Il Sole 24 Ore - Il futuro ha inizio se il manifatturiero incontra il digitale

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FOCUS Giovedì 27 Febbraio 2014 www.ilsole24ore.com VENETO IL TESSUTO PRODUTTIVO «Gli imprenditori veneti hanno una forza straordinaria. C’è chi va meglio e chi peggio, ma l’ossatura c’è» I distretti. Concia, vino e plastica sul podio delle esportazioni u pagina 48 «C’ è una rivoluzione industriale che sta crescendo su scala internazionale: dobbia- mo imparare a guardare quello che accade oltre i nostri confi- ni, per poter cogliere le oppor- tunità che si presentano anche per la nostra economia». Stefano Micelli, direttore scientifico della Fondazione Nordest e professore associa- to di Economia e gestione delle imprese all’università Ca’ Fo- scari di Venezia, è un teorico della svolta che vede il settore manifatturiero e le nuove tec- nologie avvicinarsie collabora- re. «Quella che vediamo è una discontinuità importante ri- spetto al modo tradizionale di produrre. Siamo chiamati a os- servare, a ragionare in un oriz- zonte internazionale, perché le trasformazioni sociali, cultu- rali e tecnologiche in corso hanno molto da dire al territo- rio Veneto». A una regione, cioè, dove l’abilità del saper fare, ma an- che del saper cogliere le esi- genze del cliente, adattando- si e proponendo un prodotto su misura, sono già consolida- te: «Penso ad esempio alla gioielleria e alla moda, distret- ti storici, ma anche alla produ- zione dei macchinari e alla metalmeccanica che ha pun- te di eccellenza in province come Padova e Vicenza, con una grande capacità di coglie- re le esigenze del committen- te e creare strumenti quasi su misura». Personalizzazione e ritorno alla sapienza artigiana, anche quando le dimensioni sono in- dustriali, «perché questa è la domanda del mercato oggi, su- perata la fase nella quale i gran- di brand dettavano le regole e si poteva solo uniformarsi», sotttolinea Micelli. Perché la svolta possa realiz- zarsi, «però, occorre investire massicciamentein cultura digi- tale, avvicinare le imprese an- cora digiune dei nuovi stru- menti come i social network, diffonderele reti e le infrastrut- ture necessarie come la banda larga. C’è una domanda che va letteralmente costruita, oltre che intercettata».E la via piùef- ficace è quella di rinnovare il rapporto fra mondo della scuo- la e aziende, portare i giovani e le competenze che le nuove ge- nerazioni gestiscono senza dif- ficoltà all’interno delle impre- se. Segnali in questo senso non mancano: ultimo in ordine di tempo, l’inaugurazione a Vene- zia, nei giorni scorsi, del primo FabLab, laboratorio di fabbri- cazionedigitale creatoall’inter- no del Vega (parco scientifico di Venezia) da quattro giovani professionisti con la passione perlaprogettazione, la tecnolo- gia e il lavoro manuale. L’obiet- tivo è dare risposte concrete, offrendo ad artigiani e impren- ditori servizi di formazione e produzione nella modellazio- ne digitale avanzata, nella pro- totipazione rapida e nella fab- bricazione seriale di pezzi uni- ci: «Uno spazio dove condivi- dere conoscenze e fare rete tra professionisti – afferma Elia De Tomasi, ad –. Offriamo a de- signer, artigiani e imprenditori l’opportunità di creare oggetti e prototipi di ogni genere a prezzi contenuti, utilizzando macchinari tecnologicamente avanzati. Sono già partiti i pri- mi workshoped è prevista lare- alizzazione di un laboratorio con stampanti 3D, frese, laser cutter e plotter vinilici». La situazione della regione oggi «ricorda quella dell’Italia post bellica – osserva France- sco Peghin, presidente di Fon- dazione Nordest – con una no- tevole distruzione di aziende. In questo contesto, però, spic- cano realtà che riescono a cre- scere, e possono diventare mo- delli di riferimento per chi cer- ca di uscire dalla difficoltà. Trent’anni fa alcuni problemi erano simili, la burocrazia, il fi- sco, ma oggi mancano stru- menti compensativi, come po- tevano essere le svalutatazio- ni