Il turismo cambia regole · 2016-04-18 · strategie di marketing. ... under 40 a conoscere e...

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Lunedì, 18 Aprile 2016 www.corrierefiorentino.it UOMINI, AZIENDE, TERRITORI IMPRESE TOSCANA Il punto Il mercato immobiliare al giro di boa E la Costa sorprende 2 Innovazione Cacciatori di asteroidi Passa da Mercurio la crescita di SpaceDys 5 Territori I toscani del vino in Cina con Alibaba Occasioni e rischi 7 Il turismo cambia regole La Regione riscrive la legge e prova a normare la rivoluzione di AirBnb, con un colpo alla rendita: chi affitta più di tre alloggi dovrà pagare tasse da impresa Novità in arrivo anche sul fronte dei servizi, dei ristoranti, della promozione E la tassa di soggiorno? «Una parte va redistribuita a tutta la Toscana» Giovani e povertà SE NON SALE L’ASCENSORE (SOCIALE) di Francesco Colonna N ell’Ue ci sono 13 milioni di bambini che non hanno quel che occorrerebbe loro: tre pasti al giorno, giochi, luoghi dove fare i compiti, luce sufficiente, per non parlare di accesso alla rete. Sono poveri, lo dice l’Unicef. L’Italia è al 29esimo posto: qui il 13,3% di ragazzi da 0 a 17 anni è in una condizione di «deprivazione materiale». Bellissima definizione che sostituisce l’odiosa miseria. La Toscana non è certo tra le regioni peggiori, anzi. Le famiglie povere sono ben sotto la media nazionale, meno del 5%. Tutto questo mentre il tasso di fertilità non fa che calare, la Toscana è tra le regioni con l’età media più alta. Due settori dovrebbero preoccuparsi di questo: l’economia e la cultura. Due componenti molto legate tra loro, delle quali meniamo gran vanto, parlando sempre di tradizione. Ma a chi tramanderemo la nostra cultura e il nostro saper fare se la popolazione invecchia e tanti bimbi e ragazzi si trovano in condizioni tali da ritenere improbabile un «ascensore sociale»? Facciamo polemiche sull’immigrazione, e si può capire. Ma niente si è sentito sui dati dell’Unicef. In una società sempre più tecnologica, senza conoscenze e competenze non si va lontani. I giovani più bravi e ardimentosi lasciano l’Italia, anche regioni come la Toscana. E uno su nove è un ragazzo con poco o nessun futuro. Cavilliamo sui tassi di crescita, per epocali percentuali dello 0,2 o meno, e mentre il nostro futuro si assottiglia. Le società moderne hanno sviluppato una grande qualità. La miseria non è più ben visibile. È nascosta, impercettibile. E possiamo pensare a altro. © RIPRODUZIONE RISERVATA a pagina 3 Ognibene Sguardi DEBORA, PIENAMENTE D’ACCORDO A METÀ L a Serracchiani è uno di quei misteri della politica italiana. Insondabili. Ma forse non è tanto un mistero, visto che deve la sua carriera a YouTube. Senza quel video super virale nel quale l’attuale governatrice del Friuli spernacchiava l’allora segretario del Pd Dario Franceschini dicendo che lui e il suo gruppo erano mezze tacche traccheggianti, ecco senza quel video, in cui le cantava quattro ai dirigenti già bolliti, sarebbe ancora a Udine a fare la segretaria di partito. Invece è stata europarlamentare, oggi governa una Regione ed è vicesegretaria del Pd renziano. Non solo: al congresso precedente, prima della vittoria di Renzi, Debora Serracchiani aveva votato pure Franceschini dopo avergli dato di impiastro. L’importante per cascare in piedi è che il carro sia quello giusto, il leader in fondo poco importa. La motivazione? «Perché Franceschini è il più simpatico», spiegò. «L’ho conosciuto in campagna elettorale. E come segretario è stato bravo, innovativo e coraggioso». Lei invece non è molto innovativa. Si limita al giustizialismo e a rilasciare interviste nelle quali sembra un calciatore nel post-partita: la squadra ha giocato bene, il mister ha ragione. Pure lei è pienamente d’accordo a metà con coach Renzi. @davidallegranti © RIPRODUZIONE RISERVATA di David Allegranti Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano. Non può essere distribuito separatamente dal Corriere della Sera

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Lunedì, 18 Aprile 2016 www.corrierefiorentino.it

UOMINI, AZIENDE, TERRITORI

IMPRESETOSCANA

Il puntoIl mercato immobiliare al giro di boaE la Costa sorprende

2

InnovazioneCacciatori di asteroidiPassa da Mercuriola crescita di SpaceDys

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TerritoriI toscani del vinoin Cina con AlibabaOccasioni e rischi

7

Il turismo cambia regoleLa Regione riscrive la legge e prova a normare la rivoluzione di AirBnb,

con un colpo alla rendita: chi affitta più di tre alloggi dovrà pagare tasse da impresaNovità in arrivo anche sul fronte dei servizi, dei ristoranti, della promozione

E la tassa di soggiorno? «Una parte va redistribuita a tutta la Toscana»

