ILARI Virgilio. Peasant and Urban Militias of Sardinia Island 1535-1848

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    Virgilio Ilari

    La Milizia Sarda(1535-1848)

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    La Milizia Sarda(1535-1848)

    A. Listituto della milizia in Sardegna

    Le milizie sarde nellepoca del dominio spagnolo

    Attestate gi nel medioevo, le milizie sarde di villa (bidda) e di citt, tanto a piedi quanto acavallo, furono regolate per la prima volta in modo uniforme nel 1535 da Carlo V, prima della sua

    partenza da Cagliari, e riformate da Filippo II, sulla stima che la Sardegna avesse 60.000 atti allearmi e 12.000 cavalli (della speciale razza sarda, simile al poney). Larma tipica della fanteria era la

    balestra; della cavalleria, specie nel Campidano, la lancia con punta di ferro, detta berudu (dal latinoverutus). Gli spagnoli introdussero per anche archibugi, picche, elmi e corazze, di cui i miliziani

    dovevano provvedersi a proprie spese, come del cavallo, oppure acquistare dallo stato con rimborsodilazionato: sono documentate varie convenzioni al riguardo tra la corte reale e le citt.Larruolamento nelle milizie era volontario, dai 18 ai 60 anni di et: il corrispettivo erano vari

    privilegi, come il porto darmi, il foro militare e lesenzione da alcuni pesi e servit regi e baronali.Secondo il modello generale delle milizie cinquecentesche, anche le sarde erano organizzate incompagnie inquadrate da capitani, cabos de scadra (sergenti) e cabos (caporali) e poste sottolispezione di 4 ufficiali maggiori a carico della corte, un sergente maggiore di fanteria e uncommissario generale di cavalleria per ciascuno dei due capi di Cagliari e Gallura e di Sassari eLogudoro. Secondo lo schema generale delle milizie, i soldati erano ripartiti in due aliquote,ordinaria (rasos) e scelta (adelantados).

    Dal censimento del 1574 risultavano, solo per il capo di Sassari, 13.000 fanti e 3.500 cavalieri.Efficaci per i servizi di ronda marittima e la caccia ai malviventi, non erano tuttavia impiegabili, senon localmente, contro truppe regolari in caso dinvasione, per la totale indisciplina e mancanza diaddestramento e controllo. Il piano per la difesa della Sardegna nella nuova situazione strategicadeterminata dalla perdita della Goletta di Tunisi, presentato il 28 gennaio 1575 da Marco AntonioCamos de Requesens, governatore di Alghero e comandante del Logudoro, suggeriva di trarre dai50.000 atti alle armi (di cui un quinto dotati di cavallo) una scelta di 6.000 fanti e 2.500 cavalieriarmati dallo stato e con la stessa disciplina e paga dei regolari, in ragione di 3 scudi mensili per iservizi fuori sede e 4 per il servizio in guerra (ma solo per il periodo di attivazione) e 0.5 al mese

    per il mantenimento del cavallo. Il piano prevedeva inoltre 20 capitani di cavalleria a 100 scudiannui e 25 di fanteria a 80, con laggiunta di un maestro di campo per ciascuno dei due capi, per un

    totale di 22.300. Naturalmente il progetto rimase lettera morta.I fasti militari dellisola ricordano uno sbarco barbaresco respinto nel 1614 sulle marine di

    Cagliari e Bosa, in cui si illustrarono le compagnie di Giovanni Antonio Pilo (fanteria) e di PietroPaolo Pirella di Nuoro (cavalleria). Lepisodio di maggior rilevanza fu tuttavia, nel febbraio 1637,lintervento contro lo sbarco degli ugonotti francesi, guidati dal conte dHarcourt e da Antonio diBorbone, arcivescovo di Bordeaux, nel golfo di Oristano. Gli abitanti fuggirono a Santa Giusta,dove accorse per prima la cavalleria del Campidano comandata dal colonnello Luca Nieddu. Lecavallerie dei due Capi, comandate dal governatore di Cagliari Diego de Aragall e dal tenentegenerale di Sassari Gerolamo de Comprat marchese di Torralba, furono riunite rispettivamente aSan Gavino di Monreale e alla villa di Bonarcado, ma solo la prima arriv effettivamente a Santa

    Giusta. Respinto dallartiglieria e dai moschettieri nemici un primo attacco, il cavaliere cagliaritanoDiego Masones, veterano di Lombardia e Fiandra, riusc a sorprendere e a fare a pezzi duecompagnie francesi uscite a cercare i mulini per macinare il grano. I francesi decisero allora il

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    reimbarco e il 26 febbraio sfilarono verso la spiaggia, decimati lungo il percorso dai paesani chefacevano fuoco dalle vigne. Aragall, che aveva in sottordine Pietro Fortesa, Ignazio Aymerich eFrancesco di Villapaderna, li attendeva nella campagna di Su Paloni, ma si ritir alla vista di uncannone puntato dal nemico, che pot cos reimbarcarsi. Diciannove palischermi che risalivano ilTirso in aiuto della colonna furono attaccati dai paesani di Villamar, capeggiati dai fratelli Concos,

    e 11 furono catturati, insieme a 36 uomini e uno o due cannoni. Secondo Aleo i francesi perseroaddirittura 800 uomini, contro 5 sardi. farla credere pi numerosa. Giunti rinforzi guidati da eavvisati che il nemico si stava reimbarcando col bottino, mille cavalieri attaccarono la retroguardiafrancese sul Tirso, catturando 2 cannoni, 8 insegne, 36 prigionieri e 11 palischermi carichi di armi.Entrati per a Oristano, gi evacuata, i miliziani la misero nuovamente al sacco, arrecandole,secondo lo storico sardo G. Angius, pi danni dello stesso nemico. In realt i francesi avevano

    portato unepidemia, che, secondo Aleo, uccise nei giorni seguenti i tre quarti della popolazione.

    La milizia fu nuovamente riordinata nel 1639 da un pregone del duca di Arellano (FabrizioDoria). Il foro militare fu inoltre limitato ai soli capitani e ufficiali, secondo la prammatica reale del1633, pubblicata in Sardegna nel 1643. Nel 1643 il vicer ordin il censimento delle armi privatenella capitale allo scopo di fornirne, dietro rimborso, a chi ne era sprovvisto: questo incentivoallarmamento incoraggi tuttavia gli abusi e si dovette fare macchina indietro, escludendo dal portodarmi gli stessi miliziani non in servizio o non autorizzati. Nel settembre 1645 i miliziani furonoimpiegato per arrestare e condurre a Cagliari 600 malviventi e disgraziati reclutati a forza per leIndie. Nel 1647 tremila furono mobilitati per la difesa di Cagliari, minacciata dalla squadra franceseche puntava su Napoli. In seguito la cavalleria circond e fece arrendere 400 fanti francesi che,sbarcati da un vascello incagliatosi sul litorale del Serrabus, si erano asserragliati tra i ruderi delcastello di Quirra. Nel 1652 (lanno delle cavallette e della peste) fu invece inviata a interporsi tra leopposte bande del marchese di Villasor (asserragliato con 400 mercenari nella sua casa-forte) e didon Agustn Castelv, che laveva sfidato con 1.500 cavalieri suoi clienti. La mobilitazione per ladifesa di Cagliari fu ripetuta nel 1654, quando le navi francesi, sfilate da Alghero, erano rimaste

    vari giorni alla fonda presso Capo Pula.Nel 1669 il vicer Tuttavilla sped il giudice Soro e don Antonio de Pedrera con mille cavalieri

    del capo di Cagliari a disperdere le bande a cavallo riunite da Francisco Cao e Francisco Portugus,complici del marchese di Cea nellomicidio del vicer Camarassa, per assalire il loro rivale Artal deAlagn marchese di Villasor, capo del partito legalitario. Nel 1670 lo stesso vicer usc incampagna con 2 compagnie di fanteria, le 2 di cavalleria regolare e la cavalleria miliziana diCagliari contro il marchese di Cea, rifugiatosi sullimpervio Monte Nieddu sotto la protezione dei

    banditi galluresi capeggiati da Ludovico Rizzo di Tempio. Riparati a Villafranca Cao, Portugus eCea, il vicer fece arrestare il governatore di Cagliari Bernardn Cervelln e il commissariogenerale di cavalleria di Sassari Gerolamo Zonza (poi inviati nella fortezza di Orano) e nominVillasor maestro di campo generale della cavalleria miliziana, dandogli per scorta le 2 compagnieregolari ed emanando un pregone che riordinava la cavalleria miliziana sulla base di un nuovocensimento. Un secondo maestro di campo generale per la fanteria fu istituito nel 1672.

    Il pregone generale del 19 settembre 1697 del vicer conte di Montellano (1697-99) sulle milizie,torri e artiglierie prescrisse ai sergenti maggiori e commissari generali di passare la rassegna

    periodica alle compagnie miliziane mettendole in regola circa il porto darmi e la disciplinamilitare: fu poi sostituito dal pregone generale del 23 agosto 1700 del vicer Fernando de Moncadaduca di San Giovanni (1699-1703), rimasto in vigore fino alle riforme sabaude.

    I privilegi comuni a tutti i miliziani erano lesenzione dalle corves personali, tranne leobbligazioni di feudo e di giustizia; il divieto di esecuzioni giudiziarie sulle armi, il cavallo e ilvestito proprio e della moglie e la limitazione delle multe a 1 reale per i fanti e 2 per i cavalieri.Ufficiali e sergenti non potevano inoltre essere condannati a pene infamanti (salvo per furto ofellonia) ed erano esenti dalla carcerazione per debiti (tranne quelli reali e baronali) e da ogniimpiego pubblico e comunitativo, dalla procura ecclesiastica, dalla fornitura di carri e animali

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    (salvo che per servizi di giustizia) e dai riparti comunali (tranne quelli relativi a rendite, donativireali, feudi, chiese parrocchiali, strade, ponti, paglia per le truppe, grano di scrutinio, verificazionedei delitti e arresto dei delinquenti).

    Il ruolo delle milizie nelle invasioni del 1708 e del 1717Nellagosto 1708 Vicente Bacallar y Sanna (futuro storico del regno di Filippo V el Animoso),

    inviato in Gallura a reprimere le bande filo-asburgiche, le aveva bloccate sul monte Limbara. Ma alcomando della cavalleria del Capo di Cagliari cera un congiurato, il conte di Montesanto, che nonesegu lordine di mobilitazione datogli dal pur esitante vicer spagnolo, marchese della Giamaica.,facendo conto sullappoggio della milizia dellAlta Gallura e del Logudoro.

    Nel 1717 la milizia paesana del Capo di Sotto, comandata dal marchese della Grisolia, preseinvece parte alla difesa di Cagliari contro gli spagnoli, ma nel Capo di Sopra furono gli spagnoli adavvalersi delle bande irregolari levate dal marchese di Montenegro Antonio Michele Olives. Lemilizie della Gallura, comandate da G. B. Sardo di Tempio, cooperarono anchesse con gli spagnoli.

    Fingendosi alleati del battaglione di 426 tedeschi sbarcato a Terranova per sbloccare Alghero, 60miliziani li fiancheggiarono nella marcia finch, giunti in un luogo propizio (una stretta gola cheimpediva alla colonna di schierarsi), lo costrinsero a deporre le armi, internandolo poi a Sassari.

