Il turismo archeologico nella Provincia di Perugia · valorizzazione a fini turistici del...

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117 DIANA DRAGONI IL TURISMO ARCHEOLOGICO NELLA PROVINCIA DI PERUGIA TURISMO E TURISMO ARCHEOLOGICO 1 Il turismo culturale, rappresenta certamente una categoria molto eterogenea, soprattutto tenendo conto che la cultura di un popolo è in continua evoluzione e l'immagine che di essa si fa un qualsiasi osservatore ha un valore soggettivo. Fra i suoi sottotipi è il turismo archeologico, che occupa però una nicchia di non facile definizione, spesso confusa con quelle di offerte turistiche più generali, le quali possono interessare le stesse mete e gli stessi itinerari. Molti dei beni archeologici esistenti, esclusi quelli “musealizzati”, sono per altro di facile e generale fruizione e la loro visita non richiede un biglietto di ingresso o una qualsiasi altra forma di controllo e registrazione con cui si potrebbe almeno quantificare l'entità dei flussi turistici da essi generati. In Umbria, la rilevanza che può assumere il turismo archeologico si legge nell’elevato numero dei siti archeologici visitabili (150), cui sono da aggiungere le numerose altre strutture e risorse che sostengono il più generale cosiddetto turismo storico-artistico (127 musei, almeno una decina di città d'arte maggiori e altri centri minori non inseriti negli itinerari turistici principali). 2 1 Il presente articolo costituisce la sintesi di alcuni capitoli della tesi di laurea su “Il turismo archeologico in Umbria (Provincia di Perugia)” discussa il 24 giugno 2002 (Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Lettere, indirizzo classico, relatore Prof. Alberto Melelli). 2 Le notizie sull'argomento sono tratte dal Rapporto sul Turismo in Umbria 1999-2000, a cura della Regione dell' Umbria, Assessorato al Turismo, Mercury s. r. l. - Turistica, 2000, passim.

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DIANA DRAGONI

IL TURISMO ARCHEOLOGICO NELLA PROVINCIA DI

PERUGIA

TURISMO E TURISMO ARCHEOLOGICO1

Il turismo culturale, rappresenta certamente una categoria molto eterogenea, soprattutto

tenendo conto che la cultura di un popolo è in continua evoluzione e l'immagine che di

essa si fa un qualsiasi osservatore ha un valore soggettivo. Fra i suoi sottotipi è il turismo

archeologico, che occupa però una nicchia di non facile definizione, spesso confusa con

quelle di offerte turistiche più generali, le quali possono interessare le stesse mete e gli

stessi itinerari. Molti dei beni archeologici esistenti, esclusi quelli “musealizzati”, sono per

altro di facile e generale fruizione e la loro visita non richiede un biglietto di ingresso o una

qualsiasi altra forma di controllo e registrazione con cui si potrebbe almeno quantificare

l'entità dei flussi turistici da essi generati.

In Umbria, la rilevanza che può assumere il turismo archeologico si legge nell’elevato

numero dei siti archeologici visitabili (150), cui sono da aggiungere le numerose altre

strutture e risorse che sostengono il più generale cosiddetto turismo storico-artistico (127

musei, almeno una decina di città d'arte maggiori e altri centri minori non inseriti negli

itinerari turistici principali). 2

1 Il presente articolo costituisce la sintesi di alcuni capitoli della tesi di laurea su “Il turismo

archeologico in Umbria (Provincia di Perugia)” discussa il 24 giugno 2002 (Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Lettere, indirizzo classico, relatore Prof. Alberto Melelli).

2 Le notizie sull'argomento sono tratte dal Rapporto sul Turismo in Umbria 1999-2000, a cura della Regione dell' Umbria, Assessorato al Turismo, Mercury s. r. l. - Turistica, 2000, passim.

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LE RISORSE ARCHEOLOGICHE DELLA PROVINCIA DI PERUGIA

Per comprendere la ricchezza di tanto vasto patrimonio culturale, andrà ricordato come la

regione abbia visto succedersi varie culture fin dall’età del ferro (IX sec. a.C), tali da

conferire anche al panorama archeologico rilevanti differenze sia nello spazio che nel

tempo. Oltre all'area etrusca (nella valle del Tevere, in destra idrografica), si consideri

quella umbra affermatasi sull’opposto versante e quella sabina nella valle del Nera. Dopo i

primi contatti con le popolazioni dell'Umbria, seguiti da incursioni e distruzioni verso la

fine del IV sec. a.C., i Romani irruppero definitivamente sulla scena nel 295 a.C. (battaglia

di Sentinum).

Di tali presenze storiche sono ancora oggi visibili le testimonianze, talmente numerose da

far redigere un elenco di 782 ritrovamenti archeologici solamente nel territorio della

Provincia di Perugia. Essi formano un cospicuo patrimonio di risorse turistiche che si è

deciso opportunamente di riportare in apposita carta geografica.3 Dal confronto tra questa

e la carta promozionale dei siti archeologici di valenza turistica,4 emerge quanto modesto

sia il numero dei punti riportati su quest'ultima, a dimostrazione di un’ancora assai scarsa

valorizzazione a fini turistici del potenziale archeologico della regione.

3 L'elenco delle risorse archeologiche nella Provincia di Perugia è stato compilato integrando le

notizie ricavate da tre volumi dell'IRRES (Umbria : Itinerari turistici ed ecologici. Dorsale appenninica Centro-Nord, Regione dell'Umbria-IRRES, Perugia, 1994; Umbria : Itinerari turistici ed ecologici. Orvietano, Amerino, Narnese, Ternano, Regione dell'Umbria-IRRES, Perugia, 1994; Umbria : Itinerari turistici ed ecologici. Spoletino, Valnerina, Regione dell'Umbria-IRRES, Perugia, 2000), dalla guida archeologica Laterza (GAGGIOTTI M. et al., Umbria-Marche, Bari, Laterza, 1980), dal censimento (non pubblicato) realizzato a tale scopo nel 1988 dal PUT (Piano Urbanistico Territoriale) della Regione Umbria in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria, infine da sopralluoghi e conoscenze derivanti dall’osservazione diretta. Per quanto riguarda poi i ritrovamenti archeologici pertinenti a ville o insediamenti rustici romani, oltre alle fonti appena citate è risultata utile la tesi di laurea di Chiara Barberini (“Ville e insediamenti rustici di età romana”: un aggiornamento, Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Lettere, A.A. 2000-2001, relatore Prof. Matteini Chiari).

4 Realizzata da Protecno Perugia, Azienda Regionale di Promozione Turistica, Regione dell’Umbria, Unione Europea (Scala 1: 150000).

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LE STRUTTURE: MUSEI, RACCOLTE, LUOGHI DI VISITA E CENTRI DI DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA NELLA PROVINCIA DI PERUGIA

Di seguito (tab.1) sono riportati, secondo l’ordine alfabetico dei comuni di appartenenza, i

musei, le raccolte, i luoghi di visita e i centri di documentazione archeologica presenti nel

territorio considerato.5 E’ indicato altresì il tipo di struttura - museo, biblioteca, ecc. – e

laddove possibile, se la struttura è aperta tutto l'anno o solo in alcuni periodi, nonché

l’orario di visita. Infine, sono brevemente descritti i reperti giacenti all'interno della

struttura e con un asterisco sono evidenziati i musei gestiti dal Sistema Museo. Importanti

ai fini di una più o meno intensa fruizione delle strutture museali, ivi compreso il tempo di

apertura più o meno lungo per le visite, si rivela da un lato la loro gestione, dall’altro la

collocazione all’interno di un centro di maggiore o minore dimensione.

La tabella su riportata consente varie considerazioni, una delle quali attiene ai musei, e più

esattamente al loro orario di apertura; di norma quelli di gestione statale restano aperti più

tempo degli altri, anche se di poco. Per ventotto strutture o risorse (sul totale delle

trentotto), l’orario è in qualche modo limitato: alcune fanno orario dimezzato nella

stagione autunno/inverno, altre sono aperte solo il fine settimana, altre restano chiuse un

giorno a settimana, altre ancora accettano visite solo su richiesta. Tutti questi sono per lo

più i piccoli musei dei comuni meno frequentati dai turisti, ma non soltanto (ad esempio il

Museo archeologico nazionale di Spoleto, nonostante l’importanza della città, resta chiuso

la domenica pomeriggio). Infine tranne che in due casi ad agosto, nessuna struttura resta

aperta dopo le ore 20 (quest’ultima considerazione deve essere fatta comunque per la

stragrande maggioranza dei musei italiani).

Va inoltre notato, senza arrivare a dire dell’assenza di servizi complementari - come punti

di ristoro, o luoghi di consultazione di cataloghi dei reperti in mostra - che resta ancora

molto diffuso in molti dei musei o centri di raccolta archeologici il limite delle cosiddette

barriere architettoniche.