Giovani e povertà

SE NON SALE L’ASCENSORE(SOCIALE)di Francesco Colonna

Nell’Ue ci sono 13milioni di bambini chenon hanno quel cheoccorrerebbe loro: trepasti al giorno, giochi,

luoghi dove fare i compiti, luce sufficiente, per non parlare di accesso alla rete. Sono poveri, lo dice l’Unicef. L’Italia è al 29esimo posto: qui il 13,3% di ragazzi da 0 a 17 anni è in una condizione di «deprivazione materiale». Bellissima definizione che sostituisce l’odiosa miseria. La Toscana non è certo tra le regioni peggiori, anzi. Le famiglie povere sono ben sotto la media nazionale, meno del 5%. Tutto questo mentre il tasso di fertilità non fa che calare, la Toscana è tra le regioni con l’età media più alta. Due settori dovrebbero preoccuparsi di questo: l’economia e la cultura. Due componenti molto legate tra loro, delle quali meniamo gran vanto, parlando sempre di tradizione. Ma a chi tramanderemo la nostra cultura e il nostro saper fare se la popolazione invecchia e tanti bimbi e ragazzi si trovano in condizioni tali da ritenere improbabile un «ascensore sociale»? Facciamo polemiche sull’immigrazione, e si può capire. Ma niente si è sentito sui dati dell’Unicef. In una società sempre più tecnologica, senza conoscenze e competenze non si va lontani. I giovani più bravi e ardimentosi lasciano l’Italia, anche regioni come la Toscana. E uno su nove è un ragazzo con poco o nessun futuro. Cavilliamo sui tassi di crescita, per epocali percentuali dello 0,2 o meno, e mentre il nostro futuro si assottiglia. Le società moderne hanno sviluppato una grande qualità. La miseria non è più ben visibile. È nascosta, impercettibile. E possiamo pensare a altro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA a pagina 3 Ognibene

Sguardi

DEBORA, PIENAMENTED’ACCORDO A METÀ

L a Serracchiani è uno di quei misteri dellapolitica italiana. Insondabili. Ma forsenon è tanto un mistero, visto che deve

la sua carriera a YouTube. Senza quel video super virale nel quale l’attuale governatrice del Friuli spernacchiava l’allora segretario del Pd Dario Franceschini dicendo che lui e il suo gruppo erano mezze tacche traccheggianti, ecco senza quel video, in cui le cantava quattro ai dirigenti già bolliti, sarebbe ancora a Udine a fare la segretaria di partito. Invece è stata europarlamentare, oggi governa una Regione ed è

vicesegretaria del Pd renziano. Non solo: al congresso precedente, prima della vittoria di Renzi, Debora Serracchiani aveva votato pure Franceschini dopo avergli dato di impiastro. L’importante per cascare in piedi è che il carro sia quello giusto, il leader in fondo poco importa. La motivazione? «Perché Franceschini è il più simpatico», spiegò. «L’ho conosciuto in campagna elettorale. E come segretario è stato bravo, innovativo e coraggioso». Lei invece non è molto innovativa. Si limita al giustizialismo e a rilasciare interviste nelle quali sembra un calciatore nel post-partita: la squadra ha giocato bene, il mister ha ragione. Pure lei è pienamente d’accordo a metà con coach Renzi.

@davidallegranti© RIPRODUZIONE RISERVATA

di David Allegranti

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2 Lunedì 18 Aprile 2016 Corriere Imprese

L’ immobiliare ha fatto il girodi boa, i prezzi iniziano a

staccarsi dai minimi, aumenta il volume delle transazioni e, secondo i dati dell’ufficio studi Gabetti, siamo all’inizio di un nuovo ciclo. Il 2015 a Firenze e in Toscana ha visto numeri in crescita e qualche sorpresa: se era prevedibile che il capoluogo risentisse rapidamente del cambio di passo (le compravendite

sono cresciute dell’8,9% rispetto al 2014), molto meno scontata era la performance della costa. Nella provincia di Livorno le transazioni sono cresciute dell’11,7%, Pisa guida la classifica toscana con il maggiore rialzo percentuale (più 31%). Va bene non solo il segmento delle proprietà di lusso, ma anche il residenziale medio che è target delle famiglie

«normali». Tutta la Toscana ha fatto bene nel 2015, con 27 mila contratti, il 10,8% in più del 2014. «Non è un risultato episodico, ma l’avvio di un ciclo espansivo — spiega il Cfo di Gabetti, Marco Speretta — Registriamo indicatori con il segno più da diversi trimestri consecutivi, è il segno di una nuova fase. E vanno bene tutti i settori: residenziale, lusso,

commerciale e terziario dove le transazioni sono cresciute del 20% nell’ultimo anno». L’osservatorio di Gabetti prevede un 2016 di consolidamento e crescita per tutti i comparti. Ma per Firenze l’operatore sceglie di puntare principalmente sul brand Sant’Andrea, riservato agli immobili di lusso: «Oggetti che hanno un valore minimo di 3-4 milioni di euro e attirano l’interesse

di investitori stranieri, soprattutto europei facoltosi», sintetizza Speretta. Il mix di stabilità politica (che evita continue sorprese in materia di fiscalità) e liquidità che spinge al ribasso i tassi dei mutui sta iniziando a dare i primi frutti. La ripresa sarà lenta, nessun fuoco d’artificio. Ma sembra sia finalmente cominciata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Piazza Affari

Intek Spa

B & C Speakers S.p.A.B & C Speakers S.p.A.

FrendyEnergyBioDue Spa

El.En. S.p.A.

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

Borgosesia

Ergy Capital

CHL S.p.A.

