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Il terzo ciclo nel processo di Bologna: Competenze, crediti, qualità Caserta, 30 gennaio 2009 Ann Katherine Isaacs Università di Pisa Tuning Management, Coordinatore Reti di Storia, CLIOH-WORLD, CLIOHRES, Bologna expert

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Il terzo ciclo nel processo di Bologna:

Competenze, crediti, qualità

Caserta, 30 gennaio 2009

Ann Katherine IsaacsUniversità di Pisa

Tuning Management, Coordinatore Reti di Storia, CLIOH-WORLD, CLIOHRES, Bologna expert

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Il progetto “Tuning Educational Structures in Europe”, condotto da un consorzio di diverse centinaia di università, ha elaborato una metodologia - a livello di area disciplinare - per disegnare corsi di studio universitari nel quadro del “Processo di Bologna”.

Il progetto si è gia diffuso a livello mondiale: in America Latina, Russia, Georgia, Asia centrale. Grande interesse è stato manifestato negli Stati Uniti, in Giappone, in Australia.

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L’approccio Tuning alla progettazione e gestione dei programmi di dottorato estende al terzo ciclo gli strumenti – opportunamente adattati – già sviluppati per i primi due cicli.

Incentrato su chi apprende, e basato sulle competenze che il candidato avrà alla fine del processo di apprendimento, questo approccio può essere utilizzato per migliorare la qualità dei programmi di dottorato.

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Nel contesto dei primi due cicli:

Si formulano gli esiti d’apprendimento (“learning outcomes”) in termini di competenze

Si usano i credit ECTS come strumento di programmazione, in quanto rappresentano il tempo necessario a completare le attività previste per il raggiungimento degli esiti di apprendimento desiderati

Si concordano a livello europeo punti di riferimento e linee guida per la definizione degli esiti di apprendimento; si presta una nuova attenzione all’apprendimento basato sulle competenze; si migliora la qualità dell’esperienza degli studenti; si attivano procedure appropriate di progettazione, monitoraggio e miglioramento progressivo degli programmi – ovverossia si persegue una migliore “qualità” dei programmi stessi.

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Per il terzo ciclo: l’utilità di questi strumenti, ampiamente usati per i primi due cicli, è ancora materia di dibattito.

Qui si sostiene che sono utili, e che possono aiutare ad organizzare programmi di dottorato più rispondenti ai bisogni dei dottorandi e della società di quanto non siano, spesso, i programmi attuali.

Il terzo ciclo: competenze, crediti e qualità

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In alcuni paesi europei, è ben consolidato l’uso degli esiti di apprendimento formulati in termini di competenze, nonché dei crediti ECTS per quantificare il tempo necessario per completare la parte “insegnata” degli studi di dottorato

In altri paesi invece si considera non appropriata al terzo livello qualsiasi attività che non sia l’assegnazione di un argomento di tesi.

Perché?

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“Il Paradosso dottorale”:

Esigenze di trasparenza, mobilità, e riconoscimento hanno portato all’uso di ‘learning outcomes’ e crediti nei primi due cicli

A quasi dieci anni dalla ‘Dichiarazione di Bologna’, non tutto è stato già fatto, ma quasi tutti I paesi firmatari hanno cambiato radicalmente il loro approccio e la struttura dei primi due cicli.

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Il “Paradosso dottorale” (2):Per molti, il dottorato sembra non richiedere strumenti

simili per assicurare la trasparenza e il riconoscimento.

MA:Tuning ed altri studi basati sulle aree disciplinari

mostrano chiaramente che gli studi dottorali sono organizzati in modi molto diversi nei vari paesi, e perfino in varie università dello stesso paese

Il “Ph.D” conseguito in un’università può aver richiesto il completamento di attività diverse, organizzate e valutate diversamente.

Eppure, l’’Europa delle conoscenze’ insiste sulla necessità della mobilità dei giovani ricercatori/neo-dottori

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Il “Paradosso dottorale” (3):Perché è stato più difficile trovare il consenso?

