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D E S I G N - a cura di Paolo Martegani

37 Superfici sensibiliPaolo Martegani

39 Architettura della comunicazioneGhisi Grütter

41 Tecnologie innovative peruna comunicazione interattivaMauro Corsetti

U R B A N I S T I C A - a cura di Elio Trusiani

43 Roma: una città attenta anche ai bambiniRoberto Morassut

44 I bambini per la costruzione di una qualità socialeGuido Morandini, Alessandro Marotta

46 La scuola come luogo di socializzazioneAlessandro Marotta

47 Il Manifesto della comunità scolasticaLivia Rinaldi

L ’ O R D I N E

49 Fascicolo del FabbricatoDaniela Marzano

S P O R T E L L O G I O V A N I - a cura di Christian Rocchi

49 Una struttura per rispondere alle esigenze dei giovani architettiChristian Rocchi

50 Barcellona: Laboratorio Piñón Massimo Sodini

R U B R I C H E

51 FONDI E FINANZIAMENTI - a cura di Marina Cimato e Andrea NobiliI piani strategici, Marina Cimato, Andrea Nobili, Simona Innocenzi

53 LIBRI

57 WEB & CAD - a cura di Stefano Giuliani

58 ARCHINFO - a cura di Luisa Chiumenti

EVENTI:Il Polo d’arte moderna e contemporanea di Ferrara.MOSTRE:Antica ceramica da farmacia di Castelli.Pittori della realtà. Da Foppa e Leonardo a Caravaggio e Ceruti.L’ultimo Scialoja.I teleri di Tullio Pericoli.CONVEGNI:Norme obiettivo per città più belle, di Claudia De Casa

63 SPAZIO ALL’ARTIGIANATO DI QUALITÀ - a cura di Valentina Piscitelli

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Stazione Termini diventata oggi una vera epropria struttura commerciale. La sua gal-leria sembra progettata per ospitare unprogetto comunicativo: una prima fasciaorizzontale contiene tutte le informazionisegnaletiche, mentre la seconda è dedicataalle affissioni. Lo spazio interno della gal-leria si frantuma ospitando una serie dibox di vetro dedicati alla vendita. Risto-ranti, bar, tavole calde e quant’altro trova-no alloggio all’interno della Stazione doveil viaggiatore è diventato prevalentementeconsumatore e compratore. Per contro, al-la Stazione Termini oggi si va anche soloper mangiare, o per comprare prodottiparticolari (personalmente ho trovato undelizioso negozietto specializzato in acqueminerali d’ogni tipo e provenienza) o perfare shopping, tutte attività che possono es-sere anche dissociate dal viaggio in treno.Il progetto comunicativo e l’allestimentocommerciale sono diventati temi presentianche come oggetti di tesi di laurea in al-cune Facoltà d’Architettura dove si sonoanche aperti corsi di laurea tagliati su fi-gure professionali più vicine al comunica-tore visivo, al progettista grafico o all’e-sperto di architettura multimediale. Aquesti si devono aggiungere i vari corsipost-lauream di specializzazione o masterssempre più orientati verso questo tipo dinuova professionalità. Infatti, a mio avvi-so, se un architetto si specializzasse nel-l’applicazione dei nuovi sistemi di rappre-sentazione e comunicazione visiva o nellaprogettazione della micro-architettura(cioè l’industrial design, la progettazionedell’effimero, la scenografia, l’allestimen-to espositivo e così via) troverebbe ancoraoggi un mercato aperto.

L a comunicazione visuale applicataagli edifici, oggi più che mai, costi-tuisce un completamento ineludibi-

le dell’immagine architettonica deglistessi, ed è resa ulteriormente interessan-te grazie alle nuove strumentazioni mul-timediali attraverso le quali si esplica; al-lo stesso modo anche negli interni siproietta la necessità di accrescere le op-portunità di informazione e comunica-zione interattiva, per mezzo della dota-zione degli spazi d’uso di tecnologiequali impianti audio, schermi video, lu-ci dinamiche e connessioni di rete, chepermettono ad un’utenza esigente di pa-droneggiare l’informazione.L’architettura tende dunque a divenireintelligente, secondo una celebre defini-zione di Derrick De Kerckhove, inglo-bando in sé media che fino ad ora eranoad essa estranei e proponendosi come unnuovo organismo che arricchisce l’inte-razione con i propri utenti.L’aumento esponenziale delle tecnologiedell’informazione ha peraltro incremen-tato il nostro campo di esplorazione, che

grazie alla rapidità con cui la diffonde,amplia la nostra scala di riferimento, chesi fa globale. Oggi sentiamo infatti la ne-cessità di essere informati di ciò che avvie-ne anche a migliaia di chilometri di di-stanza e gli apparati di cui disponiamo ciconsentono di soddisfare questa esigenza,arricchendo gli spazi architettonici di unvalore aggiunto finora assente.Alle diverse scale corrisponde una possibi-le diversificazione delle tipologie di inte-

