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Autore dei testi: Walter Nicoletti

Progetto e Coordinamento: Giovanna Fambri e Luisa Sandrin

Creatività grafica: Prima s.r.l.

Copyright: Tutti i diritti sono riservati Giunta della Provincia autonoma di Trento, 2007 Servizio Rapporti Comunitari e Sviluppo Locale

Editore: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Stampa: Effe & Erre Litografia, Trento

Il Trentino con l’Europa : Interreg III : la cooperazione transeuropea : obiettivi e risultati : 2000-2006. - Trento : Provincia autonoma di Trento. Giunta, 2007. – 141 p. ; 24 cm 1. Unione europea - Programma Interreg III - Progetti 2. Cooperazione - Europa - 2000-2006 - Partecipazione trentina 341.7094

I contenuti della presente pubblicazione riportano i dati raccolti dal 31 luglio 2006 al 30 agosto 2006 e i riferimenti aggiornati al 31 dicembre 2006

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Il Trentino vanta una ricca tradizione di cooperazione con le regioni confinanti e un’apertura particolare verso l’Euro-pa, frutto della storia di questa provin-cia e della sua particolare collocazione geografica. Nel periodo 2000-2006 l’am-ministrazione provinciale è stata impe-gnata in 25 progetti di cooperazione territoriale realizzati con il co-finanzia-mento europeo sul Programma di ini-ziativa comunitaria Interreg III (per un importo pari a Euro 3.789.250,00). Que-sta pubblicazione intende restituire i ri-sultati del lavoro svolto e degli obietti-vi raggiunti, sottolineando l’importanza delle funzioni della cooperazione a livel-lo territoriale in Europa, nell’ottica di un miglioramento della competitività a li-vello mondiale e di una nuova prospetti-va di collaborazione attraverso lo scam-bio di know-how fra territori diversi. I progetti sostenuti dalla Provincia au-tonoma di Trento hanno riguardato, in linea con gli orientamenti comunitari, temi quali la protezione dell’ambien-te, la promozione delle risorse locali e dei prodotti di qualità del territorio, il sostegno alle attività imprenditoriali e la diffusione delle tecnologie dell’in-formazione come strumento di rivitaliz-zazione dei territori montani. Le meto-dologie di lavoro utilizzate, soprattutto per quanto riguarda i due progetti nei quali la Provincia è stata Lead Partner

(Via Claudia Augusta e Alpinet Gheep), possono essere assunte a modello per ulteriori interventi in ambito comunita-rio, oltre che come esempi di gestione di progetti intersettoriali in ambito loca-le; lo scambio di esperienze, di know-how fra territori con differenti sistemi giuridici e amministrativi (oltre che lin-guistici) non possono che arricchire la nostra comunità.Sulla base del giudizio più che positi-vo e del successo ottenuto da Interreg, la cooperazione territoriale nella prossi-ma programmazione 2007-2013 è stata assunta ad obiettivo strategico priorita-rio dall’Unione europea. Si tratta di uno stimolo ulteriore anche per un territorio come il Trentino che negli ultimi anni ha intensificato i propri sforzi in direzio-ne dell’internazionalizzazione. Desidero ringraziare tutte le persone coinvolte sul territorio e i collaboratori dei servizi provinciali che hanno reso possibile lo sviluppo di questi progetti con la loro competenza e professiona-lità, con una menzione particolare per il Servizio Rapporti Comunitari per l’im-pegno profuso nel coordinamento dei progetti.

Gianluca SalvatoriAssessore alla Programmazione,

Ricerca ed Innovazione della Provincia autonoma di Trento

Il Trentino con l’Europa

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La politica di coesione dell’Unione eu-ropea si sviluppa nel corso degli anni ottanta e novanta del secolo scorso con l’obiettivo di ridurre le disparità fra i ter-ritori e favorire la loro integrazione in un progetto comune.I primi strumenti finanziari delle poli-tiche di coesione ad essere utilizzati sono i fondi strutturali di settore come il Fondo Sociale Europeo (FSE), il Fon-do Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (FEOGA), il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e il Fon-do di Coesione. L’obiettivo è quello di elevare lo sviluppo dei contesti sociali, economici e culturali delle Regioni in ri-tardo di sviluppo o interessate da mo-menti di difficoltà e/o caratterizzate da potenzialità territoriali ancora inespres-se.Con il consolidarsi del percorso di inte-grazione europea, le politiche di coesio-ne diventano una parte strutturale delle strategie di sviluppo della Comunità eu-ropea che, a partire dal 1989, intrapren-

de il primo periodo di programmazione che si conclude nel 1993. Da allora si inizia a parlare di nuova po-litica regionale, intendendo con questo un insieme di strumenti rivolti allo svi-luppo dal basso del territorio (bottom-up) realizzati attraverso i principi della concentrazione delle risorse su priorità specifiche, dell’addizionalità dei fondi comunitari con quelli dei singoli Stati aderenti e del partenariato inteso come coinvolgimento progressivo delle Re-gioni e degli Stati.Con Agenda 2000, il testo di indirizzo delle politiche europee rivolte all’allar-gamento dell’Unione, all’innalzamento dei suoi livelli di competitività esterna e di coesione interna, viene dato un ul-teriore impulso alle politiche di coope-razione.Le politiche di coesione si sono così rivolte alle Regioni che vivono particolari difficol-tà a livello socio-economico e ai 10 pae-si nuovi entrati che, ad iniziare dal 2004, possono beneficiare a tutti i livelli dei so-

La cooperazione transeuropeaL’iniziativa comunitaria Interreg III nel periodo di programmazione 2000-2006 e le prospettive future delle politiche di coesione dell’Unione europea

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stegni diretti tramite i fondi strutturali.Il prossimo periodo di programmazio-ne dovrà quindi affrontare le nuove sfi-de dell’allargamento con un ulteriore e più serrato coinvolgimento dei paesi dell’area orientale extra UE, dei Balcani e del Mediterraneo.

Gli strumenti della politica di coesione 2000-2006

Nell’ultimo periodo di programmazio-ne sono stati utilizzati cinque strumen-ti fondamentali per il finanziamento dei progetti e dei programmi di sviluppo dell’Unione europea con particolare at-tenzione alla coesione e alla coopera-zione fra Stati e Regioni.

FESR-Fondo Europeo di Sviluppo Regionale:

riguarda essenzialmente progetti di sviluppo del territorio con particolare attenzione alle nuove attività impren-ditoriali ed occupazionali. Sostiene in-vestimenti relativi ad infrastrutture pro-duttive e allo sviluppo delle Pmi, piccole e medie imprese.

FSE-Fondo Sociale Europeo:

è lo strumento finanziario di sostegno alle attività formative e di inserimento professionale.

FEOGA-Fondo Agricolo di Orientamento e Garanzia:

è rivolto al sostegno dello sviluppo rura-le e delle imprese agricole.

Fondo di Coesione:

riguarda gli Stati più poveri dell’Unione europea e sostiene progetti ambientali e di sviluppo delle reti dei trasporti.

SFOP-Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca:

riguarda investimenti in questo specifico settore.

I fondi europei sono stati utilizzati nel periodo 2000-2006 per il sostegno di tre obiettivi prioritari.

Obiettivo 1: rappresenta l’intervento prioritario della politica regionale eu-ropea in favore delle Regioni in ritar-do di sviluppo.

Obiettivo 2: riguarda aree urbane, rurali e industriali con particolari pro-blemi strutturali di sviluppo che ne-cessitano di una riconversione eco-nomica e sociale per riprendere la propria traiettoria di crescita.

Obiettivo 3: si riferisce ad attività di formazione ed avviamento al lavo-ro che si svolgono in tutte le Regioni non Obiettivo 1.

La Provincia autonoma di Trento ha svi-luppato una serie di iniziative comu-nitarie che rientrano nell’Obiettivo 2 e nell’Obiettivo 3.

Nel periodo di programmazione 2000-2006 sono stati investiti complessiva-mente 213 miliardi di euro così ripartiti:

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Obiettivo 1: 70,0% Obiettivo 2: 11,5%Obiettivo 3: 12,3%

A questi investimenti si sono aggiun-te altre risorse pari al 5,35% del totale

dei fondi strutturali che sono state as-segnate a quattro iniziative comunitarie complementari e funzionali all’attuazio-ne di una strategia di sviluppo sosteni-bile e competitiva all’interno della nuo-va Europa:

Interreg III: riguarda la cooperazione transeuro-pea di tipo transfrontaliero, transna-zionale e interregionale.

Leader Plus: si riferisce a progetti di sviluppo ru-rale promossi dai soggetti del terri-torio nella logica di uno sviluppo dal basso partecipato, concertato a livel-lo politico-amministrativo e sosteni-bile con l’ambiente.

Equal: si occupa dell’accesso dei sogget-ti deboli al mercato del lavoro supe-rando particolari forme di disugua-glianza e discriminazione.

Urban II:viene utilizzato come strumento per la rivitalizzazione di zone urbane de-gradate.

Una limitata percentuale del bilancio dei fondi di coesione, pari allo 0,5%, viene utilizzato per attività in favore delle pesca.

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L’iniziativa comunitaria Interreg III

Obiettivi di Interreg III sono innanzitut-to le attività di cooperazione fra diver-si soggetti pubblici e privati di Stati e Regioni incluse nel territorio comunita-rio, di prossima adesione o confinanti, al fine di favorire il processo di allarga-mento dell’Unione europea ed il percor-so di integrazione fra i diversi paesi.Fra gli obiettivi prioritari rientra la defi-nizione di strategie, linguaggi e meto-dologie comuni volte alla risoluzione di problematiche legate allo sviluppo eco-nomico, alla sicurezza ambientale e del territorio, alla salvaguardia del patrimo-nio culturale, allo sviluppo di nuove reti telematiche ed informatiche e di servi-zio, al rafforzamento di una politica co-mune rivolta alla mobilità e ai trasporti con particolare riferimento agli assi via-ri strategici, alla cooperazione in mate-ria di ricerca e sviluppo tecnologico.Interreg I viene realizzato dal 1991 al 1993, Interreg II dal 1994 al 1999 e In-terreg III dal 2000 al 2006.Su Interreg III sono stati allocati 4,8 mi-liardi di Euro provenienti dal FESR Fon-do Europeo di Sviluppo Regionale. Que-ste risorse hanno in genere coperto il 50% degli investimenti, mentre la parte restante è stata assicurata alle Regioni e Province italiane dal Fondo nazionale di rotazione.Interreg ha subìto un’evoluzione con-tinua passando da azione pilota nel primo periodo di programmazione ad iniziativa comunitaria nell’ultimo set-tennio, fino ad assurgere a vero e pro-prio Obiettivo strategico nel periodo di

programmazione 2007 - 2013. Interreg III si articola in tre sezioni: tran-sfrontaliera, transnazionale e interre-gionale.

Interreg IIIA: cooperazione transfrontaliera

Riguarda lo sviluppo integrato fra Re-gioni collocate lungo i confini politici delle nazioni dell’Unione europea, ma anche forme di cooperazione fra gli Sta-ti frontalieri e i territori dell’Est che si trovano lungo i confini esterni dell’Eu-ropa dei 25 e particolari Regioni maritti-me del Mediterraneo.L’obiettivo riguarda la messa a punto di strategie comuni indirizzate alla ri-soluzione di problematiche comuni e allo sviluppo di particolari settori qua-li le aree rurali, urbane e costiere. Altri obiettivi riguardano la crescita dell’im-prenditorialità e delle piccole e medie imprese, la cooperazione fra ammini-strazioni ed istituzioni, l’efficienza delle reti, dei servizi, dei trasporti e della logi-stica. Al centro di Interreg IIIA c’è anche l’attenzione allo sviluppo delle energie rinnovabili e del risparmio energetico, della tutela dell’ambiente, della ricer-ca e della diffusione delle nuove tecno-logie, delle competenze professionali, della crescita del mercato del lavoro e dell’integrazione sociale.La Provincia autonoma di Trento, non essendo una Regione confinante con altre nazioni europee, non partecipa a questa iniziativa, mentre vi fa parte a pieno titolo la Provincia autonoma di Bolzano.

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Interreg IIIB:cooperazione transnazionale

Vi possono partecipare Stati, Regioni e territori interni, confinanti o esterni all’Europa dei 25. Interreg IIIB riguar-da progetti volti ad innalzare il livello di integrazione e di coesione sociale, a migliorare lo sviluppo del territorio in un’ottica di sostenibilità ambientale e in una prospettiva di rafforzamento del-la competitività economica.Il programma consente inoltre l’acces-so a progetti di sviluppo e di cooperazio-ne fra Regioni interne all’Unione e Stati di nuova o prossima adesione, nonché Stati e Regioni confinanti.

Le priorità di Interreg IIIB riguardano:

le strategie di sviluppo sostenibile del territorio in ambito transnaziona-le. Rientrano in questo ambito anche attività di cooperazione fra città e tra zone urbane e rurali;l’innalzamento delle conoscenze e dell’accesso alla società dell’infor-mazione ed il miglioramento delle co-municazioni e dei trasporti;l’attenzione alla salvaguardia e alla sicurezza del territorio con particola-re riguardo alle risorse idriche, non-chè la promozione del patrimonio culturale;la promozione della cooperazione e dell’integrazione fra Regioni maritti-me, insulari e periferiche.

Interreg IIIB ha individuato una serie di macro aree di cooperazione corrispon-denti a particolari aggregazioni geogra-

fiche considerate bisognose e merite-voli di un’azione comune concertata.La Provincia autonoma di Trento è coin-volta in due di queste aggregazioni stra-tegiche: lo Spazio Alpino e l’area CAD-SES.

Interreg IIIB Spazio Alpinowww.alpinespace.org

Il programma comprende le Regioni alpine di Francia, Italia, Germania, Au-stria, Slovenia, Liechtenstein e della Svizzera nonostante la mancata adesio-ne di questo paese all’Unione europea.Come tale il programma comprende tutte le specificità territoriali delle Alpi alle quali si aggiungono le aree pede-montane e le pianure circostanti.Spazio Alpino corrisponde quindi ad un’area strategica sia sul versante del-l’ambiente e della difesa del patrimonio naturale, sia sul versante dello sviluppo economico e delle grandi vie di comu-nicazione essendo le Alpi uno dei pas-saggi obbligati dei grandi flussi di tran-sito dal Mediterraneo all’Europa.

Il cuore del programma è lo sviluppo sostenibile che si realizza attraverso una serie di obiettivi specifici che pun-tano alla promozione:

di una “visione” comune dello Spazio Al-pino come area strategica per l’Europa;di una politica di sviluppo sostenibi-le comune;dell’accessibilità ai servizi e ad un si-stema di trasporto competitivo e mo-derno;della tutela del patrimonio culturale e naturale.

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Le aree tematiche nelle quali vengono sviluppate le azioni riguardano in ma-niera essenziale:

la competitività e la pianificazione territoriale;

la promozione di sistemi di trasporto sostenibili;la promozione del patrimonio cultu-rale e ambientale e la prevenzione dei disastri naturali.

Regioni UE Regioni non UE

Spazio Alpino

Regioni UE Regioni non UE

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Interreg IIIB CADSES Central Adriatic Danubian South Eastern European Spacewww.cadses.net

Comprende l’area dei paesi del centro Europa e l’area adriatico-danubiana che si estende dall’Europa dell’Est pas-sando per i Balcani e la Grecia.L’obiettivo del programma è la creazio-ne di strategie comuni in favore dei pae-si di vecchia e nuova adesione comuni-taria e dei paesi confinanti in modo tale da superare il divario di sviluppo, dare vita ad opportune pratiche di scambio di know how, mettere a punto azioni pi-

lota comuni, realizzare studi e progetti, affrontare con metodologie innovative le nuove sfide della competitività ele-vando le reciproche opportunità di cre-scita e cooperazione.Anche qui le azioni sono state realizza-te all’interno di aree tematiche che cor-rispondono sostanzialmente a quelle di Spazio Alpino con una precisazione: nello spazio CADSES la coesione non è vista solo dal punto di vista economi-co ma anche sociale. È in questo modo che si spiega una misura dedicata ai problemi legati all’immigrazione.

CADSES

Regioni UE Regioni non UE

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Sud Ovest Nord Est

Interreg IIIC Cooperazione interregionalewww.interreg�c.net

Attraverso forme di collaborazione, scambio di informazioni e la condivisio-ne di esperienze, il programma si pone l’obiettivo di migliorare le politiche di sviluppo regionale.Le azioni vengono attuate attraverso quattro programmi operativi che fanno riferimento alle aree geografiche dello spazio europeo: Nord, Sud, Est, Ovest.

Interactwww.interact-eu.net

Il programma è parte integrante di In-terreg ed è stato approvato dalla Com-missione europea per aumentarne l’ef-ficacia e l’efficienza.Attraverso Interact vengono valutati i punti di forza e di debolezza delle inizia-tive Interreg e vengono elaborate una serie di proposte migliorative.

INTERREG IIIC

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La nuova politica di coesione nel periodo di programmazione 200�-201�

“L’Europa deve rinnovare le basi della sua competitività, aumentare il suo potenziale di crescita e la sua produt-tività e rafforzare la coesione sociale, puntando principalmente sulla cono-scenza, l’innovazione e la valorizza-zione del capitale umano.”

Inizia con queste parole il documento preliminare della Commissione euro-pea dedicato alle linee guida della stra-tegia comunitaria per il periodo 2007-2013.L’Europa dei 25, di fronte alle delicate sfide della competitività internaziona-le, all’emergere di tensioni sociali lega-te alla convivenza etnica e al problema dell’immigrazione e della crescita della disoccupazione, nonchè alle contraddi-zioni innescate dai macroprocessi am-bientali e climatici, rilancia una politica che guarda con attenzione a tre priorità strategiche:

rendere più attraenti gli Stati mem-bri, le Regioni e le città migliorando l’accessibilità, garantendo servizi di qualità e salvaguardando le potenzia-lità ambientali.

promuovere l’innovazione, l’impren-ditorialità e la crescita dell’economia della conoscenza mediante lo svilup-po della ricerca e dell’innovazione, comprese le nuove tecnologie dell’in-formazione e della comunicazione.

creare nuova occupazione attirando un maggior numero di persone ver-so il mercato del lavoro e l’attività im-prenditoriale migliorando l’adattabi-lità dei lavoratori e delle imprese e aumentando gli investimenti nel ca-pitale umano.

Tre priorità che intendono innanzitutto innescare due processi di modernizza-zione che puntano:

al pieno coinvolgimento della socie-tà civile europea attraverso la parte-cipazione attiva degli interlocutori re-gionali, locali e delle rispettive parti sociali.alla realizzazione di una serie di rifor-me strutturali complementari e fun-zionali al processo di integrazione europea e agli obiettivi di crescita, accessibilità dei servizi e conserva-zione dell’ambiente.

Obiettivi auspicati anche negli impor-tanti incontri del Consiglio europeo di Lisbona (2000) e di Göteborg (2001) nei quali sono state gettate le basi per lo sviluppo dell’economia della cono-scenza e delle nuove politiche ambien-tali in Europa.Per conseguire questi obiettivi, consi-derando le oggettive condizioni di svi-luppo che caratterizzano i nuovi entrati, l’Unione europea ha bisogno del con-tributo attivo di tutte le Regioni, specie di quelle più competitive, per rilanciare anche politiche di cooperazione e di so-lidarietà.Le condizioni per sviluppare nuove po-

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litiche di coesione in modo tale da raf-forzare l’integrazione economica e politica nel prossimo futuro sono per-tanto:

investire nei settori ad alto potenzia-le di crescita;aumentare l’occupazione nei set-tori delle telecomunicazioni e delle nuove tecnologie applicate incenti-vando l’innovazione, l’istruzione, la formazione professionale e l’adatta-bilità dei lavoratori;sostenere strategie di sviluppo dura-ture e coerenti;sviluppare una strategia di interven-to europeo in ambito economico e sociale attraverso la piena siner-gia e complementarietà fra i diver-si strumenti: fondi strutturali, azioni, obiettivi, programmi;mobilitare le risorse supplementari sviluppando ulteriori iniziative attra-verso un maggiore coinvolgimento finanziario degli Stati membri, delle Regioni e soprattutto delle compo-nenti della classe imprenditoriale e della società civile;migliorare la governance attraverso la responsabilità dei soggetti coin-volti al fine di ottimizzare la gestione dei programmi di sviluppo, diffonde-re un nuovo metodo di verifica dei risultati raggiunti, rendere più effi-caci gli accordi pubblico-privato, fa-vorire la trasparenza, l’efficienza dei percorsi di sviluppo, lo scambio di buone pratiche, la cooperazione re-gionale e transfrontaliera.

Nel prossimo periodo di programma-zione verrà infine ridotto il numero dei fondi europei che passeranno da cin-que a tre. Saranno pertanto attivi il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, il Fondo Sociale Europeo e il Fondo di Coesione. La dotazione complessiva destinata alla politica di coesione per il periodo 2007-2013 è pari a 308 miliardi di euro equivalente a circa un terzo del bilan-cio comunitario.

Gli obiettivi delle nuove politiche di coesione ed il futuro del programma Interreg

Le nuove politiche di coesione econo-mica e sociale si traducono anche nel-la nuova programmazione in tre obiet-tivi strategici:

Obiettivo 1: Convergenza

Rappresenta la priorità nelle politiche di coesione e riguarda gli Stati mem-bri e le Regioni meno sviluppate del-l’Unione (in particolare interessa le Regioni con un Prodotto Interno Lor-do pro capite inferiore al 75% del PIL medio dell’Unione europea a 25). Cor-risponde al precedente Obiettivo 1 re-lativo allo sviluppo e adeguamento delle Regioni in ritardo di sviluppo. Attraverso queste iniziative si punta a “far convergere” le Regioni meno sviluppate nei confronti di quelle più competitive attraverso lo sviluppo del potenziale di crescita, nuovi investi-menti, servizi collettivi necessari per

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favorire nuovi posti di lavoro e lo svi-luppo sostenibile.Si punta al potenziamento di nuovi ser-vizi di base e nuove infrastrutture per aprire verso l’esterno le imprese che operano a livello locale e per sfrutta-re al meglio le opportunità offerte dal mercato.Altro obiettivo prioritario rimane l’inve-stimento nel capitale umano, l’acces-so all’occupazione, l’inclusione socia-le e la riforma dei sistemi scolastici e formativi.Gli investimenti comunitari previsti in questo Obiettivo saranno di 251 miliar-di di Euro, pari all’81,54 % del totale dei fondi destinati alla politica di coe-sione.

Obiettivo 2: Competitività Regionale e Occupazione

Riguarda i territori dell’Unione euro-pea che non rientrano nell’Obiettivo convergenza e raggruppa i preceden-ti Obiettivo 2 (riconversione socio-eco-nomica delle Regioni con problemi strutturali) e Obiettivo 3 (formazione e occupazione).L’Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione punta ad evitare condi-zioni di disequilibrio in Regioni già pe-nalizzate da fattori socio-economici sfavorevoli.In modo particolare l’Obiettivo si rivol-ge a particolari zone industriali del-l’Unione dove è necessario riconverti-re i cicli produttivi e dove è presente il

problema delle nuove povertà, del de-clino urbano o delle emergenze am-bientali e sanitarie.Un secondo ambito di intervento ri-guarda le zone a bassa intensità di po-polazione dove è necessario sviluppa-re il ruolo e la funzione sociale delle piccole e medie imprese.Un terzo ambito è rappresentato dal-le zone rurali dove si punta al colle-gamento dell’attività agricola con il turismo, ad evitare il fenomeno del-l’abbandono, a modernizzare le reti in-formali e materiali.

L’Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione punta a rafforzare:

la qualità degli investimenti nel ca-pitale umano;l’innovazione e la promozione della società della conoscenza;la protezione dell’ambiente e la pre-venzione dei rischi;l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese alle nuove sfide dalla com-petitività;lo sviluppo dei mercati del lavoro in-clusivi;l’imprenditorialità.

Gli investimenti dedicati a questo Obiettivo ammontano a 49 miliardi di Euro che corrispondono al 15,95% del totale dei fondi destinati alla politica di coesione.

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Obiettivo �: Cooperazione Territoriale Europea

Questo nuovo Obiettivo è “figlio” del-l’esperienza Interreg e si propone l’in-tensificazione della cooperazione transfrontaliera, transnazionale e in-terregionale mediante programmi con-giunti favorendo lo sviluppo di reti di cooperazione e di scambio di esperien-ze nell’intero territorio dell’Unione.L’obiettivo generale è lo sviluppo equili-brato, armonico e sostenibile del terri-torio europeo. Le iniziative di cooperazione transfron-taliera interesseranno le Regioni situa-te lungo i confini interni dell’Unione e alcune frontiere terrestri esterne, non-ché alcune Regioni collocate lungo i confini marittimi. La cooperazione transnazionale inte-resserà autorità nazionali, regionali e locali appartenenti ad ampi raggrup-pamenti di Regioni europee, mentre la cooperazione interregionale riguarde-rà tutte le Regioni aderenti all’Unione europea. Altre iniziative complementa-ri saranno:

la creazione di una struttura di coo-perazione europea che faccia fronte ai problemi giuridici ed amministra-tivi relativi alla gestione dei program-mi;lo sviluppo di azioni mirate per lo svi-luppo delle zone urbane, rurali e co-stiere;la promozione di azioni specifiche ri-volte allo sviluppo delle piccole e me-die imprese;lo sviluppo di iniziative specifiche per le Regioni più periferiche.

Cooperazione transfrontaliera:

Si pone l’obiettivo di sviluppare forme di nuova occupazione e di integrazione territoriale fra zone separate dai confi-ni nazionali.Anche nella prossima programmazio-ne il Trentino, non essendo toccato da frontiere di questo tipo, non potrà bene-ficiare della sezione transfrontaliera.

Cooperazione transnazionale:

Al centro delle strategie di questa ini-ziativa c’è in primo luogo il migliora-mento dell’integrazione e della coesio-ne socio-economica fra Stati e Regioni diverse attraverso investimenti nel set-tore del trasporto sostenibile, lo svilup-po dei collegamenti immateriali e del ruolo delle reti urbane intese come mo-tori di sviluppo territoriale. Altri obiettivi riguardano l’innovazione tecnologica, l’efficienza energetica e lo sviluppo del-le fonti rinnovabili, la prevenzione dei rischi e lo sviluppo di attività di tutela ambientale.

La Cooperazione transnazionale verrà suddivisa in nuove aree:

Spazio alpinoEuropa centraleEuropa Sud orientaleMediterraneo

Lo Spazio alpino, che comprende i sette Paesi delle Alpi, è il più omogeneo sot-to il profilo geografico ed è stato pertan-to immediatamente riconfermato come un’area strategica all’interno dell’Euro-pa e come tale particolarmente merite-vole di attenzione.

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Il Trentino potrà partecipare a pieno ti-tolo a questa iniziativa.

L’ex area CADSES è stata divisa in due nuovi spazi: Europa centrale e Europa Sud orientale. Il primo coinvolge sette Paesi membri ed è funzionalmente col-legato alla realtà centro europea met-tendo in stretta relazione i Paesi della nuova Europa con le Regioni dell’Italia settentrionale. Il secondo coinvolge set-te Paesi membri ed è centrato sull’area balcanico-danubiana con l’obiettivo di aprire nuovi spazi di cooperazione tra le Regioni orientali italiane in un settore geografico estremamente interessante, anche se problematico, per le prospet-tive di sviluppo ed integrazione sociale. Anche la Provincia autonoma di Trento è inserita in questi due spazi di coope-razione.

Lo spazio Mediterraneo (MED) è la ri-sultante invece di due precedenti spa-zi di cooperazione, MEDOCC ed Archi-med, unificati in un unico programma di bacino marittimo. Rappresenta lo spazio più esteso della Comunità con nove Paesi membri fra cui, per l’Italia, ben diciotto Regioni. La Provincia auto-noma di Trento non rientra naturalmen-te in MED.

Cooperazione interregionale:

Al programma possono aderire tutte le Regioni europee impegnate nello svi-luppo di processi innovativi, nell’am-pliamento del ruolo e delle funzioni delle piccole e medie imprese e dell’im-

prenditorialità, nella difesa dell’ambien-te e nella prevenzione dei rischi.Verranno inoltre promossi scambi di esperienze e buone prassi in materia di sviluppo urbano, modernizzazione dei servizi pubblici, inclusione sociale, pro-cessi di integrazione fra città e campa-gna, studi e raccolta di dati.

All’Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea sono destinati 7,7 miliardi di Euro, pari al 2,52% del totale dei fondi destinati alla politica di coesione.

