Immanuel Kant (1724-1804) Critica del Giudizio Storia della filosofia II.
Immanuel Kant: Critica della ragion pratica (1788) Napoli, Liceo Comenio, 9 febbraio 2012.
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Immanuel Kant: Critica della ragion pratica (1788)
Napoli, Liceo Comenio, 9 febbraio 2012
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“Cosa devo fare?”
• Ragione pura (i. e. a priori, non mescolata a nulla di empirico)
↓ ↓Teoretica i. e. Pratica i. e.finalizzata alla conoscenza finalizzata all’azione,
capace di determinare la volontàVs. ragione empirica pratica, che
determina la volontà sulla base di motivazioni legate alla sensibilità
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Tesi: la ragion pura pratica esiste i.e. la ragione è sufficiente da sola a muovere la
volontà, senza l’ausilio di impulsi sensibili“Cosa devo fare?” = “In quali casi l’azione è
morale?”Quando è conforme a una leggeuniversale e necessaria.
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Princìpi praticia) massime soggettiveEs. : “vendicati delle offese che ricevi”;b) imperativi oggettivi → ipotetici
es. : “se vuoi essere promosso, devi studiare”; “se vuoi essere un campione, devi allenarti”“se vuoi … allora devi”
→ categorici: “devi perché devi”
unica legge morale pura a prioriuniversale e necessaria
i.e. valida per tutti gli esseri razionali,nel senso che dovrebbe essere sempre attuata,
anche se non sempre si realizza, a differenza delle leggi fisiche
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Caratteristiche, formulazioni e fondamenti dell’imperativo categorico
• a) Caratteristiche:• L’imperativo categorico è una legge formale,
non contenutistica, e razionale: la ragione si impone come legge alla volontà pura buona.
• Morale autonoma, non eteronoma: l’unica motivazione che rende l’azione morale è il dovere, imposto dalla ragione pura alla volontà.
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• Invece le morali precedenti erano eteronome: l’azione deve avere come scopo la felicità (Aristotele), l’amore di Dio e i suoi comandamenti ecc.
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• Il bene morale non preesiste alla legge morale, ma viene determinato da essa. NON: la volontà pura vuole qualcosa perché è buono, MA: qualcosa è buono perché la volontà pura lo vuole.
• “Rigorismo” kantiano: il sentimento (i. e. ogni movente sensibile) inquina l’azione morale. Unico sentimento ammesso, che scaturisce direttamente dall’imperativo categorico: il “rispetto”.
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b) Definizioni
• “Agisci in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere, al tempo stesso, come principio di una legislazione universale”.
• “Agisci in modo da considerare l’umanità – sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche come scopo, e mai come semplice mezzo”.
L’imperativo categorico si impone alla coscienza come un “fatto della ragione”.
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c) Fondamenti
• Libertà = postulato della ragione pratica= indipendenza della volontà dalla legge
naturale dei fenomeni (meccanicismo causale)L’uomo è una causa libera, anche se le sue
azioni riguardano il mondo dei fenomeni.
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• L’obbedienza alla legge del dovere (= virtù) non necessariamente ci rende felici, ma ci rende senz’altro “degni” di felicità.
• Esistenza di Dio = postulato della ragion pratica. Garantisce il raggiungimento del “Sommo Bene” = Virtù + Felicità (= soddisfacimento della sensibilità)
• La ricerca della felicità non genera mai virtù; l’esercizio della virtù non genera sempre felicità.
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• “Perfetta adeguatezza della volontà alla legge morale” = Santità
• Irraggiungibile in questa vita, è il limite di un processo infinito →
• Immortalità dell’anima = postulato della ragion pratica
Le idee della ragion pura teoretica (noumeni) sono i postulati della ragion pura pratica.