Lo status degli studenti/ricercatori iscritti ai programmi dottorali è molto diverso nei sistemi dei vari paesi

Alcuni “candidati” sono giovani che vengono in contatto con la ricerca a livello professionale per la prima volta; altri sono ricercatori esperti e persino membri del corpo docente della loro università.

Eppure, tutti sono considerati “dottorandi”

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Gli studi dottorali sono visti come un’indicatore significativo del prestigio degli atenei.

Spesso la ‘ricerca’ è considerata di casta alta, mentre ‘l’istruzione’ – l’altro termine di un binomio che definisce le attività e le responsibilità dell’università – è riservata agli ‘intoccabili’.

I dottorandi sono spesso integrati in programmi di ricerca dove talvolta forniscono la (bassa) manovalanza.

MA:In molti casi si dedica poco tempo e poco pensiero alla

organizzazione, monitoraggio e miglioramento dei programmi dottorali.

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Gli studi di dottorato sono molto importanti per la società.

In una società basata sulle conoscenze coloro che hanno completato gli studi di terzo ciclo dovrebbero essere in grado di assumere ruoli di grande responsabilità, integrando conoscenze di settori diverse -- quanto meno per pianificare le future ricerche.

MA:In molti casi non si dedica sufficiente attenzione

all’organizzazione degli studi dottorali in modo che I dottorandi abbiano le necessarie competenze per assumere tale ruolo.

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Nei dottorati “tradizionali” – che sono ancora la regola in molti paesi:

Al centro degli studi troviamo la dissertazione o tesi, definita come un contributo originale alle conoscenze nel settore disciplinare o nel campo di ricerca;

- spesso viene eseguita sotto la guida di una sola persona: il proprio ‘professore’;

- viene presentata e difesa, di solito pubblicamente, secondo varie regole e riti dettate da tradizioni più o meno antiche.

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Ci sono però forti stimoli a modificare lo status quo:

In quasi tutti i paesi europei i dottorandi hanno bisogno di un periodo di tempo molto più lungo rispetto alla durata ufficiale del dottorato

I dottori ‘senza lavoro’ sono moltissimi; i giovani dottori spesso nascondono la loro qualifica per trovare impiego

Se trovano lavoro, per molti sarà in settori dove le loro competenze non sono ben utilizzate -- talvolta perché il loro settore di ricerca è troppo ristretto;

I dottorandi stessi si lamentano dell’inadeguatezza di un sistema fondato sula supervisione di un solo professore.

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Stimoli a modificare lo status quo (2):I dottorandi si lamentano del fatto che hanno poche

opportunità di sviluppare competenze interdisciplinari ….i seminari dottorali appaiono spesso organizzati in

modo improvvisato….i contatti con I colleghi sono sporadici e non costruttiviSia i dottorandi, sia i datori di lavoro si lamentano della

mancata formazione delle competenze necessarie per le ricerca ‘vera’:…in pratica, le capacità di lavorare con altri, di communicare con persone non esperte del campo specifico, di organizzare e di gestire progetti.

Queste competenze non solo non vengono acquisite durante il dottorato, ma talvolta in pratica vengono soffocate.

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L’uso degli strumenti Tuning ECTS può aiutare a creare programmi più adatti a formare le competenze richieste per il terzo ciclo

Proponiamo l’uso dei risultati del lavoro Tuning a livello disciplinare per quanto riguarda le competenze; e l’uso del “ciclo della qualità” Tuning per pianificare I programmi e lo svolgimento dei processi di apprendimento.

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Guardiamo la descrizione delle competenze richieste secondo l’EQF per il terzo ciclo:

I itoli finali di terzo ciclo possono essere conferiti a studenti che:

1. abbiano dimostrato sistematica comprensione di un settore di studio e padronanza dei metodi di ricerca ad esso associati;

2. abbiano dimostrato la capacità di concepire, progettare, eseguire e adattare una ricerca sostanziale con integrità intellettuale;

3. abbiano svolto una ricerca originale che estende la frontiera della conoscenza, fornendo un contibuto che, almeno in parte, merita la pubblicazione a livello nazionale o internazionale

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EQF per il terzo ciclo (2):

4. siano capaci di analisi critica, valutazione e sintesi di idee nuove e complesse;

5. sappiano comunicare con i loro pari, con la più ampia comunità degli studiosi e con la società in generale nelle materie di loro competenza;

6. siano capaci di promuovere, in contesti accademici e professionali, il progresso tecnologico, sociale o culturale in una società basata sulle conoscenze.

