Il Volto del Tempo - Esanatoglia 2014 provvisorio

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a cura di Ayres Marques Pinto V ersione Pro vvisoria

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Il Volto del Tempo è un progetto di Ayres Marques per l'educazione alla Grande Età e sintetizza in un solo programma due tipi di intervento: la fotografia terapeutica e l’animazione di comunità. L'iniziativa intende creare, attraverso la fotografia, un ponte generazionale per promuovere il dialogo tra i giovani e gli anziani che vivono in casa di riposo, in famiglia o da soli. In questo opuscolo riunisce le biografie immaginarie scritte dai ragazzi della Scuola Media di Esanatoglia sugli anziani della Casa di Riposo dello stesso Comune, e i racconti dell'incontro delle due generazioni.

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a cura di Ayres Marques Pinto

Versione Provvisori

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Collana BibliHospice

Il Volto del Tempo

A cura di: Ayres Marques Pinto

© Ponte Blu Edizioni • 2014

Consiglio editoriale:Ayres Marques, Gigliola Capodaglio

Stampa/impaginazione • Recanati • 10/2014

ISBN

In copertina foto: Ayres Marques Pinto

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Il Progetto

“L’Italia, in particolare la Regione Marche, ha raggiunto un’età media tra le più alte al mondo. L’aspettativa di vita è di settantasette anni per gli uomini e di ottantadue per le donne.”

Gli studiosi dell’invecchiamento sono concordi nel sottolineare l’importanza dell’aspetto culturale per la trasformazione in positivo del ruolo dell’anziano nella società. Il Volto del Tempo è un progetto di educazione alla Grande Età e alla terminalità della vita e sintetizza in un solo progetto due tipi di intervento: la fotografia terapeutica e l’animazione di comunità.L’iniziativa intende creare, attraverso la fotografia, un ponte generazionale per promuovere il dialogo tra i giovani, gli anziani che vivono in casa di riposo e nel territorio, e le persone che affrontano la fase terminale della vita.

Il progetto si sviluppa in 5 fasi:1ª Incontri di formazione per i mediatori: docenti, genitori, rappresentanti di associazioni.2ª Gli anziani vengono fotografati (con il loro consenso). Queste foto servono come pretesto per raccontare la loro storia e stimolarli, con l’aiuto dei familiari, a cercare le vecchie foto e costruire il loro album dei ricordi. Questa attività stimola la relazione tra gli ospiti e i loro familiari, gli operatori professionali e i volontari. Inoltre, l’album rafforza il senso di identità personale e aumenta l’autostima dell’ospite che vede valorizzata la sua memoria.Le foto selezionate sono poi

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presentate ai ragazzi delle scuole del territorio.Ogni ragazzo deve scegliere la foto di un anziano e osservarla. Poi, usando l’immaginazione, crea una biografia della persona fotografata e affianca la sua foto a quella dell’anziano. 3ª Le biografie immaginarie sono discusse con i ragazzi e con gli anziani. Poi i ragazzi sono invitati a conoscere di persona i soggetti delle biografie immaginarie.4ª Si organizza una mostra in cui vengono esposte le foto selezionate, le biografie immaginarie, le riflessioni dei ragazzi sull’incontro e le schede biografiche di anziani.L’allestimento della mostra diventa un’attività di animazione che stimola la partecipazione dei soggetti coinvolti nell’intervento e mostra i risultati del progetto a tutta la comunità.5ª L’elaborazione di un sito e la pubblicazione di un volume promuovono una maggiore diffusione di informazioni sul progetto.L’empatia e la condivisione dei sentimenti che la fotografia può creare con i ragazzi e gli anziani ci permette di crescere dal punto di vista affettivo e in fondo ci fa diventare più “umani”.La civiltà occidentale moderna, che è essenzialmente materialista, è riuscita ad aggiungere anni alla vita delle persone; adesso spetta alla società post-moderna e post-materialista la sfida di aggiungere vita agli anni degli esseri umani.I soggetti coinvolti nel progetto sono giovani (ragazzi tra i 12 e i 14 anni) e anziani che stano vivendo l’ultima stagione della loro vita. La scelta di questi soggetti è motivata dal concetto di biografia che contiene diversi aspetti della vita: biologico, psico-sociale, emotivo, spirituale.

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L’obiettivo del progetto è stabilire un dialogo intergenerazionale tra esseri umani e cittadini che si trovano rispettivamente all’inizio e alla fine del percorso biografico e possono ricevere sostegno reciproco da questo dialogo.L’ambito territoriale di ricaduta del progetto è la Provincia di Macerata, in particolare il Comune di Esanatoglia.

