Il saluto del Direttore - Istituto Europeo Leopardi · cartoni animati, tra pozioni e formule...

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Periodico gratuito dell’Istituto Leopardi di Milano - n. 0 Febbraio 2005 - Anno I www.istitutoleopardi.it - [email protected] Accolgo con particolare soddisfa- zione la notizia che il primo nume- ro del giornalino d’Istituto è andato in stampa. Non vi stupite della soddisfazione poiché, per come ho visto e seguito “dietro le quinte”, quest’iniziativa lancia un messag- gio importante che spero sia con- fermato dalla continuità di uscite dopo questo numero zero e sia lo stimolo verso altre analoghe inizia- tive. Vedete, ho sempre pensato che la scuola, oltre a quanto “tradizionalmente” è chiamata a fare, ossia trasmettervi conoscen- ze e competenze, possa essere un luogo di crescita personale attraverso positive relazioni che gli studenti possono instaurare tra loro e con i loro insegnanti (anche con il Preside). Ho sempre pensato, anche, che iniziative come quella del giornali- no non possono essere “imposte”, ma per essere belle e riuscire devono essere “sentite” e nascere dall’entusiasmo e dall’iniziativa degli studenti: alla scuola va solo il compito di proporre e dare una mano coordinando gli aspetti orga- nizzativi. Ebbene, vedere quale gruppo numeroso di studenti ha voluto collaborare, la quantità di materia- le prodotto che ha permesso alla redazione di fare anche scelte, l’entusiasmo con il quale si è lavo- rato, mi ha fatto particolarmente piacere. Ma torniamo al messaggio impor- tante che questo giornalino può lanciare. Mi riferisco al piacere che avete di stare insieme e cogliere l’occasione della scuola per inizia- tive che vi permettano di cono- scervi meglio e di divertirvi insie- me. Se unisco all’iniziativa del giornali- no, tra le altre, quella del concerto di Natale o la richiesta e l’organiz- zazione di una piccola festa per scambiarvi gli auguri, tutte iniziati- ve sostanzialmente organizzate da voi, non posso che essere felice e constatare con piacere che siete vivi e “fate viva” la “nostra scuola”. Non so quali auspici si debbano fare ad un primo numero di giorna- le, penso che un grazie a chi ha collaborato ed un “in bocca al lupo”, vadano sempre bene. Roberto Pasolini Finalmente il giornalino! Dopo tanto tempo è tornato il gior- nalino dell’ Istituto Leopardi, il vostro giornalino. L’occasione ci è stata fornita pro- prio da voi ragazzi, dalle vostre richieste di dare “una voce” alla nostra scuola, un mezzo di comu- nicazione e di incontro per scam- biare idee, per riflettere, per dar modo a ciascuno di dire “la pro- pria” su vari argomenti. Questo primo numero raccoglie gli articoli dei “più coraggiosi”, di coloro cioè che improvvisatisi giornalisti, han- no affrontato temi di attualità, re- censioni di libri e perfino un’intervi- sta al nostro Preside! Tutti noi ci auguriamo però che il giornalino si arricchisca ulterior- mente con altre rubriche, richieste e volute da voi, dettate dalla vostra fantasia e dai vostri sempre molte- plici interessi. Un ringraziamento particolare a tutti coloro che ci hanno dedicato un poco di tempo e… forza e co- raggio, futuri giornalisti! Buona lettura e un pizzico di tolleranza… se qualcosa ci è sfuggito… Rossella Sironi Il saluto del Direttore concerto di Natale, a pag. 3

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Periodico gratuito dell’Istituto Leopardi di Milano - n. 0 Febbraio 2005 - Anno I www.istitutoleopardi.it - [email protected]

Accolgo con particolare soddisfa-zione la notizia che il primo nume-ro del giornalino d’Istituto è andato in stampa. Non vi stupite della soddisfazione poiché, per come ho visto e seguito “dietro le quinte”, quest’iniziativa lancia un messag-gio importante che spero sia con-fermato dalla continuità di uscite dopo questo numero zero e sia lo stimolo verso altre analoghe inizia-tive. Vedete, ho sempre pensato che la s c u o l a , o l t r e a q u a n t o “tradizionalmente” è chiamata a fare, ossia trasmettervi conoscen-ze e competenze, possa essere un luogo di crescita personale attraverso positive relazioni che gli studenti possono instaurare tra loro e con i loro insegnanti (anche con il Preside). Ho sempre pensato, anche, che iniziative come quella del giornali-no non possono essere “imposte”, ma per essere belle e riuscire devono essere “sentite” e nascere dall’entusiasmo e dall’iniziativa degli studenti: alla scuola va solo il compito di proporre e dare una mano coordinando gli aspetti orga-nizzativi.

Ebbene, vedere quale gruppo numeroso di studenti ha voluto collaborare, la quantità di materia-le prodotto che ha permesso alla redazione di fare anche scelte, l’entusiasmo con il quale si è lavo-rato, mi ha fatto particolarmente piacere. Ma torniamo al messaggio impor-tante che questo giornalino può lanciare. Mi riferisco al piacere che avete di stare insieme e cogliere l’occasione della scuola per inizia-tive che vi permettano di cono-scervi meglio e di divertirvi insie-me. Se unisco all’iniziativa del giornali-no, tra le altre, quella del concerto di Natale o la richiesta e l’organiz-zazione di una piccola festa per scambiarvi gli auguri, tutte iniziati-ve sostanzialmente organizzate da voi, non posso che essere felice e constatare con piacere che siete vivi e “fate viva” la “nostra scuola”. Non so quali auspici si debbano fare ad un primo numero di giorna-le, penso che un grazie a chi ha collaborato ed un “in bocca al lupo”, vadano sempre bene.

Roberto Pasolini

Finalmente il giornalino!

