"Il Tempo" - Tesina Raffaele Bella

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Esame di maturità anno 2008/09 Liceo scientifico “Archimede” Classe: 5F Alunno: Raffaele Bella PERCORSO TEMATICO: “Il Tempo” 1

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Tesina per la maturià.Tema "Il Tempo".

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Esame di maturità anno 2008/09Liceo scientifico “Archimede”Classe: 5FAlunno: Raffaele Bella

PERCORSO TEMATICO: “Il Tempo”

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Tempo

"Cos'è il tempo?"

La complessità della domanda ed in particolare della risposta ha da sempre affascinato l’uomo.

Il tempo può essere definito come la dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi. Tutti gli eventi possono essere descritti in un tempo che può essere passato, presente o futuro.

Dalla nascita dell'universo, presumibilmente e secondo la conoscenza umana, inizia il trascorrere del tempo. I cambiamenti materiali e spaziali determinano, secondo l'osservazione, il corso del tempo.

Il tempo "origina" dalla trasformazione della materia. La percezione del "tempo" è la presa di coscienza che la realtà di cui facciamo parte si è materialmente modificata. Se osservo una formica che si muove, la diversità delle posizioni assunte certifica che è trascorso un "intervallo di tempo". Si evidenzia "intervallo" per sottolineare che il tempo è sempre una "durata" (unico sinonimo di tempo) con un inizio ed una fine.

L'intero Universo in evoluzione si può considerare il vero fondamento della definizione di tempo; si noti l'importanza essenziale della specifica "in evoluzione", ossia in movimento vario, accelerato: senza movimento, senza variazione, anche il tempo scompare!

Risulta quindi impossibile dare una definizione assoluta al tempo. L'unico modo convincente di rispondere alla domanda "cos'è il tempo" è forse quello operativo, dal punto di vista strettamente fisico-sperimentale: "il tempo è ciò che si misura con degli strumenti adatti".

Scienze: Alcuni esempi tra i più immediati della correlazione tra tempo e moto sono la rotazione della Terra attorno al proprio asse che determina la distinzione tra il dì e la notte ed il suo percorso ellissoidale intorno al Sole (la cosiddetta rivoluzione), che determina le variazioni stagionali.

Questa scansione del tempo ha da sempre influenzato gli animali e in particolare l'uomo che ha, sin dall'antichità, affidato a questi fenomeni il compito di misurare il tempo.

Nella percezione comune infatti il fluire del tempo è legato al passare dei giorni e all'alternanza tra luce e buio, un giorno viene considerato come un intervallo tra un’alba ed un’altra. In realtà il giorno è il tempo che impiega la Terra a compiere una rotazione completa intorno al suo asse.

Se misuriamo la durata del giorno in base alle stelle, cioè considerando l'intervallo di tempo tra due successive culminazioni della stessa stella, abbiamo il giorno sidereo, che dura 23h 56' 4''. Se invece consideriamo l'intervallo che intercorre tra due successive culminazioni del sole abbiamo il giorno solare che dura in media 24h.

La maggiore durata media del giorno solare rispetto a quello sidereo, è dovuta al fatto che, mentre la Terra ruota intorno al suo asse in senso antiorario, per il moto di rivoluzione si sposta lungo la sua orbita sempre nello stesso senso. Quindi per ritornare nella stessa posizione rispetto al sole la Terra deve compiere un piccola rotazione in più, che corrisponde alla differenza di durata tra giorno sidereo e solare.

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Nel linguaggio di tutti i giorni spesso si usa il tempo come misuratore di distanze, per indicare la durata di un percorso (come ad esempio: "mezz'ora d'automobile", "un giorno di viaggio", "10 minuti di cammino"), valorizzando approssimativamente la distanza a livello temporale. Tecnicamente, invece, il tempo viene utilizzato per misurare una distanza in relazione alla velocità della luce (300mila km/s).

Il lavoro compiuto dall'umanità per incrementare la comprensione della natura e della misurazione del tempo, con la creazione e il miglioramento dei calendari e degli orologi, è stato uno dei principali motori della scoperta scientifica.

E’ sicuramente la Terra il nostro primo e più affidabile orologio, ad essa è infatti affidato il compito di misurare il trascorrere del tempo. L'unità di misura standard del Sistema Internazionale è infatti il secondo, definito inizialmente come la 86400° parte di un giorno solare. Il tempo può essere misurato, esattamente come le altre dimensioni fisiche. Gli strumenti per la misurazione del tempo sono chiamati orologi.

