il sant’Ambrogio · legge si alza per sfidare Gesù, per ... Ovvero: non muoverti troppo, ......

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Domenica 30 settembre 2018 Anno XXXVIII, n. 4 - V dopo il Martirio di san Giovanni - Deuteronomio 6,1-9; Salmo 118 (119); Romani 13,8-14; Luca 10,25-37 SS. Messe in settembre Da lunedì a venerdì 8:00 - 9:00 - 18:30 Sabato 9:00 - 18:30 (prefestiva/vigiliare) Domenica 8:00 - 10:00 - 12:15 - 18:00 - 19:00 Sabato 6 ottobre in Duomo Redditio Symboli info www.chiesadimilano.it/pgfom Oggi la misericordia è un’eresia E tu, invece, sei un po’ samaritano? diac. Jacopo De Vecchi Che scena imperdibile: un dottore della legge si alza per sfidare Gesù, per “metterlo alla prova”. Così inizia l’intrigante pagina evangelica di quest’ultima domenica di settembre. Lo stile narrativo è vivace, sembra di essere lì presenti: l’evangelista Luca è un abile pittore anche nella narrazione. L’atmosfera è carica di tensione, gli sguardi dei presenti sono segnati dalla curiosità, gli occhi del pio dottore della legge sono iniettati di sfida. Le autorità religiose esprimono chiaramente avversione nei confronti di Gesù, questo strano rabbì, questo strano maestro troppo indipendente e libero per non creare problemi. Perché l’autorità non si fida di Gesù? Perché Gesù è troppo vivo e questa cosa crea dei problemi in un mondo di morti. Infatti - ieri come oggi - negli ambienti convenzionali o istituzionali, nei luoghi di lavoro, nella scuola, ovunque giri un po’ di potere di qualcuno su il sant’Ambrogio Foglio informatore della Parrocchia di sant’Ambrogio in Milano

Transcript of il sant’Ambrogio · legge si alza per sfidare Gesù, per ... Ovvero: non muoverti troppo, ......

Domenica 30 settembre 2018 Anno XXXVIII, n. 4 - V dopo il Martirio di san Giovanni - Deuteronomio 6,1-9; Salmo 118 (119); Romani 13,8-14; Luca 10,25-37

SS. Messe in settembre Da lunedì a venerdì 8:00 - 9:00 - 18:30 Sabato 9:00 - 18:30 (prefestiva/vigiliare) Domenica 8:00 - 10:00 - 12:15 - 18:00 - 19:00

Sabato 6 ottobre in DuomoRedditio Symboli

info www.chiesadimilano.it/pgfom

Oggi la misericordia è un’eresia E tu, invece, sei un po’ samaritano?diac. Jacopo De Vecchi Che scena imperdibile: un dottore della legge si alza per sfidare Gesù, per “metterlo alla prova”. Così inizia l’ intrigante pagina evangelica di quest’ultima domenica di settembre. Lo stile narrativo è vivace, sembra di essere lì presenti: l’evangelista Luca è un abile pittore anche nella narrazione. L’atmosfera è carica di tensione, gli sguardi dei presenti sono segnati dalla curiosità, gli occhi del pio dottore della legge sono iniettati di sfida. Le autorità rel igiose esprimono chiaramente avversione nei confronti di Gesù, questo strano rabbì, questo strano maestro troppo indipendente e libero per non creare problemi. Perché l’autorità non si fida di Gesù? Perché Gesù è troppo vivo e questa cosa crea dei problemi in un mondo di morti. Infatti - ieri come oggi - negli ambienti convenzionali o istituzionali, nei luoghi di lavoro, nella scuola, ovunque giri un p o ’ d i p o t e re d i q u a l c u n o s u

