Il Santo Viaggio · Genesi 2:9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi...

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Il Santo Viaggio Itinerario Biblico: (II incontro) Genesi: (Creazione: Scritta nel 444 a.C.) (Caduta - Peccato Originale) Genesi 2:7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Genesi 2:8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Genesi 2:9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Genesi 2:10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. Genesi 2:11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è l'oro Genesi 2:12 e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'ònice. Genesi 2:13 Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d' Etiopia. Genesi 2:14 Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate. Genesi 2:15 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Genesi 2:16 Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, Genesi 2:17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti». Genesi 2:18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». Genesi 2:19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Genesi 2:20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Genesi 2:21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Genesi 2:22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Genesi 2:23 Allora l'uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta». Genesi 2:24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. Genesi 2:25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.

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Il Santo Viaggio Itinerario Biblico:

(II incontro)

Genesi: (Creazione: Scritta nel 444 a.C.)

(Caduta - Peccato Originale)

Genesi 2:7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo

divenne un essere vivente.

Genesi 2:8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato.

Genesi 2:9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui

l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.

Genesi 2:10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi.

Genesi 2:11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è l'oro

Genesi 2:12 e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'ònice.

Genesi 2:13 Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d' Etiopia.

Genesi 2:14 Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate.

Genesi 2:15 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.

Genesi 2:16 Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino,

Genesi 2:17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne

mangiassi, certamente moriresti».

Genesi 2:18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile».

Genesi 2:19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li

condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli

esseri viventi, quello doveva essere il suo nome.

Genesi 2:20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma

l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile.

Genesi 2:21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e

rinchiuse la carne al suo posto.

Genesi 2:22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.

Genesi 2:23 Allora l'uomo disse:

«Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta».

Genesi 2:24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola

carne.

Genesi 2:25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.

L’ALBERO DELLA CONOSCENZA

DEL BENE E DEL MALE

La conoscenza del bene e del male, porta l’uomo a stabilire ciò che è bene e ciò che è male,

indipendentemente da Dio, e questo contro Dio, contro tutto ciò che Egli ha stabilito come bene

e come male, non tanto per un capriccio, ma come realtà insita in ogni creatura. L’uomo non

può stabilire il bene e il male: questa “AUTONOMIA MORALE”, equivale a ripudiare il progetto di

Dio per il bene dell’uomo e negare la sua condizione di creatura. L’uomo che rifiuta il vero Dio,

il bene e il male come Lui lo ha stabilito, lo cerca poi altrove, in cose che non sono di Dio, negli

idoli o nella magia, un’alternativa alla vita e alla felicità, ma trova soltanto impotenza e morte.

Non è il desiderio di essere come Dio, simili a Lui che costituisce il “PECCATO ORIGINALE”,

bensì la pretesa di poterlo diventare da sé, con mezzi propri, in contrapposizione a Dio, invece

di ricevere quest’ultima perfezione e compimento del nostro essere come dono definitivo e

supremo del Padre che formerà la nostra piena felicità.

Il serpente dunque, cerca di far cadere l’uomo nella trappola architettata da lui stesso per

strappargli l’immortalità ed innestargli la pianta (zizzania, gramigna) del “dubbio”:

1) Dubbio sul “comando di Dio”: che porta alla: DISOBBEDIENZA

2) Dubbio sulla “sanzione di Dio”: che porta alla: RIBELLIONE

3) Dubbio su “Dio stesso”: che porta al: RIFIUTO DI DIO

Stato della creaturalità dell’uomo (peccato originale):

STATO INIZIALE: DEGENERAZIONE:

“spensieratezza”: -inesperienza-------ignoranza--------ingordigia-------(mascherata: falso rispetto);

-desiderio-----------malizia-----------alienazione------(mascherata: falso altruismo);

-ingenuità-----------egoismo----------indifferenza-----(mascherata: falsa carità);

VIA DELL’INNOCENZA: Metodo Preventivo = Crescita della Grazia.