competitive. Per questo, il nostro dna di imprenditori au- tonomi che possono fare da sé richiede ora più che mai un’azione sul contesto che in- cida sulle zavorre presenti da troppo tempo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Le banche. Gli istituti finanziano progetti specifici e innovativi - Aumentano gli accordi e le sinergie con le confindustrie e le associazioni di categoria I NUMERI Credito più mirato, credendo nel territorio La Fondazione Nord Est I MERCATI ESTERI «Veneto Banca ha stretto innumerevoli accordi con le banche estere per aiutare i clienti» I dati Katy Mandurino I l Veneto ricomincia da se stesso e dalle proprie impre- se. Chi è sopravvissuto agli ultimi cinque anni è più forte di prima. Chi era inattivo e stanzia- le ha imparato a fare ricerca e ad andare all’estero. Sono nate sinergie tra singole aziende e tra associazioni di categoria. La filiera manifatturiera si è tra- sformata e lentamente, anche se ancora a macchia di leopar- do, sta diventando innovativa, digitale e glocal. Nascono best practice spontanee e modelli di impresa che coniugano la tradi- zione del saper fare all’hi-tech. «L’impresa ha fatto i compiti a casa – dicono in coro i rappre- sentanti degli industriali –. Ora, servono fiducia e grinta, rima- ste sottese, ma mai sparite». Il sentimento espresso è cor- roborato dai dati: il quarto tri- mestre 2013 ha visto la produ- zione industriale regionale regi- strare un aumento dell’1,4% su base annua dopo otto trimestri di segno meno. Mentre la varia- zione congiunturale destagio- nalizzata ha segnato un +2,4%. A spingere i dati positivi anche l’export: le vendite all’estero hanno messo a segno un +4,3% (+3,2% nel trimestre preceden- te) rispetto allo stesso trime- stre dell’anno prima. I fatturati totali hanno registrato un au- mento dell’1,7% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scor- so e del 5,7% sul trimestre prece- dente. Gli ordinativi registrano un +1,7%, in aumento di 1,2 pun- ti percentuali rispetto allo scor- so trimestre (dati Unioncame- re - Veneto Congiuntura). Certo, non tutti i dati sono po- sitivi, dalla crisi non si è comple- tamente usciti. Secondo il Cer- ved, nei primi nove mesi del 2013 i fallimenti sono cresciuti del 19%: in pratica, ogni giorno, mediamente, una decina di aziende sono state dichiarate fallite o sono state avviate al concordato preventivo. Nel pri- mo semestre 2013 la disoccupa- zione ha raggiunto l’8% (ma la media italiana si attesta sul 12,4%, dati Banca d’Italia). Ma il Veneto resta una delle regioni europee più industrializzate con un peso della manifattura che sfiora il 30% sull’economia. «La crisi è stata benefica – di- ce Giulio Pedrollo, a capo degli industriali veronesi – perché è stata occasione di scardinare vecchi meccanismi e far cresce- re la mentalità. In molte impre- se si sono resi obbligatori i pas- saggi generazionali e con le nuove generazioni al comando non solo l’azienda ha acquisito maggior propulsione e velocità nel percepire le esigenze del mercato, ma è anche cresciuta nella coscienza finanziaria, pa- trimonializzandosi nel giusto modo». Verona ha registrato nel quarto trimestre 2013 un in- cremento produttivo dell’1,55% rispetto al terzo trimestre. «Inoltre – continua Pedrollo – la crisi ha sviluppato sinergie costruttive tra enti, associazio- ni, banche, iniziative comuni su temi comuni, come l’export o la formazione». «Facciamo innovazione nel- la filiera – aggiunge Alessandro Vardanega, presidente di Con- findustria Treviso, 3.100 impre- se che si sono viste i fatturati scendere in cinque anni da 21 mi- liardi a 17,3 –. Abbiamo migliora- to i prodotti, cambiato i canali distributivi. Dobbiamo certa- mente migliorare sulla struttu- razione dell’innovazione, che è ancora troppo spontanea e non legata ai centri di ricerca o alle università». Anche Padova regi- stra dati positivi al quarto trime- stre 2013. La produzione sale su base annua del 3,4%, gli ordini aumentano del 2,3%, l’export ac- celera a +8,2% spinto soprattut- to dai paesi extra-Ue (+10,9%). «Il 50% delle imprese padova- ne va meglio di prima. Non fac- ciamo più solo volumi, ma valo- ri – spiega Massimo Pavin, pre- sidente degli industriali di Pado- va –, alto di gamma, qualità. Ma risultiamo vincenti se facciamo massa per andare all’estero, se sappiamo l’inglese, se facciamo progetti con gli atenei, se au- mentiamo la dimensione d’im- presa». «Il Veneto continua ad avere alti livelli di specializza- zione e aziende meravigliose – dice Giuseppe Zigliotto, presi- dente di Confindustria Vicenza –; ci sono laureati preparati, uni- versità e scuole eccellenti. Se ri- partiamo noi possiamo trainare altri territori». Ma il Veneto non può ripren- dersi appieno se non ripartono i consumi interni. Ancora Zi- gliotto: «La nostra volontà e i da- ti positivi non bastano senza un mercato interno sostenuto. Il governo faccia ripartire la do- manda: tolga superbolli e au- menti le detassazioni, ridia fidu- cia e tolga la paura». Così come è necessario rivedere il cuneo fi- scale, gli imprenditori lo stanno ripetendo fino allo sfinimento: «Bastano 10 miliardi per ridur- re drasticamente il cuneo e met- tere le imprese nella condizio- ne di ridurre il costo del lavo- ro», tuona Vardanega. E si ridu- cano «gli scandalosi costi dell’energia – aggiunge Pavin – che sono aumentati in due anni del 40%». © RIPRODUZIONE RISERVATA Nuovi mercati. Non più i Bric, ora l’attenzione è rivolta ai Mint u pagina 49 Laboratorio di start up. In regione incubatori d’impresa e progetti tra enti e parchi scientifici u pagina 49 È come un cane che si mor- de la coda: le imprese fati- cano a ripartire se non han- no credito, ma le banche fatica- no a dare credito perché sono aumentate le sofferenze e per- ché – aziende esse stesse – non sono tornate ai livelli di redditi- vità pre-crisi. Ci si mette anche Basilea 3, senza dubbio: parame- tri più stringenti, regole ferree, che costringono, più che in pas- sato, gli istituti bancari a patri- monializzare per garantire soli- dità e salute. Costringendoli – a Nordest più che altrove, vista la dimensione bancaria – a guar- darsi attorno e a pensare ad ag- gregazioni, acquisizioni, fusio- ni. Il calo del credito c’è stato, ma in Veneto le banche di terri- torio, qui più radicate che altro- ve, hanno sostenuto il tessuto produttivo. Banca d’Italia regi- stra che in regione nei primi no- ve mesi del 2013 il credito con- cesso alle imprese è sceso del 2,3% (-0,8% alle famiglie). Una percentuale considerevole ma minore ad esempio, del -3,9% del Friuli Venezia Giulia o del -3,2% della Lombardia. «La diminuzione del credito è dovuta anche alla contrazione della domanda, causata dal calo degli investimenti – spiega Vin- cenzo Consoli, amministratore delegato di Veneto Banca, uno degli istituti popolari maggior- mente presenti sul territorio (584 filiali, 6.204 dipendenti, un prodotto bancario lordo di 85,6 miliardi, un totale attivo di 42,2 miliardi – dati al giugno 2013) –. Ma gli imprenditori veneti han- no una forza straordinaria. C’è chi va meglio e chi va peggio, pe- rò l’ossatura c’è». «È vero, il flusso del credito è minore – continua Consoli – ma in questi anni di crisi le banche di territo- rio hanno fatto la loro parte». Parte che si esplica anche in un nuovo modo di dare credito: a progetti mirati e a chi è capace di innovare, o a chi si spinge all’estero. «Siamo la terza ban- ca italiana all’estero dopo Uni- credit e Intesa Sanpaolo, abbia- mo stretto innumerevoli accor- di con le banche estere per age- volare i nostri clienti». In quest’ottica si inseriscono le iniziative a sostegno dell’in- ternazionalizzazione, come l’ac- cordo siglato con Confindu- stria Padova e con Confindu- stria Verona che mette a disposi- zione delle imprese associate 50 milioni di euro; 20 di questi sono destinati a finanziamenti a condizioni vantaggiose soprat- tutto per chi lavora con l’estero, mentre gli altri 30 sono a disposi- zione di azioni di leasing, facto- ring