IM 01 3 - premiopai.it · tura compresa la pulizia delle gronda-ie. - Rimozione di pavimentazione...

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3/ restauro e recupero di edifici esistenti I l recupero è il rapporto dia- lettico tra conservazione e innovazione, tra permanenza ed emergenza. Restaurare e conservare significa restitui- re la ricchezza della storia in chiave moderna. All’uomo mo- derno il compito di rispettare l’estetica delle stratificazioni attraverso il riconoscimento, l’analisi e la valorizzazione.

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3/ restauroe recuperodi edificiesistenti

Il recupero è il rapporto dia-lettico tra conservazione e

innovazione, tra permanenza ed emergenza. Restaurare e conservare significa restitui-re la ricchezza della storia in chiave moderna. All’uomo mo-derno il compito di rispettare l’estetica delle stratificazioni attraverso il riconoscimento, l’analisi e la valorizzazione.

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Restauro chiesa-fortezza di S. PietroPrimo premio Categoria 3 Migliore realizzazione in assoluto tra le cinque premiate

Cipressa (IM) Anno di realizzazione: 2006-2010

L’intervento rifunzionalizza il bene culturale reinterpretando le du-plici anime che lo contraddistin-

guono: la Chiesa e la Fortezza. È infatti questa duplice identità che viene assun-ta alla base del processo progettuale e che viene illustrata al visitatore anche attraverso un percorso espositivo appo-sitamente predisposto che lo accompa-gna fino alla copertura da dove si col-gono le altre fortificazioni di quel tratto di costa con cui la fortezza interagisce.Si tratta di esempio forse unico di edifi-cio religioso (risalente alla metà del XIII secolo) trasformato, per ragioni difensi-ve, in fortezza all’epoca delle invasioni barbaresche che colpirono per la secon-da volta il ponente della Liguria a metà del sec. XVI. L’edificio ben si prestava a questo nuovo ruolo: era costruito in zona ripida con buona visibilità verso il mare, all’ingresso del nucleo, con solidi ed alti muri. In questa fase, l’interven-to di fortificazione porta alla chiusura dell’ingresso laterale, alla sostituzione della copertura originaria con una volta con soprastante terrazza circondata da alti muri bucati da feritoie, all’inserimen-to delle caditoie sopra il portone centra-le e sul lato nord, ed alla realizzazione di due garitte agli angoli della copertura.L’intervento, oltre a lavorazioni specifi-che di conservazione del bene, cerca di introdurre elementi di innovazione che si affiancano alla preesistenza e che risultano eventualmente removibili. Si tratta di nuove “parti” comunque neces-sarie a rifunzionalizzare il bene dotan-dolo degli impianti tecnologici indispen-

sabili per “ri-usare” adeguatamente il monumento.L’intervento di restauro ha previsto le se-guenti principali lavorazioni:1) consolidamento di fondazioni, mura-ture e volte di copertura; 2) restauro di pavimentazioni, intonaci ed elementi architettonici;3) restauro di serramenti ed apparati decorativi.4) Restauro delle coperture dell’abside e del campanile settecentesco.Il progetto del “nuovo” si contraddistin-gue soprattutto attraverso i seguenti ele-menti:1) realizzazione della pavimentazione sopraelevata a livello terra smontabile e rimontabile a seconda dei diversi usi del monumento;2) realizzazione della copertura in rhein-zink con soprastante percorso pedonale;3) Realizzazione del percorso di collega-mento verticale.La nuova pavimentazionePer consentire nuovi usi all’interno del-la Chiesa, dotandola dei necessari im-pianti tecnologici, è stata realizzata una pavimentazione in legno sopraelevata da strutture in acciaio corten sotto cui sono collocati gli impianti tecnologici. Due grandi campi centrali conservati con la pietra originale, in occasione di mani-festazioni pubbliche, verranno chiusi da una pavimentazione removibile, sempre in legno, sostenuta da una struttura in ac-ciaio ed alluminio realizzata con pedane modulari sostenute da piedi regolabili.La nuova coperturaLa parte superiore della volta di copertu-

ra, reinterpretando la situazione storica del terrazzo di copertura, è stata rico-struita e consolidata con calce NHL2. In-teramente ricoperta con assito di legno e materiali impermeabilizzanti/coibentanti, è stata rivestita con lamiera di “rhein-zink”. Lungo i lati nord e sud, dove pro-babilmente ci si affacciava per difendersi e controllare gli ingressi al paese, è stata appoggiata una passerella pedonale che

consente di raggiungere le garitte esi-stenti ed ammirare il panorama di quel tratto di costa ligure.Il percorso verticaleL’accesso al percorso sulla copertura è garantito da due sistemi di scale in ac-ciaio corten interrotti e tenuti insieme da un soppalco, destinato ad esposizione permanente, collocato sopra l’ingresso principale del monumento.

Capogruppo: Arch. Luca DolmettaProgettisti: Arch. Luca Dolmetta, Arch. Aldo Panetta, Ing. Giacomo Saguato, Ing. Roberto Luccoli Collaboratori: Lorenzo Monarca, Erika Romagna, Ilaria Cargiolli Titolo dell’opera: Restauro chiesa-fortezza di S. PietroCategoria: Restauro e recupero di edifici esistentiUbicazione: Comune di Cipressa (IM)Anno di realizzazione: 2006-2010Committenza: Amministrazione Comunale di CipressaProgettista strutturale: Ing. Giacomo Saguato (Imperia)Progettista impianto termico, condizionamento ed idrico sanitario: Ing. Roberto Luccoli (Genova)Progettista impianto elettrico ed illuminazione: Ing. Roberto Luccoli (Genova)Direttore dei lavori: Arch. Luca Dolmetta - Genova

IMPRESE ESECUTRICINegro F.lli Costruzioni Generali Spa - ImperiaArtes Srl - Cuneo Extravega - MilanoIM.EL. Impianti Elettrici - SavonaNegro Impianti Idraulici - ImperiaZP Zunino Pietre Snc - ImperiaLRM - Genova

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2Ex Asilo cattolico BonoRestauro e risanamento conservativo con rifunzionalizzazione degli spazi Diocesi di Cuneo / Uffici Giornale La Guida / Uffici e redazione Sale convegni