VIA DELLA PENITENZA: Metodo Terapeutico = Rimedio al Peccato.

DIO CONVERTE perché il Demonio PERVERTE

DIO CORREGGE perché il Demonio CORROMPE

DIO RIMPROVERA perché il Demonio SEDUCE

(Dal quaderno 3615 – Civiltà Cattolica – 3 febbraio 2001):

“Dietro l’istigazione dello spirito del male e della menzogna, l’uomo volle sottrarsi alla condizione

di Dio rivendicando la propria autonomia da Lui. In tal modo, decadde dal suo stato di giustizia

originale e divenne peccatore, perdendo a causa del suo peccato, il:

- DONO SOPRANNATURALE DELLA: -GRAZIA

- I DONI PRETERNATURALI: -IMMORTALITA’ DEL CORPO - INTEGRITA’ DELL’ANIMA

senza tuttavia che la sua libertà risulti diminuita o venisse annullata, anche se il libero arbitrio

è divenuto: “più debole e inclinato al male” (Denzinger – Schönm. 1521),

facendo contrarre all’uomo: la concupiscenza – e l’irascibilità -

La caduta: (L’uomo cacciato dal giardino non può più mangiare il frutto dell’Albero della

Vita e perde l’immortalità (corporale) che Dio gli aveva donato!!!

Conseguenza: caducità della natura!!!)

Genesi 3:1 Il serpente (Nakash) era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla

donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?».

Genesi 3:2 Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare,

Genesi 3:3 ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete

toccare, altrimenti morirete».

Genesi 3:4 Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto!

Genesi 3:5 Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio,

conoscendo il bene e il male».

Genesi 3:6 Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare

saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.

Genesi 3:7 Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne

fecero cinture.

Genesi 3:8 Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si

nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.

Genesi 3:9 Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?».

Genesi 3:10 Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».

Genesi 3:11 Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di

non mangiare?».

Genesi 3:12 Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato».

Genesi 3:13 Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho

mangiato».

Genesi 3:14 Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame

e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.

Genesi 3:15 Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe:

questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».

Genesi 3:16 Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli.

Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà».

Genesi 3:17 All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo

comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua!

Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita.

Genesi 3:18 Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre.

Genesi 3:19 Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra,

perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!».

Adamo e Cristo

Eva e Maria (Dalle: “Omelie” di S. Giovanni Crisostomo, vescovo

”Il cimitero e la croce, 2; pg 49,396)

Hai visto l’ammirabile vittoria? Hai visto la nobilissima impresa della croce?

Potrò mai dirti qualcosa di più meraviglioso? Considera il modo con cui ha vinto e resterai più

ammirato. Cristo infatti ha vinto il diavolo con gli stessi mezzi con cui aveva ottenuto vittoria il

diavolo. Lo sbaragliò con le stesse armi usate da lui. Senti in che modo.

Una vergine, un legno e la morte furono i simboli della nostra sconfitta:

1) La vergine era Eva non aveva infatti ancora coabitato con il marito;

2) Il legno era l’albero;

3) La morte la pena di Adamo;

Ma ecco ancora una vergine, un legno, la morte, già simboli della sconfitta, diventare ora simboli

della sua vittoria:

1) Infatti al posto di Eva c’è Maria;

2) Al posto dell’albero della scienza del bene e del male c’è l’albero della Croce;

3) Al posto della morte di Adamo la morte di Cristo.

Vedi come colui che aveva vinto viene ora sconfitto con gli stessi suoi mezzi?

Presso l’albero il diavolo batte Adamo, presso l’albero Cristo sconfisse il diavolo.

E quell’albero mandava all’inferno, questo invece richiama dall’inferno

anche coloro che vi erano scesi. Inoltre un albero nascose l’uomo vinto nudo,

questo invece innalza agli occhi di tutti il vincitore spoglio.

E quella morte colpì tutti coloro che erano nati dopo di essa, questa morte invece

risuscita anche coloro che erano nati prima di essa.

chi può narrare i prodigi del Signore? (Sal 105).