    I provvedimenti dei vicer sabaudi

    I vertici della milizia furono rinnovati il 23 aprile 1721 dal barone Filippo Guglielmo Pallavicinodi Saint Rmy, primo vicer sabaudo, con le nomine di Bernardino Cervellon marchese di Tiesi eSebastiano Salvagnoli (capitani generali di cavalleria e fanteria), Sebastiano Loi e Giuseppe Polo(commissari generali) e Gaspare Muxica e Gavino Delli Peri (sergenti maggiori di Cagliari eSassari). Delli Peri (o Deliperi) era gi stato nominato nel 1708 dagli spagnoli e perseguitato dalgoverno austriaco. Fu per il nuovo vicer, labate Alessandro Doria Del Maro, a disporre il primocensimento delle milizie, come risulta dagli elenchi parziali presentati nel 1724 da Salvagnoli eDelli Peri [ Libro de la Cavalleria del Bataillon de los Cavos de Caller y Gallura, Plano de lasCompaias de Infanteria Miliziana de la ciudad de Sacer y su cabo]. Tornato vicer, nel 1726 SaintRmy incaric Salvagnoli, gi capitano spagnolo, dimpiantare i dragoni di Sardegna arrivati dalcontinente. Lesistenza di conflitti di potere circa la milizia si deduce dalla circolare inviata dalvicer ai comuni del capo di Sassari in cui sconfessava il sedicente commissario generaleDelmestre, che reclutava miliziani dicendosi autorizzato dal defunto sergente maggiore Delli Peri.

    Solo il terzo vicer, marchese Tommaso Ercole Roero di Cortanze, riusc tuttavia a mettereinsieme uno specchio generale della milizia, per un totale di 55.064 descritti su 310.000 anime,

    inclusi 328 capitani e 2.624 quadri inferiori, di cui 37.857 fanti (190+1.520) e 14.255 cavalieri(138+1.104). Nella forza erano ovviamente inclusi anche i miliziani di seconda categoria (rasos edismontados).

    Comandi Ville Capitani Quadri Soldati CompagnieCapo di Cagliari 241 99 792 26.158 15 a Cagliari, 4 a Iglesias, +

    80Capo di Sassari 87 91 728 11.698 10 a Sassari, 4 a Bosa, + 77*INFANTERIA - 200 1.520 37.856 -Capo di Cagliari 256 93 744 10.030 3 a Cagliari, 8 in Gallura +

    82

    Capo di Sassari 68 45 360 4.225 5 a Sassari, 2 a Osilo + 38CAVALLERIA - 138 1.104 14.255 -TOTALE - 338 2.624 52.112 -* 2 compagnie per ciascuna delle ville di CastellAragonese, Santo Lussurgiu,

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    Cuglieri, Ozieri, Orani, Nuoro, Sorso, Osilo, Nulvi, Buddus e Bitti; tutte le altrereclutate in due o pi ville.

    Con pregone del 9 febbraio 1728 Cortanze fren la proliferazione dei quadri (i cui privilegiostacolavano unequa ripartizione delle corves) e il clientelismo, limitando i quadri inferiori a 1alfiere, 2 sergenti e 4 caporali per compagnia, indipendentemente dal numero di iscritti; stabilinoltre che dovevano appartenere alle stesse ville dei loro subordinati ed essere ripartiti equamentetra le ville di reclutamento della compagnia, riservando al vicer le nomine degli ufficiali, e aisergenti maggiori e commissari generali quelle dei graduati: viet infine agli ufficiali di delegarelespletamento dei servizi dispezione e di ronda. Con altro pregone del 9 marzo rese permanente ilservizio di ronda della cavalleria per il mantenimento dellordine e la repressione dei reati,accordando tra laltro ai miliziani i cavalli, le armi e i beni dei malviventi catturati, purch non sitrattasse di refurtiva. La misura fu applicata, almeno nel capo di Cagliari e Gallura, dove unsuccessivo censimento registr una diminuzione dei capitani di fanteria da 99 a 54 (fermo restandoil numero delle compagnie), dei graduati da 792 a 700 e dei miliziani da 26.158 a 26.137 [19.688

    rasos e 6.449 adelantados, di cui 2.352 solo di Cagliari e Iglesias]. Naturalmente, fatta la legge,trovato linganno: il numero dei privilegiati continu ad aumentare e a distribuirsi, col placet deiburocrati e feudatari, secondo i clan e le clientele [e cio senza riguardo ad unequa distribuzionedel peso sostenuto dagli altri comunisti], mediante il semplice artifizio di sdoppiare le compagnie

    pi numerose.

    Una relazione sullo stato della cavalleria fu presentata nellaprile 1742 dal capitano generalemarchese di Soleminis. Nuovi regolamenti furono disposti con pregone del vicer Ludovico deBlonay del 20 novembre 1741, e ancora nel 1746 dal marchese Giuseppe Maria Del Carretto diSanta Giulia (1744-48). Nel quadro della riduzione delle spese militari attuata dal ministro Boginodopo la guerra di successione austriaca, si inserisce anche un progetto senza data, ma dei primi anniCinquanta, per la riduzione della milizia alla sola aliquota scelta (adelantados), in ragione di undecimo degli atti alle armi (stimati a 92.513 per il solo capo di Cagliari). Pur non potendo imporreuna riforma tanto drastica, il conte G. B. Cacherano di Bricherasio, vicer dal 1751 al 1755, frenalmeno la proliferazione delle compagnie; con circolare portaordini del 15 aprile 1753 le limit a288 di fanteria e 143 di cavalleria, con 39.000 e 7.900 descritti. Nel 1755 fu adottato un nuovoregolamento. Nel 1758, nonostante il parere contrario del capitano generale di fanteria LorenzoZapata e del sergente maggiore di Cagliari Ermenegildo Taris, il nuovo vicer conte FrancescoTana di Santena (1758-62) ridusse ulteriormente la milizia a 185 compagnie a piedi (22.799) e 80montate (5.907), quasi dimezzando i quadri da 3.448 (431x8) a 2.120 (265x8).

    Il 1 ottobre 1757 fu nominato commissario generale del capo di Sassari Giuseppe MancadellArca, gi capitano del Reggimento Sicilia, mentre al comando generale della cavalleria si

    succedettero il capitano del Regg. Sardegna Gavino Pes (1763) e il capitano degli alabardieriFrancesco Sanjust Catalan barone di Teulada (1774). Della piccola forza sbarcata alla Maddalena il15 ottobre 1767 facevano parte anche miliziani galluresi comandati dal maggiore La Rocchetta(reggimento grigione Sprecher). Il 21 marzo 1768, dopo insistenti richieste, il re concesse aicapitani miliziani di portare armi andando a cavallo e di poterle tenere anche in casa, come i nobili.

    Nel 1775 fu prescritta luniforme per i sei ufficiali maggiori.

    La facolt consuetudinaria di spedire le patenti di nomina dei bassi ufficiali da parte dei sergentimaggiori e commissari generali era una prerogativa lucrosa e perci appetita dai capitani generali.La questione fu congelata dalla nomina a sergente generale di Cagliari del cavalier Pietro diSamassi, personaggio influente e uno dei redattori del regolamento miliziano del 1755. Alla sua

    morte, nel dicembre 1779, la vertenza fu sollevata dal capitano generale di fanteria, Francesco Amatmarchese di Villarios, argomentandola con una memoria storica sulle origini della milizia, che sirichiamava alle nebbie del medioevo per relativizzare i precedenti di epoca spagnola. Il 28 gennaio

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    1780 il vicer Francesco Lascaris di Castellar, dei conti di Ventimiglia, trasmise la grana a Torino,da dove gli fu abilmente rimandata con regio viglietto del 15 maggio. Con circolare del 1 aprile1788 del conte di SantAndrea furono disciplinati i turni dei miliziani nei servizi richiesti dalleautorit civili.

    Il 2 aprile 1787 il barone di Teulada fu nominato gentiluomo di camera, e sostituitointerinalmente prima da Gerolamo Manca di Tiesi (gi commissario generale di Cagliari ecomandante delle milizie della Gallura) e poi (il 7 settembre 1792) da Pietro Vivaldi Pasquamarchese di Trivigno. Nel 1792 la capitania generale della fanteria era ancora tenuta dal marchesedi Villarios, le sergenzie maggiori da don Giuseppe Cavazza e dal cavalier Nicolao Pilo e icommissariati generali dal cavalier Giovanni Manca di Thiesi e da don Francesco Quesada. Nel1794 fu nominato sergente maggiore di Cagliari il tenente colonnello Raffaele Pagliaccio dellaPlanargia figlio del generale e gi ufficiale del Reggimento nazionale, morto nel 1803.

    B. Le milizie nel 1792-97

    La milizia nella difesa di Cagliari (1792-93)

    Pressato dagli stamenti ad assumere provvedimenti di difesa contro la minaccia francese, il 28novembre 1792 il vicer Vincenzo Balbiano (balio e commendatore gerosolimitano) scriveva aTorino minimizzando lefficienza delle tanto vantate milizie del regno, oggetto di inutileostentazione, pur riconoscendo che la rivista dei capitani generali di cavalleria e di fanteria (era)riescita con soddisfazione di essi. In realt gli stamenti colsero loccasione per dimostrare il loro

    peso politico e la debolezza, se non la propensione al tradimento, dellodiato vicer. Furono proprio

    i rappresentanti pi combattivi, infatti, ad assumere la direzione politica e ideologica dellaresistenza, esibendosi di voler offrire denaro e milizie volontarie baronali. Il commerciantecagliaritano Giuseppe Rapallo vers un donativo di 100.000 lire e ne mise a disposizione altrettantein caso di necessit e somme anche maggiori sulle piazze di Genova e Napoli. Lo stamentoecclesiastico offerse 12.000 scudi e quello militare il mantenimento di 4.000 miliziani su 8reggimenti, ma in realt nessuno vers nulla e le spese furono infine coperte attingendo allereditBrunengo, giacente per lite giudiziaria. Coi donativi in natura si formarono magazzini a Sassari,Tempio, Iglesias e Alghero. In questultima citt si formarono 4 centurie di volontari a piedi e 2 acavallo, mentre Galluresi e popolani del Goceano si offersero di combattere a proprie spese anchefuori delle loro province. Numerosi cagliaritani furono addestrati quali cannonieri ausiliari dalcapitano Azimonti e dal cavalier Ascher de Flumini. I volontari del circondario formarono a spese

    dei baroni 10 battaglioni a piedi comandati dal marchese di Neoneli, e 2.000 volontari a cavallofurono posti agli ordini del tenente colonnello Francesco Muffat, barone di Saint Amour,comandante dei dragoni di Sardegna. La difesa costiera del golfo di Palmas e dellistmo tra laSardegna e la penisola sulcitana di S. Antioco, altri possibili obiettivi nemici, fu affidata a 3.000volontari del Sulcis, comandati dal cavalier Francesco Boschetti e spronati dal domenicano Arrius.Il vescovo Porcheddu e altri facoltosi iglesienti sincaricarono di equipaggiarli e vettovagliarli.

    Due picchetti misti di 100 miliziani, posti di presidio a Carloforte e S. Antioco, furono poievacuati, lasciando di guardia al ponte di S. Caterina sullistmo solo 7 cavalieri miliziani: attaccati il17 gennaio 1793, si difesero strenuamente, con 3 caduti [Giovanni Lebiu, Francesco Matzeu eSalvatore Pani]. Gli altri [fratelli Antonio e Melchiorre Baxu, Francesco Serra e Antonio Ignazio],di cui tre feriti, ripararono poi a Iglesias [uno indossando parti di uniforme dei tre francesi da luiuccisi] e furono decorati di medaglia dargento con diritto a pensione, mentre il figlio di Lebiu ebbeuna piazza gratuita al collegio dei nobili. La milizia sulcitana, forte di 3.000 uomini e comandatadai cavalieri Giuseppe Corrias e Agostino Salazar, dal medico Giuseppe Pasella e Antonio Airaldo,

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    fu poi rinforzata da 2.000 miliziani spediti da Cagliari e comandati da Filippo Boschetti, il 3 marzorespinse sul bagnasciuga un nuovo tentativo di sbarco e cooper in seguito con la squadra spagnolacontro i presidi lasciati dai francesi a Carloforte e S. Antioco.

