, il rosmarino e lo spicchio d’aglio intero e, seguendo l’ordine indicato, aggiungere le rape e rosolarle un po’, il cavolo rosso, le carote, le zucchine, la salvia, il porro, aggiungere, se neces-sario, un mestolino di acqua per ammorbidire le verdure e, in ultimo, il curry. Le verdure devono risultare cotte ma croccanti, a quel punto unire il riso nero e mescolare aggiungendo la mentuccia fresca sminuzzata.Servire tiepido oppure freddo. Personalmente, non per i vegetariani, consiglio di servire il piatto con una grat-tatina di pecorino. Buon appetito!

Una ricetta estiva

suggerita da Gabriella

Tomasi, un piatto che

accontenta anche i

vegetariani.

a cura della redazione

Riso venere alle verdure croccanti

SAPORE DI MARE

Se vi trovate a Mondello (Palermo) vi consigliamo di fermarvi alla trattoria di mare “da Piero”, sita in Piazza Mondello 12, qui le pietanze hanno un sapore vero, non solo uno spettacolo per la vista, ma soprattutto piacere per il palato!Polpo appena pescato da Vincenzo (padre di Piero), il famoso pescatore della borgata, cotto e preparato a vista dall’ospitale Piero. Frutti di mare che “zampillano”, granchi e altro ancora, in base a quanto il mare ha permesso di pescare, e si continua con sugo d’a-ragosta e pasta fatta in casa. Sono solo alcuni tra i piatti propo-sti. Noi ci siamo stati, e ci siamo sentiti ospiti speciali tanto da fare amicizia con gli altri clienti, come Giovanna e Vincenzo, persone particolari che con grande ospitalità ci hanno por-tati, per concludere la serata, a co-noscere i luoghi migliori di Palermo.

58 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

BENESSERE E BELLEZZA IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

L’arrivo dei primi raggi solari è visto da molti come l’abban-dono dell’eterea carnagione tipica del periodo estivo, un

“arrivederci” alla famosa tintarella di luna. Soprattutto nella cultura mediter-ranea - è fatto noto - l’abbronzatura è sinonimo di colorito sano, spesso senza considerare le ripercussioni che il sole ha sulla nostra cute. Da qui la messa in commercio di chi-meriche creme con fattore di prote-zione solare (SPF) 6, oltre alla diffusa convinzione che, dopo i primi giorni di esposizione solare, non sia più ne-cessario applicare la crema protetti-va.

Nulla di più sbagliato, perché ci si può abbronzare anche applicando protezioni solari alte, ottenendo un colorito duraturo nel tempo. Le regole per una corretta esposizio-ne solare sono elementari: evitare completamente le ore centrali del-la giornata (dalle ore 11.00 alle ore 16.00), ricordando che l’ombrellone non ripara al 100% dai raggi solari, ed applicare una crema protettiva ogni due ore, oltre che dopo essersi bagnati.Anche la scelta della giusta crema solare è importante: innanzitutto, è fondamentale scegliere un prodotto che protegga sia dai raggi UVA che UVB, perché i secondi proteggono

Tintarella protetta,let the sun shine!

Guida pratica

per prendere il

sole in sicurezza.

Perché prevenire è

meglio che curare.

a cura di Elisa Galvagno

59NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

BENESSERE E BELLEZZAIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

dall’ustione solare, inducendo ad un’apparente sensazione di protezio-ne, ma non difendono la pelle dall’in-vecchiamento cutaneo. Inoltre è importante che la crema sia “fotostabile”, ovvero che il filtro al suo interno abbia la capacità di agire in un tempo prolungato.L’efficacia della protezione può essere minata da componenti esterni: profu-mi e colonie sono da evitare durante l’esposizione solare perché fotosen-sibili, ma anche prodotti utilizzati “a distanza” dal sole possono essere dan-nosi. Se si utilizzano creme per il viso o per il corpo che contengono acido glicolico (utilizzato per trattamenti esfolianti), è sconsigliato prendere il sole, in quanto questo elemento è fotosensibilizzante.Sebbene la protezione solare sia es-senziale per tutti, è altresì vero che al-cune carnagioni ne hanno più bisogno di altre. Per scegliere l’SPF adatto è necessario conoscere il proprio fototipo, ossia la tipologia della pelle determinata sulla base della quantità e qualità della me-lanina, oltre che dalla carnagione, dal colore dei capelli, etc. Esistono 6 differenti classificazioni, che spaziano dal fototipo 1 (persone bionde o rosse con pelle chiarissima) al fototipo 6 (persone con capelli scu-rissimi e pelle non particolarmente sensibile).

L’ABC DEI RAGGI SOLARI

La luce solare è composta da diverse radiazioni: la luce visibile, gli infrarossi e gli ultravioletti. Quest’ultima radiazione si suddivide così:

UVA: sono la principale componente della radiazione ultravioletta e sono presenti in maniera costante tutti i giorni dell’anno e per tutta la giornata, con un lieve picco nei periodi estivi. Sono radiazioni potenti, che penetrano in pro-fondità nelle pelle (causando l’abbronzatura) ma sono i responsabili dell’in-vecchiamento cutaneo, oltre ad incrementare il rischio di tumori alla pelle.

UVB: sono presenti principalmente nelle ore più calde della giornata e si limi-tano a colpire gli strati superficiali dell’epidermide. Nonostante siano meno potenti dei raggi UVA, sono altrettanto insidiosi in quanto favoriscono le mu-tazioni nelle cellule che, oltre a provocare scottature ed eritemi, aumentano i rischi di tumore alla pelle.

