Il successo dello studio passa attraverso una forte ... · autonome di Trento e Bolzano, una ......
Transcript of Il successo dello studio passa attraverso una forte ... · autonome di Trento e Bolzano, una ......
Ottobre 2018 - anno XIV n. 10 www.dental-tribune.com
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Il successo dello studio passa attraverso una forte identità e un management che guarda al futuroDental Tribune Italia
Per la difesa dell’ambiente separatori di amalgama obbligatori dal 1° gennaioDental Tribune Italia
Il Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare at-
traverso la Direzione generale per
le valutazioni e le autorizzazioni
ambientali ha inviato il 3 agosto ai
rappresentanti delle maggiori as-
sociazioni odontoiatriche, oltre a
vari enti ed Assessorati alla sanità
delle Regioni e delle due Province
autonome di Trento e Bolzano, una
circolare avente per oggetto “in-
formativa sulle disposizioni rela-
tive all’amalgama dentale previste
dall’articolo 10 del regolamento
(Ue) 2017/852 sul mercurio”. Ne ri-
portiamo il testo integrale.
Nella II edizione del Congresso del
Management organizzato dalla
Tueor Servizi al Centro Congressi
di Marina di Carrara il 21 e 22 set-
tembre scorso, all’indice di suc-
cesso quantitativo se ne potrebbe
aggiungere un altro, sociologico/
didattico, ossia “il clima congres-
suale”, che vede alla fine, relatori
e pubblico, soddisfatti. I primi per
aver trasmesso nozioni ed espe-
rienze utili alla platea, realizzan-
do il sogno di ogni partecipante di
tornare a casa (pardon, allo studio)
con un bagaglio professionale (ed
umano) spendibile.
Il congresso è stato incentrato
sull’identità sul cui tema hanno
risposto in modo esauriente tutti
i relatori, ognuno nel suo specifico.
Per non sprecare tempo ed energie
e seguire una direzione senza ri-
pensamenti, il cambiamento deve
diventare progetto, che parte dal
“chi siamo e qual è il nostro sogno
per il futuro”. Così si crea un obiet-
tivo e a ritroso si considereranno,
con l’ausilio di consulenti, i più
adeguati a se stessi, quali investi-
menti, trasformazioni o imple-
mentazioni richieda lo studio e la
professione e se “ne valga la pena”
per avere un profitto bastevole e
convincente per i propri obiettivi
personali, ma anche il tempo libero
(come sottolineato da Andrea Gras-
si, nel presentare il suo ultimo libro
“Fuori dai Denti”).
> pagina 2
Dal primo gennaio Erario interconnessograzie alla normativa UE 2015/2376Alfredo Piccaluga
Come oramai noto, dal 1° gennaio
dello scorso anno, per effetto della
direttiva Ue 2015/2376, è ufficial-
mente iniziata l’era dello scambio
automatico di informazioni fiscali
tra i Paesi. È solo l’ultimo e definiti-
vo accordo che segue una serie di ar-
monizzazioni e scambi cui oramai
si assiste almeno dal 2009.
La finalità ufficiale è, come di
consueto, la lotta all’evasione. Chi
negli ultimi anni ha ricevuto multe
in Italia per la detenzione di case o
conti correnti all’estero… ne sa qual-
cosa. Oramai il “Grande Fratello era-
riale” nostrano è interconnesso con
il resto del mondo.
La maggior parte delle nazioni
ha infatti già ufficializzato l’ado-
zione del Crs (Common reporting
standard) ossia del sistema di con-
divisione automatica dei dati dei
contribuenti. Un sistema messo a
punto dall’Ocse. Ultimo capitolo, di-
cevamo, di un lungo processo.
Già nel 2017 erano arrivate tutte
le informazioni personali dei citta-
dini italiani con interessi in Svizze-
ra, che, con un cambio di direzione
storico, aveva consegnato i dati in
suo possesso a 41 paesi, tra cui l’Ita-
lia, aderenti al “Progetto Beps” (Base
Erosion and Profit Shifting), insieme
di strategie poste in essere da alcu-
ne imprese per sfruttare disallinea-
menti normativi e spostare profitti
verso giurisdizioni con tassazione
bassa o inesistente (profit shifting)
o abbattere la base imponibile attra-
verso pratiche elusive (base erosion).
Sono molti a fantasticare di resi-
denze in Paesi dalla fiscalità privile-
giata o dal sistema bancario silente
onde sfuggire ai controlli dell’era-
rio. Per decenni la meta privilegiata
sono stati senza dubbio i cantoni
d’oltralpe: il Progetto nasceva quin-
di dalle necessità di assicurare che i
> pagina 22
CASE REPORT – MEDICINA LEGALE“Malpractice” e conoscenze specifiche del CTU: un caso paradigmatico 4
NEWS & COMMENTISul tema “amalgama” aggiornamenti, prospettive ed implicazioni legali 6
MEETING & CONGRESSIA Buenos Aires la carica degli 8 mila per il 106° World Dental Congress FDI 19
Simone Marconcini, Responsabile Ricerca IST premiato allo IADR di Londra col Premio Philips
Al Meeting internazionale dello IADR, oltre 11.000 iscritti nel mondo, svoltosi a Londra dal 25 al 28 luglio, a Simone Marconcini (specialista in chirurgia orale dell’IST) è stato assegnato l’ambito premio “Iadr/Philips Oral Healthcare Young Investigator Research Grant”.
pagina 20
MEETING & CONGRESSI
SpecialeCome è cambiata la terapia paro dontale non chirurgica
pagina 9
Pratica & ClinicaIl valore della valutazione estetica tridimensionale pagina 1
profitti venissero tassati dove avvie-
ne l’attività economica.
Di qui il dover disporre di tutte
le banche dati estere, anche quelle
storicamente inaccessibili. Insom-
ma, Lugano addio! Nel 2015 poi era
stato recepito l’accordo Fatca con gli
Usa: accordo amministrativo (Com-
petent Authority Arrangement) tra
Agenzia delle Entrate italiana e In-
ternal Revenue Service statuniten-
se. Anch’esso finalizzato allo scam-
bio di dati tra paesi.
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L’ingresso al centro di Carrara Fiere.
Assistente o igienista? Un equivoco frequente (specie al di fuori del dentale)
Esiste ancora qualche confusione tra i due categorie. La segnala Rossella Abbondanza (Italian Dental Assistants) rivendicando pari dignità, ognuna nel proprio ruolo. pagina 8
NEWS & COMMENTI
2 Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018Attualità
operatori degli studi odontoiatrici
che utilizzano l’amalgama dentale
o rimuovono otturazioni contenen-
ti amalgama dentale, ovvero denti
con tali otturazioni, devono garan-
tire che il proprio studio sia dotato
di separatori di amalgama per trat-
tenere e raccogliere le particelle di
amalgama, incluse quelle contenute
nell’acqua usata. Tali operatori ga-
rantiscono che:
a) I separatori di amalgama messi in
servizio a decorrere dal 1° gennaio
2018 assicurino un livello di riten-
zione delle particelle di amalga-
ma pari almeno al 95 %;
b) A decorrere dal 1° gennaio 2021 tut-
ti i separatori di amalgama in uso
assicurino il livello di ritenzione
specificato alla lettera a). I separa-
tori di amalgama devono essere
soggetti alla manutenzione con-
formemente alle istruzioni del fab-
bricante per garantire il più elevato
livello di ritenzione praticabile.
Infine, in base al comma 6, i den-
tisti garantiscono che i loro rifiuti
di amalgama, compresi i residui, le
particelle e le otturazioni di amal-
gama nonché i denti, o loro parti,
contaminati con amalgama dentale,
siano gestiti e raccolti da una strut-
tura o da un’impresa per la gestione
dei rifiuti autorizzata. I dentisti non
rilasciano in alcun caso direttamente
o indirettamente tali rifiuti di amal-
gama nell’ambiente.
A questo riguardo si ricorda inol-
tre che, a decorrere dal 1° luglio 2018,
l’amalgama dentale non può essere
utilizzato per le cure dei denti deci-
dui, le cure dentarie dei minori di
età inferiore a 15 anni e delle donne
in stato di gravidanza o in periodo
di allattamento, tranne nei casi in
cui il dentista lo ritenga strettamen-
te necessario per esigenze mediche
specifiche del paziente.
Si prega il Ministero per lo Svilup-
po Economico, gli Enti e le Associa-
zioni di categoria in indirizzo che
leggono in conoscenza di dare la
massima diffusione possibile di que-
sta informativa.
Il Direttore Generale, Giuseppe
Lo Presti.
A pag. 6 il commento di Raimondo Pi-
sche, un esperto del grave problema.
Dental Tribune Italia
due secoli in cui ci troviamo coinvol-
ti e del significativo aumento dell’età
media della popolazione. Non pos-
siamo dimenticare, infatti, che negli
anni Cinquanta l’aspettativa di vita
era di 60 anni per gli uomini e di 65
per le donne, mentre oggi si parla ri-
spettivamente di 80 e 85 anni.
Ne consegue che un sessanten-
ne che alla metà del secolo sorso
sarebbe stato certamente definito
anziano ha oggi un’attesa di vita
di circa 20 anni e quest’orizzonte
espanso non gli consente di definir-
si, ed ancor meno, sentirsi vecchio.
Il suo sentire lo porta ad affrontare
un periodo in cui, libero dai molti
stress di quell’età che definiamo
adulta lo pone in una condizione di
grande libertà personale e di inti-
ma soddisfazione.
Si tratta di mutamenti sociali
complessi che hanno portato ad
una ridefinizione delle fasce di età.
Ecco dunque che sempre più spes-
so si sente parlare di giovani (21-25
anni) e di giovani adulti (26-34),
di adulti propriamente detti (35-
54) ed ancora di tardo-adulti (55-
64); si giunge così a quella che un
tempo veniva chiamata terza età e
che oggi grazie alla sua dilatazione
temporale comprende l’apparente
ossimoro dei “giovani anziani” (65-
75), gli “anziani” veri e propri (76-
84) e i “grandi anziani” (85 e oltre).
Le fasce d’età, se aggiungiamo
l’infanzia e l’adolescenza, sono
dunque diventate nove e forse in
futuro l’aumento progressivo dei
centenari potrebbe rendere neces-
sari nuovi aggiustamenti.
Questa nuova visione delle fasi
della vita crea nuovi bisogni e nuo-
ve sfide in tutti i campi e proprio per
questo anche l’odontoiatria, insie-
me alle altre discipline mediche, è
chiamata ad adeguarsi e dare nuo-
ve risposte a nuovi bisogni. Tutte le
statistiche ci dicono che tenderanno
a scomparire la figura del vecchio
edentulo portatore di dentiera, del
vecchio con il bastone, del vecchio
dai movimenti impacciati per far
posto ad una nuova figura che saprà
cogliere tutti i vantaggi del progres-
so medico, psicologico, esistenziale.
Ugo Covani
Per la difesa dell’ambiente separatori di amalgama obbligatori dal 1° gennaio
L’odontoiatria dai veri e propri giovani ai tardo anziani
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DENTAL TRIBUNE ITALIAN EDITION Anno XIV Numero 10, Ottobre 2018
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Com’è noto, il Regolamento (UE)
2017/852 sul mercurio prevede,
all’articolo 10, misure per la gestio-
ne sostenibile dell’amalgama denta-
le in ortodonzia. In base al comma
1 di tale articolo, a decorrere dal 1°
gennaio 2019 l’amalgama dentale
può essere usato solo in forma in-
capsulata pre-dosata. L’uso del mer-
curio in forma libera da parte dei
dentisti è vietato.
Inoltre, in base al comma 4, a
decorrere dal 1° gennaio 2019 gli
< pagina 1
Considerazioni sul variare delle
definizioni riguardanti l’età e suoi
riflessi sull’Odontoiatria a cura di
Ugo Covani.
Le categorie di “giovane”, “adulto”,
“anziano”, spesso insufficienti a in-
quadrare il variegato modo di essere
di ogni singolo, sono oggi del tutto
insufficienti in ragione dei profondi
mutamenti sopraggiunti a cavallo dei
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3Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018
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News & Commenti
no data e luogo di nascita oltre a una
radice del nome e del cognome.
Alcuni, come la Spagna ad esem-
pio, utilizzano numerazioni diverse
per i residenti e non, altri pubblica-
no il TIN su tutti i documenti uffi-
ciali come passaporti e patente, altri
ancora lo occultano al contribuente
poiché il codice identificativo è noto
solo alla Pubblica amministrazione.
Un po’ come se il codice fiscale fos-
se a disposizione solo delle autorità,
anziché comodamente riposto nel
portafoglio.
Per poter interagire con un col-
lega forestiero sarà quindi necessa-
rio conoscere la sua VAT (termine
indicante la Partita Iva) e, talvolta,
il suo TIN, mentre, operando anche
solo saltuariamente all’estero, sare-
mo identificati con quei medesimi
riferimenti, talvolta creati apposita-
mente per gli stranieri non residen-
ti. Tutti dati che poi confluiranno
dall’estero al nostro fisco.
Per questo merita informarsi.
Alfredo Piccaluga
Sui terminali di mezzo mondo,
solo per ciò che attiene l’aspetto
prettamente economico, ad esem-
pio, saranno disponibili i saldi del
conto, interessi, dividendi, ricavi
dalla vendita di asset transitati per
i conti di persone e società, riferiti a
nominativo e dati identificativi del
titolare del conto, suo numero e va-
lore, oltre ai dati identificativi dell’i-
stituto finanziario, etc..
Il fatto che i nostri dati siano di-
sponibili all’estero e di rimando tra-
smessi alle autorità italiane, implica
anche che si sia in qualche modo
censiti. Infatti anche le persone fi-
siche non censite ai fini IVA sono
codificate in tutti i Paesi (quanto
meno in quelli aderenti all’UE) per
consentire una puntuale identifica-
zione e lo scambio di informazioni.
Sia chiaro… non esiste ancora una
banca dati europea, ma per esempio
la commissione UE ha già creato da
tempo e messo a disposizione di
chiunque il portale VIES (VAT In-
formation Exchange System), che,
oltre ad essere un sistema di scambi
automatici tra le amministrazioni
finanziarie degli Stati membri UE,
permette a chiunque, con una sem-
plice connessione internet, di verifi-
care qualsiasi titolare di partita Iva
in Europa, indicando se sia in atti-
vità, quando l’abbia iniziata o even-
tualmente cessata e ovviamente, se
la sua partita iva risulti regolare. Un
qualsiasi odontoiatra in Romania,
ad esempio, può già oggi verificare
gli estremi di un suo collega italiano
in pochi minuti. E viceversa.
Sempre la commissione mette
poi a disposizione il “Portale del
TIN” strumento che permette di
risalire alle regole di formazione
del tax identification number di
ciascun Paese membro, un qualco-
sa di leggermente più complesso,
essendo profondamente diverso di
Paese in Paese.
Sono per lo più codici numerici
in sequenza. Nessun Paese (a parte
la Lettonia il cui TIF contiene la data
di nascita) consente di ricavare dal
codice una o più informazioni ana-
grafiche. Discorso a parte riguarda
l’Italia, i cui codici fiscali contengo-
Dal primo gennaio Erario interconnessograzie alla normativa UE 2015/2376
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4 Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018
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Case Report - Medicina Legale
Il contenzioso odontoiatrico, se-
condo recenti articoli, rappresen-
terebbe il 7% di tutti quelli medici.
La soccombenza per i dentisti è
risultata dell’80% giudiziale, men-
tre quella extragiudiziale del 95%1.
Quando tuttavia la condanna
dell’odontoiatra è dovuta a una
reale “malpractrice”? Il CTU (Con-
sulente Tecnico d’Ufficio) è sempre
preparato specificatamente per
valutare l’opera del professionista
convenuto? Quali i criteri di scelta
del CTU da parte del Giudice?
Ecco uno dei tanti episodi che
contrappongono un modus operan-
di supportato da conoscenza scien-
tifica e competenza clinica a un si-
stema giudiziario incapace, a volte,
di discernere azioni strumentali da
“malpractice”.
La paziente (che agirà in giudi-
zio) 55 anni, fumatrice con scarso
controllo dell’igiene domiciliare,
in cura nel 1998 per parodontopa-
tia cronica e compromissione dei
quattro incisivi superiori (Figg. 1-5)
per dodici anni, viene trattata con
terapie chirurgiche e non2. Nel lu-
glio 2010, dopo ben 12 anni di man-
tenimento di tali denti, si presenta
all’osservazione dell’odontoiatra
per la rottura dello splintaggio, rife-
rendo di aver subito un accidentale
trauma facciale.
Il dentista verifica un aggrava-
mento della mobilità dei quattro
incisivi e sollecitato dalla paziente
a migliorare l’aspetto estetico, pro-
spetta la sostituzione degli elementi
naturali da estrarre, con una protesi
fissa su impianti. Al fine di ridurre
“Malpractice” e conoscenze specifiche del CTU: un caso paradigmaticoClaudio Agostinelli*, Luigi Grivet Brancot**, Maurizio Sanzi***
* Libero professionista in Teramo, Italia** Libero professionista in Torino, Italia*** Medico Legale - Odontostomatologico Brescia, Italia
il rischio di un ulteriore riassorbi-
mento dell’osso alveolare residuo e
del collasso dei tessuti molli3-7 della
pre-maxilla, prima delle estrazioni
degli incisivi, viene prospettata la
loro estrusione8, 9.
Questo trattamento prelimina-
re contrasta il fisiologico riassorbi-
mento del processo alveolare por-
tando, nell’arco di qualche mese,
all’incremento di osso alveolare ol-
tre al recupero della normale festo-
natura gengivale10, 11 in grado di con-
ferire un aspetto naturale al sorriso.
Contestualmente all’accurata
esposizione del piano di trattamen-
to proposto, con schemi, disegni
ed immagini di casi clinici simili,
illustrano alla paziente i rischi del
fumo in implantologia12-15. Si ricor-
da, in particolare, l’importanza, nei
pazienti parodontopatici sottoposti
a terapie implantari e del controllo
della placca batterica16.
L’odontoiatra, valutate le aspet-
tative della paziente, stila in data 25
ottobre 2010, un preventivo relativo
a un protesi fissa supportata da due
impianti, da 1.2 a 2.2, proponendo,
in via preliminare, l’estrusione dei
denti con un sistema invisibile e
confortevole per mezzo dello stesso
provvisorio (Fig. 6).
Per ottenere la trazione dei due
incisivi laterali, la protesi provvi-
soria verrebbe sostenuta dai due
incisivi centrali. A estrusione ot-
tenuta si sarebbero estratti i due
incisivi laterali ed inseriti conte-
stualmente i due impianti nelle
stesse sedi alveolari17.
Dopo alcuni mesi, la protesi
provvisoria sarebbe stata sostituita,
collocando i monconi (abutments)
sui due impianti già inseriti (1.2 e
2.2). Con la medesima tecnica, sa-
rebbero poi stati estrusi i due incisi-
vi centrali. Ottenuta la maturazione
dei tessuti molli e un livello gengi-
vale desiderato, si sarebbero estratti
anche i due incisivi centrali e intra-
presa la fase protesica definitiva.
Tutto ciò viene dettagliatamen-
te spiegato sia verbalmente, sia de-
scritto nel “Consenso informato”
che la paziente sottoscrive dopo
aver richiesto un secondo consulto
presso un altro studio. Il trattamen-
to estrusivo dei due incisivi laterali
inizia nel gennaio 2011 (Figg. 7, 8). Al
raggiungimento del risultato desi-
derato (Figg. 9, 10), si attendono 60
giorni di “stabilizzazione” dell’osso
alveolare18 (Figg. 11, 12).
La fase chirurgica viene pianifica-
ta con la preparazione iniziale (igiene
orale, controllo emato-chimico delle
condizioni della paziente, prescrizio-
ne della profilassi/terapia antibioti-
ca19-20 e della sospensione del fumo).
Fig. 1
Fig. 6 Fig. 7
Fig. 9
Fig. 8
Fig. 10
Fig. 11 Fig. 12
Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5
Fig. 2
1. Pinchi V, Pradella F, Garatti S, Norelli GA. Il Contenzioso Odontoia-trico: la Realtà del Fenomeno - Dental Cadmos 83(2)February 2015.
