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È con un orgoglio particolare che Viveur

consegna ai suoi lettori il suo secondo

Speciale Libri, dopo il fortunato esperimento

di dodici mesi fa.

Anche quest’anno, abbiamo selezionato i

titoli più interessanti del momento e li

abbiamo raccolti in questa guida che, ce lo

auguriamo, potrebbe farvi scoprire il

vostro libro preferito o

quella che ricorderete come

una delle letture più

piacevoli della vostra vita.

In copertina, un personaggio

controverso e sorprendente

come Melissa P. che si

racconta a Viveur.

Poi, leggende viventi e astri

nascenti, libri da leggere d’un

fiato e altri da centellinare

come un buon vino, raccolte

di immagini e di disegni,

letture più leggere per i

momenti in cui si desidera

qualcosa di meno impegnativo.

IL SETTIMANALE DEL TEMPO LIBERO

anno XVII/numero 43settimanale - dal 10 al 16 dicembre 2010

Direttore editoriale: Euclide Della VistaCoordinatore editoriale: Valentina ScuccimarraDirettore responsabile: Donato Della VistaCaporedattore: Tony di CorciaIn redazione: Luigi de Martino, Luigi LioceCollaboratori di redazione: Domenico De Felice,Valentina del Carmine, Alessandra De Ste-fano, Antonio Di Donna, Concetta Fioretti,Anastasio Lombardi, Paola La Sala, MicheleRobusto, Adriano Santoro, Saverio TanziDirezione grafica: Francesca delli CarriGrafici: Adriano Di Molfetta, Paola StefanelliFotografi: Tommaso Abatescianni, MonicaCarbosiero, Luca De MicheleUff. marketing & pubblicità: INEDITO s.r.l.via San Severo km. 2 c/o Mediafarm - 71121 FoggiaTel. 0881.588611 - Fax 0881.588612Direttore commerciale: Massimo RendinellaConsulenti pubblicitari: Alessandro Biccarino,Maurizio Cicilano, Fabrizio D’EliaArt director: Silvano delli CarriUfficio amministrativo: Raffaella Pinto

1 modulo 1 pagina(46 x 46,2 mm) (166 x 238 mm)e 26,00 e 260,00

Abbonamento annuale:e 24,00 versamento su c/cp n. 12693701�intestato a: Utopia Edizioni s.r.l.,via San Severo km. 2 c/o Mediafarm - 71121 FoggiaStampa: E. Cappetta & C.Distribuzione Foggia: Pony Speed ServiceViveur è stampato in 6.000 copie e distribuitogratuitamente in oltre 300 luoghi di ritrovo dellaprovincia di Foggia.Registrazione del Tribunale di Foggia n. 12/93Editore: UTOPIA EDIZIONI s.r.l.Redazione e amministrazione:via San Severo km. 2 c/o Mediafarm - 71121 FoggiaTel. 0881.588611- Fax 0881.588612www.viveur.it - [email protected] in redazione il 7 dicembre 2010

Periodico associato alla“Unione Stampa Periodica Italiana”

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o Speciale Libriperché leggere rende speciali

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In copertina, Melissa P. in un ritratto di Gabriele Rigon

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ROMA Arrivo alla stazione Termini perraggiungere, nella sua bella casa romana,la scrittrice Melissa Panarello, più nota comeMelissa P, e mi rendo conto di essere giuntoa Roma con un bagaglio pesantissimo perquanto invisibile. Ad affaticarmi nel tragittoverso la sua casa romana è tutta la famache precede questa ragazza di Catania,sulla quale la celebrità si è abbattuta conla stessa violenza con cui i meteoriti situffano in un oceano o in una radura. I suoicento colpi di spazzola le hanno fatto ven-dere tre milioni di libri in tutto il mondo,ma anche in Italia, dove diventare ricchiscrivendo libri è più difficile che diventarepapa, e l’hanno trasformata nel sogno proi-bito di milioni di persone, irrimediabilmentesedotte dalla sua aura di esibita perversione.Mi accorgo che ho un appuntamento conuna ragazza che ha dieci anni meno di me,e che se ci presentassero a una mostra oa una festa ci diremmo “ciao, piacere” eci parleremmo con disponibilità e curiosità.Invece, io dovrò cercare di capire cosa si

In principiofu il pregiudizio

Il suo primo libro ha scandalizzato,ma è stato distribuito in 42 paesie ha venduto 3.000.000 di copie.

L’esordiente di “Cento colpi di spazzola”è cresciuta, e racconta a Viveur

il suo nuovo romanzo “Tre”e la sua visione del sesso.

Ritratto di una scrittrice,in un interno:Melissa P.

di Tony di Corcia

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RIMANEVO IMPASSIBILE DI FRONTE ALLE CRITICHEA 16 ANNI, FIGURIAMOCI ADESSO

nasconde dietro la maschera profumata dicipria della sexy Lolita, e lei dovrà alzareuna cortina difensiva di default per proteg-gersi da quello che potrebbe esserel’ennesimo giornalista che vuole intervistarlaper poi stroncare un suo scritto senza averlonemmeno letto.La ragazza che mi apre la porta è unadonna che non abbassa lo sguardo perprima, è sicura ma non sconfinanell’arroganza, è bella ma non rischial’appariscenza, sembra una bambina manon appare stucchevole. È come se avessiseminato una parte di quel bagaglio salen-do le scale e varcando la soglia, moltazavorra me l’ha scrollata di dosso lei stessacon la sua educazione, ma qualche pregiu-dizio resta in piedi: dopo Cento colpi dispazzola del 2003 (diventato, due anni piùtardi, anche un brutto film dal quale hagiustamente preso le distanze), anche il suonuovo romanzo Tre (Einaudi, 2010, 172pagine, euro 16) prevede accoppiamenti aogni piè sospinto. Quindi mi chiedo: MelissaP ci è o, più furbamente, ci fa?

manzo per educande, una roba allaCarolina Invernizio, in cui non ci sfioranemmeno col pensiero?“La rivoluzione sessuale non è ancorafinita e anzi va sempre più fomentata.Solo apparentemente il sesso è diventatopiù libero, ma la verità è che viviamoancora in un Paese vittima di tabù, disenso del peccato e, peggio, senso dellatrasgressione. Sennò non si spiega tuttoquesto odio nei miei confronti”.

Io credo che la odino anche perchévende molti più libri di quanti ne ven-dono celebratissimi intellettuali chepensano di avere una risposta per tutto.Torniamo al sesso e alle sue opinioniin materia. Ha preso parte a una pun-tata di “Annozero” per commentare lavicenda che va, sinteticamente, sottoil nome “bunga bunga”.“Devo ricollegarmi alla risposta preceden-te: se vediamo una valletta mezza nudain televisione non ci scandalizza, perchésta solo mostrando un contenitore senzacontenuto. Una giovane donna che mostrasolo il contenuto lasciando immaginareil contenitore va, per molti dinosauri conla bava alla bocca, ostracizzata. Il proble-ma, poi, è che ai maschi è consentitotutto, alle femmine niente, altrimenti ven-gono definite puttane”.

Sempre a proposito di tv: fa partedel cast di “Victor Victoria”. Non soperché, ma immaginavo Melissa Pallergica al mezzo televisivo. Che cosa

Anche “Tre” contempla numerosi am-plessi, intrecci carnali, triangoli, co-pule estenuanti. Alcuni La accusanodi puntare sull’eros per vendere piùcopie: una consapevole scelta dimarketing, insomma. Sono invidiosidella sua fortuna commerciale o, sem-plicemente, sessuofobi?“Sono surreali. Di per sé, il sesso non èdetto che venda. Basta andare in qualsiasilibreria, reparto eros, per accorgersi chepiù della metà dei libri presenti è prati-camente sconosciuta. Per quanto mi ri-guarda, scrivo anche di sesso non perscelte commerciali, ma perché credo cheil sesso sia una cartina di tornasole: cidice in che direzione va il mondo”.

Potrei essere già d’accordo, ma nondemordo. Non crede che nel 2010,archiviata la rivoluzione sessuale co-me un reperto archeologico e sdoga-nata la prostituzione di Stato (ingen-tilita dall’inglesismo “escort”), la veraprovocazione sarebbe scrivere un ro-

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IL SESSO, SECONDO ME,È UNA CARTINA DI TORNASOLE: CI DICEIN CHE DIREZIONE VA IL MONDO

l’ha convinta ad affiancare la Cabellonella sua trasmissione?“Victoria è una delle migliori presentatriciitaliane, al momento, e il programma èleggero e non banale. Volevo provarmiin qualcosa di diverso dalla scrittura emi sono divertita, ma penso di non avereil fegato per ripetere: i tempi televisivi,il ritmo di lavoro, sono troppo distantida quelli cui sono abituata. E la costantevisibilità, dopo un po’, atterrisce”.

Un ritorno alla professione di scrittri-ce, dunque. Thomas Mann sostenevache uno scrittore è una persona chefa più fatica di altre a scrivere. Quali

sono state le pagine che le hannoprocurato più sofferenza?“Non sono d’accordo con l’affermazione.Scrivere per me non è mai fatica, semmailiberazione. La fatica è nella vita, e graziealla scrittura la alleggerisco”.

Una giornalista Rai ha detto che“Melissa P è da evitare, a pre-scindere”. Dopo quante copie ven-dute o anni di esperienza si riescea restare impassibili di fronte a que-sto tipo di commenti?“Rimanevo impassibile anche quando eroun’esordiente di 16 anni, figuriamoci adesso.Tutto, mi pare, è da evitare a prescindere”.

Sento di essere irrimediabilmente con-quistato. Prima di lasciare quella che ipiù immaginerebbero come un lupanareed è, invece, la casa di una ragazzasaggia e libera, mi lascio andare a unabattuta. Così, tanto per mettermi unpo’ in confidenza con una scrittricedegna di questo nome.Io ho scritto un libro su Gianni Versa-ce: ho fatto 25 interviste e per piaz-zarne 3.000 copie in giro per l’Italia

ho fatto qualche salto mortale. Lei,con 100 colpi di spazzola, ha venduto3.000.000 di copie. Mi dica la verità:le faccio più pena o più tenerezza?“Ma lei è matto! 3.000 copie su un temadiverso dal delitto di Avetrana sono tantis-sime! Mi creda: io, se vendessi 3.000 copiecon questo ultimo libro mi dichiarerei sod-disfatta. Basta che a quelle 3.000 personeil libro piaccia. Il resto chissenefrega”.

