il Vangelo di Matteo

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IL VANGELO DI MATTEO

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IL VANGELO DI MATTEO

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1.COS’E’ UN VANGELO ?

2…DI MATTEO ?

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DA GESÙ AI VANGELI

• A. La predicazione di Gesù

• B. La predicazione della Chiesa

• C. La messa per iscritto della predicazione

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•A. La predicazione di Gesù

•B. La predicazione della Chiesa

C. La messa per iscritto della predicazione

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A. La predicazione di Gesù Gesù ha predicato, e si è scelto e formato dei discepoli. Essi hanno ascoltato per tre anni la sua parola, una parola che doveva avere criteri di ripetitività: L'esigenza di insegnare a memoria nasce dal fatto che la scrittura era impraticabile in condizioni normali.

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B. La predicazione della ChiesaIl gruppo degli apostoli, dopo la Pasqua di Gesù, ha iniziato ad annunciare a Gerusalemme oralmente la buona notizia di Gesù messia. lo troviamo rnelle "prediche" di Pietro e Paolo che sono riportate negli Atti degli Apostoli . Tali prediche sono un autentico vangelo in miniatura: Gli apostoli, dunque, raccontavano a voce gli episodi di cui erano stati testimoni durante la loro vita con Gesù e ripetevano, a chi non l'aveva conosciuto, le sue parole e i suoi insegnamenti.

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• Lentamente i ricordi ed i racconti su Gesù, ricordati e riproposti dalla predicazione apostolica, si sono fissati Sono stati insegnati e ripetuti molte volte

. Così anche i racconti degli avvenimenti principali della sua vita hanno presto preso forma e si sono tramandati in modo costante e fedele.

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L'annuncio cristiano antico, infatti, non era lasciato alla libera iniziativa dei singoli, ma strettamente controllato dalla comunità apostolica di Gerusalemme; aveva un rigido carattere di tradizione che passava fedelmente da persona a persona e si basava sulla testimonianza autorevole degli apostoli e dei testimoni oculari.

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C. La messa per iscritto della predicazione

Gli insegnamenti apostolici su Gesù presto furono messi per iscritto per

1. la celebrazione della liturgia: per celebrare occorrono testi da leggere;

2. la catechesi, la formazione dei credenti: i catechisti avevano bisogno di testi di riferimento

3. l'attività missionaria di annuncio ai non credenti, era necessario avere tra le mani dei promemoria contenenti gli insegnamenti di Gesù.

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Altri elementi sono i bisogni pratici delle comunità.

1.la determinazione del comportamento pratico dei cristiani nell'incontro con culture e stili di vita diversi;

2. la difesa contro accuse, calunnie e fraintendimenti, a cui le comunità erano soggette, sia da parte ebraica che pagana;

3. il ricordo affettuoso e gratuito del Signore

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Per rispondere a tali esigenze occorrevano racconti già elaborati o la composizione (non l'invenzione!) di nuovi racconti, attingendo alla

memoria degli apostoli. «Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Giovanni 14,25-26).

Dopo la risurrezione e il dono dello Spirito gli apostoli hanno capito molto di più che durante il tempo in cui erano vissuti con lui.

.

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Il loro insegnamento, quindi, non è un semplice resoconto di cronaca, ma offre anche l'interpretazione

dei fatti, corretta, perché guidata dallo Spirito Santo

Gesù risorto spiega ai discepoli il senso

…Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

…Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?»E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».

Luca 24

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I primi testi scritti

Concretamente, i primi racconti a nascere come testi scritti furono i racconti della passione. Dovettero nascere presto anche raccolte di parabole, e anche collezioni di miracoli. Capire come da questi testi iniziali, molto semplici e brevi, si sia arrivati ai vangeli odierni non è stato facile. Gli studiosi ancora discutono.

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Tuttavia si può abbozzare una storia dei Vangeli e possiamo ipotizzare almeno 4 testi antecedenti ai vangeli, sui quali gli evangelisti si sono basati per redarre i vangeli canonici

Facciamo riferimento alle prime comunità apostoliche

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1) il «Vangelo dei dodici» (Gerusalemme)

• . Essa nasce nella comunità di Gerusalemme, con il diretto contributo degli apostoli. È scritta in lingua ebraica

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2) il «Vangelo ellenista»

(Antiochia) • Gli Atti degli Apostoli raccontano

che venne presto a crearsi in Gerusalemme una comunità cristiana formata da ebrei di lingua greca: gli ellenisti.

verso il 36, (anno della forte persecuzione ad opera di Saulo) furono cacciati da Gerusalemme e portarono l'annuncio nelle regioni della Siria (a nord della Palestina). Il Vangelo dei dodici, il testo della chiesa di Gerusalemme, e molto probabilmente fu portato ad Antiochia da Barnaba, come segno di comunione con il gruppo apostolico.