il sant’AmbrogioFoglio informatore della Parrocchia di sant’Ambrogio in Milano

qualcun’altro e purtroppo anche nella comunità cristiana, si ritiene che abbia un valore imprescindibile il motto: “quieta non movere et mota quietare”. Ovvero: non muoverti troppo, non essere troppo vivo, non dare fastidio, non credere di potere cambiare qualcosa. Ovvero: ti consiglio mio caro, mia cara, per vivere bene e soprattutto se vuoi fare carriera, se vuoi piacere ai capi… non creare problemi, fatti gli affari tuoi, anzi: “non muovere chi sta tranquillo e cerca di calmare chi si muove troppo”. Come se nella vita di tutti i giorni non ci si dovesse fidare di nessuno, come se la vita fosse una guerra senza esclusione di colpi, una spietata trincea. Che tristezza. Il caro curato don Abbondio è un grande cultore di queste tristi indicazioni ed è un vero fuoriclasse nello schivare i problemi, nel non affrontarli. Beffarda la descrizione che Manzoni propone del buon curato: “Il suo sistema (di don Abbondio) consisteva principalmente nello scansar tutti i contrasti, e nel cedere, in quelli che non poteva scansare”. E ancora, presentando il modo di ragionare del buon curato: “I l percosso era almeno un imprudente; l’ammazzato era sempre stato un uomo torbido”, e via così, nel primo capitolo dei Promessi Sposi.

Nella versione cinematografica del “Maestro di Vigevano” (1963) - un romanzo dolente e realistico di Lucio Mastronardi, sul mondo della scuola e non solo - il direttore scolastico pronuncia proprio il motto “quieta non movere” il primo giorno di scuola, un monito severamente e retoricamente scandito parola per parola, che nell’intenzione del dirigente significa: “non mi interessa se siete buoni o

cattivi maestri, mi interessa solo che non mi creiate problemi”.

E Gesù? Altro che “quieta non movere”! Gesù farà camminare gli storpi, vedere i ciechi, parlare i muti. Gesù muta l’acqua in ottimo vino per favorire il movimento di una festa di nozze, insegna ad una folla che condividendo cinque pani e due pesci si possono sfamare moltitudini e anche in queste occasioni ne conseguì un gran movimento. Infine risorgerà dalla morte, movendo – eccome – un corpo che i potenti avevano violentemente ricondotto alla rassicurante categoria dei “quieta”.

Gesù non sembra curarsi molto delle buone indicaz ioni de l l ’autor i tà costituita, così raccomandate invece dai don Abbonio di ieri e di oggi. Molta parte di quella tensione che divampa tra Gesù e l’istituzione (religiosa, politica, economica…) passa da qui: lui vuole la vita ad ogni costo, gli altri fanno affari sulla morte e la vitalità di Gesù per loro è un problema.

Ma torniamo al vangelo, anzi alla parabola che Gesù racconta per scavare un solco ancora più profondo tra il regno di questo mondo, abitato da morti che si credono vivi e il suo regno, quello dei vivi che vogliono essere felici.

Un dottore della legge è un esperto di regole religiose - un teologo - e la legge che lui conosce a memoria, è quella con la lettera maiuscola iniziale, la “Legge di Dio”, la Torà. Anche il sacerdote che passa sulla strada che va da Gerusalemme a Gerico conosce la Legge di Dio, anche il levita è un religioso del tempio. Eppure nessuno dei due sembra avere un cuore,

nessuno dei due sembra essere un uomo degno di questo nome. Anzi, l’accusa di Gesù è molto più severa. Infatti è “nel nome di Dio” che il sacerdote e quel levita non aiutano il poveretto percosso dai briganti. Secondo le regole liturgiche, toccare un corpo sanguinate rendeva impuri e i due addetti al culto non avrebbero potuto servire al tempio, se non dopo un periodo di purificazione. Quante volte lungo la strada che va da Gerusalemme al mondo, che è la strada della storia del cristianesimo, che è la nostra strada, quante volte abbiamo purtroppo pensato che Dio ci chiedesse di soffocare la nostra umanità, di non amare. E’ questa la drammatica accusa che Gesù scaglia verso i dottori della legge di Dio: “voi non amate e quel che è peggio è che non amate nel nome di Dio!”. Fabrizio de Andrè, ne l “Testamento d i Tito” (Tito è il “cattivo ladrone” che, morente, commenta dalla croce i dieci comandamenti) dice così riferendosi a chi mette le regole prima delle persone: “Lo sanno a memoria il diritto divino/e scordano sempre il perdono”.

