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Novembre i l V o l t o n. 1 1 Rassegna mensile della Comunità Pastorale Spirito Santo

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il Volto n.11Rassegna mensile della Comunità Pastorale Spirito Santo

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La catechesi di Papa Francesco

Sinodoesperienza di cammino

insiemeInvito tutti a rendere grazie a Dio per le tresettimane di lavoro intenso del Sinodo, ani-mato dalla preghiera e da uno spirito di veracomunione. È stato faticoso, ma è stato unvero dono di Dio, che porterà sicuramentemolto frutto.La parola “sinodo” significa “camminare in-sieme”. E quella che abbiamo vissuto è statal’esperienza della Chiesa in cammino, incammino specialmente con le famiglie delPopolo santo di Dio sparso in tutto il mondo.La Parola di Dio ci dice che il primo a volercamminare insieme con noi, a voler fare “si-nodo” con noi, è proprio Lui, il nostro Padre.Il suo “sogno”, da sempre e per sempre, èquello di formare un popolo, di radunarlo, diguidarlo verso la terra della libertà e dellapace. E questo popolo è fatto di famiglie; èun popolo che mentre cammina mandaavanti la vita, con la benedizione di Dio.È un popolo che non esclude i poveri e glisvantaggiati, anzi, li include. È una famigliadi famiglie, in cui chi fa fatica non si trovaemarginato, lasciato indietro, ma riesce astare al passo con gli altri, perché questo po-polo cammina sul passo degli ultimi; come sifa nelle famiglie, e come ci insegna il Signo-re, che si è fatto povero con i poveri, piccolocon i piccoli, ultimo con gli ultimi. Non lo hafatto per escludere i ricchi, i grandi e i primi,ma perché questo è l’unico modo per salvareanche loro, per salvare tutti: andare con ipiccoli, con gli esclusi, con gli ultimi.

Angelus del 25 ottobre

ORARI DELLE SANTE MESSE

Prepositurale - CarateFestivo Vigiliare del sabato ore 18.30 ore 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.00Feriale ore 8.30 - 18.30

Chiesa di Cristo ReFestivo ore 8.00 - 10.30Feriale ore 7.00 (escluso il sabato)

Santuario Madonna di S. BernardoSabato ore 8.00

Basilica Santi Pietro e Paolo - AgliateFestivo Vigiliare del sabato ore 18.30 ore 11.00Feriale ore 8.30 (escluso il sabato)

Chiesa di S. Martino v. - Costa LambroFestivo ore 8.00 - ore 9.30Feriale ore 8.00 (escluso il sabato)

Chiesa di S. Giovanni - AlbiateFestivo Vigiliare del sabato ore 18.30 ore 8.00 - 9.30 -11.00 - 18.00Feriale ore 8.30

TELEFONI UTILI

Sig. PREVOSTO via Caprotti 1 Tel. 0362.900.164

Don SANDROvia Cavour 40 Tel. 0362.903.419

Don MARCOvia Volta 3 Tel. 0362.903.562

Don MASSIMOvia A. Colombo 2 Cell. 339.7479771

Don ANTONIOvia Caprotti 3 Tel. 0362.903942

Don RENATOAlbiate Tel. 0362.913309

Diac. Emilio CESANA Cell. 3382133432

CHIESA DI CRISTO REp.za Mons. Colombo Tel. 0362.901.430

CASA DELLE SUOREvia Manzoni Tel. 0362.900.186

In copertinaVerso il Convegno di Firenze

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oDa ricordare

Il Volto di CarateRegistrato al Tribunale di Monza il 15/5/1967al numero 135 del registro dei periodiciDirezione, Redazione, Amministrazionevia Caprotti 1 - 20048 Carate Brianzatelefono e fax 0362.900164Direttore responsabile Don Gianpiero MagniProgetto grafico Valerio BovatiStampa Edizioni GR srl, Besana Brianza

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Fraternamente

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“Ecco, io vengo presto. Beato chi custodi-sce le parole profetiche di questo libro”(Ap 22, 7). L’avvertimento e l’invito conte-nuti nella conclusione del libro dell’Apo-calisse animano il cammino della Chiesa edel discepolo nel tempo liturgico dell’Av-vento, che nel rito ambrosiano prendel’avvio con la domenica 15 di Novembre.Al Signore Gesù – l’Agnello immolato evincitore – sta a cuore secondo il progettodel Padre la felicità (beati, felici) e la con-solazione dei discepoli. Questo è dono che si accompagna a chinelle vicende della storia custodisce la“profezia” della vittoria pasquale di Cristoe ne sperimenta giorno per giorno la ve-rità. Anche nelle contraddizioni del pro-prio cuore e di fronte alla drammatica econvulsa scena del mondo.“Il malvagio continui pure ad essere mal-vagio e l’impuro a essere impuro e il giu-sto continui a praticare la giustizia e ilsanto si santifichi ancora. Ecco, io vengopresto …” (Ap 22, 11-12).Non siamo degli arrivati, siamo ancora incammino. Non ci muoviamo alla rinfusa oda disperati: siamo pellegrini verso la me-ta “finché si compia la beata speranza”. Il tempo di Avvento ha in sé questa forteimpronta dinamica di cammino.Ci consegna l’insistente esortazione allasperanza e a riconoscerla vera.“Ecco!”, si ripete più volte. Chi spera inGesù assume la propria vita in obbedienzaal Vangelo che è Lui.Per questo siamo lieti(felici) di lasciarci condurre a conversione,a immergere nuovamente le reti della no-stra vita sulla sua parola. “Beati coloro chelavano le loro vesti per avere diritto all’al-bero della vita e, attraverso le porte, en-trare nella città” (Ap 22, 14). Quali porte ci conducono alla “nuova Ge-rusalemme”, alla città della Pasqua?

Sono quelle porte della Misericordia, dellequali sono immagine vivissima le porteche nel cuore dell’Avvento verranno aper-te per dare inizio al Giubileo straordinariodella Misericordia (8 Dicembre 2015 – 20Novembre 2016).Porte che verranno spalancate, oltre chein S. Pietro, nel cuore di ogni Chiesa spar-sa nel mondo intero.“È mio desiderio, infatti, che il Giubileo siaesperienza viva della vicinanza del Padre,quasi a voler toccare con mano la sua te-nerezza, perché la fede di ogni credente sirinvigorisca e così la testimonianza diven-ti sempre più efficace” (papa Francesco,Lettera in vista del Giubileo).A tutti l’augurio di buon Avvento nellarinnovata e gioiosa esperienza di andareogni giorno incontro a Gesù Cristo, “voltodalla misericordia del Padre”.