Scendo per fare la strada al contrario,stavolta la stazione Termini è la mia de-stinazione. Vado più veloce, ma non perpaura di perdere il treno. Sono più leggero,ho smarrito il bagaglio. Tutti i pregiudizisono svaniti, e Melissa P rimane il voltopubblico di una ragazza che ha il coraggiodi dire le cose che pensa, che vende moltilibri parlando di cose che presumibilmenteha vissuto, e con la quale ho chiacchieratosenza passare dal “Lei” al “Tu” mentredue tazze di the diventavano fredde comela temperatura che scende, insieme aquesto buio pastoso, su una Roma pigra-mente natalizia.

i: melissapanarello.wordpress.com

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LIBRIspeciale

Come quando rapidamente si poggia una forchetta su un dito,cercando di mantenerla in equilibrio: così asimmetrica e instabile.Così appare la realtà nel nuovo romanzo di Sandro Veronesi,XY (Fandango Libri, 2010, 394 pagine, euro 19,50).Dove sono le coordinate, quali gli elementi di equilibrio? Pesisenza contrappesi? Il mondo di oggi sembra esserci con tuttele scarpe in questo romanzo ambientato in un immaginariovillaggio del Trentino.Un albero nel freddo di alta montagna è insanguinato, e lacalma della comunità di San Giuda sconvolta da una strageefferata e inspiegabile. Una malvagità assoluta, in cui sidirebbe che la realtà supera l’immaginazione. Solo una grossanevicata può coprire undici corpi ammazzati in undici modidiversi ma nello stesso posto.I quarantadue abitanti del Borgo, sconvolti dal massacro, siritrovano a fare i conti con la propria e l'altrui irrazionalità.Testimoni dell'atrocità, iniziano a dare segni di follia. Il parroco,don Ermete, e Giovanna, giovane psichiatra, diventeranno iprotagonisti e forse le coordinate direzionali per delle animeperdute. La metafora della follia collettiva, il circo dei mediae il mistero della morte possono fornire al lettore una sintassiper rileggere l'oggi. X e Y, due incognite, possono essereuomo e donna ma anche fede e scienza. Il loro incontro puòdare ragione alla ragione.Per alcuni, Veronesi prosegue l’architettura di “Caos calmo”(premio Strega 2006): un uomo (interpretato da Nanni Morettinella trasposizione cinematografica) a un certo punto della suavita decide di fissarsi su una panchina a osservare il mondo. In“XY”, che non è un giallo, l’insolita coppia di protagonisti tentadi spiegare, della ragione, l'impossibile equilibrio.

MICHELE ROBUSTO

ROMANZO

L’ULTIMO LIBRO DI VERONESIÈ UN RACCONTO AVVINCENTECHE PARTE DA UN ECCIDIOPER DARE CHIAVI DI LETTURA DELLA REALTÀ

CARTESIANO

Prima di abbandonare il mondo dei vivi, il vecchio contadinoLicurgo Caminera vuole intorno a sé Ulisse, Achille, Ercole ePenelope, Antigone, Elena. Se lo può permettere, visto che habattezzato tutti i suoi figli con i nomi dei miti greci, per affermareanche in questo modo la sua passione per la letteratura classica.Ai sei superstiti di quelli che erano dodici figli prima che la suaprole venisse dimezzata da quelli che definisce i “venti maligni”,Licurgo consegna sei buste, una per ogni erede, all’interno dellequali non ci sono carte per facilitare la successione nella proprietàdi oro o pecore o poderi, ma un racconto diviso in sei parti. Èuna storia che ha scritto per anni, senza dirlo a nessuno di loro,per preservare una memoria che è sia sua che loro.Uno alla volta, dovranno aprire le buste e leggere la parte diracconto a tutti gli altri: questa è l’unica volontà del vecchio,questo è l’unico modo in cui desidera essere ricordato. Paginadopo pagina, leggeranno del bastone dei miracoli, che permettea chi lo possiede di accumulare ricchezze e potere, e di una terrasospesa nel tempo con le sue tradizioni, le sue feste, la sua forza.Salvatore Niffoi torna a raccontare quella Sardegna in cuivive e lavora da sempre nel suo Il bastone dei miracoli(Adelphi, 2010, 156 pagine, euro 18), affidando alla voce delvecchio contadino anarchico morente un bagaglio di ricordi eleggende, ma soprattutto un messaggio fondamentale come ladifesa della memoria e della propria identità, che qui diventanoun patrimonio da tramandare ai figli attraverso la tradizioneorale. Come sempre, Niffoi incanta con una lingua palpitante eviva, che mescola italiano e lingua barbaricina (tanto da renderenecessario un glossario minimo nelle ultime pagine), attirandoil lettore in una realtà sospesa nel tempo, arcadica e suggestiva.

TONY DI CORCIA

MITI

IN SALSASARDA

GRECI

SALVATORE NIFFOI TORNA A RACCONTARELA SUA SARDEGNAIN UN NUOVO, EMOZIONANTE AFFRESCOCHE VEDE PROTAGONISTA L’EREDITÀ MORALEDI UN CONTADINO CON LA PASSIONEPER I MITI GRECI

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L’avevamo lasciato a Roma con un impareggiabile maestrodell’opportunismo e del teatro dell’apparenza, il viscidore dei fantocci Fabrizio Ciba, in un’irriconoscibile VillaBorghese, trasformata all’occorrenza in un improbabile etrimalchionico circo di fenomeni da baraccone: accadevanel suo romanzo “Che la festa cominci” del 2009, profeticae inaspettata anticipazione della recente visita di un principeafricano con un esercito di elefanti, emuli dell’impresacompiuta più di duemila anni fa dal cartaginese Annibale.Lo ritroviamo, nuovamente a Roma, a meno di un anno, con unlibello che si legge tutto d’un fiato, in meno di una giornata.Non spaventi il titolo Io e te (Einaudi, 2010, 116 pagine, euro10) del sornione e poliedrico Niccolò Ammaniti, affetto daschizofrenia letteraria: dopo un divertente libro di comicitàirriverente, ci regala un momento di intimo e delicato lirismoche arriva dritto, in fondo e dentro, come un pugno allo stomaco,in poco più di cento pagine, nel chiuso claustrofobico e un po’retrò di una cantina, polverosa testimonianza di antiche velleitàaristocratiche di casate ormai estinte. L’ultimo lavoro di uno deimaggiori rappresentanti del fenomeno letterario di GioventùCannibale, non è la rappresentazione zuccherosa e cinematograficadi un amore morboso al chiaro di luna, come il titolo lascerebbeintendere. Si parla di Lorenzo, quattordicenne introverso e nevroticoche baratta una settimana bianca a Cortina in compagnia diamici con la solitudine di una angusta cantina, di una madremedio-borghese che crede ancora alle favole e di Olivia,un’asprigna ragazza, secca come la fidanzata di Braccio di Ferro,pallida nella sua fulgida ed eterea bellezza. Si parla anche dimosche trasformiste. Ma non è un libro di entomologia. Solouna storia di tutti e per tutti.

ALESSANDRA DE STEFANO

UNA STORIAPER TUTTI

È NEL CHIUSO DI UNA CANTINACHE SI SVOLGE LA STORIA DI LORENZO,IL QUATTORDICENNE PROTAGONISTADELL’ULTIMO LIBRO DI NICCOLÒ AMMANITIPietro e Sara arrivano un giorno nella casa dove progettano

di trascorrere un'esistenza all'insegna del “noi”, un “noi”allargato che comprende anche l'idea di avere figli.Ma il tempo passa e bambini non ne arrivano; arrivano,al loro posto, le frustrazioni, le disillusioni, una rabbiasilenziosa. Finché un giorno Pietro rientra e trova un bi-glietto in cui Sara gli scrive di aver ricevuto la notizia dellamorte del nonno Mario, di cui l'uomo non aveva notizieda una quindicina d'anni.Mario, reduce dalla campagna di Russia, ha condizionatoirrimediabilmente le vicende della famiglia di Pietro che decidedi ripercorrerne, in qualche modo, il cammino.Ogni promessa (Einaudi, 2010, 253 pagine, euro 19,50)è il quinto romanzo di Andrea Bajani, nato a Roma matorinese d'adozione, considerato da più parti uno dei miglioriscrittori italiani contemporanei, che conferma con questo suoultimo libro un talento in espansione.In Ogni promessa riecheggiano molti scrittori della nostraletteratura, sia nella cifra stilistica (un acceso lirismo chetrasuda poesia) che nelle tematiche affrontate (la famiglia),ma Bajani costruisce uno stile e un'adesione ai personaggidel tutto personale.Il suo romanzo conquista sin dalle prime pagine, del resto sicapisce subito quando un libro accende qualcosa in noi e ciinsinua la voglia irresistibile di proseguire nella lettura, peraddentrarci sempre più nel mondo che ci si spalanca davanti.Il mondo di Piero, di Sara, di Mario, di Olmo è, in sostanza,il mondo di Bajani, che ci conduce con il suo protagonistalungo un viaggio alla riconquista del passato, necessario perprogettare il futuro, e di ciò che è stato taciuto, che prestoo tardi, venendo alla luce, produce conseguenze inafferrabilie misteriosamente imprevedibili.

PAOLA LA SALA

PESO

MEMORIACON IL SUO QUINTO ROMANZO,ANDREA BAJANI SI CONFERMAUNO DEI TALENTI ITALIANI PIÙ INTERESSANTI

DELLA

IL

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LIBRIspeciale

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Abituato com'è ai record, Umberto Eco non deve essersimeravigliato più di tanto se il suo ultimo Il cimitero di Praga(Bompiani, 2010, 518 pagine, euro 19,50), uscito lo scorso29 ottobre, sia già alla prima ristampa con altre 50.000 copie.Ed è indubbio che il protagonista del sesto romanzo delloscrittore piemontese, quel Simone Simonini frutto d'immaginazioneche in sé racchiude tanti personaggi realmente esistiti, sia unodi quelli che catturano sin dal principio, con il suo incarnare unaforza del male totalizzante, capace di ordire gli intrighi e lemalefatte più aberranti dell'intero Ottocento.Infinite sono le attività di Simonini, che di professione fa ilnotaio ma che, sin dalla sua giovanissima età, non fa chededicarsi alla compilazione di ogni sorta di documento falso,mosso da un unico, imprescindibile, intento: ossequiare ipotenti di turno, senza badare ai colori politici, ma obbedendosempre e soltanto alla logica del servilismo più strisciante.Eco fa commettere al suo personaggio una serie di crimini dafar rabbrividire anche il più incallito dei criminali, ma il culminedel male Simonini lo raggiunge con la narrazione, che gli vienerichiesta a più riprese dai diversi potenti, di un falso assolutoche comproverebbe un complotto messo in atto dai rabbini peril dominio del mondo, quei Protocolli dei Savi Anziani di Sionstilati nel cimitero ebraico di Praga, da cui si è fatta derivare lagiustificazione della persecuzione antisemita.Insomma, carne al fuoco – con buona pace delle polemichegià scatenate – in questo romanzo ce n'è in abbondanza. Lanarrazione incalzante in un susseguirsi di colpi di scena èquella consona a Umberto Eco e cara ai suoi lettori, e SimoneSimonini è un altro indimenticabile protagonista.