Tecnologieinnovative per unacomunicazioneinterattivaMauro Corsetti

Dall’alto:• Un maxischermo a tecnologia ledwall vivacizza

l’austera facciata dell’edificio dei Magazzini LaFayette di Berlino. La percezione delle immaginiin movimento contraddistingue l’ingresso deigrandi magazzini e lo rende visibile da alcuniisolati di distanza.

• Il prospetto che si avvolge su Piccadilly Circus aLondra rappresenta un esempio di come lacartellonistica pubblicitaria si sia evoluta,utilizzando i più comunicativi mezzi tecnologiciche consentono un incremento delle informazionifornite, il dinamismo delle immagini e lapossibilità di essere visualizzate anche inassenza di luce solare.

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genere negli allestimenti commerciali,con la finalità di promozione dell’aziendae di coinvolgimento del pubblico.Il secondo livello si presta prevalentemen-te ad un utilizzo a scala ridotta, sia per lecaratteristiche tecniche, che necessitanodi stati di illuminazione controllata e diprotezione dalle intemperie, sia per il ca-rattere degli utilizzi che se ne fanno.Totem multimediali, mediaboxes, super-fici sensibili e inter-reattive costituisconoun catalogo di elementi in continua evo-luzione che vengono progettati con finali-tà di supporto ai tradizionali “spazi infor-mativi”, e collocati all’interno di areecommerciali e di servizio (si pensi adesempio agli infopoints presso gli ufficidella pubblica amministrazione).Un ulteriore utilizzo di queste tecnologieè quello relativo ai sempre più diffusi“musei della scienza”, in cui la conoscenzadei fenomeni è esplicata mediante l’espe-rienza diretta, tramite l’utilizzo di appara-ti appositamente predisposti.Alle diverse scale, le facciate mediali, i vi-deowalls, i totem interattivi e tutte le po-stazioni per “connettersi” rappresentano

il sempre più sottile margine tra il reale edil virtuale, qualificandosi come linea diconfine tra la fisicità tipica dei manufattiedilizi e la liquidità del cyberspazio e pro-spettandoci un futuro in cui i due aspettidella next architecture si fonderanno inuna nuova maniera di fare architettura.

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razione che possiamo avere con i nuovimedia:- un primo livello, di tipo passivo, è rap-presentato dalle immagini di tipo televisi-vo, che per mezzo di proiezioni, mega-screens o pareti luminose ci fornisconoinformazioni. Questo genere di mediaviene spesso utilizzato per mediabuildingscon vocazione pubblicitaria, come adesempio la celebre facciata su PiccadillyCircus a Londra;- un secondo livello, di tipo attivo, è inve-ce determinato da impianti più sofisticatiquali, touch screens, computers connessialla rete tramite sistemi wireless e quan-t’altro favorisca un approccio interattivocon il mezzo; questi consentono all’uten-te di integrarsi con l’apparato tecnologicoe farne un uso personale e propositivo.Il primo livello di comunicazione è benrappresentato da alcuni esempi realizzati,quali, oltre alla già citata piazza londinese,l’edificio del Nasdaq su Times Square o ilprospetto dei Magazzini La Fayette cheJean Nouvel realizza sulla FriederichStrasse a Berlino.Un’interessante applicazione di pixelaturadell’immagine è stata sperimentata daRenzo Piano sul prospetto dell’edificioper la società di telecomunicazioni KPNTelecom; qui, attraverso l’inserimento dicirca 900 lampade quadrate che emettonoluce verde, trasforma l’edificio in un gi-gantesco ledwall di 2922 mq, in grado diproiettare immagini in movimento, visi-bili da grande distanza. Ledwalls e videoproiezioni sono di soven-te utilizzati anche ad una scala dell’archi-tettura più contenuta, ad esempio all’in-terno di manifestazioni fieristiche o, in

Dall’alto, in senso orario:• Le manifestazioni espositive fanno largo uso di

superfici sensibili ed effetti multimediali. Lo standYcami per i Saloni di Milano 2003 presentaproiezioni su pareti semitrasparenti, pavimentitraslucidi, serigrafati e retroilluminati, nonchémusica che contribuisce a coinvolgere lo spettatore.

• La sezione evidenzia un dettaglio del sistematecnologico che rende “maxiscreen” l’interoprospetto dell’edificio KPN Telecom, realizzato daRenzo Piano a Rotterdam.