Dopo tanto tempo è tornato il gior-nalino dell’ Istituto Leopardi, il vostro giornalino. L’occasione ci è stata fornita pro-prio da voi ragazzi, dalle vostre richieste di dare “una voce” alla nostra scuola, un mezzo di comu-nicazione e di incontro per scam-biare idee, per riflettere, per dar modo a ciascuno di dire “la pro-pria” su vari argomenti. Questo primo numero raccoglie gli articoli dei “più coraggiosi”, di coloro cioè che improvvisatisi giornalisti, han-no affrontato temi di attualità, re-censioni di libri e perfino un’intervi-

sta al nostro Preside! Tutti noi ci auguriamo però che il giornalino si arricchisca ulterior-mente con altre rubriche, richieste e volute da voi, dettate dalla vostra fantasia e dai vostri sempre molte-plici interessi. Un ringraziamento particolare a tutti coloro che ci hanno dedicato un poco di tempo e… forza e co-raggio, futuri giornalisti! Buona lettura e un pizzico di tolleranza… se qualcosa ci è sfuggito…

Rossella Sironi

Il saluto del Direttore concerto di Natale, a pag. 3

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Ma l’amore cos’è? Dai film ai cartoni animati, tra pozioni e formule magiche... l’amore c’è sempre! ABRACADABRA, SIM SALA BIM Nel film The dreamer l’attrice pro-tagonista pronuncia queste parole: “Tu sei il mio primo amore, il mio grande amante, il mio unico amo-re...” Ma quando capiamo che siamo innamorati, quando capiamo che non è solo una “cotta”? AMORE... forse proviamo il biso-gno di averlo sempre vicino, di sentirlo sempre, di non lasciarlo mai e di scoprire che ormai fa parte non solo della nostra vita ma anche della nostra mente e del nostro corpo. “Buonanotte, buonanotte! Lasciar-ti / è dolore così dolce che / direi buonano t te f i no a g i o r -no” (Shakespeare). Ci sono “cotte” che vengono così, in un lampo: non fai altro che viag-giare coi pensieri cercando di conquistarlo, magari facendoti prescrivere una pozione d’amore: “gambe di rana / miele di fiori / e una lacrima”. Incantesimi, profezie, pozioni ma-giche perfette come quella che ha bevuto Giulietta, per addormentar-si dolcemente con la speranza di risvegliarsi nelle braccia del suo Romeo... e invece... invece il tem-po, inviato dal Fato, non ha aiutato i due innamorati e la morte, prima invaghitasi di Giulietta, ha trasci-nato nell’oblio Romeo. E se arrivasse Cupido e scaglias-se una freccia sulla coppia sba-gliata? Forse a proposito si potreb-be dire “l’amore non è bello se non è litigarello”... ma no: si ricorre a maghi che, con le giuste parole, mettano in ordine quello che l’an-gioletto dell’amore ha combinato...

“Viviamo e amiamoci, mia Lesbia / le chiacchiere dei vecchi troppo / seri stimiamole due soldi. / Il sole può cadere e ritornare: / ma noi, quando la nostra luce / si sarà spenta una volta, avremo / una notte soltanto da dormire infinita. / Dammi mille baci e altri cento e altri / mille, e dopo ancora mille. Quando saranno migliaia confon-deremo / il conto per non sapere, e per / evitare il malocchio di un invidioso / quando saprà che sono stati tanti / i nostri baci” (Catullo). Questo amore forse cerchiamo, quello infinito che neanche un “Bruto” come quello di Braccio di Ferro può portare via a Olivia...

Cecilia Agosti DEA NUTELLA “Che mondo sarebbe senza Nutel-la?” Quante volte si sente provenire dalla televisione questa storica frase... e quante volte l’acquolina in bocca sale! Subito si corre ver-so la credenza della cucina e... eccolo lì! Il vasetto dell’amata, desiderata, divinizzata Nutella è pronto ad allietare ancora una volta la giornata. Eh sì, perché questa, in apparenza innocente, crema di cacao e nocciole non è solo un alimento conosciuto in tutto il mondo e una delle “bandiere” italiane insieme alla pizza e alla pasta, ma è soprattut-to uno dei più semplici e diffusi piaceri della vita. La Nutella è ormai diventata un prodotto di “culto” di portata mon-diale a cui pochi resistono, di ogni generazione. Tutti, infatti, guarda-no a “lei” come ad un mito impa-reggiabile, anche in conseguenza dell’operato di quelle poche azien-de che provano a clonarne il sapo-re, la consistenza e l’effetto “un cucchiaino tira l’altro”, ma che falliscono nel loro intento, sfornan-do così prodotti meno “brillanti”. Siti internet, mostre e libri (il più sorprendente è quello di G. Pado-vani: “Gnam! Storia sociale della Nutella”) sono alcuni dei numerosi omaggi a questa signora indiscus-sa delle tentazioni culinarie. Nutella, però, è molto di più: al contrario di ciò che si “proclama” nelle campagne pubblicitarie, che

immergono in un’atmosfera di genuinità e calore familiare, la spalmabile dà l’idea di una sorta di trasgressione e sembra quasi rappresentare il peccato. Ogni cucchiaiata, comunque, sem-bra essere uno speciale ritorno all’infanzia e all’ingenuità, oltre che un semplice tuffo nella dolcezza. Delizia per ogni palato, o quasi, questa morbida crema è anche un’ottima consolazione ai dolori quotidiani: è grande il piacere che si prova ad affondare il cucchiaio, oppure, come fa Nanni Moretti nel film Bianca, il coltello nell’enorme barattolo per sfogare la propria ansia.

Elisabetta De Luca

1 a 1 Ecco in campo schierati, uno di fronte all’altro, da una parte il vec-chio caro libro, con le sue pagine ingiallite e la copertina rovinata, e dall’altra, con lo schermo sfavillan-te, il computer di ultima generazio-ne, con tutta la sua prepotente tecnologia. Chi avrà la meglio? Chi alzerà la coppa del vincitore? La partita è appena cominciata... L’introduzione al mio articolo è un po’ grottesca, ma credo rispecchi in parte il conflitto esistente tra due strumenti così diversi tra loro... È tendenza della gente, soprattut-to dei più giovani, “rifugiarsi” nello schermo di un computer, piuttosto che tuffarsi nelle pagine di un bel libro; basta un clic per accedere a informazioni che altrimenti richie-derebbero molto più tempo per essere trovate: è decisamente una bella comodità! Quale libro acquistare per cono-scere questa e quell’altra cosa? Basta invece inserire due parole e, come per magia, appaiono sullo schermo migliaia di informazioni, corredate anche da splendide foto! La domanda che ci si pone è: ha senso leggere un libro, quando si hanno a disposizione altri mezzi

che possono soddisfare le proprie esigenze? Per dare una risposta dovremmo analizzare i due diversi tipi dei lettura: se una persona sceglie di leggere un libro per passare qualche ora di relax, non c’è nulla di meglio che un bel ro-manzo, che nessuna “diavoleria” informatica potrebbe sostituire; se invece parliamo di un tipo di lettura più specifica, allora forse potrem-mo assolvere il mezzo informati-co... Se dovessi usare un termine calci-stico direi che finirebbe 1 a 1, con maggiori opportunità di gol per il computer... ma se vi resta un po’ di tempo da spendere nella vostra vita così caotica, compratevi un bel libro e fatevi trasportare dall’e-mozione che solo lui può dare!