e per anticipi di tredicesi- me e quattordicesime mensili- tà. O come i tre milioni di euro a supporto del settore alberghie- ro della costa adriatica venezia- na che gli imprenditori possono utilizzare per sostenere la liqui- dità delle loro aziende nel perio- do di chiusura (si tratta del pla- fond Sviluppo avviato tra Vene- to Banca e Fiditurismo). I segnali positivi che si intra- vedono dai dati congiunturali vengono interpretati dalle Bcc del Veneto come una rinnovata, anche se per il momento mini- ma, tendenza a nuovi investi- menti. I bilanci sono in contro- tendenza rispetto alla china ne- gativa, si registrano utili impor- tanti in qualche azienda. Le Bcc venete, 33 banche in tutta la re- gione, 635 filiali, quasi 5mila di- pendenti, 21 miliardi di impieghi (che equivalgono al 95% della raccolta), hanno un bacino di clientela che copre un terzo del totale delle imprese artigiane re- gionali e un quarto del totale del- le Pmi e un patrimonio solido, che vanta mediamente il 14-15% di Tier 1. «Il clima sta sicuramen- te cambiando – dice Ilario No- vella, presidente della Federa- zione veneta della banche di Credito cooperativo –, lo vedia- mo dal fatto che con grande pru- denza gli imprenditori stanno ri- cominciando ad investire nei macchinari aziendali. Piccoli passi, ma significativi. Abbiamo sicuramente bisogno di un mag- gior clima di fiducia, ma questa è una regione dinamicissima. Pronta a ripartire». Il territorio resta decisivo per le Bcc, che vo- gliono continuare a mantenere ben radicata la loro presenza. «Dove possibile, senza aggrega- zioni – chiarisce Novella –. L’ag- gregazione o la fusione tra istitu- ti impoverisce il territorio, non è la panacea di tutti i mali. Biso- gna invece rafforzare i sistemi operativi e restare autonomi». K. M. © RIPRODUZIONE RISERVATA Territori. Il saper fare si arricchisce di nuove specializzazioni e tecnologie - Nascono best practice d’impresa La filiera innova, la ripresa c’è Fanno ben sperare produzione, export e ordinativi 2013, tutti in positivo Si ricomincia dall’esistente. Chi è sopravvissuto agli ultimi cinque anni è più forte di prima IV trimestre 2013 - Gli indicatori PRODUZIONE INDUSTRIALE Base annua +1,4% PRODUZIONE INDUSTRIALE Congiunturale +2,4% FATTURATO ESTERO +4,3% MERCATO INTERNO +0,6% ORDINATIVI +1,7% OCCUPAZIONE. Base annua +0,8% IMAGOECONOMICA Fonte: Uniocamere del Veneto Il futuro ha inizio se il manifatturiero incontra il digitale Direttore. Stefano Micelli IMAGOECONOMICA Presidente. Francesco Peghin IMAGOECONOMICA 8% La disoccupazione L’indice nel primo semestre 2013, quando la media italiana si attestava sul 12,4% 30% In regione Il peso della manifattura sull’economia della regione, che resta una delle più industrializzate d’Europa 1,55% A Verona L’aumento della produzione provinciale nel quarto trimestre 2013 rispetto al terzo trimestre 3.100 A Treviso Le imprese associate a Confindustria, che insistono su una popolazione di circa 83mila abitanti 17,3 miliardi I fatturati I ricavi aggregati delle aziende trevigiane che, però, nei cinque anni di crisi sono scesi, dai 21 miliardi del 2007 +3,4% A Padova L’incremento su base annua della produzione industriale nel quarto trimestre 2013. Gli ordinativi sono aumentati del 2,3% +8,2% L’export Le esportazioni del sistema padovano nel quarto trimestre 2013, dato spinto soprattutto dai paesi extra-Ue (+10,9%) 40% L’energia L’aumento dei costi dell’energia elettrica riscontati a Padova negli ultimi due anni 50 milioni Plafond Messi a disposizione da Veneto Banca per le imprese del territorio, mirati a progetti di innovazione e export 33 Il credito cooperativo Gli istituti delle Bcc del Veneto, che soddisfano un terzo degli artigiani regionali e un quarto del totale delle Pmi PASSAGGIO GENERAZIONALE La crisi ha spinto numerose aziende a passare la mano ai più giovani, più preparati finanziariamente, e a patrimonializzare meglio Amministratore delegato. Vincenzo Consoli, a capo di Veneto Banca IMAGOECONOMICA