Fraternamente don Gianpiero

È tempo di Avvento

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Tra il 9 e il 13 novembre 2015 si terrà a Fi-renze il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale,con il titolo In Gesù Cristo il nuovo uma-nesimo.Firenze sarà il luogo in cui le chiese localiverificheranno la strada percorsa a partiredal Concilio Vaticano II, dopo nove annidal Convegno di Verona (Testimoni di Gesùrisorto speranza del mondo) e valuteran-no i risultati dei processi di cambiamento.Il V Convegno ecclesiale, giusto quaran-t’anni dopo quello su «Evangelizzazione epromozione umana» (Roma, 1975) chesegnò l’inizio dell’”avventura” delle grandiassise nazionali nelle quali tutte le com-ponenti del popolo di Dio (e non soltantoi vescovi riuniti nella Conferenza episco-pale) potevano confrontarsi con i grandiproblemi della Chiesa, si affaccia in puntadi piedi sulla scena della Chiesa italianaperché avviene dopo che tutta la Chiesa,con papa Francesco, si è da poco radunataa riflettere sulla famiglia e sulle serie e

gravi problematiche che la travagliano, eun mese prima dell’inizio del Giubileostraordinario della Misericordia che inizie-rà l’8 dicembre prossimo.Il Convegno ecclesiale nazionale ha la suaimportanza: in primo luogo perché – se-condo la giusta intuizione dei vescovi ita-liani – al fondamento delle problemati-che, e talora della crisi della famiglia stauna generale e più profonda crisi del-l’umano; in secondo luogo perché, se laChiesa italiana, pur largamente rappre-sentata, è stata una componente relativa-mente piccola del Sinodo, a Firenze essasarà al centro e potrà distesamente riflet-tere su se stessa e sul suo rapporto con lapostmodernità.

Le cinque vieIl segretario generale della CEI, Mons.Nunzio Galantino, così ha definito le pistedi lavoro del Convegno: «Le cinque vie,cioè i cinque verbi dell’Evangelii  Gau-dium, sono i percorsi attraverso i quali og-gi la Chiesa italiana può prendere tuttociò che viene dal documento di papaFrancesco e farlo diventare vita». Uscire, Annunciare, Abitare, Educare, Tra-sfigurare sono  le cinque «vie» lungo lequali la comunità ecclesiale italiana vieneinvitata a incamminarsi, cominciando conun esame di coscienza. Ci aiuta a comprenderle Chiara Giaccardi,membro della Giunta di presidenza delComitato preparatorio del Convegno diFirenze.

USCIRE.Incontro agli altri per purificare la fedeUscire implica apertura e movimento, la-sciare le porte aperte e mettersi in cam-mino. Senza apertura non c’è spazio per

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oVita della Chiesa

Convegno della Chiesa Italiana a FirenzeIl contributo dei cristiani per un nuovo umanesimoin questa società in profonda trasformazione

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nient’altro che noi stessi; senza movimen-to la verità diventa un idolo («la fede vedenella misura in cui cammina», Lumen fi-dei, 9). È la disposizione preliminare a ognialtra, senza la quale ci si arrocca sulle pro-prie certezze come fossero un possesso dadifendere e si rischia di diventare disuma-ni. È l’atteggiamento che deve accompa-gnare ogni altra via, per evitarne le derive.Significa uscire dal proprio io ma ancheda un noi difensivo; dai luoghi comuni edall’ansia di classificare e contrapporre.Siamo capaci di metterci in movimento,spingendoci anche fuori dai territori doveci sentiamo sicuri per andare incontro aglialtri? Di ascoltare anche chi non la pensacome noi non per convincerlo, ma per la-sciarci interpellare, purificare la nostra fe-de, camminare insieme, senza  paura diperdere qualcosa?

ANNUNCIARE.Testimoniare il Vangelo con la vitaAnnunciare non è una scelta. Se davverola gioia della buona notizia ci ha toccatinel profondo non possiamo tenerla pernoi. Per annunciare bisogna uscire: «Fede-le al modello del Maestro, è vitale che og-gi la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo

a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occa-sioni, senza indugio, senza repulsioni esenza paura. La gioia del Vangelo è pertutto il popolo, non può escludere nessu-no» (Evangelii Gaudium23). «Annunciare»non è sinonimo di «enunciare»: comportadinamismo appassionato e coinvolgimen-to integrale di sé, che il Papa riassume in4 verbi: prendere l’iniziativa, coinvolgersi,accompagnare, fruttificare e festeggiare.

ABITARE.Costruire dimore stabili aperte al mondoAbitare in tante lingue è sinonimo di «vi-vere», perché solo l’uomo abita. Abitaretraduce nella concretezza dell’esistenza il«di più» che distingue l’uomo dal resto deiviventi e si esprime costruendo luoghistabili per l’intreccio delle relazioni, per-ché la vita fiorisca: non solo la vita biolo-gica, ma quella delle tradizioni, della cul-tura, dello spirito. È dimensione essenzialedell’Incarnazione, insieme a nascita emorte: «il Verbo si fece carne e pose la suadimora in mezzo a noi». Ci può essere unabitare difensivo, che costruisce muri permarcare distanze o un abitare accoglien-te, che incorpora l’uscire e iscrive nellospazio segni capaci di educare e annun-ciare; che vede il mondo come «casa co-mune», per tutti i popoli.

EDUCARE.Tirar fuori la passioneper ciò che è vero e belloEducare è il tema scelto dalla Chiesa per ildecennio 2010-2020. A che cosa e in chemodo vogliamo educarci ed educare perrealizzare la nostra umanità? Intanto,l’umanesimo oggi deve essere «integrale eintegrante» (Laudato si’ 141) perché «tut-to è connesso». Questa «totalità integrata»non è un nostro prodotto ma un dono ri-cevuto: da qui gratitudine e responsabili-tà, non sfruttamento. L’educazione nonpuò prescindere dalla relazione. Comeeducare? Prima di tutto «uscendo»: e-du-cere è «tirar fuori», non riempire di nozio-

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ni. Uscire dai luoghi comuni, dal dato perscontato; riscoprire la meraviglia e la pas-sione per ciò che è vero e bello. Rimettereal mondo: l’educatore è in un certo sensoun ostetrico, che fa nascere la nostraumanità più piena: con l’esempio prima ditutto, risvegliando la scintilla di infinitoche è in ciascuno.

TRASFIGURARE.La capacità di vedere oltre i limiti umaniTrasfigurare è ciò che compie Gesù quan-do, dopo aver vissuto fino in fondo la pro-pria umanità morendo in croce, rivela lapropria natura divina apparendo ai disce-poli nello splendore della luce. Loro vor-rebbero abitare stabilmente quel tempo-luogo, ma sono invitati ad andare nelmondo come testimoni. Trasfigurare, sin-tesi delle cinque vie, non è un’azione innostro potere. Possiamo solo metterci adisposizione, fidandoci e lasciandoci por-tare dove non sapremmo mai andare dasoli. La via della trasfigurazione è via dibellezza, che rivela l’unità profonda trabontà e verità, terra e cielo. Ci rende ca-paci di vedere oltre i confini delle cose,cogliendo l’unità profonda di tutto e, purcoi nostri limiti, farci testimoni di Gesù.

Una grande palestra culturaleIl Convegno ecclesiale nazionale tratteràun tema - “In Gesù Cristo, il nuovo Uma-nesimo” - caro al magistero del cardinaleScola e da lui direttamente affrontato nelDiscorso di Sant’Ambrogio 2014, così co-me in molte altre occasioni. La Diocesi di Milano, per la sua ampiezza,è l’unica che ha potuto delegare cinquan-ta persone - laici e consacrati, uomini edonne -, scelte in modo selettivo, da unlato, perché potessero rappresentare lapeculiarità della Diocesi e, dall’altro, te-nendo presenti figure legate all’impegnoambrosiano nelle tre grandi prospettivesviluppate dal Convegno: cultura, educa-zione e carità.