5 L'elenco si basa sui dati raccolti in: Musei in Umbria, s.l., Regione dell’Umbria, s.d., passim; Musei in

Umbria. Quali e dove, in “Umbria Regione”, n. 80, anno 13, suppl. al n.139 del 21 giugno 2001 dell’Agenzia Umbria Notizie, pp. 61-64; www.regione.umbria.it; Sistema Museo, Foglio di informazione periodica 03, 2001; www.sistemamuseo.it. Altro testo di utile consultazione, quantunque non aggiornato è quello di ALBERTI A. et al. (a cura), Musei Collezioni Raccolte Emergenze Archeologiche Archivi Biblioteche del Comprensorio Perugino, s.l., s.ed., 1990.

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Tab. 1 - Musei, raccolte, luoghi di visita e centri di documentazione archeologica nella Provincia di

Perugia (anno 2002).

COMUNE

STR

UT

TU

RA

AP

ER

TU

RA

OR

AR

IO

DESCRIZIONE

ASSISI MA SA

a pa

Museo Archeologico del Foro Romano e Collezione Archeologica* (Via Portica, 2). Circa 5 metri sotto l'attuale Piazza del Comune è il foro romano, esteso su un'ampia area e visitabile attraverso la “passeggiata archeologica”; sono visibili numerosi reperti di epoca umbro-romana, l'originaria pavimentazione, una cisterna e le scale che conducevano al soprastante tempio di Minerva.

BETTONA P a c

Raccolta Archeologica Comunale* (Piazza Cavour, 3). La raccolta collocata all'interno della pinacoteca, comprende numerosi resti archeologici di età etrusca e romana: cippi con iscrizioni etrusche e altri scolpiti, stele, monete romane, ceramica, frammenti architettonici e sculture.

M a pa Museo Civico* (Corso Matteotti, 70). Le opere presenti, divise in tre sezioni (una archeologica), sono strettamente legate alla storia locale, e testimoniano le vicende di Bevagna dall'epoca preromana fino al sec. XVIII.

SA a c

Complesso termale e mosaico romano* (Via Porta Guelfa, 4). Il complesso rappresenta un interessante documento della vita quotidiana romana. Una pannellistica illustra i diversi ambienti e il loro uso. Nel frigidarium si conserva uno splendido mosaico pavimentale (II sec. d.C.), a tessere bianche e nere, con figure appartenenti al mondo marino.

BEVAGNA

R a c Raccolta Archeologica presso il Municipio (Palazzo del Municipio, Corso Matteotti). Lungo la scala è sistemata una ricca collezione di reperti archeologici fra cui fregi, capitelli, iscrizioni e resti di una colossale statua romana.

CAMPELLO SUL CLITUNNO

SA a pa

Tempietto del Clitunno. Il sacello posto ai piedi della collina di Pissignano, occupa un rialzo del terreno, sovrastante il fiume che dà il nome anche alla celebre “fonte”. Il luogo, tuttora molto suggestivo, impressiona non solo scrittori del periodo romano, ma anche Byron, Carducci e molti altri più o meno illustri viaggiatori. L'architettura del tempietto ispira disegnatori e architetti rinascimentali: ne esistono schizzi di Antonio da Sangallo il Giovane, G. B. Piranesi, Palladio.

CANNARA Q R nv Raccolta Civica Archeologica e Antiquarium (Ex chiesa di S. Sebastiano e Palazzo Comunale).

CASCIA M a pa

Raccolta Archeologica* (Museo Civico di Palazzo Santi, Via Gaetano Palombi). La sede principale del circuito museale cittadino, inaugurata nel 1997, è nel palazzo della facoltosa famiglia Santi. Nelle due sale al pianterreno è esposto il materiale archeologico: sculture, frammenti di ceramica comune e fine a vernice nera, vasellame, anfore, fistole, monete e altro.

B a pa

Raccolta Civica Archeologica* (Biblioteca Comunale, Via delle Giulianelle). Comprende materiali paleontologici, abbondante materiale litico di età preistorica trovato in zona e in altre regioni, un corredo di sepoltura databile nell'età del bronzo finale rinvenuta casualmente a Lerchi, abbondante materiale di età romana scoperto nell'area e nei pressi della villa di Plinio a Colle Plinio.

QP a c

Antiquarium (Palazzo Vitelli alla Cannoniera, via della Cannoniera, 22) ubicato nella stessa sede della Pinacoteca Comunale. All'interno sono conservati bolli su tegole con l'iscrizione G. P. C. S. (Gaius Plinius Caeciliius Secundus), ceramica sigillata italica, monete imperiali, un'anfora romana, frammenti vari (marmorei, musivi, vitrei), e due pesi in pietra nera provenienti anch'essi dalla villa di Colle Plinio. Di notevole interesse sono inoltre un sarcofago strigilato del III sec d.C., raffigurante Amore e Psiche e proveniente da Badia Petroia, un bassorilievo frammentario con thiasos dionisiaco del II sec. d.C.

CITTA' DI CASTELLO

R a c Palazzo Comunale. Nella sala consiliare sono conservate numerose iscrizioni provenienti dal territorio di Città di Castello o recuperate in città, tra cui due dediche all'imperatrice Faustina e l'iscrizione di Plinia Chresta, liberta di Plinio.

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R a c Cattedrale. Nel tesoro della cattedrale è conservata una preziosa raccolta di suppellettili argentee paleocristiane, databili nel V-VI sec. d.C., rinvenuta casualmente a Canoscio.

CORCIANO R v

Raccolta Comunale (Corso Cardinale L. Rotelli). La raccolta, allestita presso la sede della residenza municipale, custodisce materiale preistorico e paleontologico, nonché reperti archeologici di epoca etrusco-romana, rinvenuti casualmente nel territorio comunale.

M a c Museo Regionale della Ceramica di Deruta* (Largo S. Francesco). Il museo presenta per lo più la produzione ceramica dal ‘300 al ‘900. L’itinerario di visita comprende anche un deposito con pezzi di ceramica arcaica, soprattutto apula.

P a pa

Pinacoteca Comunale* (Piazza dei Consoli). Nella pinacoteca comunale sono conservati resti archeologici. Nell'atrio è presente una rappresentazione di divinità fluviale seduta di età imperiale, varie iscrizioni e frammenti architettonici. Al piano superiore si possono osservare anfore, vetri romani e ceramica italiota.

DERUTA

F a c Raccolta di materiale ceramico (presso la fabbrica di Maioliche di Grazia). Sono qui visibili ceramiche dell'Italia meridionale, in particolare apule.

FOLIGNO M a c

Raccolta Archeologica (Palazzo Trinci, Piazza della Repubblica). La raccolta archeologica presenta diversi pezzi degni di nota: alcuni ritratti romani in marmo, uno dei quali, proveniente da Forum Flaminii, rappresenta Livia, un altro Filippo junior. Inoltre vi si trovano teste di divinità, alcune stele funerarie, un rilievo con rappresentazione di circo databile nel IV sec. d.C., un'iscrizione umbra che menziona Voltonius, costruttore di una cisterna o di una fonte. Sono anche visibili alcuni mosaici provenienti da Santa Maria in Campis.

FOSSATO DI VICO

Q v

Raccolta Archeologica (Vecchio Palazzo comunale, Via Mazzini). Nell'antiquarium sono conservati diversi reperti archeologici: frammenti di ceramica comune e a vernice nera, lastre di rivestimento, terrecotte architettoniche, anfore, monete, piccoli oggetti d'uso personale, una scultura a tutto tondo e frammenti lapidei. Tra questi, i pezzi più importanti sono un'iscrizione su cippo calcareo, una statua femminile di piccole dimensioni pertinente ad una fontana ed un bronzetto votivo maschile.

GUALDO TADINO

M a pa

Raccolta di materiale archeologico* (Museo Civico presso la Rocca Flea). Dal 1999 la rocca Flea (dal nome del vicino fiume Flebeo) è sede del museo civico. Il museo si articola in tre sezioni ed accoglie, nell'antica chiesa di S. Francesco al pianterreno e negli ambienti retrostanti, reperti archeologici attestanti il popolamento di Gualdo e del suo territorio dalla preistoria all'Alto Medioevo (particolare attenzione meritano alcune iscrizioni funerarie e una fronte di sarcofago databile al II sec. d.C.).

MA a c

Museo Archeologico (Palazzo dei Consoli, P.zza della Signoria). La raccolta di materiali prese avvio dall'Unità d'Italia e nel corso degli anni vi confluirono oggetti appartenenti a collezioni private e reperti degli scavi nelle aree del Teatro romano e di porta degli Ortacci effettuati a fine Ottocento - primi Novecento. Nella sala dell'Arengo, oltre ad un nutrito gruppo di lapidi funerarie e al sarcofago marmoreo (metà del III sec. d.C.) con la rappresentazione allegorica delle stagioni, si segnala la grande iscrizione proveniente dal teatro nella quale sono ricordati sia il completamento dell'edificio che il restauro del tempio di Diana e l'organizzazione di spettacoli in onore di Augusto. Nella sala delle Tavole sono conservate le celebri Tavole Eugubine, testo rituale fondamentale dell'antichità classica, e sei esemplari della monetazione di Iguvium.

SA Q a c Teatro Romano e Antiquarium (Via Don Minzoni). In un'area a valle della città attuale sono visitabili le vestigia più notevoli della città romana, tra cui spicca il Teatro della seconda metà del I sec. a.C.