Le novità e le riforme previste nella nuova programmazione

Una novità sostanziale della nuova programmazione è rappresentata dal passaggio di Interreg da iniziativa co-munitaria a vero e proprio Obiettivo dell’Unione europea. Si tratta di un au-tentico salto di qualità che premia la metodologia acquisita in questi anni e soprattutto la visione di Interreg che da sempre è ancorata al principio della cooperazione fra le Regioni, allo scam-bio di esperienze e all’elaborazione di soluzioni e strategie in ambito euro-peo.Le altre iniziative comunitarie verranno di fatto assorbite nei nuovi strumenti di programmazione:

Leader Plus entrerà a far parte del Piano di Sviluppo RuraleEqual entrerà nell’Obiettivo 2Urban verrà diviso in parte nell’Obiet-tivo 2 ed in parte nell’Obiettivo 3.

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La nuova programmazione verrà inoltre organizzata ponendo una particolare attenzione alle specificità del territorio:

nelle aree urbane (dove rientrerà l’esperienza dei programmi Urban) verranno implementate iniziative vol-te a fare di questi centri dei veri e pro-pri motori di sviluppo territoriali e re-gionali;nelle aree rurali (e qui rientra anche l’attività della pesca) verranno intro-dotti due nuovi fondi: il Fondo Euro-peo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e il Fondo Europeo per la Pe-sca (FEP).

Accanto all’Obiettivo Cooperazione ver-ranno inoltre sviluppate altre misure transfrontaliere attraverso lo Strumen-to Europeo di Prossimità e Partenaria-

to (ENPI) e lo Strumento di preadesione (IPA) che sostituiranno gli attuali pro-grammi Phare, Tacis, MEDA, CARDS, ISPA e Sapard.Attraverso questi nuovi strumenti si in-tende dare vita ad una politica di prossi-mità volta a favorire il futuro ingresso di nuovi paesi quali la Bulgaria, la Roma-nia e la Turchia ed altre nazioni colloca-te nell’area balcanica.La nuova politica di prossimità intende inoltre favorire interventi di integrazio-ne, cooperazione, scambio di esperien-ze e solidarietà anche con le Regio-ni situate lungo le frontiere terrestri di Russia, Ucraina, Moldavia e Bielorus-sia, nonché con paesi del Mediterraneo meridionale.

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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ALPINET GhEEPAlpine network for sheep and goat promotion for a sustainable territory developmentRete alpina per la promozione del settore ovi-caprino e per uno sviluppo sostenibile del territorio

Capofila: Provincia autonoma di Trento Servizio Vigilanza e Promozione dell’Attività Agricola

Partner:Italia:APOCIASMAVSKProvincia di PordenoneUniv. UdineAPABGAPABL

Germania: Bay. LFLBay. BHGWLWGEH

Austria: HBLFAOEBSZ

Slovenia:Univ. v LjublijaniZDRDS

Contatto:Federico BigaranTel +39 0461 495911Fax +39 0461 [email protected]

Durata: 01.2005 - 12.2007

Budget totale: Euro 2.154.535

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 308.798

www.alpinetgheep.org

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INTERREG IIIB

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Spazio Alpino

Dopo diversi decenni di progressivo ab-bandono il settore ovi-caprino era ormai prossimo alla decadenza. L’antichis-sima pratica dell’alpeggio dei “piccoli ruminanti” così come la transumanza, con il passaggio delle greggi dagli al-peggi alle pianure e viceversa, rischia-vano di scomparire sotto la pressione dell’abbandono della montagna e della concorrenza di altre attività considerate più remunerative e più prestigiose.Grazie però all’intraprendenza di molti giovani allevatori dell’arco alpino e del-le rispettive associazioni di categoria, questo tipo di attività ha ripreso vigore negli ultimi anni in quanto si è rivela-ta particolarmente competitiva, specie nei confronti dell’allevamento bovino e particolarmente adatta per il recupero e la manutenzione del territorio di mon-tagna.ALPINET GHEEP nasce quindi dalla precisa volontà di recuperare questa forma di allevamento sulle Alpi e rilan-ciarne le funzioni ambientali, economi-che e culturali.Il progetto si è sviluppato secondo spe-cifici gruppi di lavoro grazie soprattutto alla determinazione delle Associazioni di allevatori dell’arco alpino e alla loro alleanza con le pubbliche amministra-zioni e gli enti di ricerca che operano nel settore agricolo e montano.

Gli obiettivi prioritari sono:promuovere strategie transnazionali di sviluppo sociale ed economico del settore ovi-caprino dell’arco alpino;rafforzare la collaborazione fra alleva-tori, enti di ricerca ed istituzioni;consolidare l’attività di allevamento ovi-caprino nell’arco alpino;promuovere l’alleanza di questo set-tore con il turismo, l’artigianato e le politiche territoriali;promuovere la costituzione di una Fe-derazione di allevatori ovi-caprini del-l’arco alpino;realizzare un censimento completo del patrimonio ovi-caprino con parti-colare riferimento alle razze presen-ti nell’area alpina e alla salvaguar-dia del patrimonio genetico esistente onde evitarne (in alcuni casi) l’estin-zione;programmare una serie di azioni in-formative rivolte ai cittadini relative alle funzioni ambientali ed ecologi-che della pastorizia, al valore storico-sociale di questa attività e all’impor-tanza dei suoi prodotti e derivati;individuare, anche dal punto di vi-sta cartografico, le aree e le strutture utilizzabili per la pastorizia e definire una serie di manuali di buone prati-che per l’allevamento;organizzare una serie di attività infor-mative, promozionali e formative per accrescere la possibilità di mercato di questi prodotti.

Obiettivi

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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ALPINET GHEEP terminerà nel dicem-bre del 2007. Allo stato attuale vengono pertanto presentati i risultati di alcune attività progettuali che risultano ancora provvisorie e quindi incomplete. Nono-stante questo le finalità del programma risultano molto definite e ricche di pro-poste e sollecitazioni.

Sistema transnazionale di monitoraggio delle razze ovi-caprine nelle Alpi

Il progetto ha dato vita ad uno studio re-lativo al patrimonio genetico delle raz-ze ovi-caprine presenti sulle Alpi ed ha prodotto fino ad oggi un atlante delle razze ovine presenti su questi territori. L’opera, dal titolo “Schafrassen in den Alpen”, è stata pubblicata in tedesco e raccoglie una catalogazione completa di oltre 110 razze ovine autoctone pre-senti nei territori che vanno dalla Fran-cia alla Slovenia.Grazie a questa iniziativa si è giunti al-l’organizzazione, presso il Freilichtmu-seum di Glenleiten (Germania), della prima mostra delle razze ovine dell’ar-co alpino. Sono stati inoltre raccolti i dati statistici riguardanti la consistenza e le variazioni del numero di capre e pe-core nell’arco alpino. Numeri che han-no consentito di determinare la presen-za nell’anno 2000 di 2,95 milioni di capi ovini e 435 mila caprini.Il progetto prevede la mappatura com-pleta del patrimonio genetico delle prin-

cipali razze ovi-caprine, la creazione di una banca dati per la gestione delle in-formazioni e ulteriori azioni rivolte alla conservazione delle biodiversità geneti-che in modo tale da valorizzare la razze autoctone. È infine prevista l’organizza-zione di manifestazioni e conferenze in-ternazionali sul tema del patrimonio ge-netico ovi-caprino.

Inventario e valutazione delle aree utilizzabili per l’allevamento degli ovi-caprini e definizione di buone pratiche

Il progetto si propone di individuare i territori più adatti al pascolo, di valutar-ne l’impatto ambientale nei confronti del patrimonio botanico presente e di approfondire le varie interazioni fra gli ovi-caprini ed i loro predatori.In particolare viene studiata l’inciden-za di questi allevamenti sui terreni al fine di valorizzare il ruolo di presidio ambientale garantito da questi animali. Viene inoltre valutato il ruolo dell’alleva-mento in quota nel contesto più gene-rale della sostenibilità ambientale con particolare riferimento al paesaggio ed al patrimonio floro-faunistico.Si punta inoltre alla definizione di un modello per l’individuazione delle aree adatte al pascolo dei piccoli ruminanti applicabile alle Regioni alpine. A que-sto proposito è prevista l’elaborazione di specifiche mappe tematiche (GIS).Per quanto riguarda il problema della

Attività e realizzazioni

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Spazio Alpino

convivenza fra questi animali ed i loro predatori, vale a dire l’orso, il lupo, la lince, l’aquila e il corvo, il progetto si prefigge l’elaborazione di uno studio relativo al comportamento in modo tale da pervenire alla redazione di un vero e proprio manuale di buone pratiche atte ad evitare o minimizzare eventuali dan-ni alle greggi.

Caratterizzazione e promozione dei prodotti ovi-caprini

Questa pista di lavoro ha l’obiettivo di fornire una serie di conoscenze scienti-fiche volte all’ottimizzazione dello sfrut-tamento dei prodotti principali dell’alle-vamento ovi-caprino ed in particolare del latte, della carne e della lana.Attraverso lo studio di caratterizzazione dei prodotti si punta ad individuare le soluzioni economicamente e commer-cialmente più efficaci ed idonee per la soddisfazione del cliente finale e quindi più competitive per il mercato.Si punta in particolare all’elaborazio-ne di modelli e soluzioni per i differenti settori e all’implementazione di questi risultati attraverso corsi di formazione rivolti direttamente agli allevatori e tra-sformatori.Un esempio importante a riguardo è quello riferito allo studio, realizzato con il contributo dell’Università di Udine, re-lativo alla “Qualità organolettica del co-sciotto precotto di agnello trentino”. Da

questa ricerca emerge che, nel confron-to fra agnello leggero (25 Kg) e agnello pesante (50 Kg), il primo svetta per qua-lità organolettica e soddisfazione finale del cliente e quindi risulta essere parti-colarmente indicato per il mercato.Attraverso questo studio si punta alla diffusione delle conoscenze relative alla qualità di questi prodotti e alla loro sa-lubrità cercando di colmare il problema rappresentato della mancanza di cono-scenza da parte del pubblico.Un’iniziativa particolarmente interes-sante nel settore della valorizzazione della lana, realizzata in collaborazione con l’Associazione Provinciale artigiani, sezione abbigliamento, è stata la mani-festazione “Nevemoda 2005. Allevato-ri e artigiani uniti per la valorizzazione della lana trentina” che si è svolta nel-l’affascinante cornice di San Martino di Castrozza. La manifestazione ha visto la partecipazione di un pubblico qualifica-to e selezionato che ha assistito ad una vera e propria sfilata di moda con abiti realizzati con lana trentina e firmati da maestri artigiani dell’alta sartoria. La manifestazione ha espresso obiettiva-mente un linguaggio ed uno stile origi-nali e moderni, inserendo le tematiche dell’allevamento (e dei suoi prodotti) in un ambito effettivamente gradevole per il pubblico, proponendo questi prodot-ti attraverso uno stile innovativo ed at-tuale.

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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Una Federazione degli allevatori ovi-caprini dell’arco alpino

L’obiettivo finale di questo progetto è quello di dare vita ad una vera e propria Federazione degli allevatori alpini di piccoli ruminanti in modo tale da raffor-zare l’alleanza fra produttori, enti di ri-cerca e governi locali. Si intende inoltre elaborare un’azione unitaria volta alla valorizzazione continua di questi alleva-menti e alla diffusione dei loro prodotti sia in ambito turistico, sia commerciale (anche grazie alle nuove tecnologie in-formatiche e della comunicazione).

La Federazione potrebbe assumere an-che un ruolo centrale per quanto ri-guarda il miglioramento genetico, lo scambio di informazioni e dei “soggetti miglioratori” delle razze alpine. Al nuo-vo organismo spetterà inoltre il compi-to di organizzare la partecipazione dei partner a manifestazioni, fiere, mostre, convegni, incontri formativi nonché la predisposizione e la gestione di un vero e proprio portale per la diffusione dei ri-sultati del progetto.ALPINET GHEEP prevede infine il coor-dinamento delle attività di informazio-ne, comunicazione, promozione, divul-gazione e formazione.

Attiv

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Spazio Alpino

Presidio ambientale e territoriale, di-versificazione e miglioramento del pa-trimonio genetico degli allevamenti, diversificazione delle produzioni e in-cremento delle opportunità occupazio-nali e socio economiche derivanti da queste attività, forte connessione e in-terazione con le attività turistiche ed ar-tigianali rivolte alla qualità e alla soste-nibilità, rappresentano le parole chiave per sintetizzare i primi risultati raggiun-ti dal progetto. Particolare appeal han-no dimostrato le attività di promozione

e innovazione dell’uso della lana loca-le purtroppo oggi ridotta a prodotto di scarto. Le attività di valorizzazione dei prodotti tipici e dei maufatti in lana hanno collocato le capre e le pecore in una posizione di prestigio all’interno dell’agricoltura di montagna.Si rileva dunque l’elevato valore stra-tegico del progetto anche in relazione alla forte possibilità di migliorare, spe-cie per quanto riguarda la Provincia au-tonoma di Trento, il patrimonio geneti-co degli ovi-caprini.

Analisi dei risultati

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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ALPINETwORkE-working in alpine RegionsTelelavoro nelle Regioni alpine

Capofila: Tiroler Zukunftsstiftung (Austria)

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Servizio Rapporti ComunitariProvincia autonoma di Bolzano

Austria:Land KärntenAPS

Slovenia:PCMG

Svizzera:ZSRK

Contatto: Johanna BernhardtTel +430512 576262 14Fax +43(0)512 576262 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Luisa SandrinTel +39 0461 495355Fax +39 0461 [email protected]

Durata: 05.2003 - 04.2006

Budget totale: Euro 1.700.000

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 364.378

www.alpinetwork.comwww.istitutoeuram.it

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INTERREG IIIB

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Spazio Alpino

Nelle Alpi non esiste solo il problema del pendolarismo e del progressivo ab-bandono del territorio. Esiste anche il problema dello spopolamento intel-lettuale: sempre più giovani, specie se laureati, tendono ad abbandonare i loro paesi di origine per approdare nel-le grandi città e metropoli europee in cerca di nuova occupazione e maggiori possibilità professionali. Nel “villaggio globale”, caratterizzato dall’internazionalizzazione dell’econo-mia e soprattutto dalle benefiche con-taminazioni della “rivoluzione informa-tica”, le distanze tendono però a ridursi. I disagi dell’isolamento dovuti alla con-formazione orografica del territorio pos-sono in altre parole trasformarsi anche in opportunità a patto di saper coniu-gare cultura e tecnologia, capacità im-prenditoriale e spirito innovativo.ALPINETWORK è un progetto che pun-ta all’applicazione delle tecnologie in-formatiche nella struttura economica e produttiva dei singoli contesti territoria-li al fine di consentire un salto di qualità organizzativo e strategico. In altre paro-

le si punta all’applicazione pratica del-le innovation technology per sviluppa-re forme di lavoro flessibile a distanza (telelavoro), formazione ed avviamento informatico, consulenza aziendale rela-tiva all’utilizzo delle nuove tecnologie. Il cuore del progetto è la definizione di un centro pilota informatico, Telecentro, inteso come punto di riferimento ope-rativo per la diffusione e l’applicazio-ne delle nuove tecnologie nel tessuto economico locale con particolare riferi-mento alla piccole e medie imprese.Un obiettivo centrale del progetto è la diffusione del telelavoro in modo tale da esportare servizi informatici dai territori montani verso le destinazioni urbane al fine di invertire i flussi ed evitare forme di pendolarismo e spopolamento.ALPINETWORK prevede inoltre la crea-zione di una piattaforma transnaziona-le di collaborazione informatica per au-mentare le conoscenze e le competenze professionali di ogni singola Regione e sviluppare un progetto facilmente repli-cabile in ogni contesto alpino.

Obiettivi

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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La Provincia autonoma di Trento, trami-te il Servizio Rapporti Comunitari, ha avviato una collaborazione con l’Agen-zia dello sviluppo e l’Istituto Euram di Borgo Valsugana per la realizzazione del Telecentro Valsugana.Questa struttura, gestita interamente da Euram, ha trovato collocazione pres-so il BIC, Business Innovation Centre, di Borgo Valsugana ed assicura una se-rie di interventi volti alla diffusione del-le tecnologie informatiche attraverso incontri formativi, consulenze e servizi diretti alle imprese.La mission del Telecentro è lo svilup-po a 360 gradi del territorio attraverso l’applicazione delle nuove tecnologie in tutte le fasi dei processi produttivi ed organizzativi delle piccole e medie im-prese. Esempi pratici di intervento sono rappresentati dalla gestione in remoto del centralino telefonico di istituzioni pubbliche ed aziende private, gestione e manutenzione a distanza di siti web, esperienze di virtual office per micro im-prese attraverso la gestione elettronica dell’agenda, del registro di prima nota, della segreteria a distanza. Sul versante della realizzazione di pro-getti di telelavoro, il Telecentro ha intra-preso un’esperienza pilota con quattro dipendenti della Provincia autonoma di

Trento che, a tempo parziale, svolgono le proprie mansioni presso la struttura di Borgo Valsugana evitando in questo modo forme di pendolarismo.La realizzazione del Telecentro è sta-ta preceduta da una campagna di in-formazione circa le opportunità offer-te dalle tecnologie dell’informazione e da un’analisi dei bisogni informatici espressi delle piccole e medie imprese locali.Il progetto ha quindi previsto l’istitu-zione di alcuni Local Innovators per la diffusione delle nuove tecnologie, l’in-dividuazione di possibili soluzioni ap-plicabili in singoli contesti produttivi e la loro diffusione e moltiplicazione nel contesto alpino.Gli altri partner hanno sviluppato so-prattutto attività di comunicazione e promozione delle nuove tecnologie ap-plicabili all’organizzazione aziendale ed interventi rivolti al trasferimento del-l’esperienza del Telecentro nei rispettivi territori. In modo particolare il capofila austriaco ha contribuito al trasferimen-to di conoscenze -know how- informa-tiche sui telecentri importandole da analoghi progetti realizzati in Scozia.L’Università di Bolzano ha elaborato un programma di formazione rivolto ai Lo-cal Innovators.

Attività e realizzazioni

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Spazio Alpino

Il Telecentro Valsugana ha assunto la duplice funzione di animatore socio economico territoriale e di consulente globale in termini di organizzazione in-formatica per le micro imprese, enti ed istituzioni.Le esperienze operative sono fino ad oggi circoscritte alla realtà della Valsu-gana, ma per la natura stessa delle tec-nologie informatiche le funzioni consu-lenziali e formative del Telecentro sono destinate ad ampliarsi anche alle altre realtà produttive del Trentino, del Vene-to e di altre Regioni alpine garantendo in questo modo l’autosostenibilità eco-

nomica e finanziaria dell’iniziativa.Le esperienze legate alla diffusione del telelavoro hanno portato a risultati in-coraggianti, ma necessitano di ulteriori sviluppi ed approfondimenti così come i programmi volti alla creazione di una piattaforma transnazionale improntata alla diffusione su larga scala di questi risultati.ALPINETWORK rappresenta in sintesi un progetto che ha aperto un orizzonte applicativo interessante per le Regioni di montagna sul quale si potranno svi-luppare altri interventi di promozione, formazione e comunicazione.

Analisi dei risultati

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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ALPLAkESAlpine lakes networkRete dei laghi alpini

Capofila: Region Rhône-Alpes (Francia)

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Servizio Rapporti ComunitariProvincia di BellunoRegione LombardiaARPA Piemonte DTL Piemonte, Regione Veneto

Francia:CRT Rhône-Alpes

Slovenia:NIB

Austria:Land Kärnten

Contatto: Frédéric BonhoureTel +33 (0)4 72 59 41 85Fax +33 (0)4 72 59 51 52 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Paola BarozziTel: +39 0461 496737Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 11.2004 - 10.2007

Budget totale: Euro 2.587.450

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 105.700

www.alplakes.org

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Spazio Alpino

I laghi rappresentano un tratto identita-rio delle Alpi e fanno quindi parte a pie-no titolo di questo grande ecosistema. Tuttavia, i legami di carattere naturali-stico e sentimentale che legano le po-polazioni locali a questi grandi e piccoli specchi lacustri si scontrano con inte-ressi di carattere economico e sociale che hanno compromesso negli anni gli equilibri ambientali che, da sempre, ca-ratterizzavano questi luoghi.Il progetto intende innanzitutto svilup-pare una serie di iniziative per favorire una sorta di “riappropriazione” da par-te delle popolazioni locali e dei diversi portatori di interesse economico del-l’identità lacustre alpina. Si tratta cioè di lavorare sulla consapevolezza del-l’importanza ecologica rivestita da que-sti beni pubblici e nello stesso tempo di operare per farne una meta turisti-ca ambientalmente sostenibile anche attraverso il coinvolgimento della po-polazione locale e degli stessi turisti. Il tutto nell’interesse degli equilibri terri-

toriali ed economici delle rispettive co-munità.

Il progetto si propone:di migliorare le condizioni ecologiche dei laghi alpini come previsto dalla Direttiva europea sulle acque;di promuovere uno sviluppo sosteni-bile lungo le sponde di questi spec-chi d’acqua identificando un insieme di buone pratiche orientate all’ecotu-rismo anche attraverso l’adozione di una Carta di qualità per i prodotti ed i servizi;di aumentare la conoscenza e la con-sapevolezza da parte del grande pub-blico dell’importanza di questi ecosi-stemi;di migliorare la gestione complessiva dei laghi, il sistema di protezione am-bientale ad essi collegato e la qualità del paesaggio attraverso il confronto e la comunicazione diretta fra Regio-ni diverse che andranno a comporre il network dei laghi alpini.

Obiettivi

Attività e realizzazioni

Il progetto ha previsto innanzitutto il coinvolgimento della popolazione loca-le attraverso una serie di incontri pub-blici di sensibilizzazione ambientale ai quali è seguita una sorta di mobilita-zione di professionisti e operatori loca-

li sulle tematiche e sulle opportunità di sviluppo di pratiche di turismo sosteni-bile lungo le sponde dei laghi alpini. Sono quindi stati raccolti diversi indicato-ri comuni per la definizione di una Carta della qualità dell’offerta turistica attraver-

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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so precisi standard ambientali. Un altro obiettivo è anche la definizione di un marchio europeo attraverso il sistema di certificazione Ecolabel che identifi-chi e classifichi il tipo di accessibilità delle spiagge (ad esempio per i portato-ri di handicap), le politiche di gestione dei rifiuti, il tipo di coinvolgimento della popolazione nella salvaguardia di que-sti beni ambientali.La Provincia autonoma di Trento, tra-mite il Servizio Rapporti Comunitari, l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente e l’Osservatorio per il tu-rismo, ha individuato una serie di real-tà lacustri che sono state inserite nel progetto. Si tratta, ovviamente, dei la-ghi più significativi della Provincia: Gar-

da trentino, Caldonazzo, Levico, Ledro e Molveno; ai quali si aggiungono il bioto-po di Cei ed il lago di Terlago.L’Agenzia per l’ambiente ha collaborato nell’identificazione di indicatori comuni relativi allo stato di salute delle sponde dei laghi trentini, mentre l’Osservatorio del turismo è impegnato nell’appron-tamento di una strategia di comunica-zione e di promozione per contribuire a fare dei laghi europei, e trentini in parti-colare, delle vere e proprie destinazioni turistiche.ALPLAKES prevede inoltre la realizza-zione di un manuale di buone pratiche ambientali in modo tale da rendere re-plicabili gli esempi più significativi rea-lizzati in ambito ecoturistico.

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INTERREG IIIB

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Spazio Alpino

Il progetto è particolarmente sentito dai partner aderenti in quanto è diffusa la convinzione che i laghi rivestano un’im-portanza ambientale e culturale non se-condaria all’interno dei territori alpini.Vanno quindi rilevati gli ottimi risul-tati in termini di efficacia della comu-nicazione sia per il sito www.alplakes.org sia per la news letter Alpine Lakes Network; strumenti che stanno contri-buendo all’implementazione del pro-getto sia nei confronti dei portatori di interesse locali, sia nei confronti del pubblico esterno.Lo studio rivolto all’individuazione di in-dicatori comuni relativi alla qualità dei laghi potrà portare alla creazione di un database condiviso sullo stato di salute del laghi e ad un manuale tecnico co-mune per la loro gestione ambientale.La mobilitazione delle forze professio-nali e degli operatori locali verrà inoltre supportata grazie alla realizzazione di tre guide relative alle buone pratiche di educazione ambientale, ecoturistiche e

agli indicatori ambientali. Iniziative che confermano come ALPLAKES sia an-che un progetto culturale e formativo particolarmente sentito a livello locale.Sul versante della comunicazione è quindi prevista l’istituzione del logo dei laghi alpini inteso come simbolo di una destinazione che mantiene uno spiri-to ed un’identità ambientale comune e condivisa.L’auspicio è quello di un maggiore coin-volgimento dei soggetti locali in modo tale da elevare gli standard di offerta, contribuire alla destagionalizzazione turistica ed elevare il livello di competi-tività di questi territori.Il progetto prevede, a settembre 2007, una conferenza internazionale che si svolgerà sul lago di Garda, organizzata dalla Regione Lombardia in collabora-zione con la Regione Veneto e la Provin-cia autonoma di Trento, dove verranno presentati i risultati finali del progetto ALPLAKES e le prospettive operative di sviluppo sostenibile dei laghi alpini.

Analisi dei risultati

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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CENTURIOExchanging experiences fostering interregional cooperation and strengthening Regions’ self developmentScambio di esperienze per la promozione della cooperazione interregionale e l’autosviluppo delle Regioni

Capofila: ARE, Assemblea delle Regioni d’Europa

Partner della Provincia autonoma di Trento Servizio Rapporti Comunitari

Bulgaria:Amm. dist. di VratsaRegione di Pazardjik

Repubblica Ceca:Regione di Olomouc

Romania:Contea di Maramures Contea di Bacau

Contatto:Assembly of European RegionsTel +33(0)3 88 22 07 07Fax +33(0)3 88 75 67 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Barbara RodegherTel. 0461 496731Fax : 0461 [email protected]

Durata: 07.2004 - 12.2006

Budget totale: Euro 1.714.945

Budget della Provincia autonoma di Trento:Euro 67.312

www.centurio.a-e-r.org

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INTERREG IIIC

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Il programma CENTURIO si è sviluppa-to a partire dal 1994 per iniziativa del-l’Assemblea delle Regioni d’Europa con l’obiettivo di aumentare la coesio-ne e la cooperazione fra le diverse Re-gioni del “vecchio continente”. In modo particolare il programma si è occupato dello sviluppo di scambi culturali, espe-rienze e competenze fra le Regioni del-l’Europa centrale ed i paesi dell’Est.Il programma è nato con lo spirito di elevare i livelli di conoscenza in favore del personale amministrativo, tecnico e dirigenziale dei paesi dell’Est europeo attraverso scambi di conoscenze e so-prattutto attraverso tirocini e viaggi stu-dio.Questo metodo di lavoro è stato ripreso nella programmazione 2000-2006 ed è stato inserito nei progetti Interreg IIIC pur comprendendo anche paesi extra UE.Il partenariato riguarda circa 50 sogget-

ti che fanno riferimento a Regioni ap-partenenti all’Europa storica, suddivisi a loro volta in gruppi di cooperazione. La Provincia autonoma di Trento aderi-sce a due gruppi:

In tema di turismo sostenibile con la Regione di Olomouc e la Contea di Bacau;In tema di politiche di protezione am-bientale con l’Amministrazione di-strettuale di Vratsa, la Regione di Pa-zardjik e la Contea di Maramures.

In entrambe le partnership l’obiettivo è perseguito mediante una serie di tiroci-ni, viaggi studio ed esperienze di coo-perazione che vengono organizzati sul territorio di tutte le realtà regionali coin-volte.L’obiettivo finale del progetto è la costi-tuzione di un partenariato permanente che possa continuare a lavorare anche dopo la chiusura di CENTURIO.