2. Società Italiana di Parodontologia – L diagnosi parodontale – Masson 1999.
3. Chen ST, Darby IB, Adams GG, Reynolds EC. A prospective clini-cal study of bone augmentation techniques at immediate implants. Clin Oral Implants Res 2005;16:176- 184.
4. Araujo MG, Lindhe J. Dimensional ridge alterations following tooth extraction. An experimental study in the dog. J Clin Perio-dontol 2005;32:212-218.
5. Araujo MG, Sukekava F, Wennstrom JL, Lindhe J. Ridge altera-tions following implant placement in fresh extraction sockets: An experimental study in the dog. J Clin Periodontol 2005;32:645.
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bibliografia
> pagina 5
5Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018
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Case Report - Medicina Legale
ta competenza implanto-protesica, at-
tingendo preferibilmente dall’ambito
accademico in grado di valutare obiet-
tivamente l’operato del professionista.
Il Giudice decide invece diversamente.
In sede peritale il CTU stenta a
comprendere il “piano di terapia” pro-
posto ed eseguito alla perizianda, non
le chiede adeguate informazioni ed
ignora i dettagli descritti dal conve-
nuto. Confermando la tesi dei tecnici
della paziente, lo censura affermando
che la sua opera «si possa ritenere
incongrua esclusivamente con ri-
guardo al piano di terapia con relativi
onorari e realizzazione di un ponte di
4 (quattro) elementi in metallo cera-
mica supportati anche dagli incisivi
centrali superiori (denti 11 e 21)».
«Il CTU ritiene la condotta del pro-
fessionista nel trattamento terapeuti-
co… sia stato imprudente, negligente e
imperita…» determinando il “danno”
con il «5% di invalidità permanente…
per scarso supporto osseo e negativo
rapporto radice-corona clinica dei
due incisivi centrali superiori…».
Tra le varie “contestazioni” da
parte del CTU alle osservazioni del
convenuto: «... è inesistente il IV se-
stante, essendo l’apparato dentario
suddiviso in 4 (quattro) quadranti,
due per l’arcata dentaria superiore,
due per l’arcata dentaria inferiore…».
ConclusioniAltro caso di corretto operato di un
professionista tacciato come episo-
dio di “malpractice”? È sempre più
frequente la tendenza di pazienti
che rivendicano risarcimenti di pre-
sunti “danni subiti”.
All’ingravescente fenomeno si
aggiunge la censurabilità del criterio
di scelta del CTU da parte del giudice.
Oltre ad alimentare la diffidenza ver-
so la categoria dei Consulenti, la cui
opera può produrre esiti giudiziali
incredibili, ripercuotendosi sull’im-
magine del professionista.
Il 23 giugno 2011, vengono estratti i
due incisivi laterali (Figg. 13, 14) e in-
seriti contestualmente due impianti
Xive (Dentsply) di diametro 3,8 mm e
lunghezza 15 mm (Figg. 15, 16), dimen-
sioni ottimali per la successiva prote-
si (ponte di 4 elementi da 1.2 a 2.2 con
1.1 e 2.1, elementi “intermedi”).
Vengono inserite due viti di gua-
rigione e riposizionato il provvisorio,
debitamente adattato in corrispon-
denza dei due incisivi laterali. Alla
seduta di controllo a una settimana
dall’intervento implantare, la pazien-
te confida, alle assistenti dello studio,
di non aver assunto gli antibiotici
prescritti né prima né dopo l’inseri-
mento degli impianti e tantomeno di
essersi astenuta o limitata dal fumo
di sigarette! Alla seconda visita di
controllo, dopo 30 giorni, la stessa
presenta un pessimo stato di igiene
orale e due ascessi vestibolarmente ai
due impianti (1.2 e 2.2) (Figg. 17, 18).
L’odontoiatra, informata la pa-
ziente dell’accaduto la rende parteci-
pe della necessità di rimuovere i due
impianti21 e, preso atto della sua scar-
sa collaborazione, rinvia la rivaluta-
zione dei siti implantari dopo circa 2
mesi. La paziente ammette le proprie
responsabilità per non aver rispetta-
to le prescrizioni del dentista.
Dopo alcuni mesi, declinando gli
inviti da parte dello studio a ripren-
dere le cure, si rivolge ad altro profes-
sionista, sottoponendosi ad un nuo-
vo trattamento implanto-protesico e
all’estrazioni dei due incisivi centrali
residui con inserimento di quattro
impianti in posizione 1.2 - 1.1 - 2.1 e
2.2. A distanza di circa due anni, la
paziente cita in giudizio il primo
professionista e chiede il risarcimen-
to dei “danni subiti” dal trattamento
implantare “fallito”; contestava inol-
tre i trattamenti protesici effettuati
quattordici anni prima!
L’autore pratica implantologia
dal 1985, perfezionando la sua for-
mazione in ambito accademico e
presso colleghi di fama. Docente in
corsi universitari di implantologia
avanzata, ha tenuto conferenze an-
che in sedi internazionali, ha bre-
vettato una sistematica implantare
ed è autore di pubblicazioni scienti-
fiche su riviste internazionali.
In sede giudiziale i legali del profes-
sionista citato in giudizio chiedono al
Giudice, di nominare un CTU di eleva-
Fig. 13 Fig. 14 Fig. 15 Fig. 16
< pagina 4
Fig. 17 Fig. 18
6 Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018
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News & Commenti
Si sta sempre più palesando
l’“assurdo”, concettuale, etico e
scientifico, dell’uso della sostanza
più neurotossica, il mercurio, per
motivi “sanitari”, nella “discono-
scenza” degli effetti che esso ha avu-
to, e continua ad avere, sulla salute
dell’Uomo e dell’Ambiente.
Perché parlo di “momento sto-
ricamente importante”? Le prove
inconfutabili sulla tossicità del mer-
curio dell’amalgama vanno di pari
passo alla crescita della consapevo-
lezza sul rispetto della salute umana
e della natura: presa di coscienza e
nuove conoscenze stanno demolen-
do il pauperismo culturale a soste-
gno di quell’incredibile paradosso
scientifico rappresentato dall’amal-
gama che, nell’ipocrita “convinzio-
ne” (anche ordinistica e di categoria)
di efficacia e sicurezza, è causa di
gravi patologie neuro-degenerative.
Sta ormai passando anche il con-
cetto che quella odontoiatrica non è
“categoria protetta” dal rischio tossico-
logico per volontà divina, né tantome-
no ordinistica, ma che, anzi, è quella
più esposta ai pericoli dei vapori mer-
curiali. Fanno scuola i lavori di Nylan-
der, Rowland, Aaseth, Hilt, Bjorklund,
Nagpal, Crocombe, Johnson e molti al-
tri (vedi database IAOMT-Dental Per-
sonel), sugli effetti del mercurio sulla
salute di dentisti e assistenti dentali.
Fanno breccia le iniziative dell’Inter-
national Academy Oral Medicine and
Tossicology (IAOMT), di cui recente-
mente abbiamo costituito il “Chapter
Italia”, che dimostrano sempre più la
necessità di protocolli a tutela in am-
bito professionale.
Fa timidamente capolino anche
la consapevolezza che il “mercuria-
lismo” è malattia professionale per
la nostra categoria e che abbiamo
tutto il diritto di:
- Essere tutelati nell’esercizio della
professione attraverso un’infor-
mazione non solo scientifica (spes-
so “manovrata”) ma anche legale;
- Essere indagati a fini diagnostici
e preventivi, attraverso la ricerca
del mercurio nel nostro organi-
smo, prima di esserlo dal punto
di vista penale da parte di pazien-
ti e di associazioni ambientaliste.
Tutto ciò anche per evitare che si
attivi una class action “universale”
contro noi dentisti che potremmo
Probabilmente è questo, storica-
mente, il momento più importante
nella secolare discussione sull’a-
malgama. Era il 1831 quando zio e
nipote Crawcour portarono in Ame-
rica il composto, creato da Bell e
perfezionato da Taveau (attraverso
il grattamento di monete d’argento
mescolato al mercurio), denomina-
to “Royal Mineral Succedaneum”,
quale alternativa alle otturazioni in
oro allora utilizzate.
Gli anni successivi furono quel-
li più furenti in quella denominata
“La Guerra dell’amalgama” fra due
schieramenti opposti: etiche e de-
ontologiche le argomentazioni dei
contrari all’uso del mercurio da una
parte, di praticità e chiaro vantag-
gio economico quelle dei sosteni-
tori dell’amalgama. Come spesso
accade, furono i secondi a prevalere.
Evoluzione delle coscienze e del-
la scienza sono una endiadi che nel-
la storia umana ha spesso dimostra-
to un’intima relazione e, seppur con
cronico ritardo, ciò sta avvenendo
anche sul tema amalgama.
Sul tema “amalgama” aggiornamenti prospettive ed implicazioni legali
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7Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018
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essere considerati correi – o primi re-
sponsabili – nel determinismo di una
miriade di malattie mercurio-corre-
late, oltre che di danno ambientale.
In quest’ottica vanno inquadrate
due importanti iniziative che, pa-
rallelamente ma in maniera del tut-
to indipendente, stanno prendendo
corpo in questi mesi:
- La strutturazione del Post-Gra-
duate (o Master) in “Odontoiatria
Biologica e Sistemica” (già orga-
nizzato e approvato al/dal San Raf-
faele di Milano e successivamente
abrogato dallo stesso Istituto);
- La valutazione di una class action
di categoria per richiesta danni e
risarcimento economico agli enti
preposti al controllo da parte dei
dentisti esposti senza adeguate
informative, istruzione tossicolo-
gica e tutela, al mercurio durante
la propria attività professionale.
E per un’azione preventiva volta
a garantire se stessi rispetto alla
potenziale chiamata in causa, in
termini risarcitori e/o penali, da
parte di pazienti, ambientalisti e
da dipendenti per la mancata tu-
tela sul posto di lavoro.
Tale iniziativa è rappresentata
dall’Associazione CODICI Onlus -
Centro per i Diritti del Cittadino –
(http://codici.org/iscriviti.html) con
il patrocinio dell’Avv. Massimo Lon-
garini ([email protected] – tel.
392/0502574) per garantire i diritti
inalienabili del cittadino (operatori
odontoiatrici compresi) alla salute,
basandosi sul principio intoccabile
della Costituzione che all’art. 32 re-
cita: «La Repubblica tutela la salute
come fondamentale diritto dell’indi-
viduo e interesse della collettività».
Il suo valore cogente risulta oggi
definitivamente acquisito con l’ap-
profondimento del nesso indissolu-
bile fra salute individuale e salubrità
ambientale: la salute, cioè, non può
prescindere dal contesto in cui vivia-
mo, con la conseguenza che tutti gli
attentati all’ambiente costituiscono,
in forma più o meno diretta, “lesioni”
della salute, individuale e collettiva,
intesa secondo l’OMS quale «stato di
completo benessere fisico, mentale e
sociale e non solamente un’assenza
di malattia o di infermità».
Ciò in linea con i principi cardi-
ne della Convenzione di Minamata
che sta ottenendo la “phase out”
dell’amalgama principalmente per i
danni ambientali provocati dal mer-
curio odontoiatrico (gli studi denti-
stici rappresentano, sempre secondo
l’OMS, la maggior fonte non indu-
striale di inquinamento mercuriale),
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oltre che per la tutela della salute del-
le fasce più deboli della popolazione.
L’azione di classe associativa ha
quale sua esclusiva finalità quella
di tutelare con ogni mezzo legit-
timo, ivi compreso il ricorso allo
strumento giudiziario, i diritti in-
violabili dell’uomo sanciti dalla
Costituzione e dall’Organizzazione
Mondiale della Salute che afferma
«il godimento del miglior stato di
salute raggiungibile costituisce uno
dei diritti fondamentali di ogni es-
sere umano senza distinzione di
razza, religione, opinioni politiche,
condizione economica e sociale».
I diritti costituzionali e quelli in-
dicati dall’OMS, si sommano al “prin-
cipio di precauzione” stabilito a Rio
de Janeiro nel 1992 e al Decreto Le-
gislativo 81/2008, noto anche come
“Testo Unico”, sull’onere a valutare
tutti i rischi sanitari e sociali. Per cui
con ancor maggior forza si può affer-
mare come vincolo inalienabile l’ob-
bligo alla tutela della salute, non solo
dei pazienti, ma degli stessi operatori
odontoiatrici: cioè noi.
Raimondo Pische© S
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< pagina 6
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News & Commenti
Rossella Abbondanza, Presidente
dell’Associazione di Assistenti alla
poltrona (IDEA, Italian Dental Assi-
stants) parla delle due diverse figure
del team odontoiatrico, che vengono
talvolta impropriamente accostate,
pur essendo decisamente diverse.
Accade sempre più spesso, all’in-
terno dei numerosissimi gruppi Fa-
cebook, di imbattersi in discussioni
tra chi intende conseguire la qualifi-
ca e colleghe disilluse e demotivate
dalle esperienze negative accumu-
late negli anni che puntualmente
consigliano: «Fossi in te farei un pic-
colo sforzo e cercherei di diventare
un’igienista. Loro guadagnano di
più e vengono rispettate».
Questa abitudine di sentenziare
in modo superficiale senza peraltro
rispondere alla richiesta di chi desi-
dera soltanto conoscere più da vici-
no la nostra professione genera una
visione del tutto distorta dell’attivi-
tà ASO. Perché consigliare di diven-
tare igienista a chi ha già scelto di
diventare Assistente?
Per rispondere è opportuno cono-
scere la differenza tra lavoro dipen-
dente e autonomo ma anche, e so-
prattutto, tra ASO e igienista dentale.
Partiamo quindi dalla prima, figura
di interesse sanitario recentemente
regolamentata dal DPCM del 6 aprile
2018. E dalla definizione di “lavora-
tore dipendente” (art. 2094 CC) ossia
«Chi si obbliga mediante retribuzio-
ne a collaborare nell’impresa, pre-
stando il proprio lavoro intellettuale
o manuale alle dipendenze e sotto la
direzione dell’imprenditore».
Tratto tipico della subordinazio-
ne è l’assoggettamento alle altrui
direttive, con obbligo di eseguire
la prestazione presumibilmente a
titolo oneroso. Cosa fa in effetti un
ASO? L’Accordo Stato Regioni del 23
novembre 2017 dice che «attenendo-
si alle disposizioni dell’Odontoiatra,
è in grado di assistere lo stesso e i
professionisti del settore durante le
prestazioni proprie dell’odontoiatra,
di predisporre l’ambiente e lo stru-
mentario, relazionarsi con le perso-
ne assistite, collaboratori esterni e
fornitori e di svolgere attività di se-
greteria per la gestione dello studio.
Non può svolgere alcuna attività di
competenza delle arti ausiliarie delle
professioni sanitarie, delle professio-
ni mediche e delle altre professioni
sanitarie per l’accesso alle quali è ri-
chiesto il possesso della laurea».
Figura quindi di “interesse sani-
tario” (che si differisce dal sanitario),
si occupa dell’accoglienza della per-
sona assistita, dell’allestimento de-
gli spazi e strumentazioni di tratta-
mento odontoiatrico, dell’assistenza
all’odontoiatra e trattamento della
documentazione clinica e ammini-
strativo contabile. Tutto dettagliata-
mente definito nell’all. 1 dell’Accordo
che elenca queste attività:
- Accoglienza persona assistita.
Accoglie la persona assistita nello
studio, raccoglie i dati anagrafici
e personali al fine di completare
il documento contenente l’a-
namnesi della persona assistita,
assiste la persona prima, durante
e dopo i trattamenti, cura i rap-
porti con i professionisti e gli altri
operatori dello studio, con i con-
sulenti e i collaboratori esterni.
- Allestimento spazi e strumenta-
zioni di trattamento odontoia-
trico. Sanifica e sanitizza i diversi
ambienti di lavoro, prepara l’area
dell’intervento clinico, la decon-
tamina, la disinfetta e la riordina,
decontamina, disinfetta, pulisce
e sterilizza gli strumenti e le at-
trezzature, esegue il controllo
delle scadenze e lo stoccaggio
Vorrei diventare un’ASO (o forse è meglio igienista)?
dei farmaci, dei materiali denta-
li, dello strumentario e delle at-
trezzature, raccoglie ed esegue lo
stoccaggio e lo smaltimento dei
rifiuti sanitari differenziati.
- Assistenza all’odontoiatra. L’Aso lo
assiste nelle attività proprie dell’o-
dontoiatria, lo supporta nell’or-
ganizzazione dei soccorsi per le
emergenze e nelle manovre di
primo soccorso, aiuta la persona
assistita ad affrontare eventuali
disagi durante l’intervento.
- Trattamento documentazione
clinica e amministrativo conta-
bile. Gestisce le procedure am-
ministrative di accoglienza e di
dimissione della persona assisti-
ta, le prenotazioni e il calendario
degli appuntamenti, lo scheda-
rio delle persona assistite, la do-
cumentazione clinica e il mate-
riale radiografico e iconografico
delle persone assistite, i rapporti
con fornitori, agenti di commer-
cio, informatori scientifici, con-
sulenti e collaboratori esterni, il
magazzino e la cassa.
Tutto questo definisce schema-
ticamente e dettagliatamente una
professione la cui bellezza non si
apprezza tuttavia con la semplice
lettura di un mansionario. Essere
ASO significa amare il contatto con
la gente, avere a cuore la salute del
prossimo, la voglia di ricoprire un
ruolo che può, ad un occhio poco
attento, apparire marginale ma in
realtà fondamentale per il buon an-
damento dello studio odontoiatrico.
Essere ASO significa aver scelto di
ricoprire un ruolo che non richiede
una laurea ma un attestato di qua-
lifica e lavora dietro indicazioni del
titolare osservando rigorosamente
le sue direttive. Dettaglio importan-
te perché molti dipendenti riten-
gono giusta o no una sua richiesta
senz’avere spesso idea degli aspetti
che egli cura in prima persona e
decidendo arbitrariamente (con re-
lativi rischi) nello stabilire obiettivi,
decidendo con quali mezzi e ritmi
di lavoro raggiungerli.
L’ASO non risponde personal-
mente di eventuali danni ma solo in
caso di abuso di professione, punto
da focalizzare perché ultimamente
le pene si sono notevolmente ina-
sprite. Capire se quel che viene ri-
chiesto è di propria competenza o
meno è importante poiché la legge
non ammette ignoranza.
Quindi per lavorare un ASO deve
semplicemente possedere un at-
testato di qualifica (700 ore di for-
mazione da conseguire in 12 mesi),
siglare un contratto di lavoro ed
effettuare l’aggiornamento obbliga-
torio di 10 ore all’anno, obbligatorie
non soltanto per chi è in attività
ma per tutti gli ASO che desiderano
mantenere la qualifica.
L’Igienista Dentale è invece una
figura sanitaria che può lavorare
all’interno di strutture sanitarie
pubbliche o private, come dipen-
dente o come libero professionista.
Svolge i propri compiti sulla base
delle indicazioni di odontoiatri e
medici chirurghi abilitati. Se desi-
derasse lavorare come ASO dovreb-
be solo conseguirne la qualifica.
Suoi compiti principali? Effet-
tuare la pulizia dei denti; rilevare la
presenza di fattori che causano tar-
taro o placca batterica ed effettuar-
ne la rimozione e i fattori di rischio
per l’insorgenza di problemi relativi
a denti e mucose gengivali; applica-
re fluoro e agenti rimineralizzanti ai
pazienti che lo necessitano; istruire
e consigliare sull’igiene orale, la pre-
venzione, e la corretta alimentazio-
ne per una sana salute dentale.
È più frequente che un Igieni-
sta Dentale lavori con Partita IVA e
presti la propria opera di consulen-
za presso più studi odontoiatrici.
Un’attività quindi che richiede già
in partenza requisiti differenti ri-
spetto all’ASO: conseguimento del-
la laurea triennale in Igiene dentale,
iscrizione all’Albo degli Igienisti
Dentali, apertura partita IVA, ECM
annuali (150 crediti triennali, con
alcune variabili).
