Il Tiburio nei restauri della Cattedrale di Civita ... · Storia dell’Architettura III diretto...

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L a cattedrale di Santa Maria Mag- giore di Civita Castellana, origi- nariamente dedicata alla beata Vergine Maria e Angelo annunciante, presenta una molteplicità di aspetti ideali ed artistici, che ne fanno un tema privilegiato nell’ambito della ri- cerca storica, in relazione alle sue par- ticolari origini simili a quelle di molti altri edifici religiosi presenti a Civita Castellana e realizzati tra l’VIII e il XIII secolo 1 . Una evoluzione architettonica se- gnata dalla successiva trasformazione del 1736, promossa dal vescovo Ten- derini, su progetto dell’architetto ro- mano Gaetano Fabrizi, (1688-1750), che la modifica integralmente nella sua originaria conformazione medioe- vale, lasciando inalterato il pavimento interno e il portico, opera dei Co- smati, importante famiglia di marmo- rari romani e la struttura muraria perimetrale, in particolare la rilevante zona absidale del presbiterio 2 . Analizzando, dunque, un monu- mento così complesso e stratificato nel tempo, la ricerca storica deve fon- darsi su vari aspetti, tra loro intera- genti: l’attenta lettura tramite il rilievo metrico dell’opera come si presenta oggi e la catalogazione della docu- mentazione archiviale esistente, ai fini della conseguente sintesi crono- logica delle fasi di costruzione del monumento stesso. In particolare il rilievo ha una sua intrinseca specificità per la capacità di documentare metricamente le varie partiture architettoniche: nel caso della cattedrale, non una pura e sem- plice operazione di misurazione delle parti residue della struttura medioe- vale, ma l’effettiva conoscenza tipo- logica dell’opera attraverso un attento controllo metrico e dimensionale delle parti dell’intero involucro co- struttivo 3 . La catalogazione attenta dei docu- menti di archivio si è incentrata nel- l’analisi e classificazione della docu- mentazione presente nell’Archivio Segreto Vaticano (A.S.V.), nell’Archi- vio della Diocesi di Civita C. (A.S.D.C.C.), negli Archivi di Stato di Roma (A.S.RM) e di Viterbo (A.S.VT), a fronte degli archivi co- munali purtroppo dispersi. Un metodo di ricerca, che si è ri- velato una valida fonte di informa- zioni e che ha fatto scoprire aspetti inediti di un monumento di fondamen- tale importanza e valore nella millena- ria storia della cittadina falisca. L’oggetto del nostro studio è il ti- burio, certamente l’elemento archi- tettonico meno visibile rispetto allo stesso portico cosmatesco o agli in- terni settecenteschi, ma altrettanto importante urbanisticamente e visi- vamente. Urbanisticamente, perché premi- nente segno architettonico caratteriz- zante la volumetria dell’intero edificio religioso: per chi arriva a Civita Ca- stellana dalle varie direzioni, sono im- mediatamente distinguibili il campanile a vela del palazzo comunale, il mastio ottagonale del Forte Sangallo e, infine, lo stesso tiburio della cattedrale. Una funzione, dunque, pretta- mente scenografica, evidenziata da tutti i pittori e vedutisti che nel corso dell’800 hanno soggiornato a Civita Castellana 4 . Visivamente, perché è un opera di- mensionata e progettata in chiave spa- ziale, superbo coronamento dell’im- pianto architettonico progettato dal Fabrizi. Analizziamo la funzione del tibu- rio: si tratta di un elemento architetto- nico che racchiude nel suo interno una cupola semisferica o a sesto acuto, proteggendola. Può assumere svariate forme: ci- lindrica, cubica, parallelepipeda e pri- smatica, in relazione alla forma della cupola stessa di tipo poligonale o cir- colare; è completato da un tetto a spioventi chiuso in sommità da una lanterna e staticamente copre la cu- pola senza gravarvi. Gli esempi più celebri sono la ba- silica di Sant’Ambrogio e la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano, il battistero di San Giovanni a Firenze e la chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza del Borromini a Roma 5 . È un elemento architettonico am- piamente utilizzato nell’architettura romanica e bizantina. È tipico della tradizione architet- tonica lombarda del XV e XVI sec., trasmesso nelle zone del Viterbese dalle maestranze del nord-Italia, che fino al ‘700-‘800, hanno lavorato nei numerosi cantieri edilizi disseminati per lo Stato Pontificio 6 . Per comprendere spazialmente la monumentalità” del tiburio della cat- tedrale, è necessario individuare i dati metrici generali: metri 15,00, dal pa- vimento della navata centrale al piano di imposta, tamburo, da cui si dipar- tono le murature perimetrali verticali e la cupola semisferica interna; metri 22,40, sempre dal pavimento interno alla base della lanterna; metri 32,50, 14 Il Tiburio nei restauri della Cattedrale di Civita Castellana (1734-1750) ENEA CISBANI SOCIO ARCHEOTUSCIA 1 Sull’evoluzione architettonica delle chiese di Civita Castellana, si con- sulti: P. Rossi, Civita Castellana e le chiese medioevali del suo territorio, Roma 1993, ed. Rari Nantes, Vol. unico. 2 S. Boscolo, L. Creti, C. Mastelloni, la Cattedrale di Civita Castellana, Roma 1993 , ediz. Architectura Soc. Coop. R.L., pp.128-150. 3 Sul tema del rilievo architettonico cfr. M. Docci, D. Maestri, Il rilievo architettonico. Storia, Metodo, Dise- gno, Roma 1988, ed. Laterza. 4 Cfr. Theodore Cornelle D’Aligny, di- segno a matita il forte sangallo e il soratte, nr. 8256 Gabinetto disegni e stampe del Louvre, Parigi 1826; 5 P. Portoghesi, Francesco Borromini, Roma 1990, ed. Electa, pp. 192-194. 6 Sulle vicende storiche relative agli architetti, capomastri e scalpellini, provenienti dai territori oggi inglo- bati nel Canton Ticino, trasferitisi nello Stato Pontificio tra il XVI e XVIII sec., tra cui gli architetti Do- menico Fontana, Carlo Maderno e Francesco Borromini, cfr.: Arte Sto- ria “Svizzeri a Roma”, Lugano 2007, Ed. Ticino Management, rivista bi- mestrale anno 8, num. 35, Sett./Ott. 2007.

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La cattedrale di Santa Maria Mag-giore di Civita Castellana, origi-

nariamente dedicata alla beataVergine Maria e Angelo annunciante,presenta una molteplicità di aspettiideali ed artistici, che ne fanno untema privilegiato nell’ambito della ri-cerca storica, in relazione alle sue par-ticolari origini simili a quelle di moltialtri edifici religiosi presenti a CivitaCastellana e realizzati tra l’VIII e ilXIII secolo1.

Una evoluzione architettonica se-gnata dalla successiva trasformazionedel 1736, promossa dal vescovo Ten-derini, su progetto dell’architetto ro-mano Gaetano Fabrizi, (1688-1750),che la modifica integralmente nellasua originaria conformazione medioe-vale, lasciando inalterato il pavimentointerno e il portico, opera dei Co-smati, importante famiglia di marmo-rari romani e la struttura murariaperimetrale, in particolare la rilevantezona absidale del presbiterio2.

Analizzando, dunque, un monu-mento così complesso e stratificatonel tempo, la ricerca storica deve fon-darsi su vari aspetti, tra loro intera-genti: l’attenta lettura tramite il rilievometrico dell’opera come si presentaoggi e la catalogazione della docu-mentazione archiviale esistente, aifini della conseguente sintesi crono-logica delle fasi di costruzione delmonumento stesso.

In particolare il rilievo ha una suaintrinseca specificità per la capacità didocumentare metricamente le variepartiture architettoniche: nel casodella cattedrale, non una pura e sem-plice operazione di misurazione delleparti residue della struttura medioe-

vale, ma l’effettiva conoscenza tipo-logica dell’opera attraverso un attentocontrollo metrico e dimensionaledelle parti dell’intero involucro co-struttivo3.

La catalogazione attenta dei docu-menti di archivio si è incentrata nel-l’analisi e classificazione della docu-mentazione presente nell’ArchivioSegreto Vaticano (A.S.V.), nell’Archi-vio della Diocesi di Civita C.(A.S.D.C.C.), negli Archivi di Statodi Roma (A.S.RM) e di Viterbo(A.S.VT), a fronte degli archivi co-munali purtroppo dispersi.

Un metodo di ricerca, che si è ri-velato una valida fonte di informa-zioni e che ha fatto scoprire aspettiinediti di un monumento di fondamen-tale importanza e valore nella millena-ria storia della cittadina falisca.

L’oggetto del nostro studio è il ti-burio, certamente l’elemento archi-tettonico meno visibile rispetto allostesso portico cosmatesco o agli in-terni settecenteschi, ma altrettantoimportante urbanisticamente e visi-vamente.

Urbanisticamente, perché premi-nente segno architettonico caratteriz-zante la volumetria dell’intero edificioreligioso: per chi arriva a Civita Ca-stellana dalle varie direzioni, sono im-mediatamente distinguibili il campanilea vela del palazzo comunale, il mastioottagonale del Forte Sangallo e, infine,lo stesso tiburio della cattedrale.

Una funzione, dunque, pretta-mente scenografica, evidenziata datutti i pittori e vedutisti che nel corsodell’800 hanno soggiornato a CivitaCastellana4.

Visivamente, perché è un opera di-

mensionata e progettata in chiave spa-ziale, superbo coronamento dell’im-pianto architettonico progettato dalFabrizi.

Analizziamo la funzione del tibu-rio: si tratta di un elemento architetto-nico che racchiude nel suo interno unacupola semisferica o a sesto acuto,proteggendola.

Può assumere svariate forme: ci-lindrica, cubica, parallelepipeda e pri-smatica, in relazione alla forma dellacupola stessa di tipo poligonale o cir-colare; è completato da un tetto aspioventi chiuso in sommità da unalanterna e staticamente copre la cu-pola senza gravarvi.

Gli esempi più celebri sono la ba-silica di Sant’Ambrogio e la chiesa diSanta Maria delle Grazie a Milano, ilbattistero di San Giovanni a Firenze ela chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza delBorromini a Roma5.

È un elemento architettonico am-piamente utilizzato nell’architetturaromanica e bizantina.

È tipico della tradizione architet-tonica lombarda del XV e XVI sec.,trasmesso nelle zone del Viterbesedalle maestranze del nord-Italia, chefino al ‘700-‘800, hanno lavorato neinumerosi cantieri edilizi disseminatiper lo Stato Pontificio6.

