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Il Sistema Azienda 1
Il Sistema Azienda. Ambiente, stakeholder, competizione.
Prof. Ing. Primiano Di Nauta Dipartimento di Economia Università degli Studi di Foggia
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I seminari
Sede di Bari ü Mercoledì 15 febbraio 14.30 – 18.30 ü Giovedì 23 febbraio 14.30 – 18.30
Sede di Lecce ü Venerdì 17 febbraio 14.30 – 18.30 ü Martedì 21 febbraio 14.30 – 18.30
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Agenda di lavoro
1 Presentazione del seminario. 2 Gli approcci allo studio delle
organizzazioni sociali. 3 It’s a challenging world! 4 Ricchezza e valore. 5 Il Viaggio…
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Gli approcci allo studio delle organizzazioni sociali
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l Individuare la risposta fornita dalle principali teorie sull’organizzazione d’impresa, circoscrivendone la matrice interpretativa.
l Fornire un fondamento teorico per le successive riflessioni, in particolare con riferimento alla analisi del vantaggio competitivo e della corporate governance.
Perché esistono le imprese? Come funzionano le imprese?
In cosa consiste la loro diversità?
Aziende o imprese?
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a) Approccio classico
ü Inizi del Novecento, Concentrazioni capitalistiche, Scientific Management;
ü Economia classica: homo oeconomicus (razionalità pura, oggettiva);
ü Approccio prescrittivo (pone le regole da seguire);
ü Riferimento a scienze fisico-ingegneristiche, economia e diritto.
ü Meccanismo motivazionale tipo: cottimo.
Lo sviluppo degli studi organizzativi:l’approccio classico
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Lo sviluppo degli studi organizzativi:l’approccio neoclassico
b) Approccio neoclassico
– Dagli anni Trenta; – Approccio non più prescrittivo, ma descrittivo (non
cosa si deve fare, ma come le cose avvengono in concreto);
– Riferimento a campi disciplinari come sociologia e psicologia;
– Homo sociologicus; – Meccanismo motivazionale di tipo socio-psicologico
(accettazione, gratificazione sociale, autorealizzazione) => Scuola delle Relazioni Umane (Mayo, poi Merton).
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Lo sviluppo degli studi organizzativi:l’approccio moderno e interdisciplinare
c) Approccio moderno e interdisciplinare
ü Dalla fine degli anni Cinquanta; ü Tende ad integrare i due approcci precedenti; ü Diversi filoni:
• decisionale (Simon) • situazionale (Contingency theory) • etnometodologico • learning organization • reengineering
ü Riferimento a discipline sia di tipo prescrittivo (economia, logica formale), che di tipo descrittivo (sociologia, psicologia, antropologia), ma vi è anche una sfumatura dei confini tra le varie discipline;
ü Approccio a tutt’oggi incompiuto.
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1. Gli impiegati dell’ufficio devono scopare i pavimenti ogni mattina, spolverare i mobili, gli scaffali e le vetrine.
2. Ogni giorno devono riempire le lampade a petrolio, pulire i cappelli e regolare gli stoppini, e una volta la settimana dovranno lavare le finestre.
3. Ciascun impiegato dovrà portare un secchio d’acqua e uno di carbone per le necessità della giornata.
4. Tenere le penne con cura; ciascuno può fare la punta ai pennini secondo il proprio gusto.
5. Questo ufficio si apre alle sette del mattino e si chiude alle otto della sera, eccettuata la domenica, nel qual giorno resterà chiuso. Ci si aspetta che ciascun impiegato passi la domenica dedicandosi alla chiesa e contribuendo liberamente alla causa di Dio.
Il regolamento Olivetti del 1903
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6. Gli impiegati uomini avranno una sera libera alla settimana a scopo di svago, e due sere libere se vanno regolarmente in chiesa.
7. Dopo che un impiegato ha lavorato tredici ore in ufficio, dovrà passare il rimanente tempo leggendo la Bibbia o altri buoni libri.
8. Ciascun impiegato dovrà mettere da parte una somma considerevole della sua paga per gli anni della vecchiaia, in modo che egli non diventi un peso per la società.