Cuneo Anno di realizzazione: 2010-2011

L’intervento di restauro e risana-mento con rifunzionalizzazione degli spazi dell’ex asilo infantile

cattolico Bono ha previsto le seguenti opere:- Lavori di sgombero materiale acca-stato presso il cortile interno e il corti-le divisorio con relativo abbattimento delle strutture provvisorie esistenti secondo normativa in materia di si-curezza, accatastamento e/o smalti-mento in luogo autorizzato secondo le direttive della D.L. e lavori di sgombero materiale accatastato presso le canti-ne- Demolizione completa di superfetta-zione angolo nord-est del cortile.- Rimozione ordinata dei vecchi im-pianti idrosanitario ed elettrico com-presi gli accessori e successiva instal-lazione di nuova impiantistica secondo la normativa vigente e la nuova rifun-zionalizzazione degli spazi.- Rimozione accurata dei serramenti in legno con rimozione del telaio, recupe-ro e deposito nell’ambito del cantiere per successivo restauro in laboratorio.- Demolizione in breccia di muratura per regolarizzazione aperture esterne -Demolizione e creazione di tramezzi interni in base alla nuova rifunziona-lizzazione degli spazi e sostituzione del controsoffitto ligneo del corpo di fabbrica ad un solo piano - Demolizione di pavimenti interni.- Demolizione dell’intonaco e di quello esterno con successiva formazione di nuovo intonaco di calce idraulica na-turale e tinteggio a base di calce per

interno e silicati puri di potassio per esterno.- Rimaneggiatura del manto di coper-tura compresa la pulizia delle gronda-ie.- Rimozione di pavimentazione ester-na per nuova sistemazione come da disegni di progetto.- Trasformazione dello spazio interno a tutta altezza in ambiente a doppia altezza mediante realizzazione di so-letta in acciaio e legno mantenendo altezze interne a norma di legge. - Creazione di nuovi servizi igienici al piano secondo le nuove funzioni ospi-tate.- Installazione di montacarichi di di-mensioni e forma a norma per l’abbat-

timento delle barriere architettoniche.-Realizzazione di scala esterna di ac-cesso al primo livello I muri esterni sono stati intonacati con calce idraulica naturale e tinteggiati con ciclo ai silicati puri di potassio con colori pastello. Le altezze interne dei locali sono superiori ai 2,70 m e le su-perfici finestrate (maggiori di 1/8 della superficie del pavimento) rispettano le norme igienico-sanitarie. Tutti i locali interni sono stati intonacati e tinteg-giati con tinte a calce a colori pastello. I sistemi di oscuramento sono costi-tuiti da tende interne a rullo e scuri in legno a seconda delle esigenze di progetto e delle caratteristiche formali del fabbricato.

Capogruppo/Progettista: Arch. Igor ViolinoCollaboratori: Arch. Stefania Manfredi, Arch. Enrica VaschettiTitolo dell’opera: Ex Asilo cattolico Bono. Restauro e risanamento conservativo con rifunzionalizzazione degli spazi. Diocesi di Cuneo / Uffici. Giornale La Guida / Uffici e redazione. Sale convegniCategoria: Restauro e recupero di edifici esistentiUbicazione: Comune di Cuneo (CN)Anno di realizzazione: 2010-2011Committenza: Diocesi di CuneoProgettista strutturale: Ing. Stefano AvagninaProgettista impianto termico, condizionamento ed idrico sanitario: Ing. Stefano AvagninaProgettista impianto elettrico ed illuminazione: Ing. Ettore FechinoProgettista prevenzione incendi: Ing. Stefano AvagninaDirettore dei lavori: Arch. Igor Violino, Arch. Giampiero Danni, Ing. Stefano Avagnina - impianto termico, Ing. Ettore Fechino - impianto elettrico

IMPRESE ESECUTRICIImpresa Stefano AllisiardiDario Vola - Impianti elettrici

In riferimento alla normativa per il su-peramento delle barriere architettoni-che (Legge 13 del 1989 e s.m.i.) l’edi-ficio rispetta i requisiti di accessibilità e visitabilità da parte di persone con ridotte capacità motorie: il montaca-richi di nuova realizzazione e tutte le porte d’accesso presentano le dimen-sioni minime richieste e ad ogni piano saranno presenti servizi igienici adatti. Il progetto non prevede l’aggiunta di nuovi volumi ad esclusione del vano montacarichi (vano tecnico) e le sa-gome esterne dell’edificio non sono state modificate nel pieno rispetto del costruito storico e dell’edificio vinco-lato ai sensi del D.Lgs 42/2004 con la sola esclusione della superfetazione

angolo nord-est del cortile. Le nuove funzioni in progetto vedono la colloca-zione del giornale “La Guida” al piano terreno (area di lavoro e sportelli pub-blici accessibili a persone con ridotte capacità motorie) con la relativa gra-fica pubblicitaria al piano primo del fabbricato 2 (area di lavoro accessibile a mezzo scala o montacarichi per per-sone con ridotte capacità motorie) e uffici diocesani al piano secondo (area di lavoro accessibile a mezzo scala o montacarichi per persone con ridotte capacità motorie). Inoltre al piano ter-reno trovano spazio locali comuni di incontro per la Diocesi.

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3Recupero di un nucleo montano in Val Ellero Roccaforte di Mondovì (CN) Anno di realizzazione: 2006-2009

Il nucleo rurale oggetto dell’interven-to di recupero si colloca al di fuori della frazione Rastello, nel comune

di Roccaforte Mondovì in Val Ellero. Per i suoi caratteri formali e compositivi, quasi integralmente conservati, il nu-cleo presenta i tratti tipici dell’architet-tura montana della valle ed un innega-bile valore paesaggistico. All’atto dell’acquisizione il lotto era co-stituito da un fabbricato parzialmente recuperato e da due altri corpi parzial-mente diroccati. In questi ambiti il PRG vigente prevede la possibilità di recu-pero degli edifici diroccati e dei ruderi con un limite dimensionale determina-to dalla volumetria originale, se indivi-duabile, o per analogia, dal riferimento alla tipologie esistenti circostanti.La richiesta della committenza è stata fin dall’inizio di una progettazione che si muovesse nell’assoluto rispetto dei caratteri formali e tipologici tradiziona-li. Il nucleo rurale doveva essere recu-perato mantenendo il sapore originale delle frazioni montane pur adattando-lo ad un uso residenziale che fosse in grado di soddisfare le attuali esigenze abitative.Elemento fondante il processo proget-tuale ci è parso essere il rapporto tra i tre piccoli volumi che fin dalle origi-ni hanno articolato lo spazio intorno all’aia. Le dimensioni particolarmen-te contenute, lo spessore dei muri in pietra che ulteriormente riducono le superfici interne, ci hanno portato ad individuare funzioni diverse e specifi-che per ogni singolo fabbricato.