Un igienista che scelga di lavora-
re in proprio spesso è soggetto a nu-
merosi spostamenti, difficilmente
opera presso un solo studio odonto-
iatrico. Procurarsi il lavoro e gestire
adeguatamente i guadagni non è
così semplice come potrebbe appa-
rire. Spesso i dipendenti idealizzano
l’attività autonoma pensando ai pre-
valenti aspetti positivi: più guada-
gno, libertà, autonomia decisionale,
più rispetto. Fermo restando che il
conseguimento di una laurea è sem-
pre una scelta da incentivare, si deve
sminuire l’importanza del ruolo ASO
prendendo coscienza che non tutti
sono disposti a studiare, a dedicare
tante energie (ma anche tanto dena-
ro) per guadagnarsi una posizione di
rispetto. Ma si può orgogliosamente
svolgere un lavoro in grado di offrire
molto dal punto di vista umano. È a
propria discrezione diventare pro-
fessionisti qualificati o continuare ad
eseguire gli ordini senza cognizione
di quanto si sta eseguendo.
Le due figure, ASO ed Igienista
Dentale, non si incontrano in nessun
punto mansione o sfumatura. Sono
figure dello stesso team con attività
che ad entrambe danno l’opportuni-
tà di sentirsi fiere del proprio lavoro,
se fatto con professionalità, espri-
mendo così il proprio valore.
Rossella Abbondanza, Presidente Italian Dental Assistants ( IDEA)
www.dental-tribune.comAllegato n. 1
di Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018 - anno XIV n. 10Ottobre 2018 - anno VI n. 2
Come è cambiata la terapia parodontale non chirurgicaConsuelo Sanavia
La prevenzione odontoiatrica in gravidanzaValeria Cau
Il periodo della gravidanza costitu-
isce, per la donna, un importante
cambiamento sia fisico che emoti-
vo. L’organismo mette in moto la
propria fonte di energia più potente,
per partire dall’unione di due sem-
plici cellule e generare una nuova
vita. Se dal punto di vista emotivo si
tratta di un vero e proprio miracolo,
da quello scientifico l’organismo si
trova ad ospitare, per un tempo li-
mitato, il feto in crescita.
Quest’ultimo si alimenta di ciò
che la mamma introduce in sé,
usufruendo delle sue energie per
crescere e formarsi. Attualmente si
è constatato che i cambiamenti a ca-
rico dell’endometrio della sacca ge-
stazionale non sono regolati esclu-
sivamente dagli ormoni sessuali,
ma in parte mediati dalle cellule del
sistema immunitario, con un com-
portamento molto simile a quello
che si verifica nell’instaurarsi di
un’infiammazione.
Entrando nel dettaglio, vi è una
classe di globuli bianchi, riconosciu-
ta come Th2, che durante il periodo
della gravidanza si attiva per difen-
Evviva l’eccellenza vs l’ignoranza sanitaria alimentata dalla reteGiulio Del Mastro
Sono un’igienista dentale e lavo-
ro nell’ambito della prevenzione
orale fin dagli anni ‘80. Mi occupo
anche di formazione e organizzo
corsi rivolti ai colleghi. In questi
trent’anni ho vissuto in prima
persona i cambiamenti dell’odon-
toiatria e il modo in cui si è evo-
luto il concetto di prevenzione.
In questo articolo, ripercorrerò le
innovazioni più significative che
hanno interessato la terapia pa-
rodontale. Cambiamenti avvenuti
sia sul piano della comunicazio-
ne, ma anche dell’interpretazione
della malattia e degli strumenti.
Anni ottanta: Nel 1965 il ricerca-
tore H. Loe dimostrò la relazione di
causa-effetto della placca batterica
sullo sviluppo della gengivite. Fino
ad allora, i batteri non erano rite-
nuti la causa primaria dei problemi
gengivali, anche se molti anni pri-
ma Charles Bass (1875-1975), stu-
dioso di malattie tropicali, aveva
dimostrato che pulendo bene con
spazzolino e filo i problemi gengi-
vali miglioravano. La divulgazio-
ne di alcuni concetti basilari della
parodontologia impiegarono qua-
si due decenni per raggiungere il
mondo odontoiatrico. Molti den-
tisti generici, fino alla fine degli
anni Ottanta, consideravano la ri-
mozione del tartaro più un fattore
cosmetico che curativo. Il sangui-
namento gengivale non veniva
collegato alla presenza batterica e
lo spazzolamento era spesso sconsi-
gliato per non ferire la gengiva.
Citando Bertrand Russell, l’Autore
afferma che in ogni cosa è salutare,
di tanto in tanto, mettere un pun-
to interrogativo a ciò che a lungo si
era dato per scontato.
Confesso, non sono un paro-
dontologo. Nonostante ciò sono
un inguaribile curioso e leggo
molto. Per questo sono impres-
sionato dallo sviluppo raggiunto
in questo settore – parte del meri-
to va all’eccellenza dei ricercatori
italiani – con le esperienze degli
ultimi anni.
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Perio TribuneThe World’s Periodontic Newspaper • Italian Edition
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dere il feto, in modo che venga ac-
cettato dal corpo materno. Possiamo
affermare che lo stato “infiammato-
rio” generato indica una “difesa” da
parte del nostro corpo, non necessa-
riamente sintomo di malattia.
Miglioramento dei siti trattati con TPNC evidenziabile attraverso l’RBL (Radiographyc Bone Loss) in un paziente con parodontite di Stadio III e Grado A.
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re, device, metodiche originali, tut-
to un mondo in divenire che rende
la pratica chirurgica più semplice,
predicibile e anche piacevole.
Tutto perfetto, allora? La stona-
tura riguarda due fattori che ap-
pesantiscono come una zavorra,
non accompagnando l’evoluzione
tecnologico-operativa. Queste due
variabili sono alquanto costanti (!)
in ambito odontoiatrico e tuttora
poco controllabili: paziente e ope-
ratore generico. A dispetto del ter-
mine, i pazienti sono sempre meno
accondiscendenti e – peggio! – sem-
pre più “zozzi”. Cellulari ultimo gri-
do, abbigliamento griffato, agenda
degli appuntamenti fittissima e
impenetrabile alle sedute odon-
toiatriche ma… un livello d’igiene
orale deprimente.
Avete mai provato a convincere
un fumatore a smettere? Ci sono ri-
uscito, a volte (posso contarle sulle
dita delle mani), ma con estrema
fatica; parecchi mi hanno ascoltato
e hanno almeno ridotto notevol-
mente la loro gratificazione nicoti-
nica, pur senza interrompere. Uno
sforzo e un lavoro di logoramento
ai fianchi durato mesi.
Ebbene, nonostante ciò, è mol-
to più complesso portare un indi-
viduo assolutamente noncurante
nei confronti dell’igiene orale a un
livello accettabile di gestione della
pulizia: purtroppo ci troviamo a
condividere la nostra professiona-
lità con persone che riescono con
difficoltà ad approcciare la dura
realtà dei fatti: denti e mucose del
cavo orale devono essere puliti. In
modo corretto. Tutti i giorni. Più
volte al giorno.
Se parlate ad un paziente del
grande rialzo di seno mascellare
probabilmente, web docet, potrebbe
tenervi lui una lezione. Interrogato
invece su terapie rigenerative o trat-
tamento causale inizierebbe a stra-
buzzare gli occhi. A domande su filo,
scovolino o la corretta forma di uno
spazzolino la reazione potrebbe poi
andare da una marcata contrizio-
ne per la mancata conoscenza a un
sano scetticismo.
Sembra impossibile ma questi
semplici concetti sono difficili da
far recepire a persone di qualsiasi
grado d’istruzione e con qualsiasi
metodo (dai modelli dimostrativi
agli audiovisivi più sofisticati e per-
sonalizzati). Adulti che, a loro volta,
trasmetteranno la loro scarsa moti-
vazione anche ai propri figli.
L’ignoranza sanitaria alimentata
dalla rete sta raggiungendo livelli
di guardia; il ricorso a Doctor Goo-
gle piuttosto che al proprio curante
è causa di disinformazione e errori
da autodiagnosi, particolarmente
pericolosi soprattutto ora che è ac-
clarata la stretta relazione tra i fat-
tori di rischio comuni, ad esempio,
a malattie cardiovascolari, diabete e
malattie parodontali.
L’altro fattore dell’equazione è il
dentista generalista. Non si offenda-
no i colleghi che esercitano con pro-
fessionalità, perché il termine non
è riduttivo, anzi: occuparsi in toto
dei vari ambiti in cui è sfaccettata
l’odontoiatria è complesso e richie-
de risorse ingenti, anche se questo
complica la gestione del proprio
tempo e a volte può rallentare l’in-
troduzione nella routine di tecniche
o apparecchi di utilità acclarata.
La realtà della professione ha
però molte altre declinazioni. Pen-
siamo a studi enormi o a catene
poliprofessionali (aberrazioni tay-
loriane del Chaplin in Tempi Mo-
derni) e all’operatore cottimista che
vi lavora, spesso semplice esecutore
di piani di trattamento elaborati da
altri, a volte nemmeno laureati. Si
può ipotizzare come sia frustran-
te e difficile cercare motivazione e
attenzione al parodonto, quando
pazienti e colleghi subiscono il trat-
tamento più che condividerlo. Non
posso evitare di pensare a polli in
batteria. In tutti i sensi.
Esistono colleghi che vedono la
sonda parodontale come posseduta
dal demonio e la dimenticano in giro,
salvo magari riesumarla per dare
un riferimento dimensionale alle
dimensioni di una cisti rimossa ca-
sualmente e da pubblicare su Fb. Non
ridete, ho iniziato l’attività da una
collega che teneva gli strumenti en-
dodontici sparpagliati in un cassetto
e li usava chiamandoli “ferretti”.
Altri vedono solo il fatturato,
inconsapevoli – o meglio, consape-
voli ma indifferenti – dell’inelutta-
bilità di un preliminare recupero
parodontale per un elemento che
necessiti di essere protesizzato. Con
una corona totale, ovvio, mai e poi
mai con un onlay, colpevole di es-
sere troppo rispettoso dei tessuti
marginali. Eppure basterebbe chiac-
chierare con qualsiasi protesista per
inquadrare che i problemi legati al
parodonto sono fra le prime cause
degli insuccessi in protesi.
Quindi?
È chiaro che esistono casi più o
meno complessi. Alcuni possono
essere gestiti in uno studio non spe-
cialistico senza problemi. In ogni
caso ogni operatore dovrebbe esse-
re in grado di provvedere a una pre-
parazione iniziale corretta, alla mo-
tivazione – il lavoro più arduo – e al
trattamento di buona parte dei casi
di pertinenza non chirurgica.
Chiunque è sovrano assoluto
nel proprio studio professiona-
le e può decidere di non eseguire
alcune specialità ma un’attività
seria dev’essere organizzata per
intercettare tutti i tipi di patologie
e intervenire, in proprio, attraver-
so collaboratori o riferendo il pa-
ziente all’esterno. Non vale fare gli
struzzi, in medicina non paga.
Ci sarà sempre spazio per am-
pliare l’orizzonte della ricerca ma
si deve lavorare di pari passo su for-
mazione e informazione. Pazienti
e colleghi devono collaborare per
ottimizzare la compliance e rende-
re effettivamente strutturali tutti i
progressi ottenuti. Solo così si potrà
radicare in tutti gli attori il concetto
del parodontologo come chi salva i
denti e che i propri denti – puliti –
sono meglio di qualsiasi impianto.
Abbasso l’ignoranza!
Giulio Del Mastro
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Si asportava il tartaro usando
scaler grossolani, mentre le mac-
chie si eliminavano con polvere di
pomice mischiata con acqua. Il trat-
tamento della parodontite consi-
steva per lo più nella rimozione del
dente e la sua sostituzione con ponti
fissi e protesi mobili.
Giovani dentisti italiani formati
negli Usa fondarono nel 1979 la SIDP
(Società Italiana di Parodontologia).
Negli anni ’90 ebbi la fortuna di col-
laborare con uno dei soci fondatori
della SIDP, il dott. Carlo Mazzocco di
Padova, con il quale approfondii le
mie conoscenze di terapia parodon-
tale non chirurgica.
Anni novanta: L’interesse per la
parodontologia cresceva, pur restan-
do un settore di nicchia. Si svilup-
parono conoscenze sulla specificità
batterica (Miller 1973)1 e iniziò una
nuova era di ricerche basate sull’im-
piego di antisettici e sull’impiego
degli antibiotici. Si puntò verso la te-
rapia rigenerativa guidata, fino all’e-
stetica muco-gengivale. La terapia
parodontale non chirurgica (TPNC)
era considerata propedeutica agli
eventuali trattamenti chirurgici.
Si procedeva con curette sito-
specifiche di Gracey e la rimozio-
ne del cemento infetto era tra gli
obiettivi della terapia. Levigare la
radice tramite il “root planning”
era al centro della terapia parodon-
tale non chirurgica (TPNC), e anche
il curettaggio dei tessuti molli era
compreso nelle procedure. Si elimi-
navano molti batteri, l’infiamma-
zione regrediva velocemente, ma
sopraggiungevano forti problemi
di ipersensibilità. La clorexidina
era ampiamente utilizzata e i trat-
tamenti desensibilizzanti erano
prevalentemente a base di fluoruri.
La comunicazione con il paziente
parodontopatico era basata su un
modello che poneva la terapia stes-
sa e il suo successo come focus della
comunicazione. Si impartivano tec-
niche di spazzolamento standardiz-
zate e spesso difficili da attuare.
Anni duemila: la clinica fu inno-
vata con la tecnica del Periodontal
Debridement (PD). In particolare,
la tecnica del Debridment nacque
con il passaggio dalla teoria sulla
specificità della placca, alla intera-
zione tra placca, ospite e risposta
immunitaria. Un soggetto con una
“certa soglia” di tollerabilità del
suo microbioma orale, si dimostrò,
avrebbe potuto risolvere i problemi
di infiammazione al di sotto di tale
soglia2. Inoltre si scoprì che l’LPS,
tossina batterica che innesca mec-
canismi distruttivi sul parodonto,
non penetra il cemento; anzi, lo
stesso cemento può aiutare la rige-
nerazione dei tessuti.
Terapia chirurgica e non chirur-
gica non puntano più all’estensi-
va levigatura radicolare3, 4. Con il
debridement, ovvero la rimozione
dei tessuti infetti fino ad arrivare a
quelli sani, si affermava una terapia
di decontaminazione della tasca con
l’impiego di strumenti ultrasonici
specifici per il parodonto. Il risulta-
to della terapia, da quel momento in
poi, si misurerà in base alla risposta
dei tessuti (assenza di infiammazio-
ne) e a un indice di sanguinamento
al sondaggio negativo (BoP, Blee-
ding on Probe). La rimozione del
tartaro rimane indispensabile per
una effettiva riduzione dell’infiam-
mazione a lungo termine5, 6.
Da Placca dentale a BiofilmNello stesso periodo, si individuò
nel biofilm il responsabile delle
malattie di tipo cronico e delle infe-
zioni nell’organismo. Fu dimostra-
to che la disgregazione meccanica,
con spazzolino e strumentazione
interdentale, abbatteva gli effetti
negativi del biofilm dentale e gen-
givale. Lo spazzolino elettrico fu
un’autentica rivoluzione, provando
un’efficacia maggiore rispetto allo
spazzolino manuale7, l’efficacia di-
sgregante dei sistemi roto-oscillan-
ti e sonici rimettono in discussione
anche le vecchie tecniche manuali
spesso fallimentari per la difficoltà
di attuazione.
OSFMD One Stage Full Mouth DisinfectionNel 2000 furono pubblicati gli
studi dell’Università di Berna e
del ricercatore Quirynen et al.8, 9.
OSFMD si traduce in “disinfezione
totale della cavità orale in un uni-
co tempo” e consiste nella decon-
taminazione, strumentale e chi-
mico-farmacologica, delle tasche
parodontali. Lo scopo è evitare la
ricontaminazione dei siti trattati
da quelli infetti. Il paziente dev’es-
sere trattato in un’unica seduta, o
al massimo nell’arco di due appun-
tamenti nelle 24 ore che possono
durare dalle 2 alle 6 ore. La superio-
rità del protocollo FMD, rispetto a
un protocollo classico a quadranti e
in appuntamenti distanziati10, non
è stata ancora dimostrata. Ma la
sua logica scientifica plausibile ha
offerto alla TPNC un nuovo approc-
cio terapeutico.
Gli anni 2010: L’evoluzione delle
conoscenze e la scoperta delle corre-
lazioni tra la salute orale e il benes-
sere dell’organismo posizionano la
TPNC in un contesto di salute globa-
le del paziente. Ridurre il biofilm pa-
togeno e mantenere la funzione ma-
sticatoria in una bocca salubre, oggi
non è più un miraggio. Nell’era della
medicina predittiva osserveremo
sempre più l’utilizzo di marcatori
biologici che indirizzino la preven-
zione orale verso un trattamento
personalizzato ed ecologico.
La nuova classificazione del pa-
ziente parodontale esprime molto
bene il cambiamento che sta avve-
nendo. Essa non si limita più ad una
stadiazione della patologia, ma as-
socia anche la valutazione biologica
del paziente.
Oggi una nuova tecnologia mec-
canica imprime una svolta al tratta-
mento parodontale: l’uso di polveri
organiche molto sottili, veicolate con
sistemi di air-polish APT (Air-Polish
Therapy)11. Il trattamento risulta
molto confortevole per il paziente
e permette di eliminare il biofilm
sopra e sottogengivale, nella terapia
di supporto, con una efficacia para-
gonabile all’uso degli ultrasuoni con
inserti parodontali, riducendo inol-
tre i tempi del mantenimento.
L’educazione del paziente oggi è
basata sulla partecipazione attiva e
consapevole sia dei rischi sia dei ri-
sultati. L’uso dello spazzolino e degli
strumenti domiciliari in generale è
personalizzato e il risultato dell’ef-
ficacia si misura più con la risposta
dell’organismo, e meno con la per-
centuale di placca residua, e così
viene fatto con i tempi della terapia
di supporto. Il controllo del biofilm
orale ed il ruolo educativo dell’i-
gienista dentale rimane il cardine
indissolubile per il successo della
terapia parodontale
Consuelo Sanavia, Igienista Dentale, Docente
Universitario e in Corsi di Formazione
Come è cambiata la terapia parodontale non chirurgica
SpecialePerio Tribune Italian Edition - Ottobre 2018
< pagina 9
Debridement Parodontale con inserto specifico 10Z Acteon Satelec da utilizza-re con basse e medie potenze.
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bibliografia
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La prevenzione odontoiatrica in gravidanza
Dr.ssa Valeria Cau
La neo mamma è in uno stato di “stress”, per via
dell’aumento delle attività cellulari che fisiologica-
mente il corpo si trova a sostenere. Ma non solo. È di-
mostrato che, durante la gestazione, i livelli di cortisolo
aumentano di ben tre volte rispetto alla media. Questo
ormone è comunemente indicato come quello dello
stress. Genera stanchezza, sbalzi d’umore e una mag-
giore propensione alle irritazioni delle mucose, tutti
sintomi tipici delle donne in gravidanza.
Passando alla bocca, ambito di nostra competenza,
possiamo dire che, soprattutto nei primi mesi, si verifi-
cano nella futura mamma fenomeni edemigeni ed ede-
matosi del parodonto superficiale e una variazione del
colore, con un sanguinamento anomalo nel corso delle
regolari attività di detersione orale. Questo accade per-
ché un’infiammazione instaurata in qualsiasi parte del
corpo agisce a livello sistemico, manifestandosi anche
in aree non direttamente connesse e in distretti lontani
come i tessuti orali.
In alcune circostanze il rigonfiamento gengivale
può accrescere talmente tanto da generare una lesione
conosciuta con il nome di “epulide gravidica”. Si tratta
di una formazione rotondeggiante che si genera a livel-
lo della papilla interdentale, il triangolino di gengiva
posto tra un dente e l’altro, assolutamente benigna, che
a fine gravidanza scompare.