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Iolanda e Chiara

Biografia immaginaria

La signora Laurina Gigetti è nata nel lontano 1921 precisamente a San Donato di Fabriano, il 27 Settembre. I suoi genitori di origine contadina, la fanno studiare presso un convento di suore dove poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, diventa una bravissima maestra. Inizia ad insegnare in un piccolo paesino di campagna dove trasmette ai suoi alunni onestà, coraggio e coerenza verso le proprie idee, che si riveleranno molto utili durante gli anni della guerra. La sua storia è legata alle tristi vicende della deportazione di alcuni suoi familiari (fratello e zio) presso i campi di concentramento tedeschi. Inizia così a scrivere un diario dove annota tutte le sue paure, emozioni anche molto tristi, ma che ancora oggi rimangono una testimonianza viva e diretta ai giovani per riscoprire il valore della libertà e della

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pace. Questo diario è stato pubblicato nel 1959 dall’ ANPI di Tolentino, è diventato un libro che ancora oggi viene letto nelle scuole medie e superiori per raccontare pezzi di vita vissuta dalla protagonista che aspetta i suoi cari che non ritorneranno più. Chiara Gehr

L’incontro

Mercoledì 16 aprile siamo andati con la professoressa Lucia Ticà alla Casa di Ospitalità del mio paese. Abbiamo conosciuto dal vivo i protagonisti delle storie che abbiamo elaborato a scuola da una semplice foto. Appena siamo arrivati, abbiamo trovato tutti gli anziani che vivono lì, seduti a semicerchio ad aspettarci. Abbiamo incontrato anche Ayres che ci ha chiesto se avevamo già riconosciuto la persona scelta. Tutti noi abbiamo

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risposto di si. Allora siamo andati a sederci e abbiamo iniziato a leggere la storia che ognuno di noi ha inventato. La signora che ho scelto in foto si chiama Jolanda Sassi, nata a Carpi (MO) il giorno 24 Aprile 1924. Dal racconto del suo passato mi sono accorta, con tristezza, di quanto la sua mente fosse offuscata e confusa anche nei ricordi più semplici e scontati. Infatti diceva di avere 9 fratelli, subito dopo diceva di averne 5. Ma nonostante ciò, nei suoi occhi traspariva quasi un velo di ingenua felicità. Sono stata molto contenta di aver vissuto questa esperienza con la scuola, altrimenti non mi sarei potuta avvicinare alle storie di queste vite vere ed autentiche. Mi sono ripromessa di continuare con lei un piccolo rapporto di amicizia e di farle spesso visita per sentire i racconti della sua gioventù molto diversa dalla nostra.

Chiara Gehr

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Adalgisa e Elena

Biografia immaginaria

Adalgisa è nata l’8 maggio 1928 a Matelica da Angela Novi e Pasquale Donati. La sua famiglia era povera ma lei e i suoi due fratelli, Aldo e Carmine, erano felici; vivevano in campagna. Anche se adesso erano poveri suo nonno le aveva lasciato una grande fattoria. Lei non è andata a scuola, ma dai racconti di sua madre, aveva capito che in città si poteva trovare lavoro e mettere su una famiglia. Purtroppo quando lei aveva quindici anni suo padre partì e in quei due anni sua madre si ammalò. Quando aveva venti anni sua madre morì di tumore al pancreas; lei, addolorata, insieme alla sua famiglia si trasferì in città. A venticinque anni si sposò con un bel giovane di città, di nome Quinto; insieme cercarono di formare una famiglia ma lei non ebbe figli. I suoi fratelli ebbero dei bellissimi bambini e lei diventò zia di cinque stupendi nipoti; trovò lavoro insieme a

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suo marito in una lavanderia. A sessanta anni le morì il marito, lei dalla disperazione si chiuse in casa, ma uno sfortunato giorno cadde dalle scale e venne ricoverata. Così prese la decisione di andare nella Casa di Riposo di Esanatoglia perché lì vivevano i suoi nipoti. Lei ora è molto felice e si è costruita, con il passare del tempo, una nuova famiglia!!

Elena Dragoni

L’incontro

Mercoledì 16 aprile siamo andati alla casa di riposo per un progetto che si chiama “Il Volto del tempo”. Appena siamo entrati ci siamo seduti vicino ad una finestra e tutti gli anziani ci hanno squadrato da capo a piedi. Poi la nostra professoressa ci ha fatto sedere vicino alla persona che avevamo descritto. All’ inizio è stato un po’ complicato cominciare a parlare,

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ma dopo qualche domanda abbiamo iniziato a conversare normalmente. Nella descrizione che avevo fatto su di lei avevo indovinato delle cose, per esempio che ha un figlio, dei fratelli e sorelle, che viveva in campagna e che era povera. Quando le leggevo delle cose che erano sbagliate io mi divertivo di più perché ascoltavo la sua versione e lei si emozionava, vedevo dal suo viso che era felice. Mi ha raccontato che quando era ragazza c’era la guerra e lei, insieme alla sua famiglia, essendo povera, faceva molti sacrifici. Ascoltandola ho capito che adesso si dà tutto per scontato e a volte anche le cose piccole devono essere apprezzate. La cosa più bella è stata vedere come il viso degli anziani si riempiva di gioia appena siamo entrati e ancor di più quando abbiamo cominciato a parlare; è stata un’ esperienza molto bella e mi ha resa molto felice.