9. Ogni impiegato che fuma sigari spagnoli, faccia uso di liquori in qualsiasi forma, frequenti biliardi e sale pubbliche, o vada a radersi dal barbiere, ci darà una buona ragione per sospettare del suo valore, delle sue intenzioni, della sua integrità e onestà.
10. L’impiegato che avrà svolto il suo lavoro fedelmente e senza errori per cinque anni, avrà un aumento di paga di 5 centesimi al giorno, ammesso che i profitti della ditta lo permettano.
Il regolamento Olivetti del 1903
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Tre concetti chiave in opposizione a tre assunti dominanti dell’impostazione
neoclassica
1) Perfezione dell’informazione, degli scambi e dei mercati
2) Assenza di incertezza e negazione della sostenibilità del profitto
3) Unicità del decisore e degli obiettivi perseguiti
1) Costi di transazione (Coase, 1937)
2) Rischio e Entrepreneurial judgement (Knight, 1921)
3) Separazione tra proprietà e management (Berle e Means, 1932)
Il superamento dell’approccio neoclassico
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Organizzazione Aziendale – a.a. 2007/2008 12
Approfondimento : l tre concetti chiave (1)
Chiunque abbia provato concretamente a sviluppare transazioni di mercato si è trovato di fronte a diversi casi nei quali il mercato di riferimento non era per nulla trasparente in termini informativi; ha, quindi, sperimentato che per scambiare beni o servizi occorreva sostenere dei costi al di là dell’effettivo valore della transazione.
I costi di transazione
Coase (1937) arriva a sostenere che per le imprese può risultare più conveniente coordinare con meccanismi gerarchici alcuni rapporti, contratti o transazioni, interni rispetto al mero utilizzo del mercato. L’entità dei costi di transazione, in ultima istanza, definirà i confini dell’impresa.
Il Sistema Azienda 13
Organizzazione Aziendale – a.a. 2007/2008 13
Approfondimento : l tre concetti chiave (2)
Rischio imprenditoriale
Le imprese esistono in quanto per una particolare risorsa - quella imprenditoriale - non ci sarebbe un mercato. Ciò sta a dire che, data l’incertezza dell’evoluzione di un’impresa e il rischio sotteso all’attività aziendale, non esiste un mercato in grado di scambiare con prezzi efficienti tutte le competenze aziendali.
Knight (1921) Il focus è sul tema delle competenze, in particolare di quella imprenditoriale, e sulla sua natura inscindibile rispetto all’impresa. Ciò nonostante il governo è unico ed è affidato ad un soggetto decisore razionale.
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Organizzazione Aziendale – a.a. 2007/2008 14
Approfondimento : l tre concetti chiave (3)
Proprietà e controllo
Nelle imprese con una proprietà frammentata, cioè in presenza di un elevato numero di azionisti che detengono piccole quote del capitale, la gestione dell’impresa viene delegata a manager professionisti a cui è lasciata ampia discrezionalità di comportamento e su cui è esercitato un limitato controllo.
Secondo Berle e Means (1932) non sempre si realizza una convergenza di interessi e di incentivi fra i soggetti che partecipano all’attività d’impresa, in particolare fra la proprietà e il management. Falsificato l’assunto di massimizzazione dei profitti.
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Organizzazione Aziendale – a.a. 2007/2008 15
l tre concetti chiave … da cui traggono origine altre teorizzazioni
" I costi di transazione, rimuovendo l’assunto della perfetta informazione fra gli agenti economici, risulteranno fondamentali per la tematica della determinazione dei confini aziendali e del coordinamento fra gli agenti economici;
" Il rischio e le competenze imprenditoriali, motivando l’eterogeneità dei profitti, risulteranno invece fondamentali per il tema del vantaggio competitivo e per la visione basata sulle risorse;
" La separazione fra proprietà e management, indicando l’esistenza di una pluralità di soggetti decisori, sarà fondamentale per supportare le teorie sulla governance che spiegano gli assetti e i meccanismi decisionali interni.
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L’impresa è una “finzione legale” ovvero un insieme di contratti sviluppato per creare una struttura di
incentivi al management e alla proprietà e avvicinarne gli interessi.