Siamo stati resi immortali da una morte: queste sono le gloriose imprese della croce.

Hai compreso la vittoria? Hai capito il modo con cui ha vinto?

Apprendi ora come questa vittoria fu riportata senza nostra fatica e sudore.

Noi non abbiamo bagnato di sangue le armi,

non siamo stati in battaglia, non siamo stati feriti,

la battaglia non l’abbiamo nemmeno vista, eppure abbiamo riportato vittoria.

Del Signore è stato il combattimento, nostra la corona.

Poiché la vittoria è anche nostra, imitiamo i soldati con voci di gioia,

cantiamo oggi le lodi e l’inno della vittoria. Diciamo lodando il Signore:

“La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov’è o morte la tua vittoria?

Dov’è o morte il tuo pungiglione?” (1 Cor 15, 54-55 cfr. Is 25,8 – Os 13,14)

Questo il valore della Croce gloriosa:

1) Trofeo eretto contro il demonio;

2) Arma contro il peccato;

3) Spada con cui Cristo ha trafitto il serpente;

Questo ci è stato procurato dalla Croce gloriosa:

1) Volontà del Padre;

2) Gloria dell’Unigenito;

3) Gaudio dello Spirito Santo;

4) Onore degli Angeli;

5) Presidio della Chiesa;

6) Vanto di Paolo;

7) Difesa dei santi;

8) Luce di tutto il mondo;

“Per volere di Dio, che rinnova all’uomo l’antico onore,

come una rosa dalle spine nasce da Eva la Vergine Maria”.

La Croce di Cristo

nostra Salvezza

(Dai “Discorsi” di san Teodoro Studita, abate

”Disc. sull’adorazione della croce, pg 99,691-694,695. 698,699)

O dono preziosissimo della Croce! Quale splendore appare alla vista! Tutta bellezza e tutta magnificenza. Albero

meraviglioso all’occhio e al gusto e non immagine parziale di bene e di male come quello dell’Eden. E’ un albero che

dona la vita, non la morte, illumina e non ottenebra,

apre l’adito al Paradiso, non espelle da esso. Su quel legno sale Cristo, come un re sul carro trionfale. Sconfigge il

diavolo padrone della morte e libera il genere umano dalla schiavitù del tiranno. Su quel legno sale il Signore, come un

valoroso combattente. Viene ferito in battaglia

alle mani, ai piedi e al divino costato. Ma con quel sangue guarisce le nostre lividure, cioè la nostra natura ferita dal

serpente velenoso. Prima venimmo uccisi dal legno, ora invece con il legno scacciamo l’astuto serpente. Nuovi e

straordinari mutamenti!

1) Al posto della morte ci viene data: la vita;

2) Invece della corruzione: l’immortalità;

3) Invece del disonore: la gloria;

Perciò non senza ragione esclama il santo Apostolo:

“Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo,

per il quale il mondo è per me crocifisso e io lo sono per il mondo” (Gal 6,14).

Quella somma sapienza che fiorì dalla croce rese vana la superba sapienza del mondo e la sua arrogante stoltezza. I beni

di ogni genere, che ci vennero dalla croce, hanno eliminato i germi della cattiveria e della malizia. All’inizio del mondo

solo figure e segni premonitori di questo legno

notificavano e indicavano i grandi eventi del mondo. Stai attento, infatti tu, chiunque tu sia, che hai grande brama di

conoscere. Noè non ha forse evitato per sé, per tutti i suoi familiari ed anche per il bestiame, la catastrofe del diluvio,

decretata da Dio, in virtù di un piccolo legno? Pensa alla verga di Mosè. Non fu forse un simbolo della croce? Cambiò

l’acqua in sangue, divorò i serpenti fittizi dei maghi, percosse il mare e lo divise in due parti, ricondusse poi le acque del

mare al loro normale corso e sommerse i nemici, salvò invece coloro che erano il popolo legittimo? Tale fu anche la

