Il sisto 2013

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Carissime Santernesi e Ammonitesi, desidero far giungere a ciascuna famiglia, il mio augurio e incoraggiamento, in questo momento così difficile che deve farci sentire sempre di più solidali e uniti nelle prove. Ogni giorno le famiglie sono impegnate, con il loro quotidiano, a scrivere, vivere e gioire, faticare e servire un segno dell’amore di Dio in mezzo a noi. Certo non mancano contraddizioni e momenti oscuri ma in tutte sicuramente rimane accesa la sete di felicità vera e piena. La parrocchia ci ricorda che la Parola di Dio fatta carne in Gesù, si fa’ vangelo di salvezza e di gioia per ogni famiglia, per ognuno. Gesù viene per ricordarci che è l’Emmanuele, il Dio con noi e per noi. In Lui Dio si fa accoglienza e vicinanza. A Lui non sono oscure o indifferenti le vostre vicende familiari. Chi lo ha incontrato sa che può contare su di lui. Penso a Marta e Maria quando il fratello Lazzaro si ammalò e mandarono ad avvertire Gesù... Penso ai rapporti personali autentici e profondi che costruisce con i suoi amici incontrandoli nelle loro case dove è atteso: Marta gli va incontro con premura e lo accoglie con gioiosa ospitalità; Maria si siede ai suoi piedi desiderosa di ascoltare la sua parola, Lazzaro offre la sua amicizia... Gesù sta a tavola con tutti, anche con i pubblicani e i peccatori; sfidando senza paura i pregiudizi socio-culturali e religiosi del suo tempo, è particolarmente attento ai bambini, alle donne, ai poveri, agli emarginati. Natale non ci dice altro che questo: LAMORE DI DIO È IN MEZZO A NOI. Carissimi tutti, carissime famiglie, la parola di Cristo ci aiuta a scoprire che ogni vita, ogni casa è amata ed è chiamata ad amare. Per quanto difficili possano essere i giorni da vivere, per quanto complessi i problemi che le famiglie devono affrontare, nessuno deve sentirsi estraneo al cuore del Signore. GESÙ VIENE A NOI OGNI ISTANTE e porta con sé una luce, capace di illuminare tutti i giorni e tutte le notti, in cui scorre la vita quotidiana delle nostre famiglie chiamate a trasformare la propria vita in una pagina di Vangelo. Carissimi, la mia preghiera in questi giorni invoca la visita di Gesù nella vostra casa e nella vostra vita, perché ogni gioia sia compiuta, ogni pena sia consolata, ogni peccato sia perdonato nell’abbraccio della riconciliazione, ogni desolazione trovi pace, ogni incertezza sia presa per mano e condotta alle decisioni sapienti e desiderate, ogni distacco si rassereni nella speranza della vita eterna. Con grande affetto e con gli auguri più belli vi benedico nel Signore. il vostro parroco Don Matteo Laslau Bollettino annuale di Santerno - Parrocchia Arcipretale San Sisto II p. m . NON TEMETE, GESÙ VIENE A NOI... OGNI ISTANTE 2012 e 2013 Augura a Tutti BUON SANTO NATALE e Sereno Anno

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Carissime Santernesi e Ammonitesi,desidero far giungere a ciascuna famiglia, il mio augurio e incoraggiamento, in questo momento così difficile che deve farci sentire sempre di più solidali e uniti nelle prove.

Ogni giorno le famiglie sono impegnate, con il loro quotidiano, a scrivere, vivere e gioire, faticare e servire un segno dell’amore di Dio in mezzo a noi. Certo non mancano contraddizioni e momenti oscuri ma in tutte sicuramente rimane accesa la sete di felicità vera e piena.

La parrocchia ci ricorda che la Parola di Dio fatta carne in Gesù, si fa’ vangelo di salvezza e di gioia per ogni famiglia, per ognuno.

Gesù viene per ricordarci che è l’Emmanuele, il Dio con noi e per noi. In Lui Dio si fa accoglienza

e vicinanza. A Lui non sono oscure o indifferenti le vostre vicende familiari. Chi lo ha incontrato sa che può contare su di lui. Penso a Marta e Maria quando il fratello Lazzaro si ammalò e mandarono ad avvertire Gesù... Penso ai rapporti personali autentici e profondi che costruisce con i suoi amici incontrandoli nelle loro case dove è atteso: Marta gli va incontro con premura e lo accoglie con gioiosa ospitalità; Maria si siede ai suoi piedi desiderosa di ascoltare la sua parola, Lazzaro offre la sua amicizia...

Gesù sta a tavola con tutti, anche con i pubblicani e i peccatori; sfidando senza paura i pregiudizi socio-culturali e religiosi del suo tempo, è particolarmente attento ai bambini, alle donne, ai poveri, agli emarginati. Natale non ci dice altro che questo: l’amore di dio è in mezzo a noi.

Carissimi tutti, carissime famiglie,la parola di Cristo ci aiuta a scoprire che ogni vita, ogni casa è amata ed è chiamata ad amare.Per quanto difficili possano essere i giorni da vivere, per quanto complessi i problemi che le famiglie devono affrontare, nessuno deve sentirsi estraneo al cuore del Signore.

Gesù viene a noi oGni istante e porta con sé una luce, capace di illuminare tutti i giorni e tutte le notti, in cui scorre la vita quotidiana delle nostre famiglie chiamate a trasformare la propria vita in una pagina di Vangelo. Carissimi, la mia preghiera in questi giorni invoca la visita di Gesù nella vostra casa e nella vostra vita, perché ogni gioia sia compiuta, ogni pena sia consolata, ogni peccato sia perdonato nell’abbraccio della riconciliazione, ogni desolazione trovi pace, ogni incertezza sia presa per mano e condotta alle decisioni sapienti e desiderate, ogni distacco si rassereni nella speranza della vita eterna.

Con grande affetto e con gli auguri più belli vi benedico nel Signore.

il vostro parroco Don Matteo Laslau

Bollettino annuale di Santerno - Parrocchia Arcipretale San Sisto II p. m.

NoN temete, Gesù VieNe a Noi... oGNi istaNte

2012 e 2013Augura a Tutti BUON SANTO NATALE e Sereno Anno

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“Elisabetta, parlo io o fai tu?”. “E quei due ragazzi laggiù... che dici, ci proviamo?”. Elisabetta è la ragazza, con già alle spalle una partecipazione ad “Una lUce nella notte”, conosciuta alla GMG di Madrid, nel 2011, con cui ho avuto il piacere di condividere questa singolare esperienza: uscire una sera in strada, avvicinare giovani nostri coetanei e fare loro la tanto bella quanto spiazzante proposta di incontrare Gesù. Dove? Nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, all’angolo di Piazza del Popolo, appositamente aperta ed allestita per l’occasione, al cui interno altri ragazzi come noi li avrebbero accolti, portati davanti a Lui, accompagnati con la preghiera e col canto e dove alcuni sacerdoti, assieme al nostro nuovo arcivescovo Lorenzo, sarebbero stati disponibili, qualora ne avessero sentito il bisogno, per un dialogo personale o per il sacramento della Riconciliazione.

Non credo di poter riuscire ad esprimere a pieno ed in poche parole l’intensità, la bellezza e l’utilità, non solo per le persone che ho incontrato ma anche e soprattutto per la mia vita di fede, di questa esperienza di evangelizzazione di strada anche se ho voglia di provarci.

L’impegno in parrocchia come catechista ed

animatore è per me, oggi, qualcosa di assolutamente naturale ed irrinunciabile a cui mi sento chiamato dal mio essere cristiano. Ma io non ho sempre frequentato la parrocchia, anzi, ricevuta la Cresima, avevo decisamente abbandonato la vita di Chiesa, complici il disinteresse in famiglia e nel gruppo di amicizie che avevo ma anche e soprattutto il fatto, me ne rendo conto ogni giorno di più, di non aver incontrato realmente Gesù.

Soltanto l’incoraggiamento, l’accoglienza, l’amicizia e l’amore che alcune persone, qualche anno più tardi, mi hanno donato sono riusciti a farmi incontrare Gesù e mi hanno portato ad essere quello che sono oggi.

Ci ho riflettuto diverse volte in questi anni: questa è la mia storia, ma potrebbe essere ed è - ne sono convinto - quella di tanti giovani della mia età... “E allora - mi sono chiesto - posso io fare qualcosa di più di quanto non stia già facendo?”.