Per far sì che l’evento non si riduca unica-mente alla sua celebrazione, ossia ai lavoriche si svolgeranno a Firenze, occorreguardare ai giorni di assemblea come almomento di condensazione di un cammi-no che la Chiesa italiana intende impri-mere e innestare nel proprio corpo vivo. Sichiede che ogni realtà ecclesiale, i gruppi,i Centri culturali - anche la più piccolaparrocchia - facciano proprio il metodo didiscernimento che Firenze vuole applicaree che la Lettera pastorale domanda. IlConvegno sarà una grande «palestra cul-turale», secondo il metodo che il Cardinaledeclina nella Lettera pastorale Educarsi alpensiero di Cristo.

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IL LOGODEL CONVEGNO

Il logo scelto per il Convegno è moltostilizzato, ma nell’intenzione degliideatori contiene tanti significati:Le frecce rosse verso l’alto rappresen-tano la Chiesa che si protende versoCristo (formando la cupola stilizzatadi Santa Maria del Fiore di Firenze),che è parte della sua chiesa (crocegialla).

Le frecce colorate (i colori del calen-dario liturgico) rappresentano la par-tecipazione del popolo di Dio nel tem-po e nello spazio oggi.

Il carattere utilizzato ha uno stilesemplice per indicare la Chiesa noncome istituzione ma come presenzaumana.

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Nell’ultima settimana di ottobre Milanoha ospitato il Patriarca dei Maroniti in Li-bano nel contesto dell’iniziativa «Evange-lizzare la metropoli».Monsignor Luca Bressan, Vicario episco-pale per la Cultura, la Carità, la Missione el’Azione sociale, presentando l’incontro,aveva detto: “Accoglieremo il Patriarcacome testimone di una Chiesa che sta su-bendo il martirio. Arriviamo a questo in-contro-dialogo nella consapevolezza diquanto si legge nella Lettera pasto-rale Educarsi al pensiero di Cristo che siapre proprio con le parole dedicate dalcardinale Scola all’esperienza del suoviaggio in Libano e in Iraq, in cui il nostroArcivescovo è stato accompagnato ap-punto dal cardinale Béchara Raï. Nellastessa logica di «percorrere tutte le viedell’umano nel campo del mondo, voglia-mo vivere questo momento in Cattedrale,sapendo di avere come ospite il Pastore di

una Chiesa bagnata dal sangue dei marti-ri. Quindi il primo gesto che faremo saràun segno di silenzio e di rispetto, perché ègrazie a quel sangue versato che noi com-prendiamo la forza della nostra fede el’esemplare coraggio che ci deve guidarenell’annunciarla”.La sua testimonianza è stata precedutadalle parole del nostro Arcivescovo: «Di-verse ragioni rendono particolarmente si-gnificativa la presenza di Sua Beatitudinetra noi. Anzitutto l’eroica testimonianzacristiana dei nostri fratelli nelle martoria-te terre del Medio Oriente». Il cardinale Scola ha anche richiamatol’appello per la pace in Medio Oriente resopubblico a conclusione del Sinodo: «Lapace in Medio Oriente non può essere da-ta con scelte imposte con la forza, ma condecisioni politiche rispettose delle parti-colarità culturali e religiose delle singoleNazioni. Siamo convinti che la pace è

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Fratelli cristiani in Medio orienteLa testimonianza del Patriarca dei Maroniti, Béchara Butros Raï,in Duomo a Milano

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possibile ed è possibile fermare le violenzeche coinvolgono sempre di più innocenti,aggravando la crisi umanitaria di quelleterre». Il Cardinale libanese Béchara Butros Rai,Pastore di una Chiesa che vive secondouna tradizione particolare, quella maroni-ta (che prende nome dal suo fondatore,San Marone, asceta siriano che la istituìnel IV secolo), è un personaggio notissimonel suo Paese e a livello internazionale. Èpresidente della Conferenza episcopale li-banese e del Consiglio dei Patriarchi cat-tolici di Oriente, è il 77° successore di Gio-vanni Marone e tra i protagonisti del dia-logo perché porta nel Collegio dei Cardi-nali la voce degli arabi cristiani. Ecco in sintesi ciò che il Cardinale libaneseha detto circa la situazione della suaChiesa nel contesto del dialogo intra-ec-clesiale, ecumenico e interreligioso se-condo la logica dell’evangelizzazione. 

L’evangelizzazione«Abbiamo mezzi mediatici per annunciareil Vangelo in Libano, Siria, Giordania, Qa-tar, Terra Santa e registriamo una grandevivacità di iniziative: a livello intereccle-siale, c’è la Commissione del Catechismodel Medio Oriente, per coordinare l’inse-gnamento della Catechesi. Organizziamoconvegni, in un anno abbiamo promossoben quattordici congressi biblici; abbiamoCappellanie nelle scuole statali dove si in-segna religione. A volte accade che, inpiccole scuole, i musulmani stessi fre-quentino la catechesi cristiana o mandinoi loro figli in scuole cattoliche.Evangelizziamo nella metropoli a livelloparrocchiale, con l’aiuto dei fedeli, attra-verso le fraternità e i movimenti, specieper i giovani, con l’animazione della litur-gia domenicale, le novene, la preparazio-ne nelle parrocchie alla prima Comunioneanche per i genitori dei ragazzi e attraver-so la liturgia funebre che coinvolge tuttala comunità. I laici sostengono veglie set-

timanali nelle famiglia attorno a un branodel Vangelo. In tutte le parrocchie ci sonocentri di preparazione al matrimonio chesi svolgono in sei sedute con un program-ma stabilito dall’Assemblea dei Patriarchie dei Vescovi. In Libano, per fortuna, nonesiste il matrimonio civile, perché i mu-sulmani lo rifiutano categoricamente; percui si può dire che tutti coloro che cele-brano il matrimonio devono aver fre-quentato questi corsi. Non mancano Cen-tri di ascolto per le “famiglie ferite”, spes-so convocate dal Vescovo per compren-derne le difficoltà. Questi dialoghi ci han-no aiutato a risolvere molte questioni pri-ma che i coniugi si buttino tra le bracciadegli avvocati. In Libano vi è un Tribunaleunificato per i Maroniti, dove è istituitoun Centro di ascolto per trovare una con-ciliazione.Secondo i cosiddetti Statuti personali -che dal tempo di Maometto significa “aognuno la sua religione” - ogni comunitàha i suoi Statuti. In Libano religione e Sta-to sono separate. Tutto ciò che riguardareligione, matrimoni, effetti civili, beniculturali ed ecclesiastici non è gestito olegiferato dallo Stato ed è un bene.Non esistono cittadini libanesi che nonabbiano religione, perché il sistema è ba-

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sato sull’appartenenza non a un partito,ma a una confessione. È questa una gran-de garanzia per non essere trascinati ver-so la laicità di tipo occidentale o l’islamiz-zazione. La nostra è la convivialità orga-nizzata di un Paese dove nessuno è som-merso dalla maggioranza, ma ognunomantiene la sua identità. Per questo dicosempre che il Libano è un edificio di cui lediverse religioni sono pietre».