Elena Dragoni

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Giulia e Federico

Biografia immaginaria

Rosina Giulietti è nata nel 1932 a Matelica.Ha avuto un’infanzia non molto felice perché all’età di 6 anni gli era morto il padre ed era rimasta con sua madre e i suoi tre fratelli.Quando aveva quasi dieci anni cominciò a lavorare nei campi di patate ed altri tuberi.Lei fino a quando aveva 18 anni ha passato un momento bruttissimo della sua vita che vuole assolutamente dimenticarsi, perché in quegli anni ha avuto atto la Seconda Guerra Mondiale e lei sentiva sempre gli aerei passare sopra casa sua che qualche volta bombardavano i campi.Finita la guerra all’età di 22 anni si sposò e dopo qualche anno ebbe due figli.Trovò anche lavoro in fabbrica.Nel 1968 successe una tragedia, il marito venne travolto da

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una macchina ma riuscì a superare questo terribile momentoAll’età di 40 anni diventò nonna e riacquistò la felicità di un tempo come non mai.Continuò la sua vita dedicandosi al lavoro, infatti dopo un po’ incominciò a fare la sarta facendo molti sacrifici.Scelse di andare in pensione all’età di 61 anni e rimase sola perché i figli, una decina di anni prima si erano laureati ed erano andati all’estero per lavoro.Da qui in poi non fece altro che stare a casa con le amiche pur avendo una certa età e sorridendo ai bambini che giocavano a calcio per strada.Adesso la nostra cara amica Rosina si è rifugiata nella casa di riposo di Esanatoglia.

Federico Zampini

L’incontro

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Durante la mattinata del 16 aprile siamo andati in visita alla casa di riposo di Esanatoglia.Dopo che siamo entrati ci siamo seduti ,uno a uno e abbiamo iniziato a riconoscere le persone che avevamo visto solo in foto e ci siamo posizionati di fronte a coloro su cui avevamo scritto la biografia e abbiamo letto loro il nostro lavoro.Abbiamo cominciato a conoscerci e sia io che i miei compagni ci siamo stupiti del fatto che la mia “collega” aveva 97 anni.Mi ha fatto commuovere quando mi ha raccontato del suo primogenito, da bambino a scuola era sempre il migliore in tutte le materie.Un giorno, dopo essersi sposato e aver avuto deu figli, era su un treno per andare da qualche parte in vacanza. Purtroppo il treno sbandò e finì fuori dalle rotaie...Morirono tutti compreso lui e la sua famiglia.Verso l’una abbiamo lasciato la casa di riposo e siamo ritornati a scuola.

Federico Zampini

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Maria Caterina e Gabriele

Biografia immaginaria

Adelina Astolfi è nata nel 1949 a Matelica nelle Marche. I suoi genitori erano contadini e avevano passato degli anni duri durante la guerra. La sua famiglia era composta da tre fratelli e due sorelle, lei era la più piccola. Studiò fino alla terza media ma non per questo era una donna stupida, anzi era molto intelligente. Quando la sua famiglia ebbe dei problemi economici fu costretta a traslocare a Roma. Piano piano la sua famiglia riuscì ad arricchirsi grazie ad una gelateria che avevano avviato con tanti sacrifici. In seguito si sposò con Luigi Rossi, brav’uomo dal quale ebbe due figli. Rimanendo vedova all’età di 60 anni, si trasferì ad Esanatoglia per passare gli ultimi anni della sua vita in tranquillità nella casa di riposo.

Gabriele Sagoni

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L’incontro

Nel mese di aprile tutta la classe è andata a trovare gli anziani che si trovano nella casa di riposo di Esanatoglia, in via Brasca Bartocci.Il motivo della visita è stato di incontrare le persone di cui avevamo parlato nelle nostre biografie.Arrivati a destinazione ci siamo posizionati in un grande salone ,dopo vari minuti di attesa ci fu l’ incontro tra di noi. Io incominci a leggere la mia descrizione su di lei. La realtà era ben diversa da quella immaginata da me; i genitori possedevano un negozio nelle Marche, la loro situazione economica era buona, lei andò a lavorare alle poste di Cerreto ma non si sposò mai. Col passare degli anni si sentì sola e invecchiata e decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita nella casa di riposo.