PAOLA LA SALA

IL GENIO

IL SESTO ROMANZO DI UMBERTO ECO,CHE VEDE COME PROTAGONISTAUN PERSONAGGIO CAPACEDI OGNI FALSIFICAZIONE,SI PREANNUNCIA GIÀ DA RECORD

DEL MALE

LACULTURADELSILENZIOIL MICROCOSMODI UN CONDOMINIOROMANO AL CENTRODELL’ULTIMOROMANZODI CHIARAGAMBERALE

Sarà capitato a tutti di passare per strade, città, mentre sicammina a piedi, in auto, o in treno, e di gettare lo sguardodentro i palazzi, nelle case, e vedere uno scorcio di vitavissuta, quell’attimo, quel momento, una scena, e immaginarechi faccia parte di quel quadretto familiare, quale sia la suastoria, quali le sue ansie, le aspettative, i sogni, i suoi segreti,le ombre. Siamo a Roma, in via Grotta Perfetta 315, in unapalazzina che è lo scenario di un intreccio degno degli sce-neggiatori di Beautiful, ma non così inverosimile da non poteressere la storia di chiunque di noi. Un condominio composito,piccolo microcosmo universale della società odierna, cheabbraccia diverse “tipologie familiari” concentrate in diversipiani: quella unipersonale di Tina Polidoro, zitella; quella gaydi Michelangelo e Paolo; quella basata sulla convivenza diLorenzo e Lidia; quella giovane e con figlio unico di Samuelee Caterina, con il piccolo Lars; e, infine, quella tradizionaledell’Ingegner Barilla, con la moglie Carmela e i due figliGiulia e Matteo. Gli equilibri del microcosmo condominialesi frantumano alla morte dell’amministratrice di condominioMaria che lascia sola al mondo la sua bambina dal nomeemblematico, Mandorla, frutto di un amore illegittimo il cuiseme alberga in una delle famiglie che abitano il condominio.Il perbenismo, l’omertà e la paura di rompere il finto equilibriocondominiale porteranno a un apparente e surreale lieto fine.La giovanissima Chiara Gamberale racconta, con uno stilecolloquiale, semplice, ripartito fra il racconto e le riflessionidi Mandorla (in prima persona) e le scene di vita degli altri(in terza persona), questa storia a forti tinte chiaroscurali inLe luci nelle case degli altri (Mondadori, 2010, 408pagine, euro 20).

ALESSANDRA DE STEFANO

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Chissà cosa vorrà dire abitare nel Maine, lo stato degliUSA dove risiede questo scrittore e dove le sue storiesono ambientate. Vivere in quella verde zona del nordAmerica, che negli ultimi quarant’anni ha prodotto piùmostri (seppur partoriti dalla fantasia del suo creatore)di qualsiasi altro luogo al mondo. Anche perché la pennadi Stephen King, dopo oltre 40 libri e 350 milioni dicopie vendute, non si affloscia. Anzi, lo scrittore ameri-cano più letto di sempre esce con una nuova raccolta:quattro storie noir daranno un senso alle ferie nataliziedei fans del fabbricatore di incubi, ma anche di storietoccanti, fantasy e capolavori del thriller, troppo spessoridotti a splatter cinematografici. “Notte buia, nientestelle” (Sperling & Kupfer, 2010, 432 pagine, euro 20,90)è la risposta a quanti consideravano il “Re del Brivido”sulla via del fisiologico tramonto.Macché. Di fisiologico c’è ancora quella capacità di tenerecon il fiato sospeso fino all’ultima pagina, malgrado i verimostri siano altrove, rintanati in città immaginarie di unMaine misterioso e sempre freddo. Come Derry, la dimoradi It, clown e incubo di una generazione di adolescenti.Tra quelle strade, così minuziosamente descritte tanto dadubitare della loro reale esistenza, è ambientato ancheuno di questi quattro mini-romanzi. Il terzo, “La giustaestensione”, in cui il personaggio (un bancario colpito daun male incurabile) stringe un patto col diavolo. La condi-zione della donna è al centro degli altri tre racconti. Donnevittime di violenze, fisiche o psicologiche. La prima addi-rittura viene uccisa dal marito (in “1922”), la secondastuprata (”Maxicamionista”), la terza tradita dal compagno(”Un bel matrimonio”). La consueta cura dello stile e delsuono della parola fanno il resto, in un libro accattivantesin dalla prima riga. Il vero King è tornato, o forse nonse n’era mai andato.

LUIGI DE MARTINO

QUANTO È NOIR

STEPHEN KINGRACCONTAIL SOVRANNATURALEE LA CONDIZIONEDELLA DONNANELLA SUA ULTIMARACCOLTA

IL RE BRIVIDO

Non è solo una storia di quadrati costruiti sulle ipotenuse, dirette che partono per la tangente o di circonferenze da farruotare come fossero hula hoop. Grazie all’analisi del concettodi spazio si può realizzare un interessante viaggio nel tempo.Un excursus reso possibile da una delle più grandi menti delnostro tempo, un uomo tanto geniale quanto criticato. Lemotivazioni dello scalpore che alcune sue teorie possonosuscitare sono facilmente intuibili se solo si leggessero distrat-tamente i titoli delle sue pubblicazioni, due su tutte: “Il Vangelosecondo la Scienza: le religioni alla prova del nove” e “Perchénon possiamo essere cristiani (e men che mai cattolici)”.Piergiorgio Odifreddi, matematico, logico e filosofo, nel suoultimo libro C’è posto per tutti: il grande racconto dellageometria (Mondadori, 2010, 266 pagine, 22 euro), spiegacon il suo consueto stile vivace e appassionante la concezionedi spazio secondo i diversi popoli: dalle antiche civiltà agliegizi, dagli indiani ai greci, fino agli europei degli ultimi secoli.Il matematico piemontese presenterà il suo ultimo lavoroanche a Foggia, in due diverse occasioni: domenica 19 dicem-bre, alle 21.00, sarà ospite della Libreria Ubik – in piazzaUmberto Giordano – e lunedì 20 dicembre, alle 10.00, incon-trerà gli studenti del Liceo Classico Lanza.L’imperdibile lezione, aperta a tutta la cittadinanza, intitolata“Piergiorgio Odifreddi: il matematico impertinente”, rientra nelciclo degli Incontri Extravaganti che questa volta vedrà, oltre alpatrocinio dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comunedi Foggia e della Facoltà dell’Università degli Studi di Foggia, lacollaborazione dell’associazione culturale Mathesis.

LUIGI LIOCE

UN INCONTROIMPERTINENTELEGGERE E ASCOLTARE LA GEOMETRIANON È MAI STATO COSÌ DIVERTENTE.MERITO DEL NUOVO LIBRODI PIERGIORGIO ODIFREDDI,CHE SARÀ PROSSIMAMENTE A FOGGIA.

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Quale destino può avere un ragazzo di un piccolo centro dellaprovincia umbra, mezzo cieco, balbuziente, povero e indecisosessualmente? Cosa può aspettarsi dalla vita? Se fossimo sul setdi una storia d’altri tempi ambientata in Francia, niente, se nonla compassione di una bella zingara di nome Esmeralda. Ai giorninostri, se il ragazzetto è dotato anche di uno straordinario vigorefisico, uno spiccato senso dell’ironia, una testa più dura del granito,un talento e una cultura estremamente versatili e poliedrici, e sichiama Filippo Timi può candidarsi come Leonardo da Vinci delVentunesimo secolo e dedicarsi contemporaneamente e conidentico successo al cinema, al teatro, alla regia e alla scrittura.E ne ha fatta di strada il ragazzetto mezzo cieco, balbuziente,povero e indeciso sessualmente. Così si descrive il genio folleTimi nel primo fortunato tentativo in coppia con Edoardo Albinati,“Tuttalpiù muoio”, irriverente e sincera autobiografia. L’artistaè successivamente tornato alla ribalta con un’opera letteraria piùmatura, di cui è unico autore, questa volta dedicata alle donne,E lasciamole cadere queste stelle (Fandango, 2007, 296pagine, euro 16,50): un insieme di storie, con un filo ideale chele collega, dove non sono i personaggi ad avere un volto ma leemozioni,  dal fallimento di un rapporto all'erotismo delle nottid'amore, dalla ricerca disperata di un uomo alla rassegnazionecasalinga forzata. Undici capitoli di stati d’animo in cui ognidonna si riconosce, ma anche un dizionario di casistica sentimentalee una sorta di dissertazione sul senso dell’amore, trattato conun linguaggio estremamente colto con punte di lirismo aulico.Tutto questo scritto da un uomo.

ALESSANDRA DE STEFANO

SE SEI MEZZO CIECO, BALBUZIENTE,POVERO E INDECISO SESSUALMENTE,COSA PUOI ASPETTARTI DALLA VITA?

Non bisognerebbe mai giudicare dalle apparenze. Chi, cercandoon line Dawn Powell si imbatte nei suoi ritratti, potrebbe pensareche quella che compare nelle immagini sia un’arcigna massaiaamericana capace di ogni asprezza, e la vedrebbe nella suacucina disadorna mentre nega ai figlioli qualche goccia di succod’acero in più su frittelle ormai fredde. Non sappiamo quantofosse parsimoniosa nei condimenti, ma di certo conosciamo laprolifica generosità narrativa di questa scrittrice nata in unvillaggio dell’Ohio nel 1896 e morta a New York nel 1965. Nellasua esistenza degna di un radiodramma (googolare per credere),la Powell ha scritto romanzi, racconti, opere teatrali, che se nonl’hanno resa ricchissima (“carmina non dant panem”, quantola sapeva lunga Orazio), di sicuro l’hanno resa stimata e apprezzatada colleghi che rispondevano a nomi e cognomi altisonanti:Ernest Hemingway, che di letteratura non era propriamente adigiuno, affermava senza tentennamenti “è la mia autricepreferita”. Dopo la sua morte, i suoi scritti hanno subito unmomento di oblio, spazzato via da un altro fine intenditore comeGore Vidal. Anche in Italia compaiono traduzioni dei suoi lavori,come Gabbia per amanti (Fazi, 2010, 208 pagine, euro 17,50)scritto nel 1957 e ora tradotto da Silvia Castoldi. Il tempo nonha minimamente opacizzato la bellezza di questo romanzo incui una giovane americana decide di scappare in Francia. Troveràun lavoro come dama di compagnia di una ricca signora conl’hobby dell’ipocondria. Tra le due nascerà un rapporto di reciprocadipendenza, morboso e costrittivo, e Christine dovrà rinunciarepersino a un amore per volere di colei che assume i contorni diuna proprietaria. Disincanto, amare constatazioni, perditadell’innocenza e scontro con ciniche realtà in un romanzomodernissimo, che non sembra né scritto né ambientato neglianni Cinquanta.