• Il “totem multimediale” è una diffusa applicazionedelle tecnologie interattive e diviene un importanteelemento di design, che fornisce un servizioinformativo e, allo stesso tempo, contribuisce adarricchire l’immagine dell’azienda per cui èprogettato. Nell’immagine: Enel Web Tv.

• Digitopolis: un pannello informativo multimedialeintroduce nella sezione del Museo della scienza diLondra dedicato alle tecnologie digitali.

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amministratori chetemporaneamente ne hanno laresponsabilità), creando un filodiretto tra i cittadini el’amministrazione comunale.Si tratta di un importante“documento di lavoro” che, suuna cartografia interattiva e suimmagini satellitari ad altadefinizione, indica le “azionistrategiche” previste dal Comunedi Roma nelle aree periferichedella città, comprese tra l’anelloferroviario e i confini comunali,individuandone fra l’altro lecondizioni ambientali, i datirelativi a servizi esistenti, gliinterventi di trasformazione equelli già in corso. Si trattacomunque di un “punto dipartenza”, valido per unaconoscenza ad ampio spettro delterritorio romano che può anchepresentare imprecisioni einesattezze che tuttavia, proprio ildialogo fra cittadini il Comune,può correggere in una sorta dicontinuo “aggiornamento” dellerealtà periferiche, in un percorso“partecipativo”.È molto interessante rilevare fral’altro come l’Atlante permetta divedere “su supporto cartograficoe su immagini satellitari (derivantidal telerilevamento ambientale delsatellite ad alta definizione), tuttiinsieme i progetti in corso eprevisti nel piano investimenti, inuna lettura sinottica dellecaratteristiche specifiche delterritorio preso in esame”.L’Atlante consente quindi,attraverso il sistema GIS, di teneresempre sott’occhio letrasformazioni del “work inprogress” degli interventi sulterritorio.Elaborato tra febbraio e ottobredel 2002, dal Dipartimento per loSviluppo ed il Recupero dellePeriferie, con il coinvolgimento dinumerosi soggetti, gestori diservizi pubblici e di infrastrutture,aziende e agenzie speciali,l’Atlante delle Periferie è scaturitoda un fitto dialogo con iDipartimenti e gli Uffici delComune, nonché i municipi,

promotori di azioni ditrasformazioni sul territorio.Si deve sottolineare che Roma è ilprimo Comune in Italia che abbiausato le immagini satellitari adalta definizione IKONOS peresaminare i processi ditrasformazione in atto su unasuperficie così ampia di territorio(circa 129.000 ha. presi inesame). Automobili, strade,oleodotti, alberi singoli, case,grandi apparecchiature,discariche, etc., si possonoriconoscere con il satelliteIKONOS che riesce ad acquisirecontemporaneamente immaginipancromatiche con risoluzione alsuolo di un metro e con un livellodi dettaglio senza precedenti. Intal modo si è potuta avere unavisibilità totale, reale e ravvicinatadell’ambito così complesso edesteso della periferia romana.I dati reperiti presso i vari ufficidei Dipartimenti, Municipi ed altriEnti o Istituti, sono stati elaborati eorganizzati secondo i tematismiritenuti più significativi, il cuielenco rappresenta una griglia dilavoro e può essere ulteriormentemodificato o arricchito.L’esplorazione dei tematismi haportato poi all’individuazione dipiù analitici “indicatori”. Tra levarie componenti selezionate sonoda segnalare ad esempio gli“Indicatori di qualità urbana”(previsti sulla base degli indicatoricomuni europei) e tra essi(Impianti sportivi, Biblioteche,Librerie, Cinema, Teatri, etc.) cisembra opportuno segnalarequello riferito alla “Disponibilitàdi aree verdi e servizi locali per icittadini (scuole, farmacie,biblioteche, etc.)” che consiste nelcalcolare la percentuale dipopolazione che si trovi a menodi 15 minuti a piedi dai servizi dibase o dalle aree verdi.Attraverso il progetto “Paesaggidella Periferia” inoltre è messo inevidenza per una migliorevalorizzazione, il grandepotenziale naturale che laperiferia romana, ai limitidell’Agro, è in grado di offrire in

termini di “ecocompatibilitàambientale”.L’Atlante delle Periferie, finito distampare a Roma nel dicembredel 2002, reca aggiornamentifino al novembre 2002 e, comeha sottolineato l’Assessore LuigiNieri, “vuole essere mezzo e fineper dare vita ad azioni e progettiche accrescano la qualità delvivere” e inoltre cerca di renderechiara ed indiscutibile la identitàstorica di ogni periferia, con leproprie caratteristichearchitettoniche, “la peculiaritàsociale e l’eventuale risorsaarcheologica e ambientale”.