Antonio Bini

Direttore Responsabile Maria Rossella Sironi Collaborano per la redazione Edi Copreni, Anna Barbatti, Alberta Bergomi, Pierdome-nico Palazzi, Maria Rossella Sironi, Lorenzo Tomassini Sede Istituto Europeo Leopardi Via del Carroccio, 9 20123 Milano Stampato presso Arti Grafiche Donati - Cor-mano MI Numero 0 In corso di registrazione presso il Tribunale di Milano

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Vanno di moda gli anni cin-quanta. I sociologi sono già pronti a spiegarci che, dietro a questo ritorno, c’è il desiderio comune di evadere dal nostro presente. Sarà vero? Lascio a voi la riflessione. Ciò che è certo è che, dalla musica alla moda, passando per l’arredamento, guardare al pas-sato è di tendenza. Non ci sono dubbi: il 2004, mu-sicalmente parlando, è stato l’anno dello swing. Un genere musicale dimenticato, che è inaspettatamente tornato in vetta alle classifiche, alcuni decenni

dopo “ the Voice” Frank Sinatra ( chiedete in famiglia ). Volete un nome nuovo del panorama swing? Michael Bu-blè, giovane cantante canadese di origini italiane; ha pubblicato un fortunatissimo album che porta il suo nome e che contie-ne tredici cover dei più grandi successi del genere. Una voce potente e raffinata, un sound diverso. Da ascoltare, almeno una volta. Anche l’inquieto mondo della moda risente del ritorno dei fifties. Quest’anno, ad esempio, via libera alle spille, magari quelle dimenticate in fondo ai

Uno spettacolo preparato ed i n t e r p r e t a t o d a r a g a z -zi,un’affluenza senza precedenti con parte del pubblico costretto ad assistere in piedi e la presidenza al gran completo a testimoniare l’importanza di una serata snobba-ta dai piu’(me compreso,lo ammet-to);queste le premesse al mio ingresso nel “teatro”la sera del Concerto di Natale. Una serata molto piacevole e divertente dove tra un balletto e un canto non sono mancati momenti umoristici grazie a due bravissime conduttrici d’ec-cezione anche se poco credibili nei ruoli di una troppo carina Befa-na ed una “smilza” Babba Natala”. Le due, costantemente in lite tra

loro per il ruolo di prima donna, venivano continuamente interrotte da maghe svampite ed improbabili folletti. La serata è terminata in un tripudio di applausi per l’eccellente risulta-to ottenuto (sono stati raccolti piu’ di 4000 euro) grazie all’impegno e al sacrificio di ragazzi che hanno saputo unire il divertimento di una serata spensierata ad una piu’ nobile causa come la raccolta di fondi per la mensa degli anziani.. Ancora complimenti a tutti e arrive-derci al prossimo anno per quello che per molti è diventato un ap-puntamento a cui non si deve mancare.

Gianluca Granzotto

Anni Cinquanta cassetti. Oppure alle lunghe collane, da portare come pezzo unico su maglioni tinta unita, preferibilmente rosa brillanti, il colore-simbolo degli anni cin-quanta. Chissà, regalare una spilla potrebbe essere un sug-gerimento per il prossimo Nata-le e, forse, si riuscirebbe a sfa-tare il vecchio detto secondo il quale, donare oggetti appuntiti porta sfortuna. Siamo nel 2004, si’ o no?! L’arredamento? Non occorre ristrutturare casa per essere al passo con le ultime tendenze: basta qualche detta-glio ad effetto! Tornano di moda gli oggetti

coloratissimi, dalle linee morbide ed avvolgenti. Ecco alcuni esempi: si va dalle radio d’epoca ai bicchieri di cristallo ( meglio di Murano, po-tendoseli permettere! ). Senza dimenticare i dischi in vinile, dall’indiscutibile fascino; se non avete il giradischi, sono in ven-dita le raccolte delle più signifi-cative copertine dei mitici 33 giri. Non amate gli anni cin-quanta ? State tranquilli perché, vedrete, l’anno prossimo, tornerà di moda un altro decennio.

Eleonora Ardemagni

questionario da sottoporre ai diver-si professionisti, ognuno di noi ha intervistato un operatore e, suc-cessivamente, abbiamo analizzato i dati raccolti e formulato delle riflessioni finali. È stata un’esperienza forte, arric-chente sia dal punto di vista didat-tico, sia da quello umano. Per molti di noi, è stato il primo “contatto” con la realtà della disa-bilità, una realtà “difficile”. Durante le discussioni, successive alla settimana di stage, è emerso che alcuni di noi avrebbero preferito partecipare in modo più attivo e diretto allo stage, interagendo in prima persona con i disabili e im-parando a mettere in pratica subito alcune tecniche di intervento. Altri, invece, hanno ritenuto già sufficiente il ruolo ricoperto duran-te la settimana, affermando di non sentirsi ancora cosi competenti ed esperti per potersi misurare in modo pratico con questa realtà. Il quarto anno di liceo è, inoltre, il momento di cominciare a pensare seriamente al proprio futuro lavo-rativo: è l’ora giusta per orientarsi fra mille possibili opportunità di lavoro e uno stage permette di vivere, anche solo per una setti-mana, quella che potrebbe diveni-re la nostra scelta futura.