Beh, un’altra ragazza, di nome Elisabetta (coincidenze!), una sera mi parla di “Una Luce nella Notte” come dell’occasione per fare il “salto” ed io...decido che: “Sì, è giunto il momento di “saltare” e, perché no? di uscire in strada ed invitare altri giovani, che non conosco, ad incontrarLo!”.

Non vedo l’ora di ripetere l’esperienza, quest’estate!

iNcoNtrare Gesù... a raVeNNaGruppo “Giovani in Cammino”

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La Giornata Mondiale Giovani a Madrid, nel 2011, è stata un’esperienza fantastica e allora, perché non ripeterla con l’edizione del 2013 a Rio de Janeiro?

L’invito del nostro ormai vescovo emerito Giuseppe e del papa, anch’esso emerito, Benedetto, era chiarissimo, mancava solo dare il mio personale consenso e accettare. Dopo molti pensieri e molti interrogativi: “è una buona cosa andarci senza il mio gruppo? Ne sono convinta veramente?”, la mia risposta è stata affermativa pensando che, se il Signore mi aveva offerto questa opportunità, come avrei potuto rifiutare per poi pentirmene in seguito.

Eccomi qui, allora, a fine Maggio, a pochi giorni, ormai, dalla partenza ancora più carica e pronta.

Mille sono le cose nuove: un paese mai visto, un nuovo gruppo d’avventura, un nuovo papa, un nuovo vescovo. Sono tantissime, questo è vero, ma sono già convinta che questa è la scelta giusta anche se, come andranno quei 13 giorni da vivere tra i poveri di Rio, lo scoprirò solo vivendoli, facendo un bilancio dopo, al mio ritorno.

La mia mente sa già che sarà un’avventura fantastica e irripetibile, basta solo non aver nostalgia di casa e una fede enorme nel Signore!

di Federica BoschiDa maDriD a rio, uNa scelta Difficile

di Linda Amaretti e Nicola Valgimiglia foGNaNo coN il Gruppo meDie

Anche quest’anno si è ripetuto il consueto appuntamento di Fognano, che ha visto impegnati circa 180 ragazzi delle scuole medie di Piangipane, Mezzano e Sant’Alberto, in una splendida fine di settimana, ospiti del convento delle suore del paese.

Durante questi due giorni i ragazzi, che già frequentavano l’ambiente parrocchiale, hanno avuto modo di approfondire la propria fede, mentre per tutti è stata un’occasione per

incontrare Dio. Due giorni all’insegna di giochi di gruppo, divertimento e preghiera che, stando ai commenti emersi durante il soggiorno e dal numero sempre crescente delle adesioni, hanno coinvolto i ragazzi che si sono divertiti e hanno apprezzato l’organizzazione dell’iniziativa.

Ci auguriamo, perciò, che gran parte dei ragazzi presenti a Fognano ci segua al campo estivo, che si svolgerà ad Aosta, dal 20 al 27 luglio.

2012 e 2013

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Ciao, noi siamo il gruppo di Terza Media di Santerno e dintorni e vorremmo spiegarvi che cos’è il “Gruppo Medie” e cosa facciamo, noi ragazzi, in parrocchia, quando ogni sabato, alle 16.30, ci incontriamo per stare insieme, giocare, parlare e per scoprire insieme quale sia la strada giusta per avvicinarci a Dio.

Oltre agli incontri del sabato ci sono degli appuntamenti che contraddistinguono il nostro percorso: come il “Campo Medie”; la “due giorni” di Fognano; l’uscita diocesana del post cresima a Torino e la Giornata del Post Cresima.

Così, tutti gli anni i ragazzi delle classi delle scuole medie di Mezzano, Piangipane e Sant’Alberto possono partecipare all’uscita a Fognano, (in un ex convento nei pressi di Faenza) dove si svolgono attività in gruppo, giochi di squadre e incontri.

Quest’anno eravamo quasi 200 fra ragazzi e animatori! È sempre una splendida occasione per conoscere nuove persone e imparare insieme con altri ragazzi e agli animatori a non avere paura di seguire Gesù.

Mentre l’uscita a Fognano è di soli due giorni, il Campo Medie dura una settimana e, secondo noi ragazzi, è una delle esperienze più divertenti ed istruttive. Si vive insieme, s’impara a condividere, camminare, crescere, aiutarsi nelle difficoltà, divertendosi e maturando!

Tutte queste attività, unite agli incontri abituali del sabato pomeriggio, ci permettono di conoscere a fondo vecchi e nuovi amici, compagni di viaggio con cui percorrere il nostro cammino umano e di Fede!

ciao, siamo “Quelli Della terza...”di Alice e Giulia

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di Federica Boschie Noi, “Quelli Della prima...superiore

Ciao, siamo i ragazzi di prima superiore.Il nostro cammino, un viaggio verso Gesù, è cominciato tre anni fa. In questi anni abbiamo vissuto varie esperienze, ma quest’ultimo è senz’altro quello che ci ha cambiato maggiormente.

Il sabato pomeriggio, quando ci ritroviamo tutti insieme in parrocchia trattiamo e discutiamo di argomenti quali: le relazioni con le persone, la fede, la preghiera, il vangelo e molto altro.Dalla fine dell’anno scorso abbiamo creato su Facebook un gruppo in cui a turno ogni giorno pubblichiamo il Vangelo e sotto inseriamo una piccola preghiera personale da condividere con tutti i componenti.

Pensiamo sia un’esperienza positiva perché in questo modo ci avviciniamo quotidianamente alla Parola del signore ed approfondiamo il nostro rapporto con Lui. Durante l’anno abbiamo fatto anche alcune uscite tra cui il pernottamento a Dovadola. In questo momento di ritiro abbiamo affrontato temi come l’amore e la sessualità e non sono mancati momenti di svago e di divertimento.

Nel corso dell’estate, per non perderci di vista, abbiamo in programma di andare tutti insieme a Mirabilandia, partecipare alla Giornata Mondiale dei Giovani a Milano Marittima ed anche vivere insieme ai più grandi il Campo Superiori!

Da sabato 6 ottobre 2012, è iniziato per noi un nuovo cammino verso Dio.

Ci è stata lanciata la sfida di seguire e animare il gruppo di circa dieci ragazzi di seconda media.

Fin dall’inizio, i membri del gruppo, hanno dimostrato il loro entusiasmo nel partecipare agli incontri e alle attività proposte. Durante quest’anno passato assieme, abbiamo avuto l’occasione di partecipare a diversi eventi, organizzati dalla diocesi e dalla nostra parrocchia.

Uno dei nostri appuntamenti fissi è “il gruppo” del sabato pomeriggio, dove ci troviamo per giocare e per condividere le nostre varie opinioni sulle diverse tematiche affrontate. Fra le più importanti si annovera l’amicizia; la Chiesa con la “C” maiuscola; cos’è per noi il gruppo e l’importanza del vivere a pieno la propria appartenenza al gruppo.

Fra le esperienze che più hanno segnato il nostro percorso è stato sicuramente il pernottamento a Longana. Con quest’uscita di due giorni abbiamo

avuto l’occasione di legare ancor più profondi rapporti con i ragazzi e di stringere forti legami di amicizia e di fiducia, che ci hanno permesso di aprirci gli uni agli altri.

Questa nuova esperienza ci ha fatto crescere come gruppo ma anche come individui.

Ovviamente, questo cammino non finisce qui! È soltanto l’inizio di un diverso e nuovo percorso che continuerà col campo medie 2013 -

Sempre verso Gesù!

gli animatori di “seconda” - Enrico, Giulia e Federicala “sfiDa”

2012 e 2013

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CAMMINARE, EDIFICARE, CONFESSARE…sono questi i verbi che Sua Santità, Papa Francesco, ha utilizzato all’inizio del suo pontificato per indicare la via della Chiesa oggi, nonché le linee guida adottate al pieno dal nostro fantastico gruppo superiori.

I “grandoni” della parrocchia, giovani ragazzi dalla seconda superiore in su, sono oggi un gruppo affiatato e ben volenteroso di proseguire nel Cammino…sì , con la lettera maiuscola perché il Cammino che hanno scelto di intraprendere è accompagnato da Colui che viene di seguito nelle parole di Papa Francesco ossia proprio Gesù!

È con lui che abbiamo scelto di camminare, edificare e di testimoniare. Per farlo, una lunga lista di impegni ci ha visti partecipi durante quest’anno. Quello che ci ha coinvolto maggiormente è stato l’appuntamento fisso del venerdì con il Café Teologico, organizzato dai

giovani delle Sentinelle del Mattino presso la parrocchia del S.S Redentore di Ravenna. Un’ iniziativa straordinaria che ci ha permesso di toccare i più svariati argomenti “caldi” in questione oggi tra Scienza e Fede come l’esistenza di Dio, la discendenza dell’uomo dalla scimmia, la Chiesa e le varie chiese, il controllo dei mezzi di informazione di massa, la scelta della propria sessualità e molto altro.