Obiettivi

Attività e realizzazioni

Sul versante ambientale è stato concor-dato l’approfondimento delle tematiche riguardanti le risorse energetiche alter-native e sostenibili.E’ stato organizzato un tirocinio prati-co/amministrativo sulle “politiche am-bientali” al quale ha partecipato un fun-zionario per ciascuna delle tre Regioni

partner interessate. Si è cercato di dare un quadro generale delle competenze e dell’organizzazione della Provincia, per poi concentrare l’attenzione sui se-guenti temi: agricoltura biologica (legi-slazione, organizzazione locale, gestio-ne della produzione e certificazione), riciclaggio e riuso dei rifiuti solidi urba-

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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ni (con visite anche ai centri di raccol-ta zonali e di compostaggio), gestione e trattamento delle acque nere.In collaborazione con il Servizio Ener-gia della Provincia autonoma di Trento è stato organizzato un seminario itine-rante che ha visto la partecipazione di una delegazione di tecnici ed ammini-stratori delle tre Regioni dell’Est euro-peo. L’itinerario ha toccato alcune fra le più significative realtà trentine che si occupano di teleriscaldamento, com-postaggio, risparmio energetico, ener-gia idroelettrica, solare e fotovoltaica. Il seminario si è concluso con una serie di incontri con i vertici della Provincia di Trento, della Camera di Commercio e della Federazione Trentina della Coo-perazione. Per quanto riguarda il turismo soste-nibile è stato realizzato un program-ma formativo che ha avuto per oggetto l’organizzazione del sistema di offerta

trentino con la partecipazione attiva del Dipartimento Turismo della Provincia autonoma di Trento, dell’Osservatorio Provinciale del turismo e delle aziende turistiche di Trento e Rovereto. I rappre-sentanti della Trentino Spa hanno illu-strato il sistema organizzativo interno della promozione turistica locale e le iniziative messe in campo sul versan-te di un turismo compatibile con l’am-biente: natura, famiglia, vacanze attive, benessere e cure termali. A tale attività hanno partecipato un funzionario per ciascuna Regione del gruppo di lavoro.Sempre in tema di turismo sostenibi-le e di tutela dell’ambiente si è svolta una visita nel Parco Naturale Adamel-lo Brenta, il primo certificato in Europa. Il parco è impegnato da anni nella rea-lizzazione di un programma di gestione sostenibile dal punto di vista ambienta-le, sociale ed economico. Come previsto dal progetto anche i

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INTERREG IIIC

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Analisi dei risultatiTenuto conto del livello di collaborazio-ne raggiunto fra le diverse Regioni, il capofila sta raccogliendo proposte pro-

gettuali per proseguire la cooperazione e lo scambio di esperienze anche dopo la chiusura di CENTURIO.

partner stranieri hanno organizzato vari incontri nelle rispettive Regioni con l’obiettivo di presentare le iniziative più significative e altri validi esempi di buo-ne pratiche. La Regione di Bacau ha organizzato la presentazione di uno studio riguardan-te il piano pluriennale di sviluppo turi-stico sostenibile. Per quanto riguarda il tema ambientale vanno segnalati alcuni viaggi studio in Romania e in Bulgaria.

Tutte le Regioni coinvolte hanno presen-tato la loro realtà economica e ambien-tale e la strategia politico-amministrati-va orientata allo sviluppo sostenibile. Altri viaggi studio hanno riguardato grandi imprese (industrie di riciclaggio, di materiali organici, di purificazione dell’acqua con successiva produzione di energia, grandi discariche control-late) e realtà minori come centri di as-sistenza locali per il sostegno alla mi-croimprenditorialità.

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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EUROMOUNTAINS.NETLa mise en réseau des régions de montagne européenes pour la promotion d’un déeveloppement territorial durable Rete delle aree di montagna europee per la promozione di uno sviluppo territoriale sostenibile

Capofila: Provincia di Torino

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Servizio Rapporti ComunitariRegione autonoma Valle d’AostaIREALP

Francia:Con. Reg. del Rhône Alpes

Scozia:The Highland Council

Norvegia:Contee di Buskerud, Sogn Fjordane, Oppland, Telemark

Spagna:Deputacion de Palencia

Portogallo:ADRAT

Contatto:EuromontanaEuropean Association for Cooperation and Development in Mountain AreasTel +32 2 280 42 83Fax +32 2 280 42 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento :Ivan MoratoTel. +39 0461 495318Fax : +39 0461 [email protected]

Durata: 04.2004 - 03.2007

Budget totale: Euro 2.000.000

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 210.278

www.euromountains.net

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INTERREG IIIC

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L’obiettivo prioritario del progetto è la definizione di strategie comuni volte al continuo miglioramento della vita in montagna attraverso l’elaborazione di buone pratiche ed esempi positivi di sviluppo sostenibile e valorizzazione delle risorse endogene dei territori.In modo particolare si intende concen-trarsi sull’organizzazione dello spazio rurale e sulla gestione dei servizi pub-blici nelle zone di montagna.

Nello specifico sono previste tre linee di azione:

Migliorare l’offerta dei servizi ai cittadini e alle imprese

Il progetto intende analizzare gli stan-dard attuali dei servizi offerti per defini-re successivamente degli indicatori co-muni ed arrivare, attraverso lo scambio di buone pratiche, all’individuazione di alcune linee guida per migliorare i ser-vizi esistenti e promuoverne di nuovi.

Impiegare i prodotti tipici e le risorse umane di qualità come veicolo di sviluppo del territorio

Il prodotto tipico riassume ad un tem-po l’identità di un luogo e le sue compe-tenze umane e per questo può diventare un veicolo straordinario di promozione. Il progetto intende analizzare le diverse strategie messe in campo nei diversi ter-ritori relativamente alle produzioni tipi-che per definire strategie e metodologie di sviluppo condivise ed efficaci.

Trasferire ai paesi aderenti buoni esempi di gestione e difesa del territorio

Il progetto intende analizzare diversi esempi di gestione e difesa del territo-rio specie nell’utilizzo delle fonti ener-getiche e delle risorse naturali della montagna per individuare i fattori di successo che possono essere “esporta-ti” in altri contesti.

Obiettivi

Attività e realizzazioni

Il progetto, fortemente sollecitato da Euromontana, l’associazione europea con sede a Bruxelles che si occupa del-lo sviluppo dei territori di montagna, vede la partecipazione della Provincia autonoma di Trento attraverso il Servi-

zio Rapporti Comunitari. In linea con la metodologia proposta dal capofila, l’attività di competenza del Trentino si effettua con interventi nel campo dei servizi, dell’utilizzo e promo-zione dei prodotti tipici e della gestione

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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ambientale delle aree rurali.Per quanto riguarda il primo punto vie-ne portata avanti, in collaborazione con l’Università di Trento, un’azione volta alla comunicazione delle potenzialità socio economiche degli ecomusei pre-senti in Provincia.In collaborazione con l’Agenzia per la qualità, organismo che opera presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adi-ge, vengono analizzate e proposte alcu-ne buone pratiche riguardanti i prodotti di qualità.Analogamente vengono promosse ini-ziative di promozione riguardanti i pro-getti di Vacanze in baita nel Lagorai, la foresta dei violini della Valle di Fiemme, il mais di Storo e la trota trentina.Si intende inoltre realizzare un docu-mento finale che contribuisca all’ela-borazione di un sistema di gestione della comunicazione e del marketing

per la promozione territoriale attraver-so il prodotto tipico. L’analisi delle po-tenzialità dei prodotti tipici in favore del marketing territoriale verrà ulterior-mente utilizzata anche nella definizione dei contenuti della nuova legge sulla montagna che verrà discussa ed ap-provata nel prossimo futuro in Provin-cia di Trento.Sulla gestione dello spazio rurale, la Provincia autonoma di Trento partecipa ai lavori coordinati dal partner scozzese attraverso il supporto del Centro di eco-logia alpina del monte Bondone. Rien-trano in questo ambito gli studi riferiti ai casi della valle di Gresta, per quanto concerne il ruolo dell’agricoltura biolo-gica nello sviluppo sostenibile del terri-torio, e della valle del Chiese, per quan-to riguarda gli strumenti adottati in materia di compensazione nell’utilizzo dell’energia idroelettrica.

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INTERREG IIIC

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Dalle sintesi finali dovrebbero emerge-re i contenuti per elaborare una propo-sta di sviluppo a rete delle Regioni di montagna che privilegi in modo parti-colare le politiche rivolte all’innovazio-ne dei prodotti e dei processi.Accanto alla definizione delle linee stra-tegiche, il progetto dovrebbe contribui-re alla redazione di un catalogo genera-le (continuamente aggiornato) relativo alle buone pratiche da realizzare nei territori di montagna a livello europeo.Il progetto, nonostante le difficoltà di

operare con Regioni tanto diverse quan-to lontane, si pone l’ambizioso obiettivo di realizzare una vera e propria politica per la montagna attraverso l’assunzio-ne operativa delle linee riguardanti la sostenibilità dello sviluppo accanto ad azioni e strumenti fortemente orientati all’innovazione.Tradizione ed innovazione sono, ancora una volta, delle carte vincenti per la re-sistenza contro l’abbandono nei territo-ri di montagna.

Analisi dei risultati

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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INDEInformation developmentL’informazione al servizio dello sviluppo

Capofila: Unioncamere Veneto-Eurosportello

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Servizio Rapporti ComunitariUniv. Int. di VeneziaProvincia di VicenzaTreviso TecnologiaInformest GoriziaIAL Friuli Venezia Giulia

Austria:Mind Consult & Research

Grecia:Kepemep Medregio

Slovenia:JAPTI – EIC Lubiana

Croazia:HGK, Zagreb

Serbia:RZR - RDB

Contatto: Roberta LazzariTel +39 041 09 99 411Fax +39 041 09 00 401 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento :Ivan MoratoTel. +39 0461 495318Fax : +39 0461 [email protected]

Durata: 09.2003 - 06.2006

Budget totale: Euro 1.850.858

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 90.000

www.inde-network.org

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INTERREG IIIB

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CADSES

Obiettivi

L’obiettivo prioritario di INDE, acronimo di Information Development, è quello di assistere i paesi nuovi entrati nell’Unio-ne europea e quelli candidati ad entrar-ci nel prossimo futuro nello sviluppo di nuove opportunità economiche.Il progetto si sviluppa nell’area Cad-ses, ovvero nell’area Adriatica e Balca-nica e si pone l’obiettivo di sviluppare nuove opportunità di dialogo, incontro, confronto, studio e sviluppo economico fra Regioni che gravitano attorno ad un contesto specifico e definito.I principali obiettivi strategici riguarda-no in modo particolare le seguenti azio-ni:

identificare gruppi di aziende che operano negli stessi settori produtti-vi e con caratteristiche simili quanto a radicamento territoriale per svilup-pare azioni e metodologie di sviluppo comuni;rafforzare la cooperazione fra le isti-tuzioni intermedie nell’ottica della creazione di un sistema di sviluppo comune delle piccole e medie impre-se;creare centri di assistenza per le pic-cole e medie imprese per accompa-gnarle nei mercati esteri;

promuovere e sviluppare metodi di marketing territoriale per la promo-zione e l’accesso alla conoscenza e scambio di prodotti.

All’interno di questi obiettivi vengono poi identificate delle mete specifiche da raggiungere che riguardano:

l’identificazione di metodi e buone pratiche che possano essere replica-te in tutti i paesi coinvolti - ed in modo particolare nei nuovi e futuri - al fine di elevare la capacità di business e sviluppo di rapporti con l’estero. Par-ticolare attenzione viene riservata alla gestione dell’import-export, do-mande per mutui, strategie di marke-ting, servizi di informazione innovati-vi, comunicazione d’impresa;l’utilizzo delle nuove tecnologie infor-matiche per sviluppare una piatta-forma al servizio dell’internazionaliz-zazione d’impresa ed implementare azioni di informazione e formazione rivolte ad imprenditori ed addetti ai servizi.

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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Il progetto si è sviluppato su due piste di lavoro che hanno coinvolto sia espo-nenti delle istituzioni, sia dei servizi e del mondo produttivo. In primo luogo sono stati affrontati i livelli di internazio-nalizzazione delle imprese ed i rispettivi contesti che possono favorire o meno lo scambio con altri paesi. Nel secon-do asse di sviluppo sono state messe a punto iniziative di incontro e scam-bio fra diversi partner, enti territoriali ed aziende ed è stato approntato il porta-le www.inde.network.org inteso come piattaforma informatica al servizio delle imprese che intendano sviluppare azio-ni in ambito transnazionale.La Provincia autonoma di Trento ha incaricato Trentino Sprint, lo sportel-lo operante all’interno della Camera di Commercio per l’internazionalizzazione delle imprese, di realizzare una ricerca specifica e una serie di incontri ed ini-ziative volte ad elevare le opportunità di

business delle imprese locali.La ricerca, dal titolo “Internazionalizzar-si per competere”, è stata pubblicata sui quaderni della Camera di Commer-cio ed affronta il problema dell’apertura del Trentino ai mercati esteri.Le azioni di sviluppo hanno portato alla partecipazione di numerose aziende a fiere, workshop, missioni e business events che si sono svolti a Lubiana, Por-denone, Trento, Belgrado e Umago.All’interno del portale è stato inoltre realizzato il software Borza che favori-sce a livello informatico le aziende in cerca di nuove opportunità creando un contatto fra domande e offerte di col-laborazione commerciale e produttiva. Sul portale sono disponibili anche alcu-ni servizi di e-learning e di video confe-renza per facilitare l’incontro a distanza e sviluppare momenti formativi rivolti agli operatori dell’export.

Attività e realizzazioni

IND

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INTERREG IIIB

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CADSES

Il contributo di Trentino Sprint al pro-getto si è concretizzato innanzitutto nella realizzazione e nella pubblicazio-ne di una ricerca sul livello di interna-zionalizzazione delle imprese trentine che propone una serie di chiavi di lettu-ra e di riflessioni per il futuro.Dall’indagine emergono anche alcune difficoltà da parte di determinati setto-ri produttivi locali nell’accesso alle di-namiche dell’internazionalizzazione.Accanto a questi dati, che definisco-no innanzitutto la necessità di rafforza-re, anche politicamente, il tema dell’in-ternazionalizzazione e dell’innovazione delle imprese, l’intervento di Trentino Sprint ha elevato le opportunità di con-fronto e di informazione fra realtà este-re e contesto locale e fra le imprese

locali e i mercati internazionali. Partico-larmente interessanti sono risultati ad esempio gli incontri di Trento e di Bel-grado per quanto riguarda il contribu-to di nuove relazioni che si sono venute a creare nell’ambito delle imprese del settore delle costruzioni.Al di là del ruolo del Trentino, che si è rivelato obiettivamente interessante e positivo, il progetto INDE non ha però risolto alcuni nodi di fondo a partire dal problema del portale e del sito che non vengono aggiornati come un progetto di questa portata, basato sull’interattivi-tà, richiederebbe. Il problema della ge-stione dei progetti, ed in particolare dei siti o portali internet dopo l’esaurimen-to dei finanziamenti pubblici, si ripropo-ne quindi anche in questa occasione.

Analisi dei risultati

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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INTERACT PRO MONTECooperation for the mountain sustainable developmentCooperazione per lo sviluppo sostenibile delle aree di montagna

Capofila: AEM, Associazione europea degli eletti della montagna (Francia)

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Servizio Rapporti ComunitariProvincia di BellunoIREALP

Spagna:Diputación de Granada

Francia:EuromontanaGeneral Council of Savoy

Grecia:Prefettura di LasithiComune di Itamos

Polonia:ZDANIE

Contatto: Associazione Europea degli Eletti della MontagnaTel +32 (0)2 739 15 45Fax +32 (0)2 739 15 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Chiara VivaldelliTel. +39 0461 495360Fax : +39 0461 [email protected]

Durata: 06.2004 - 06.2006

Budget totale: Euro 935.890

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 66.675

www.interact.promonte.net

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Obiettivi

Il programma comunitario Interact, al-l’interno del quale è stato approvato il progetto PRO MONTE, si pone l’obiet-tivo di aumentare l’efficacia e l’efficien-za dei progetti Interreg in modo tale da rafforzarne l’impatto sulla coesione so-cio economica e sulla cooperazione re-gionale all’interno della UE e con i pae-si vicini.In modo particolare le finalità di Inte-ract sono:

individuare i punti di forza e di debo-lezza dei progetti Interreg;realizzare banche dati relative alle esperienze in corso;migliore la comunicazione fra i diver-si strumenti comunitari; fornire adeguati supporti conosciti-vi a potenziali partner di progetti In-terreg di nuova e futura adesione al-l’Unione europea.

In linea con queste premesse e questi obiettivi generali, il progetto PROMON-TE si pone l’obiettivo di costituire un network per lo scambio di buone pra-tiche e per lo studio di problemi comu-

ni che riguardano i territori montani. L’obiettivo generale è quello di elabora-re una politica specifica per la monta-gna all’interno dei progetti Interreg ren-dendo questo strumento il più possibile organico ai bisogni di queste realtà ter-ritoriali.In modo particolare il progetto si pro-pone:

l’elaborazione di un metodo di valuta-zione dei progetti Interreg sulla base di specifici indicatori;l’individuazione di buone pratiche per lo sviluppo sostenibile della mon-tagna;l’individuazione di nuovi strumenti di azione modellati sulle esigenze della montagna da adottare all’interno dei progetti di sviluppo territoriale del-l’Unione europea;la promozione di una iniziativa per-manente di riflessione ed analisi per elaborare nuovi orientamenti coeren-ti con i bisogni della montagna da in-serire nelle prossima programmazio-ne 2007-2013.

INTERACT

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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La Provincia autonoma di Trento, tra-mite il Dipartimento di Economia del-l’Università degli studi di Trento, ha realizzato una ricerca rivolta alla “Valu-tazione di un campione di progetti del programma Spazio Alpino” con l’inten-to di elaborare uno strumento di anali-si dell’efficacia e dell’efficienza dei pro-getti Interreg.Lo studio ha analizzato 19 progetti dello Spazio Alpino (su 52 presentati a quella data) ed ha realizzato il rapporto finale di valutazione tramite una serie di inter-

viste semistrutturate e di colloqui diret-ti con tutti i partner capofila di ogni sin-golo progetto.Analogamente, gli altri partner hanno analizzato e valutato altri progetti Inter-reg IIIB e Interreg IIIA con particolare ri-ferimento agli scambi transfrontalieri.I risultati di queste analisi sono sta-ti presentati nel corso del convegno di Belluno (16-17 febbraio 2006) e della conferenza finale del progetto promos-sa a Chambéry, in Francia, nei giorni 8 e 9 giugno 2006.

Attività e realizzazioni

INRE

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PRO

MO

NTE

La ricerca realizzata dal Dipartimento di Economia ha messo in evidenza una serie di punti di forza e di punti critici che possono essere assunti anche per la valutazione complessiva degli altri progetti Interreg.In primo luogo è stato evidenziato che un problema ancora insormontabi-le nella nuova Europa è rappresentato dalla lingua. I partecipanti ai progetti devono utilizzare la lingua madre del capofila, oppure ricorrere all’inglese, assunto come lingua ufficiale nell’UE. Questo, specie per i paesi e le Regioni di lingua francese ed italiana, è causa di una serie di problemi di comunica-

zione proprio per la diffusa mancanza di conoscenza delle lingue straniere.Accanto a questi problemi relativi alla comunicazione, viene però sottolinea-ta la disponibilità di tutti i capofila nel proseguire la collaborazione fra i diver-si partner anche dopo la fine dei pro-getti. In diverse occasioni però vengono sottolineate le difficoltà di cooperazio-ne fra alcune realtà che compongono il partenariato. Un atteggiamento da as-sumere nella pianificazione di questi progetti dovrà dunque essere quello di aderire ad Interreg privilegiando obietti-vi generali e condivisi, evitando di intra-prendere iniziative che abbiano come

Analisi dei risultati

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unica finalità quella del reperimento di nuove risorse economiche attinte dal bilancio pubblico.Vengono inoltre evidenziati altri due problemi che riguardano l’adesione dei privati alle iniziative Interreg.Nel primo caso ci si riferisce alle dif-ficoltà incontrate da questi sogget-ti nell’operare all’interno di Interreg ri-spettando i criteri formali tipici della pubblica amministrazione che “adot-ta una programmazione basata sul ri-spetto delle regole procedurali piutto-sto che sugli obiettivi da raggiungere”. Questa situazione “produce una lentez-za burocratica dell’ente pubblico che si scontra con la flessibilità dell’operato-re privato” e questo conflitto non potrà che portare “a scoraggiare il privato nel proseguire in futuro la collaborazione”.In questo quadro di difficoltà gestiona-li si inserisce inoltre il problema della certificazione centralizzata delle spe-se dei progetti che obbligano le picco-le imprese di montagna ad impegnativi anticipi con gravi ripercussioni sui ri-spettivi bilanci aziendali.Lo studio ha inoltre individuato alcuni suggerimenti per l’introduzione di nuo-ve priorità e nuove misure all’interno di Interreg che potrebbero riguardare l’economia, i servizi socio-sanitari, la cooperazione internazionale, le fonti energetiche rinnovabili e la salvaguar-dia della cultura materiale.

L’introduzione di buone pratiche è quin-di vista come un elemento strategico all’interno di questi progetti anche per via della loro “riproducibilità” in altri contesti. La ricerca evidenzia in modo particolare l’efficacia delle buone pra-tiche rivolte al turismo sostenibile e al-l’approntamento di servizi integrati nei paesi di montagna.Per quanto riguarda il tema della coe-renza di Interreg con lo sviluppo della montagna, l’indagine rileva una discre-panza fra progetti ambientali e progetti economici. Vi sarebbe in altre parole la tendenza a privilegiare l’attenzione alle dinamiche ecologiche senza però dare ampio spazio alle problematiche eco-nomiche ed occupazionali che proven-gono da questi territori.Al fine di elevare il legame fra questi progetti e le politiche di sviluppo della montagna, l’indagine rileva la mancan-za “strutturale” di una politica per que-ste aree da parte dell’Unione europea e l’esigenza di un approccio integrato anche da un punto di vista legislativo. La montagna non può in altre parole essere affrontata semplicemente con lo strumento del Piano di sviluppo rura-le, ma necessita di una strategia mira-ta e complessiva basata sullo sviluppo dal basso e su politiche mirate da parte dell’Unione europea e dei singoli Stati aderenti.

INTERACT

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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MARSMonitoring the alpine Regions sustainabilityMonitoraggio dello sviluppo sostenibile nelle Regioni alpine

Capofila: BAK Basel Economics (Svizzera)

Partner:Italia:Provincia autonoma di TrentoAgenzia Provinciale per la Protezione dell’AmbienteRegione VenetoARPA BolzanoRegione LiguriaRegione Piemonte

Slovenia:MOP

Austria:Land BurgenlandLand KärntenLand SalzburgLand TirolLand VorarlbergBMLFUWOberöst. AkademieOberöst. TMGÖL SteiermarkStadt Wien

Francia:Région Alsace

Germania:Wirtschaft BaWüBay. Landesamt UW

Contatto: Thomas Schoder Tel +41 (0)61 279 97 16Fax +41 (0)61 279 97 28 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Zaira MeloniTel: +39 0461 497763Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 07.2001 - 06.2005

Budget totale: Euro 1.345.000

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 20.000

www.bakbasel.com

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INTERREG IIIB

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Spazio Alpino

L’obiettivo prioritario del progetto è la definizione di un quadro condiviso del-la sostenibilità ambientale nelle Regio-ni dello Spazio Alpino.Per raggiungere questo obiettivo è ne-cessario elaborare una metodologia di analisi comune e condivisa che punti alla definizione di un quadro di cono-scenze approfondite e puntuali rispetto alla situazione ambientale, sociale ed economica di ogni singola Regione.MARS punta pertanto alla creazione di una piattaforma di scambio perma-nente per lo sviluppo sostenibile a livel-

lo regionale e all’elaborazione di un da-tabase con indicatori appropriati, dati comparativi per ogni Regione ed idonei metodi di aggregazione e integrazione dei risultati per monitorare lo sviluppo sostenibile.La banca dati sulla sostenibilità am-bientale delle Alpi dovrebbe contribui-re al raggiungimento di due ulteriori obiettivi del progetto: una campagna di sensibilizzazione sullo sviluppo compa-tibile rivolta ai cittadini e la produzione di una serie di raccomandazioni rivolte ai decisori politici.

Obiettivi

Attività e realizzazioni

Per l’elaborazione del database sono stati raccolti una serie di dati relativi al-l’economia, all’ambiente e alla società.Per l’economia sono stati rilevati dati ri-feriti al prodotto interno lordo, alla par-tecipazione al mercato del lavoro, alla produttività e alla struttura economi-ca. Per l’ambiente sono state rilevate le emissioni di anidride carbonica, il consumo di energia e materie prime e i prelievi d’acqua. Per quanto riguarda l’analisi sociale sono stati rilevati dati riferiti alla demografia, disoccupazio-ne, redditi e povertà, sicurezza, parteci-

pazione e istruzione.Al termine del progetto è stato realizza-to un report che contiene una serie di dati riferiti alla sostenibilità economica, ambientale e sociale nello Spazio Alpi-no.Per la Provincia autonoma di Trento il progetto è stato seguito dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Am-biente che ha fornito informazioni e dati che sono stati successivamente aggre-gati con quelli della Provincia autono-ma di Bolzano per comporre un quadro relativo al Trentino-Alto Adige.

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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MAR

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Il database per il monitoraggio dello svi-luppo sostenibile è il prodotto dell’inte-grazione dei dati riferiti all’economia, all’ambiente e alla società. Da questa combinazione risulta che il Vorarlberg è la Regione alpina più sostenibile del campione, mentre il Trentino-Alto Adi-ge non figura in questa particolare classifica. Il motivo di questa assenza è dovuto semplicemente ad uno sfasa-mento organizzativo che ha portato alla mancata consegna di alcuni dati riferiti al contesto socioeconomico regionale.Il quadro riferito alla sostenibilità eco-nomica risulta il più preciso dell’intero rapporto e si compone di un sistema di valutazione da 0 a 32 punti per il pro-dotto interno lordo, la partecipazione al mercato del lavoro e la produttività rea-le oraria.In questa speciale classifica il Cantone di Zurigo si rivela la Regione con la mi-gliore performance, mentre il Trentino

Alto Adige si colloca al 13° posto.Gli indicatori ambientali stabiliti per il monitoraggio della sostenibilità ecolo-gica si articolano invece su un approc-cio contabile dei flussi di materiali ed energia. Dall’analisi è stato ricavato un insieme di indicatori chiave relativi alle pressioni sull’ambiente (consumi ener-getici, di suolo e di altre materie prime) e parallelamente è stata valutata la ca-pacità dell’ecosistema di reintegrare ri-fiuti ed emissioni (come nel caso delle foreste del Trentino per il consumo di CO2).Da questo quadro di insieme, che ne-cessita di ulteriori approfondimen-ti metodologici per approdare ad una “quantificazione” della sostenibilità am-bientale, risulta che le situazioni miglio-re sono quelle della Regione di Vienna, del Vorarlberg, del Burgenland e del Trentino-Alto Adige.Anche il quadro della sostenibilità so-

Analisi dei risultati

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Spazio Alpino

ciale premia le Regioni austriache per via dell’assenza di grandi problemati-che relative alla disoccupazione e al-l’invecchiamento della popolazione. Anche in questo caso i dati riferiti al Trentino-Alto Adige non sono disponibi-li, fatto questo che rimanda alla neces-sità di affiancare in futuro, oltre ad enti impegnati sul versante dell’ambiente, anche altri servizi che si occupano del-la situazione sociale e lavorativa dei cit-tadini.Sulla base di quest’ultima osservazio-ne è opportuno che una seconda fase del progetto recuperi un insieme di dati che ad oggi non sono ancora disponibi-li al fine di comporre un quadro più ric-co di particolari.Il progetto potrebbe quindi prevedere l’aggregazione delle Regioni con indi-catori simili al fine di elaborare stra-tegie politiche di intervento comuni e coordinate in un quadro di sviluppo al-

pino.Per il futuro altre piste di lavoro potreb-bero essere rappresentate dall’aggior-namento continuo e sistematico del database e da una campagna perma-nente riferita allo sviluppo sostenibile nelle Alpi sia sul versante della comu-nicazione, sia per quanto riguarda la sensibilizzazione riferita al raggiungi-mento di specifici equilibri ambientali, al risparmio energetico e del suolo.Si auspica infine che progetti di questo tipo assumano la valenza di vere e pro-prie indicazioni rivolte ai rappresentanti della pubblica amministrazione e delle istituzioni anche se, per fare questo, è necessario un intervento di comunica-zione e promozione culturale molto più convinto ed incisivo rivolto alla salva-guardia del territorio ed alla diffusione di politiche di sviluppo compatibile.