TONY DI CORCIA

COME AMANTI

ESCE IN ITALIA UN ROMANZO SCRITTO NEL 1957DALLA SCRITTRICE AMERICANA DAWN POWELL,MA IL TEMPO NON HA SCALFITO QUESTA STORIAANCORA ATTUALE

IN TRAPPOLA

FRAGENIO EFOLLIA

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L’EREDE PARTENOPEODI FANTOZZI

NATO DALLA PENNADELLO SCRITTORE

DIEGO DE SILVATORNA, CON

LE SUE VICENDE,ALL’INSEGNA DELL’IRONIA

UN PERRYMASON

IN VERSIONENAPOLETANA

Nel romanzo “Non avevo capito niente” avevamo lasciatol’avvocato Vincenzo Malinconico intento a ribaltare ogni pes-simistico pronostico sui suoi avvenimenti esistenziali, raffiguraticon humour e leggerezza dalla penna di Diego De Silva comesbalzi improvvisi, resi tali da una (non troppo) ex moglie edalle paradossali vicende lavorative nella Napoli odierna, inun elettroencefalogramma prevalentemente piatto. In Miasuocera beve (Einaudi, 2010, 340 pagine, euro 18 ) l’autoreconcede un’altra occasione di rivalsa all’erede partenopeo diFantozzi, rinvigorendogli l’immancabile divisa medioborgheseper affrontare le avventure della sua “nuova” vita. Lontanodallo studio e dai suoi fedeli amici (i mobili Ikea!), Malinconicosi trasformerà inconsapevolmente nel protagonista di un realityshow giudiziario: sarà infatti “nominato” come avvocato d’ufficioda un ingegnere informatico che, attraverso l’occhio dellatelecamera di videosorveglianza di un supermercato da luistesso progettata, individuerà nella vittima di un sequestro dipersona un noto boss della camorra responsabile, a dettadell’ingegnere, della morte del suo unico figlio. Spogliandosidai panni di professionista d’insuccesso, il filosofo per casocercherà di evitare in tutti i modi un vero e proprio processoin diretta preconizzato dall’ingegnere, il tutto nel pieno coin-volgimento di un triangolo affettivo tra lui, l’ex moglie (questavolta per davvero) e la suocera malata, e il suo inconscioattaccamento a una vita sentimentale affetta dal morbodell’insoddisfazione. Un eroe da riscoprire in un libro che hal’aria di essere il secondo di una lunga serie di capitolisull’avvocato napoletano che, con inaspettate considerazionisulla vita, sembra voler dimostrare che di lui, in fondo, nonavevamo capito niente.

SAVERIO TANZI

STIMATADA BORGES E CALVINO,SILVINA OCAMPOÈ DIVENTATA UN PUNTODI RIFERIMENTODELLA LETTERATURASPAGNOLADEL NOVECENTO

IL CRUDOVOLTODELL’INFANZIA

Silvina Ocampo ha vissuto gran parte della sua vita letterariaall’ombra della più rinomata sorella maggiore Victoria e delmarito Adolfo Bioy Casares, eppure ci sarà un motivo se JorgeLuis Borges, l’amico di sempre, amava definirla semplicemente“geniale”, e uno scrittore come Italo Calvino, stilisticamenteagli antipodi da lei, ne riconosceva un diritto di prelazionenelle stampe dei suoi libri, al punto da raccoglierle in Porfiria,un’antologia da lui stesso curata e pubblicata. La risposta statutta nell’ottica originale con cui tratta i temi delle sue operericreando in poche pagine un personaggio, una storia, unmondo, capacità attribuibili solo a un’artista che le poesie ei racconti sapeva ricrearli anche nelle tele dei suoi dipinti. InUn’innocente crudeltà (La Nuova Frontiera, 2010, 185pagine, euro 15) la scrittrice argentina pone in essere unaserie di racconti sull’infanzia, scoprendo i nervi delle quotidianedelusioni e dei traumi che segnano le nostre piccole esistenze,in un percorso che ci discosta con lenta e graduale diffidenzadalla purezza delle emozioni puerili, verso un’inesorabile edisillusa maturità. Con uno sguardo senza veli, lontano da ognisorta di tabù, l’autrice racconta il mito della cosiddetta etàd’oro attraverso storie strettamente connesse alla morte, intesacome la fine di ogni dura prova per la ragione umana, all’internodi uno scenario familiare spiato dai piccoli protagonisti che,con curiosi e sottili occhi serafici, spoglieranno di affetto,sicurezza, serenità  il luogo comunemente considerato comerifugio da ogni timore.Un’opera letteraria fondamentale, che ha illuminato l’ombraartistica di Silvina Ocampo, oggi riconosciuta universalmentecome un punto di riferimento della letteratura di lingua spagnoladel Novecento.

S. T.

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Quando, circa 57anni fa, Edward Gorey si affacciava ufficial-mente al mondo della letteratura, probabilmente non immagi-nava che, in poco tempo, si sarebbe guadagnato la stima diun pubblico talmente trasversale da farlo considerare perfinouno scrittore per l’infanzia. Ma, forse, tutto questo gli importavaben poco, interessato com’era a battere ogni record di presenze(repliche annesse) tanto agli spettacoli del New York City Ballettquanto al cinema, e a immergersi in riletture ossessive delleopere di Agatha Christie. Ad ogni modo, con il suo libro d’esordio L’arpa muta: ovvero,Mr Earbrass scrive un romanzo (Adelphi, 2010, 64 pagine,euro 16) il disegnatore fresco di laurea ad Harvard segna unostile tutto suo, fatto di parole e illustrazioni, che influenzerànegli anni il modo di rappresentare con leggerezza storie dacontenuti non proprio infantili. Per comprendere la psicologiadel personaggio è sufficiente imbattersi nella prima immaginerealizzata, che raccoglie la solitudine di un uomo intento astudiare una partita di croquet sospesa l’estate precedente:Mr. Earbrass rappresenta la categoria dello scrittore perdente,perseguitato da smanie di insuccesso e da comportamentiparanoici tutti raccolti, senza un’apparente logica, in un veroe proprio documentario surreale su un intellettuale alle presecon la stesura di un romanzo che, in fin dei conti, anche lostesso autore stenterà a leggere.Tra raffigurazioni in puro stile gotico e acuti riferimenti mischiatinel non senso dei suoi racconti, Gorey ridicolizza il mondoletterario mettendone a nudo vizi e virtù in un’opera che, senzanumerazione delle pagine, senza capo né coda, sembra volerinvitare i lettori a tuffarsi a occhi chiusi nel mistificato mondodella scrittura.  

SAVERIO TANZI

VITA,DRAMMI

E OPERE DIMR. EARBRASS

CHI VUOLESSERELIETO SIA

Ha il sapore e il fascino del diario segreto. Quel gusto privatocapace di rendere liberi e di lasciarsi andare a confessioni eparole sparigliate che, messe insieme, possono diventare tramadi una storia. Così, diventa suggestivo fare la spesa o sbirciarein quella degli altri. Diventa divertente e ironico dissacrare lepaure e le manie altrui. Francesco Piccolo ci porta nel mondodel suo libro e ci illustra tutti i Momenti di trascurabilefelicità (Einaudi, 2010, 134 pagine, euro 12,50). L’ultimafatica letteraria dell’autore campano si presenta come unpratico vademecum, un libro che agevolmente può essereportato ovunque e letto come se fosse un oracolo, pronto adisseminare frammenti di ilare quotidianità. Il libro racconta,infatti, le piccole gioie della vita, quelle che a volte, presi dallafrenesia contemporanea, troppo facilmente trascuriamo oguardiamo con indifferenza, senza più saperne godere. Leggendoi singoli pensieri di Francesco Piccolo, quelli più lunghi e quellipiù brevi, viene facile immedesimarsi e spesso ci si sorprendecol sorriso, perché alcuni li abbiamo avvertiti davvero uguali.“L’odore di pane del primo mattino, il momento in cui finisceil rumore della centrifuga della lavatrice o quando quello cheti ha chiesto di conservargli il posto, finalmente arriva e puoidimostrare a tutti quelli intorno che era vero”.Tra descrizioni dolci o sarcastiche, Piccolo mette a frutto nellasua ultima pubblicazione tutta l’esperienza di sceneggiatore,cucendo per l’unica tessitura tanti piccoli cortometraggi chenarrano singoli istanti inebrianti. Un libro dolce e fugace comeun cioccolatino, in grado di ricordare che la felicità è davveroovunque e neanche troppo nascosta, basta solo fermarsi ognitanto a riflettere, anche solo il tempo del semaforo o di unaconfezione fatta dal fioraio.

CONCETTA FIORETTI

LA FELICITÀ È NELLEPICCOLE COSE.UN PICCOLO LIBROINSEGNAA SORRIDERE ANCHEDELLA QUOTIDIANITÀ

UN VERO E PROPRIOFENOMENO DI CULTO

PER INTENDITORI.IL LIBRO

DI EDWARD GOREYÈ UN CONCENTRATO

DI MALINCONICA POESIA

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Il suo era davvero un rosso relativo. Lesue erano davvero sere nere. Rideva, manon tutto il suo riso, piangeva, ma nontutte le sue lacrime, per dirla con Gibran.Poi, un semplice “Come stai?” ha fattoda idraulico liquido, ha permesso chesentimenti lasciati al buio e costretti aristagnare per troppo tempo potesseroessere vomitati con l'impeto e la lumino-sità di un fuoco d'artificio.Il terzo fuochista in questo caso è statoil padre di una delle stelle della musicaitaliana, capace di rappresentare all'esteroil volto positivo della nostra nazione.Tiziano Ferro, dopo pochi giorni dal suotrentesimo compleanno, a quella doman-da ha deciso di dare una risposta cheandasse al di là del frettoloso e program-matico “Bene, grazie”.“Forse i miei giorni di esilio – da mestesso, dall'amore, dalla vita – ormai era-no troppi e quel come stai ne aveva de-cretato la fine”. Questo è lo scatto dalquale parte Trent’anni e una chiacchie-rata con papà (Kowalsky, 2010, 393pagine, 16 euro), un diario – per sua

QUELLI TRA PALCOE REALTÀTRE NOMI CHE RENDONO GRANDE LA MUSICA ITALIANA ALL'ESTEROHANNO DECISO DI RACCONTARE, OGNUNO A SUO MODO,LE FATICHE, LE PAURE E LE GIOIE NASCOSTE DIETRO UNA CANZONE.