UVC. Meno famosi rispetto ai primi due, sono anche i meno pericolosi in quanto filtrati dall’atmosfera. Negli ultimi anni, tuttavia, si ipotizza siano la causa di irritazioni e congiuntivi a causa della rarefazione della fascia d’ozono. Sono utilizzati nel campo della sterilizzazione per il loro potere battericida.

VERO O FALSO?

Il cielo è nuvolo, la protezione non serve! Falso. La scottatura è dietro l’angolo in quanto le nuvole non filtrano i raggi UV, in particolare quelli UVA.

Un SPF 15 protegge la metà rispetto ad un SPF 30? Falso. I numeri in questo caso non sono da prendere alla lettera. Un prodotto con SPF 15 fornisce protezione contro il 93% dei raggi UVB, men-tre quella con un SPF 30 ne scherma il 97%.

60 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

BENESSERE E BELLEZZA IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Lo yoga e la meditazione sono rimedi naturali contro lo stress, ed è questo uno dei motivi per cui, in tutto il mondo, sempre

più persone li praticano.Lo yoga usa principi antichi, dagli effi-caci effetti calmanti e rigeneranti. Ha il potere di guarirci dall’interno del no-stro essere.Che cosa deve cambiare? Quando ci sentiamo stressati tendiamo istintiva-mente a pensare: “Il mio attuale lavoro deve cambiare. La famiglia deve cam-biare”. La disciplina dello yoga ha sempre det-to: il mondo non sarà mai compiuto e noi non potremmo mai controllarlo, ma possiamo cambiare le “circostan-

ze” interiori mutando il modo in cui reagiamo. Un modo pratico per cam-biare interiormente è la consapevo-lezza che non esistono compartimenti stagni nella propria vita: considerare il corpo un mondo, la mente un altro, e la mente un altro ancora è un grave errore. Lo Yoga, in particolare l’Ananda Yoga, ci aiuta a rendere armoniosi tutti que-sti aspetti del nostro essere. Dobbiamo includere, consapevolmente, tutti e tre questi livelli nelle pratiche che ci ven-gono insegnate. I benefici del vero Yoga non hanno fine: ovunque ci troviamo nel nostro “viag-gio yogico”, c’è sempre qualcosa in più da scoprire.

Vincere lo stress con lo yoga

Lo yoga ha il

potere di guarirci,

riconducendoci

al nostro stato di

equilibrio e armonia.

a cura di Aurelio Prisco

61NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

MODAIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

La moda si tinge di bluChi l’ha detto che

la moda è solo al

femminile? Pitti Uomo

detta i trend per l’uomo

contemporaneo.

a cura della redazione

Tendenze, lifestyle, colori e tessuti innovativi. Ancora un’edizione di grande successo per Pitti Immagine

Uomo, il salone della moda maschile conclusosi lo scorso 19 giugno: cre-scono del 5% i buyer e raggiungono quota 20.000 presenze, a + 6,5% i compratori esteri, con ottime perfor-mance su tutti i mercati europei.Grande energia alla Fortezza da Bas-so, eventi speciali seguitissimi e ap-prezzati, e oltre 30.000 le presenze to-tali per un appuntamento in crescita e sempre più worldwide. I commenti dei partecipanti sono an-cora una volta positivi, consolidando la manifestazione come leader inter-

nazionale per la moda uomo. “L’atmosfera tra gli stand è stata pie-na di energia - commenta l’AD di Pitti Immagine Raffaello Napoleone - ab-biamo visto collezioni ricche di cre-atività e costruite con attenzione al mercato, e abbiamo raccolto giudizi molto positivi sull’offerta delle varie sezioni e sui nuovi progetti espositivi lanciati a questa edizione”. Lo stile e la tendenza non si fermano solo ai vestiti. L’estate di Pitti Uomo si è celebrata anche nei modi di vivere e nei lin-guaggi grazie a “That’s Pitticolor!”. Installazioni e giochi di luce hanno accompagnato il salone fiorentino: “È il tema-guida dei saloni di giugno

- sono le parole di Agostino Poletto, vi-cedirettore generale di Pitti Immagine - e parlerà di colore e di colori, quelli in cui siamo da sempre continuamen-te immersi, quelli che ci stanno attor-no, che portiamo addosso, che sono dentro di noi e davanti ai nostri occhi. Il linguaggio del colore è anche uno dei codici fondamentali della moda, e porterà ancora una volta a un’energe-tica immersione in nuovi stili e modi di vivere”.

In alto : PH AKAstudio collective.