GUBBIO

M a c

Museo della Chiesa di San Francesco (Piazza 40 Martiri). Nelle cantine della chiesa di San Francesco si trova una raccolta d'arte di varie epoche. In una delle sale è conservato vasellame proveniente da scavi dell'Italia meridionale, greco e apulo, teste votive e lucerne. Nel cortile del chiostro sono presenti alcuni frammenti di mosaici policromi con raffigurazione di animali marini.

NOCERA UMBRA R nv Raccolta Archeologica (Locali contigui alla ex chiesa e convento di San Francesco).

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M a pa

Museo Civico* (Castellina - Palazzo del Vignola). Il museo ha sede nel piano nobile della Castellina, uno degli edifici eretti dallo Stato della Chiesa per il controllo del territorio. All'interno sono visibili: nell'atrio un cippo sepolcrale proveniente da Popoli, con iscrizione che documenta la presenza della gens Sertoria a Norcia; nel cortile una statua di fanciullo togato in marmo bianco del I sec. d.C., cui è attaccata una testa femminile, non pertinente, del III sec. d.C.; a terra è un frammento di fregio dorico proveniente da un monumento funerario del I sec. a.C.

NORCIA

MA SA

a c

Criptoportico e Museo Archeologico (Ingresso presso Porta Ascolana). La Soprintendenza Archeologica per l'Umbria, in collaborazione con il Comune di Norcia, ha riportato alla luce e reso visitabile un tratto di criptoportico legato alla zona pubblica del municipio. All’interno è stato aperto il primo nucleo del museo archeologico; vi si osserva quanto fin qui rinvenuto della necropoli scavata nel 2000 presso Opaco sull'altopiano di S. Scolastica e dell’abitato preromano localizzato nella stessa area, oltre alle iscrizioni romane venute alla luce nel territorio.

MA a c

Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria* (Piazza Giordano Bruno, chiostro della Chiesa di San Domenico). Il Museo, ospitato nel Convento di San Domenico, è costituito da due grosse sezioni: la parte preistorica e quella etrusco-romana. I molti ed importanti reperti provengono sia dagli scavi ottocenteschi che da quelli più recenti. Sono esposti utensili in pietra, armi, oreficerie, vasellame, una ricca serie di urnette funerarie in travertino, tipiche della Perugia etrusca, e il famoso “cippo di Perugia”, importante documento per la conoscenza della lingua etrusca. Inoltre è possibile visitare la splendida “Tomba Cutu”, interamente ricostruita.

Q SA a c

Ipogeo dei Volumni e Necropoli del Palazzone* (Via Assisana 53 - Fraz. Ponte San Giovanni). Il complesso è costituito dal piccolo antiquarium che raccoglie un centinaio di urne in travertino provenienti dalla necropoli del Palazzone, la tomba ipogea monumentale etrusca della famiglia dei Volumni, e da alcuni altri ipogei della necropoli.

SA v Ipogeo di San Manno (presso la chiesa di San Manno). E' visitabile la tomba etrusca del III sec. a.C.

SA a c Pozzo Etrusco* (Piazza Danti 18). Il monumento è un'eccezionale opera di ingegneria idraulica databile alla seconda metà del III sec. a.C.

M a pa Museo delle mura e delle porte di Perugia* (Cassero di Porta S. Angelo). Il museo si sviluppa su tre piani: vi è una sezione etrusco-romana, una parte medievale e l'ala della Perugia quattro-cinquecentesca.

SA v Area Archeologica di P.za Cavallotti. Attraverso scale si accede al piano sottostante Piazza Cavallotti. Sono visibili resti archeologici, strutture idrauliche, una strada e parti di un edificio, datati dall'età etrusca a quella alto-medievale.

B a pa Gipsoteca Greca, Etrusca e Romana (Dipartimento Studi Classici, Via dell'Aquilone, 7). All'interno sono visibili copie notevoli delle più famose sculture etrusche, greche e romane.

SA a c Mosaico Romano di Sant’Elisabetta. (Via Pascoli – Istituto di Chimica). Il mosaico, pertinente ad un complesso termale e raffigurante Orfeo e le fiere, è datato agli inizi del II sec. d.C.

PERUGIA

SA a c

Necropoli Etrusca di Strozzacapponi (Località Strozzacapponi). La Soprintendenza Archeologica per l’Umbria ed il Comune di Corciano hanno realizzato una sorta di musealizzazione in loco della necropoli di Strozzacapponi; in alcune delle tombe sono state ricollocate le urne cinerarie.

PIETRALUNGA R v Raccolta Comunale Archeologica (Piazza Giordano Bruno, chiostro della Chiesa di San Domenico).

SCHEGGIA R nv Raccolta Archeologica (Palazzo comunale, Piazza Luceoli, 7).

SPELLO R nv c

Raccolta Archeologica (Piazza della Repubblica, Atrio del Palazzo Comunale Vecchio). Sono conservati i frammenti e le iscrizioni provenienti dal territorio comunale, raccolti per la maggior parte ad opera dell'abate Ferdinando Passerini: si segnalano soprattutto stele sepolcrali del I e II sec., frammenti di iscrizioni tra cui una dedicatoria all'Imperatore Adriano (117-138 d.C.) ed un'altra relativa ad una costruzione di Plinio il Giovane, una statua loricata, elementi di decorazione provenienti dalla frons scaenae del Teatro databili al I sec. d.C., la fronte lavorata di un sarcofago del III sec. d.C.

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SA a c

Casa Romana* (Via di Visiale). La casa romana di Spoleto (I sec. d.C.) è una suggestiva testimonianza di abitazione signorile di epoca imperiale, tradizionalmente attribuita a Vespasia Polla, madre dell'imperatore Vespasiano. Sono visibili ambienti, pavimentazioni a mosaico, strutture per l'utilizzo dell'acqua, tracce di affreschi.

SPOLETO

MA SA

a c

Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano (Via Sant'Agata). Sono esposti i materiali antichi provenienti dalla città di Spoleto e dal suo territorio. La raccolta contiene molte iscrizioni funerarie (una relativa alla costruzione della basilica ed un'altra di fullones), frammenti di sculture in marmo e travertino dell'epoca imperiale, un capitello, mosaici, varie urne ed altro. Di particolare interesse è la cosiddetta lex spoletina, con iscrizioni databili al III sec. a.C. e relative ai regolamenti nell’uso di un bosco sacro dedicato a Giove.

MA a c

Museo Archeologico* (Palazzo del Popolo). La visita comprende sette sezioni tipologiche dedicate a: Numismatica (una nutrita collezione con un ricco medagliere), Archeologia, Bronzetti, Tessuti, Ceramica, Museo della Città (con oggetti che illustrano la storia di Todi) e Pinacoteca.

TODI

G a

Circuito Museale di Todi.* La passeggiata lungo questo circuito permette di osservare strutture del Rinascimento, architetture medievali e testimonianze romane, restituite alla luce in seguito agli interventi di restauro di strade, chiese e palazzi.

M a c

Museo del Vino - Fondazione Lungarotti* (Corso Vittorio Emanuele, 11 - Palazzo Baglioni). All'interno sono conservati oltre 2800 manufatti divisi in settori, tra cui uno archeologico comprendente una raccolta di reperti che vanno dall'età cicladica a quella tardo imperiale a testimoniare l'uso del vino nel bacino del Mediterraneo: alcuni bronzi e anfore romane, buccheri, strumenti agricoli, una raccolta di anfore (alcune italiche), due coppe antiche a figure nere. In una delle sale è esposto un notevole esempio di torchio del tipo usato nell'antichità.

TORGIANO

M a c

Museo dell'Olivo e dell'Olio Fondazione Lungarotti* (Via Garibaldi, 10). La struttura raccoglie la documentazione sulla coltura dell'olivo e sugli usi dell'olio, passati e presenti. Tra i reperti, strumenti e contenitori, è di particolare rilievo la raccolta di lucerne ad olio.

MA a pa

Raccolta d'Arte di San Francesco e Museo Archeologico* (Ex convento di San Francesco, Largo Don Bosco). La raccolta d'arte allestita nel 1996 in una parte dell'ex convento di S. Francesco, comprende dipinti dei secoli XIII-XVIII e alcuni reperti romani, tra cui una testa in marmo di Giano Bifronte databile al II sec.

R a c Raccolta civica (Palazzo comunale). All'interno sono esposti alcuni materiali archeologici, soprattutto lapidei, provenienti dal territorio comunale.

TREVI

MA a pa Museo della Civiltà dell'Ulivo* (Largo Don Bosco). Il museo valorizza la secolare tradizione locale. Sono presenti anche reperti archeologici legati alla simbologia dell'ulivo e all'uso dell'olio.

TUORO SUL TRASIMENO

SA a pa Centro di Documentazione su Annibale e la Battaglia del Trasimeno (Parco “Il Sodo”, Via Ritorta, 1). Mostra permanente su Annibale e le varie teorie sulla Battaglia del Trasimeno.

Legenda Struttura: B = biblioteca; F = fabbrica; G = itinerario turistico; M = museo; MA = museo archeologico; P = pinacoteca; Q = antiquarium; R = raccolta; SA = sito archeologico. Apertura: a = annuale; s = stagionale. Orario: c = continuato (Mattina e pomeriggio, almeno per cinque giorni a settimana); nv = non visitabile; pa = parziale (Mattina o pomeriggio, per meno di cinque giorni a settimana); v = visite su richiesta.