stessa ragione d'essere molto intimo –che il cantante di Latina ha scritto peranni e che ha deciso di pubblicare dopoaver superato le sue paure, una su tuttequella di vivere pienamente e senza sensidi colpa la sua omosessualità.“Papà ha capito, non c'è stato bisogno dispiegare niente. Mi ha detto che non dovevopiù aver paura, che avevo il diritto di starbene e il dovere di non permettermi il con-trario. Perché è chi odia che ha l'obbligomorale di nascondersi, non chi ama.”Lui ha atteso trent'anni per amarsi com-pletamente, lei cinquantaquattro per strin-gere tra le braccia l'amore della sua vita,Penelope. Gianna Nannini che sorridealla bambina che tanto ha atteso è l’unicaimmagine assente in Gianna Nannini:stati d'anima (Bompiani, 2009, 400pagine, 29 euro), il primo libro fotograficodedicato alla rocker senese. Un fotoroman-zo, per usare un termine che ricorda quella“Fotoromanza” che la consacrò e il cuivideo fu girato da un mostro sacro comeMichelangelo Antonioni. Un album, concentinaia di foto commentate dallo scrit-

tore Edoardo Nesi, che testimonia la cre-scita personale e professionale dell'autricedi autentiche poesie in musica, e chetermina dodici mesi prima che nasca Pe-nelope, frutto della stessa forza e dellostesso amore per le sfide che contraddi-stinguono lo stato d'animo di una veracocker, la più grande.E di sfide ne ha dovute superare moltis-sime anche lui, prima di lasciare il calcodelle sue mani sulla Hollywood Walk ofFame, di vendere 70 milioni di dischi intutto il mondo e, prima ancora, di vincereSanremo Giovani nel 1994 con il brano“Il mare calmo della sera”. Andrea Bo-celli nel suo romanzo La musica delsilenzio (DeAgostini, 2010, 320 pagine,19 euro) utilizza un alter ego letterariodi nome Amos per raccontare la sua sto-ria, il suo percorso di formazione comeartista e, soprattutto, come persona. Neviene fuori il ritratto di un uomo autocri-tico, umile ed estremamente dolce: i ca-ratteri propri di una leggenda vivente.

LUIGI LIOCE

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Il giorno atteso da generazioni di tifosi rossoneri è,finalmente, arrivato. La prima, sistematica e dettagliataenciclopedia sulla storia della gloriosa Unione SportivaFoggia si è materializzata in 800 pagine zeppe dirisultati, foto, addirittura i tabellini partita dopo partitadi tutta la storia del sodalizio rossonero.“Foggia. Una squadra una città” (Utopia Edizioni,2010, 800 pagine, 2 volumi, euro 78) è il risultato dianni di lavoro del giornalista foggiano Pino Autunno.Tutto lo scibile sulla storia del Foggia è corredato daqualcosa come 1500 immagini, alcune mai viste epubblicate. Ricordi, aneddoti, statistiche e schededettagliate stagione per stagione si intrecciano allastoria di una città, per un’opera unica nel suo genere.Unica come la prefazione ai due volumi (contenuti inun elegante cofanetto) che reca la celebre firmadell’indimenticato Candido Cannavò, ex direttore dellaGazzetta dello Sport. La storia nella storia (rossonera)è l’altro libro pubblicato dalla casa editrice foggianaproprio in queste settimane. “Oronzo Pugliese. Quandonel calcio esistevano i maghi” (Utopia Edizioni, 2010,144 pagine, euro 14) è il racconto di Giovanni Cataletadi uno dei personaggi sportivi più amati del Novecento,nonché dell’allenatore che guidò per la prima voltail Foggia in serie A.Anche in questo caso, una miriade di aneddoti legatial Mago di Turi e decine di immagini inedite fanno diquesto libro un tassello immancabile nella libreriadell’appassionato di sport.

LUIGI DE MARTINO

Qualcuno cerca verità scomode, mescolandosi dalla partedella vittima. Qualcun’altro ripercorre la vicenda sportivadi un allenatore giramondo. C’è pure chi visita folle sugradoni di cemento armato per raccontare una curva, perdecodificare la sua ritualità, per studiare la sua organizzazionesociale, in uno degli ultimi titoli dedicati al calcio e al suoessere fenomeno di aggregazione. Gli otto racconti contenutiin Ogni maledetta domenica (Minimum fax, 2010, 288pagine, euro 15) partono da un pomeriggio nella curvadello Zini di Cremona, dove Andrea Cisi si mimetizza trasciarpe grigio-rosse per respirare il profumo dell’erba da unaltro punto di osservazione.Tommaso Giagni, tra le maglie di un’altra curva, indagaverità scomode sulla morte di Gabriele Sandri, il lazialefreddato in autogrill da una divisa, nell’anno zero del mondoultras postmoderno. Poi, una bottiglietta lanciata da untreno dopo il solito infuocato Bari-Lecce, cambia vita eprospettive. C’è pure il golden boy Mario Balotelli, che dividee conquista anche sull’isola british, fino al leggendario BoraMilutinovic, lo zingaro della panchina, che chiude un librocorale e godibilissimo.Il calcio distribuito in tante piccole storie rievoca, inevitabil-mente, la più celebre raccolta dedicata al pallone. Fùtbol,storie di calcio (Einaudi, 1998, 206 pagine, euro 11,50)porta la firma di Osvaldo Soriano: l’ex centravanti epenna sensibilissima lo distribuisce, addirittura, in diciannoveracconti, ambientati nel suo melanconico sud America. Lìdove gli sfortunati, i vinti, i vincitori, i campioni e gli anonimidiventano eroi di una nuova letteratura epica.

L.D.M.

C’È SOLOIL FOGGIA

NELLE MIGLIORI LIBRERIE LA PRIMA ENCICLOPEDIASUL FOGGIA E LA STORIA DI ORONZO PUGLIESE,

EDITE DA UTOPIA EDIZIONI

IL CALCIO DISTRIBUITO IN TANTE PICCOLESTORIE, IN UN LIBRO CHE ANALIZZA UN ALTRORITO DOMENICALE. COME PREDICAVA SORIANO

DOMENICAÈ SEMPREDOMENICA

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Il passaggio dall’analogico al digitale ha favorito l’espandersi diuna passione che, come tutte le arti, ha regole ben precise. Perchécapire i meccanismi che portano alla creazione di una fotografiavuol dire prendere contatto con un’arte a tutti gli effetti.L’elaborazione grafica dell’immagine stessa, poi, fornisce allafotografia possibilità grafiche ed espressive illimitate, tanto dadubitare dell’identità e delle linee guida del soggettodell’immagine stessa. Come accade, per fare un esempio pratico,sulla copertina di Transform (Utopia Edizioni, 2010, 36 pagine,euro 8), il volume (in inglese) che raccoglie le opere – accura-tamente scattate, poi archiviate e quindi “trasformate” – delfotografo di fama internazionale Giuseppe Sambero.Dietro l’immagine opaca e “sfuocata” si nasconderebbe – poteredel concetto di trasformazione predicato da Sambero – unagallina. Il pennuto c’è ma, almeno nelle sembianze con cui ciappare davanti ai nostri occhi, non si vede.La suggestione provocata da queste immagini va al di là di unaordinaria rielaborazione grafica, della stilizzazione estrema difotografie ripescate da un archivio. Riescono addirittura amuovere la penna di una poetessa, tale Brook Bartlett, califor-niana di nascita, che si è innamorata sul web di questi esperi-menti di impressionismo grafico, tanto da proporre a Samberodei componimenti originali. I suoi versi sembrano vere e propriedidascalie alle oltre venti immagini che illustrano la prima operain inglese pubblicata dalla casa editrice foggiana.Chiunque non creda al concetto di trasformazione dell’arte hadue modi per convincersi: il primo è quello di acquistare il belvolume firmato da un fotografo eccezionale; il secondo (conse-quenziale), quello di prendere contatto con il suo incredibilemondo, digitando www.sambero.it.

PENNELLATEDI LUCELE INCREDIBILI RIELABORAZIONI GRAFICHEDEL FOTOGRAFO GIUSEPPE SAMBEROSONO RACCOLTE NEL VOLUME PUBBLICATODA UTOPIA EDIZIONI

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LA SCRITTRICE SPAGNOLAGINHA NADER RIPERCORRELA STORIA DELLA DISNEY,UNA STORIA PARTITA DAL TOPOPIÙ AMATO E IMITATO DI SEMPRE

L’IMPERODEI SOGNI

GESÙGIUSEPPEE MALÈNA

Quando si parla di Italia all’estero, l’immagine che si ha del nostro paese, deinostri uomini, delle nostre donne scavalca Alpi, Appennini e stretti e giungedirettamente a quel triangolo di terra circondato per tre terzi da acque, sui capidegli uomini appaiono coppole, nelle loro bocche sigari, e le donne, tutte brunee belle come Monica Bellucci (che è “siciliana” per merito del suo ruolo nel filmMalèna), vestono di nero. La Sicilia è la terra che più di tutte mantiene profondilegami col passato, forte della sua bellezza, del suo calore, della sua accoglienza,ci rappresenta nel mondo più di ogni altra regione. Merito anche, da vari anni,dell’opera cinematografica di Giuseppe Tornatore, nativo di Bagheria, e di cuici parla Ninni Panzera nel libro L’isola di Tornatore (Silvana Editoriale, 2010,120 pagine, euro 20). Un volume che ripercorre il rapporto del regista con lasua terra attraverso i film Nuovo Cinema Paradiso, L’uomo delle stelle, Malènae Baarìa, considerati “tetralogia” della “sicilianìa”(termine che esprime il rapportoche lega i siciliani alla terra natìa). Leonardo Sciascia consigliò al regista: “Faisempre film sulla Sicilia, sarai certo di non sbagliare” e, forse per questo, rendendosiconto di “tradire” la sua terra, che Tornatore realizza film non siciliani in spazifisicamente non identificabili, come la nave de La leggenda del pianista sull’oceanoo la cupa caserma di Una pura formalità o la grigia città de La Sconosciuta.Se la settima arte concilia in qualche modo le prime sei, il volume Franco Zeffirelli.L’opera completa (DeAgostini, 2010, 511 pagine, euro 120) concilia tutte learti con cui si è espresso Zeffirelli, e tra queste, appunto, il cinema. Famoso algrande pubblico per il più popolare tra i Gesù, e per aver raccontato in immaginile storie di Romeo, Giulietta e San Francesco, il grande regista teatrale e cinema-tografico è raccontato nell’elegante volume curato da Cristina Napoleone. Unfuori formato racchiuso in un elegante cofanetto, ricco di immagini prese dalleopere da lui dirette, dai set dei suoi film, dalla giovinezza e dalla maturità artisticadi un italiano che ha imposto il suo nome nel mondo.