Il primo edificio, prospiciente la strada di accesso al lotto e posizionato per-pendicolarmente alle curve di livello, accoglie al suo interno gli spazi a gior-no, la cucina/pranzo ed il soggiorno; la zona notte trova collocazione in un fabbricato già in parte recuperato dove si sono ricavate due camere e relativi bagni di servizio; il terzo volume, più piccolo ed intermedio ai due prece-denti, è una vera e propria stanza da bagno; unica concessione alla desti-nazione d’uso è il percorso passante appoggiato al muro contro-terra po-steriore.La frammentazione dello spazio abita-tivo nelle diverse unità che lo compon-gono è ricucito dalla spina connettiva posteriore costituita, in direzione del volume della zona giorno, dall’ampia intercapedine percorribile – intercape-dine richiesta dall’ASL 16 al momento del rilascio della precedente conces-sione edilizia – ed in direzione del vo-lume della zona notte, da un porticato coperto.La coerenza tra aspetto formale e tec-nica costruttiva è l’altro punto essen-ziale del progetto: la muratura è quindi elemento portante e su di essa appog-gia la struttura di lignea copertura.Le sezioni dei muri restano importanti anche nelle parti degli edifici che ven-gono ricostruite; unica concessione rispetto alla tradizione, è la composi-zione del setto murario, costituito da pietra a secco per l’esterno, intercape-dine coibentata intermedia e laterizio interno.

Capogruppo/Progettista Arch. Paola GarelloTitolo dell’opera: Recupero di un nucleo montano in Val Ellero Categoria: Restauro e recupero di edifici esistentiUbicazione: Comune di Roccaforte Mondovì (CN)Anno di realizzazione: giugno 2006 – maggio 2009Committenza: privataProgettista strutturale: Studio d’Ingegneria Ing. Lorenzo Eula (CN)Direttore dei lavori: Arch. Paola Garello (CN)

IMPRESE ESECUTRICIDho Pierino Impresa Edile - Roccaforte Mondovì (CN)Dho Ezio Falegnami - Roccaforte Mondovì (CN)

Il tetto a vista è stato coibentato anch’esso ed impermeabilizzato con guaina traspirante.

MaterialiPietra e legno; la scelta dei materiali è logica conseguenza dell’approccio progettuale avanti espresso. Delle mu-rature esterne e del tetto ligneo si è già detto. La pietra, più precisamente la pietra verde della Val Roia, è scelta anche per la realizzazione dei rivesti-menti e delle pavimentazioni dei locali di soggiorno.Il legno ritorna negli infissi e nelle pavi-mentazioni della zona notte.

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4Riqualificazione d’una vecchia casaGenola (CN) Anno di realizzazione: 2005-2008

Nel centro di Genola, sul lato orien-tale di Via Combattenti, esistono due fabbricati,contigui ed impor-

tanti, appartenuti entrambi ai Tapparel-li. Quello a nord, un po’ più alto, era un castello ed ora una filiale della Cassa di Risparmio di Savigliano. In aderenza sud, il secondo con serra, accessori ed altro fabbricato (ex scuderia), all’interno di grande zona parco recintata tutt’attor-no. Sottoutilizzato, in procinto d’essere frammentato e trasformato in condomi-nio, è stato riacquistato da famigliari di proprietari precedenti che, determinati a trasferirvisi, ne hanno deciso il recupero, oggetto dell’attuale presentazione. Nella sua Storia di Genola ‘97, il Sig. Lorenzo Cera annota passaggi di proprietà ed in una planimetria metà XVIII secolo il pa-lazzo compare. Il prof. Rinaldo Comba, in un Bollettino 1967 della Società Studi Storici, Archeologici ed Artistici Prov. di Cuneo, ricorda che nel 1346 la famiglia Tapparelli è proprietaria di vasti beni a Genola ed ottiene dal siniscalco Roberto di Luinardo l’investitura del feudo e fa-coltà di costruirvi una fortezza.. Del 1770 un “Somario d’investiture” dei Conti Tap-parelli e nel secolo successivo fabbricati e giardini sono spiegati dall’ing. Bultuvi-ni. Nel sottotetto, la parete nord, testi-mone di variazioni di coperture, permet-te di formulare ipotesi di trasformazioni edilizie. L’antico edificio, più stretto, par-rebbe essere stato ampliato ad est nel settecento con dotazione d’un loggiato a terzo piano dell’avancorpo centrale. Rifatta la copertura, innalzato il colmo, il fabbricato assunse pianta a T. A piano

primo, il solaio del salone centrale fu so-stituito da grande volta che, più alta dei soffitti adiacenti, rese il piano superiore a due livelli con tamponamenti parziali d’un paio d’aperture ed inserimento di tiranti e lunghi bolzoni in facciata. Corni-ci, fasce, finti bugnati ed alcune finestre “trompe l’oeil” costituivano l’apparato

decorativo esterno. Ottocentesco, un nuovo intervento con tamponamento del loggiato, inserimento di poggioli in pietra. Coevi, realizzazioni decorative orizzontali, fasce attorno alle nuove aperture, festoni su architravi, ripristini di bugne angolari. Una nuova fase de-corativa non più a marmorino come la precedente. Dello stesso periodo, rea-lizzazione di serra ed accessori, un paio di tettoie-legnaie, scala tra parte bassa ed alta del giardino. Accanto, una ga-ritta era utilizzata come cappelletta.Nel Novecento, s’amplia a piano primo l’ala sud-est, s’altera la pianta a T, co-prendo decori e modificando aperture della scala. Vi è un nuovo innalzamento e disassamento di colmo. S’accentuano imbarcamenti di murature sud ed ovest cui si tenta di rimediare con rinforzi di puntoni. Per limitare ulteriori variazioni di pendenza di falde, s’eseguono tagli di copertura e tamponamenti murari al disopra del cornicione. Di poco succes-sive, modifiche d’aperture,d’ingresso pedonale ed un’intercapedine, coperta da lastroni in cemento e vetrocemento, viene posta verso il giardino alto di le-