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3

4

3

9

32

13

32 Alta Valle del Tevere

Alto Chiascio

Valle Umbra Settentrionale

Valle Umbra Meridionale

Spoletino

Valnerina

Perugino - Media Valle del Tevere Nord

Tuderte - Media Valle del Tevere Sud

Trasimeno

Fig. 1 – Numero dei musei, delle raccolte, dei luoghi di visita e di documentazione archeologica

nelle diverse aree della Provincia di Perugia.

Fig. 2 – Distribuzione di musei, raccolte, luoghi di visita e centri di documentazione archeologica

nella Provincia di Perugia (anno 2002).

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L’area del Perugino è chiaramente la più ricca di strutture (fig. 1 e 2), in primo luogo per

l’importanza che assume turisticamente il capoluogo della regione e per la valorizzazione

che ne consegue per i centri vicini. Questo valore positivo influenza anche gli orari di

apertura delle strutture: sono proprio del Perugino tre dei dieci musei aperti mattina e

pomeriggio tutti i giorni.

PARCHI DI INTERESSE ANCHE ARCHEOLOGICO NELLA PROVINCIA DI

PERUGIA

All'interno della Provincia di Perugia non esistono parchi con un'esclusiva valenza

archeologica (come lo è, ad esempio, il parco archeologico di Carsulae, in Provincia di

Terni). I diversi parchi regionali presenti costituiscono un sistema di organizzazione,

salvaguardia e promozione di aree che offrono più attrattive, tra cui anche le testimonianze

archeologiche dei siti da essi coperti.6 Questi parchi sono:

- Parco Regionale del Lago Trasimeno;7

- Parco del Monte Cucco;8

- Parco Regionale del Monte Subasio;9

6 www.parchi.provincia.perugia.it; www.parks.it 7 Il Trasimeno con il territorio limitrofo fu parte dell'Etruria e tombe e resti etruschi sono presenti

soprattutto nell'area di Castiglione del Lago. La romanizzazione avvenne contestualmente a quella di Perugia e il Trasimeno entrò nella storia di Roma con la battaglia del 217 a.C. Roma lasciò al Trasimeno il segno della sua grande scienza idraulica con la costruzione del primo emissario destinato a regolarizzare il livello delle acque e ad impedire le inondazioni. Di tale emissario oggi non si ha traccia. Per una breve storia delle opere idrauliche realizzate nel corso dei secoli allo scopo di risolvere il problema dell'allagamento dell'area circostante il Trasimeno, cfr.: DRAGONI W., Idrogeologia del Lago Trasimeno: sintesi, problemi, aggiornamenti, in “Geogr. Fis. Dinam. Quat”., 5, Torino, Comitato glaciologico italiano, 1982, pp. 192-206. La struttura insediativa conservata nel Parco è oggi prevalentemente quella medievale con i castelli,

con i centri cinti di mura di Passignano, Monte del Lago e di Castiglione del Lago 8 Massiccio del Monte Cucco. Guida naturalistica ed escursionistica, Club Alpino Italiano, Regione

dell'Umbria, Costacciaro (PG), Centro Nazionale di Speleologia “Monte Cucco”, 1991; www.parcocucco.it. Ricopre il sistema montano appenninico sul quale svetta il Monte Cucco (m. 1566) il cui versante

umbro scende fino alla via Flaminia (di questa sono conservate importanti testimonianze lungo il percorso romano). All'interno sono presenti fenomeni di carsismo e le acque sotterranee confluiscono nel fiume Sentino. Vi si trovano inoltre fossili in abbondanza. E' anche il Parco dello sport in montagna. I reperti archeologici collegati alla Flaminia sono di grande importanza, conservati in antiquarium e ancora visibili nel loro insediamento monumentale originario come il Pontespiano. Nel parco rientrano i comuni di Helvillum Vicus (Fossato di Vico), Suillum (Sigillo), Ad Ensem (Scheggia), Castrum Costacciari (Costacciaro). Questi quattro centri storici sono di grande importanza artistica, archeologica e paesaggistica, ricchi di testimonianze umbre e romane. Nella parte più a nord del territorio si trovano numerose abbazie benedettine e camaldolesi (importanti quella di Sant' Emiliano a Isola Fossara) e l'Eremo di San Girolamo a Pascelupo.

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- Parco Nazionale dei Monti Sibillini;10

- Parco Regionale del Colfiorito;11

- Parco fluviale del Tevere;12

- Parco dell'Altolina;13

- Parco della Valle Umbra (in corso di realizzazione).14

9 Il Subasio sovrasta la Valle Umbra. Dell'area del parco fanno parte i centri storici di Assisi, Spello e

Nocera Umbra, tutti di grande valenza archeologica. 10 ALESI A., CALIBANI M., Parco Nazionale dei Monti Sibillini: le più belle escursioni, Folignano (AP),

Società Editrice Ricerche s. a. s., 1992; www.scn.minambiente.it. Il territorio del parco ricade per lo più nella regione marchigiana, il resto in Umbria (in particolare

comprende i comuni di Norcia e Preci). Il parco offre la vista delle grandi dorsali tipiche delle montagne calcaree, con pareti scoscese, grandi altipiani carsici, gole strette e profonde scavate dalle acque. Il gruppo montuoso è molto imponente con cime che superano i 2000 metri (Monte Vettore e Monte Sibilla). A 1940 metri di altezza, ai piedi del Monte Vettore, è il Lago di Pilato (secondo la leggenda il governatore romano della Palestina che fece crocifiggere Cristo sarebbe morto o portato in queste acque gelide). Poco lontano, sotto il monte Sibilla si apriva la grotta omonima, oggi inaccessibile, nella quale, secondo Virgilio, si recò anche Enea.

11 AA.VV., Umbria Antica. Vie d'Acqua e di Terra, Mostra Archeologica (Perugia, CERP Centro Espositivo Rocca Paolina 28 marzo – 23 giugno 2002), Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria, Elemond s.p.a., Milano, Electa, 2002, p. 30-31; BONOMI PONZI L., La necropoli plestina di Colfiorito di Foligno, Ponte San Giovanni (Perugia), Quattroemme, 1997. Il paesaggio è quello dei piani carsici e delle civiltà agricolo-pastorali dell'Appennino. Si tratta di un

vasto altopiano con al centro elementi di eccezionale valore: la palude omonima, che raccoglie rare specie floristiche, vegetazionali e faunistiche; il Monte Orve ed il suo castelliere preistorico; le testimonianze archeologiche della città romana di Plestia.

12 Si trova parte nella Provincia di Terni, parte in quella di Perugia. Si estende dal ponte di Monte Molino al Lago di Alviano, e nel medio corso del fiume circonda il colle di Todi. Di seguito si incontrano: la gola del Forello, le rocche orvietane di Prodo e Titignano, poi i laghi di Corbara e di Alviano, (quest'ultimo luogo di riparo per la fauna ornitologica stanziale e migratoria). Prossime al fiume sono le testimonianze degli Umbri, degli Etruschi, dei Romani; inoltre vi si trovano i castelli, o i loro ruderi, appartenuti ai condottieri di ventura. Tutta la ricerca archeologica ha dimostrato che l’uomo ha scandito la sua presenza in costante rapporto con il Tevere. Alcune importanti scoperte archeologiche sono la fornace romana di Scoppieto e la necropoli umbra in San Lorenzo di Montecchio.

13 AA. VV., Umbria Antica. Vie d'Acqua e di Terra, op. cit., p. 21-22; BERGAMINI M., Recenti scoperte a Scoppieto, in “Annali della Fondazione per il Museo Claudio Faina”, VIII, Orvieto, s. ed., 2001, pp. 163 seg.; BERGAMINI M., Lo scavo di Scoppieto. L’Antiquarium di Baschi, in “Il Sabato”, 26 maggio 2001, pp. 23-24. Copre un'area a nord-est di Foligno, i cui centri principali sono Vescia e Pale. L'ambiente risulta

interessante per la convivenza di specie tipicamente mediterranee con specie appenniniche, nonchè per la sua varietà geomorfologica e paleontologica. Il fiume Menotre, che da Pale precipita nella vallata sottostante formando numerose e suggestive cascate, favorisce un ampio sviluppo di piante ripariali tra le quali nidificano molte specie di uccelli. Il Menotre ha segnato la zona anche dal punto di vista storico. La stessa valle, situata in una posizione di frontiera tra la zona di pianura e la montagna, ha rappresentato l’asse naturale di collegamento con il versante orientale dell’Appennino, verso le Marche ed il mare Adriatico. Attraverso i sentieri si scoprono numerosi resti archeologici: un’antica necropoli, presso il ponte dell’Altolina; avanzi di un’opera idraulica romana, situata prima dell’abitato di Pale, ecc. Si deve ai monaci benedettini di Sassovivo il primo sfruttamento industriale delle acque del Menotre con la costruzione, nella prima metà del XIII secolo, di mulini a grano e ad olio e di gualchiere per la produzione dei panni, in seguito trasformate in cartiere. Incastonato nella roccia del Monte di Pale si trova l’Eremo-Santuario di S. Maria Giacobbe.

