IL SINTETICO n°2

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Una marea di bambini festanti, conciati nei modi più disparati, con la faccia truccata alla maniera degli Indiani d’America si preparano ad invadere le vie e le piazze durante il Carnevale. A scuola, le maestre ci hanno insegnato che in questo periodo dell’anno tut- to vale, le regole sono stravolte. Per un breve, brevissimo istante riusciamo a sfuggire da questo mondo rigido, chiuso e determinato dalle regole. Questa è la magia del Car- nevale, il tempo di una serata o di un pomeriggio, qualche ora in compagnia per veder sfilare i ballerini e i carri allegorici. Nell’attesa che l’ultimo di questi giri la curva, ci si prende del tempo per parlare della parata a cui si è appena assistito con le altre perso- ne presenti, ed ecco che la data poteva essere scelta con più giudizio, i balletti hanno musi- che scadenti, il carro che “non si è proprio capito cosa volesse dire”, i costumi sembrano sac- chetti di juta. Come avrete capito questa seconda edizione del Sintetico (che si poteva fare con più pagine, su carta lucida, con le foto a colori, con altri argomenti, formattato in Co- mic Sans, consegnato porta a porta, con l’oroscopo, senza editoriale, senza le maiuscole, sen- za i punti…) è dedicata in parte al Carnevale di Ca’ degli Oppi e a coloro che hanno impiegato tempo e passione affinché si realizzasse. Il loro numero non sarà forse eleva- to, ma compensano la quantità con una grande qualità e amore per quello che fanno. Sono volontari, è il sentimento più puro a smuoverli, a spingerli a fare ogni anno qual- cosa per il loro paese. Lo fanno, badate bene, senza chiedere niente in cambio a nessu- no; questo silenzio non vada scambiato per orgoglio, ma per educazione. Il paese è pic- colo, la gente mormora, dice il proverbio. Ci conosciamo già tutti, sappiamo chi fa cosa; per questo motivo siamo abituati a pensare che ogni iniziativa emergente sia autosuffi- ciente in se stessa o peggio ancora che nessuno necessiti di aiuto. A questa considera- zione si lega l’atteggiamento che ci spinge a non voler mai fare troppa pubblicità delle proprie iniziative e la paura di andare a rompere le scatole ad altra gente per chiedere collaborazione. Abbiamo quindi detto che la vera linfa che porta avanti i progetti è il volontariato, una mano tesa che porgiamo tra noi. Lo spunto per questo discorso è stato fornito dal Carnevale e il gruppo del carro, ma vogliamo estenderlo anche al progetto de Il Sinteti- co e al nuovo punto prestito della Biblioteca di Oppeano aperto da poco nella nostra frazione (che potrebbe stare aperto più ore, in un altro posto, con tempi di consegna più rapi- di, senza il prestito di libri di fantascienza, con l’apertura in orario scolastico, senza l’iscrizione alla Biblioteca del Comune…). Sono tante le iniziative locali che nascono e sopravvivono legando le loro sorti al volontariato. Abbiamo quindi cercato, in queste righe, di far presente la situazione attuale: ci sono persone che si sono messe in moto per migliora- re la vita del paese e c’è la possibilità di agire e darsi da fare in maniera attiva. Oppure, per lo meno, ci si potrebbe non lamentare per quello che viene offerto. Nel numero, come detto prima e come potrete vedere voi stessi sfogliandolo, vengono illustrate due iniziative attive in paese grazie al volontariato: il Carnevale e l’apertura del centro prestiti della Biblioteca; l’editoriale invece era dedicato alle lamentele che poteva- no essere messe in un articolo apposta, che potevano essere messe in grassetto, che potevano essere evitate, che sono poche, che sono troppe, che secondo me sono ironiche, che secondo me sono solo stupide, che alla fin fine vorrebbero solo dare lo spunto per ragionare. Manuel Daldosso IL LIBERO SIMPATICO INFORMATORE NEL TEMPO EVASO TRA IMPEGNI, CASA, OSTERIA. Dietro le quinte del Carnevale Pag. 2 La maschera dietro le maschere Pag. 3 Le frìtole Pag. 3 Apertura centro prestiti Pag. 4 Tematiche giovanili Pag. 5 Techzone Pag. 6 La poesia Pag. 7 La parola del Don Pag. 8 Il Lunario Pag. 9 La Vignetta Pag.11 Croncaca locale Pag.10 L’angolo del Patuz Pag. 9 IL GIORNALE DI CA IL GIORNALE DI CA IL GIORNALE DI CA IL GIORNALE DI CA DE DE DE DEGLI OPPI DAL 2011 GLI OPPI DAL 2011 GLI OPPI DAL 2011 GLI OPPI DAL 2011 IL SINTETICO NUM. II FEBBRAIO 2012 Sommario:

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Secondo numero del giornalino di Cadeglioppi