Nel corso della storia dell'uomo gli orologi sono passati dalla scala astronomica (moti del Sole, della Terra- meridiane) a quella quantistica (orologi atomici) raggiungendo progressivamente precisioni crescenti. L'umanità ha poi inventato i calendari per tenere traccia del passaggio di giorni, settimane, mesi e anni.

Nel 2000 a.C. i cinesi inventano il calendario di 365 giorni; gli egizi dividono il giorno in 24 ore; i sumeri dividono l’ora in 60 minuti e un minuto in 60 secondi.

Fin dai tempi più remoti l’uomo ha sentito la necessità di misurare il tempo in relazione alle proprie attività, continuando sempre più nel cercare di dare risposta al grande enigma del tempo.

Il tema dello scorrere del tempo è infatti anche uno dei temi ricorrenti nelle opere di Seneca, in particolar modo nel “De Brevitate Vitae”, nel quale affronta il problema della “brevità” del tempo concessoci su questo mondo. Ma la vita, secondo Seneca non è affatto breve, a patto che se ne faccia un corretto uso. Coloro che riempiono la propria vita di occupazioni, di affari e di impegni, perdono inutilmente il loro tempo. Solo per gli “occupati” la vita è breve, non per il tempo che effettivamente è passato, ma per come l'hanno vissuto o meglio non vissuto. Invece il saggio, che si estrania da ogni tipo di attività materiale per dedicarsi esclusivamente alla saggezza e alla virtù, si rende conto che la vita non è breve se vissuta pienamente.

Secondo S. Agostino il tempo è stato creato da Dio assieme all'Universo, ma la sua natura resta profondamente misteriosa, tanto che il filosofo, vissuto tra il IV e il V secolo d.C., afferma ironicamente: "Se non mi chiedono cosa sia il tempo lo so, ma se me lo chiedono non lo so". Tuttavia S. Agostino critica una concezione del tempo aristotelica inteso come misura del moto (degli astri): nelle "Confessioni" afferma che il tempo è "distensione dell'animo" ed è riconducibile a una percezione propria del soggetto che, pur vivendo solo nel presente (con l'attenzione), ha coscienza del passato grazie alla memoria e del futuro in virtù dell'attesa.

I paradossi di Zenone sfidavano in modo provocatorio la nozione comune di tempo. Il paradosso più celebre è quello di Achille e la tartaruga: secondo il suo ragionamento, attenendosi strettamente alle regole logiche, l'eroe greco (detto "piede veloce" in quanto secondo la mitologia greca era "il più veloce tra i mortali") non raggiungerebbe mai una tartaruga. L'esempio è molto semplice: supponiamo che inizialmente Achille e la tartaruga siano separati da una distanza x e che la velocità dell'eroe corrisponda a 10 volte quella dell'animale. Achille comincia a correre fino a raggiungere il punto x dove si trovava la tartaruga ma essa, nel frattempo, avrà percorso una distanza uguale a

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1/10 di x. Achille prosegue e raggiunge il punto "x + 1/10 di x" mentre la tartaruga ha il tempo di compiere una distanza di 1/100 di x (1/10 di 1/10 di x), distanziando nuovamente l'inseguitore. Continuando all'infinito Achille riuscirà ad avvicinarsi sempre di più all'animale il quale però continuerà ad avere un sempre più piccolo ma comunque sempre presente distacco. La paradossale conclusione di Zenone era: Achille non raggiungerà mai la tartaruga.

Il tempo è stato considerato in vari modi nel corso della storia del pensiero. Fondamentale è la definizione di Newton secondo il quale il tempo è "senso di Dio" e scorrerebbe immutabile, sempre uguale a se stesso. (concezione di un tempo assoluto, una costante universale)

Filosofia: Ma è stato il filosofo tedesco Kant a cambiare radicalmente questo modo di vedere, grazie alla sua cosiddetta nuova "rivoluzione copernicana", secondo la quale al centro della filosofia non si deve porre l'oggetto ma il soggetto: il tempo diviene, insieme allo spazio, una "forma a priori della sensibilità". In sostanza se gli esseri umani non fossero capaci di avvertire lo scorrere del tempo non sarebbero neanche capaci di percepire il mondo sensibile e i suoi oggetti che, anche se sono inconoscibili in sé, sono collocati nello spazio. Quest'ultimo è definito come "senso esterno", che ci permette la conoscenza degli oggetti secondo la loro posizione nello spazio, mentre il tempo è considerato un "senso interno", che ci permette la conoscenza tramite la successione temporale di eventi o stati d’animo che vengono poi elaborati e “salvati” nella memoria.