Capogruppo: Arch. Bartolomeo BuscattiProgettisti: Arch. Bartolomeo Buscatti, Arch. Marialuisa Durando, Ing. Giuseppe Pistone, P.I. Franco Gullino e P.I. Giuseppe Aragno Titolo dell’opera: Riqualificazione d’una vecchia casaCategoria: Restauro e recupero di edifici esistentiUbicazione: Comune di Genola (CN)Anno di realizzazione 16/11/05 - 27/06/08Committenza: PrivataProgettista strutturale: Ing. Giuseppe PistoneProgettista impianto termico ed idrico sanitario: P.I. Franco GullinoProgettista impianto elettrico ed illuminazione: P.I. Giuseppe AragnoDirettore dei lavori: Arch. Marialuisa Durando Sicurezza: Ing. Gianfranco Brunetti

IMPRESE ESECUTRICIOpere edili: Impresa C.E.M. di Chiavassa e C. Via Marconi - Marene (CN) Pavimenti e rivestimenti: MAES - Savigliano (CN)Serramenti: Cobola Falegnameria - Sanfront (CN)Impianto elettrico: B2 Elettrica Snc di Bosio Eraldo, Valerio & C. - Savigliano (CN) Impianto termico ed idrosanitario: Gobetti Sergio & C. Savigliano (CN)Opere di restauro: Ditta di Restauro Marello Angelo&Bianco Rita Cocconato (AT); Il Giglio di Francesco Segreti Castelletto Stura (CN)

vante. Ogni piano aveva camere, servizio e cucina che i precedenti proprietari uti-lizzavano secondo le stagioni.L’edificio necessitava ora d’interventi urgenti. Motivo di particolari apprensioni l’im-barcamento di murature e cornicioni. Gli intonaci esterni, specie nelle parti basse, mostravano stacchi, rigonfiamenti e sfa-rinature. All’interno, le decorazioni erano solo intuibili poiché nascoste da spessi strati d’intonaci e controsoffittature. In cattivo stato serramenti e persiane, im-pianti termici ed elettrici. L’ampliamento sud-est a primo piano e l’asimmetria di colmo e pendenze tetto si denunciava-no come elementi estranei. Il primo è stato rimosso tornando a pianta a T, la copertura è stata rifatta, previo rinforzi scuci-cuci, inghisaggi, iniezioni armate per murature e cornicione. Il colmo è ora in asse alla manica e le falde hanno la stessa pendenza. Gli intonaci esterni del fabbricato e muro di recinzione staccati o fatiscenti sono stati ripresi al di so-pra di zoccolatura in pietra pure usata per i marciapiedi con eliminazione del-le lastre in cemento e vetrocemento. Il vecchio androne è stato ripristinato e

mantenuto integrandolo su strada con un nuovo accesso carraio. Gli interni sono stati riorganizzati, inserendo pure un ascensore, rifacendo impianti e po-nendo nel sottotetto la centrale termica. Pavimenti ed intonaci sono stati il più possibile mantenuti. Si sono ritinteggia-te, previo esami stratigrafici, le facciate privilegiando quanto ancor esistente di cornici, decorazioni originarie e trompe l’oeil con ripristino in sottotono di parti mancanti. Procedura analoga per i riqua-dri del cornicione e le maschere dell’an-drone carraio. Cautele d’intervento in-terno anche maggiori per pareti, volte e cassettoni oggetti di restauro così come elementi in cotto, lapidei, lignei e me-tallici che hanno coinvolto anche serra, fontane ed androne carraio.

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5Restauro e riuso del complesso ecclesiale di Santa Maria del BelvedereCervasca (CN) Anno di realizzazione: 2009-2011

La Pieve di Santa Maria del Belve-dere è stata restaurata secondo principi di osservazione, docu-

mentazione, applicazione tecnica, ricalcando la sua storia, cominciata da una dimensione devozionale e pla-smatasi nel tempo fino a diventare un binomio di culto e quotidianità. Ricono-scere e ammettere l’autenticità della stratificazione storica è stato il presup-posto per i nuovi interventi, secondo il principio della distinguibilità, volti a contemperare l’esigenza di ordine filo-logico per assicurare la riconoscibilità delle parti aggiunte senza falsificare l’immagine originale d’insieme.Si tratta di un costruito molto antico, sorto tra l’XI e il XII secolo, istituito a Pieve nel primo quarto del XIV secolo. Vi si è riconosciuta una soluzione for-male adatta al culto, espressa dalla ti-pologia dell’aula ad unica navata mono absidata con orientamento est-ovest. La copertura era definita da un tetto a due falde in legno e manto in tegole di ardesia; fu estesa con l’addossamen-to di un nuovo corpo di fabbrica che precluse, prima del 1740, l’originale ac-cesso all’aula; in seguito, la casa colo-nica costituì un ulteriore, radicale svi-luppo del complesso finora raggiunto.Per ragioni di interesse archeologico intrecciate a necessità strutturali, le indagini condotte sul manufatto hanno rilevato l’intero apparato murario nella sua forma e consistenza e determina-to il ritrovamento di un ossario e della

fossa di fusione per la realizzazione di una campana: sono ben evidenti i residui delle operazioni di cottura e i resti dello stampo in argilla cotta. In corrispondenza del catino absidale, gli affreschi di metà Quattrocento attribu-ibili a Pietro da Saluzzo, straordinaria testimonianza che necessita di un re-stauro conservativo, sono rientrati nel-la campagna stratigrafica conoscitiva condotta. La paternità della pittura è stata sostenuta da indagini comparati-ve condotte su altre opere del Maestro in Piemonte, come nelle cappelle della SS. Trinità a Scarnafigi e di S. Salvato-re a Macra, e ancora nellle chiese dei Santi Filippo e Giacomo a Verzuolo e di Santa Maria ad Nives a Centallo.Gli interventi di recupero e riuso della fabrica, coerenti nell’impiego di mate-riali, disegni e modelli, hanno riguarda-to la porzione orientale del manufatto che denuncia la presenza dell’antica Pieve, con la riapertura di numerose fi-nestre in corrispondenza dell’abside, e si sono estesi all’intero complesso me-diante opere di miglioramento statico e di riconversione dei locali a fini abi-tativi. Il ripristino delle coperture, con reimpiego dell’attuale manto in lose, ha implicato il recupero, ove possibile, di elementi strutturali lignei altrimenti reintegrati con essenze e lavorazioni affini all’esistente. Sul lato nord, una datazione stratigrafica storica delle tettoie ne ha predisposto il riutilizzo mediante un tamponamento contem-

