Il tatuaggio come espressione grafica della...

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Relazione di progetto Lucia Galanti Tesi di laurea in comunicazione visiva A.A. 2014-2015 Il tatuaggio come espressione grafica della cultura

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Relazione di progetto

Lucia GalantiTesi di laurea in comunicazione visiva

A.A. 2014-2015

Il tatuaggio come espressione grafica della cultura

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Indice

Introduzione alla cultura del tatuaggio 4.

Analisi 7. Contesto 8. Ricerca di mercato 9. Perchè tatuarsi? 10.

Progetto 13. Genesi del progetto 14. Pelle 16. Tatuaggio 17. Cultura 17. Che cos'è Sottopelle? 18. Obiettivi di progetto 20. Target 22.

Contenuti 25. Ricerca e sviluppo dei temi 27. Architettura dei contenuti 28. Sviluppo dell’elaborato nei quattro capitoli 30. C1 - Le origini 32. C2 - Le terre oceaniche 34. C2 - La cultura Maori 36. C3 - Il tatuaggio criminale nel 1800 38. C3 - Il tatuaggio criminale siberiano 40. C4 - I campi di concentramento 42. C4 - Le donne armene 44.

Progetto grafico 47. Layout del volume 48. Gerarchia e ritmo del testo 50. Tipografia 52. Carta 53. Sistema cromatico 54. Identità 55. Elaborato finale 56.

Bibliografia 66.Sitografia 69.

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Parlare di cultura non è semplice, tantomeno in un perio-do in cui quella che doveva essere una visione del mondo aperta si racchiude sempre più dietro l’ottusa convinzione che di cultura – quella giusta – ce ne sia solamente una. Sempre, esclusivamente, la propria.

Per questo, ho deciso di parlare di vita, di credenze, tradi-zioni, dogmi che hanno segnato – prima della storia del mondo – la pelle dell’uomo. Tutto scritto in quei preziosi centimetri di pelle, esposto alla luce del sole, perchè ognu-no potesse vedere l’essenza dell’altro. Non ci si tatuava un simbolo se prima non lo si imprimeva nell’anima. Un tatuaggio serviva a manifestare il proprio credo, dimo-strare di essere divenuto adulto, proteggersi dal giudizio divino, esporre le proprie imprese per entrare a far parte di un gruppo, o anche essere costretti a farlo, violando la propria pelle come ultimo segno della mercificazione della persona.

Il tatuaggio è un fenomeno al limite, ha un carattere permanente, comporta un’assunzione di responsabilità e consapevolezza, è legato a motivazioni che riguardano la propria identità e la storia di ogni individuo. Coinvolge in modo cruento, drammatico, doloroso e sanguinoso la pelle con forti intenti espressivi.

Introduzionealla cultura del tatuaggio

In questo contesto si indagherà come, dietro ogni segno, si apre un mondo di arcane simbologie, che hanno definito una società, un gruppo, o hanno discriminato gli esclusi.

La struttura dell’elaborato consente di fare un percorso in cui, partendo dalle origini - e quindi dall’utilizzo del tatuaggio come strumento identificativo di appartenza a una società - si restringerà il campo arrivando a descrivere quando questa pratica ha sancito l’appartenza a un grup-po chiuso di individui, concludendo con chi l’ha utilizza-ta come strumento di esclusione e denigrazione.

Il lettore percipirà la potenza di una pratica artistica che ha avuto il potere di definire chi era degno di appartenere a una collettività, e chi ne veniva escluso.

Guardare sottopelle significa andare oltre, scavare dove all’apparenza ci sono solamente bei disegni, andare a capire i motivi sociali, antropologici che li hanno generati, non solo per dare un significato ai tatuaggi, ma soprattut-to per capire l’uomo e la sua cultura. Analizzando queste storie, il lettore concepisce che solo dalla divulgazione e dalla differenza tra culture può generarsene una più forte, grande e condivisa.

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Contesto

Secondo dati ufficiali di settembre 2015, il 12,8% circa della popolazione italiana ha almeno un tatuaggio.

Il popolo dei tatuati comprende adolescenti, giovani e adulti di entrambi i sessi, appar-tenenti a contesti sociali eterogenei. Questo fenomeno in occidente è nato all’interno di specifici contesti sottoculturali, correlato a una serie di motivazioni come l’opposizione alle norme sociali dominanti, siano esse ide-ologiche, politiche, economiche o estetiche. Oggi l’espansione della pratica e del quanti-tativo di persone che vi si sottopongono ha messo alla luce la coesistenza di fenomeni di imitazione, di identificazione con modelli di riferimento, di ricerca individuale, di critica e opposizione al sistema, di trasgressione, di conformismo, di profondo malessere indivi-duale, ma anche di semplice estetica.

In Italia sono tatuati quasi sette milioni di individui.

Ciò che manca sul mercato è un volu-me in cui si trovi un accostamento di questi tre temi.