Le sfide«Non bisogna parlare, per il Medio Orien-te, di “gruppi di cristiani”, ma di una Chie-sa radicata e praticata da seicento anniprima dell’Islam. Esiste un sostrato cristia-no nei musulmani del Medio Oriente che,per questo, sono in qualche modo diversidagli altri, perché noi abbiamo trasmessoloro i nostri valori e nella nostra identitàc’è qualcosa di loro. Così abbiamo creatouna cultura e un’identità comune.Oggi in Libano c’è crisi. Nel Paese vive an-cora mezzo milione di profughi dellaguerra iniziata nel 1975. Vi sono impove-rimento, crisi morale, lassismo, il contra-sto tra sunniti e sciiti fa nascere un gran-de conflitto tra le fazioni che paralizza lavita economica e sociale, il Parlamento eil governo. Siamo senza presidente da unanno e sei mesi; ciononostante, c’è un ri-sveglio nei giovani e delle vocazioni.Con salda speranza sentiamo la necessitàe l’urgenza dell’annuncio del Vangelo diCristo nel nostro Medio Oriente, Vangelodel dialogo, della sacralità della vita uma-na, della dignità della persona. Il mondomusulmano ha bisogno più che mai dellapresenza cristiana, ma i cristiani del Me-dio Oriente sentono il grande bisogno disentirsi sostenuti. Non siamo una mino-ranza, perché storicamente siamo in Liba-no da duemila anni, teologicamente sia-mo il Corpo mistico di Cristo, non siamoné un gruppo religioso né etnico. Vi pregodi non dire mai “minoranza cristiana”, oc-corre usare la parola Chiesa. Noi siamo

consci di essere nati in Medio Oriente e diessere una Chiesa che esiste per il mondoarabo. La testimonianza va vissuta nellavita comune dove siamo insieme quoti-dianamente: nella politica, nelle universi-tà, nei matrimoni misti. Millequattrocentoanni di vita insieme significano che ci co-nosciamo a vicenda, sappiamo come vive-re con i musulmani, come trattare con lo-ro. È importante questo, perché le trage-die che si sono sviluppate in Iraq, in Siriadevono insegnare qualcosa».

I profughi, l’accoglienzae il ruolo dell’Europa per la pace«In Libano, in uno Stato più piccolo dellaSardegna, abbiamo due milioni di profu-ghi su quattro milioni di abitanti. Consi-deriamo con attenzione l’accoglienza va-rata dall’Europa, per la quale si deve rin-graziare; tuttavia abbiamo bisogno disentire dall’Europa un grido perché cessi,a ogni costo, la guerra. Bisogna metterefine all’espulsione dei cittadini dalle loroterre. Fate tornare, con soluzioni politiche,i profughi nei luoghi di origine, altrimentiil Medio Oriente si svuoterà dei cristiani edei musulmani moderati e resteranno so-lo i fondamentalisti, a minacciare non so-lo il Medio Oriente, ma il mondo intero.L’Europa deve fare i suoi conti su come in-tegrare i musulmani, sapendo che l’Islamnon separa mai religione e Stato. Ricorda-te che i musulmani sono scandalizzatidalla mancanza di fede dell’Europa, quin-di pensano di poter conquistare il vostrocontinente con la loro fede. Per loro, peresempio, il matrimonio è per volontà diDio e per procreare e scandalizza che cosìnon sia in Occidente. La maggioranza deimusulmani è moderata: noi vediamol’Isis,  i mercenari, Al Quaeda, ma questonon è l’Islam e dubito persino che sianomusulmani. I moderati, tuttavia, taccionoperché non sono abituati a esprimersi, madobbiamo contare su di loro: è l’unica viadi uscita».

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o“La vicinanza del Giubileo Straordinariodella Misericordia mi permette di focaliz-zare alcuni punti sui quali ritengo impor-tante intervenire per consentire che la ce-lebrazione dell’Anno Santo sia per tutti icredenti un vero momento di incontro conla misericordia di Dio. È mio desiderio, in-fatti, che il Giubileo sia esperienza viva del-la vicinanza del Padre, quasi a voler toccarecon mano la sua tenerezza, perché la fededi ogni credente si rinvigorisca e così la te-stimonianza diventi sempre più efficace”(papa Francesco, Lettera a Mons. Rino Fisi-chella, presidente del pontificio consiglioper l’evangelizzazione, Settembre 2015).La Comunità cristiana delle nostre Parroc-chie condivide questo desiderio del papa.E per questa ragione sente come primocompito quello di uscire ad invitare tutti asentirsi coinvolti dalla misericordia delPadre, di cui Gesù manifesta il volto uma-no e convincente. In occasione dell’Avvento anche quest’an-no i sacerdoti, le suore e gli incaricati dellaComunità Pastorale passeranno di casa incasa. Come il servo della parabola (cfr Lc14, 22 – 23) gli incaricati usciranno di gior-no in giorno lungo le vie e le piazze dellenostre cittadine, per bussare ad ogni portacol desiderio sincero e unico di offrire uninvito alla speranza e alla gioia del Natale. Desiderano incontrare ogni famiglia, bene prezioso nella Chiesae per la società.Invitano a prendere parte al cammino incontro alla misericordiaper vivere di misericordia.Nella preghiera auguranola benedizione del Natalein ogni situazione di sofferenza o di gioia

Nell’attesa di incontrarvi alcune prime in-formazioniLa visita si effettua da Lunedì a Venerdìore 17.30 - 20.30, secondo un programmasettimanale, che presto verrà pubblicatosul foglio informativo e sul portalewww.comunitaspiritosanto.it e verrà se-gnalato dalle apposite lettere che sarannorecapitate a domicilio.Questo il Calendario di massima

Settimana 16 – 20 NovembreCarate capoluogoZona a Nord/Ovest: quadrante tra le vieDonizetti, XXV aprile, C. Battisti.

Settimana 23 – 27 NovembreAlbiateVia Bosco dei pascoli, Via Porta, Via Pasco-li, Via Caravaggio, Vicolo Fumagalli, ViaSanzio, Viale Lombardia , Viale Milano,Piazza San Fermo, Vicolo San Fermo, ViaSan Fermo, Via Battisti, Via Confalonieri,Via Trento, Via Viganò, Via Garibaldi, ViaVerdi, Via Italia, Via Rossini, Piazza Conci-liazione, Via Marconi, Cascina Pressosa,Via Volta, Via Manzoni, Via Galilei ViaBoccaccio, Via Petrarca, Via Dante, ViaQuasimodo , Via Scalfi, Viale delle Rimem-branze, Via Carducci, Via Giotto, Via CostaCorta, Via IV Novembre, Via Gatti,Via Mo-lini Bassi, Via Roma, Via Castello, Via Mal-pensata, Via San Valerio, Via Resegone.