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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MODIMountain digital. A shared platform of on-line services for the citizens of mountain areasMontagna digitale. Una rete telematica di servizi ai cittadini delle comunità montane

Capofila: Tecla, Associazione per la cooperazio-ne transregionale locale ed europea, Roma

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Servizio Rapporti ComunitariProvincia di ModenaProvincia di Bergamo

Spagna:Deputacion de Huesca

Polonia:FKIP

Slovenia: BSC Gorenjska

Contatto: TeclaVia Boncompagni, 9300187 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Chiara VivaldelliTel. +39 0461 495360Fax : +39 0461 [email protected]

Durata: 04.2004 - 09.2006

Budget totale: Euro 1.022.450

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 122.450

www.mo-di.net

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Obiettivi

Il progetto MODI, montagna digitale, si pone l’ambizioso obiettivo di ridurre i punti critici e le difficoltà dei territo-ri montani con l’ausilio delle nuove tec-nologie informatiche.La montagna rappresenta da sempre un grande ostacolo per le vie di comu-nicazione. Ecco allora che internet ed i servizi ad esso collegati possono rap-presentare un valido sopporto per ridur-re questo “handicap” e soprattutto per cogliere nuove opportunità di comuni-cazione per i cittadini.L’obiettivo prioritario del progetto è per-tanto quello di rendere accessibile la rete ad un numero sempre maggiore di persone e di portare on line un numero sempre maggiore di servizi pubblici al fine di renderli accessibili in tutte le lo-calità montane e ad orari flessibili.

Il progetto prevedeva una fase inizia-le di ricognizione ed analisi dei biso-gni informatici espressi dai cittadini in modo tale da individuare i servizi pub-blici prioritari che potevano essere resi disponibili attraverso piattaforme tele-matiche su WEB.Montagna digitale si è sviluppato in se-guito con il coinvolgimento diretto di alcuni paesi e villaggi di ogni Regio-ne-partner nei quali sono state allesti-te delle postazioni internet presso alcu-ni spazi pubblici, negozi ed esercizi. Le singole postazioni rappresentano dei terminali al servizio del cittadino, ma anche dei luoghi “educativi” rivolti alla conoscenza delle nuove tecnologie in-formatiche grazie soprattutto al sup-porto di appositi tutor messi a disposi-zione dal progetto.

Attività e realizzazioni

La fase di ricognizione conoscitiva dei bisogni informatici della popolazione locale è stata realizzata tramite una se-rie di questionari i cui risultati hanno messo in evidenza la necessità di un in-tervento “pubblico” di sostegno alla dif-fusione di internet e delle tecnologie in-formatiche.Analogamente agli altri paesi anche nelle Regioni italiane e quindi in Provin-cia di Trento, sono state realizzate alcu-

ne postazioni internet per facilitare l’ac-cesso della popolazione locale ai servizi WEB.Le strutture informatiche sono state col-locate in tre comuni della valle di Ledro: Tiarno di Sopra, Concei e Bezzecca.Presso le sedi municipali sono stati col-locati un computer con relativa stam-pante e collegamento internet ai quali si è affiancato un tutor per l’accompa-gnamento dell’utente nelle tecniche di

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gestione delle piattaforme informati-che. Accanto alla consulenza diretta il progetto ha previsto una serie di focus di approfondimento rivolti a tutta la po-polazione. Il servizio è attivo dal giugno del 2006 ed è stato pubblicizzato tramite locan-dine, pieghevoli e volantini nei quali sono stati evidenziati gli orari di apertu-ra al pubblico e si è sottolineata la gra-tuità del servizio.La campagna promozionale ha inoltre coniato una serie di slogan semplici ed efficaci del tipo: “hai difficoltà ad acce-dere alle informazioni e ai servizi dispo-

nibili nella pubblica amministrazione del tuo territorio?” Oppure “vorresti po-ter utilizzare internet, ma hai poca fami-gliarità con le nuove tecnologie?”.Alla fine del progetto si sono svolte al-cune visite fra i partner aderenti per uno scambio conoscitivo delle espe-rienze realizzate. La conferenza finale si è svolta a fine settembre 2006 a Roma.Montagna digitale ha inoltre realizzato il portale www.mo-di.net che dovrebbe diventare la piattaforma dove verranno realizzati tutti i servizi on line previsti dal progetto.

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Il progetto ha avuto l’innegabile pregio di mettere in evidenza il bisogno diffu-so fra le popolazioni di montagna di uti-lizzare le tecnologie informatiche, inter-net in particolare. L’esperienza presso gli sportelli informatici dei comuni si è pertanto rivelata molto interessan-te, partecipata dal pubblico e foriera di nuovi sviluppi.Si conferma peraltro anche la difficol-tà nel definire sistemi on line diretti al cittadino sia nell’ambito della pubbli-ca amministrazione, sia nei settori dei servizi.Questo elemento di criticità ci fa pensa-

re che gli obiettivi iniziali rivolti alla:messa in rete dei sistemi informati-vi degli enti che insistono su un terri-torio e unificazione dell’interfaccia di accesso ai servizi;erogazione on line di un pacchetto in-tegrato di servizi;attivazione di comunità locali per la valutazione della qualità dei servizi erogati e per lo scambio di esperien-ze fra i diversi partner;

siano stati realizzati solo in parte e che pertanto sia importante riprendere e rafforzare analoghe esperienze attra-verso nuovi progetti.

Analisi dei risultati

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QUALIMAQuality of life improvement by supporting public and private services in the rural areas of the AlpsMigliorare la qualità della vita attraverso il supporto pubblico e privato ai servizi commerciali nelle aree rurali delle Alpi

Capofila: Regione del Veneto

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Servizio Commercio Regione autonoma Friuli Venezia GiuliaRegione Piemonte CM di MorbegnoGAL Appennino genovese

Austria:Regionalforum Pongau

Slovenia:RRA, Primorska Nova Gorica

Svizzera:Haute Ecole ValaisanneComuni valle BlenioTicino Informatica

Contatto: Giancarla NieroTel +39 041 2794250Fax +39 041 2794253 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento: Francesca Tabarelli de FatisTel: +39 0461 496539Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 04.2003 - 07.2006

Budget totale: Euro 2.348.781

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 35.463

www.qualima.org

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Spazio Alpino

Obiettivi

Le zone tipicamente montane delle Alpi sono coinvolte nel processo di progres-sivo spopolamento impresso da forze di attrazione urbana che spingono gene-razioni di “montanari” verso le pianure e le città.Fenomeni di questa portata si sono in-nescati al tempo della prima industria-lizzazione e proseguono anche nel-l’epoca della società dei servizi, spesso in conseguenza delle difficili condizio-ni economiche, ma spesso anche per via dell’emergere di modelli culturali che privilegiano il conformismo urba-no e l’edonismo dei grandi centri com-merciali. In questa competizione fra il micro, rap-presentato dai piccoli negozi di mon-tagna, e il macro, rappresentato da-gli ipermercati di pianura, il cittadino si trova spaesato e le comunità alpine rischiano un ulteriore impoverimento causato dalla chiusura di esercizi e dal-la perdita di punti di riferimento storici per i paesi ed i villaggi.All’interno di questa dinamica è matu-rata la convinzione, peraltro antica, ma sempre attuale, che gli esercizi, i nego-zi ed i punti di ritrovo e socializzazione

svolgano un vero e proprio servizio pub-blico e sociale rivolto alle popolazioni di montagna.Il progetto QUALIMA propone di svi-luppare i piccoli esercizi commerciali sperimentando i modelli multiservizio, di migliorare i servizi sociosanitari inte-grando territorialmente diversi sogget-ti e di supportare questo processo di innovazione dell’offerta con strumenti legati alle nuove tecnologie quali e-go-vernement, e-commerce ed e-business e sviluppando una rete di distribuzione via internet.Gli obiettivi generali del progetto sono rivolti a:

facilitare la popolazione nell’utilizzo di servizi pubblici e sociali;creare una rete dedicata a queste at-tività;ridurre la necessità di spostamento dei residenti dalle zone rurali al fon-dovalle o alla città;promuovere nuove possibilità di im-piego;fornire alla popolazione locale la pos-sibilità di accesso alle nuove tecnolo-gie della comunicazione.

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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I diversi partner hanno sviluppato una serie di interventi sottolineando il ca-rattere prevalentemente operativo del progetto.A Pongau, in Austria, è stato messo in pratica un nuovo sistema di fidelizzazio-ne del cliente dei punti vendita di mon-tagna che consiste in un sorta di bonus spesa che può essere utilizzato come “valuta alternativa” per incentivare nuo-vi acquisti.In alcuni comuni di montagna della Provincia di Belluno sono stati crea-ti 5 nuovi punti multiservizio, mentre un’iniziativa analoga è stata realizzata nel comune di Morbegno, in Valtellina, dove accanto al negozio è possibile tro-vare anche un ristorante con annesso albergo e pub.In Provincia di Genova sono stati messi a punto dei sistemi informatici di col-legamento diretto fra produttore e con-sumatore per incentivare pratiche di e-commerce.In Friuli Venezia Giulia è stato realizza-to un progetto pilota volto alla creazio-ne di un “mercato locale virtuale” dove è possibile collegarsi ed ordinare pro-dotti tipici del territorio. In un secondo progetto è stato elaborato un sistema di chiamata telefonica per l’assistenza sociale a distanza.In Piemonte sono stati messi a punto

un serie di attività volte al miglioramen-to dei servizi di consegna a domicilio dei prodotti alimentari e di altri beni di consumo.Gli svizzeri hanno portato a termine un progetto pilota volto a realizzare espe-rienze dirette di e-governement presso sei amministrazioni locali della valle d’Anniviers.La Provincia autonoma di Trento, trami-te il Servizio Commercio, ha partecipato al progetto con l’obiettivo di realizzare un percorso di verifica di un’esperien-za di multiservizi già consolidata. Da alcuni anni, nei comuni trentini sotto i 1.000 abitanti, è infatti operativa una legge che prevede l’istituzione di punti che, oltre all’attività commerciale, pos-sano garantire una serie di altri servizi come l’erogazione di bevande, la vendi-ta di giornali, ristorazione, accoglienza, posta, bancomat, telefono, fax. L’articolo 24 della legge provinciale n. 4/2000 prevede interventi di sostegno a queste attività in modo tale da presidia-re i servizi in quota ed evitare lo spopo-lamento. QUALIMA ha quindi acquisito il know-how che era stato maturato in Provincia di Trento negli ultimi anni in-serendo nel progetto i risultati di un’in-dagine sull’efficacia dell’esperienza dei multiservizi.

Attività e realizzazioni

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Spazio Alpino

I punti di forza del progetto riguardano sicuramente l’ipotesi iniziale di operare in rete per garantire una diffusione dei servizi multifunzionali nelle aree rurali di montagna. In molti casi, la perma-nenza in loco di determinati servizi as-sume anche il valore simbolico di resi-stenza contro un sentimento diffuso di perdita di identità e di abbandono che pervade le aree “tristi” delle Alpi.L’esperienza della Provincia autonoma di Trento è stata assunta anche a mo-dello da altre realtà che non avevano

fino ad oggi affrontato la questione dei multiservizi. A riguardo va anche sot-tolineato che la verifica impressa da QUALIMA ha portato alla redazione di una serie di proposte relative ad alcu-ne ulteriori agevolazioni pubbliche che verranno inserite nella revisione dei cri-teri e delle modalità di attuazione del-l’articolo 24 della legge provinciale n. 4/2000 con lo scopo di incentivare e so-stenere ulteriormente la diffusione di un commercio “amico” delle popolazio-ni alpine.

Analisi dei risultati

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VIA ALPINAFrom Trieste to Monaco a walking trail to discover the eight alpine countriesDa Trieste al Principato di Monaco alla scoperta degli otto paesi alpini lungo i sentieri escursionistici

Capofila: Association Grande Traversée des Alpes (Francia)

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Servizio TurismoRegione PiemonteRegione LombardiaRegione autonoma Friuli Venezia GiuliaRegione autonoma Valle d’AostaRegione LiguriaProvincia di BellunoProvincia autonoma di Bolzano

Germania: Deutscher Alpenverein

Austria: OEAV

Slovenia:Proplus d.o.o.

Liechtenstein:AWNL

Principato di Monaco:Club Alpine Monegasque

Svizzera: Schweizer Wandenwege

Contatto:Grégoire BelTel +33(0)4 76 42 08 31Fax +33(0)4 76 42 87 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Lorenza TomaselliTel: +39 0461 495254Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 01.2001-12.2004

Budget totale: Euro 2.488.085

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 100.000

www.via-alpina.orgwww.viaalpinatrentino.com

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Spazio Alpino

Obiettivi

Obiettivo prioritario del progetto è quel-lo di riportare ad unità, attraverso un grande itinerario escursionistico da fare a piedi, l’identità delle Alpi. Il pro-getto intende inoltre “creare il prodotto VIA ALPINA” intesa come il primo, più grande e significativo collegamento or-ganico attraverso le nazioni che com-pongono la più grande oasi naturalisti-ca europea. Accanto all’individuazione della grande attraversata alpina, in mol-ti tratti alla portata di tutti, il progetto in-tende inoltre valorizzare i tratti identita-ri e culturali di questi territori, creando un circuito di offerta turistica di qualità e contribuendo allo sviluppo locale del-

le Regioni alpine.Lo sforzo principale è stato indirizzato alla valorizzazione delle risorse esisten-ti attraverso il coordinamento tra i vari paesi, il potenziamento delle infrastrut-ture, la segnaletica multilingue e la co-municazione mirata al pubblico inter-nazionale.Il progetto ha scelto la denominazione VIA ALPINA anche per recuperare il ter-mine latino inteso come simbolo lingui-stico unitario in quanto, proprio questa lingua, rappresentò nella storia la for-ma di espressione comune per tutti i popoli delle Alpi.

La VIA ALPINA è un itinerario escursio-nistico che si sviluppa sulla sentieristi-ca esistente e attraversa 30 Regioni al-pine (Cantoni e Länder) e 200 comuni.Si toccano 341 tappe, 58 delle quali transfrontaliere. Il periodo consigliato per le escursioni va dalla fine di giugno alla fine di settembre.La Via ha uno sviluppo di 5.000 chilo-metri che si articolano in cinque itine-rari specifici:

Rosso: un sentiero per l’Europa

In circa 180 tappe collega tutte le otto nazioni alpine da Trieste al Principato di

Monaco. L’elemento caratteristico del percorso è rappresentato dal passag-gio attraverso i principali parchi natu-rali delle Alpi.

Viola:le Alpi della Mitteleuropa dal Triglav ai castelli bavaresi

Dal cuore calcareo della Slovenia agli altipiani della Germania meridionale at-traverso i grandi itinerari austriaci.

Giallo: Le Dolomiti, cattedrali di pietra

Dal mare della costa Adriatica ai 3.000 metri delle Alpi bavaresi fino agli alpeg-

Attività e realizzazioni

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gi dell’Allgäu. Questo itinerario, espres-samente dedicato alle Dolomiti intese come le “montagne più belle del mon-do”, tocca anche i territori della Provin-cia di Trento ed in particolare della val-le di Fassa. In Trentino sono previste tre tappe più una intermedia divisa con la Provincia di Bolzano: da passo Pordoi al rifugio Contrìn per proseguire a Fon-tanazzo, arrivare al rifugio Antermoia e quindi passare al rifugio Bolzano.

Verde: sui monti di heidi

È l’itinerario più breve della VIA ALPI-NA che collega il “cuore verde” della catena montuosa dal Principato del Lie-chtenstein alla Svizzera.

Blu: il regno dei 4.000

Attraverso questo percorso è possibile ammirare in tutta la loro imponenza il Monte Rosa, il Cervino, il Monte Bianco e il Gran Paradiso.

Il progetto ha preso il via grazie all’in-traprendenza dell’associazione france-se Grande Traversée des Alpes (GTA) che fin dal 1971 promuove un turismo ancorato ai valori dell’escursionismo naturalistico. Il progetto si propone la valorizzazione delle cosiddette “terre alte” all’interno di un sistema di offer-ta rivolto a coloro che vogliono “cam-minare per conoscere” in una dimen-

sione europea, transnazionale e quindi fortemente legata ai principi della natu-ra e della montagna più autentica. Per questi motivi il progetto ha ricevuto il ri-conoscimento della Convenzione delle Alpi, il trattato internazionale per la pro-tezione della più grande oasi naturali-stica europea. Il partner capofila ha realizzato il logo internazionale e si è quindi provvedu-to alla realizzazione della segnaletica e alla relativa infrastrutturazione dei sen-tieri. In Provincia di Trento questo obiet-tivo è stato affidato alla SAT, Società degli Alpinisti Tridentini, che ha anche realizzato una segnaletica permanente tramite pitture su pietra.Un secondo obiettivo realizzato è sta-ta la costituzione di una grande banca dati, impostata nelle sue linee metodo-logiche dalla GTA, che raccoglie tutte le informazioni relative ai percorsi e alle tappe: altimetria, dislivelli, cartografie, tempi di percorrenza, informazioni tec-niche, punti di appoggio, accoglienza, pernottamento, ristorazione, informa-zioni turistiche, mezzi pubblici, musei, istituzioni culturali, punti di attrazione ecc. Si è quindi passati alla selezione delle strutture alberghiere di suppor-to e di servizio agli escursionisti sulla base dell’impegno delle stesse ad ospi-tarli anche per una sola notte. Succes-sivamente è stato realizzato il sito www.via-alpina.org che fornisce una descri-zione completa in cinque lingue (le

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Spazio Alpino

quattro parlate sulle Alpi: tedesco, fran-cese, italiano e sloveno più l’inglese). A questo si affianca il sito www.viaal-pinatrentino.com che viene gestito dal-l’Associazione dei gestori dei rifugi che operano lungo la VIA ALPINA dolomiti-ca e che può assicurare un sistema di prenotazione on line presso le diverse strutture ricettive.Nei punti tappa sono quindi stati collo-cati dei pannelli informativi in metallo che descrivono, sempre in cinque lin-gue, le peculiarità ed i dati tecnici rela-

tivi al percorso nei due sensi di percor-renza. VIA ALPINA ha quindi realizzato i primi strumenti di informazione: opu-scoli e brochure, cartine in diverse sca-le e altri materiali prodotti direttamente dalle singole Regioni e partner. A que-sto si aggiunge un software riguardan-te una sorta di manuale della qualità elaborato dal partenariato italiano che avrà l’obiettivo di valutare i pacchetti di offerta turistica e la loro coerenza con le finalità generali del progetto.

Il “prodotto VIA ALPINA” è stato con-fezionato, si tratta ora ci collocarlo sul mercato turistico e culturale. Pro-prio per questo è nato VIADVENTURE, il progetto che rappresenta la naturale prosecuzione della grande traversata.Relativamente alla Provincia autonoma di Trento va rilevato l’impegno del Ser-vizio Turismo nel coinvolgimento degli attori del territorio ed in particolare del-l’Azienda per il turismo della Valle di

Fassa, della SAT e dell’Associazione dei gestori dei rifugi.L’Azienda per il turismo si è fatta inter-prete dalla produzione di materiali in proprio e dei collegamenti con gli atto-ri locali, fatto questo che potrà portare in futuro ad ulteriori e più stimolanti ri-sultati.In Trentino sono stati inseriti nel circui-to 38 alberghi e 18 rifugi che possono fregiarsi del marchio VIA ALPINA.

Analisi dei risultati

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VIADVENTUREVIA ALPINA development ventureSviluppo del prodotto VIA ALPINA

Capofila: Association Grande Traversée des Alpes (Francia)

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Servizio TurismoRegione PiemonteRegione LombardiaRegione autonoma Friuli Venezia GiuliaRegione autonoma Valle d’AostaProvincia di ImperiaProvincia di BellunoProvincia autonoma di Bolzano

Germania: Deutscher Alpenverein

Austria: OEAV

Slovenia:Proplus d.o.o.

Liechtenstein:AWNL

Principato di Monaco:Club Alpine Monegasque

Svizzera: Schweizer Wandenwege

Contatto:Grégoire BelTel +33(0)4 76 42 08 31Fax +33(0)4 76 42 87 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Lorenza TomaselliTel: +39 0461 495254Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 01.2005-12.2007

Budget totale: Euro 2.530.000

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 80.049

www.via-alpina.orgwww.viaalpinatrentino.com

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Obiettivi

La VIA ALPINA è diventata un prodot-to turistico, una destinazione, una rete transnazionale al servizio di coloro che praticano l’antica “filosofia del cam-minare” e che intendono conoscere il mondo adottando una “stile di vita len-to e consapevole”.Si tratta ora di collocare questo prodot-to sul mercato turistico, di integrare questo circuito nel contesto socio eco-nomico delle Alpi, di individuare i tar-gets di riferimento ed azionare la gran-de macchina della comunicazione. Si tratta inoltre di sollecitare i singoli terri-tori ed i loro attori a partecipare da pro-tagonisti a questo progetto che vede nel Cammino di Santiago di Compostè-la e nella Via Claudia Augusta i precur-sori più immediati e concreti.Oltre agli obiettivi di tipo ambientale ed escursionistico vi sono poi gli aspet-ti culturali, didattici e formativi che si possono implementare lungo questo percorso. A questi si aggiungono le va-lenze ecologiche e naturalistiche delle Alpi, le esperienze conoscitive legate alle tradizioni, alla storia e all’econo-mia materiale che si sono sviluppate nel corso dei secoli in queste aree di

montagna.Fra gli obiettivi operativi figura inoltre l’applicazione dei contenuti della Gui-da Qualità VIA ALPINA nelle politiche turistiche legate a questi percorsi ed in particolare l’utilizzo di questo manua-le con i relativi standard da parte degli operatori turistici, tour operator e ad-detti all’incoming. Sul versante della comunicazione è importante che il pro-getto elabori uno stile ed un linguag-gio transnazionale in modo tale da fare emergere il carattere per molti versi co-smopolita della grande traversata. Rimane infine aperta la sfida di pianifi-care il futuro di questo progetto quando verranno a mancare le risorse pubbli-che garantite dai fondi strutturali euro-pei e dalla “mano pubblica” degli Stati e Regioni aderenti. L’ipotesi di costituire un partenariato permanente senza enti pubblici di riferimento rimane quin-di un obiettivo ambizioso anche se ne-cessario per garantire continuità ad un progetto che dovrà per forza di cose svi-lupparsi nei singoli territori e nelle re-ciproche comunità e vivere quindi di “luce propria”.

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Le prime realizzazioni riguardano l’ag-giornamento continuo del sito www.via-alpina.org e la sottoscrizione del Memorandum con la CIPRA, Commis-sione Internazionale per la Protezione delle Alpi. Quest’ultima operazione ha collocato in via definitiva il progetto nel-l’ambito delle strategie di sviluppo alpi-no legate alla sostenibilità ambientale e all’impegno per la protezione di questo patrimonio naturale.La Grande Traversée des Alpes ha inol-tre affidato un incarico per un piano di marketing internazionale relativo alla comunicazione interna ed esterna del progetto, mentre il Servizio Turismo del-la Provincia autonoma di Trento si è at-tivato per la realizzazione di un piano di comunicazione nazionale.Attraverso il piano di marketing genera-le il partner capofila intende fornire tut-ti i supporti necessari all’approntamen-to delle future campagne di marketing e comunicazione individuando i targets

di riferimento, ma anche l’intero asset-to informativo con una corporate speci-fica, un layout grafico unitario ed accat-tivante, uno stile originale ed efficace.La campagna di comunicazione è già stata avviata ed è stata predisposta una serie di interventi su riviste specializza-te (come nel caso dello speciale della Rivista del trekking), sull’editoria di set-tore oltre alla stampa delle brochure dedicate ai vari percorsi.All’interno dei moduli di lavoro relativi all’informazione, comunicazione e allo sviluppo e commercializzazione del-l’offerta turistica è stato dato incarico alla Trento School of Management di realizzare uno studio sullo sviluppo tu-ristico della valle di Fassa in relazione alle potenzialità della VIA ALPINA. Que-sto studio, “A pe su la Via Alpina”, ha prodotto una serie di contributi rivolti all’individuazione del target del “popo-lo del trekking” con particolare atten-zione al mercato nazionale e straniero

Attività e realizzazioni

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(Germania in particolare), alle azioni di informazione e sensibilizzazione rivol-te ai portatori di interesse locali e ad una strategia di comunicazione rivolta al pubblico esterno. Infine sono state elaborate una serie di linee progettuali per l’organizzazione dei primi pacchet-ti turistici che verranno realizzati con-cretamente a partire dall’estate 2007 dal nuovo Consorzio vacanze della valle di Fassa. I pacchetti prevedono una se-rie di proposte escursionistiche e cono-scitive dell’ambiente alpino rivolte agli amanti della mineralogia e geologia, alle scolaresche e ai soci del CAI-SAT (per alcuni giorni o una settimana).Accanto alla definizione delle linee gui-da per la valorizzazione turistica del-la VIA ALPINA sono state elaborate le prime proposte operative incentrate in modo particolare sull’educazione am-bientale e sulla valorizzazione del patri-monio geologico e mineralogico. In col-laborazione con alcune guide alpine del

Trentino, il Servizio Turismo e l’Azienda turistica fassana hanno proposto un progetto educativo rivolto agli studenti che devono sostenere l’esame di licen-za media. L’ipotesi didattica consiste in una serie di escursioni lungo il versante trentino della VIA ALPINA dove gli alun-ni possono studiare sul campo argo-menti strettamente legati all’ambiente alpino al fine di elaborare piccole tesi da presentare in occasione degli esami di fine anno.In merito alla gestione futura dell’iti-nerario, che dovrebbe prevedere l’arre-tramento della “mano pubblica” per fa-vorire il protagonismo dei soggetti del territorio, la Regione Piemonte ha dato incarico ad uno studio professionale di elaborare un’ipotesi di tipo “privatisti-co”.Questo ed altri obiettivi, legati in modo particolare all’aumento della notorie-tà dell’itinerario, potranno essere rag-giunti nel prossimo futuro.

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VIA CLAUDIA AUGUSTATerritorial promotion based on cultural heritage in the transnational area alongside the ancient road VIA CLAUDIA AUGUSTAPromozione territoriale basata sul patrimonio culturale nell’area transnazionale lungo l’antica strada romana VIA CLAUDIA AUGUSTA

Capofila: Provincia autonoma di Trento Servizio Rapporti Comunitari

Partner:Italia: Provincia autonoma di BolzanoRegione del VenetoCittà di FeltreComune di Ostiglia

Germania: Verein VCA Bavariae e. V.

Austria: Verein MIAR

Contatto:Luisa SandrinTel +39 0461 495355Fax +39 0461 [email protected]

Durata:09.2002-11.2005

Budget totale: Euro 2.000.000

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 501.838

www.viaclaudia.orgwww.viaclaudiatrentino.it

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Obiettivi

L’obiettivo prioritario è quello di recupe-rare la memoria storica legata al gran-de itinerario imperiale che collegava le pianure venete e lombarde alla pianure danubiane per farne un progetto unita-rio di marketing territoriale rivolto alla valorizzazione turistica delle diverse Re-gioni e Province coinvolte (Veneto, Tren-tino, Alto Adige, Tirolo, Baviera).L’antica VIA romana CLAUDIA AUGU-STA, tracciata oltre duemila anni fa da Druso in occasione delle guerre retiche e completata successivamente del fi-glio, l’imperatore Claudio, rivive oggi attraverso una grande operazione di comunicazione che punta a farne una vera e propria “destinazione turistica”.L’itinerario che collegava la città tede-sca di Augusta ad Ostiglia (lungo la via padana) e ad Altino (lungo la via alti-

nate), è stato recuperato per farne un grande tracciato ciclabile e una grande via di comunicazione turistica.Il Programma Interreg, e la cooperazio-ne territoriale che ne è alla base, è stato visto subito come un’occasione da non perdere per sperimentare, per la prima volta, una promozione unitaria della VIA superando i localismi che l’aveva-no fino ad allora caratterizzata.L’operazione di marketing territoriale punta quindi all’organizzazione di una destinazione rivolta al turismo soste-nibile, alla valorizzazione delle risorse culturali ed archeologiche intese come elementi essenziali per uno sviluppo di qualità, alla creazione di reti permanen-ti di integrazione, cooperazione e colla-borazione fra Regioni diverse.

