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PAROLA DI CONSULENTE 52 IL FLORICULTORE MARZO 2014 PAROLA DI CONSULENTE MARZO 2014 IL FLORICULTORE 53 R icco di macro e microelementi, un equilibrato rapporto tra car- bonio e azoto, pH tendenzial- mente neutro, il vermicompost, o più comunemente humus di lombrico, è un ottimo ammendante naturale. Pro- dotto finale di un processo di “biotec- nologia low cost” può essere utilizzato sia nei rinvasi che in piena terra sen- za alcun pericolo per l’apparato radi- cale. Oltre ad acquistarlo direttamen- te sul mercato può essere facilmente Vermicompost dagli scarti nascono i fiori Silenziosi e nascosti nel loro mondo sotterraneo i lombrichi ingeriscono terra, letame e scarti or- ganici per restituire uno dei migliori ammendanti naturali, ammesso anche in agricoltura biologica. Inesauribile e low cost, il vermicompost è ricco di azoto, potassio, fosforo, calcio, magnesio e oli- goelementi, aumenta la fertilità del terreno e garantisce una crescita vigorosa e sana delle piante tura. I lombrichi ingeriscono gli scarti organici trasformandoli in vermicom- post o humus uno dei migliori conci- mi naturali, un ammendante ammes- so in agricoltura biologica, in grado di migliorare la struttura chimica e fisica del terreno aumentandone la fertilità. La presenza di lombrichi, infatti, incre- menta del 50% la sostanza organica di un terreno e di 1,5 volte di calcio, 2 vol- te il magnesio, 5 volte l’azoto, 7 volte il fosforo e 11 volte il potassio rispet- to alle condizioni di partenza. Ma non autoprodotto fino a raggiungere l’au- tosufficienza riutilizzando gli scar- ti organici decomposti. Un processo, il vermicompostaggio, di facile gestio- ne nel corso del quale i lombrichi tra- sformano i rifiuti in risorsa, un costo in un’opportunità economica. “Intestino del mondo” per Aristote- le e “animale più importante sulla ter- ra” per Charles Darwin che dedicò loro il suo ultimo saggio. Quelli che a tor- to in molti si ostinano a chiamare ver- mi sono in realtà un prodigio della na- un’altra specie adatta al vermicompo- staggio, il Lumbricus rubellus. Il ciclo di vita, dalla nascita alla piena matu- razione, è per entrambe – E. andrei e E. fetida – compreso tra i 41-51 giorni, contro i 100-150 giorni per la Dendro- baena veneta e i 120-170 del Lumbricus rubellus. Ma la variabile che fa dell’Eise- nia andrei la migliore specie, anche ri- spetto alla E. fetida, è il tempo per rag- giungere la maturità sessuale. I preco- ci E. andrei sono in grado di riprodursi dopo soli 21 giorni di vita, mentre ai E. fetida ne occorrono 7 in più. LOMBRICHI FAI-DA-TE Nella gestione di un allevamento di lombrichi, sia esso hobbistico che pro- fessionale, le variabili più importan- ti da tenere sotto controllo sono l’ali- mentazione, la temperatura della let- tiera, l’umidità, il pH. I lombrichi si cibano di scarti orga- nici in decomposizione (verdura, frut- ta, fondi di caffé, gusci di uova triturati); l’alimento preferito è il letame matu- ro, i migliori sono quelli di origine equi- na e quello prodotto dai conigli. Occor- re fare attenzione al grado di fermen- tazione degli scarti, i prodotti ancora non decomposti rilasciano sostanze che danneggiano i lombrichi; una grande quantità può arrivare a determinarne la fuga o addirittura a ucciderli. La temperatura minima della lettie- ra per mantenere i lombrichi in com- pleta attività è attorno ai 10 °C, 15-20 °C rappresentano la temperatura idea- le per la produzione di vermicompost e 20-25 °C quella per l’attività riprodut- tiva. Fino ai 10 °C rallentano ogni tipo di attività, sotto i 4 °C cessano di ali- mentarsi e riprodursi. Fermo restan- do che resistono in vita anche a tempe- tutti i lombrichi sono in grado di rag- giungere queste performance. QUELLI ROSSI SONO I MIGLIORI Di lombrichi infatti ne esistono 8.300 specie. Tra quelle che vivono nelle zone temperate ve ne sono due in particolare, Eisenia andrei ed Eisenia fetida, che