I principali contributi teorici sono: § Teoria dei costi di transazione: opportunismo, razionalità limitata, caratteri delle transazioni à fallimento mercato (Williamson, 1975) § Teoria dei contratti incompleti: rapporti regolati attraverso la proprietà degli assets e non con scambi (Grossman e Hart, 1986) § Teoria dell’agenzia: interessi divergenti tra proprietà e management, assetti di governance (Jensen e Meckling, 1976)
L’impresa come risposta ad un problema informativo e le teorie di impostazione ‘contrattuale’
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L’esistenza ed i confini di impresa sono definiti dalla necessità di gestire la conoscenza, base delle competenze. L’impresa non può essere
compresa in una prospettiva statica, ma solo in un’ottica evolutiva; sono le risorse e le competenze (conoscenza) e non le transazioni o i contratti
(informazione) a spiegarne l’esistenza.
I principali contributi teorici - fondamento teorico delle problematiche inerenti il vantaggio competitivo - sono:
" Teoria evoluzionistica: L’impresa è un insieme di routines ovvero di regole di condotta che determinano le sue azioni nel tempo. Le conoscenze derivanti dai processi di apprendimento evolutivi sono immagazzinate nelle routines (Nelson e Winter, 1982).
" Teoria delle risorse o Resource-based View: L’impresa è un insieme di risorse, capacità e competenze che operano in chiave dinamica e in relazione a specifici contesti (Rumelt, 1984; Grant, 1996).
L’impresa come risposta ad un problema cognitivo: risorse, capacità, competenze
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• L’approccio neoclassico porta alla negazione della stessa impresa. Ma è evidente che le imprese esistono. La domanda è:
Perché esistono le imprese?
• Le teorie sull’organizzazione dell’impresa suggeriscono che l’impresa risponde ad un problema informativo ovvero ad un problema cognitivo.
• La review teorica consente di sottolineare i concetti forti a fondamento della struttura di governo delle imprese e della gestione delle risorse aziendali.
Tirando le somme sulle teorie organizzative…
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Costi di transazione (Coase, 1937)
Separazione proprietà e controllo
(Berle e Means, 1932)
Rischio e imprenditorialità
(Knight, 1921)
Teorie comportamentiste
(Simon, 1951; Cyert e March, 1963)
Teorie manageriali (Penrose, 1959; Marris,
1963; Baumol, 1968)
Teorie sul coordinamento
(Williamson, 1975; Grossman e Hart, 1986)
Teorie dell’agenzia (Jensen e Meckling
1976)
Teorie evoluzionistiche
(Nelson e Winter, 1982)
Teorie sulle risorse (conoscenza) (Grant,
1996)
Problema Informativo
Proble
ma
Cognit
ivo
Un quadro di sintesi
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Ipotesi di base:
ü Tutte le teorie organizzative e manageriali sono fondate su concezioni o metafore implicite che conducono a percepire, comprendere e gestire le organizzazioni in modi caratteristici e, pertanto, parziali.
ü La metafora rappresenta l’elemento basilare attraverso cui ‘leggiamo’, comprendiamo e progettiamo la vita organizzativa.
Lo studio delle organizzazioni mediante metafore: le ipotesi di base
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Usiamo la metafora ogni qualvolta tentiamo di comprendere un elemento della nostra esperienza riferendoci ai termini di un altro elemento.
Ad esempio, nel dire
“Quell’uomo è un leone!” intendiamo usare l’immagine del leone per attirare l’attenzione sugli aspetti di quell’uomo che sono simili al leone (forza, indomabilità, ferocia, coraggio).
Lo studio delle organizzazioni mediante metafore: un esempio
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ü La metafora, però, come prima si accennava, produce sempre una rappresentazione parziale; mentre evidenzia certe interpretazioni, sospinge indietro altre possibili spiegazioni.
ü Così, asserire che quell’uomo è un leone, perché forte o coraggioso, nulla dice in merito ad altri aspetti del suo modo di essere, che pure possono esistere (ad esempio la sua religiosità, o la particolare erudizione).
Lo studio delle organizzazioni mediante metafore: i limiti
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ü Ogni metafora è in se stessa un paradosso: crea la possibilità di comprendere la realtà ma contemporaneamente la distorce.