Per comprendere spazialmente la“monumentalità” del tiburio della cat-tedrale, è necessario individuare i datimetrici generali: metri 15,00, dal pa-vimento della navata centrale al pianodi imposta, tamburo, da cui si dipar-tono le murature perimetrali verticalie la cupola semisferica interna; metri22,40, sempre dal pavimento internoalla base della lanterna; metri 32,50,

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Il Tiburio nei restauri della Cattedraledi Civita Castellana (1734-1750)

ENEA CISBANISOCIO ARCHEOTUSCIA

1 Sull’evoluzione architettonica dellechiese di Civita Castellana, si con-sulti: P. Rossi, Civita Castellana e lechiese medioevali del suo territorio,Roma 1993, ed. Rari Nantes, Vol.unico.

2 S. Boscolo, L. Creti, C. Mastelloni,la Cattedrale di Civita Castellana,Roma 1993 , ediz. Architectura Soc.

Coop. R.L., pp.128-150.3 Sul tema del rilievo architettonico

cfr. M. Docci, D. Maestri, Il rilievoarchitettonico. Storia, Metodo, Dise-gno, Roma 1988, ed. Laterza.

4 Cfr. Theodore Cornelle D’Aligny, di-segno a matita il forte sangallo e ilsoratte, nr. 8256 Gabinetto disegni estampe del Louvre, Parigi 1826;

5 P. Portoghesi, Francesco Borromini,Roma 1990, ed. Electa, pp. 192-194.

6 Sulle vicende storiche relative agliarchitetti, capomastri e scalpellini,provenienti dai territori oggi inglo-bati nel Canton Ticino, trasferitisinello Stato Pontificio tra il XVI eXVIII sec., tra cui gli architetti Do-menico Fontana, Carlo Maderno e

Francesco Borromini, cfr.: Arte Sto-ria “Svizzeri a Roma”, Lugano 2007,Ed. Ticino Management, rivista bi-mestrale anno 8, num. 35, Sett./Ott.2007.

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è, infine, l’altezza misurata dal pavi-mento della navata alla croce sommi-tale della lanterna; il diametro deltamburo è di metri 11,00; ogni latodell’ottagono, misura metri 4,007.

Esternamente, gli otto vertici del-l’ottagono sono caratterizzati da lesenecon ordine tuscanico, intervallate daampie zone intonacate e riquadrate,dalle quattro profonde aperture ret-tangolari corrispondenti alle finestreovali, visibili dall’interno, e da unasemplice fascia architravata, sorreg-gente la copertura sommitale in coppi.(foto 1, 2, 3, 4).

Superiormente, la lanterna, apianta circolare, presenta quattro am-pie finestre ad arco intervallate da co-lonnine binate con ordine dorico subase attica, sorreggenti un ampio cor-nicione modanato, alla cui sommitàsi erge il cupolino a bulbo del tipo acostoloni, coronato da un basamentolapideo a foglie, sorreggente la sferain piombo con la croce sommitale e ilsimbolo di Maria.

La cupola semisferica interna è ca-ratterizzata da quattro settori circolariintervallati da quattro coppie di lesenebinate, che convergono al centro, for-mando la base a pianta circolare dellalanterna.

In ogni settore circolare, è postauna finestra ovale, con cornice moda-nata, coronata alla chiave di volta da

una scultorea decorazione a conchiglia. La superficie interna della lanterna

contrappone alla linearità e semplicitàdei prospetti esterni, una maggiore ca-ratterizzazione formale, attraverso lecornici modanate con decorazione aconchiglia superiore delle finestre adarco, alternate da quattro lesene conordine corinzio e nell’intradosso delcupolino, da scultorei fasci di luce do-rata con al centro un triangolo equi-latero fortemente inciso, simbolodella Trinità, circondato da volti che-rubici. (foto 5, 6, 7, 8).

Dati metrici e architettonici dav-

vero rilevanti, che conferiscono al-l’intera struttura un’aura di elevataspazialità e universalità, che non ha ri-scontri dimensionali in altre cattedralidella diocesi.

Magistrale la soluzione strutturaledei quattro piloni della cupola: i primidue, posti all’intersezione del transettocon la navata centrale, data l’insuffi-cienza dello spazio a disposizione,hanno una pianta ortogonale, ma conl’inserimento di una semicolonna cir-colare, in asse con la diagonale deltamburo, volta a conferire movimentoe dinamismo all’intera struttura.

7 Rilievo metrico del tiburio ese-guito dall’autore con l’ausilio distrumentazione elettronica, nelperiodo Ott.-Nov. 2009.

Foto 1 - Angolo Nord/Est del Tiburio.

Foto 2 - Angolo Nord/Ovest del Tiburio. Foto 3 - Dettaglio della lanterna. Foto 4 - Veduta del cupolino superiore.

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Gli altri due piloni, posti all’inter-sezione con il presbiterio, incornicianola scala centrale e come gli altri hannouna pianta ortogonale, risultando nelcontempo massicci e imponenti, es-senzialmente perché poggianti strut-turalmente sulla cripta, posta nel pianointerrato della cattedrale.

Anche questi due piloni presen-tano una semicolonna circolare inasse con la diagonale del tamburo.

La soluzione del tiburio fu unascelta obbligata per il Fabrizi: una cu-pola semisferica “classica” comenella collegiata SS. Pietro e Caterinadi Ronciglione, coeva ai restauri dellacattedrale civitonica, sarebbe risultataestremamente “sproporzionata” in al-tezza rispetto al resto del corpo basi-licale, con la base del tamburo posta

almeno a venti metri dal piano dellanavata e risultando, quindi, un conte-sto architettonico di difficile gestionedimensionale e strutturale [8].

L’edificazione dell’importantestruttura voltata, deve essere analiz-zata in rapporto alle complesse vi-cende costruttive dei restauri della cat-tedrale di Santa Maria Maggiore, cheagli inizi del ‘700 versa in precariecondizioni statiche e conservative, dicosì tale gravità da richiedere un im-mediato intervento di restauro [9].

È con l’avvento alla guida delladiocesi del vescovo Giovanni Fran-cesco Tenderini nel 1718, che iniziala fase delle prime trasformazioni ar-chitettoniche della cattedrale, che poiculmineranno con l’avvio nel maggiodel 1736 dei grandi restauri.

Viene innanzitutto ampliata sullato nord, con l’edificazione delle cap-pelle del SS. Suffragio, Tutti i Santi edel Battistero10.

Il nuovo battistero viene traslatodalla cappella del SS. Sacramentonella navata sinistra - l’antica chiesadi San Giovanni Battista - dove ver-sava in precarie condizioni - in unnuovo ambiente di ridotte dimensioni,posto tra il portico e la cappella delSS. Salvatore11.

Tuttavia si tratta ancora di inter-venti episodici che modificano e alte-rano la linearità architettonica e strut-turale medioevale, senza perògiungere ad un generale ed effettivorestauro delle parti strutturali degra-date, come la zona del presbiterio, chea causa delle continue infiltrazioni diacqua dal tetto minacciava di crollare.

Problemi conservativi che poiemergeranno drammaticamente intutta la loro intensità nel 1736, quandodiventerà ormai impellente ed urgenteuna immediata ristrutturazione del sa-cro edificio.

La distribuzione degli altari in-terni, pertanto, viene riveduta dal ve-scovo Tenderini: presbiterio, altaredelle SS. Reliquie e Tutti i Santi, ab-side destra; al centro, altare maggioree altare delle reliquie dei SS. patroniMarciano e Giovanni, tabernacolo li-gneo dell’olio dei catecumenali e degliInfermi; a sinistra, altare del SS. Cro-cifisso; navata sinistra: altare del SS.Rosario, altare di san Girolamo, altaredi sant’Antonio da Padova, campanilee cappella SS.ma Vergine del Rifugiocon Altare dei SS. Patroni; navata de-stra, cappella del Battistero con fonteBattesimale cappella del SS. Salva-tore, cappella del Suffragio, cappelladi Tutti i Santi e altare di san GiovanniEvangelista.

Nella chiesa sotterranea, il ve-scovo Tenderini consacra l’altare de-dicato ai SS. Gratiliano e Felicissima,antichi santi protettori di Civita Ca-stellana.

Lo stato architettonico della cat-tedrale prima delle trasformazioni del’700, con la fabbrica medioevale ca-ratterizzata sul fronte nord da una se-rie di cappelle, poi inglobate nel pro-getto del Fabrizi nei locali dell’attualesacrestia, è chiaramente testimoniatodalle visite pastorali del vescovo Ten-derini, tra cui quella storicamente im-portante del 5 febbraio 1738, che ri-portiamo integralmente,12:

8 Università degli Studi di Roma “LaSapienza”, Fac. Di Architettura, Di-partimento di Caratteri stilistici e co-struttivi dei monumenti, Corso diStoria dell’Architettura III diretto dalProf. Arnaldo Bruschi, Chiesa Colle-giata SS. Pietro e Caterina Duomo di

Ronciglione, Arch. Marco Picalarga,Roma 1988, p. 67 sgg.

9 A.S.V., Civitatis Castellanae, SacraCongregazione Concilii - RelationesDioecesum, vol. 226 A, ff. 1r-16v.

10 A.S.D.C.C., Vescovo Giovanni Fran-cesco Tenderini, Visite Pastorali, Ci-

vita C. 24 luglio 1724, fasc. n. 25(G13), aa. 1724-1726, ff 2r-8r.

11 A.S.D.C.C., Vescovo Giovanni Fran-cesco Tenderini, Visite Pastorali, Ci-vita C. 25 agosto 1728, fasc. n. 26(G26), aa. 1728-1732, ff. 2r-15r.

12 A.S.D.C.C., Beneficialia, II C, fasc. n.

31, aa. 1737-1739, ff. 150r-156r; sicfr., inoltre: A. Cardinali, Cenni storicidella Chiesa Cattedrale di Civita Ca-stellana, Roma 1935, ed. degli Agosti-niani, p. 35 nota, n. 3.

Il Tiburio nei restauri della Cattedrale di Civita Castellana (1734-1750)

Foto 5 - Volta interna del cupolino con i rilievia stucco.