Transcript of IL SINTETICO n°2

Page 1: IL SINTETICO n°2

Una marea di bambini festanti, conciati nei modi più disparati, con la faccia truccata alla maniera degli Indiani d’America si preparano ad invadere le vie e le piazze durante il Carnevale. A scuola, le maestre ci hanno insegnato che in questo periodo dell’anno tut-to vale, le regole sono stravolte. Per un breve, brevissimo istante riusciamo a sfuggire da questo mondo rigido, chiuso e determinato dalle regole. Questa è la magia del Car-nevale, il tempo di una serata o di un pomeriggio, qualche ora in compagnia per veder sfilare i ballerini e i carri allegorici. Nell’attesa che l’ultimo di questi giri la curva, ci si prende del tempo per parlare della parata a cui si è appena assistito con le altre perso-ne presenti, ed ecco che la data poteva essere scelta con più giudizio, i balletti hanno musi-

che scadenti, il carro che “non si è proprio capito cosa volesse dire”, i costumi sembrano sac-

chetti di juta. Come avrete capito questa seconda edizione del Sintetico (che si poteva

fare con più pagine, su carta lucida, con le foto a colori, con altri argomenti, formattato in Co-

mic Sans, consegnato porta a porta, con l’oroscopo, senza editoriale, senza le maiuscole, sen-

za i punti…) è dedicata in parte al Carnevale di Ca’ degli Oppi e a coloro che hanno impiegato tempo e passione affinché si realizzasse. Il loro numero non sarà forse eleva-to, ma compensano la quantità con una grande qualità e amore per quello che fanno. Sono volontari, è il sentimento più puro a smuoverli, a spingerli a fare ogni anno qual-cosa per il loro paese. Lo fanno, badate bene, senza chiedere niente in cambio a nessu-no; questo silenzio non vada scambiato per orgoglio, ma per educazione. Il paese è pic-colo, la gente mormora, dice il proverbio. Ci conosciamo già tutti, sappiamo chi fa cosa; per questo motivo siamo abituati a pensare che ogni iniziativa emergente sia autosuffi-ciente in se stessa o peggio ancora che nessuno necessiti di aiuto. A questa considera-zione si lega l’atteggiamento che ci spinge a non voler mai fare troppa pubblicità delle proprie iniziative e la paura di andare a rompere le scatole ad altra gente per chiedere collaborazione.

Abbiamo quindi detto che la vera linfa che porta avanti i progetti è il volontariato, una mano tesa che porgiamo tra noi. Lo spunto per questo discorso è stato fornito dal Carnevale e il gruppo del carro, ma vogliamo estenderlo anche al progetto de Il Sinteti-

co e al nuovo punto prestito della Biblioteca di Oppeano aperto da poco nella nostra frazione (che potrebbe stare aperto più ore, in un altro posto, con tempi di consegna più rapi-

di, senza il prestito di libri di fantascienza, con l’apertura in orario scolastico, senza l’iscrizione

alla Biblioteca del Comune…). Sono tante le iniziative locali che nascono e sopravvivono legando le loro sorti al volontariato. Abbiamo quindi cercato, in queste righe, di far presente la situazione attuale: ci sono persone che si sono messe in moto per migliora-re la vita del paese e c’è la possibilità di agire e darsi da fare in maniera attiva. Oppure, per lo meno, ci si potrebbe non lamentare per quello che viene offerto.

Nel numero, come detto prima e come potrete vedere voi stessi sfogliandolo, vengono illustrate due iniziative attive in paese grazie al volontariato: il Carnevale e l’apertura del centro prestiti della Biblioteca; l’editoriale invece era dedicato alle lamentele che poteva-

no essere messe in un articolo apposta, che potevano essere messe in grassetto, che potevano

essere evitate, che sono poche, che sono troppe, che secondo me sono ironiche, che secondo

me sono solo stupide, che alla fin fine vorrebbero solo dare lo spunto per ragionare.

Manuel Daldosso

IL

LIBERO

SIMPATICO

INFORMATORE

NEL

TEMPO

EVASO

TRA

IMPEGNI,

CASA,

OSTERIA.

Dietro le quinte del Carnevale

Pag. 2

La maschera dietro le maschere

Pag. 3

Le frìtole Pag. 3

Apertura centro prestiti

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Tematiche giovanili Pag. 5

Techzone Pag. 6

La poesia Pag. 7

La parola del Don Pag. 8

Il Lunario Pag. 9

La Vignetta Pag.11

Croncaca locale Pag.10

L’angolo del Patuz Pag. 9

I L G I O R N A L E D I C AI L G I O R N A L E D I C AI L G I O R N A L E D I C AI L G I O R N A L E D I C A ’ D ED ED ED E G L I O P P I D A L 2 0 1 1G L I O P P I D A L 2 0 1 1G L I O P P I D A L 2 0 1 1G L I O P P I D A L 2 0 1 1

IL SIN

TET

ICO

NUM. II

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Sommario:

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L’INTERVISTA DEL MESE pagina 2 IL SINTETICO

L’INTERVISTA DEL MESE pagina 2 FEBBRAIO 2012

Cari lettori e lettrici, vi siete mai chiesti come nasce un carro? Chi si occupa della manodopera, dei vestiti, dei balletti cosa fa esattamente? E ancora, conoscete la storia di quel gruppo che oggi è chiamato Brigata

Matta? A queste domande oggi daremo una risposta.

Dietro le quinte del Carro di Carnevale

Mirco Bauce, membro del gruppo da 3 anni e tecnico dello stesso, ci spie-ga come si arriva da un’idea al pro-dotto finito: “Per iniziare a fare un carro bisogna avere un’idea, un tema e non è facile trovarlo. Trovato, si deve fare uno schizzo dell’immagine e aspettarsi di modificarlo andando incontro a tutte le esigenze pratiche, come larghezza o altezza. Dopodiché si iniziano a mettere insieme i pezzi e finito tale operazione c’è tutto un lavoro di cartapesta, ovvero rivestire la base e fare le pareti. Fatto questo, si aspetta che la cartapesta asciughi e nel frattempo gli elettricisti sistema-no i cavi e i tubi. Dopo aver provato il funzionamento di tutti i vari movi-menti, si dà il bianco come colore di fondo. Infine si colora utilizzando una pistola ad aria e si riveste il tutto con una mano di lucido trasparente, per fare risaltare il colore. In media, ci si mette dai 3 ai 4 mesi.”