    A Cagliari, il 22 gennaio, i miliziani a carico degli stamenti presero parte, con lo schioppo nelladestra e il rosario nella sinistra, alla processione e alla benedizione del bastione e della batteriaSantEfisio. Il giorno stesso lo stamento militare si sciolse, nominando per una commissione

    permanente di 7 membri [marchesi di Laconi, Villarios, Villaclara, San Felipe e Villamarina,cavalieri Girolamo Pitzolo e Giuseppe Olivar]. Il 24, sulla spiaggia di Cagliari, i volontari, con una

    barca armata, affondarono un palischermo parlamentare; il 26 la cattura di un peschereccio fuvendicata da 100 tiratori scelti guidati dal popolano Vincenzo Sulis con un agguato costato la vita a40 francesi.

    Dopo il bombardamento navale del 27 e 28 gennaio, 2.000 cavalieri e 1.000 fanti, comandati dalmarchese Borro di S. Carlo e dal cavalier Pitzolo, membro dello stamento militare, furono schieratinel campo di Gliuc [allaltezza del Lazzaretto, presso lodierno stadio di S. Elia] e sulla spiaggia diQuartu, insieme con 800 regolari, 40 artiglieri e alcuni pezzi. Il 13 febbraio Pitzolo respinse un

    diversivo, ma lo sbarco avvenne dalla parte opposta, al rio Foxi allaltezza del Margine Rosso: nonvi fu contrasto, anche se un drappello di 11 cavalieri sardi caric 50 nemici uccidendone 10. Caddevalorosamente Antonio Tatti di Villanovaforru, si distinsero il tenente Antonio Dess diSerramanna, il cagliaritano Agostino Fadda e il prete Massa di Ussana. Il 14, nello scontro presso laTorre di Calamosca si distinsero il notaio cagliaritano Sotgiu, il visconte di Flumini, il cavalier

    Nicola Guiso, la compagnia di Antonio Maria Pala di Alghero, e ancora Vincenzo Sulis. Lulterioresbandamento della milizia, presa sotto il tiro dinfilata delle navi, imped di eseguire il contrattaccodeciso il 15, su proposta di Vincenzo Sulis, dal consiglio di guerra auto convocato.

    La giornata decisiva fu per quella del 16: quando i miliziani scorsero le due colonne dimarsigliesi che marciavano luna verso Quartu e laltra verso SantElia, furono colti dal panico e

    cominciarono a sbandarsi e a disertare, abbandonando anche il fortino eretto di fronte a Quartu. Asalvare la situazione fu liniziativa di un ufficiale di milizia, il notaio Antonio Pisano di Bari Sardo,accorso con un pugno di cagliaritani popolani di Quartu a difendere il fortino dotato di 4 cannoni.La loro fiera resistenza e le equivocate evoluzioni della cavalleria sarda, spensero a loro voltalardore guerriero dei marsigliesi, convincendoli a fermarsi. Al far della notte 3.000 avanzaronoverso il colle di SantElia, ma furono improvvisamente colti dal panico e fuggirono in disordineverso la spiaggia abbandonando armi ed equipaggiamento. Accorso a riordinarli, lo stesso generaleCasabianca rischi la morte, salvato a stento da un pugno di regolari. Le cronache e poi le storielocali ne attribuiscono il merito alla milizia, che per non fu minimamente in grado di inseguirli. Ilnemico si reimbarc il 19 con 600 perdite, contro 9 morti e 20 feriti tra regolari e milizie e 13 mortie alcune decine di feriti civili, vittime dei bombardamenti navali contro la citt. La settimana dopo

    400 miliziani galluresi e volontari locali presero parte alla difesa della Maddalena contro laspedizione franco-corsa di Colonna Cesari. Il resto della milizia gallurese, comandata da GiacomoManca di Thiesi, vigil la costa settentrionale della Sardegna.

    Il 22 febbraio, proprio mentre la squadra francese abbandonava le acque di Cagliari, il vicerscriveva di non essere tranquillo sulla perseveranza della milizia, che non (era) possible diregolare e di voler vedere i piani della segreteria di guerra di Torino relativi alla creazione deireggimenti provinciali per introdurre listituto anche nelle principali citt della Sardegna, se nonsul piede di codesti, almeno in qualche modo approssimativamente acci radunandosi una o duevolte lanno prendano unidea della disciplina e del servizio.

    In memoria della vittoria i cagliaritani istituirono una festa annuale in onore di SantEfisio. Il re

    ricompens i cagliaritani con lamnistia, una donazione di 1.000 scudi allospedale, 6 piazzegratuite nei collegi dei nobili di Cagliari e Torino e 24 doti annuali di 60 scudi. Tuttavia riserv ipremi individuali ai soli militari piemontesi, il cui comportamento era stato incerto e criticato e fu

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    proprio il mancato riconoscimento dei meriti dei comandanti sardi a innescare linvio a Torino, nelsettembre 1793, della deputazione delle cinque domande, e gli eventi sfociati poi nel vesproantipiemontese del 28 aprile 1794, nellassunzione rivoluzionaria del governo da parte della RealeUdienza e nelle vicende del 1795-96.

    Quinto Cenni, La difesa di Cagliari del 1793

    Le milizie nella rivoluzione sarda del 1794-95

    Sulis fu il principale caporione del vespro antipiemontese del 28 aprile 1794, e fu lui ad imporrela regolarizzazione deglinsorti nella cosiddetta milizia degli arruolati, organizzata in tre centuriecorrispondenti ai sobborghi di Stampace, la Marina e Villanova. La banda pi turbolenta, tuttacomposta di criminali, che si era impadronita e acquartierata nella porta di Stampace, non volle perfondersi col resto, e dovette essere riconosciuta autonoma col nome di compagnia cacciatori.Oltre a Sulis, auto nominatosi colonnello, lo stato maggiore includeva il cuoiao Raimondo Sorgia,gi processato per delitti capitali, e il portiere della regia udienza Andrea Delorenzo (braccio destrodi Angioi), intitolati tenente colonnello e maggiore. La milizia fu subito inviata (con la mezzagaleradi Raimondo Mameli) a reprimere la sollevazione dei poveri contro i ricchi scoppiata a Milis, SantoVero e Baulada. Formata dalle clientele dei caporioni patrioti, rifletteva le loro divisioni personali e

    politiche: i moderati contavano su Agostino Meloni, capitano della centuria di Villanova, che allavigilia del 6 luglio promise segretamente al generale Gavino Paliaccio 200 uomini fidati perdifendere il castello insieme a 100 svizzeri.

    Di segno politico opposto era invece la milizia urbana creata nel 1794 dal governatore piemontese

    di Alghero Sandigliano di Sandigliano: contava 3 compagnie di fanteria di 113 teste (5 ufficiali, 6sergenti, 8 caporali, 1 tamburo e 93 comuni) e una di cavalleria di 124 (inclusi 6 ufficiali e 8capisquadra), per un totale di 463 teste.

    Sotto la minaccia di un nuovo intervento francese, un congresso convocato dal nuovo vicerVivalda approv la proposta di istituire anche in Sardegna i reggimenti provinciali, e il visconte diFlumini fu inviato ad acquistare armi in vari stati della Penisola, dove ebbe per scarso successo.Inoltre il progetto fu bocciato dal governo di Torino, preoccupato di non armare il popolo, senzacomprendere secondo il barone Manno che lo scopo dei reggimenti provinciali era proprioquello di disarmare le fazioni radicali. Il marchese di Neoneli, incaricato di riorganizzare i 4.000volontari feudali arruolati nel gennaio 1793 dallo stamento militare, rinunci a seguito del parere

    negativo espressogli riservatamente dal generale Paliaccio. Questultimo preferiva riordinare lemilizie gi esistenti, e a tale scopo riun a Cagliari i commissari della cavalleria dei due Capi. Ilvicer, gi in contrasto col generale, bocci a sua volta il progetto relativo alla milizia.

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    Dopo i tumulti del marzo 1795 per la mancata panificazione, Paliaccio propose di chiamare aCagliari anche la mezzagalera della Maddalena e si rivolse al ministro della guerra per ottenere loscioglimento della milizia suburbana. La notizia trapel, fornendo alla fazione radicale il pretesto

    per la rivolta del 6 luglio, culminata nelluccisione di Pitzolo, intendente di finanza e capofila degliavversari di Angioi, e del capitano Meloni, e nellarresto e nel successivo linciaggio di Paliaccio. Fu

    per proprio la milizia a riportare poi lordine, salvando la vita agli amici del generale, mentre Sulisfece assassinare (dal sergente Ignazio Pilo) gli esecutori materiali degli omicidi di Pitzolo e Meloni(il sergente dei cacciatori Busu e il barbiere Dais): Delorenzo, accusato da Manno di averconsegnato Meloni ai suoi uccisori, si salv con la fuga. In cambio della protezione, la miliziasuburbana pretese una colletta di 80.000 scudi: se ne raccolsero per appena 2.000, chiaro segnoche i cittadini non si sentivano rappresentati dalla milizia suburbana e non temevano neppure disfidarla.

    Giuseppe Sciuti,Ingresso trionfale di Giommaria Angioy a Sassari, 1879

    Larmata sassarese di Giommaria Angioi (1796)

    Il nuovo ragionamento approvato nellagosto 1795 chiedeva al re anche il riconoscimento diuna forza militare autonoma in Sardegna. Ad armarsi fu per la fazione radicale: il 28 dicembre icommissari vicereali Francesco Cilocco e Giacchino Mundula presero il potere a Sassari forzandole porte alla testa di tremila contadini in armi, incluse parecchie donne. Anche a Sassari si formuna milizia urbana comandata dai fratelli Diego e Giorgio Scardaccio, amici di Angioi, che, munitodi pieni poteri viceregi (alter nos) vi fece ingresso il 28 febbraio 1796 alla teste di mille milizianigalluresi a cavallo.

    Tuttavia i contrasti politici e personali tra le due fazioni dei patrioti, amplificati da quelli tra i duecapoluoghi di Capo e abilmente sfruttati dal vicer isolarono la fazione angioina. La crociatascatenata dal parroco Francesco Muroni per labolizione delle rendite feudali provoc inoltre la

    mobilitazione degli stamenti militare ed ecclesiastico in difesa dei loro interessi, mentre la svoltapolitica del Direttorio, con la pace di Parigi del 15 maggio, spiazz i segreti progetti repubblicani, basati sullintervento della Francia. Col pretesto di dover difendere la costa settentrionaleminacciata da una crociera francese, Angioi tent di rovesciare le sorti con una sconsiderata marciasu Cagliari.

    Il 28 maggio, lasciato Mundula a Sassari e acclamato con grida di viva Angioi! e viva lanazione!, si mise in marcia per Alghero coi dragoni democratici, la milizia a cavallo comandata dalcavalier Felice Rubatto di Bono e i contadini di Muroni. Sospettando che Angioi volesseimpadronirsi della piazza con linganno, il governatore di Alghero ammise solo i capi, vietando convari pretesti lingresso delle milizie angioine. Queste piegarono allora verso Cagliari: malmenate il

    6 giugno alle porte di Macomer dallimprevista resistenza degli abitanti, entrarono ad Oristano l8giugno, lo stesso giorno in cui il re accoglieva a Torino le nuove richieste degli stamenti. Ricevuta il9 la notizia della rotta di Macomer e lintimazione di Angioi, Vivalda lo destitu, con il consenso

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    degli stamenti e della Real Udienza, dalla carica di alter nos (commissario con poteri assoluti)devolvendola al giudice Delrio, membro della deputazione stamentaria, e incaricandolo, con altridue colleghi, di ristabilire lordine ad Oristano e Sassari.