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Die 5a Februarj 1738 [p. 150]Pro Reverendissimo Capitulo Ve-

nerabilis Ecclesiae Cathedralis CivitatisCastellane con(tra) quoscumque coramIllustrissimo et Reverendissimo Do-mino Episcopo comparuit admodum.reverend(us) Dominus Canonicus Ro-mulus Conti Sacrista Major et Prior, etex(posui)t quod annuente Domino votisCapituli Cleri et populi hujus EcclesiaeCathedralis, et Civitatis in proximo estut ia(m) constructo et ornato Presbite-rio, reedificandum sic totum corpus ec-clesie, ut aut(em) etia(m) futuris tem-porribus notus sit status ad p(rese)nseiusd(em) ecclesiae et altariu(m) in eoesisten(tium), aequu(m) et justu(m) pu-tat ut eiusd(em) et eoru(m) fiat diligensdescriptio pro qua petit et instat im-pertiri licentia(m) et facultate(m), et si-cuti predictis altaribus assignata suntonera missaru(m), prout apparet ex ac-tis Visitationu(m), et… novissime fac-tum de anno 1736, petit et instat, ut du-rante fabrica Ecclesiae digne(tur)Dominus S. Illustrissimus et Reverin-dissinus dicta onera missarum trasferreet partiri int(ra) ataria non impedita itadonec et quousque Fabrica ecclesiaefuerit absoluta omni(ter)

Ill.mus et Rmus D. Epus cum justapetenti non sit denegandum assensus,dicta(m) instantia(m) laudavit, et su-pradicta(m) descriptione(m) diligenterfieri mand(avi)t per me not(arium) etcanc(ellarium) Ep(iscopa)lem informa et in actis registrari et quoadmissas per modu(m) provisionis, etusquequo Ecclesia prefuerit reedifi-cata una cu(m) altaribus, quibus adpresens sunt decorati, interi(m) cele-brari mand(avi)t ut infra:Onera missarum assignata(rum) altariSS.mi Rosarij satisfieri in altare inquo collocabitur imago eiusdem tituli.Onera assignata in altari Epiphaniaesatisfieri in altare SS. Reliquiarum.Onera altaris S. Hieronimus in altareMajori.Onera altaris S. Antonij in d(ict)o al-tare Majori.Onera altaris Beatis(simae) Virginisde Refugio in altare SS.mi Crucifixi.Onera altaris SS. Salvatoris in altareSS.mi Crucifixi.Onera altaris SS.mi Sacramenti et Suf-fragij in altare in quo collocab(itu)rSS. Eucharestiae Sacramentum.Onera altaris omni(um) sanctor(um)in altare S(anctarum) Reliquia(rum)Onera altaris S. Joannis Evangelistaein altare maiori.

Onera altaris S(anctorum) Gratilianier Felicissimae in altare maiori.Successive ego infra(scri)ptus unacu(m) infra(scri)ptis testibus accessi,me(que) personaliter contuli adsupra(dict)am Vene(rabilem)Ecclesi(am) Cath(edrale)m, et descripsiet adnotavi, ut infera incipiens a sinistraparte eiud(em) eccle(siae) videlicetCappella del S.mo Rosario altare pri-vilegiato p(er) li Defonti p(er) brevedella S(anta) M(emoria) di GregorioDecimoterzo e della S(anta) M(emo-ria) di Innocenzo Undecimo, nella la-pide esistente in un pilastro a cornuEpistulae di d(etta) cappella Spetta alla compagnia di d(ett)o titolo,l’altare fu ornato di marmi mischij daldottor Phisico Cosimo Pepe cioè basi,due pilastri e sopra il loro ornato conla volta di stucchi a rose dorate conl’arme di d(ett)o domino Pepe con ildeposito di marmo dalla parte del van-gelo, l’altare è alto palmi cinque emezzo, largo palmi tre e mezzo elongo palmi otto e mezzo, paliotto pa-rimente di pietre mischie intertiate, inesso vi è il quadro della MadonnaSS.ma del Rosario con sua vetrinaavanti alto palmi sei e tre quarti, largopalmi quattro e quarti tre, tiene le suebalaustre di marmo e mischio di Cot-tanello, il pavimento è di lastre dimarmo bianco, e bardiglio, ha sei can-delieri con croce d’ottone e due can-delieri piccoli parimenti d’ottone spet-tanti alla comp(agni)a che loprovvede.

ALTARE DELL’EPIFANIAFu edificato dalla casa Teboli e almuro della Chiesa ornato con due co-lonne di stucco, quali erano ornate dirose della medesima materia, ma pre-sentemente sono nella maggior partemancate, tiene il suo quadro rappre-sentante il mistero dell’Adorazionede Magi alto palmi tredici et un sesto,largo palmi otto et un terzo; altarealto palmi cinque e due terzi, largopalmi tre, longo palmi dieci, ha quat-tro candelieri con croce d’ottone, epaliotto di corame con sua pradellad’albuccio.

ALTARE DI SAN GIROLAMOFu fabricato dall’auttori dell’Ill.moSig. Conte Alessandro Petroni conquattro colonne di stucco, e sue ci-mase, e basi con l’arme della casa, hail quadro che rappresenta S. Girolamoalto palmi undici, largo palmi sette e

mezzo, l’altare è alto palmi cinque equarti tre, largo palmi due e mezzo,longo palmi nove, tiene quattro can-delieri con sua croce d’ottone e duecandelieri piccoli parimenti d’ottone,paliotto di corame e pradella di noce.

ALTARE DI S. ANTONIOSta vicino al campanile, è fabricatodall’autori del sig. Lorenzo Anastasicon due pilastri di stucco, tiene il qua-dro con la figura di S. Antonio da Pa-dova, S. Biagio, e S. Stefano, e dellaSS.ma Vergine sopra detti santi, la fi-gura è ordinatissima, detto quadro èalto palmi sedici, largo palmi undici,ha la cornice di legno color di noce,l’altare è alto palmi cinque e mezzo,largo palmi due e quarti due, longopalmi nove, tiene quattro candelieri

Foto 6 - Le finestre interne del cupolino.

Foto 7 - Veduta della cupola dal transetto.

Foto 8 - Dettagli architettonici.

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d’ottone con la sua croce, paliotto dicorame e pradella d’albuccio.Segue il Campanile che sporge dentrodella Chiesa.CAPPELLA HOGGI DELLA MA-DONNA SS.ma DEL REFUGIO giàdel SS.mo SACRAMENTOFu fabricata dal q(uondam) FilippoPupi, il quale anco la dotò di scudi 23l’anno col peso di messe e riserva delpadronato, come nell’atti beneficiali5 maggio 1629 lib. N.4 fog. 429, mali suoi eredi si composero con la re-verenda fabrica, e nell’atti di D.° Inf.lelì 22 giugno 1644, si riconosce anno-tato nella visita seconda di mons.Ill.mo e rev.mo Vescovo Tenderini;l’altare è con due colonne di stucco,il quadro rappresenta li SS. Marcianoe Giovanni protettori in atto di vene-rare il SS. Sacramento, è alto palmiotto, largo palmi sei et un terzo, dallilati sono due quadri rappresentantiuno la SS.ma Vergine Annunziata, el’altro l’Angelo Annunciante, negli la-terali della cappella sono due altri qua-dri uno rappresentante il Signoreorante nell’orto e l’altro che porta lacroce sul Calvario.

E perché detta cappella era dere-licta dalli patroni, la compagnia delSS.mo stimò di trasferire il Ven(era-bile) alla cappella del Suffraggio,come luogo più degno; fu in detta cap-pella posta l’imagine della MadonnaSS.ma del Refugio di rilievo in cu-stodia decente di legno con intagli do-rati, della quale hanno cura le MaestrePie, che con le limosine delle bene-fattrici hanno provisto di sei candelieridi legno dorati con vasi e fiori, paliottodi corame ben dipinto e la tengonoprovista di tovaglie, et ha la balau-strata di legno di noce, altare altopalmi cinque e un terzo, largo palmisei et un quarto, longo palmi undici,e mezzo, bradella d’albuccio.Segue a mano destra CAPPELLA delBATTISTERIO

Fu edificata pochi anni sono, et in

esso porta il fonte battesimale dimarmo, due armadij uno per il Sacra-rio, e l’altro p(er) conservare li libri,tiene il suo cancello di ferro ben com-posto.

CAPPELLA del SS.mo SALVATOR

Fu edificata dalle limosine dell’ArteAgraria, ha l’altare ornato con due co-lonne di stucco, in mezzo l’imagineantica del Salvatore in tavola amovi-bile, che si porta in processione, dailati ha due quadri, uno rappresenta S.Domenico, sopra al quale è l’arme diMons. Gozzadino, e l’altro S. FilippoNeri, sopra il quale è l’arme dellaCommunità, un altro quadro rappre-sentante il Salvatore alto palmi settee quarto uno, longo palmi cinque, equarto uno, che serve a coprire la dettaimagine dipinta in tavola, nelli murilaterali furono trasferiti li due depositidi marmo uno di Domenico Mazzoc-chi, e l’altro di Virgilio Mazzocchi,che stavano nelli pilastri della navatadi mezzo, uno dov’è l’acqua santa, el’altro nella parte opposta verso ilcampanile, tiene la balaustra di marmofatta pochi anni sono, l’altare è altopalmi cinque et un terzo, largo palminove e quarti tre, ha quattro candeliericon sua Croce d’ottone, paliotto ditela dipinta, e bradella d’albuccio.

CAPPELLA del SS.mo SUFFRAGIO

In essa si conserva il SS.mo Sacra-mento in un ciborio di marmo attoanco per l’esposizione del SS.mo fattocarne, e donato da Mons. Ill.mo eRev.mo Vescovo Tenderini, il qualefece fare anco la balaustra di marmoa detta cappella per maggior riverenzadel venerabile.La detta cappella fu fatta fabricaredalla b(eata) m(emoria). del sig. Felicede Totis, ha l’altare con base di stucco,nelle quali è rilevata l’arme della casaDe Totis, in luogo di colonne ha due

pilastri con sue cimase, e finimentosuperiore parimente di stucco.Il quadro rappresenta l’imagine dellaS.ma Vergine col Bambino in braccio,e San Gregorio Papa orante, e l’animedel purgatorio, detto quadro è altopalmi sedici, e quarti tre, largo palmidieci, e mezzo, la mensa di detto altareè alta palmi cinque, et un quarto, largapalmi tre, quarto uno, longa palmi un-dici, ha sei candelieri d’ottone, e duepiccoli, quattro candelabri di legnodorati per l’esposizione, il paliotto dicorame, e pradella di noce, quali can-delieri, paliotto, e pradella di nocespettano alla Compagnia del SS.mocon le tovaglie in esso altare esistenti.