In primo luogo è stato affidato alla Ba-viera, rappresentata da un’associazio-ne che da tempo lavorava sulla promo-zione dell’itinerario, la realizzazione di uno studio preliminare per individuare la zona di interesse della VIA CLAUDIA AUGUSTA. L’operazione non ha avuto un valore storico e scientifico, ma ha assunto un’importanza strategica in quanto ha definito la zona di interesse della VIA cioè il tracciato sul quale svi-luppare un’azione di comunicazione e

marketing. Si è quindi proceduto alla realizzazione di una serie di progetti transnazionali nell’ambito del marketing al fine di rea-lizzare strumenti di promozione e co-municazione in ambito turistico. Questi progetti trasnazionali hanno sviluppa-to una serie di azioni comuni in quattro ambiti di intervento: archeologia, cultu-ra, turismo, promozione del marchio e attività economiche.Ai progetti transnazionali si sono ag-

Attività e realizzazioni

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giunti una serie di progetti pilota locali sui quali i singoli partner hanno agito enfatizzando le rispettive autonomie ed obiettivi specifici e realizzando azioni di supporto e di complemento sia nell’am-bito della comunicazione, sia in quello relativo ai servizi della pista ciclabile. La Provincia autonoma di Trento ha realiz-zato due importanti iniziative sul ver-sante della comunicazione. In primo luogo è stato organizzato un ciclo di do-dici serate in biblioteca per conoscere meglio la VIA CLAUDIA AUGUSTA. In compagnia di archeologi, storici del-l’arte e dell’economia, esperti di sto-ria delle istituzioni ecclesiastiche, di viabilità, di letteratura di viaggio e con la testimonianza di due viaggiatori del nostro tempo - Danilo Angeli e Marco Patton - il pubblico ha potuto compiere un viaggio virtuale attraverso il passa-to e il presente. In secondo luogo, per dare maggiore visibilità a quella porzio-ne della VIA CLAUDIA che attraversa il Trentino, è stato realizzato il portale www.viaclaudiatrentino.it che permette al turista di trovare puntuali indicazio-ni sugli aspetti storico-culturali, sugli eventi, sull’ospitalità e sui prodotti pre-senti lungo questo itinerario.

Archeologia Responsabile: Soprintendenza beni archeologici Provincia autonoma di Trento

Questo progetto ha contribuito, in ogni Regione coinvolta, ad innalzare le cono-scenze relative ai tanti aspetti culturali,

storici ed archeologici che connotano la VIA CLAUDIA AUGUSTA. In Trentino sono state effettuate una serie di ricer-che geo-archeologiche in Valsugana ed è stata realizzata l’area ostensiva di un miliare rinvenuto a Tenna. In Provincia di Bolzano si è provveduto alla musea-lizzazione e catalogazione dell’area ar-cheologica di Egna. Il comune di Feltre e la Regione Veneto hanno provveduto alla catalogazione dei reperti di origine romana provenienti dal territorio comu-nale ed in particolare dall’area archeo-logica sottostante il Duomo; mentre il comune di Ostiglia ha promosso la mo-stra “Sulle tracce della Via Claudia Au-gusta, aspetti della civiltà romana in territorio Ostigliese”.L’Associazione della VIA CLAUDIA AU-GUSTA della Baviera ha provveduto alla sistemazione dei percorsi all’interno delle aree archeologiche delle antiche ville romane di Schwangau e di Pei-ting.L’Associazione MIAR del Tirolo ha quin-di avviato la progettazione del sito stori-co di Altfinstermünz.I progetti pilota in ambito transnazio-nale hanno portato alla realizzazione di due scavi-scuola e ad una serie di con-ferenze conoscitive rivolte al pubblico.Le conferenze, dal titolo comune “Ol-tre le tracce, incontri di ieri e di oggi at-torno alla Via Claudia Augusta” si sono svolte a Feltre, Egna, Trento e Ostiglia. Gli scavi scuola sono stati invece rea-lizzati nella grotta del sito di Altfinster-

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münz in Tirolo e a Brentino-Belluno ve-ronese in Provincia di Verona.

Cultura Responsabile: Regione Veneto

Il primo progetto transnazionale relativo alla cultura aveva per oggetto lo scam-bio di conoscenze del patrimonio mu-sicale e ha visto la realizzazione di cin-que seminari rivolti ai ragazzi dagli 11 ai 19 anni. I seminari si ponevano l’obiet-tivo di elevare il bagaglio di conoscenze relative alle diverse scuole e tendenze culturali e musicali presenti sull’asse della VIA CLAUDIA AUGUSTA e si sono svolti a Termeno, Feltre, Imst, Ostiglia e Trento (in questo caso in collaborazio-ne con il Servizio Attività Culturali della Provincia autonoma).La seconda iniziativa ha portato al com-pleto censimento di tutti i musei pre-senti lungo il tracciato della VIA ROMA-NA anche al fine del loro inserimento nel sito transnazionale.

TurismoResponsabile: MIAR Tirolo

Pista ciclabileLa VIA CLAUDIA AUGUSTA, con uno sviluppo di oltre 700 chilometri, è diven-tata una delle più lunghe piste ciclabili d’Europa e rappresenta un grande vet-tore di comunicazione culturale fra di-verse popolazioni alpine ed europee.L’itinerario ciclabile è stato realizzato sui percorsi esistenti dove è stato alle-stito un sistema segnaletico promosso dalle singole Regioni e dove sono sta-

te collocate una serie di tabelle tema-tiche relative alla conoscenza storico archeologica, ai percorsi ciclabili e al sistema dell’accoglienza di ogni territo-rio. In diverse zone sono state realizzate delle piazzole di sosta e sono stati por-tati avanti degli interventi migliorativi lungo la pista. La Provincia autonoma di Trento ha proposto la connessione storica del territorio trentino all’antica civiltà romana attraverso dodici tabelle tematiche dal titolo In bicicletta attraver-so 2000 anni di storia. I testi, le fotogra-fie e i disegni, realizzati dagli studenti dell’Istituto d’arte “Don Milani” di Ro-vereto, hanno impreziosito le tabelle catturando l’interesse non soltanto del viaggiatore, ma anche del residente.Si è quindi provveduto alla realizzazione di una cartina bilingue in italiano e te-desco con evidenziati tutti i percorsi ci-clabili presenti lungo il tracciato.

ComunicazioneLa strategia di comunicazione è diretta innanzitutto alla componente “interna” dell’itinerario, ovvero ai rappresentanti delle istituzioni, della pubblica ammini-strazione, degli enti turistici e cultura-li e alla componente “esterna”, ovvero alla popolazione residente lungo la VIA CLAUDIA AUGUSTA e ai turisti.Il progetto ha gettato le basi per lo start-up della strategia di comunicazione ela-borando un vero e proprio wording re-lativo all’utilizzo unitario dei linguaggi per linee tematiche e degli slogan pro-mo-pubblicitari della strada.

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È stato quindi sviluppato un unico cor-porate design che consiste in un insie-me di segni, stili e tratti grafici coor-dinati utili per tutte le applicazioni linguistiche nei materiali di stampa, fil-mati ed internet.Sono quindi state realizzate quattro guide bilingui dedicate rispettivamen-te ai temi dell’ambiente e della natura, archeologia, storia e cultura, folclore e gastronomia, percorsi ciclabili (con al-legata cartina). La comunicazione in-terna può inoltre avvalersi di una bro-chure istituzionale, sempre in italiano e tedesco.L’azione di comunicazione si comple-ta con la realizzazione del sito www.viaclaudia.org, di un archivio fotografi-co relativo al grande percorso storico-turistico, ad un film documentario e al-l’approntamento di un’azione di direct marketing relativa alla raccolta e cata-logazione di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali che operano lun-go i territori della VIA CLAUDIA AUGU-STA.

Marchio e attività economiche Responsabile: Verein VCA Bavariae, Baviera

E’ stata realizzata la guida “Sapori lun-go la VIA CLAUDIA AUGUSTA” per far conoscere i principali prodotti che ca-ratterizzano il territorio, la loro storia e

le loro caratteristiche organolettiche ed artigianali. La varietà dei prodotti ri-specchia la diversità del territorio con-siderato che, partendo dalle rive del fiu-me Po (Via Padana) o dalle coste del Mare Adriatico (Via Altinate), attraversa le valli del Trentino-Alto Adige e le Alpi tirolesi fino a raggiungere le pianure bavaresi.

Questo gruppo di lavoro ha riunito i partner attorno alle problematiche le-gate alla gestione del marchio, attivi-tà che è stata realizzata grazie alla col-laborazione fornita dall’Agenzia per la Qualità che opera presso l’Istituto Agra-rio di San Michele all’Adige. Il risultato è stato l’approvazione di una proposta di Statuto di un GEIE (Gruppo Europeo di Interesse Economico) che va a disci-plinare non soltanto l’uso del marchio, ma più in generale la promozione di una pluralità di iniziative dirette alla va-lorizzazione degli aspetti culturali e del-le attività economiche dei territori at-traversati dall’antica strada romana. Il GEIE é infatti un organismo transnazio-nale a cui possono partecipare i part-ner del progetto e altri soggetti di pro-mozione del territorio sia pubblici, sia privati con l’obiettivo di gestire la pro-mozione e la “vendita” del prodotto turi-stico VIA CLAUDIA AUGUSTA.

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Il Programma Interreg si è dimostra-to uno strumento essenziale per poter operare in un contesto caratterizzato da differenze linguistiche, politico-isti-tuzionali ed ambientali alquanto mar-cate. Nel caso della Provincia autono-ma di Trento va rilevato come, grazie ad Interreg, sia stato possibile mettere insieme enti ed istituzioni tanto diversi come la Soprintendenza dei Beni Ar-cheologici (per la parte storica-archeo-logica), la Trentino Spa (per la parte promozionale), l’Istituto agrario di San Michele (per la parte relativa al marchio comunitario) ed il Servizio Ripristino e Valorizzazione Ambientale (per la parte relativa agli itinerari ciclabili).

Per questo il progetto VIA CLAUDIA AUGUSTA può essere assunto a model-lo per ulteriori interventi in ambito co-munitario, ma anche quale esempio di gestione per progetti intersettoriali in ambito locale.Permangono tuttavia difficoltà di carat-tere logistico e sopratutto legislativo in quanto le singole leggi di settore non consentono un’agile, rapida e coordi-nata azione fra settori diversi della pub-blica amministrazione. In ogni caso questo Interreg ha avuto il merito di individuare nel GEIE un possi-bile modello per permettere la continui-tà dell’iniziativa anche dopo la chiusura del progetto VIA CLAUDIA AUGUSTA.

Analisi dei risultati

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wESTwomen East smuggling traffickingTratta a fine di sfruttamento delle donne dell’Est

Capofila: Regione Emilia Romagna Direzione Generale Sanità e Politiche sociali

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Servizio per le Politiche SocialiRegione LombardiaCaritas UdineRegione VenetoRegione MarcheComune di PerugiaRegione UmbriaAss. On the Road (Abruzzo)

Albania:Ministria e Punes dhe C.

Austria:Mountain Unlimited

Contatto: Assessorato Politiche SocialiImmigrazione- Progetto Giovani e Cooperazione InternazionaleTel +39 051 63 97 073Fax +39 051 63 97 074 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Pierluigi La SpadaTel: +39 0461 405641Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 01.2003 - 06.2005

Budget totale:Euro 2.870.794

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 160.000

www.regione.emiliaromagna.it/west

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Obiettivi

Il processo di disgregazione politica, economica e sociale dell’area balcani-ca e di parte dei paesi dell’Est europeo ha impresso un’accelerazione anche al fenomeno della prostituzione di stra-da. Accanto alle forme “tradizionali” di mercato del sesso oggi si assiste alla diffusione del fenomeno della tratta, ov-vero della prostituzione forzata, indotta attraverso la violenza e forme di vera e propria schiavitù.Il progetto WEST si pone in primo luo-go l’obiettivo di indagare questo nuovo fenomeno per conoscerne a fondo le dinamiche e le problematiche sociali e psicologiche. Il progetto intende quindi ricostruire le rotte del traffico per defi-nirne i contorni e comprenderne a fon-do le problematiche di tipo sociale che emergono dall’impatto delle nuove ma-

fie sui paesi di origine e di destinazione, senza sottovalutare i “vissuti” delle vitti-me della tratta.In secondo luogo si intende definire una politica sociale ed una strategia eu-ropea condivisa per elaborare program-mi di protezione sociale, interventi, an-che formativi, per l’inclusione di queste donne nella sfera sociale e lavorativa, oltre a progetti per il rimpatrio volonta-rio e condiviso.Il Servizio per le Politiche Sociali, at-traverso un rapporto di collaborazione con la Facoltà di Sociologia di Trento e il centro Cinformi, ha contribuito al pro-getto WEST attraverso azioni rivolte al rimpatrio onorevole inteso come un ri-torno volontario e soprattutto condiviso della donna nel paese di origine attra-verso un percorso protetto.

Attività e realizzazioni

Il progetto WEST ha contribuito all’in-dividuazione delle rotte della moderna schiavitù della prostituzione attraver-so la ricostruzione degli itinerari che, partendo dai Balcani e dagli altri pae-si dell’Est, giungono in Italia attraver-so il corridoio Adriatico e le porte di ac-cesso rappresentate dal Brennero e da Trieste.Accanto alle rotte della tratta, il proget-to ha ricostruito un vero e proprio rac-

conto sociale di questo fenomeno at-traverso le testimonianze dirette delle vittime della prostituzione che hanno messo in luce una situazione di degra-do sociale ed umano inimmaginabi-le nel 21° secolo. Le vicende di queste giovani donne, ma possiamo parlare anche di minori, iniziano con l’ingan-no legato al facile miraggio di un lavoro in Europa e finiscono sulle strade delle periferie degradate delle grandi città in www.regione.emiliaromagna.it/west

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un contesto caratterizzato da violenze e ricatti, sfruttamento e miseria.Tanto per sottolineare l’attualità del pro-getto WEST, basti ricordare che su una popolazione di circa 18-25 mila donne che si prostituiscono in strada in Italia, il 70% proviene dai paesi dell’area Cad-ses ed in particolare dall’Albania, Mol-davia, Romania, Slovacchia, Ucraina.Di fronte a queste cifre era necessaria anche una ricostruzione quantitativa che è stata realizzata attraverso l’attiva-zione di un Osservatorio multiregiona-le sul fenomeno della tratta, dei flussi e della mobilità migratoria, delle rotte praticate e degli approdi, delle normati-ve emanate e delle buone pratiche rea-lizzate.Il progetto ha portato alla costituzione di una banca dati telematica sul feno-meno e all’attivazione di una serie di sportelli sociali intesi come punti di ri-ferimento e di accoglienza per l’emer-genza nelle aree di criticità di flusso clandestino.Sono stati realizzati una serie di pro-getti pilota per l’accoglienza ai valichi di frontiera (Friuli Venezia Giulia), per la sperimentazione di politiche di cittadi-nanza attiva (Austria), interventi di co-munità per il recupero di queste citta-dine, sperimentazioni di interventi di

sensibilizzazione dei clienti, di nuovi modelli di protezione sociale, di coope-razione decentrata con i paesi di origi-ne. Sono inoltre stati realizzati manua-li di buone pratiche, testi di analisi del fenomeno, relazioni ed inchieste che vengono utilizzate anche in particolari corsi universitari legati a queste proble-matiche.La Provincia autonoma di Trento, attra-verso il centro Cinformi e la Facoltà di Sociologia, ha realizzato il progetto pi-lota relativo al rimpatrio onorevole che ha riguardato due giovani donne. Gior-gia e Gina (i nomi sono di fantasia), che operavano rispettivamente a Torino e a Verona, sono state rimpatriate grazie alla ricostruzione a ritroso del percorso di tratta e si sono inserite in progetti la-vorativi grazie a questi interventi protet-ti e condivisi.Il modello elaborato da questo team di lavoro, formato anche da un mediatore culturale straniero, ha creato le condi-zioni per eventuali altri interventi di rim-patrio onorevole da utilizzare in conte-sti e situazioni più allargate sempre che sussista la possibilità di occupazione lavorativa nel paese di origine e di un percorso individualizzato e protetto dal punto di vista sociale e famigliare.

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Il progetto ha sicuramente contribuito ad aggiungere interessanti ed appro-fonditi elementi conoscitivi allo studio di un fenomeno altrimenti destinato a sprofondare nel sommerso e nell’indif-ferenza. Il sistema a rete è funzionato in entrata, dai paesi di origine all’Europa, ma meno in uscita per via delle ogget-tive difficoltà ad operare in contesti so-

ciali toccati dalla miseria e dal degrado sociale.Diventa quindi importante creare nuo-ve occasioni di sviluppo e soprattutto di intervento diretto in favore di questi soggetti attraverso un’azione strategica coordinata che trovi una collocazione prioritaria nella prossima programma-zione europea.

Analisi dei risultati

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wOMEN-ALPNETA network of local institutions and resource centres for women: promoting women’s partecipation in the alpine space sustainable developmentUna rete di istituzioni locali e centri risorse per le donne: promuovere la partecipazione delle donne nello sviluppo sostenibile dell’arco alpino

Capofila: Provincia di Lecco

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Ufficio per le Politiche di Pari Opportunità CdIE, MilanoProvincia di TorinoRegione LombardiaS&T s. c., Torino

Austria: Initiative Frau & Arbeit

Slovenia:RRC Koper

Svizzera: Univ. della Svizzera It.

Francia:URACIFF

Contatto:Barbara FunghiniTel +39 0341 295 470Fax +39 0341 295 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Lucia TrettelTel: +39 0461 493156Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 01.2004 - 12.2005

Budget totale: Euro 1.455.700

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 160.000

www.pariopportunita. provincia.tn.it

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Spazio Alpino

Obiettivi

Il progetto si pone l’obiettivo di supera-re le difficoltà oggettive insite nei terri-tori alpini favorendo tutti gli strumenti che possano concorrere alla promozio-ne della donna ed al suo inserimento nel tessuto socio economico locale.La partecipazione della donna dipen-de da quattro condizioni fondamenta-li: l’accesso all’informazione, l’accesso alle risorse materiali, l’opportunità di una reale formazione professionale e la costruzione di una rete di cooperazione fra soggetti.Nell’area alpina, specie nelle zone a ri-schio di spopolamento, la donna vive una situazione particolarmente difficile dal punto di vista lavorativo per via delle precarie condizioni relative alla comu-nicazione.WOMEN-ALPNET si propone quindi di favorire la partecipazione femminile ai

processi di sviluppo locale e rafforza-re la cooperazione fra i principali atto-ri pubblici e privati che operano nei ri-spettivi territori.I settori economici presi in considera-zione si riferiscono in modo particola-re alla trasformazione dei prodotti agri-coli, allo sviluppo delle piccole e medie imprese, dei servizi e del turismo.Il progetto punta innanzitutto a svilup-pare una rete di servizi tra i centri risor-se donne intesi come strutture, anche virtuali ed interattive, al servizio della componente femminile delle comunità alpine. I centri svolgono azioni di infor-mazione, formazione, consulenza, sup-porto ed accompagnamento nelle fasi di ricerca di nuova occupazione.Il progetto si è sviluppato secondo stu-di, ricerche ed azioni pilota.

Attività e realizzazioni

Studio operativo regionale e buone praticheLa ricerca ha consentito di approfon-dire le reali condizioni della donna in diverse Regioni dello Spazio Alpino e di mettere in luce le disparità esisten-ti in diverse aree. Analogamente sono state catalogate le misure legislative di supporto, le azioni rivolte ad un vero in-

serimento della donna nel mondo la-vorativo, nonché le risorse territoriali di-sponibili.Il progetto ha quindi sviluppato una se-rie di azioni pilota:

Azione sperimentale per favorire la partecipazione delle donne allo svi-luppo economico locale in uno spa-zio specifico internazionale.

www.pariopportunita. provincia.tn.it

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SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE

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Forma il formatore: sviluppo di un modello formativo rivolto agli opera-tori locali (consulenti, esperti).Sviluppo di una rete per la promozio-ne dell’occupazione e dell’imprendi-torialità femminile.Un modello di Centro Risorse Virtua-le per promuovere la partecipazione femminile allo sviluppo locale.

Quest’ultimo progetto è stato organiz-zato e seguito dalla Provincia autono-ma di Trento, Ufficio per le Politiche di Pari Opportunità, ed ha portato alla rea-lizzazione del Centro Risorse Pari Op-portunità (CRPO). Il CRPO è un centro virtuale, accessi-bile via internet all’indirizzo www.pa-riopportunita.provincia.tn.it ed intende fornire informazioni e servizi il più pos-sibile concreti con lo scopo di raggiun-gere, attraverso la tecnologia, anche le utenti più lontane dal luogo di eroga-zione fisica dei servizi diventando così un vero e proprio sportello “intelligen-te” in grado di dare risposte veloci ed efficaci. I contatti sul sito sono circa 200 al gior-no ai quali si aggiungono circa 20 tele-fonate di utenti che si rivolgono diret-tamente al Servizio Provinciale (tramite l’operatrice on-line) e 20 e-mail. Il Cen-tro Risorse Pari Opportunità non è in-fatti semplicemente un sito internet, ma un vero e proprio sportello interat-

tivo.Il portale, il cui logo è stato realizzato dagli studenti dell’Istituto d’Arte Vitto-ria di Trento, è strutturato in sette aree tematiche: economia e lavoro, istruzio-ne e formazione, salute e sostegno alla persona, conciliazione famiglia e lavo-ro, società e contesto, cultura e comu-nicazione, cittadinanza e partecipazio-ne.Il Centro raccoglie inoltre una vera e propria banca dati degli operatori loca-li che si occupano di pari opportunità, nonché dati, statistiche e leggi di set-tore.Il portale è stato anche premiato dalla Microsoft e Forum P.A. come una delle quindici migliori buone pratiche messe in campo dalla pubblica amministrazio-ne.La realizzazione del portale è stata pos-sibile grazie alla collaborazione diret-ta con gli operatori locali (il cosiddetto gruppo pilota costituito da 25 rappre-sentanti della comunità locale) che, a vario titolo, agiscono sul territorio Pro-vinciale promuovendo la partecipazio-ne femminile allo sviluppo.In prospettiva si pensa di collegare al-l’attività del portale anche una serie di sportelli territoriali front-office per una consulenza diretta alle donne in cerca di opportunità occupazionali e di inse-rimento professionale.

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Spazio Alpino

WOMEN-ALPNET ha sviluppato anche una serie di azioni per il trasferimento dei progetti pilota e delle buone prati-che alle altre Regioni aderenti al pro-getto. Lo sviluppo di una rete di servizi fra i Centri Risorse Donne dell’arco al-pino necessita però di ulteriori appro-fondimenti e di un’azione concreta più decisa. Permangono in altre parole dif-ficoltà nello scambio delle buone pra-tiche e nella comunicazione delle reci-proche esperienze.Per quanto riguarda la Provincia auto-noma di Trento va sottolineato che la costituzione del gruppo pilota ha por-

tato all’individuazione di un organismo di natura pubblico-privata che ha con-tinuato, anche dopo la chiusura del progetto, ad incontrarsi ed a produrre progettualità utili alla promozione del-le politiche di inserimento della donna nel mondo del lavoro. L’attivazione del portale www.pariopportunita.provincia.tn.it rimane una conferma della volon-tà politica di fornire agli operatori pub-blici e privati della Provincia autonoma di Trento un valido servizio di supporto ed accompagnamento per azioni, in-terventi e politiche di inserimento della donna nella società europea.

Analisi dei risultati

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TRASPORTI

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ALPENCORSAlpen corridor SouthCorridoio a Sud delle Alpi

Capofila: Regione del Veneto

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Progetto Speciale Coordinamento Attività per la Ferrovia del Brennero e per lo Sviluppo dell’IntermodalitàRegione PiemonteUniv. di TorinoUniv. di VeneziaCRFCSSTINTI

Austria:Land NiederösterreichGEOVILLE GmbHHerry ConsultARCS

Francia:ENTPE

Slovenia:MOP-UPP

Contatto: Franco MiglioriniTel +39 041 279 2399Fax +39 041 279 2022 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Maurizio CastagniniTel: +39 0461 492617Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 12.2002 - 10.2005

Budget totale: Euro 3.135.000

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 210.000

www.alpencors.net

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INTERREG IIIB Spazio Alpino

Obiettivi

Il progetto ALPENCORS intende stu-diare le caratteristiche degli interven-ti strutturali e le ricadute economico sociali nel tratto centrale (a Sud delle Alpi) del Corridoio 5, che permetterà il collegamento ferroviario da Lisbona a Kiev. Tale intervento infrastrutturale rappre-senta uno dei progetti strategici priori-tari per l’Europa. La nuova linea ferroviaria ad alta capa-cità rappresenta però anche un proget-to di sviluppo economico orientato ad un modello di qualità produttiva e di in-novazione continua. Il progetto si propone pertanto, attra-verso un approccio dal basso, di valu-tare tutte le conseguenze e le interre-lazioni che una grande opera di queste dimensioni innesca nei diversi territori. Vi sono infatti problematiche di caratte-re ambientale che si confrontano con le opportunità di carattere economico ed occupazionale, se pensiamo ad esem-pio che il Corridoio collega le Regioni più ricche del centro Europa con quelle a sviluppo critico dell’Est.

Il progetto intende quindi valutare tutte le ricadute al fine di realizzare un vero e proprio manuale che riassuma le Linee guida per un politica del Corridoio 5.Nello studio vengono presi in esame gli aspetti legati alle trasformazioni econo-miche, dei trasporti, dello sviluppo tec-nologico, della logistica e degli asset-ti del territorio impresse dalla grande opera al fine di elaborare successiva-mente una strategia condivisa che por-ti alla sua effettiva realizzazione.All’interno dei vari gruppi di lavoro la Provincia autonoma di Trento, tramite il Progetto Speciale Coordinamento Atti-vità per la Ferrovia del Brennero e per lo Sviluppo dell’Intermodalità, è stata in-caricata di realizzare uno studio relati-vo all’impatto territoriale, economico e sociale derivante dalla realizzazione dei grandi interventi infrastrutturali previsti lungo l’asse del Brennero che a Verona interseca il Corridoio 5. In quest’ottica è stato esaminato il ruolo che un cen-tro alpino come Trento potrà avere qua-le potenziale nodo di traffico collegato con l’asse padano del Corridoio 5.

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TRASPORTI

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Partendo da un approccio ancorato alla logica della competizione globale, AL-PENCORS ha analizzato tutti gli aspetti relativi alle ricadute territoriali (macro e micro) che si verificheranno con la rea-lizzazione delle grande opera:

Economia: il Corridoio come sistema economico. Integrazione europea e aumento della competitività.Trasporti: il ruolo del Corridoio ferro-viario fra criticità e prospettive e loro ricadute sul mercato unico. Sono sta-te considerate le situazioni esistenti di traffico nel breve e medio periodo e le prospettive a lungo termine.Il ruolo propulsore della logistica e dell’intermodalità: integrare gli assi Nord-Sud con l’allargamento ad Est, recuperare il gap infrastrutturale, tecnologico ed organizzativo, soste-nere la logistica come fattore di svi-luppo territoriale.

Sono quindi state valutate tutte le impli-cazioni delle grandi opere in termini di efficienza e sicurezza della circolazione stradale e le implicazioni politiche ed amministrative ad essa connesse: stru-

menti di governo, integrazione fra infra-struttura e territorio.Sono stati messi a punto una serie di dati riferiti alla:

previsione di crescita degli Stati AL-PENCORS;simulazioni sui flussi di traffico e de-gli scenari anche in relazione alle tra-sformazioni che verranno impresse al traffico stradale.

Il Progetto Speciale Coordinamento At-tività per la Ferrovia del Brennero e per lo Sviluppo dell’Intermodalità, in col-laborazione con il Politecnico di Mila-no, l’Università di Trento e la società Spiekermann e Wegener di Dortmund ha realizzato la parte dello studio rela-tiva all’impatto territoriale conseguente alla realizzazione di grandi opere lungo il Corridoio 1 valutate dal punto di vista del nodo di Trento in correlazione con il Corridoio 5.Lo studio ha portato alla definizione di un modello di valutazione dell’impat-to territoriale (economico, sociale, am-bientale) che potrà essere utilizzato an-che in altri contesti.

Attività e realizzazioni

ALP

ENCO

RS

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INTERREG IIIB Spazio Alpino

Le linee guida rappresentano un testo favorevole alla grande opera in quan-to vengono definiti degli scenari che la individuano come soluzione ambiental-mente, socialmente ed economicamen-te preferibile alla situazione esistente.Il Corridoio 5 rappresenta inoltre, ed il testo ne è una conferma, un elemen-to strutturale delle politiche di coesio-ne rivolte all’aumento della competiti-vità di sistema all’interno dell’Europa. Per quanto riguarda la parte dello studio curato dal team della Provincia autono-ma di Trento vengono innanzitutto con-fermate le previsioni relative alla linea del Brennero. Con gli attuali ritmi di cre-scita del traffico merci, la ferrovia avrà grossi problemi e pertanto, tenuto con-to dei tempi lunghi per la realizzazione delle nuove opere, è necessario decide-re in merito, definendo compiutamente nei suoi diversi aspetti il progetto di po-tenziamento della linea ferroviaria Vero-na-Brennero e del raddoppio del tunnel di base del Brennero.Questi interventi (che è indispensabi-le realizzare congiuntamente) vengono considerati una soluzione strutturale a supporto del traffico su gomma, an-ch’esso destinato altrimenti ad una cre-scita quasi esponenziale.