Su campione di 8000 individui.Dati ISS settembre 2015

7 mln

13,8%DONNE

UOMINI

11,7%

POPOLAZIONE ITALIANA

Ricerca di mercato

Sul mercato è accessibile una grande quan-tità di libri sul tatuaggio. Si parla di volumi dagli svariati formati, in cui vengono esibite numerose fotografie di porzioni di pelle che immortalano dei tatuaggi.

In questi volumi i testi sono ridotti al minimo, possono esserci informazioni sulla famiglia da cui deriva un disegno, seguita da una piccola descrizione a riguardo; viene lasciato al lettore tutto lo spazio per godersi questi tatuaggi e farsi ispirare uno stile - il più adatto - per se stessi e la propria personalità.

L’attenzione viene data solamente al tatuaggio nella sua bellezza estetica. Non si percepisce la personalità di chi li porta nè le motivazioni o cause che hanno indotto un individuo a tatuarsi la propria pelle.

PELLE

CULTURA

TATUAGGIO

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Perchè tatuarsi?

«per sentirmi speciale e unico»

«per superare un limite o una paura»

«per enfatizzare la mia identità»

A seguito i principali motivi che individui tatuati hanno dato come risposta a un sondaggio condotto in Italia.

«come simbolo di protesta o ribellione»

«per motivi sessuali» (tra cui feticismo, sadomaso, esibizionismo)

«per ricordarmi una fase della vita» (un evento, un viaggio, una persona)

«per dimostrare che appartengo a un gruppo»

«per motivi religiosi o spirituali»

ma non possiamo stipare le persone![il tatuaggio] è uno specchio della società. e le ragioni per tatuarsi sono tanto svariate quante sono le personalità degli individui. ci sono quelli che se lo fanno perchè lo trovano bello, altri per portare un messaggio sulla pelle. alcuni si fanno tatuare delle vere e proprie opere d’arte, ad altri non importa nè cosa nè come viene fatto. ma è senza dubbio un bisogno più fondamentale e primario di quello che sembra, un bisogno di abbellimento, di dimostrazione, non solo per piacere a se stessi e a chi ci sta intorno. allora non cercate delle motivazioni intrinseche, come quelle che portano alcuni popoli a scarificarsi, o a truccarsi. lo sapete perchè le donne occidentali si truccano?

Tin-Tintatuatore

fondatore del Mondial du Tatouage e organizzatore della mostra “Tatoueurs, Tatoués”.

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Progetto13

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L’idea è scaturita dalla voglia di trovare un modo alternativo per parlare di cultura, utilizzando uno strumento appetibile anche per le nuove generazioni, un modo più interessante e imme-diato del sussidiario scolastico che ci raccontasse usi e costumi diversi dai nostri.

Un significativo contributo nell’individuazione del tema è stato fornito dalla mostra Tatoueurs, Tatoués, tenutasi nel Musée du Quai Branly da maggio 2014 a ottobre 2015.

Nel museo parigino, che si definisce il posto “là où dialoguent les cultures”,(dove le culture dialo-gano), si è tenuta una mostra in cui, in maniera sia cronologica che geografica, sono stati raccolti gli esempi più significativi legati alla cultura del tatuaggio. Proiettato al suo interno, il documen-tario di Gabriel Pomerand, “La peau du milieu” (1957) ha messo in luce aspetti che per i giovani occidentali non sono così scontati: nonostante

Genesi del progetto

«Anche il più mite e decorativo uso del tatuaggio allude alla necessità di usare la superficie del corpo come si usano i muri per i graffiti, cioè, per lasciare una traccia del proprio passaggio e della propria esistenza».

P. Charmet, A. Marcazzan

«We wanted to capture the spirit of tattooing, which is part of the common heritage of most of humanity».

Stéphane Martin,direttore del Musée du Quai Branly

tutt’oggi si facciano tatuaggi impregnati di valori simbolici, è impensabile nella società moderna tatuarsi frasi o disegni in onore della patria, è spesso un rimpianto il nome o il volto della persona amata - invece celebrato tantissimo in passato - come quello dell’amico.

L’esposizione si chiude con un video in cui sfila-no sulle passerelle modelli tatuati. Il messaggio è immediato: nonostante il suo ricco bagaglio culturale, il tatuaggio può essere considerato solo una moda? Forse no. Forse può avere un ruolo più significativo.

La varietà e la potenza espressiva di questi simboli fanno pensare che può esserci un modo nuovo e alternativo per parlare di cultura: leg-gerla direttamente dalla pelle degli individui. La pelle viene osservata, indagata e raccontata, in un viaggio che porta alla conoscenza della pratica, delle sue tradizioni e quindi dell’uomo stesso.