Come si interviene nella pratica?La parola d’ordine è “prevenzione”. La gengivite in gra-
vidanza induce edema delle mucose con conseguente
formazione di tasche tra la gengiva ed il dente. Tali tasche vengono po-
polate dai batteri. Questi, se non vengono rimossi, continuano a nutrir-
si e ad accumularsi, sino a formare la placca batterica. Se la placca non
viene rimossa, si trasforma in tartaro, che ha una consistenza più dura,
ed a quel punto le classiche manovre di spazzolamento domiciliari non
sono più capaci di eliminarlo.
Sappiamo che il periodo della gestazione è una fase molto delica-
ta, nella quale è opportuno prestare attenzione allo stile di vita e a ciò
che si introduce con l’alimentazione in quanto il feto, tramite il liquido
amniotico ed il cordone ombelicale, assimila gli stessi elementi della
mamma. Per lo stesso motivo si sconsiglia l’assunzione di farmaci se
non strettamente necessario, in quanto il feto, in una fase delicata di
crescita e sviluppo, potrebbe subire conseguenze irreversibili.
Per precauzione, anche i più comuni rimedi naturali – come gli oli
essenziali e i fitoterapici – non sono indicati. Inoltre, alcuni oli essenziali
pare espongano al rischio di insorgenza di contrazioni precoci, poten-
zialmente dannose ai fini della corretta progressione della gravidanza.
Il trattamento migliore per evitare il problema è quello di evitare lo
sviluppo della placca batterica. Per questo motivo raccomandiamo alle
future mamme di sottoporsi a più frequenti controlli di prevenzione
ed eventuali ulteriori sedute di igiene orale personalizzata in base alle
condizioni della salute orale. È sempre consigliato continuare a spazzo-
lare i denti nonostante il sanguinamento delle gengive.
L’igienista dentale, nelle sedute professionali in studio, ha il compi-
to non solo di rimuovere l’eccesso di carica batterica responsabile del-
la formazione della placca, ma anche quello di istruire e fornire i giusti
consigli alle proprie pazienti per far si che possano acquisire le compe-
tenze necessarie ad eseguire una buona igiene orale domiciliare. Ven-
gono scelti in maniera personalizzata il tipo di spazzolino, il dentifricio
ed eventuali dispositivi di sostegno per rifinire al meglio la pulizia delle
zone più difficili. Vengono anche dati consigli circa l’alimentazione più
consona a questo importante e delicato momento della vita della donna.
Un buon sostegno nel controllo del processo infiammatorio è dato
dall’assunzione di probiotici. I probiotici sono batteri che concorro-
no a ripristinare lo stato di salute orale e hanno il compito di sostare
all’interno degli spazi presenti tra le gengiva ed il dente, impedendo ai
“batteri antagonisti/opportunisti” di occupare tali sedi. Diversi studi
hanno accertato che possono essere assunti durante la gravidanza e
l’allattamento, in quanto non costituiscono alcun tipo di minaccia per
i processi di crescita e sviluppo del feto. Si raccomanda l’assunzione
sotto il controllo del proprio odontoiatra o igienista di fiducia, quando
si è acquisita una buona tecnica di auto-igiene della bocca.
La prevenzione così fatta richiede un impegno minimo da parte
della paziente in gravidanza. Le consentirà di evitare metodiche di in-
tervento più invasive e pericolose per se e per il suo bambino, garan-
tendole un periodo di attesa più sereno e tranquillo.
www.ricercaorale.it
< pagina 9
• Lim, S. Y. M., E. Riggs, R. Shankumar, P. Marwaha, and N. Kilpatrick. 2018. “Midwi-ves’ and women’s views on accessing dental care during pregnancy: An Australian qualitative study”. Aust Dent J. doi: 10.1111/adj.12611.
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bibliografia
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Ortho TribuneThe World’s Orthodontic Newspaper • Italian Edition
> pagina 7
Il valore della valutazione estetica tridimensionaleGiovanna Perrotti, Giulia Baccaglione
Introduzione“L’occlusione indica dov’è il pro-
blema, il viso del paziente ti indica
come trattare l’occlusione”1.
Così scriveva nel 2004 Arnett
rivoluzionando con i suoi concetti
di estetica facciale il modo di af-
frontare la chirurgia ortognatica e
l’ortodonzia.
L’odontoiatria moderna si è evo-
luta verso paradigmi di estetica e di
armonia dento-facciale sempre più
sofisticati e vicini alla ricerca dell’i-
dealità e della perfezione. Tuttavia,
uno degli aspetti che ancora ha spa-
zio per evolversi e migliorarsi è la più
stretta correlazione fra quelli che
sono i problemi legati alla dentatura,
e in genere al sorriso, e l’aspetto glo-
bale del viso (tessuti molli facciali e
le proporzioni scheletriche).
La dentatura è la base di lavoro
per l’odontoiatra ma il viso del pa-
ziente è l’indicatore di come trat-
tare il suo sorriso. La strada per
ottenere un’estetica del sorriso ide-
ale parte necessariamente da una
valutazione attenta dei parametri
estetici facciali. Sia in presenza di
una malocclusione di un giovane in
corso di crescita, sia nel caso di una
riabilitazione implanto-protesica di
un paziente edentulo i passaggi dia-
gnostici non differiscono per quan-
to possa sembrare paradossale.
Uscire dal ristretto campo del
cavo orale per avere una visione
globale del distretto cranio facciale
è un approccio moderno che ormai
viene affrontato in riabilitazione
implanto-protesica così com’è as-
solutamente di routine in chirurgia
ortognatica maxillo-facciale.
Nel 2005 Testori e Giannì2 ave-
vano individuato come i protocolli
diagnostici in uso routinario in or-
todonzia e in chirurgia maxillo-fac-
No al paziente “terapeuticamente autodeterminato”
Molti nomi in vista dell’Odontoiatria e una folta rappresentanza di Invisalign Technology hanno preso parte a Roma a una Tavola Rotonda su “L’Autodeterminazione terapeutica”, fenomeno in grande sviluppo che colpisce anche l’Ortognatodonzia.
pagina 2
ATTUALITÀ
Disturbi del sonno e del respiro in piccoli pazienti sottoposti a cure ortodontiche
Ne soffrirebbero, secondo una ricerca USA, bambini tra i 9 e i 17 anni e tali “disorders” sarebbero seguiti da irrequietezza, iperattività e scarsa concentrazione. Un fenomeno poco conosciuto, in parte sottovalutato o erroneamente diagnosticato.
pagina 2
ATTUALITÀ
La SIDO a Firenze in un congresso ricco di contenuti interdisciplinari
Oltre agli specialisti di odontoiatria (parodontologia, implantologia, gnatologia, conservativa e protesica) vi sono quelli di medicina estetica, neurologia e chirurgia maxillofacciale per via dei molti problemi di confine (“borderline”).
pagina 3
MEETING & CONGRESSI
ciale potevano essere applicati per
l’inquadramento nosologico di un
paziente candidato a riabilitazione
protesica su impianti osteointegrati.
Profitt per primo delineò uno
schema diagnostico dividendo l’a-
nalisi del viso in macro, mini e mi-
cro estetica. Arnett dettò invece le
linee guida per l’analisi estetica for-
nendo dei parametri di idealità, di
proporzioni facciali e occlusali che
fungono da indicatori per la pro-
gettazione di un caso ortodontico e
maxillo-facciale3.
> pagina 4
Convegno a Torino sulle apnee notturneSei milioni di italiani ne soffrono
Patrizia Biancucci
L’OSAS, patologia complessa e anco-
ra poco trattata. Su questo tema si
è svolto sabato 29 settembre nella
sede dell’Ordine di Torino il Conve-
gno “OSAS, Disturbi respiratori nel
bambino e nell’adulto. Un approccio
multidisciplinare” organizzato dal-
la CAO di Torino in collaborazione
con la SIDO (Società Italiana di Orto-
donzia) e con relatori di vari ambiti
coinvolti nella diagnosi e gestione
OSAS: dal pediatra (Emanuela Ma-
lorgio) al medico di famiglia (Rober-
to Venesia), dall’otorinolaringoiatra
(Fernando Gervasio) al medico del
sonno (Alessandro Cicolin), fino agli
Ortodontisti (Marzia Segù e Gae-
tano Turatti), con due relazioni di-
stinte per il bambino e per l’adulto.
Alla Tavola Rotonda, da titolo signi-
ficativo “OSAS: Chi fa cosa”, hanno
presenziato anche il presidente del-
la SIDO, Giuseppe Fiorentino e della
CAO, Gianluigi D’Agostino.
AD
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 20182
Si è tenuta nella mattinata del 28
settembre presso l’Ordine dei Me-
dici di Roma, un’affollata (e quali-
ficata) Tavola Rotonda dedicata al-
l’”Autodeterminazione terapeutica”
cui hanno preso parte molti nomi
No al paziente “terapeuticamente autodeterminato” Una Tavola Rotonda per arginare un fenomeno crescente
Attualità
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di Dental Tribune Italian Edition Anno XIV Numero 10, Ottobre 2018
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Raoul D’Alessio, Raffaele Iandolo e Antonio Magi durante l’intervista di presen-tazione rilasciata alla trasmissione Uno Mattina su Rai 1.
Cleveland. Ricercatori della Case We-
stern Reserve University’s School
of Dental Medicine hanno scoperto
che circa il 7% dei bambini tra i 9 e i
17 anni in cura ortodontica è ad alto
rischio di disturbi respiratori del
sonno. Disturbo che può portare a
problemi d’irrequietezza, iperattività
e concentrazione. Nella ricerca, 303
bambini o i loro genitori hanno com-
pilato un questionario sul sonno e i
sintomi. Circa il 7% ha risposto con un
numero sufficiente di “sì” indicandoli
quindi come soggetti ad alto rischio
di disturbi del sonno e del respiro.
«Una percentuale più elevata di
quanto ci aspettassimo» ha detto J.
Martin Palomo, professore del Dipar-
timento di Ortodonzia della Scuola
di Odontoiatria e autore senior dello
studio. I ricercatori osservano che i
disordini nella respirazione durante
il sonno nei bambini possono essere
non sufficientemente riconosciuti
e sottovalutati e ipotizzano che la
stessa percentuale di adolescenti
sottoposti a cura ortodontica sareb-
be ugualmente a rischio.
Secondo Palomo, tuttavia, gli or-
todontisti sono in grado di poter aiu-
tare i pazienti colpiti perché visitano
bambini il cui sviluppo facciale o al-
lineamento mascellare è influenzato
da problemi respiratori. Quando in-
dividuano un potenziale problema,
possono quindi rivolgersi a uno spe-
cialista del sonno «processo biolo-
gico ben organizzato e rigidamente
regolato che influisce sul funziona-
mento quotidiano e sulla salute fisi-
ca e mentale - dice Palomo -. Il son-
no, o la sua mancanza, colpiscono in
modo diverso adulti e bambini».
Una respirazione disordinata,
si caratterizza in vari modi ano-
mali, tra cui l’apnea. Quando gli
adulti si stancano, in genere mo-
strano segni di sonnolenza: sba-
digliano, sentono le palpebre farsi
pesanti e si siedono per riposare.
Al contrario, i bambini tendono a
diventare iperattivi: potrebbero
arrivare a russare, respirare attra-
verso la bocca durante il giorno,
svegliarsi con la bocca secca o di-
strarsi facilmente.
Palomo spera che la ricerca sia
utile sia per formare il pubblico e
serva anche agli ortodontisti. Sulla
base di rapporti pubblicati, ritiene
inoltre che molti bambini con di-
sturbi del sonno vengano erronea-
mente diagnosticati come pazienti
affetti da “Disturbo da deficit di
attenzione e iperattività” (ADHD),
dato che i sintomi in entrambi i casi
sono sorprendentemente simili.
«Importante è gestire i disturbi del
sonno, prima di curare un paziente
per l’ADHD» aggiunge.
Intitolata “Sleep disordered bre-
athing in children seeking ortho-
dontic care” la ricerca è stata pub-
blicata nell’edizione Luglio 2018
dell’American Journal of Orthodon-
tics and Dentofacial Orthopedics.
Dental Tribune International
Nuova ricerca: il 7 per cento dei bambini in cura ortodontica sarebbe a rischio di disturbi del sonno
Diagnosi Radiologicain Odontoiatria,Stomatologiae ChirurgiaMaxillo-FaccialemedianteCone Beam CT
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*Il costo dell’acquisto è deducibile al 100%
in vista dell’Odontoiatria italiana,
accolti da Antonio Magi, presidente
dell’Ordine dei Medici di Roma e da
Raoul D’Alessio, delegato naziona-
le dei presidenti provinciali Suso,
affiancato il presidente nazionale,
Pietro di Michele.
Presente allo stesso Tavolo, an-
che una rappresentanza di Invisa-
lign Technology, l’azienda leader
nella produzione di allineatori, ca-
peggiata da Fausto Grossi (General
Manager Italy), a conferma, se mai
ce ne fosse bisogno, dell’importan-
za nonché dell’attualità del tema.
Specie in Ortodonzia le politiche
di alcune Aziende insistono infatti
nell’orientare i consumi dei pazien-
ti verso stili di vita e scelte terapeu-
tico ortognatodontiche caratteriz-
zate da totale autonomia, facendo
a meno di indispensabili diagnosi
specialistico professionali.
Con la Tavola Rotonda il Sinda-
cato degli Ortodontisti italiani si
è proposto, quale attento osserva-
tore delle scelte commerciali delle
aziende, di dare maggior evidenza
mediatica al fenomeno, esercitando
al contempo un’azione di stimolo
nei confronti del Governo. Questo
nell’intento di tutelare la salute dei
cittadini e sulla scia di quanto avvie-
ne in altri Paesi, ove è fatto divieto
al cittadino/paziente di effettuare
acquisti diretti di dispositivi medici
ortodontici senza una previa, indi-
spensabile, valutazione clinica.
Dental Tribune Italia
I disturbi nella respirazione dei bambini sono spesso sottovalutati. Nuove ricerche suggeriscono che soprattutto quelli in cura ortodontica vengano sottoposti al rischio di tali disturbi. (Foto: Africa Studio/Shutterstock)
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3Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2018
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Meeting & Congressi
na ndr.) serviranno, come di solito
alcune cifre.
A parte la settantina di relatori di
tutte le specialità che in un modo o
nell’altro vengono a contatto con la
disciplina, vi sono le cifre relative
agli espositori che “parlano” elo-
quentemente di crescita della disci-
plina e di riflesso della Società scien-
tifica che la interpreta ed alimenta.
Due sole cifre esemplari: anno
2011, 1517 espositori, anno 2017, 1846.
m.boc
Osservando più da vicino il 49°mo
Congresso della SIDO che si tiene a
Firenze, dal l’11 al 13 ottobre, si nota
come le sessioni Orthodontics and
Periodontics, Bruxism and Occlu-
sion, Orthodontics and Surgery
conferiscano a questa edizione
una ricchezza di contenuti inter-
disciplinari. Ad accentuare tale
lineamento sono i relatori iscritti:
oltre agli specialisti di odontoia-
tria, ossia parodontologia, implan-
tologia, gnatologia, conservativa e
protesica vi sono quelli di medici-
na estetica, neurologia e chirurgia
maxillo-facciale.
Alla definizione di tale immagine
interspecialistica contribuisce an-
che il titolo dell’evento, il quale, pur
incentrato sulle “Orthodontic chal-
lenges”, parla esplicitamente non
solo di “Doubts, Errors e Teamwork”
legati in particolare all’Ortodonzia,
ma di problemi “borderline”, ossia
di confine. Data l’ampiezza dei temi
trattati, il presidente Emilio Fio-
rentino ha sottolineato in una in-
tervista che nella sessione Doctors
and Staff and 3D Smile-design, la
gestione di studio, staff e paziente,
le nuove forme di comunicazione, la
programmazione 3D e il digital smi-
le design (argomenti tradizionali
ma più che mai attuali) il confronto
sarà serrato.
Soffermandosi invece più in
dettaglio sul paziente “borderli-
ne” Fiorentino lo definisce «test
importante ed insidioso per ogni
medico». Ma in un’epoca di Linee
Guida e di trattamenti scientifi-
camente validati «è importante
– dice – dare dei punti fermi sui
“pro e contro” di ogni soluzione
clinica in modo da evitare scon-
finamenti in “overtreatment” o
“undertreatment”, magari dettati
dalla predilezione di una tecnica
a favore dell’altra».
Pur essendo confinanti, tutta-
via, tra specialità non c’è conflitto,
sottolinea, ma solo voglia di capire
e lavorare in team «al massimo del-
le proprie competenze e nei limiti
del proprio ambito specialistico».
Punto dolente e anche imbarazzan-
te, invece possono essere gli errori
che occupano un posto importante
non solo nel titolo del congresso,
ma anche tra le varie relazioni in
programma.
«Non è stata una scelta facile
proporli come tema di riflessio-
ne – ha ammesso nell’intervista
il presidente Sido – chiedendo di
conseguenza ai relatori un “atto
di umiltà e grande significato di-
dattico”». Anche perché, riflette il
presidente, «siamo tutti portati a
chiudere gli insuccessi in un cas-
setto inaccessibile. O semplice-
mente a non documentarli».
A dare un’idea più ampia dell’e-
vento che precede il fatidico giro
di boa del mezzo secolo di vita
SIDO (racchiudendo buona parte
della storia dell’Ortodonzia italia-
Alla vigilia del mezzo secolo un 49° Congresso SIDO ricco di contenuti interdisciplinari
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Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 20184 Pratica & Clinica
Arnett ha avuto l’intuizione di
considerare i parametri estetici
come indici sui quali tarare gli spo-
stamenti dentali e le osteotomie
scheletriche. Il limite delle sue valu-
tazioni è che i dati venivano indivi-
duati sulla visione profilo metrica e
frontale di tipo bidimensionale.
Se invece consideriamo il viso
del nostro paziente come una real-
tà tridimensionale e dinamica sco-
priamo che l’approccio diagnostico
deve essere più approfondito, av-
valendoci dei mezzi strumentali ad
oggi in nostro possesso.
Gli obiettivi dell’analisi estetica
facciale sono:
- eseguire una valutazione preli-
minare del paziente identifican-
do la necessità o meno di esegui-
re ulteriori indagini strumentali,
soprattutto radiologiche, rispar-
miando al paziente inutili esposi-
zioni a radiazioni ionizzanti;
- valutare la simmetria del volto e
dei segmenti del viso;
- valutare il parallelismo del piano
occlusale con linee di riferimento;
- valutare l’armonia del profilo
(Fig. 1);
- valutare i rapporti verticali fra il
terzo medio e terzo inferiore del
viso (Fig. 2);
L’analisi estetica dei tessuti molli
è una metodica diagnostica di facile
e rapida esecuzione, che permette di
avere importanti indicazioni utili per
la formulazione di un corretto piano
di trattamento. Essa consente infatti
di ricavare informazioni sulle inter-
relazioni fra tessuti molli e basi ossee
sottostanti. Tradizionalmente, l’ana-
lisi estetica facciale viene eseguita
servendosi di una serie di immagini
fotografiche del volto del paziente
con proiezioni predeterminate.
La scansione TC del cranio è or-
mai uno strumento estremamente
diffuso. Le sue potenzialità diagno-
stiche possono essere ampliate an-
che nel settore dei tessuti molli. Lo
studio del rendering dei tessuti mol-
li, per esempio, può essere fonte di
grandi informazioni diagnostiche.
Quando si affronta un caso di
edentulia che si vuole risolvere con
un approccio implanto-protesico, l’e-
same CBCT va richiesto con l’obietti-
vo di avere una visione diagnostica
e progettuale del caso più completa
possibile (Fig. 3). In questo ambi-
to l’intento è quello di dare alcuni
spunti su come utilizzare il rende-
ring dei tessuti molli del paziente.
Descrizione
Punto 1 (Fig. 4): Valutazione dell’altezza faccialeL’analisi delle dimensioni verticali
indica se il paziente ha un’altezza
facciale normale, ridotta o allun-
gata. La dimensione verticale sche-
letrica condiziona la dimensione
verticale occlusale disponibile per
l’inserimento dei tavolati occlusali
protesici che siano funzionalmente
ed esteticamente corretti.