• Ma questo testo doveva necessariamente essere adattato alla situazione specifica della comunità. Allora venne tradotto in greco, ed accresciuto di un gran numero di nuove tradizioni che appartenevano al gruppo dei precedenti capi ellenisti di Gerusalemme

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3) il «Vangelo paolino»

(Efeso/Filippi) • Come Barnaba fu mandato

nella nuova comunità di Antiochia, così Sila fu mandato nelle comunità fondate da Paolo.

Sila, divenuto collaboratore di Paolo, è probabilmente colui che ha portato il Vangelo dei dodici nelle nuove comunità fondate da Paolo: Filippi, Tessalonica, Corinto

• Anche in questo caso è logico pensare che l'antico testo ebraico sia stato tradotto in greco per l'uso di queste nuove chiese e sia stato arricchito con un certo numero di tradizioni orali, utilizzate da Paolo e dal suo gruppo nella predicazione. Sono tradizioni il cui argomento è vicino ai temi testimoniati nelle lettere di Paolo.

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4) il «Vangelo dei timorati di Dio»

(Cesarea) • Gli atti degli apostoli ci riferiscono

l’incontro dell’Apostolo Pietro con il centurione Cornelio a Cesarea (At 10,1-48)… un pagano!

L'accoglienza della sua famiglia romano-pagana nella comunità, fu un evento nuovo e sensazionale, che determinò il cambiamento dell'azione pastorale della chiesa di Gerusalemme. A Cesarea Marittima si costituì, alla fine degli anni 30, una comunità cristiana formata da ex-pagani, già simpatizzanti del giudaismo e chiamati, nell'ambiente ebraico, «timorati di Dio»

• Filippo, collaboratore degli apostoli, prendendosi cura della comunità di Cesarea, negli anni 40, ha raccolto, traducendoli in greco, molti insegnamenti di Gesù in un testo catechistico apposito per cristiani provenienti dal paganesimo: lo chiamiamo «Vangelo dei timorati di Dio»

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2…DI MATTEORicordiamoci i criteri della Lectio Divina per accostarsi al testo biblico.

contesto del testoparole-chiave o parole fondantiscansione (suddivisione in parti)rimandi ad altri testi biblici

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CONTESTO STORICO DEL VANGELO DI MATTEO

ll Vangelo di Matteo è stato scritto probabilmente verso la

fine del primo secolo d.C., vale a dire attorno

agli anni 80-90 d.C.

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Ciò significa che questo vangelo è posteriore alla distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C.

(il tempio è stato incendiato il 29 agosto 70 dC) • La distruzione del

tempio significava la perdita di uno dei simboli più importanti della religione ebraica.

• Perso il tempio e finito il culto che vi si svolgeva, non rimase ai fedeli ebrei che la «legge»

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Verso l'anno 80, viene fondata l'accademia di Iamnia,

in cui insegna la «legge di Mosè» • Con la fondazione di

quest'accademia nasce in realtà l'ebraismo moderno, perché lì si stabilì quali fossero i cardini della fede d'Israele.

Fra l'altro, quest'accademia inizia la discussione sui «libri» ispirati che andranno a formare a poco a poco il «canone» della Bibbia ebraica.

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• Assistiamo quindi alla nascita di un ebraismo che si definisce quasi unicamente grazie alla «legge di Mosè», perché deve fare a meno del tempio e del suo culto.

Si stabilì che le «buone azioni» valevano più dei

sacrifici e potevano benissimo sostituirli. Questo ebraismo è

il diretto erede del movimento dei farisei di cui

parlano frequentemente i vangeli.

I farisei già prima della distruzione del tempio, essi consideravano la legge di Mosè come il vero perno dell'esistenza d'Israele.

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Abbiamo visto la presenza delle comunità apostoliche. Sono ebrei

che creano problema al tradizionale mondo ebraico. Si crea una

rottura molto forte.