Eukedos

Dada S.p.A.Settimanadall’11 aprileal 15 aprile

Banca Etruria

Salvatore Ferragamo S.p.A.

Piaggio & C. S.p.A.

Softec S.p.A.

Snai S.p.A.

Sesa

Rosss S.p.A.

Toscana Aeroporti S.p.A.

7,67,7657,6 7,647,81

0,60050,52250,5165 0,58900,5840

SOSPESA

4,8684,854,85 4,99804,9140

0,27750,27010,2701 0,27750,2701

39,538,9638,95 38,438,5

0,05960,05430,0547

0,06290,0560

0,02270,02220,0225 0,02240,0224

2,402,382,39 2,39202,4240

0,980,96700,9940 0,970,9715

0,410,40,4170 0,41800,4149

0,220,22100,2265 0,22170,2242

21,2520,9421,36 21,4221,83

15,0515,0515,10 15,0914,81

1,825

1,8030

1,770

1,85701,8450

0,6930,710,68 0,710,71

0,7390,70650,7330 0,72100,72

3,30

3,803,89

3,303,44

14,2814,2714,17 14,2914,29

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IL PUNTO

MERCATO IMMOBILIARE, LA SORPRESA DELLA COSTAdi Silvia Ognibene

COMMERCIOMARKETING E WEB,A LEZIONEDA FACEBOOK

A nche le botteghe, gli artigiani, oggi non

possono prescindere dal web e Facebook può essere utile per promuovere la cultura digitale tra gli imprenditori, esplorando le potenzialità dei social network nelle strategie di marketing. Così Confcommercio, attraverso il suo gruppo di giovani imprenditori, ha organizzato assieme a Facebook un seminario che si terrà a Firenze, nel Salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio, nel pomeriggio di mercoledì. Gli esperti di Facebook saranno presenti e aiuteranno gli imprenditori under 40 a conoscere e gestire gli strumenti di marketing per incrementare le vendite, fidelizzare la clientela e attrarne di nuova nei negozi online e tradizionali, ma anche nelle strutture ricettive e nei ristoranti.

Mauro Bonciani© RIPRODUZIONE RISERVATA

EVENTIAREZZO A DUBAIUN’ALLEANZACHE VALE ORO

Q uasi un’enclave. Ma conl’ingresso dalla porta

principale: c’era anche Arez-zo alla seconda edizione di «VicenzaOro Dubai», la tre giorni promossa dalla joint venture tra Fiera di Vicenza e il Dubai world trade cen-tre, che si è chiusa ieri. Un debutto ufficiale importante che segna la svolta dalla ri-valità alla collaborazione sul-l’asse Arezzo-Vicenza. Sotto l’ombrello dell’organizzazione veneta un gruppo selezionato di aziende toscane (non solo il di-stretto orafo di Arezzo, ma anche rappresentan-ti di altre province) si è presentato ai mercati arabi al fianco di imprese prove-nienti, oltre che dall’Italia, anche da India, Emirati, Hong Kong, Usa, Singapore e Turchia. Tutti pronti a con-quistare i mercati arabi che — nonostante le flessioni — restano strategici per il set-tore.

Edoardo Lusena© RIPRODUZIONE RISERVATA

RIVOLUZIONIINDUSTRIA 4.0,L’EUROPA CORREL’ITALIA NO

D ue settimane prima delledimissioni del ministro

dello Sviluppo economico Federica Guidi, si dava per certo che il governo producesse l’atteso — da mesi — documento-guida sull’industria 4.0. Cinque giorni prima delle dimissioni, le Regioni hanno redatto un documento che rischia di essere, ancora a lungo, l’unico punto di riferimento per la rivoluzione della «fabbrica intelligente». Cioè la quarta (4.0) rivoluzione industriale: la fabbrica iperconnessa, dentro (nei processi di ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione) e fuori, sia nella catena dei fornitori che nell’elaborazione di strategie di marketing. La fabbrica che vive grazie all’«internet delle cose», cioè la possibilità di far comunicare tra loro gli oggetti della nostra vita (dal cellulare all’auto dal frigorifero al riscaldamento di casa). Per farlo, in realtà, c’è già un primo «polo», il Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente, nato nel 2012, che ha richiesto per partire 43 milioni di euro di investimenti. Le Regioni ipotizzano due filoni di sviluppo e tre settori trainanti. I due filoni sono la possibilità delle grandi imprese di fare la «filiera» della fabbrica intelligente e le Pmi che formano «reti» non solo di imprese, ma anche di centri di ricerca. I tre settori sono l’automotive (non la produzione di auto, ormai ridotta, ma la componentistica), la cantieristica navale e l’aerospazio. Tre settori che in Toscana sono ben presenti. Un buon punto di partenza, se non fossimo ancora fermi ai blocchi. Mentre Germania, Francia e Inghilterra stanno finanziando generosamente l’industria 4.0 (400 milioni di euro per partire in Germania), l’Italia aspetta ancora le linee guida del governo. Le Regioni tracciano un profilo, ma serve chiarezza sugli investimenti possibili.