14 Un parco archeologico in Valle Umbra, in “Il Corriere dell’Umbria”, 09 febbraio 2002, p. 9; Parco storico in Valle Umbra, in “Il Giornale dell'Umbria”, 29 maggio 2002, p. 25.

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TURISMO ARCHEOLOGICO-SPELEOLOGICO: UN RECENTE SUCCESSO

In alcune città umbre è nato molto recentemente un nuovo tipo di turismo che coniuga gli

interessi dell’archeologia e della speleologia. L'idea, molto apprezzata dal pubblico,

permette di parlare di una vera e propria moda. Certamente molto del merito complessivo

è da attribuirsi al fascino che esercita sull'uomo tutto ciò che è lontano dalla luce del sole,

quindi sotterraneo e apparentemente misterioso. Fino a poco tempo fa si sentiva parlare di

speleologia come di un dominio per pochi avventurosi, di “gente che fugge la realtà

infilandosi nei buchi” (www.assonet.org); in altri casi le cronache parlavano di speleologia

solo in caso di incidenti o di esploratori bloccati in grotta dalle piene. Succede ancora, ma

oggi si riesce anche a vederla come un’attività interdisciplinare alla base della quale

numerose competenze si integrano per la comprensione di fenomeni complessi.

L'ambiente sotterraneo ha una sua dimensione geografica, di cui sono da valutare tutti gli

aspetti morfologici, climatici, faunistici, nonchè culturali e storici. Grotte, pozzi e cunicoli

offrono notevoli possibilità di documentazione. Testimonianze di antiche culture sono

rimaste sepolte in ambienti ipogei, mentre determinate strutture sono nate sotterranee

come catacombe, carceri, presidi militari, fognature, necropoli e canalizzazioni.

Attualmente un Comitato tecnico-scientifico, formato da rappresentanti della Provincia di Perugia e

della Soprintendenza per i beni archeologici dell’Umbria, sta lavorando al progetto per la realizzazione del Parco storico- archeolgico nel territorio della Valle Umbra. Gli studi coinvolgono i resti di età romana presenti nella Valle Umbra Sud e lungo la variante orientale della via Flaminia. Fulcro dell’area sarà Spello e i primi fondi impiegati nel progetto serviranno proprio al restauro, al consolidamento e alla valorizzazione del complesso templare di Villa Fidelia di Spello, oltre che alla realizzazione della cartellonistica didattica e della segnaletica del luogo.

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La necessità di muoversi con padronanza in tali ambienti rende opportuna la

collaborazione tra tecnica speleologica e ricerca archeologica.

In Umbria sono stati studiati dei percorsi turistici sotterraneo-archeologici principalmente

in quattro città: Amelia, Narni, Orvieto e Todi. Anche la città di Gubbio, per la precisione,

presenta alcune cavità sotterranee che sono state studiate di recente, ma non sono aperte ai

visitatori. Si parla inoltre di una “Perugia sotterranea” (www.stpauls.it), riferendosi alla

Rocca che Paolo III impose ai Perugini, all'area archeologica sotto Piazza Cavallotti e alla

visita del pozzo etrusco.

LE INFRASTRUTTURE: MOBILITÀ E TURISMO ARCHEOLOGICO IN

UMBRIA

L’Umbria attualmente dispone di un’offerta turistico-archeologica fruibile, per la maggior

parte, solamente all’interno delle mura urbiche dei municipi che hanno avuto continuità

storica. La pluralità dei piccoli agglomerati di antichissima tradizione, che con la loro

struttura reticolare coprono la regione, forniscono l'occasione al turista di intraprendere dei

tour che toccano vari centri e quindi varie realtà paesaggistiche, storiche, culturali. Tali

centri sono tutti più o meno facilmente raggiungibili, e di conseguenza, lo sono anche i

monumenti archeologici che vi si trovano (che spesso ovviamente sono anche gli unici

valorizzati).

I monumenti sparsi sul territorio invece il più delle volte si raggiungono in maniera

disagevole, e per visitarli bisogna compiere un vero e proprio “viaggio”.15

Un'indubbia mancanza è nella cartellonistica: le indicazioni relative alle strade da percorrere

per raggiungere i monumenti archeologici sono assenti o veramente sporadiche, poste cioè

solamente nel punto in cui bisogna deviare,16 o di fronte al monumento stesso.

15 La difficoltà maggiore è quella che naturalmente riscontrano in diversi casi gli automobilisti i quali

non trovano strade rettilinee a quattro corsie con aree di servizio e simili, o devono percorrere tratti non asfaltati. Queste mancanze appaiono come punti di forza in una regione che fa del suo paesaggio verde lo slogan principale. Vale a dire che un tragitto in auto più lungo e tortuoso, ma comunque possibile, è sopportabile e si rende necessario, per godere di un ambiente naturale meno invaso dal cemento e più pulito. Le risorse archeologiche acquistano una loro bellezza, infatti, anche attraverso la suggestione del paesaggio che le circonda, e questo dovrebbe essere sfruttato come un vantaggio della nostra regione. Chiaramente un percorso agibile deve purtuttavia esserci, altrimenti la risorsa archeologica diventa attrattiva per pochi temerari.

16 E neanche un paio di metri prima, come nel caso della deviazione per recarsi all'area archeologica di Collemancio.

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Infine, dopo aver deciso di andare alla ricerca del sito archeologico meno noto fuori dal

centro abitato e dopo aver affrontato strade disagevoli in assenza di indicazioni chiare,

puoi pensare che ne è effettivamente valsa la pena ma soltanto nel caso in cui si constati

quanto interessante, ben conservato, leggibile e godibile sia il sito in questione: ed è

proprio questa ultima fase del nostro percorso a mancare, la condizione senza la quale il

resto rimane senza scopo. Da notare anche come certamente si sia creato una sorta di

circolo vizioso in cui la non valorizzazione di un'area è sia la causa che la conseguenza della

sua difficile accessibilità.

IL MOVIMENTO: GUADAGNI E NUMERO DI VISITATORI DEI MUSEI,

DEI MONUMENTI E DELLE AREE ARCHEOLOGICHE STATALI

Nella tab. 2 e nella fig. 3 vengono riportati i dati elaborati dal SISTAN (Sistema

Statistico Nazionale) relativi agli introiti e ai visitatori dei musei, dei monumenti e delle

aree archeologiche statali in Umbria.

Comune

Denominazione Istituto

Tipo Visitatori paganti

Visitatori ridotti

Visitatori gratuiti

Totale Introiti

Perugia Ipogeo dei

Volumni e Necropoli del Palazzone

A Pagamento 4.612 333 6.066 11.011 L. 19.114.000 = € 9871,56

Perugia Museo

Archeologico Nazionale

A Pagamento 8.020 700 11.137 19.857 L. 33.480.000 = € 17290,99

Spoleto Museo

Archeologico Nazionale e Teatro Romano

A Pagamento 8.994 790 7.150 16.934 L. 37.556.000 = € 19396,07

Gubbio

Teatro Romano Gratuito 0 0 18.644 18.644 0

Campello

Tempietto sul Clitunno

Gratuito 0 0 15.098 15.098 0

Tab. 2 - Visitatori ed introiti nei musei archeologici, monumenti archeologici e aree archeologiche

statali nella Provincia di Perugia relativi all'anno 2000.17

Fonte: elaborazione dati riportati da www.sistan.beniculturali.it.

17 La rilevazione riguarda i visitatori dei musei, monumenti ed aree archeologiche statali e i relativi

introiti, al lordo delle quote spettanti ai concessionari, ove presenti, del servizio di biglietteria. I dati presentati sono desunti dal numero dei biglietti, gratuiti e a pagamento, fornito dalle competenti Soprintendenze.

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050 .0 001 00 .0 001 50 .0 002 00 .0 002 50 .0 003 00 .0 003 50 .0 00

1 9 96 1997 1998 1999 2000

Fig. 3 - Visitatori dei musei, dei monumenti e delle aree archeologiche statali in Umbria.

Fonte: elaborazione dati riportati da www.sistan.beniculturali.it.

Si può facilmente constatare che la battuta d'arresto del numero dei visitatori dovuta al

sisma del 1997 non è stata ancora recuperata nel 2000.

Da un confronto regionale relativo all’anno 2000, l’Umbria si trova al tredicesimo posto (al

primo troviamo il Lazio) per numero di visitatori (304.287) e al decimo per quantità degli

introiti (Lire 744.318.000).

MOVIMENTO STAGIONALE DEI VISITATORI DI MUSEI, MONUMENTI E

AREE ARCHEOLOGICHE STATALI NELLA PROVINCIA DI PERUGIA

Nei tre musei archeologici statali sopraelencati (il Museo Archeologico di Perugia, l'Ipogeo

dei Volumni e il Museo Archeologico di Spoleto) si registra un flusso di visitatori altamente

condizionato dal periodo stagionale. I picchi più alti si riscontrano in aprile e in secondo

luogo in agosto (per esempio si veda fig. 4).