    Riuniti a Cagliari 2.500 miliziani a cavallo, rinforzati da 2 cannoni e da 700 armigeri dei marchesidi Villaclara (400) e di Neoneli (300), Delrio marci su Oristano. Angioi laveva gi evacuata, ma il12 giugno vi torn in forze per liberare due suoi emissari: fu per affrontato e messo in rotta al

    ponte sul Tirso dagli abitanti, organizzati dal marchese Malliano di Santa Maria. Il 13 e 14, mentreattraversava le montagne di Scano tra Santolussurgiu e la Planargia, fu attaccato a sinistra dallacavalleria del cavalier Marcello da Cuglieri e a destra da 500 uomini di Giuseppe Passino daMacomer. Protetto dai montanari, Angioi raggiunse Thiesi con appena 50 uomini. Rientrato aSassari il 15, il giorno seguente simbarc a Porto Torres per Livorno con poche decine di seguaci.Trasferitosi poi a Genova, ottenne grazie allambasciatore francese Ginguen di potersi discolpare aTorino. Mor in Francia nel 1808, senza aver mai rimesso piede in patria.

    Intanto il Capo di Sopra subiva una dura repressione. Il nobile Nicola Guiso e lavvocato EfisioPintor Sirigu, membri della deputazione stamentaria, e delegati del giudice della R. Udienza del

    Rio, marciarono su Bono con truppe dordinanza di Alghero, artiglieria, cavalleria gallurese(cavalier Salvatore Sardo Pes), una compagnia di volontari (Raimondo Mameli) e altre miliziecomandate da due fratelli di Mameli e due fratelli Manca di Osilo. I contadini fecero resistenza enegli scontri fu ucciso Agostino Fadda, uno degli eroi della difesa di Cagliari. La stessa colonnasottomise poi con la forza anche le bidde di Ossi, Tissi e Usini. Gli angioini per si riorganizzarono,assediando i fratelli Manca, chiusi nella Torre di Osilo con 50 uomini e liberati da un drappellocomandato da cavalier Francesco Aymerich di Laconi, ufficiale del Reggimento Sardegna. Cinquecapi giacobini, che rimpatriavano dalla Francia su un leuto capraiese convinti di poter fruiredellindulto sancito dalla pace di Parigi, furono catturati in mare dalla gondolaLAquila e in seguitogiustiziati. Il 17 settembre Muroni ricomparve presso Sassari, ma fugg alla sortita della colonnamobile e fu poi catturato a Bonorva, per tradimento di parenti, il 25 marzo 1797.

    Lepurazione della milizia cagliaritana e larresto di Sulis (1797-99)

    Il Reggimento Sardegna, tornato ad Alghero allinizio del 1797 su richiesta degli stessi stamentimilitare ed ecclesiastico, rimase nel Capo di Sopra per dare manforte al giudice Raffaele ValentinoPilo e vigilare sui seguaci di Angioi, tuttora numerosi, e sugli agenti segreti francesi [come ilsedicente corso Orticoni, alias lex-seminarista Belmonte di Procida] che cercavano di mettersi incontatto con loro per destabilizzare lisola, indebolita dallevacuazione inglese della Corsica edellElba.

    A Cagliari continuarono invece a spadroneggiare i cacciatori di Sulis, che ottennero di essere

    pagati come truppa dordinanza dissanguando le casse del governo. Con RV del 22 agosto 1797 lamilizia suburbana di Cagliari fu infatti riordinata come legione di milizia assoldata, con un organicodi 687 teste (6 di SM, 36 ufficiali, 41 cacciatori e 604 ordinari), reclutata con volontari dai 18 ai 50anni, idonei, esenti da infamia e non appartenenti ad altri corpi. La legione era ordinata su SM di 6[il comandante, un maggiore dordinanza di nomina regia e un aiutante, un sergente, un caporale eun tamburo maggiori] e 3 centurie [Vincenzo Sulis, Giuseppe Humana e Pietro Perra] di 4compagnie di 50 teste, pi una di 41 cacciatori. Le 12 compagnie ordinarie includevano 3 ufficiali(capitano, tenente e sottotenente), 2 sergenti, 3 caporali effettivi e 1 soprannumerario, 1 tamburo e 1

    piffero. Quella dei cacciatori 1 sergente, 2 caporali effettivi e 2 soprannumerari e 36 comuni,arruolati dallufficio del soldo per un anno. Le armi erano depositate in caserme di centuriacustodite da un picchetto comandato da un sergente. Luniforme era una casacca blu, con mostre,matelote, bavero e fodera rosse, bottoni, veste, calzoni e calze bianchi, cappello nero concoccarda del re e patrona per le cartucce. Fuori servizio i miliziani portavano solo la coccarda.

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    La stella di Sulis tramont con larrivo a Cagliari della corte sabauda. Assunto il generalato dellearmi e il governo della citt di Cagliari, il duca dAosta licenzi i capi delle centurie, nominandoSulis capitano dordinanza e ammettendo gli altri, a domanda, nelle guardie del corpo, col grado disottotenente, pose la milizia urbana agli ordini del maggiore di piazza e il 13 aprile 1799 ordin unanuova descrizione (coi metodi gi in vigore) dei miliziani, cominciando dal sobborgo di Stampace

    per proseguire con quelli della Marina e di Villanova. Il 1 maggio fu approvata inoltre la nuovatariffa del soldo, che era di 7:6 soldi sardi al giorno per comuni, caporali e tamburi, 9 per i pifferi,10 per il caporale e il tamburo maggiore, 10:6 per i sergenti, 16 per il sergente maggiore e 18:6 peril sottotenente; e di 1 lira e 8 soldi per laiutante maggiore, 2 lire per i capitani e 2 lire, 12 soldi e 6denari per il comandante. Ai cacciatori era concessa lalta paga: 9:6 soldi ai tamburi, 12:6 ai comunie caporali e 15 ai sergenti, e 1 lira ai tenenti e 2 lire e un soldo al capitano. In compenso la razionedi pane era accordata solo se il servizio comportava il pernottamento fuori citt.

    Dopo la partenza del duca dAosta Sulis fu accusato di cospirazione contro il governo del vicerCarlo Felice. Scagionato dai magistrati Francesco Boyl di Putifigari e cavalier Giovanni Mameli, il9 settembre, sulla base di una seconda inquisizione segreta condotta da Giuseppe Valentino, Sulis fumesso al bando come nemico dello stato, con una taglia di 5.000 scudi sardi. Tradito dal cognatoGiambattista Rossi e dal padrone della barca con cui voleva fuggire, fu preso sulla spiaggia diBonaria da un bastimento da guerra comandato dal cavalier Raimondo Mameli. Giudicato dallostesso Valentino e da giudici in maggioranza a lui ostili e condannato allergastolo, nel maggio1800 Sulis fu confinato nella Torre dello Sprone di Alghero. Respinta nel 1801 dal ministro

    britannico a Cagliari la proposta di consegnarlo allInghilterra, Sulis fu liberato solo nel 1820.

    C. Le milizie nel 1799-1807

    Lirreggimentazione della milizia (regolamento del 29 agosto 1799)

    Nel marzo 1799 il re Carlo Emanuele IV ripart il comando delle forze militari tra i fratelliGiuseppe Placido conte di Moriana e Maurizio Giuseppe Maria duca del Monferrato, il primocomandante delle truppe dordinanza e della cavalleria miliziana, laltro della fanteria miliziana edel Capo di Sassari. Le attribuzioni dei due principi furono modificate dal regolamento del 29agosto 1799, in 30 articoli, che riservava loro i due nuovi generalati in capo della fanteria e dellacavalleria miliziana, con facolt di delegare il superiore comando ai due capitani generali. Entrambifurono per assunti dal conte di Moriana, per limprovvisa morte del duca di Monferrato, decedutoil 2 settembre ad Alghero di febbre malarica. Entro otto giorni dalla pubblicazione del decreto nel

    capoluogo di residenza, i capitani delle compagnie esistenti erano tenuti, a pena di decadenza dalloro impiego, a darne la consegna al capitano generale della propria arma con letteraaccompagnata dal ruolo delle loro compagnie. Quelle andate in decadenza per mancatorimpiazzo dei quadri, ovvero organizzate in forma diversa da quella stabilita, dovevano esseresubito rimesse sul loro antico piede, con le variazioni previste dal regolamento.

    Le compagnie dovevano essere riorganizzate e riunite in corpi provinciali (battaglioni di fanteriae reggimenti di cavalleria) da ufficiali spediti dai generali in capo. La milizia cagliaritana erariordinata su un battaglione a piedi di 540 teste (SM di 6 e 6 compagnie di 89): le altre in corpi di 8compagnie. Lorganico era di 3 ufficiali (capitano, tenente, alfiere), 2 sergenti (foriere e ordinario),4 caporali e 100-150 soldati a piedi o 60-100 a cavallo, inclusi 13 o 10 soldati scelti (detti

    cacciatori). I comandanti di corpo erano nominati dal re su proposta dei generali in capo, i qualinominavano direttamente i capitani. Per gli altri gradi erano mantenute le norme precedenti.

    Oltre al comandante, lo stato maggiore includeva 3 ufficiali (capitano comandante in 2, tenente

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    aiutante maggiore e alfiere garzone) e 2 sergenti (foriere e sottoforiere), con lincarico aggiuntivodinquadrare eventualmente la compagnia di formazione dei cacciatori reggimentali (109 nei corpi a

    piedi e 85 in quelli a cavallo, di cui 4 caporali). Essendo destinati ad accorrere dovunque sar loroordinato pel regio servizio, i cacciatori dovevano essere scelti nelle famiglie pi numerose e di

    buona condotta e tra i pi abili alle armi. Le compagnie scelte erano riunite alloccorrenza nel

    capoluogo, con riserva di stabilire una paga, ossia bonificazione per essi cacciatori, qualora ilcomando eccedesse i giorni tre. I cacciatori avevano per divisa la tracolla bianca come quella delleR. Truppe, e, quando le circostanze lo permetteranno, verranno armati di fucile e sciabola dimunizione (cio fornita dallo stato, a differenza degli altri miliziani che dovevano armarsi a

    proprie spese). I cacciatori [insieme agli adelantadi aboliti dal nuovo ordinamento] erano scelti apreferenza per coprire le vacanze nei posti di caporale, e questi ultimi per lavanzamento a sergente.

    Lautorit civile poteva richiedere lassistenza della milizia senza dover rendere conto dei motivi,ma poteva farlo esclusivamente per il tramite del capitano, senza poter dare direttamente ordini aimiliziani. Il capitano era tenuto ad eseguire, destinando il personale necessario, ma con obbligo difarne rapporto il comandante, che informava a sua volta il comandante della provincia e il sergentemaggiore o il commissario generale da cui dipendeva. I miliziani di cavalleria non potevano esserecomandati in servizi a piedi n quelli di fanteria in servizi a cavallo.

    Il regolamento confermava tutti i privilegi sanciti dal pregone del duca di San Giovanni,aggiungendo, per ufficiali e sergenti, lesclusione da ogni corve personale, dal barracellato edallalloggio militare; e, per i cacciatori, lesenzione dai torni di fatica (traduzione di prigionieri,ronde marine e altri). I miliziani potevano portare anche fuori servizio fucile, sciabola e baionetta,con decadenza dal beneficio in caso di abuso. Andando a cavallo, gli ufficiali potevano portareanche le pistole allarcione, purch non di genere vietato. Il porto darmi da fuoco era per vietatodi notte, salvo che per servizio, viaggio fuori del villaggio o custodia dei propri pascoli e armenti.Tutti restavano comunque soggetti alla giustizia penale ordinaria per i delitti non semplicementemilitari, con obbligo del capitano di concorrere, se richiesto, allarresto, e di cassare il reo in caso

    di condanna. Il capitano poteva a sua volta chiedere il concorso dellautorit civile per lesecuzionedei provvedimenti disciplinari, in particolare la carcerazione per un massimo di tre giorni(prorogabili su richiesta del comandante di corpo).