Marzio Fatucchi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Milioni di euro investiti dalla Germania per far partire i progetti dell’industria 4.0

400

Un mito su due ruote, in viaggio da 70 anni. La Vespa,che contribuì a rimettere in moto l’Italia uscita dalla guerra e poi diventò simbolo di libertà e fenomeno di costume, leggenda dell’ingegno e del design italico, copiata in mille modi, esposta al Moma di New York. E campionessa di vendite, con oltre 18 milioni di esemplari in giro per il mondo. Il suo compleanno sarà sabato

23 aprile: quel giorno del 1946 fu depositato a Firenze il brevetto dello scooter destinato a diventare il più famoso al mondo, nato dall’intuito di Enrico Piaggio. E sono proprio gli scooter Piaggio che anche nel 2015 hanno contribuito per il 95,5% ai ricavi di Immsi, saliti a 1,362 miliardi da 1,275 miliardi del 2014, in crescita del 6,9%. Il titolo ha chiuso la settimana in lieve rialzo a 1,825 euro.

SERVIZIL’AUTO SI LAVASENZA ACQUAMA CON UN’APP

E cologia, tecnologia, business. Nella storia di

«Mister Lavaggio» ci sono tutti gli ingredienti dell’innovazione. È l’app gratuita per prenotare il lavaggio auto, ovunque si trovino il cliente ed il mezzo, grazie alla geolocalizzazione. I lavaggisti usano un prodotto a secco: un risparmio notevole se si considera che per pulire un’auto si usano almeno 100 litri d’acqua. Una volta prenotati ora e luogo, si pagano 20 euro e il gioco è fatto. «L’idea mi è venuta in un periodo senza lavoro — spiega l’inventore, il pratese Alessio Campanale — Le persone hanno in comune un’auto e poco tempo per occuparsene». Così Salvatore Ambrosino, Fausto e Giorgio Pagliara, Daniele Rizzo della Reddoak hanno sviluppato l’app. Partita a gennaio con un autofinanziamento di 100 mila euro, oggi la startup lava circa 100 mezzi al giornoa Prato, Firenze, Grosseto e Siena. Per diventare lavaggisti basta comprare il kit da 2.500 euro.

Giorgio Bernardini© RIPRODUZIONE RISERVATA

BISOGNIUN LABORATORIODI WELFARENEL CONDOMINIO

C ooperative sociali e cooperative di abitanti

insieme per progettare condomìni sociali, palazzi dove possono abitare persone fragili e svantaggiate per aiutarsi reciprocamente, condividere le spese per i servizi e risparmiare. È il progetto «Abitare sociale», ideato da Legacoop Sociali Toscana. Condomìni che non devono diventare ghetti, come spiega la presidente di Legacoop Sociali Eleonora Vanni, ma luoghi in cui far confluire persone bisognose, dagli anziani ai disabili, dalle famiglie svantaggiate economicamente ai giovani disoccupati. Mettendo queste persone sotto lo stesso tetto si creerebbe una sinergia che potrebbe portare all’attivazione di servizi reciproci e ingenti risparmi. È il cosiddetto welfare di comunità che potrebbe presto diventare realtà in alcune città toscane attraverso le prime esperienze pilota promosse da Legacoop, che conta 150 cooperative associate e oltre 3 mila lavoratori.

Jacopo Storni© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le cooperativeassociatea Legacoop Sociali, con oltre tremila lavoratori

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3Lunedì 18 Aprile 2016Corriere Imprese

PRIMO PIANO

Turismo, le regole del gioco(con un colpo alla rendita)Nella legge regionale 2016 nuovi vincoli per chi affitta case attraverso AirBnb e simili:gestirne più di tre sarà considerata attività d’impresa, con tasse e obblighi conseguentiE sul fronte della tassa di soggiorno: «Una parte va redistribuita a tutta la Toscana»

Turismo, si cambia. Lelinee guida per la revi-sione della legge re-gionale saranno pre-sto all ’esame della

Giunta (forse già oggi) e pro-

Giunta prima e del Consigliopoi) riguardano l’affitto turi-stico, cioè il fenomeno AirBnbed i suoi simili, la vendita diservizi e la ristorazione inter-na agli hotel.

La «locazione turistica»non è nemmeno contemplatanella legge del 2000, mentre

se pubbliche sotto forma ditassa di soggiorno. Ma spessole regole non vengono rispet-tate semplicemente perchénon ci sono. Alla Regione l’in-carico di scriverle. La primanuova regola, nelle intenzionidell’assessore alle attività pro-duttive Stefano Ciuoffo: «Oltrei tre alloggi gestiti è attivitàd’impresa con i conseguentioneri in materia di fisco (nonsolo la tassa di soggiorno,ndr), sicurezza, contrattualisti-ca. Non vogliamo impedirel’integrazione del reddito a chidavvero lo fa come attività ac-cessoria, ma obbligare al ri-spetto delle norme quelle chesono attività imprenditoriali atutti gli effetti. Queste vannoricondotte entro un sistema diregole per evitare che sia soloconcorrenza sleale rispettoagli operatori tradizionali».Oltre a dover pagare le tasse,scatterà l’obbligo di avere gliimpianti a norma e certificati,comunicare alla Questura i da-ti di tutti gli ospiti, dichiararel’avvio dell’attività.

Sarà normato anche il capi-tolo, scivoloso, dei servizi allapersona. L’esempio classico,spiega il direttore del Centrostudi turistici Alessandro Tor-telli, è quello delle lenzuola:«Se vengono lasciate nell’ar-madio non c’è servizio, sel’ospite trova il letto rifatto èun servizio alla persona, è atti-vità di impresa». Attenzione:basterà questa sola condizioneper ricadere nell’attività d’im-

presa, con tutti i conseguentioneri, a prescindere dal nu-mero di alloggi gestiti. Quindianche chi ha una sola casa inaffitto ma serve la colazione ooffre il trasferimento dall’aero-porto farà parte della catego-ria dei «professionisti della ri-cettività».