Gabriele Sagoni

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Ada e Jennifer

Biografia immaginaria

La Signora Assunta è nata l’11 Giugno 1936 a Pescara, è la terza e ultima figlia della Signora Rosanna, una donna molto amata in paese.Era una fanciulla magrolina, carnagione chiara, occhi verdi, capelli lunghi ricci e neri, una bellissima ragazzina.Lei e la madre stavano sempre in casa, sapevano ricamare benissimo.Invece i suoi due fratelli insieme al padre dirigevano la fabbrica di scarpe.Un giorno ad Assunta capita una cosa che le avrebbe cambiato la vita.Era il 15 Agosto 1954 e mentre stava ricamando insieme alla sua amica Francesca vide passare davanti al suo cancello un bellissimo ragazzo alto, brizzolato con un sorriso che non avrebbe mai potuto cancellare dalla sua mente. Anche lui rimase colpito da lei, dalla sua bellezza. Da lì si conoscono.Lui si presenta ai suoi genitori per chiedergli la mano della figlia.Il 22 maggio 1955 i due si sposano e vengono a vivere nelle Marche

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perché lui viveva e lavorava lì, era capitano dei carabinieri.La sua vita con lui era una favola.Nel corso degli anni sono arrivati due splenditi figli, Maria Luisa e Salvatore.Ora sono sposati, anche loro con figli e stanno bene.Lei, dopo la morte del suo unico e grande amore, ha deciso di andare a vivere nella casa di riposo di Esanatoglia, perché non voleva dare disturbo ai figli e voleva stare insieme alle persone della sua età.

Jennifer D’Angelis

L’incontro

Il giorno 16 aprile io, insieme alla classe e alla professoressa siamo andati alla casa di riposo di Esanatoglia dove soggiornano le persone su cui abbiamo scritto la biografia. Ci siamo seduti vicino alle signore che avevamo scelto dalle foto. Io, mentre leggevo la storia che ho scritto, avevo provato un po’ d’ imbarazzo. Ma con il tempo è svanito.

Parlando con lei ho scoperto che si chiama Ada, è nata l’ 8 ottobre 1922, quando era giovane ricamava molto, ha due figli un maschio e una femmina. Dopo aver ascoltato la sua vera storia ci siamo messi un po’ a parlare della nostra vita. Sono stata felice di aver conosciuto una persona dolce e gentile come Ada. Alla fine ci hanno scattato delle foto tutti insieme, poi ci siamo salutati e siamo tornati a scuola.

Jennifer D’Angelis

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Feliziano e Leandro

Biografia immaginaria

Luigi Pastoni è nato ad Esanatoglia, nel 1939. All’età di cinque anni, perse il padre durante la guerra, quindi sua madre ha dovuto badare ai suoi tre figli, di cui lui era il più piccolo, tutta da sola. Nel 1955, la guerra era finita da dieci anni e Luigi si trasferì a Milano per trovare lavoro, ma non fu molto fortunato, così fu costretto a lavorare la terra per un uomo, che per sua fortuna era ricco, ma molto avido, perciò guadagnava pochissime lire alla settimana, tanto che non bastano per vivere. Stufo di vivere in quel modo si licenziò e si trasferì in Germania, a Monaco. E trovò lavoro come lavapiatti. Luigi lavorava in una taverna e il suo guadagno era migliore rispetto a quando stava a Milano. Per lo più in quella taverna trovò il suo unico grande amore, di nome Cinzia. Lei era Piemontese ed era venuta a Monaco, anche lei, per lavoro. Lui la amava così tanto al punto di sposarsi nel 17 aprile del 1968 (all’età di ventinove anni). Subito dopo le nozze, tornarono in Italia, precisamente a Pisa e poi, dopo un paio di mesi,

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presero un treno ed arrivarono a Ravenna. Lì ci rimasero per ventotto anni. In quel lunghissimo lasso di tempo, riuscì a diventare capo di una fabbrica di mobili molto famosa in quei tempi. Inoltre ebbe anche due figli: Gianni e Gianpiero. Dopo tutti questi fatti, finalmente, ritornò al suo Paese di origine con sua moglie: Esanatoglia. Tutt’ora vive nella casa di riposo di Esanatoglia, con sua moglie.

Leandro Mariotti

L’incontro

Il 16 Aprile 2014, la nostra classe accompagnata dalla prof.ssa Lucia Ticà, si è recata alla casa di Riposo di Esanatoglia, per conoscere gli anziani su cui abbiamo inventato delle biografie delle loro vite. Quando siamo entrati, il Signor Ayres ci ha fatto sedere e ci ha spiegato cosa avremmo dovuto fare: dovevamo metterci vicino alla persona scelta da noi e leggere loro le nostre biografie. Innanzitutto, Ayres ci ha chiesto se li avevamo riconosciuti. Quasi tutti risposero

