IL SEQUESTRO DI FABRIZIO DE ANDRE' E DORI...

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IL SEQUESTRO DI FABRIZIO DE ANDRE' E DORI GHEZZI Scritto da Administrator La sera del 27 agosto 1979, quando ormai viveva quasi stabilmente in Sardegna nella sua tenuta dell’Agnata, a due passi da Tempio Pausania, De Andrè fu rapito dall’anonima sequestri sarda insieme alla sua compagna Dori Ghezzi, poi sposata nel 1989. I due furono liberati dopo quattro mesi (Dori fu liberata il 20 dicembre, Fabrizio il 22) dietro il versamento del riscatto di circa 550 milioni di lire, in buona parte sborsati dal padre Giuseppe. Intervistato all’indomani della liberazione – il 23 dicembre in casa del fratello Mauro – da uno stuolo di giornalisti, Faber tracciò un racconto pacato dell’esperienza: «…ci consentivano, a volte, di rimanere a lungo slegati e senza bende», ed ebbe parole di pietà per i suoi carcerieri: «Noi ne siamo venuti fuori, mentre loro non potranno farlo mai». Questa posizione inconsueta, nel quadro di un invito di De André a ragionare seriamente sulla realtà sociale sarda, attirò critiche feroci di certa stampa che tese a colpevolizzare in modo retorico e sensazionalistico i sequestrati. Inoltre disse «i rapinatori erano gentili quasi materni, una sera uno di loro aveva bevuto troppo, e disse che non era contento della nostra situazione» L’esperienza del sequestro si aggiunse al già consolidato contatto con la realtà e con la vita della gente sarda 1 / 1

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IL SEQUESTRO DI FABRIZIO DE ANDRE' E DORI GHEZZI

Scritto da Administrator

La sera del 27 agosto 1979, quando ormai viveva quasi stabilmente in Sardegna nella suatenuta dell’Agnata, a due passi da Tempio Pausania, De Andrè fu rapito dall’anonimasequestri sarda insieme alla sua compagna Dori Ghezzi, poi sposata nel 1989. I duefurono liberati dopo quattro mesi (Dori fu liberata il 20 dicembre, Fabrizio il 22) dietro ilversamento del riscatto di circa 550 milioni di lire, in buona parte sborsati dal padreGiuseppe. Intervistato all’indomani della liberazione – il 23 dicembre in casa del fratelloMauro – da uno stuolo di giornalisti, Faber tracciò un racconto pacato dell’esperienza:«…ci consentivano, a volte, di rimanere a lungo slegati e senza bende», ed ebbe paroledi pietà per i suoi carcerieri: «Noi ne siamo venuti fuori, mentre loro non potranno farlomai». Questa posizione inconsueta, nel quadro di un invito di De André a ragionareseriamente sulla realtà sociale sarda, attirò critiche feroci di certa stampa che tese acolpevolizzare in modo retorico e sensazionalistico i sequestrati. Inoltre disse «irapinatori erano gentili quasi materni, una sera uno di loro aveva bevuto troppo, e disseche non era contento della nostra situazione» L’esperienza del sequestro si aggiunse algià consolidato contatto con la realtà e con la vita della gente sarda

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