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FOCUS Giovedì27Febbraio2014www.ilsole24ore.com

VENETO

“IL TESSUTO PRODUTTIVO«Gli imprenditori venetihanno una forzastraordinaria. C’è chiva meglio e chi peggio,ma l’ossatura c’è»

I distretti. Concia,vino eplastica sulpodiodelleesportazioni u pagina 48

«C’è una rivoluzioneindustriale chesta crescendo su

scala internazionale: dobbia-moimparareaguardarequelloche accade oltre i nostri confi-ni, per poter cogliere le oppor-tunità che si presentano ancheperla nostraeconomia».

Stefano Micelli, direttorescientifico della FondazioneNordest e professore associa-todiEconomiaegestionedelleimprese all’università Ca’ Fo-scari di Venezia, è un teoricodella svolta che vede il settoremanifatturiero e le nuove tec-nologieavvicinarsiecollabora-re. «Quella che vediamo è unadiscontinuità importante ri-spetto al modo tradizionale diprodurre.Siamochiamatiaos-servare, a ragionare in un oriz-zonte internazionale, perchéletrasformazionisociali,cultu-rali e tecnologiche in corsohanno molto da dire al territo-rioVeneto».

A una regione, cioè, dovel’abilità del saper fare, ma an-che del saper cogliere le esi-genze del cliente, adattando-si e proponendo un prodottosumisura,sonogiàconsolida-te: «Penso ad esempio allagioielleriaeallamoda,distret-tistorici,maancheallaprodu-zione dei macchinari e allametalmeccanica che ha pun-te di eccellenza in provincecome Padova e Vicenza, conunagrandecapacitàdicoglie-releesigenzedelcommitten-teecrearestrumentiquasi sumisura».

Personalizzazione e ritornoalla sapienza artigiana, anchequando le dimensioni sono in-dustriali, «perché questa è ladomandadelmercatooggi, su-peratalafasenellaqualeigran-di brand dettavano le regole esi poteva solo uniformarsi»,sotttolineaMicelli.

Perchélasvoltapossarealiz-zarsi, «però, occorre investiremassicciamenteinculturadigi-tale, avvicinare le imprese an-cora digiune dei nuovi stru-menti come i social network,diffondereleretieleinfrastrut-ture necessarie come la bandalarga. C’è una domanda che valetteralmente costruita, oltrecheintercettata».Elaviapiùef-ficace è quella di rinnovare ilrapportoframondodellascuo-lae aziende, portare i giovani elecompetenzechelenuovege-nerazionigestisconosenzadif-ficoltà all’interno delle impre-se.Segnali in questosenso nonmancano: ultimo in ordine ditempo,l’inaugurazioneaVene-zia, nei giorni scorsi, del primoFabLab, laboratorio di fabbri-cazionedigitalecreatoall’inter-no del Vega (parco scientificodi Venezia) da quattro giovani

professionisti con la passioneperlaprogettazione,latecnolo-giaeillavoromanuale.L’obiet-tivo è dare risposte concrete,offrendoadartigianieimpren-ditori servizi di formazione eproduzione nella modellazio-ne digitale avanzata, nella pro-totipazione rapida e nella fab-bricazioneseriale di pezzi uni-ci: «Uno spazio dove condivi-dereconoscenze e fare rete traprofessionisti – afferma EliaDeTomasi,ad–.Offriamoade-signer,artigianieimprenditoril’opportunità di creare oggettie prototipi di ogni genere aprezzi contenuti, utilizzandomacchinari tecnologicamenteavanzati. Sono già partiti i pri-miworkshopedèprevistalare-alizzazione di un laboratoriocon stampanti 3D, frese, lasercuttereplottervinilici».

La situazione della regioneoggi «ricorda quella dell’Italiapost bellica – osserva France-sco Peghin, presidente di Fon-dazioneNordest–conunano-tevole distruzione di aziende.In questo contesto, però, spic-canorealtà che riescono a cre-scere,epossonodiventaremo-dellidiriferimentoperchicer-ca di uscire dalla difficoltà.Trent’anni fa alcuni problemieranosimili, laburocrazia, il fi-sco, ma oggi mancano stru-menticompensativi,comepo-tevano essere le svalutatazio-ni competitive. Per questo, ilnostrodnadi imprenditoriau-tonomi che possono fare da sérichiede ora più che maiun’azione sul contesto che in-cida sulle zavorre presenti datroppo tempo».