Settimana 30 Novembre – 04 DicembreCarate capoluogoVie attorno a via Garibaldi, Cusani,Cesana e vie intorno a Realdino

Settimana 09 – 10 DicembreCarate capoluogoCompletamento delle viedel centro storico

Vita della Comunità

Avvento e Visita natalizia alle famiglieL’ormai imminente Anno giubilare della Misericordiacaratterizza fortemente Avvento e Visita natalizia alle famiglie e aziende.

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Vita della Comunità

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11 DicembreAgliate

Saranno visitate metà delle famiglie diCarate (Zona Nord-Ovest) e di Albiate+ le famiglie di Agliate.

Le Altre famiglie riceveranno comun-que gli auguri con la lettera dell’Arcive-scovo e saranno invitate

alla “Benedizione comunitaria”la domenica prima di Natale.

Le Aziende saranno contattate viae_mail per concordare un appunta-mento per l’incontro con le propriemaestranze e dipendenti.

Vi chiediamo di far passare vocea vicini e conoscenti

ANNO SANTOdella MISERICORDIA

8 dicembre 201520 novembre 2016

Giuseppe Cades, L’adorazione dei pastori, XVII secolo

della MAa MMISERICOR

ANNO SANTNO SANTMIS RDIATOOT

20 no8 dicembr

610e 2embrvve20 no51e 208 dicembr

Giuseppe Cades,XVII secolo

L’adorazione dei pastori,

Giuseppe Cades,XVII secolo

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oVita della Comunità

Aveva compiuto 80 anni nello scorso me-se di aprile e nel mese di settembre avreb-be dovuto partecipare ad una grande mo-stra con il pittore cinese Hsiao Chin a Fi-renze. La malattia prima e la morte poihanno affossato il progetto. Lorenzo Pie-monti se ne è andato in silenzio, il I otto-bre scorso, dopo un calvario durato oltredieci mesi e un’indicibile sofferenza chegli aveva bloccato la mano e il braccio de-stro impedendogli di lavorare. Nella casamuseo di via Zappelli, lascia l’adorataFrancesca con la quale per 48 anni hacondiviso ogni scelta e ogni attimo dellagiornata. Li ricordo sempre insieme, adogni conferenza, ad ogni inaugurazionedi mostra, ad ogni incontro che avesse ache fare con la cultura. Al punto che, unavolta, lo storico dell’arte, Luciano Cara-mel, ebbe a dire: “Fermi tutti, il taglio delnastro è rinviato: I Piemonti non sono an-cora arrivati!” L’ultima sua grande mostra è stata la re-trospettiva “Regesto cromatico”, organiz-zata nell’autunno 2013 dal Museo d’ArteContemporanea di Lissone, dove in espo-sizione figuravano le opere più rappresen-tative, assieme a numerosi progetti inedi-ti, schizzi, studi su carta e opere grafiche. Lui l’aveva vissuta con grande impegno,scrupoloso nella scelta dei lavori che do-vevano essere rappresentativi di un’interacarriera artistica e attento alla realizza-zione di un catalogo completo e curato inogni parte. La mostra ebbe pieno succes-so, ma a provocargli una grande soddisfa-zione fu la visita dei ragazzi delle nostrescuole parrocchiali all’interno di un per-corso artistico - educativo. “Pensa - mi di-ceva - i ragazzi delle nostre scuole hannochiesto spiegazioni, erano attenti, si soninteressati delle tecniche pittoriche, han-

no voluto autografi e hanno scattato fotocon i loro telefonini”.I ragazzi di quella Carate a volte fredda,disattenta, poco disposta a mettere in pri-mo piano la cultura, quella Carate che inqualche caso non l’aveva compreso e ave-va contribuito al fatto che lui si fosse iso-lato da tutto e da tutti. Me ne parlava l’ultima volta che ero statonel suo studio, con la stessa commozionecon la quale mi aveva raccontato de L’Ab-straction Géometrique di Saint Paul deVence, della mostra al Museo Nazionale diBelgrado con le granate che ancora vola-vano tutt’intorno o del grande successoche gli avevano riservato a Dallas, che“non è soltanto terra di missili e di Shut-tle, ma anche terreno fertile aperto allenuove proposte culturali”.Ero stato da lui nella tarda primavera del2014, per portargli la copia fresca distampa del volume Storie di Gaggioli

In ricordo dell’artista scomparsoLe astrazioni di Lorenzo Piemonti: un artista in continua ricerca

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dove, tra tante vicende di bambini, inse-gnanti e genitori, avevamo dedicato unintero capitolo al suo monumento Fratel-lanza Universale, realizzato nel 1976.Un’opera costruita su una base triangolarein cemento armato, dalla quale partonotre colonne dell’altezza di sei metri, chefanno da sostegno a trentanove moduli diacciaio di forma geometrica, in rappresen-tanza dei popoli del mondo. I moduli, in-crociandosi fra di loro, testimoniano lapossibilità di vivere insieme, senza distin-zione di razza, credo, sesso, casta o colore. Un’altra sua opera pubblica, inauguratanel settembre del 1999, è ABBRACCIO, col-locata accanto alla cappella della Madon-na del Loghetto. Un’opera moderna, inbronzo, che sta a testimoniare la forzadell’unione e rappresenta un messaggioattualissimo di apertura verso tutti. Ma chiera in realtà Lorenzo Piemonti, nato nel1935 al Loghetto? Creativo e desideroso difare, sin da ragazzo aveva frequentato lostudio del prof. Eraldo Moscatelli e i corsidi pittura della Villa Reale di Monza sottola guida di Gaetano Oltolina, per passarepoi alla scuola di Vittorio Viviani a Nova.Gli esordi figurativi della metà degli annicinquanta sono caratterizzati dal periododelle macchine da cucire, lavori nei qualiaveva saputo trasfondere il clima dell’at-mosfera grigia e le nebbie della Brianzad’allora, lasciando balenare spiragli di lucevenati di tenui colori, attraverso i qualipassavano le emozioni dell’artista sino afar diventare quelle macchine personaggicapaci di evocare luoghi precisi della me-moria. Dal ‘65, Piemonti lavora a Zurigoper realizzare sculture per il mondo dellamoda ed entra in contatto con i maestridel Concretismo svizzero, Max Bill, RichardPaul Lohse e Camille Graeser, passandoall’astrazione d’impronta costruttivista.Nella sua pittura e nella sua scultura, iniziauna svolta radicale che fa della geometriapiana la felice ispiratrice di uno stile basa-to sul rigore matematico. Seguono intensi