Ludovica Patuzzo, membro del grup-po da 6 anni, ci parla del suo ruolo: “Sono coreografa da 3 anni insieme a Raffaele Oppido. Non so precisamen-te come sono giunta a tale ruolo, ricordo solo che ad una sfilata, cono-scendo la nostra passione per la dan-za, ci hanno proposti come coreogra-fi per l’anno seguente, e così è stato. Iniziamo a preparare i balletti da fine ottobre e le canzoni sono prevalen-temente balli latino-americani di gruppo, ma scegliamo anche molte hit del momento. Con il gruppo ci tro-viamo una volta alla settimana per insegnare i balletti. Anche se le diffi-coltà sono molte, poi arrivano grandi soddisfazioni. La soddisfazione mag-giore è quando si è nel bel mezzo della sfilata, vincenti davanti alla giuria o solamente arrivati sul podio, per-ché è anche grazie a te e alle persone che hanno avuto fiducia in te che si è arrivati a quel punto.”

Il raggio del sole, 2001

Eravamo un gruppo molto coeso con gente diversa, dal bambino all’anziano, tutti uniti da tanta vo-glia di fare. Ad esempio, per la realizzazione dei vestiti, davamo una mano tutte noi ragazzotte: io Maddalena Manzini, Sandra Maz-zola e altre ci trovavamo casa dell’una o dell’altra interi pome-riggi a ciacolar e laorar. Siamo arri-vati a fare 150 vestiti con ben 7 macchine da cucire offerte dalla famiglia Booloni. Abbiamo avuto il nostro apice negli anni fra il 2000

Paola Sasso ci racconta la storia del gruppo, dalla vecchia Armata

Branca fino ad oggi: “Nel 1998 è partita un’idea da alcuni giovani, come Loris Mirandola e Simone Turrini, di fondare un gruppo car-nevalesco che ha preso il nome Armata Branca. L’idea del nome è stata ripresa dal celeberrimo film Armata Branca Leon; ricordo anco-ra quando alle vecchie sfilate gli uomini gridavano <<Branca, bran-ca, branca!>> e noi donne rispon-devamo <<Leon, leon, leon!>>.

e il 2004 con carri come Millenium

Drive (2000), Il raggio del Sole

(2001) e Si salvi chi può (2004) con cui vincemmo il terzo posto alla sfilata di Verona. Nel 2006 sono subentrati nuovi giovani con buoni proposti e il gruppo è diventato Brigata Matta Finito la sfilata, il bello era e resta tuttora l’andare a mangiare la piz-za tutti insieme, che ha sempre rappresentato l’unione del nostro gruppo.”

“...un gruppo molto coeso, con gente diversa, dal bambino all’anzia-no, uniti da tanta vo-glia di fare.”

Noemi Marchiotto

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RUBRICA CULTURALE pagina 3 IL SINTETICO

ANGOLO CUCINA pagina 3 FEBBRAIO 2012

Ingredienti per 6 persone:

500g farina 2 bicchieri di latte 2 uova 130 g uvetta 80 g zucchero semolato 40 g lievito di birra 2 mele grattugiate o a pezzetti 2 bicchierini di grappa un pizzico di sale olio per friggere zucchero a velo

In una terrina mescolare farina, uova, latte, zucchero, un pizzico di sale. Mescolato bene il tutto unire il lievito, la grappa, le mele e l’uvetta. Coprire con un canovaccio e far riposare per 2 o 3 ore. A lievitazione ultimata, mescolare il composto e aggiungere eventualmente del latte o acqua se non risultasse fluido. Per finire porta-re a bollore l'olio, versare il compo-sto con un cucchiaio e friggere da entrambi i lati. Una volta asciugate, spolverare con zucchero a velo.

Le fritole

Grecia VI-V sec a.C., patria di grandissimi conoscitori della sacralità femminile. La donna passava la maggior parte delle propria esistenza relegata nella οίκος (la casa) lontana dalla vita politica. Solo in due occasioni le era consentito uscire: al proprio matrimonio o al funerale di qualche parente. Non si trattava affatto di una forma di misoginia, anzi, era uno dei modelli di maggior rispetto per colei sola che era in grado di generare la vita. Tuttavia trascorrere 365 giorni all'anno chiusa in casa, logora lo spirito e il corpo. Così per una sola notte, una soltanto, tutte le donne della città uscivano dalla casa per recarsi sul Monte. Non erano più semplici donne di casa, ma diventava-no qualcosa di più, per quella notte erano Baccanti: devote al culto di Dioniso (Bacco per la latinità e da qui poi il termine "baccanti"), dio dell'ebbrezza, del teatro della musica e dalla donna. Si trovavano quella notte ad invocare il dio invasate, con danze freneti-che, ebbre di vino e in quell'occasione liberavano la loro rabbia repressa, tutto ciò che le aveva fatte im-pazzire durante l’anno.