05001000150020002500300035004000

gennaio

febbraio

marzo

aprile

maggio

giugno

luglio

agosto

settembre

ottobre

novembre

dicembre

Fig. 4 - Stagionalità dei visitatori al Museo Archeologico di Perugia nell'anno 2000.

Fonte: Soprintendenza Archeologica dell’Umbria.

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Il turismo archeologico, che non necessita del presupposto della bella stagione,

teoricamente potrebbe contribuire alla destagionalizzazione del turismo in Umbria, il che

però non avviene forse a causa della scarsa attrazione riservata ai beni archeologici

regionali da parte dei turisti che scelgono di visitare aree archeologiche e musei solo se

inseriti in itinerari turistici contrassegnati dal prevalere di altri interessi.

I SONDAGGI

L'opinione del turista è fondamentale per comprendere il target di visitatori interessato ai

beni archeologici, in quale modo il pubblico è attirato nelle strutture, quali sono i punti

deboli ed i punti forti dei musei ed in generale se i turisti sono soddisfatti o meno. Ai

visitatori di tre musei della Provincia (Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria, Ipogeo

dei Volumni presso Ponte S. Giovanni di Perugia, Museo Archeologico di Norcia) è stato

pensato di sottoporre un questionario, con risposte guidate e non, così da ricevere un

parere sugli argomenti menzionati.

In tutte e tre le strutture è stato chiesto a coloro che eseguivano il servizio di biglietteria di

sottoporre il questionario ai turisti al momento della fine della visita.18

Sostanzialmente i risultati che emergono dal sondaggio sono omogenei e evidenziano

come il turismo archeologico sia un turismo d'èlite. Chi si reca in questi musei vuole vedere

con i propri occhi ciò di cui ha letto in libri e riviste specializzate, le quali già di per sé

attraggono un pubblico di lettori ben definito. Sono pochissimi i turisti che a Perugia,

mossi da pubblicità, cartellonistica, manifestazioni, mostre o altri eventi, entrano nei musei

archeologici. Tutti coloro che non hanno conoscenze di archeologia o non sono già

personalmente incuriositi dalle testimonianze del passato non vengono stimolati a provare

quest'esperienza.

Il cerchio dei turisti si stringe ulteriormente se pensiamo che il pubblico inesperto non

riesce ad interpretare attraverso le sintetiche didascalie di un cartellino i reperti che si trova

di fronte. Il suggerimento dato da uno dei visitatori19 di esporre disegni e immagini che

illustrino in maniera più semplice e immediata la funzione e l'interezza del reperto

andrebbe secondo me veramente preso in considerazione. In una società nella quale siamo

ormai portati a leggere immagini più che libri, un museo dovrebbe offrire la possibilità

18 Il campione di 100 questionari per ogni museo ha un periodo di compilazione che va in maniera

non continuativa da settembre 2001 a maggio 2002 nelle due strutture di Perugia. Il Museo Archeologico di Norcia ha dichiarato di avere avuto talmente pochi visitatori nel periodo in cui ho consegnato i questionari (marzo-maggio 2002), da riuscire a far compilare solo quindici questionari.

19 Uno straniero che probabilmente ha fatto il confronto con altri musei fuori dall'Italia.

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almeno di avere entrambi i livelli di comprensione dei reperti: l'immagine per cogliere

subito l'idea dell'oggetto, la spiegazione scritta per apprenderne i particolari di fattura,

contesto, uso e rinvenimento.20 Infine, il commento negativo a proposito dell'invisibile

segnaletica che dovrebbe condurre ai musei - lo stesso vale per i monumenti ed i siti -

archeologici, è inevitabile, soprattutto tenendo conto che i molti turisti stranieri in visita in

Umbria hanno maggiore difficoltà nel rintracciare strade e località.

L’UMBRIA ARCHEOLOGICA NELLA PROMOZIONE TURISTICA

Ciò che spinge un turista a scegliere una località piuttosto che un'altra, è molto più spesso

ciò che egli immagina rispetto a ciò che percepisce. Ciò considerato, nell'immaginario

turistico, nazionale o internazionale, l'Umbria si presenta innanzi tutto come “the green

hearth of Italy”, regione delle piccole città d'arte e come terra di San Francesco (santo

definito “testimonial eccezionale”, essendo venerato in tutto il mondo).21 Evidentemente il

valore archeologico non è considerato di grande rilevanza, fatta eccezione per l'archeologia

medievale le cui testimonianze maggiori sono proprio le stesse città d'arte così come

appaiono nel loro impianto architettonico ed urbanistico.

Il piano di promozione turistica per l’anno 2001 redatto dall'Azienda di Promozione

Turistica dell'Umbria prevede tre linee d'azione: la comunicazione, la promozione all'estero

e la promozione in Italia.22

La promozione in Italia invece è maggiormente differenziata perchè le manifestazioni che

si svolgono annualmente sono molto numerose, e di conseguenza vi si può partecipare con

un prodotto diverso a seconda del tema. Si contano, oltre alle due fondamentali Borsa

20 Inoltre ho notato che nelle brevi didascalie in genere presenti nei musei archeologici, sono usati

moltissimi termini scientifici, molto spesso ripresi direttamente dal greco antico, che indicano vasi, tecniche e materiali da costruzione, tipologie di sepoltura e altro, i quali non credo proprio siano comprensibili da chi non li ha studiati prima (così può essere individuato un altro motivo per cui la percentuale dei laureati è alta). Senza ridurre l'importanza di una terminologia appropriata, basterebbe semplicemente scrivere tra parentesi il significato della parola usata, oppure rappresentare in un cartellone gli oggetti e sotto indicarne brevemente il nome specifico e la funzione (così è stato fatto, ad esempio, presso il Museo Archeologico di Chiusi per tutte le forme dei vasi).

21 Rapporto sul Turismo in Umbria 1999-2000, op. cit. 22 Gli strumenti per la comunicazione disponibili oggi sono: editoria multilingue (in parte dedicata

alla presentazione generale dell'immagine della regione, in parte ai principali prodotti turistici presenti), collana di 12 poster su alcuni aspetti dell'offerta turistica regionale, shopper, diateca, pubblicità relativa a particolari iniziative (ad esempio legate a convenzioni alberghiere), cartelle per la presentazione del materiale pubblicitario, pubblicità tabellare. Ho verificato personalmente come nessuna di queste forme pubblicitarie attualmente presenti

immagini, foto o iniziative che in qualche modo ricordino al turista che esiste anche un'Umbria archeologica. Ad esempio, esistono poster con la foto della bellissima piazza del Duomo a Spoleto, ma non ne esistono (o non sono diffusi o perlomeno non ne sono al corrente i funzionari dell'Apt da me interpellati) del suo altrettanto suggestivo teatro romano, ben diffusi sono quelli della Cascata delle Marmore, molto meno quelli dell'importantissimo sito archeologico di Carsulae.

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Italiana del Turismo (BIT di Milano) e Borsa del Turismo Umbro (BTU) giunta alla sua

sesta edizione, undici manifestazioni annuali in Italia con la presenza di uno “spazio

Umbria”: tra queste sono presenti una fiera sul turismo delle città d'arte ed una fiera e

borsa sul turismo archeologico.

Quest'ultima è la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico che si svolge annualmente

dal 1998 a Paestum. Lo scopo che questa manifestazione si propone è di promuovere siti e

destinazioni di richiamo archeologico dei Paesi del Mediterraneo, di favorire la

commercializzazione di prodotti turistici specifici, di contribuire alla destagionalizzazione

del turismo italiano: si tratta di un’iniziativa che vuole coniugare economia e cultura.

All'interno vengono organizzati stand espositivi, workshop, conferenze e seminari (iniziative

imprenditoriali e opportunità di lavoro nel settore del patrimonio culturale; incontri con

sovrintendenti, archeologi, direttori di musei, docenti universitari).

La comunicazione turistica nella regione si serve inoltre dei mass-media tradizionali

(quotidiani, periodici, radio e televisione) e di spot, redazionali, inserti ed inserzioni

pubblicitarie. Si ritiene che per il tipo d'offerta che l'Umbria propone, la domanda che

genera è prevalentemente di tipo individuale. Ne consegue che gli strumenti della

comunicazione di massa sono i più efficaci per raggiungere un tale target.23

La promozione sulle testate giornalistiche italiane avviene tramite quelle quotidiane e

periodiche, di tipo specializzato e generalista.24

23 Ad esempio si è registrata in Umbria una forte ripresa del turismo nel post-terremoto, dovuta in

misura decisiva alla massiccia campagna stampa che l'Assessorato Regionale al Turismo e l'Apt hanno potuto condurre, soprattutto nel corso del 1999, in Italia e all'estero, grazie ad una disponibilità finanziaria eccezionale per il turismo regionale.

24 Tra le riviste specializzate delle quali l'APT dell’Umbria si serve per la promozione dell'arte, compaiono “Archeo” e “Medioevo”, le uniche riviste su diciannove ad essere lette da un pubblico di persone potenzialmente interessate al campo archeologico in senso stretto.