«Sono convinto che il siste-ma possa risentire solo positi-vamente di queste nuove rego-le — commenta Tortelli —Pensiamo solo a cosa compor-ta la mancata comunicazionealla Questura dei dati degliospiti: un problema di sicu-rezza perché non sappiamochi c’è in città e un problemanell’adeguare l’offerta dei ser-vizi alle reali esigenze, perchéè impossibile per chiunque ri-spondere a un bisogno senzasapere quanta gente c’è».

Le presenze sono destinatead aumentare: il turismo è laseconda voce dell’economiamondiale, subito dietro la ma-nifattura. Per Firenze le previ-

sioni parlano di almeno 16 mi-lioni di turisti attesi nel 2030,contro i 9 del 2014. L’attualeregno delle «non regole» sot-trae ricchezza al territorio erischia di trasformare un’op-portunità in un’invasione cheabbassa la qualità di vita deiresidenti a beneficio di pochiprivilegiati che si godono larendita. Far pagare le tasse atutti è la prima forma di redi-stribuzione della ricchezza ge-nerata dal turismo.

La nuova legge regionaleproverà a mettere mano anchead altri due capitoli che nonmancheranno di sollevare po-lemiche: agenzie di viaggi eristoranti. Riguardo il primopunto, l’obiettivo dell’assesso-re Ciuoffo «è dare la possibili-tà agli alberghi di vendere aipropri ospiti servizi come laprenotazione di biglietti pertreni, cinema, musei e teatri,tour e visite». Accade ovun-que, ma qui è già pronta laprotesta delle agenzie di viag-gio che, anche a causa dellostrapotere crescente dei gi-ganti del web, attraversano unmomento poco roseo.

Sul fronte della ristorazio-ne, la nuova legge abolirà lelimitazioni che attualmente iristoranti interni agli hotel de-vono rispettare. Nessun tettoanche perché, spiega l’asses-sore «proprio dentro le strut-ture alberghiere si trovanospesso le punte di eccellenzadella ristorazione». Novità chese potrà essere digerita in luo-ghi come Firenze, dove le pre-senze sono talmente elevateda offrire a tutti uno spazio dimercato, farà certamente stor-cere il naso ai ristoratori dilocalità più piccole e con mi-nor afflusso di turisti.

C’è poi il capitolo della tassadi soggiorno, sul quale la Re-gione è intenzionata a insiste-re: non sarà nella nuova leggeregionale perché qui la partitasi gioca a livello nazionale conil Governo come interlocutore,ma l’assessore Ciuoffo è con-vinto che «quel gettito vada inparte vincolato alla promozio-ne turistica di quelle aree delterritorio che non hanno altrefonti di finanziamento. I Co-muni che riscuotono la tassadi soggiorno non possono te-nersela per intero e destinarlatutta alla spesa corrente, unaparte deve essere redistribuitaper la promozione di tutta laToscana». I Comuni con ilmaggior numero di presenze— e quindi gli incassi più alti— difficilmente gradiranno,ma il tema è all’ordine delgiorno di un incontro tra laRegione e la neo sottosegreta-ria al Turismo, Dorina Bian-chi, in agenda per questa set-timana.

Infine, la promozione turi-stica: dal Primo aprile è ope-rativa la nuova agenzia Tosca-na Promozione Turistica checonta su 24 dipendenti e unaprima dotazione di bilancio di3,5 milioni. In attesa che l’Enitcompleti la fase di riorganiz-zazione che dura ormai daquasi un anno e paralizza l’at-tività dell’ente statale incarica-to di promuovere il turismo inItalia, la Regione prova a farda sé.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

mettono di far discutere. Lariscrittura delle regole serveper mettersi al passo con unmondo stravolto rispetto al2000, anno di adozione dellalegge in vigore. Sembra un’erafa: allora Booking, Tripadvisore AirBnb erano idee nella testadi qualche giovane «smanet-tone» del web, oggi guidano iflussi turistici di mezzo mon-do. E bisogna farci i conti.

I capitoli più spinosi dellanuova proposta di legge (chedovrà affrontare il vaglio, e leeventuali modifiche, della

oggi è arrivata sostanzialmen-te ad equiparare l’offerta deglialberghi tradizionali. Ma spes-so chi affitta attraverso i canalidigitali non rispetta le regole:si stima che nella sola Firenzeci siano 8 mila tra camere ecase in affitto, quasi il 90%delle quali in nero. Concor-renza sleale ai danni di chipaga le tasse e rispetta le re-gole. AirBnb ha siglato un pat-to con il Comune di Firenzeper l’emersione: dal 2017 do-vrebbero arrivare circa 10 mi-lioni in più all’anno nelle cas-

di Silvia Ognibene

L’assessore CiuoffoUna quota degli incassidei Comuni va vincolataalla promozione delle aree che non hanno altre fonti di finanziamento

Stefano Ciuoffo,assessore regionale

La nuova legge regionale sul turismo, che aggiorna quella in vigore dal 2010, sarà