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di sì, ma alcuni non c’erano, ad esempio il signore scelto da me. Dopo cinque minuti è sceso e ci siamo accomodati. Subito gli ho spiegato cosa avevamo fatto ed ho iniziato a leggergli la biografia. Il nome del signore è Feliziano Dolce (che ho chiamato Luigi Pastoni). Ogni cosa che dicevo, lui me la correggeva e mi diceva qual era la verità. Purtroppo ho indovinato solo che aveva due fratelli e due figli. Dopo le presentazioni, mi sono fatto scattare una foto con Feliziano. Infine, abbiamo fatto una foto di gruppo, con tutti gli anziani, poi, siamo andati via. Sono stato felice di conoscerlo, di aver conosciuto la sua vita, le sue esperienze e sono riuscito a soddisfare la mia curiosità di sapere chi fosse il simpatico vecchietto, su cui ho inventato una biografia

Leandro Mariotti

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Ivana e Letizia

Biografia immaginaria

Questa signora si chiama Ivana Piloni, ha ottantatre anni ma non li dimostra.Purtroppo perse il padre in guerra e la madre fu costretta a crescere i suoi due figli: Ivana e Lucio con molti sacrifici. Ivana, essendo una bambina dall’animo sensibile, ha sempre aiutato sua madre in tutti i modi per cercare di darle una mano nelle faccende domestiche e con Lucio il suo fratellino.La sua adolescenza quindi è stata faticosa e travagliata ma a sedici anni mentre faceva una passeggiata in montagna, conobbe Giuseppe che poi diventò suo marito. A venticinque anni si sposarono ed ebbero due figli: Anna Maria e Luigino.Ivana è stata sempre una donna laboriosa, dedita alla famiglia, precisa e ordinata; ha cresciuto i suoi due figli con i veri valori della vita: rispetto, onestà. Insieme a Giuseppe hanno vissuto una vita serena, hanno condiviso paure, gioie, emozioni e sofferenze e anche

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adesso, in questo periodo piuttosto difficile per i problemi dovuti all’età, non si sono mai separati: vivono entrambi nella casa di riposo di Esanatoglia aiutandosi e sostenendosi a vicenda.

Letizia Traballoni

L’incontro

Mercoledì 16 Aprile 2014, io e la mia classe siamo andati ad incontrare gli anziani della Casa di Riposo che hanno partecipato ed è stato bellissimo. All’inizio, appena siamo entrati, abbiamo visto che erano seduti e chiacchieravano tranquillamente. Poi è arrivato Ayres che ci ha detto che se avevamo riconosciuto la persona scelta da noi, vista in foto, ci dovevamo mettere a fianco a lei. Io l’ho subito riconosciuta. Abbiamo iniziato a fare amicizia e abbiamo letto loro le nostre biografie. La persona da me scelta si chiama Ivana e alle mie parole si è subito emozionata. In seguito mi ha raccontato la sua vera storia e molte cose erano simili a quelle scritte da me. Mi sono molto

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emozionata alle sue parole perché ha avuto una vita molto triste, piena di disavventure. Ivana mi ha detto che lei vive lì, alla Casa di Riposo, insieme a suo marito Pacifico e stanno molto bene insieme. Poi mi ha portato a vedere la sua camera da letto! Appena sono entrata, suo marito, stava giocando a carte sul computer e abbiamo fatto conoscenza. Dopo siamo dovute uscire dalla stanza perché dovevamo fare la foto di gruppo insieme ai miei compagni e agli altri anziani. Alla fine di tutta questa mattinata abbiamo salutato gli anziani della Casa di Riposo e siamo tornati a scuola contentissimi di ciò che era stato fatto!!!

Letizia Traballoni

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Quinto e Lorenzo

Biografia immaginaria

Arnaldo Biagini nacque a Esanatoglia nel 1928.Servì la nazione italiana per quattro anni dopo aver studiato all’Accademia di aeronautica di Livorno. Dopo poco tempo si arruolò nell’esercito come pilota di bombardieri e cacciatorpediniere. Qualche mese dopo fu incaricato di riportare in patria un plotone d’assalto. Tornando nell’hangar però un caccia tedesco colpì con un missile il motore sinistro, questo determinò l’atterraggio di fortuna che avvenne nei pressi della base, i feriti erano solo due il soldato semplice Giulio e lui, dopo due giorni li trovarono e li riportarono in patria ma Arnaldo fu congedato per invalidità. Ad aspettarlo alla stazione c’era la fidanzata Lucia. Qualche mese dopo la guerra finì e Arnaldo e Lucia si sposarono. Nove mesi dopo nacque Mario. La sua vita conduceva felice fino a quando Lucia non morì di tubercolosi. Lui fu costretto a crescere il

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figlio di nove anni tutto da solo e quando lo guardava pensava a Lucia. Adesso però conduce una vita felice nella casa di riposo della sua città natale Esanatoglia.