Un modo alternativo per parlare di cultura

leggere la cultura sulla pelle delle persone

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Il potere di espressione grafica del tatuaggio è determinato dall’univer-salità di segni che hanno definito relazioni sociali, status, fino a indi-care un vero e proprio codice di vita dell’individuo che li portava. Dietro ogni disegno si apre un mondo di arcane simbologie, le quali hanno definito i costumi di alcune società.

In questo progetto, il tatuaggio, oltre a rappresentare la chiave di lettura grafica, è il filo conduttore e l’elemento di interesse attorno a cui ruota tutto il resto.

La pelle è il primo contatto visivo e tattile che si ha con un uomo. In un progetto che vuol trasmet-tere cultura in modo innovativo, è stato necessario partire dall’uomo stesso, scavando nella sua essenza: dal racconto del disegno sulla pelle si va oltre per scoprire cosa si trova sottopelle: la sua storia.

Questo primo passaggio è fonda-mentale nel dare vita a tutto il resto: è grazie all’epidermide, e all’uomo che si racconta, che si arriverà a trasmetterne la cultura.

Per cultura si intende l’insieme delle credenze, tradizioni, norme sociali, co-noscenze pratiche propri di un popolo in un determinato periodo storico.

Ciò su cui si focalizza l’elaborato è come la cultura possa esprimersi in maniera differente, per cause e conseguenze talvolta in antitesi tra loro, utilizzando la stessa pratica in tutto il mondo: il tatuaggio. Analizzando queste storie, il lettore concepisce che le culture, seppur diverse, possono essere concepite in un unico elaborato, dove, compa-rate, manifestano nella diversità un valore aggiunto.

Pelle Tatuaggio Cultura

«In quanto sistema di trasmissione di cultura, il tatuaggio ha continuato ad essere percepito come un linguaggio visivo della pelle, sulla quale la cultura è scritta, vissuta e preservata in una miriade di modi specifici». Lars Krutak

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Sottopelle - il tatuaggio come espressione grafica della cultura, è un progetto di grafica editoriale, pensato per racchiudere al suo interno alcune delle numerose e affascinanti culture legate al tatuaggio. Leggendo direttamente dall’epider-mide dell’uomo, vengono raccontati quei casi in cui il tatuaggio ha caratterizzato fortemente la vita degli individui, apportando ad essa un con-tributo positivo o negativo, a seconda dei casi.

Attraverso il tatuaggio - la chiave di lettura dell’elaborato - vengono raccontate le società e determinati i fatti che hanno coinvolto l’abbel-limento o lo sfregio della pelle, manifestandosi visivamente agli occhi di tutti.

Per mantenere i riflettori sull’uomo, ogni argo-mento ha come tema nodale quello dell’identi-tà: si indaga in che modo un simbolo ha avuto il potere di definire l’identità di un individuo, facendolo sentire parte integrante della colletti-vità o escludendolo brutalmente.

Tatuaggio come identità

Che cos'èSOTTOPELLE? «I tatuaggi sono

belli; sono crudi.Sono dichiarazioni di protesta, politica, bellezza, religione, lutto, odio o amore. Sono stati utilizzati per identificare, curare, onorare e soggiogare coloro che li indossavano o che sono stati forzati a farlo».Elaine Sciolino

Volume editoriale

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Il progetto Sottopelle nasce dalla voglia di rac-contare l’uomo - la sua cultura e la sua storia - leggendo i tatuaggi che porta sulla pelle.

Prima che il tatuaggio diventasse una moda nella società europea, in alcune culture ogni sin-golo segno ha avuto un significato, una storia, e delle precise conseguenze. Queste tradizioni, che a volte hanno costituito veri e propri codici, hanno elevato (talvolta relegato) questa pratica a manifestare appartenenza, maturità, protezione, classificazione, esclusione.

Il tatuaggio - l’inchiostro - sarà sempre visto in relazione all’uomo - la pelle. L’unione di questi due fattori porta alla diffusione della cultura di una pratica di cui spesso, in Europa, circola-no soltanto sbiadite informazioni. Saranno i simboli sulla pelle, il loro significato e quindi la cultura che vi è alle spalle a incarnare l’essenza di questo elaborato.

Parlare dell'uomo

Consapevolizzare al tema del tatuaggio

Aprire la mente a idee e tradizioni

Obiettivi di progetto

Il volume si pone l’obbiettivo di dar vita ad un processo di comprensione e conoscenza di una pratica, quella del tatuaggio, che ha rappresentato e tuttora manifesta la specifica cultura di alcune etnie, creando così un ampliamento della conoscenza non tanto della pratica di per sè, ma dei motivi antropologici, sociali e storici che l’hanno reso una pratica essenziale in queste comunità.

Uno dei punti salienti del progetto è il fatto che culture radicalmente differenti siano state accostate e confrontate nello stesso elaborato. In un unico volume, per la prima volta, non si trova solo la storia di una tipologia di tatuaggio, piuttosto che numerose fotografie per prendere spunto, alla maniera di un catalogo.