ADRIANO SANTORO

I MAESTRI TORNATOREE ZEFFIRELLIVENGONO RACCONTATIATTRAVERSOLA POTENZA ESPRESSIVADELLE IMMAGINIPIÙ EMOZIONANTIDELLA LORO CARRIERA

“Spero soltanto che non si dimentichi maiuna cosa: che tutto è cominciato da untopo”. Non si tratta di una peste, né diun’incurabile epidemia. È la storia di unodei più grandi sogni americani. Il sognodi Walter Elias Disney, universalmente notocome Walt Disney, è partito - coma luistesso amava ricordare - da un topo. Il piùriprodotto, imitato e adorato della storiadell’uomo. Il topo più famoso di qualsiasialtro personaggio storico. Perché, comespiega Ginha Nader nella sua dettagliata“Storia della Disney” (Odoya, 2010, 319pagine, euro 20), “le avventure di Topolinohanno già superato, per traduzioni, persinola Bibbia”. L’opera della scrittrice spagnola,una delle maggiori esperte mondialisull’azienda statunitense, ripercorre le vi-cende del colosso Disney partendo dallastoria del fumettista Walt, la rinascita delmarchio per mano di Eisner, e giuge aigiorni nostri con immagini e schede det-tagliate per ogni pellicola. La storia socialedell’immaginifico redditizio riconcilia conil mondo dei sogni, dalla prima all’ultimariga. Righe che scorrono come un “bidibi-bodibi-bu”.

LUIGI DE MARTINO

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CONSIGLI PERGLI ACQUISTI

Tachicardia, vertigini, capogiri. La sindrome di Stendhal colpiscepersone sensibili dinanzi a opere d’arte di incredibile pregio ebellezza. Può capitare che le stesse sensazioni si possano provaresfogliando un libro pensato e realizzato come una vera e propriaopera d’arte. Può capitare di essere assorbiti completamentedalla meravigliosa verve artistica di un pittore del Novecentoche interpreta una storia senza tempo.Marc Chagall è l’illustratore d’eccezione del Libro della Genesinel volume Il paradiso a colori (Donzelli, 2010, 241 pagine,euro 22,50), introdotto da Siegmund Ginzberg. La pubblicazioneracconta, attraverso la sensibilità di un grande artista, la storiadel primo libro della Bibbia. Una storia incredibile, avvincente,che ha tramandato ai cristiani la nascita dell’umanità: dal principioal peccato originale, dal diluvio universale alle vite dei patriarchi.Tutto è illustrato in questa pubblicazione attraverso i colori, lelinee e i volumi di Chagall. Gouache, oli, pastelli, china e matita:tutto per raccontare, illustrare e meravigliare il lettore.Marc Chagall stempera sapienti scelte cromatiche e un’innataispirazione infantile per rappresentare un Dio colorato e florealema, non per questo, particolarmente indulgente con i trasgressoriAdamo ed Eva. Dopo aver illustrato le favole di La Fontaine,negli anni Trenta Chagall accettò di interpretare i temi biblici,lavoro condotto a più riprese a causa della guerra e confluito,infine, nelle sale del Musée National Message Biblique MarcChagall di Nizza, che conserva queste tavole del pittore russoper nascita e francese per vocazione.

CONCETTA FIORETTI

DESTINAZIONEPARADISO

IL PRIMO LIBRODELLA BIBBIAILLUSTRATO DAUNO DEGLI ARTISTIPIÙ INFLUENTIDEL NOVECENTO,MARC CHAGALL.TRA FEDEE BELLEZZA,UN CAPOLAVORODA SFOGLIARE

DIETRO AI MANIFESTI DELLE PRIMECAMPAGNE PUBBLICITARIE DI MARCHISTORICI, C'È IL RACCONTO DI UN POPOLOE DELL’INCONTRO TRA ARTE E PUBBLICITÀ

La bambina dall'impermeabile giallo dopo la scuola perde ilpulmino per tornare a casa e percorre sotto la pioggia tutta lacittà, soccorrendo anche un gattino indifeso. A casa, intanto, cisi preoccupa per il suo mancato rientro e per la cottura dellapasta. Un ritratto della società italiana degli anni Ottanta puòessere recuperato anche attraverso queste tre righe che sintetiz-zano la trama di uno degli spot pubblicitari più noti del periodocome, allo stesso modo, l'Italia degli anni Sessanta e Settantapuò essere rappresentata dall'entusiasmo didascalico e fumettisticodi una qualsiasi puntata di Carosello. Il modo in cui la pubblicitàviene pensata, proposta e percepita negli anni si è rivelato lacartina di tornasole delle tendenze politiche, di costume, dimentalità e artistiche, di un Paese intero. Oggi come ieri. Agliinizi del secolo scorso, qualche decennio prima dell'avvento dellinguaggio televisivo e telematico, artisti figurativi che fino aquel momento avevano dipinto quadri di libera ispirazioneiniziano a essere attratti dalla potenza comunicativa del manifestomurale al servizio della promozione dell'arte e dello spettacoloprima, e dei prodotti industriali dopo. Una nuova forma d'artechiamata rèclame alla quale si prestarono pittori come Depero,Giacomo Balla, Tata, Enrico Prampolini, Mario Sironi e LucioFontana. Manifesti: pubblicità e vita italiana dal 1895 al1945 (Silvana Editoriale, 2009, 288 pagine, 40 euro), a curadi Anna Villari, permette - attraverso centinaia di foto dei piùbei manifesti di sempre - di recuperare il momento in cui l'arteha incontrato la pubblicità donandole un’allure che non avrebbemai più ricevuto: “Uno dei motivi per cui i manifesti di Dudovich,Cappiello, Boccasile e altri sono così apprezzati è per la lorocapacità di evocare un periodo in cui il commercio non era ilprincipio condizionante della sfera sociale”.

LUIGI LIOCE

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Lo stile made in Italy è un patrimonio cheandrebbe celebrato e salvaguardato con laconsapevolezza di ciò che la nostra modaha rappresentato, a livello internazionale.Invece, accade l’esatto contrario. La moda,naturalmente protesa al futuro per esigenzecreative e commerciali, sembra rivolgere ilproprio sguardo al passato unicamente persaccheggiare ispirazioni.Fortunatamente, alcune pubblicazioni ripor-tano l’attenzione su epoche e personaggiche hanno affermato la supremazia dellanostra creatività.In anni di estrema difficoltà economicacome quelli del ventennio fascista, c’erapovertà di materie prime ma non di idee:lo dimostrano le rutilanti pagine di unapoderosa analisi della moda di quegli annicome Una giornata moderna: moda estili nell’Italia fascista (Damiani, 2009,400 pagine, euro 45). Con massima com-petenza, i curatori Mario Lupano e Ales-sandra Vaccari ripercorrono due decennidi inventiva italiana, tra gli inviti del Ducea consumare solo moda autarchica e le“tentazioni” francesi che portavano i nostrisarti a ispirarsi allo charme d’Oltralpe. Cen-tinaia di immagini raccontano quel fermentocreativo, che comprese esempi mirabili di

UNA MODACHE HA FATTO

STORIAALCUNE PUBBLICAZIONI CELEBRANO EPOCHE O PERSONAGGI

CHE HANNO RESO GRANDE LA MODA ITALIANAE FATTO DIVENTARE IL MADE IN ITALY

UN SINONIMO DI BELLEZZA IN TUTTO IL MONDO

avanguardia come quelli prodotti dalla ge-nialità di Elsa Schiaparelli, “l’italienne” comela chiamava Coco Chanel, che la consideraval’unica collega meritevole di poter entrarein competizione con lei.Dopo essersi lasciati incantare dalle fotod’epoca del libro Simonetta. La primadonna della moda italiana (Marsilio,2010, 192 pagine, euro 18) si corre ilrischio di ridimensionare la maestria dimolti talenti attuali, persino certi azzardi(comunque ineccepibili) di John Galliano:il volume curato da Vittoria CaterinaCaratozzolo, Judith Clark e Maria LuisaFrisa ripercorre la carriera della couturièreSimonetta Colonna di Cesarò, che neglianni Cinquanta contribuì a rendere l’altamoda romana un fenomeno internaziona-le (si parlava di Hollywood sul Tevere)con le sue creazioni pulite e solenni.Le collezioni di Simonetta furono spessodescritte nelle sue cronache di moda daIrene Brin, figura leggendaria alla qualeVittoria Caterina Caratozzolo ha dedicatoIrene Brin. Lo stile italiano nella moda(Marsilio, 2006, 167 pagine 16 euro).Dietro a quel velocissimo nom de plume sinascondevano l’intelligenza e la raffinatezza,il gusto e la vita internazionale di Maria

Vittoria Rossi (lo pseudonimo fu pensatoper lei da Leo Longanesi). Il made in Italyle deve molto: oltre a essersi occupata diarte e letteratura, è stata la prima giornalistaitaliana a scrivere sulle pagine di una bibbiadello stile americano come Harper’s Bazaar,allora diretto dalla leggendaria Diana Vre-eland. In anni in cui moda francese era lamoda per antonomasia, la Brin riuscì atraghettare negli USA le creazioni deglistilisti italiani dell’epoca, quelli appunto cheresero Roma la città più glamour ed ecci-tante del dopoguerra.Anni avvolti da una patina di fiabesca no-stalgia, visto che poi le cose sarebberoirrimediabilmente cambiate. La moda si fecepiù democratica, il prêt-à-porter permise aun numero sempre più elevato di donne dipermettersi un abito realizzato con curaseppure non sul suo corpo, e la strada –con le contestazioni del Sessantotto e imovimenti giovanili – pretese di dire la suain fatto di immagine e di abbigliamento.Sono gli anni raccontati, fotografati e ana-lizzati da 70’s Style di Dominic Lutyense Kirsty Hislop (DeAgostini, 2010, 224pagine, euro 39): hippie, folk, punk e altrifermenti hanno dato vita all’immagine –variegata, ricca di mille sfaccettature – diun decennio che continua ancora oggi aispirare con la sua eredità un mondo, comequello della moda, che il passato lo celebrapoco, pur dovendogli moltissimo.