Il Café Teologico è stato per noi continuo motivo di riflessione che ci ha permesso di confrontarci e imparare mettendo in gioco la nostra fede e le nostre conoscenze senza timore di giudizio o imbarazzo insieme a molte altre persone presenti nel pubblico. Speriamo vivamente che anche il prossimo anno si possa ripetere questa brillante serie di incontri serali dove la cultura, la scienza e la fede si fondono armonicamente insieme. Negli altri venerdì sera dell’anno abbiamo partecipato a diversi incontri di formazione e

animatori e i giovani delle superioricammiNaNDo iNsieme a liVello superiore

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crescita spirituale attraverso veglie di preghiera e condivisione, molti dei quali hanno coinvolto tutti i giovani della Diocesi di Ravenna.

Ovviamente il resto degli incontri settimanali è stato poi vissuto a Santerno. Infine, nella Settimana Santa della Pasqua, insieme agli animatori e al Don, ci siamo “stanziati” in parrocchia come ogni anno per Vivere al pieno ogni celebrazione e momento del Tempo Pasquale, non da soli, ma nella condivisione fraterna della convivenza.

Possiamo quindi considerarci un gruppo in Cammino e in Crescita, che ha dato molti frutti fino ad ora, ma che in futuro cercherà di darne sempre più rimanendo ed edificando…in Lui!

Diverse voci parlavano spesso della parrocchia di Santerno, così ho deciso di voler incontrare il gruppo. Una sera, anche se arrivata un po’ timorosa, sono stata accolta a braccia aperte.

Voci Di... DeNtroSilvia

Quando ho visto l’esistenza di tanti gruppi nelle diverse parrocchie della Diocesi, ho preferito Santerno per la vicinanza, ma soprattutto per le persone che lì ho conosciuto e per le fantastiche iniziative organizzate! La convivenza, gli incontri, le uscite… e come dimenticare il Café Teologico?! Spero davvero di continuare in futuro questa meravigliosa esperienza perché ne è valsa davvero la pena!

Davide

La convivenza in parrocchia è stata un’esperienza stupenda, il condividere momenti di preghiera, di svago ma anche di preparazione alla Pasqua stando assieme ha lasciato qualcosa nel profondo di ognuno di noi.

Linda e Cecilia

Da allora ho deciso di voler frequentare e partecipare ai vari incontri, tra questi il caffè teologico. È stata una bellissima esperienze che non scorderò facilmente e che consiglierei a molti. Sono sicura che continuerò a trovarmi bene in questo gruppo.

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Noi ragazzi del gruppo giovani della parrocchia, oltre ad essere animati e seguire un nostro percorso, ci impegniamo e dedichiamo a trasmettere, attraverso il catechismo, la nostra esperienza ai bambini e ragazzi.

Ognuno di noi ha una propria classe di catechismo da seguire, ed una volta alla settimana ci incontriamo in canonica.

Parliamo, discutiamo, leggiamo insieme, ma il gioco e il divertimento non mancano mai, sia attraverso un semplice pallone, una “strega in alto”, o una bella canzone accompagnata dalla chitarra! Inoltre affrontiamo diversi argomenti, dalle letture, video, a temi più differenti di attualità, come l’elezione del nuovo papa.

Sinceramente, come catechisti e animatori, il catechismo lo riteniamo non una semplice ora di insegnamento, ma qualcosa di più: è un sommare di emozioni, sorrisi, che ci aiutano a migliorare noi stessi e anche i ragazzi. E’ un dare a qualcuno qualcosa di importante e di vero.

Lungo il percorso di quest’anno, infatti, abbiamo affrontato giornate in preparazione ai sacramenti vivendo momenti densi e pieni di fede!

Speriamo, con fiducia, di continuare lungo questa strada sempre più numerosi!

Cecilia e Stefano catechisti di 4a e 5a elementare

uN moDo per crescere iNsieme

Gruppo famiGliaDopo anni di cammino con questa comunità di Santerno che il Signore mi ha affidato, dopo aver incoronato il sogno di avere un gruppo in cui crescere per i ragazzi di tutte le età, eccomi arrivato a farvi la proposta del GRUPPO-FAMIGLIA.

Il GRUPPO-FAMIGLIA è rivolto: - Alle coppie giovani; a voi che siete alle prese con gli impegni e la gioia di una vita nuova, segnata dal vivere in coppia, dal dono dei figli… ma anche dalle fatiche del tempo presente e dalle varie mancanze: lavoro, assistenza corretta, luoghi educativi… ecc.; a tutte quelle coppie che hanno voglia di trovare nuovi amici, condividere con altre coppie le proprie gioie e fatiche; trovare consigli e aiuto; divertirsi insieme e vivere da Cristiani.

Per aderire: Prendere contatto con il Parroco Don Matteo Laslau al seguente numero di telefono 0544.417025 oppure al numero di cellulare 347.7841174

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E’ ufficiale! La Parrocchia è approdata sul web con un sito tutto suo!

Considerando il fatto che negli ultimi anni internet è diventato sempre di più un mezzo col quale ci si informa quotidianamente su ciò che accade attorno a noi, perché non rimanere informati anche su ciò che accade nella nostra parrocchia!

Si è vero ci sono gli avvisi domenicali e i volantini, però avere un mezzo d’informazione in più a disposizione non fa certo male e soprattutto ci permette di raggiungere molte più persone e far conoscere le nostre attività anche a chi non è propriamente della Parrocchia. Voi direte: bene, perfetto, ma come ci arrivo? E’ facilissimo!

L’indirizzo è: www.parrocchiasansistosanterno.it potete cercarlo anche su Google digitando le parole chiave fondamentali “parrocchia san sisto santerno”.

Diciamo che attualmente il sito è ancora in fase di costruzione anche se qualche cosa la si può già trovare come ad esempio il calendario con l’agenda parrocchiale, la liturgia di ogni giorno, gli orari delle celebrazioni e gli avvisi delle iniziative e degli eventi organizzati dalla Parrocchia.

Ovviamente contiamo di ultimare il sito nel minor tempo possibile cercando di inserire quante più informazioni possibili tendendole aggiornate. Voi, intanto, visitatelo (ovviamente aggiungendolo nei preferiti) e non dimenticate di darci un’occhiata ogni tanto per rimanere aggiornati sulle novità e per visionare i nuovi contenuti che saranno progressivamente caricati.

Se avete qualche suggerimento o segnalazione potete scrivere a questo indirizzo: [email protected]

Ultimo, ma non per importanza, infine, ci piace ricordare che il sito è anche un modo IN PIù per partecipare alla vita della parrocchia e della Comunità. Uno spazio IN PIù di discussione dove esprimere pensieri, opinioni e intervenire nel dibattito.

Ripetiamo, uno spazio IN PIù che non può e non deve sostituire i momenti comunitari di discussione, di confronto e, soprattutto, di preghiera, momenti fondamentalli per ogni buon cristiano che vuole crescere nella fede e nella volontà del Signore.

RedazioneWWW... ci siamo aNche Noi

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Se riflettiamo sulla scuola dell’infanzia e sul suo modo di configurarsi come realtà educativa, sia-mo consapevoli dell’evoluzione avvenuta nel tempo, nelle modalità di attenzione e di cura ver-so i bambini. Riconosciamo che oggi siamo molto orientati a favorire lo sviluppo e l’apprendimen-to in un ambiente ricco do stimoli e possibilità di interazione, che renda possibile potenziare ed espandere le esperienze umane, sociali, affettive, culturali di ognuno.

I bambini di oggi, circondati da molti e differen-ti stimoli, appaiono più competenti sotto molti aspetti, ma avere tante informazioni non sempre significa capire il valore delle cose ed essere ma-turi emotivamente.

I bambini hanno dei bisogni essenziali che noi adulti dobbiamo continuare a considerare: esse-re amati, accettati e compresi; avere, dai gran-di, tempo per stare assieme per essere ascolta-tie dialogare; ritrovare continuità e coerenza e anche dei giusti limiti che danno il senso del-la protezione e aiutano a muoversi con rispetto e correttezza nel mondo; sentire che l’adulto offre fiducia e stimola l’autonomia, che sa mo-dulare richieste lasciando ampio spazio al gioco, sostenendo l’impegno.