CAPPELLA TUTTI LI SANTIFu fatta fabricare dal suddetto SignoreFelice De Totis, l’altare ha le basi dimarmo, nelle quali è scolpita l’armedella casa De Totis, ha le sue colonnedi marmo, et anco capitelli, cimasa etornato superiore parimente di marmi;il quadro rappresenta tutti li santi co-pia di quello ch’è nella Chiesa delGesù di Roma nella cappella vicinaalla porticella verso i SS.ri PrincipiAltieri, è alto palmi dodici, largopalmi otto.La mensa dell’altare è alta palmi cin-que, e quarto uno, larga palmi tre, equarto uno, longa palmi nove, da duelati dell’altare vi sono due mensole dimarmo con suoi piedistalli, una dellequali è rotta.L’altare ha tre candelieri d’ottone, euna croce compagna, ma rotta. Nonha tovaglie, né paliotto, né cartagloria,ha la pradella d’albuccio tarlata, e gua-sta. Nei laterali di detta cappella sonodue quadri, uno dalla parte del vangelorappresentante San Pietro in catene, el’altro la Maddalena penitente con cor-nice di marmo giallo, ha la balaustradi marmi mischi, e sopra di quella hala cancellata di noce tornita, nell’arcodi detta cappella vi è parimente l’armedella casa Totis di stucco.

Il Tiburio nei restauri della Cattedrale di Civita Castellana (1734-1750)

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CAPPELLA DI SAN GIOVANNIEVANGELISTA

Fu fabricata dal q(uondam) SimonePetroni, l’altare ha due colonne distucco scannellate, il quadro rappre-senta la Madonna SS.ma il alto e SanGiovanni Evangelista, e San Petronio,l’altare è alto palmi cinque, quartouno, largo palmi due, quarti tre, longopalmi dieci, ha sei candelieri d’ottone,due de quali sono rotti, et una croced’ottone piccola, ha un solo paliottodi color verde e giallo lacero, bradellad’albuccio; la volticella della cappellaparimente è di stucco a rose in qua-dretti, nel pavimento vi è la sepolturadella casa, e nell’arco l’arme dellamedema casa.

EPISTOLARIOSu la scala che va al presbiterio vicinodetta cappella vi è una ringhiera dimarmo ordinario sostenuta da quattrocolonne detta epistolario, perché inessa nella messe solenni si canta l’epi-stola, et anticamente si leggevano lelettere dei pontefici.

PULPITOE’ di marmo intertiato di porfido, etaltre pietre dure ornato di mosaicoall’antica, in esso si sale per due scalecon gradini di marmo.

PORTA MAGGIORE DELLACHIESA

Nella parte interiore dall’uno, e l’altrolato si vedono trasportati due spallieredi marmo intersiato con pietre dure, emusaici quali dovevano anticamenteesser vicino al pulpito, ossia ambone,e servire per stalli de canonici.

PAVIMENTOIl pavimento della navata di mezzo ètutto tassellato di pietre mischie durecomposte e disposte in varie maniere.La navata di mezzo viene sostenutada numero 16 colonne come appresso.num(er)o due colonne, segue un pila-stro, nu(me)ro tre colonne, et un pila-stro, n(ume)ro tre altre colonne, e cosìdalla parte opposta.Le colonne però non sono eguali, al-cune sono intiere, alcune sono dipezzi, hanno basi di pezzi irregolari,capitelli rozzi, e non uniformi, basisopra li capitelli per reger gl’archi ine-guali, e rozze, da una parte vi corresopra dell’archi un cornicione o fregiodi muro alto circa un palmo e mezzo,sporge in fora dall’altra alto palmi due

incirca, e pur poco sporge in fora, néda piedi, né da capo il fregio non ri-corre.

ORGANOStava fuori della cappella del Rosario,che risponde al presbiterio, quale s’èrimosso per la fabrica del presbiterio,e anco per necessità perché li legnierano tutti tarlati.Di contro fuori della cappella di S.Giovanni v’era una cantoria di legnoparimente rimossa per detto effetto.

FENESTRELe fenestre sono vicine al tetto bislon-ghe, e strette all’antica in num(e)ro13 in tutte, le quali non danno nélume, né sole e sono aperte num(e)rootto, e chiuse a muro num(e)ro cin-que.Sopra la porta grande in luogo di fi-nestra vi è un occhio di marmo a Rotacon musaico, e vetri coloriti che nondanno lume.

TETTIIl tetto tanto della nave di mezzo,come delle laterali è sostenuto datravi, cioè quello della nave di mezzoha due pendenze, da travi, e sianocorde n(umero) 12 senza pianelle, macoperto di tavole di castagno antiche,sopra de quali posano tevole e canali,e però sempre soggetto alle pioggie,e così sono le navi laterali, e così erail presbiterio, il quale al presente èfatto in volta con canne ornati distucco, che si vede, et il tetto è statoimpianellato, e tutto ricoperto con farlida tutte le parti le grondare, che nonaveva, per mancanza delle quali moltopativano li muri della Chiesa.

PORTICOE’ sostenuto da 6 colonne, e 4 pilastri,era ornato di fuori di musaici, de’ qualisi vedono ancora le vestigie, bensìl’arco che dà l’ingresso si sono con-servati, et in esso si leggono le se-guenti parole: Gloria in excelsis Deoet in terra pax hominibus bonae vo-luntas laudamus te, benedicimus te,adoramus te, glorificamus te, gratias.Sopra la porta laterale a destra vi èl’imagine del Salvatore a musaico, enell’architrave: ma . ja . co + Raine-rius Petri Rodulphi fieri fecit bus M.feris.Nell’altra porta a sinistra vi è l’ima-gine de SS. Protettori alla bona.Nella fascia del cornicione sopra detto

arco si legge scolpito: Magister Jaco-bus . civis romanus cum cosma filiosuo carissimo fecit ohc opus. An. Dni.mccx.

PORTA MAGGIORE

E’ di marmi con colonnette, stipitisono intertiati di musaico e nell’ar-chitrave il nome dell’autore, detto ap-presso e di sopra un semicircolo alume antico con colonnette.Le colonne della porta ove sono so-stenute da due leoni, e nel frescio so-pra detta porta, vi è la presente iscri-zione: Laurentius cum Jacobo filiosuo magistri doctissimi romani h opusfecerunt.Actum in Civitate Castellana in eademven(erabili) Ecclesia Cathedrali ibi-dem presentibus D(ominis) Archan-gelo Francisco q(uondam) AntoniiAntonisi et Pio fil(io) q(uondam) Bo-naventurae Ciotti ambobus de CivitateCastellana testibusSimone Pamblancus notarus et can-cellarius episcopalis rogavit

La seconda visita è precedente aquella citata, cioè del 27 maggio 1736,e permette di conoscere le Famigliepossessori delle Cappelle e l’avvio deirestauri ‘700 sul Presbiterio:

Die septima Junij 1736Ill.mus et R.mus D. Episcopus prose-guendo sacram visitationem, iteràmaccessit ad ecclesiam Cathedralemcum DD. Convisitatoribus Can.is Jo-annes Petro Chassi et Philippo Erco-lani, et visitavit, et decreti, ut infra.

De Sacris Reliquijs.Abservantur in altare proprio esi-

ste in presbiterio à cornu epistole al-taris majoris, verum quia iam fabrimurarij intenti erant ad perficiendafondamenta prò ornato eiusdem pre-sbjterij, sacre reliquie descripte in suatabella………….

Sulla scorta del documento de-scritto, analizziamo la proprietà deglialtari da parte delle principali famiglielocali: altare delle SS. Reliquie, fami-glia Domenico Lucarelli, famigliaBattista Fantibassi e famiglia AntoniaRidolfi; altare del SS. Crocifisso, rettodalla confraternita omonima a partiredal 4 Aprile 1725; altare del SS. Ro-sario, famiglia Giovanni Buccioli, fa-miglia Giovanni Battista Sterpatori,Maria Fogliaschi, Lavinia Pacifici, fa-

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miglia Marco Antonio Moriconi, Cle-mente Curiola, Lavinia Anzellini, Ni-cola Pelletroni, Marco Olivieri, FelicePupi e Maddalena Pizzichelli; altaredi San Girolamo, famiglia Petroni;cappella Madonna SS.ma del Rifugio,famiglia Filippo Pupi e famiglia Fran-cesco Cerroni; cappella del SS.moSalvatore, famiglia Mazzocchi, fami-glia Giuseppe Morelli, famiglia An-tonio Petrangola, Antonio Ridolfi, Se-rafina Joannoli, Antonio Buttarelli;cappella SS.mo Sacramento, famigliaFelice de Totis e Lucrezia Germani;cappella Tutti i Santi, famiglia de To-tis; cappella S. Giovanni Evangelista,Giulia Petroni; altare dei SS. MartiriMarciano e Giovanni, Padri Conven-tuali di San Francesco13.

La funzione svolta dalle famiglielocali, di concerto con il vescovo e icanonici nella gestione e conserva-zione del patrimonio storico dellastessa cattedrale, fu fondamentale edemergerà nettamente nella fase di av-vio dei lavori di ristrutturazione del1736, sia come dirette finanziatriciche come elemento attivo nelle deci-sioni connesse alla fase prettamenteprogettuale.

Dalla lettura della visita pastoraledel 5 febbraio 1738, la tipologia ar-chitettonica originaria del 1189,emerge fortemente alterata e la tipo-logia risultante, appare disomogeneae non rispondente ad una precisopiano organizzativo, ma piuttosto epi-sodico dovuto alla realizzazione, infasi successive, delle cappelle sul pro-spetto nord, unica zona di espansioneconsiderato che il lato sud è delimitatodal cortile del palazzo vescovile.

Emergono chiaramente alcuni ele-menti storici e documentari senza

dubbio innovativi, come i due ambonicosmateschi, oggi conservati nelCuore di Maria, ma nel 1738 collocatiall’interno della chiesa subito dopo il

portale centrale, all’inizio della navatamediana14.

Risulta chiarito il nodo architetto-nico fondamentale dell’articolazionedelle navate intervallate da sedici co-lonne, (due colonne – pilastro - trecolonne – pilastro - tre colonne), ca-ratterizzate superiormente da un mo-desto cornicione.

Come risulta, inoltre, definita laposizione della scala per accedere alpresbiterio, collocata vicino alla cap-pella di san Giovanni Evangelista ein asse con la navata destra.