In basso: PORTS indigitalitalia.com;

AKAstudio-collective

62 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

FOTOGRAFIA IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Come fare di ogni scatto una cartolina

Piccolo vademecum

per comporre

buone fotografie

con fotocamera o

smartphone.

a cura di Francesca Vinai

Una vacanza di relax o un viaggio avventuroso, una giornata sulle spiagge di casa nostra o un fine set-

timana in montagna. Ma anche una situazione comica, un dettaglio per strada, un piatto prelibato, un arco-baleno. Tutto diventa occasione per immortalare istanti, luoghi, pose ed emozioni.È indubbio che avere una fotocamera reflex - ossia un corpo macchina con obiettivi intercambiabili - consenta di scattare fotografie migliori da un punto di vista tecnico e qualitativo, sempre che sia utilizzata con piena

consapevolezza (le foto in modalità automatica, per capirci, le facciamo bene tutti, o quasi).Nulla vieta, però, di scattare belle foto anche con strumenti meno sofisticati. Non saranno probabilmente scatti da mostra o da concorso, ma anche con una fotocamera compatta o con uno smartphone di ultima generazione si possono realizzare istantanee da in-corniciare. Sembra impossibile? Non se si appli-cano alcuni stratagemmi per riempi-re al meglio lo spazio di ogni fotogra-fia.E non parliamo di tecnica fotografica,

ossia di quell’insieme di regole (di na-tura matematica) relative a tempi di esposizione, apertura di diaframma, sensibilità ISO, messa a fuoco, ecc.Parliamo, invece, di semplici accor-gimenti capaci di rendere più inte-ressante ogni scatto fotografico. Si tratta di consigli applicabili sempre, indipendentemente dal dispositivo che si utilizzi per fotografare. Sono le basi della cosiddetta “composizione fotografica”.Per composizione fotografica inten-diamo la somma di scelte che il foto-grafo prende al momento di scattare, per rendere la scena inquadrata un insieme organizzato e armonioso di forme, proporzioni, colori e giochi di luce. Scelte che derivano dalla sua creatività, dal suo senso estetico e dall’esperienza che ha acquisito. I princìpi generali di composizione fotografica possono essere di grande aiuto per conferire ordine e carattere ad ogni scatto, ma non devono con-siderarsi regole ferree. La fotografia deve pur sempre restare una finestra privilegiata sulla nostra personalissi-ma visione del mondo. Prendete allora le poche “regole” che trovate qui di seguito come utili sug-

63NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

FOTOGRAFIAIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

gerimenti e... date spazio alla vostra creatività!

Osserviamo. Prima di fotografare dobbiamo imparare ad osser-

vare. Non basta guardare e scattare: dobbiamo esaminare la scena, valu-tare la direzione della luce, cogliere la visione d’insieme e i singoli dettagli e capire su cosa vogliamo puntare l’at-tenzione.

Inquadriamo. L’inquadratura è fon-damentale, perché delimita la por-

zione di spazio da far rientrare nella fotografia. È l’atto decisivo con cui escludiamo certi elementi dal campo visivo e decidiamo come posizionare quelli inquadrati, gli uni rispetto agli altri. In questa fase dobbiamo far at-tenzione a tenere fuori dal campo ogni eventuale elemento di disturbo.

Definiamo il taglio. Il taglio del-la fotografia che solitamente si

predilige è quello orizzontale; d’altra parte è la forma dello schermo e del mirino di ogni fotocamera a rendere più comoda la composizione dell’im-magine in orizzontale. Non dimenti-chiamoci, però, di variare, scegliendo di tanto in tanto un taglio verticale per le nostre fotografie. Andiamo oltre l’abitudine che associa il taglio orizzontale alle istantanee di paesaggi e quello verticale ai ritrat-ti di figure intere, non fermiamoci all’“ovvio”. Ruotiamo la fotocamera e facciamo scelte nuove, anche incon-suete.

Posizioniamo il soggetto. Per scat-tare una buona fotografia occor-

re definire il rapporto fra soggetto e sfondo. Se siamo alle prese con un ritratto, ossia vogliamo che il soggetto abbia un ruolo centrale, avviciniamoci a lui per riprenderlo più da vicino. In tal modo non lasceremo inutili spazi vuo-ti all’interno della fotografia, come una striscia di cielo o di suolo eccessi-vamente alta (ma ricordiamoci di non “tagliare” le gambe, in caso di ritratto a figura intera). Altri accorgimenti? No agli sfondi troppo colmi di particolari, che po-

trebbero non far risaltare il soggetto principale. No all’inquadratura cen-trale: meglio collocare il soggetto la-teralmente, vicino al margine sinistro o destro del campo, per legarlo me-glio al contesto in cui si trova.

Scegliamo l’angolazione. Ogni scena o soggetto può essere in-

quadrato da più angolazioni, otte-nendo ogni volta risultati diversi. Pro-viamo, dunque, a cambiare angolo di visione, non limitandoci alla classica ripresa frontale. Spostiamoci late-ralmente, abbassiamoci con la foto-camera e alziamola sopra la nostra testa. E di volta in volta scatteremo fotografie con prospettive e propor-zioni differenti tra gli elementi della composizione.

Applichiamo la regola dei terzi. Osservando la scena dal mirino

o dallo schermo di una fotocamera o di uno smartphone, dividiamo ideal-mente l’immagine in nove parti uguali con due linee orizzontali e due verti-cali. Posizioniamo gli elementi della scena di maggiore interesse nei punti di intersezione delle linee divisorie - veri e propri punti di forza della com-posizione - o sulle linee stesse. Nell’immagine di esempio sottostan-te, vediamo che il faro, la linea dell’o-rizzonte e il sole sono collocati in cor-rispondenza delle linee o dei punti di

forza.

Sfruttiamo le linee guida. Per indi-rizzare lo sguardo dell’osservatore

su un dettaglio della scena inquadra-ta, è molto utile sfruttare le linee gui-da, ossia quelle linee rettilinee o curve create naturalmente da strade, fiumi, alberi, recinzioni, ringhiere, braccia, ecc.Una delle linee guida più utilizzate è l’orizzonte, che divide la fotografia in due parti, terra e cielo. Se vogliamo dare risalto al panorama terrestre, teniamo alta la linea dell’orizzonte, mentre se vogliamo valorizzare il cie-lo, teniamola bassa. L’importante è riprodurla perfettamente allineata in orizzontale, per evitare sgradevoli pendenze.