Luisa Chiumenti

Simonetta Valtieri (a cura di)Storia della Calabria nel Rinascimento. Le arti nella storiaEditore Gangemi Romawww.gangemieditore.it

Molti e particolarmenteinteressanti i fenomeni che hannocontrassegnato l’architettura dellaCalabria del Rinascimento. Dopo una capillare ricerca duratapiù di dieci anni, lo spoglio diprotocolli notarili ha condottol’Autrice ed un gruppo di studiosida lei coordinati, a ritrovare edanalizzare attraverso disegni,progetti e modelli, le personalitàdi spicco che lavorarono inambito locale, in quell’areamediterranea che contavacommittenze importanti, come lefamiglie dei Sanseverino, iCarafa, i Ruffo, i Correale, oltrealla Chiesa e alla nobiltà feudale,che preferirono un linguaggioarchitettonico che tenesse contodella tradizione e mantenesseautonomia dallo stile fiorentino. Èinteressante a tal propositoapprendere, come l’unicoarchitetto che aveva lavorato aNapoli nel primo ‘500, fosse statoproprio un calabrese: ilMormanno (da Mormando), cheper lungo tempo fu invece

considerato “fiorentino”, in ragionedel “classicismo” delle sue opere.Il volume analizza una realtà cheannovera ben oltre duecento nomitra architetti, artisti e “mastrifabbricatori” in una sorta di doppialettura, delle specifiche tipologie egli ambiti di committenza e delleanalogie tra le diverse categorie dimanufatti architettonici, in unostudio incrociato di influenzereciproche.Si svolgono così gli spaccati di unfermento architettonico e culturalelocale assai vivace, a cominciaredal saggio dell’architetto Valtieriche esamina opere esemplari comeil San Michele di Vibo Valentiaattraverso una ampia sintesi deicaratteri e dell’evoluzione deilinguaggi, e con gliapprofondimenti dei numerosi altristudiosi, con contributi settoriali dinotevole interesse, che é impossibilequi citare tutti, invitando invece aduna attenta lettura del poderosovolume edito da Gangemi, cosìinnovativo nel taglio e così ricco diapprofondimenti di altaprofessionalità e di illustrazionemolto chiara e incisiva.

L.C.

Mauro CorsettiBRANDPROJECTLa progettazione degli spazicommerciali nell’era delfranchisingAracne, Roma 2004, pp. 102

È stato recentemente inaugurato aRoma, nella centralissima via

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Tomacelli, il negozio Ferrariprogettato da Massimo IosaGhini: negozio? Certo che no,ed infatti vi si vende ben poco(ed in ogni caso nonautomobili: non è unautosalone). Si tratta in realtàdi un Flagship (letteralmentenave bandiera), e cioè di unluogo nel quale è stato creatoun universo parallelo plasmatosull’etica e sull’estetica delmarchio –un po’ come i parchidi divertimento Disney- “iflagship store si offrono infattial pubblico più per il loroplusvalore ludico che per laconsueta attività commerciale,sono un esempio diautopromozione aziendale incui l’avventore entra perpassare il proprio tempo libero,intrattenendosi con le varieattrazioni messe adisposizione”. È così chel’immagine trasmessacorrisponde ad uno stile di vitae ad un repertorio di gusti chesi identifica con le categorie deipropri consumatori che a lorovolta diventano i testimonialinvolontari di un trend al centrodel quale è l’immagine delprodotto.Ho appreso tutto ciò, e moltoaltro ancora, dal bel libro diCorsetti che è il risultato di unaricerca – avviata con la tesi diLaurea – eseguita con ilcontributo del DIPSAdell’Università degli studi diRoma Tre.L’opera si apre giustamente conuna breve introduzione cheprende le mosse dal concetto dicorporate image e dai casiemblematici della AEG, dellaArtek, della Braun/scuola diUlm ed, in Italia, della Olivetti.Prosegue poi con unaarticolazione in tre parti,dedicate rispettivamenteall’Analisi Tipologica, agliSpazi Commerciali Innovativi,agli Elementi Costitutividell’Allestimento in Franchising.Termina con utili appendici sullanormativa, su dati tecnici ed