In questo elaborato si percepisce il perchè delle cose, i forti motivi sociali e antropologici che alcuni segni hanno portato con sè, e gerarchie sociali che sono state plasmate attraverso un simbolo che ha prevalso su un altro.

L’ambizioso obiettivo è quello di compiere un viaggio simbolico, che è necessario intrapren-dere per riscoprire le radici di una pratica che in fondo non ci è mai stata raccontata davvero nella sua profonda essenza.

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L’elaborato si rivolge a giovani e adulti interessati ad approfondire il discorso legato alla cultura dei tatuaggi. Il tono della narrazione è oggettivo e distaccato, solo le testimonianze - per loro intrinseca natura - esprimono una posizione: l’obiettivo è di lasciare che il lettore formi le proprie idee sugli argomenti analizzati.

Proporlo soprattutto ai giovani potrebbe aiutare a far riflettere sulla pratica stessa, ragionando a fondo sul vero valore del tatuaggio, e aumentare la consapevo-lezza di un’azione che rischia di diventare sempre più istintiva e poco ponderata.

In questo modo potrebbero anche ridursi i pentimenti e quindi le rimozioni dei tatuaggi, una pratica che negli ultimi anni è divenuta all’ordine del giorno.

Dei 7 milioni tatuati, in Italia il 17% vuole rimuovere i tatuaggi. Il 4,3% l’ha già fatto.

17%

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Target

Dati ISS settembre 2015

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Contenuti25

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Tatuaggio Kalinga, Filippine - Lars Krutak, 2009

La prima fase è stata caratterizzata dalla ricerca e dalla selezione dei temi da trattare. Per raggiun-gere gli obiettivi prefissati, ed andare a fondo nella spiegazione di questa pratica, si è partiti dalle origini, perchè nonostante non ci siano notizie troppo certe su fatti avvenuti nelle ere preistoriche, era necessario cercare di individua-re i primi simboli che gli uomini hanno deciso di tatuarsi, e capire in che modo si sono svilup-pati fino ad arrivare alle epoche più recenti.

Individuata questa prima parte, tutto il resto è derivato come conseguenza: già nella prei-storia gran parte degli uomini si tatuavano per sfoggiare la loro identità o l’appartenenza a un gruppo, temi che sono stati approfonditi nei capitoli successivi con alcuni degli esempi più esplicativi che l’umanità ha rivelato. Per antitesi si arriva all’ultimo tema, quello che non ci si aspetta, dall’impatto forte e immediato: dall’ap-partenenza si passa all’esclusione da una società, anch’essa determinata dai tatuaggi sulla pelle.

Ricerca esviluppo dei temi

Processo di sviluppodell'elaborato

Selezione delle tematiche

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Architetturadei contenuti

La struttura dell’elaborato consente di fare un percorso in cui, partendo da una visione più ampia sulla cultura del tatuaggio, visto in chiave di strumento che manifesta l’identità di una popolazione o di una società, si arriva a parlare di come abbia influito a determinare l’identità del singolo individuo.

Il discorso parte dalle origini della società, tracciando la storia e il design dei primi simboli, con le relative motivazioni che hanno spinto gli uomini primitivi a tatuarsi. Nonostante questa parte di storia sia un pò sbiadita, le informazioni giunte a noi sono fondamentali: è dallo sviluppo di queste prime idee che si radicheranno tutte le varianti successive.

Un esempio dell’utilizzo del tatuaggio come identità di un popolo è quello delle isole ocea-niche, in cui in ogni arcipelago si sviluppa una cultura differente: qui il tatuaggio è indossato da chi si dimostra degno di far parte della società, e la sua importanza è tanto primaria da farlo considerare un rito sacro.

Capitolo primo

LE ORIGINI

Dalla collettività al singolo individuo

Capitolo secondo

IDENTITÀ DI UN POPOLO

Da qui si arriva a parlare della massima espres-sione mai raggiunta, quella che costituisce il patrimonio artistico neozelandese: la tradizione dei Maori.

Restringendo il campo, si descrive in che modo questa pratica abbia sancito l’appartenza a un gruppo chiuso di individui: si parla del mondo criminale, che dopo una breve introduzione la-scerà lo spazio al racconto sui criminali siberiani e alle fotografie scattate nei più temuti peniten-ziari russi. Zoomando ancor più sul concetto di identità, si arriva a parlare del singolo individuo, e quindi di chi ha utilizzato la marchiatura sui corpi come strumento per soggiogare e denigrare persone di differente etnia. Verranno presi in esame due dei più grandi olocausti della storia: il tatuaggio per schedare gli ebrei ad Auschwitz; e la storia delle donne sfuggite al genocidio armeno, rapite e tatuate dai padroni turchi, curdi e arabi che, con questo gesto, ne sancivano il possesso.