Percepiamo le simmetrie. Quando osserviamo la scena da fotografa-

re, facciamo attenzione alle eventuali simmetrie presenti ed esaltiamole. Se, ad esempio, abbiamo di fronte un lago di montagna in una giornata di sole, poniamo al centro dell’inqua-dratura la linea dell’orizzonte, per valorizzare al meglio la simmetria fra terra e cielo creata dalla superficie ri-flettente del lago.

Un esempio di fotografia in cui

è applicata correttamente la regola dei terzi.

64 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

EVENTI E SPETTACOLI IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Ritorna a Roma il 17 e 18 set-tembre il Citytech, il conte-nitore d’idee sulla mobilità nuova - promosso da Roma

Servizi per la Mobilità e dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Terri-torio e del Mare - che, nella suggestiva cornice dello Spazio Factory presso la Pelanda e Città dell’Altra Economia, convoca Istituzioni, produttori di tec-nologie, aziende di trasporto, operato-ri del settore e appassionati di sosteni-bilità. Un format consolidato che, alla sua terza edizione, si conferma essenziale per tutte le aziende che vogliono lan-ciare le novità del settore: promozione del brand, visibilità per prodotti e ser-vizi innovativi, speaking opportunity, occasione di networking con i prota-gonisti del trasporto e della gestione urbana. Citytech cerca le risposte più efficaci, sicure e sostenibili su tutti i temi caldi dell’attualità: intermodalità ed interconnessione, Sharing Mobi-lity e App che rivoluzionano il modo di muoverci, logistica e infomobilità, parcheggi, ciclabilità, mobilità elettri-ca e giovani, innovazione tecnologica e mobilità. Due giorni di dibattiti, in-

contri con i protagonisti e confronti a tutto tondo per un settore che produ-ce PIL, crea lavoro, fa risparmiare CO2 e migliora la qualità della vita in città. Il tutto per far emergere un piano di sviluppo pluriennale, condiviso tra gli attori della politica, dell’economia e della società. In contemporanea, un focus sul Tra-sporto Pubblico Locale con BUStech, che rimette al centro la tecnologia del trasporto e il suo principale protagoni-sta: l’autobus. L’importanza di questa manifestazione assume connotati ancora più impor-tanti se si considerano alcuni dati sta-tistici. Sfumato il piano decennale per il rin-novo del parco mezzi, l’Italia resta in-fatti il Paese con gli autobus circolanti più vecchi d’Europa e il turnover più lento. Nel 2014 sono stati venduti 1.500 au-tobus, meno di un terzo di quelli ne-cessari. Ad una domanda crescente di trasporto non corrispondono quindi politiche d’investimento adeguate e le gare uniche regionali per il servizio sono l’unica ricetta per il 2015. Ora risulta necessario tratteggiare le priorità: ricerca e tecnologia sono le soluzioni, perché il Trasporto Pubblico rimane un fattore chiave ed una risorsa irrinunciabile per l’attività economica e sociale del Paese. Non è solo una questione di risorse pubbliche da destinare al settore del TPL, occorre anche ristrutturare le reti, integrando meglio i servizi di gomma con quelli su ferro.Qui entra in gioco BUStech, che sarà una vetrina di eccellenze tecnologiche disponibili sul mercato, con i costrutto-ri, le aziende della filiera, i convegni, i test su strada e le istituzioni. Save the date: 17 e 18 settembre tutti a Roma a discutere della mobilità del futuro.

Citytech raccoglie idee sulla mobilità

Il rilancio del

TPL e i modelli di

liberalizzazione

sono tra i temi

più gettonati del

Citytech-BUStech 2015.

a cura della redazione

65NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

EVENTI E SPETTACOLIIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Collisioni, al via il festival agri-rock

Nella splendida cornice

delle langhe piemontesi

va in scena il festival

internazionale agri-rock

più atteso dell’anno.

a cura della redazione

È tutto pronto per il festival della letteratura e della mu-sica Collisioni 2015, che si svolgerà dal 17 al 21 luglio

a Barolo, nel magnifico paesaggio delle Langhe piemontesi, patrimonio UNESCO. Un palcoscenico naturale pronto ad ospitare nelle sue piazze musica, in-contri, dialoghi con premi Nobel e star della musica italiana e interna-zionale.Il programma della kermesse è di tut-to rilievo, ogni giorno sono previsti concerti ed esibizioni per un pubbli-co da grandi occasioni, dalla presen-za Mick Hucknall, leader dei Simply Red allo show di Sting, passando per Paolo Nutini, Fedez, J-Ax e Mark Knopfler. Tra gli ospiti attesi Alessandro Baric-co, Vinicio Capossela, Cesare Cremo-nini (che ritirerà il Premio Giovani di Collisioni), Eugenio Finardi ed il Pre-mio Nobel Wole Soyinka.Non solo musica per Collisioni, che onora la terra che lo ospita per le sue tradizioni vitivinicole. Nasce infatti Wine-cult, un nuovo