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Le banche. Gli istituti finanziano progetti specifici e innovativi - Aumentano gli accordi e le sinergie con le confindustrie e le associazioni di categoria

I NUMERI

Credito più mirato, credendo nel territorio

La Fondazione Nord Est

I MERCATI ESTERI«Veneto Banca ha strettoinnumerevoli accordicon le banche estereper aiutare i clienti»

I datiKaty Mandurino

Il Veneto ricomincia da sestessoedalleproprieimpre-se. Chi è sopravvissuto agli

ultimi cinque anni è più forte diprima.Chierainattivoestanzia-le ha imparato a fare ricerca ead andare all’estero. Sono natesinergie tra singole aziende etra associazioni di categoria. Lafiliera manifatturiera si è tra-sformata e lentamente, anchese ancora a macchia di leopar-do, sta diventando innovativa,digitale e glocal. Nascono bestpractice spontanee e modelli diimpresacheconiuganolatradi-zione del saper fare all’hi-tech.«L’impresa ha fatto i compiti acasa – dicono in coro i rappre-sentanti degli industriali –. Ora,servono fiducia e grinta, rima-stesottese, mamai sparite».

Il sentimento espressoè cor-roborato dai dati: il quarto tri-mestre 2013 ha visto la produ-zioneindustrialeregionaleregi-strare un aumento dell’1,4% subase annua dopo otto trimestridisegnomeno.Mentrelavaria-zione congiunturale destagio-nalizzata ha segnato un +2,4%.A spingere i dati positivi anchel’export: le vendite all’esterohanno messo a segno un +4,3%(+3,2% nel trimestre preceden-te) rispetto allo stesso trime-stre dell’anno prima. I fatturatitotali hanno registrato un au-mento dell’1,7% rispetto allostessotrimestredell’annoscor-

soedel5,7%sultrimestreprece-dente. Gli ordinativi registranoun +1,7%, in aumento di 1,2 pun-tipercentualirispettoalloscor-so trimestre (dati Unioncame-re - VenetoCongiuntura).

Certo,nontutti idatisonopo-sitivi,dallacrisinonsiècomple-tamente usciti. Secondo il Cer-ved, nei primi nove mesi del2013 i fallimenti sono cresciutidel 19%: in pratica, ogni giorno,mediamente, una decina diaziende sono state dichiarate

fallite o sono state avviate alconcordatopreventivo.Nelpri-mosemestre 2013 ladisoccupa-zione ha raggiunto l’8% (ma lamedia italiana si attesta sul12,4%, dati Banca d’Italia). Ma ilVeneto resta una delle regionieuropee più industrializzatecon un peso della manifatturachesfiorail 30%sull’economia.

«Lacrisièstatabenefica–di-ce Giulio Pedrollo, a capo degliindustriali veronesi – perché èstata occasione di scardinarevecchimeccanismiefarcresce-re la mentalità. In molte impre-

se si sono resi obbligatori i pas-saggi generazionali e con lenuove generazioni al comandonon solo l’azienda ha acquisitomaggiorpropulsioneevelocitànel percepire le esigenze delmercato, ma è anche cresciutanella coscienza finanziaria, pa-trimonializzandosi nel giustomodo». Verona ha registratonel quarto trimestre 2013 un in-cremento produttivo dell’1,55%rispetto al terzo trimestre.«Inoltre – continua Pedrollo –la crisi ha sviluppato sinergiecostruttive tra enti, associazio-ni, banche, iniziative comunisu temi comuni, come l’exporto la formazione».

«Facciamo innovazione nel-la filiera – aggiunge AlessandroVardanega, presidente di Con-findustriaTreviso,3.100impre-se che si sono viste i fatturatiscendereincinqueannida21mi-liardia17,3–.Abbiamomigliora-to i prodotti, cambiato i canalidistributivi. Dobbiamo certa-mente migliorare sulla struttu-razione dell’innovazione, che èancora troppo spontanea e nonlegata ai centri di ricerca o alleuniversità».AnchePadovaregi-stradatipositivialquartotrime-stre 2013. La produzione sale subase annua del 3,4%, gli ordiniaumentanodel2,3%,l’exportac-celera a +8,2% spinto soprattut-to dai paesi extra-Ue (+10,9%).«Il 50% delle imprese padova-ne va meglio di prima. Non fac-

ciamopiùsolovolumi,mavalo-ri – spiega Massimo Pavin, pre-sidentedegliindustrialidiPado-va –, alto di gamma, qualità. Marisultiamovincenti sefacciamomassa per andare all’estero, sesappiamo l’inglese, se facciamoprogetti con gli atenei, se au-mentiamo la dimensione d’im-presa». «Il Veneto continua adavere alti livelli di specializza-zione e aziende meravigliose –dice Giuseppe Zigliotto, presi-dentediConfindustriaVicenza–;cisonolaureatipreparati,uni-versitàescuoleeccellenti.Seri-partiamonoipossiamotrainarealtri territori».