Le ragioni principali furono almeno due i cristiani rifiutarono di partecipare alla lotta

armata contro Roma i cristiani fondano la loro identità non sulla

“legge”, ma nella fede in Gesù Cristo

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Questi dati sono essenziali per mettere nella giusta prospettiva il Vangelo di Matteo

scritto proprio in questo momento di altissima tensione.

• CHI È IL «VERO ISRAELE»? Questo diventa il vero problema in quel contesto di dispersione!

• Chi è l'autentico erede della fede dei patriarchi, delle esperienze fondamentali dell'esodo, del Sinai e del deserto? Chi è il vero «discepolo» di Mosè?

• Chi salverà Israele dalla scomparsa e dall'oblio? I due gruppi, i cristiani e i farisei,

si contendevano questo privilegio.

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Gli ebrei fecero dell'osservanza della legge di Mosè il perno della loro identità.

Il Vangelo di Matteo vuol dimostrare che i cristiani formano il «vero Israele», quello per il quale Dio aveva compiuto le sue promesse.

Per i cristiani, la salvezza di un Israele scombussolato dall'intervento violento dei romani viene non dalla sola fedeltà alla legge di Mosè ma dalla fede in Gesù Cristo.

Come procede Matteo per dimostrare questo?

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• PROLOGO: • I RACCONTI DELL’INFANZIA DI GESU’ (MT 1-2)

– La genealogia di Gesù (1, 1-17)– La nascita di Gesù (1, 18-24)– L’adorazione dei Magi (2, 1-12)– La fuga in Egitto e strage degli innocenti (2, 13-23)

• 1° PARTE: L’ANNUNCIO DEL REGNO (MT 3,1-7,29) • SEZIONE NARRATIVA: l’inizio del ministero (3, 1-4,25)• DISCORSO: IL DISCORSO della MONTAGNA (5, 1-7,29)• 2° PARTE: MINISTERO IN GALILEA (MT 8,1-11,1)• SEZIONE NARRATIVA: ciclo dei miracoli (8, 1-9,34)• DISCORSO: i IL DISCORSO MISSIONARIO (9,35-11,1)• 3° PARTE: CONTROVERSIE E PARABOLE (MT 11,2-13,52)• SEZIONE NARRATIVA: ostilità dei Giudei (11,2- 12,50)• DISCORSO: IL DISCORSO PARABOLICO (13, 1-52)• 4° PARTE: LA FORMAZIONE DEI DISCEPOLI (13,53-18,35)• SEZIONE NARRATIVA: prima del viaggio a Gerusalemme (13,53- 17,27)   • DISCORSO: IL DISCORSO ECCLESIASTICO (18, 1- 35)• 5° PARTE: GIUDEA E GERUSALEMME (MT 19, 1-25,46)• SEZIONE NARRATIVA: viaggio a Gerusalemme (19, 1-23,39)• DISCORSO: IL DISCORSO ESCATOLOGICO (24, 1-25,46)• 6° PARTE: RACCONTO DELLA PASSIONE (MT 26, 1-27,66)• 7° PARTE: RACCONTO DELLA RISURREZIONE (MT 28, 1-20)

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• L'evangelista Matteodeve mostrare che Cristo è davvero il Messia promesso dalle Scritture, colui che «salva» il suo popolo e impedisce che sparisca della storia.

• Matteo, si vede anche obbligato a rileggere l'Antico Testamento, per vedere quali sono le linee di forza che conducono alla buona notizia di Gesù Cristo.L'Antico Testamento, in effetti, era interpretato in modo diverso dagli ebrei e dai cristiani.

• Per gli ebrei, Cristo non era affatto il Messia annunziato perché non aveva adempito le Scritture.

• Per rispondere a queste obiezioni, Matteo argomenta a partire dalle Scritture, perché vuol convincere gli ebrei lottando, per così dire, sul loro proprio terreno. Inoltre sceglie di discutere delle Scritture per rassicurare i cristiani di origine ebraica e confermarli nella loro fede in Gesù Cristo. Per Matteo, un ebreo che crede in Gesù Cristo non tradisce la sua fede ancestrale. Al contrario, essere cristiano è il miglior modo di essere un autentico membro d'Israele.

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LE OBIEZIONI• 1 obiezione - la morte di Gesù Cristo sulla croce.

Per molti ebrei, questa morte ignominiosa - occorre ricordarsi che la morte sulla croce era riservata agli schiavi e ai criminali di diritto comune - era un segno evidente di «disapprovazione divina». Dio aveva abbandonato Gesù di Nazaret, non l'aveva difeso e non l'aveva salvato.