progetto dedicato al vino e all’eno-gastronomia piemontese, a cura di Ian D’Agata, autorevole firma di De-canter e Vinous, direttore scientifico di Vinitaly International Academy e direttore Wine and Food di Collisioni. Il programma è molto ricco e prevede degustazioni guidate, in cui il pubbli-co del festival potrà assaggiare du-rante i giorni di Collisioni le migliori annate dei più grandi Barolo, Barbe-ra e altri grandi vini del Piemonte. “Nel giro di pochi anni Collisioni, por-tando letteratura e musica nel cuore delle Langhe, è diventata un punto di riferimento fra le manifestazioni ita-liane ed europee”. Sono le parole dell’assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte Antonella Parigi, nell’espri-mere la grandezza di questa manife-stazione, che prosegue: “Sono rasse-gne come questa, capaci di lavorare con il territorio e di promuoverlo, l’e-sempio del percorso da compiere per una promozione al contempo cultu-rale, enogastronomica e turistica: il compito della Regione Piemonte sta proprio nell’agevolare e stimolare

sempre più progettualità di questo genere.” Non resta che lasciarsi coinvolgere dai suoni e dalla convivialità che il festival offre, attualmente considera-to il più importante del Piemonte e, a detta di gran parte della critica, il miglior festival in Italia.

Foto credits:

Luca Capoccia e Bruno Murialdo

66 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

EVENTI E SPETTACOLI IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

MOVE.APP EXPO 2015

È in fase di preparazione la nuova edizione del Move.App Expo 2015, l’evento internazionale dedicato alla mobilità e ai trasporti che si svolgerà dal 10 al 15 ottobre. Tra i tanti convegni ed occasioni d’incontro, ritorna la tavola ro-tonda sul trasporto intermodale e la logistica, organizzato dall’asso-ciazione Assotrasporti e dal CIRT Centro Ricerche Studi dell’Univer-sità di Genova.Durante le scorse edizioni hanno partecipato illustri personalità del settore. Pertanto, anche quest’an-no esperti ed esponenti politici sono invitati a partecipare attiva-mente alla manifestazione, anche inviando proposte ed argomenti da trattare durante il workshop direttamente all’associazione ([email protected]).

Il sito espositivo milanese è inva-so quotidianamente da ondate di visitatori, curiosi di scoprire tutti i padiglioni e le attrattività

di Expo 2015.Nonostante l’esposizione si protrag-ga ancora per diversi mesi, è già tem-po di bilanci. Quali sono i padiglioni più visitati? Scopriamolo insieme.Che la lontana terra nipponica sia “la nuova America” nei sogni di molti è oramai fatto noto. Pertanto, non stupisce che il 17.000 pezzi di legno che compongono il padiglione giapponese siano tra i più visitati, complice anche l’amore e cu-riosità per la loro cucina.Kitagawara, l’architetto che ha pro-gettato il padiglione, ha infatti svi-luppato il progetto seguendo il tema di “Diversità armoniosa”, coniugando l’esperienza e la tecnica del cibo e della cultura alimentare del Giappo-ne. Ad attirare una media di 15mila vi-sitatori al giorno è la rete all’entrata

del padiglione brasiliano. Un’enorme struttura flessibile che accompagna il passaggio delle per-sone, facendole interagire con l’am-biente circostante con elementi sen-soriali, tra cui il suono della foresta amazzonica in sottofondo.La maestosità è la prima caratteri-stica che salta alla mente quando si pensa al padiglione degli Emirati Arabi. Una serie di mura ondulate alte 12 metri e lunghe 140 che ricordano un canyon che incanta i visitatori.E l’Italia? Sebbene l’ampio spazio riservato con il Palazzo Italia e ben quattro punti espositivi lungo il Car-do, l’attrattività del padiglione è sta-ta superata in termini di visite dalla Cina. I primi quindici giorni dalla cerimo-nia di apertura il China Pavillon ha ricevuto più visite di Palazzo Italia: oltre 150.000 visitatori allo stand ci-nese contro le 90.000 visite per il pa-diglione nostrano.

Expo 2015,i padiglioni sul podio

a cura della redazione

L’esposizione

universale incanta

migliaia di turisti, che

ogni giorno visitano

il sito espositivo.

28-30 OTTOBRE 2015

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68 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

EVENTI E SPETTACOLI IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

A Monza la mobilità è smart

Sbarca a Monza

la più grande

manifestazione europea

sulla smart mobility.

a cura della redazione

Il tempio indiscusso dell’auto-mobile, l’Autodromo di Monza, ospiterà l’edizione 2015 di Smart Mobility World, la più grande

manifestazione europea dedicata ai temi della mobilità smart collettiva ed individuale, dai veicoli intelligenti, sicuri e sostenibili alle infrastrutture che rendono il traffico e il parcheggio sempre più fluido e accessibile. La tre giorni di appuntamenti sbarca a Monza grazie ad un accordo di part-nership tra gli organizzatori, ClickUti-lity Team e Innovability, e l’Autodro-mo, che con questa iniziativa rilancia il suo ruolo di punto di riferimento per l’innovazione a tutto tondo nella mobilità. Smart Mobility World si svolgerà dal 28 al 30 ottobre, idealmente chiu-dendo i sei mesi di Expo, articolando-

