Il Volto Santo Di Lucca

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Da Ramle a Lucca

• Un’antica leggenda, tramandata dal Diacono Leobino, vissuto verso il secolo undicesimo, narra che Nicodemo, inconsolabile per la morte di Gesù, volle perpetuarne il ricordo riproducendone l’Immagine nel momento in cui venne innalzato sulla Croce.

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Un angelo ordina a Nicodemo di tagliare l'albero nel quale scolpirà il

VOLTO SANTO

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• Ma per quanto ponesse ogni cura per riprodurne i lineamenti, non riusciva a condurre a termine l’opera, stanco e scoraggiato si addormentò e…

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Nicodemo dorme, mentre l’Angelo incorona il Volto Santo

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• E’ facile immaginare la gioia di Nicodemo nel contemplare quel volto.

• Lo custodì come un prezioso tesoro, ritiratosi a Ramle lo portò con sé e alla sua morte lo prese in consegna il suo amico Isaccar, il quale a sua volta lo lasciò in mani fidatissime.

• Verso l’inizio del secolo ottavo fu in mano di un certo Seleuco.

• Nella prima metà del secolo VIII andò in pellegrinaggio in Terra Santa il Vescovo GUALFREDO.

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Gualfredo di ritorno dal suo viaggio, fece sosta a Ramle. Gli apparve in sogno un Angelo che gli

svelò la presenza della Croce. Offrì del denaro a Seleuco ed ebbe la Santa immagine.

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• Questa visione fu interpretata come la precisa volontà divina: la Croce sarebbe dovuta essere spostata da una terra di infedeli a un luogo dove ne fosse consentito il culto pubblico.

• Dopo averla trasportata alla riva della vicina città di Giaffa, la collocarono su una barca affidata alla Divina Provvidenza, che la facesse giungere in luogo degno.

• Nella barca posero anche due ampolle contenenti il sangue di Cristo raccolto da Giuseppe d’Arimatea con Nicodemo.

• Dopo un lungo viaggio, la barca giunse nei pressi di Luni, la qual cosa suscitò non poca curiosità da parte degli abitanti locali.

• Essi tentarono in ogni modo di avvicinarsi alla barca, ma invano: era prodigiosamente sospinta ad ogni tentativo di avvicinamento.

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Trasporto del Volto Santo alla nave, da parte del vescovo Gualfredo

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Il Volto Santo è posto sulla barca

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• A capo della diocesi di Lucca, vi era allora un Vescovo noto per aver traslato nella città i corpi di molti santi, al quale apparve in sogno un angelo che gli suggerì di andare a Luni a recuperare la barca ed il suo prezioso carico. Appena sveglio il Vescovo, con il clero ed un gruppo di fedeli si recò a Luni, ed una volta arrivato, dopo aver invocato il nome del Signore, vide la barca avvicinarsi.

• Nacque così una contesa su chi avesse maggiori diritti di tenere il simulacro: contesa risolta dal Vescovo di Lucca il quale stabilì che ai Lunensi sarebbe andata una delle due ampolle contenenti il sangue di Cristo, mentre i Lucchesi avrebbero tenuto la barca, la Santa Croce e l’altra ampolla.     

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Il vescovo Giovanni consegna al vescovo di Luni l'ampolla del preziosissimo sangue già

contenuta nel Volto Santo

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• Ma al momento della partenza dei Lucchesi, i Lunensi furono preda di un ripensamento e tornarono alla carica. Ancora una volta intervenne il Vescovo a risolvere la questione: la Santa Croce sarebbe stata posta su un carro trainato dai buoi e se i buoi lasciati liberi avessero trascinato il carro verso Lucca, il simulacro sarebbe stato dei Lucchesi, altrimenti sarebbe andato ai Lunensi.

• Così fu fatto, ed i buoi, appena liberi si indirizzarono verso Lucca.

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Il Volto Santo sul carro trainato verso Lucca da due torelli indomiti

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Da Lucca si muove una processione incontro al vescovo Giovanni.

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• La sacra immagine fu così portata a Lucca ed accolta con grande gioia e spirito di trionfo, e collocata nella chiesa di San Frediano.

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• I Lucchesi che si recarono la mattina dopo a pregare al cospetto del simulacro, ebbero un’insolita sorpresa: il Volto Santo non c’era più.

• Fu rintracciato in un orticello nei pressi della chiesa di San Martino, il fatto fu interpretato come miracolo, in onore del quale, si procedette subito alla costruzione di una nuova chiesa.

• Il Volto Santo fu veneratissimo attraverso i secoli e meta di pellegrinaggi da tutta Europa.