La costruzione delle relazioni con gli altri e col mondo avviene, in famiglia, secondo una pedago-gia fondata sul contatto, sull’imparare facendo “insieme” alla mamma e al papà.

Nella scuola dell’infanzia il processo di apprendi-mento prosegue e si specifica; non si ripete la vita della casa ma si tiene conto che l’attenzione dei bambini è più o meno centrata sul vivere quoti-diano, su ciò che essi fanno. Dal confronto e dalla prosecuzione delle esperienze vissute, noi inse-gnanti possiamo iniziare il percorso di appren-dimento con i bambini nella scuola dell’infanzia “San Sisto II” di Santerno dove sono presenti: Iria Minzoni, insegnante e coordinatrice didat-tica; Flora Di Canio, Antonia Loffredo, Federi-ca Carnazza, Deborah De Stefani, insegnanti; Cristina Vaida, dada della sezione primavera e Anna Golfari, cuoca.

La progettazione che abbiamo avviato in quest’an-no scolastico si intitola: “Io con gli altri… a scuo-la, e non solo”. Questo progetto, focalizzato sul tema della pace, è nato per impartire un’educa-zione morale, un ambito nel quale la scuola cat-tolica di ispirazione cristiana riserva particolare attenzione e che deve tenere a formare “persone” che sappiano costruire e non distruggere e che

abbiano riferimenti necessari per saper convivere in pace.

“Il male fa soffrire e nuoce a chi lo compie e a chi lo subi-sce”.

Nella nostra scuola l’insegna-mento della religione cattolica è una caratteristica irrinun-ciabile del progetto educativo e consiste, precisamente, nella qualità dell’insegnamento re-ligioso integrato degli alunni secondo i principi evangelici.

I principi educativi, dal prin-cipio del rispetto, alla motiva-zione ad apprendere, vengono promossi attraverso l’attiva-

le insegnanti dell’asilo parrocchialela storia, l’attualità

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zione dei metodi dell’educazione attiva in ogni contesto. La scuola dell’infanzia è l’immagine di una comunità che si confronta col proprio futuro. Il nostro paese, infatti, investe molto per i giova-ni, si inizia con la scuola dell’infanzia e si prose-gue con le attività parrocchiali, sportive, cultu-rali, ecc…. per costruire il proprio domani.

La collaborazione con le famiglie è fondamentale non solo nell’ambito scolastico, ma anche attra-verso le diverse attività benefiche che si svolgo-no durante l’anno: la “sagra” del paese; il “mer-catino delle meraviglie”; il Santo Natale; il carne-vale; la settimana Mariana e tutte le altre feste organizzate in collaborazione.A questo punto ci sembra doveroso ringrazia-re Don Matteo, Mauro Perini e tutti coloro che continuano a sostenere con contributi e offerte la scuola dell’infanzia, dimostrandoci affetto, colla-borazione quotidiana e sostegno in questa avven-tura formativa.

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Scuola dell’Infanzia - Bambini da 2 anni e mezzo ai 6 anniQuota iscrizione 35,00 €Quota mensile fissa 100,00 €Quota pasto consumato 4,50 €Sezione Primavera - accoglie i bambini dai 24 ai 36 mesi (è consentita l’iscrizione ai bambini che compiono i 21 mesi entro il

31 dicembre dell’anno in corso di iscrizione).

Quota iscrizione 35,00 €

Sezione Primavera - Tempi e Orari di funzionamentoOrario scolastico dalle 8.30 alle 16.30Orario pre-scolastico dalle 7.30 alle 8.30

costo aggiuntivo 16 €Orario post-scolastico dalle 16.30 alle 17.30

costo aggiuntivo 16 €Funzionamento dal 1° settembre al 31 luglio

Scuola dell’Infanzia - Tempi e Orari di funzionamentoOrario scolastico dalle 8.30 alle 16.30Orario pre-scolastico dalle 7.30 alle 8.30

costo aggiuntivo 16 €Orario post-scolastico dalle 16.30 alle 17.30

costo aggiuntivo 16 €Funzionamento dal 1° settembre al 31 luglio

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A settembre è ricominciato per me il seminario, anzi a essere preciso il 2° anno di propedeutica, in altre parole l’ultimo anno di un percorso for-mativo che si caratterizza per l’intensa vita spi-rituale affinché si possa compiere un sano discer-nimento, attraverso l’approfondimento di una re-lazione personale ed intima con Cristo. Ciò rende questo tempo prezioso.

Solo a guardare a due anni fa, prima che pensas-si anche solo a fare questa scelta, mi sembra sia passato molto più tempo, infatti, è negli ultimi anni che la mia vita ha preso una piega comple-tamente diversa, portando diversi cambiamenti nelle prove e nelle molte consolazioni.

La scelta che ho fatto, è maturata in seno all’am-biente lavorativo da fisioterapista dove ho inizia-to a rendermi conto che quello cui davo più peso nel lavoro non era in sé la manualità, ma la rela-zione con la persona, fino a ritrovarmi in un sen-so di inquietudine nascente dal fatto che oramai “non mi bastava più trattare solamente il cor-

iN semiNario per maturare uNa libera sceltadi Raffaele Marchetti

po, capendo che proprio in quel corpo, a volte, c’è un’anima che soffre”: Volevo fare di più.

Ecco, sì, direi che è in quel senso di inquietudine qualcosa in me è cambiato ed è cominciata una ri-cerca interiore per dare pace a questo sentimen-to, culminante poi nell’Eucarestia; credo che solo le parole di sant’Agostino possano esprimere ciò che sentii: “Tu ci hai fatti per te, o Signore, e il no-stro animo è inquieto finché non riposa in te”.

Con il mio padre spirituale è cominciata quindi una serie di colloqui per verificare e compren-dere cosa il Signore volesse indicarmi, conclusa con la richiesta al vescovo di entrare in semina-rio per iniziare il percorso di discernimento.

La scelta non è stata sicuramente semplice: ho dovuto rinunciare ad un’offerta molto promet-tente di lavoro, chiudere la relazione con la ra-gazza che a quel tempo frequentavo, limitare il tempo per le amicizie, ed altro; tutto per metter-mi nelle mani della Chiesa, in obbedienza, per es-sere formato e per farmi maturare innanzitutto come persona, affinché la scelta finale sia libera, riflettuta e cosciente.

Tuttavia nell’anno passato, oltre che alle fatiche, alle difficoltà e alle prove non sono mancate con-solazioni, aiuti, incoraggiamenti, supporti ed af-fetto, soprattutto da persone che mai altrimenti non avrei né incontrato né conosciuto; posso dire di aver allora sperimentato la bontà del Signore che: “Ciò che toglie con una mano, restituisce con l’altra ma in un modo diverso e sempre nuovo, e pieno”.

Non posso quindi fare a meno di ringraziare tut-ta la comunità di Santerno, che mi ha accolto ed in particolare i gruppi giovani che con pazienza mi “sopportano” e continuano a fornirmi costanti stimoli di ringraziamento per il cammino intra-preso; ringrazio infine tutte quelle persone che con la loro preghiera sostengono questo cammi-no, mio e degli altri seminaristi. Grazie di cuore.

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iN semiNario per maturare uNa libera sceltadi Edoardo Vaida AlinCon grande gioia, l’8 di dicembre 2013 la Chiesa di Ravenna-Cervia mi ha accolto, attraverso la candidatura, tra coloro che si preparano al mini-stero del diaconato e del presbiterato. Un grande evento, con il quale la Comunità mi accoglie in modo ufficiale tra coloro che si preparano all’in-contro con il Signore nel dono totale della pro-pria vita.

Davanti al nostro arcivescovo, monsignor Loren-zo Ghizzoni e al mio rettore, Federico Emaldi, sotto il vigile occhio di don Matteo Laslau, il par-rocco e di don Francesco Vecchi, il vice rettore del seminario di Bologna e di don Stefano Bucci, nostro compaesano si è celebrata la Santa Messa in cui ho risposto il mio “SI”, rinnovando il mio impegno di seguire il Signore a tempo debito nel sacerdozio.

La Chiesa ha accettato il mio “SI”, riconoscendo la validità del cammino fatto finora, sotto la gui-da dei miei formatori ed educatori invitandomi a proseguire la formazione: intellettuale, umana e spirituale necessaria per essere sacerdote di Cristo nel dono totale della propria vita, a servi-zio dei fratelli. La celebrazione è stata intensa, le emozioni sono state grandi e l’affetto e la pre-ghiera della Comunità mi ha sostenuto, insie-me al calore degli ami-ci. Sono consapevole che il cammino intrapreso non è un percorso soli-tario né facile ma una strada da compiere in-sieme agli altri per ar-rivare a dedicarmi to-talmente al Signore, divenendo Strumento nelle sue mani per con-sentire a ogni membro della Comunità, che il Signore vorrà affidar-mi, di adempiere alle sue promesse battesi-mali.