ü Comprendere attraverso una metafora
corrisponde in un certo senso a non comprendere.
Lo studio delle organizzazioni mediante metafore: il paradosso
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ü Se accettiamo l’ipotesi che ogni teoria è una metafora, dovremo quindi dedurne che nessuna teoria è in grado di offrirci una descrizione esaustiva e completa della realtà.
ü La vera sfida consiste dunque nel diventare abili nell’arte dell’utilizzo delle metafore.
Lo studio delle organizzazioni mediante metafore: gli assunti
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ü Le organizzazioni come macchine. ü Le organizzazioni in quanto organismi. ü Le organizzazioni come cervelli. ü Le organizzazioni in quanto sistemi culturali. ü Le organizzazioni in quanto sistemi politici. ü Le organizzazioni come prigioni psichiche. ü L’organizzazione come flusso e come
divenire. ü Le organizzazioni come strumenti di potere.
Le metafore dell’organizzazione
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ü Il meccanicismo nella scienza (atomisti greci: Democrito, Leucippo; Archimede; Newton, Galileo)
ü Il meccanicismo nella teoria sociale (Cartesio; Hume, Locke, Bentham, Pareto)
ü Il meccanicismo nella teoria dell’organizzazione (Max Weber e l’organizzazione burocratica; Merton)
ü Lo Scientific Management (Taylor – Ford e il fordismo)
Le organizzazioni come macchine
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It’s a challenging world!
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ü Le organizzazioni: • Non sono statiche e si adattano
continuamente ai cambiamenti dell’ambiente esterno.
• Sono vulnerabili, anche quelle grandi e di successo.
• Sono forti in relazione alla capacità dei decisori nel gestire il processo decisionale.
Alcune considerazioni introduttive
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ü Le sfide che si presentano alle organizzazioni del ventunesimo secolo sono molto diverse da quelle che si trovavano a fronteggiare negli anni Settanta e Ottanta.
ü L’ultimo decennio del millennio è stato protagonista di forti cambiamenti organizzativi (Es.: Toyota).
ü Il mondo sta cambiando rapidamente.
L’ambiente competitivo
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• Competizione globale. • Turbolenza organizzativa. • E-Commerce/E-Business. • Gestione della conoscenza e delle
informazioni. • Diversità. • Etica e responsabilità sociale. • Decidere in contesti complessi.
Le sfide di oggi
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• Il business sta diventando un’unica arena globale. • La comunicazione diventa più veloce e a basso
costo. • I gusti dei consumatori convergono su tanti prodotti. • Non esistono più aziende europee o americane ma
aziende di successo o di non successo. • Le aziende possono collocare diverse parti
dell’organizzazione ovunque abbiano maggiori vantaggi economici e competitivi: delocalizzazione.
• L’ambiente sta diventando estremamente complesso: veloce, imprevedibile, iper-competitivo.
La competizione globale
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• Fino agli anni 1980 le organizzazioni hanno operato in un ambiente relativamente stabile e i manager si sono focalizzati nella progettazione di sistemi tranquilli ed efficienti.
• Rivoluzione dell’Information & Communication Technology (ICT).
• Crescita domanda nuovi prodotti e servizi e forti aspettative sulla loro customizzazione (tempi, logistica, costi, qualità).
• Strategicità degli intangible assets e in particolare dell’informazione/conoscenza.
• Fattore critico di successo diventa il knowledge worker: non si lavora più solo per la retribuzione ma si richiede alla organizzazione un fornire conoscenze, apprendimento, partecipazione.
• Diventa necessario governare l’azienda in condizioni di imprevisto, cambiamento continuo, problem solving.
La turbolenza organizzativa
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• Internet come luogo d’informazione, di scambio di comunicazioni, di incontri virtuali e di scambi commerciali (Es.: Marketplace).
• Facilita la disintermediazione (Es.: Dell Computer).
• Abbattimento delle barriere di spazio e di tempo • Aziende che ne fanno uso snelliscono le proprie
attività e migliorano la comunicazione con i clienti.
• Opportunità di ridefinizione del business (dall’e-commerce all’e-business).
