IL SENSO DELLA VALUTAZIONE NELLE SCUOLE. LA VALUTAZIONE SERVE ALLE SCUOLE? per migliorare guardarsi...
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IL SENSO DELLA VALUTAZIONE NELLE SCUOLE
LA VALUTAZIONE SERVE ALLE SCUOLE?
per migliorare
• guardarsi con gli occhi degli altri
per recuperare immagine
• che non si dica che “se la cantano e se la suonano”
per difendersi dalle critiche e dagli attacchi
• potendo contrapporre evidenze ai pregiudizi
quel che non viene mai valutato, non ha valore
senza valutazione, la scuola è solo un “costo”
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MISURAZIONE E VALUTAZIONE
misurazione:
• rilevare una grandezza in un oggetto/fenomeno• per farlo, deve esistere un’unità di misura riconosciuta
valutazione:
• attribuire un valore ad un oggetto/fenomeno• deve essere possibile confrontare l’aspettativa con il risultato
la misurazione è di per sé a-valutativa
• un termometro misura “x” gradi su una scala data
la valutazione presuppone una desiderabilità
• “x” gradi sono “caldo” o “freddo” secondo i casi
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SCUOLA: COSA SI PUÒ MISURARE / VALUTARE
nei sistemi scolastici:
• si possono misurare gli apprendimenti• se esistono standard di riferimento
• si possono valutare gli apprendimenti• se è definito un livello di desiderabilità
• non si possono “misurare” le scuole• perché la loro funzione non si limita agli apprendimenti
• non si possono “misurare” i docenti• perché la loro professionalità è un intreccio di molte competenze
• non si può “misurare” l’output complessivo del sistema• che produce valori e non solo numeri
quindi: non tutto nella scuola si può misurare
• ma per valutare gli apprendimenti la misurazione è necessaria
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QUAL È IL MANDATO ASSEGNATO ALLA SCUOLA
quale funzione svolge la scuola nelle società moderne?
• accompagnare la crescita di ogni persona• da bambino a giovane adulto• favorire lo sviluppo di sentimenti ed emozioni• far acquisire le categorie di giudizio fondamentali:
• il vero, il buono, il bello . . .
• formare il futuro cittadino• nella relazione con gli altri• nel sistema di diritti e di doveri• nella conoscenza dei limiti sociali alla libertà individuale
(ecco perché la scuola aperta è meglio del precettore privato . . .)
• preparare alla vita attiva• attraverso l’acquisizione di conoscenze e saperi• attraverso lo sviluppo di competenze
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QUALI ASPETTI DEL MANDATO SI POSSONO MISURARE
si possono misurare:
• l’acquisizione di conoscenze e di saperi• il livello di competenze
non si possono misurare:
• il valore aggiunto apportato alla crescita• sentimenti, emozioni, relazioni, …
• l’elaborazione delle categorie di giudizio• il vero, il buono, il bello, …
• lo sviluppo delle competenze di cittadinanza• diritti e doveri, appartenenza, socialità, solidarietà, …
seminari sull'autovalutazione delle scuole - 1° modulo 6
VALUTARE: A QUALE FINEnella scuola esiste un’ulteriore ambiguità semantica:
• valutare per formare (che è proprio dei docenti)• valutare per certificare (che è proprio dei decisori)
non c’è un’alternativa fra le due dimensioni
• sono entrambe necessarie• ma in momenti diversi e per fini diversi
la prima è una valutazione che investe la persona
• ed accompagna il suo sviluppo e il processo formativo
la seconda è una valutazione che riguarda la società
• ed indica l’apporto che il singolo può offrire alla comunità
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I PRINCIPALI MODELLI DI VALUTAZIONE DELLE SCUOLE
COSA SI VALUTAdipende dalle scelte politiche generali in materia di scuola
“cosa” si valuta dipende da “per chi” si valuta
Inghilterra
• si valuta per informare l’utenza • che ha il diritto di scegliere la scuola per i propri figli
• si valutano le scuole – tramite l’OFSTED• si valutano gli apprendimenti – tramite test nazionali
Francia
• si valuta per informare l’Amministrazione• che a sua volta deve garantire l’equità del sistema per tutti i cittadini
• si valutano i docenti – sistema ispettivo capillare• si valutano gli apprendimenti – ma solo su base statistica
• perché l’utenza non ha il diritto di scegliersi la scuola (carte scolaire)
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LA VALUTAZIONE DELLE SCUOLE
ci sono due famiglie di modelli valutativi:
modelli di valutazione esterna
• di natura ispettiva• oppure basati su test di risultato• eventualmente integrati da “customer satisfaction”
modelli di autovalutazione/valutazione interna