L’iter

esaminata dalla Giunta Rossi forse già oggi. Dopo eventuali emendamenti dovrà passare all’esamedel Consiglio regionale, che la dovrà approvare

Il turismo in Toscana

Dati 2014. Fonte Enit, Irpet, Bankitalia

48,6 milioni

Arrivi in Italia

Spesa dei turististranieri in Toscana Posti letto Strutture ricettive

544.47014.500

+6,5%+2,8%

-1,4%+2,7%

Arrivi in Toscana

Presenze in Toscana

6,8 milioni46,3% Italiani

53,7% Stranieri

23,1 milioni(+3,8% rispetto al 2013)

1

2

3

4

Veneto

Lombardia

Toscana

Lazio

4 miliardi

2,3 miliardiSpesa giornaliera pro capite113,65 euro 65% 35% 80% 20%

IMPRESEA cura della redazionedel Corriere Fiorentino

Direttore responsabile:Paolo ErminiCaporedattore centrale:Carlo NicotraVice caporedattori:Alessio Gaggiolie Antonio Montanaro

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5Lunedì 18 Aprile 2016Corriere Imprese

INNOVAZIONE

SpaceDys, cacciatori di asteroidiE nel 2017 rotta su Mercurio Dall’Ateneo di Pisa al Polo di Navacchio, calcolano rotte nello spazio e possibilità di impattoIl contratto con l’Esa e l’obiettivo di rompere il monopolio Usa (per un fatturato milionario)

La prossima tappa saràMercurio. Nel 2017,quando saranno lancia-te le navicelle della pri-ma missione spaziale

europea sul pianeta più picco-lo del sistema solare, ci saràanche il lavoro dei cacciatoridi asteroidi della SpaceDys,che ha sede nel Polo tecnolo-gico di Navacchio. Stanno «di-segnando» il codice per la de-terminazione delle orbite chesarà usato per l’esperimento diradioscienza BepiColombo(nella foto una simulazione),la missione su Mercurio. Sonostati scelti perché sono gli uni-ci, in Europa, in grado di farequesto lavoro al meglio e dicompetere con gli americani.Nati 5 anni fa come spin offdell’università, sono specializ-zati in un servizio importante:calcolano le probabilità di im-patto degli asteroidi sulla Ter-ra, e prevedono il giorno el’ora dell’evento. Sono stati i

primi al mondo in questo set-tore, ormai 17 anni fa quandoil professor Andrea Milani mi-se a punto un sistema di calco-lo fra i più precisi. Per un de-cennio la loro attività si è svol-ta nell’ambito della ricerca ac-cademica, «poi nel 2008 l’Esa(European Space Agency, ndr)ha lanciato un programma diosservazione di asteroidi, de-triti e satelliti e della loro peri-colosità per la Terra. In questoprogramma abbiamo trovato ilnostro raggio di azione e, treanni dopo, ci siamo costitutiin società», racconta FabrizioBernardi, astronomo e presi-dente di SpaceDys. Undici socifondatori, quasi tutti ex ricer-catori universitari, una decinadi dipendenti, fra matematicispecializzati in meccaniche ce-lesti, programmatori, astrono-mi, ingegneri aerospaziali. Eun fatturato in crescita: «L’an-no scorso abbiamo chiuso con750.000 euro, quest’anno su-

Soci fondatori di SpaceDys, quasi tuttiex ricercatoridell’Universitàdi Pisa

11

Mila eurodi fatturatonel 2015,ora l’obiettivoè superareil milione

750

Oggetti sotto l’osservazionedi SpaceDys che hanno la possibilità di colpire la Terra

543

pereremo il milione». Unaspecializzazione che negli anniha trovato diverse applicazio-ni: la principale è la mappadegli asteroidi vicini alla Terrae delle loro probabilità di im-patto; l’altra è il codice open-source per la dinamica spazia-le, il «lettore» di tutti i dati.«In orbita ci sono diversi og-getti — spiega Bernardi — ementre il pericolo che un aste-roide impatti sulla Terra è ab-bastanza remoto, il rischio cheimpatti con altri oggetti nellospazio, come un satellite, è piùalto. E dato che i satelliti sonofrutto di investimenti miliar-dari, c’è interesse a monitorarecosa succede lassù». Per Spa-ceDya la committenza è preva-lentemente pubblica: «I fondidell’Esa provengono dai bilan-ci dei singoli Stati. Nel nostrocaso dall’Agenzia spaziale ita-liana, finanziata dal governo,che decide quanto investirenei programmi spaziali. Di-pendere da decisioni politichepuò essere un limite: non èdetto infatti che il tuo Paesesostenga la tua tecnologia».

Ma SpaceDys è in grado dirivolgersi anche al mercatoprivato: «Il software che usia-mo è stato sviluppato conl’Università di Pisa ed è open-source. Ne stiamo creandouno nostro, anche grazie afondi regionali, per provare arompere il monopolio degliUsa. Questo potrebbe aprirespazi a iniziative private».Guardano «ai Paesi emergen-ti», dice ancora Bernardi, «maanche al territorio che ci ospi-ta. Stiamo mettendo a puntoun progetto che unisce scien-ziati, astrofili e protezione civi-le. Si chiama “Amica”, e vuolediventare una rete di supportosia all’osservazione degli aste-roidi che alla divulgazionescientifica in questo settore».Il tutto mentre si continua atener d’occhio i 543 oggettiche hanno una probabilità diimpattare con la Terra: «Lanostra soglia di sensibilità è lamisura della nostra ignoran-za» dice Bernardi, veneto, annidi osservazione del cielo dalleHawaii prima di arrivare a Pi-sa. È stato uno dei tre scopri-tori di Apophis, l’asteroide chenel 2004 mise in allarme lacomunità scientifica facendoregistrare probabilità di im-patto altissime. «Ci vollero an-ni per capire che non sarebbestato pericoloso per la Terra,ma è entrato nella storia».