Tredici è il numero delle finestredell’antica cattedrale, di cui cinque ri-sultano murate, con la nota riguar-dante il rosone della facciata, oggicompletamente inglobato nella mura-tura del piano di facciata, ma nel 1738stilisticamente caratterizzato da vetricolorati e mosaici.

Non risulta menzionata la criptasotterranea, forse considerata ele-mento marginale e che sarà parzial-mente interessata dagli stessi inter-venti architettonici attuati.

I monumenti funebri a Domenicoe Virgilio Mazzocchi, importanti cit-tadini locali, erano prospettanti sullanavata centrale e collocati sui primidue pilastri di destra e sinistra, già ci-tati nella visita pastorale del vescovoSillani del 23 luglio 1693, eviden-ziando l’instabilità del pilastro destrosorreggente uno dei monumenti.15

Gli altari hanno una precisa collo-cazione: navata sinistra, altare dellaMadonna del SS. Rosario, altaredell’Epifania di Ns. Signore, altare diSan Girolamo, altare di Sant’Antonioe cappella della Madonna del Refugio;navata destra, cappella del presbiterio,cappella del SS. Salvatore, cappella

13 A.S.D.C.C., Vescovo Giovanni Fran-cesco Tenderini, Visite Pastorali, Ci-vita C. 7 giugno 1736, fasc. n. 29

(G29), anni 1736-1737, senza nume-razione.

14 M. Mastrocola, op. cit., p. 35; A. Car-

dinali, op. cit., p. 31, nota 4.15 A.S.D.C.C., Vescovo Giuseppe Sil-

lani Leoncilli, Visite Pastorali, Civita

C. 23 luglio 1693, fasc. n. 12 (G13),anni 169-1697, ff. 95v-102r.

Il Tiburio nei restauri della Cattedrale di Civita Castellana (1734-1750)

Pianta 1 - La cattedrale nel 1734, all’inizio deilavori.

Pianta 2 - La cattedrale nel 1210.

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del Suffragio, cappella Tutti i Santi ecappella di San Giovanni Evangelista.(pianta n.1 e n.2).

LA RISTRUTTURAZIONE SETTECENTESCA (1709 – 1834)

Il grande capitolo degli interventisettecenteschi, deve essere valutatoinvertendo il tradizionale ordine dilettura basato essenzialmente su ca-noni artistici ed estetici, ma analiz-zando l’opera quale sintesi dell’azioneculturale di distinti artefici e commit-tenti, nonché dell’intero tessuto so-ciale in cui si inserisce.

La storia di un restauro lungo ecomplesso, come quello attuato nellacattedrale dal 1736 al 1834, non puòprescindere dall’analisi dei principaliprotagonisti, come mons. GiovanniFrancesco Tenderini, vescovo di Ci-vita Castellana ed Orte dal 1718 al1739, il cardinale Camillo Cybo, pro-tettore e finanziatore, il vescovo SanteLanucci, riorganizzatore delle finanzedel capitolo, il vescovo BernardinoVari, il capitano del popolo GiulianoSacchi e con esso l’intera cittadinanzadi Civita Castellana, l’architetto Gae-tano Fabrizi, il capomastro GiuseppePrada, gli scultori Francesco Pincel-lotti, Giovanni Battista Maini, Lo-renzo Piaccati e, infine, i pittori PietroNelli e Domenico Piastrini.

Successivamente, si deve operareuna valutazione attenta delle risorsefinanziare e della successione crono-logica degli eventi principali, chehanno portato alla realizzazione del-l’opera stessa.

“…incontante scrisse al confiden-tissimo suo Cardinale Cibo, perchédovesse mandargli un architetto, chefosse veramente perito nell’arte sua.Il Cardinale, letta la lettera, approvòe lodò il suo pensiero, e poi inviogliil signor Gaetano Fabrizi architettoin quei giorni assai rinomato”.16

“…la costruzione di questa gran-diosa fabbrica costò personalmenteal Vescovo Tenderini più di quattro-mila scudi;…….nonchè i doni dello

stesso E.mo Card. Cibo, il quale, oltreuna somma di scudi 517 da erogarsiper la cupola ed altri lavori, fece farea sue spese (scudi 700) in Carrara,la balaustra di marmo con le scale,che conducono al presbiterio, le co-lonne…..che sorreggono la cantoriadell’organo, i dipinti e gli affreschidel presbiterio,…...17.

In queste due preziose testimo-nianze documentarie il ruolo di arte-fice e garante dell’intero progetto, delcardinale Camillo Cybo (Massa Car-rara 25.04.1681- Roma 1743), figliodi Carlo II e Teresa Pamphili dei prin-cipi di San Martino.

Nel 1715 stipulò con il fratello ter-zogenito Alderano, un contratto colquale rinunciò alla successione incambio delle proprietà e relative en-trate della casa Cybo poste nel terri-torio pontificio.

Nominato cardinale nel 1729 dalpapa Benedetto XIII, divenne in que-gli anni un grande mecenate artisticoe di cui rimane oggi preziosa testimo-nianza Villa Barberini e Cybo a CastelGandolfo, in cui lavorarono gli stessiartisti, pittori e scultori, poi coinvoltinel progetto della cattedrale di CivitaCastellana18.

Mons. Giovanni Francesco Tende-rini, vescovo della diocesi dal 5 di-cembre 1718 al 1 marzo1739, fonda-tore del seminario vescovile di CivitaCastellana e Orte, di varie organizza-zioni di assistenza benefiche che inquel periodo svolsero un ruolo nonsecondario nell’educazione e nel re-cupero dell’infanzia abbandonata,come nel sostentamento delle classisociali più umili.

È indubbia la sua azione culturalee direzionale nella fase dei restauri,sostenendo costantemente l’architettoFabrizi, mediando efficacemente neirapporti non sempre facili con la co-munità del tempo, quando pervennealla consapevolezza dei grandi costifinanziari dell’intera opera, come puredel vasto programma edificatorio, chevenne poi completato undici annidopo la sua morte.

Mons. Bernardino Vari, successeal Tenderini quale vescovo di CivitaCastellana dal 1739 al 1748, in unafase cruciale dei lavori.

Figura dimenticata dalla storiogra-fia ufficiale, coordinò tutti i soggetticoinvolti e contrariamente allo stessoTenderini, che preferiva un sistemaarchitettonico semplice e dalle formerigorose, avviò il grande programmadecorativo di cui il Maini, fu l’eccelsointerprete.

Le sue doti di organizzatore e me-diatore, ebbero una degna conclusionenella definitiva chiusura del conten-zioso legale con il capomastro Giu-seppe Prada per somme non riscossenel conto dei lavori19.

Mons. Sante Lanucci, vescovo daldicembre 1748 al 31 maggio 1765,che nel marzo del 1750, consacra so-lennemente la cattedrale e nel 1753promuove l’ispezione e il rinveni-mento delle reliquie dei SS. Patroni20.

Nel 1752, emana l’importante de-creto tendente al riordino delle finanzedella capitolo dopo la conclusione deirestauri della cattedrale21.

Giuliano Sacchi, podestà di CivitaCastellana, compare nei documentisulla cattedrale dal 1734 al 1740,quale garante della comunità nellaconduzione dell’intera opera.

Guida una comunità, quella civi-tonica, composta di 3300 abitanti, de-diti essenzialmente all’agricoltura neigrandi latifondi delle famiglie DeRosa e Petroni, ma indiscutibile pro-tagonista di due grandi avventure edi-lizie: il Ponte Clementino e la stessacattedrale, che dal 1702 al 1750, as-sorbono ingenti risorse finanziarie.

Gaetano Fabrizi, è l’architetto pro-tagonista indiscusso dei restauri e tec-nico di fiducia del Cardinale, che ri-troviamo come progettista nel vastoprogramma edilizio di Villa Cybo eBarberini a Castel Gandolfo22.

Giuseppe Prada, il capomastro deilavori, è l’illustre discendente di una fa-miglia di muratori e scalpellini di Vi-terbo, oggi estinta, originaria della Lom-bardia e proveniente dalle terre oggi

16 Cfr.padre Michele Tavani, Vita delvenerabile servo di Dio, Monsig.Gio. Francesco Tenderini, Roma1870, ed. Civiltà Cattolica, p. 347.

17 A. Cardinali, Cenni storici, cit., pp.56-58.

18 Cfr. S. Boscolo, L. Creti, C. Mastel-

loni, op. cit., p. 148, nota 3.19 A.S.D.C.C., Titolo V – Contratti Co-

dices, faldone n. 12, aa. 1745-1747,ff. 714r-729v.

20 A. Cardinali, I Santi Marciano e Gio-vanni. Atti del loro martirio e culto inCivita Castellana con note storiche

ed archeologiche, Subiaco 1939, ed.Tipografia dei Monasteri, pp. 20-24.

21 A.S.D.C.C., Vescovo Sante La-nucci, Visite Pastorali, Civita C. 16agosto 1752, fasc. n. 35 (G35), aa.1752-1754, ff. 18r-32r.

22 Sull’opera dell’arch. Gaetano Fa-

brizi, cfr.: S. Boscolo, L. Creti, C.Mastelloni, op. cit., pp. 129-132;inoltre L. Creti, Gaetano Fabrizi. Mi-nore Maestro del Settecento Romano,in “Palladio”, rivista di storia dell’ar-chitettura e restauro, n. 34, Luglio-Dicembre 2004, pp. 39-60.

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inglobate nel Canton Ticino, trasferitasinel Lazio nei sec. XVI e XVII, attiratedai grandi cantieri edilizi romani.

Tra il 1720 e il 1760, con il fratelloTommaso e il mastro stuccatore Spi-nedi, lo ritroviamo in varie fabbrichereligiose di alcuni centri del Viterbese:dal 27 marzo 1728 al 6 agosto 1738,dirige i lavori di costruzione della fac-ciata e del campanile della chiesa col-legiata dei SS. Pietro e Caterina aRonciglione, e nel 1752 nei restauridella cattedrale di Nepi.

Appaltatore della Reverenda Ca-mera Apostolica, molto vicino all’ar-chitetto romano Sebastiano Cipriani(1660-1740), e accreditato presso ilcardinale Giuseppe Renato Imperiali,prefetto della Sacra Congregazionedel Buon Governo dal 1696 al 1737,fu anche protagonista nella cosiddettaedilizia civile, di cui oggi rimane te-stimonianza il palazzo Prada, postonel vicolo omonimo, in Viterbo.