Fisica: Un altro grande progresso del pensiero che porterà alla crisi della concezione di un tempo assoluto è stata sicuramente la formulazione della teoria della relatività ("ristretta" nel 1905 e "generale" nel 1916) di Einstein, secondo la quale il tempo non è assoluto, ma dipende dalla velocità (quella della luce è una costante universale: c = 300'000 Km/s) e dal punto di riferimento che si prende in considerazione. Secondo Einstein è più corretto parlare di spaziotempo, perché i due aspetti (cronologico e spaziale) sono inscindibilmente correlati tra loro (il tempo verrà definito come distanza tra eventi in uno spazio quadridimensionale).

Secondo la relatività ristretta il tempo di un osservatore è uguale a quello di un altro osservatore solo se viene moltiplicato per un certo fattore che dipende dalla velocità relativa dei due osservatori.

I postulati della relatività ristretta si possono così enunciare:

Primo postulato (principio di relatività): tutte le leggi fisiche sono le stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali (Per inerzia si intende la tendenza di un corpo a conservare il proprio stato di moto o di quiete)

Secondo postulato (invarianza della luce): la velocità della luce nel vuoto ha lo stesso valore in tutti i sistemi di riferimento inerziali, indipendentemente dalla velocità dell'osservatore o dalla velocità della sorgente di luce.

La teoria della relatività genera anche dei paradossi apparenti riguardanti il tempo. Uno dei più noti è il cosiddetto paradosso dei gemelli: un gemello parte per un viaggio lontano con la sua astronave, che gli permette di andare a una velocità prossima a quella della luce. Al suo ritorno sulla Terra sarà più giovane del fratello gemello rimasto a casa. Secondo la stessa relatività però tutti i sistemi di riferimento sottoposti ad uguale moto sono uguali tra di loro. Ciò significa che per il gemello sull'astronave è la Terra a muoversi ad una velocità prossima a quella della luce, e quindi secondo lui (e secondo la relatività avrebbe ragione) dovrebbe essere il gemello sulla Terra il più giovane. Il paradosso consiste quindi in questo: Qual è il più giovane? O meglio, per quale dei due è passato meno tempo? Esso si risolve considerando i cambiamenti di moto che il gemello sull'astronave ha fatto e che la Terra (verosimilmente) non ha seguito: ha accelerato durante la partenza, ha "fatto retromarcia" per tornare sulla Terra dopo aver raggiunto la sua meta, magari quando l'aveva

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raggiunta si è fermato, e ha decelerato per riuscire a fermarsi nelle vicinanze della Terra o dell'altra destinazione. Avendo fatto tutti questi movimenti "in più", ne consegue, relativisticamente parlando, che è il gemello sull'astronave il più giovane. Premesso questo, quanti saranno gli anni di differenza tra i due è possibile calcolarlo grazie alle formule della relatività, ma l'aspetto più interessante è che si possa viaggiare nel futuro, almeno teoricamente.

La teoria della relatività, tra l'altro, cambia radicalmente la nozione di simultaneità (due eventi possono avvenire contemporaneamente per un osservatore ma non per un altro), ma anche di lunghezza (un metro si accorcia più ci si avvicina alla velocità della luce, ma solo se confrontato con un altro metro rimasto, ad esempio, sulla Terra).

Filosofia: Einstein ebbe alcune discussioni sul tempo con grandi pensatori della sua epoca, tra cui il filosofo francese Henri Bergson, che attribuisce grande importanza agli stati di coscienza piuttosto che al tempo spazializzato della fisica (si veda "Durata e simultaneità" del 1922). Bergson distingue infatti il tempo della scienza, una successione omogenea di istanti (tempo quantitativo), dal tempo della psiche o della coscienza, formato da momenti irripetibili che porta ad una visione del tempo come “durata” dove ogni momento, risultato di momenti precendenti, è completamente nuovo rispetto ad essi (tempo qualitativo).

Per Bergson l’universo, e in particolare l’uomo, è un processo di mutamento unico e continuo, una continua creazione, la vita è infatti totipotenza (possibilità di diventare qualsiasi cosa); nonostante Bergson, per questa affermazione facesse riferimento al tempo della psiche, ha sicuramente dato una delle più interessanti e veritiera delle definizioni del tempo.

E’ sicuramente grazie alle teorie di alcuni grandi personaggi proprio come Einstein e Bergson che cambia la visione del tempo nella letteratura.