si su conferenze internazionali, con-vegni, aree espositive, opportunità di incontri tra imprese e una zona experience che consentirà di provare sulla pista dell’autodromo e ai box i veicoli intelligenti, sicuri e sostenibili già disponibili sul mercato e ancora in fase di ricerca.Partendo da una storia più che de-cennale di eventi sulla smart mobili-ty, la manifestazione ha l’ambizione di coprire in un unico appuntamento tutte le tematiche che fanno la nuo-va mobilità collettiva e individuale, urbana e a medio e lungo raggio, pri-vata, pubblica e in sharing. Smart Mobility World ospiterà infatti la seconda edizione della conferenza internazionale “Connected Automo-biles”, dedicata ai nuovi veicoli con-nessi, convegni sulla sicurezza attiva

e passiva dei veicoli e delle infrastrut-ture, sulle nuove motorizzazioni e sui carburanti alternativi, con particola-re attenzione all’elettrico, al gas na-turale e al biometano, fino alla nuova frontiera dell’idrogeno. Si parlerà poi di sistemi di informa-zione e intrattenimento a bordo vei-colo, di sicurezza dei veicoli e delle infrastrutture di fronte ad attacchi informatici, di parcheggi smart e di sistemi di gestione del traffico, fino ad uno speciale focus sui pagamen-ti in mobilità e per la mobilità, che porteranno a costruire la cashless city, componente fondamentale della smart city.La scorsa edizione, tenutasi al Lingot-to di Torino, ha avuto 3.500 visitatori e oltre 150 aziende e partner sostenitori. L’arrivo della manifestazione è occa-sione per l’Autodromo del rilancio di un orientamento intrapreso da qual-che anno e che, da ora in poi, costitu-irà un tratto costante delle sue attività, che si baseranno sui due pilastri com-plementari dello sport e della colla-borazione con le imprese e gli enti di ricerca.Maggiori informazioni su Smart Mobi-lity World e sulle modalità di sostegno e partecipazione sono disponibili su www.smartmobilityworld.net.

69NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

CINEMA E LIBRIIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Libri sotto l’ombrelloneSotto l’ombrellone,

cosa può rilassare

la mente più di un

bel libro? Ecco una

selezione delle novità

per tutti i gusti.

a cura di Federico Rosa

GLENN COOPER

“La porta delle tenebre”.Dopo il successo di “Dannati”, Cooper propone il secondo capitolo della trilogia. John ed Emily sono costretti a tornare nell’inferno per salvare delle persone. Un romanzo adrenalinico con elementi storici rivisitati.

E. L. JAMES

“Grey”. Non paga di essersi arricchita sull’onda dell’ormone libero con una trilogia, la scrittrice di 50 Sfumature riporta sulle pagine il personaggio di Christian Grey.Un prequel della vita ante sfumatu-re narrata dal protagonista più chic-chierato degli ultimi tempi.

RUTH WARE

“L’invito”. Romanzo di debutto per la giovane scrittrice inglese. Un thriller adrenalinico che ha per protagonista una giovane scrittrice. In un movimen-tato addio al celibato, qualcuno cerca di incastrarla per un omicidio. Uno dei thriller più coinvolgenti dell’anno.

HARRY POTTER, A VOLTE RITORNANO

Milioni di fans in tutto il mondo rimpiangono ancora oggi la fine di una delle saghe più famose al mondo. Dopo l’addio dell’ultimo “Harry Potter e i Doni della Morte”, torna a sorpresa il mago che ha fatto incantare intere gene-razioni con le sue magie ed avventure. Dimentichiamo tuttavia la carta stampata ed il cinema, perché la nuova storia sarà a teatro. Ad annunciarlo è la stessa J.K Rowling, sul suo account Twitter. I dettagli non sono ancora stati rivelati, ma sarà un inedito dal titolo “Harry Potter and the Cursed Child” e non sarà un prequel. Perché la scelta dell’opera teatrale? A rispondere è la crea-trice stessa di Harry Potter: “Quando gli spettatori vedran-no la rappresentazione concorderanno che il teatro è il mezzo più appropriato per realizzarla”.Gli appassionati possono già prenotare un volo per Londra, l’appuntamento è per l’estate 2016.

70 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

COMICS & GAMES IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Dalle botti piccole esce il vino buono? Parrebbe di si, dato che il minuscolo studio lon-dinese Rocksteady è riuscito

dove tutti gli altri produttori avevano fallito: creare una versione videoludica che desse il giusto merito al personag-gio di Batman. Arkham Knight è il terzo e conclusivo capitolo della trilogia di Arkham. I primi hanno scalato le classifiche di vendita, ed è facile intuire che anche questo sarà un successo. Nell’anteprima per la stampa sono state mostrate le novità nel gameplay, piccoli scorci nella storia e le novità grafiche. La prima, e più corposa novità, è dedi-cata al mezzo di trasporto: finalmente non saremo obbligati a svolazzare con la tuta o camminare per le (pericolose) strade di Gotham, ma saremo liberi di esplorare i suoi vicoli bui (resi ancora più estesi e percorribili) a bordo della Batmobile! Un design esclusivo, che unisce la ver-sione elegante di Burton con il carro armato di Nolan. Cattiva, veloce e attrezzata con tutte le ultimi armi disponibili, non sarà solo un mezzo di trasporto ma la si potrà te-lecomandare a distanza oppure usarla come trampolino di lancio tramite il sedile per planare sui nemici, oppure la si potrà utilizzare come ariete per abbattere elementi architettonici di intralcio o ancora per caricare dei per-