Eleonora Ardemagni

Il concerto di Natale “Il mondo dei “normali”deve anda-re a conoscere il mondo dei disa-bili, non viceversa”. Questa frase, che racchiude, in sintesi, il signifi-cato dell’intera settimana di stage, è del Dott. Lucio Moderato, psico-logo e direttore della divisione diurna dell’ Istituto S. Famiglia, indiscussa figura carismatica del progetto di sostegno alla disabilità. Lo stage, dal titolo “Intervento educativo ed handicap psicofisi-co” è nato con l’obiettivo di per-mettere la conoscenza della realtà della disabilità e delle principali tecniche finalizzate allo sviluppo delle abilità di ogni individuo. La settimana si è articolata in di-versi momenti: l’ascolto, l’osserva-zione, le interviste ai diversi pro-fessionisti e l’analisi dei dati rac-colti. Attraverso le lezioni tenute da alcuni educatori e psicologi dell’Istituto, abbiamo conosciuto alcune tematiche riguardanti la disabilità (la quale diventa handi-cap nell’ambito della società) e il ruolo degli operatori impegnati nei servizi alla persona. Le visite ai laboratori, (informatico, lavorazio-ne della ceramica e lavorazione del legno) ci hanno offerto l’oppor-tunità di osservare da vicino le attività pratiche di recupero, facen-doci ulteriormente avvicinare alla realtà del disabile. Infine, dopo l’elaborazione di gruppo di un

Stage:“Sacra Famiglia” di C.Boscone

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DODGEBALL Dopo il grande successo ottenuto negli Stati Uniti, arriva in Italia Palle al balzo (Dodgeball) di Ra-wson Marshall Thurber, una com-media sportiva dal sapore demen-ziale che ha come protagonista Vince Vaughn, il cattivo dello Starsky & Hutch cinematografico, nonché novello Norman Bates nello Psycho firmato da Gus Van Sant. A fargli da antagonista è la stella comica Ben Stiller, anche produttore del film, che, affiancato dalla moglie Christine Taylor, si ritaglia il ruolo dell’avido proprieta-rio di una palestra per culturisti incalliti. La storia è quella dello squattrina-to Peter Lafleur che, padrone del Pallino Joe’s, palestra destinata a fallire e presa di mira dal magnate della ginnastica White Goodman, intenzionato ad acquistarla per i suoi loschi affari, avrà modo di

IN PRINCIPIO Una sala vuota, si colma un palco solitario si anima ed una donna parla. Angelica Colò con il suo forte accento romano racconta di sè ,dei suoi figli e della Galile-a ,sua terra natale, dove ha ideato, per contrastare il dolore della se-conda intifada, il teatro arcobale-no. Tace . Un telo nero comincia a pulsare e ne scaturiscono dei corpi di ragazzi e ragazze che si avvici-nano, si sfiorano ,i loro volti sono celati da maschere bianche con una espressione come leggermen-te imbronciata. Un giovane però mostra la sua identità e così si formano due schieramen-ti :combattono , si feriscono ed in fine si separano. Una giovane ed un giovane di schieramenti avversi si avvicinano nonostante i loro gruppi li ripudino, il loro esempio trascina gli altri che riconoscono la possibilità della pace tra diversità. La danza coinvolge il pubblico ed in fine le ultime due maschere vengono tolte: tutti ora hanno scel-to la pace. Una immagine che non colpisce per l’estesi ma per le sferzate morali che con la musica e i gesti ventitré ragazzi della Galilea(Israele) di religioni e paesi diffe-renti hanno offerto questa mattina al teatro Dal Verme di Milano agli studenti delle scuole superiori. Un messaggio di pace e di libertà che sconvolge il quotidiano e le menti distratte dei giovani stipati nel teatro ,che uniti in un solo sentito hanno illuminato la sala buia con

cellulari e accendini per comunica-re la loro partecipazione mentre una meravigliosa voce femminile cantava un inno alla pace, alla vita e a Dio che li ha preservati in vita! Un pubblico che si commuo-ve ,che applaude che si lascia coinvolgere fino in fondo, lacrime e sorrisi si confondono in una nuova sensazione che cambia la vi-ta ,che indica una strada sentita nominare e sbandierare nelle ma-nifestazioni in piazza ,ma che nessuno ha mai sperimentato sulla pelle. Ventitré ragazzi che vivono nella guerra, parlano di pace a coloro che la possiedono, non ne parlano piangendo o filosofando, sorridono e ci guardano con occhi pieni di speranza e volontà. Per poterci comunicare hanno dovuto viaggiare ed essere protetti da un apparato di polizia onnipre-sente perché il loro messaggio di pace rischia di ispirare messaggi di terrore, sono ragazzi normali ed eccezionali, sopravvivono alla guerra e vivono una vita di impe-gno scolastico e sociale che obbli-ga a riflettere. Il pubblico al termine ha rivolto molteplici domande e ringrazia-menti i ragazzi che hanno risposto e mostrato le loro posizioni veico-lando un coraggio impensabile. La sala si svuota, Angelica viene attorniata da una trentina di perso-ne che le stringono la mano, che commosse la ringraziano ed in fine alcune ragazze chiedono di fare una foto con i ragazzi che sono stati condotti via dalla security, ottengono il permesso e il deside-rio che le preme sarebbe quello di abbracciarli tutti per restituire loro almeno una piccola parte di ciò che avevano comunicato loro, vi sono scambi di saluti nelle diverse lingue cercando di comprendersi il meglio possibile e negli sguardi delle ragazze che escono dal tea-tro si percepisce che non gli sci-volerà via quest’esperienza come se fosse un sentimento e non gli rimarrà solo il ricordo. Tutto ciò ha indicato come iniziare a vivere e smettere di sopravvivere: si deve fare tutto ciò che è in proprio pote-re per donare agli altri la propria forza e il proprio bene.

Annachiara Povoleri

BIG FISH Genere: commedia Cast: Helena Bonham Carter, Steve Buscemi; Danny De Vito, Albert Finney Anno: 2003 Nazione: Stati Uniti Durata: 110’ Regia: Tim Burton TRAMA: un giovane giornalista viene richiamato in patria a causa della malattia che ha colpito il padre e che è ormai ad uno stadio terminale. Il giovane coglie così l’occasione per cercare di “saperne di più” circa la vita del padre. COMMENTO: tratto dall’omonimo romanzo di Daniel Wallace, Big Fish sembra essere la migliore opera che Tim Burton abbia mai realizzato. Il film appare come il pieno compimento di alcune tema-tiche che caratterizzano la poetica del regista statunitense e che mai prima d’ora egli aveva saputo integrare, miscelare e proporre con tanta delicatezza e dolcezza. Big Fish è più di un’epopea fami-liare che va a collocarsi nella culla

del folklore americano: è un sag-gio sulla pratica dello storytelling, sulla tradizione orale delle favole raccontate prima di dormire allo scopo di tranquillizzare o, intorno ad un fuoco, per terrorizzare. Ma Tim Burton ci ha abituati alla me-scolanza dei due mondi, a quella zona del crepuscolo in cui sembra che la magia possa penetrare nella realtà e confonderla, arric-chirla, renderla fantastica. In que-sto mondo le streghe, i giganti, gli spiriti possono interagire con gli uomini, in uno scenario fatto di paesini dalle case basse e imbian-cate, di giornate torride e di lande paludose. Le invenzioni visive si sprecano, ma senza mai appesan-tire la narrazione che, però, è leggermente penalizzata da una colonna sonora non adatta... ma anche questo è un aspetto tipico del cinema d’oltreoceano. Big Fish suona sulle sue corde con un grande cast, che offre una prova impeccabile; uno su tutti: Albert Finney, che nell’immobilità del suo giaciglio fa risuonare una voce ricca di sfumature, che assumono anche le storie da lui narrate.