La valutazione delle implicazioni locali relative alla realizzazione dei grandi cor-ridoi europei fornita dallo studio è risul-tata positiva in quanto viene fornita una proiezione matematica che indica una ricaduta per il solo Trentino di 175 milio-ni di Euro, pari a 300 Euro l’anno per abi-tante. Contestualmente sono stati analizzati al-tri possibili scenari viabilistici, come la sistemazione complessiva della Strada Statale della Valsugana e la realizzazio-ne del tratto Nord della Autostrada della Valdastico, con le relative conseguenze in termini economico sociali. Il progetto ALPENCORS ha sollevato un certo dibattito anche da un punto di vi-sta metodologico in quanto esistono vi-sioni alquanto diverse in merito all’utilità di progetti di questa portata. Esiste infat-ti una scuola di amministratori e tecni-ci orientata alla concertazione, all’enfasi legata alla studio e alla valutazione pre-liminare e una scuola che preferirebbe invece adottare scelte più nette, meno ri-dondanti in termini di analisi e maggior-mente orientate all’esecutività.Il dibattito è ancora aperto, come peral-tro le problematiche relative alle grandi opere attraverso le Alpi.

Analisi dei risultati

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AMBIENTE E PREVENZIONE RISChI

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ALPNAPMonitoring and minimisation of traffic-induced noise and air pollution along major alpine transport routesMonitoraggio e minimizzazione dell’inquinamento acustico ed atmosferico causato dal traffico veicolare lungo le principali vie di comunicazione alpine

Capofila: Deutsches Zentrum für Luft und Raumfahrt - DLR (Germania)

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (Partner osservatore)Univ. di TrentoARPA PiemonteISAC Torino

Austria:MUI-IHSTU GrazUniv. Boku ViennaUniv. Innsbruck

Francia:CETE LyonCSTB

Germania:FZK

Contatto: Dietrich HeimannTel +49 (0)8153 28 2508Fax +49 (0)8153 28 1841 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Zaira MeloniTel: +39 0461 497763Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 01.2005 - 12.2007

Budget totale: Euro 1.989.478

www.alpnap.orgwww.unitn.it/alpnap

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Obiettivi

La diffusione nell’atmosfera di inqui-nanti dovuti al traffico veicolare, alle emissioni civili e produttive e il rumore provocato dai mezzi che transitano sul-le grandi direttrici europee sono all’ori-gine di problematiche ecologiche e so-ciali di non facile soluzione.Il rapporto fra pubblica amministrazio-ne e cittadini, fra governi e governati, è reso sempre più difficile dal progressi-vo aumento delle sfide ambientali e dal-la ricerca di nuove compatibilità fra atti-vità umane ed ambiente.I territori alpini sono divisi al loro inter-no per essere ad un tempo la più gran-de oasi naturalistica d’Europa e un punto di transito strategico per la com-petizione internazionale. Per contribuire a definire una dialetti-ca il più possibile costruttiva, ancora-ta a dati oggettivi e senza letture di tipo ideologico, è nato il progetto ALPNAP che si prefigge l’integrazione, nell’area alpina, delle metodologie più aggiorna-te per la valutazione della qualità del-l’aria, del rumore e della salute.Il problema nasce dalla particolare oro-grafia del territorio di montagna nel quale i sistemi tradizionali di rileva-mento degli inquinanti, generalmente importati dai contesti urbani e di pianu-ra, trovano un’applicazione più proble-matica e possono essere soggetti ad er-rori, anche rilevanti.Il progetto si propone quindi l’obiettivo

dell’affinamento degli strumenti di ri-levazione anche nell’ottica di garanti-re il pieno rispetto dei limiti normativi in materia di inquinamenti a partire dal problema delle polveri sottili (pm10).ALPNAP punta inoltre alla costituzio-ne di una rete permanente di esperti e di enti locali impegnati sul versante del monitoraggio e della riduzione degli in-quinanti.Innanzitutto il progetto si pone due obiettivi specifici:

individuare metodologie e strumenti aggiornati in modo coordinato e inte-grato a livello alpino per determinare congiuntamente i livelli di emissione degli inquinanti atmosferici e del ru-more;elaborare piani simulati e scenari re-lativi alla situazione meteorologica, ai flussi di traffico, alla dispersione e trasformazione degli inquinanti at-mosferici, alla propagazione del ru-more ed all’impatto di questi fattori sulla qualità della vita dei cittadini.

Gli elementi innovativi legati al progetto consistono nell’interazione fra topogra-fia, meteorologia, emissioni atmosferi-che e rumori con la vita delle comuni-tà locali per ottenere una valutazione complessiva della qualità ambientale e sociale. Tutto questo consentirà una stima complessiva degli effetti negati-vi dovuti al traffico veicolare nelle zone montane.

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AMBIENTE E PREVENZIONE RISChI

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Il progetto si concluderà alla fine del 2007 ed è quindi prematuro definirne un bilancio consuntivo.I risultati attesi riguardano:

un’analisi delle migliori applicazioni tecniche e metodologiche degli stru-menti modellistici disponibili per le rilevazioni atmosferiche, degli inqui-nanti e del rumore;un’attenta valutazione dell’adegua-tezza dei vari indicatori rispetto agli impatti ambientali;la definizione degli errori quando ven-gono applicati nelle Alpi, e quindi nei

contesti montani, strumenti di rileva-zione e di analisi sistemica utilizzati nei contesti urbani e di pianura;la realizzazione di esempi di simu-lazione degli effetti ambientali pro-vocati dalle emissioni atmosferiche e del rumore sui grandi valichi alpi-ni (Brennero e Frejus) e all’interno di piccole vallate di montagna. Le si-mulazioni e gli scenari riguardano in modo particolare le emissioni di ozo-no e polveri sottili in specifiche fasce orarie ed in determinate situazioni meteorologiche.

Attività e realizzazioni

ALPN

AP

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INTERREG IIIB Spazio Alpino

Al progetto partecipa in qualità di part-ner il Dipartimento di Ingegneria civile ed ambientale dell’Università di Trento che sta realizzando l’attività di raccolta dei dati e di monitoraggio della qualità dell’aria lungo l’asse del Brennero.In modo particolare vengono monitora-te le emissioni relative alla qualità del-l’aria ad Aldeno (in collaborazione con l’Agenzia per la protezione dell’ambien-te di Trento che partecipa al progetto in qualità di osservatore) a Salorno (in col-laborazione con l’Appa di Bolzano) e a Rivalta (in collaborazione con l’Arpa del

Veneto).Il Dipartimento di ingegneria sta inoltre raccogliendo ed elaborando i dati riferi-ti al traffico nel tratto a Sud del Brenne-ro. In collaborazione con l’Università di Graz, verranno poi realizzati degli studi sulle concentrazioni di Pm10.Vengono infine raccolti ed elaborati i dati riferiti all’inquinamento da rumore sull’intero corridoio Sud del Brennero e definite, assieme agli altri partner, le va-lutazioni di impatto ambientale connes-se al traffico veicolare, all’inquinamen-to atmosferico ed acustico.

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AMBIENTE E PREVENZIONE RISChI

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ALPS-GPSQUAkENETAlpine integrated GPS network: real-time monitoring and master model for continental deformation and earthquake hazardUna rete di stazioni GPS per il controllo geodinamico dell’area alpina

Capofila: Università degli Studi di Trieste

Partner:Italia:Provincia autonoma di TrentoServizio GeologicoProvincia autonoma di BolzanoRegione LombardiaRegione LiguriaFond. Montagna SicuraARPA PiemonteARPA Veneto

Germania:BEK-BADWDGFI-BADW

Slovenia:ARSO

Francia:EOST-IPGSUniv. Joseph Fourier

Contatto: Karim AoudiaTel +39 040 55 82 128Fax +39 040 55 82 111 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Giorgio ZampedriTel: +39 0461 495238Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 01.2004 - 12.2006

Budget totale: Euro 2.424.638

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 54.500

www.alps-gps.units.it

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Obiettivi

L’obiettivo prioritario del progetto è quello di creare una rete di stazioni GPS permanenti (Global Positioning System) dedicata al monitoraggio delle defor-mazioni della crosta terrestre in ambi-to alpino. Le rilevazioni consentiranno di ottenere misure con un’accuratezza nell’ordine di pochi millimetri all’anno per valutare le deformazioni crostali nei diversi settori della catena alpina al fine di aumentare le conoscenze in materia di previsione dei terremoti. Il progetto si basa su studi di geodesia, ovvero la scienza che si occupa della forma della superficie terrestre e delle sue dimen-sioni, e su studi di geodinamica, ovve-ro la scienza che studia la natura e le funzioni degli agenti trasformatori della superficie terrestre. Attraverso la com-binazione delle moderne tecniche spa-ziali basate sull’utilizzo del GPS e del-le scienze naturali tradizionali come la geologia, la geofisica e la sismologia, il progetto punta all’organizzazione di una rete permanente di rilevatori satel-litari che verrà denominata GAIN, Geo-detic Alpine Integrated Network. Questa rete si pone l’obiettivo di raccogliere le informazioni necessarie alla compren-sione della geodinamica in area alpi-na.La natura transnazionale del progetto, che vede la partecipazione trasversale di istituti di ricerca, mondo accademico e pubbliche amministrazioni, dovrebbe

inoltre contribuire ad un proficuo con-fronto tra scienziati e utilizzatori fina-li del servizio nonché ad uniformare a livello europeo i sistemi ed i linguaggi di ricerca.Un obiettivo non secondario è infine quello di elaborare un sistema di pre-venzione del rischio pianificando gli in-terventi di protezione civile ed elevan-do i livelli di sicurezza delle popolazioni delle Regioni alpine.Grazie alla rete GAIN sarà possibile quantificare la deformazione crostale dell’intero dominio alpino contribuen-do ad aprire nuove possibilità di ricer-ca nel campo delle scienze ambientali utilizzando questi territori come labora-tori naturali.Le conoscenze acquisite attraverso il monitoraggio satellitare potranno inol-tre essere utilizzate anche nella piani-ficazione urbanistica e ambientale al fine di garantire un armonico utilizzo del territorio. Attraverso la combinazione del GPS sa-tellitare con altre tecnologie sarà infine possibile monitorare e rilevare anche in tempo reale fenomeni che incidono in maniera più o meno diretta con il terri-torio come nel caso degli eventi meteo-rologici, del monitoraggio delle frane, dei fenomenti che riguardano l’agricol-tura, i trasporti, la navigazione e il volo assistito.

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AMBIENTE E PREVENZIONE RISChI

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La rete GAIN GPS conta 35 stazioni di rilevamento. ALPS-GPSQUAKENET ha quindi realizzato entro i tempi stabiliti la mappatura del rischio sismico nel-l’area alpina. Sono stati inoltre realizzati un sito in-ternet (viene continuamente aggiorna-to dal capofila) e il Centro dati, al quale vengono continuamente inviate le rile-vazioni compiute a livello locale.I vari partner aderenti stanno inoltre portando avanti i rispettivi pacchetti di lavoro che comprendono fra gli altri il monitoraggio dell’umidità toposferica nella Francia sudorientale e nelle Dina-ridi esterne, il monitoraggio attivo del-le faglie nelle Alpi del Rodano, del Friuli

Venezia Giulia e della Slovenia, il moni-toraggio dei fenomeni franosi median-te metodologia GPS in Piemonte e in Trentino.In Provincia di Trento, a cura del Servi-zio Geologico, sono state realizzate due nuove stazioni di rilevamento perma-nenti a Predazzo e sul monte Calisio. I dati raccolti da queste stazioni vengono inviati giornalmente al partner capofila e vanno ad integrare l’archivio di rileva-zioni GPS di qualità geodetica (alta pre-cisione) riferite all’arco alpino.I dati rilevati dalle stazioni della rete GAIN sono accessibili agli utilizzato-ri direttamente dal sito www.alps-gps.units.it

Attività e realizzazioni

ALPS

-GPS

QU

AkEN

ET

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INTERREG IIIB Spazio Alpino

I progetto è stato voluto dall’Università degli studi di Trieste per creare una rete di prevenzione del rischio anche in con-seguenza del terremoto del 1976.Era quindi necessario fornire una serie di risposte rivolte innanzitutto al biso-gno di sicurezza delle popolazioni loca-li e questo anche in considerazione del fatto che l’Italia è una nazione che rien-tra interamente nelle zone soggette a ri-schio sismico.ALPS-GPSQUAKENET ha indubbia-mente contribuito ad attivare la comu-nità scientifica attorno ad un progetto globale che punta al coinvolgimento degli altri Stati e Regioni delle Alpi per la realizzazione di una carta previsiona-le dei rischi sismici.Sarà quindi necessario garantire il

completamento delle mappe dettaglia-te del tasso di deformazione, degli spo-stamenti della crosta terrestre e della distribuzione del campo di sforzo in tut-ta l’area analizzata.I dati in possesso del Servizio Geologi-co potranno inoltre essere utilizzati an-che in forma autonoma per la defini-zione di mappe provinciali del rischio sismico e come contributo conoscitivo per la Carta della Pericolosità Idrogeo-logica del Trentino voluta dalla Giunta provinciale.Questo progetto ha contribuito a ri-lanciare e ad attualizzare la questione della geodinamica nelle Alpi gettando le basi per ulteriori forme di coopera-zione, coordinamento, conoscenza e scambio di esperienze.

Analisi dei risultati

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AMBIENTE E PREVENZIONE RISCHI

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CATCHRISkMitigation of hydro-geological risk in alpine catchmentsAnalisi idrogeologica dei bacini idrografici e dei conoidi alpini per la valutazione complessiva del rischio e la pianificazione territoriale

Capofila: Regione Lombardia

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Servizio GeologicoRegione autonoma Friuli Venezia GiuliaRegione del VenetoProvincia di La SpeziaARPA Piemonte

Germania:BGLA

Austria:Joanneus ReserchFTD f. WLV - BMLFUW

Svizzera:Kanton GraubündenSUPSI

Contatto: Enrico SciesaTel +39 02 67 65 46 90Fax +39 02 67 65 29 38 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Maria Fulvia ZontaTel: +39 0461 494978Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 07.2002 - 09.2005

Budget totale: Euro 2.557.600

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 233.000

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INTERREG IIIB Spazio Alpino

Obiettivi

Le Alpi rappresentano un territorio sensi-bile ai rischi di franamenti e inondazioni ai quali si associano, specie nel fondoval-le, pericoli di colate detritiche in conoide e alluvioni nelle zone pianeggianti. I perico-li aumentano, come dimostrano gli even-ti avvenuti in Trentino nel corso del 2000 e del 2002, in quanto i territori alpini si carat-terizzano anche per alcune forti concentra-zioni demografiche dovute alla consisten-te espansione urbanistica legata ai distretti turistici.I fenomeni franosi e gli smottamenti re-gistrano inoltre un aumento di frequenza superiore ai cicli più o meno naturali regi-strati in passato (pari circa ad un secolo) anche per via delle tendenziali modificazio-ni climatiche innescate dal cosiddetto ef-fetto serra.Si evidenzia pertanto la necessità di una strategia comune volta alla previsione dei rischi naturali e alla loro attenuazione con opportuni interventi di difesa e prevenzio-ne anche sulla base delle indicazioni degli esperti riferite ai cambiamenti climatici.Diverse regioni alpine hanno già sviluppa-to specifiche strategie di valutazione del ri-schio relativo allo straripamento dei corsi d’acqua di montagna e dei fenomeni frano-si nei bacini alpini. Il progetto CATCHRISK intende uniformare questi approcci meto-dologici e gettare le basi per armonizzare le normative in materia, i sistemi di raccol-ta e catalogazione dei dati ed individuare successivamente i rischi connessi.L’obiettivo prioritario del progetto è quin-

di quello di creare un approccio condiviso per la definizione di scenari di rischio idro-geologico nei bacini idrografici alpini e sui conoidi alluvionali attraverso uno scambio iniziale di conoscenze e l’approntamento di procedure comuni attraverso la comuni-cazione continua di dati ed esperienze.Nel progetto vengono analizzati i principa-li fenomeni franosi (crolli di roccia e scivo-lamenti superficiali) e di esondazione in presenza di forti precipitazioni, nonché le conseguenze sul territorio innescate dalla prolungata assenza di precipitazioni.Le più moderne applicazioni delle tecnolo-gie computerizzate e le tecniche GIS con-sentiranno, in una fase successiva, di ela-borare scenari conoscitivi in tempo reale e una serie di mappe di rischio idrogeologi-co utili per la prevenzione e la previsione dei fenomeni.La fase successiva consiste nell’indivi-duazione delle metodologie operative più efficaci attraverso il confronto fra le varie Regioni e l’approntamento di un sistema comune a livello alpino. Il progetto si com-pleta con un’adeguata campagna di infor-mazione sul rischio rivolta alla popolazio-ne locale.L’obiettivo finale è la realizzazione di una serie di linee guida rivolte ai rappresentan-ti delle istituzioni locali, ai tecnici e profes-sionisti del territorio per contribuire ad un uso corretto dei suoli e per la pianificazio-ne delle misure di protezione e di gestione del rischio.

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AMBIENTE E PREVENZIONE RISChI

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I vari gruppi di lavoro hanno prodotto una serie di risultati che, assemblati, concor-rono alla definizione di una metodologia unica di intervento e all’approntamento delle mappe di rischio a livello alpino.

Processi idrogeologici nei bacini alpini:

È stato creato un sistema informativo collegato alle singole Regioni aderen-ti al progetto che consentirà in futuro uno studio più particolareggiato dei fe-nomeni di rischio a livello alpino.

Valutazione del rischio da frana:

Il gruppo di lavoro ha elaborato una se-rie di conoscenze correlate ai crolli di rocce, frane superficiali e flussi di de-triti. È stata analizzata la fenomenolo-gia delle frane e sono stati elaborati dei modelli per la gestione del rischio, in-terventi di mitigazione oltre all’elabora-zione di linee guida per la gestione del territorio e la pianificazione da parte di amministratori e tecnici.

Inondazioni su conoidi alluvionali:

Sono state approntate una serie di pro-cedure informatiche relative alla zoniz-zazione del territorio soggetto a questi fenomeni per realizzare una mappatu-ra specifica e “stratificata” del rischio sui conoidi alluvionali. Anche in questo caso sono state elaborate alcune linee guida per la mitigazione del rischio ri-volte a professionisti e decisori politici. Questo gruppo di lavoro è stato coordi-nato dal Servizio Geologico della Pro-vincia autonoma di Trento.

Esondazioni fluviali:

Sono state analizzate le conseguenze di prolungati fenomeni atmosferici sui grandi corsi d’acqua al fine di elaborare modelli e metodologie per la gestione del rischio nei bacini alpini. È stato av-viato un piano di caratterizzazione dei sistemi idrografici e di simulazione del rischio con allegate alcune linee guida di intervento.

Attività e realizzazioni

CATC

hRI

Sk

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INTERREG IIIB Spazio Alpino

Le barriere linguistiche ed i diversi ap-procci metodologici rendono partico-larmente difficoltosa l’armonizzazione dei risultati. Sarà quindi necessario ap-prontare nuovi progetti di cooperazione ampliando auspicabilmente il numero delle Regioni aderenti per definire un approccio comune alla prevenzione e gestione del rischio idrogeologico nel-le Alpi.CATCHRISK ha comunque contribuito ad elevare il livello complessivo delle conoscenze in materia gettando le basi per una collaborazione continua anche dopo la chiusura del progetto.Il Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento ha individuato gli obiettivi iniziali attraverso una detta-gliata analisi del rischio idrogeologico dovuto a esondazioni e frane sui conoi-

di grazie ad analisi di tipo storico, mor-fologico e idrologico per la caratteriz-zazione delle diverse aree in termini di piovosità.Con un apposito software sono sta-te inoltre analizzate le portate solide e liquide dei corsi d’acqua per stimare i volumi che potrebbero fuoriuscire dal bacino nel caso di forti precipitazioni. Sono stati analizzati in modo particola-re i casi problematici riferiti al rio Dona, nel comune di Mazzin di Fassa, al rio Va-gugn, nel comune di Spiazzo Rendena e ad altri corsi d’acqua che si trovano nei territori di Predazzo, Preore e Ossana.Le linee guida e i risultati della ricerca sono quindi stati utilizzati anche nel-l’elaborazione del nuovo Piano Urba-nistico Provinciale e della Carta di Pe-ricolosità Idrogeologia della Provincia

Analisi dei risultati

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AMBIENTE E PREVENZIONE RISCHI

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DIS-AlPDisaster information system of alpine RegionsSistema informativo sui disastri nelle Regioni alpine

Capofila: BMLFUW - Ministero Federale Austria-co per l’Agricoltura, Foreste, Ambien-te e Acqua (Austria)

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Servizio Bacini MontaniProvincia autonoma di Bolzano

Austria:Land Salzburg

Germania:StMUGV

Slovenia:PUH

Svizzera:BUWAL

Contatto: Stefan KollaritsTel +43 (0)2236 47495 13Fax +43(0)2236 47495 90 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Aldo CaserottiTel: +39 0461 495695Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 07.2003 - 06.2006

Budget totale: Euro 985.000

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 100.000

www.dis-alp.orgwww.gis.provincia.tn.it

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INTERREG IIIB Spazio Alpino

Obiettivi

Le intemperanze meteorologiche assumo-no spesso sulle Alpi le dimensioni di veri e propri disastri naturali. Questa caratteristi-ca negativa è dovuta all’orografia del terri-torio montano e alle particolari condizioni climatiche che vengono a crearsi a queste altitudini. Diventa quindi importante ope-rare nella direzione di una programmazio-ne globale delle attività di prevenzione del rischio, di intervento tempestivo in termini di protezione civile, ma anche di pianifica-zione territoriale.Il progetto DIS-ALP si pone l’obiettivo di individuare una soluzione alle problemati-che della registrazione degli eventi e della comunicazione riferita ai disastri naturali a livello alpino al fine di costituire una piatta-forma interattiva ed accessibile al pubblico su tutti i fenomeni che riguardano i territori di queste Regioni.Compito dei tecnici coinvolti nel progetto è quindi quello di rendere accessibili le infor-mazioni relative agli eventi calamitosi del passato e che riguardano l’assetto idro-geologico in generale e più precisamente le frane, le valanghe, le inondazioni ed i fe-nomeni torrentizi.L’ipotesi è quella di costruire una grande banca dati e un database su piattaforma transnazionale WEB-GIS per la definizione di dati e mappe periodicamente aggiorna-

te in modo tale da facilitare gli addetti alla protezione civile, i pianificatori territoriali, i decisori politici e gli stessi cittadini nel-l’esatta e razionale gestione dell’ambien-te alpino garantendo adeguate forme di sicurezza e di informazione. La condizione di base per raggiungere questi risultati è rappresentata dal perfezionamento e dal-la standardizzazione dei metodi e delle tec-nologie adottate per la catalogazione dei disastri naturali in modo tale da giungere ad una strategia comune di intervento a li-vello alpino.

In sintesi gli obiettivi operativi riguardano:lo sviluppo di un portale per la dif-fusione delle informazioni rivolte ai cittadini e agli operatori con una tri-buna intranet per lo scambio di infor-mazioni ed esperienze;il trasferimento di conoscenze anche attraverso iniziative formative;il miglioramento dei supporti ai pro-cessi di documentazione sul cam-po attraverso l’applicazione di nuove tecnologie che prevedano l’integra-zione dei dati spaziali raccolti tramite GPS (foto aeree, informazioni satelli-tari) e l’informazione on line relativa alle osservazioni e alle rilevazioni sul campo.

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Il Servizio Bacini Montani della Provin-cia autonoma di Trento ha partecipato al progetto elaborando i dati pregressi relativi ai fenomeni calamitosi di tipo torrentizio che si sono verificati a livello locale lungo i corsi d’acqua di propria competenza.Questi fenomeni sono stati cataloga-ti tramite l’elaborazione di una scheda di rilievo post-evento che riporta tutti i dati utili all’individuazione del fenome-no, alla valutazione della sua intensità e alle ripercussioni sull’ambiente circo-stante.Al fine di consentire il passaggio dei dati dal cartografico alla piattaforma WEB sono state elaborate particolari tecniche migliorative nell’utilizzo delle osservazioni e dei materiali via satellite ed è stata curata una più attenta tradu-zione sul portale.Il progetto è stato realizzato grazie an-che ad un rapporto di consulenza con

il CNR-IRPI di Padova ed ha portato alla catalogazione completa dei fenomeni torrentizi degli ultimi anni (fino al 2000), mentre per quelli precedenti sarà ne-cessario proseguire ancora nell’opera di rilevazione e catalogazione.Il database è stato inserito nel portale di DIS-ALP. Il materiale raccolto e cata-logato è stato collocato nel sito www.gis.provincia.tn.it che raccoglie tutte le informazioni cartografiche relative alla Provincia autonoma di Trento con par-ticolare attenzione all’assetto idrogeo-logico, alla cartografia di base, alla to-ponomastica e all’agricoltura. Questi supporti informatici, assieme ai dati raccolti da DIS-ALP, andranno a com-porre la grande banca dati riferita ai ri-schi naturali che si possono verificare sulle Alpi e potranno pertanto essere utilizzati nella definizione di mappe di zonizzazione del rischio ed interventi di pianificazione e di prevenzione.

Attività e realizzazioni

DIS

-ALP

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I progetto ha contribuito ad avvicinare le diverse Regioni alpine all’obiettivo di una strategia comune in materia di co-noscenza, analisi e prevenzione dei ri-schi. Lo scambio di informazioni e di cono-scenze è avvenuto nel rispetto delle reciproche autonomie anche se va ri-levata una certa discordanza fra gli ar-gomenti affrontati da ogni singolo part-ner.Per il Trentino è ad esempio auspicabile che nella prosecuzione del progetto en-tri anche il Servizio Geologico in modo tale da inserire nel portale i dati già in possesso della Provincia autonoma re-lativi ai fenomeni di erosione, alle frane e agli eventi sismici.I dati raccolti da DIS-ALP potranno co-munque essere utilizzati nell’elabora-zione della Carta di Pericolosità Idro-geologica della Provincia autonoma di Trento con particolare attenzione agli

aspetti legati ai corsi d’acqua e ai loro versanti.Un punto critico è rappresentato dal-la gestione futura del portale DIS-ALP in quanto, fino al termine del proget-to, è stato gestito da un’azienda priva-ta. In futuro andranno quindi verificate le condizioni per il suo aggiornamento e la sua gestione in un’ottica di bene pubblico, non monetizzabile.Si auspica pertanto la ripresa del pro-getto anche nella prossima program-mazione al fine di garantire l’effettiva implementazione delle attività di comu-nicazione tramite la realizzazione di al-tri manuali informativi, di materiali di-dattici on-line, l’organizzazione di corsi di formazione e di seminari di aggior-namento.Un’altra raccomandazione è l’amplia-mento del progetto alle altre Regioni del-lo Spazio Alpino in modo tale da definire un intervento organico e sistemico.