sonaggi nei posti di carico nel retro, per speciali missioni. A questo va aggiunta una migliorata intelligenza artificia-le, i nemici sono più organizzati e non aspettano comodamente il loro turno come nei precedenti capitoli. Unite a nuove mosse e animazioni, i combattimenti sono ancora più reali-stici e adrenalinici. Ma tutte queste migliorie non otterreb-bero lo stesso effetto se non fosse per la grafica. Finalmente di alto livello, sfrutta appieno la potenza delle con-sole next gen, alta qualità di texture e scene fluide. Non vi basta? Alla Rocksteady non hanno voluto ba-dare ai complimenti e quindi, oltre ai soliti sgherri, ci saranno da affrontare Two Face, il Pinguino, Harley Quinn e lo Spaventapasseri. In sintesi un gioco adrenalinico, ac-compagnato da una storia che conclu-de in maniera degna una trilogia che ha sempre saputo innalzarsi, senza crogiolarsi sugli allori dei successi già raggiunti. Per tutti gli amanti del cavaliere oscu-ro, un must have d’ordinanza! Per chi non ha mai giocato ad uno dei giochi precedenti, nessun problema, la storia vive di vita propria e l’esperienza di gio-co non viene rovinata. Sarà il gioco del 2015? È presto per dir-lo, ma adesso scusate, devo andare a spostare la Batmobile, l’ho lasciata in doppia fila.

Batman, Arkham KnightIl ritorno del cavaliere

oscuro tra le strade di

Gotham City. Salite a

bordo della Batmobile

ed iniziate l’avventura.

a cura di Federico Rosa

PLANETES DI MAKOTO YUKIMURA a cura di Roberto Giordanengo

In questi ultimi anni in cui la corsa allo spazio ha preso nuova vita, con la sonda New Horizons che scatta le prime foto ravvicinate di Plutone e con l’orgoglio di un’astronauta italiana, quali letture migliori delle opere di fantascienza? Planetes è ambientato nel 2075, dove l’umanità ha ormai iniziato la colonizzazione dello spazio. Qui, i nostri protagonisti lavorano come spazzini spaziali: devono infatti ripulire le orbite dei pianeti da tutta quella serie di detriti che potrebbero causare disastri enormi nel caso di contatto contro navicelle e basi spaziali. La colonizzazione dello spazio è difficoltosa e i nostri eroi si troveranno spesso nel mezzo di problemi come attacchi terroristici per protesta all’espansione nello spazio, incidenti e problemi di ogni tipo. Il vivere nello spazio viene usato come espediente narrativo per affrontare i problemi dei personaggi principali, esseri umani che, come noi, riflettono sulle proprie esistenze. Disegni bellissimi, con molte pagine a colori, situazioni basate su presupposti scientifici veri aiuteranno il lettore a riflettere sulle stesse tematiche, emozionarsi e vivere una bellissima esperienza spaziale grazie ai tre volumi dell’opera edita da Planet Manga.

71NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015 GENTE IN MOVIMENTO

MUSICAIL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

Alta fedeltà, cd da ascoltare

Concerti da non perdere

SANTANA

Il virtuoso della chitarra porta in Italia il The Coràzon Tour. Due le tappe per gli amanti dell’artista, il 20 luglio all’Arena di Verona e il 21 luglio in Piazza Duomo a Pistoia. Uno spettacolo imperdibile per i nostalgici e per gli amanti delle sonorità che solo il genio messicano sa creare.

Le migliori uscite di

questo periodo estivo e

gli show di artisti italiani

ed internazionali da

vedere dal vivo.

a cura di Federico Rosa

MUSE

“Drones”. Torna la band capitanata da Matt Bellamy e si mantiene sui livelli (altissimi) dei lavori precedenti. Un concept album incentrato sul rapporto tra uomo e tecnologia. Si passa da momenti funk, passando a momenti prog fino ad attimi Queen. Un album nuovo, eppure molto riconoscibile nei riff e nella vocalità. ROCKING LIKE A ROBOT

ALVARO SOLER

“Eterno agosto”. Tratti da modello, Soler è il giovane cantautore spagnolo che sta spopolando con la sua hit “El mismo sol”. Il suo primo album è caratterizzato da un suono solare che mescola beat lo fi contemporanei a sonorità mediterranee. Non solo canzoni danzerecce, ma anche momenti più profondi.È NATA UNA STELLA

2 CELLOS

Se non li conoscete, consiglio di vedere i video di Hysteria e di Thunderstruck. Il duo di violoncellisti croato porta in scena un repertorio moderno, rivisitato con i soli due violoncelli, per uno spettacolo adrenalinico. Cinque date consecutive dal 29 luglio: Torino, Ferrara, Roma, Molfetta e Tarvisio.

COLLISIONI

Torna a Barolo il festival culturale, con ospiti di altissimo livello. Il 17 luglio sarà protagonista Vinicio Capossela, il giorno seguente Paolo Nutini e The Passenger. Domenica 19 serata dedicata ai giovani con Fedex e J Ax. Chiuderanno il festival due icone del rock: Mark Knopfler e Sting.

72 NUMERO 3 | MAGGIO - GIUGNO 2015GENTE IN MOVIMENTO

COLLABORATORI IL MAGAZINE DELL’IMPRENDITORE, DEL PROFESSIONISTA E DELLA FAMIGLIA

HANNO COLLABORATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO

GIOVANNIFireraResponsabile Area Comunicazione Sede Regionale INPS del Pie-monte, già Presidente dei Giornalisti Uffici Stampa del Piemon-te, già Vicesegretario dell’Associazione Stam-pa Subalpina.