MailVenetononpuòripren-dersiappienosenonripartonoiconsumi interni. Ancora Zi-gliotto:«Lanostravolontàeida-ti positivi non bastano senza unmercato interno sostenuto. Ilgoverno faccia ripartire la do-manda: tolga superbolli e au-mentiledetassazioni,ridiafidu-cia e tolga la paura». Così comeènecessariorivedereilcuneofi-scale,gli imprenditori lostannoripetendo fino allo sfinimento:«Bastano 10 miliardi per ridur-redrasticamenteilcuneoemet-tere le imprese nella condizio-ne di ridurre il costo del lavo-ro»,tuonaVardanega.Esiridu-cano «gli scandalosi costidell’energia – aggiunge Pavin –che sono aumentati in due annidel40%».

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Nuovi mercati. Nonpiù iBric,ora l’attenzioneè rivoltaai Mintu pagina 49

Laboratorio di start up. In regione incubatori d’impresaeprogetti tra enti eparchiscientificiu pagina 49

Ècome un cane che si mor-de la coda: le imprese fati-canoaripartiresenonhan-

no credito, ma le banche fatica-no a dare credito perché sonoaumentate le sofferenze e per-ché – aziende esse stesse – nonsono tornate ai livelli di redditi-vità pre-crisi. Ci si mette ancheBasilea3,senzadubbio:parame-tri più stringenti, regole ferree,che costringono, più che in pas-sato, gli istituti bancari a patri-monializzare per garantire soli-dità e salute. Costringendoli – aNordest più che altrove, vista ladimensione bancaria – a guar-darsi attorno e a pensare ad ag-gregazioni, acquisizioni, fusio-ni. Il calo del credito c’è stato,

ma in Veneto le banche di terri-torio, qui più radicate che altro-ve, hanno sostenuto il tessutoproduttivo. Banca d’Italia regi-strache inregione neiprimi no-ve mesi del 2013 il credito con-cesso alle imprese è sceso del2,3% (-0,8% alle famiglie). Unapercentuale considerevole maminore ad esempio, del -3,9%del Friuli Venezia Giulia o del-3,2%dellaLombardia.

«La diminuzione del creditoèdovutaancheallacontrazionedella domanda,causata dalcalodegli investimenti–spiegaVin-cenzo Consoli, amministratoredelegato di Veneto Banca, unodegli istituti popolari maggior-mente presenti sul territorio

(584 filiali, 6.204 dipendenti, unprodotto bancario lordo di 85,6miliardi, un totale attivo di 42,2miliardi – dati al giugno 2013) –.Magli imprenditori veneti han-no una forza straordinaria. C’èchivameglioechivapeggio,pe-rò l’ossatura c’è». «È vero, ilflusso del credito è minore –continua Consoli – ma in questiannidicrisi lebanchediterrito-rio hanno fatto la loro parte».Parte che si esplica anche in unnuovo modo di dare credito: aprogetti mirati e a chi è capacedi innovare, o a chi si spingeall’estero. «Siamo la terza ban-ca italiana all’estero dopo Uni-credit e Intesa Sanpaolo, abbia-mostretto innumerevoli accor-

di con le banche estere per age-volare i nostri clienti».

In quest’ottica si inserisconole iniziative a sostegno dell’in-ternazionalizzazione,comel’ac-cordo siglato con Confindu-stria Padova e con Confindu-striaVeronachemetteadisposi-zione delle imprese associate50 milioni di euro; 20 di questisonodestinati a finanziamentiacondizioni vantaggiose soprat-tutto perchi lavora con l’estero,mentreglialtri30sonoadisposi-zione di azioni di leasing, facto-ring e per anticipi di tredicesi-me e quattordicesime mensili-tà.O come i tre milioni di euro asupporto del settore alberghie-rodella costa adriatica venezia-

nachegli imprenditoripossonoutilizzare persostenere la liqui-ditàdelleloroaziendenelperio-do di chiusura (si tratta del pla-fondSviluppoavviatotraVene-toBancae Fiditurismo).