Mattia Corvo

conservarla soltanto vincendo il primo premio al torneo nazionale di Dodgeball. Inutile dire che la strada da percorrere per arrivare alla vittoria è tempestata di gag e situazioni comiche che non lascia-no lo spettatore indifferente, tanto che il film è già stato definito come la commedia più divertente dell’an-no. Badate bene: chi scrive ha apprez-zato il film e l’ha trovato decisa-mente divertente, ma non si può fare a meno di notare che, tra i tanti momenti demenziali ed esila-ranti, la qualità di alcune gag non sia di altissimo livello, a causa soprattutto di una certa mancanza di buon gusto, che finisce per compromettere i momenti di vera ironia.

Niccolò Foresti

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Per il primo numero del Giornalino Scolastico ho deciso di iniziare intervistando una persona che vediamo ogni giorno ed alla quale di norma non abbiamo occasione di porre alcuna domanda che vada al di là della solita routine quotidiana: “Potrebbe firmarmi questa giustifica?” “I miei avrebbero necessità di un colloquio con lei, quando sarebbe disponibile?” Insomma, nulla di piacevole o interessante, a differenza di quanto uscito da quest’intervista fatta su domande prese proprio da studenti in una delle tante, troppe ore passate in biblioteca. Così un bel giorno presentatomi nello studio della Presidenza, previo appuntamento, ho iniziato a porre quesiti più generali… Da quanti anni è nel campo dell’Istruzione? Sono nel campo dell’Istruzione da circa 40 anni, feci la mia prima esperienza insegnando ai bambini presso la Fondazione Crespi Morbio, cosa che fu per me una grande gratificazione, dopo di che iniziai la mia professione proprio qui presso l’Istituto Leopardi. Ed in tutti questi anni non si è mai sentito stanco di questa occupazione? Eh sì, ogni attività umana ha i propri momenti “di alti e di bassi”, ma senza entusiasmo, interesse, creatività e piacere non si potrebbe fare nulla. Se quindi sei qui ad intervistarmi nonostante qualche momento di stanchezza, che dal punto di vista umano sono quelli in cui si sente di dare senza ricevere nulla in cambio, è chiaro che sono stati facilmente superati. Sono mai accaduti fatti particolarmente “strani”o “grotteschi” che coinvolgessero suoi studenti ? Mi è difficile rispondere per mio carattere.Partendo dal presupposto che da un punto di vista professionale ho imparato che i ragazzi sono imprevedibili, diventa chiaro che “stranezze” avvengono all’ordine del giorno, finendo così nella normalità Ciò nonostante immagino che in tutti questi anni ve ne siano almeno un paio che non cadono nel cosiddetto dimenticatoio… Un paio sì... Ad esempio è normale che gli adolescenti desiderino mettersi in mostra davanti ai compagni, ma puoi ben immaginare che quando in settimana bianca con gli studenti ne vedi uno che, mentre si è tutti in coda allo ski-lift, per mostrare la propria bravura invece di seguire la pista normale scende dritto a velocità sparata, fa un salto sul tetto di una baita, si impianta come un pupazzo a molle nella neve, e quando si alza ha un buco in mezzo alla fronte come se fosse stato colpito da un pistolero di un film Western di scarsa qualità…beh, non posso dimenticarlo. Poi invece, sempre in gita, quando si fanno i controlli notturni capita di vedere uscire di stanza alle 2.30 del mattino la ragazza più insospettata, mai dire mai! Immagino, come vede la presenza di questi episodi al di fuori dell’Ordinario nella normale routine quotidiana? Le stranezze dell’ordinaria amministrazione sono il sale che tutto sommato rende piacevole questo lavoro, perché comunque si fondano su, e costituiscono, rapporti personali. Andando a toccare un tema che interessa non pochi, è noto che molti membri della sua famiglia lavorano in questa Scuola, vi sono mai state divergenze a riguardo? Se l’impostazione non fosse stata fortemente sempre condivisa, questa realtà non avrebbe potuto progredire, ed è chiaro quindi che le normali divergenze possano sorgere durante il quotidiano svolgimento del lavoro sono sempre state risolte nella piena serenità. Domanda “Marzulliana”, Lei si sente più Padre o più Preside? Siccome ho sempre creduto nella Famiglia, mi son sempre sicuramente sentito più padre, proprio per questo ho sempre cercato di utilizzare questa mentali-tà nel rapporto con i miei studenti svolgendo la funzione di Preside. Guardando i suoi studenti, le capita mai di rivedere quello che lei è stato da giovane? Le adolescenze di generazioni diverse possono sembrare non compatibili, ma a parte i tempi diversi vi sono sempre dei denominatori comuni. Questo sono gli Ideali, la polemica con il mondo degli adulti, il desiderio di emergere, etc… in cui a volte non posso che rivedermi e tenerne conto per cercare di capire gli studenti svolgendo quella che poi è la mia funzione. Arriva il momento della domanda più dolorosa: non molti sanno che lei aveva intrapreso la carriera di calciatore, come mai l’ha interrotta? Per le mie situazioni di vita non potevo lasciare Milano, poi per la mia famiglia ed inoltre perché avrei dovuto interrompere gli studi… E dopo 40 anni e più di carriera, può dire di aver avuto rimpianti? Più che rimpianti la vita ci mette di fronte a scelte e, come giustamente dice qualcuno: “Ogni scelta significa guadagnare qualcosa ma lasciare qualcosa d’altro”. Alla fine non ci si può permettere di completare o portare a termine tutti i sogni o le ambizioni. Quindi a parte quella del Calciatore, aver dovuto sce-gliere tra fare il Ricercatore Economico ad alto Livello o costruire un’esperienza scolastica ha lasciato qualcosa di incompiuto, ma le soddisfazioni che il tempo mi ha dato hanno ripagato quello che ho lasciato. Infine, quali potrebbero essere i futuri sviluppi dell’Istituto Leopardi? È difficile dire quali potranno essere in un momento di riforma… Sicuramente completare una scuola che vada da quella dell’Infanzia a quella superiore, proporre specializzazioni post-diploma e soprattutto cercare di anticipare i tempi per proporre agli studenti percorsi formativi che siano più vicini alle loro necessità di informazione, come fatto appunto con il Liceo Europeo. E così con un umore differente dalla norma, lasciai la Presidenza. Chissà se in futuro nuove domande o nuove occasioni non riusciranno a riportarmi in quella Stanza senza cadere nel solito “cazziatone”….