poraneo in linea con il genius loci, per la reperibilità del legno e la coerenza di questo materiale con le fasi costruttive del complesso. Internamente, lo spazio del vano fienile è stato ripartito in due livelli attraverso la realizzazione di una struttura indi-pendente a telaio in profilato metallico, visibile e denunciata per non sottrarre materia alle murature, ma permettere e preservare la loro lettura cronolo-gica. Le partizioni interne sono state strutturate con materiali reversibili e coerenti, gli intonaci rifatti con utiliz-zo di malte a base di calce idraulica naturale e le tinteggiature, nelle tona-lità concordate con la Soprintenden-

za, eseguite con latte di calce e terre d’ombra.Nel rispetto dei modelli originali, ser-ramenti e opere lignee sono stati re-alizzati su disegno con applicazione di tecnologie correnti per necessità di coibenza termica e acustica.La ripulitura delle parti in pietra a vista è avvenuta con interventi a dosaggio controllato e ristilatura dei giunti. Pavi-menti in cotto proveniente da recuperi e tavoloni lignei contraddistinguono gli ambienti interni, differenziati nell’uso; all’esterno, un acciottolato apre uno strascico nel verde, intervallato dalle lastre in pietra a spacco delle trotta-toie.

Capogruppo: Arch. Luca SoaveProgettisti: Arch. Luca Soave con Studio Geom. Emilio Dalmasso – Geom. Diego TardivoCollaborator: Arch. Dario Basso, Arch. Valentina BernardiTitolo dell’opera: Restauro e riuso del complesso ecclesiale di Santa Maria del BelvedereCategoria: Restauro e recupero di edifici esistentiUbicazione: Comune di Cervasca (CN)Anno di realizzazione: 2009-2011Committenza: Eleonora GarinoSoprintendenza Beni Architettonici e Ambientali del Piemonte: Dott.ssa Arch. Elena FrugoniSoprintendenza Beni storico-artistici del Piemonte: Dott. Walter CanavesioSoprintendenza archeologica: Dott.ssa Maria Cristina PreaccoProgettista strutturale: Dott. Ing. Luigi LerdaProgettista impianto termico, condizionamento ed idrico sanitario: Studio Risso IngegneriaProgettista impianto elettrico ed illuminazione: Studio Guasco e FronzèDirettore dei lavori: Dott. Arch. Luca Soave

IMPRESE ESECUTRICI“La Passatore Costruzioni” SrlImpresa Edile Cornaglia F.lli Srl, Caraglio (CN)Opere di restauro architettonico: Marmorestauro di Luigi PellegrinoAssistenza archeologica: F.T. Studio Srl, Peveragno (CN)

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6Restauro delle facciatedella Palazzina del Duca di TursiSavona Anno di realizzazione: 2008-2009

L’edificio denominato “Palazzina del Duca di Tursi”, sito in Savona, fraz. Santuario, è individuato nel fabbri-

cato a tre piani che si diparte perpendico-larmente alla navata laterale destra della Basilica del Santuario. Eretto contempo-raneamente ad essa, tra il 1536-1550, fu modificato nel 1633 e nel 1636, quando gli ambienti soprastanti furono concessi a Carlo Doria, duca di Tursi, da cui prese il nome, che vi dimorò per concessione della Città, in riconoscenza e per grandi meriti nel beneficiare il Santuario.Eseguiti saggi stratigrafici manuali degli strati pittorici per mettere in luce, in ordi-ne cronologico, gli strati applicati ed i co-lori originali, si è esaminata attentamente tutta la superficie, al fine di rilevare tracce di decorazione incise nell’intonaco e le integrazioni succedutesi nel tempo. Con-ducendo un’analisi delle tracce di colore e dei materiali con esame visivo, analisi di laboratorio per la composizione degli intonaci, supportati dalla documentazio-ne storica, si è completato il rilievo delle facciate, dando forma alle informazioni raccolte e redigendo, attraverso elabora-ti e campionature che tenessero conto del periodo storico di esecuzione, una soluzione di decorazione pittorica che risalisse all’intento originario. Gli studi proseguirono anche durante l’esecuzione del restauro e studiando ed analizzando le superfici, si adottarono le tecniche di restauro più idonee al tipo di decorazio-ne preesistente. Oggi, dopo il restauro, la facciata perpendicolare alla Basilica si presenta modulata e fusa nei colori ocra, delle terre, nella gamma dei bruni molto

accesi, mentre il prospetto longitudinale ci appare differenziato nei toni generali meno accesi e nei particolari assai di-versi rispetto alla facciata principale, ma coincidenti con quelli (il cornicione a for-te aggetto con massicce mensole binate alternate a metope riccamente ornate, la cornice marcapiano e quella marca da-vanzale, i timpani triangolari). Le tre fac-ciate presentavano differenze sia nelle forme architettoniche sia nella decorazio-ne pittorica, proprio perché realizzate in periodi diversi, motivo della scelta di ese-cuzione di metodologie di restauro molto complesse e differenti. La prima fase è stata quella di preconsolidare l’intonaco, eliminandone le parti in fase di distacco e i rappezzi cementizi. La pulizia delle su-perfici è avvenuta mediante spazzolatura e lavaggio con idropulitrice a 100°, cui è seguita, su tutti le superfici, anche deco-rate, la stesura di un antivegetativo bioci-da, posato per circa ventiquattrore, rimos-so e idrolavato. Si sono rilevate le tracce di decorazione ancora visibili, mediante gli spolveri che poi sono serviti per a re-stituire le decorazioni, in scala 1:1, sia su nuovi spolveri, completati con le informa-zioni progettuali e storiche, sia su cartoni per le prove delle cromie. Per la reintegra-zione degli intonaci degradati e spicconati si sono utilizzate malte confezionate in cantiere, secondo le risultanze emerse dalle indagini eseguite, impiegando ma-teriali con essi compatibili. L’intonaco alla base della muratura, spicconato fino a circa due metri da terra per eliminare il degrado dell’umidità ascendente, è stato ripristinato con rinzaffo consolidante an-

tisale e stesura di intonaco deumidifican-te, finito con rasatura a base della stessa malta usata per il resto della facciata. Sul-le parti di prospetto non spicconate e con presenza dell’antica decorazione, sono stati ripetuti spolveratura accurato lavag-gio, operazioni che hanno consentito il ritrovamento di tracce originali d’incisioni e che hanno evidenziato la qualità della decorazione eseguita. Ove piccole porzio-ni di intonaci risultavano distaccate, ma decorate, sono state eseguite iniezioni con leganti idraulici adittivati. La pulizia delle facciate, l’integrazione degli intonaci eliminati e l’ancoraggio delle parti deco-rate al supporto murario hanno costituito la base per la ripresa della decorazione esistente e per l’integrazione delle parti mancanti. Iniziato il tracciamento della