• 2 obiezione - Gesù Cristo aveva deluso le speranze d'Israele: non aveva riconquistato l'autonomia politica e non aveva restaurato la dinastia davidica. Quello che molti ebrei aspettavano, vale a dire un tempo di pace, di abbondanza e di felicità, era rimasto un sogno senza divenire realtà.

• 3 obiezione - Gesù Cristo, infine, era stato criticato e rigettato dalle autorità religiose d'Israele ed eliminato dai romani. Non poteva quindi essere il Messia promesso.

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LE OBIEZIONI• 4 obiezione - Gesù era un galileo e non un giudeo,

era oriundo di Nazaret, piccola città mai menzionata nell'Antico Testamento. Circolavano anche voci non del tutto benevole sulla sua nascita, perché non si sapeva esattamente chi fosse suo padre.

• 5 obiezione - l'atteggiamento di Gesù (e dei cristiani) verso la legge di Mosè e il tempio.Questo modo di fare metteva a repentaglio « la sicurezza nazionale», tanto per adoperare un'espressione moderna. Per giunta, le autorità del popolo ebraico, farisei e sadducei, accusavano Gesù di «ingannare» il popolo con false speranze (cf. Mt 27,63: «Quel seduttore [...]» ). Questi erano i punti di frizione più importanti fra Gesù e gli ebrei del suo tempo.

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LE RISPOSTE • 1. REGNO DI DAVIDE E REGNO DEI CIELI

Nella sua rilettura dell'Antico Testamento, Matteo si appoggia sul fatto che l'esperienza della monarchia in Israele era stata un fallimento. Di conseguenza sarebbe un errore aspettare un «re» simile ai sovrani ricordati nell'Antico Testamento. Bisogna rinunciare definitivamente a restaurare il mitico «regno di Davide» con la forza delle armi, per attendere e preparare invece l'avvenimento del «regno dei cieli». Questo Regno è un nuovo atteggiamento davanti alle grandi questioni dell'esistenza, in parole semplici come «fede» e come «stile di vita».

• 2. GESÙ CRISTO, FIGLIO DI DAVIDE E FIGLIO DI ABRAMO Matteo dimostra che Gesù è radicato nella storia d'Israele. I primi due capitoli del suo vangelo hanno questo scopo. Grazie alla genealogia e ai racconti dell'infanzia, Matteo porta le prove che Gesù è davvero un figlio di Abramo, un vero israelita.

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LE RISPOSTE• 3. GESÙ CRISTO E L'ESPERIENZA BASILARE

DELL'ESODO

Gesù, rivive subito dopo la nascita l'esperienza essenziale del suo popolo: l'esodo… « la fuga in Egitto» e il ritorno in patria.

Israele è nato quando il Signore l'ha fatto uscire dall'Egitto, dalla casa di schiavitù. Il popolo eletto è pertanto nato prima della conquista della terra e della monarchia di Davide.

• Israele può fare a meno del possesso della terra e della monarchia, come in l'esilio o come sotto il dominio romano.

• Esiste tuttavia una libertà che l'impero romano non può negare o togliere: ed è quel Regno che Gesù offre al suo popolo.

• Il «regno dei cieli», non è un «regno spirituale» lontano dalle vicende di questo mondo. Non è neanche legato ai cambiamenti politici.

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LE RISPOSTE4. LA MORTE IN CROCE

E LA MORTE DEL GIUSTOCome spiegare questo apparente «fallimento»?

• Matteo rilegge l'Antico Testamento e trova testi che spiegano il valore di un atteggiamento non violento.

• Gesù è fra l'altro presentato come il «giusto perseguitato» dei salmi e il giusto sofferente di Is 52-53, giusto che affida la sua sorte al solo Signore ed è salvato.

• Dio, in effetti, risponde alle autorità d'Israele che beffeggiano e scherniscono il crocifisso.

• Il centurione romano e le guardie che lo accompagnavano sono i primi a rispondere quando l'ufficiale romano dice: “Davvero costui era il Figlio di Dio”(Mt 27,54).

• In seguito, la risurrezione di Gesù Cristo, la missione dei discepoli e la diffusione del vangelo nelle nazioni sono le prove più palesi che Dio non ha abbandonato Gesù Cristo.

• Cristo, perciò, aveva scelto la via giusta e i fatti gli danno ragione. • Chi crede nel vangelo sceglie quindi una «via vincente», anche se le apparenze

possono far credere il contrario.