BRUNOBraviConsulente del Lavo-ro, esperto in materia di diritto del lavoro ed amministrazione del per-sonale, collabora con le principali società di for-mazione in materia.

ELISAGalvagnoLaureata in Economia, nel 2007 fonda il beauty blog “Elisavsmakeup”, che da sette anni dispen-sa consigli sul mondo della bellezza. Grazie alla sua attività collabora attivamente con le principali case co-smetiche.

FERRUCCIOMarelloEsperto in servizi di con-sulenza HACCP, certifica-zioni ISO 9001, servizi di consulenza per attività formative, servizi di con-sulenza per laboratori di prova con metodiche ac-creditate ISO 17025.

AURELIOPriscoÈ consulente organizza-tivo presso prestigiose aziende. Da molti anni sviluppa l’integrazione dei princìpi del Coaching aziendale Ericksoniano e quelli dell’Ananda Yoga per la crescita delle risor-se umane.

FEDERICORosaAppassionato di libri, mu-sica, cinema, serie tv e ga-stronomia. Ha collaborato con Slow Food, RockIt ed alcune testate locali del torinese e del cuneese. In gioventù fonda il gruppo musicale Adelinquere, band pop-rock.

FRANCESCAVinaiViaggiatrice entusiasta dai tempi dei suoi sog-giorni di studio all’estero, collabora con il portale web Latitudes Life, con il blog NonSoloTuristi e con la community di viag-giatori Turisti per caso. È redattrice di TN Traspor-tonotizie.

MARTINAPeruffoÈ Responsabile Giovani-le dell’A.E.C.I., l’Associa-zione Europea dei Con-sumatori Indipendenti.

MAURIZIORiverditiDocente di diritto pena-le presso l’Università di Torino, Dipartimento di Culture, politiche e so-cietà, esercita la profes-sione di avvocato pena-lista a Torino.

MATTEOSalviniClasse 1973, è un politi-co ed europarlamentare italiano. Dal dicembre 2013 è Se-gretario federale della Lega Nord.

LUIGIBobbaSottosegretario di Stato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con delega alle politiche giovanili.

FRANCESCALandrianiArchitetto in un presti-gioso studio di Cuneo, applica i dettami della progettazione natura-le dal 1990, come cifra esclusiva del suo fare architettura.

MARINACalderonePresidente del Comita-to Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali (C.U.P.) e Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del La-voro.

ROSARIODe LucaConsulente del lavoro, avvocato e giornalista. Ricopre la carica di Pre-sidente della Fondazio-ne Studi dei Consulenti del lavoro.

ELISAFeaLaureata in giurispru-denza, attualmente svolge la sua professio-ne come praticante av-vocato in un prestigioso studio di Cuneo.

ANNAPellegrinoLaureata in Comunica-zione pubblica e politica, scrive di politica locale e costume per una testata online.

VINICIOPaselliEconomis blogger del por-tale Ecovinpas.blogspot.it e laureando del CLEF, Economics and Finance presso l’Università degli Studi di Bologna.

PATRIZIATerzoniDeputata del Movimen-to 5 Stelle, dal maggio del 2013 ricopre la cari-ca di Segretario della VIII Commissione Ambiente, territorio e Lavori pub-blici alla Camera.

SALVATOREMicilloDeputato alla Camera dei deputati, è capo-gruppo M5S dell’VIII Commissione ambiente, territorio e lavori pub-blici.

IGNAZIOMessinaDal 30 giugno 2013, rico-pre la carica di segretario nazionale dell’Italia dei Valori.

DAVIDBorrelliEletto al Parlamento Eu-ropeo nel 2014, co-Pre-sidente del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia Diret-ta. È membro della Com-missione per il commer-cio internazionale INTA.

ANGELICAMarinoÈ membro del Diparti-mento “Affari europei” dello Studio Legale “Cherchi & Partners” a Bruxelles.

ANNA LISACupponeLaureata in Giurispru-denza, è Presidente ANCL Unione Provincia-le di Lecce.

MARINAVerderajmePresidente di ACTL, As-sociazione di Promozio-ne Sociale, accreditata dalla Regione Lombar-dia e Sicilia per i servizi per il lavoro e certificata Iso 9001.

ELEONORAEviPortavoce M5S al Parla-mento Europeo e mem-bro della Commissione Ambiente, Sanità e Salute Pubblica del Parlamento Europeo.

GAETANOLa LegnameImprenditore nel settore del trasporto di merci, logistico ed esperto in reti d’impresa. Collaboratore On. Ivan Catalano.

GABRIELE FiorentiniCollaboratore giuridico dell’On. Ivan Catalano,Vice-presidente della IX Commissione alla Came-ra dei Deputati.

HERBERTDorfmannDeputato al Parlamento europeo e politico della Südtiroler Volkspartei.

MARCOMonacelli9 anni in Armando Testa come Direttore Clienti, 9 anni in Fiat Chrysler e IVECO come Marketing Communication Direc-tor e Responsabile delle sponsorizzazioni.

SILVIAGironiÈ redattrice presso la rivista specializzate IM IsoMotori.

SIMONEPivottoDa sempre appassionato di nuovi media, opera come formatore in am-bito social media mar-keting. Si occupa per ACTL di marketing e comunica-zione

DOMENICACatalfamoIngegnere civile, è diri-gente del settore Viabi-lità, Trasporti e Catasto strade della Provincia di Reggio Calabria.

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