Il samaritano, invece, non dimentica il perdono, non soffoca la sua umanità. Samaritano è un sostantivo che indica non solo una provenienza geografica, ma anche culturale, religiosa. Allude ad un modo di vivere la vita non allineato al così fan tutti, all’abbiamo sempre fatto così. Il samaritano è un eretico, un imbroglione, un poco di buono, una persona culturalmente inferiore, uno che non conta nulla. Il samaritano è un povero cristo, non è un nobile giudeo di Gerusalemme, non è un sacerdote di rango, non è un influente commerciante galileo. E tuttavia il vangelo ci chiede di

guardare a lui, ad un samaritano, commovente esempio di umanità, di vita, che sorprende in un mondo di morti, che stupisce sulle antiche strade del vangelo, ma che sulle nostre moderne strade asfaltate. Non ce l’aspettiamo l’amore lungo le strade della vita, dove la legge è quella del più forte e dove la misericordia è considerata debolezza ed eresia. E’ eretico l’amore, rispetto al cinismo dominante, alla sfiducia imperante. Eppure sentiamo un po’ di calore dentro di noi, forse anche un po’ di gioia, se pensiamo che Dio non ci chiede mai di soffocare la nostra umanità. Se vogliamo farlo, se vogliamo spegnere il cuore e la speranza, almeno non facciamolo in nome di Dio. Ma possiamo sempre - invece - tornare a tenere presente che ogni nostro gesto d’amore, di perdono, di misericordia sarà anche un po’ da samaritani, ma ci aiuta ad essere davvero umani, davvero vivi.

In occasione del ciclo di incontri proposto da “Viva il lettore” - ed. Vita e

Pensiero in collaborazione con l’Arcidiocesi di Milano

Basilica di sant’AmbrogioMercoledì 17 ottobre, ore 21:00

“Chi ha sete venga”. Elogio del desideriomons. Josè Tolentino Mendoça

Biblioteca Apostolica Vaticana

Intervengono anche don Cesare Pagazzi

Davide Rondoni

ingresso libero

infowww.vivaillettore.it

ORATORIO I giorni del catechismo sono: Lunedì quarta el. - martedì terza, mercoledì quinta, giovedì prima media. Lunedì 1 ottobre - ore 19:30 catechesi adolescenti e ore 21.15 giovanissimiMartedì 2 ottobre - ore 19:30 incontro II e III media.Giovedì 4 ottobre - ore 21:00, don Carlo incontra le catechisteDomenica 7 ottobre è “domenica insieme” per le III el. Alle ore 10:00 la messa, alle 11:15 don Carlo incontra i genitori, alle 12:30 aperitivo condiviso in oratorio. ______________________________________________________________

CONFERENZA STAMPA - CRIPTA E RELIQUIE DI S.AMBROGIO Martedì 2 ottobre, ore 11:00, in sala san Satiro: relazione in merito allo stato dei lavori nella Cripta di sant’Ambrogio. Intervengono mons. Carlo Faccendini, Abate-Parroco, arch. Carlo Capponi, Arcidiocesi di Milano, dott.ssa Cristina Cattaneo, Università Statale. ______________________________________________________________ SANTAMBROGIO INSIEME Mercoledì 3 ottobre, alle ore 17:00, propone un incontro aperto a tutti, in sala sant’Ambrogio: “Viaggio in Boemia. I grandi riformatori: Jan Hus”, a cura Anna Monzeglio Noè e Franco Negri, giornalista. ________________________________________________________________________ S. MESSA IN LATINO, VESPERO ORE 17:00 E ORARIO SS. MESSE Domenica prossima, 7 ottobre, riprende l’orario ordinario delle SS. messe e quindi la celebrazione festiva e solenne delle ore 11:00, in lingua latina, con la partecipazione della Cappella Musicale Ambrosiana - che propone l’antico canto ambrosiano e canti polifonici - diretta dal M° Paolo Massimini. Nella stessa domenica riprende anche la celebrazione del vespero alle ore 17:00, con adorazione benedizione eucaristica.________________________________________________________________________ CORSO FIDANZATI OTTOBRE 2018 E GENNAIO 2019 Sono aperte le iscrizioni al corso fidanzati. Il corso di ottobre inizia giovedì 11 alle ore 21. Info presso i sacerdoti. ________________________________________________________________________ TAIZE’Giovedì 4 ottobre, alle ore 21 in san Sigismondo, preghiera e canti della comunità di Taizè di Milano _______________________________________________________________

Lectio divina Riprende giovedì 4 ottobre alle ore 9:30 presso la chiesa di sant’Agostino in via Lanzone 30. ________________________________________________________________________