    Luniforme [abito rosso con colletto, paramani e fodera neri, e con sottoveste e pantaloni bianchiper la fanteria e gialli per la cavalleria] era prevista per i soli ufficiali, ma i subalterni della miliziadi villa ne erano esonerati, mentre era vietato portarvi sopra il colletto [das kollet: il giubbone] di

    pelle. Gli ufficiali (tranne gli alfieri) avevano un gallone al colletto: il capitano ne aveva inoltre unoal paramano e il comandante due, pi le spalline. Gli ufficiali dei cacciatori portavano al braccio ungallone a biscia, e il capitano anche una spallina. Qualora i comandanti fossero ufficialidordinanza, indossavano il distintivo del loro grado. Gli ufficiali distinti per zelo potevano essere

    decorati de rovesci neri, e per cose della maggiore importanza () della divisa delle spallette edel gallone prescritto. Con regio viglietto del 4 febbraio 1801 furono decorati dei risvolti e dellaspalletta alcuni ufficiali del Capo di Sassari distintisi nella repressione dei moti di Thiesi, e 4 deisoli risvolti. Con altro del 3 luglio il distintivo della spalletta fu concesso anche ai capitani dellecompagnie ordinarie, dandone due a quelli dei cacciatori.

    Il regolamento del 26 gennaio 1801

    Il 21 gennaio 1800 laiutante di campo del duca di Moriana, tenente colonnello AntonioGrondona, fu inserito nel nuovo ordinamento dei ripristinati dragoni leggeri quale capitano della 1acompagnia della 2a divisione, e con circolare del 5 marzo 1800 fu incaricato dellispezione edellorganizzazione della milizia. Fu lui a dirigere, in ottobre, la dura repressione dei motiantifeudali di Thiesi e Santu Lussurgiu. Con altra circolare del 9 luglio lesercizio del barracellatofu esteso in massa a tutti i miliziani, e un quarto dei proventi fu destinato alla cassa comune del

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    governo. Il provvedimento suscit vivo malcontento, perch, in caso di mancato arresto deiresponsabili di danni e furti, i barracelli dovevano rifondere in solido i danni subiti dagli assicurati.Il capitano Molinas present, in toni insolenti, un reclamo collettivo della compagnia di cavalleriadi Tempio Pausania, che dette in blocco le dimissioni reclamando adeguate indennit per tornare asvolgere il servizio barracellare. In assenza del generale in capo della cavalleria, conte di Moriana,

    il suo capitano generale Francesco Sanjust barone di Teulada pass la grana al primo scudiero egentiluomo di camera Stefano Manca di Villahermosa, il quale rispose a Molinas per iscritto,minacciandolo di togliergli il comando se non ricostituiva subito la compagnia, ma al tempo stesso

    promettendo un nuovo regolamento sui privilegi.

    Con viceregio biglietto del 26 gennaio 1801, il duca del Genevese eman ilRegolamento militareper la fanteria e cavalleria miliziana del Regno di Sardegna in 38 articoli, approvato poi con regioviglietto del 14 aprile, sulle riviste dei corpi, il rimpiazzo dei mancanti, la disciplina, le parate e le

    bandiere. Ogni trimestre (in marzo, giugno, settembre e dicembre) il comandante, o, per suolegittimo impedimento, il capitano dei cacciatori, era tenuto a passare in rivista le singolecompagnie del corpo [se composte da squadre di pi villaggi, la rivista doveva avvenire in quello

    pi centrale: oppure a turno se i villaggi erano solo due], provvedendo al rimpiazzo degli uomini ecavalli mancanti e facendo relazione al superiore (sergente maggiore o commissario generale delcapo) dei suoi provvedimenti e dello stato delle armi, degli uomini e dei cavalli, con distintoragguaglio della condotta dei capitani, patentati e soldati: la tabella trimestrale del corpo dovevaessere trasmessa in copia anche alla R. segreteria di guerra. Gli aiutanti maggiori rendevano contoai superiori dellesatta esecuzione dei loro ordini ed istruzioni.

    A loro volta i sergenti maggiori e commissari generali trasmettevano ai principi reali lo statogenerale delle riviste generali dei corpi da loro dipendenti. Inoltre [come gi previsto dal . 105 del

    pregone del duca di San Giovanni] passavano la rivista annuale, eventualmente delegando altrosoggetto in caso dimpedimento, redigevano lo stato generale, con distinte relazioni sui singolicorpi, circostanziando lesattezza dei comandanti, ufficiali, patentati e soldati e lo stato

    dellarmamento, dei cavalli e delle briglie e selle, e lo rassegnavano ai principi reali [quelli del capodi Sassari direttamente al conte di Moriana, ivi residente; quelli del capo di Cagliari tramite irispettivi capitani generali]. Fermo restando il divieto (politico) di riunire un intero corpo senzaordine del governo, avevano facolt di riunire pi compagnie in un medesimo luogo, purch ledistanze consentissero il rientro degli uomini alle loro case entro le ventiquattrore dalla partenza perla rivista.

    Il comandante rimpiazzava i soldati mancanti con altri del villaggio, in presenza del sindaco e delconsiglio comunitativo, che potevano opporsi facendone relazione motivata alla R. segreteria distato e di guerra. Il soldato di cavalleria trovato privo di cavallo doveva procurarsene un altro entrola successiva rassegna trimestrale: in caso dimpossibilit veniva trasferito in fanteria e rimpiazzato

    con un soldato di fanteria facoltoso ovvero con altro soggetto idoneo dello stesso villaggio. Ilcomandante del battaglione era tenuto a cedere gli uomini richiesti dal collega di cavalleria, salvorifiuto per fondato motivo, con lobbligo per entrambi di renderne conto ai rispettivi superiori, chene facevano relazione al rispettivo capitano generale. In caso di vacanza di ufficiali o sergenti, ilcapitano ne avvisava il comandante, il quale faceva richiedere la convocazione dei ministri digiustizia, con lintervento del patentato pi elevato in grado del villaggio, per stabilire la terna disoggetti idonei da sottoporre al sergente maggiore o commissario generale competente per lanomina.

    I miliziani erano tenuti al rispetto in ogni tempo e allubbidienza in servizio nei confronti di tutti isuperiori, anche di altre compagnie o altri corpi. Il regolamento minacciava severe punizioni aisuperiori che esigevano servizi personali dai subordinati, e la rimozione dallimpiego in caso diminacce contro chi ricusava di prestarli. Linsubordinazione, la negligenza e le altre mancanzedisciplinari erano punite, in aggiunta alle eventuali penali stabilite dalla legge e irremissibili, congli arresti domiciliari fino a 8 giorni per i soldati e fino a 3 per gli ufficiali e i graduati, irrogati dal

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    capitano o dallufficiale in comando provvisorio, dando conto al comandante degli arresti inflittiagli ufficiali e graduati (per un eventuale prolungamento fino a 8 giorni) e dei casi pi rilevanti permaggiori castighi o la rimozione dallimpiego. I superiori potevano inoltre infliggere ai soldati lareclusione nelle carceri civili fino a 3 giorni, con facolt di chiedere ai giusdicenti il prolungamentodella detenzione fino a ordine dei superiori. Nei casi gravi il carcere poteva essere inflitto anche a

    caporali e sergenti, mentre ai soldati si potevano infliggere i ceppi. Il regolamento ribadiva lasoggezione dei miliziani al foro ordinario per le cause civili e i reati non attinenti al servizio [l8marzo 1806 si specific che il privilegio del foro militare spettava ai miliziani solo quando eranoaccasermati].

    Lo schieramento in battaglia era su due ranghi, con la compagnia cacciatori a destra separata dallealtre, schierate da destra a sinistra in ordine di anzianit, coi sergenti ai lati e i 2 caporali pi anzianial centro del 1 rango, e gli altri due ai lati del 2. Gli ufficiali erano fuori dei ranghi, davanti alcentro dei ranghi il comandante, seguito dai due alfieri portabandiera, poi i capitani davanti alle lorocompagnie, coi subalterni pi indietro ai lati (il tenente a destra e lalfiere a sinistra). Una nota incorsivo spiegava che non si era prescritto di mettere i tenenti dietro il 2 rango affine dimpedireche alcuni soldati sallontanino dal suo dovere (perch) questa misura (era) inutile per ora, nonessendo necessaria che in tempo di guerra. Lufficiale della compagnia pi anziana faceva

    presentare le armi al comandante del corpo e questi ai superiori. Per rendere pi semplice loschieramento, i due ranghi marciavano affiancati in fila per uno, coi cacciatori in testa seguiti dalcomandante, dagli alfieri e dalle altre compagnie, con lalfiere in testa e il tenente a destra delcapitano. Le sentinelle presentavano le armi a tutti gli ufficiali di milizia e dordinanza, le guardie sischieravano solo per il comandante del proprio corpo e i generali. Per ogni corpo erano previste duedrap ossia bandiere (fanteria) o stendardi (cavalleria) con le Armi del re contornate dal nome deldipartimento, conservati a casa del comandante e portati a turno dagli alfieri, cominciando da quellidelle due compagnie pi anziane. Le compagnie potevano far uso dei loro antichi stendardi solose prendevano le armi separatamente per qualche festa particolare del paese.

    Successivi provvedimenti e vicende (1801-1804)

    Il 21 giugno 1801, in occasione dei moti di Gallura, si ordin ai capitani dei cacciatori di tenersi pronti a muovere; inoltre anche i non appartenenti alla milizia furono assoggettati allobbligo di prestare manforte, se richiesti legalmente. Nel 1801, allo scopo di ingraziarsi la nobilt localenominando nuovi colonnelli, gli 11.000 miliziani furono ripartiti in 23 reggimenti di forzadimezzata, 12 a piedi su 4 compagnie e 464 teste e 11 a cavallo su 6 e 501. Le prime nomine dicomandanti furono fatte il 4 gennaio 1802. Il duca di Moriana mor a Sassari il 29 ottobre 1802, lui

    pure, come il fratello maggiore, di febbre malarica. Il 24 dicembre il maggior generale marcheseGiuseppe Alessandro Thaon di Revel fu nominato ispettore generale delle truppe dordinanza e delcorpo delle milizie, e il 4 febbraio 1804 anche governatore della citt di Sassari e del capo diLogudoro. Con regio viglietto del 4 agosto 1803 furono stabiliti le uniformi e i colori distintivi deicorpi sia dordinanza che di milizia.

    La trasformazione della milizia in polizia rurale (27 giugno 1805)

    Il pregone vicereale in 53 articoli del 27 giugno 1805, intitolato varie provvidenze per le Milizie eBarracellerie del Regno, tolse alla milizia ogni residua funzione militare, dimezzandone la forza etrasformandola in una sorta di polizia rurale per la traduzione dei detenuti, lassistenza ai ministrireali e baronali contro i malviventi e lesercizio regolare del barracellato, e destin limposta della

    quarta barracellare alla R. cassa delle milizie.Allo scopo di far cadere questultimo servizio sulle persone giuste, la forza delle compagnie

    miliziane era ridotta a 55 fanti o 45 cavalieri, inclusi ufficiali e graduati: vale a dire un totale di

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    2.640 fanti e 2.970 cavalieri. Per compensare la riduzione della cavalleria, che rendeva impossibileeseguire tutti i servizi di ronda e scorta di cui era incaricata, veniva consentita la precettazione aturno di tutti i proprietari di cavalli e riformato il servizio di traduzione dei detenuti[tradizionalmente ripartito fra le compagnie situate lungo il percorso, in tappe di 2-4 ore].