• Divenne simbolo della citta'anche all'estero tanto che la sua effigie venne posta sulle monete di Lucca.

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I miracoli

•   Di fronte alla Cappella del Volto Santo, nella colonna di destra, si nota La mannaia "che non offendè un innocente". Poco sotto, una lapide in marmo ricorda il miracolo, uno dei tanti, effettuato dal Volto Santo, e dice:

• <<Fermati un momento ed ammira il prodigio. L’anno del Signore 1334 Giovanni di Lorenzo di Arras, implorato con preghiera l’aiuto di questa Santa Croce, la mannaia sollevata per la sua morte, lo conserva in vita e ne fa palese l’innocenza: poichè era stato falsamente accusato di omicidio, la gola prontamente sottopose al ferro; il ferro per ben tre volte si rende molle per salvarlo. Va ed impara he nessuna preghiera è più efficace dell’innocenza per ottenere prodigi.>>    

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Miracolo della mannaia

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• Tutto ciò deriva dal fatto che un viandante si fermò per rendere soccorso ad un uomo gravemente ferito. I vicini, accorsi alle grida dell’uomo, non vedendo l’omicida, cominciarono a mormorare, che doveva essere stato proprio lui, il soccorritore, tale Giovanni di Lorenzo di Arras, ad aver compiuto l’orrendo misfatto. Catturato, imprigionato, condannato alla pena di morte, egli disperato si rivolse con ardenti preghiere a Dio, fino a che, una notte, gli apparve in sogno il Volto Santo, dicendogli che non aveva nulla da temere, che lo avrebbe protetto Lui. Svegliatosi tutto contento e felice, aspettava da un momento all’altro l‘ora della libertà. Fatto sta che invece dell’ora della liberta, scoccò l’ora di andare al patibolo, di fronte al boia, con tutto il pubblico che gridava e acclamava. Il primo tentativo, il secondo, fallito anche il terzo, così come era usanza, il boia lo liberò, ed i presenti iniziarono subito a gridare al miracolo.

• Adesso, a 650 anni di distanza, la mannaia è ancora conservata nella cattedrale a ricordo perenne di quanto avvenne quel giorno.

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Il giovane tedesco guarito dal Volto Santo fa eseguire la tavola d'oro per l'altare del

Simulacro.

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Miracolo del menestrello che suona davanti al Volto Santo

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Tempietto del Volto Santo

(eretto nel 1484 da Matteo Civitali),

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Il trasferimento del Volto Santo a Lucca di A. Aspertini (Basilica di San Frediano)

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La Luminara

• Ancora oggi, sulla falsariga di quello che è stato fatto per secoli, la sera del 13 settembre le strade percorse dalla processione con il prezioso simulacro della passione di Cristo, vengono illuminate con migliaia di ceri a formare una scenografia assai suggestiva.La processione si snoda dalla chiesa di S. Frediano alla cattedrale di San Martino.

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Citazione nella Divina Commedia

• Dante cita il Volto Santo nella Divina Commedia, e più precisamente nel canto XXI dell'Inferno, nella quinta bolgia, dove gli imbroglioni, i concussori, i corrotti scontano le loro pene immersi nella pece bollente e torturati da diavoli muniti di affilati uncini. Tra i peccatori vi è un personaggio lucchese molto noto all'epoca, Martino Bottario, definito come "anziano di Santa Zita", in quanto magistrato di Lucca. Egli viene preso in giro con perfida ironia da alcuni diavoli che lo scherniscono dicedo "qui non ha luogo il Santo Volto", cioè i diavoli indicano che è inutile pregare il Volto Santo perché la dannazione che sta subendo è eterna. E subito insistono "qui si nuota altrimenti che nel Serchio", cioè ironizzano sul supplizio di nuotare nella nera pece bollente rispetto alle fresche acque del fiume Serchio che bagna Lucca.

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Adami Maria Concetta 31/01/2009

• La storia del Volto Santo di Leobino, composta a Lucca nei primi anni del sec XII, fu successivamente copiata in codici.

• E’ significativo che mercanti e banchieri della famiglia Rapondi facciano scrivere e miniare a Parigi, intorno al 1410, un prezioso libro con la storia dell’immagine più sacra dlla città natale.

• Il libro porta lo stemma della famiglia Rapondi e lo stemma bianco e rosso di Lucca.

• Questa Legende de Saint Voult de Luques, è oggi conservata nella Biblioteca Apostolica Vaticana.

• La serie di miniature si deve a più artisti della cerchia di Boucicaut, che gravitavano intorno a Giacomo Rapondi.

• Allo stato attuale delle conoscenze sono la più completa storia per immagini della Croce lucchese.