verga di Aronne, simbolo della croce, che fiorì in un solo giorno e rivelò il sacerdote legittimo. Anche Abramo

prefigurò la croce quando legò il filo sulla catasta di legna. La morte fu uccisa dalla croce e Adamo fu restituito alla

vita. Della croce tutti gli apostoli si sono gloriati, ogni martire ne venne coronato, e ogni santo santificato. Con la croce

abbiamo rivestito Cristo e ci siamo spogliati dell’uomo vecchio. Per mezzo della croce noi, pecorelle di Cristo, siamo

stati radunati in un unico ovile e siamo destinati alle eterne dimore.

“Albero glorioso, collocato in mezzo al Paradiso,

morendo su di te l’Autore della salvezza vinse la nostra morte”.

L’ALBERO DELLA VITA

L’albero della vita, è il simbolo del veicolo di immortalità e di comunione con la divinità,

nel poema mitologico Assiro-Babilonese si legge:

«L’eroe Ghilgamesh va nelle isole felici a trovare il suo antenato Ut-napishtim (Noè biblico),

e ottiene di riportare con sé la “pianta della vita”.

Nella via di ritorno: Ghilgamesh vide un pozzo dalla fresca acqua, scese per bagnarsi in essa.

Un serpente sentì l’odore della pianta, venne su dall’acqua e lo portò via…allora Ghilgamesh,

sedette e pianse».

Nello stesso poema, una specie di ostessa (Siduri), aveva cercato di disilludere Gilgamesh della

sua ricerca dell’immortalità:

«Ghilgamesh, dove corri? La vita che tu cerchi non la troverai. Quando già gli dèi crearono gli

uomini, stabilirono la morte per l’uomo, la vita ritennero nelle loro mani».

La morte e l’immortalità sono un destino, una decisione degli dèi e in qualche documento,

anche un loro capriccio.

Per la rivelazione biblica, l’uomo concorre al suo destino e alla sua

condizione, ma di questo ne è responsabile lui stesso: egli è stato creato

“a immagine di Dio”, non per un capriccio degli dèi!”

Stato della creaturalità dell’uomo (innocenza primordiale):

STATO INIZIALE: CRESCITA:

“silenzio responsabile”: -inesperienza-------discernimento--------sapienza

-desiderio------------saggezza--------------amore

-ingenuità-----------intelligenza-----------potenza

Genesi 3:20 L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi.

Genesi 3:21 Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì.

Genesi 3:22 Il Signore Dio disse allora: «Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del

male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!».

Genesi 3:23 Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto.

Genesi 3:24 Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante,

per custodire la via all'albero della vita.

Apocalisse 12:1 Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul

suo capo una corona di dodici stelle.

Apocalisse 12:2 Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto.

Apocalisse 12:3 Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle

teste sette diademi;

Apocalisse 12:4 la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose

davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato.

Apocalisse 12:5 Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu

subito rapito verso Dio e verso il suo trono.

Apocalisse 12:6 La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per

milleduecentosessanta giorni.

Apocalisse 12:7 Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago.

Il drago combatteva insieme con i suoi angeli,

Apocalisse 12:8 ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo.

Apocalisse 12:9 Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra,

fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.

Apocalisse 12:10 Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:

«Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato

l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte.

Apocalisse 12:11 Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello

e grazie alla testimonianza del loro martirio; poiché hanno disprezzato la vita

fino a morire.

Apocalisse 12:12 Esultate, dunque, o cieli, e voi che abitate in essi.

Ma guai a voi, terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi

pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo».

Apocalisse 12:13 Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò contro la donna che aveva partorito il

figlio maschio.

Apocalisse 12:14 Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio

preparato per lei per esservi nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal serpente.

Apocalisse 12:15 Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un fiume d'acqua dietro alla donna, per farla

travolgere dalle sue acque.

Apocalisse 12:16 Ma la terra venne in soccorso alla donna, aprendo una voragine e inghiottendo il fiume che il drago

aveva vomitato dalla propria bocca.