    Gli artt. 7-14 limitavano a mezzo reale le multe comminabili dai superiori per mancanzedisciplinari o per affari di barracelleria, confermavano lesenzione di tutti i miliziani dalle

    prestazioni personali (tranne quelle dominicali e di giustizia), estendevano anche ai caporali leesenzioni dagli alloggi e servizi per le truppe di passaggio e da una ventina di impieghi e uffici

    pubblici, e schiarivano li dubbj insorti sulle franchigie ed esenzioni () avendo finora lasciatoadito ad infiniti ricorsi e provvidenze.

    La compagnia di formazione per lesercizio del barracellato era fornita a rotazione triennale daimiliziani del circondario, ripartiti in 3 turni di forza corrispondente a quella della compagnia

    barracellare, combinando insieme fanti e cavalieri: qualora il numero non fosse sufficiente, si potevano aggregare anche persone non patentate di milizia (art. 17). I miliziani destinati alle barracellerie erano esenti dallalloggio e dai servizi militari solo nellanno in cui lo esercitavano

    effettivamente, mentre erano esenti daglimpieghi pubblici anche nel biennio successivo (art. 18-19). Le liste dei patentati barracelli (scelti tra persone facoltose e con buone qualit personali)dovevano essere trasmesse al governo, che approvava le variazioni e i rimpiazzi (art. 20). Un mese

    prima dellinizio del turno, il capo radunava la compagnia per la designazione di due depositariresponsabili con lui in solido della cassa e magazzino dei proventi (denari e frutti), nonch di unattuario scelto al di fuori della compagnia. Questultimo era incaricato di formare e tenere lescritture [libro delle denunce di danni fatte dai particolari; libro e registro dei pagamenti per salari ealtre voci; libro dei furti e danni imputati alla compagnia], compilare le fedi mensuali e i modulidelle denunzie e rilasciare le quietanze dei pagamenti ricevuti. Alla fine dellesercizio, pagati idanni e limposta spettante alla R. cassa delle milizie, il capo e lattuario presentavano allacompagnia il rendiconto, che, vistato dai ministri di giustizia, dal sindaco e censore e dallattuario,

    era rimesso allufficio del contadore delle milizie e barracellerie (artt. 22-26). Gli utili erano divisiin parti uguali tra i compagni barracelli, incluso il capo: le circolari prevedevano, vero, il riparto in

    proporzione ai gradi, ma ci poteva avvenire solo nei dipartimenti in cui si era effettivamenteformata la prescritta massa comune (art. 15). Il resto degli articoli disciplinava il servizio, i poteri, idoveri, le responsabilit e il contenzioso.

    La soppressione del battaglione di Cagliari

    Un provvedimento del 12 marzo 1803 ridusse a 2 sergenti e 4 caporali i graduati dei cacciatoriurbani di Cagliari, definendo piccolissima la compagnia. Secondo la rivista del 29 settembre 1804

    il Battaglione di milizia arruolata di Cagliari contava 319 effettivi, inclusi 4 dello SM (comandante,aiutante, sergente e caporale maggiori) e 7 compagnie di 45: 7 capitani, 7 tenenti, 26 sergenti (d cuiuno effettivo e uno onorario dei cacciatori), 32 caporali (2 onorari dei cacciatori), 7 tamburi, 7

    pifferi, 37 cacciatori e 192 soldati ordinari (appena 32 per compagnia). La rivista passata il 31marzo 1806 dal conte di Revel dava 343 effettivi: 4 di SM, 47 cacciatori e 292 ordinari(43+45+45+41+41+38+39). Le armi dei cacciatori erano 45 fucili, 30 baionette, 33 sciabole, 6dragone. Le compagnie erano comandate dai capitani Puteu (cacciatori), Loi Sadda, Licheri,Masala, Sostia, Cucamere e Fadda.

    Il corpo fu infine abolito con R. viglietto del 15 dicembre 1806, che destinava met del suo costo(69.178 lire sarde) ad una nuova compagnia leggiera di marina di 197 teste (8 ufficiali, 5 sergenti e12 caporali), tratta in parte dalla stessa milizia. La rivista passata il 28 dicembre ai resti del

    battaglione per la sua soppressione dava ancora 215 effettivi, inclusi 20 ufficiali (7 capitani, 6luogotenenti, 6 sottotenenti, 1 aiutante maggiore), 11 sergenti, 20 caporali, 4 tamburi, 3 pifferi e 157soldati. Si decise tuttavia di licenziare solo 28 elementi della bassa forza e 12 ufficiali (5 capitani, 3

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    tenenti, 3 sottotenenti e laiutante maggiore), accordando per a questi ultimi i 2/3 del soldo e ilprivilegio di continuare a indossare luniforme, e di riorganizzare i rimanenti in una compagnia di175 teste, con alcuni avanzamenti di grado [lorganico era infatti di 9 ufficiali, tre per ciascungrado, 14 sergenti, 14 caporali, 3 tamburi, 2 pifferi e 143 soldati].

    D. I Reggimenti provinciali(1808-1815)

    Listituzione dei reggimenti provinciali

    I reggimenti provinciali furono istituiti in Sardegna nel quadro delle misure difensive determinatedal timore di uninvasione francese. Gi il regio viglietto del 2 febbraio 1808 prevedeva laformazione di 13 corpi di fanteria e 7 di cavalleria provinciale da inserire insieme alle truppe

    dordinanza nelle 3 divisioni territoriali previste dal piano di difesa. Una prima bozza prevedeva diripartire la popolazione in 6 contingenti (distretti) di almeno 54.200 anime [corrispondenti inlinea di massima alle province di Sulcis, Trescenta, Mandrolisay, Arborea, Goceano e Gallura,aggiustate per, ai soli fini del reclutamento, con spostamenti di comuni dalluna allaltra e cessionidalle province di Cagliari e Sassari]. Ciascun distretto doveva somministrare 1.429 uomini (501cavalieri e 928 fanti), Cagliari doveva dare solo fanti, Sassari solo cavalieri e la citt di Alghero(5.909 anime) 150 cannonieri per la difesa della piazza; in tutto 10.253 uomini (inclusi 300ufficiali), che non sostituivano, ma si aggiungevano alla milizia. A differenza dei miliziani, ai

    provinciali era accordata una piccola paga annua, che comportava un onere di 261.317 lire (13.501per 7 reggimenti di cavalleria e 11.915 per 14 di fanteria).

    La fanteria era ordinata in 12 reggimenti di 464 teste corrispondenti alle prefetture [istituite con

    editto del 4 maggio 1807 in ragione di due per provincia], ciascuno su SM di 4 (sergente, foriere,caporale e tamburo maggiori) e 4 compagnie di 115 (inclusi 3 ufficiali, 3 sergenti, 8 caporali e 1tamburo). Lorganico della cavalleria era di 501 teste, su SM di 3 (sergente, foriere e trombettamaggiori) e 6 compagnie di 83. Non erano inclusi nellorganico dei reggimenti il comandante(miliziano) e laiutante maggiore (ufficiale dordinanza).

    Le operazioni di leva e rimpiazzo dovevano essere eseguite col sistema piemontese, che aveva alvertice la Primaria Ispezione sopra le levate: la reggenza dellUfficio (UPI) fu attribuita a DiegoPodda Pisano, giudice della R. Udienza di Cagliari. Con regio viglietto del 20 marzo il cavalierGaetano Balbo fu incaricato di organizzare 6 reggimenti di cavalleria e il 6 aprile fu nominatoispettore di tali corpi.

    Il 1 aprile fu ordinata limmediata formazione di 3 reggimenti di fanteria (Cagliari, Sassari eOristano) e 3 di cavalleria (Sulcis, Logudoro e Arborea) ed emanato un regio editto in 48 articoli,riguardante lo stabilimento dellUfficio della Primaria Ispezione, e dei Reggimenti Provinciali s di

    Fanteria, che di Cavalleria a termini dellannesso Regolamento, con il quale, in ogni prefetturaveniva stabilita una forza armata assai meno numerosa della miliziana, organizzata in modo daconservare alle famiglie, in un coi Padri, la prole necessaria al sostegno della medesima, non menoche le convenienti braccia allagricoltura, alle scienze, al commercio, ed alle arti; (e in modo che)quelli che vi sono realmente addetti, presti(no) un servizio pi attivo, e pi regolare, e sotto gliordini di comandanti sperimentati, vigili e zelanti del pubblico bene.

    Il tasso di reclutamento, pari al 25 per mille dei 416.000 abitanti, era per il decuplo di quello

    della milizia provinciale piemontese: soltanto nel 1795, lanno del massimo sforzo di tutta la precedente storia militare sabauda, i reggimenti provinciali avevano raggiunto un picco di 27.332uomini, inclusi nizzardi e savoiardi, mentre nel 1799 quelli al di qua delle Alpi erano stati riattivata

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    ai livelli prebellici, con un organico di 7.977 uomini, pari ad un tasso del 2.6 per mille su 3 milionidi abitanti.

    Reclutamento, privilegi e obblighi di servizio dei reggimenti provinciali

    Leditto assoggettava alla leva provinciale gli idonei dai 18 ai 45 anni, di statura conveniente esenza difetti evidenti, scelti nelle famiglie pi numerose e facoltose, preferendo, nellordine, i celibi,gli ammogliati senza prole e i pi giovani. Erano esclusi indegni, inquisiti, oziosi, vagabondi,discoli e ladri diffamati. Erano esenti collettivamente tutti i nobili e individualmente (non quindi leloro famiglie) i cavalieri, gli ufficiali regi e glimpiegati presso i magistrati e i vari dicasteri, ilaureati e i loro figli soggetti alla patria potest, gli studenti universitari (a meno di uninterruzionedegli studi di oltre 3 mesi senza legittima causa), gli ecclesiastici, gli alunni dei seminari, i padri difamiglia con prole e i figli unici necessari alla loro casa.

    LUPI ripartiva i contingenti provinciali fra i comuni in proporzione alle precedenti consegnedella popolazione e dei cavalli. Le nomine dei soldati [ossia lascrizione nella milizia] erano

    eseguite, su ordine del governatore e comandante provinciale e con lintervento del ministro digiustizia o altro delegato al re, dai consigli civici o comunitativi: nei luoghi che non formavanocorpo di comunit, da una commissione di 5 o 7 capifamiglia, inclusi il sindaco e suoi eletti. Gliatti erano registrati dal segretario. Erano vietate sovvenzioni per indurre ad accettare la nomina; ilconsiglio rispondeva in solido delle nomine fatte in difformit dalle prescrizioni e del risarcimentodel danneggiato. Su segnalazione del governatore, lUPI puniva gli abusi con multe da 10 a 25 scudie precettava lesimito. Concluse le nomine, il giusdicenti o il delegato le intimavano per iscrittodirettamente al nominato o alla sua famiglia o, in caso di irreperibilit, mediante affissione alla

    porta dellultima dimora.