La Maschera dietro le maschere

I Greci, arguti uomini politici, non bloccarono in al-cun modo questo rituale femminile poiché ben sape-vano che se avrebbero represso questa loro valvola di sfogo, come per ogni società, prima o poi sarebbe piombata sul mondo della polis una violenta rivolu-zione. Con l'avanzare degli anni e dei secoli, il culto misteri-co si spostò a Roma, ma i grandi imperatori militari, non di vedute così aperte come i Greci, non accetta-rono tutto ciò, reputando il rito una cosa selvaggia e scandalosa e nel 186 a.C. fu emanato dal senato ro-mano il "Senatus Consultus de Bacchanalibus" editto che proibiva qualunque forma di Baccanale. Così le donne devote al culto si dovettero spostare fuori dalle mura di Roma e andarono in quella che oggi chiamiamo Pianura Padana, fin quando il culto andò in disuso e assunse un'altra accezione, trasformando-si poi nel "Bacanàl" che noi tutti oggi conosciamo. In un giorno che sembra dar sfogo alle pazzie, a scherzi e allegria, è racchiuso in realtà un antichissi-mo culto che per una notte soltanto rendeva libere delle persone e le smascherava dalla maschera che erano costrette a portare per tutta la vita.

Jacopo Galbier

Un buon carnevale a tutti! Non pensate alla calorie, ma a mangiare con gusto in allegria, in famiglia o con gli amici e con quattro ciacole.

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Vannia De Carli

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“Un uomo che legge ne vale due”

RUBRICA CULTURALE pagina 4 IL SINTETICO

10 gennaio 2012, con il nuovo anno ci sono state subito novità per il nostro paese: è stato aperto presso Sala San Girolamo un punto prestiti della Bi-blioteca Comunale di Oppeano. Un servizio per rendere più confortevoli il ritiro e la consegna dei libri presi a no-lo e un invito a fruire senza trepidazio-

ne dei libri (e dvd) della Biblioteca. Presso la sala sarà quindi possibile pre-notare, riconsegnare, ritirare libri e/o dvd e sarà presente anche una scelta di testi da poter prendere in prestito al momento. Ricordiamo che la Bibliote-ca è inserita nel sistema bibliotecario provinciale, perciò l’utente può dispor-re non solo del numero di volumi già presenti nel Comune, ma dell’intero patrimonio della provincia di Verona. Infatti, se verrà richiesto un testo non presente a Oppeano, ma disponibile in un’altra biblioteca della provincia, ci sarà la possibilità di prenotarlo ugual-mente e attendere qualche giorno per la re capitazione. Il primo punto prestiti del Comune è nato a Vallese più di un anno fa e ora può vantare di una cospicua squadra di volontari, che si alternano nell’apertura della sala adibita a mini biblioteca e nel-le attività ad essa correlate, come ad esempio gruppi di lettura.

TUTTI I MARTEDI’

16.00 - 18.00

SALA SAN GIROLAMO

RUBRICA CULTURALE pagina 4 FEBBRAIO 2012

Il punto prestito non è solo un servizio per i cittadini, ma diventa anche moti-vo di aggregazione tra persone dello stesso paese e del Comune, che si adoperano volontariamente per far cultura, alla pari di questa iniziativa de Il Sintetico. Un’associazione tra giovani (e non solo) di età, idee, passioni di-verse, che tentano insieme di realizza-re qualcosa di proficuo per il proprio paese, con spirito di gruppo e anche, come è giusto che sia, divertendosi. Di conseguenza, il mio invito è di re-carvi al punto prestiti aperto ogni mar-tedì dalle 16 alle 18, dare un’occhiata, fare due chiacchiere con il responsabile presente, iscrivervi al servizio (del tut-to gratuito!) e magari prendere in pre-stito un libro o un dvd. Leggere è un fatto culturale, perché ci permette di conoscere l’altro e la civil-tà altrui, in cui talvolta ci possiamo im-medesimare. Leggere è un piacere per-sonale, intimo, che ci insegna a guarda-re il prossimo e se stessi, ad attribuire valore a piccole cose e come direbbe Calvino, a trovare la proporzione della vita: il posto dell’amore, la sua forza, il suo ritmo e il modo di pensare o non pensare alla morte.

Alice Bottacini

Tra i libri più letti:

Tre atti e due tempi

(Giorgio Faletti)

Un amore di marito

(Sveva Casati Modignani)

Nessuno si salva da solo

(Margaret Mazzantini)

Bianca come il latte

rossa come il sangue

(Alessandro D’Avenia)

Tempi di prestito: Libri 30 giorni DVD 8 giorni

“Leggere mette in moto tutto dentro te: fantasia, emozioni, senti-menti. È un'apertura dei sensi verso il mondo, è un vedere e rico-noscere le cose che ti appartengono e che rischiano di non essere viste, fa scoprire l'anima delle cose. Leggere significa trovare le pa-role giuste, quelle perfette per esprimere ciò a cui non riuscivi a dare forma. Trovare una descrizione a ciò che tu facevi fatica a riassumere. Nei libri le parole degli altri risuonano come un'eco dentro di noi, perché c'erano già.”

