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Grant, L'analisi strategica per le decisioni aziendali, Il Mulino, 2011 Capitolo X. Il vantaggio della differenziazione

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IL VANTAGGIO DI DIFFERENZIAZIONE

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• Il vantaggio di differenziazione si ottiene quando un’azienda riesce a ottenere, grazie alla differenziazione, un premio sul prezzo, che eccede il costo sostenuto per realizzarla.

• I privilegi di differenziazione fisica vengono generalmente definiti “commodity”.

• Ogni prodotto o servizio può essere trasformato in un’offerta con valore aggiunto.

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La differenziazione si divide in: • differenziazione dal lato dell’offerta; • differenziazione dal lato della domanda.

Dal lato dell’offerta, indica ciò che l’azienda

può fare per creare un prodotto unico nel suo genere. Perché la differenziazione sia profittevole essa deve:

1) essere riconosciuta dal cliente 2) creare per il consumatore un valore

maggiore del costo di produzione

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• La differenziazione può interessare aspetti del prodotto:

– tangibili;

– intangibili.

• La differenziazione d’immagine è particolarmente importante per gli “experience goods”, cioè quei prodotti e servizi la cui qualità è difficile accertare al momento dell’acquisto.

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Differenziazione ≠ Segmentazione

• Differenziazione: riguarda il modo in cui l’impresa compete e offre qualcosa di unico ai suoi clienti. È una scelta strategica attuata dall’impresa.

• Segmentazione: riguarda il dove l’impresa compete in termini di consumatori, luoghi e tipi di prodotto. È una caratteristica della struttura di mercato.

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La sostenibilità della differenziazione

• In genere, il vantaggio di costo è il principale fondamento del vantaggio competitivo.

• È stato, però, riscontrato come un vantaggio di lungo periodo sia sostenibile da una leadership basata maggiormente sulla differenziazione, che sui costi.

• Il vantaggio di costo è altamente vulnerabile.

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La differenziazione della domanda

• Dal lato della domanda: bisogna chiedersi i motivi che spingono i clienti a comprare un prodotto o un servizio → capire i consumatori.

• Le ricerche di mercato possono essere uno strumento utile, anche se può risultare pericoloso focalizzarsi esclusivamente sulla posizione della concorrenza.

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Attributi e posizionamento del prodotto

Vi sono diverse tecniche per analizzare le preferenze dei consumatori rispetto a determinati attributi di prodotto:

1. multidimensional scaling;

2. conjoint analysis;

3. analisi dei prezzi edonistici;

4. analisi della curva del valore.

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Multidimensional Scaling

Rappresentazione grafica su assi delle percezioni dei consumatori

Caratteristica B

Caratteristica A

X

Y

Z

W

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Conjoint Analysis

• Strumento per misurare l’intensità delle preferenze del consumatore, per i diversi attributi del prodotto.

• Alcuni attributi vengono considerati “critici” e vengono considerati maggiormente importanti di altri rispetto a determinati prodotti.

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L’analisi dei prezzi edonistici

• Il prezzo viene calcolato come la somma complessiva del valori derivanti da ciascuna di queste caratteristiche individuali.

• L’analisi dei prezzi edonistici studia le differenze di prezzo tra prodotti concorrenti e calcola il prezzo di mercato implicito di ogni caratteristica.

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L’analisi della curva del valore

La scelta della combinazione ottima di caratteristiche di prodotto dipende:

1. da ciò che il cliente apprezza;

2. da ciò che la concorrenza già fornisce.

La curva del valore identifica le combinazioni innovative di caratteristiche del prodotto che possono creare un nuovo spazio di mercato per l’impresa.

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Il ruolo dei fattori sociali e psicologici

Un ricerca di mercato che vada oltre le caratteristiche del prodotto deve prendere in considerazione i fattori:

1. demografici (età, sesso, gruppo etnico, collocazione geografica)

2. socioeconomici (reddito, grado d’istruzione)

3. psicografici (stile di vita, personalità)

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La differenza generalizzata e focalizzata

• D. generallizata → focus sul mercato complessivo e sui bisogni generali, che il prodotto vuole o deve soddisfare.

• D. Focalizzata → focus su di un segmento specifico e sui fattori che segmentano il mercato.

• La D. generalizzata rischia di essere spiazzata

dalla d. focalizzata (a causa del sempre maggiore bisogno di prodotti “mirati”).

• La D. focalizzata rischia però di essere sorpassata dai continui cambiamenti di mercato e domanda.

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I fattori di unicità M. Porter ha identificato una lista di fattori di unicità che

costituiscono le variabili decisionali dell’impresa: 1. caratteristiche e prestazioni; 2. servizi complementari; 3. intensità delle attività di marketing; 4. tecnologia impiegata nella progettazione e nella produzione; 5. qualità degli input acquisiti; 6. procedure che influenzano la gestione di ciascuna attività; 7. competenze ed esperienze dei dipendenti; 8. collocazione geografica; 9. livello di integrazione verticale.

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Integrità del prodotto

• Si riferisce alla coerenza della differenziazione di un’impresa; indica la misura in cui un prodotto riesce a realizzare un equilibrio complessivo tra le diverse caratteristiche.

• Dalla coerenza interna ed esterna dipende credibilità del presenza.

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I segnali e la reputazione

I prodotti si dividono in:

• search goods: prodotti la cui qualità può essere accertata con una semplice verifica;

• experience goods: prodotti la cui qualità può essere accertata solo dopo il consumo.

Per gli experience goods sono molto importanti i payoffs lanciati dai produttori (promozione e segnali di fiducia al mercato).

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I marchi

• Per molte imprese produttrici di beni di consumo, il marchio è l’attività patrimoniale più importante.

• Funzioni dei marchi:

– garanzia di responsabilità

– incentivo a mantenere la qualità del prodotto

– grande rilevanza nel commercio elettronico

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I costi della differenziazione

• Costi diretti: input per garantire maggiore qualità, migliore formazione, migliore pubblicità e migliore assistenza.

• Costi indiretti: interazione delle variabili di differenziazione dalla variabili di costo.

• La differenziazione può limitare lo sfruttamento di economie di scala. Pertanto è importante posticipare la differenziazione negli stadi finali della catena del valore dell’impresa (progettazione modulare).

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L’analisi della catena del valore dei beni strumentali 1. Creare un catena del valore per l’impresa e per il cliente.

2. Identificare i fattori determinanti dell’unicità in ogni

attività.

3. Selezionare le variabili di differenziazione più vantaggiose per l’impresa:

a. maggiore potenziale rispetto ai concorrenti; b. collegamenti esistenti tra le diverse attività; c. problemi associati alla sostenibilità nel tempo.

4. Individuare i collegamenti tra la catena del valore dell’impresa e quella dell’acquirente.

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L’analisi della catena del valore dei beni di consumo

• Solo pochi beni di consumo vengono consumati direttamente; nella maggior parte dei casi i consumatori sono coinvolti in una catena di attività relative all’acquisizione e all’acquisto dei prodotti.

• Le catene del valore più complesse offrono molti legami potenziali con la catena del valore del produttore, con notevoli opportunità di differenziazione innovativa.