Gianfilippo Falsina

Quattro chiacchiere “informali” con il Preside Pasolini

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Gli uomini mi hanno definito pazzo, ma non è ancora bene chiaro se la pazzia

sia o non sia la più alta forma di intelligenza

e se le manifestazioni più meravigliose e profonde dell’ingegno umano

non nascono da una deformazione morbosa del pensiero, da aspetti mentali esaltati a spese

dell’intelletto normale. Edgar Allan Poe

Se verrà dimostrato che la mia teoria della relatività è valida, la Germania dirà che sono tedesco

e la Francia che sono cittadino del mondo. Se la mia teoria dovesse essere sbagliata,

la Francia dirà che sono un tedesco e la Germania che sono un ebreo.

Albert Einstein Da un discorso in Sorbona alla Società filosofica francese, 6 aprile 1922 Chi era Albert Einstein? Un uomo, un fisico, un filosofo? I libri lo descrivono così: Albert Einstein (Ulm 1879 – Princeton 1955), fisico tedesco naturaliz-zato svizzero, nel 1916, enunciò la teoria della relatività generale, alla base della fisica moderna. Premio Nobel nel 1921, all’avvento del nazismo si trasferì negli Stati Uniti, Pacifista convinto, segnalò l’importanza delle ricer-che nucleari, ma prese comunque più volte posizione contro le armi nucle-ari e a favore del disarmo. Da questa descrizione capiamo che certamente un uomo lo era, anche abbastanza “Curioso”, se per curioso si intenda Pazzo, ma quello che molti di Noi ignorano che Albert in realtà aveva ben poco del fisico, in un laboratorio nella sua vita ci sarà entrato solo per vede-re esperimenti eseguiti da altri, lui era un fisico teorico, in realtà lo si può considerare un filosofo, nelle sue parole, nei suoi pensieri, nei suoi sogni, c’era sempre un qualcosa tale da rendere quelle citazioni da lui dette, “piccoli” trattati filosofici:

“La maggior parte degli insegnanti perdono tempo a fare domande che mirano a scoprire

ciò che l’alunno non sa, mentre la vera arte del fare domande

mira a scoprire ciò che l’alunno sa o che è capace di sapere.”

Il Libro che vi consiglio di leggere è Pensieri di un uomo curioso a cura di Alice Calaprice, una raccolta di oltre 500 riflessioni di Albert Einstein, orga-nizzate secondo un ordine tematico e cronologico: l’America e gli america-ni; la guerra e la Pace; la religione, Dio e la filosofia; la famiglia; l’amore; l’educazione. Parole spiritose e cordiali di quando era un giovane sorpreso della sua fama, e parole irascibili e taglienti di quando era un uomo nel pieno della sua maturità. Un libro diverso dagli altri, scorrevole e semplice, ma pieno di piccole verità, alcune volte banali ma che spesso dimentichia-mo. A proposito di Einstein, vorrei sfatare un “mito”, non è assolutamente vero che è stato bocciato in matematica in seconda superiore, semplice-mente lui ha abbandonato gli studi per proseguirli da solo.

Nicola Meinardi

MARE cube book edizioni White Star 735 pagg. euro 15,90 Attenzione: questo non è il solito libro. È un viaggio a trecentosessan-tagradi nell’incredibile mondo del mare, attraverso una serie di fotografie da tutto il pianeta che tolgono il fiato e riossige-nano la mente. “ Mare” è diverso dagli altri libri già dal formato: è un “cube book”, compatto nonostante le sue settecento pagine, che può addirittura diventare un originale oggetto d’arredamento. Il volume è diviso in diciotto capitoli che spaziano dalle vele agli animali, dalla “ gente di mare” ai fari, fotografando l’am-biente marino in ogni suo parti-colare. Ciascun capitolo è introdotto da un racconto, dalla testimonianza di donne e uomini che condivi-dono una passione: il mare. Fra loro giornalisti, scrittori, biolo-gi marini, fotografi e due narra-tori d’eccezione, Giovanni Soldini, uno dei naviga-tori più famosi al mondo e Alessandra Sensini, campionessa di windsurf, oro a Sydney 2000 e bronzo alle ultime olimpiadi di Atene. “ Mare” è un libro che non si può descrivere a parole: va preso in mano, sfogliato, va sco-perto lentamente. CONSIGLIATO A CHI… apprez-za e rispetta la natura, a chi è appassionato di fotografia. Più semplicemente a tutti coloro che vogliono provare l’emozione di un viaggio virtuale.

Eleonora Ardemagni

LO SPORT INVISIBILE di Umberto Longoni Ed. Calderoni 128 pagg. €12,39 Utile e scorrevole. “ Lo sport invisibile “ può essere definito con questi due aggettivi ed è quindi differente da molti altri testi di psicologia dello sport, che possono risultare noiosi e difficili da applicare nella vita di tutti i giorni. Già, perché il libro che vi sto proponendo tratta di psicologia. Dopo questa mia affermazione, penso che molti di voi stiano per…voltare pagina! Niente di più sbagliato. Adesso vi spiego perché. Vi siete mai chiesti come mai, nonostante l’impegno costante e la tenacia, facciate fatica ad emergere, nello sport e nella vita? Questo libro non promet-te miracoli ma, forse, vi aiuterà a capire qualcosa di più di voi stessi e delle vostre potenziali-tà. Aprendovi la mente. L’autore, Umberto Longoni, psicologo e giornalista,si occupa della prepa-razione mentale di atleti e gio-catori professionisti. La narrazione è fluida e coin-volgente, il linguaggio è com-prensibile e privo di termini tecnici: all’interno del libro potre-te trovare numerosi test da svolgere in pochi minuti. “ Come acquisire una mentalità vincente nello sport e nella vita”: la frase è dello scrittore e riassume efficacemente il conte-nuto e lo spirito del libro. CONSIGLIATO A CHI… vuole conoscersi meglio. Per necessità o soltanto per curiosità.