Ritengo che senza la preghiera della Comunità ogni “consacrato” sia più vulnerabile in quanto viviamo in un mondo dove la spinta all’indivi-dualismo e all’egoismo sembra essere sempre più forte e arrivino a negare i giusti valori uma-ni. Abbiamo bisogno, quindi, della preghiera de-gli uni verso gli altri come sostegno e guida nel cammino verso il Signore per dare il giusto sen-so alla nostra vita, o meglio, accogliere il giusto orientamento a cui il Signore ci ha chiamati.

Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini e mi hanno sostenuto e che mi sosteranno fino ad arrivare alla prima tappa del mio cammino.

Con il cuore colmo di gratitudine verso il Signo-re, il nostro Vescovo, i miei superiori e tutti voi prego affinché Vi sostenga e vi riempia di Gra-zie.

Invochiamo dal Signore il dono di tante altre Vocazioni al sacerdozio ministeriale e alla vita consacrata. Credo non vi sia gioia più grande di questa: servire Cristo in colui che è “il mio pros-simo”.

Grazie santernesi.

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Siccome - per dirla con Flaiano - “la stupidità de-gli altri mi affascina ma preferisco la mia”, dopo essere stato costretto a leggere (ed ascoltare), per l’intera giornata dell’11 gennaio, il pensiero dei molti “vaticanisti” che affollano il nostro Pae-se, a quest’ora, almeno spero, mi si potrà perdo-nare se aggiungo qualche amenità, al pitìo pitìo dei molti “esperti”, sulle dimissioni del papa.

Non ho alcuna voglia, sia chiaro, di entrare sul terreno degli storici, degli psicologi, dei marxi-sti a corto di marxismo né, ancora, dei credenti della domenica e dei liberisti sotto assedio finan-ziario che hanno voluto vedere, nel gesto di papa Benedetto, quel che più si accomodava sui loro desiderata. Lungi da me!Quello su cui, invece, mi preme appuntare l’at-tenzione di “credente” è sulle opportunità che si aprono oggi, dopo “il gran rifiuto” di Benedetto XVI, davanti al popolo di Dio per il rinnovamento della Chiesa.

La coraggiosa scelta di papa Ratzinger, infatti, secondo me, evidenzia vieppiù il significato di un gesto fortemente rivoluzionario, proprio per il valore simbolico che assume - lo dico con rispet-to e senza doppiezze - sotto l’aspetto “desacraliz-zante” della figura del pontefice da sempre vista e vissuta (o meglio, fatta vivere) come una sorta di consacrazione a vita.

Il gesto del papa, invece, nel suo “rifiuto” a pro-seguire in una mera ottica di potere, con pro-fondo senso del dovere, riporta la “figura” del pontefice (costruttore di ponti: tra Dio e l’Uomo

e tra gli Uomini al loro interno) al suo significa-to originario di servizio (“chi vuol essere il più grande tra voi si faccia servo di tutti”) voluto da Cristo stesso.

Il teologo Ratzinger, insomma, si assume con la sua scelta “compiuta in piena libertà” il com-pito di desacralizzare la figura e la “funzione” del papa che, nonostante “l’incidente di Antio-chia” avesse dimostrato doversi esercitare in forma “collettiva”, da secoli è, rimasta ingessa-ta all’interno di un ruolo fintamente “sacro” che si voleva immune dai condizionamenti: dell’età, della malattia e della salute (anche psichica).

Ben venuto allora questo gesto che vuole ricor-darci, appunto, che il papato è una “funzione” più che una “vocazione”, una “elezione” e non una “consacrazione”. Un gesto “sovrano” che mette nelle mani del “Popolo di Dio” la possibi-lità di spingere per proseguire il percorso, che partendo proprio dalla volontà di Ratzinger di sottrarre il papato alla iconografia sacrale, pro-ceda in quella riforma della Chiesa, auspicata da molti, primo tra tutti il compianto cardinal Martini, nel senso dell’approfondimento e della-rilettura della società e del mondo a cinquant’an-ni dalle scelte del “Vaticano II”.

Un approfondimento, dunque, che partendo pro-prio dalla scelta che l’ex papa ha ispirato e che, proprio per la complessità della nuova “situazio-ne” che si è verificherà a conclusione del concla-ve di marzo (il primo dopo 600 anni senza “no-vendiali”), spingerà il successore di papa Bene-detto, a ricalibrare la sua “figura” a cominciare dal linguaggio e, speriamo, dall’esercizio delle sue funzioni.

Non è scontato che avvenga ma, stante le solle-citazioni, il nuovo papa sarà chiamato anche a “chiarire” il concetto di “funzione vicaria” che il vescovo di Roma dovrebbe esercitare soltanto - come chiarisce il diritto canonico - in assenza di colui che esercita la potestà diretta e sovrana che, nel caso di specie, è Cristo stesso: capo del “Corpo Mistico”, presente nella Chiesa attraver-so lo Spirito Santo.

di Alessandro Bongarzonela “NoVità” Di uN papa emerito

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l’importaNza Di chiamarsi fraNcescodi Alessandro Bongarzone

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Quando lo scorso 11 febbraio, riflettendo dalle co-lonne di “Liberazione” sulle “dimissioni” di Rat-zinger, presagivamo che nulla avrebbe più potu-to essere come prima, ci affidavamo - ovviamen-te - soprattutto alle nostre speranze ma neanche lontanamente potevamo pensare fino a che pun-to potesse spingersi il “cambiamento” e, soprat-tutto, quanto presto questo sarebbe iniziato.

Avevamo ben compreso - senza meriti particola-ri (bastava soltanto riflettere, appunto, più che “straparlare”) - che il gesto di Benedetto XVI avrebbe costretto il suo successore a ricalibrare la “figura” stessa del papa “a cominciare - scri-vevamo - dal linguaggio e, speriamo, dall’eserci-zio stesso delle sue funzioni”. Solo nei nostri so-gni, però, potevamo immaginare la forza con cui il cardinale Bergoglio ha iniziato il suo ministe-ro, irrompendo nella vita e nella tradizione della Chiesa come un ciclone.

In primo luogo con i gesti. Il suo rifiuto d’indos-sare la croce d’oro, la mantellina e le scarpe ros-se - gesto delicato ma, non per questo meno for-te - mentre rompe, riconducendola a realtà, con un’immagine inutilmente sacralizzata da secoli di gesti e paramenti sempre uguali a se stessi, segnala, ancor di più, la sua intenzione di te-nere ferma la sua scelta di vita, la sua scelta di austera e dignitosa sobrietà e di vicinanza ai poveri.

E cosa dire della semplicità delle sue parole. In quel saluto alla Piazza, per lui composta da “fra-

telli e sorelle”; in quel “buonasera”, e nel succes-sivo “buongiorno dell’udienza dell’indomani, c’è tutta la volontà di voler vivere il suo ministero senza sovrastrutture inutili quanto distaccate e asettiche. Ma, ancor di più, quei gesti eviden-ziano il senso vero che il cardinal Bergoglio vuo-le dare al suo ministero. Lo fa, anche in questo caso, con semplicità, evidenziando come i “signo-ri cardinali, questa volta, per dare un Vescovo a Roma, sono andati a pigliarlo quasi alla fine del mondo”.

“Vescovo di Roma”, dunque, formalmente eletto dai “parroci” della Città (visto che ciascun cardi-nale - per tradizione - è titolare di una parrocchia dell’Urbe) che assume la sua funzione di “gui-da della chiesa” proprio in quanto capo della Diocesi di Roma e Primate d’Italia. Ma soprat-tutto, per dirla con il compianto don Gallo - che da subito ha compreso “che questa volta lo Spiri-to Santo ha fatto un bel giro anche nella cappella sistina” - il suo chiedere “la benedizione al popo-lo” prima della “Urbi et Orbi” di rito, rappresen-ta il richiamo più bello al Concilio Vaticano II. “è come se il nuovo “pontefice” dicesse - affermava Gallo - attenzione io non sono il capo di questo vertice e... allora, datemela voi, il popolo di Dio, questa benedizione e pregate per me”.