Analisi dei risultati

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FORALPSMeteo-hydrological forecast and observation for improved water resource management in the alps Contributo per una gestione sostenibile delle risorse ambientali, in particolare idriche, dalla meteorologia alla climatologia

Capofila: Università di Trento, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Ufficio Previsioni e Organizzazione Provincia autonoma di BolzanoARPA VenetoARPA Friuli Venezia GiuliaARPA LombardiaRegione autonoma Valle d’AostaAPAT

Austria:ZAMG SteiermarkZAMG KärntenZAMG Tirol e VorarlbergZAMG-WNB

Slovenia:ARSO

Contatto: Dino ZardiTel +39 0461 882682Fax +39 0461 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento: Alberto TrentiTel: +39 0461 494870Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 01.2005 - 12.2007

Budget totale: Euro 2.700.000

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 198.000

www.foralps.netwww.meteotrentino.it

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INTERREG IIIB Spazio Alpino

Obiettivi

FORALPS è complementare a METEO-RISK. Quest’ultimo si concentra sugli eventi meteorologici estremi e sui ri-schi connessi, mentre il primo punta al miglioramento della gestione quoti-diana delle previsioni meteorologiche e del loro trasferimento agli utenti finali, soprattutto a quanti operano nel setto-re delle risorse dell’ambiente ed in par-ticolare delle risorse idriche.La possibilità di una migliore conoscen-za e previsione dei fattori meteorologi-ci, grazie alla disponibilità di metodi e strumenti all’avanguardia (ad esempio sistemi di misura innovativi e modelli di nuova generazione) offrono nuove op-portunità di gestione dell’acqua in tutto l’arco alpino. Per questi motivi FORAL-PS si occupa di analizzare e studiare le precipitazioni, il ciclo idrogeologico e l’intera gestione delle risorse idriche in modo tale da pervenire ad un quadro generale e fornire una serie di cono-scenze esaustive ed utili all’assunzione di decisioni politiche in merito alla ge-

stione del territorio.Un obiettivo prioritario del progetto è la definizione di un database che raccol-ga i dati meteorologici relativi alle tem-perature e alle precipitazioni. Per la definizione di questo database verranno utilizzati i dati già elaborati per METEORISK e si procederà analo-gamente alla realizzazione di una piat-taforma GIS che evidenzierà tutti i fe-nomeni meteo (non solo quindi quelli estremi) e le loro ripercussioni sul ciclo dell’acqua.Semplificando, l’obiettivo prioritario è la ricostruzione, attraverso l’elaborazione di matrici matematiche, di un modello previsionale relativo al ciclo dell’acqua per valutare l’incidenza delle condizioni climatiche sul sistema idrico nelle Alpi centro orientali.È evidente che lo studio ha un’impor-tanza fondamentale sia per quanto concerne le forti precipitazioni atmo-sferiche, sia per prolungati periodi di siccità.

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Analisi dei trend climatici a scala regionale

Si punta a definire una stima quanti-tativa delle precipitazioni, dello scio-glimento della neve o della mancanza di piogge per valutarne le ripercussio-ni sull’assetto idrico nelle varie Regio-ni. Una stima di questo tipo rappresen-ta un punto di partenza imprescindibile per una pianificazione e una gestione realistica delle risorse ambientali.

Sviluppo di strumentazioni innovative per il monitoraggio delle precipitazioni

Al fine di consentire il monitoraggio ad alta risoluzione delle precipitazioni anche nelle valli più strette, FORALPS promuoverà lo sviluppo di prototipi di microradar innovativi in banda X.

Previsioni meteorologiche

Il progetto intende mettere a punto un modello di previsione relativo alle con-seguenze idriche delle precipitazioni con particolare riferimento alle tempe-rature delle acque.

Gestione sostenibile delle risorse idriche

Il progetto punta a fornire una stima quantitativa della disponibilità di risor-se idriche a livello alpino includendo sia i ghiacciai, sia le acque sotterranee.Verrà inoltre realizzata una valutazio-ne dei costi e dei benefici derivanti dal-l’uso di modelli meteorologici e idro-logici avanzati per la gestione delle risorse idriche.Il progetto intende inoltre inserire tutte le conoscenze relative al ciclo dell’ac-qua nelle Alpi centro orientali nei siste-mi di previsione meteorologici in modo tale da valutare, anche in tempo reale, le ripercussioni atmosferiche sul ciclo idrologico.L’Ufficio competente provvederà all’in-dividuazione di un sistema automati-co per la previsione di forti temporali ed avviso ai tecnici tramite SMS. Inoltre si occuperà della omogeneizza-zione delle serie storiche relative alle temperature e alle precipitazioni in Pro-vincia di Trento ed alla verifica di alcuni modelli matematici utilizzati per le pre-visioni.

Attività e realizzazioni

FORA

LPS

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INTERREG IIIB

Come nel caso di METEORISK anche per FORALPS siamo di fronte ad un progetto di ampia portata in quanto ci si riferisce a valutazioni di carattere previsionale in ambito transnazionale. Se pensiamo inoltre che l’acqua sta di-ventando una risorsa primaria sempre più scarsa e sempre più al centro del-le dinamiche politiche in quanto consi-derata il bene pubblico per eccellenza, si comprende l’attualità e l’importanza di un progetto che intende contribuire alla conoscenza e razionalizzazione del ciclo idrico nelle Alpi.Il progetto punta a definire anche una

serie di buone pratiche relative all’ocu-lata gestione del patrimonio idrico at-traverso una valutazione dell’impatto sociale ed economico derivante dal mi-glioramento dei dati meteo-idrologici in possesso delle varie Regioni partner.I risultati finali del progetto potranno quindi contribuire a definire il potenzia-le valore economico derivante da una maggiore informazione in ambito me-teorologico. Questo si traduce in con-creto nella possibilità di quantificare il risparmio in termini di interventi di protezione civile e di impiego di risorse energetiche.

Analisi dei risultati

Spazio Alpino

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AMBIENTE E PREVENZIONE RISChI

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hYDROCAREhydrological cycle of the CADSES RegionsCiclo idrologico delle Regioni dell’area CADSES

Capofila: CINFAI, Consorzio Interuniversitario nazionale per la Fisica delle Atmosfere e delle Idrosfere, Camerino (Italia)

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Ufficio DigheRegione MarcheUniversità di CamerinoAPAT

Grecia:Municipalità di Argostoli - CefaloniaUniv. tecnica naz., Atene

Germania:PIK, Potsdam

Repubblica Slovacca:SHMÚ

Polonia:IMGW

Romania:INHGA

Contatto: Valerio LucariniTel +39 347 61 41 [email protected]

Contatto Provinciaautonoma di Trento:Bruno LorengoTel: +39 0461 497880Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 01.2006 - 12.2007

Budget totale: Euro 2.466.200

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 300.000

www.hydrocare-cadses.net

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INTERREG IIIB

Obiettivi

La consapevolezza della rilevanza strate-gica della risorsa acqua in favore dello svi-luppo ha spinto le Regioni dell’area CA-DSES ad intraprendere un programma rivolto alla verifica dell’impatto degli even-ti idrometeorologici sulle risorse idriche in specifiche aree. L’obiettivo è quello di testare nuovi modelli numerici di precipi-tazione e definire in maniera più adegua-ta alla realtà la reazione rispetto ai feno-meni atmosferici di particolare entità dei corsi d’acqua presenti nelle aree di coo-

perazione prese in esame. Questi dati potranno essere utilizzati in seguito in favore dei pianificatori del terri-torio, ma anche di altri progettisti oltre ad agricoltori, imprenditori e pubblici ammi-nistratori per realizzare le opere di sicurez-za necessarie o per coordinare e rendere coerenti con i criteri di stabilità altri inter-venti strutturali riguardanti strade, ponti, raccordi, opere pubbliche e private di va-rio genere.

Attività e realizzazioni

La Provincia autonoma di Trento ha incari-cato il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Trento di ela-borare uno studio relativo all’individuazione e calibrazione di modelli idrologici di deflus-so nei maggiori fiumi del Trentino.Questo studio prevede l’elaborazione di un vero e proprio software per l’analisi e le valutazioni di carattere idrologico di un’area territoriale specifica.Il modello, realizzato a partire da un data-base che contiene tutti i dati pregressi re-lativi agli eventi meteorologici, sarà in gra-do di individuare gli idrogrammi di piena nelle sezioni di interesse risultando utile per la valutazione del rischio, per il dimen-sionamento delle opere pubbliche e priva-te e per elevare i livelli di sicurezza dei ba-cini idrografici.La particolarità del progetto è quella di

tenere conto del carattere variabile delle precipitazioni e quindi di valutare, con un grado di attendibilità maggiore rispetto al passato, l’evoluzione di un corso d’acqua in una determinata sezione. Il tutto si concluderà con lo sviluppo di un software che permetterà di individuare di-rettamente in cartografia la sezione del fiume desiderata e conoscerne immedia-tamente le caratteristiche dell’idrogram-ma di piena con un assegnato tempo di ritorno.Il progetto HyDROCARE punta in defini-tiva a sviluppare una visione integrata e multidisciplinare della gestione delle ac-que in tutta l’area CADSES per supportare i pianificatori in interventi mirati di sicurez-za e salvaguardia di questo bene pubblico nell’interesse delle popolazioni e del terri-torio.

CADSES

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AMBIENTE E PREVENZIONE RISChI

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LIVING SPACE NETwORkDrafting and adopting joint practicable concepts for the preservation, development and networking of selected living spaces of significance to the EU, taking Natura 2000 into special accountIl progetto è volto alla creazione di nuovi percorsi transfrontalieri per la gestione coordinata di spazi vitali nelle Alpi

Capofila: Ministero Bavarese per l’Ambiente, la Salute e la Difesa dei Consumato-ri (Germania)

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Servizio Parchi e Conservazione della NaturaProvincia autonoma di Bolzano

Austria:Land SalisburgoLand TiroloLand Vorarlberg

Germania:MLR, Baden Württenberg

SvizzeraCantone TicinoCantone San GalloCantone dei Grigioni

Contatto: Hans Dieter Schuster Tel +49 (0)89 9214 3253Fax +49 (0)89 9214 3497 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Agostini AntonellaTel: +39 0461 495964Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 05.2003 - 04.2006

Budget totale: Euro 300.000

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 24.000

www.livingspacenetwork.bayern.de

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INTERREG IIIB

Obiettivi

Il progetto, sostenuto e cofinanziato da Arge Alp, la Comunità di lavoro dell’ar-co alpino centrale, dalla Confederazio-ne Elvetica e realizzato in stretto con-tatto con la CIPRA, la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, intende creare una rete transna-zionale per lo sviluppo di conoscenze e azioni volte alla tutela della biodiversi-tà. L’obiettivo prioritario è la creazione di alcuni spazi vitali che superino i sin-goli confini geografici per dare vita ad una strategia europea di salvaguardia dell’ambiente e delle specie animali.

In particolare sono stati presi in esame due casi pilota:

Nell’ambito del progetto “Corsi d’ac-qua alpini transfrontalieri” è stato as-sunto il caso del fiume Lech conside-rato, assieme al Tagliamento, il corso d’acqua alpino che più di tutti è riu-scito a mantenere integre le proprie sponde e quindi a conservare al me-glio il proprio alveo e le relative pecu-liarità naturali.

Il progetto si propone la realizzazione di un manuale per il corretto utilizzo dei corsi d’acqua nel rispetto delle di-rettive e dei criteri relativi allo svilup-po sostenibile e di elaborare delle li-nee guida per la rinaturalizzazione degli alvei fluviali nelle Alpi.Con il progetto pilota “Piani e misure transfrontaliere per la tutela delle co-lonie alpine di Chirotteri (pipistrelli)” si intende realizzare un manuale di buone pratiche per facilitare la mes-sa a punto di interventi strutturali vol-ti alla salvaguardia di questi animali. Attraverso i risultati di un caso stu-dio individuato nella valle del Reno, il progetto intende diffondere, attraver-so un apposito manuale tecnico, una serie di consigli, misure, suggerimen-ti rivolti a tecnici, urbanisti, architet-ti e amministratori per riuscire a far convivere questi volatili con l’uomo. I risultati serviranno all’elaborazione e alla diffusione di una strategia di tu-tela che potrà trovare applicazione in tutto l’arco alpino.

Attività e realizzazioni

La Provincia autonoma di Trento, attra-verso il Servizio Parchi e Conservazione della Natura, ha partecipato al progetto relativo alla salvaguardia dei Chirotte-ri. Questi volatili sono considerati degli

animali molto utili all’uomo in quanto si cibano di insetti dannosi e sono pertan-to bene inseriti nella catena alimenta-re per il loro apporto “equilibratore” sul-l’ambiente.

Spazio Alpino

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I pipistrelli necessitano di spazi partico-lari, spesso ricavati in ambienti antro-pizzati e quindi risulta particolarmente importante mettere in atto tutte le mi-sure che possano favorire la convivenza fra l’uomo e l’animale.La partecipazione al progetto ha favori-to l’acquisizione in Provincia di Trento delle diverse conoscenze maturate ne-gli ultimi decenni in altri Stati europei, specie nei Cantoni svizzeri. Sono così state elaborate delle vere e proprie li-nee guida relative alla ristrutturazione e/o costruzione di edifici con una serie di indicazioni rivolte a progettisti, archi-tetti, costruttori e tecnici.Il manuale, dal titolo “Gestione coor-dinata di habitat di Chirotteri nell’arco alpino” è disponibile in internet e verrà stampato in migliaia di copie in Provin-

cia di Trento per renderlo utilizzabile sia al grande pubblico, sia ad un target ri-stretto rappresentato dai tecnici di set-tore.L’azione di studio, divulgazione e dife-sa è stata portata avanti in stretta col-laborazione con il Museo Tridentino di Scienze Naturali per la parte relativa alla ricerca e con i Servizi forestali per la parte relativa alla formazione.È inoltre stato promosso il convegno in-ternazionale “I Chirotteri e la loro tutela nelle Alpi” che è stato organizzato pres-so il Museo di Scienze Naturali di Tren-to il 28 e 29 aprile 2005.Al convegno hanno partecipato tutti i partner di LIVING SPACE NETWORK che hanno riportato le singole esperien-ze e proposte per definire una strategia mirata e condivisa di salvaguardia.

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INTERREG IIIB Spazio Alpino

Il progetto ha avuto l’indubbio merito di trasferire al Trentino un’importante serie di conoscenze scientifiche e tecniche.Il manuale ha aperto una felice interlo-cuzione fra mondo scientifico, tecnici e costruttori implementando diverse buo-ne pratiche ed indicazioni che potranno essere sviluppate ulteriormente in futu-ro. Grazie a LIVING SPACE NETWORK è stata sottoscritta una convenzione fra la Provincia autonoma di Trento e il Mu-seo di Scienze Naturali che porterà ad ulteriori conoscenze scientifiche in me-rito alla vita dei Chirotteri. Fra le altre categorie sociali coinvolte in futuro vi saranno anche gli speleo-logi che potranno essere maggiormen-te informati sulla biologia dei Chirotte-

ri, sulle loro abitudini comportamentali e sugli accorgimenti da adottare per garantirne la conservazione nei perio-di nei quali i pipistrelli si riparano nel-le grotte.Data la loro grande mobilità, la varietà di ambienti (anche strettamente antro-pici) da essi frequentata e la loro catti-va fama, i Chirotteri necessitano di una strategia transnazionale di protezione. È questo l’assunto centrale che il pro-getto ha tentato di ribadire auspicando a tutti i livelli che l’opera di sensibiliz-zazione, divulgazione ed informazione prosegua anche in futuro con altri mez-zi e grazie al coinvolgimento degli enti di ricerca, delle amministrazioni locali e delle stesse comunità alpine.

Analisi dei risultati

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METEORISkMitigation of natural risks through improved forecasting of extreme meteorological eventsRiduzione dei rischi naturali grazie al miglioramento continuo delle previsioni di eventi meteorologici estremi

Capofila: ZAMG, Zentralanstalt für Meteorolo-gie und Geodynamik, Land Salisburgo (Austria)

Partner:Italia:Provincia autonoma di Trento Ufficio Previsioni e Organizzazione ARPA VenetoARPA FVG - OsmerARPA LombardiaHydro BolzanoRegione PiemonteRegione autonoma Valle d’Aosta

Austria:ZAMG SteiermarkZAMG KärntenZAMG Tirol e Vorarlberg

Svizzera:MeteoSwiss

Germania:Deutscher Wetterdienst

Slovenia:ARSO

Contatto: Michael Staudinger Tel +43 (0)662 626301 24Fax +43 (0)662 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento: Alberto TrentiTel: +39 0461 494870Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 01.2003 - 06.2006

Budget totale: Euro 1.901.684

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 199.000

www.meteorisk.infowww.meteotrentino.it

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INTERREG IIIB Spazio Alpino

Obiettivi

Sulle Alpi i fenomeni meteorologici assumono spesso la caratteristica di eventi estremi che possono facilmente compromettere la stabilità del territorio e provocare catastrofi dalle conseguen-ze spesso non prevedibili. A tutto que-sto si aggiungono anche i problemi de-rivanti dalla progressiva modificazione climatica innescata dall’effetto serra e dalle difficoltà di prevederne gli effetti nel breve periodo.METEORISK si propone quindi di for-nire adeguate risposte alle esigenze di sicurezza dei territori alpini creando le basi per:

elevare il grado di affidabilità e di pre-cisione delle previsioni meteo specie in riferimento alle esigenze della pro-tezione civile;sviluppare studi specifici in materia

e fornire un piano di caratterizzazio-ne dei fenomeni estremi partendo dai dati in possesso dei diversi servi-zi meteorologici delle diverse Regio-ni alpine.

Le condizioni preliminari per raggiun-gere questi obiettivi sono:

mettere in rete in tempo reale i dati delle diverse stazioni meteo e dei ra-dar alpini;sviluppare conoscenze comuni e condivise in modo tale da uniformare il linguaggio e le terminologie scien-tifiche utilizzate dai tecnici;migliorare l’efficienza della comuni-cazione e la conoscenza diretta fra i diversi operatori dei servizi;migliorare l’interazione fra le forze di protezione civile e la popolazione lo-cale.

Attività e realizzazioni

Il progetto ha messo in rete 1.500 sta-zioni meteo automatiche che opera-no nelle 14 Regioni partner e oltre 70 scienziati che si occupano di meteo-rologia nell’arco alpino. Anche i radar meteorologici del Nordest italiano sono stati messi in rete, così come quelli au-striaci.L’attività di METEORISK è già stata “te-stata” nel corso delle inondazioni che nell’estate del 2005 hanno colpito diver-

se Regioni dell’Austria e della Svizzera e si sostanzia nel coordinamento degli allarmi relativi alle calamità che si pos-sono verificare in alta montagna e nelle zone limitrofe.Nel caso si verificasse un periodo pro-lungato di maltempo o un fenomeno estremamente intenso, grazie alla stru-mentazione previsionale di METEO-RISK, è possibile mettere in campo una procedura straordinaria di comunica-

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RISk zione che si basa su teleconferenze per

collegare i responsabili dei centri me-teo in tempo reale. Un collegamento che è reso possibile grazie all’utilizzo del sistema GIS che fornisce le migliori rappresentazioni grafico-digitali dei ter-ritori e le previsioni numeriche in ambi-to europeo. Il sistema di comunicazione interno adottato dai responsabili dei vari cen-tri meteo dell’arco alpino orientale vie-ne attivato anche in condizioni di “non emergenza” attraverso contatti perso-nali, telefono o posta elettronica. Sono strumenti che compongono un forum permanente per la valutazione conti-nua dei fenomeni che riguardano, sia localmente sia globalmente, le Alpi.Nelle aree non coperte da strumenta-zione elettronica e impianti radar si è provveduto all’acquisto di nuove ap-parecchiature al fine di completare la rete alpina di rilevamento. È stato inol-tre realizzato il sito www.meteorisk.info che si è rivelato uno strumento di faci-

le accesso e lettura. Il sito, consultabi-le anche in lingua italiana, fornisce al pubblico un quadro delle eventuali si-tuazioni di pericolo o di emergenza at-traverso un agile schema che illustra il grado di rischio meteo in tutte le Regio-ni delle Alpi. Vengono inoltre evidenziati localmente i fenomeni e attraverso altri links è possibile collegarsi direttamen-te con le singole Regioni ed i rispettivi centri meteo per valutare la situazione locale.La Provincia autonoma di Trento, trami-te l’Ufficio Previsioni e Organizzazione del Dipartimento della Protezione civi-le, si è occupata dello sviluppo e della validazione di modelli numerici ad area limitata con riferimento alle specificità dell’arco alpino in modo da affinare le previsioni quantitative di precipitazio-ne. In altre parole è stata realizzata una procedura automatica di previsione de-gli eventi estremi che viene continua-mente proposta al pubblico tramite un apposito bollettino probabilistico.

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INTERREG IIIB Spazio Alpino

Le strumentazioni (computer, radar, im-pianti video, software) continueranno ad essere utilizzate e rappresentano pertanto un patrimonio tecnologico di-sponibile per tutti i partner.Grazie a METEORISK è stato inoltre at-tivato un forum tra i soggetti compe-tenti e deputati alle previsioni meteo-

rologiche che permette lo scambio di opinioni tra i diversi centri.Il progetto ha contribuito ad un salto di qualità effettivo del sistema previsio-nale e di supporto alla protezione civile che potrà essere ripreso e migliorato ul-teriormente in altri progetti europei.

Analisi dei risultati

Questo bollettino evidenzia alcuni even-ti calamitosi quali temporali, venti forti, nevicate, temperature superiori ai 33 gradi e la probabilità di ristagno degli inquinanti.Grazie a METEORISK è stato inoltre realizzato un “Manuale di autoprote-zione dai fenomeni atmosferici” che è stato prodotto in 200.000 copie e spedi-to a tutte le famiglie del Trentino. Copie

tradotte del manuale sono quindi state stampate anche nelle altre Regioni ade-renti al progetto.Il testo si sofferma sulle caratteristi-che dei vari fenomeni (forti precipitazio-ni, temporali, fulmini, nevicate, siccità, venti forti, nebbia) ed indica gli effetti sul territorio e i comportamenti da met-tere in pratica al fine di garantire il mas-simo grado di sicurezza possibile.

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AMBIENTE E PREVENZIONE RISChI

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SIPROCIInterregional response to natural and man-made catastrophesUna strategia transnazionale per la protezione civile

Capofila: Italia:Provincia di Macerata

Partner:Italia:Provincia autonoma di TrentoServizio Prevenzione RischiRegione MarcheProvincia di Pesaro-Urbino

Germania:Comune di Oldenburg

Ungheria:Found. Civil Protection

Repubblica Ceca:Boemia del Sud

Grecia:Attica dell’EstCTI, PatrassoADEP, Patrasso

Polonia:ARR, Bielsku BiałejDistretto di Bielsku Białej

Spagna:Diputación de Córdoba

Contatto: Luigi VissaniTel +39 (0) 733 248 [email protected]

Contatto Provincia autonoma di Trento:Mario Perghem GelmiTel: +39 0461 494276Fax: +39 0461 [email protected]

Durata: 01.2004 - 06.2007

Budget totale: Euro 1.543.186

Budget della Provincia autonoma di Trento: Euro 73.510

www.siproci.net

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Obiettivi

La costituzione di una piattaforma eu-ropea per il coordinamento delle attivi-tà di protezione civile a livello transna-zionale attraverso linguaggi, metodi e organizzazioni comuni sono gli obiettivi prioritari del progetto SIPROCI.In primo luogo il progetto si prefigge il trasferimento di conoscenze tecniche e procedurali fra i diversi Stati che com-pongono il partenariato accanto a tutte le buone pratiche che possano contri-buire ad un innalzamento complessivo del servizio.SIPROCI dovrebbe poi definire le proce-dure e le attività rivolte al miglioramen-to complessivo dei metodi di lavoro e lo sviluppo di approcci comuni e condivisi al rischio.

La protezione civile, specie in un con-tinente come l’Europa proiettato verso una dimensione comune, rappresenta un aspetto territoriale che necessita di un approccio integrato all’interno dei singoli Stati e concertato con i sogget-ti esterni.La sicurezza del territorio necessita per-tanto di un coordinamento e di un lin-guaggio transnazionali che qui si vuole contribuire a mettere a punto. L’obiet-tivo è quindi quello di migliorare la ca-pacità di prevenzione e risposta dei si-stemi locali e regionali alle catastrofi ed ai danni provocati da eventi calamitosi tramite una più serrata e continua col-laborazione a livello europeo.

Attività e realizzazioni

Il progetto punta alla definizione di un vero e proprio management della pro-tezione civile.Le attività che si intendono sviluppare riguardano innanzitutto:

lo sviluppo di buone prassi per la de-finizione di un modello organizzativo di protezione civile valido a livello eu-ropeo;l’utilizzo delle nuove tecnologie per migliorare le attività di prevenzione, coordinamento e comunicazione;

l’aumento della capacità di autodife-sa dei cittadini attraverso attività di informazione, comunicazione e for-mazione.

Il progetto ha operato seguendo in modo particolare quattro pacchetti di lavoro:

strumenti per il coordinamento, la gestione e l’organizzazione attraver-so i quali si intende armonizzare i singoli modelli organizzativi di prote-zione civile;

INTERREG IIIC

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AMBIENTE E PREVENZIONE RISChI

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nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione per creare dei sistemi innovativi di supporto in-formatico alle tematiche della prote-zione civile in un’ottica di sviluppo e coordinamento transnazionale;individuazione dei criteri per la reda-zione delle mappe di rischio;iniziative volte alla riduzione della complessità dei linguaggi relativi alla protezione civile in modo tale da ren-

derli immediatamente usufruibili dal cittadino e facilitare la comunicazio-ne fra gli stessi operatori addetti ai servizi.

L’obiettivo finale è quello di produrre un manuale contenente le linee guida es-senziali per la gestione delle comunica-zioni destinate agli organizzatori dei si-stemi di protezione locale.

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La definizione delle linee operative per la costituzione di un management del-la protezione civile in ambito europeo deve per forza di cose superare i confini delle lingue e soprattutto i tanti ritardi che contraddistinguono diverse Regio-ni europee in materia di coordinamen-to ed organizzazione logistica. In mol-te nazioni esiste ancora un modello di protezione civile aggregato alla dimen-sione e alle logiche militari e quindi ad uno schema piuttosto tradizionale per quanto riguarda il contatto con il pub-blico. Il progetto, al di là delle legittime aspirazioni immediate, potrà quindi li-mitarsi a gettare le basi per future e più consolidate collaborazioni e soprattutto potrà contribuire alla definizione di una serie di linee guida operative per l’orga-nizzazione, in fasi successive, di un ma-nagement della protezione civile in am-bito continentale.Ma, come sempre avviene nei proget-ti ambiziosi, il contributo operativo che ne deriva si prospetta effettivamente in-teressante se si pensa alla capacità di SIPROCI di connettere tante realtà di-verse e convogliarle in un obiettivo co-mune che trova nella sicurezza del cit-tadino l’obiettivo prioritario.La Provincia autonoma di Trento, tra-mite il Servizio Prevenzione Rischi, ha partecipato a due gruppi di lavoro con-tribuendo:

ad elevare le capacità di manage-ment attraverso il trasferimento di metodi di lavoro e modalità organiz-zative al fine di elaborare un modello ancorato al principio della responsa-bilità territoriale e alla partecipazio-ne. Sono stati definiti gli standard mi-nimi per una migliore organizzazione di protezione civile a partire dal bas-so, ovvero attraverso il ruolo protago-nista delle municipalità, delle Provin-ce e delle Regioni europee;a migliorare il livello di comunicazio-ne rivolta al cittadino contribuendo alla realizzazione di un vero e proprio glossario dove vengono semplifica-ti ed uniformati i linguaggi, le termi-nologie e le simbologie utilizzate nel campo della protezione civile. L’obiet-tivo è quello di adottare un dizionario e un insieme di tratti grafici facilmen-te percepibili dal pubblico e condivisi a livello europeo;a realizzare infine un sistema di co-municazione immediato rivolto al coinvolgimento dei bambini e degli anziani, considerati i “soggetti debo-li” e quindi più vulnerabili in caso di calamità naturali o disastri provoca-ti dall’uomo. Il progetto comunitario definirà infine un manuale di comu-nicazione del rischio rivolto agli ope-ratori e ai cittadini.

Analisi dei risultati

INTERREG IIIC

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Nel periodo di programmazione 2000-2006 la Provincia autonoma di Trento ha realizzato 25 progetti cofinanziati sul Programma di Iniziativa Comunita-ria Interreg III per un ammontare com-plessivo di 3,8 milioni di Euro di inve-stimenti. La Provincia ha svolto il ruolo di capofi-la, lead partner, in due di queste inizia-tive: ALPINET GHEEP e VIA CLAUDIA AUGUSTA.Nel dettaglio ha partecipato a:

17 Interreg IIIB Spazio Alpino;3 Interreg IIIB CADSES;4 Interreg IIIC;1 Interact.

Le attività e le realizzazioni rientrano ne-gli assi di sviluppo e nella “filosofia ope-rativa” di Interreg e riguardano:

la sicurezza del territorio, la salva-guardia dell’ambiente e la preven-zione dei rischi con particolare riferi-mento agli equilibri idrici;la promozione del territorio attraver-so lo sviluppo delle potenzialità stori-che, ambientali e delle produzioni ti-piche locali;l’innalzamento delle competenze, la crescita dell’occupazione e l’inse-rimento lavorativo dei cittadini con particolare attenzione alla compo-nente femminile;lo sviluppo di reti telematiche e dell’ac-cesso dei cittadini ai servizi con partico-lare attenzione alle zone di montagna;lo sviluppo di strategie europee vol-te alla realizzazione dei grandi assi strategici relativi alla mobilità e ai tra-sporti;

Interreg III nella Provincia autonoma di Trento: analisi e prospettive

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attività, iniziative e proposte che raf-forzino la coesione sociale, la solida-rietà fra Regioni e nazioni diverse e la crescita di un welfare adeguato ai mutamenti sociali in corso nelle so-cietà europee;lo scambio di informazioni, esperien-ze, buone pratiche fra Stati e Regioni di vecchia, nuova e futura adesione comunitaria.