E-business
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• Knowledge management come attività strategica dell’organizzazione (chief information officer, chief knowledge officer, chief learning officer).
• I&CT ne supporta la centralità. • Valorizzazione delle idee di tutti i componenti
dell’organizzazione (in passato la comunicazione avveniva dall’alto verso il basso).
• Accesso allargato alle fonti informative come premessa per decidere.
• Nascita di nuove funzioni organizzative e figure professionali: il compliance.
La gestione della conoscenza e delle informazioni
Il Sistema Azienda 35
• Forza lavoro differenziata (nazionalità,
cultura, sesso, abilità fisiche).
• Sfida: mantenere l’identità culturale aziendale valorizzando le diversità.
La gestione della diversità
Il Sistema Azienda 36
• Negli ultimi anni parecchie aziende hanno pagato a caro prezzo la violazione di standard etici o legali.
• Impegni per alti standard etici e di responsabilità sociale.
• Adozione di politiche e strutture che incoraggiano condotte etiche.
• Le aziende tendono ad assumere un ruolo nell’immaginario dei clienti..
L’etica e la responsabilità sociale
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Ricchezza e valore
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– Presentare il legame tra impresa e creazione di ricchezza.
– Definire l’obiettivo primario delle imprese e le modalità di misurazione dello stesso.
– Definire le peculiarità di una impresa orientata al valore.
Obiettivi
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q … ruota attorno al processo di creazione di ricchezza. q … crea ricchezza quando il prodotto che ottiene
aggregando, modificando e trasferendo risorse ha un valore di mercato superiore a quello delle risorse stesse.
L’impresa…
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Il processo di creazione di ricchezza ruota su due perni fondamentali:
ü L’imprenditore: deve possedere alcune capacità fondamentali
(entrepreneurship): § immaginare il futuro dell’impresa e costruirlo (vision …) § trovare soluzioni migliori (innovazione …) § guidare gli uomini verso il successo (leadership …)
ü Gli stakeholder: tutti i soggetti, interni ed esterni, che hanno verso l’impresa un interesse e una capacità di influenza (azionisti, collaboratori, fornitori, clienti, finanziatori, sistema pubblico ecc.).
Capire l’impresa significa capire come tessere questa rete di rapporti tra vari attori
La creazione di ricchezza
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q La teoria neoclassica: ü unico soggetto decisore ü perfetta informazione ü razionalità assoluta
Obiettivo dell’impresa è massimizzare il profitto q Numerose critiche alla teoria neoclassica furono mosse a partire dagli anni ’20, dando vita a nuovi approcci e alla definizione di nuove finalità d’impresa: ü concorrenza monopolistica ü interdipendenze oligopolistiche ü teoria degli stakeholder
Il dibattito sugli obiettivi dell’impresa (1/4)
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Teoria degli stakeholder L’impresa non deve massimizzare il profitto, ma il
grado di soddisfazione degli stakeholder, distribuendo in modo equilibrato la ricchezza creata
Critica: perseguire obiettivi sociali anziché reddituali finisce per danneggiare la società (es. efficienza economica vs. salvaguardia posti di lavoro). Evoluzione: obiettivo dell’impresa deve essere la creazione di ricchezza per gli azionisti. A tal fine, il mantenimento di relazioni armoniche con l’ambiente è da considerarsi fattore agevolante!
Il dibattito sugli obiettivi dell’impresa (2/4)
Il Sistema Azienda 43
Cambiare la funzione obiettivo dell’impresa dalla massimizzazione del profitto alla massimizzazione
della ricchezza degli azionisti riduce i conflitti in quanto risponde ad una logica di soddisfazione degli interessi di tutti gli stakeholder (Jensen).
Perchè?
• Gli azionisti sono gli ultimi ad essere remunerati. • Sono inoltre i meno protetti, in quanto remunerati solo in
via eventuale, una volta remunerati tutti gli altri stakeholders (creditori, dipendenti, clienti, fornitori, …).