    Nel giorno prescritto dallintimazione, un deputato del consiglio presentava i nominati,certificandone lidentit personale, al governatore o suo vicario, che procedeva allassento(arruolamento) per anni sei. La falsa attestazione era punita con 5 anni di remo, mentre il presentatoera assentato per 6 anni al Reggimento Sardegna Fanteria. A richiesta e rischio del nominato, ilgovernatore lo faceva sottoporre a visita medica da un chirurgo capace e onesto, con linterventodellufficiale del soldo e del deputato presentatore, che in caso di inabilit pagava la spese dellavisita e procedeva al rimpiazzo (altrimenti la spesa era a carico del ricorrente). In caso di mancata

    presentazione allassento, il governatore o il vicario spediva la dichiarazione di renitenza,trasmettendola entro 15 giorni allUPI e notificandola al consiglio per il rimpiazzo, da farsi nellastessa famiglia del renitente qualora avesse fratelli o parenti abili. Il renitente era assentato per unanno al Reggimento Sardegna e poi al corpo provinciale. Era ammessa la surrogazione tra fratelli,accolta dal governatore se fatta prima dellassento, o dallUPI se successiva (in tal caso assentando

    il surrogato per il residuo periodo di ferma).Gli assentati erano esenti dalle prestazioni personali regie o baronali, inclusi impieghi comunali,

    alloggio militare, traduzione degli equipaggi e ronde marittime, eccettuati per i servizi dominicale,di giustizia, di conduzione del grano di scrutinio e del carbone o scilocco alla Regia Fonderia edello scavo e trasporto del sale. Nel periodo di servizio erano sospesi nei loro confronti i termini digiustizia civile e criminale, senza che le assenze per ragioni di regio servizio potessero pregiudicaregli interessi di famiglia. Godevano inoltre delle distinzioni del posto in chiesa immediatamentedietro al corpo di comunit, di far ala, nelle processioni, al baldacchino del Santo e di portareluniforme (o coccarda azzurra con fiocco del colore reggimentale) anche fuori servizio. In caso diinvalidit per ragioni di servizio, anche i provinciali potevano essere ammessi neglinvalidi. Infinetutti i privilegi potevano, dopo 12 anni di servizio con zelo e distinzione e su proposta dellUPI,essere concessi a vita.

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    Indipendentemente dal servizio, ai provinciali spettava una piccola paga annua, uguale per lafanteria e la cavalleria, di 18 lire piemontesi ai soldati, 21 ai caporali, 24 ai tamburi, 27 al caporalemaggiore, 30 ai sergenti e forieri, 40 ai sergenti e forieri maggiori, 120 ai sottotenenti e cornette,160 ai tenenti, 300 ai capitani, 400 ai comandanti e 800 agli aiutanti maggiori, questi ultimi ufficialidordinanza. Per il tempo di servizio spettavano inoltre a tutti le razioni di pane e legna (4 libbre) e

    ai cavalieri quelle dorzo e paglia. Gli assentati erano iscritti nei ruoli delle compagnie, tenuti daicomandanti. I consigli provvedevano al rimpiazzo dei soldati deceduti, ammessi nellordinanza (maesclusivamente nel Reggimento Sardegna) ovvero trasferiti ad altra compagnia provinciale percambio di residenza debitamente notificato al giusdicente, il quale autorizzava inoltre, con licenzascritta e per non oltre due mesi, le assenze superiori ad un mese. Gli assentati potevano esserecomandati a turno per il distaccamento fisso a disposizione del governatore, per guarnigioni edistaccamenti volanti, per listruzione e per la rivista.

    La rivista si teneva per provincia, sullo stato degli assentati vidimato dallufficiale del soldo etrasmesso dal governatore ai comandanti dei reggimenti dipendenti. I reggimenti si riunivanoannualmente, dinverno o in primavera, in un solo giorno e nel luogo pi centrale della provincia,con lintervento dellUPI e di un ispettore destinato dal re, il quale trasmetteva poi al generale dellearmi di Cagliari o di Sassari la relazione sullo stato di propriet, armamento, equipaggiamento eaddestramento delle varie compagnie. Redatta la nota degli assenti allispezione, il governatore latrasmetteva allUPI, il quale pubblicava lelenco dei renitenti e disertori, mediante affissione di unmanifesto annuale nei capoluoghi e nei luoghi di residenza. Lassenza ingiustificata alla rivista era

    punita con un mese di carcere, e con tre in caso di recidiva, mentre la terza assenza era consideratadiserzione. Gli assentati erano soggetti alla disciplina e al foro militare solo per il tempo delservizio. I disertori non venivano per giudicati in contumacia, ma solo in caso di arresto.

    Lorganizzazione dei reggimenti (1808-15)

    Essendo destinata alla difesa interna, la leva provinciale non violava, in linea di principio,lesenzione della Sardegna dal servizio militare; ma il carattere obbligatorio, le quote esorbitantiimposte ai comuni, le modalit di selezione che si prestavano allarbitrio e allabuso, liniquitsociale delle esenzioni, la creazione di una gerarchia parallela e distinta da quella della milizia,suscitarono reazioni negative, acuite dal diffuso timore che i nuovi reggimenti fossero in realtdestinati a combattere fuori dellIsola. Una circolare del 22 giugno 1808 ai giusdicenti disposeindagini sui propalatori di tali false voci, e un regio viglietto del 2 agosto escluse tassativamenteogni ipotesi dimpiego al di fuori della provincia di reclutamento. Inoltre glincentivi (paga, gradi,esenzioni) e la nomina (il 26 luglio) di un ispettore della fanteria provinciale (il marchese diQuesada) finirono per rivelarsi efficaci; tutte le province organizzarono i propri corpi, tranne laGallura, dove nel 1809 vi furono gravi tumulti contro la leva e i comuni si rifiutarono di eseguirla senon dopo un lungo negoziato col governo, condotto a Tempio da Podda Pisano, e alcune modifichealle norme relative allespletamento del servizio. I colori distintivi dei reggimenti, che si ricavanoda uno Stato degli uniformi del 1809, furono modificati dal regolamento dell8 ottobre 1812. Fra le14 tavole a colori raffiguranti le uniformi sarde dellepoca donate da Umberto II alla citt diCagliari, cinque sono dedicate alla fanteria miliziana (in particolare i battaglioni di Bono, Mandas,

    Nuoro, Tempio, Tortol e Laconi).

    Dal regolamento del 1812 si ricavano anche variazioni nel numero e nome dei corpi; inparticolare risultano in pi 3 reggimenti di fanteria (Carloforte, Sassari e Alghero) e 2 di cavalleria(Cagliari e Logudoro) e manca il reggimento di cavalleria di Sassari: inoltre 4 reggimenti di fanteria(Ales, Tortol, Sorgono e Laconi) sono designati battaglioni cacciatori. Infine sono menzionati

    elementi scelti dei corpi di fanteria (granatieri) e cacciatori (carabinieri). In definitiva nel 1812esistevano 24 corpi: 12 di fanteria, 4 di cacciatori e 8 di cavalleria, con un organico complessivo di

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    11.432 uomini (7.424 fanti e 4.008 cavalieri), inclusi 336 ufficiali (192+144) ed esclusi 24comandanti e 24 aiutanti maggiori.

    Dei comandanti di reggimento due soli erano ufficiali dordinanza (i maggiori marchese diVillamanna e Luigi Ferrari, rispettivamente dei Reggimenti Sulcis Cavalleria e Carloforte Fanteria);gli altri erano tutti appartenenti alla piccola nobilt. Su 21 aiutanti maggiori testimoniati nel 1809, 4erano capitani, 10 tenenti, 3 sottotenenti, 2 guardie del corpo e 2 cadetti dartiglieria. I corpi

    provinciali dipendevano dai governatori e comandanti delle province e dai generali delle armi deidue Capi, mentre quelli miliziani continuavano a dipendere dai sergenti maggiori o commissarigenerali dei due Capi e dai capitani generali darma. Il 2 aprile 1811 fu nominato il nuovo capitanogenerale della cavalleria miliziana.

    Le unit particolari di Alghero, Cagliari e Carloforte (1808-13)

    Il 3 giugno 1808 fu istituita ad Alghero una compagnia volontari al comando del colonnelloAgostino Masala, che serviva senza paga, alloccorrenza come truppa dordinanza, per il servizio

    delle artiglierie cittadine: il regolamento, approvato con regio viglietto del 2 agosto, le attribu iltitolo di regia; il re nominava direttamente il comandante e laiutante maggiore, e gli altri ufficiali(capitano, tenente e sottotenente) su proposta del governatore, mentre i sottufficiali erano nominatidal comandante. Luniforme, a spese dei volontari, era come quella delle truppe dordinanza,turchina, con mostre celesti e un distintivo di lana rossa a forma di ramo di corallo sul colletto e i

    paramani, il nome della citt sulla placca del cinturone e le armi reali sul caschetto.

    Il reggimento provinciale di Cagliari fu costituito il 20 dicembre 1809, con la stessa forza deglialtri, ma con un ordinamento speciale su 3 centurie e 8 compagnie di forza ridotta a 59 teste (le

    prime tre reclutate a Stampace, la 4a e 5a alla Marina e le ultime tre a Villanova), in modo damantenere e anzi aumentare (da 18 a 24) il numero degli ufficiali. Con regio viglietto del 25 marzo1811 fu istituita a Cagliari una compagnia volontari di 70 teste, inclusi 4 ufficiali (capitano, aiutantemaggiore e 2 sottotenenti) e 3 squadre di 22 (furiere, sergente, 4 caporali e 16 soldati), una perquartiere. La compagnia era pagata e vestita con una tassa di 7 soldi al mese pagata dai cittadini dai18 ai 60 anni in commutazione del servizio personale di guardia. Erano per esenti i sostituti dinotai e procuratori, i matricolati di cella, i probiviri, i viceconsoli, i cannonieri nazionali e di citt, imarinai di leva, i facchini di dogana, i raschiatori di formaggio, gli operai, i cappellieri, calzolai,sellai, lanternieri, i cappellani del regio palazzo, gli universitari, i famigli delle curie, i lavoratoridelle fabbriche del tabacco e di panni, glimpresari del servizio di lavanderia militare e gli abitantidel comune di Perdaxius.

    Un battaglione provinciale fu costituito anche a Carloforte, sulla base della milizia di villa, che il14 febbraio 1809 contava 449 effettivi, su stato maggiore, 8 compagnie con 372 fanti (Girolamo

    Rossino, Agostino Granara, Ignazio Maurandi, Antioco Leoni, Antioco Lussorio, Michele Cavallo,Rocco Rombi, Alessandro Napoli) e 1 di 73 artiglieri (Giuseppe Rossi). Il battaglione fuorganizzato il 28 febbraio su 4 compagnie di 115 teste, comandate dai capitani delle prime 4compagnie di villa. Il comandante era il maggiore don Luigi Ferrari e laiutante maggiore la guardiadel corpo Efisio Paglietti. Con lettera del 29 maggio 1813 il re accolse la richiesta di renderloindipendente dalle altre milizie e senza nulla in comune coi provinciali. Quanto ai capitani, nel 1813G. Rossi fu sostituito dal negoziante Francesco Boggio.

    Lo scioglimento dei reggimenti provinciali (12 agosto 1815)

    Nel 1812 due compagnie fucilieri del Reggimento Sardegna furono poste sul piede provinciale,destinandovi a turno soldati provinciali dei due Capi di Cagliari e Sassari, col sistema poi adottatoin Terraferma nel 1816. I reggimenti provinciali furono sciolti con editto del 12 agosto 1815 della

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    regina reggente, dacch dopo la disfatta del comune nemico non si (aveva) pi a temere verunaincursione. Leditto ripristina(va) la forza Nazionale sullantico piede delle Milizie, richiamandoa tal oggetto allosservanza la formazione dei Corpi Miliziani di Cavalleria e Fanteria prima diquellepoca stabilita, ed organizzata, non dubitando Noi, che continuando questi corpi a darci quelle

    prove di fedelt, e valore, per le quali si resero cos benemeriti nellinvasione tentata nel 1793,

    riempiranno esattamente le benefiche mire, che ci suggeriscono il loro ristabilimento. Il re siriservava di comunicare ai comandanti dei soppressi reggimenti le sue determinazioni sul destinodegli ufficiali che vi erano addetti.