Apocalisse 12:17 Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua

discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù.

Apocalisse 12:18 E si fermò sulla spiaggia del mare.

GLI ANGELI (Catechismo Chiesa Cattolica: 328-349)

Angelo o Spirito celeste, è da sempre ritenuto il Messaggero

o l'intermediario tra Dio, e l'umanità.

Dal greco ànghelos, "messaggero", “inviato”, “nunzio”;

E’ da sapere che il termine “angelo” quindi, denota l’ufficio, l’incarico,

non la natura. Infatti questi santi spiriti della Patria Celeste,

sono sempre spiriti, ma non si possono chiamare sempre angeli,

perché lo sono solo quando per mezzo loro viene dato un annunzio.

Gli angeli quindi, sono coloro che recano annunci ordinari.

Esercitano funzioni permanenti, essendo emissari divini inviati sulla terra,

per istruire, comunicare o proteggere gli uomini.

Gli angeli hanno inoltre la funzione di custodi, guerrieri celesti e anche di forza

cosmica. Sostanze intellettuali, puramente spirituali, create da Dio e superiori agli

uomini. Essendo puri spiriti, non posseggono un corpo. Gli angeli furono nell’atto

stesso della creazione, elevati all’ordine soprannaturale, non tutti vi perseverarono…

alcuni abusarono della loro libertà ribellandosi a Dio con un atto di superbia

trasformandosi in demoni….

“Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato

tratto. Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della

spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita” (Gen 3:23-24).

“Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della

tenda nell'ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in

piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò

fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre

senza fermarti dal tuo servo” (Gen 18:1-3).

“I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di

Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia

a terra. E disse: «Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete la notte, vi

laverete i piedi e poi, domattina, per tempo, ve ne andrete per la vostra strada». Quelli

risposero: «No, passeremo la notte sulla piazza”(Gen 19:1-29).

“Quando apparve l'alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: «Su, prendi tua moglie

e le tue figlie che hai qui ed esci per non essere travolto nel castigo della città» (Gen

19:15).

L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il

roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a vedere

questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio

lo chiamò dal roveto e disse: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti! Togliti i sandali

dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di

Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe» (Es 3:2-6).

Le 9 Schiere Angeliche

1) Angeli 4) Potenze 7) Troni 2) Arcangeli 5) Virtù 8) Cherubini

3) Principati 6) Dominazioni 9) Serafini

1) Angeli

Angeli Custodi:

Singole entità donate da Dio ad ogni essere vivente per la sua

custodia;

“Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare

nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non

ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la tua trasgressione perché il mio Nome

è in lui”

(Es 23,20-22)

Hurièl Fiamma di Dio L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto.

Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava (Es 3,2).

Sarièl Principe di Dio [Sari=principe Èl= Dio]

Rabuèl Volontà di Dio Quando ero con voi, io non stavo con voi per mia iniziativa, ma per la volontà di Dio:

lui dovete benedire sempre, a lui cantate inni (Tobia 12,18)

Remajèl Lancia di Dio E la luna resta nella sua dimora, fuggono al bagliore delle tue saette, allo splendore folgorante

della tua lancia (Abacuc 3:11).

2) ARCANGELI Si chiamano Arcangeli, perché hanno una missione

specifica, data a loro direttamente da Dio: sono

coloro che annunciano i GRANDI EVENTI.

Michaèl Chi è come Dio?

Giuda 9 L'arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo

con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore!

Apocalisse 12:7 Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago.

Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, Apocalisse 12:8 ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in

cielo.

Gabrièl Fortezza di Dio

“Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli

toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso. Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora

dell'incenso. Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide,

Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e

tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della

sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito

Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo

spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al

Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all'angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia

moglie è avanzata negli anni». L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato

a portarti questo lieto annunzio”. (Luca 1:8-19)

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine,

promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.Entrando da lei,

disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Luca 1:26-28).