La dimensione verticale totale
del viso viene misurata dal piano
passante per il Punto Nasion molle a
piano passante per il Menton molle
(distanza N*-Me*) che, nella norma,
dovrebbe essere di 137±6,5 mm per
gli uomini e lievemente più corta
per le donne 124,6±4,7 mm.
La dimensione verticale inferiore
viene misurata dal piano passante
per il Punto Subnasale al piano pas-
sante per il Menton Molle (Sn*-Me*).
Il terzo inferiore dovrebbe variare
tra 77mm – 85 mm per gli uomini e
67 mm – 75 mm per le donne.
Punto 2 (Fig. 5)L’altezza e la dimensione del labbro
superiore condizionano l’esposizio-
ne dentale, infatti esiste una cor-
relazione tra questi due elementi.
Un labbro corto di 10-15 mm spesso
porta l’espositore dentale di 4 mm
oltre. Un labbro medio di 20-25 mm
esporrà intorno ai 2,2 mm. Un lab-
bro estremamente lungo 31-35 mm
rischia di esporre non oltre zero,
0,25 mm.
È importante valutare questo
dato per la progettazione della linea
del sorriso per evitare che scompaia
al di sotto del labbro o, al contrario,
che si esponga un eccesso di gengiva
magari non desiderato4.
Punto 3Quanto la posizione degli incisivi
superiori incide sul supporto la-
biale superiore? E qual è la posizio-
ne ideale da considerare affinché
il risultato dei tessuti molli sia
corretto? (Fig. 6).
Nella progettazione implantare
protesicamente guidata possiamo
considerare il posizionamento degli
incisivi superiori in linea con la spi-
na nasale anteriore (Fig. 7).
Se il margine vestibolare della
corona clinica è regolarmente posto
il supporto del labbro superiore sarà
corretto e il suo valore angolare po-
trà variare in un range di 98° a 110°
(Figg. 8a, 8b).
L’angolo naso labiale formato
dall’intersezione di due linee a li-
vello del punto subnasale (una tan-
gente alla base del naso e l’altra al
bordo esterno del labbro superiore)
permette, non solo la misurazione
di esso e il confronto con la norma,
ma di analizzare anche i fattori da
cui dipende, come tip nasale, lun-
ghezza e spessore del labbro, po-
sizione del mascellare superiore e
sostegno dentale.
Il fattore scheletrico della pro-
iezione sagittale della spina na-
sale anteriore è un importante
landmark perché tendenzialmen-
te non si riassorbe anche in pre-
senza di importante atrofia ossea
mascellare.
> pagina 5
< pagina 1
Fig. 3 - Analisi delle corrispondenze tra tessuti molli e tessuti duri.
Fig. 5 - Misurazione dell’altezza del labbro superiore.Fig. 4 - Analisi delle dimensioni verticali eseguita a livello del Rendering 3D dei tessuti molli.
Fig. 6 - La spina nasale anteriore non si riassorbe anche in caso di atrofia ossea.
Fig. 7 - Gli incisivi superiori sono collo-cati correttamente se in linea con la spina nasale anteriore.
Fig. 1 - Analisi profilometrica eseguita a livello del Rende-ring 3D dei tessuti molli.
Fig. 2 - Analisi delle proporzioni perlabiali.
Il valore della valutazione estetica tridimensionaleGiovanna Perrotti, Odontoiatra, libero professionista. Como. Giulia Baccaglione , Odontoiatra, Lake Como Institute.
Fig. 1 Fig. 2
5Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2018 Pratica & Clinica
Nella progettazione implantare
protesicamente guidata il disegno
della posizione dentale ideale può
essere considerato un primo step a
seguito del quale considerare le va-
riabili scheletriche (Figg. 9-11).
ConclusioniL’analisi estetica ricercata a livello
del rendering dei tessuti molli ri-
chiede un training specifico e una
familiarità con i prodotti digitali. La
chirurgia maxillo-facciale ha di fat-
to già consolidato il valore della pro-
gettazione tridimensionale sia per i
tessuti duri che per i tessuti molli
sfruttando al meglio le potenzialità
offerte dall’elaborazione dei dicom
di scansione del cranio.
L’implantologia riabilitativa com-
plessa attraverso il protocollo TFA
- Total Face Approach ha fornito le
prime linee procedurali per la valu-
tazione globale delle problematiche
scheletriche e dei tessuti molli5, 6.
Il Total Face Approach (TFA) è uno
strumento nosologico e diagnostico
che si avvale di un approccio clinico
tradizionale e di una serie di stru-
menti di indagine altamente spe-
cializzati, il tutto espresso in forma
di check list al fine di essere di facile
utilizzo pratico.
Total Face Approach significa
partire da una base diagnostica
adeguata in cui i parametri analiz-
zati comprendono l’intero blocco
maxillo-mandibolare (comprese le
articolazioni temporo-mandibola-
ri, il cavo orale e le arcate dentarie,
i tessuti molli extraorali e intrao-
rali). Dalle numerose informazioni
che risultano da questo percorso
snello e di facile esecuzione emer-
ge un quadro completo dello status
quo del paziente. I dati vengono
poi utilizzati per la progettazione
e pianificazione della riabilitazione
implanto-protesica.
L’idea di partenza è stata quella di
utilizzare il modello diagnostico or-
todontico e della chirurgia ortogna-
tica e applicare alcuni procedimenti
diagnostici alla chirurgia implan-
tare. Si parte dal concetto secondo
cui le arcate dentarie sono inserite
in un contesto strutturale costitu-
ito da ossa, articolazioni, muscoli,
tessuti molli ed è perciò importan-
te pianificare l’inserimento di una
protesi supportata da impianti che
comporta sempre un adattamento
di tipo morfo-funzionale da parte
della struttura ospitante.
È quindi necessario tendere a
replicare il più possibile una con-
dizione di funzionalità ed estetica
ideali. Se l’obiettivo finale è ridare
la dentatura, il percorso diagnosti-
< pagina 4
Figg. 8a, b - Incisivi arretrati non supportano correttamente l’angolo naso–labiale che risulta troppo aperto.
Figg. 10a, b - Angolo naso-labiale eccessivamente chiuso (visione tessuti molli e visione radiologica).Figg. 10c, d - Correzione angolo naso-labiale (visione tessuti molli e visione radiologica) dopo l’inserimento degli impianti e successiva riabilitazione protesica.
Fig. 9 - Analisi cefalometrica eseguita con sovrapposizione di file STL della ceratura diagnostica.
Fig. 11 - Controllo radiologico e cefalometrico dell’inserimento implantare.
Fig. 8a Fig. 8b
1. Arnett GW, Gunson MJ. Facial planning for orthodontists and oral surgeons. Am J Orthod Dentofacial Orthop 2004;126:290-5.
2. Testori T, Gianni AB, Fumagalli L, Capelli M, Zuffetti F, Galli F, Parenti A, Perrotti G, Ca-puzzo C, Baj A, Monteverdi R, Francetti L, Weinstein RL. Approccio razionale alla riabilita-zione implantare: rapporti interdisciplinari fra implantologia ortognatodonzia e chirurgia maxillo facciale. Implantologia 2005;1:295-310.
3. Arnett GW, Jelic JS, Kim J, Cummings DR, Beress A, Worley Jr CMD, Chung B, Bergman R. Soft tissue cephalometric analysis: Diagnosis and treatment planning of dentofacial de-formity. Am J Orthod Dentofacial Orthop 1999;116:239-53.
4. Perrotti G, Testori T, Nowakowska JK, Del Fabbro M, Weinstein RL. Measurement com-parison between data obtained with 3-D reconstruction from CT and cephalometric radio-gram and direct anthropometry and 2D norms. It J Maxillofacial Surg 2014;25:1-2.
5. Perrotti G, De Vecchi L, Testori T, Weinstein RL. Analisi facciale globale: approccio dia-gnostico-terapeutico multidisciplinare alla riabilitazione implantare complessa. Italian Oral Surgery 2012;11(5)(S1):S108-S116.
6. Perrotti G, De Vecchi L, Testori T, Weinstein RL. Proposta di analisi cefalometrica 3D per un’analisi facciale globale in ortodonzia e implantologia. Italian Oral Surgery 2012;11(5)(S1):S154-S164.
bibliografia
co terapeutico è in grado, attraver-
so il TFA, di finalizzare ogni caso di
riabilitazione implanto-protesica
con maggiori dettagli in termini di
funzionalità, estetica e compliance
del paziente.
Il TFA consente in fase preli-
minare di intercettare problema-
tiche di tipo extra e intra orale,
integrandole con la progettazione
implantare. Questa integrazione
può fare la differenza in termini
di risultato finale.
Si parla da molti anni di multidi-
sciplinarità in campo odontoiatrico1
e il TFA è uno strumento idoneo per
eseguire un work flow completo nei
casi di riabilitazione implantare
complessa.
I dati vengono poi utilizzati per
la progettazione a tutto campo
della riabilitazione implantare del
soggetto in esame. Tre punti oltre
all’analisi estetica sono coinvolti
in una programmazione completa
che porta ad un risultato ottimale
in termini funzionali e di armonia
dento-facciale:
1. Analisi della corretta posizione
condilare. Non si può prescin-
dere da una corretta valutazio-
ne dell’articolazione temporo-
mandibolare ogni volta che si
intraprende un percorso riabili-
tativo del cavo orale;
2. Analisi della morfologia cranio-
facciale e delle strutture schele-
triche in toto;
3. Analisi della dentatura residua e
della salute delle mucose orali
A fronte di ciò è corretto dire
come la fase diagnostica risulta
ancora, e sempre, un momento
che non può essere minimizzato
quanto più complesso è il caso da
affrontare.
Fig. 10a
Fig. 10c
Fig. 10b
Fig. 10d
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 20186 Industry Report - Allineatori
Il protocollo Sorridi nasce nel 2015
ed è il primo sistema italiano di alli-
neatori trasparenti con doppia ma-
scherina a spessore variabile e senza
attachment.
I sistemi a spessore variabile sono
oggi considerati in letteratura come i
più biologici tra quelli in commercio
e l’ausilio della biomeccanica, basata
sui punti di pressione, è un ottimo
aiuto agli spostamenti dentali.
Tale protocollo mediante software
per set up virtuale, durante l’analisi
delle movimentazioni, è in grado di
determinare la scelta dello spessore
più idoneo della mascherina in base
al tipo di movimento da effettuare. È
possibile ottenere tutti i movimenti
ortodontici mediante l’utilizzo di due
allineatori per ciascun movimento. Il
movimento inizia con una prima ma-
scherina più sottile detta “soft” e con-
tinua con una seconda mascherina
più spessa detta “hard”. In tal modo
a differenza dei sistemi a monoma-
scherina la forza applicata per ottene-
re lo spostamento dentale è più gra-
duale e gli allineatori restano nel cavo
orale per la metà del tempo, subendo
quindi un minore snervamento.
Gli allineatori risultano inoltre
avere una maggiore estensione e
quindi un appoggio mucoso. Tale
maggiore estensione è determinante
per regolare le forze nelle movimen-
tazioni più complesse come intru-
sioni ed estrusioni, in quanto la forza
che il dente oppone allo spostamen-
to, risulta distribuita su una superfi-
cie maggiore, diminuendo cosi la de-
formazione della mascherina stessa.
Anche l’utilizzo degli attachment,
adoperati comunemente per otte-
nere movimenti più complessi, con
l’utilizzo della doppia mascherina
a spessore variabile e di maggiore
estensione non è più necessario.
Gli allineatori “Sorridi” seguono
la biomeccanica del sistema con di-
vot nata nel 1994 con Sheridan Mc
Minn e Ledaux basata sulla creazio-
ne di punti di pressione all’interno
delle mascherine, al fine di ottene-
re un’implementazione delle forze
rendendo più efficace il movimento
desiderato. Con le pinze MPG il pro-
fessionista può realizzare da solo i
punti di pressione in relazione alla
mappa biomeccanica fornita dall’a-
zienda che segue uno schema mes-
so a punto dall’Università di Ferra-
ra. Tuttavia nel set up è prevista la
funzione divot, pertanto l’allinea-
tore può essere fornito dall’azienda
coi punti di pressione già presenti.
Per quanto concerne il tratta-
mento dell’affollamento, esso viene
effettuato mediante tecnica di Strip-
ping (IPR), descritta da Sheridan. Si
consiglia l’utilizzo del kit intensive
IPR fornito dall’azienda Leone.
Il protocollo “Sorridi” prevede
inoltre una serie di servizi a cui il pro-
fessionista può facilmente accedere.
Ciascun professionista presenta
un proprio account e una propria
area riservata con la quale potrà es-
sere sempre in comunicazione con
l’azienda. Il primo step di lavoro pre-
vede una prevalutazione fotografica
del caso con foto frontale, laterale si-
nistra e laterale destra. Si caricano le
foto sul proprio account e si annota-
no le richieste di allineamento. Entro
due giorni si ottiene una risposta sul-
la fattibilità del caso e un preventivo
approssimativo. Dopo ciò si rilevano
le impronte (tradizionali o digitali) e
verrà effettuato uno studio più ap-
profondito fatto dopo set up digitale.
L’azienda permette un immediato
invio delle impronte mediante foto
tramite whatsapp, a una linea diretta
aziendale. Le immagini saranno con-
trollate su un monitor hd e il profes-
sionista avrà una risposta immediata
sulla qualità dell’impronta con anco-
ra il paziente seduto sulla poltrona.
Dopo l’analisi delle impronte
sarà realizzato il set up digitale se-
guendo le indicazioni del professio-
nista e gli sarà inviata un’animazio-
ne in 3D delle arcate dentarie con
una simulazione animata dell’alli-
neamento, permettendo così al pa-
ziente di previsualizzare il risultato
finale del trattamento. Tale software
permette di osservare anche lo step
singolo con il relativo movimento
dentale e ciò permette di control-
lare quali denti sono interessati in
quel singolo step e confrontare il re-
ale andamento clinico del caso.
Dopo una settimana si riceve la
scatola con le mascherine, la scheda
con tutte le istruzioni sul trattamento
da eseguire e un’igienizzante tascabi-
le per la disinfezione degli allineatori.
Ogni step di movimentazione ha
una durata di quindici giorni ed è di-
viso in due settimane in ognuna delle
quali si useranno sempre due alline-
atori, superiore e inferiore a spessori
diversi, prima quello soft poi quello
hard. Ogni step di avanzamento equi-
vale a quindici giorni di trattamento.
Tra un cambio di allineatore e l’al-
tro si effettua un controllo degli spazi
interprossimali dei denti interessati
alla movimentazione con del filo in-
terdentale. Se il filo non scorre passivo
è necessario un passaggio di stripping
molto fino in quanto il contatto tra i
denti, benché minimo, impedisce la
movimentazione programmata.
Il protocollo “Sorridi” permette
anche l’invio di fotografie ogni due
mesi al fine di controllare il reale
avanzamento del trattamento e in-
tervenire preventivamente in caso
di anomalie.
L’odontoiatria inoltre riceverà una
scheda di riprossimazione contenen-
te tutti i dati necessari per eseguire
la terapia: numero di movimenti
dentali identificati come step, punti
di pressione generati con il software,
attachment anti dislocamento, se ne-
cessari, valori totali di stripping che
servono per eseguire gli spostamenti.
La riabilitazione ortodontica con allineatori invisibili “Sorridi”: case report
Fig. 3 - Confronto trattamento (prima in oro - dopo in rosso).
Figg. 1a-1c - Inizio trattamento.
Figg. 2a-2c - Fine trattamento.
Fig. 1a
Fig. 2a
Fig. 1b
Fig. 2b
Fig. 1c
Fig. 2c
Caso clinicoD.A, paziente femmina di 19 anni, giunge alla nostra
osservazione nel mese di Luglio 2017 presentando un
affollamento inferiore e richiedendone la risoluzione.
La nostra richiesta a “Sorridi” è stata: risoluzione
dell’affollamento, derotazione 33/43 e vestibolarizza-
zione del 32, tutto senza agire sull’arcata superiore e
ipotizzando l’IPR tra 33/34 e 43/44.
“Sorridi” ha così sviluppato il setup con le nostre
richieste e l’allineamento grafico ipotetico. Il caso è
stato trattato in circa 7 mesi con 15 movimentazioni
per un totale di 30 mascherine a spessore variabi-
le senza attachments. L’IPR richiesto è stato rispet-
tato come anche le movimentazioni e l’esclusione
dell’arcata superiore.
Nella scheda del setup abbiamo molte informazioni,
come l’ammontare dei gradi di rotazione di 33 e 43, ri-
spettivamente 9° e 17°, e la vestibolarizzazione del 32 di
3 mm. Inoltre rimane invariata la proporzione del bol-
ton e non si perde la linea mediana.
Il risultato dell’allineamento con queste richieste è
stato eccezionale, senza nessuna rifinitura e con la soddi-
sfazione della paziente. Gli allineatori sono sempre stati
efficaci e le movimentazioni sono state rispettate come
preventivato nel setup. Il bolton misurato dopo l’alline-
amento è risultato con proporzioni perfette, 91% per le
intere arcate e 77% per il gruppo anteriore (Figg. 1-3).
Dr. Antonio Palladino, odontoiatra libero professionista in Barletta
7Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2018
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Meeting & Congressi
Al termine uno spazio riservato
ai soci SIDO, ai quali un socio atti-
vo IBO ha illustrato come prepara-
re i casi da presentare per il Model
Display (esame per il passaggio di
categoria da Socio provvisorio a
ordinario) e per l’IBO (esame per
ottenere il Certificato di Eccellenza
in Ortodonzia).
Cosa vuol dire OSAS e a quali
patologie si riferisce? Acronimo di
Obstructive Sleep Apnea Syndrome
(Sindrome delle Apnee ostruttive
del Sonno), è un disordine caratte-
rizzato da ripetuti episodi di com-
pleta o parziale cessazione del flusso
d’aria attraverso le vie aeree supe-
riori, dovuto al ricorrente collasso
nel sonno, con conseguenti sonno-
lenza diurna e russamento nottur-
no. Considerata a tutti gli effetti una
patologia cronica, rientra nei criteri
stabiliti dall’OMS: è di lunga durata,
tendenzialmente di lenta progres-
sione e non è trasmissibile.
Secondo il Rapporto “Global sur-
veillance, prevention and control
of chronic respiratory diseases: a
comprehensive approach” pubblica-
to nel 2007, le persone affette sono
più di 100 milioni, sebbene più del
75% dei casi non sono mai identifica-
ti. Può presentarsi a qualunque età,
con un range maggiore tra 40 e 60
anni e una prevalenza negli adulti
che si attesta tra il 1,2 e il 7,5%. È stato
valutato che 1 maschio su 4 ed 1 fem-
mina su 10 presentino un valore su-
periore alle 5 apnee per ora; il sesso
maschile sembrerebbe avere il dop-
pio delle probabilità di sviluppare
l’OSAS, con una prevalenza stimata
del 4% , rispetto al 2% femminile.
Ancora poco “riconoscibile”, è
malattia cronica piuttosto comples-
sa, dall’eziologia multifattoriale e di
difficile inquadramento, che negli
ultimi anni ha attirato l’attenzione
dei professionisti poiché ricono-
sciuta come una delle più frequen-
ti cause di eccessiva sonnolenza
diurna e russamento notturno.
Studi recenti indicano inoltre che
è associata anche ad altre patologie
croniche, quali aritmie cardiache
diverse dalla fibrillazione atriale,
disturbi cognitivi e dell’umore, sin-
drome depressiva, insonnia, asma
bronchiale, insufficienza renale, ne-
oplasie e steatosi epatica.
L’interesse, che riguarda soprat-
tutto la correlazione tra OSAS e
incidenti stradali, è cresciuto espo-
nenzialmente al punto da incidere
sulle leggi in materia di rilascio e/o
rinnovo delle patenti di guida a li-
vello nazionale e europeo. Infatti,
i soggetti OSAS rischiano incidenti
stradali fino a 7 volte di più rispetto
a quelli sani, riscontrano più infor-
tuni sul lavoro (non associati alla
guida) e vanno incontro a riduzio-
ne della performance lavorativa.