    I cacciatori di Sardegna (1815-1827)

    Leditto ristabiliva e valorizzava per laliquota scelta dei cacciatori, di nuovo 13 per compagniadi fanteria e 10 per compagnia di cavalleria, che dovevano alloccorrenza riunirsi in 2 reggimenti(Cagliari e Sassari) con la stessa formazione di quelli dordinanza e comandati, diretti e disciplinatida ufficiali regolari e da altri sul piede provinciale, con la stessa paga, anzianit e vantaggi deicolleghi dei reggimenti provinciali di Terraferma. Costoro erano tenuti, ad ogni avanzamento digrado, a prestare servizio per 4 mesi insieme alle truppe dordinanza. In caso di riunione spettavanoai cacciatori di Sardegna [da non confondere col reggimento dordinanza Cacciatori Guardie] il

    prest, deconto, pane, letti, vestiario o il corrispettivo in denaro. Tranne il caso di riunione, icacciatori continuavano a prestare il servizio ordinario della milizia. I cacciatori a cavallocontinuavano a prestare il servizio previsto dal particolare regolamento della cavalleria miliziana. Incaso di bisogno straordinario potevano essere temporaneamente riuniti al Reggimento cavalleggeridi Sardegna e in tutto o in parte comandati da ufficiali di detto corpo, godendo di foraggio eopportuna remunerazione.

    Le milizie sarde dal 1827 al 1848

    Il 4 agosto 1815 Luca Francesco Pes, 6 marchese di Villamarina, fu promosso colonnello dicavalleria e capitano generale della fanteria miliziana. Nel 1824 era capitano generale di cavalleriail marchese di Suni. Nel 1827 Pes fu sostituito dal barone Vincenzo Amat di Sorso, e con regioviglietto del 4 ottobre 1827 la milizia fu riordinata su 19 battaglioni di 6 compagnie miste di 100-150 uomini, di cui 1/5 a cavallo. Le frazioni montate potevano essere riunite per battaglione in unacompagnia di cacciatori provinciali, tenuta in riserva per servizi particolari, formandoalloccorrenza un reggimento per ciascun capo. LIsola continuava a godere dellesenzione dallaleva, ma era stabilito il servizio obbligatorio di milizia per tutti i sardi dai 20 ai 60 anni, purchincensurati e di buona condotta. La milizia era destinata a mantenere lordine e a difendere le coste:a richiesta delle autorit formava inoltre pattuglie per larresto e la traduzione di delinquenti.

    Il Capo di Cagliari formava 11 battaglioni (Cagliari, Quartu, Trexenta, Ogliastra, Serramnanna,Iglesias, Monreale, Ales, Laconi, Oristano e Busachi) e quello di Sassari 8 (Tempio, Alghero, Tiesi,Bosa, Ozieri, Bono e Nuoro). Esistevano inoltre 5 compagnie autonome, dei cacciatori del Serrabuse di Macomer (aggregate ai battaglioni dellOgliastra e di Bosa), dei cacciatori a cavallo di Santadie Palmas e di riserva di Sassari. La forza complessiva era di 119 compagnie miste (67 del Capo diCagliari e 50 del Capo di Sassari), con 11.734 uomini (7.043+4.691), inclusi 2.464 cacciatori acavallo (1.579+885) che potevano formare, eventualmente, due reggimenti (Cagliari e Sassari) di 11e 8 compagnie. Le norme sul servizio erano contenute nel regolamento del 15 ottobre 1828. Undisegno del cuneese Giuseppe Cominotti [pubblicato col titolo miliciens en service nellAtlas dela premire partie [du] Voyage en Sardaigne di A. Lamarmora, Paris-Turin s. d.] mostra la scena di

    una traduzione di detenuti, con al centro un cavaliere armato di berudu, e ai fianchi altri armati dilunghi fucili ad avancarica e lungo coltello. Anche Lamarmora, come gi trentanni primalarciduca Francesco, scriveva che laspetto dei miliziani, per via del berudu, dei berretti e delle

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    pellicce di montone, ricorda(va) assai le truppe irregolari russe. Il fucile, per, somiglia(va)molto agli schioppi turchi, (era) lungo ma leggerissimo, sottile di ferro, quindi (aveva)linconveniente che fatti due, o tre colpi, la canna dello schioppo si scalda(va) in modo da non

    poterla pi tenere in mano.

    Il 13 gennaio 1831 il colonnello di cavalleria Nicol Paliaccio della Planargia, figlio del generaleassassinato nel 1795, fu promosso maggior generale e nominato ispettore generale delle milizie e

    barracellerie del Regno. Morto a Sassari il 19 maggio 1841, fu sostituito dal maggior generaleSebastiano Sardo, gi comandante dei Cacciatori Guardie. Nel 1838 lo SMG era stato ridotto ad unsolo capitano generale (Amat di Sorso) e a due aiutanti generali per i capi di Cagliari (GiovanniManca di Nissa) e Sassari (Diego Manca, sostituito nel 1841 da Deliperi). Gli effettivi furonoinoltre ridotti a circa 10.000 uomini e i battaglioni contratti a 12 (Cagliari, Oristano, Laconi,Ogliastra, Nuoro, Ozieri, Sassari, Alghero, Bosa, Tempio e due a Busachi). Nel 1847 fu abolita lasegreteria particolare di stato e di guerra per la Sardegna e nel 1848 il nuovo ordinamentocostituzionale del Piemonte fu esteso anche allIsola: tra le conseguenze vi furono labolizione dellamilizia e lintroduzione della coscrizione obbligatoria e della guardia nazionale (6 battaglioni inSardegna), formata con celibi dai 21 ai 35 anni.

    La Milizia nella Descrizione della Sardegna

    dellarciduca Francesco dAustria Este (1812)

    Questi Regimenti Provinciali era una istituzione del Piemonte, ove vi erano molti regimentidetti provinciali, che erano formati, armati, ecc. come li regimenti di truppa permanente, edordinanza, ma colla sola differenza, che non erano pagati, n vestiti che in tempo di guerra, ed intempo di pace si riunivano solo in certi tempi: ma erano esercitati, armati, disciplinati.

    Questo uso non vera mai stato in Sardegna dei Regimenti Provinciali, ed in vece in Sardegnaverano le Milizie regimentate, che erano in numero di gente, paesani etc. vestiti dei loro vestiti,armati colle loro proprie armi, altri a piedi, altri a cavallo sui loro proprj cavalli, che erano divisi

    per regimenti, ed avevano lobbligo di difendere il loro paese al caso di sbarco, o di attacconemico, del resto stavano a casa, e non erano pagati. Altra volta di queste Milizie in Sardegna venerano fra a piedi, ed a cavallo, credo da 24/m uomini arrolati, fra cui 6.000 di cavalleria.

    Il Re attuale quando venuto in Sardegna, volendo istituirvi il sistema dei Regimentiprovinciali, dovette necessariamente smembrare per questi parte della gente arrolata nella milizia,e questo dispiacque nel paese, e fece languire, e diede una scossa fatale al sistema della milizia,sebbene gli uni fossero dagli altri distinti, e per li Regimenti Provinciali si presero li cadetti delle

    famiglie, e per le milizie anche primogeniti, ed ammogliati, e possessori, restando questi sempre acasa fuori dun momentaneo bisogno. Dunque il Re istitu 10 battaglioni provinciali di 500 uominiluno, ma questi furono formati solo idealmente, sebbene vi furono nominati li uffiziali, e bassiuffiziali, che tutti non hanno veruna paga fuori che gli Ajutanti Maggiori di questi ideali

    battaglioni, di cui li soldati sono iscritti a libro, ma non sono vestiti, n armati fuorch delle loroproprie armi, se ne hanno, non si sono mi riuniti, n mai fecero alcuno esercizio, n servizio.

    Questo finora serv solo a molti creati uffiziali dei regimenti provinciali di poter portareluniforme, ed esser considerati come uffiziali, venir a corte etc., cosa che gli uffiziali della Milizianon possono. Oltre a 10 battaglioni dinfanteria il Re volle erigere 6 o 7 regimenti di CavalleriaProvinciali, ma nella Gallura, e in altri luoghi il paese vi si oppose, e se ne formarono, per solo

    idealmente, ascrivendo la gente, e nominando li uffiziali, 4 di tali regimenti di Cavalleria provinciali di 500 uomini ognuno, ma non hanno n cavalli, n armi, n vestiti, n furono maiuniti.

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    Di Milizia esistono ancora credo 14 reggimenti dinfanteria di circa 800 uomini luno; e 10reggimenti di cavalleria di 600 uomini ognuno; onde in tutto 17/m e pi uomini di milizia. Questiessendo distituzione antica esistono, e li vidi in tutta la Sardegna. Ve ne sono un buon numero diCavalleria, ed infanteria in tutti i villaggi: anzi di cavalleria credo ve ne sar anche un numeromaggiore del sopra indicato. Sono paesani contadini, benestanti, cittadini etc., gente di diversecondizioni. Sono vestiti dei loro proprj vestiti, e la Cavalleria hanno li proprj cavalli, linfanteria armata con fucile, che pure appartenente ai paesani medesimi, e sciabla secondo che ognuno ha,ma il fucile un mobile tanto comune ad ogni Sardo, che pochi sono che non lhanno. LaCavalleria ha selle Sarde ordinarie, i cavalli molti non sono cattivi, bridati male, gli uominimontano male a cavallo, ma coraggiosi: insomma la cavalleria ha molto dei Cosacchi russi,corrono assai con quei piccoli cavallini, non tengono molto ordine di file, ma stanno pi insiemein massa, poi alloccasione si disperdono, e riuniscono di nuovo.

    Tanto linfanteria, che la Cavalleria miliziana ha i suoi uffiziali, che per non hanno il rango diuffiziale dellarmata, non vanno a Corte etc. spesso sono benestanti, e anche paesani del paese.Quello che certo che quandanche non abbiano molto esercizio militare, il loro schioppo lo

    tirano ben giusto tutti, e si pu dire che per tirare sono tutti come altrettanti cacciatori, e forse uncorpo di cacciatori esercitati non colpir tanto giusto come un corpo dugual numero di miliziaSarda. Poich tutti li Sardi sono fino dalla loro prima giovent avvezzi a maneggiare lo schioppo,lo portano quasi sempre in spalla, si esercitano spesso a tirare, ad oggetto di riuscir nelle vendetteloro particolari, le quali sono tante ogni anno, che ogni anno si contano in Sardegna fra 800 e1.200 omicidij, che forse sarebbero meno, se non vi fosse luso generale, ed il permesso di portarle armi a chicchessia; ma intanto questo rende la nazione armigera. Oltre poi alla truppadordinanza, alle Provinciali, alla Milizia in una occorrenza si potrebbe contare sulle masse della

    popolazioni, essendo tutto il paese armato, e armigero, e attaccato al suo Re, e paese.

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    La ripartizione dei Reggimenti Provinciali Sardi (marzo 1808)

    Province Prefetture Abitanti Contingenti ReggimentiCavalleria Fanteria

    Cagliari Citt 21.336 35.804 Cagliari

    Provincia 22.563Sulcis Villacidro 33.920 54.269 Sulcis AlesIglesias 20.349 Iglesias

    Trescenta Mandas 34.292 54.271 Trescenta MandasTortol 22.982 Tortol

    Mandrolisay Laconi 16.763 54.250 * Mandrolisay LaconiSorgono 27.024 Sorgono

    Arborea Oristano 28.220 54.430 Arborea OristanoBosa 26.210 Bosa

    Goceano Nuoro 30.170 54.264 Goceano NuoroBono 18.399 Bono

    Gallura Tempio 24.309 54.208 Gallura TempioOzieri 29.599 Ozieri

    Sassari Sassari 37.841 41.259 Sassari Algheroprov.

    15.418

    Algherocitt

    5.909 5.909

    TOTALI 415.304 408.664 7 13* Incluse 8.100 anime cedute da Cagliari e 2.400 da Trescenta. Incluse 5.700 anime cedute da Sassari. Incluse 6.300 anime cedute da Sassari.NB la citt di Alghero fornisce 150 cannonieri per la difesa della piazza.

    Comandanti e Aiutanti Maggiori dei Reggimenti Provinciali (1808)Reggimenti di cavalleria

    Reggimenti Coma