Cinzia Colosimo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fondi Ue

Il salto in alto di Cso:dall’Europa 2 milioniper il topografo Hd

Novecento mila euro per finanziareprogetti innovativi di diciottoaziende, tra Pmi e startuptoscane, arrivati dall’Unioneeuropea attraverso lo Sme

Instrument nel biennio 2014-2015. E due milioni alla Cso di Scandicci per consentire la sperimentazione di un topografo capace di ottenere immagini ad alta risoluzione della cornea. Il topografo della Cso ingloba diversi dispositivi per mappare in alta definizione l’intera cornea e diagnosticare precocemente le malattie degli occhi. Il progetto della project manager Gilda Mura e di cui è

responsabile l’ingegnereGabriele Vestri, è statol’unico in Toscana ad averottenuto il finanziamentoper la «fase due», quellache consente erogazionifino a 2 milioni e mezzo.Le altre diciotto aziendetoscane hanno avutoaccesso alla «fase uno»,con finanziamenti finocinquantamila euro

ciascuna per lo studio di fattibilità di un progetto, per un totale 900 mila euro complessivi. «Il nostro è un settore di nicchia e questo forse ci ha avvantaggiati, ma è vero che senza un progetto valido e una solidità aziendale che ti consenta di superare i rigidi controlli l’accesso ai fondi europei è impossibile» spiega Daniele Comanducci, responsabile della rendicontazione di Cso. La Toscana, stando ai giudizi dell’Unione europea rielaborati dal consorzio emiliano Aster, ha capacità di innovare, soprattutto nel settore aerospaziale, dell’efficienza energetica e del medical device. Ma non riesce a salire sul podio delle Regioni più virtuose piazzandosi al quarto posto per numero di imprese (20) e progetti finanziati (19) dietro a Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna.

Gaetano Cervone© RIPRODUZIONE RISERVATA

Cso alla fiera Mido di Milano

Style

Il valoredelle toppe

N on passerà mai di moda e con la

primavera si indossa non solo nei momenti di relax. È il jeans cinque tasche, per i mania-ci la diffe-renza la fa il modello. Intramontabile il classico di Jeckerson rivisitato con toppe color dark blu in rilievo. (L.A.) 170 euro jeckerson.com

UMBERTO

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7Lunedì 18 Aprile 2016Corriere Imprese

TERRITORI

Il vino vola sul tappeto di AlibabaObiettivo Cina, con qualche rischioVenti milioni di potenziali bevitori, un mercato che già vale oltre cinque miliardi di euroL’intesa Renzi-Jack Ma apre le porte ai brand toscani, ma dovranno difendere l’identità

I numeri del 2015

L'EXPORT VINICOLO DELLA TOSCANAHA SFIORATO IL MILIARDO

923,4 milioni di euro

LA CRESCITADELL'EXPORT DEI VINITOSCANI

I VINI DOPTRAINANOL'EXPORT

Fonte: Toscana Promozione su dati Istat; Nomisma Wine Monitor

+22

rispettoal 2014

+81

rispettoal 2009

64,6

+5,4

sullamedia italiana

valori in %

L'EXPORT VERSO I PAESI EXTRA UE L'EXPORTDEL TOTALENAZIONALE+2 (sul 2014)

CANADA

+33,7+13,4 (media nazionale)

USA

+47,3+15,3

CINA

+44,9+16,9

+16,7

Le sirene di Alibaba —« Vo g l i a m o p o r t a r el’export italiano di vinoin Cina dal 6% al 66%»— suonano irresistibili

alle orecchie dei produttori,come se il patron Jack Ma fos-se una novella Circe. Ma senzaqualche antidoto, i vini toscanirischiano di trovarsi imbrigliaticome i marinai di Ulisse. Unabottiglia vuota di Chateau Lafi-te in Cina vale fino a 50 dollari.Nei ristoranti i collezionisti so-no soliti romperla dopo averlaconsumata. Un dettaglio suffi-ciente a spiegare come la con-traffazione resti uno dei prin-cipali ostacoli al raggiungi-mento degli obiettivi auspicatidal presidente del Consiglio al-l’ultimo Vinitaly per il vino ita-liano: «7,5 miliardi di exportdi vino entro il 2020. Due annifa eravamo a 4,9 miliardi e sia-mo a 5,4: possiamo farcela».Gli altri ostacoli sono i dazi ela giungla della distribuzionecinese che potrebbe canniba-lizzare i brand di casa nostra.