decorazione si è eseguita un’accurata battitura manuale per individuare i distac-chi più superficiali dell’intonaco decorato, che sono stati risanati con micro iniezioni, previa pulitura e veicolazione con acqua e alcool. Le stuccature sono state realizzate in più strati, secondo la profondità della porzione, quelle più superficiali sono state fatte a livello, avendo cura di ripulire i bor-di con spugne e lasciando trasparire le si-nopie ancora visibili. La facciata perpendi-colare alla Basilica è stata così risanata e sulla parete si è proceduto alla stesura di pittura confezionata in cantiere con latte di calce pigmentato con terre naturali di-luite in acqua e resina, applicata come ac-quarello, trasparente, da usarsi con vela-tura tono su tono per ricostruire le forme architettoniche tracciate con gli spolveri.

E tra le due finestre del primo piano si è riproposta la meridiana, della quale era ancora presente lo stilo ed erano evidenti le tracce incise delle linee orarie. La fac-ciata longitudinale, anch’essa modificata in più tempi, presentava tre situazioni dif-ferenti. Su tutta la parte di cornicione e del lato orologio, dove erano ancora ben visibili le decorazioni, sono stati rimos-si tutti i depositi incoerenti e sono stati effettuati impacchi con carbonato d’am-monio. In seguito le parti mancanti sono state integrate con stesura di marmorino, tinteggiate con pigmenti e resina acrilica, effettuate per mezzo di velature sottoto-no ad acquarello. Nel volume emergente del prospetto longitudinale, sotto ad un sottile strato di intonaco è emersa la de-corazione antica picchettata. Si è rimos-so con cura detto strato e, dopo il ciclo di pulizia come sopra descritto, le superfici sono state stuccate in tutti i segni della picchettatura e la risarcitura delle pittu-re è avvenuta per mezzo di velatura ad acqua di calce pigmentata. Nel 1849 fu posto in alto l’orologio con campana. La parte superiore della muratura, è stata ripristinata e protetta con ardesie da cm 2. Eliminato completamente lo spesso strato di intonaco sono comparse una parte di decorazione antica e le incisio-ni tracciate a suo tempo. Con l’ausilio di documentazione storica si sono restituiti gli spolveri per l’esecuzione della deco-razione e disegno dell’orologio, ripropo-nendo le tinte sotto ritrovate. Due serie di ingranaggi ed i meccanismi ne assicu-rano il corretto funzionamento. A fianco all’ingresso si trova una lapide in marmo

con busto bronzeo di Papa Pio VII (L.E. Tissoni 1930). Il busto è stato trattato e protetto con prodotti differenti a seconda dello stato di conservazione dell’opera. Sul prospetto lato orologio il monumen-to ad A.Bazzano (O.Toso 1921), ha subito nelle parti lapidee un trattamento di pu-lizia per rimuovere i depositi superficiali, un preconsolidamento ed una stuccatu-ra e microstuccatura per reintegrazione delle cornici, anche con tasselli in accia-io. La rimozione di depositi superficiale è avvenuta con impacchi di seppiolite e carbonato di ammonio, rimossi mediante irrorazione di acqua nebulizzata e appli-cazione a finire di un polisilossano. Sulla statua marmorea la coesione si è rista-bilita tramite impregnazione ad impacco con silicato di etile.

Capogruppo/Progettista: Arch. Rosanna VenturinoCollaboratori: Geom. Silvia Bottelli, Arch. Liana RivettiTitolo dell’opera: Restauro delle facciate della Palazzina del Duca di TursiCategoria: Restauro e recupero di edifici esistentiUbicazione: Comune di Savona (SV)Anno di realizzazione: 2008-2009Committenza: Azienda pubblica di servizi alla persona “Opere Sociali di N.S. di misericordia”Ricostruzione astronomica della meridiana: Prof. Lorenzo Basano - Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di GenovaAnalisi mineralogica-petrografica e tessiturale: Geologo Roberto RicciDirettore dei lavori: Arch. Rosanna Venturino

IMPRESE ESECUTRICI MA.IM Srl, Via Renata Bianchi 23/10 - GenovaLa Bottega Snc di Sanni G. e Dagnino G. Via di Santa Chiara 25-27R - GenovaBignone Martino Fabbro di Scarfò F. Via Molinero 12 - SavonaDitta Roberto Trebino, Via Cannoni 7 - In Uscio (GE)

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Aira AntigaCeriana (IM) Anno di realizzazione: 2009-2012

La casa “Aira Antiga di Ceriana con-siste di un piccolo complesso edili-zio in pietra locale con coperture in

struttura di legno e coppi (abitato fino a circa la metà dello scorso secolo), che insiste su un terreno a fasce terrazza-te a uliveto e bosco sul versante sud di una collina tra Ceriana e Baiardo, in località Madonna della Villa.Quando è stato acquisito (2007) l’immo-bile era costituito da tre piccoli edifici in pietra in pessimo stato di conservazio-ne. Rovi e sarmentose invasive aveva-no avvolto tutti i manufatti edilizi, che non erano più stati usati da oltre cin-quant’anni.

Il ProgettoIl complesso degli edifici dell’immobi-le in oggetto è stato recuperato a fini residenziali. Il progetto è caratterizzato dalla combinazione di due distinte vo-lontà :1. preservare le caratteristiche plani-volumetriche dell’esistente, e2. creare percorsi di collegamento tra i diversi edifici e relativi vani.A tal fine è stata identificata una solu-zione che nel rispetto delle volumetrie concesse, mediasse tra preservazione delle preesistenze e soddisfacimenti di nuove funzioni residenziali.

Gli AmpliamentiGli ampliamenti realizzati consistono nelle opere cosi dettagliate.- Corpo di collegamento (edificio D) tra gli edifici A e BSi tratta di una nuova costruzione (ad

uso cucina) caratterizzata da copertura in coppi e amplia vetrata sul fronte sud. Il collegamento all’edificio A è garanti-to da un raccordo coperto e di piccole dimensioni (anch’esso vetrato) soprae-levato dal terreno al fine di consentire il normale deflusso delle acque piovane laddove anticamente previsto.