Fabio Volo

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TEMATICHE GIOVANILI pagina 5 FEBBRAIO 2012

TEMATICHE GIOVANILI pagina 5 IL SINTETICO

Salve salvino lettori, eccoci qui alla seconda uscita de “Il Sintetico”. Dato i contenuti affrontati dagli altri curatori, anch’io mi inoltro nel tema della lettura. Ebbene sì, siamo nel 2012 e una delle problematiche di noi giovani sono proprio i libri. Pochi ragazzi, nel tempo libero, prendono in mano un libro e leggono. Perché? Non lo capisco, forse sarà tutta ‘sta tecnologia! Oggi vorrei far conoscere uno scrittore emergente, un insegnante perdutamente innamorato della realtà. Il suo nome è Alessandro D’Avenia, ama scrivere, ama insegnare e cerca il paradiso amalgamato nella polvere della vita quotidiana e nel cuore delle persone che incontra.

Giovani scr ittor i per g iovani let tor i

Alessandro invece ha avuto dei grandi maestri: i suoi insegnanti e suo padre, che hanno reso la sua vita piena di significato. Nel suo secondo romanzo Cose che nessuno sa, affronta proprio l’argomento della ricerca di un padre perduto e la ricomposizio-ne di un ordine familiare: il genitore diventa una fi-gura simbolica che tramanda la lezione e consegna un testimone ai figli. Lo scrittore sicuramente non sta con le mani in mano, ma si dà da fare allo stesso modo con i suoi alunni e invita gli adulti ad assume-re lo stesso comportamento. Voglio confessarvi che in realtà D’Avenia scrive romanzi per giovani, ma anche per adulti: i giovani devono risvegliare gli adulti dal letargo, anche con i loro gesti estremi e im-

prudenti e i grandi devono essere le loro guide.

Il nostro scrittore nei suoi romanzi inserisce anche dei riferimenti letterali, da Ome-ro all’Apocalisse, a Shakespea-re. La cultura ci libera da auto-

matismi di pensiero, rende il

nostro cuore intelligente, tiene

vive le domande fondamentali.

[…] Lo scopo dell’arte non è

quello di risolvere i problemi, ma

di costringere la gente ad amare

la vita.” D’Avenia non scrive per dimostrare il suo punto di vista sui problemi sociali, ma il suo sogno è che quello che scrive “sarà

letto tra vent’anni da quelli che ora sono bambini, e che

essi rideranno, piangeranno e s’innamoreranno della vita

sulle mie pagine. Se così fosse dedicherei a quest’opera

tutte le mie forze.”

Nasce a Palermo nel 1977, sei fratelli, padre dentista e una mamma che ricorda alla perfezione greco e latino e si occupa di scuola ed edu-cazione. Il 90% di ciò che c’è da sapere sulla vita, lo impara vivendo con queste persone, la sua famiglia. Nel 2000 si laurea in Lette-ratura greca e vince un dot-torato all’università di Siena, nel 2006 frequenta un master di sceneggiatura a Mi-lano, dove inizia anche il suo primo romanzo, Notte-

tempo; ma sarà poi Bianca come il latte, rossa come il

sangue a segnare il suo successo. Non è un caso che io voglia raccontarvi di quest’uo-mo: scrive romanzi per adolescenti, ma non sono delle narrazioni qualsiasi, sono parole messe insieme per un senso: il pensiero dei giovani e le loro storie, vite di ragazzi/e qualunque. Si parla molto di adole-scenza, ma spesso lo si fa con superficialità, soste-nendo luoghi comuni che solo in una piccola parte corrispondono alla realtà. D’Avenia invece pone la gioventù in primo piano, un periodo della vita molto complesso, durante il quale si entra pian piano nella vita adulta. Egli infatti dice: “L'adolescenza è lo sboc-

ciare di una vocazione. […] Credo che sia questo che i

giovani cercano: una vita piena e la pienezza di una vita

dipende dalla gioia di realizzare la novità che ciascuno

di noi è. Gli adolescenti non sono come ce li raccontano:

amorali, superficiali, fatti... Diventano così per assenza di

maestri e di sfide vere.”

Questo scrittore è un vero e proprio artista, o almeno per il mio pensiero giovanile. Voi come la pensate? Ricordatevi che tutto va messo in gioco e i giovani hanno proprio questo spirito. Arrivederci carissimi lettori. Buon proseguimento per la vostra opera.

Elisabetta Gaspari

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Tecnologia non significa solo computer, cellulari o quant’altro, ma rappresenta tutto ciò che possa migliorare o semplificare la vita alle persone usando la tecnica. Uno dei passi più importanti di sempre è stata l’invenzione della stampa, che ha permesso la diffusione con minimo sforzo, di un gran quantitativo di scritti, a prezzi più bassi (gli amanuensi non erano proprio economici). Accessibilità è la parola chiave di ogni grande invenzione che si rispetti. Si svilupparono più avanti i pc, prima fissi poi portatili, e negli ultimi anni abbiamo visto l‘ascesa di smartphone e tablet. Da questi ai libri elettronici il passo è stato breve: consultare un’enorme quantità di libri, riviste ecc. in maniera comoda e pratica, e soprattutto ovunque. Ma avete mai provato a leggere un libro su un tablet? Pixel enormi, luce LED che abbaglia, poca precisione, troppo contrasto, la batteria si scarica velocemente, la pagina è troppo bianca, le lettere troppo nere... C’era bisogno di una rivoluzione che portasse contemporaneamente i vantaggi della carta e la comodità dei tablet. Presto fatto: nasce l’ebook reader.