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Notiamo come il modello tradizionale del dottorato si concentri quasi exclusivamente sui punti 2 e 3, le competenze legate alla ‘ricerca’ in senso stretto.

MA:Coloro che conseguono il dottorato avranno

(dovrebbero avere) un ruolo importante nell’elaborazione delle conoscenze;

E….….nel trasmetterle, comunicarle ed integrale con altri

saperi per affrontare i problemi in modo giudizioso e in un’ampia prospettiva, per il beneficio delle conoscenze…e della società.

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Partendo dai descrittori generali del terzo ciclo e usando l’approccio Tuning , è possibile ridisegnare gli studi dottorali, facendo attenzione che queste competenze siano formate durante corsi di dottorato della durata stabilita.

Chi elabora i programmi (professori, ricercatori, amministratori, dottorandi) dovrà specificare I descrittori generali in termini rilevanti per l’area di ricerca.

………queste specificazioni formeranno l’esito di apprendimento complessivo di ciascun programma di dottorato.

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Le strategie per la valutazione variano secondo l’area disciplinare o di ricerca

Sono stati pubblicati opuscoli riguardanti alcune discipline chiave

Possono essere scaricati dal sito Tuning:

www.unideusto.org/tuning

.

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Il ciclo della qualità Tuning1. Stabilire se c’è bisogno di un determinato

corso di studio2. Definire il profilo academico e professionale

del corso di studio 3. Definire gli esiti di apprendimento indicando

le competenze più importanti4. Definire la struttura del programma5. Per ciascuna ’unità’ (di ricerca, di

apprendimento) definire gli esiti di apprendimento e le competenze chiave

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Il ciclo della qualità Tuning (2)

6. Stabilire come queste competenze possono essere formate e valutate nel modo più opportuno

7. Controllare che tutte le competenze generiche e specifiche (dell’area disciplinare)

8. Descrivere chiaramente le varie attività indicando gli esiti desiderati in termini di competenze

9. Controllare che sia equilibrato l’esito e che le attività siano fattibili nel tempo a disposizione

10. Implementare, monitorare, valutare i risultati e apportare le necessarie modifiche.

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Questioni aperte:I criteri di accesso sono molto diversi; solo in

pochi paesi c’è il numerus clausus, e un tempo definito legalmente e rigidamente per completare gli studi.

I processi in atto porteranno senza dubbio alcuni cambiamenti: scuole di dottorato e l’uso degli strumenti elaborati a livello europeo, fra i quali quelli del Tuning.

Il dibattito è vivace.Cerchiamo di operare in modo da essere sicuri

che i cambiamenti siano positivi.

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Abbiamo creato un “template” -- un “prototipo” o modello Tuning – per assistere nella formulazione di programmi di dottorato:

- per aumentare la trasparenza e la flessibilità- per formare le competenze necessarie, nella ricerca

e nelle professioni, per trovare impiego e per la piena realizzazione della persona;

- …e per assumere in futuro un ruolo attivo nella società come ricercatore e professionista in possesso di competenze di alto livello, capace di utilizzare le proprie competenze come cittadino e interprete dei saperi in una società basata sulle conoscenze .

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Gli studenti – chi apprende – e per il terzo ciclo ‘ “studenti”, “candidati” o “giovani ricercatori” – dovrebbero essere al centro del processo.

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Gli strumenti esistono

Possono essere applicati ‘ora’

Vediamo come applicarli

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[email protected]

www.clioh.net; www.cliohres.net; www.archhumannets.net, www.bolognakg.net;

www.bolognakg2.net

www.undeusto.org/tuning

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