Rafaèl Medicina di Dio

Quando poi tu non hai esitato ad alzarti e ad abbandonare il tuo pranzo e sei andato a curare la sepoltura di quel

morto, allora io sono stato inviato per provare la tua fede, ma Dio mi ha inviato nel medesimo tempo per guarire te e

Sara tua nuora. Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà

del Signore». (Tobia 12:13-15)

3) PRINCIPATI

Poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle

invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

(Colossesi 1:16)

4) POTESTÀ (POTENZE)

Poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle

invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

(Colossesi 1:16)

5) VIRTÙ

Meglio essere senza figli e avere la virtù, poiché nel ricordo di questa c'è immortalità, per il fatto che è riconosciuta da

Dio e dagli uomini. Presente è imitata; assente è desiderata; nell'eternità trionfa, cinta di corona,

per aver vinto nella gara di combattimenti senza macchia (Sap 4:1-2).

6) DOMINAZIONI

Poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle

invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

(Colossesi 1:16)

7) TRONI

Poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle

invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

(Colossesi 1:16)

8) CHERUBINI

Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scacciò l'uomo e pose

ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita

(Gen 3:23-24)

Parlerò con te da sopra il propiziatorio, in mezzo ai due cherubini che saranno sull'arca della Testimonianza

(Es 25,22)

Io guardavo ed ecco sul firmamento che stava sopra il capo dei cherubini vidi come una pietra di zaffìro e al di sopra

appariva qualcosa che aveva la forma di un trono. Disse all'uomo vestito di lino: «Va' fra le ruote che sono sotto il

cherubino e riempi il cavo delle mani dei carboni accesi che sono fra i cherubini e spargili sulla città». Egli vi andò

mentre io lo seguivo con lo sguardo. Ora i cherubini erano fermi a destra del tempio, quando l'uomo vi andò, e una

nube riempiva il cortile interno. La gloria del Signore si alzò sopra il cherubino verso la soglia del tempio e il tempio

fu riempito dalla nube e il cortile fu pieno dello splendore della gloria del Signore. Il fragore delle ali dei cherubini

giungeva fino al cortile esterno, come la voce di Dio onnipotente quando parla. Appena ebbe dato all'uomo vestito di

lino l'ordine di prendere il fuoco fra le ruote in mezzo ai cherubini, egli avanzò e si fermò vicino alla ruota. Il

cherubino tese la mano per prendere il fuoco che era fra i cherubini; ne prese e lo mise nel cavo delle mani dell'uomo

vestito di lino, il quale lo prese e uscì. Io stavo guardando: i cherubini avevano sotto le ali la forma di una mano

d'uomo. Guardai ancora ed ecco che al fianco dei cherubini vi erano quattro ruote, una ruota al fianco di ciascun

cherubino. Quelle ruote avevano l'aspetto del topazio. Sembrava che tutte e quattro fossero di una medesima forma,

come se una ruota fosse in mezzo all'altra. Muovendosi, potevano andare nelle quattro direzioni senza voltarsi, perché

si muovevano verso il lato dove era rivolta la testa, senza voltarsi durante il movimento. Tutto il loro corpo, il dorso, le

mani, le ali e le ruote erano pieni di occhi tutt'intorno; ognuno dei quattro aveva la propria ruota. Io sentii che le ruote

venivano chiamate «Turbine». Ogni cherubino aveva quattro sembianze: la prima quella di cherubino, la seconda

quella di uomo, la terza quella di leone e la quarta quella di aquila.I cherubini si alzarono in alto: essi erano quegli

esseri viventi che avevo visti al canale Chebàr. Quando i cherubini si muovevano, anche le ruote avanzavano al loro

fianco: quando i cherubini spiegavano le ali per sollevarsi da terra, le ruote non si allontanavano dal loro fianco;

quando si fermavano, anche le ruote si fermavano; quando si alzavano, anche le ruote si alzavano con loro perché lo

spirito di quegli esseri era in loro (Ezechiele 10:1-16)

9) SERAFINI Il loro nome significa: “Ardenti”

(SARÂHF)

Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano

il tempio. Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i

piedi e con due volava. Proclamavano l'uno all'altro: «Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti.