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LE INFORMAZIONI AL TURISTA

La richiesta di informazioni relative ad eventuali percorsi archeologici all'Ufficio Turistico

di Perugia, consente di scoprire che il materiale a disposizione è piuttosto esiguo: esso

comprende il libretto con cinque proposte di itinerario,25 la miniraccolta sull'Umbria

etrusca,26 il cofanetto relativo ai musei di alcune località distribuito gratuitamente dal mese

di Luglio del 2000 presso i principali musei umbri.27

Da segnalare è un intelligente progetto denominato “Turismo senza barriere” promosso

dall’Assessorato al Turismo e dall'Assessorato ai Servizi Sociali della Provincia di Perugia,

in collaborazione con l’E.N.S. (Ente Nazionale per la protezione e l’assistenza dei

Sordomuti), volto a facilitare ai non udenti la fruizione dell’offerta turistica territoriale.

CONSIDERAZIONI IN BASE ALLE INTERVISTE AI RESPONSABILI DEL

SETTORE

Dopo aver compiuto le ricerche necessarie a trattare l'argomento in questione, si è ritenuto

di prendere conoscenza dell'opinione di persone che svolgono un ruolo importante

nell'ambito del turismo, e dell'archeologia in particolare, la cui voce ha un certo peso nel

panorama locale.28

L’impressione generale provata al termine dei colloqui è che soltanto di recente ci si è posti

il problema dello sviluppo del turismo archeologico in Umbria. Probabilmente da parte

25 Umbria : Itinerari archeologici, Perugia, Regione dell'Umbria, Assessorato al Turismo, Unione

Europea, s.l., 1999. E’ un ben ideato volumetto dedicato a cinque possibili itinerari, preceduti da un’introduzione storica sulla regione in generale e sulle più importanti città d’origine antica in particolare, con un elenco di musei e centri di raccolta.

26 Interessante è la miniraccolta divisa in tre parti per andare specificamente alla volta del mondo etrusco, sia nei due maggiori centri di Perugia e Orvieto, sia nel resto dell’Umbria, tutto sempre corredato da illustrazioni, mappe e inquadramento storico: PIANU G., Perugia, in “Itinerari etruschi”, 1, Perugia, Electa, 1985; STOPPONI S., Orvieto, in “Itinerari etruschi”, 2, Perugia, Electa1985; SENSI L., Umbria, in “Itinerari etruschi”, 3, Perugia, Electa, 1985.

27 Musei in Umbria, op. cit. Cercando una guida archeologica dell'Umbria, il turista ne troverà nelle librerie, per quanto ben

fatte, solamente un paio (GAGGIOTTI M. et al., op. cit.; Umbria, Milano, Touring Club Italiano, 1999). Servendosi infine della rete informatica, il sito ufficiale della Regione dedicato al turismo non presenta affatto itinerari archeologici, ma soprattutto religiosi, visto che l’iniziativa è datata all'anno dell'ultimo Giubileo (www.umbria2000.it).

28 Ho scelto di intervistare sia coloro i quali lavorano per la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria, sia coloro i quali lavorano per la Regione dell'Umbria: la dott.ssa Dorica Manconi, direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Perugia, la dott.ssa Laura Bonomi Ponzi, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Umbria, il prof. Gianfranco Maddoli, assessore regionale al Turismo, Beni e Attività Culturali, Sport, insieme alla dott.ssa Antonella Pinna, responsabile dei Beni Culturali, e il prof. Valentino Paparelli, direttore dell’Apt di Perugia.

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della Soprintendenza si scontano anni di chiusura rispetto alla divulgazione al pubblico

delle risorse regionali, mentre da parte dell’ente Regione e quindi dell’Apt si è prestata la

maggiore attenzione solamente agli aspetti storico-artistici dell’offerta turistica, già noti e

consolidati.29

Naturalmente per trasformare una risorsa archeologica in un prodotto turistico sono

necessari in primo luogo fondi destinati a questo progetto, esperti del settore archeologico

ed esperti del settore economico-turistico, infine un’organizzazione al disopra delle parti,

capace di superare i limiti burocratici e politici che le diverse competenze impongono.

E’ poi auspicabile che in futuro la collaborazione sia più stretta anche tra Soprintendenza

ed Università, ad esempio nel realizzare una carta archeologica aggiornata, attualmente

inesistente, sulla base di fonti letterarie e ricerche sul campo e renderla accessibile.

A proposito dei già citati recenti cambiamenti delle strutture museali, è stata ammessa la

necessità di rivolgersi ad una seconda persona per occuparsi dei rapporti con l’esterno e

della promozione del Museo Archeologico Nazionale di Perugia (è un importante passo

avanti nell’evoluzione del museo che fa diventare complementari le conoscenze acquisite

attraverso studi classici con quelle derivate da studi economico-gestionali). Una nuova

figura professionale che nasce proprio per rispondere a tali esigenze è il manager dei musei

o, più in generale, manager culturale: professione non sostitutiva o alternativa rispetto a

quella del direttore del museo, ma ad essa complementare.30

A tutti gli intervistati è stato richiesto un commento a proposito del Sistema Museale

Regionale dell’Umbria. Solo minimamente gli obiettivi del Sistema Museo sarebbero stati

raggiunti. Comunque si è evidenziato lo stretto legame tra gli interventi settoriali, la

formazione, la creazione di profili professionali ad hoc e l’occupazione; si è saputo proporre

29 In ogni caso parlando con queste persone è sempre emersa la necessità di valorizzare e

promuovere il patrimonio archeologico del quale il pubblico ha una consapevolezza veramente scarsa, all'infuori di quelle due o tre località di alto interesse archeologico. Questo accade anche perché, evidentemente, non è aperto un canale di comunicazione e scambio tra le conoscenze territoriali della Soprintendenza e la supervisione promozionale della Regione e dell’Apt. A proposito della collaborazione tra gli enti interessati al riguardo, è sintomatico il fatto che i due esponenti della Soprintendenza l’abbiano definita scarsa, mentre alla Regione e all’Apt buona o ottima. Mi sembra essere emerso dalle interviste che tale collaborazione è piuttosto sporadica. Indubbiamente i campi d’azione degli enti in questione sono molto vicini, a volte si sovrappongono, inoltre anche a livello normativo la situazione non è chiarissima e questo sta alla base di una sostanziale lentezza se non addirittura immobilità delle iniziative gestionali e promozionali. Manca, come dichiarato da uno degli intervistati, il vero “genio” capace di realizzarle, dove “realizzare” significa mettere d'accordo le parti.

30 I direttori dei musei statali non sono normalmente messi nella condizione di produrre innovazioni reali nella gestione e l’attuale status quo non dà loro la necessaria autonomia decisionale su scelte importanti, quali la selezione e l’organizzazione del personale, l’indipendenza economica e la disponibilità finanziaria. Uno dei problemi, ad esempio, che deve affrontare il museo è di non poter evolversi con la stessa velocità dei gusti dei consumatori. Spetta al manager la conoscenza e l’interpretazione delle preferenze del pubblico, ma nel caso di un museo rimane sempre molto arduo competere, in fatto di attrazione, con gli allestimenti spettacolari di altri luoghi come i parchi a tema, ad esempio.

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in ambito nazionale un modello di funzionamento specifico per la tipologia museale

prevalente del “piccolo museo locale” (la cui economia è strutturalmente in perdita); infine,

si sono effetivamente realizzati alcuni progetti relativi all’editoria, alla catalogazione e

all’offerta di servizi aggiuntivi.31

CONCLUSIONI

RAPPORTO TRA TURISMO E PATRIMONIO ARCHEOLOGICO: LA

SITUAZIONE IN UMBRIA

Il problema del rapporto tra turismo e patrimonio archeologico è uno dei più impegnativi

che l’attualità propone e da affrontare in termini sia di promozione che di tutela. I segni

della presenza e dell’opera dell’uomo si ritrovano diffusi su tutto il territorio umbro con

intensità diverse e significati vari. La caratteristica di questo patrimonio è dunque proprio

la difficoltà di una sua rilevazione, lettura e conservazione. Si può affermare che i beni

diffusi sono in generale i più indifesi e spesso nel tempo trascurati. Di conseguenza è

sempre necessaria una prima fase di identificazione e studio, quindi una regolazione della

fruibilità capace di conciliare il desiderio di conoscenza con la garanzia della tutela del bene

archeologico.

La maggiore difficoltà è forse non cadere in nessuno dei due possibili eccessi: se da una

parte le aspirazioni primarie di questo modo di fare turismo non possono essere la

massificazione dei flussi e delle destinazioni ma una crescita del sapere e della sensibilità di

chi lo pratica, dall’altra si presenta il rischio di un turismo archeologico elitario. Questo

rischio è facilmente comprensibile se pensiamo che detto tipo di turismo presuppone una

preparazione di base idonea a far ricostruire mentalmente alcuni aspetti delle civiltà

antiche.32

31 Punti di debolezza invece possono essere rintracciati nella mancata imposizione, da parte della

Regione, di regolamentazioni rigide (sotto il profilo tecnico, amministrativo ed economico) di collaborazione fra gli enti locali e fra questi e gli altri titolari di raccolte e di musei pubblici, ecclesiastici e privati; di conseguenza è sempre in agguato il rischio di frammentazione del sistema; infine è da ravvisare la lentezza nell’adattare la teoria alla pratica, il che può anche dipendere da alcuni errori di valutazione nei confronti di strutture e mentalità organizzative rimaste statiche per decenni.