Capitolo terzo

IDENTITÀ DI UN GRUPPO

Capitolo quarto

IDENTITÀ DEGLI ESCLUSI

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Le origini Le terre oceaniche

La cultura Maori

C1 C2ALLE ORIGINI DELLA SOCIETÀ

IL TATUAGGIO: IDENTITÀ DI UN POPOLO

Sviluppo dell’elaboratonei quattro capitoli

Il tatuaggio criminale

I campi diconcentramento

Il tatuaggiosiberiano

Le donnearmene

C3 C4IL TATUAGGIO: IDENTITÀ DIUN GRUPPO

IL TATUAGGIO: IDENTITÀ DEGLI ESCLUSI

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Le origini Impostazione grafica

Il testo interagisce con i disegni vettoriali, riprodotti sulla base di quelli che il medico Ernest Berchon disegnò sui suoi taccuini durante i viaggi d’esplorazione con la Marina francese. In assenza totale di fotografie, l'impaginato è scandito dall'interazione del testo con le illustrazioni.

originale originale

Le illustrazioni sono state geometrizzate, e i simboli più semplici sono stati ripetuti per formare una sorta di pattern, che aiutasse a rendere più esplicita l’idea di moltitudine. Infatti, se ogni simbolo rappre-senta un individuo, l’insieme dei segni costituisce la società.

In questa prima parte, dopo l’introduzione in cui si esplicano etimologia e alcune informazioni princi-pali sul tatuaggio, si inizia col raccontare le prime testimonianze a riguardo.

Partendo dai ritrovamenti archeologici in alcune grotte, si delinea l’iniziazione al tatuaggio nelle so-cietà primitive, costituito da disegni bidimensionali semplici e prettamente geometrici, che venivano ripetuti anche sulle statuine in terracotta e sulle pareti delle caverne.

Andando avanti nel tempo, si incontrano le prime testimonianze di civiltà come quella dei Traci, un popolo che, secondo le testimonianze di Erodoto nel 450 a.C. circa, era già indissolubilmente legato a questa pratica. Poichè i miti e le leggende legati a queste comunità rappresentano un pilastro della cultura mondiale, si vedrà in che modo il tatuaggio è parte integrante di essa.

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Le terre oceaniche

Uno degli sviluppi più fecondi dell’arte del tatuag-gio, che si è radicato nell’ossatura delle tribù, è quello che si può osservare nei numerosi arcipelaghi della Polinesia e della Micronesia.

Il legame con la natura e con le forze soprannaturali acquisisce qui un’importanza vitale, e il tatuaggio serve a regolare ritmi di vita, oltre che a vincolare l’appartenenza o meno a una comunità.

Nonostante queste tradizioni abbiano in comune tra di loro molti elementi, ognuna presenta delle sostanziali differenze che la rendono unica. Per questo, dopo un’introduzione generale, sono state evidenziate - estraendole dal normale flusso di lettura - tutte queste differenze geografiche.

In questa sezione viene fatta una breve descrizione della cultura del tatuaggio nelle terre selezionate, allo scopo di avvicinarsi ad ogni singola tradizione, che manifesta il bilancio tra forze positive e negative delle tribù e il raggiungimento della maturità dei suoi individui attraverso questa pratica artistica.

Impostazione grafica

In questa parte, il testo è sempre accompagnato da illustrazioni che permettono di dare una forma ai concetti descritti. Sia testo che disegni assumono la cromia blu, proprio per dare maggiore unità al tema.

Per rendere evidente la potenza espressiva di linee, curve e di tutti i disegni che riguardano questa sezione, la fisionomia del corpo sul quale sono poste le illustrazioni è quasi assente: il corpo viene plasmato dai disegni.

Due esempi di tatuaggi applicati a zone ampie del corpo. Il fatto di aver ripreso con delle illustrazioni questi segni permette di comprenderne meglio la geometria e lo studio della forma applicato da queste popolazioni.

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Dai tatuaggi nei singoli arcipelaghi, si arriva al caso più emblematico e culturalmente incisivo della tradizione oceanica sui tatuaggi: quella Maori.

Un’attenta analisi, fotografie e illustrazioni basa-te sulla gerarchia dei diversi disegni geometrici permettono di scavare a fondo nelle radici di quello che, in Nuova Zelanda, costituisce un considerevole patrimonio culturale nazionale.

Per un neozelandese, il moko manifesta l’apparte-nenza al suo popolo, il legame con la famiglia, gli antenati, la sua terra, il suo valore, e il coraggio di aver sopportato la lunga e dolorosa operazione. Quella per ottenere il moko era infatti un’opera-zione che necessitava di una notevole abilità, la cui associazione con il sangue comportava un grande ri-spetto per il destinatario e soprattutto nei confronti del tatuatore esperto.

La cultura Maori

Per la prima volta in questa sezione compaiono le foto-grafie, che si alternano ad alcune illustrazioni, le quali tendono però a svanire.L’impaginato sarà di im-pronta più regolare, per adattarsi alla funzione nar-rativa di questa sezione.