• basati sull’analisi dei processi• oppure sulla verifica dei risultati• eventualmente integrati da una “validazione” esterna
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COSA SI PUÒ VALUTARE•secondo la ricerca internazionale:
• il sistema nel suo insieme
• le scuole
• il personale
• gli apprendimenti
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MODELLI FONDATI SULL’AUTOVALUTAZIONE
tre tipologie principali:
modelli “input driven” o procedurali
• ISO 9001 e simili• CAF, CQAF, EFQM, …
modelli “output driven”
• CIPP• schede di qualità (sistema olandese)
modelli misti
• “peer review”• validazione da parte di un nucleo esterno territoriale
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VALUTAZIONE ED AUTONOMIA
i servizi pubblici si svolgono sempre in tre tempi:
1. determinazione obiettivi e allocazione risorse
2. attuazione / erogazione
3. verifica dei risultati
i sistemi centralistici regolano minutamente
• il primo ed il secondo tempo• ed assumono che il terzo sia una variabile dipendente
i sistemi basati sull’autonomia presidiano
• il primo ed il terzo tempo• e considerano il secondo una variabile indipendente
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I MODELLI DI VALUTAZIONE PROCEDURALE
sono tipici dei sistemi a prevalenza centrale
• analizzano attentamente i processi• li scompongono in passi elementari• ne definiscono i “requisiti formali di qualità”• mettono a punto il “manuale della qualità” (o simili)
• che raccoglie tutti gli standard definiti a priori
• in fase di attuazione, documentano ogni passo• secondo protocolli definiti in anticipo
• in fase di controllo, verificano la conformità• fra processo atteso e processo attuato• sulla sola base della documentazione dei processi
• un esempio: la rendicontazione dei progetti europei
• la qualità è misurata dalla corrispondenza fra le due fasi• ma non si entra nel merito dei risultati• che, per definizione, devono corrispondere alle attese
• se il processo di attuazione è stato scrupoloso e ben documentato
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I MODELLI “OUTPUT DRIVEN” (FONDATI SUI RISULTATI)
sono tipici dei sistemi a forte autonomia locale
• definiscono attentamente gli obiettivi attesi• individuano gli indicatori di risultato• individuano a priori gli standard di prestazione attesi• lasciano che le strutture locali scelgano da sole
• il modo che ritengono migliore per implementare il servizio
• verificano con rigore e dal centro i risultati• per vedere se corrispondono agli standard fissati
• responsabilizzano gli operatori per gli esiti• sono tendenzialmente di tipo “high stakes” (a posta elevata)
• cioè comportano premi o sanzioni per gli attori del servizio
• utilizzano, in misura più o meno grande, il controllo sociale• tipicamente, la pubblicità sui risultati o la rendicontazione sociale
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I MODELLI “OUTPUT DRIVEN” (FONDATI SUI RISULTATI)
sono tipici dei sistemi a forte autonomia locale
• definiscono attentamente gli obiettivi attesi• individuano gli indicatori di risultato• individuano a priori gli standard di prestazione attesi• lasciano che le strutture locali scelgano da sole
• il modo che ritengono migliore per implementare il servizio
• verificano con rigore e dal centro i risultati• per vedere se corrispondono agli standard fissati
• responsabilizzano gli operatori per gli esiti• sono tendenzialmente di tipo “high stakes” (a posta elevata)
• cioè comportano premi o sanzioni per gli attori del servizio
• utilizzano, in misura più o meno grande, il controllo sociale• tipicamente, la pubblicità sui risultati o la rendicontazione sociale
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IL MODELLO CONCETTUALE DEL DPR 80
è un modello di tipo CIPP (cioè fondato sugli esiti)
• Context contesto• Input risorse• Process processi• Product risultati
ma modificato, in quanto:
• quasi tutti gli elementi sono definiti dall’esterno• tramite i dati INVALSI e le elaborazioni intermedie
• il piano di miglioramento è regolamentato• anche questo attraverso indicatori forniti da INVALSI
• serve a valutare anche persone e non solo scuole• ma soltanto i dirigenti delle scuole e non i docenti
deve sopperire alla mancanza di standard a priori
• e quindi rendere confrontabili i risultati di ottomila scuole• in modo da poter definire dei punti di riferimento statistici
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LE FONTI
DA DOVE TRAE ORIGINE IL SNV
dal punto di vista giuridico:
legge 26.2.2011, n. 10 • art. 2 comma 4-undevicies (delega al Governo)
DPR 28.3.2013, n. 80• regolamento di attuazione• per le scuole, in particolare, l’art. 6