E’ un personaggio davvero singo-lare e dal temperamento non facile,al centro di dispute e contenziosi le-gali sia a Civita Castellana, nei nonfacili rapporti con il capitolo della cat-tedrale, come a Ronciglione nella fab-brica della collegiata, dove inaugurauna lunga controversia con la comu-nità per irregolarità nella realizzazionedel progetto23.

Francesco Pincellotti, scultore, na-sce a Massa Carrara nel 1672 e muoreall’età di 77 anni a Roma l’8 novem-bre 1749: è l’artefice della scala mo-

numentale che nella cattedrale con-duce al presbiterio.

Artista prediletto del cardinale, èl’autore delle sculture della Villa Bar-berini-Cybo a Castel Gandolfo e autoredi alcune sculture nella Fontana di Trevie di Piazza della Rotonda a Roma.

Molto attivo nel Viterbese, in par-ticolare con i mascheroni della fontanadi Nepi e l’orologio pubblico del co-mune di Ronciglione, con il fratelloBartolomeo, anch’esso scultore, diri-gono uno delle più importanti botte-ghe di scultura di Roma, con nume-rose e importanti commissionipubbliche e private24.

Giovanni Battista Maini, scultore,nasce a Cassano Magnago il 6 feb-braio 1690.

E’ l’autore delle decorazioni a ri-lievi del presbiterio e delle sculturedelle sculture sommitali poste neglialtari della Madonna del Rosario edella Luce, nel transetto.

Allievo di Camillo Rusconi, tra il1732 e il 1735, lo troviamo autoredelle decorazioni in Sant’Agnese inAgone e nella Cappella Corsini in SanGiovanni in Laterano in Roma.

Alcune sue sculture sono postenella Cappella Chigi nel Duomo diSiena.

Principe dell’Accademia di SanLuca, è uno dei protagonisti dellascultura romana del ‘700.

Muore in Roma il 29 luglio 175225.Lorenzo Piaccati, stuccatore, è

l’esponente di spicco della bottega del

Maini e fido collaboratore.Il pittore Pietro Nelli è l’autore del

dipinto “l’Annunziata”, posto nell’ab-side centrale del presbiterio26, mentredel Pistrini sono i due affreschi ai latidel dipinto dell’Assunta, raffigurantila resurrezione di san Giovanni e ilmartirio dei SS. Marciano e Giovanni,mentre negli ovali sovrastanti l’in-gresso alla sacrestia e al Cuore di Ma-ria, sono affrescati degli episodi delmartirio dei SS. Gratiliano e Felicis-sima27.

Il Nelli fu un pittore di modestalevatura, ma particolarmente attivo aRoma tra il 1720 e il 1750, quale ri-trattista delle grandi famiglie come iRospigliosi e i Pallavicini.

Allievo del pittore Odoardo Vici-nelli, scompare intorno al 1755.

LA CRONOLOGIA DEI LAVORI.

Analizziamo compiutamente lacronologia dell’intervento che sisnoda dal 1734 al 1834.

11.02.1709 la Sacra Congregazione dei Ve-

scovi e Regolari, ordina al vescovoAscanio Blasi (1705-1718) di restau-rare con il concorso della comunità edel capitolo la cattedrale, che versavain uno stato deplorevole di incuria eabbandono, in particolare la zona delpresbiterio, che minacciava di crollaredata la fatiscenza del tetto per le con-tinue infiltrazioni d’acqua piovana 28.

23 M. Picalarga, op. cit., pp. 60-65.24 Cfr., AA.VV., Società e cultura nella

Brescia del Settecento. Iconografia eImmagini Queriniane, Brescia 1991,pp. 74- 79; Archivio Segreto Vati-cano, Fondo Cybo, (Card. Camillo),indice n. 214, p. 144 e indice 216, pp.64-66.

25 E. Debenedetti, La scultura Romanadel Settecento. La professione delloScultore, Roma 2003, ed. Bonsi-gnori, vol. 3, p. 149.

26 Sull’attribuzione al pittore Pietro

Nelli, (Pistoia 1672 - Roma 1740),cfr. A. Cardinali, Cenni storici, cit.,p. 53; sull’opera in generale, si con-sulti: L. Lanzi, Storia pittorica dellaItalia dal risorgimento delle bellearti al fine del XVII secolo, Firenze1834, vol. I, p. 202; G. Bottari e S.Ticozzi, Raccolta di lettere sulla pit-tura, scultura e architettura, scritteda più celebri personaggi dei sec.XV, XVI, XVIII, Firenze 1847, vol. V,p. 343; G. Rosini, Storia della pitturaItaliana esposta coi monumenti, Pisa

1847, vol. VII, p. 83.27 A. Cardinali, Cenni storici, cit., p. 53;

il pittore, esecutore degli affreschi ci-tati, in realtà è Giovanni DomenicoPiastrini (Pistoia 1678 – Roma 1740),particolarmente attivo a Firenze conaffreschi nella Chiesa della Madonnadell’Umiltà, a Bologna con interventinella Chiesa di San Giuseppe, a Pi-stoia nella Chiesa di San Giacinto, aRoma nel Palazzo della Consulta enella Chiesa di Santa Maria in viaLata. Come per il Nelli, allo stato at-

tuale della ricerca non risultano pre-cisi riscontri documentari, eccettuatoil riferimento del Cardinali. Tuttaviaè necessario evidenziare che i citatiNelli-Fabrizi-Piastrini, risultano neglielenchi degli artisti iscritti all’Acca-demia dei Virtuosi al Pantheon.

28 A.S.V., Civitatis Castellanae, SacraCongregazione Concilii - RelationesDioecesum, vol. 226 A, f. 1r-16v.

Il Tiburio nei restauri della Cattedrale di Civita Castellana (1734-1750)

23

La richiesta non viene esaudita, inquanto la comunità era impegnata fi-nanziariamente con la costruzione delPonte Clementino (1702-1722).

Il vescovo Tenderini commissionacon fondi del capitolo, i primi restauridella cripta sotterranea29.

10.03.1734 A causa dell’arrivo e staziona-

mento in Civita Castellana delletruppe spagnole al comando del ge-nerale Montemar, dirette a Bari, percombattere gli Austriaci nella battagliadi Bitonto del 25 maggio 1734, vienespostata la data di celebrazione delconsiglio segreto e generale per deci-dere l’inizio dei restauri della catte-drale30.

26.07.1734 Viene celebrato nel palazzo comu-

nale, il consiglio segreto e generalecon la partecipazione del vescovoTenderini, del podestà Giuliano Sac-chi, dei consiglieri della città e dimons. Giraud della Sacra Congrega-zione del Buon Governo, per darel’avvio ai lavori di restauro interes-sando unicamente la zona del presbi-terio e non tutta la cattedrale.

La comunità stanzia un primo con-tributo di scudi 1000,00, per finan-ziare l’inizio dei lavori tramite la sup-plica al monte di pietà di Roma, darestituire in 10 anni con i debiti inte-ressi; Per pagare le rate annuali delcenso viene imposta la tassa sulpane31.

28.02.1736 Viste le proteste popolari, si riuni-

sce nuovamente il consiglio segreto egenerale per abolire la tassa sul panee sostituirla con la tassa sulla carne ela relativa delibera viene inviata allaSacra Congregazione del Buon Go-verno per la definitiva approvazione32.

08.05.1736 La Sacra Congregazione del Buon

Governo, approva la delibera della co-munità, imponendo, però, una duratadi sette anni della tassa sulla carne,trascorsi i quali deve essere sop-pressa33.

27.05.1736Cerimonia religiosa solenne, per

la posa della prima pietra del presbi-terio34.

08.01.1738 Si riunisce nuovamente il consi-

glio segreto e generale, per l’imposi-zione delle tasse sul consumo di vino,sul bestiame e sul transito dei fore-stieri, mercanti e merci.

Significativo il processo a GasparePiscitelli, comandante del carceredella Fortezza per aver autorizzato ilconsumo di vino all’interno dellaguarnigione senza il pagamento delladovuta tassa alla comunità35.

Il presbiterio è terminato.Il vescovo Tenderini, la comunità,

il capitolo e le famiglie proprietariedelle cappelle, stabiliscono di darel’avvio ai lavori della zona rimanentedella cattedrale36:

Die 26 januari 1738

In nome ed a maggior gloria del Si-gnore nostro Dio e della SS.ma Ver-gine Maria Annunziata dall’Angeloalla quale è dedicata la nuova ChiesaCattedrale di Civita Castellana e deSS.mi Protettori Marciano e Giovannii corpi de quali riposano in dettaChiesa.Noi vedendo che con l’aiuto del Si-gnore è stato riedificato et ornato inbuona forma il presbiterio di d(ett)aChiesa e che li cittadini et popolo sonconcorsi con tanto fervore e con tantapietà in carreggiare li materiali e checonfidando nella misericordia del Si-gnore, nell’istessa pietà il capitolo,clero e magistrati e popolo, hanno de-siderato e desiderano ardentementeche si proseguisse la riedificazione,

et ornato di tutto il corpo di dettachiesa.Dichiariamo che simile è il nostro de-siderio e quello che possa riguardareli affari nostri, prestiamo volentieri ilnostro consenso in fede di che cisiamo sottoscritti come sopra in civitacastellana 25 gennaro 1738 bra-mando che presto si intraprendal’opera secondo li disegni già fatti dalsig. Gaetano Fabrizi architetto didetta fabrica.Io domino Guglielmi Paglia comepriore della compagnia del SS.mo Ro-sario acconsento come sopra.Io Carlo canonico Paradisi consi-gliere della suddetta compagnia ac-consento come sopra.Io Alberto canonico Sacchi possessoredel canonicato detto dell’Epifania ac-consento come sopra.Io Romolo canonico Conti come de-positario della cappella del SS.moSalvatore acconsento come sopra.Io Pio Ciotti come priore della ven.confraternita del SS.mo acconsentocome sopra.Giuseppe Midossi come depositariodella ven. Com. del Sacramento.Per li illustri marchesi Antonio e Fi-lippo Andosilla come per lettere dellimedesimi ricevente Giuliano Sacchi.Io Antonio Primavera per conto denobili Petroni acconsento come sopraper la cappella di San Girolamo.

09.07.1938Durante i lavori, viene riportata

alla luce la sacra immagine dellaBeata Vergine Maria, oggi conservatanell’altare della Luce, posto sul latodestro del transetto37.

16.10.1738La comunità riceve dal monte di

pietà di Roma, il primo acconto discudi 500,00.

La Sacra Congregazione comunicaal consiglio della città, che sono ri-maste insolute delle rate del censo discudi 1.000,00 erogato per l’inizio deilavori38.