anni di sperimentazione nei quali, l’appar-tenenza al suo tempo, si manifesta con leforme geometriche e nella scelta dei ma-teriali con i quali costruisce sculture mini-maliste tubolari, ovali, multipli e tempimatematici. La sua scelta di campo è con-fermata dalle mostre tenute dalla metàdegli anni settanta, sino ad arrivare con glianni ottanta al periodo dei cromoplastici,nei quali le diagonali tagliano le superficiassumendo il valore di indicazioni, dentrouna tavolozza cromatica gioiosa, ricca dicolori a volte accesi e pieni di luce, a voltecapaci di sfumature tenui e delicate. Agliinizi degli anni novanta approda nel movi-mento Madì, Materialismo dialettico, fon-dato in Argentina nel 1946 da Carmelo Ar-den Quin e da Gyula Kosice, insieme ad ungruppo di intellettuali che si opponevanoai canoni imposti dal regime peronista. Ilmovimento diffusosi in Europa negli annicinquanta, giunge in Italia e nel 1991 Pie-monti partecipa alla prima mostra del‘Madì Italia’ presso la Galleria Arte Struk-tura di Milano, con opere che nascono daun percorso in cui la disciplina mentale e ilrigore logico, uniti all’abilità dell’artista, siconcentrano in una sintesi di forte impat-to visivo e ambientale. Il cammino sullastrada dell’astrattismo e della sua perso-nale ricerca raggiunge l’apice nelle Accele-razioni degli anni 2002 – 2004, avendoben presente gli eventi che si sono succe-duti dall’11 settembre del 2001 in poi: ac-celerazioni come modalità di risposta a ciòche vede intorno a sé, in un mondo checorre sempre più in fretta e che non lasciail tempo per pensare, che in lui diventanopura astrazione, invenzione, movimentonelle più svariate combinazioni. Il suo per-corso espositivo diventa internazionale,con personali e rassegne di gruppo inFrancia, Svizzera, Ungheria, Spagna e Flo-rida. Sue opere sono esposte al museo na-zionale di Belgrado e nel Kilgore Law Cen-ter and Madì Museum di Dallas in Texas.

Franco Rizzi

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oVita della Comunità

È stata una delle poche volte che mio pa-pà non è stato di parola. Aveva, infatti,promesso a tutti di invitarli al suo 100°compleanno, ed invece non ha mantenu-to la promessa.Però la festa dei suoi 80 anni di febbraio,una festa quasi a sorpresa, è stato un mo-mento importante e bello. A ripensarciadesso è stato il suo testamento spiritua-le, per ciò che ha detto, per i ringrazia-menti che ha dato e per le parole e i gestidi affetto che ha ricevuto dai suoi fami-liari e dai suoi amici. È stato un bel mo-mento, che ha apprezzato tanto…Ma la sua vita è stata una vita bella ebuona, che ha lasciato dietro di sé bellez-za e bontà. Una vita felice, anche se coninizi difficili: da poveri in Veneto, emigratiqui in Brianza, ma anche questi eventivissuti con serenità.Una vita evangelica. Mi immagino papà acui il Signore Gesù sta dicendo: Servobuono e fedele, sei stato fedele nel poco,ti darò potere su molto: prendi parte allagioia del tuo padrone!Fedele nel poco, non perché ha fatto po-co, anzi ha fatto tanto, ma perché è piùimportante e grande prendere parte allagioia del Signore Gesù, che lo ha accom-pagnato in tutta la vita.Sì. La fedeltà è stata la nota dominantedella vita di mio papà.È stato un uomo fedele alla preghiera, siaquella personale e quotidiana, sia quellacomunitaria: la Messa, l’Adorazione, laLectio, gli esercizi spirituali e tanti altriappuntamenti. Ci teneva per nutrire la re-lazione con Dio e i vari impegni di vita. Ilsuo nome Orazio, da orazione, racconta insintesi quanto ci teneva alla preghiera,giorno per giorno.È stato un uomo fedele alle relazioni, alla

fraternità, alla comunità. Quanto gli im-portava intessere relazioni, far crescere lacomunità, la Parrocchia, tenere unite lepersone. In mille modi: dal gioco alla ri-flessione, dallo scambio di battute al con-tinuo cercare di coinvolgere gli altri negliappuntamenti, con insistenza, telefonan-do, cercando… fino ad ottenere quelloche desiderava.È stato un uomo fedele perché concreto,pratico. Non si fermava certamente allaparole vuote, ma andava all’azione e incosì tanti campi della vita, che neanch’iome li ricordo tutti: l’oratorio, l’Azione Cat-tolica, l’impegno sociale e quello politico,il volontariato con l’Avo, nel palio, nellacooperativa delle case, nell’Arpa, in Chie-sa, in Caritas, con i poveri. Si è dato in mil-le modi, a volte trascurando la famiglia,ma sempre nella direzione di una fede chediventa pratica, che non si può fermare aidiscorsi, alle lamentazioni.

Un cristiano buono e fedeleHa amato e servito la comunità in tanti modi.Omelia del funerale di Orazio Bonaventura

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È stato un uomo di contatti umani e dirapporti: con le sue battute, la sua mimi-ca, i suoi scritti augurali… nel desiderio difare amicizia, di creare comunità, di am-pliare la vita bella e buona, fatta di socia-lità, di gusto di stare insieme: mangiando,giocando, pregando, riflettendo insieme.In famiglia è riuscito a diventare nonno,‘nonno a tempo pieno’ come diceva, equesto per lui è stato un dono grande, in-sperato, e faceva il nonno con lo stessospirito della sua vita. Penso che il suo rim-pianto più forte è stato di non poter aiu-tare a crescere i nipotini Matteo e Giorgia.Adesso li accompagna e li aiuta a cresceredal Paradiso.È stato un uomo che ha amato la vita finoin fondo, con gioia e col sorriso. Non èstato perfetto, perché limiti e difetti neaveva, e si vedevano soprattutto in fami-glia: il suo essere schizzinoso su tutto, lasua testardaggine, il voler fare le cose asuo modo, il suo piglio autoritario. Ma ècerto che la sua vita l’ha vissuta, non l’hasprecata.Anche nella malattia tumorale ha mostra-to tutto il suo coraggio, la sua fede, la se-renità. È stato consapevole di essere arri-vato alla fine ed era pronto alla morte. Losi vedeva nelle preghiere che faceva, con

le persone che venivano a trovarlo, nellebattute che non sono mancate mai.Vieni servo buono e fedele. Prendi partealla gioia del tuo Signore.La sua fedeltà al Signore Gesù si è mani-festata soprattutto nella sua capacità dicredere nella bontà delle persone… senzadistinzioni, senza pregiudizi.Anche quando ha vissuto delusioni, hapreso schiaffi … poi si rialzava e ripartivacon nuovo slancio e con la medesima fi-ducia degli altri.Nelle sue tante battute ce ne sono due cherichiamano alla vita dopo la morte: Dice-va: ‘Voglio una luce nella bara così possoancora giocare a carte con gli amici’ e ‘Va-do a fare le ferie eterne’. Le diceva certa-mente per esorcizzare la morte, ma dentrodi esse c’era il suo stile di vita, il suo stile difede, la sua felicità e il suo sorriso.Possiamo immaginarcelo in Paradiso. Da-vanti ad una tavolata occupata da tantepersone e lui che si avvicina e dice: fatemiun po’ di spazio tanto non occupo tantoposto, perché sono ‘magrettino’ e poimangio poco.Che il Signore Gesù in cui hai confidato invita ti accolga in quella tavola con la stes-sa amicizia che desideravi e vivevi.

Padre Giacomo Bonaventura

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Dalle Suore Figlie di S. EusebioMalhada dos Bois

Carissimo Aurelio e Gruppo  Missionario,essendo nel mese missionario, ho pensatodi inviarvi alcune immagini della chiusuradel mese della Bibbia, 30 di settembre, cheviene celebrato in tutto il Brasile per ri-svegliare l’amore alla Parola di Dio e la co-noscenza della Bibbia, la lettera di amoreche Dio ha donato all’umanità.