Impostazione grafica

Per questa parte sono state selezionate delle fotografie in cui, oltre al tatuaggio, si vedesse anche chi li porta con un minimo contesto, dato qui dagli abiti e accessori, perchè, come determinato nel concept dell’elaborato, il tatuaggio deve essere sempre visto in relazione all’uomo.

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Il tatuaggiocriminale nel 1800

In questa breve introduzione vengono citate alcune considerazioni riprese dagli studi di Alexandre Lacassagne e Cesare Lombroso, che evidenziano come, già in epoche precedenti, quella del criminale fosse considerata una classe sociale, e dovesse essere manifestata con dei tatuaggi.

Si è scelto di non approfondire troppo questa parte perchè, nel periodo storico trattato, non esisteva un codice preciso tra i criminali, come invece sarà per il caso dei detenuti russi. Ma rimane comunque im-portante descrivere in che modo, già due secoli fa, siano state fatte delle indagini scentifiche al fine di individuare un filo conduttore in questa tendenza.

Inoltre, quello del tatuaggio negli ambienti crimina-li è un aspetto non trascurabile, soprattutto per l’influenza che ha avuto in Italia: non è rara, soprat-tutto tra la popolazione più anziana, la convinzione che chi porta un tatuaggio sia un delinquente.

Dal punto di vista grafico, in queste due facciate si gioca con le due cromie portanti del volume, che si alternano per differenziare visivamen-te il pensiero di Lacassagne da quello di Lombroso. Trattandosi di un'introdu-zione, è stata mantenuta una grafica semplice, che fornisce una chiara lettura delle informazioni.

Impostazione grafica

Data l'esiguità dell'argomen-to, non ci sono né disegni né fotografie a farcire l'elabo-rato, ma vengono solamente evidenziati i dati rilevanti delle ricerche condotte, espressi sempre sottoforma di numero.

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In questo capitolo sono le dinamiche di gruppo a catturare l’attenzione del lettore. Attraverso una rigida codificazione dei simboli, il tatuaggio raccon-tava la vita criminale dei detenuti: sul corpo di un criminale siberiano si poteva letteralmente leggere la sua storia. Erano i disegni sulla pelle a decretare se un detenuto doveva venire rispettato, temuto, o se non era nemmeno degno di considerazione.

Non a caso Nicolai Lilin chiama il proprio libro “Educazione siberiana”: affrontando questo argo-mento si comprende come quello dei detenuti russi sia un codice educativo vero e proprio, in cui tatuarsi un simbolo significa entrare nella cerchia di chi ha compiuto un determinato crimine.

Solo con i tatuaggi si guadagnava stima e rispetto, ed è proprio grazie alla decodificazione dei segni sulla pelle dei criminali che la polizia russa ha sven-tato numerosi crimini.

Il tatuaggiocriminale siberiano

Questa sezione è caratterizzata dall'assenza di illustrazioni, sostituite dal forte impatto visivo delle fotografie dei detenuti, scattate nei più grandi penitenziari russi.

Impostazione grafica

Le immagini assumono un ritmo sinusale, che facilita l’accostamento dei corpi dei detenuti, per un confronto dei tatuaggi di cui il loro corpo è intriso. Anche qui la maggior parte delle fotografie riprende il volto del detenuto o un minimo contesto.

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I campi diconcentramento

Dalle dinamiche di appartenenza e integrazione in un gruppo si passa brutalmente a quelle di esclu-sione. E - per riferirsi alla tematica dell’identità - si parla di come alcuni individui siano stati forzati a crearsene un’altra, da un giorno all’altro.

Un accostamento che viene naturale, e che traspone la cultura del tatuaggio sotto una luce totalmente differente, è questa: pagine di testimonianze di uomini che sono stati annullati nella loro essenza per essere ridotti a numeri.

Le infinite, inschedabili cifre impresse sugli avam-bracci degli ebrei nel campo di Auschwitz saranno raccontate dai sopravvissuti, attraverso testimonian-ze e riflessioni sul proprio tatuaggio.

A24020

Questa sezione è stata con-cepita per creare un forte distacco visivo dal resto del volume. Per questo, non sono presenti nè illustrazioni nè fo-tografie. Vengono evidenziati i numeri tatuati sugli avambracci di chi testimonia, per i quali si è scelto l'utilizzo del caratte-re bastone Swis721 BT Bold, disegnato da Max Miedinger nel 1982 per la fonderia di caratte-ri tipografici Bitstream.

Impostazione grafica

In questa parte, soprattutto grazie alle testimonianze, si entra appieno sottopel-le: leggendo direttamente ciò che le persone hanno subìto, e in che modo hanno affrontato il ritorno alla loro vera identità, il lettore si cala in questa tematica. Per questo, si è scelto di non far interferire il testo con alcuna immagine: per lasciare alla parola tutta la sua potenza espressiva.