Un’inchiesta territoriale

Interreg è passato da azione pilota nel-la programmazione 1994-1999 a inizia-tiva comunitaria nel periodo 2000-2006 per assumere, nella politica di coesione 2007-2013, lo “status” di vero e proprio Obiettivo comunitario.L’esperienza Interreg è stata così inseri-ta nell’Obiettivo 3 riguardante la Coope-razione Territoriale Europea mantenen-do inalterate le tre sezioni di intervento: Transfrontaliera, Transnazionale e Inter-regionale.Si tratta, come è facile constatare, del riconoscimento di una metodologia di programmazione che ha privilegiato al-cuni assi di sviluppo particolarmente funzionali e complementari agli obietti-vi di coesione fissati dall’Unione euro-pea nel corso degli ultimi anni.Ma, al di là di questi risultati che con-sentiranno agli Stati e alle Regioni di sviluppare nuove e più incoraggianti forme di integrazione, coesione e colla-borazione, ci pare doveroso aprire una finestra di analisi e di riflessione su que-sta esperienza in modo tale da “attrez-zare” i nostri territori, le nostre istituzio-ni locali, gli enti funzionali e soprattutto

i cittadini trentini alle sfide e alle oppor-tunità che la nuova Europa è intenzio-nata a proporre nei prossimi anni.Per sviluppare un’analisi dei risultati e delle prospettive riguardanti l’esperien-za Interreg in Trentino ed ampliare ulte-riormente la cooperazione regionale eu-ropea, abbiamo intrapreso un’inchiesta che ci ha portato ad una serie di appro-fondimenti tramite interviste non strut-turate con i referenti Provinciali delle strutture coinvolte nei progetti e alla va-lutazione dei materiali prodotti con par-ticolare attenzione, quando disponibili, ai rapporti finali.Non una ricerca sociologica, non una valutazione ex post, bensì un’inchiesta dal taglio giornalistico e un’analisi em-pirica attorno ad un’esperienza che nel corso degli anni è diventata una vera e propria architrave delle politiche di coe-sione europee.

I punti di forza dell’esperienza Interreg nella Provincia autonoma di Trento

Dalle interviste e dalla lettura dei mate-riali emerge un quadro sostanzialmente positivo circa le potenzialità e le oppor-tunità insite nell’esperienza Interreg.In primo luogo, viene riconosciuta l’importanza della cooperazione, del confronto in ambito europeo e dello scambio di informazioni da parte dei protagonisti e degli interpreti principali di queste esperienze: funzionari pubbli-ci, attori di territorio, leaders di comu-nità.È diffusa la convinzione che aprirsi ad esperienze nuove ed intraprende-

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re forme inedite di interazione con gli altri possa portare a nuove ed impor-tanti relazioni e conoscenze. Fare coo-perazione è quindi anche un’esperien-za cognitiva nella quale si apprendono nuovi linguaggi, nuove conoscenze, nuovi valori. I punti di vista, le opinio-ni e le convinzioni sedimentate in anni di esperienza pregressa possono anche mutare di fronte a scenari nuovi e dare origine a positivi cambiamenti nell’otti-ca della cooperazione e dello scambio di conoscenze.È in questo quadro di nuove relazio-ni che si colloca anche l’esperienza di questi ultimi anni del Servizio Rappor-ti Comunitari della Provincia autonoma di Trento che, assieme ad altre signifi-cative istituzioni locali, ha contribuito alla diffusione della cultura “europei-sta”, all’oggettiva crescita dei progetti e delle relazioni transeuropee e interre-gionali.La progettazione comune, la partecipa-zione in prima persona alla definizione degli obiettivi all’interno di un contesto aperto e multiculturale, rappresenta concretamente un’opportunità impor-tante di crescita ad iniziare dalla cono-scenza delle lingue e dagli apprendi-menti legati a queste esperienze.All’interno della pubblica amministra-zione si è quindi affermata una logica che vede nel “lavorare per progetti” la concretizzazione di un nuovo metodo di lavoro che ha trasferito nelle diverse strutture e servizi nuovi livelli di respon-sabilità e partecipazione collegando nello stesso tempo l’apparato pubblico a specifici problemi e bisogni dei terri-

tori. Questa logica “di servizio” al terri-torio ha spesso sollecitato le strutture coinvolte ad esprimere un più elevato livello di efficacia fissando tempistiche, metodi innovativi e analisi ex post riferi-te ai risultati ottenuti.Altro punto di forza è rappresentato dallo scambio di buone pratiche sia per quanto riguarda le politiche ambienta-li ed esperienze di sviluppo sostenibile, sia per gli altri settori quali la sicurezza del territorio, il lavoro, l’innovazione tec-nologica, l’ampliamento delle reti e del-la comunicazione.Il livello di efficacia dei progetti Inter-reg viene inoltre valutato positivamen-te quando gli stessi diventano dei veri e proprio modelli o prototipi per altre esperienze territoriali o, come nel caso dei processi innovativi, quando posso-no implementare delle produzioni se-riali. La moltiplicazione dell’esperienza e della conoscenza e la replicabilità dei risultati acquisiti diventano in questo modo un obiettivo altrettanto fonda-mentale come peraltro viene conferma-to da esperienze quali Network UE, il tavolo pubblico-privato sorto in Trentino per valutare, comunicare e rilanciare le proposte di sviluppo e cooperazione in ambito europeo.All’importanza della diffusione della conoscenza si aggiunge inoltre il fat-to che, in diversi progetti Interreg ed in modo particolare nel settore della pro-tezione civile, sono stati elaborati studi, ricerche, sistemi applicativi e soprattut-to indirizzi tecnici che hanno contribui-to all’elaborazione di precetti, orienta-

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menti e veri e propri documenti tecnici per la realizzazione di progetti legislati-vi, carte dei rischi, disposizioni urbani-stiche che sono state utilizzate sia dalla struttura Provinciale, sia da parte di al-cune amministrazioni locali. Più in ge-nerale possiamo affermare che la poli-tica di coesione europea ha sollecitato le Regioni e gli Stati ad uno scambio effettivo di conoscenze anche a livello tecnico definendo nel contempo le li-nee operative per un’armonizzazione delle normative specie in ambito am-bientale e della sicurezza del territorio. Prova ne è che in diverse situazioni la strumentazione Interreg ha contribui-to al trasferimento di importanti livelli di conoscenza alla sfera amministrati-va sollecitando un’azione integrata a li-vello europeo.Sul versante territoriale si ha infine l’im-pressione che il coinvolgimento dal bas-

so della società civile o meglio, di alcu-ne componenti socio-economiche della comunità locale, sia possibile quando si colgono le vere opportunità europee ed internazionali del progetto. Di fron-te a progetti effettivamente inseriti nelle dinamiche economiche globali, il terri-torio può in altre parole rispondere con apprezzabili livelli di coinvolgimento e sviluppare significativi livelli di respon-sabilità sia dal punto di vista degli am-ministratori pubblici, sia dal punto di vista della società civile e delle espres-sioni dell’economia locale.Altrettanto significative ci sono sem-brate anche le condizioni di finanzia-mento di Interreg le quali, grazie agli interventi comunitari e statali, verranno garantite anche nel prossimo periodo di programmazione ed andranno ad as-sicurare la copertura totale delle spese e degli investimenti.

Importanza della cooperazione in ambito europeoAumento delle relazioni e delle co-noscenzeCrescita della cultura europeistaImportanza del “lavorare per pro-getti” anche nell’ambito della pub-blica amministrazioneMetodi di lavoro innovativi ed im-portanza delle verifiche dei risultatiScambio di buone pratiche

Indirizzi tecnici per orientare leggi di settore a livello localeIndirizzi culturali per orientare po-litiche territoriali e ambientaliCoinvolgimento della società ci-vile nelle politiche di sviluppo del territorioImportanza dell’intervento pubbli-co in sostegno delle aree a svilup-po critico

L’ESPERIENZA INTERREG NELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

PUNTI DI FORZA

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Alcuni punti critici

Una delle maggiori difficoltà incontra-te nella realizzazione di questi proget-ti transnazionali è sicuramente rappre-sentata dalla necessità di comunicare in lingua straniera.L’inglese è stato assunto come lingua ufficiale dall’Unione europea e la sua conoscenza, da parte di tutti i parteci-panti, rappresenta un argomento che non va sottovalutato. Spesso, specie nel caso di documenti tecnici, ci si trova di fronte a traduzio-ni che snaturano il significato origina-rio della comunicazione. La mancanza di conoscenza delle lingue è inoltre un fattore che inibisce lo spirito di allean-za ed è all’origine di particolari aggre-gazioni che vengono a consolidarsi più per affinità linguistiche che non per veri e propri interessi cooperativi.Ma la vera difficoltà che si incontra, ascoltando le appassionate relazioni di tecnici e funzionari della pubblica amministrazione impegnati in queste iniziative comunitarie, è quella relati-va alla rendicontazione e alla gestione amministrativa dei progetti.L’Amministrazione centrale italiana per l’iniziativa Interreg è il Ministero delle Infrastrutture che, attraverso la Direzio-ne Generale per la Programmazione ed i Programmi Europei, segue l’attuazio-ne e il coordinamento nazionale dei di-versi progetti.La Direzione, specie per quanto riguar-da i programmi transnazionali ed in-terregionali, coordina le attività di assi-stenza tecnica fornendo ai vari partner consulenza e supporto informativo. At-

traverso soggetti esterni specializzati, la Direzione esegue inoltre la certifica-zione di primo livello delle spese soste-nute nell’ambito di Interreg al fine di at-testarne la legittimità.A fronte di questa metodologia, volta a conferire ai progetti un parere di cor-rettezza oggettiva, va però rilevata una serie di problemi che derivano dall’ec-cessivo carico di lavoro cui sarebbero sottoposti gli uffici del Ministero in que-sti ultimi anni. La proliferazione delle iniziative europee, grazie ad Interreg e non solo, hanno sovraccaricato le sedi ministeriali e della Direzione intasando-le di richieste e soprattutto di procedu-re di rendicontazione. Il risultato è, in-nanzitutto, un forte rallentamento delle pratiche ed il conseguente mancato ri-spetto delle tempistiche da parte dei partner italiani.Il sovraccarico di lavoro è probabilmen-te la causa anche di una serie di disfun-zioni nella comunicazione fra Ministero, Regioni e Province autonome che spes-so sono all’origine di corrispondenze incomplete, cambi repentini di regole e procedure, lungaggini e mancanza di certezze rispetto alla tempistica.Ma quello della rendicontazione e del-le gestione amministrativa dei progetti è però anche un problema che riguar-da la struttura e l’organizzazione inter-na di Interreg da parte dei singoli part-ner, compresa la Provincia autonoma di Trento. I carichi di lavoro amministrati-vo, le procedure interminabili relative alla rendicontazione, le difficoltà a rap-portarsi con Roma e Bruxelles sono al-l’origine di una sequenza di critiche e

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rilievi effettivamente diffusi a livello lo-cale.Un altro aspetto problematico è rappre-sentato dalla necessità di assicurare ai progetti una migliore capacità di comu-nicazione e contaminazione culturale. Molte realizzazioni si esauriscono con l’approntamento di un sito internet che rimane senza gestore e senza aggiorna-mento. In questo modo il progetto ter-mina con il sito o il portale, ma non si intravede un futuro e una qualsiasi for-ma di continuità. Vi sono poi i casi di studi, ricerche ed analisi che finisco-no nel classico cassetto o di esperien-ze pilota che non vengono comunicate attraverso gli opportuni canali di infor-mazione. Il problema della gestione dei progetti dopo la loro chiusura - e il venir meno dei relativi finanziamenti pubblici - rap-presenta spesso un vero e proprio tor-mentone e ripropone continuamente il tema della comunicazione dei risultati

e soprattutto la questione del coinvol-gimento della società civile e degli enti funzionali dei singoli territori. La questione della responsabilità ri-mane spesso ancora aperta come un problema in cerca di risposta. Mentre la funzione del pubblico è sempre più orientata alla ricerca dei risultati e alla percezione delle opportunità generali che derivano dalla programmazione e dagli investimenti nei vari settori presi in esame, il privato segue spesso del-le logiche opportunistiche orientate a ricavare il massimo del profitto all’in-segna della logica del “qui ed ora” e in alcuni casi senza collaborare per confe-rire al progetto una vera e propria pro-spettiva generale. Nonostante questi problemi, peraltro circoscritti a poche esperienze in am-bito europeo, diventa però importante supportare i progetti con un’azione in-formativa e formativa adeguata e all’al-tezza delle sfide del nostro tempo. Dalle

Conoscenza delle lingue straniere e dell’inglese in particolareDifficoltà di carattere burocratico legate alla gestione e alla rendi-contazione dei progettiAssicurare ai progetti un più ade-guato livello di comunicazione e “contaminazione culturale”Gestione del progetto dopo la fine del finanziamento pubblico

Maggiore coinvolgimento della comunità locale nei progettiElevare la capacità strategica dei progettiInadeguatezza o scarsa preparazio-ne tecnica degli amministratori pub-blici e di coloro che sono chiamati alla gestione diretta dei progetti

L’ESPERIENZA INTERREG NELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

PUNTI CRITICI

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lingue straniere alla gestione ammini-strativa, dai rapporti con gli altri partner alla comunicazione ed implementazio-ne dei risultati, molti interlocutori av-vertono la necessità di una più robusta organizzazione interna della struttura pubblica e maggiori risorse per assicu-rare un adeguato accompagnamento anche attraverso focus di settore e veri e propri stage per il trasferimento conti-nuo delle conoscenze acquisite.Un problema, quello della formazione, che si riflette a volte anche nei territo-ri per via della riscontrata imprepara-zione da parte di diversi amministratori locali e rappresentanti delle forze so-cio-economiche nel cogliere le effetti-ve opportunità che derivano dai proget-ti europei.In alcuni casi viene riscontrata infine la difficoltà, specie per i soggetti privati, nell’anticipare parte dei finanziamen-ti e viene suggerita per contro la pro-posta di un pre-finanziamento da parte dell’Unione europea.

Il Trentino e la nuova Cooperazione Territoriale Europea

Le sintesi finali della nostra analisi ri-ferita all’esperienza Interreg in Provin-cia di Trento ci spingono ad alcune pro-poste e suggerimenti tecnici frutto del confronto con gli operatori della pubbli-ca amministrazione che hanno lavorato nella realizzazione di questi progetti.In primo luogo è auspicabile una sorta di avvicinamento dell’autorità di rendi-contazione in modo da snellire le pro-cedure centralizzate e rendere più ef-

ficienti i nuovi progetti. Un’autorità di certificazione e di prima rendicontazio-ne più vicina al territorio e tuttavia in-dipendente potrebbe garantire maggio-re rapidità nelle procedure e maggiore chiarezza e trasparenza nelle politiche di accompagnamento.Ma non sono solo le strutture mini-steriali che devono adattare la propria organizzazione alle nuove sfide rap-presentate dalla futura programmazio-ne. Non vi è dubbio infatti che anche le strutture provinciali e territoriali do-vranno continuamente riformarsi ed adattarsi al nuovo corso sviluppando maggiori servizi di consulenza e una maggiore capacità di intercettazione delle opportunità.Mentre il Servizio Rapporti Comunitari dovrà affinare, anche attraverso un am-pliamento della struttura e dell’organi-co, la propria capacità consulenziale nei confronti degli altri Servizi della Pro-vincia e degli enti operanti sul territo-rio, questi, per contro, dovranno miglio-rare le rispettive capacità gestionali. Questo significa elevare la responsa-bilità di ogni singola struttura nei con-fronti della cooperazione europea riser-vando a questa politica una particolare attenzione e riconoscendo in essa un elevato fattore strategico. Questo atteg-giamento dovrebbe contribuire alla mo-dernizzazione dei Servizi e al loro con-tinuo aggiornamento ed adeguamento alle politiche europee considerate, non un ulteriore carico burocratico, ma un orizzonte essenziale per il futuro. L’au-spicio che possiamo cogliere da questa inchiesta è allora quello di riservare a

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questo tipo di progettazione una corsia preferenziale promuovendo corsi di for-mazione, focus, momenti di approfon-dimento e condivisione dei risultati e soprattutto riservando alla loro realizza-zione personale ed energie adeguate. Attraverso lo sviluppo di una struttura dedicata da parte della pubblica am-ministrazione sarà così possibile in-tercettare nuove risorse finanziarie e migliorare l’efficacia e l’efficienza dei progetti.Non c’è dubbio però che l’ente pubbli-co, da solo, non basta a realizzare gli obiettivi della nuova cooperazione eu-ropea. È necessario innanzitutto ope-rare sul livello della comunicazione, non tanto per diffondere tecnicamen-te le opportunità legate a questi proget-ti quanto per divulgare un vero e pro-prio “progetto culturale europeo”. Un progetto che sappia interpretare la mo-dernizzazione attraverso la capacità in-

novativa dei territori e la crescita delle competenze umane insite nella comu-nità originaria. Un progetto che sap-pia ad un tempo rafforzare l’identità dei luoghi e consolidare il processo di glo-balizzazione e di confronto competitivo a livello internazionale. Un progetto che riproponga una politica di solidarietà fra Regioni in ritardo di sviluppo e aree più ricche per definire nuove possibilità di accesso e di inclusione sociale.Guardando alla prossima program-mazione serve dunque anche una for-te iniezione di speranza e soprattutto è necessario “gettare il cuore oltre l’osta-colo” per costruire un’Europa di valori, di relazioni e di conoscenze. È qui che entra in gioco anche il ruolo della politi-ca che in futuro dovrà cogliere con più coraggio e convinzione le opportunità che derivano dalle iniziative di coesione per trasferirne a livello locale metodi e buone pratiche e soprattutto per contri-

Autorità di gestione e di rendicon-tazione più vicina al territorioRafforzare le strutture provincia-li che gestiscono i progetti comu-nitariElevare il livello di responsabilità di ogni singola struttura provincia-le nei confronti delle politiche di coesione europee

Elaborazione continua di una stra-tegia politica dedicata all’integra-zione europea Affinare e migliorare gli standard di qualità ed aumentare i destina-tari della comunicazione dedicata ai progetti in ambito europeoCoinvolgimento continuo della co-munità locale nei progetti di coo-perazione europea

IL TRENTINO E LA NUOVA COOPERAZIONE TERRITORIALE EUROPEA

PROPOSTE

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buire alla costruzione di un’azione del Trentino in favore di un’Europa moder-na, solidale, sostenibile e competitiva.I progetti di nuova cooperazione chia-mano in causa la necessità di una po-litica locale di coesione non semplice-mente complementare a Bruxelles, ma una politica attiva che sappia proiettare il Trentino dalle reti corte dello svilup-po locale alle reti lunghe dell’innova-zione e della modernità. Le condizio-ni per raggiungere questi obiettivi ed

evitare lo “sganciamento” rispetto ai grandi flussi delle globalizzazione sono racchiusi in un mix di forte identità ter-ritoriale, capacità di coesione sociale, determinazione politica, apertura sul-l’esterno, spirito solidale e cooperati-vo, nonché capacità tecnica di gestire e promuovere iniziative internazionali. Su questa strada e con questo spirito il Trentino potrà giocare le proprie poten-zialità per la nuova Europa ed i giovani di domani.

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ADEP, Patrasso Municipal Enterprice for Local Development, Patrasso - GR

ADRAT Associazione per lo sviluppo della Regione dell’Alto Tamega - PT

Amm. dist. di Vratsa Amministrazione distrettuale di Vratsa - BG

APABG Associazione Provinciale Allevatori di bestiame Bergamo - I

APABL Associazione Provinciale Allevatori di bestiame Belluno - I

APAT Agenzia italiana per la Protezione dell’Ambiente, Roma - I

APOC Associazione Allevatori Ovicaprini Trentini - I

APS Association for the support of European co-operation in research, development and education programmes - A

ARCS Austrian Research Centers Seibersdorf Research GmbH - A

ARPA Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale - I

ARR, Bielsku Bialej Agencja Rozwoju Regionalnego SA, Bielsku Białej - PL

ARSO Agencija RS za okolije - SI

Ass. On the Road (Abruzzo)Associazione On the Road (Abruzzo)

AwNL Amt für Wald, Natur und Landschaft - FL

Bay. BhG Bayerische Herdbuchgesellshaft für Schafzucht - D

Bay. Landesamt Uw Bayerisches Landesamt für Umweltschutz - D

Bay. LFL Bayerische Landesanstalt für Landwirtschaft - D

BEk-BADw Bayerische Akademie der Wissenschaften / Bayerische Kommission für die Internationale Erdmessung - D

Indice degli acronimi

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BGLA Bayerische Geologische Landesamt - D

BMLFUw Bundesministerium für Land- und Forstwirtschaft, Umwelt und Wasserwirtschaft - A

BSC Gorenjska Regional development agency Gorenjska - SI

BUwAL Bundesamt für Umwelt, Wald und Landschaft - CH

CdIE, Milano Centro di Iniziativa Europa, Milano - I

CETE Lyon Centres d’études techniques de l’équipemente de Lyon - F

CINFAI Consorzio Interuniversitario nazionale per la Fisica delle Atmosfere e delle Idrosfere, Camerino - I

CM di Morbegno Comunità Montana Valtellina di Morbegno - I

Con. Reg. Rhône-Alpes Consiglio Regionale del Rhône-Alpes - F

CRF Centro Ricerche FIAT Torino - I

CRT Rhône-Alpes Comité Régional du Tourisme Rhône-Alpes - F

CSST Centro Studi Sistemi di Trasporto Orbassano - I

CSTB Centre Scientifique et Technique du Bâtiment - F

CTI, Patrasso Research Academic Computer Technology Institute, Patrasso - GR

DGFI-BADw Bayerische Akademie der Wissenschaften / Deutsches Geodaetisches Forschungsinstitut - D

DLR Deutsche Zentrum für Luft- und Raumfahrt - D

DTL - Piemonte Distretto Turistico dei Laghi Piemonte - I

ENTPE Ecole Nationale des travaux publics de l’état - Forméquip, Vux en Velin - F

EOST-IPGS Ecole et Observatoire des Sciences de la Terre - Institut de Physique do Globe de Strasbourg - F

FkIP Fundacja Kalinski Inkubator Przedsiebiorczosci -PL

Fond. Montagna Sicura Fondazione Montagna Sicura - I

Found. Civil Protection Foundation for Civil Protection, Budapest - HU

FTD f. wLV - BMLFUwSektion und Gebietsbauleitung des Forsttechnischen Dienstes für Wildbach- und Lawinenverbauung des BMLFUW - Tirol - A

FZk Forshungszentrum Karlsruhe GmbH

FZk - IFU Forshungszentrum Karlsruhe GmbH Institut für Meteorologie und Klimaforshung - D

GAL Gruppo Azione Locale - I

GEh Gesellschaft zur Erhaltung alter und gefährdeter Haustierrassen in Deutschland - D

GEOVILLE Gmbh Geoville Informationssysteme GmbH - A

hBLFA Hoechere Bundeslehr- und Forschuganstalt für Landwirtschaft - A

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hGk, Zagreb Hrvatska gospodarska komora, Zagabria - HR

IASMA Istituto Agrario San Michele all’Adige - I

IMGw Instytut Meteorologii i Gospodarki Wodnej Oddział we Wrocławiu - Wrocłau - PL

INhGA Institutul National de Hidrologie si gospodadine a apelor - RO

INTI Instudio Management Consultants, Milano - I

IREALP Istituto di ricerca per l’ecologia e l’economia applicate alle aree alpine - I

ISAC - TO Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (CNR) - I

JAPTI - EIC, Lubiana Small Business development centre, Lubiana - SI

Ministria e Punes dhe C. Ministria e Punes dhe Ceshtjitheshne (Ministero del lavoro e degli affari sociali) - AL

MLR Baden württenberg Ministerium für Ernärung und ländlichen Raum Baden Württenberg - D

MOP Ministrstvo za okolje in prostor -SI

MOP-UPP Ministrstvo za okolje in prostor - Urad RS za prostorko planiranje - SI

MUI - IhS Medizinische Universität Innsbruck - Institut für Hygiene und Sozialmedizin - A

NIB Nacionalni Inštitut za biologijo - SI

Oberöst. AkademieOberösterreichische Akademie für Umwelt und Natur - A

Oberöst. TMG Oberösterreichische Technologie- und Marketinggesellschaft m.b.H. - A

OEAV Oesterreichischer Alpenverein - A

OEBSZ Österreichischer Bundesverband für Schafe und Ziegen - A

PCMG Pospeševalni center za malo gospodarstvo - SI

PIk, Potsdam Postdam Institute for Climate Impact Research

PUh Podjetje za urejanje hudoumikov d.o.o. - SI

RRA Nova Gorica Regionalna razvojna agencija Nova Gorica - SI

RRC koper Regionalni razvojni center Koper - SI

RZR - RDB Republic Development Bureau - Serbia

ShMÚ Slovencký Hydrometeorogický Ústav - Slovak Hydrometeorigical Insitute

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StMUGV Bayerisches Staatsministerium für Umwelt, Gesundheit und Verbraucherschutz - D

SUPSI Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana - CH

TU GRAZ Technische Universität Graz - AUniv. BOKU Wien Universität für Bodenkultur, Wien - A

Univ. Boku ViennaUniversità Boku di Vienna

Univ. della Svizzera It. Università della Svizzera Italiana - CH

Univ. di Torino Politecnico Università di Torino - I

Univ. di Trento Università di Trento - I

Univ. di Udine Università di Udine - I

Univ. di Venezia Università Ca’ Foscari di Venezia - I

Univ. Innsbruck Università di Innsbruck - A

Univ. Int. di Venezia Università Internazionale di Venezia - I

Univ. Joseph Fourier Universitè Joseph Fourier - F

Univ. Tecnica naz. Atene Università tecnica nazionale, Atene

Univ. v Ljublijani Università di Lubiana

URACIFF Union Régionale des Associations Centre D’Information pour les Femmes et les Familles - F

Verein MIAR Mittelfristige Initiative für eine angepasste Regionalentwicklung

Verein VCA Bavariae e. V. Verein Via Claudia Augusta Bavariae e. V.

VSk Verband der Südtiroler Kleintierzüchter / Federazione Zootecnica dell’Alto Adige - I

wirtschaft Bawü Wirtschaftsministerium Baden Württenberg - D

wLw Werdenfelser Land Schafwollprodukte GbR - D

ZAMG Zentralanstalt für Meteorologie & Geodynamik Regionalstelle - A

ZAMG-wNB Zentralanstalt für Meteorologie & Geodynamik Wien, Niederöstereich und Burgenland - A

ZDRDS Zveza društev rejcev drobnice Slovenije - Sheep and Goats Breeders Association of Slovenia - SI

ZSRk Zentral Schweiz Regional Konferenz / Interreg Fachstelle - CH

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Indice

Il Trentino con l’Europa pag. 3

La cooperazione transeuropea pag. 5

Schede Progetti pag. 19 Sviluppo economico socialeAlpinet Gheep pag. 22Alpinetwork pag. 28Alplakes pag. 32Centurio pag. 36Euromountains.net pag. 40Inde pag. 44Interact Pro Monte pag. 48Mars pag. 52Modi pag. 56Qualima pag. 60Via Alpina pag. 64Viadventure pag. 68Via Claudia Augusta pag. 72west pag. 78women-Alpnet pag. 82

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TrasportiAlpenCorS pag. 88 Ambiente e prevenzione rischiAlpnap pag. 94Alps-Gpsquakenet pag. 98CatchRisk pag. 102Dis-Alp pag. 106Foralps pag. 110hydrocare pag. 114Living Space Network pag. 116Meteorisk pag. 120SiProCi pag. 124

Interreg III nella Provincia pag. 129autonoma di Trento: analisi e prospettive

Indice degli acronimi pag. 138

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Finito di stampare nel mese di marzo dell’anno 2007