Con la filosofia di Bergson e la teoria della relatività di Einstein si ha la netta percezione che non esiste più una realtà univoca, oggettiva, valida per tutti. Il romanziere si deve dunque rassegnare a cogliere qualche aspetto dell'animo umano ben conscio che non è umanamente possibile comprenderne l'evoluzione (Pirandello è influenzato da tale concezione).In conseguenza a questo nuovo modo di concepire l'uomo e la realtà cadono alcuni capisaldi che avevano caratterizzato il romanzo fino al XIX secolo: - assenza del personaggio unitario che aveva caratterizzato la narrativa del  XIX secolo: non è un ente univoco, ma un agglomerato di diversi sentimenti e stati d'animo spesso in contrasto, che spesso non sono comprensibili razionalmente. - assenza di una trama unitaria, logicamente connessa. - impiego delle tecniche psicoanalitiche, come il flusso di coscienza e le associazioni libere per mettere a fuoco i pensieri e l'animo dei protagonisti. Per quanto riguarda la tematica del tempo sono da notare essenzialmente due cose: la presenza di piani temporali diversi e la disparità tra il tempo della coscienza e il tempo effettivo. Innanzitutto occorre precisare che in precedenza la narrazione seguiva abitualmente un ordine cronologico. In alcuni casi esistevano degli excursus temporali, cioè passaggi che narravano fatti appartenenti a un piano temporale diverso da quello principale. Basta pensare ai Promessi sposi dove vengono inserite vicende diverse da quella principale e ambientate in un tempo diverso da quello della narrazione. Tuttavia vi era una netta distinzione tra un piano temporale e l'altro; era ben chiaro dove iniziava un flashback e dove finiva. Ora invece non vi è distinzione tra un piano temporale e l'altro: i tempi si intersecano e incrociano senza poter scindere un attimo da un altro. Si può cogliere in questo un chiaro riferimento alla filosofia di Bergson che parlava di un tempo come durata, ossia non scindibile in momenti quantitativamente differenti. La concatenazione di differenti piani temporali è chiaramente percepibile ne “La coscienza di Zeno”, dove al piano della

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narrazione, tra l'altro non fisso ma in evoluzione, si intrecciano le diverse età di Zeno, dall'adolescenza alla maturità. Inoltre nel romanzo del Novecento non esistono solamente diversi piani temporali, ma anche, e qui è ancora più evidente l'influsso di Bergson, una mancata coincidenza tra il tempo della mente e il tempo che possiamo definire misurato dagli orologi. Un singolo momento può valere per un uomo molto più di molte giornate. Si tratta, se vogliamo, di una sorta di relativismo: il tempo non scorre uniforme e la sua durata, come già avevano detto altri autori tra cui Seneca, dipende da chi lo vive. La novità è l'utilizzo di tecniche particolari per esprimere in un testo questo diverso scorrere del tempo. Così l'arco di tempo in cui è ambientato il romanzo viene compresso in una singola giornata (Mrs Dalloway di Virginia Woolf, Ulysses di James Joyce), ,in due giornate a distanza di dieci anni (To the Lighthouse di Virginia Woolf) oppure viene espanso in tre secoli come in Orlando, sempre di Virginia Woolf. E anche i singoli momenti all'interno del romanzo possono assumere significati particolari e sintetizzare un'intera esistenza.

James Joyce and Virginia Woolf developed a new literature based on the flux of consciousness, the “steam of consciousness” and the “epiphanies” to sub line the new concept of time and, in particularly, the new and personal concept of chain of memories.Joyce in fact don’t use the punctuation to represent, on the book, the true flux of memory and of thought that start when we see, or when we remember, an object, a person, a situation or an event, linked to our experience.Virginia, instead, use the punctuation, but when she describes a singular day, and an example is “Mrs. Dalloway”, she can describes events of the past thanks to the flux of characters memory, and she can talk about different people only thanks to the friendship or , in general, relationship between them.

L'ingegnere J. W. Dunne sviluppò una teoria del tempo dove considerava la nostra percezione del tempo similarmente alle note suonate su un piano. Avendo avuto un numero di sogni premonitori, decise di tenere traccia dei suoi sogni e trovò che contenevano eventi passati e futuri in quantità equivalenti. Da questo concluse che nei sogni riusciamo a sfuggire al tempo lineare. Pubblicò le sue idee in An Experiment with Time del 1927, cui fecero seguito altri libri.