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In questa sezione il tatuaggio assume una connota-zione ancora differente, e si parlerà di come alcune pelli siano state macchiate a forza, come segno di possedimento di un individuo.

In Siria, le donne armene sfuggite al genocidio tur-co, spesso sono state costrette alla prostituzione, e venivano tatuate dai loro protettori per identificarle e impedire loro di fuggire.

Nella comunità armena essere marchiati dai mem-bri dei popoli nemici voleva dire che la propria identità veniva tramutata, e dalla pelle il cambia-mento arrivava nel profondo. Finita la guerra, molte di queste donne hanno continuato a vivere con i padroni che le avevano catturate e marchiate per-chè, oltre ad aver perso la propria diginità, i segni della bandiera turca sul viso sarebbero stati oggetto di disonore per tutta la famiglia. Un tatuaggio, in questa società, era la causa un effettivo cambiamen-to della propria identità.

Le donne armene

In questa ultima sezione, che rimane unita a quella precedente, ma con le dovute differenze, sono state escluse quasi del tutto le fotografie, e ripetuti i motivi che sono stati tatuati a forza sulle donne catturate durante il genocidio.

Le fotografie inserite vogliono solo dare un volto, e un contesto, a queste donne. Ai fini del rispetto per la cultura trattata, è sembrato ingiusto mettere fotografie in cui si vedessero in maniera palese questi tatuaggi, che per queste donne hanno rappresentato la perdita della loro dignità.

Impostazione grafica

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Layout del volume

Il layout del volume rispecchia la necessità di avere una griglia scandita da numerosi moduli, per poter adattare in maniera calibrata e omoge-nea l’impaginato alle sue numerose varianti. Solo così facendo ogni tema - seppur struttu-ralmente simile - ottiene una sua indipendenza grafica che ne manifesta il carattere.

Il layout è stato costruito sulla base dell’incre-mento della linea di base di 12 punti: questa misura è stata utilizzata per scandire i 48 modu-li orizzontali. Riportando la stessa misura sulla griglia verticale, e moltiplicando per quattro ogni modulo, sono state create otto colonne principali, a loro volta suddivisibili in ulteriori 31, della stessa ampiezza dei moduli orizzontali.

In questo modo si è creata una fitta griglia reticolare che aumenta esponenzialmente la dinamicità dell’impaginato.

350 mm

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17mmFormato e margini del volume editoriale.

Griglia a colonne.Le 8 colonne verticali sono suddivisibili in altre 4 della stessa dimensione di quelle orizzontali.

Griglia orizzontale. Derivata dall'incremento della linea di base di 12 pt.

Indipendenza graficadi ogni sezione

Griglia dinamica

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Gerarchia eritmo del testo

Il testo è organizzato principalmente su due colonne, ma vi sono numerosi cambiamenti nel suo posizionamento, che si adatta alle esigenze narrative diversificando ogni tema.

Sono state definite, secondo delle proporzioni, tre altezze, che rappresentano i punti di riferi-mento a cui vengono posti gli elementi di testo e di grafica più importanti.

Poichè vi sono due tipi di gerarchia dei titoli, pur essendo posti entrambi alla A1, sono stati impaginati in modo differente.I sottocapitoli hanno una maggiore rilevanza e si trovano al centro della facciata, accompagnati da un breve paragrafo introduttivo; il testo prende il suo spazio e inizia alla A3. I titoli di paragrafo, che hanno un’importanza secondaria, sono invece allineati a sinistra, e il testo prende meno spazio, e comincia alla A2.

TitoloTitoletto paragrafo

Testo

Pagina

Capitolo

Testo

Sottocapitolo

SottotitoloLe tre altezze

Titoli di paragrafo

Il testo è disposto principalmente su due colonne

Sottocapitoli

Le tre altezze di riferimento dell'elaborato, in relazione al resto della griglia.

Schema di impaginazione dei titoli di paragrafo.

Schema di impaginazione dei sottocapitoli.

A1

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S T U V W X Y Z

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Tipografia Carta

Per la realizzazione del volume è stato scelto un accostamento tra due tipografie differenti, che diversifichino gli argomenti trattati in base alla scelta del loro utilizzo.

I sottocapitoli, titoli di paragrafo gli elementi di testo più importanti sono scritti in Apercu Bold, carattere disegnato nel 2010 ad opera dello stu-dio “The Entente” per la Colophon Foundry.

Il testo principale e gran parte delle didascalie sono composti in Adobe Garamond Pro, ridise-gnato da Robert Slimbach sulla base del carattere originario di Claude Garamond.

La carta riveste un ruolo fondamentale: ha lo scopo di diversificare i temi trattati attraverso la vista e il tatto. Lo scopo non è quello di ripro-durre la pelle, ma differenti sensazioni tattili, che per quanto sottili aiutino a creare un “mondo” per ogni tema.