Sconvolgente, poi, la scelta del nome. Un nome - quello di Francesco - che mai, dal 4 ottobre 1226, nessun papa aveva avuto il coraggio di adottare e che, invece, nella scelta dell’ex arci-vescovo di Buenos Aires diventa: scelta di vita, programma di lavoro e di orientamento nel cammino che va ad iniziare.

Un programma che non vuol soltanto riporta-re “una chiesa povera, vicino ai poveri” ma che, proprio rifacendosi a Francesco d’Assisi, ascolta le parole del crocifisso di San Damiano che, come 700 anni fa, invita tutti “a riparare la SUA Chie-sa che va in rovina!”.

Così, il nuovo papa non aspetta un momento a ridisegnare il futuro della Chiesa tanto che, già nella Messa d’intronizzazione (a cui papa Fran-cesco ha cambiato nome in “inizio del ministe-

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ro petrino”), ha lanciato al mondo il suo grido di aiuto perché “la vocazione a custodire non ri-guarda solo noi cristiani ma ha una dimensio-ne che precede, che è semplicemente umana e riguarda tutti. è il custodire l’intero creato, - ha proseguito papa Francesco - la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Gene-si e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore”.Un gesto di umiltà che mette la Chiesa nella con-dizione di essere una “Comunità” in cammino, pronta a cambiare se stessa per cambiare il mon-do insieme ad altri uomini di buona volontà a cui augurare “Pace e Bene”. In questo contesto, non è chiaro se papa Francesco, riflettendo sulle pa-role di un altro grande gesuita, il cardinal Mar-tini, sentirà la necessità di convocare a Roma tutta la Chiesa per un nuovo Concilio. Ce lo au-guriamo! Abbiamo la certezza, però, che se il suo agire sarà quello della dimensione comu-nitaria e di coinvolgimento del popolo di Dio, sia nel processo di rinnovamento che nell’annun-cio della salvezza, forse la “Riforma” sarà nei fatti.è per questo motivo che ho lasciato in fondo la questione delle polemiche sulle presunte collu-sioni di papa Francesco con la dittatura militare alle quali voglio rispondere con le parole di Leo-nardo Boff, che lo ha definito “la Primavera dopo il duro inverno”. All’esplicità domanda di un giornalista, il france-scano ha risposto: “Recentemente Pérez Esqui-vel ha smentito che Bergoglio fosse complice del-la dittatura argentina spiegando che invece ha salvato tanti perseguitati dal regime militare. Quel che è certo - ha proseguito Boff - è che ha sempre preso la posizione dei poveri e degli op-pressi anche nel suo stile di vita.Viene dal popolo e lo si vede anche nella sua azione pastorale. Su youtube c’è un video bellissimo di Bergoglio che parla del debito che tutti abbiamo verso i poveri perché la diseguaglianza è frutto di una società anti-etica e anti-umana. è il marchio registrato dell’opzione verso i poveri e contro la povertà”.

“Va e ripara la mia chiesa...”segue dalla 15

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Alla fine c’è scappata anche una lacrima! Un atti-mo, solo uno - tra i tanti momenti di commozione che hanno segnato la visita pastorale alle Comu-nità di Santerno e Ammonite - in cui il sentimen-to è stato troppo forte, evidenziando la comunio-ne di spirito e i sentimenti di fraternità che S. E. mons. Verucchi è riuscito ad infondere nella set-timana in cui è rimasto tra noi.

Una lacrima che, segnando il viso di molti (don Matteo e lo stesso Arcivescovo), alla fine del-la S. Messa di domenica, ha reso evidente come il messaggio che il Pastore è venuto a portarci, sia stato recepito da una Comunità “viva e forte - come ha evidenziato il presule nell’omelia - sa-namente orgogliosa” e che ora, proprio dalla vi-sita pastorale, esce rafforzata e confermata nel-la sua missione.

La visita pastorale, come era prevedibile, non è stata solo un semplice atto formale, previsto dal “Codice”, che pure c’è stato, fatto di numeri di battesimi, cresime o matrimoni. Grazie, dun-que, anche al suo carattere aperto e accogliente, mons. Verucchi è riuscito a imprimere alla “Vi-sita” il suo ritmo e il suo stile, trasformandola in autentico tempo di grazia e in un momento spe-ciale d’incontro e dialogo tra il Vescovo ed il suo gregge. Dall’incontro con gli ammalati, a quello con il mondo del lavoro e, perfino in Assemblea

- dove erano presenti, non solo la Comunità dei credenti, ma i due Paesi, con in testa i rappre-sentanti delle “pro Loco” - il Vescovo è riuscito ad entrare a diretto contatto con le ansie e le preoc-cupazioni, le gioie e le attese della gente che, gra-zie al suo insegnamento, è stata confortata dal suo messaggio di speranza segno evidente della presenza del Signore che visita il suo popolo nel-la pace.

Di questa settimana rimarranno, dunque, le pa-role di conforto che il vescovo ha avuto per gli ammalati e le facce stupefatte delle maestre dell’asilo parrocchiale sconcertate per l’esecu-zione di un’Ave Maria, eseguita perfettamente dai bambini al “primo tentativo”, senza tenten-namenti né stonature, dopo mesi di prove con-cluse in modo maldestro.

Ma resteranno, soprattutto, gli insegnamenti di mons. Verucchi, che hanno avuto il momento cul-minante nell’Adorazione Eucaristica e nella Lec-tio Divina di giovedì 4 novembre, in cui ciascuno dei partecipanti è riuscito a cogliere indicazioni concrete per vivere al meglio la sua fede.

Partendo dalla provocazione - fatta a Gesù dai Sadducei - con la “fola” della donna che sposa in successione 7 fratelli, in ossequio alla legge mo-saica del “levirato” - il vescovo si è lungamente soffermato sul “concetto di morte e resurrezio-ne” a partire da quello che ne pensa il “mondo”,

moNs. Verucchi iN Visita a saNterNo

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sospeso tra superstizione, fatalismo e negazio-ne, per passare ad analizzare le diverse ipotesi di “al di la” proposte dalle diverse confessioni: dall’ebraismo all’islam, dalle sette cristiane alle ipotesi di reincarnazione.

Senza indulgere ad ipotesi inutilmente consola-torie né abusando di ampollosi escatologismi, S. E. ha additato, infine, la strada proposta da Gesù, la certezza - cioè - della nostra resurrezione che passa dall’essere già stati aggregati, grazie alla sua incarnazione che ha portato nel mondo, qui ed ora, una piccola scintilla: dell’amore di Dio, di

Comunione Trinitaria e, perciò, di Vita Eterna alla pienezza della quale, “non so in che forma si

realizzerà - ha detto mons. Verucchi - ma a cui, sono certo, parteciperemo se saremmo riusciti a vivere pienamente questo “anticipo” di vita eter-na a cui siamo stati uniti grazie al Battesimo”.

Alla riflessione, poi, su quali siano le fondamen-ta su cui costruire la nostra vita cristiana, mons. Verucchi ha dedicato la prima parte dell’Assem-blea cittadina, che si è svolta sotto il tendone del-la “sagra”, il venerdì sera.

Un incontro partecipatissimo, che ha visto l’in-tervento di molte persone non “praticanti”, che hanno voluto raccogliere l’invito al confronto fatto dal parroco, Don Matteo Laslau, e che sono rimaste fin quasi alla mezzanotte, non solo ad ascoltare ma, anche, ad interloquire con il Vesco-vo. È stato bello vedere come, anche chi normal-mente non frequenta la S. Messa e i sacramenti, si sia soffermato ad ascoltare l’insegnamento del Vescovo, su come costruire un “comunità” fonda-ta sulla fraternità, l’amore e la solidarietà. Ma, ancor più toccante è stato vedere queste stesse persone partecipare al momento di preghiera con cui mons. Verucchi ha voluto concludere l’in-contro.

Il Vescovo ha parlato al cuore degli intervenuti indicando, con parole di saggezza, la strada per costruire una comunità fondata sulla solidarietà che funziona perchè vengono messi in comune i doni, i diversi carismi - per dirla con S. Paolo - messi gratuitamente a disposizione di tutti.

Portando quindi a riflettere sulla comunità dei primi cristiani, partendo dal testo degli atti degli apostoli (cap. 2, 42 ss.), il vescovo ha richiamato i credenti a seguire i pilastri della vita cristiana: l’ascolto dell’insegnamento degli apostoli; l’unio-ne fraterna; la frazione del pane e la preghiera che, rafforzando la consapevolezza di essere co-munità, rendono evidente l’azione di Dio nella storia e donano letizia e serenità ai suoi mem-bri.