Tutta la terra è piena della sua gloria» (Isaia 6:1).

Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare.

Egli mi toccò la bocca e mi disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità

e il tuo peccato è espiato». (Isaia 6:6).

Leggenda tre compagni: (Fonti Francescane: 1482 – 1483)

Canonizzazione S. Francesco: 4 ottobre 1230

“Intorno alla festa dell’ESALTAZIONE DELLA CROCE (tempo di S. Francesco: 17 settembre),

nel 1224 su un versante del monte della Verna, Francesco immerso nell’orazione vide un

serafino aveva 6 ali e tra le ali emergeva la figura di un uomo bellissimo, crocifisso, le cui mani

e i piedi erano stesi in croce e i tratti di lui erano chiaramente quelli di Gesù Cristo. Con due ali

velava il capo, due scendevano a coprire il corpo, due si tendevano al volto. Quando la visione

scomparve l’anima di Francesco rimase arroventata d’amore e nelle sue carni si erano prodotte le

stimmate del Signore Gesù Cristo. L’uomo di Dio cercava di nasconderle quanto più poteva,

fino alla sua morte, non volendo propalare il segreto del Signore”.

Lettera di Padre Pio a P. Benedetto (direttore spirituale)

“Trasverberazione del cuore”

(21 agosto 1918)

“Me ne stavo confessando i nostri ragazzi la sera del 5 agosto, quando tutto di un tratto fui

riempito di un estremo terrore alla vista di un personaggio celeste che mi si presenta dinanzi

l’occhio dell’intelligenza. Teneva in mano una specie di arnese, simile ad una lunghissima lamina

di ferro con una punta ben affilata e che sembrava da essa punta uscisse fuoco. Vedere tutto questo

ed osservare detto personaggio scagliare con tutta violenza il suddetto arnese nell’anima, fu

tutto una cosa sola. A stento emisi un lamento, mi sentivo morire. Dissi al ragazzo che si fosse

ritirato, perché mi sentivo male e non sentivo più la forza di continuare. Questo martirio durò

senza interruzione, fino al mattino del giorno 7 agosto. Cosa io soffrii in questo periodo così

luttuoso io non so dirlo. Persino le viscere vedevo che venivano strappate e stiracchiate dietro di

quell’ arnese ed il tutto era messo a ferro e fuoco. Da quel giorno in qua io sono stato ferito a

morte. Sento nel più intimo dell’anima una ferita che è sempre aperta, che mi fa spasimare

assiduamente”.

Lettera di Padre Pio a P. Benedetto (direttore spirituale)

“Stimmate del Signore Gesù Cristo”

( 22 ottobre 1918)

Canonizzazione S. Pio da Pietrelcina: 16 giugno 2002

“Era la mattina del 20 settembre (1918) in coro, dopo la celebrazione della Santa Messa, quando

sorpreso dal riposo, simile a un dolce sonno, i sensi interni ed esterni con le stesse facoltà

dell’anima si trovavano in una quiete indescrivibile. Vi fu un totale silenzio intorno a me e dentro

di me; vi subentrò subito una gran pace ed abbandono alla completa privazione del tutto e una

posa nella stessa rovina. Tutto avvenne in un baleno. E mentre tutto questo si andava operando, mi

vidi dinanzi un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava

in questo solamente che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue. La sua vista

mi atterrisce: ciò che sentivo in quell’istante in me non saprei dirvelo. Mi sentivo morire e sarei

morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal

petto. La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e

grondavano sangue. Immaginate lo strazio che sperimentai allora e che vado sperimentando

continuamente quasi tutti i giorni!”.

Preghiera all’Angelo Custode

Angelo di Dio

che sei mio Custode

illumina custodisci

reggi e governa me

che Ti fui affidato

dalla Pietà Celeste.

Amen.