Jack Ma, fondatore del gi-gante dell’e-commerce Aliba-ba.com, nel recente incontrocon Renzi al Vinitaly ha dichia-rato, non a caso: «Proteggere-mo anche i vostri diritti sullaproprietà intellettuale». Secon-do le stime della Wharton Uni-versity della Pennsylvania, in Cina ci sono 20 milioni di be-vitori di vino attuali e 200 mi-lioni potenziali; l’anno scorsoperò (dati Oiv) il consumo ècalato del 7%, al quinto postodopo Usa, Francia, Italia e Ger-mania. Un assestamento deltrend di crescita al quale han-no concorso l’abbassamentodelle tariffe dopo l’ingresso delPaese nel Wto, l’abolizione deidazi su Hong Kong nel 2009, lapromozione del vino come al-ternativa salutare ai superalco-lici da parte del governo di Pe-chino e il cosiddetto accordodel Pacifico con il quale sonostate abolite le tasse sui vinicileni, australiani, neozelande-si. I dazi sui vini europei com-portano invece un 50% di han-dicap. Per i vini di largo consu-

mo, come il Chianti, lo svan-taggio fiscale pesa e peserà. L’Italia deve vedersela anchecon la Spagna, la prima vignaeuropea (Oiv, 2015). «La Spa-gna ha ricevuto molti aiuti dal-la Ue — spiega Giovanni Ged-des da Filicaja, Ad di Fresco-baldi (10 milioni di bottigliel’anno) — produce molto, haun mercato interno che nontira, all’estero è priva del trainodella ristorazione e quindi ar-riva in Cina con tre mosse:prezzo, prezzo, prezzo. Abbia-mo contatti con Alibaba —conferma — ma ci stiamomuovendo con due distribu-zioni diverse per i vini Fresco-baldi, Luce, Attems e per Or-nellaia, importata attraversoun accordo con tre negociantdi Bordeaux. La distribuzionein Cina non è ancora struttura-ta, i cinesi vorrebbero importa-

re direttamente e questo puòdiventare un ostacolo». Nelsegmento dei fine wines comeBrunello o Supertuscan, pochegaranzie sulla distribuzione ecioè su dove vada realmente afinire il vino, sono un rischionell’affermazione dei nostribrand e cioè nella penetrazio-ne stabile di quel mercato. IlMarroneto a Montalcino, bou-tique winery da 30.000 botti-glie all’anno, ha già cambiatotre importatori. «Per noi è im-portante raggiungere un con-sumatore interessato alla qua-lità — spiega il produttoreAlessandro Mori — non abbia-mo bisogno dei grandi numericinesi. Mandiamo tra HongKong e Pechino il 4% della pro-duzione, 1.500 bottiglie. ConHao Chang di Ganimede ab-biamo già allocato tutta la pro-duzione del 2012 non ancorain commercio».

I rischi della sola venditaonline per un brand sonochiari allo stesso Jack Ma cheinfatti si è affrettato a dire «vo-glio essere l’ambasciatore deiprodotti italiani in Cina». Eccol’antidoto. «La chiave per averesuccesso in un segmento me-dio alto come quello dei i vinitoscani — dice JC Viens, redat-tore di Spirito di Vino Asia,basato a Hong Kong — è usci-re dall’anonimato e farsi cono-scere». «È importante che laCina non rinunci a una distri-buzione tradizionale» aggiun-ge Simone Pallesi, Ad di Casti-glion del Bosco, l’azienda viti-vinicola di Massimo Ferraga-mo a Montalcino. «Alibabalavora sugli sconti, una drogaper i cinesi. Se un vino è invendita a 100 dollari in un ri-storante, lo vende a 50. Se silascia a loro tutta l’iniziativa ilrischio è che la rete tradiziona-le (enoteche, ristoranti, winebar) non abbia più interesse avendere e quindi anche a rac-contare e promuovere i nostrivini con conseguenti rischi perl’immagine delle etichette to-scane». Castiglion del Bosco ècresciuta del 30% all’anno negliultimi tre anni tra Hong Konge Pechino a differenza dellamaggior parte delle aziendetoscane per le quali le quote dimercato cinese sull’export so-no ancora risibili. Oltre all’eti-chetta in esclusiva Zodiac, c’èstato il traino del marchio Fer-ragamo, un brand già afferma-to e riconosciuto dal pubblicocinese.

Aldo Fiordelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Jack Ma, fondatoredel sitodi e-commercecinese Alibaba.com

E le vigne di Pechino?

Un’aria francese, col dubbio del riso(a.fio.) Lo chiamano vino d’uva per non confonderlo col vino di riso e questo già fa sorridere gli europei. Ma i cinesi ci hanno abituato a copiare bene e velocemente e oggi sono l’ottavo produttore di vino al mondo. Con 11,1 milioni di ettolitri vengono dopo Australia e Sud Africa e prima di Cile e Germania. Al Vinitaly, il giorno dopo l’incontro tra Jack Ma e Matteo Renzi, si è tenuta una degustazione di vini cinesi organizzata dalla Vinitaly international Academy. Molti si sono chiesti se che con la scusa di vendere vino italiano in Cina, il patron di Alibaba non volesse in realtà importare vino cinese in

Italia. Difficile, anche se nell’ambito dei ristoranti etnici è ipotizzabile una nicchia di mercato. Prevalentemente rossi, perlopiù di stile francese, affinati in legno piccolo per quelli più ambiziosi, i vini cinesi hanno in genere la malizia di essere poco estratti evitando di portarsi dietro i difetti dell’uva e quindi sono morbidi, facilida bere. I rossi hanno ancora certi difetti, come il sentore medicinale. Molti tecnici hanno studiato in Francia e presto produrranno vini interessanti, ma fortunatamente il terroir, il cru, il bricco, il sorì, il poggio non si possono copiare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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