Se in Italia i 6 milioni di potenziali
pazienti venissero adeguatamen-
te trattati, avremmo un risparmio
annuo di oltre 15 miliardi di euro,
quasi l’equivalente dell’ultima ma-
novra finanziaria. Anche il Ministe-
ro della Salute ha emanato apposite
Linee Guida cui fare riferimento.
Per questi motivi l’OSAS rappre-
senta un problema non solo sanita-
rio ma anche sociale ed economico,
perché incide negativamente sulla
qualità della vita e sullo stato socia-
le del paziente e familiari; essendo
di interesse multidisciplinare, ne-
cessita di azioni diagnostiche e te-
rapeutiche coordinate tra diversi
specialisti per garantire un inter-
vento ottimale.
Le opzioni terapeutiche attual-
mente disponibili sono rappresen-
tate da:
- Programma educazionale e Te-
rapia comportamentale, nelle
forme lievi. Comprendono prin-
cipalmente strategie volte al calo
ponderale, all’astinenza dall’al-
col e droghe e a una migliore
igiene del sonno.
- CPAP nasale (Continuous Positi-
ve Airway Pressure): di elezione
per OSAS moderato e grave, la
CPAP opportunamente tarata è
in grado di contrastare il collas-
so delle vie aeree superiori ero-
gando un flusso d’aria compres-
sa attraverso una mascherina
nasale che stabilisce una pres-
sione transmurale positiva nel-
la faringe. La miglior ossigena-
zione consente un sonno meno
frammentato, diminuzione dra-
stica della sonnolenza diurna,
miglioramento della funzione
neurocognitiva e abbassamen-
to dell’incidenza di patologie
cardiovascolari. Il principale
svantaggio di questa terapia è il
macchinario ingombrante e un
periodo di adattamento più o
meno lungo.
- MAD (Dispositivi odontoiatrici
di avanzamento mandibolare),
proposti nei casi di OSAS lieve
e moderata o quando il pazien-
te con OSAS grave non aderisce
alla terapia con CPAP. A diffe-
renza della CPAP, sono poco in-
vasivi e quindi incontrano più
facilmente il favore del pazien-
te. Questi dispositivi protrudo-
no la mandibola consentendo la
stabilizzazione e l’allargamento
delle vie aeree, prevenendone
quindi il collasso.
- Chirurgia otorinolaringoiatri-
ca o maxillo-facciale: si ricorre
principalmente all’uvulopala-
tofaringoplastica e alla chirur-
gia multilivello, in cui rientrano
la sospensione ioidea, l’avanza-
mento genioglosso, la riduzione
dei turbinati, la settoplastica, la
stabilizzazione linguale, la ton-
sillectomia, l’adenoidectomia
e la radiofrequenza della base
della lingua. A essi si aggiunge
anche quello di protrusione bi-
mascellare per allargare la via
aerea retrolinguale e retropala-
tale. Soluzioni tuttavia piutto-
sto invasive.
Gli Odontoiatri hanno la possi-
bilità di intercettare precocemente
i segni e sintomi, dato che una per-
centuale molto elevata della popo-
lazione generale si reca dall’odon-
toiatra almeno una volta all’anno
per visite di controllo, igiene orale
professionale o per eseguire terapie.
Allo stesso tempo, possono valutare
se il paziente presenta le indicazioni
per essere sottoposto a trattamento
con specifici dispositivi orali (Oral
Appliances, OA), divenuti negli ulti-
mi anni una modalità di trattamen-
to sempre più comune per l’OSAS e
per il russamento, con il vantaggio
di essere meno ingombranti della
positive airway pressure (PAP) sen-
za richiedere una fonte di energia.
Con l’individuazione della scelta
terapeutica risulta necessaria conte-
stualmente quella della figura spe-
cialistica di riferimento per il follow
up che consta di controlli periodici
finalizzati a:
- verifica dell’efficacia del tratta-
mento prescritto e dell’aderenza
al trattamenti;
- ricerca e correzione delle even-
tuali cause di scarsa aderenza;
- introduzione di eventuali modi-
fiche del trattamento;
- il persistere della sonnolenza e/o
della presenza di fatica (astenia)
in un soggetto in trattamento
ottimale, deve essere seguìto da
un adeguato approfondimento
diagnostico.
In ogni caso nella riuscita della
terapia l’accettazione e l’aderenza
al trattamento somministrato rico-
prono un ruolo cruciale.
Patrizia Biancucci
Convegno a Torino sulle apnee notturneSei milioni di italiani ne soffrono
< pagina 1
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13Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018
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Formazione - Lake Como Institute
Potrei iniziare con “Fervono i prepa-
rativi per la t.testori Reunion 2018”
ma abbiamo fatto una riunione di
team poco più di un’ora fa e ho due
considerazioni da fare.
Uno: quello non è un fervere di
preparativi ma è una macchina da
guerra a pieno regime con dei picco-
li gendarmi in gonnella al comando.
Due: è tutto quasi pronto – dav-
vero! – a più di un mese di tempo
dall’evento del 24 novembre.
Considerazione bonus: il digitale
è fondamentale, non solo nella digi-
tal dentistry, ve lo assicuro!
L’anno scorso avevamo pensato
alla t.testori Reunion come una pic-
cola riunione tra amici, una gior-
nata di confronto e scambio, quasi
una chiacchierata di lavoro senza
troppe formalità. Ci siamo ritrova-
ti a ricevere molte più iscrizioni di
quelle preventivate e a “spingere”
le pareti dell’Hotel Palace di Como
per poter far entrare tutti i parteci-
panti. Al termine della giornata la
sensazione generale è stata la pro-
fonda soddisfazione.
Perché quando organizzi un
corso per trenta persone a casa
tua, nel tuo centro corsi è un conto,
quando le persone sono 4 volte di
più, non sei nel tuo Training Cen-
ter e l’imprevisto può essere dietro
l’angolo, beh, l’adrenalina, l’atten-
zione per il dettaglio, l’allerta ge-
nerale ti accompagnano a partire
dal momento in cui viene deciso
che “l’evento si farà”.
Che replicassimo la t.testori Reu-
nion anche quest’anno era nelle
corde ma lo abbiamo dato per cer-
to solo all’indomani dell’edizione
2017. Al mattino, confrontandoci
internamente, ci siamo detti che la
maggior parte delle persone ci ave-
va salutato con un “Complimenti e…
all’anno prossimo!”
Si può dire che l’edizione 2018 sia
da annoverare tra quelle “A grande
richiesta”. L’argomento di quest’an-
no è “La Digital Dentistry nella pra-
tica professionale di tutti i giorni:
mito o realtà?”
Abbiamo scelto questo topic per-
ché coinvolge tutti: dagli odontotec-
nici, ai pazienti, passando natural-
mente per gli odontoiatri. Ci aiuta
nella diagnosi, le immagini 3D sono
fondamentali per spiegare al meglio
e fare “vedere” le opzioni terapeuti-
che al paziente, in questa maniera
poniamo maggiore attenzione alle
sue esigenze. Le immagini, inoltre,
ci consentono di ipotizzare diverse
opzioni di pianificazione del tratta-
mento, operare in sicurezza e con la
giusta accuratezza per minimizzare
l’impatto terapeutico. Il trattamen-
to diventa predicibile e ripetibile
nel tempo, i protocolli più semplici
da applicare.
Rispetto all’anno scorso abbia-
mo voluto mantenere un format di
conferenza che ci è sembrato vin-
cente: le Short Presentation, ossia
slot di 15 minuti a disposizione del
“Relatore per un giorno” per con-
sentirgli di presentare in maniera
efficace il proprio caso clinico, più
cinque minuti di domande a dispo-
sizione del pubblico.
Parliamo di un’opportunità non
da tutti i giorni: chiunque ci mandi
una candidatura, previa selezione
del caso da parte mia e della Faculty
del Lake Como Institute, potrà salire
sul palco e diventare Relatore della
t.testori Reunion 2018.
Vogliamo vedere cosa fate nel vo-
stro studio ogni giorno, quali sono i
problemi, i dubbi, i successi. Voglia-
mo che si condivida la conoscenza
per moltiplicarla, vogliamo ascol-
tare esperienze per renderle grandi.
Vi aspettiamo il 24 novembre
all’Hilton Lake di Como, a presto!
Tiziano Testori
Squadra e format vincenti non si cambiano!
Il digitale nella pratica clinica quotidiana risolve moltissimi problemi.
Porta i tuoi casi sulla Digital Dentistry di tutti i giornidavanti a Tiziano Testori e scopri il suo punto di vista.
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t. +39 031 2759092 e. [email protected]
La Digital Dentistry nella pratica professionale di tutti i giorni: mito o realtà?
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14 Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018L’Intervista - Peter Malata
Solo poche aziende dentali in tutto il mondo possono vantare una storia di 125 anni. Secondo lei, quali sono le ragioni principali del successo storico della W&H?Sono diversi i fattori a cui attribuirei il
successo della nostra longeva presen-
za sul mercato dentale. In primo luo-
go, l’innovazione: la storia di W&H è
una storia di continui sviluppi tecno-
logici e innovazioni, come il raccordo
Roto Quick; il primo tipo di mandrino
a pulsante per turbine; il primo con-
trangolo ad alta velocità per prepara-
zioni fino a 200.000 rpm; Assistina,
la prima unità di pulizia e manuten-
zione al mondo; Lisa, il primo steriliz-
zatore di classe B disponibile sul mer-
cato; Synea Vision, la prima turbina
con anello a LED con 5 diodi luminosi;
e la nostra ultima innovazione, la tur-
bina Primea Advanced Air. Abbiamo
rifornito con regolarità prodotti e
servizi, soluzioni personalizzate per i
clienti realizzate in Austria, che non
solo supportano quotidianamente i
dentisti e il loro team, ma facilitano
anche il loro lavoro quotidiano. I no-
stri prodotti sono utilizzati presso stu-
di dentistici, cliniche dentali, laborato-
ri odontotecnici e durante interventi
di chirurgia orale e maxillofacciale in
oltre 110 Paesi in tutto il mondo.
In secondo luogo, il nostro pro-
gramma interno di formazione riveste
un ruolo assolutamente prioritario. Lo
consideriamo, infatti, come un investi-
mento per il futuro. Con il nostro pro-
gramma completo di formazione, non
ci concentriamo solo sulla formazione
professionale dei giovani, ma suppor-
tiamo anche il loro sviluppo personale.
Terzo, ci affidiamo alla continuità:
riponiamo una grande fiducia nei no-
stri dipendenti. Lo spirito di squadra
è importantissimo per noi. Il livello
d’istruzione della nostra forza lavoro
è molto alto e le competenze vengono
trasmesse da collega a collega. Inol-
tre, facciamo affidamento su un mix
generazionale all’interno dei nostri
team e su un personale di lunga du-
rata, consentendo continuità e quindi
produttività a un livello molto alto.
Come membro della famiglia Malata, ha guidato la compagnia per oltre vent’anni. Guardando indietro, quali sono stati le evoluzioni e i risultati più significativi in questo ventennio?Ho ereditato l’azienda da mio padre,
console Dipl.-Ing. Peter Malata, nel
1996. Il mio obiettivo non era solo
quello di aumentare il business, ma
anche di mantenere i nostri processi
snelli. Ecco perché nel 1998 ho deciso
di introdurre una struttura orientata
al team aziendale, solo per citare una
delle tante disposizioni significative.
Oggi, circa 700 impiegati nella nostra
sede di Bürmoos sono organizzati in
oltre 100 squadre di lavoro differenti.
Un’altra importante pietra milia-
re è stata l’internazionalizzazione
della W&H. Al momento gestiamo tre
aree di produzione, due a Bürmoos e
una a Brusaporto, e 19 filiali in tutto
il mondo.
Come ci si approccia all’innovazione in W&H?La base per la costante crescita di
W&H è l’impiego coerente di tecno-
logie all’avanguardia e un’attenzione
dedicata alla ricerca e allo sviluppo.
Credo che l’innovazione sia il motore
di un’azienda, e il mio obiettivo perso-
nale è quello di darle sempre più spa-
zio. La continua espansione del nostro
reparto Ricerca e Sviluppo coinvolge
non solo l’assunzione di personale
aggiuntivo, ma anche la creazione
di spazi di lavoro che consentano e
favoriscano la collaborazione e la
comunicazione creativa. Inoltre, ci
concentriamo sulla partnership con
università e centri di ricerca, oltre a
ricercare feedback continui da parte
degli utenti sulle loro esperienze.
Attualmente, circa il 13% dei nostri
dipendenti lavora nel reparto R&S
della nostra sede. Il focus delle loro
attività è concentrato su dispositivi
medici innovativi e di alta qualità e
su soluzioni intelligenti per i nostri
clienti e partner. L’obiettivo è arrivare
a un supporto ottimale per i dentisti
nel loro lavoro quotidiano con solu-
zioni hardware e software avanzate.
La stretta collaborazione tra i reparti
di sviluppo e produzione ha permes-
so a W&H di rispondere rapidamente
ai cambiamenti del mercato e di per-
fezionare le richieste dei clienti con
soluzioni nuove e sostenibili.
In W&H “le persone hanno la priorità”. Potrebbe, per favore, spiegare la filosofia che c’è dietro a questo slogan?Come azienda odontoiatrica mon-
diale, noi ci adoperiamo affinché tut-
te le persone mantengano e migliori-
no la propria salute dentale. Siamo
un’azienda a conduzione familiare
e siamo di proprietà familiare da
sessant’anni. Cerchiamo relazioni a
lungo termine, basate sulla fiducia
e sul riconoscimento da parte di pa-
zienti, clienti, partner e dipendenti,
relazioni dalle quali noi dipendiamo.
I nostri valori aziendali – affidabilità,
competenza, apertura e sostenibilità
– non stanno, quindi, solo sulla carta,
ma vengono anche realizzati.
Lo scorso marzo 2018, avete lanciato una nuova campagna di comunicazione, “Da paziente a fan”. In che modo ha influenzato la percezione dell’azienda da parte di partner e clienti?Abbiamo ricevuto riscontri molto po-
sitivi sulla nostra nuova campagna
immagine, direttamente da clienti e
partner, ma anche tramite i nostri so-
cial media. Vogliamo chiarire ai den-
tisti e ai loro team di esperti che W&H
è lì per loro come fornitore di soluzio-
ni e fa tutto il possibile per supportarli
nel superare le loro sfide quotidiane.
In pratica, ciò significa che i nostri
prodotti offrono un reale valore ag-
giunto al processo di trattamento. Ot-
timizzando i flussi di lavoro, vogliamo
consentire ai dentisti e al loro team di
garantire la massima attenzione ai
pazienti durante tutto il processo di
trattamento. Ad esempio, visto che
le condizioni di illuminazione all’in-
terno della bocca sono generalmente
scarse, è nostro compito garantire che
gli strumenti forniscano una luce suf-
ficiente. Quando le mani del dentista
fanno male dopo una lunga giornata
di lavoro, sta a noi creare strumenti
più leggeri ed ergonomici.
Inoltre, naturalmente, i prodotti
devono funzionare in modo intuiti-
vo, affidabile e, soprattutto, preciso.
I nostri prodotti sono caratteriz-
zati non solo da soluzioni innovative,
ma anche da tanti piccoli dettagli
che fanno la vera differenza nel lavo-
ro quotidiano dei nostri clienti.
Lei ha recentemente annunciato l’acquisizione della società svedese Osstell. In che modo questo passaggio ha contribuito a completare la vostra offerta commerciale?Osstell e W&H lavorano insieme con
successo dal 2016. Il primo risulta-
to di questa collaborazione è stato
il nuovo Implantmed con il modulo
Osstell ISQ integrato.
Osstell è noto per i suoi prodotti
di misurazione della stabilità im-
plantare e di monitoraggio dell’o-
steointegrazione. L’acquisizione ha
fatto parte della nostra strategia di
espansione nel segmento chirurgi-
co. Il nostro obiettivo è ampliare le
nostre competenze e rafforzare la
nostra posizione di leader nel campo
dell’implantologia.
Oltre alle vostre sedi di produzione in Austria e Italia, attualmente lei gestisce filiali in 19 Paesi in tutto il mondo. Quali sono i mercati chiave per lei, e dove vede il maggior potenziale di crescita per il futuro?W&H è attiva a livello globale e i nostri
sforzi sono estesi su tutti i mercati. Ov-
viamente, abbiamo obiettivi specifici
per i diversi mercati in base alle loro
esigenze. Per identificarli, ci affidiamo
alle nostre 19 filiali, ai 16 area manager
e a un vasto numero di collaboratori
eccezionali e affidabili, che consento-
no a W&H di garantire consegne rapi-
de e un servizio tecnico senza soluzio-
ne di continuità in tutto il mondo.
Negli ultimi anni, abbiamo anche
aperto filiali in Cina e in India e raf-
forzato le nostre attività di vendita
nella regione dell’Asia-Pacifico. Que-
sti sono i mercati in cui attualmente
riscontriamo il maggior potenziale.
Il mercato dentale sta cambiando sempre più velocemente. Quali sono le sue strategie per stare al passo con i tempi in questo settore così complesso?Il nostro obiettivo principale è forni-
re un vero e proprio valore aggiunto
ai clienti con tutti i nostri prodotti e
servizi. Come accennato in preceden-
za, siamo fortemente concentrati sul-
la ricerca e lo sviluppo e – sono molto
orgoglioso di poterlo affermare in
prima persona – otteniamo anche
dei grandi successi. Primea Advanced
Air, ad esempio, ha di recente ricevu-
to lo Staatspreis Innovation [Premio
nazionale per l’innovazione, ndt] dal
Ministero dell’Economia austriaco.
Con la turbina Primea Advanced
Air, la velocità di rotazione della fresa
può essere impostata con precisione
e, grazie alla regolazione elettronica,
rimane costante anche quando la
pressione di contatto aumenta du-
rante il trattamento. Oltre alla tecno-
logia di azionamento innovativa, la
turbina offre tutti i vantaggi di una
turbina W&H Synea Vision.
Infine, l’interconnettività dei no-
stri prodotti e servizi sta assumendo
un ruolo sempre più importante, ad
esempio con la possibilità di con-
trollare i nostri strumenti tramite
smartphone o tablet e con la gestio-
ne automatizzata dell’inventario o la
pianificazione dei servizi.
Come vede la W&H nei prossimi 10-20 anni?Vedo una W&H che avrà ulteriormente
ampliato la propria posizione nel mer-
cato dentale mondiale, apprezzata dai
suoi clienti e rispettata dai concorrenti.
Grazie mille per l’intervista.
Dental Tribune International
Intervista al Presidente di W&H: “Credo che l’innovazione sia il vero motore di un’azienda”Bürmoos, Austria – Fondata nel 1890, oggi la W&H opera a livello mondiale come produttore leader di strumenti e dispositivi odontoiatrici. Con oltre 1200 dipendenti in tutto il mondo, l’azienda esporta i suoi prodotti in oltre 110 Paesi. L’azienda a conduzione familiare gestisce due stabilimenti di produzione, uno a Bürmoos e uno a Brusaporto in Italia, nonché altre 19 filiali in Europa, Asia e Nord America. Recentemente, il Presidente della W&H Peter Malata ha rilasciato un’intervista a Dental Tribune International per discutere del successo e della filosofia dell’azienda.
Il Presidente della W&H Peter Malata (© Gregor Sams / PunktFormStrich).
Il Presidente della W&H, Peter Malata, e l’intero team, orgogliosi di aver vinto lo Staatspreis Innovation. Da sinistra, la dott.ssa Margarete Schramböck (Ministro federale degli Affari economici e digitali in Austria), Peter Malata, il dott. Wilhelm Brugger (responsabile Ricerca e Sviluppo W&H), Michael Rothenwänder (Ricerca e Sviluppo W&H), Johann Eibl (Vicepresidente W&H per l’innovazione dei prodotti) e Thomas Irran (Ricerca e Sviluppo W&H) alla consegna del premio (© W&H).