Eleonora Ardemagni

Cento anni di relatività

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IL RITRATTO DI DORIAN GRAY di Oscar Wilde È passato più di un secolo dalla sua pubblicazione, ma questo romanzo sembra, come il suo protagonista, non invecchia-re mai. Nel 1890 Oscar Wilde scanda-lizza l’ Inghilterra vittoriana; “ Il ritratto di Dorian Gray “ viene aspramente criticato dai contem-poranei perché considerato im-morale. Per quale motivo? Semplice: lo scrittore descrive, con crudo realismo, i vizi e le meschinità dell’uomo. Wilde si difende affermando: “ Non esistono libri morali o immorali come la maggioranza crede. I libri sono scritti bene o scritti male. Que-sto è tutto. “ “ Il ritratto di Dorian Gray” non è soltanto il capolavoro di O-scar Wilde, ma è anche la mas-sima espressione del Decadenti-smo inglese. Non a caso, Decadentismo è la parola chiave del libro: è proprio il protagonista, Dorian Gray, gio-vane e bellissimo, candido e ingenuo, a perdersi, giorno dopo giorno, tra le mille dissolutezze del mondo. E’ il suo ritratto, intanto, a portare i segni della crescente malvagità, del suo, appunto, decadimento morale. Il romanzo è un fedele ritratto dell’ Inghilterra di fine Ottocento, vista con gli occhi della ricca ed eccentrica borghesia inglese. Un attualissimo classico della letteratura che non si può fare a meno di conoscere. CONSIGLIATO A CHI… ha spesso pensato che la lettura sia una perdita di tempo.

Eleonora Ardemagni

LUCI ED OMBRE SUL CODICE DA VINCI Leggere un romanzo significa soprattutto criticarlo, in bene o in male. “Il codice Da Vinci” di Dan Brown non ha suscitato eccezioni, anzi…. . I commenti della gente si aprono in due grandi divari: da chi lo giudi-ca meraviglioso a chi lo vede co-me uno dei tanti best-seller troppo sopravvalutati. C’ è chi dice che l’autore ha affron-tato argomenti difficili in modo leggero, manco fosse un cartone animato della Walt Disney; chi lo critica per avere trattato un argo-mento già troppo diffuso, quello della Chiesa, amplificando l’ormai noto concetto del mistero e dell’ir-realtà in un ambiente sacro; l’as-sociazione come fratello brutto de: “ Il nome della rosa” ed ancora chi azzarda ad incolpare noi, poveri italiani senza cervello che come al solito, ci facciamo abbindolare dagli stranieri convinti che la loro merce sia la migliore in assoluto. I lettori, in molte loro critiche hanno spesso accoppiato il romanzo di Brown a quello di Umberto Eco: “Il pendolo di Foucault” spiegando così l’eccessiva ed inspiegabile popolarità di questo romanzo che altro non si presenta come una ricopiatura di altri testi religiosi. Finiti i commenti spiacevoli, cer-chiamo di capire il motivo per il quale il romanzo sia stato così elogiato: in contrapposizione alle critiche negative ci sono stati com-menti positivi per il trattamento inerente all’argomento religioso; chi riesce addirittura a sponsoriz-zare in due parole la spettacolarità del romanzo; chi altro non fa che attendere l’uscita di un altro capo-lavoro; chi difende con tutta l’ani-

ma l’accoppiamento del romanzo a quelli scritti da Umberto Eco ed infine chi lo elogia per le sue mol-teplici forme di lettura: romanzo, giallo ed addirittura come saggio. Insomma, come tutti i libri degni di critica, “Il codice Da Vinci” è riusci-to a scatenare un vero e proprio polverone di opinioni, nella buona e cattiva sorte, giusto per rimanere in tema religioso. Il romanzo è ambientato a Parigi, al museo del Louvre, dove il cura-tore Saunière, ferito a morte, si aggrappa in un ultimo gesto dispe-rato al dipinto di Caravaggio fa-cendo scattare i dispositivi di allar-me che chiudono fuori il suo inse-guitore. Al vecchio curatore riman-gono pochi minuti di vita, si spoglia e si dispone come l’uomo di Vitru-vio, il celeberrimo disegno di Leo-nardo Da Vinci. I soccorritori vedo-no che il curatore è riuscito a scri-vere dei numeri, poche parole ed un solo nome: Robert Langdon. La giovane mente avida di roman-zi thriller è quella di Dan Brown, nato ad Exeter, nel New Hampshi-re. Laureatosi alla Phillips Exeter Accademy si trasferisce in Califor-nia per tentare la carriera di piani-sta e cantante. Nel 1996 decide di tornare a casa dedicandosi com-pletamente alla scrittura; appas-sionato di codici segreti e da un forte amore per lo spionaggio in ambito governativo, Brown arriva ad elaborare per la fine del 2003, il popolarissimo “Il codice Da Vinci” che capovolgerà il mondo editoria-le riuscendo ad affermarsi sulla bocca di tutti, o quasi.

Sara Straneo

IO ALLO SPECCHIO Autore: raccolta di esperienze e racconti Ambientazione: moderna Trama: questo libro è una raccolta di esperienze, emozioni e pensieri di donne delle più svariate età che come comune nemico - amico hanno lo specchio, severo giudice della loro crescita per alcune e invecchiamento per altre. Molte donne raccontano della loro vita e di come sebbene il loro fisico e aspetto sia inevitabilmente cam-biato conservano lo spirito fresco dell’età giovanile, altre lo hanno sempre considerato un allenamen-to per le espressioni, i sorrisi e le movenze da usare in pubblico, altre quasi una malattia. Ma da tutti i loro racconti di vita vera, vissuta, emerge un’unica linea di pensiero: la bellezza non è fatta di regole e canoni ma di emozioni, personalità e carattere ed essere belle è prima di tutto riconoscere di essere uniche e autentiche. Commento: personalmente ho trovato questo libro affascinante, in quanto tratta temi di tutti i giorni con l’ironia e la saggezza di donne che hanno vissuto la vita e forse tristemente vero, perché lo spec-chio spesso e volentieri appare severo e crudele. Mi trovo infine d’accordo con la conclusione: la bellezza è fatta di personalità e carattere.