Dalla partecipazione assidua alla S. Messa, mons. Verucchi, ha fatto partire la sua ultima rifles-sione che si è appuntata sull’errata traduzione “dell’Ite Missa est” in “la messa è finita” presente

“maNifestate il siGNore coN la Vostra Vita”

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“maNifestate il siGNore coN la Vostra Vita”nel testo post conciliare. Un errore di traduzione che rischia di portare fuori strada “in quanto - ha detto il Vescovo - l’invito ad uscire per annun-ciare il Regno di Dio avviene perché la “Messa È” e la comunione con Dio e tra di noi è la forza che deve servirci per manifestarci come cristia-ni. Per questo - ha affermato mons. Verucchi - io concludo sempre con l’invito ad andare in pace, manifestando il Signore con la nostra vita”.

Un invito che, appunto, è arrivato puntuale - come pre annunciato - al termine delle due Sante Messe, alle 18 del sabato ad Ammonite e il mat-tino della domenica a Santerno, con cui si è con-clusa la Visita pastorale.

“Manifestate il Signore con la Vostra Vita”, dun-que, è stato l’invito con cui il vescovo si è con-gedato dal suo gregge dopo aver dato vita a due appuntamenti di preghiera intensi e commoven-ti per tutti.

Momenti che hanno concluso degnamente, “una visita - ha detto don Matteo nel suo messaggio di saluto - all’insegna della semplicità di una co-munità che ha accolto il suo pastore senza inuti-li orpelli e senza fronzoli che avrebbero rischia-to di confondere il senso vero dell’incontro” che, appunto, è stato incontro di cuori che non han-no avuto il timore di manifestarsi per quello che sono, anche commuovendosi. É stato bellissimo, così, vedere S. E. intenerirsi - la sera del saba-

to - ascoltando il coro di Ammonite che eseguire l’Ave Maria che gli ricordato - ha confessato - di quando l’aveva ascoltata durante la visita a Na-zareth.

Poco prima, nel pomeriggio di sabato, il Vescovo si era intrattenuto con il coro che aveva esorta-to a pensare al canto come completamento del-la liturgia e non come momento a se stante. Ai componenti del coro S. E. - nel solco della miglio-re tradizione cristiana - ha richiamato il pensie-ro di Sant’Agostino, secondo cui “chi canta prega due volte” indicando il loro “servizio” come parte integrante della preghiera, uno strumento in più per agevolare la riflessione della Comunità.

Subito dopo, mons. Verucchi, si è intrattenuto lungamente con gli studenti medi e Universitari. In mezzo a 60 ragazzi tra i 14 e i 25 anni, il Ve-scovo ha condotto una meditazione sui quattro pilastri della vita cristiana, vero cuore della ri-flessione di questa visita pastorale e con loro si è soffermato sul valore della “riconciliazione”.

Con un discorso carico di tenerezza, mons. Ve-rucchi ha invitato i ragazzi ad avere coraggio, a temere - affrontando il cammino della vita - sol-tanto il peccato, unico vero inciampo nell’esi-stenza del cristiano a cui, in ogni caso, il Signore ha fornito lo strumento per riprendersi. Quel sa-cramento della “Confessione” a cui il Vescovo ha invitato a fare ricorso con assiduità, almeno una volta al mese.

Di altrettanta bellezza e tenerezza, infine, ci preme segnalare: sia il dialogo del Vescovo con i bambini, durante l’omelia della Santa Messa di domenica, a Santerno sia, dopo il lungo applau-so, al termine del rito, il modo così paterno con cui S. E. ha scelto di congedarsi quando, per ri-spondere, a chi gli aveva confessato di “essere entrato nei nostri cuori”, “Di non temere, anche voi siete nel mio cuore!”

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aNNiVersario Della coNsacrazioNe Della chiesa parrocchiale

Quando Don Raimondo Zanini, prese possesso di questa parrocchia, il 3 agosto del 1947, la Chiesa altro non era che un cumulo di macerie e ster-paglie. Le truppe tedesche in ritirata, il 4 dicem-bre del ‘44, avevano fatto saltare il campanile distruggendo, in questo modo, tutta la Chiesa e parte della canonica. La prima preoccupazione di Don Raimondo, quin-di, fu la riedificazione della Chiesa e così, mentre, nel frattempo, ogni funzione o Santa Messa, si “celebrava” nell’edificio affittato in via Degli An-geli, don Raimondo, ai primi dell’anno 1948, an-notava sul suo diario: “Non si sa ancora quando si potrà avere la nuova chiesa”. Il 3 marzo dello stesso anno, comunque, nono-stante le macerie e grazie ai tendoni militari ab-bandonati dalle forze alleate alla fine della guerra, venne accolta a Santerno la sacra immagine della Madonna greca, alla presenza dell’allora Arcive-scovo di Ravenna e Cervia, monsignor Giacomo Lercaro che successivamente, nel 1952, avrebbe assunto la guida della diocesi di Bologna. Passano, inutilmente, ancora 3 anni e sul suo dia-rio del ‘51 don Raimondo riporta: “Qui a Santer-no siamo ancora senza Chiesa mentre le pratiche per ricostruirla sono ancora presso il governo”. Una frase non ancora sconsolata e amareggiata come quella che, invece, il povero arciprete scri-verà nel ‘53: “niente di nuovo per l’erigenda nuo-va chiesa” o nel successivo 1954: “più si va avan-ti, più diventa difficile avere dal governo il finan-ziamento per la nuova chiesa”. Nonostante tutto, però, don Raimondo non smet-te di “crederci” perciò: scrive; telefona; chiede aiuto anche se, anno dopo anno, è costretto ad annotare: nel ‘55: “Niente finanziamenti per la nuova chiesa” e nel ‘56: “...per la costruzione del-la chiesa ancora nulla di nuovo dal governo”. Fino a quando, sempre più amareggiato e delu-so dopo aver ricevuto lo sfratto dai locali in af-fitto che funzionavano da Chiesa - tanto da esse-re costretto a celebrare per circa un anno in una stanza della vecchia canonica - nel 1957 scrive:

“Chi doveva interessarsi per la costruzione della nuova chiesa ci ha preso in giro, non è stato fatto nulla”.A dispetto di tutto, però, nei primi mesi del 1958 don Raimondo riesce ad iniziare la costruzione di un “teatrino” per il futuro asilo (che ancora non c’è) e, così, il 30 ottobre dello stesso anno inizia a celebrare nel nuovo edificio.

di Redazione (su dati forniti dall’archivista della Parrocchia sig. Paolo Piccini )facciamo uN pò Di “storia”

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Quindi, finalmente, nel 1959 arrivano i sospira-ti finanziamenti e così, realizzato velocemente il progetto e proceduto alla gara d’appalto, vin-ta dalla Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, il 5 dicembre 1960 iniziano i lavori di scavo e fondazioni, diretti dal capomastro Ezio Corbari di Santerno così come santernesi sono la gran parte dei muratori che con il loro lavoro

costruivano la Chiesa e il campanile del loro pa-ese. è il 3 aprile del successivo anno 1961 quan-do viene posata la prima pietra alla presenza del nuovo Arcivescovo, monsignor Salvatore Bal-dassarri, di numerose autorità, tra cui l’allora ministro dei lavori pubblici, il ravennate, dottore (pediatra) Benigno Zaccagnini.

Nel maggio del 1962 iniziarono i lavori per il nuo-vo campanile che verrà ricostruito sulle fonda-zioni - ancora valide - del precedente e nel pome-riggio di sabato 6 ottobre 1962 la nuova chiesa viene consacrata dall’Arcivescovo Baldasarri.

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aNNiVersario Della coNsacrazioNe Della chiesa parrocchiale

croNotassi Dei parroci

don Girolamo Bosi 1489 - don Ottavio Abbiosi 1571 - 1574 don Girolamo Magni 1579 - 1606 don Sebastiano Pasi 1606 - 1620 don Pietro Diversi 1620 - 1665 don Tommaso Contessi 1665 - 1699 don G.Battista Curoli 1669 - 1734 don Antonio Conti 1734 - 1783 don Emiliano Emiliani 1783 - 1803 don Pietro Giovannelli 1804 - 1828 don Francesco Tarlazzi 1828 - 1892 don Giovanni Lolli 1893 - 1947 don Raimondo Zanini 1947 - 2001 don Gianni Passarella 2001 - 2004 don Matteo Laslau 2004 -

Il primo Parroco di cui si ha notizia è don Girolamo Bosi che il 15 novembre 1489 prese possesso della Parrocchia.