29 A.S.D.C.C., Vescovo Giovanni Fran-cesco Tenderini, Visite Pastorali, Ci-vita C. 7 giugno 1723, fasc. n. 24(G24), anni 1723-1727, senza nume-razione.

30 A.S.V., Segreteria di Stato, Lettere diVescovi e Cardinali, vol.160, lettera del10.03.1734, ff. 359r-362r; lettera

dell’11.03.1734, ff. 375r-378r; letteradel 12.03.1734, ff. 385r-378r; letteradel 14.03.1734, ff. 419r -421v; letteradel 16.03.1734, ff. 427r-429v.

31-33A.S.RM, Sacra Congregazione delBuon Governo, serie II, Atti per Luo-ghi, busta n. 1124, aa. 1745-1752,fasc. restauri della Cattedrale.

34 padre M. Tavani, op. cit., pp. 349-350.

35 A.S.RM, Sacra Congregazione del BuonGoverno, serie II, Atti per Luoghi, bustan. 1124, aa. 1745-1752, fasc. restauridella Cattedrale.

36 A.S.D.C.C., Beneficialia, II C, fasc.n. 31, aa. 1737-1739, ff. 150r-156r.

37 padre M. Tavani, op. cit., p. 359.38,39A.S.RM, Sacra Congregazione del

Buon Governo, serie II, atti per Luo-ghi, b. n. 1124, aa. 1745-1752, fasc.restauri della Cattedrale e b. n. 1123,aa. 1727-1744, fasc. restauri dellaCattedrale.

24

07.11.1738 Si celebra un nuovo consiglio se-

greto e generale per stabilire l’appro-vazione di nuove tasse per finanziarei lavori: 1) tassa sui mercati e le fierecittadine; 2) tassa sull’occupazione diaree pubbliche; 3) affitto degli archidel piano terreno del comune per lavendita dei prodotti agricoli e dellacarne39.

01.03.1739 Muore il vescovo Tenderini.

04.05.1739Mons. Bernardino Vari è il nuovo

vescovo della diocesi.

09.06.1739 Diniego del vescovo Vari alla ri-

chiesta del cardinale Firrao della se-greteria di stato vaticana di un contri-buto per la guerra contro gli Austriaci,date le ristrettezze economiche del ca-pitolo per l’edificazione della catte-drale40.

04.09.1739Pagamento di scudi 150,00 al ca-

pitano Antonio Forlani, per la condu-zione dei restauri41.

22.06.1740Pagamento di scudi 70,00 al capi-

tano Antonio Forlani42.

17.08.1740La Comunità riceve dal monte di

pietà di Roma il secondo acconto discudi 500,0043.

15.09.1740Il cardinale Valenti delle segreteria

di stato, incarica il vescovo Vari diiniziare la pratica presso la Congre-gazione dei Santi, del processo di bea-tificazione del vescovo Tenderini, ar-tefice della costruzione del nuovotempio di Civita Castellana44.

10.10.1741Giovanni Battista Maini inizia la

decorazione a rilievo del presbiterio45.

10.08.1742Proseguono intanto i lavori: è

completata la volta e il tiburio46.

05.12.1742Pagamento di scudi 75,00 all’ar-

chitetto Gaetano Fabrizi47.

10.03.1743I lavori di restauro sono funestati

prima dal terremoto che non reca al-cun danno alla cattedrale, successiva-mente da una pericolosa epidemia in-fluenzale che causa numerose vittime,anche in altri centri della diocesi48.

16.01.1744Mons. Giraud, segretario della Sa-

cra Congregazione del Buon Governo,in una significativa lettera al Prefettodella Congregazione, redige una pre-cisa e puntuale memoria sui restaurie il relativo conto economico, descri-vendo aspetti inediti, come la sua par-tecipazione al consiglio generale delluglio 1734, dove viene totalmentesuggestionato dallo zelo del Tenderini

nel dare avvio ai lavori con il con-senso unanime della comunità tutta.

Un fervore, ricorda Giraud, pre-miato con la concessione del censo discudi 1.000,00 per il restauro del pre-sbiterio.

Rileva nel proseguo della lettera,che la prosecuzione dei restauri a tuttala cattedrale e le necessarie varianti,abbiano comportato un notevole in-cremento dei costi con una parzialecopertura finanziaria, portando poi almancato pagamento delle rate del mu-tuo.

I lavori ribadisce, infine, sono statieseguiti e ritiene prioritario continuarecon l’applicazione della tassa sullacarne, per permettere alla comunità dierogare le rate annuali al capitolo49.

11.07.1744 La Sacra Congregazione ordina

alla comunità di abolire la tassa sullacarne.

Proteste della comunità, dati i de-biti non ancora saldati sia con il Pradache con gli scultori Maini e Piaccati50.

05.11.1744Il capitolo invia alla Sacra Con-

gregazione, un dettagliato resocontoeconomico dei lavori da cui risultache il debito con il Prada ammonta ascudi 5.649,00, da cui detratti gli ac-conti nel frattempo ricevuti, come daanalisi del capitano Antonio Forlani,il residuo totale ammonta a scudi2.896,00, mentre gli altri debiti riguar-dano gli scalpellini, scudi 200,00 e lostagnaro, scudi 100,00.

40 A.S.V. Segreteria di Stato, Lettere diVescovi e Cardinali, vol. 233, letteradel 09.06.1739, ff. 250r- 251r.

41-43A.S.RM, Sacra Congregazione delBuon Governo, serie II, atti per Luo-ghi, b. n. 1124, aa. 1745-1752, fasc.restauri della Cattedrale e b. n. 1123,aa. 1727-1744, fasc. restauri della

Cattedrale.44 A.S.V., Segreteria di Stato, Lettere di

Vescovi e Cardinali, vol.234, letteradel 15.09.1740, f. 107r.

45 E. Debenedetti, op. citata, p.149.46,47 A.S.RM, Sacra Congregazione del

Buon Governo, serie II, atti per Luo-ghi, b. n. 1123, aa. 1727-1744, fasc.

restauri della Cattedrale, b. n. 1124anni 1745-1752, fasc. restauri dellaCattedrale.

48 A.S.V., Segreteria di Stato, Lettere diVescovi e Cardinali, vol. 242, letteradel 10.03.1743, f. 250r.

49-52A.S.RM, Sacra Congregazione delBuon Governo, serie II, atti per Luo-

ghi, b. n. 1123, aa. 1727-1744, fasc.restauri della Cattedrale, b. n. 1124,aa. 1745-1752, fasc. restauri dellaCattedrale, b. n. 1125, aa. 1753-1761fasc. restauri della Cattedrale.

Il Tiburio nei restauri della Cattedrale di Civita Castellana (1734-1750)

25

Il debito finale con il capomastroPrada ascende a scudi 3.196,20.

Il capitolo si lamenta che la SacraCongregazione abbia ordinato che ilricavato annuale della tassa sulla carnedi scudi 150,00, venga destinato alpagamento delle rate del censo con-tratto con il monte di pietà nel 1734,e non più per finanziare i lavori; sup-plica la Congregazione a ritirare la di-sposizione, visto che il debito di scudi3.196,20 con il Prada è stato ripartitoin due quote al 50%, capitolo e co-munità51.

05.01.1745Mons. Giraud, delegato della Sa-

cra Congregazione del Buon Governo,rinvia la decisione finale al cardinaleprefetto.

Traspare il dubbio che vi sia statanegligenza da parte dei conservatoridi Civita Castellana nell’amministra-zione dei restauri e in particolar modonel pagamento del censo.

Rileva come a tutto il 1743, latassa sulla carne abbia fatto incassarealla comunità scudi 1.062,28 e se lerate non sono state pagate il dannodeve essere risarcito dai conservatori.

Infine, si rileva l’urgenza di finan-ziare i lavori ormai alla conclusionefinale52.

Lo scultore Giovanni BattistaMaini, completa l’esecuzione dellesculture dell’altare della Madonna delRosario e dell’altare della Luce53.

25.02.1745Celebrazione del consiglio segreto

e generale, per inoltrare la richiestaal monte di pietà di un nuovo censodi scudi 1.500,00, per saldare il contofinale del Prada, come da accordi conil capitolo54.

La tassa sulla carne rimane ancorain vigore: i commissari pontifici ac-certata la regolarità del conto econo-mico dei restauri e che non vi era statodolo o sottrazione di denaro pubblico

stabiliscono, dunque, la continuazionedella gabella55.

30.06.1745Il capitolo e la comunità rinnovano

la supplica alla Sacra Congregazioneper la concessione del censo di scudi1.500,00 per il pagamento del Prada,il quale ha “minacciato” il capitolo dirivalersi con i suoi beni se non venivasaldato della somma stabilita56.

23.02.1746Date le proteste popolari, viene ce-

lebrato un nuovo consiglio segreto egenerale per differenziare la tassa sullacarne in base alle varie qualità57.

24.12.1746Nuovo consiglio segreto e gene-

rale per imporre le tasse sui beni per-sonali degli ecclesiastici e sui beni deiprivati58.

03.08.1747 Il vescovo Vari stipula l’atto nota-

rile finale che chiude la vertenza conil Prada, il Maini, il Piaccati e vari ar-tigiani, per debiti non ancora saldati,come da atto notarile del notaio Fran-cesco Giannoni59.

Mons. Sante Lanucci è il nuovovescovo.

Conclusione dei restauri della cat-tedrale.

Consacrazione, nonché benedi-zione solenne della cattedrale e delnuovo altare maggiore, in sostituzionedi quello medioevale60.

20.12.1750Esposto dell’appaltatore del mu-

lino e forno comunicativo alla SacraCongregazione, lamentandosi che glioperai della cattedrale non consumanola farina e il pane locale, ma lo por-tano da Roma, con grave danno al-l’economia locale61.

30.01.1751Nel bilancio della comunità dal

1743 al 1751, si rileva il pagamentodel contributo di scudi 150,00 al ca-pitolo per l’estinzione dei debiti deirestauri della cattedrale62.

28.11.1752 Decreto del vescovo Lanucci ten-

dente al riordino delle finanze dellacattedrale63.