Angelo Schena

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CALENDARIO ed ATTIVITA’ 21/09/2004 Gita di Socializzazione Classi 1e su-periori - Movie Studios 28/09/2004 Scuola elementare - vendemmia e percorso guidato al Castello di Grop-parello 01/10/2004 Scuola media - gita al bosco WWF di Vanzago 12/10/2004 5aLL 5aLSPP - Visita mostra "Il Cubi-smo. Rivoluzione e tradizione" - Ferra-ra 21/10/2004 3aLL 3aLG - Visita Museo della Scien-za e della Tecnica 26/10/2004 1aM 2aM - Attività sportiva al Filafo-rum di Assago 28/10/2004 4aLL - Gita a Venezia 03/11/2004 1aLS 2aLS - Attività sportiva al Filafo-rum di Assago 09/11/2004 4a LL - Visita guidata Milano Rinasci-mentale e Cenacolo 10/11/2004 - 13/11/2004 5aLL - Viaggio d'istruzione a Praga 18/11/2004 1aR 2aR - Rappresentazione Teatrale "I Promessi Sposi" 20/11/2004 - 21/11/2004 OPEN DAY 2004 24/11/2004 LL LG tedesco - Concerto rock

03/02/2005 3a media - Teatro in lingua inglese "Frankestein" 04/02/2005 3aLL 3aLG 4aLS 4bLS - Rappresenta-zione Teatrale "Romeo and Juliet" in inglese 05/02/2005 - 19/02/2005 3LL 3LG - Stage a Cambridge 06/02/2005 - 12/02/2005 3a 4a 5a Elementare e 1a 2a 3a Me-dia - Settimana Bianca a Spiazzi di Gromo 10/02/2005 - 12/02/2005 chiusura Carnevale Ambrosiano 14/02/2005 - 19/02/2005 2a 3a Elem. - Scuola natura "Ghiffa" IN PROGRAMMA 01/03/2005 - 04/03/2005 Presenti all'EXPO dell'Educazione e del Lavoro 10/03/2005 5LSa 5LSb - Vis.d'istruz.Centrale Bertini di Paderno ed al villaggio di Crespi d'Adda 11/03/2005 2LS - Visita Palazzo Marino 11/03/2005 1M - Visita Museo "Inter e Milan" - Stadio di San Siro 11/03/2005 3lsA-3lsB-3ll-3lg-4lsB - Rappresenta-zione teatrale "Fedone" di Platone

LE VERGINI URI’ Gianluca Granzotto A causa dei piu’ frequenti contatti degli ultimi anni, tutti noi siamo incuriositi dalla cultura musulmana e a tutti è capitato almeno una volta di porsi delle domande alle quali a volte, le risposte ci paiono incomprensibili. Ebbene c’è un aspetto di questa religione ( o cultura) che mi ha sempre incurio-sito,ed è la questione delle Vergini Urì promesse in premio a chiun-que sia degno di accedere al “Paradiso” in tal proposito mi sono documentato ed ho scoperto che: “quando avverrà l’evento(…) i primi saranno ravvicinati ( ad Al-lah) nei Giardini delle Delizie (…) . Vagheranno tra loro fanciulli di eterna bellezza(con ) coppe, broc-

che e calici. E (ci saranno)fanciulle dai grandi occhi neri, a compenso per quel che avranno fatto”, le abbiamo create perfettamente,le abbiamo fatte vergini, amabili e coetanee. Colà non sentiranno né vaniloqui né oscenità, ma solo “Pace, Pa-ce”.” Parrebbe dunque che le Urì, di forme perfette, amabili, coetanee (di quale età poi non è dato sape-re…) e vergini rappresentino il “compenso” per quel che di buono il trapassato fece in vita. Ma rien-tra in qualcosa di molto buono anche un’azione kamikaze?

"Pastell" - Lampugnano 25/11/2004 4a LS 4b LS - Visita Milano centro 26/11/2004 2aR 3aR 4aR - Viaggio d'istruzione a Verona 02/12/2004 3a LS 3b LS 4b LL - Viaggio d'istruzio-ne a Mantova 06/12/2004 - 07/12/2004 Festa Patronale di Sant'Ambrogio 14/12/2004 1a R 2a R - Visita Museo "Inter e Milan" - Stadio di San Siro 14/12/2004 Spettacolo Natale Scuola Elementare - ore 21 Bas. San Lorenzo MI 14/12/2004 5a LS - Visita mostra "Andy Warhol" c/o Palazzo della Triennale 15/12/2004 Concerto di Natale - Teatro Ariberto - via Crespi, 9 12/01/2005 4LL 4LG 5LL 5LG francese - Rappre-sentazione Teatrale "Les Miserables" in francese 18/01/2005 1a Rag - Visita Mostra 19/01/2005 - 22/01/2005 Classi superiori - Partecipazione ai campionati regionali di sci - Aprica (So) 27/01/2005 - 14/04/2005 Corso Patentino Ciclomotore - i giove-di' pomeriggio ore 15 28/01/2005 tedesco 3 e 5 liceo - Visita Museo Storia Contemporanea

23/03/2005 - 30/03/2005 vacanze di Pasqua 01/04/2005 1LG 2RAG 3RAG - Rappresentazione Teatrale "Treasure Island" 04/04/2005 1LL 1LS - Rappresentazione Teatrale "Treasure Island" 04/04/2005 2LL 2LG - Rappresentazione Teatrale "Treasure Island" 11/04/05 - 16/04/05 1aM 2aM - Scuola natura Zambla Alta 12/04/2005 3R 2LL 2LG 3LL 3LG - Rappresenta-zione Teatrale "Arsene Lupin" 25/04/2005 Anniversario della Liberazione 02/06/2005 Festa della Repubblica 08/06/2005 ultimo giorno di scuola a.s. 2004/2005 14/06/2005 esposizione risultati a.s. 2004/2005 22/06/2005 prima prova Esami di Stato