Il dibattito sugli obiettivi dell’impresa (3/4)
Il Sistema Azienda 44
La prospettiva assunta q Il fine dell’impresa è la massimizzazione della
ricchezza degli azionisti che, tuttavia, si realizza in un contesto di relazioni armoniche con l’ambiente e facendo leva sulla buona reputazione e l’appoggio degli stakeholder.
q Bisogna dunque progettare strutture di governo dell’impresa (corporate governance) atte ad assicurare che gli interessi degli azionisti e degli altri stakeholder siano correttamente interpretati.
q La ricchezza degli azionisti è intesa nella versione di valore del capitale economico dell’impresa.
Il dibattito sugli obiettivi dell’impresa (4/4)
Il Sistema Azienda 45 45
Il capitale netto (mezzi propri) rappresenta la somma algebrica dei rapporti intercorsi tra l’impresa e i soci:
q conferimenti dei soci q utili realizzati (riserve) e perdite subite q prelievi dei soci (dividendi)
Esso rappresenta la quota di ricchezza investita dalla proprietà nell’impresa, aumentata o diminuita dai risultati storicamente ottenuti e al netto dei trasferimenti di ricchezza dall’impresa
verso gli azionisti (≠ capitale sociale).
Il capitale netto
Il Sistema Azienda 46
q Il valore dell’impresa è la sommatoria dei flussi attualizzati che l’impresa genererà in futuro dal complesso dei suoi investimenti, a prescindere dal fatto che essi vadano a remunerare gli azionisti o i portatori di debito.
q FCFOt = flusso di cassa operativo al tempo t.
Il valore dell’impresa
Il Sistema Azienda 47 47
q Il valore del debito è la sommatoria dei flussi attualizzati che saranno pagati dall’impresa ai finanziatori sia a titolo di interessi passivi sul debito che di rimborso dello stesso.
q Esso può essere diverso dal valore nominale del debito perché il tasso di interesse di mercato (kD) può variare rispetto a quello pagato dall’impresa.
Il valore del debito
Il Sistema Azienda 48
q Il capitale economico rappresenta correttamente il valore della ricchezza investita dagli azionisti.
q Può essere calcolato come sommatoria dei benefici attualizzati che l’impresa apporterà ai soci (guarda al futuro).
Il capitale economico
Il Sistema Azienda 49
q La creazione di ricchezza per gli azionisti si traduce nell’obiettivo concreto di aumentare W, il valore di capitale economico.
q In pratica il management deve individuare investimenti redditizi (creano ricchezza per gli azionisti) ed eliminare quelli che non lo sono.
q Pur se questo valore è stimato, poiché guarda al futuro, costituisce un parametro importante per addivenire a transazioni aventi ad oggetto il passaggio della proprietà delle imprese (valori di mercato): es. i mercati finanziari, le borse valori, …
Il capitale economico
Il Sistema Azienda 50
Il valore del capitale economico può tuttavia differire rispetto al valore di mercato (cioè il prezzo cui passa di mano la proprietà delle
imprese) a causa di vari fattori:
ü presenza di investitori con intenti speculativi; ü grado di trasparenza dei mercati; ü dimensioni dei mercati finanziari; ü tendenza ad andamenti ciclici; ü gioco delle aspettative.
Il valore del capitale economico e il valore di mercato
Il Sistema Azienda 51
q Le imprese devono impegnarsi, oltre che nella creazione di capitale economico, anche nella sua diffusione. q Il management deve agire affinché il nuovo valore si trasfonda in aumentati valori di mercato: L’importanza della comunicazione ai mercati finanziari:
q dare dimostrazione dei fattori di successo aziendali, q presentare previsioni e programmi futuri credibili; q mantenere rapporti costruttivi e corretti con gli operatori.
Creazione e diffusione del valore del capitale economico
Il Sistema Azienda 52
Il Viaggio…
Il Sistema Azienda 53
“Se si vuole costruire una nave è importante radunare gli uomini per avere il legname, distribuire i compiti ed organizzare il lavoro, ma soprattutto bisogna infondere in loro la brama degli spazi aperti e del mare infinito”. Antoine de Saint-Exupéry
Prima di intraprendere il Viaggio…
Il Sistema Azienda 54
Contatti
Prof. Ing. Primiano Di Nauta Dipartimento di Economia
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