La sede di produzione della W&H (© W&H).
15Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018
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News dalle Aziende
Impianti Alpha-Bio Tec, una scelta vincente per professionisti e pazienti La testimonianza di tre utilizzatori
Per ricevere maggiori informazioni in merito ad Alpha-BioTec e alla sua linea di prodotti contattare: HTD Consulting srl - Tel: +39.0577.749047 - [email protected]
Alpha-Bio Tec festeggia il suo 30°
anniversario, confermandosi tra
i leader mondiali nella progetta-
zione e realizzazione di soluzioni
implanto-protesiche, sempre nel se-
gno della filosofia “simplantology”
condivisa da migliaia di professio-
nisti in oltre 60 Paesi. In occasione
di questa ricorrenza abbiamo rac-
colto la testimonianza di 3 profes-
sionisti italiani che fanno parte del
network Alpha-Bio Tec, utilizzatori
degli impianti DFI, SPI, NeO: dal più
tradizionale all’ultima innovazione
di mercato, tre impianti con carat-
teristiche differenti che hanno in
comune – secondo quanto dichia-
rato dagli intervistati – la capacità
di soddisfare in pieno le aspettative
del clinico e le esigenze del paziente.
L’impianto SPI per il Dr Alessandro Sassi, libero professionista in Casale Monferrato (AL)
Gli impianti SPI e DFI per il Dr Bruno Cirotti, libero professionista in Roma
L’impianto NeO per il Dr Emilio Angelini, libero professionista in Palermo
Sono un utilizzatore esclusivo Alpha-
Bio Tec da 7 anni. L’impianto che predi-
ligo è SPI, realmente performante nelle
riabilitazioni implanto-protesiche su
mascellare superiore, particolarmente
indicato in tutti quei casi dove si deve
posizionare un impianto contestual-
mente all’estrazione di un elemento
dentario compromesso.
Il suo punto di forza è la facilità con cui si riesce a ot-
tenere una stabilità primaria. Lo trovo estremamente in-
dicato nella tecnica post-estrattiva, consentendo un ca-
rico immediato nelle 24-48 ore. SPI mi ha dato il 100% di
successi clinici nella riabilitazione di casi in zone ad alta
valenza estetica.
Alpha-Bio Tec è in grado di offrirmi garanzia, sicurezza e
qualità. Aspetti importanti che posso trasferire ai pazienti,
oggi sempre più informati ed esigenti in merito all’affida-
bilità dei prodotti.
Mi occupo di implantologia da oltre 30
anni e da 5 ho avuto la fortuna di co-
noscere gli impianti Alpha-Bio Tec. La
ritengo un’azienda molto preparata in
merito allo sviluppo del prodotto im-
plantare. Nella pratica clinica alterno
l’utilizzo di SPI a quello di DFI.
Posso dire che i due impianti si com-
pletano a vicenda: SPI è un impianto importante e manegge-
vole nella tecnica post-estrattiva e nelle espansioni di cresta.
Lo scelgo per la capacità di penetrazione e la stabilità prima-
ria, anche in casi limite.
DFI diventa invece un impianto d’elezione quando si di-
spone di volumi ossei importanti e la cresta è normalmente
rappresentata. Pur avendo una conicità minima, mi assicura
infatti una maggiore capacità di sopportazione del carico.
Ho scelto Alpha-Bio Tec anche per le garanzie certe che
offre ai pazienti. L’azienda ha una diffusione globale, una
ricerca scientifica alle spalle, un gruppo importante che la
supporta. Se gli impianti non si integrano, vengono sosti-
tuiti a titolo gratuito. Un fatto che permette al paziente di
non subire conseguenze economiche e al professionista di
essere totalmente tutelato.
Pratico la chirurgia implanto-protesica da quasi 40 anni e da circa 5 utilizzo Alpha-Bio Tec. Sotto il profilo chirurgico e protesico i risultati rispondono alle mie richieste e alle aspettative dei pazienti. Ho utilizzato di recente l’im-pianto NeO con connessione conometrica CHC, in casi clinici con ridottis-simo spessore crestale sia su mascellare che su mandibolare, ove l’altezza è stata condizionata dall’osso disponibile che non ha creato i presupposti per eventuali incrementi verticali. Ho ottenuto dei risultati ottimi, con ridotta morbilità per il paziente. Di NeO ho potuto apprezzare l’elevata capacità di
taglio, la sua disponibilità a modifiche nell’orientamento durante l’inserimento e l’ottima sta-bilità primaria. L’ho trovato un impianto “senza limiti”, adatto anche a un neofita consapevole di avere tra le mani un prodotto assolutamente performante.
16 Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018Notizie dalle Aziende
Dentsply Sirona è riconosciuta
come leader globale nella formazio-
ne odontoiatrica, grazie all’offerta
di oltre 11.000 corsi di formazio-
ne all’anno in più di 80 paesi del
mondo. In Italia, Dentsply Sirona
Academy, la divisione di Dentsply
Sirona dedicata alle attività di edu-
cation su tutto il territorio naziona-
le, organizza ogni anno oltre 800
corsi pre e post-vendita con la par-
tecipazione di 10.000 professionisti
del settore dentale.
All’inizio di settembre è stato
inaugurato il rinnovato centro di
formazione della Dentsply Sirona
Academy di Verona. La struttura è
stata recentemente ampliata e po-
tenziata e si presenta come un cen-
tro di formazione e di esperienza in-
tegrata su tutti i prodotti e su tutte
le soluzioni Dentsply Sirona.
La struttura, appositamente
progettata su più di 500 mq, pre-
vede due aule didattiche con wor-
kstation attrezzate per hands-on
training: nelle 12 postazioni di la-
voro clinico e 8 postazioni di lavoro
tecnico è possibile fare esercitazio-
ni pratiche su tutte le procedure
Dentsply Sirona.
Una capiente aula plenaria da 90
posti a teatro, rapidamente trasfor-
mabile per ospitare 50 postazioni
di lavoro, rappresenta inoltre una
risorsa flessibile in grado di soddi-
sfare facilmente qualsiasi esigenza
di formazione e di training.
Inoltre, nei due showroom sono
a disposizione tutte le attrezzature
necessarie a mostrare nel dettaglio il
workflow clinico e tecnico: è esposta
l’intera gamma dei centri di tratta-
mento Intego, Sinius e Teneo, la serie
di radiografici Orthophos ed i siste-
mi CEREC e inLab. Avere a disposi-
zione queste attrezzature sul posto
consente ai visitatori di apprezzare
l’efficienza e la semplicità che si può
ottenere adottando un flusso di la-
voro integrato dalla restaurativa alla
protesi, all’endodonzia, all’ortodon-
zia e all’implantologia.
«La formazione continua è ciò
che ci differenzia dai nostri com-
petitor e rappresenta il nostro
impegno verso coloro che hanno
scelto di condividere un percorso
di crescita con Dentsply Sirona» ha
dichiarato Pierluigi Violati, General
Manager di Dentsply e Sirona in Ita-
lia. «Conoscenza e competenze tec-
niche sono elementi fondamentali
per ogni professionista di successo
che opera nel settore dentale e con
il progredire della tecnologia e dei
materiali, insieme alla necessità di
stare al passo con i cambiamenti,
sta aumentando anche la richiesta
di formazione di alta qualità».
Dentsply Sirona Academy, attra-
verso l’informazione e la formazio-
ne sull’intera gamma delle soluzio-
ni e delle tecnologie Dentsply Sirona
si propone l’ambizioso obiettivo di
supportare al meglio i propri clien-
ti per permettere loro di ottenere il
massimo valore dalle tecnologie e
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Dentsply Sirona
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DentsPly sirona
Inaugurazione del rinnovato centro di formazione della Dentsply Sirona Academy di Verona
rhein83
Rhein83days, 6, 7 ed 8 giugno 2019Tre giorni dedicati alla protesi rimovibile
tissueangle™
Base da incollaggio per avvitamento inclinato
Si rinnova l’appuntamento con il
Rhein83Days e la III edizione del
Congresso dedicato alla protesi
rimovibile. Si svolgeranno a Bolo-
gna all’hotel Savoia Regency sede
dell’ultima edizione, che nel giugno
2017 vide la presenza di 670 tra den-
tisti e odontotecnici di cui 200 stra-
nieri da tutto il mondo.
La macchina organizzativa è già
in movimento. Un grande evento,
quale il Rhein83Days, necessita di
un’organizzazione particolarmen-
te attenta che anche nel 2019 non
deluderà dentisti e odontotecnici
partecipanti. Una prima bozza del
programma è già stata resa nota
con nomi di grande spessore: da
Castellani, ad Ortensi, a Borromeo,
a Tallarico, a Borracchini, a Fares,
a Malaguti ed ai tanti altri che si
aggiungeranno nel programma.
Non si può non citare il nome di
Marianna Avrampou, giovane dot-
toressa greca docente alla Tufts
University conosciuta soprattutto
per un lavoro citato da molti esper-
ti in protesi rimovibile: “Virtual
implant planning in the edentu-
lous maxilla: criteria for decision
making of prosthesis design”, che
codifica i criteri da valutare per de-
cidere se proporre un progetto di
protesi rimovibile o fissa. Aperto
a dentisti e odontotecnici (parteci-
pazione gratuita) il congresso è in
fase di accreditamento ECM.
Le iscrizioni sono già aperte via
mail [email protected] o telefo-
nando al 335.7840719.
Rhein83
Il posizionamento ottimale dell’im-
pianto dal punto di vista protesico
è condizionato dalla disponibilità
di quote ossee nelle aree di interes-
se. Quando queste non sono suffi-
cienti e non è possibile ricorrere a
protocolli rigenerativi l’emergenza
protesica che potremo ottenere
non sarà ideale. Questa problemati-
ca può essere resa ancora più com-
plessa da gestire quando un ridotto
spazio inter arcata riduce la possi-
bilità di utilizzare le tradizionali
componenti angolate.
La base da incollaggio Tissuean-
gle con vite dedicata è stata realiz-
zata per fornire al clinico un aiuto
nel gestire queste problematiche. La
componente presenta una soluzio-
ne semplice ma molto efficace nella
risoluzione del problema. La vite di
fissazione del Tissueangle, grazie ad
un particolare disegno della con-
nessione (che non è né a taglio né
esagonale) per il proprio serraggio
ci permetterà di utilizzare un cac-
ciavite che può funzionare anche se
inclinato di circa 20° rispetto all’as-
se dell’impianto. Questo ci consen-
tirà di riportare il canale di accesso
in una posizione più favorevole dal
punto di vista protesico ed ottimiz-
zare gli spazi in caso di scarsa di-
mensione verticale.
Questo tipo di pilastro è sta-
to ideato per essere utilizzato con
strutture CAD/CAM in zirconio, me-
tallo e PMMA, realizzate presso il
centro di produzione Cambox.
Per chi invece ancora preferisce
le produzioni di tipo analogico con
i tradizionali protocolli di fusione è
disponibile una componente calci-
nabile che riproduce con la corret-
ta angolazione il canale di accesso
alla vite. Questa soluzione permet-
te all’odontotecnico di trovare con
grande semplicità la migliore emer-
genza del foro protesico che, a causa
di una posizione sfavorevole degli
impianti, potrebbe trovarsi in una
posizione critica dal punto di vista
estetico e funzionale.
L’utilizzo del pilastro Tissuean-
gle™ con l’apposita vite permette
anche di mantenere i giusti spessori
del materiale estetico di rivestimen-
to, riducendo le fratture del mate-
riale estetico di copertura.
Un accesso alla vite semplificato
permette anche di realizzare strut-
ture metalliche meno complesse
che rendono più semplice ottenere
l’accoppiamento passivo nelle strut-
ture metalliche.
La base in titanio Tissueangle™
è progettata per funzionare esclusi-
vamente con il driver dedicato con
correzione dell’inserimento della
vite da 0° a 20°.
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gala svoltosi la sera del venerdì 7. Se-
condo le previsioni la manifestazione
del prossimo anno, articolata nell’ar-
co di tre giorni, ospiterà oltre 1.300
stand e avrà oltre quarantamila metri
quadro di spazio fruibile per la rasse-
gna merceologica. La parte scientifica
prevede una quattro giorni con oltre
200 eccellenti “global speakers”.
Dental Tribune International
Dal 5 all’8 settembre scorso l’Argen-
tina è diventata il “caput mundi”
dell’odontoiatria mondiale, grazie
al 106mo World Dental Congress
(WDC) che si è svolto nella capitale
Buenos Aires a cura dell’FDI.
Stando alle cifre pubblicate
dall’organizzatrice l’edizione è sta-
ta caratterizzata dall’avvento di 8
mila partecipanti provenienti dal
oltre 130 Paesi. Ottomila professio-
nisti venuti da ogni parte della ter-
ra per avvalersi delle innumerevoli
opportunità di apprendimento e di
pratica clinica di un evento che ha
doppiato il secolo, aggiungendo ai
tanti altri successi organizzativi FDI
anche questa tornata.
Caratterizzata dall’intervento e
relazioni di vari opinion leaders, ha
consentito agli “addetti ai lavori” ol-
tre alla generale possibilità di acco-
starsi al più avanzato stato dell’arte
oggi accessibile, anche la possibilità
di approcciarsi alla rassegna indu-
striale che gli fa da corona.
Non si può non richiamare tut-
tavia e in primo luogo il vasto pro-
gramma scientifico che ha dato lu-
stro all’evento. Volendo conteggiare
i relatori iscritti a parlare, ben oltre
150 sono quelli avvicendatisi nei
quattro giorni del Congresso con re-
port sui temi più svariati.
Nel tentativo di facilitare l’ap-
proccio ai relatori e loro relazioni,
due sono state le lingue usate in que-
sto frangente: l’inglese, ovviamente,
e lo spagnolo, tradotte in simultanea
nel corso delle varie relazioni o con
sovrascrittura sullo schermo, in caso
di video. Un ulteriore apporto cono-
scitivo è stato fatto dai poster attra-
verso i quali sono stati presentati
casi clinici o altri temi di interesse.
In quest’occasione è stato an-
che realizzato un agevole travaso
tra presentazioni scientifiche e di-
mostrazioni commerciali. La mo-
stra merceologica, che rappresen-
ta una parte importante del WDC
quest’anno si è articolata su 23 mila
mq con presenza di oltre 150 azien-
de tra nazionali e locali, in una vasta
rassegna di nuovi prodotti. Al ter-
mine della parte congressuale vera
e propria gli ospiti della WDC hanno
potuto anche apprezzare un ricco
programma culturale, che aveva
avuto inizio con una beneauguran-
te cerimonia di apertura.
Nella “Buenos Aires Night” agli
ospiti è stato offerto un delizioso ro-
ast beef, elemento essenziale della
cucina tradizionale e poi vino regio-
nale oltre alla deliziosa carne argen-
tina ed un “tango caliente”. È stata
anche annunciata la data dell’edi-
zione successiva del WDA incentra-
ta sui bambini che avrà luogo dal
5 all’8 settembre 2019 a San Fran-
cisco, al Centro Convegni Moscone
(Convention Centres).
Curerà l’evento l’Associazione
odontoiatrica americana (ADA) che
assieme a FDI ne ha dato la comuni-
cazione ufficiale durante il pranzo di
A Buenos Aires la carica degli 8 mila per il 106° World Dental Congress FDI
Dall’esperienza Forhans la soluzione semplice per la corretta igiene orale di tutta la famiglia.
BIBLIOGRAFIA1. Valenti P. and Antonini G. 2005. Lactoferrin: an important host defence against microbial and viral attack. Cell Mol Life Sci. 62(22):2576-2587.2. Valenti P. 2016 Cavità orale: Microbiota, Saliva, Lattoferrina, Infiammazioni ed Infezioni. Doctor Os 27(3):303-311.3. Valenti P. Ottolenghi L et al 2016 Lattoferrina e Alitosi Doctor Os 28(4): 1-94. Valenti P. Sangermano R et al 2016 Lattoferrina e black stains Doctor Os 28(7): 1-6
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Foto: Monique Mehler, Dental Tribune International.
20 Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018Meeting & Congressi
Organizzazione no-profit che con-
ta più di 11.000 iscritti provenienti
da tutto il mondo, lo IADR (sta per
International Association for Den-
tal Research) tiene ogni anno il suo
Meeting internazionale che coin-
volge numerosi gruppi scientifici,
ricercatori, università ed espositori.
Una vetrina sul boulevard più am-
bito del panorama odontoiatrico
internazionale, perché questa è la
partecipazione a un evento della
prestigiosa Associazione.
Un delegato IADR difficilmente
ha un solo appuntamento in pro-
gramma. Le agende sono fitte, il
tempo è poco, le occasioni tante.
L’attuale responsabile della ricerca
dell’Istituto Stomatologico Toscano
(IST), Simone Marconcini, odontoia-
tra, dottore di ricerca in nano-bio-
tecnologie e specialista in chirurgia
orale, ha partecipato in duplice ve-
ste al congresso del 2018 svoltosi a
Londra dal 25 al 28 luglio.
Allo IADR Marconcini ha pre-
sentato infatti un abstract scienti-
fico, ma è stato anche assegnatario
(affermatosi tra numerosi parteci-
panti) di un premio assai ambito: lo
“Iadr/Philips Oral Healthcare Young
Investigator Research Grant”. Bandi-
to, come dice il nome, dalla Philips,
azienda internazionale che ha a
cuore la ricerca scientifica nell’am-
bito dell’Oral Health, il premio è
stato consegnato a Marconcini nel
corso di una prestigiosa cerimonia.
Il saggio costituisce un’anticipa-
zione di una pubblicazione scientifi-
ca in uscita a breve e copre un tema
innovativo e poco trattato nella let-
teratura odontoiatrica, ossia il ruolo
di un particolare cito-tipo contratti-
le nella guarigione dei tessuti molli
a seguito di diversi interventi chi-
rurgici nel cavo orale.
Lo studio è stato portato avanti
dall’IST e dall’Università di Pisa, coin-
volgendo i Dipartimenti di Veterina-
ria, Odontoiatria e Anatomia patolo-
gica. A presentarlo è stato il “principal
investigator”, ossia lo stesso Marcon-
cini, che supportato dai professori
Ugo Covani (Odontoiatria) e Fulvio
Basolo (Anatomia patologica), ha po-
tuto condurre un’innovativa analisi
istologica, isto-chimica e molecolare
sui tessuti duri e sui tessuti molli di
alveoli post-estrattivi di coniglio.
Le risultanze scientifiche, assai
promettenti, sono segnale di una
rivoluzione delle attuali conoscenze
biologiche e gettano, secondo lo stile
dell’IST, le basi per nuove indicazio-
ni cliniche in chirurgia orale. Siamo
agli albori di una nuova era, in cui
la promozione della salute sarà più
importante della riduzione della
malattia. Per chi non l’avesse colto,
non sono due concetti sovrapponi-
bili: l’outcome relativo al paziente,
l’ottimizzazione dei protocolli te-
rapeutici e la personalizzazione dei
piani di cura saranno al centro delle
future ricerche.
Oral Health è un dittico che si-
gnifica ampliamento di quel che c’è
già: il potenziamento delle difese
endogene e l’implementazione e in-
tegrazione dei sistemi fisiologici che
regolano l’equilibrio dinamico della
salute orale. Il disegno di studio pre-
sentato al Grant Philips è frutto di
una serie di considerazioni cliniche
e studio della letteratura consuma-
tasi nell’arco degli ultimi due anni
di carriera accademica del vincitore.
Il focus è sul paziente diabetico,
le sue peculiarità, impalcatura bio-
logica e risposta agli interventi di
chirurgia orale. Il diabete mellito,
disfunzione metabolica caratteriz-
zata da iperglicemia e infiamma-
zione cronica, è una patologia in
crescente aumento. Promuovere
l’oral health in questo tipo di pa-
zienti significa migliorarne la qua-
lità della vita, rispondere a impor-
tanti esigenze personali, cliniche,
sociali, psicologiche.