per la loro resistenza e prolificità si sono rivelate particolarmente adatte al ver- micompostaggio, processo di bio degra- dazione attraverso cui l’azione combi- nata di microrganismi e lombrichi rie- sce a trasformare le proteine degli scarti organici in minerali in grado di nutrire la terra. Comunemente sono chiama- ti lombrichi rossi californiani, ma sono americani, almeno in via esclusiva, solo di nome. Vivono infatti in tutte le zone temperate del mondo. E allora perché californiani? Perché la lombricoltura moderna è nata da quelle parti, lì sono state condotte le sperimentazioni per capire quali fossero le specie più adatte all’allevamento. Gli Eisenia andrei, pur essendo biologicamente diversi, presen- tano caratteristiche molto simili agli Ei- senia fetida. Entrambi sono in grado di sopravvivere a un intervallo di tempera- ture compreso tra 0 e 35 °C, ciò li diffe- renzia, ad esempio, dalla Dendrobaena veneta (chiamata anche Eisenia orten- sins o European nightcrawler) che, pure avendo un peso medio di gran lunga su- periore, circa 0,90 grammi, non regge oltre i 25 °C e non sopporta temperatu- re inferiori ai 15 °C. Ma non è solo la resistenza alle temperature che ne fa le specie più adatte al vermicompostaggio. Le prime due Eisenia, infatti, han- no un tempo di incubazione compre- so tra i 18 e i 26 giorni contro i 42 del- la Dendrobaena veneta e i 40 giorni di rature molto più basse, in questo caso però cessano ogni tipo di attività, van- no a cercare rifugio nelle parti più bas- se della lettiera e cadono in una sorta di letargo che dura fino a quando non prende a suonare la loro sveglia biolo- gica. La temperatura massima della let- tiera tollerata è di 35 °C. L’umidità deve essere mantenuta tra l’80% e l’85%, il peso medio dei lombrichi aumenta al crescere del grado di umidità della let- tiera. Il pH deve rientrare nell’interval- lo compreso tra 5 e 9, con una prefe- renza per i valori compresi tra 5 e 7. La primavera rappresenta la stagio- ne ideale per dedicarsi alla lombricol- tura. Con l’innalzamento delle tempe- rature i lombrichi abbandonano il tor- pore in cui cadono nei mesi più freddi e si spostano verso la superficie della let- tiera, zona in cui generalmente vivono, e iniziano nuovamente a nutrirsi e a ri- prodursi. Ricerche condotte dal Dipar- timento di ecologia e biologia dell’Uni- versità di Vigo, in Spagna, hanno dimo- strato che questo riposo forzato rige- nera i lombrichi che accolgono la pri- mavera nel pieno del loro vigore fisico pronti a riprodursi a ritmi superiori alla media. È proprio nel trimestre prima- verile, infatti, che sono stati riscontrati i più alti tassi di prolificità rispetto agli altri mesi dell’anno. Al termine di que- sto periodo gli Eisenia andrei e gli Eise- nia fetida se posti in un ambiente con le condizioni ideali possono arrivare a triplicare il loro numero. di Francesco agresti PER SAPERNE DI PIù L’AzIENDA AGRICOLA BELLA FARNIA, nell’omo- nima frazione del comune di Sabaudia (Latina), alleva il lombrico rosso californiano e produce vermicompost. A garanzia della qualità del pro- dotto finale, Bella Farnia gestisce e controlla direttamente l’intera filiera utilizzando come materia prima esclusivamente letame equino prodotto dai cavalli dell’allevamento aziendale alimentati solo con fieno di prato naturale sta- bile e polifita. Il titolare, Francesco Agresti, lau- rea in economia e giornalista economico oltre che imprenditore agricolo professionale (Iap), gestisce l’impresa puntando sull’innovazione e la formazione continua, attività in cui vengono reinvestiti ogni anno il 10% dei ricavi. www.lombricolturabellafarnia.it [email protected] i Per la loro resistenza e prolificità, i lombrichi rossi californiani sono particolarmente adatti per la produzione di vermicompostaggio. Dopo il riposo “forzato” dell’inverno i lombrichi risalgono verso le superfici delle lettiere (nella foto) e iniziano nuovamente a nutrirsi e a riprodursi.