È indubbio che le ingenti spese perla riedificazione della cattedrale ob-bligano il vescovo Sante Lanucci aduna profonda revisione economicadelle spese capitolari. Il 16 agosto1752, viene emesso il seguente de-creto vescovile: “…..Tutti i beneficiarie rettori delle Cappellanie e Altaricon l’obbligo delle messe perpetue,devono contribuire totalmente allespese ordinarie di cera, vino e allamanutenzione delle suppellettili; Atutti i beneficiari e rettori delle Cap-pellanie e Altari è imposta, inoltre,una tassa annua di 20 baiocchi daversare al Capitolo; A tutti i benefi-ciari e rettori delle Cappellanie e Al-tari, che non abbiano mai provvedutoalla manutenzione è imposta la tassaannua di un baiocco; A queste tassesono soggetti gli stessi Canonici dellaCattedrale, che esercitano un legatosulle varie cappelle e altari; Per lacelebrazione delle messe un baiocco;Al capitolo, inoltre, la facoltà di con-cordare con i vari possessori dellecappelle e altari, le spese per gli ad-dobbi e i paramenti……”.

11.12.1774La Sacra Congregazione dei Ve-

scovi, plaude il vescovo Forlani peraver definitivamente sistemato i contieconomici della diocesi dopo il granderestauro della cattedrale64.

25.12.1825 Visita apostolica della cattedrale,

da cui emerge il suo eccellente statoconservativo65.

53 E. Debenedetti, op. citata, p.149.54-58A.S.RM, Sacra Congregazione del

Buon Governo,serie II, atti perLuoghi, b. n. 1124, aa. 1745-1752,fasc. restauri della Cattedrale.

59 A.S.D.C.C., Titolo V – Contratti Co-

dices, faldone n. 12, aa. 1745-1747,ff. 714r-729v.

60 A. Cardinali, I Santi Marciano e Gio-vanni, cit., p. 23.

60,61A.S.RM, Sacra Congregazione delBuon Governo, serie II, atti per Luo-

ghi, b. n. 1125 aa. 1753-1761 fasc.restauri della Cattedrale.

63 A.S.D.C.C., Vescovo Sante Lanucci,Visite Pastorali, Civita C. 16 agosto1752, fasc. n. 35 (G35), aa. 1752-1754, ff. 18r-32r.

64 A.S.V., Civitatis Castellanae, SacraCongregazione Concilii - RelationesDioecesum, vol. 226 A, f. 471r-477r.

65 A.S.V., Civitatis Castellanae, SacraCongregazione Concilii – RelationesDioecesum, vol. 226 B, F. 168r-179v.

26

“...La chiesa cattedrale dopo la rie-dificazione fattane dal venerabile Ve-scovo Tenderini può dirsi magnifica:sta una Dignità, e 16 canonici regolatidalle loro costituzioni, alcune dellequali prima inosservate, si osservanoora attese le premure del vescovo, trale altre sono rimesse in osservanza lemesse cantate per il sommo ponteficee il vescovo.Il teologo e il penitenziere fanno illoro dovere.Le duemila anime della città sono di-vise in tre parrocchie...”.

11.04.1829.Santa Visita Apostolica alla catte-

drale dell’11 Aprile 182966.

06.05.1834 Interventi di tinteggiatura degli in-

terni, in particolare dello zoccolo in-terno in travertino che viene rivestito,e nuova distribuzione degli spazi in-terni, promossi dal vescovo Ercolani67.“...Mons. Fortunato Maria Ercolani,Vescovo delle unite Chiese di CivitaCastellana, Orte e Gallese...I - Sullo stato materiale delle chiese.Per ciò che riguarda il presente arti-colo, mons. Vescovo si riporta allaprima relazione.Aggiunge beniquamente, quanto se-gue:presso le sue premure, il municipio dicivita castellana ha restaurato la cat-tedrale con ottimo effetto.

La chiesa di san benedetto siccomeminacciava un’imminente ruina e nonpotendo essere restaurata per insuffi-cienti mezzi, nel febbraio 1830 mons.Vescovo ha traslocato la parrocchianella propria chiesa di san giovannidecollato.Nella morte del parroco di san gre-gorio avvenuta nell’ottobre 1830, hasospeso la parrocchia perché la suachiesa aveva urgente bisogno di re-stauro.Le sue rendite sono in amministra-zione di un canonico per essere ero-gate in detto restauro.I lavori che occorrevano alla nomi-nata chiesa sono già quasi al loro ter-mine.Intanto il parroco della cattedralesupplisce a quello di san gregorio...

20.11.1840Nuova visita apostolica68: “...ri-

portandosi a quanto riferì nellepassate relazioni, ...aggiunge chela chiesa cattedrale di civita ca-stellana è stata nel suo materialerestaurata ed abbellita insiemealla sagrestia.

Che sono state stabilite le stanzeper tenere i comizi capitolari e perconservare l’archivio.

Ch’è stato fatto il coro d’inverno,e che i canonici officiano alla catte-drale con esattezza...

Civita Castellana 20 novembre1840

LE RISORSE FINANZIARIE

Il costo dei restauri della catte-drale, come risulta dal rendimentoeconomico, è di 30.000,00 scudi: unasomma davvero notevole per i tempi,considerando che la stessa edifica-zione del Ponte Clementino costò allecasse della comunità ben 18.000,00scudi69.

Realizzazioni dello stesso periodo,come a Ronciglione la costruzionedella collegiata dei SS. Pietro e Cate-rina, ammontano a circa 12.000,00scudi e a Nepi con l’edificazione dellafontana e dell’acquedotto, il costo fi-nale è di scudi 19.000,00.

Il costo esorbitante dei restauridella cattedrale fu dovuto essenzial-mente all’eccezionalità degli artisti diprim’ordine coinvolti nell’operazionecome il Maini e il Pincellotti, le cuisuperbe realizzazione e prestazioni,determinarono una forte lievitazionedei costi.

I documenti, permettono di stabi-lire una corretta ripartizione delle va-rie voci: 4.500,00 scudi donati dal ve-scovo Tenderini; 2.000,00 scudiconcessi dal cardinale Camillo Cybo;1.000,00 – 1.500,00 scudi derivantidalla vendita dei marmi e delle opereesistenti nelle cappelle; circa 1.000,00scudi donati dalle famiglie nobili diCivita Castellana come i Paradisi, Pe-troni, Morelli, Ciotti-Cazzaniga e An-dosilla70.

66 A.S.V., Civitatis Castellanae, SacraCongregazione Concilii – RelationesDioecesum, vol. 226 B, f. 222r.

67 A.S.V., Civitatis Castellanae, SacraCongregazione Concilii – Relationes

Dioecesum, vol. 226 B, f. 258r.68 A.S.V., Civitatis Castellanae, Sacra

Congregazione Concilii – RelationesDioecesum, vol. 226 B, f. 327r.

69 A.S.RM, Sacra Congregazione del

Buon Governo, serie II atti per Luo-ghi, b. n.1118, aa. 1702/1720 fasc.Ponte Clementino; sulla spesa totaledei restauri: A.S.RM, Sacra Congre-gazione del Buon Governo, serie II

Atti per Luoghi, b. n.1124, a. 1745-1752, fasc. restauri della Cattedrale.

70 A.S.VT, notaio Francesco Iannoni diCivita Castellana, vol. 43, aa. 1730-1740.

Il Tiburio nei restauri della Cattedrale di Civita Castellana (1734-1750)

27

Mentre la somma residua di scudi21.500,00 venne completamente ero-gata dalla comunità, attraverso l’im-posizione di varie tasse pubbliche:tassa sulle fiere e i mercati; affitto de-gli archi pubblici posti al piano terradell’attuale palazzo comunale; tassasul pane e sulla carne; tassa sul vino;tassa sulle proprietà private e sui benipersonali dei nobili e dei religiosi;tassa sul bestiame;

Aumento delle imposte sul transitoe sul dazio; tassa sul passaggio deiGiudei: una tassa già esistente a CivitaC. nel 1580, scomparsa, poi ripresa,ma subito soppressa dalla Sacra Con-gregazione.

Il garante dei pagamenti e dellaconduzione economica, era la com-missione formata dal vescovo, dal po-destà, dai canonici della cattedrale edall’architetto/perito.

Al 3 agosto 1747, rimanevano dasaldare al Prada 6.844,59 scudi, cosìsuddivisi: 1.027,07 scudi rimanenza

presbiterio; 5.649,95 scudi rimanenzacattedrale; 126,97 scudi rimanenzaopere edili della sacrestia; 40,80 scudirimanenza lavori della cappella dellaLuce.

La commissione capitolare, NicolaEttorre - Gaetano Fabrizi - AntonioForlani, dopo una puntuale verifica deiconti, accerta che 5.226,00 scudi do-vevano erogarsi al Prada, mentre700,00 scudi dovevano essere concessiallo stagnino per il piombo della cupolae 818,79 scudi per opere edili varie.

Si saldano i debiti minori, mentrequelli del Prada seguono una tracciadiversa, in quanto detratti gli accontiricevuti, il debito finale ammonta ascudi 2.591,38.

L’appaltatore Giuseppe Prada, inun primo momento accetta che glivengano restituiti in dieci annualitàcon interessi a 300,00 scudi l’anno epoi, per inspiegabili motivi, ritornasulle sue decisioni e per avere lasomma finale sconta al capitolo

600,00 scudi, per ricevere a saldodella sua prestazione scudi 1991,38.

Il 3 agosto 1747 si chiude tutta lavicenda e viene rogato l’atto notarilefinale tra il capitolo, assistito dal no-taio Francesco Giannoni, e il capo-mastro.71

Il 12 agosto 1747 la sacra congre-gazione dei vescovi e regolari da il suoplacet e il Prada saldato; Per saldarlo,il capitolo prende in prestito dal Montedi Pietà una somma di 2.000,00 scudigarante Carlo Paradisi, ricco possi-dente terriero di Civita Castellana.

Si chiude così un’annosa questionelegale e finanziaria, che negli anni aseguire avrà notevoli risvolti econo-mici per le finanze del capitolo.

È anche il definitivo suggello aduna incredibile e tormentata storiacome furono i restauri della cattedrale,ma che oggi ci restituiscono un grandecapolavoro dell’architettura religiosae devozionale, che non ha paragoniin altri contesti della diocesi.

71 A.S.RM, Sacra Congregazione delBuon Governo, serie II, atti perLuoghi, b. n.1124, aa. 1745-1752,fasc. restauri della Cattedrale;

A.S.D.C.C. ,Titolo V – ContrattiCodices, faldone n.12, aa. 1745-1747, ff. 714r-729v.L’autore desidera esprimere i più sen-

titi Ringraziamenti al Prof. Luigi Ci-marra, per il prezioso contributo nellatraduzione e revisione linguistica deidocumenti archiviali rinvenuti.

L’apparato fotografico è stato curatoda Mauro Topini.