Lorenzo CaprariL’incontro

Venerdì 11 aprile, con la classe siamo andati alla casa di riposo di Esanatoglia.Appena entrati ci hanno accolto due infermiere e alcuni anziani. Ci hanno fatto accomodare, poi è arrivato Ayres e tutti abbiamo cominciato a cercare la persona su cui abbiamo scritto la biografia. Ad un certo punto l’infermiera mi ha detto che il signore che avevo scelto, Quinto, non si sentiva tanto bene e quindi dovevo andare in camera sua. Dentro la sua stanza c’era la televisione accesa, un letto e la foto di sua moglie defunta. Subito io e Vincenzo, un compagno di classe che mi ha accompagnato, abbiamo cominciato a fargli domande. Il bello è che la biografia che ho scritto è simile alla sua

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vita reale, il brutto è che lo è anche nei momenti tragici. Sono stato contento perché, quando ce ne siamo andati, Quinto era felice.

Lorenzo Caprari

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Elvira e Maria Elena

Biografia immaginaria

Questa signora si chiama Luigina Carta e ha 85 anni. Suo padre e sua madre lavoravano come contadini e lei con i suoi tre fratelli li aiutavano. A diciassette anni conobbe, in chiesa, Stefano, figlio di un povero macellaio. A venti anni Luigina e Stefano decisero di sposarsi ed ebbero due bambini: Marta e Ludovico. Andavano molto d’accordo, infatti quando Luigina andava a fare dei piccoli servizi nelle case, loro la andavano ad aiutare. Stefano riprese l’attività di suo padre e aprì un negozio alimentare. Quando i loro due figli si sposarono, Luigina andò nella casa di riposo di Esanatoglia, dove conobbe molte persone simpatiche. Tutt’ora vive e viene custodita lì e si trova molto bene.

Maria Elena Rango

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L’incontro

Mercoledì 16 aprile, siamo andati alla casa di riposo di Esanatoglia ed abbiamo incontrato gli anziani di cui abbiamo scritto la loro biografia immaginaria. Tutti sono stati molto contenti del nostro arrivo. L’ anziana di cui ho scritto la storia si chiama Elvira e viveva a Fabriano. Di quello che ho scritto su di lei ho sbagliato il suo nome, quello di suo marito e gli anni, ne ha novantatrè. Ma ho indovinato che era una contadina, che ha due figli ed ho quasi centrato gli anni in cui si è sposata; io avevo scritto diciannove anni invece lo ha fatto a venti. Elvira non sentiva molto bene, infatti bisognava parlarle forte e vicino all’orecchio. Ho comunque scoperto che le piacciono i fiori e le perle. Alla fine abbiamo fatto una foto di gruppo e mi sono divertita molto. Devo dire che ho provato delle emozioni nuove, perché anche se ho ancora i nonni, non avevo mai fatto attenzione a come gli anziani siano felici di vedere i giovani. Se fosse stato per loro, non avrebbero smesso mai di parlare, di raccontare e di chiedere. Quella

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mattina sono stata molto contenta di andare alla casa di riposo e sono rimasta anche un po’ stupita dalla reazione degli anziani.

Maria Elena Rango

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Delia e Samuele

Biografia immaginaria

Lina oggi è una donna di circa 80 anni e la sua storia inizia ad Esanatoglia.Lina è nata in casa, perchè a quel tempo i dottori passavano di casa in casa solo se venivano chiamati. Lei è cresciuta durante la Seconda Guerra Mondiale, in una casa di campagna con suo padre allevatore di capre e sua madre che si occupava della casa e dell’orto. I carri armati tedeschi spesso sostavano nel suo cortile e questo spaventava tutta la famiglia.La sua famiglia era povera e Lina per guadagnare qualche soldo andava in paese ad aiutare lo zio a fare il pane. Questo avvenne fin quando Lina non compì 20 anni e trovò lavoro nel forno al centro del paese.All’età di 21 anni si fidanzò e poi all’età di 25 anni si sposò. Insieme al suo sposo si trasferì nella città di Tolentino, dopo che i suoi genitori morirono di vecchiaia.

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Negli anni successivi Lina ebbe due figli e riuscì a farli crescere senza tutte le privazioni che lei aveva avuto nella sua infanzia.Quando i suoi figli si sposarono lei decise di andare nella Casa di Riposo di Esanatoglia con suo marito dove ancora oggi vivono tranquilli in mezzo a molti amici e con l’affetto dei loro figli.

Samuele PicchiettiL’incontro

Oggi con la mia classe e con la prof di italiano, siamo partiti per andare alla casa di riposo di Esanatoglia, per finire un progetto chiamato: “Il Volto del tempo”.Quando siamo arrivati si è subito notato che sia noi che loro, gli anziani, eravamo in grande imbarazzo.Ayres, colui che ha organizzato il progetto, ci ha dato delle indicazioni: dovevamo andare dalle persone e parlare con loro poi leggergli la storia che avevamo inventato.