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PAROLA DI CONSULENTE

52 ❘ Il FlorIcultore ❘ MARZO 2014

PAROLA DI CONSULENTE

MARZO 2014 ❘ Il FlorIcultore ❘ 53

R icco di macro e microelementi, un equilibrato rapporto tra car-bonio e azoto, pH tendenzial-

mente neutro, il vermicompost, o più comunemente humus di lombrico, è un ottimo ammendante naturale. Pro-dotto finale di un processo di “biotec-nologia low cost” può essere utilizzato sia nei rinvasi che in piena terra sen-za alcun pericolo per l’apparato radi-cale. Oltre ad acquistarlo direttamen-te sul mercato può essere facilmente

Vermicompostdagli scarti

nascono i fioriSilenziosi e nascosti nel loro mondo sotterraneo i lombrichi ingeriscono terra, letame e scarti or-ganici per restituire uno dei migliori ammendanti naturali, ammesso anche in agricoltura biologica. Inesauribile e low cost, il vermicompost è ricco di azoto, potassio, fosforo, calcio, magnesio e oli-goelementi, aumenta la fertilità del terreno e garantisce una crescita vigorosa e sana delle piante

tura. I lombrichi ingeriscono gli scarti organici trasformandoli in vermicom-post o humus uno dei migliori conci-mi naturali, un ammendante ammes-so in agricoltura biologica, in grado di migliorare la struttura chimica e fisica del terreno aumentandone la fertilità. La presenza di lombrichi, infatti, incre-menta del 50% la sostanza organica di un terreno e di 1,5 volte di calcio, 2 vol-te il magnesio, 5 volte l’azoto, 7 volte il fosforo e 11 volte il potassio rispet-to alle condizioni di partenza. Ma non

autoprodotto fino a raggiungere l’au-tosufficienza riutilizzando gli scar-ti organici decomposti. Un processo, il vermicompostaggio, di facile gestio-ne nel corso del quale i lombrichi tra-sformano i rifiuti in risorsa, un costo in un’opportunità economica.

“Intestino del mondo” per Aristote-le e “animale più importante sulla ter-ra” per Charles Darwin che dedicò loro il suo ultimo saggio. Quelli che a tor-to in molti si ostinano a chiamare ver-mi sono in realtà un prodigio della na-

un’altra specie adatta al vermicompo-staggio, il Lumbricus rubellus. Il ciclo di vita, dalla nascita alla piena matu-razione, è per entrambe – E. andrei e E. fetida – compreso tra i 41-51 giorni, contro i 100-150 giorni per la Dendro-baena veneta e i 120-170 del Lumbricus rubellus. Ma la variabile che fa dell’Eise-nia andrei la migliore specie, anche ri-spetto alla E. fetida, è il tempo per rag-giungere la maturità sessuale. I preco-ci E. andrei sono in grado di riprodursi dopo soli 21 giorni di vita, mentre ai E. fetida ne occorrono 7 in più.

LOMBRICHI FAI-DA-TENella gestione di un allevamento di

lombrichi, sia esso hobbistico che pro-fessionale, le variabili più importan-ti da tenere sotto controllo sono l’ali-mentazione, la temperatura della let-tiera, l’umidità, il pH.

I lombrichi si cibano di scarti orga-nici in decomposizione (verdura, frut-ta, fondi di caffé, gusci di uova triturati); l’alimento preferito è il letame matu-ro, i migliori sono quelli di origine equi-na e quello prodotto dai conigli. Occor-re fare attenzione al grado di fermen-tazione degli scarti, i prodotti ancora non decomposti rilasciano sostanze che danneggiano i lombrichi; una grande quantità può arrivare a determinarne la fuga o addirittura a ucciderli.

La temperatura minima della lettie-ra per mantenere i lombrichi in com-pleta attività è attorno ai 10 °C, 15-20 °C rappresentano la temperatura idea-le per la produzione di vermicompost e 20-25 °C quella per l’attività riprodut-tiva. Fino ai 10 °C rallentano ogni tipo di attività, sotto i 4 °C cessano di ali-mentarsi e riprodursi. Fermo restan-do che resistono in vita anche a tempe-

tutti i lombrichi sono in grado di rag-giungere queste performance.