TECHZONE pagina 6 IL SINTETICO

TECHZONE pagina 6 FEBBRAIO 2012

L’Ebook Reader

COS’É L’EBOOK READER? Ebook, electronic book o libro elettro-nico, identifica sia un formato digitale per i libri sia il dispositivo che lo legge (ebook reader). La caratteristica princi-pale che distingue l’ebook reader da altre forme di tecnologia è lo scher-mo: l’e-ink è uno speciale display in cui non ci sono dei led luminosi, ma la superficie è rivestita di piccole micro-sfere mezze nere e mezze bianche caricate elettrostaticamente. Sfruttan-do l’attrazione magnetica, un film elet-tronico fa ruotare le sferette, compo-nendo nell’insieme la lettera o il dise-gno in particolare. Avete presente quelle lavagnette per bambini con una speciale penna che attirava l’inchio-stro? Ecco il concetto è quello, solo un po’ più tecnologico. Il risultato è quindi uno schermo che rende la let-tura simile a quella su carta: gli occhi non si affaticano e la definizione è ot-tima. Ovviamente, come un libro normale, serve luce per leggere: in pieno sole la lettura è ottima, a diffe-

PERCHÉ SCEGLIERE UN EBOOK READER? Per tutti quelli che sono malati di lettura, che leggono moltissimi libri. Per tutte quelle persone in movimento che non possono portarsi con sé volumi su volumi e che vorrebbero leggere durante le pause di lavoro. Per chi vorrebbe un tablet, ma desidera utilizzarlo solo per la lettura. Per chi vuole un nuovo dispositivo che possa anche alimentare la propria mente, come solo i libri sanno fare.

Filippo Rossini

renza dei classici display LCD del ta-

blet. Questi dispositivi sono sottilissimi (circa 8-10 millimetri), leggeri (qualche etto) e con una memoria integrata (solitamente due gigabyte, spesso espandibili) che può contenere circa 2000 libri! Ogni ebook offre un diziona-rio che permette di cercare il significa-to di una parola che non si conosce semplicemente sottolineandola e un traduttore qualora il libro non fosse in italiano. Si può inoltre regolare la di-mensione delle lettere per un miglior comfort di lettura. I libri possono essere acquistati da moltissimi cataloghi online e spesso chi produce ebook reader ha un proprio catalogo di libri, ma i testi possono essere acquistati ovunque e trasferiti mediante cavo al proprio lettore. E non solo! Possedete dei pdf o testi in altri formati? E’ possibile convertirli in ebook per essere trasferiti sul proprio dispositivo.

“C’era bisogno di una rivoluzione che portasse con-temporaneamente i vantaggi della car-ta e la comodità dei tablet. Presto fatto: nasce l’ebook reader.”

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Il mercato offre molte ebook reader, tutti hanno caratteristiche di-verse, ma non dobbiamo dimenticare la loro funzione principale, ossia leggere libri, evitando acquisti errati.

DIVENTATE NOSTRI FAN! CERCATE LA PAGINA DE IL SINTETICO SU

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TUTTI I NUMERI DEL GIORNALE!

LA POESIA pagina 7 IL SINTETICO

LA POESIA pagina 7 FEBBRAIO 2012

Amazon Kindle Prezzo 99€ Amazon.it.

Sottile, display 6 pollici, 2 gigabyte di memoria, wifi per comprare libri senza usare il cavo e il vantaggio d’avere come libreria digitale il sito Amazon, uno dei più grandi al mondo. Il miglio-re per chi desidera un ebook reader semplice senza tanti fronzoli. Per ebook non acquistati necessita di un programma per convertire i file e trasferirli, ma difficile non trovare ciò che si cerca sullo store Amazon.

Tim Biblet Prezzo 99€ Tim Store

Simile al Kindle, ma più grande per via della tastiera qwerty completa, wifi, touchscreen, memoria 2 giga espandibili. Store molto fornito.

Sony PRS Prezzo tra 160-200€

Uno dei migliori: completissimo (wifi, touchscreen da 6 pollici, possibilità di prendere note, memoria espandibile con 2 giga integrati, mp3…) insomma l’ebook come lo intende mamma Sony.

Booken Cybook Odissey Prezzo 159€ la Feltrinelli.it

L’alternativa al Sony, veramente uno tra i mi-gliori per la qualità del display ed dell’elettroni-ca. Wifi, multi touchscreen 6 pollici, memoria 2 giga espandibili. Store la Feltrinelli integrato.

Quale Ebook? Respira tu, solo

Leggeteli come volete quei versi, nel tempo che avete. Interpretateli come sapete, nell’umore in cui siete. Come il pittore colora con i colori che ha, come chi sa scrivere scrive con le parole che sa, come chi provvede all’altro con quei regali che a lui la vita fa. Chi può dire a quale cuore l’emozione da provare ? Nessuno penso. Io no, non so. Ma se tu ora sai, se conosci da fuori come far fare al dentro, dì e scrivi. Per ora, per ciò, respira tu, solo.

Perché un libro deve entrare dentro una persona ed ella lo deve fare suo, deve trattenere di esso ciò che le serve. Quindi non è il libro che necessita di un uomo ma l’uomo che ha bisogno di farsi travolgere dalle parole di quel libro.