- Sopraelevazione dell’edificio BL’edificio B è sopraelevato di 120 cen-timetri. Date le caratteristiche dell’esi-stente il corpo edilizio è stato demolito e ricostruito, nonché rifinito solo sul fronte sud da paramano in pietra locale dello spessore di 15 cm. L’edificio B non presenta altre aperture esterne che sul proprio fronte sud.La copertura è in coppi e delle stesse caratteristiche di quelli usati per l’edi-ficio A, D e C.- Scala esterna coperta per il collega-mento tra i due livelli del corpo A nordQuest’ultimo ampliamento insiste sulla traccia di un preesistente ter-rapieno che forniva accesso al piano dell’edificio A nord. A recupero dell’an-tica funzione questo volume ospita un vano scala: unico collegamento tra i due livelli dell’A nord. È caratterizza-to da una muratura rivestita in pietra orientata su asse nord-sud (tagliata da una fascia finestrata longitudinale), e un’ampia vetrata sul fronte sud (con accesso al giardino) affiancata da rifi-nitura della facciata in doghe di legno orizzontali.

Gli ImpiantiL’impianto fognario è caratterizzato da una vasca IMHOFF e un bacino di fito-depurazione con sistema sub-super-ficiale a flusso orizzontale (vassoio o letto assorbente). Il vassoio assorbente consiste di un bacino a tenuta stagna (5 m2 per abitante equivalente) riempito da due strati di pietrame e separato da torba e terreno vegetale attraverso un telo di “tessuto non tessuto”. Particolari specie arbustive (Bambu, Cornus Flori-da, Laurus Cerasus, Thuya Canadensis, Aucuba Japonica, Kalmia Latifolia, Cor-nus Stolonifera, Spirea Salicifolia, ecc.) e piante (Elynus Arenarius, Felci, Litrium Officinalis, Iris Pseudoacornus, Aurun-cus Silvester, Iris Kaempferi, Petasites Officinalis, ecc) sono state messe a dimora nel vassoio per garantire l’eli-manazione delle acque reflue per eva-porazione e traspirazione delle piante stesse.L’impianto di riscaldamento consiste di un termocamino a legna ubicato nell’edificio B e pavimento riscaldato, integrato da termoconvettori alimentati da pannelli fotovoltaici.

Capogruppo/Progettista: Arch. Corrado MinerviniTitolo dell’opera: Aira AntigaCategoria: Restauro e recupero di edifici esistentiUbicazione: Comune di Ceriana (IM)Anno di realizzazione: 2009-2012Committenza: Arch. Corrado Minervini, Dott. Marialuisa QuintavalleProgettista strutturale: Arch. Corrado MinerviniProgettista impianto termico, condizionamento ed idrico sanitario: Ing. P. MagnaProgettista impianto elettrico ed illuminazione: Arch. Corrado Minervini Direttore dei lavori: arch. Corrado Minervini

IMPRESE ESECUTRICIEDIL EURO di Pagano Vincenzo (struttura in c.a.)Ardian Dani (opere murarie)

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L’albergo diffuso è una proposta ricettiva concepita per offrire agli ospiti un esperienza di vita in un

paese potendo contare su tutti i servizi alberghieri. Si alloggia in case e came-re che distano non oltre 250 metri dal “cuore” della struttura in questo caso Casa Madre, l’edificio dove sono situati il ricevimento e gli altri ambienti comuni.L’Albergo Diffuso è anche un modello di sviluppo del territorio con un basso im-patto ambientale, infatti è concepito per recuperare e ristrutturare, mettendo poi in rete quello che già esiste. L’Albergo Diffuso funge anche da “presidio socia-le” e anima i centri storici stimolando iniziative e coinvolgendo i produttori lo-cali considerati come componente chia-ve dell’offerta.

Realizzazione di albergo diffuso “Relais del Maro” nel Comune di BorgomaroBorgomaro (IM) Anno di realizzazione: 2009-2012

La Casa MadreIl fabbricato principale, affacciato alla via Guglieri e al ponte che porta alla chiesa di Borgomaro, era la sede della vecchia macelleria del paese che offriva una carne di eccellente qualità prepa-rata dal nonno Peppin e nonna Evelina, ora è la sede centrale dell’albergo con la reception, il ristorante per la colazione, il giardino con piscina e 7 camere.

La Casa del Borgo e FienileGli altri due fabbricati risultano all’in-terno del centro storico tra vicoli e car-ruggi; nella prima si trovano 6 camere e una bella terrazza, ideale per leggere in pace un bel libro e nella seconda, più distante ma più intima, formata da due sole camere.

Capogruppo: Ing. Michele CalcagnoProgettisti: Arch. Alessandro Ravioli, Ing. Michele CalcagnoTitolo dell’opera: Realizzazione di albergo diffuso “Relais del Maro” nel Comune di BorgomaroCategoria: Restauro e recupero di edifici esistentiUbicazione: Comune di Borgomaro (IM)Anno di realizzazione 21/12/2009 – 02/04/2012Committenza: Claudio Scalambrin, Legale rappresentante della società Relais del Maro Srl Indirizzo: Via A.Guglieri, 1 - Borgomaro (IM)Progettista strutturale: Ing. Michele CalcagnoProgettista impianto termico condizionamento ed idrico sanitario: Ing. Emiliano Bronzino, Genova.Progettista impianto elettrico ed illuminazione: P.I. Ing. Marco CanepaProgettista prevenzione Incendi: Ing. Michele Calcagno, Via XX settembre 32, Imperia

Progettista acustico: Ing. Alessandra Fantini, GenovaProgettista Energetico Casa Clima: Ing. Ludovica Migliorini, Genova.Direttore dei lavori: Ing. Michele Calcagno, Geom. Alessio Fazzari, Arma di Taggia

IMPRESE ESECUTRICIImpresa Oscar di Arrigo Calogero, Via Clavi 52, 18100 Imperia (IM)Impianto idraulico, termico, condizionamento:Tutto-Gas Klima, V. Nazionale 1/A - 18100 Imperia (IM)Impianto elettrico: EL.SE.R. di Balestra E. e Fascina E. & C. Sas, Via Airenti 14-A-B - 18100 Imperia (IM)Opere di restauro: Sinopia di Enrico Remori, San Casciano Val di Pesa (FI).Serramenti: L’infisso Srl, Via di Col lungo 13, 38070 Pietramurata di Dro (TN)

Affiliazione Eco World HotelIl Relais del Maro fa parte della catena EcoWorldHotel, primo Gruppo in Italia di alberghi e bed&breakfast eco-sensibili animati da una filosofia innovativa per un progetto che mira alla salvaguardia dell’ambiente. Il tutto è stato realizzato con particolare attenzione nel salva-guardare la natura adottando concrete misure di risparmio energetico, impie-gando tecnologie a basso impatto am-bientale e utilizzando il più possibile energie provenienti da fonti rinnovabili.Qui a Borgomaro, grazie al forte im-pegno dedicato sia al progetto che ai lavori di ristrutturazione ed alla gestio-ne quotidiana, la proprietà ha ottenu-to il Marchio di Qualità Ambientale EcoWorldHotel.