ergonomici, sul glossario diriferimento (prevalentemente ininglese), su alcuni indirizzi utilie su un’ampia bibliografia.Costruisce così un repertorioampio di dati, di riflessioni e diimmagini che individua conprecisione le trasformazioni,consolidate ed in atto, di cui laprogettazione degli spazicommerciali deve tener conto.Compaiono nel volume firmeprestigiose –dal già citato IosaGhini a Matteo Thun, da JeanNouvel a Zaha Hadid, daMichele de Lucchi aMassimiliano e Doriana Fuxsasa molti altri- ed i più importantimarchi presenti sul mercato.Il libro pone, sia pure soloimplicitamente, un problemache proverei a chiamare di NOLUOGO (parafrasando ilcelebre testo di Naomi Klein,anch’esso qui citato per la suainevitabile e non volutatrasformazione in “marchio”riconoscibile): e cioè ilproblema di un modo delprogetto che nasce e si sviluppacon pochissimi o nulliriferimenti ad un contesto. Inuna bella intervista pubblicatasul Corriere della Sera JeanNouvel sostiene invece che “…la modernità dell’architetturaoggi sta nel legame colcontesto. Quando sicostruiscono edifici generici, dapiazzare ovunque, non specificiper un ambito urbano si fannocose senza valore”.Personalmente sarei menocategorico, ma il problemaesiste e lo pone anche PaoloMartegani nella presentazioneal volume: “l’estensione delcontesto delle catene inaffiliazione tende ad esseremolto …vasto e talvolta quasi acoprire il mondo. Da qui lasfida che si fa molto più ardua…”: sfida che spero raccolga lostesso Corsetti nell’auspicabilesviluppo di questo suo lavoro.

Andrea Mazzoli

Caterina ZannellaIL BOLLETTINO USI CIVICILa provincia di Rieti. Una fontedocumentaria per lo studio deidiritti civici e delle proprietàcollettive.Gangemi Editore, 2003

Dopo i volumi “Una fontedocumentaria per la tutela deidiritti civici e le proprietà collettive– il Bollettino degli usi civici” e “Una fonte documentaria per latutela dei diritti civici e le proprietàcollettive – Le denunce”, laRegione Lazio dà alle stampe ilvolume “Una fonte documentariaper lo studio dei diritti civici e delleproprietà collettive – il Bollettinodegli usi civici. La provincia diRieti”, anche questo, come gli altri,dell’Arch. Caterina Zannella,proseguendo l’opera dicatalogazione e formazione dellabanca dati degli usi civici,nell’ambito del più vasto Progettoche vedrà al suo compimentol’intera catalogazione deiprovvedimenti amministrativi egiudiziari emessi in materia di usicivici per tutto il territorioregionale.L’importanza dell’opera risiede, inprimo luogo, nell’informazione enella divulgazione di tutti i dati chepermettono di definire la naturagiuridica dei territori comunalidella provincia di Rieti, ma, nellostesso tempo, rappresenta unostrumento di consultazione per itecnici operanti nel settore, che,nel loro lavoro, incontrano sempre

più difficoltà per accedere negliarchivi storici e soprattutto in quellidel Commissariato per laliquidazione degli usi civici diRoma, che raccoglie iprovvedimenti postunitari delleRegioni Lazio, Toscana, Umbria eper alcuni periodi e limitati territorianche delle Regioni Marche,Abruzzo e Campania.La lettura del volume dato allestampe, ma soprattutto la letturadei provvedimenti raccolti peresteso nel CD a corredo del libro, el’esame delle mappe catastaliallegate, costituenti una delleappendici del libro, permette unapproccio sistematico con la“Storia minore” di un territorio,che, dimenticando i grandi eventidella storiografia ufficiale, citrasporta nella vita di tutti i giornidei secoli passati, fatta di sacrificiper la sopravvivenza e di strenuebattaglie per conservare il territorioda cui le popolazioni traevano ilproprio sostentamento in forma didiritti civici di pascolo, di legnatico,ma anche di semina, di fungatico,di tartufatico, di cavar pietra e farcalcare e di altri diritti minori.Il volume non si limita a passare inrassegna i provvedimenti giàpubblicati sul “Bollettino Usi Civici”dal 1931 al 1959, ma integra lapubblicazione con i provvedimentiemessi e non pubblicati e,soprattutto, con i successiviprovvedimenti emessi dalCommissariato fino al 1996,fornendo così un quadro completodella storia giuridica dellaprovincia reatina, e costituendouna fonte di informazioni completae di grandissimo valore per glistudiosi della materia, ma nonsolo, poiché molto spesso lacarenza di informazione hadeterminato situazioni diillegittimità amministrativa conripercussioni in campo urbanisticoe vincolistico di non poco conto,dal momento che i territori “gravatida usi civici” sono stati sottoposti avincolo ambientale ope legis dallacosiddetta legge Galasso, oggiricompresa nel D.Lvo 490/99.In conclusione, si deve salutare con

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