Suor Agnese Consonni

La veglia missionaria

La veglia missionaria con il titolo “Dallaparte dei poveri”, si è svolta quest’annonella Basilica di Sant’Eustorgio. In un luogoimportante per la storia sacra di Milano, diprima evangelizzazione della città, di cultoantichissimo, ricco, dunque, di diciotto se-coli di storia missionaria, tempio che ha vi-sto una grande folla radunata fin sul sa-grato dove in moltissimi hanno seguito laCelebrazione da un maxischermo. «Sentia-moci chiamati a riflettere sulla nostra vo-cazione e consolati perché la nostra Chie-sa genera missionari», riflette ancora mon-signor Delpini, Vicario generale, prima del-la Lettura del Vangelo. Sono state portateanche tre intense testimonianze. PadreAntoine Kondo Antoine, missionariocomboniano in Sud Sudan: «Mi sono chie-sto quale è la mia missione: dare il miocontributo ai più poveri, deboli e disagiatiin una realtà di paese caratterizzata dauna povertà disperante dove il potere po-litico è complice di ingiustizie e soprusi».Imane Barmaki, geograficamente norda-fricana e culturalmente italiana, ha datovoce a Aylan, il bimbo piccolissimo trovatoriverso sulla sabbia: «La mia immagine hafatto il giro del mondo, ma avrei preferitofare io il giro del mondo». Imane ha ricor-dato la Siria e la tragedia di quattro annidi guerra civile, nei quali da ventidue mi-lioni di abitanti la nazione è passata anemmeno diciotto, con 7 milioni e seicen-tomila persone che hanno perso casa. Ku-mar Galbiati, missionario Fidei Donumrientrato dallo Zambia, ha narrato la suaesperienza. Dopo la presentazione dei sim-boli missionari si è svolta la Celebrazionedel Mandato, in cui i tredici partenti, sa-cerdoti, consacrati e consacrate, laici, tracui un’intera famiglia con bimbi piccoli,hanno ricevuto il Crocifisso.

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oDalle Missioni

Le notizie e i gesti in occasionedella Giornata Missionaria Mondiale

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Dalla Scuola parrocchiale

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In passeggiata lungo il corso del Lambrocon le classi prime alla scoperta di qual-cosa che ci è vicino ma che spesso si dàper scontato e, invece, guardare consguardo stupito l’autunno che si fa avanti,il fiume che continua il suo corso vitale, lavita del bosco che si adegua al ciclo dellestagioni. Un tesoro da portare in classeperché le lezioni siano esperienza e nonmeri discorsi.E per le classi terze una mostra a Giussanoche sembra anticipare le problematichedell’orientamento. Perché scoprire che ilcuore dell’uomo, di ogni uomo è uno scri-gno che racchiude desideri e speranze eattese è, per i ragazzi, cominciare ad in-tuire il mistero che ognuno di noi è, è ve-dere e confrontarsi con ciò che hanno vis-suto artisti e scrittori diversi, che si sonointerrogati proprio in virtù del fatto cheogni forma di arte è un continuo doman-dare e desiderare di arrivare al perché ul-timo delle cose.E ancora giornate importanti per la se-condaria e per la primaria: quelle del-l’open day. Aule che mostrano il meglio disé perché frutto di un lavoro quotidianodei ragazzi che, nelle varie discipline, sisono messi alla prova con ciò che veniva

loro trasmesso da insegnanti ed educato-ri. Così che si inizi a percepire la realtàtutta, composita e diversificata, come iltessuto che ci interpella sempre e ci mettein moto per un iniziale giudizio su ciò cheviviamo.Tanti gli argomenti che hanno suscitatointeresse: lavori di arte e di tecnologia,problematiche storiche, commenti perso-nali e tanta allegria condivisa con i geni-tori che sono accorsi numerosi.Ora ci aspettano altri momenti in classe efuori dalle quattro mura delle aule perché,come dice Rodari: “La scuola è il mondo ese apri gli occhi anche tu sarai promosso”.La prossima tappa è la visita al quartierePorta Nuova di Milano, torri che svettanoalte verso il cielo, quasi a volerlo raggiun-gere, lavoro dell’uomo che si intreccia conuna tecnologia sempre più avanzata, chesfida il futuro. Per creare ancora qualcosadi bello, qualcosa da ammirare, propriocome alcuni padiglioni di Expo che abbia-mo visitato. Ci hanno detto che quandol’uomo usa al meglio e a fin di bene i ta-lenti e la sua intelligenza può diventareveramente immagine di Dio, “creatore” digrandi cose.

Anna Gatti

Con occhi apertiScoperte e presentazioni nei primi mesi di scuola

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oVita della Comunità

Sabato 14 novembreBasilica di Agliate – ore 21

Coro femminile

“Armonie in voce” di Chiesa Valmalenco

e Gruppo Strumentale

“Il ‘700 per Agliate”Giovedì 19 novembreChiesa Prepositurale Carate – ore 21

Corpo Musicale SS. Ambrogio e Simpliciano

“Concerto”Sabato 28 novembreChiesa Prepositurale Carate – ore 21.15

Concerto Corale-strumentale della Schola Cantorum

“La Polifonia di Palestrinae la musica strumentale di Bach”

Concerti in onore di Santa CeciliaPatrona della Musica

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A chi dà, sarà datoGenerosità e gratitudine

Parrocchia Santi Ambrogio e SimplicianoOfferte varieS. Rosario Madonna del Loghetto € 160 - i condomini di via Solferino € 80Raccolta straordinaria Pro Parrocchia del 04/10/15 € 5.684Chiara, Giulia, Laura e Marta per la parrocchia € 500 - Cassetta F.A.C. € 130Per uso Sorgente € 50 - Gli amici del Seminario per la parrocchia € 2.000Raccolta straordinaria Pro Parrocchia del 11/10/15 € 3.940 - Cassetta F.A.C. € 50in ricordo di Tiziana € 20 - NN per le Missioni € 300 - Laura e Marta per le Missioni € 300una nonna per la chiesa di Cristo Re € 500 - Contributo autobus per Bologna € 600Offerte cassetta F.A.C. € 60 - Vendita mele € 2.700 - Fondo decanale clero € 1.220Offerte per i FuneraliSante Suma € 100 - Vittoria Jervolino € 50 - Virginio Meregalli € 150Lorenzo Piemonti € 100 - Giulia Lazzari € 300 - Annamaria Colombo € 100Claudio Iannoli € 20 - Giuseppe Moioli € 200 - Filippo Costanzo € 20Offerte per i BattesimiNicole € 50 - Samuele € 40 - Giulia € 100 - NN € 20 - NN € 20 - NN € 20 - NN € 30NN € 5 - NN € 30 - NN € 100 - NN € 10 - NN € 50Offerte per i MatrimoniIrene e Lorenzo € 250Offerte S. BernardoNN € 50 - NN € 50 - i famigliari di Gianmario Nobili € 100 - NN € 50 - NN € 100 - NN € 50 -NN € 80 - NN € 50 - NN € 100 - GG per promessa € 100Offerte per “Adotta una famiglia”Buste varie € 120 - € 10 - € 195 - € 120 - Buste varie Albiate € 410