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Progetto di recupero fabbricato a fini abitativiSanremo (IM) Anno di realizzazione: 2011

L’area ove si colloca l’edificio og-getto dell’intervento è la fascia costiera sottostante l’abitato di

Bussana, frazione di San Remo, in provin-cia di Imperia, ove tutti i fabbricati si tro-vano allineati lungo la Via al Mare, nella maggior parte dei casi in aderenza l’uno all’altro. Nel caso specifico il manufatto si trova alla fine della schiera di costru-zioni che viene appunto interrotta, per poi proseguire ancora per un breve trat-to, dalla presenza, sul versante orientale, della scalinata pubblica, “Salita al San-tuario”, che unisce il paese superiore alle spiagge. Sul retro dell’immobile corre la pista ciclabile, dove prima vi era la galle-ria ferroviaria. L’edificio non è visibile dal-la sovrastante Via Aurelia per la presenza di un altro fabbricato. Le lavorazioni in progetto si sono rese necessarie in conseguenza alle fatiscenti condizioni in cui si trovava l’intero fabbri-cato, risalente ai primi del secolo scorso e mai oggetto di ristrutturazione, in par-ticolare per le significative infiltrazioni dal tetto e per l’umidità di risalita dalle fondazioni. L’intervento di recupero si è basato sui principi della compatibilità ambientale utilizzando materiali e tipolo-gie architettoniche locali ed ha previsto il recupero abitativo della costruzione per mantenerla a residenza, sfruttando i nuovi locali ricavati nel sottotetto e la contestuale sistemazione del giardino circostante.Sia le murature esterne che il tetto hanno avuto bisogno di interventi significativi dal punto di vista strutturale. Il risanamento strutturale ha coinvolto numerosi ele-

menti del fabbricato. La particolarità della costruzione, eretta in pietra e mediante porzioni successive slegate tra loro, ha richiesto un notevole sforzo sia dal pun-to di vista architettonico che strutturale. A partire dalle fondazioni il fabbricato ha subito notevoli interventi: sono stati creati alcuni cordoli in fondazione per

realizzare oltre al consolidamento fon-dazionale, anche un supporto per la for-mazione di un vespaio areato di circa 30 cm utilizzando elementi in plastica tipo iglu; è stato ricostruito il solaio di sotto-tetto realizzando nel contempo un oriz-zontamento rigido per la distribuzione delle azioni sismiche al fine di conferire un comportamento scatolare all’edificio; è stata aumentata la capacità portante dell’intera muratura in pietra mediante la realizzazione di un consolidamento strut-turale con l’utilizzo di reti in fibra di vetro che sono state applicate a sandwich sul-le pareti all’interno ed all’esterno. Per le murature perimetrali del sottotetto sono stati utilizzati blocchi in laterizio portante tipo poroton con isolante espanso all’in-terno per conferire capacità strutturali e termiche alle pareti stesse.Il tetto è stato ricostruito interamente utilizzando travi e travetti in legno di lari-ce, è di tipo “a due falde”. L’isolamento è garantito da pannelli coibentanti di spes-sore 10 cm montato su tavolato il legno di larice di 2 cm di spessore; il manto di copertura è stato realizzato con te-gole in laterizio rosso del tipo “porto-

ghese” e finito con lattonerie in rame.Le due falde sono rese più “interessanti” dalla presenza di quattro abbaini simme-trici che migliorano le condizioni di vivibi-lità degli ambienti grazie ad un maggior apporto di aria e luce naturale.Gli stessi, sul prospetto principale, danno accesso a due balconcini, con impaga-bile vista sul mare. Di ridotte dimensioni e forma tondeggiante sono racchiusi da una ringhiera semplice e lineare e confe-riscono al fabbricato un aspetto architet-tonico di pregio che ben si inserisce nel contesto ambientale circostante, oltre a “spezzare” la facciata principale. Sul retro, a ridosso del manufatto “ex galleria ferroviaria”, è stato realizzato un balcone con annesse scale di accesso esterno al locale sottotetto.Lateralmente al fabbricato si trovano due ampie terrazze al servizio dei rela-tivi alloggi: quella ad Ovest, racchiusa “tra le mura”, ha il parapetto costituito da una balaustra, mentre quella ad Est, confinante con la scalinata pubblica, vie-ne protetta da una ringhiera zincata che riprende e dà continuità alla recinzione del giardino.

Capogruppo/Progettista: Ing. Fabio SappiaTitolo dell’opera: Progetto di recupero fabbricato a fini abitativiCategoria: Restauro e recupero di edifici esistenti Ubicazione: Comune di Sanremo (IM)Anno di realizzazione: 2011Committenza: Della Volta Caterina in RicolfiProgettista strutturale: Ing. Fabio SappiaProgettista impianto termico, condizionamento ed idrico sanitario: Ing. Fabio SappiaProgettista impianto elettrico ed illuminazione: Ing. Fabio SappiaDirettore dei lavori: Ing. Fabio Sappia

IMPRESE ESECUTRICIScaramozzino & C. opere edili - ImperiaGiordano Davide opere impiantistiche elettriche - Imperia Fabretti Marco opere impiantistiche idrotermo sanitarie - Imperia

Anche gli interventi impiantistici sono degni di nota. L’impianto idro-termosa-nitario, pur mantenendo l’impostazione classica, è stato realizzato con soli due generatori a gas che servono le unità im-mobiliari ciascuna con controllo indipen-dente, da segnalare la predisposizione impiantistica per l’installazione di pan-nelli solari termici sulla copertura con accumulo di 1.5 mc per alloggio. L’im-pianto elettrico, realizzato con materiali di prima scelta, è di tipologia tradizionale. Le soluzioni adottate mitigano l’interven-to di recupero conferendo un migliora-mento estetico sia del fabbricato stes-so che della relativa panoramicità dalla viabilità della vicina cittadina di Arma di Taggia.