I segnali positivi che si intra-vedono dai dati congiunturalivengono interpretati dalle BccdelVenetocomeunarinnovata,anche se per il momento mini-ma, tendenza a nuovi investi-menti. I bilanci sono in contro-tendenza rispetto alla china ne-gativa, si registrano utili impor-tanti in qualche azienda. Le Bccvenete, 33 banche in tutta la re-gione, 635 filiali, quasi 5mila di-pendenti,21miliardidi impieghi(che equivalgono al 95% dellaraccolta), hanno un bacino diclientela che copre un terzo deltotaledelleimpreseartigianere-gionalieunquartodeltotaledel-le Pmi e un patrimonio solido,che vanta mediamente il 14-15%

diTier1.«Ilclimastasicuramen-te cambiando – dice Ilario No-vella, presidente della Federa-zione veneta della banche diCredito cooperativo –, lo vedia-modalfattochecongrandepru-denzagliimprenditoristannori-cominciando ad investire neimacchinari aziendali. Piccolipassi,ma significativi.Abbiamosicuramentebisognodiunmag-gior clima di fiducia, ma questaè una regione dinamicissima.Pronta a ripartire». Il territoriorestadecisivoperleBcc,chevo-gliono continuare a mantenereben radicata la loro presenza.«Dovepossibile,senzaaggrega-zioni–chiarisceNovella–.L’ag-gregazioneolafusionetraistitu-ti impoverisce il territorio, nonè la panacea di tutti i mali. Biso-gna invece rafforzare i sistemioperativierestareautonomi».

K. M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Territori. Il saper fare si arricchisce di nuove specializzazioni e tecnologie - Nascono best practice d’impresa

Lafilierainnova, laripresac’èFanno ben sperare produzione, export e ordinativi 2013, tutti in positivo

Si ricomincia dall’esistente. Chi è sopravvissuto agli ultimi cinque anni è più forte di prima

IV trimestre 2013 - Gli indicatori

PRODUZIONE INDUSTRIALEBase annua

+1,4%

PRODUZIONE INDUSTRIALECongiunturale

+2,4%

FATTURATO ESTERO

+4,3%

MERCATO INTERNO

+0,6%

ORDINATIVI

+1,7%

OCCUPAZIONE. Base annua

+0,8%

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Fonte: Uniocamere del Veneto

Il futuro ha iniziose il manifatturieroincontra il digitale

Direttore. Stefano Micelli

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Presidente. Francesco Peghin

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8%La disoccupazioneL’indicenelprimosemestre2013,quandolamediaitalianasiattestavasul12,4%

30%In regioneIlpesodellamanifatturasull’economiadellaregione,cherestaunadellepiùindustrializzated’Europa

1,55%A VeronaL’aumentodellaproduzioneprovincialenelquartotrimestre2013rispettoalterzotrimestre

3.100A TrevisoLeimpreseassociateaConfindustria,cheinsistonosuunapopolazionedicirca83milaabitanti

17,3miliardiI fatturatiIricaviaggregatidelleaziendetrevigianeche,però,neicinqueannidicrisisonoscesi,dai21miliardidel2007

+3,4%A PadovaL’incrementosubaseannuadellaproduzioneindustrialenelquartotrimestre2013.Gliordinativisonoaumentatidel2,3%

+8,2%L’exportLeesportazionidelsistemapadovanonelquartotrimestre2013,datospintosoprattuttodaipaesiextra-Ue(+10,9%)

40%L’energiaL’aumentodeicostidell’energiaelettricariscontatiaPadovanegliultimidueanni

50milioniPlafondMessiadisposizionedaVenetoBancaperleimpresedelterritorio,miratiaprogettidiinnovazioneeexport

33Il credito cooperativoGliistitutidelleBccdelVeneto,chesoddisfanounterzodegliartigianiregionalieunquartodeltotaledellePmi

PASSAGGIO GENERAZIONALELacrisi ha spinto numeroseaziende a passare la manoaipiù giovani,più preparatifinanziariamente,ea patrimonializzare meglio

Amministratore delegato. VincenzoConsoli, a capo di Veneto Banca

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