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Io sono riuscito ad indovinare solo un evento della vita di Delia cioè che si era sposata all’età di 25 anni. Dopo di chè abbiamo parlato di lei, soprattutto della sua esperienza della guerra. Io penso che sia stata vittima di un fatto che mi ha colpito: quando si è trasferita da Fiastra a Matelica, nel ‘70, ha abitato a Matelica fino a tre anni fa, finchè non si è rotta una gamba. Successivamente è andata all’ ospedale e poi direttamente alla casa di riposo, ed ora, purtroppo, ha perso la sua casa.Ma ora, penso che sia felice e io sono stato fortunato ad aver scelto lei: spero di rivederla presto.

Samuele Picchietti

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Ida e Sharon

Biografia immaginaria

Jone è una signora nata a Salon de Provence nel sud della Francia nel 1930; quindi oggi ha 84 anni. È vissuta a Salon svariati anni. Aveva molti amici sinceri e leali. A sette anni e mezzo si trasferì a Parigi con la sua famiglia. Lì conobbe nuovi amici. Era abbastanza fortunata perchè andava a scuola e quando tornava a casa aiutava volentieri la madre a cucinare, lavare, stirare... Poteva uscire con la sua migliore amica una volta alla settimana cioè il venerdì per non più di un’ora, perchè dopo doveva ritornare a casa per imparare a ricamare. In famiglia erano in sette: la madre, il padre, la sorella e il fratello maggiore, la sorella minore, il fratellino e lei; la più piccola. Successivamente la famiglia di Jone decise di trasferirsi in Italia, in un paesino di collina: Esanatoglia. Inizialmente non si trovò bene perchè amava il mare ma con il passare del tempo iniziò ad amarlo. Si fece molti amici che le volevano molto bene. Scriveva un diario da quando le era stato regalato a sette anni. Jone amava il suo diario

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come se fosse il suo migliore amico perchè scriveva tutto quello che le succedeva giornalmente, le sue sensazioni e i suoi pensieri. Ad esempio un giorno prese la sua brillante bicicletta rossa e cadde a faccia avanti: ecco la causa del naso allungato. Nel 1939 iniziò la Seconda Guerra Mondiale e Jone aveva appena compiuto nove anni. Lei non sapeva che cosa succedesse e chiese in giro alla gente ma nessuno sapeva spiegare il perchè dato che lei era piccolina. Solo alcuni anni dopo seppe (quando era più grande) che la Germania di Hitler e la Russia avevano invaso la Polonia. Hitler, tedesco nazista, capo delle SS, voleva sterminare le razze impure considerate da lui non ariane ma Jone non riusciva a capire il perchè di tutto quell’orrore e di tutti quei morti. Jone, fortunatamente, non è stata mai internata in un campo di concentramento ma due sue amiche ci sono state; fortunatamente si sono salvate. Nel 1945 la guerra finì e lei ne era molto felice. Ritornò a scuola e finì in secondo superiore la scuola di ricamo e cucito per poi farne i corredi e venderli. Pochi anni dopo incontrò un ragazzo molto bravo e molto affascinante. Così incominciarono a conoscersi meglio dandosi appuntamenti e uscendo qualche volta a cena fuori. Il 22 marzo 1949 si fidanzarono e circa dopo un anno si sposarono. Si comprarono una piccola villetta ad Esanatoglia crescendo con amore i due figli: un maschio e una femmina. Hanno studiato uno medicina e l’altra giurisprudenza. Ora hanno un ottimo lavoro. In questi anni Jone risiede nella casa di riposo di Esanatoglia ed è felice di avere vissuto una vita così anche se ripensa alcune volte ai brutti anni della Seconda Guerra Mondiale, ma racconta la sua storia ai nipoti quando vanno a trovarla.

Sharon Bidolli

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L’incontro

Il 16 aprile 2014, noi alunni della seconda media di Esanatoglia C.A.Dalla Chiesa, siamo partiti dalla scuola accompagnati dalla professoressa Lucia Ticà per andare alla casa di riposo di Esanatoglia. Appena arrivati abbiamo salutato gli anziani partecipanti del progetto “IL VOLTO DEL TEMPO”. Hanno ricambiato i nostri saluti chi con un sorriso, chi con un saluto dicendo: “CIAO MUNELLI”, chi con un bacio e noi ridevamo timidamente. Ad un certo punto il signor Marques ci ha detto di sederci vicino alla persona su cui avevamo scritto la biografia e leggergliela. Mentre io la leggevo, la signora guardava altrove così un’assistente di nome Norma mi aiutava facendole capire quello che io stessa leggevo. Ogni tanto le chiedeva se quello che avevo scritto era vero e lei alcune volte annuiva, altre volte scuoteva la testa. Perciò io alcune cose le avevo indovinate e alcune le avevo errate. Appena terminato di leggere, le dovevo porre alcune domande e lei mi doveva rispondere personalmente ma lei

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replicava in continuazione che doveva preparare il pranzo al marito Giulio, che è morto, e doveva guardare l’anziana madre che stava male, anch’essa morta. Così io sapevo poche cose su di lei. Mi faceva tanta tenerezza e non sapevo cosa domandarle perchè ripeteva sempre le stesse cose. Ogni tanto ascoltavo le altre compagne che parlavano con altre persone. Appena finito il colloquio abbiamo fatto una foto tutti insieme. Sono stata felice di aver passato una giornata con queste persone e sono stata soddisfatta della biografia che ho scritto.