QUELLI ROSSISONO I MIGLIORI

Di lombrichi infatti ne esistono 8.300 specie. Tra quelle che vivono nelle zone temperate ve ne sono due in particolare, Eisenia andrei ed Eisenia fetida, che per la loro resistenza e prolificità si sono rivelate particolarmente adatte al ver-micompostaggio, processo di bio degra-dazione attraverso cui l’azione combi-nata di microrganismi e lombrichi rie-sce a trasformare le proteine degli scarti organici in minerali in grado di nutrire la terra. Comunemente sono chiama-ti lombrichi rossi californiani, ma sono americani, almeno in via esclusiva, solo di nome. Vivono infatti in tutte le zone temperate del mondo. E allora perché californiani? Perché la lombricoltura moderna è nata da quelle parti, lì sono state condotte le sperimentazioni per capire quali fossero le specie più adatte all’allevamento. Gli Eisenia andrei, pur essendo biologicamente diversi, presen-tano caratteristiche molto simili agli Ei-senia fetida. Entrambi sono in grado di sopravvivere a un intervallo di tempera-ture compreso tra 0 e 35 °C, ciò li diffe-renzia, ad esempio, dalla Dendrobaena veneta (chiamata anche Eisenia orten-sins o European nightcrawler) che, pure avendo un peso medio di gran lunga su-periore, circa 0,90 grammi, non regge oltre i 25 °C e non sopporta temperatu-re inferiori ai 15 °C. Ma non è solo la resistenza alle temperature che ne fa le specie più adatte al vermicompostaggio.

Le prime due Eisenia, infatti, han-no un tempo di incubazione compre-so tra i 18 e i 26 giorni contro i 42 del-la Dendrobaena veneta e i 40 giorni di

rature molto più basse, in questo caso però cessano ogni tipo di attività, van-no a cercare rifugio nelle parti più bas-se della lettiera e cadono in una sorta di letargo che dura fino a quando non prende a suonare la loro sveglia biolo-gica. La temperatura massima della let-tiera tollerata è di 35 °C. L’umidità deve essere mantenuta tra l’80% e l’85%, il peso medio dei lombrichi aumenta al crescere del grado di umidità della let-tiera. Il pH deve rientrare nell’interval-lo compreso tra 5 e 9, con una prefe-renza per i valori compresi tra 5 e 7.

La primavera rappresenta la stagio-ne ideale per dedicarsi alla lombricol-tura. Con l’innalzamento delle tempe-rature i lombrichi abbandonano il tor-pore in cui cadono nei mesi più freddi e si spostano verso la superficie della let-tiera, zona in cui generalmente vivono, e iniziano nuovamente a nutrirsi e a ri-prodursi. Ricerche condotte dal Dipar-timento di ecologia e biologia dell’Uni-versità di Vigo, in Spagna, hanno dimo-strato che questo riposo forzato rige-nera i lombrichi che accolgono la pri-mavera nel pieno del loro vigore fisico pronti a riprodursi a ritmi superiori alla media. È proprio nel trimestre prima-verile, infatti, che sono stati riscontrati i più alti tassi di prolificità rispetto agli altri mesi dell’anno. Al termine di que-sto periodo gli Eisenia andrei e gli Eise-nia fetida se posti in un ambiente con le condizioni ideali possono arrivare a triplicare il loro numero.

di Francesco agresti

PER SAPERNE DI PIùL’AzIENDA AGRICOLA BELLA FARNIA, nell’omo-nima frazione del comune di Sabaudia (Latina), alleva il lombrico rosso californiano e produce vermicompost. A garanzia della qualità del pro-dotto finale, Bella Farnia gestisce e controlla direttamente l’intera filiera utilizzando come materia prima esclusivamente letame equino prodotto dai cavalli dell’allevamento aziendale alimentati solo con fieno di prato naturale sta-bile e polifita. Il titolare, Francesco Agresti, lau-rea in economia e giornalista economico oltre che imprenditore agricolo professionale (Iap), gestisce l’impresa puntando sull’innovazione e la formazione continua, attività in cui vengono reinvestiti ogni anno il 10% dei ricavi.

[email protected]

Per la loro resistenza e prolificità, i lombrichi rossi californiani sono particolarmente adatti per la produzione di vermicompostaggio.

Dopo il riposo “forzato” dell’inverno i lombrichi risalgono verso le superfici delle lettiere (nella foto) e iniziano nuovamente a nutrirsi e a riprodursi.