Chiara Gonzato

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LA PAROLA DEL DON pagina 8 IL SINTETICO

LA PAROLA DEL DON pagina 8 FEBBRAIO 2012

E’ iniziato il mese di Febbraio, e in questo mese esce il secondo numero del giornalino dei giovani: il Sin-tetico. Il mese si apre al giorno due con la festa della pre-sentazione del Signore. Gesù è portato al Tempio di Gerusalemme da Giuseppe e da Maria 40 giorni do-po la nascita. Lo fanno per obbedire alla legge di Israele, che impone la purificazione della donna e vuole che i primogeniti siano riscattati. Gesù è rico-nosciuto da Simeone come il Messia che sarà luce delle genti e gloria del suo popolo Israele, non man-ca però un cenno alle sofferenze che subirà per sal-vare il mondo, Simeone dice a Maria: anche a te una spada trafiggerà l’anima! In febbraio c’è anche una festa mariana. L’undici del mese ricorre infatti la memoria della prima appari-zione di Lourdes a Santa Bernardette. Maria è un segno di speranza un segno che conferma la verità del Vangelo. Maria accompagna il cammino della Chiesa nella storia. Quante sono le sue apparizioni! E ancora continuano. Presentandosi a Bernardette si definisce l’Immacola-ta Concezione. Colei che per Grazia di Gesù Cristo è senza peccato. Con questo però ci indica il suo Figlio come il Redentore colui che è venuto a toglie-re il peccato del mondo. Nel bel mezzo del mese in pieno Carnevale c’è poi la festa di San Valentino. Festa degli innamorati. San Valentino è uno dei martiri dell’epoca antica. La sua morte avvenne per decapitazione, avvenuta appunto nella notte del 14 febbraio 273 sulla via Flaminia a Roma. Valentino fu ucciso perché aveva convertito un cer-to Cratone, maestro di retorica che lo aveva chia-mato a Roma, e alcuni suoi familiari, con un miraco-lo. Questo suscitò la rabbia e la gelosia dei pagani che incitarono il prefetto a decretarne la condanna a morte. Le reliquie del santo sono custodite a Terni, dove è patrono della diocesi e della città. Con il tempo Valentino è diventato anche patrono degli innamorati. Secondo un racconto agiografico, Valentino, già vescovo di Terni, unì in matrimonio la giovane cristiana Serapia e il centurione romano Sa-bino: l'unione era ostacolata dai genitori di lei ma,

La parola del Don

vinta la resistenza di questi, si scoprì che la giovane era gravemente malata. Il centurione chiamò Valen-tino al capezzale della giovane morente e gli chiese di non essere mai più separato dall'amata: il santo vescovo lo battezzò e quindi lo unì in matrimonio a Serapia, dopo di che morirono entrambi. Un altro racconto narra come un giorno il vescovo, passeg-giando, vide due giovani che stavano litigando ed andò loro incontro porgendo una rosa e invitandoli a tenerla unita nelle loro mani: i giovani si allontana-rono riconciliati. Un'altra versione di questa storia narra che il santo sia riuscito ad ispirare amore ai due giovani facendo volare intorno a loro numero-se coppie di piccioni che si scambiavano dolci gesti d'affetto; da questo episodio si crede possa derivare anche la diffusione dell'espressione piccioncini. Non va dimenticato però che il 14 febbraio si cele-bra anche la festa dei Santi Cirillo e Metodio che Giovanni Paolo II ha voluto patroni d’Europa, insie-me a San Benedetto. Sono stati dei grandi missiona-ri che hanno portato il Vangelo nei paesi dell’Est, inventando addirittura un nuovo alfabeto per poter-lo tradurre nella lingua slava. Mi fermo qui. Concludo dicendo che passata la me-tà del mese ci incamminiamo velocemente verso la Quaresima che avrà inizio il 22 febbraio. La Quare-sima è un tempo di grazia che ci prepara a vivere la gioia della Pasqua la festa delle feste. Il Signore Gesù accompagni il nostro cammino e con l’intercessione di Maria e dei Santi possiamo anche noi camminare nella sua luce. Dio vi benedica.

Don Michelangelo

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Il Lunario di Febbraio

Valentino, traduzione del no-me personale "Valentinus". Fin dall'epoca repubblicana ve-niva interpretato come un no-me augurale formato da "valens, valentis " e cioè stare bene, essere sano. Dunque significava originariamente: "che è sano e forte, oppure "che sia sano e forte". Il suo onomastico cade il 14 Feb-braio, festa di san Valentino, che gli agiografi identificano con un vescovo di Terni vissu-to nei primi secoli e decapitato a Roma perché si era rifiutato di sacrificare agli dei pagani. Questo santo , su cui si hanno rare e incerte notizie, era de-stinato a diventare per una curiosa coincidenza protettore dei fidanzati. Nel 1465 papa Paolo II autorizzò il cardinal

31 Gennaio 7 Febbraio 14 Febbraio 21

Le fasi lunari di Febbraio

L’anno bisestile

Questo mese avrà 29 giorni. La parola bisestile deriva dal latino "bisextus", due volte sesto, perchè nel calendario giuli-ano durante gli anni bisestili, si contava due volte il 6° giorno prima delle calende di Marzo, cioè il 24 Febbraio. A sua volta l'anno con un giorno in più era detto "bisextilis". Lo è un anno ogni quattro, tranne quelli secolari non divisibili per quattro: perciò il 1900 non fu bisestile, mentre il 2000 lo è stato. Un pregiudizio popolare sostiene che in questi anni le cose vadano peggio, sicchè un proverbio ammonisce: "Quando l'anno

vien bisesto, non por bachi e non far nesto".