TONY DI CORCIA

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Comincia sempre tutto con una rivoluzio-ne. Con un azzardo, una provocazione.Anche con una degenerazione. È unaregola alla quale non sfuggono le leggidel vestire: notoriamente, i primi esperi-menti procurano perplessità o disgusto,prima di diventare moda e camminarenelle strade.Condividono e perorano questa causa TedPolhemus e Pierfrancesco Pacoda nelloro La rivolta dello stile (Alet, 2009,175 pagine, euro 16): Un trattato puntua-lissimo su come gruppi musicali e movi-menti giovanili abbiano influenzato la mo-da, tanto da creare nuovi filoni e tendenze.A noi può sembrare qualcosa di assolu-tamente normale, anche banale, lo stileunisex: quando apparve sulla scena in-ternazionale, però, l’identità di generenon andava nemmeno messa in discus-sione, gli uomini vestivano da uomini ele donne vestivano da donne, se nonvolevano esporsi al pubblico ludibrio oessere oggetto di dileggio. Erano gli anniSessanta e quei ragazzi vestiti nello stes-so modo furono un’anticipazione concre-ta di ciò che la rivoluzione sessualeavrebbe comportato. Lo stesso avvennecol punk: oggi le ragazzine indossanoserenamente elementi che avevano fatto

COSTUMISCOSTUMATI

LE RIVOLUZIONI GIOVANILI E LA LORO INFLUENZA SUI CODICI DEL VESTIREIN DUE LIBRI CHE ANALIZZANO IL RAPPORTO TRA MUSICA, GIOVANI E MODA

inorridire milioni di genitori, e che Vivien-ne Westwood e i Sex Pistols avevanocreato e indossato per primi proprio perdare a un movimento di ribellione eprotesta un abito in cui riconoscersi. Lostesso avvenne negli anni Ottanta, quan-do lo stile new romantic si opponevaallo sfarzo esasperato tipico di quel de-cennio. Infine, gli anni Novanta, quelliin cui le celebrities (siano esse del mondodel cinema o della musica non conta)sono consapevoli del fatto che l’im-magine va studiata meticolosamente, eche quel messaggio arriva persino primadel loro talento: le star si affidano com-pletamente a stilisti e stylist, perchédisegnino per loro non solo degli abiti,ma un personaggio credibile e attraente,seducente e affascinante, una mascheraindispensabile.Ted Polhemus, sociologo e antropologoche da sempre rivolge la sua attenzionealle culture giovanili, mette a servizio diquesta analisi tutta la sua competenza,e lo stesso fa Pierfrancesco Pacoda, criticomusicale che rinforza la ricerca firmandoi capitoli della seconda parte del libro.Sembra voler affermare e consolidare que-sto messaggio anche Vestire degenere:moda e culture giovanili di Alessandra

Castellani (Donzelli, 2010, 212 pagine,euro 24): anche lei, antropologa, ha stu-diato le mode che hanno segnato le culturegiovanili dei decenni passati, e isola alcunefigure di riferimento che hanno saputosegnare uno spartiacque nello stile, unmomento di rottura e degenerazione checonteneva in sé i germi di qualcosa dinuovo, e che i giovani hanno subito adot-tato come si fa con un feticcio.L’ambiguità esibita di David Bowie, la sen-sualità conturbante di Mick Jagger,l’androginia inquietante di Grace Jones, ilpower dressing di Madonna che danzacon l’ormai celebre corsetto dai seni ap-puntiti creato per lei da Jean Paul Gaultierper il Blonde Ambition Tour del 1990: in-novatori, provocatori, alchimisti di immaginiche scendono verticalmente da un palco-scenico, da un video musicale, dalla coper-tina di un disco e arrivano per strada,dando vita a stili che si contaminano. Mod,hippie, punk, lolite dark o gothic, tuttigruppi che si specchiano in un modo divestire che è codice di riconoscimento, maanche di espressione.E che torna verso l’alto per costruire nuoveicone. Come dire, David Bowie + Madonna+ street culture = Lady Gaga.

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Possedere un libro di Nina Garcia è come avere un’amicafedele che aspetta la lettrice, silenziosa e sorridente, accantoal guardaroba: una fashionista che conosce la moda ma,soprattutto, i desideri femminili.Una prima prova di questo l’aveva già fornita un anno fa,con The Little Black Book of Style, ormai pubblicazione diculto; un’ulteriore, deliziosa conferma giunge con The OneHundred: cento capi e accessori che una donna di classedeve possedere (DeAgostini, 2010, 284 pagine, euro 20).Il titolo parla chiaro, non bisognerebbe aggiungere altro. Se dodicimesi fa colei che ha lavorato per Elle, Marie Claire e Marc Jacobsinsegnava alle donne come essere sempre eleganti, quest’annoha stilato un elenco dei capi che non possono mancarenell’armadio di una donna che conosce il potere della moda,ma anche i modi in cui portarli con originalità.Il cappotto di cammello, i Ray Ban, l’abito a trapezio, il pigiamaaddirittura, le ballerine hanno ancora molto da dire, se indossatiseguendo i preziosi suggerimenti di Nina Garcia il cui cognome,se anagrammato, diventa “gracia” (la classe di questa donnaè ovunque, anche nelle lettere del cognome).Le pagine, anche questa volta illustrate con poesia civettuoladal pittore e illustratore Ruben Toledo, tradiscono due grandipassioni della fashion editor come l’amore per tutto ciò che ègriffato Chanel (come darle torto?) e per il made in Italy: unodei capitoli è dedicato specificamente alla maglieria Missoni, perla quale gli americani fanno follie da quasi quarant’anni.La copertina è luminosamente argentata, ma dovrebbe esseredorata: per molte lettrici, infatti, questo potrebbe diventareil libro d’oro, quello dei consigli che salvano all’ultimo minutoda un accostamento troppo azzardato o da un imperdonabileerrore di stile. E alcuni uomini dal regalo sbagliato.

TONY DI CORCIA

GIRALA FASHION EDITOR NINA GARCIA TORNA INLIBRERIA CON UN NUOVO, DELIZIOSO LIBROSULL’ELEGANZA FEMMINILE. È GIÀ UN CULT

LA MODAUna sfilata di personaggi si muove, con sincerità eaffetto, su una passerella di pagine per attendere chea fine spettacolo/lettura emerga la figura dello stilista.E la figura dello stilista muove i suoi passi dalle quinte.La sua faccia, bagnata dalle lacrime, ringrazia il pubblicoper gli applausi. Succede alla fine di ogni sfilata perscaricare la tensione accumulata per tutto il lavorofatto. Succede perché, nonostante i grandi successiinternazionali, lui resta un uomo semplice e con lostesso sguardo che un bambino rivolge ai suoi sogni.Lo stilista è Gianni Versace e, stavolta, in passerellanon ci sono solo le top model che inventò negli anniNovanta. Ci sono alcuni tra i suoi amici più cari, ci sonocoloro che di lui si sono fidati permettendogli di espri-mere la sua genialità, ci sono le persone e non i perso-naggi. Ci sono Oliviero Toscani, Elio Fiorucci, Gian PaoloBarbieri, Luciana Savignano, Marpessa, Eva Herzigova,Natalia Aspesi, Giusi Ferré e tanti altri.I singoli racconti degli amici e dei compagni di lavorodiventano un racconto corale da cui emergeranno dueritratti paralleli: il ritratto di Gianni e quello di Versace,quello dell’uomo e quello dello stilista, il ritrattodell’amico e quello del genio della moda: due ritrattiuniti da un unico cuore, un cuore elegante. È così chelo definisce Tony di Corcia nel suo libro “gianni/VERSACE:lo stilista dal cuore elegante” (Utopia Edizioni, 2010,272 pagine, euro 20). Una raccolta di venticinque inter-viste a chi Gianni Versace lo ha conosciuto e gli havoluto davvero bene, suggellata dall’immagine ineditadella copertina, donata da Donatella e Santo Versace,in cui il fratello Gianni è ritratto sorridente, come ilricordo che emerge alla fine della lettura/sfilata fattaper lui nel libro di Tony di Corcia.

ADRIANO SANTORO

UNA SFILATAPER VERSACE

VENTICINQUEPERSONAGGIDEL MONDODELLA MODA,DELLOSPETTACOLOE DELLA CULTURARICORDANOUNO DEIPERSONAGGIPIÙ AFFASCINANTIDEL NOVECENTO

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Una coccinella che sembra in procinto dispiccare il volo. Un lungo segno nero, unoslancio di inchiostro di china. Rettangolibianchi e neri che si incontrano come sea deciderlo fosse stata una folata di vento.Una pennellata di lacca rossa impreziositada piccoli ghirigori d’oro.Sembrano dettagli rubati da un dipintodi Kandinsky, ma rivisti dall’occhio di chiconosce il rigore dell’architettura: i figurinidisegnati da Gianfranco Ferré incantanocon la stessa grazia e la stessa opulenzache rendeva irresistibili le sue creazioni.Gianfranco Ferré era un architetto primache uno stilista, e conosceva perfettamen-te il significato della parola “progetto”:non è un caso, dunque, se le sue ideedovevano passare prima dalla carta, dan-do vita a disegni di una tale bellezza cheverrebbe voglia di possederli tutti, perincorniciarli ed esporli in una mostra.La Fondazione Ferré, che con attenzionee amore custodisce l’immensa ereditàcreativa del designer scomparso nel 2007,ha reso possibile la realizzazione di unapubblicazione che farà provare brividi didesiderio non solo a chi si occupa di modae rimpiange la moda magistrale di Ferré,ma a chiunque abbia la sensibilità diriconoscere la bellezza in tutte le sueespressioni: Disegni (Skira, 2010, 456pagine, euro 60) nasce da un progettoeditoriale di Rita Airaghi (che ha curatoper anni la comunicazione della maisone oggi presiede con passione ed energiala Fondazione Ferré) che ha firmato i testiinsieme alla giornalista di moda GiusiFerré, mentre l’art director è Luca Stoppini,

“padre” dell’impatto grafico di VogueItalia.Si potrebbe essere portati a pensare cheil momento del disegno, per uno stilista,sia un’espressione di libertà assoluta, diabbandono, di completa consegna al pro-prio immaginario per pescarne intuizionie stimoli. Era così anche per Ferré, masolo in parte. Una delle parole più ricor-renti nei suoi discorsi era “disciplina”, elo rifletteva anche il modo in cui ha or-ganizzato la sua vita e quella dell’aziendache porta tuttora il suo nome. La proget-tazione, pertanto, era per l’Architettoun’espressione di rigore, di metodo, unatto di responsabilità cosciente nei con-fronti di ogni suo abito, banchi di provache venivano affrontati con rispetto emeticolosa cura di ogni dettaglio.Ammirando i suoi disegni, si entra in un

percorso di segni e di sogni che permettedi ripercorrere le sue creazioni più rappre-sentative. Quella coccinella, dunque, di-venta un abito da cocktail rosso a poisneri, il lungo tratto di china un abito dasera in velluto che lascia scoperta la schie-na, le forme geometriche assumono icontorni delle sue inimitabili camicie diorganza bianca, e il rosso lacca riportaalla memoria la sublime collezione perl’autunno/inverno 1992-93: ispirato dalfilm di Zhang Yimou, creò abiti degni dellasofisticata raffinatezza della quarta signo-ra di “Lanterne Rosse”, capolavori che adistanza di quasi vent’anni non hannoperso nulla della bellezza, dell’impareg-giabile eleganza e del senso di rigore eperfezione che contraddistinguevano lamoda di Gianfranco Ferré.