Parrocchia Santi Pietro e Paolo, AgliateOfferte varieVisita  Basilica  Gruppo  Milano  €30Offerte per i MatrimoniPer 50° Matrimonio NN € 50 - 50° Matrimonio Carla e Alberto € 5025° Matrimonio Marika e Antonio €100 - 50°Matrimonio per tetto Basilica NN €250

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oIl libro della Vita

Parrocchia Santi Ambrogio e Simpliciano, Carate Brianza 94 Sante Suma di anni 8495 Giulia Lazzari di anni 9096 Lorenzo Piemonti di anni 8097 Annamaria Colombo di anni 5998 Attilio Ingegneri di anni 8299 Ernesto Colciago di anni 88

100 Giuseppe Moioli di anni 89101 Pierino Cesana di anni 94102 Filippo Costanzo di anni 74103 Paola Beretta di anni 80104 Angelo Caglio di anni 94105 Enrico Colli di anni 85106 Franca Formenti di anni 86

Parrocchia Santi Pietro e Paolo, Agliate107 Ornella Motta di anni 69108 Orazio Bonaventura di anni 80

Parrocchia Santi Ambrogio e Simpliciano, Carate Brianza 67 Brenna Giovanni68 Bucari Alessio69 Dell’Orto Emma70 Disca Emanuele Maurizio71 Gaudino Luca72 Igbinosa Eliana Osawese73 Pirovano Nicole74 Pizzuto Clelia75 Ratti Giulia76 Scaringi Samuele77 Valenza Carlotta Luigia

Parrocchia Santi Ambrogio e Simpliciano, Carate Brianza 30 Ruggeri Lorenzo e Viganò Irene

RIGENERATI NELLO SPIRITO

RITORNATI AL PADRE

UNITI IN CRISTO

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Casa Parrocchiale di Carate, via Caprotti 1Con il seguente orarioda LUNEDÌ a VENERDÌdalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 17.00SABATOdalle 9.00 alle [email protected] 0362.900164è sempre in funzione la Segreteria telefo-nica o il ricevimento fax.È sempre possibile rivolgersi ai sacerdoti

Pastorale Giovanile OratoriSi può fare fa riferimento a don Massimo Cellulare 339.7479771o ai collaboratori presso L’Agorà.

È possibile seguire tutta l’attivitàprogrammata sul sito www.lagora.net

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Comunità Pastorale Spirito Santo

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Segreteria Pastoraledella Comunità Pastorale Spirito Santo

Celebrazione del BattesimoDomenica 8 novembre ore 15.30Domenica 6 dicembre ore 15.30in Santi Ambrogio e Simpliciano

Venerdì 6 novembre ore 21.00Venerdì 4 dicembre ore 21.00nella Prepositurale Santi Ambrogio e Simpliciano,incontro per genitori e padrini

www.bcccarate.it

Ti consigliamo meglio.

Ti conosciamo bene.

Lunedì dalle 9.00 alle 11.30da mercoledì a sabato dalle 16.00 alle 19.00

La Domenica dalle 8.00 alle 12.30

Lunedì Albiate ore 10.00 - 11.00Mercoledì Carate ore 9.30 - 11.30Giovedì Carate ore 16.00 - 18.00Martedì Carate ore 21.00

solo su appuntamento

Telefono 0362 900.384centrodiascolto@comunitàspiritosanto.it

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Parrocchia Santi Ambrogio e SimplicianoCarate Brianza

Casa MARIA IMMACOLATAOffre ospitalità a donne maggiorenni fino a 70 anni,con requisiti per una convivenza autonoma.Ospitalità massima 12 mesiL’ospitalità ha inizio dopo un colloquio con la direzioneServizio accoglienzaMartedì, Mercoledì e Venerdì dalle 10.00 alle 12.00

Per informazioni [email protected]

Buona StampaCarate Brianza - Via Caprotti 2 Telefono 380.6923561

AVVENIRE - FAMIGLIA CRISTIANA - GIORNALINO - MADRE - FAMIGLIA OGGI - JESUS

Orario di apertura Lunedì 9.30 -11.30 / da Mercoledì a Sabato 16.00 - 19.00 / Domenica 8.00 - 12.00

Prenota il libro, lo consegnamo entro 7 giorni direttamente in Libreria, per telefono o via mail:[email protected] indicando Autore, Titolo, Editore, meglio integrare con codice ISBN

Il libro del meseGiacomo Poretti

Al Paradiso è meglio credereEdizioni Mondadori, pagine 120, € 17,50

Antonio, un finto prete, sulle tracce dell’aldilà è il tema del roman-zo di Giacomo Poretti, una storia che riflette sul tema del Paradisoe dell’Aldilà, in un modo anticonvenzionale. Infatti quello che ciracconta è un Paradiso immaginato, seguendo le domande dell’uo-mo contemporaneo, sempre più confuso sia sulla dimensione dellafede, sia su quella dell’entità dell’eterno. Poretti indaga tutta unaserie di interrogativi che nascono in chi non riesce ad arrivare aquesto dono, perché troppo debole o fragile, e si chiede se il suodestino è quello di rimanere per sempre «dentro al dolore cieco esoverchiante». La storia si svolge in un futuro prossimo, nel 2053,quando Antonio Martignoni, vittima di un incidente stradale, si ri-trova in Paradiso, dove gli vengono poste numerose domande. A luisarà affidato il compito di mettere per iscritto su un file la storiadella sua vita, un racconto destinato agli uomini rimasti sulla Terra.Il testo è una specie di ‘messaggio in bottiglia’ lanciato dal Cielo pergli uomini che sono rimasti nella condizione di dolore e di impos-sibilità a risolvere l’enigma dell’esistenza.

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Si-fra s.r.l.

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Comunità Pastorale Spirito Santo

il VoltoAbbonamento a “il Volto“Rassegna mensile della Comunità Pastorale Spirito Santoper il prossimo 2016

L’abbonamento ai 10 numeri annuale è propostoa tutte le parrocchie che compongono la Comunità pastorale.

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Ogni abbonato cerchi di procurarne un altroOltre alle opportunità di avere a portata di manola voce della Comunità, l’aumento degli abbonatidiminuisce il costo di una copia.Abbonamento tramite gli incaricatiIl rinnovo si fa attraverso il proprio incaricato della distribuzione.Abbonamento per la prima voltao mediante il ritiro personale presso la Buona Stampa:rivolgersi a Buona Stampa, in via Caprotti 2entro il 31 dicembre prossimo negli orari di aperturaPer chi desidera ricevere il mensile a mezzo postaè necessario rivolgersi direttamente alla Buona stampaIl costo di abbonamento a mezzo posta è di € 43,00

Una singola copia si può ritirarepresso la Buona Stampa al prezzo di € 2,50NON si ricevono abbonamenti in Segreteria pastorale

Per informazioni, segnalare disguidi, cambi d’indirizzo rivolgersi aBuona Stampa in via Caprotti 2,sempre aperta il sabato pomeriggio dalle ore 17.00 alle ore 18.30,la domenica dalla ore 7.30 alle ore 11.30.

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