Nicola Bottacini

Giovanni di Torquemada a fon-dare la confraternita dell' An-nunziata che aveva la funzione di procurare doti matrimoniali per le fanciulle povere. Sede della confraternita fu la chiesa di Santa Maria sopra Minerva di Roma. La prima cerimonia di consegna delle doti, presieduta dal Papa, avvenne casualmente il 14 Febbraio. E così si conti-nuò per secoli, sicché san Va-lentino diventò giornata di gran festa per le ragazze in età da marito che assistevano alla messa celebrata dal Papa, e conseguentemente per tutte le coppie di fidanzati. Da Roma poi si è estesa a tutta la cristia-nità trasformando l'austero vescovo di Terni in protettore degli innamorati.

IL LUNARIO pagina 9 IL SINTETICO

L’ANGOLO DEL PATUZ pagina 9 FEBBRAIO 2012

Angolo videoludico del Patuz

Ciao a tutti, sono Giacomo conosciuto anche come il Patuz, ho 15 anni e sono qui per scrivere recensioni sulla mia più grande passione: i videogiochi. Questa passione è iniziata ancora alle elementari quando mi regalarono una PS1 (Play Station) usata con un bel po’ di games, ma di uno solo mi innamorai: Pac Man World, un gioco che mi aprì le porte verso la via del console gaming. A 10 anni passai alla PS2 e da un anno ho la PS3 con cui trascorro la maggior parte del mio tempo. Sono anche un PC gamer ma non utilizzo molto con il computer per giocare perché bisogna sempre stare attenti ai requisiti di sistema per installare correttamente i giochi, quindi opto per le console Per me i videogiochi sono qualcosa che, oltre a divertirmi, mi permettono di immagi-nare avventure fantastiche, impersonandomi nei personaggi presenti in essi. Leggete Il Sintetico per seguire le mie recensioni!

Giacomo Patuzzo

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CRONACA LOCALE pagina 10 IL SINTETICO

CRONACA LOCALE pagina 10 FEBBRAIO 2012

Bruciate due colonnine Velo Ok nel Comune di Oppeano

Le fiamme nella notte del 4-5 feb-braio hanno svegliato alcuni abitanti di Ca’ degli Oppi. Niente case o auto in fiamme, la vittima del sabato sera è una colonnina del Velo OK installata da poco nella via. Le fiam-me non hanno lasciato molto, solo della platica completamente brucia-ta e colata. Nella stessa notte però, a Mazzantica, una seconda colonni-na è stata fatta saltare, eliminata completamente e ritrovata nel vici-no campo, anch’essa bruciata. For-tunatamente non siamo qui a parla-re di vittime umane, ma il fatto ha comunque la sua rilevanza nel Co-mune. Atto vandalico? Semplice diverti-mento? O manifestazione di un ri-sentito odio verso le colonnine arancioni? Queste, eredi dei più fa-mosi SpeedCheck, sono state instal-late dal Comune nei vari punti criti-ci del territorio oppeanese per re-golare la velocità delle auto e per una maggiore sicurezza di chi le per-corre a sua volta in macchina, in bici o a piedi. È lo stesso sindaco, on. Alessandro Montagnoli, che ne elo-gia l’utilità, e con dati alla mano, co-munica ai cittadini che la velocità media delle auto di passaggio è di-minuita se confrontata con i dati relativi a prima dell’avvento delle colonnine. Dall’accaduto si evince che non a tutti fanno piacere questi angeli cu-stodi, qualcuno avrebbe preferito quando non fossero installati, per poter pigiare sull’acceleratore quan-do si ha fretta. I limiti sono i limiti e vanno rispettati da tutti, ma come qualcuno passa con l’arancione quando ci si dovrebbe fermare,

qualcun’altro corre e in entrambi i casi si mette in pericolo se stessi e gli altri. Come si dice in questi casi: quando il gatto non c’è, i topi fan festa. Era necessario perciò distruggere i Velo OK? Siamo di fronte ad una ma-nifestazione generale contro il Co-mune, che di contro ne ha già ordi-nati altri 15 di dispositivi e contro l’autorità che queste colonnine rap-presentano? Domande a cui difficil-mente potremmo dare risposta, a meno che non si scovino o si faccia-no avanti i colpevoli. Il Comune non si lascia intimidire e già sta ricercan-do i vandali, senza fare passi indietro sulle colonnine, sostenendo che so-no gli stessi cittadini a richiederle e constatando che altri comuni limi-trofi hanno adottato le hanno già adottate o sono in procinto di farlo. Ed è proprio a noi abitanti a cui si rivolge il sindaco Montagnoli, chie-dendo a chi conosca qualcosa sull’accaduto di riferirlo alle autori-tà. Di fronte alle innumerevoli doman-de sul perché, rimangono i resti di due povere colonnine che altro non facevano che avvisare ai viaggiatori la presenza di un limite di 50km/h in quel tratto, e un danno di più di 2000€ che grava sul Comune (o do-vremmo dire sulla cittadinanza). Esi-stono molti modi civili e rispettosi di manifestare una perplessità o una disapprovazione in una società, ma il danneggiamento di proprietà pubbli-che non rientra tra questi.

Filippo Rossini

Esempio di colonnina Velo Ok. I due esemplari danneggiati erano stati installati in Via Ca-dalora a Ca’ degli Oppi e in via Crear a Mazzantica.

“Atto vandalico? Sem-

plice divertimento? O

manifestazione di un

risentito odio verso le

colonnine arancioni?“

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e ‘l Paron dele acque

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I L G I O R N A L E I L G I O R N A L E I L G I O R N A L E I L G I O R N A L E

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