Non esistono a oggi linee guida
definite per la terapia implantare
nel paziente diabetico poiché, sto-
ricamente, la diagnosi di diabete ha
costituito una controindicazione
alla moderna implantologia. Que-
sta visione è già un ricordo, memo-
ria di un passato che si ha il dovere
di superare. E rendere qualificata e
viva la ricerca clinica sul trattamen-
to implanto-protesico del paziente
diabetico è l’obiettivo di Marconcini
e di tutto l’IST.
Dental Tribune Italia
Allo IADR di Londra l’ambito Premio Philips a Simone Marconcini, Responsabile Ricerca IST
Le attività formative dell’Istituto Stomatologico Toscano
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MASTER DI II° LIVELLOOral implantology
La piena affermazione dell’implantologia ha di fatto rivoluzionato i piani di trattamento odontoiatrici facendo della implantoprotesi l’indicazione elettiva in tutti gli stati di edentulismo, dal più semplice al più complesso. La ricerca implantologica ha fornito una vasta mole di evidenze a proposito degli aspetti chirurgici della disciplina, ma la ricerca più recente ha indotto una continua evoluzione della protesi supportata da impianti. La molteplice varietà delle componenti e dei monconi protesici ha facilitato, sotto un’apparente complessità, il trattamento riabilitativo delle maggior parte delle situazioni cliniche. Lo scopo del corso è di eseguire un corretto approccio diagnostico e formulare un corretto piano di trattamento fornendo quindi le basi per una ideale riabilitazione implantoprotesica approfon
MASTER UNIVERSITARIO DI II° LIVELLOOdontoiatria legale e forense
Saranno trattate e approfondite le tematiche fondamentali della medicina legale e le peculiarità applicative alla branca odontoiatrica. Il fine è quello di formare la figura professionale dell’“Odontoiatra Legale” e cioè di un professionista competente nella valutazione del danno odontoiatrico, in ambito civilistico e penalistico, in traumatologia e in responsabilità professionale, nei diversi ruoli di Consulente di parte, di Consulente d’Ufficio e di Perito.La formazione verterà altresì sugli aspetti etici e bioetici, normativi e giurisprudenziali della disciplina e comprenderà la trattazione delle tematiche più strettamente definite “Forensi”, riguardanti l’impostazione dell’analisi identificativa, nel vivente e nel cadavere, in campo odontologico. Per rendere
dendo la conoscenza della protesi implantosupportata dalla progettazione fino alla sua attenta realizzazione, che tenga in debito conto le implicazioni biologiche, funzionali ed estetiche. Verranno infine approfondite le conoscenze sulle complicazioni e la loro prevenzione. Il progetto formativo del Master prevede attività didattica frontale all’interno della quale si svolgono lezioni teoriche, esercitazioni teoricopratiche relative alla realizzazione del piano terapeutico.
edotto il discente sulle alternative di risoluzione conciliativa delle controversie, il programma didattico formativo comprenderà il corso per “Mediatore Professionista” ex D. Lgs. 28/2010 D.M. 180/2010: ciò consentirà un ampliamento di competenze, capacità comunicative e visione psicologica dei profili relazionali.
Date: 1112 gennaio 2019 (1 anno)Località: Lido di Camaiore, LuccaLingua: ItalianoSede del corso: Istituto Stomatologico Toscano c/o Ospedale Versilia (primo pianocorridoio centrale, vicino all’edicola). Via Aurelia 335 55041 Lido di Camaiore (LU)Prezzo: € 6000*. Due rate (la prima all’iscrizione) * A cui va aggiunta la quota Fellowship IST pari a € 500 + iva.Scadenza iscrizione: 15 Dicembre 2018
Date: 2324 novembre 2018 (1 anno)Località: Lido di Camaiore, LuccaLingua: ItalianoSede del corso: Istituto Stomatologico Toscano c/o Ospedale Versilia (primo pianocorridoio centrale, vicino all’edicola). Via Aurelia 335 55041 Lido di Camaiore (LU)Prezzo: € 4500*. Due rate (la prima all’iscrizione) * A cui va aggiunta la quota Fellowship IST pari a € 500 + iva.Scadenza iscrizione: 20 Novembre 2018
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L’odontoiatria nel paziente diabeticoViareggio si prepara a ospitare il 6° Congresso dell’Istituto Stomatologico Toscano
Un simposio di relatori internazionali si darà appuntamento a Viareggio per la VI edizione del Congresso: “L’odontoiatria nel paziente diabetico – Dalle correlazioni fra infezioni orali e diabete alle problematiche del trattamento nelle varie discipline odontoiatriche”.
Il diabete rappresenta una delle più comuni malattie croniche ed
è caratterizzata da una crescita inarrestabile in tutto il mondo,
conseguente ai mutati stili di vita. In Italia i casi noti di diabete
erano circa 1,5 milioni nel 1985 e si avvicinano ora ai 4 milioni,
quindi sono più che raddoppiati in 30 anni. La presenza di una
malattia diabetica ha implicazioni che investono tutte le terapie
odontoiatriche e in modo particolare le infezioni del cavo orale.
È noto infatti che fra infezioni del cavo orale e diabete esiste una
relazione bidirezionale tale che il diabete aumenta i rischi di in-
sorgenza di infezioni e l’infiammazione secondaria alle infezioni
agisce negativamente sul controllo glicemico.
In ragione di queste considerazioni gli odontoiatri devono co-
noscere il diabete e tutte le precauzioni che il paziente diabetico
richiede in corso di trattamento odontoiatrico. Le manifestazio-
ni orali della malattia diabetica comportano inoltre un impor-
tante ruolo dell’odontoiatra nella diagnosi precoce e nella moti-
vazione del paziente diabetico e da questo nasce l’importanza di
un costruttivo rapporto fra odontoiatra diabetologo.
Scopo del convegno è quello di approfondire questi temi con
la partecipazione di tutti gli operatori della salute coinvolti.
Ugo Covani
QUANDO25-26 gennaio 2019
DOVEViareggio – Grand Hotel Principe di Piemonte
CATEGORIEOdontoiatri/Medici Chirurghi e Igienisti Dentali
SCADENZA QUOTE AGEVOLATE
15 novembre 2018
FORMULA “TUTTO INCLUSO”Come nelle scorse edizioni, sono previsti i seguenti pacchetti:
• iscrizione, coffee break, camera presso il Grand Hotel
Principe di Piemonte (sino a esaurimento camere o in al-
tro hotel 4 stelle);
• iscrizione, coffee break, corso ECM online da 50 crediti
A richiesta è possibile personalizzare i pacchetti, includendo
gli accompagnatori.
Quote a partire da 200 euro*
CENA GALA AwardEvento a numero chiuso, si consiglia di prenotare al momento
dell’iscrizione.
* La quota di partecipazione minima è riservata alla categoria degli igie-nisti dentali e include, se acquistata entro il 15/11/2018, l’iscrizione al Congresso e il corso ECM online o iscrizione + hotel.Per info: [email protected] – www.istitutotoscanocongress.it
VENERDÌ 25 GENNAIO 2019Le correlazioni fra diabete e malattie odontostomatologiche PRESIDENTE DI SESSIONE: Prof. Roberto Crespi (Istituto Stomatologico Toscano)
Ore 9.15 - 10.15 Prof. Robert Genco (Università di Buffalo, USA) Malattia parodontale e diabete: l’esperienza di 40 anni di ricercaOre 10.15 - 11.00 Prof. Ottavio Giampietro (Università di Pisa, Italia) Le conoscenze diabetologiche per gli operatori dello studio odontoiatricoOre 11.00 - 11.30 Coffee break
Ore 11.30 - 12.15 Prof. Paolo Vescovi (Università di Parma, Italia) Manifestazioni orali della malattia diabetica Ore 12.15 - 13.00 Dott. Luca Lione (AMD Savona, Italia)Relazione in fase di definizione
Ore 13.00 – 14.00 Pausa pranzo
Considerazioni cliniche nel trattamento odontoiatrico del paziente diabeticoPRESIDENTE DI SESSIONE: Prof. Annamaria Genovesi (Istituto Stomatologico Toscano)
Ore 14.15 - 15.00 Prof. Eugenio Velasco-Ortega (Università di Siviglia, Spagna)L’influenza del diabete nei trattamenti odontoiatrici e restaurativiOre 15.00 – 15.45 Dott. Casey Hein (Università di Manitoba, Canada)Malattia diabetica ed igiene dentaleOre 15.45 - 16.15 Coffee break
Ore 16.15 - 17.00 Prof. Filippo Graziani (Università di Pisa, Italia) Terapia parodontale nel paziente diabeticoOre 17.00 - 17.30 Dott. Marzia Segù (Università di Pavia, Italia)Diabete e apnee notturne: implicazioni odontoiatriche
SABATO 26 GENNAIO 2019Considerazioni cliniche nel trattamento odontoiatrico del paziente diabeticoPRESIDENTE DI SESSIONE: Prof. Andrea Edoardo Bianchi (Istituto Stomatologico Italiano)
Ore 9.15 - 10.00 Prof. Ugo Covani (Università G. Marconi, Roma, Italia) Terapia implantare nel paziente diabeticoOre 10.00 – 10.45 Prof. Antonella Polimeni (Sapienza Università di Roma, Italia) Il trattamento odontoiatrico del paziente con diabete giovanileOre 10.45 – 11.15 Coffee break
Ore 11.15 - 12.00 Prof. Giampietro Farronato (Università di Milano, Italia) Terapia ortodontica nel paziente diabeticoOre 12.00 - 13.00 Discussione e conclusione
PROGRAMMA PROVVISORIO
6° CongressoISTITUTO STOMATOLOGICO TOSCANOVIAREGGIO, 25 - 26 GENNAIO 2019
22 Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018Meeting & Congressi
Il successo dello studio passa attraverso una forte identità e un management che guarda al futuro
Una brand identity allora che
non sarà un’espressione “modaiola”:
immagine, organizzazione e clinica
troveranno forza e coerenza, nel ri-
spetto delle differenze di tutti. Un
progetto forte, l’unico in grado di
rafforzare la competizione diffe-
renziandosi, oltre a perseverare nei
momenti difficili ed avere un team
adeguato e collaborativo.
Se dal titolo si arguisce che l’evento
era soprattutto indirizzato ai dentisti,
pur sempre e inevitabilmente “im-
prenditori”, si è confermata la perce-
zione che sia il “Congresso del Team”:
igienisti, assistenti e segreteria hanno
a loro volta potuto avvalersi, nelle
sessioni plenarie e nei workshop, di
nozioni ed esperienze preziose.
Preziose perché teorico pratiche:
come i casi prospettati da Gabriella
Grassi, soffermandosi sull’estetica
in odontoiatria e sulla clinica del be-
nessere. Casi “pratici”, cioè visibili, di
successo, come ad esempio, i chiari-
menti sul nuovo CCNL dei dipenden-
ti di studi odontoiatrici (Sebastiano
Rosa, Paolo Barbaglia e Fulvia Ma-
genga, Giovanna Gentile), le nozioni
impartite da Patrizia Cascarano nella
Sezione monotematica e multiruolo
(Igienisti, Assistenti, Segreteria e tut-
to il Team) dedicata alla “Gestione
del tempo e dello stress lavorativo”
(4 ore e 150 persone), i chiarimenti
sulla non ben nota Legge sulla priva-
cy sviscerati da Ivan Tosco e «da non
prendere – ammonisce – assoluta-
mente sotto gamba», i suggerimenti
di Federico Ghironi sulla vendita del
piano di cura e sul ruolo della segre-
teria. Ha contribuito notevolmente
alla riuscita del 2° Congresso di Car-
rara (oltre al valore dei relatori), è sta-
ta il dividerlo, grosso modo, in aree,
dalla nota dominante: quella giuridi-
ca, psicoarchitettonica, economica o
anche “statistico futuribile”.
Di futuribilità hanno parlato in-
fatti in apertura Aurelio Gisco, con-
statando il cambiamento del “health
care” e i suoi riflessi innovativi sul
dentale, Maurizio Quaranta (Model-
li di business e di organizzazione
giuridica del presente e del futuro)
e Roberto Rosso (Quantificazione di
valore attuale e futura nello studio
dentistico), Edoardo Lambertucci
(Trasformazione digitale ed efficien-
za operativa), Sonia Volpe (Gestione
informatizzata del magazzino), Piero
Trabalza (Il business della prevenzio-
ne), Luigi Rubino (Evoluzione digita-
le della cartella parodontale).
A fine congresso Luca Vigano, con
trasporto, ha ipotizzato il mutevole
trasformarsi degli studi, oggi tradi-
zionalmente odontoiatrici, in studi di
Medicina orale «dove non si otture-
ranno solo i buchi dei denti» ha detto
provocatoriamente, ma si guarderà
sempre di più alle ormai consolida-
te interrelazioni tra malattie della
bocca e altre come diabete, cardiova-
scolari, oncologiche, individuabili un
domani (altro futuribile) grazie ad un
semplice esame della saliva.
Come non pensare ancora al futu-
ro dello studio stando alle relazioni
di Emanuele Ramera, Carola Murari
e Massimo Tiberio, che da diversi ap-
procci (psicologico ed architettoni-
co) si sono dilungati sulla identità o
differenza per affermarsi nel tempo,
sui colori dello studio e sugli adegua-
menti dell’arredo in funzione della
compliance del paziente e dell’im-
< pagina 1 magine stessa dell’ambiente profes-
sionale, mentre Michele Cassetta ha
affascinato il pubblico in un viaggio
nelle neuroscienze applicate alla pri-
ma visita al paziente.
Nell’area giuridica, dopo l’ampia
dissertazione di Mario Turani, si
è parlato addirittura di un “Pron-
to soccorso giuridico preventivo”
(Stefano Fiorentino) a quei profes-
sionisti che impegnati nel loro de-
licato ruolo di professionisti della
salute, non sanno (o non riescono) a
seguire le novità legislative ad hoc,
dove l’ignoranza della legge “non
excusat”. Di professionisti non suf-
ficientemente allertati alle insidie
della legge ha parlato anche Alfredo
Piccaluga, commercialista, che ha
ammonito la platea a non scordarsi
mai della presenza dell’inelimina-
bile, “convitato di pietra”, l’Erario.
Le sessioni parallele hanno con-
sentito al team di scegliere gli ar-
gomenti di maggior interesse per
l’aggiornamento, implementando
le proprie conoscenze, anche par-
tecipando come team in contem-
poranea ad argomenti diversi. I
workshop di Franco Cellino Ema-
nuele Ramera, Maria Silvia Terrano,
di Michele Micheletti (venerdì 21)
e di sabato 22 (Team Tueor Servizi)
hanno consentito di avvicinare i
partecipanti a metodologie pratiche
(comunicazione, controllo gestione,
siti internet, gestionali, marketing,
metodi organizzativi e di successo)
a cura dei consulenti sponsor dell’e-
vento, con relatori di grande calibro
(M. Rossini, M. Micheletti, F. Cellino,
A. Grassi, R. Iarlori, F. Fuentes, P. Sel-
mi) e spesso alternative l’un l’altra,
nello spirito pluralistico del con-
gresso la cui mission è dare la possi-
bilità ai partecipanti di scegliere tra
scuole di pensiero diverse.
Nonostante l’intenso program-
ma i moderatori, Roly Kornblit,
Fabio Incerti e Massimo Boccaletti
hanno contribuito insieme ai rela-
tori e ai partecipanti alla puntuali-
tà, giusto ingrediente di un evento.
Infine una conviviale cena sociale,
con il taglio della torta per “10 anni
Tueor Servizi” ha confermato il cli-
ma di amicizia, anche dei nuovi
partecipanti (circa il 60 per cento
dei congressisti).
Il congresso dà l’arrivederci alla
terza edizione nel 2019.
Dental Tribune Italia
L’apertura congressuale a cura di Patrizia Gatto.
I congressisti durante il coffee break.
Paola Selmi durante il workshop sulla realizzazione del sito internet per lo studio.
La torta celebrativa dei 10 anni della Tueor Servizi.
La sala plenaria durante i lavori congressuali.
La dott.ssa Patrizia Cascarano durante il workshop sulla “Gestione del tempo e dello stress lavorativo”.
La cena sociale del venerdì. Il team della Tueor Servizi.
23Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2018
I N F O P O I N TI N F O P O I N T
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AD
Meeting & Congressi
ITALIA
III CONGRESSO INTERNAZIONALE SIE ENDODONTICS – CLINICAL SOLUTIONS - Data: 8-10 novembre 2108
- Dove: San Raffaele Congress
Center
- Contatti: Segreteria Sie
- Tel.: 02.8376799
- E-mail: segreteria.sie@fastwebnet.
it
IL DISEGNO DEI LEMBI E LE SUTURE IN IMPLANTOLOGIA E CHIRURGIA OSSEA RIGENERATIVA. CORSO PRATICO E TEORICO - Data: 12 novembre 2018
- Dove: Sala Conferenze W&H Italia
– Brusaporto (BG)
- Contatti: De Ore Srl
- Tel.: 045.6020924
- E-mail:[email protected]
1° SIMPOSIO ITALIANO ANCORAGGIO PALATALE - Data: 17 novembre 2018
- Dove: Centro Congressi Parco Lido
– Riva del Garda
- Contatti: A.R.C.O (Anchorage Rese-
archers in Clinical Orthodontics)
- E-mail: ancoraggiopalatale@gmail
CONGRESSO NAZIONALE AIG LA RIABILITAZIONE FUNZIONALE DEL SISTEMA STOMATOGNATICO: DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA - Data: 23-24 novembre 2018
- Dove: Milano - Aula Magna Uni-
versità degli Studi di Milano, Via
Festa del Perdono 7
- Contatti: Selene Srl
- Tel.: 011.7499601
- E-mail: trinchero.selenecongres-
ORTODONZIA 4.0: DAL REALE AL VIRTUALE E DAL VIRTUALE AL REALE - Data: 1 dicembre 2018
- Dove: Firenze
- Contatti: Sanitanova Srl (KaVo
partner educazionale)
- Tel.: 080.8972103
- E-mail: [email protected]
CORSO DI ORTODONZIA FUNZIONALE - Data: 3-4 dicembre 2018
- Dove: ISO – Sesto Fiorentino
- Contatti: Segreteria ISO
- Tel.: 055.304458
- E-mail: [email protected]
6° CONGRESSO ISTITUTO STOMATOLOGICO TOSCANO L’ODONTOIATRIA NEL PAZIENTE DIABETICO - Data: 25-26 gennaio 2019
- Dove: Grand Hotel Principe di
Piemonte – Viareggio
- Contatti: Tueor Servzi Srl
- Tel.: 011.3110675
- E-mail: [email protected]
63° CORSO FONDAZIONE CASTAGNOLA
AGGIORNAMENTO 2019 – CONSERVATIVA, ENDODONZIA, IMPLANTOPROTESI - Data: 29-30 marzo 2019
- Dove: Centro Congressi Grand
Hotel & La Pace – Montecatini
Terme
- Contatti: Tueor Servizi Srl
- Tel.: 011.3110675
- E-mail: [email protected]
26° CONGRESSO NAZIONALE COLLEGIO DEI DOCENTI RISCHIO CLINICO – COSTI/BENEFICI NELLA PRATICA CLINICA IN ODONTOSTOMATOLOGIA - Data: 11-13 aprile 2019
- Dove: Centro Congressi Partenope
Hotel Royal Continental - Napoli
- Contatti: FASI Srl - Giada Gonnelli
- Tel.: 06.97605621
- Cell.: 347.5557242
- E-mail: [email protected]
EUROPA: XXX CONGRESSO INTERNAZIONALE ODONTOSTOMATOLOGICO RENDERE L’ECCELLENZA UNA
REALTÀ CLINICA - RICORDARE IL PASSATO, GESTIRE IL PRESENTE, COSTRUIRE IL FUTURO - Data: 9-10 novembre 2018
- Dove: Salle d’Or - Fairmont Monte
Carlo Hotel – Monte-Carlo
- Contatti: Tueor Servizi Srl
- Tel.: 011.3110675
- E-mail: [email protected]
Dal 1982 punto di riferimento per l’attività odontoiatrica nazionale e internazionale
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