direttiva 18.9.2014, n. 11• detta gli obiettivi e la tempistica• dà il via ufficiale al sistema
circolare ministeriale 20.10.2014, n. 47• accompagna e rende più analitica la Direttiva
ma, di fatto, è il prolungamento di VALES• di cui eredita buona parte dell’impianto e parte dei materiali
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LE DIVERSE FASI DEL CICLO SNV
IN SINTESItutte le scuole sono tenute all’attuazione del modello
• sembra finita la fase delle sperimentazioni
sono previste quattro fasi su tre anni:
1.1 Auto-analisi
1.2 Elaborazione rapporto di autovalutazione
1.3 Formulazione piano di miglioramento
2 Validazione esterna della prima fase
3 Attuazione del piano di miglioramento
4 Rendicontazione sociale
non ci sono sanzioni o benefici per le scuole• salvo l’accenno – tuttora generico – del “piano Renzi”
• relativo alla distribuzione di parte del MOF in modo “premiale”
peraltro, sul raggiungimento degli obiettivi di miglioramento, saranno valutati i dirigenti scolastici
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DA DOVE SI PARTE: LA PRIMA FASEquesto è il primo impegno per le scuole
• cui tutte saranno tenute (a partire da gennaio 2015)
si articola in tre passaggi (art. 6, comma 1, lettera a DPR 80):
1) analisi e verifica del proprio servizio sulla base dei dati resi disponibili dal sistema informativo del Ministero, delle rilevazioni sugli apprendimenti e delle elaborazioni sul valore aggiunto restituite dall'Invalsi, oltre a ulteriori elementi significativi integrati dalla stessa scuola;
2) elaborazione di un rapporto di autovalutazione in formato elettronico, secondo un quadro di riferimento predisposto dall'Invalsi
3) formulazione di un piano di miglioramento;
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PRIMA FASE, PRIMO PASSAGGIO:L’AUTO-ANALISI DI ISTITUTO
utilizza tre tipologie di informazioni su P.O.U. (piattaforma operativa unitaria):
• “dati resi disponibili dal Ministero” • “rilevazioni sugli apprendimenti ed elaborazioni sul valore
aggiunto, restituite dall’INVALSI”
(esiti delle prove standardizzate; dati di comparazione anche sui Questionari Scuola)
• “ulteriori elementi significativi integrati dalla stessa scuola”
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PRIMA FASE, SECONDO PASSAGGIO: IL RAPPORTO DI AUTO-VALUTAZIONE
il rapporto di autovalutazione è suddiviso in cinque sezioni:
ContestoContesto (socio-economico-culturale)
Risorse
EsitiRisultati scolastici
Risultati delle prove standardizzate
Competenze chiave e di cittadinanza
Risultati a distanza
Processipratiche educative e didattiche
pratiche gestionali e organizzative
Processo di autovalutazione
Individuazione delle priorità 24
SECONDA FASE: LA VALUTAZIONE ESTERNA
art. 6, comma 1 lettera b):
1) individuazione da parte dell‘INVALSI delle situazioni da sottoporre a verifica, sulla base di indicatori di efficienza ed efficacia previamente definiti dall'Invalsi medesimo;
2) visite dei nuclei di cui al comma 2, secondo il programma e i protocolli di valutazione adottati dalla conferenza ai sensi dell'articolo 2, comma 5;
3) ridefinizione da parte delle istituzioni scolastiche dei piani di miglioramento in base agli esiti dell'analisi effettuata dai nuclei;
seminari sull'autovalutazione delle scuole - 1° modulo 25
L’ANELLO DEBOLE DEL SISTEMA
la valutazione esterna sarà effettuata da un nucleo composto da:
• un componente del contingente ispettivo (che coordina più nuclei)• due esperti esterni
• uno di ambito organizzativo, l’altro di ambito didattico• che saranno individuati tramite una nuova selezione + formazione
sarà effettuata a partire dall’inizio del 2015-2016• e per tutto l’anno scolastico
saranno “visitate” il 10% delle scuole ogni anno• il 7% sulla base di parametri di efficienza ed efficacia / criticità• il 3% per “campionamento casuale”
• cioè per sorteggio “pilotato” da criteri statistici
per le altre, ci si fermerà al rapporto di auto-valutazione• con il rischio di lasciare le cose come stanno 26
LA DIRETTIVA N. 11
LE PRIORITÀ STRATEGICHE INDICATEdovranno orientare le scelte delle scuole
• nell’individuazione degli obiettivi di miglioramento
sono così enunciate:
• riduzione della dispersione scolastica e dell’insuccesso• riduzione delle differenze fra scuole ed aree geografiche• rafforzamento delle competenze di base rispetto alla situazione di
partenza• valorizzazione degli esiti a distanza degli studenti
• rispetto ad università e mondo del lavoro
come si vede, tutte riguardano
• gli esiti di apprendimento e l’impiegabilità
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