Sono state scelte cinque differenti tipologie di carta - cinque come gli strati dell’epidermide. Il risultato ottenuto da questa scelta si manifesta nel taglio superiore, inferiore e nel rifilo laterale del volume: gli strati di carta accostati tra loro riproducono quelli della pelle.

Per la realizzazione del volume sono state utiliz-zate carte Fedrigoni, tra cui: avorio uso mano 120 grammi, patinata bianca 150 grammi, Net-tuno 140 grammi, patinata bianca 200 grammi, bianca uso mano 120 grammi.

La tipografia è bilanciata dall'utilizzo di un carattere graziato accostato ad un moderno bastone.

Riprodurre diverse sensazioni tattili e visive con la carta.

Taglio superiore,inferiore e laterale rivelano la stratifi-cazione del volume.

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Sistema cromatico

Il volume è dominato dal nero e dal blu, i due colori che rimandano all’inchiostro usato per fare i tatuaggi: il primo, è la cromia del colore vero e proprio iniettato sulla pelle, mentre il se-condo è il colore che il tatuaggio assume quando inizia a sbiadirsi, ed è anche quello che l’occhio umano percepisce in un corpo ricoperto di disegni. Per lo stesso motivo, i blatniie, una casta di criminali russi, veniva chiamata anche “blu”, e alle donne armene veniva affibbiato il nomigno-lo “labbra blu”.

C: 0M: 0Y: 0K: 100

C: 0M: 0Y: 0K: 0

C: 100M: 90Y: 10 K: 3

Identità

Guardare sottopelle significa andare oltre, scavare dove all’apparenza ci sono solamente disegni, andare a capire i motivi sociali, antropologici che li hanno generati, non solo per dare un significato ai tatuaggi, ma soprattutto per capire l’uomo e la sua cultura. Per questo l’identità del volume è scandita da una moltitudine di punti, che oltre a rappresentare la modalità in cui viene rilasciato l’inchiostro sulla pelle - zoomandolo a una dimensione non percepibile naturalmente dall’occhio umano - indica la moltitudine di individui e culture a cui si fa riferimento.

Il tatuaggio come espressione grafica della cultura

L'identità del volume è ricavata scavando a fondo nell'essenza stessa del tatuaggio, che graficamente si traduce con un insieme di punti.Selezionando solo i punti che compongono la parola, si crea per esclusione l'identità di Sottopelle, il tatuaggio come espressione grafica della cultura.

I due intensi colori sono bilanciati dalla luminosità del bianco.

Il titolo del volume ha lo scopo di indicare che solo andando sottopelle si può comprendere l'essenza dell'uomo.

Il sistema cromatico riprende i colori dell'inchiostro.

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Elaborato finaleCAPITOLO 1

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CAPITOLO 2

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CAPITOLO 3

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CAPITOLO 4

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Luciana Nissim Momigliano, Alessandra Chiappano (a cura di) Ricordi dalla casa dei morti e altri scritti; Giuntina, Firenze 2008;

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Raffaele Garrucci, Graffiti de Pompéi : inscriptions et gravures tracées au stylet / Recueilles et interprétéès, Benjamin Duprat, Parigi 1856;

Robert Fisk. Cronache mediorientali. Il grande inviato di guerra inglese racconta cent’anni di invasioni, tragedie e tradimenti, Il Saggiatore Tascabili, 2005;

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Teíki Huukena con Marie-Noëlle e Pierre

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USC Shoah Foundation sfi.usc.edu/italian

ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti) - FMD (Fondazione Memoria della Deportazione)http://www.deportati.it/

Auschwitz-Birkenau Museumhttp://auschwitz.org/

US Holocaust Memorial Museumhttp://www.ushmm.org/

ATIS (Associazione Ticinese degli Insegnanti di Storia)http://www.atistoria.ch/atis/atis25/

CDEC (Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea)http://www.cdec.it/

Armenian Genocide Museum Institutehttp://www.genocide-museum.am/eng/

index.php

Sitografia

National Academy of Sciences of the Republic of Armeniahttp://www.sci.am/

WNN (Women News Network)http://womennewsnetwork.net/

Armenian Weeklywww.armenianweekly.com

Musée du Quai Branlyhttp://www.quaibranly.fr/

www.larskrutak.com

Gran parte delle ricerche su internet sono

state utili al fine di trovare i testi citati nella

bibliografia, e perciò sono state omesse in

questa sezione. Si citano a seguito solo i

portali e i siti più influenti:

www.gallica.bnf.fr

www.nztec.victoria.ac.nz

www.fuel-design.com

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Università degli studi della Repubblica di San MarinoUniversità IUAV di Venezia

Corso di Laurea in Disegno Industriale e MultimediaA.A. 2014-2015Matricola 51401

Lucia GalantiTesi di laurea in comunicazione visiva

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