Bergson e le nuove teorie hanno anche una notevole influenza in campo artistico, basti pensare ad opere quali “La persistenza della memoria” di Salvador Dalì, dove i cosiddetti orologi “molli” rappresentano l’aspetto psicologico del tempo, il cui trascorrere, nella soggettiva percezione umana, assume una velocità e una connotazione diversa, interna, che segue solo la logica dello stato d’animo e del ricordo. E' sicuramente uno dei quadri più famosi di Dalì, nel quale l’invenzione degli «orologi molli» diventa una chiave della sua pittura. Il tempo meccanico, misurabile con gli orologi, è messo in crisi dalla memoria umana, che del tempo ha una percezione ben diversa. Il tempo scorre secondo metri assolutamente personali, veloce quando si è felici, lento e pesante nella tristezza.

“Un buon esempio sul fatto che il tempo è relativo: provate a passare mezz'ora con una bella ragazza e mezz'ora seduti su una stufa accesa... in uno dei due casi il tempo vi sembrerà più lungo”

A. Einstein

Un altro noto artista è sicuramente De Chirico, il quale introduce nei suoi quadri, come dimensione extrapittorica, la nozione del tempo. Tale nozione ci è proposta sotto forma di enigma ossia mistero, dubbio, segreto da svelare. Questa parola si ritrova nei titoli di parecchi quadri, e particolarmente in uno dei più famosi: “L’Enigma dell’Ora”, in questo quadro spazio e tempo si presentano come dimensioni assolute nel silenzio sospeso di una piazza popolata soltanto da due persone, per una

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volta il tempo si ferma del tutto, ogni elemento è in attesa che qualcosa di enigmatico si compia.Nei quadri di De Chirico il tempo si manifesta in triplice maniera: con gli orologi, segni del tempo attuale; con le ombre, che ci riportano al tempo passato; e infine con le architetture, che sono senza età e attraverso il presente collegano il passato al futuro.

“Ci sono tre momenti nel “Sentimento del Tempo” del mio modo di sentire successivamente il tempo. Nel primo mi provavo a sentire il tempo nel paesaggio come profondità storica; nel secondo, una civiltà minacciata di morte mi induceva a meditare sul destino dell’uomo e a sentire il tempo, l’effimero, in relazione con l’eterno; l’ultima parte del “Sentimento del Tempo” ha per titolo “L’Amore”, e in essa mi vado accorgendo dell’invecchiamento e del perire della mia carne stessa”. Così Giuseppe Ungaretti aveva descritto i tre momenti della raccolta di poesie “Sentimento del Tempo”, la poetica ungarettiana di quest’opera si fonda su una nuova percezione del tempo, inteso come continuità e durata;E proprio l’uomo diventa il simbolo stesso del tempo, egli infatti, morendo, si porta con sé parte del mondo che con lui era nato e cresciuto. Si ricollega pertanto al tema del viaggio, la vita è un viaggio che ha come unica destinazione la morte e l’eternità.

Storia: Bergson, come ho detto prima, definisce il tempo come durata, un continuo mutamento, una continua evoluzione formata da attimi irripetibili che vanno poi a raccogliersi nei meandri della memoria, ed è proprio questa l’ultima definizione di tempo che voglio citare: “Il Tempo come una continua successione di ricordi”, il Tempo come memoria.E la Storia è proprio questo, una successione di eventi raccolti e catalogati nei libri affinché essi possano essere un continuo collegamento con il nostro passato, l’importanza della storia risiede in 2 principali punti:

1. Permette lo sviluppo di un bagaglio culturale per le successive generazioni;2. Permette la conoscenza dei numerosi sbagli del passato, affinché essi possano non ripetersi

mai più.Ed è proprio per quest’ultimo motivo che l’umanità ha istituito i “giorni della memoria”, giorni in cui si ricordano e si rimpiangono alcune delle peggiori atrocità inflitte dall’uomo ad altri suoi simili.Le più importanti date sono sicuramente il 27 Gennaio (Giorno della memoria) in cui si ricorda lo sterminio degli ebrei, la cosiddetta “Shoah” (annientamento) od “Olocausto” (termine improprio che indica un sacrificio religioso); e il 10 Febbraio (Giorno del ricordo) in memoria degli italiani sterminati nel massacro delle Foibe dal regime titino, per motivi espansionistici, celati però come massacri antifascisti. Bisogna però sottolineare come il regime fascista abbia dato motivo di persecuzione a causa della sua alleanza col regime nazista e alla conseguente persecuzione degli ebrei. Bisogna sì ricordare tutti gli orrori ma anche saperli distinguere per una corretta verità storica, non si può infatti confrontare una persecuzione a livello mondiale quale fu lo sterminio degli ebrei con una più circoscritta ma ugualmente terribile.

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