32 Infatti l'approccio ad un sito o ad un reperto archeologico è fondamentalmente di due tipi: esiste l'esperto che vuole soddisfare un'esigenza scientifica ed ha quindi un bagaglio di conoscenze proprie, oppure colui che considera il tempo libero quale occasione per accrescere il proprio patrimonio culturale e necessita di guide o altri mezzi ausiliari per interpretare i resti archeologici che avrà difronte.

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Il turismo in Umbria è notoriamente una delle principali risorse economiche della regione

e presenta punti di forza eccezionali, ma contemporaneamente anche elementi di fragilità:

bassa permanenza media dei turisti, carenza di mezzi innovativi di informazione e ancora

troppo modesta valorizzazione del ricchissimo patrimonio storico-culturale diffuso sul

territorio umbro, in particolare quello archeologico.

Non si è mancato di considerare le strutture, in primis i musei, realizzate per mostrare al

pubblico i beni archeologici. Esse risultano non del tutto idonee a valorizzare le

molteplici risorse che al riguardo la regione possiede. Esiguo è il numero di tali

strutture, scarsa la promozione che ne viene fatta, non sufficientemente chiara la

relativa segnaletica stradale.

Presi in esame i servizi complementari destinati a facilitare e rendere gradevole e

soddisfacente l'approccio ai beni archeologici (fig. 5), le indagini compiute

dall’Osservatorio Turistico Regionale rivelano che quasi la metà dei turisti giudica

insufficienti i trasporti.

32,7

62,6

4,1 4

46,737,2

49,258,8

4,7

0

10

20

30

40

50

6070

80

90

100

Trasporti Segnaletica Presenza di

guide turistiche

Ottimo

Buono

Insufficiente

Fig. 5 - Elementi meno apprezzati del servizio turistico.

Fonte : OsservatorioTuristico Regionale.

Innanzitutto emerge una generale scarsa sensibilità, nei confronti dell’archeologia e della

storia delle civiltà succedute in Umbria nel corso dei secoli. E’ un’ignoranza determinata

probabilmente dall'imponenza e numerosità dei segni lasciati dal Medioevo: tutto quello

che è avvenuto prima è stato dimenticato o confuso.

Alla scarsa considerazione da parte dell’Assessorato al Turismo del patrimonio

archeologico del territorio si dovrebbe dunque porre rimedio (non si dimentichi che il

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turismo culturale fa in Italia la parte del leone, con ben oltre il 50 %, per quanto attiene alle

motivazioni turistiche del nostro Paese).33

L’Umbria infatti potrebbe ricavare da questo settore turistico, oltre al prestigio culturale,

notevoli vantaggi economici.34 Esso potrebbe essere utile, ad esempio, anche per allungare

i tempi di permanenza media dei turisti e diminuire i negativi aspetti della stagionalità dei

flussi.

Perché risultino attrattive le nostre risorse archeologiche, si dovrà renderle accessibili,

comprensibili e di piacevole fruizione. A tale scopo risulterà preziosa la collaborazione tra

enti pubblici e privati, magari costituendo una commissione addetta unicamente ad attuare

tutti gli interventi necessari a far diventare la risorsa archeologica anche prodotto turistico.

Ancora alquanto scarsa può dirsi infine la promozione dei beni archeologici da parte

dell'Assessorato al Turismo e dell'Apt, come poco numerose fin qui sono risultate le

iniziative prese dai responsabili dei singoli musei o siti archelogici per attirare i visitatori.35

La pubblicità, non andrà sottovalutato, rappresenta uno degli stimoli principali nella scelta

dell’itinerario turistico. Siamo circondati da bombardanti immagini televisive, annunci alla

radio, siti internet, cartellonistica e simili che propongono milioni di viaggi, vacanze e gite

culturali. Come possiamo prendere in considerazione l'opportunità di andare a conoscere

da vicino le testimonianze archeologiche presenti in Umbria, se nessuno richiama

efficacemente la loro esistenza? Per non parlare poi del fatto che il primo passo per

sensibilizzarci all'archeologica dovrebbe essere fatto nelle scuole.36

Nell’obiettivo dello sviluppo del turismo archeologico in Umbria, una delle difficoltà

principali sta nello stabilire chi deve occuparsi dell’organizzazione degli interventi necessari

33 Così afferma Armando Peres, Direttore del TCI, nel Notiziario dell’Osservatorio turistico regionale, a

cura dell’Agenzia Umbria Notizie e dell’Assessorato al Turismo della Regione dell’Umbria, anno 2 n. 11, supplemento al n. 3 del 04–01–2001, s.p.

34 Un'indicazione in tal senso ci viene data anche da una “Top 100” realizzata dal SISTAN (Sistema Statistico Nazionale) per l'anno 2000, dei musei, monumenti ed aree archeologiche statali maggiormente visitate; in tale studio al primo posto si colloca l'Anfiteatro Flavio a Roma (2.503.001 visitatori, L. 20.260.763.000 di introiti), mentre l'Umbria si colloca al cinquantunesimo posto con la Galleria Nazionale dell'Umbria (107.855 visitatori, L. 526.084.000 di introiti) e all'ottantunesimo con l'Area Archeologica di Carsulae nella Provincia di Terni (51.559 visitatori, ingresso gratuito).

35 E’ quanto si rileva anche dai sondaggi sottoposti ai turisti in visita presso il Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria, l'Ipogeo dei Volumni e il Museo Archeologico di Norcia: soltanto una percentuale molto bassa di visitatori si è recata in quelle strutture dopo averne avuto notizia tramite la promozione locale.

36 L’anno scorso al British Museum di Londra ho visto tantissimi bambini in divisa scolastica stare difronte a statue ed altri reperti con blocchi da disegno e matite in mano: un modo, prima di tutto, per venire a sapere dell’esistenza di quei beni, poi per ricordarli dopo aver dedicato loro del tempo a raffigurarli, infine per arrivare a coglierne e distiguerne i particolari. Certamente tante altre cose possono essere ideate con lo stesso scopo. Al Museo della Civiltà Romana a Roma, per esempio, è stato realizzato un piccolo scavo artificiale attraverso cui i bambini possono avere un'idea di quale sia il lavoro dell’archeologo.

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per il cui studio e individuazione sarà da considerare determinante l’apporto di

professionisti specializzati nel campo.

Per quanto riguarda i musei, in linea teorica, la strategia della rete museale sembrerebbe

essere una buona soluzione, ma molto va ancora realizzato per parlare concretamente di

una rivoluzione nel settore. In generale, la costituzione di una rete di musei può

comportare svantaggi: si riduce il grado di libertà di ogni partecipante, si devono affrontare

ingenti costi di personale e di spazi informativi oltre ai costi relativi alla gestione delle

relazioni (con gli altri partecipanti, con gli sponsor e con ogni altro soggetto interessato); si

può perdere denaro senza essere sicuri della possibilità di un rientro economico proficuo.

I maggiori vantaggi, invece, ottenibili dalla cooperazione tra musei sono la possibilità di

accedere a maggiori finanziamenti e possedere quindi una maggiore forza contrattuale, di

dare vita a progetti ed iniziative troppo complessi e costosi per i singoli partecipanti, di

sfruttare il mercato e l’immagine creati dall’intera rete.

Una più adeguata e soddisfacente valorizzazione del patrimonio archeologico umbro potrà

trarre un utile contributo dalla collaborazione con le altre regioni d'Italia, ad esempio con le

Marche che stanno cercando di promuovere e sfruttare turisticamente le risorse

archeologiche della regione. D’altronde, lo stesso parere è espresso spesso anche da parte

delle persone che lavorano nel campo turistico se non proprio in quello archeologico e in

alcuni casi ho intravisto l'interesse a rimediare a questa mancanza. Sono, questi, segnali

positivi in vista di un cambiamento che si spera di vedere raggiunto assai presto.

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ALLEGATO. Questionario sottoposto ai visitatori del Museo Archeologico Nazionale

dell'Umbria (Perugia), dell’Ipogeo dei Volumni presso Ponte S. Giovanni (Perugia) e del

Museo Archeologico di Norcia nel periodo settembre 2001 - maggio 2002.

DOMANDE RISPOSTE I Data di oggi

II Nazionalità e città di provenienza

III Età 0 - 20 21 - 40 41 - 60 Oltre 61 IV Sesso M F

V Istruzione scolastica

Scuola Media Inferiore

Scuola Media Superiore Università

VI Visita al museo compiuta

Da solo Con la famiglia Con un gruppo

VII

Di quale mezzo di trasporto si è servito per raggiungere questa località?

Auto Autobus Treno Aereo Altro

VIII E' la prima volta che visita questo

museo? Sì No

IX Come è venuto a sapere di questo museo?

Libri, giornali, riviste

Promozione locale

Suggerimenti di conoscenti

Operatore turistico

Altro

X

Impressione personale

riguardo ai reperti visti

Negativa Sufficiente Buona Ottima

XI

Impressione personale riguardo alla

gestione di questo museo

Negativa Sufficiente Buona Ottima

XII Pensa di tornare a visitare questo museo?

Sì No

XIII Commento libero

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