Sharon Bidolli

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Iolanda e Sofia

Biografia immaginaria

Questa signora si chiama Angela ed ha settantanove anni. La sua vita è stata difficile e soprattutto triste. Ha partecipato, sfortunatamente, alla Seconda Guerra Mondiale e i suoi parenti e il padre furono uccisi. La nonna, salva grazie ad una persona che non conosceva, andò ad abitare con Angela e con la madre Maria. Dopo un po’ di anni morì Maria. Così partirono per l’Olanda. Ci rimasero per quindici anni e Angela dopo aver trovato un militare ferito, che curò, si fidanzò con lui. Passati due anni, le morì la nonna, si sposò e fece due figli. Si dedicò alla famiglia cercando di non farle mancare niente. Lei cuciva e faceva vestiti per loro e per venderli. La sua passione era ballare, infatti quando tornò in Italia, frequentò una scuola di ballo, così divenne ballerina e fece questo di mestiere. Ritornò nella sua città e si accorse che molte case, compresa la sua, erano state distrutte. Angela, la famiglia e un gruppo di militari cercarono di ricostruirle. Nel frattempo furono ospitati dai vicini. Dopo circa tre

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anni finirono le case. Un giorno, mentre si esibiva, è caduta e si è rotta un piede. Allora decise di smettere di ballare. Trascorso qualche mese per curarsi, i figli, che sapevano che era rimasta senza lavoro, la prendono come commessa nel loro negozio. Dopo qualche anno il marito morì di una grave malattia e Angela, rimasta sola, decise di andare in una casa di riposo per non dare peso ai figli e fare nuove amicizie. I figli e i nipoti, ogni domenica, si riuniscono e vanno a trovare Angela. Finalmente trova quella serenità che le è mancata.

Sofia Porcarelli

L’incontro

Una mattina, Ayres Marques è venuto nella nostra classe e ci ha spiegato il suo progetto. All’inizio mi sono un po’ preoccupata perché ho subito pensato se avevo il tempo necessario per scrivere la biografia, ma comunque sapevo che se non avessi scelto una foto,

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uno di loro sarebbe rimasto infelice. Io sono molto contenta di aver conosciuto Iolanda. Credo di aver scelto la persona giusta, che mi assomiglia: come me è chiacchierona, urla e le piace stare con le amiche. Quando siamo arrivati alla casa di riposo, non pensavo di riconoscerla subito, però mi sbagliavo. Credo che sia stata contenta di conoscermi, emozionata soprattutto quando raccontava la sua vera vita. Grazie ad Ayres, alcuni anziani possono incontrare dei ragazzi che gli fanno ricordare la propria vita. Penso che questo progetto serva anche per mettere a confronto le vite di allora con quelle di oggi.

Sofia Porcarelli

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Quest’anno ho avuto la fortuna di poter partecipare al progetto “Il Volto del tempo” con la classe 2° A della Scuola Media “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Esanatoglia. Quando mi è stato proposto questo lavoro, mi sono resa conto che sarebbe stata un’esperienza unica nel suo genere e sono stata contenta di aver potuto partecipare.I ragazzi che hanno partecipato hanno subito iniziato a lavorare con entusiasmo e appena ho letto le loro storie, mi sono resa conto di quanta fantasia e voglia di raccontare abbiano. Senza nessuna ritrosia hanno scritto quelle che secondo loro sono state le storie più adatte alle foto che avevano scelto e devo ammettere che mi sono divertita a leggerle.

Quando, poi, abbiamo incontrato i protagonisti di queste storie, li ho visti subito curiosi di conoscere le persone che avevano scelto ma soprattutto volevano sapere se le storie da loro raccontate si avvicinavano almeno un po’ a quella che è stata la loro vita. Infatti le frasi che ho sentito dire più di frequente erano: “Ho azzeccato quasi tutto” oppure “Non ci ho preso per niente”. Osservandoli ho potuto notare con quanta delicatezza, anche da quelli che sono elementi più

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vivaci, si sono avvicinati a loro e con quanta dolcezza abbiano prima letto la loro biografia e poi rivolto qualche domanda. Alleggeriva il cuore vedere due generazioni così lontane trovare un punto di dialogo, svolto con il sorriso e da parte di qualcuno anche con occhi lucidi per la commozione.

Lucia Ticà

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