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La top model Carla Bruni è talmentesensuale e aggressiva, nel ritratto diMichel Comte, talmente venata daun’energia incontenibile, da far sembra-re un’anemica figurina congelata nellasua perfezione l’odierna première dameconiugata Sarkozy. Quel ritratto dellafu anticonformista e aristocratica mo-della compare sulla copertina di unaraccolta di immagini di Michel Comteintitolata Not Only Women. FeminineIcons in Our Times (Silvana Editoria-le, 2010, 72 pagine), ritratti esposti alLucca Center of Contemporary Art finoal 23 gennaio 2011 in una mostra checelebra la carriera trentennale del foto-grafo francese.Prevalentemente nude, le donne che pas-sano davanti all’obiettivo di Comte sem-brano perdere abiti e inibizioni, rigore erigidità, per farsi ritrarre libere e selvagge,anche quando i loro volti appartengonoa icone massimamente celebrate comeSophia Loren, Catherine Deneuve, SharonStone, Geraldine Chaplin.

T.D.C.

LE ICONEDI COMTE

Che Sophie Dahl fosse una modella diversa dalle altre lo si era già compreso quandodebuttò sulle passerelle internazionali. Lanciata come modella oversize, col suo sorrisoluminoso e il seno florido faceva sembrare tristissimi spaventapasseri le sue collegheche ancheggiavano in abiti taglia 38. Conferma la sua piacevole diversità anche ladecisione di abbandonare la moda per dedicarsi alla sua passione di sempre, lascrittura. Il Daily Telegraph, il Time e il Guardian non si sono lasciati scappare il talentodi questa giovane donna gentile, che ha colpito tutti con il romanzo “Playing withthe growing-ups”, nel 2007, pubblicato dopo il successo di una piccola e tenera fiabascritta nel 2003 e arriva finalmente in Italia, L’uomo dagli occhi danzanti (Donzelli,2010, euro 14). Una commovente, magnifica storia d’amore che ha inizio “nelcrepuscolo dorato di una sera di mezza estate”. È proprio tra quei bagliori d’oro cheogni magia può avverarsi, e può essere pronunciata una delle dichiarazioni d’amorepiù belle che siano mai state scritte: “Io ti amo, è orribile e odioso, ho cercato in tuttii modi di evitarlo, ma è così e basta”. Amare tanto da scusarsi per questo: unsentimento piacevolmente “old fashion”, perfetto per staccare la spina dall’anestesiasentimentale tipica dei nostri giorni.

TONY DI CORCIA

IL FAVOLOSO

DI SOPHIEMONDO

LA TOP MODEL SOPHIE DAHLCOMMUOVE E STUPISCECON UNA FIABA DELICATA E MAGICA

ALIAS NORMA JEAN“My story”: pubblicato nel 1974, dodici anni dopo la tragica scomparsa di Marilyn,finalmente è stato tradotto in La mia storia (Donzelli, 2010, 221 pagine, euro 19).Finalmente, perché è la prima autobiografia ufficiale scritta da Marilyn Monroe, cheper l’occasione scelse come ghostwriter Ben Hecht che, tra gli sceneggiatori del suotempo, era considerato lo Shakespeare di Hollywood. Un libro composto da riflessionidell’attrice e riflessioni di Norma Jean Baker (il suo vero nome) senza mai capire dovefinisce la ragazza abusata, sfruttata, ferita, edove comincia la diva che col suo finto sorrisoda copertina non è mai riuscita a nasconderegli occhi tristi di Norma. Una dualità di cui Marilynè sempre stata consapevole: “Ero avvolta in unastrana sensazione, come se fossi due persone.Una di loro era la Norma Jean dell’orfanotrofioche non apparteneva a nessuno. L’altra eraqualcuno di cui ignoravo il nome. Ma sapevoa chi apparteneva. Apparteneva all’oceano e alcielo, al mondo intero”. Il libro contiene gli scattirealizzati fra il 1953 e il 1957 dal fotografo MiltonGreene, amico fraterno di Marilyn.

SANTORO

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Qualcuno ha detto che siamo venuti almondo solo per guardare le stelle.Scrutare l’universo, polverizzare il propriosguardo per cogliere il più alto numero dispie luminose sopra di noi è un comunedenominatore tra gli uomini delle diverseepoche storiche. Molti guardano nel buiosfavillante che ci avvolge ogni giorno percercare le risposte ai buchi neri colmi diincertezze e interrogativi di cui è impastatol’animo umano. È dal desiderio di trovarele risposte a domande esistenziali quali“perché ci siamo?” e “da dove veniamo?”che qualcuno per primo ha alzato il mentoper cercarle nello studio degli astri. Ricerchee teorie tenute in piedi per secoli fino aquando Copernico ha sbugiardato tutti.Da quel momento, i coup de théâtre sisono susseguiti grazie a uomini come Ke-plero, Galileo, Einstein e Hubble. Il ricerca-tore, scrittore e blogger Amedeo Balbi,grazie alla sua profonda formazione difisico e cosmologo e a una penna mainoiosa, in Seconda Stella a destra: vitesemiserie di astronomi illustri (DeAgo-stini, 2010, 208 pagine, euro 12), tracciauna mappa di un Universo in continuaespansione attraverso la storia delle vitedegli astronomi che hanno cambiato laconcezione che i l mondo avevadell’Universo. Il volume è impreziosito dallaprefazione di una delle maggiori scienziatee astronome viventi, Margherita Hack.Probabilmente gli astronomi non credonoagli oroscopi ma, forse, di nascosto, ancheloro li leggono. Milioni di italiani fannol’esegesi dei loro profili astrologici allaluce del sole, diventando sempre più esi-genti: alla domanda “Ti leggo l’oroscopo?”

SONO LOROCHE GUARDANONOIUNA RACCONTO DIVERTENTEE ALLO STESSO TEMPO AVVINCENTESULLE VITE DEGLI ASTRONOMICHE HANNO CAMBIATOLA CONCEZIONE DI UNIVERSO,E UN OROSCOPO SERIO E ATTESISSIMO.

Le storie di Stefano Benni andrebbero collettivizzate. Dovrebbero essere delmondo, perché dal mondo Benni attinge informazioni per creare i suoi surrealipersonaggi. Come Pronto Soccorso e Beauty Case (Orecchio Acerbo, 2010,56 pagine, euro 12), i protagonisti dell’omonima storia (tratta da “Bar sottoil mare”) pubblicata dalla casa editrice romana e illustrata dai bei disegni diFrancesca Ghermandi. Pronto Soccorso trucca moto e si ammacca ginocchiaa duecentosessanta orari. Ruba gomme nuove per venderle al posto dellavecchie, perché questo è il destino di chi nasce nel quartiere Manolenza, dove“entri che ce l’hai ed esci senza”. Ha una Guzzi Imperial Black Mammuth, cheincute timore come un vascello fantasma. Gli uccellini al suo passaggio smettonodi cinguettare, perché è fatica sprecata. Un giorno conosce Beauty Case, figliadi un ladro di tir, un tesoro di ragazza tutta curve e smancerie. Indossa minigonneche la mamma ricava dalle cravatte del papà. “La più topa delle top”, insomma.Pronto se ne innamora. Lei sale in moto, lo stringe alla vita e lui parte comeun razzo. La storia si complica con l’arrivo di Joe Blocchetto, temibile ceffodella Polstrada, sempre in sella alla sua Misubishi Mustang. Il resto è unachicca di libro, godibile come ogni riga creata dalla penna bolognese. L.D.M.

BENNI A COLORI

la prima risposta è diventata “chi lo hascritto?” e se si risponde “Paolo Fox” itoni si fanno seri, i muscoli facciali si irri-gidiscono per qualche secondo fino a quan-do uno sguardo duro ma sereno, da uomopronto a tutto, fa intendere che si puòdare il via alla lettura. L’astrologo più lettoe citato d’Italia (“lo ha detto Paolo Fox”è tra le frasi più suffragate dagli italiani)

con la puntualità di una Vergine – anchese lui è un Acquario – ha pubblicatoL’oroscopo 2011 (Cairo Editore, 2010,240 pagine, in due versioni: edizione car-tonata 10 euro, edizione brossurata 18euro). È concessa solo un’anticipazione:il 2011 sarà un anno sorprendente pertutti i segni. Ipse dixit.

LUIGI LIOCE

ORECCHIO ACERBO PUBBLICAUNA INCREDIBILESTORIA ILLUSTRATA.LA FIRMA È QUELLADI STEFANO BENNI

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... MA TUTTO SI TRASFORMA“Non serve piangere sul latte versato, perché tutte le forzedell’universo sono state inclini a versarlo”. Un libro di grandissimosuccesso, che attraverso il racconto delle vite e delle intuizionidi illustri scienziati, restituisce la potenza e la poesia dellamatematica.(Michael Guillen, Le 5 equazioni che hanno cambiato ilmondo, Tealibri, 296 pagine, 9 euro).

A TUTTA BIRRA“Nel mondo si beve birra da più di 10.000 anni, ma per i vericonoscitori non c’è mai stato un momento migliore di questo”.Lambic, Witbier, Maibock, Pilsener e altre 996 tipologie di birrevengono schedate, analizzate, illustrate e fatte desiderare congrande maestria.(Ben McFarland, Le migliori birre del mondo, DeAgostini,2009, 288 pagine, 29.90 euro).

LEZIONI DI CIOCCOLATO“Per prima cosa, mangiatelo!” Dopo aver acquistato il cioccolatogiusto potrete cimentarvi in ricette originali, gustose e creativegrazie al vincitore del “World Cookbook Award 2009” comemiglior libro al mondo sul cioccolato.(Avventure al Cioccolato, Paul. A. Young, DeAgostini, 2009,144 pagine, 25 euro).

LA NONNA LA SA LUNGAUn prontuario per ogni occasione. Avete la tosse? Vi ha puntoun’ape? Non sapete come togliere le macchie di caffè dalletazze? Consigli per la casa, rimedi e medicamenti, ricette, dritteper una gestione più pratica e serena della vita quotidiana dachi ne ha viste e sentite più di voi: la nonna! (Lee Faber, IRimedi della Nonna, DeAgostini, 2009, 160 pagine, 12 euro).

GLI ANGELI DEL MALE“E vidi dal mare salire una bestia che aveva dieci corna e setteteste”. Un’analisi puntuale sulla figura più oscura e misteriosadella tradizione biblica, una “carta d’identità” dell’Anticristo chepermette un excursus su quei personaggi che, nel corso dei secoli,sono stati indicati come sua incarnazione: da Nerone a Hitler.(Massimo Centini, Storia dell’Anticristo, Odoya Library,320 pagine, 18 euro).