Nel 1787 la Parrocchia di Santerno venne trasferita dalla Diocesi di Faenza a quella di Ravenna.

In questo periodo, la popolazione (regolare) superava i 2000 abitanti ma comprendeva anche il territorio di Ammonite.

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Sono molte le persone di Santerno, che lo hanno conosciuto, a cui piacerebbe - a 50 anni di distan-za - vedere l’espressione di don Raimondo Zanini davanti alla sua Chiesa, quella per cui si è battuto per oltre 15 anni, negli anni della ricostruzione post bellica, rimessa a nuovo ed affrescata.

Un lavoro di valorizzazione della parrocchiale, nella piccola frazione che spinge il confine di Ra-venna fin sotto i comuni di Russi e Bagnacaval-lo, che l’ha resa uno splendore d’arte contempo-ranea, dove gli affreschi del maestro varesotto, Giancarlo Dallari, aiutano ad unire il vecchio al nuovo, portando alla devozione dei fedeli Ma-dre Teresa e il beato Giovanni Paolo II, accanto a Sant’Apollinare e San Francesco de Paola.

Chissà quali sentimenti proverebbe il povero don Raimondo, lui che aveva preso possesso - il 13 agosto del 1947 - delle “macerie” lasciate dal-la ritirata nazi-fascista, il 4 dicembre del 1944, trovandosi, oggi, di fronte all’imponente “Cristo pantocratore” che occupa tutta l’abside alle spal-le dell’altare maggiore oppure nell’ammirare lo splendido “Battesimo del Giordano” che orna il battistero? Probabilmente non reggerebbe alle lacrime ripensando ai sacrifici, suoi e di tutta la comunità santernese costretta, per anni, a cele-brare l’Eucarestia in un edificio affittato di via degli angeli.

Dal gennaio del 1948, quando don Raimondo an-notava nel suo diario: “Non si sa ancora quando si potrà avere la nuova chiesa”, ne passarono di anni e di delusioni.

Tra scartoffie e autorizzazioni che non arrivava-no; tra i soldi che non si trovavano (ad onor del vero ce n’erano davvero pochi) e gli aiuti del go-verno sempre ad un passo dall’arrivare ma che, invece, mai si concretizzavano, fino alla posa del-la prima pietra, il 3 aprile del ’61, a cui partecipò un cinquantenne neo ministro dei Lavori Pubbli-ci, il dottore ravennate (era pediatra durante la guerra), Benigno Zaccagnini, si dovette attende-

re ancora fino al 6 ottobre del 1962, per la consa-crazione della “nuova” chiesa.

Da allora la comunità, che ha al suo interno una forte presenza di giovani, ne ha fatta di strada e la Chiesa ne è divenuta il “centro”: non solo per i credenti ma, anche, per tutti i cittadini che ne certificano la validità e la funzione di sostegno, anche sociale, soprattutto in questa difficilissima fase nella vita d’Italia.

Una funzione sociale che: dall’asilo all’assistenza agli anziani, ai gruppi di studenti medi e univer-sitari che si occupano dell’animazione degli ado-lescenti e dei campi estivi medie e superiori, re-alizza un compito fondamentale, molto spesso di surroga e di supporto alle competenze del pub-blico, nella coesione sociale dell’intera comunità che, il 1° novembre, dello scorso anno si è stret-to – per festeggiare i 50 anni di vita della parroc-chia - attorno al suo arciprete, don Matteo La-slau, arciprete della parrocchia dal 2004, che di questo progetto è il promotore e uno degli artefici maggiori.

La solenne Santa Messa d’inaugurazione, che è stata presieduta dall’allora arcivescovo di Ra-venna-Cervia, mons. Giuseppe Verucchi, è sta-to il momento del ricordo e della riflessione ma anche, della gioia nell’ammirare gli affreschi del maestro Gianfranco Dallari che, con l’aiuto eco-nomico del sig. Enrico e consorte, per oltre due anni ha lavorato a valorizzare e ad abbellire la Chiesa parrocchiale di Santerno.

Grande gratitudine, quindi, al pittore, a sua mo-glie Giovanna (che ci ha sopportato e supportato con affetto) e al sig. Enrico e Gabriella per l’im-menso dono fatto - tramite il “Don” - alla nostra Comunità nel riaffrescare la nostra chiesa i cui muri, adesso, “parlano”, come in una sessione di catechesi, di episodi scritturistici e di santità. Un grande esempio di dedizione che gli amici di Va-rese - senza ricompensa alcuna - hanno messo a disposizione tempo, denaro e competenze a puro titolo di amicizia con il “Don”

dal “Resto del Carlino, 30 ottobre 2012”ciNQuaNta e NoN li Dimostra!

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aNNiVersario Della coNsacrazioNe Della chiesa parrocchiale

Periodico della Parrocchia“San Sisto II p.m.” in Santernovia Santerno-Ammonite, 33948124 - Santerno di Ravennatelefono e fax 0544 417925cellulare parroco 347 7841174

Redazione: don Matteo Laslau, Germano, Miriam, Claudio, Ales-si, Sara, Francesca, Nicola

Progetto e impaginazione:di Alessandro Bongarzone

orario delle celebrazioni

Feriale ore 7.00 - Santo Rosarioore 7.35 - preghiera delle Lodiore 8.00 - Santa Messa

Festivo ore 7.30 - Santo Rosario

ore 8.00 e 10.30 Sante Messe

Lectio Divina ogni Mercoledì ore 20.30Adorazione Eucaristica ogni giovedì dalle ore 15.00Santo Rosario domenicale invernale ore 15.00 - estivo ore 15.30

Page 24: Il sisto 2013

Caravaggio, “Cena di Emmaus”

Prime Comunioni 2012Andreini StefanBaldrati MargheritaBlandino DesireèBonfiglioli TommasoDalla Casa LorisFaraone GiuliaFusco EmanueleMontanari MarcoRambelli AmelieSavini MichelaSemprini LeonardoSintini FilippoSpadoni PaoloSucci NicolaTamburini EnricoTarfarello AndreaTarfarello FedericoTimoncini MarcoVicini Giacomo

2013 Mazzotti Asia Amadori LucaVultaggio Nikolas Bilzoni Mattia Castellucci SamueleCassa Michele Cassa Nicola Gobbi Beatrice Marangoni Lisa Guidani Luca Cicinelli FrancescaDe Donato Morena Macera Matteo Francesconi AnnaMazzolani Anna Meucci Pietro Guerrini Jonas Mazzotti Enrico Vinci Simone Meucci LeonardoMergotti Rebecca Meucci Sara Mengozzi ValentinaPattuelli Luca Verlicchi Matteo Romaseu StefanTassinari Agnese Bassi Rachele

Raffello, “Sposalizio della Vergine”

matrimoni

2012Petrarca Marco e Roberto Nicoletta

Falconi Nicola eVecchi Jessica

2013Dal Monte Lauro e Forcella Floredana

Balducci Alessando e Balelli Barbara

2012Covelli ChristianVultaggio Justin SashaMiccoli SofiaBondanini MarcoBarry MarcoBarry SofiaMagnosi LeonardoBaldassarri Maria CelesteBivacqua NicoleMontalti FabioBencivenni PaolaFerri Giulia

Battesimi

Guido Reni, “Battesimo di Gesù”

2013Barbanti BeatriceCenni Beatrice Cravosio CarloValenti AuroraFanti LucreziaPolidori Thiago RiccardoMonghini Miriam SerenaPisaniello Gaia

Proli Davide Coatti Emma Zanzi Matteo

Tiziano Vecelio, “Pentecoste”

Cresime 2012Baciu GabrielaBassi LucaCandelma NicolaCaon MartinaChiarucci AndreaDragoni KathlyneManenti NiccoloMartuzzi SimonePasini AlexPetrancosta AlessiaRomascu CorinaRomascu EmiliaSessa AndreaApadoni StefanoTancredi Anna

2013Albani Giorgia Albonetti LucaBalas Emilia

Bianchi Enrico Capuano Palma Biro Alina Maria Casadei Federico Ferri Luca Frati Giuseppe Garcia Lorena Giardini Lorenzo Guardigni Matteo La Marca Ioseph Ghirardelli Sara Mazzotti Luca Naldi Mattia Santi Denny Panzavolta Martina Spada Valentina Tassinari Iacopo Timoncini Ilaria Touzi Antonio Ulivucci Federico Vignudelli Cristian Ulivucci Feancesca Zauli Mattia Szuster Wladyslaw